Sei sulla pagina 1di 5

5/2/2021 Luigi Lucheni - Wikipedia

Luigi Lucheni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Luigi Luchéni o Luccheni (Parigi, 22 aprile 1873 – Ginevra, 19


ottobre 1910) è stato un anarchico italiano, che, il 10 settembre del
1898, uccise, a Ginevra, l'Imperatrice Elisabetta d'Austria.

Indice
Biografia
L'infanzia
La formazione
Il regicidio
Abis della Clara e l'idea del regicidio
Luigi Luchéni, foto segnaletica del
L'omicidio 1898
La detenzione e il suicidio
Le possibili ragioni del regicidio
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia

L'infanzia

La madre, Luigia Lucchini, era una bracciante alle dipendenze di un'agiata famiglia parmense, presso
l'odierna Albareto; rimasta incinta a seguito d'un rapporto clandestino con il figlio di un grosso
proprietario terriero del luogo, si recò in Francia per poter partorire in segreto. Luigi nacque dunque a
Parigi, dove la madre l'abbandonò presso l'Hospice des enfants assistés. Per un errore di trascrizione
all'anagrafe, il cognome fu francesizzato in Luchéni. Luigia Lucchini emigrò poi negli Stati Uniti e non
rivide mai più né ebbe più alcun contatto con suo figlio.

Luchéni trascorse la sua infanzia presso l'orfanotrofio Enfants Trouvés di Parigi e, una volta rimpatriato
in Italia, ad Albareto, crebbe tra orfanotrofi e povere famiglie affidatarie del luogo. Per sfuggire a questa
condizione, a soli quattordici anni d'età fuggì da Albareto ed iniziò a vagabondare per l'Europa.

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lucheni 1/5
5/2/2021 Luigi Lucheni - Wikipedia

La formazione

Svolse il servizio militare presso il Reggimento cavalleggeri di "Monferrato", a Napoli. Partecipò poi, in
qualità di soldato a cavallo, alla guerra in Africa orientale, dove prestò servizio agli ordini del principe
Raniero de Vera d'Aragona con cui rimase poi a lavorare, una volta finita la guerra, come attendente per
un certo periodo di tempo, frequentando indirettamente gli ambienti dell'alta società. Fu insignito della
medaglia a ricordo delle Campagne d'Africa con la fascetta "Campagna 1895-96". Ambiva al posto di
direttore di carcere, che non gli fu però concesso, per cui, amareggiato, lasciò Napoli, riprendendo la sua
erranza in cerca di lavoretti per sopravvivere.

Dopo aver errato per tutta l'Europa e aver persino pensato di emigrare negli Stati Uniti, si trasferì in
Svizzera, a Losanna, dove trovò lavoro come manovale nella costruzione della Posta nuova. Nella città
elvetica ebbe modo di avvicinarsi ad alcuni gruppi anarchici, allora impegnati nel dibattito
sull'opportunità di un regicidio. In tale ambito, Luchéni maturò il vago progetto di rendere imperituro il
suo nome, compiendo un atto irreparabile.

Il regicidio

Il 10 settembre del 1898 decise, alla fine, di mettere in atto i suoi propositi. Non avendo abbastanza soldi
per acquistare un'arma da fuoco o un semplice pugnale, comprò una lima triangolare, che fece affilare da
un arrotino di Losanna. Si recò in battello ad Évian-les-Bains, dove villeggiava l'alta aristocrazia europea
del tempo, e comperò un catalogo degli ospiti illustri (l'Evian Programme, ritrovato nelle sue tasche al
momento dell'arresto e conservato agli archivi di Stato di Ginevra). Non trovando nessuno da poter
assassinare, decise di approfittare del passaggio a Ginevra del pretendente al trono di Francia il Duca
d'Orléans ma, prima ancora che potesse fare alcunché, questi era già ripartito per Parigi.

Abis della Clara e l'idea del regicidio

Girovagando per le strade di Ginevra, s'imbatté in un commilitone che aveva svolto con lui il servizio
militare nella cavalleria a Napoli, il chiavennasco Giuseppe Abis della Clara (1869-1956), appartenente
ad una nobile famiglia che aveva fedelmente servito l'impero austro-ungarico da generazioni, il quale
curava i cavalli di un'impresa di trasporti e conosceva molti cocchieri. Fu Abis della Clara, infatti, a
rivelare a Luchéni l'arrivo a Ginevra, quel pomeriggio stesso, dell'imperatrice Elisabetta d'Austria,
probabilmente riconosciuta da un cocchiere nei pressi dell'Hôtel Beau Rivage, dov'era scesa con un'unica
accompagnatrice, la contessa ungherese Irma Sztáray, e a suggerirgli "ecco chi puoi assassinare!"[1].

