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29/4/2021 Mario Draghi - Wikipedia

Mario Draghi
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Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947) è un


Mario Draghi
economista, accademico, banchiere, dirigente pubblico
e politico italiano, dal 13 febbraio 2021 Presidente del
Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

Formatosi all'Università degli Studi di Roma "La


Sapienza" e specializzatosi al Massachusetts Institute of
Technology, già professore universitario, durante gli
anni novanta è stato direttore generale del Ministero del
tesoro.[1] Dopo un breve passaggio alla Goldman Sachs,
nel 2005 viene nominato Governatore della Banca
d'Italia, divenendo così membro (e poi presidente) del
Forum per la stabilità finanziaria (Consiglio per la
stabilità finanziaria dal 2009) e del Consiglio Direttivo e
del Consiglio Generale della Banca centrale europea,
nonché membro del Consiglio di amministrazione della
Banca dei regolamenti internazionali. È stato Direttore
esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca
Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Mario Draghi nel 2021
Trenta.[2]
Presidente del Consiglio dei ministri
Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente
della Repubblica Italiana
della Banca centrale europea, trovandosi a guidare la
BCE durante la crisi del debito sovrano europeo: in tale In carica
ambito è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever Inizio mandato 13 febbraio 2021
it takes (inglese per «Costi quel che costi»), per indicare
Capo di Stato Sergio Mattarella
che sotto il suo mandato la BCE avrebbe fatto «tutto il
necessario» a preservare l'euro. Predecessore Giuseppe Conte
Sito istituzionale (http://www.governo.it/il-preside
Il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio
nte)
Mattarella gli ha conferito l'incarico, accettato con
riserva, di formare un nuovo esecutivo, in seguito alle
dimissioni del governo Conte II.[3][4] Il successivo 13 3º Presidente della Banca centrale
febbraio ha prestato giuramento assieme ai suoi europea
ministri, dando così inizio al governo Draghi. Durata mandato 1º novembre 2011 –
31 ottobre 2019
Predecessore Jean-Claude Trichet
Indice Successore Christine Lagarde
Biografia
Studi e carriera accademica Governatore della Banca d'Italia
Carriera Durata mandato 16 gennaio 2006 –
Direttore generale del Ministero del tesoro 31 ottobre 2011
Goldman Sachs Predecessore Antonio Fazio
Governatore della Banca d'Italia Successore Ignazio Visco
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Consiglio per la stabilità finanziaria


Direttore generale del tesoro[1]
Presidente della Banca centrale europea
Durata mandato 12 aprile 1991 –
Presidente del Consiglio dei ministri
23 novembre 2001
Vita privata
Predecessore Mario Sarcinelli
Lauree honoris causa
Successore Domenico Siniscalco
Onorificenze
Onorificenze italiane
Presidente del Forum per la stabilità
Onorificenze straniere
finanziaria
Note Durata mandato 2 aprile 2006 –
Voci correlate 2 aprile 2009
Altri progetti Predecessore Roger W. Ferguson Jr.
Collegamenti esterni Successore Organismo destituito

