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gnoseologia>
È quella branca della filosofia che si occupa dell’analisi dei fondamenti, dei limiti e della validità della
conoscenza umana> intesa essenzialmente come relazione tra sogetto e oggetto.
In ambito anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata epistemologia> ovvero quella branca della
gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica o della filosofia della scienza.
Per aristotele: la conoscenza non può prescindere dall’esperienza. L’intelletto non si limita a percepire
passivamente le impressioni sensoriali, ma svolge un ruolo attivo che gli consente di andare oltre le
particolarità transitorie degli oggetti e scoprirne l’essenza in atto. Vari gradi del conoscere: la sensazione è
il livello più basso e l’intuizione intellettuale è quello più alto, questa è in grado di astrarre l’universale dalle
realtà empiriche. Conoscere per Aristotele signif. Astrarre ( trarre da…).
Aristotele fu il padre della logica e teorizzò la dorma deduttiva del sillogismo> ovvero procedendo dal
particolare all’universale> ma non può garantire la verità dei principi primi, dai quali deve partire la
deduzione. Per questo dobbiamo stabilire premesse valide ed universali, dalle quali il sillogismo trarrà
soluzioni coerenti> questo compito aspetta all’intelletto intuito il quale si avvale dell’epagoghè (induzione).
Induzione ( a differenza del significato che ha assunto nell’epistemologia contemporanea) non porta alle
essenze> ma ci porta verso l’intuizione intellettuale (per Ar> passare dal particolare all’universale nn
prevede una logica induttiva, la logica aristotelica è solo deduttiva).
I principi primi per aristotele non si possono ricavare ne dall’esperienza ne da un ragionamento> solo
l’intuizione intellettuale può cogliere i principi primi e questo è il gradino più alto della conoscenza>
un’esperienza contemplativa tipica di un sapere fine a se stesso.
Tommaso d’Aquino: la conoscenza deve basarsi sulla corrispondenza tra intelletto e realtà. la verità viene
raggiunta quando le strutture intellettive del soggetto si adeguano al oggetto. Il realismo moderato di
Tommaso nella disputa sugli universali si contrappone al nominalismo ce negava una consistenza
ontologica dei principi conoscitivi dell’intelletto
Idealismo; contrapposto al realismo nega una realtà ontologica alla realtà fenomenica, ritenendola il
rilfesso di un’attività interna al soggetto.
Psicologismo: ogni forma di conoscenza, ma anche le leggi logiche e matematiche sono riducibili ad iistanze
psicologiche.
Il pragmatismo americano:
il pragmatismo nasce negli stati uniti e raggiunge il massimo della sua espansione nel 1915 ca. anche in
europa. Dalla prospettiva sociologica il Prag. Rappresenta la filosofia di una nazione protesa con fiducia
verso il futuro. Dal punto di vista della storia delle idee è la forma che l’emipirismo ha preso oltre oceano.
L’empirismo tradizionale da Bacone a locke, a Berkley e hume> considerava valida la conoscenza basata e
riducibile all’esperienza>> per esperienza si intendeva una progressiva accumulazione ed organizzazione di
dati sensibili passati o presenti.
Per il pragmatismo invece l’esperienza è apertura verso il futuro, previsione e regola d’azione.
Si può parlare di movimento di pensiero pragmatista, dal pragmatismo logico di Pierce ecc.
WILLIAM JAMES
Se con pierce abbiamo la versione logica del pragmatismo, con James quella religiosa e morale.
Con James il pragamtismo si diffonde anche in Europa.
Il pragmatismo è solo un metodo, atteggiamento di ricerca che toglie lo sguardo dai principi primi dalle
categorie e neessità e si concentra sulle conseguenze e i fatti.
Ed è il metodo per ottenere chiarezza delle idee che noi abbiamo dei fatti> questo metodo ci impone di
considerare quali possibili effetti pratici quelle idee possano avere e quale reazioni dobbiamo preparare.
Ciò che riusciamo a concepire di questi effetti delle idee è tutto ciò ce abbiamo dell’oggetto. (fin qui sembra
essere in accordo con la regola pragmatica di Pierce, ma non è cosi): le idee (parti della nostra
esperienza)diventano vere se ci servono ad ottenere una soddisfacente relazione con altre parti della
nostra esperienza, quando ci consente di andare avanti e portarci da una parte all’altra della nostra
esperienza, economizzando la fatica, semplificando > concezione strumentale della verità. > la verità delle
nostre idee significa la loro capacità di operare> vero è ciò che è utile> ad ottenere un miglioramento o
una meno precaria condizione vitale.