La notizia della presenza dell'imperatrice a Ginevra fu pubblicata dalla Tribune de Genève solamente il
giorno successivo, poiché ella viaggiava in incognito ed aveva rifiutato la protezione della polizia
ginevrina. Sbarcata dal battello alle 13 del 9 settembre del 1898, si recò in carrozza privata direttamente
al castello di Pregny, dove l'attendeva una sua amica, la baronessa Rothschild, e tornò all'albergo Beau
Rivage solo alle 18 di sera. Dopo cena, fece una passeggiata a piedi per le vie della città, accompagnata
dalla sola contessa Sztáray, sino alla pasticceria Désarnod, sita nei pressi del Grand Théâtre. L'indomani
mattina andò di nuovo in città a fare delle compere.

L'omicidio

Per nascondere l'inesorabile declino della sua bellezza, l'imperatrice, sempre vestita di nero a seguito del
suicidio del figlio Rodolfo, celava il viso dietro una veletta od un ombrellino, ed era pertanto difficile da
riconoscere. Doveva imbarcarsi per la frazione di Montreux-Territet alle ore 13 di quel giorno 10

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lucheni 2/5
5/2/2021 Luigi Lucheni - Wikipedia

settembre quando Luchéni, informato sull'indirizzo dell'imperatrice


e sulle sue sembianze dall'amico Abis della Clara, si appostò sul quai
du Mont-Blanc, nascosto dietro un ippocastano ed armato della sua
lima, sapientemente occultata in un mazzo di fiori; al passaggio
dell'imperatrice, sbucò dal suo nascondiglio e la pugnalò al petto,
con un unico e preciso colpo letale, tentando poi la fuga. Fu bloccato
da quattro passanti, non molto lontano dal luogo dell'attentato, in
attesa del sopraggiungere della polizia. Al commissario che lo
interrogava, chiedendogli il motivo del suo gesto, pare abbia
L'omicidio
risposto: «Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo
gli operai e voglio la morte dei ricchi».

L'imperatrice, che stava correndo verso il battello (la sirena della partenza aveva già suonato), s'accasciò
per effetto dell'urto, ma in breve si rialzò e riprese la sua corsa, non sentendo apparentemente nessun
dolore. Fu solo sul battello che impallidì e svenne tra le braccia della contessa Sztáray. Il battello fece
dunque retromarcia e l'imperatrice fu riportata nella sua camera d'albergo; spirò un'ora dopo, senza aver
ripreso conoscenza. L'autopsia, effettuata dal dottor Mégevand, mostrò che la lima aveva trafitto il
ventricolo sinistro, e che Elisabetta era morta d'emorragia interna[2].

La detenzione e il suicidio

Dopo l'arresto, Lucheni venne condannato all'ergastolo. In cella


imparò il francese, al punto da scrivere in quella lingua le sue
memorie, intitolate Histoire d'un enfant abandonné, à la fin du
XIXe siècle, racontée par lui-même. Morì in prigione nel 1910,
molto probabilmente suicida, anche se vi è il sospetto che possa
essere stato strangolato con la cintura alla quale fu trovato appeso
nella sua cella.

La sua testa fu recisa e poi conservata in un contenitore di formalina


e mostrata agli ospiti illustri dell'Hôtel Métropole, quali i
rivoluzionari ed uomini politici Lenin, Vjačeslav Michajlovič
Molotov e Georgij Maksimilianovič Malenkov. Fu regalata, nel 1998,
nel centenario dell'assassinio, dal Governo svizzero all'Istituto di
patologia di Vienna; anche il corpo è stato spostato a Vienna, nel
Zentralfriedhof.
L'arresto di Luchéni
Le possibili ragioni del regicidio
Le memorie di Lucheni, che s'interrompono proprio quando sta per abbandonare Albareto, furono
ritrovate nel 1938 e pubblicate da Santo Cappon[3]. Attraverso il suo memoriale, racconta di quanto abbia
sofferto dell'abbandono da parte della madre, per la quale nutriva un sentimento di amore-odio, e di
come lo facessero soffrire le ingiustizie di una società che non rispettava i diritti di ogni bambino ad
avere almeno un po' di amore e di felicità[3]. Dalle sue memorie e dai dati del suo processo, risulta che
non fosse un vero e proprio anarchico, ma che col suo gesto voleva dare lustro al suo nome e, al
contempo, vendicarsi di tutte le ingiustizie patite. Santo Cappon, nella sua biografia di Lucheni, sostiene
che forando il cuore dell'Imperatrice, egli abbia virtualmente punito la madre che lo aveva abbandonato.