Presidente del Consiglio per la stabilità


Biografia finanziaria
Durata mandato 2 aprile 2009 –
Studi e carriera accademica 4 novembre 2011
Predecessore Organismo istituito
Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Il padre Carlo, Successore Mark Carney
padovano, entra in Banca d'Italia nel 1922 per poi
passare prima all'IRI di Donato Menichella e infine alla
Banca Nazionale del Lavoro. La madre, Gilda Mancini, è Dati generali
farmacista originaria di Monteverde (AV). Mario è il Partito politico Indipendente
primo di tre fratelli: Andreina è storica dell'arte e
Titolo di studio Laurea in economia
Marcello imprenditore. All'età di 15 anni Draghi perde il
Dottorato di ricerca in
padre, classe 1895, e all'età di 19 anni rimane orfano
anche della madre[5]. A prendersi cura di lui e dei fratelli economia
sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà
al Liceo Tasso di Roma mentre Mario e il fratello Licenza Superiore -
minore frequenteranno il liceo classico dell'Istituto Maturità Classica
Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti.[6]
Mario ha per compagni di classe Luigi Abete, Gianni De Università Università degli Studi di
Gennaro,[7] Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Roma "La Sapienza"
Magalli.[8] Massachusetts Institute
of Technology
Si laurea in economia nel 1970 presso l'Università
Firma
Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè con una
tesi su Integrazione economica e variazione dei tassi di
cambio[9] molto critica sul piano di Pierre Werner,[10] in
cui sosteneva che, all'epoca (1970), non sussistessero le
condizioni per un progetto di una moneta unica
europea.[11][12] Nel 1971 entra al Massachusetts Institute of Technology su segnalazione di Franco
Modigliani e ha come professore, fra gli altri, Stanley Fischer, futuro governatore della Bank of
Israel.[13] Nel 1977 consegue il PhD con la tesi intitolata Essays on Economic Theory and
Applications[14] sotto la supervisione dello stesso Modigliani e di Robert Solow.

Dal 1975 al 1978 è professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’università di
Trento, poi di Macroeconomia a Padova ed Economia matematica alla Ca' Foscari di Venezia,[15][16]
quindi di Economia e Politica monetaria e di Economia internazionale alla Facoltà di Scienze
Politiche Cesare Alfieri dell'Università di Firenze ove, dal 1981 al 1991, è professore ordinario di

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[15][16][17]
Economia e politica monetaria. Mario Draghi è membro dal 1998 del Board of Trustees
dell'Institute for Advanced Study (Università di Princeton) e, dal 2003, della Brookings Institution. È
stato visiting fellow all'Institute of Politics della John F. Kennedy School of Government (Università
di Harvard) nel 2001.

Carriera
Nel 1982 Draghi divenne consigliere di Giovanni Goria,[18] ministro del tesoro nel governo Fanfani V,
su suggerimento di Beniamino Andreatta. Tra il 1984 e il 1990 fu Direttore Esecutivo della Banca
Mondiale a Washington.

Direttore generale del Ministero del tesoro

Dal 1991 in poi Draghi fu Direttore Generale del Ministero del


tesoro,[1] dove era stato chiamato da Guido Carli, ministro del
tesoro nei governi Andreotti VI e VII, su suggerimento di Carlo
Azeglio Ciampi, governatore della Banca d'Italia. Mantenne
questo ruolo per un decennio, venendo confermato da tutti i
governi avvicendatisi fino al 2001: Amato I, Ciampi, Berlusconi I,
Dini, Prodi I, D'Alema I e II, Amato II e Berlusconi II.

Mario Draghi nel 1991 con l'allora Come direttore generale del Tesoro, Draghi fu tra i principali
ministro del tesoro Guido Carli promotori della privatizzazione di diverse società fino ad allora
partecipate in varia misura dallo Stato italiano, come IRI,
Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit e altre.[19] Nel 1992 Draghi
presentò le linee guida delle privatizzazioni, tenendo un discorso a numerosi rappresentanti della
comunità finanziaria internazionale, radunati per un evento privato a bordo del Britannia, panfilo
della famiglia reale britannica.[20] L'intervento, da alcuni giudicato inopportuno, produsse polemiche
e fu oggetto di interrogazioni parlamentari.[21]

Il giudizio sulla campagna di privatizzazioni, attuata in ossequio alle teorie economiche


maggiormente in auge agli inizi degli anni '90 oltreché ai nuovi vincoli richiesti ai propri Stati
membri dalla nascente Unione europea, non è univoco. Secondo alcune stime, lo Stato italiano ne
avrebbe ricavato all'incirca 182.000 miliardi di lire, riuscendo a portare il rapporto debito
pubblico/Pil dal 125% del 1991 al 115% del 2001. Nel 2008, il Presidente emerito della Repubblica
Francesco Cossiga espresse un parere negativo sull'operato di Draghi, dicendosi contrario
all'eventualità di vederlo diventare Presidente del Consiglio dopo la fine del governo Prodi II.[22]

Altre attività

Si occupò anche della liquidazione coatta amministrativa


dell'EFIM e delle sue controllate, ente che aveva raggiunto livelli
insostenibili di crisi e indebitamento.