Per J. La verità non è mai una stagnante proprietà> vi è un processo> un’idea viene resa vera dagli eventi.
Dunque la verità è un’avvenimento, un processo del suo verificarsi in questo senso> possiamo dire è la sua
verificazione.
Idee vere: sono quelle che possiamo assimilare, convalidare, confermare e verificare, idee false: l’opposto.
Le teorie o idee vere: sono le approssimazioni migliori delle idee precedenti> dunque risolvono i problemi
in modo più soddisfacente.
Quindi la verità non è mai un fine, è un mezzo per altre soddisfazioni vitali.
1890: principi di psicologia
Influenza dell’evoluzionismo di Spencer> l’essenza della vita mentale e l’essenza della vita corporale sono
identiche, ovvero vi è un adattamento delle relazioni interne alle relazioni esterne.
Per J. Questa formula è vaga ma posiziona la mente in un ambiente>ovv. nel concreto delle sue relazioni. >
dunque decisamente più fertile della vecchia psicologia razionale che vedeva l’anima separata dal corpo e
autosufficente.
La mente per J. È: uno strumento dinamico e funzionale all’adattamento all’ambiente.
La vita psichica è caratterizzata da un finalismo> che si esprime come energia selettiva già nell’atto della
sensazione.
J. critica gli psi. Associazionisti> che riducevano la vita psichica ad una combinazione di sensazioni
elementari.
J.critica i materialisti> identficano i fenomeni psichici con i movimenti della materia psichica.
La coscienza per J. È una corrente continua (bergson)> stream of thought (corrente di pensiero)> il
pensiero nella corrente differisce sempre dal momento precedente.
L’esperienza pura> è un immenso flusso vitale che fornisce materiale alla nostra riflessione.
Il rapporto tra soggetto e oggetto è derivato, non desumo l’oggetto in base alle relazioni che ho con esso,
l’esperienza è identità tra fisico e psichico (in qunto sogg l’esperienza rappresenta, in quanto oggettiva è
rappresentata)> posizione di monismo neutrale> nella contrapposizione tra soggetto esperiente e
oggetto esperito, non vi è un assoluto (ab solutum, sciolto da) inteso come noumeno, ne tanto meno vi è
un io trascendentale che che unifica le categorie> la coscienza è un flusso di pensieri> si parla di io respiro
(al posto di IO penso)> in questo possiamo definire la sua posizione come empirismo radicale.
Il monismo neutrale inteso come “matrimonio tra interno ed esterno indissolubile” influenzerà il 900 nel di
battito tra mente e corpo (Russell, k riconosce la dottr. Di J. Rivoluzionaria).
Concepire la mente come un adattamento all’ambiente condusse J. Ad un ampliamento di studio della
psicologia: il mondo dell’esperienza è connesso da relazioni esterne esperibili, proprio per questo è un
mondo pluralistico.> ciascuna parte del mondo è connessa o meno con esso. L’universo pluralista di
james> è concepito su una analogia sociale< è un universo pluralistico basato su poteri indipendenti>
individuo inserisce la sua storia in quella mai conclusa della comunità degli uomini.
Sul piano etico:
1891 il filosofo morale e la vita morale
1897 la volontà di credere> diritto di credere, difende la legittimità religiosa. Come le ipotesi scientifiche la
più vera è quela che funziona meglio> così si può parlare delle ipotesi religiose> la credenza e la volontà di
credere si misurano in base alle conseguenze che essere comportano. È la natura passionale che fa
scegliere una cosa piuttosto che un’altra le passioni umane sono più forti delle regole tecniche, nostante ci
possa essere un metodo per verificare la verità in cui crediamo. “le ragioni del cuore” di pascal.
J. si rifà alla “forza del carattere” di Emerson per dire che la fede in un fatto ci puo aiutare a creare un
fatto. Es. dell’alpinista e del crepaccio. La vita è degna di essere vissuta solo se accettiamo il rischio, se si
crede che la vita sia davvero degna di essere vissuta allora questa credenza sarà in grado di aiutarci a creare
il fatto stesso.
