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-Diversi autori come Rossi sono concordi nel definire la psicologia clinica come
quella disciplina che comprende l'insieme delle conoscenze e competenze
psicologiche utilizzate per affrontare i problemi dell'adattamento e disturbi del
comportamento sul piano non solo della valutazione psicodiagnostica e
dellintervento psicoterapeutico, ma anche della ricerca e della prevenzione.
Quindi essa una dimensione applicativa della scienza psicologica, e comprende
metodi, strumenti di indagine e tecniche di intervento.. e ha tra le sue finalit
principali la prevenzione del disadattamento e la promozione della salute
-Tuttavia essa non si occupa solo della dimensione oggettiva di disadattamento,
ma anche nella dimensione soggettiva di stato di malessere e sofferenza della
persona. Per sofferenza ci si riferisce non solo alla sofferenza psichica, ma anche a
quella fisica (mente e corpo non sono nettamente separati).
-dunque la psicologia clinica si occupa di ogni tipo di sofferenza e/o
disadattamento con mezzi esclusivamente psichici. Spetta al clinico, come al
medico, avere alle proprie spalle un sapere che ingloba nozioni di psicologia
generale, psicologia dinamica, conoscenze relativamente strumenti diagnostici
validi, eccetera.
-il suo dominio di applicazione inoltre costituito da casi individuali.
-il suo metodo di ricerca il metodo storico clinico che si distingue da quello
sperimentale perch sfrutta un coinvolgimento emotivo reciproco di osservatore
osservato, mentre il secondo prescinde da queste caratteristiche. Nel primo il
comportamento si interpreta spiegando il suo significato, nel secondo si fa
affidamento alle leggi generali stabilite. Inoltre nel primo l'interpretazione assume
la forma di un racconto e non segue un percorso ipotetico deduttivo. Si giunge
cos alla costruzione di storie tipiche attraverso lastrazione tipico-ideale. Tuttavia
anche questo metodo presenta limiti e restrizioni e dunque controlli:
l'interpretazione e il racconto non devono essere contraddittori o violare le leggi
naturali comprese quelle psicologiche e neuropsicologiche, e neanche essere in
contrasto con le testimonianze attendibili.
-la psicologia clinica viene definita da Carli come teoria della tecnica riabilitativa e
psicoterapeutica che dunque ha come oggetto specifico l'analisi della domanda
che l'utente pone allo psicologo clinico. Lanalisi della domanda un pretesto per
lattivazione di un processo di ricostruzione del significato della propria storia.
- i momenti dell'intervento sono quattro:
tappe evolutive
interazioni familiari
ICD 10
permettono di accedere al mondo interno del bambino e del modo in cui si sta
strutturando: le batterie di test a disposizione dello psicologo sono molteplici e un
bilancio psicologico completo in et scolare dovrebbe essere composto da:
test di livello
test proiettivo strutturale
test proiettivo tematico
non escludendo ovviamente colloquio con i genitori, con il bambino, osservazione,
gioco e disegno.
-sarebbe ottimale riservare incontri separati per colloquio e test. Dopo il colloquio
iniziale con i genitori, per un'analisi della domanda e per una raccolta di dati
anamnestici, il bilancio generalmente comincia con una un colloquio preliminare
con il bambino. Dopo il colloquio preliminare si passa la somministrazione dei test,
successivamente si passa ad un colloquio post-test, raccogliendo commenti e
impressioni del bambino. Dopo la codifica e linterpretazione dei test si passa alla
restituzione ai genitori. Quest'ultima deve tener conto della domanda, delle
aspettative del contesto e rispondere di conseguenza. Per bambini dai 9-10 anni
sarebbe necessario prevedere una restituzione anche per il bambino stesso
considerando le sue capacit di comprensione e di elaborazione.
1)i test di livello
Sono test di livello i testi intellettivi, i quali forniscono indicazioni sulle capacit
intellettive e sul funzionamento psichico del bambino e sulle influenze che gli
aspetti affettivo-relazionali hanno su questo funzionamento: quindi permettono di
verificare come il soggetto gestisce un compito e se riesce ad accettare rispettare
le regole; permette di indagare anche il grado di adattamento e la tolleranza alla
frustrazione.
la scala wish-III
una scala di intelligenza per bambini dai 6 ai 16 anni e 11 mesi. La versione
italiana costituita da 13 prove o subtest raggruppate in due sottoscale: scala
verbale- scala di performance. Si possono ottenere punteggi di: Qi verbale - Qi
di performance - Qi totale. Si possono anche calcolare quattro indici di punteggio
basati su quattro fattori: comprensione verbale, organizzazione percettiva, libert
dalla distraibilit, velocit di elaborazione.