Nel 1991 presiedette il comitato di gestione della SACE, avviando


la riforma dell'ente e gestendo la sua transizione dopo una fase
caratterizzata da indagini e arresti relativi a 'finanziamenti facili',
nel corso delle inchieste legate a Mani pulite.[23] Tornò a
presiedere la SACE tra il 1998 e il 2001, supervisionandone la
trasformazione in ente pubblico economico e poi in società per
Il cortile interno del Palazzo delle
azioni.[24]
Finanze, storica sede del Tesoro[1]

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Fu inoltre alla guida della commissione governativa che scrisse la nuova normativa in materia di
mercati e finanza, il Testo Unico della Finanza (TUF - Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58), per
questa ragione comunemente chiamata Legge Draghi.

Goldman Sachs

Il 28 gennaio 2002 Draghi fu nominato Vice Chairman e Managing Director di Goldman Sachs per
guidare le strategie europee dell'istituto dalla sede di Londra; dal 2004 al 2005 è stato membro del
Comitato esecutivo del gruppo.[25]

Anni dopo, quando nel 2011 iniziò a circolare il nome di Draghi come possibile Presidente della Banca
centrale europea, la sua candidatura fu messa in discussione proprio a causa del periodo trascorso in
Goldman Sachs. In particolare, a Draghi veniva rimproverato il coinvolgimento nella vendita di
derivati alla Grecia, che le avrebbero permesso di entrare nell'eurozona attraverso l'uso di derivati
finanziari e artifici contabili. La vendita, tuttavia, era stata perfezionata nel 2001, dunque prima che
Draghi fosse assunto dalla banca d'affari statunitense. Lo stesso Draghi dichiarò di non essere al
corrente della vicenda e che quel tipo di accordo non rientrava comunque nelle sue responsabilità.[26]

Governatore della Banca d'Italia

Il 29 dicembre 2005 il Consiglio dei


ministri (governo Berlusconi III) nominò
Draghi governatore della Banca
[27]
d'Italia, sostituendo Antonio Fazio,
costretto alle dimissioni in seguito allo
scandalo di Bancopoli: fu a seguito di
questa vicenda che la carica, prima senza
limite di mandato, assunse un termine di
La sede centrale della Banca d'Italia
6 anni, rinnovabile una sola volta.
a Palazzo Koch in via Nazionale a
Roma
Dopo la nomina, Draghi vendette le sue
azioni Goldman Sachs e ne affidò il
Antonio Fazio, ricavato a un blind trust, un fondo di cui
predecessore di non controlla la gestione.[28][29] Ha fatto confluire gli immobili di proprietà
Draghi, fu costretto della famiglia nella società senza fini di lucro Serena, costituta il 17 novembre
alle dimissioni per il 2007, di cui è socio amministratore assieme alla moglie e le cui quote sono
coinvolgimento nello
equamente suddivise, ma in nuda proprietà, tra i due figli.[30]
scandalo di
Bancopoli Draghi si insediò come governatore il 16 gennaio 2006,[31] e rese subito chiara
la discontinuità con il suo predecessore: in un discorso dichiarò che non
sarebbe mai intervenuto per influenzare operazioni di mercato, neanche
laddove la legge gliene conferisse facoltà. Contestualmente invitò il sistema bancario italiano a fusioni
e aggregazioni, per scongiurare che i suoi istituti creditizi, tradizionalmente numerosi ma di piccole
dimensioni, venissero acquisiti da banche estere. Rinunciò all'assenso preventivo e vincolante della
Banca d'Italia per le acquisizioni bancarie e rese possibili fusioni di rilievo storico.
Contemporaneamente, si impegnò in due direzioni per la revisione delle regole sui rapporti tra
banche e imprese: promosse l'innalzamento dei limiti sia per le partecipazioni in gruppi industriali da
parte delle banche, sia per le partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari.