In questi due scritti si solleva la questione dei VALORI> che non possono essere decise facendo ricorso alle
esperienze sensibili (non vi può essere una prova sensibile). Non parliamo quando parliamo di morale di
ciò che esiste, ma parliamo di ciò che è bene o male. La scienza può dirci se esiste, ma quando si tratta di
valori dobbiamo usare le “ragioni del cuore” (pascal). Ci sono argomentazioni metafisiche, etiche e morali
che sono teoricamente irrisolvibili e dunque affrontabili solo attraverso una scelta pragmatica> non si può
scrivere fine e chiudere il libro una volta per tutti, siamo in un flusso, il metodo pragmatista si pone di
sciogliere le antiche dispute metafisiche che per l’orientamento del circolo di vienna sarebbero solo nn
sense, poiché essi si basano su soluzioni verbali, a priori, pretese di assoluto e sistemi chiusi in quanto
risolti. Per questo il pragmatismo non è una teoria, ma un metodo> metafora proposta da Papini “Prag,
come il corridoio di un hotel, molte stanza diverse un'unica struttura> hotel pragmatista costringe le teorie
A MOSTRARE IL LORO VALORE IN CONTANTI.> SI PARLA DI UMANISMO SCIENTIFICO> NESSUNA IPOTESI E
Più VERA DELL’ALTRA > NESSUNA FORMULAZIONE HA IL PRIVILEGIO DI RIPRODURRE FEDELMENTE LA
REALTà.
UMANIZZARE LA VERITA< significava riportarla all’iniziativa creativa e attiva della nostra vita cognitiva>
dunque aggiungendo sia al soggetto che al predicato una parte di realtà. la mente ha una funzione
costitutiva e non si da mai unna realtà in maniera indipendente dal pensiero. Le categorie sono strumenti
del pensiero atti a organizzare la realtà per determinati fini pratici e conoscitivi ( più vicino alla psicologia
che kant). Per J. Le categorie si fondano attraverso le scoperte dei lontanissimi antenati e si trasmettono
fino ad impregnare il nostro pensiero.
I valori>il bene e male esiste in quanto soddisfa o delude le aspettative degli individui. Queste esigenze
riflettono una varietà di impulsi e bisogni. Saranno da preferire gli ideali che non andranno troppo in
contrasto con altri idea così creare un universo il più possibile plurale.
1902> la varietà dell’esperienza religiosa
J. come empirista radicale> le umane esperienze non possono essere bloccate da un giudizio di valore
(Positivisti, la religione è associata ad un fenomeno degenerativo) la vita religiosa è inconfondibile> mette
in contatto gli uomini con un ordine invisibile e ne muta l’esistenza.
Lo stato mistico, allarga il campo percettivo, aprendoci a delle possibilità sconosciute dal controllo
razionale. È un accesso privilegiato, inattuabile cn mezzi ordinari, a Dio> inteso come colui che potenzia le
nostre azioni e che è l’anima e la ragione interiore di un universo pluralistico dio dio(che non è il male ne ne
è il respondabile) viene concepito come una persona spirituale chhe ci trascende e ci chhiama a cooperare
con lui.
1909 un universo pluralistico
È l’ulrima opera di J. > dio è considerato come essere infinito, non è il tutto; è un dio-compagno.
John Dewey
Sunto:
L’esperienza è storia rivolta al futuro> non è ne conoscenza, ne coscienza> è esistenza. >I cui caratteri
fondamentali sono la precarietà, la pericolosità del’adattamento all’ambiente.
Per fronteggiare questa instabilità e pericolosità, bisogna smascherare i sistemi metafisici consolatori e
illusorio> promuovere la conoscenza come processo di indagine, essendo essa un adattamento
all’ambiente.
Le idee sono strumenti della nostra indagine per risolvere i problemi ed è sempre l’applicazione pratica che
decide il loro valore.
La verità è il provato potere guida di un’idea: non vi è garanzia assoluta ne eterna, gli esiti dell’indagine son
sempre correggibili poiché umani e dunque in relazione alle nuove necessità in cui l’uomo viene a trovarsi
nella sua storia.