Linterpretazione si basa su un'analisi quantitativa e un'analisi qualitativa. Per
quanto riguarda i punteggi il quoziente intellettivo totale permette di definire il
livello di intelligenza del bambino come "inferiore" (<85), "medio" (tra 85 e 115),
"superiore" (<115) in rapporto alla popolazione. Si valuta poi la differenza tra
quoziente intellettivo verbale e di performance (significativa se superiore a 12 pt)
e si confrontano fra loro i quattro fattori aggiuntivi si confrontano tra loro. Infine si
considerano le prestazioni per ogni subtest. I dati ottenuti possono far avanzare
ipotesi di natura clinica. Una lettura clinica del test aiuta a comprendere meglio i
Per ogni storia stata evidenziata una tematica prevalente in grado di sollecitare
la costruzione di una narrazione relativa ad un costrutto specifico
dellattaccamento. Lo sperimentatore oltre a proporre la consegna pu fare alcune
domande di approfondimento al bambino sulla base della storia del lui narrata.
La codifica inoltre riguarda due piani:
-il livello del contenuto: comprende gli aspetti maggiormente legati agli
avvenimenti che il bambino fa accadere nella narrazione. Ad esempio il ricorso
alle figure di attaccamento in situazioni di pericolo, la qualit degli affetti espressi
dal protagonista, i comportamenti di protezione e cura messe in atto dalle figure
di riferimento, le manifestazioni di rifiuto, le inversioni di ruolo, le punizioni, i
maltrattamenti, gli abusi,
-Il livello formale: fa riferimento alle modalit narrative con cui il bambino inizia e
porta avanti un racconto
Altri test che indagano il lavoro della narrazione sono in test semiproiettivi. Tra
questi abbiamo il Separation Anxiety Test SAT che valuta il modo in cui il
bambino reagisce verbalmente a situazioni di separazione dai genitori raffigurate
in un set di fotografie. Dunque vi la proposta di visione di alcune immagini che
fungono da stimolo per l'attivazione del suo sistema di attaccamento e la
narrazione degli aspetti rappresentazionali che lo caratterizzano.
Uno strumento di valutazione su base narrativa dell'attaccamento che va
somministrato dalla seconda infanzia fino all'et adulta l'adult attachment
interview AAI, che pu essere somministrata e ad adulti che adolescenti. Questa
consiste in un'intervista semi strutturata con alcune caratteristiche particolari: in
primo luogo le domande permettono di rievocare delle storie e delle esperienze di
attaccamento del soggetto; inoltre, le domande vengono poste secondo un ordine
prestabilito e prevedono approfondimenti specifici quando il soggetto non in
grado di rispondere. Quindi l'intervista segue la costruzione del discorso del
soggetto lasciandogli il tempo necessario per riflettere sulle domande e per
ampliare a sufficienza gli argomenti.
La valutazione prevede due momenti:
nella prima fase si utilizzano una serie di scale di valutazione;
nella seconda fase l'intervista viene analizzata nel suo complesso per assegnare
una classificazione finale dell'attaccamento.
Le scale di valutazione sono di due tipi:
scale dell'esperienza soggettiva: valutazione delle esperienze cos come vengono
presentate
Scale dello stato della mente: valutazione dell'attuale stato della mente del
soggetto riferendosi direttamente o indirettamente alle rappresentazioni e
aspetti positivi e per raggiungere questo scopo tutti e tre i partner devono
lavorare insieme come se fossero una squadra.
Il gioco si suddivide in quattro momenti corrispondenti a quattro triangoli che le
persone in relazione possono formare.
prima parte del gioco: uno dei due genitori gioca con il bambino mentre
l'altro genitore osserva senza intervenire
terza parte del gioco: i due genitori giocano insieme con il bambino e si
trovano in una posizione simmetrica e svolgono lo stesso ruolo rispetto al
bambino
quarta parte del gioco punti i due genitori parlano tra di loro mentre il
bambino osserva due genitori; questa parte mette in evidenza la capacit di
adattamento del bambino di fronte a una situazione in cui i genitori non si
occupano di lui pur essendo presenti.