Nei primi 18 mesi di mandato ebbero luogo fusioni eccellenti: UniCredit con Capitalia, Intesa con
Sanpaolo IMI, Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Banca Popolare di Lodi, Banche
Popolari Unite con Banca Lombarda.[32][33] Sul fronte interno, fu alle prese con un difficile piano di
riassetto della Banca d'Italia.[34][35]

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Alla fine di ogni anno il governatore presentava le sue considerazioni finali, in cui auspicava:

riduzione delle tasse, riduzione del debito pubblico, taglio delle spese correnti, aumento degli
investimenti, riforma della previdenza (2007);[36]
freno all'inflazione, riforma del mercato del lavoro, riforma del risparmio gestito, abolizione del
massimo scoperto (2008);[37]
sostegno ai redditi e agli ammortizzatori sociali, innalzamento dell'età pensionabile, sostegno alle
imprese da parte delle banche (2009).[38]

Ha esortato inoltre al dovere di modernizzare la scuola, specialmente nelle 23 considerazioni del


2007.[36] Nel discorso del 2008 mise in evidenza lo scarto produttivo intercorrente tra il Mezzogiorno
e l'Italia settentrionale; sempre in quell'anno, criticò la manovra finanziaria presentata dal neo-
insediato governo Berlusconi IV, entrando così in polemica con il Ministro dell'economia e delle
finanze Giulio Tremonti.[37]

Consiglio per la stabilità finanziaria

Dall'aprile del 2006 al 2011 è stato Presidente del Forum per la


stabilità finanziaria (dal 2009 Consiglio per la stabilità
finanziaria), succedendo allo statunitense Roger W. Ferguson,
Vice Chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve
System.[39]

Come presidente del Forum per la stabilità finanziaria, preparò


un rapporto sulle cause delle turbolenze che investirono i mercati
mondiali in seguito alla crisi dei subprime statunitensi, Mario Draghi con il Presidente degli
indicando anche i rimedi. Nell'aprile 2008 presentò al G7 a Stati Uniti d'America George W.
Washington il suo piano per migliorare la trasparenza dei Bush (2008)
mercati finanziari mondiali.[40]

Presidente della Banca centrale europea

Il 16 maggio 2011, l'Eurogruppo ufficializzò la candidatura di


Draghi alla presidenza della Banca centrale europea.[41] Il vertice
di Bruxelles del 16 maggio trovò l'accordo fra i ministri
dell'eurozona riguardo alla candidatura, mentre la nomina
definitiva avvenne dopo la decisione dei leader al vertice Ue del
24 giugno.[42] In tale data dunque Mario Draghi è stato scelto
come prossimo Presidente della Banca centrale europea,[43]
entrando in carica il successivo 1º novembre e succedendo a
Jean-Claude Trichet. Il suo posto come governatore della Banca
Mario Draghi al Forum economico
d'Italia, dopo una complessa scelta da parte del governo
mondiale nel 2012
Berlusconi IV, è stato preso da Ignazio Visco il 20 ottobre
2011.[44]

A un mese dal suo insediamento, nell'intervento davanti all'Europarlamento ha chiesto ai Paesi


dell'UE di recuperare in affidabilità, dichiarando che serve un segnale forte per i mercati, anche "un
cambiamento dei trattati non va escluso" per andare verso una politica di bilancio omogenea.[45]

Il 5 agosto 2011, poco prima del suo insediamento, ha scritto, insieme col presidente uscente della
BCE, Jean Claude Trichet, una lettera al governo italiano, sollecitando una serie di misure
economiche che l'Italia avrebbe dovuto al più presto attuare.