Ogni sistema etico è relativo all’ambiente> in cui esso si è formato ed è funzionale. > le idee morali devono
essere sottoposte a controllo delle loro conseguenze pratiche. La fil promuove una continua revisione
critica finalizzata all’arricchimentodei valori di diritto.
Non esisono fini ultimi> ogni fine è un mezzo per altri fini.7
L’apparato concettuale del soggetto conoscente viene esteso sia al piano pedagogico che etico> il cui
compito è dare indicazioni sulla condotta umana.
La democrazia: deve essere costituita da una società che su pianica, in cui si liberi l’intelligenza in un
interscambio cooperativo che lavori su mete concrete, realizzabili nelle condizioni storiche effettive,
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D. fu il più significativo filosofo Usa, scelse di chiamare strumentalismo la sua fil. > fondatore della
psicologia funzionalista e comportamentale e capostipite della pedagogia sperimentale 900.
si differenzia dall’empirismo classico sul concetto di esperienza. > esperienza empiristi è ridotta a stati di
coscienza chiari e distinti, purificata da errori e caos.
1925< Esperienza e Natura
La teoria dell’indagine e l’etica sonno due ambiti in cui si svolge la riflessione filosofica di D. La realtà non ha
una struttura e fini rigidamente fissati e immutabili, ma è interazione tra uomo e ambiente> che in questa
relazione si costituiscono e si determinano.
L’esperienza è il luogo di questo incontro> Conoscere equivale ad agire> perché l’esperienza è la capacità di
apprendere dalla realtà.
stimolo, abitudine e pensiero (unirà psicologia e biologia alla sua concezione metafisica dell’esperienza)
la natura umana si basa sull’organizzazione degli stimoli in un ambiente culturale che ne influenza le
abitudini> la psicologia a una natura sociale> poiché gli istinti sono forze parzialmente determinate che
tramite l’esperienza vengo organizzati.
Come in tutti i pragmatisti: l’abitudine è il luogo di incontro tra interno ed estreno. > per D. è un modo di
interiorizzare l’ambiente esterno e rendere stabile l’impulso.> si costruisce attraverso un ambiente che
nell’uomo è naturale e culturale.
L’intelligenza: è il costante aggiustamento delle relazioni che legano l’organismo con il proprio ambiente.>
pensare e conoscre sono atti con cui l’homo sapiens controlla l’interazione con l’ambiente circostante.
Per D. vi sono delle componeti prelogiche dei processi cognitivi obbero delle radici biopsicologiche
Le conoscenze: sono i dispositivi mendiante cui l’h. cerca di far fonte all’incertezza della propria condizione
e quindi l’intelligenza è orientata alla soluzione dei problemi.
Il pensare è un aspetto pubblico per Dewey> ovvero che l’attività rifflessiva serve a guidare la condotta
umana.
La verità> visuale praagmatista> la V di una idea può essere riconosciuta e giustificata mediante i processi di
controllo della sua effettiva capacità di facilitare il nostro commercio con i fatti.
L’oggettività> è la guida della ricerca scientifica> che meglio chiama asseribilità garantita
La ricerca scientifica deve essere radicata all’interno di una pluralità di pratiche sociali, ovv promuovere un
atteggiamento culturale consapevole delle radici e della valenza umana e sociale delle conoscenze
scientifiche.
Etica: nega la distinzione tra mezzi e fini: l’uomo non a un fine ultimo, ma trova soddisfazione solo nella
continua attività libera e intelligente> xk i fini vengono giudicati dagli effetti che producono
Pedagogia: l’intelligenza organizza senza posa l’esperienza, l’educazione svolge la medesima funzione
nell’avvicendamento delle generazioni> consentendo la continuità e il cambiamento> per D. educazione >È
la ricostruzione e organizzazione dell’esperienza che accresce il significato dell’esperienza stessa e
aumenta l’abilità di dirigere il corso dell’esperienza che accresce il significato dell’esperienza stessa.
Il criterio pedagogico del buon educatore concerne nello stabilire se quell’apprendimento favorisce altri
apprendimenti o ulteriorie educazione.
Politica: planned society e continously planned society> qst’ultima è una società che non richiede disegni
finali o dll’alto< ma libera l’intelligenza attraverso la forma più vasta di interscambio cooperativo.