Durante le fasi di transizione i genitori devono comunicare l'un l'altro (in maniera
verbale e/o non verbale) di essere pronti per il cambiamento.
Il setting prevede al centro di una stanza la presenza di due sedie ed un
seggiolino posto di fronte alle due sedie. Le due sedie sono orientate verso il
seggiolino del bambino in modo da formare un triangolo equilatero al cui vertice si
trova il bambino; inoltre il seggiolino del bambino dotato di morbidi strati definiti
gusci che genitori possono togliere aggiungere affinch il piccolo sia comodo e pi
libero e quindi nel favorire i suoi movimenti. La procedura viene completamente
videoregistrata utilizzando due telecamere poste una dietro al bambino l'altra
dietro i genitori. Lo scopo finale la possibilit di applicare lo schema di codifica
proposto dagli autori che costituito da una serie di scale di osservazione
differenziate per le versioni pre-natale e post-natale. Il punteggio ottenuto su
ognuna delle scale viene sommato al fine di ottenere un indice di alleanza
familiare, ossia un indice delle capacit dei partner di coordinarsi per raggiungere
lo scopo comune, cio quello di portare a termine il gioco.
Per valutare la qualit dell'alleanza triadica si presta attenzione alle diverse
modalit attraverso le quali la famiglia assolve quattro funzioni fondamentali che
sono:
giocare con il figlio neonato; devono far finta di fare genitori, giocare a fare
genitori. In questo modo si pu valutare la loro capacit di entrare nel ruolo
genitoriale e di mettere in atto, attraverso i comportamenti intuitivi genitoriali,
temi interattivi e affettivi che riguardano la successiva capacit di prendersi cura
del bambino; si valuta cos la messa in atto delle proprie rappresentazioni
genitoriali.
Per quanto riguarda la valutazione anche stavolta la somma delle cinque scale
porta ad un punteggio complessivo che permette di verificare la alleanza familiare
pre-natale: che sta ad indicare proprio il grado di coordinazione interattiva che la
triade raggiunge nella situazione di gioco.
Questo strumento d la possibilit di essere applicato in diversi contesti clinici:
-nel processo diagnostico
-nell'intervento clinico in et evolutiva
-nel sostegno alla genitorialit, come terapia sistemico familiare, consulenza
tecnica d'ufficio, mediazione familiare
LA RELAZIONE EDUCATIVA IN COMUNIT PER MINORI: DALLA DI FUNZIONALIT
FAMILIARE ALLA TERAPEUTICIT DEGLI INTERVENTI.
Le comunit per minori sono una realt sociale di stampo assistenziale-educativoterapeutico, createda un piccolo gruppo di persone, che siano professionisti,
educatori, volontariecc.
Esse ospitano neonati, bambini o adolescenti che vengono allontanati dalle loro
famiglie d'origine e che solitamente non scelgono volontariamente di essere
allontanati di vivere delle comunit (solo a partire dai 12 anni la legge impone ai
servizi sociali ai tribunali per i minorenni di ascoltare anche il loro parere,
partecipando attivamente al processo di affidamento loro proposto). Dunque la
comunit per loro un'offerta, unoccasione indispensabile perch la comunit
locale, responsabile della loro protezione, crescita e tutela possa attuare un
intervento di protezione-riparazione ai rischi-danni familiari incorsi.
Essi vivono in comunit a tempo pieno e per tale motivo viene messo in
discussione quello che il concetto stesso di famiglia, considerata
tradizionalmente la sede naturalmente designata a garantire la sopravvivenza
psicologica e fisica dei figli, proteggendoli. A tal proposito quindi l'antinomia
interno versus esterno perde di senso e valore e di applicabilit nel caso in cui
proprio questi maltrattamenti e queste offese avvengono proprio all'interno della
famiglia del nucleo familiare. Nella comunit per minori tra laltro l'estraneo, il
non familiare, il non conosciuto ad essere incaricato dalla societ per garantire la
serenit e la sicurezza, il funzionamento relazionale-cognitivo-affettivo
danneggiato e il genitore biologico o simbolico si va a collocare al di fuori della