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lucheni 3/5
5/2/2021 Luigi Lucheni - Wikipedia

Con riferimento all'imperatrice Elisabetta che, come sappiamo dal suo diario poetico (pubblicato solo nel
1998), si era augurata di morire "improvvisamente, rapidamente e se possibile all'estero"[4], ha visto
questo suo desiderio esaudito proprio da uno di quei fanciulli infelici "oppressi dall'Ordine stabilito"[4] ai
quali dedicava le sue lacrime. La biografia di B. Hamann ha supposto che Elisabetta fosse una libertaria,
anti-clericale e, addirittura, pre-comunista, e che il suo sogno era di indurre Francesco Giuseppe
all'abdicazione e ad andare a vivere con lui sulle rive del Lemano. La pensatrice anarco-femminista
Emma Goldman, che aveva particolarmente apprezzato e sostenuto gli attentati degli anarchici Sante
Caserio e Gaetano Bresci, condannò invece il gesto di Lucheni, perché la vittima era una donna non
politicamente attiva in alcun regime o governo.[2]

Al giudice, il quale gli rinfacciava di avere ucciso una donna sola e disperata, Lucheni rispose di non
averlo saputo e di avere, invece, sempre creduto che Elisabetta fosse una donna realizzata e felice.[5]

Note
1. ^ Lanfranco De' Clari Il mandante dell'assassino di Sissi in «Cenobio - Rivista culturale della
Svizzera italiana». 2003, 3, pp. 245-49
2. (DE) Brigitte Hamann. Elisabeth, Kaiserin wider Willen. Wien - München, Amalthea, 1997
3. Santo Cappon. Mémoires de l'assassin de Sissi. Paris, Le Cherche midi, 1998
4. Elisabetta d'Austria. Diario poetico (edizione italiana a cura di Brigitte Hammann), Trieste, Edizioni
Mgs Press, 1984
5. ^ Tag des Herrn (http://www.tag-des-herrn.de/artikel/4596.php)

Bibliografia
Cesare Lombroso, Augusto Forel, Luccheni e l'antropologia criminale, Torino, Fratelli Bocca, 1899
Elisabetta d'Austria, Diario poetico (edizione italiana a cura di Brigitte Hammann), Trieste, Edizioni
Mgs Press, 1984
(DE) Brigitte Hamann, Elisabeth, Kaiserin wider Willen, Wien-München, Amalthea, 1997
(FR) Santo Cappon, Mémoires de l'assassin de Sissi, Paris, Le Cherche midi, 1998
Lanfranco De' Clari, Il mandante dell'assassino di Sissi, in «Cenobio - Rivista culturale della Svizzera
italiana», 2003, 3, pp. 245–49
Corrado Truffelli, Vita e morte dell'assassino di Sissi. Luigi Lucheni, Parma, Fermoeditore, 2017
Angelo Miatello, Speciale Centenario Papa Pio X: 1914-2014, in particolare "Gli Imperiali e la loro
epoca" (pp. 24-72), CCSARTO, Castelfranco Veneto, 2014.

Voci correlate
Anarchia
Elisabetta di Baviera
Regicidio
Attentato

Altri progetti
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o altri
file su Luigi Lucheni (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Luigi_Lucheni?uselang=i
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lucheni 4/5
5/2/2021 Luigi Lucheni - Wikipedia

t)

Collegamenti esterni

(IT, DE, FR) Luigi Lucheni, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
(EN) Luigi Lucheni, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Opere di Luigi Lucheni, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Luigi Lucheni, su Goodreads.
VIAF (EN) 95151084 (https://viaf.org/viaf/95151084) · ISNI (EN) 0000 0000 7249 0054 (htt
p://isni.org/isni/0000000072490054) · LCCN (EN) n85284483 (http://id.loc.gov/authorities/n
ames/n85284483) · GND (DE) 120183307 (https://d-nb.info/gnd/120183307) · BNF
Controllo di autorità
(FR) cb13330613q (https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb13330613q) (data) (https://data.bn
f.fr/ark:/12148/cb13330613q) · WorldCat Identities (EN) lccn-n85284483 (https://www.world
cat.org/identities/lccn-n85284483)

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Luigi_Lucheni&oldid=118096826"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 19 gen 2021 alle 21:48.

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lucheni 5/5

Potrebbero piacerti anche