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Il 26 luglio 2012, in un intervento a Londra, annunciò che la Banca centrale europea avrebbe fatto
«tutto il necessario» (Whatever it takes) per salvare l'euro.[46]

Il 31 dicembre 2012 è stato nominato uomo dell'anno dai quotidiani inglesi Financial Times e The
Times, per aver ben gestito la crisi del debito sovrano europeo in un momento molto delicato come
l'estate di quell'anno quando la crisi finanziaria stava per contagiare grandi economie, come la
spagnola e l'italiana.[47] Nel 2015 ha dichiarato che le proprie idee politiche rientrano nel socialismo
liberale, quindi non collocabili in raggruppamenti estremi.[48]

Il 22 gennaio 2015 il presidente Mario Draghi ha avviato l'atteso Quantitative easing, con cui la Banca
centrale europea ha acquistato titoli di stato dei Paesi dell'Eurozona per 60 miliardi di euro fino al
settembre 2016.[49]

Nel 2018, secondo la rivista Forbes, è considerato il 18° uomo più potente del mondo. Il 31 ottobre
2019, con il tradizionale rito di passaggio di consegne al suo successore Christine Lagarde, termina
ufficialmente il suo mandato di presidente della BCE.

Nel marzo 2020, dopo il propagarsi della pandemia di COVID-19 anche all'occidente, Draghi ha
firmato un intervento sul Financial Times in cui ha avanzato le sue proposte per tutelare
l'occupazione dalle conseguenze economiche della pandemia, prospettando interventi statali e un
aumento del debito pubblico, reso possibile dai bassi tassi d'interesse.[50][51]

Il 10 luglio 2020 è stato nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia accademia
delle scienze sociali.[52]

Presidente del Consiglio dei ministri

In seguito alla crisi del governo Conte II, innescata il 13 gennaio


2021 con le dimissioni dei ministri di Italia Viva, il 3 febbraio
2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha
conferito a Draghi l'incarico di formare un nuovo governo, da lui
accettato con riserva. Il 12 febbraio alle 19.00 il Presidente del
Consiglio incaricato si reca al Quirinale e scioglie la riserva,
comunicando al Presidente della Repubblica la lista dei ministri.
Il 13 febbraio 2021 alle 12.00 Draghi e i suoi ministri hanno
prestato giuramento al Quirinale, dando vita al governo Cerimonia della campanella tra
Draghi,[53] un esecutivo comprendente sia tecnici indipendenti sia Giuseppe Conte e Mario Draghi
esponenti politici (inclusi 9 ministri del precedente governo), e
sostenuto da una maggioranza allargata a quasi tutti i partiti
presenti in Parlamento.

Il 6 aprile 2021 ha svolto la sua prima visita ufficiale all'estero in Libia, incontrando a Tripoli il
premier libico Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh. In questo incontro i due leader hanno parlato di
cooperazione in campo energetico e infrastrutturale, nonché di immigrazione e di gestione dei flussi
migratori nel Mediterraneo[54]. Alcuni giorni successivi alla prima visita ufficiale, durante una
conferenza stampa, ha criticato duramente la politica del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan,
definendolo un dittatore in seguito al comportamento scortese verso la presidente della Commissione
europea, Ursula von der Leyen, e in riferimento alla censura sulla stampa e alle torture nei confronti
dei cittadini di diverso orientamento politico.

Vita privata

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Cattolico, Draghi è sposato dal 1973 con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese.
Hanno due figli: Federica, dirigente di una multinazionale delle biotecnologie, e Giacomo, trader che
ha lavorato fino al 2017 in Morgan Stanley e successivamente nel fondo speculativo LMR Partners.[55]
La coppia abita dal 2009 a Città della Pieve (PG) e ha un appartamento nel quartiere Parioli a Roma.

È tifoso della A.S. Roma e appassionato di pallacanestro.[56]

Lauree honoris causa


Laurea honoris causa in “Scienze statistiche”[57]
— Università degli Studi di Padova— 18 dicembre 2009
Master honoris causa in “Business Administration”
«per le sue competenze professionali, le qualità manageriali, la concretezza operativa e
per la capacità, l'equilibrio e la rettitudine dimostrati in tutta la sua vita professionale. Doti,
queste, poste costantemente al servizio della collettività, nazionale e internazionale[58][59]»
— Fondazione CUOA
— 18 giugno 2010
Laurea honoris causa in “Scienze Politiche e Relazioni Internazionali”
«per la straordinaria capacità di affrontare e risolvere complessi e cruciali problemi di policy
mediante strumenti che vanno al di là della teoria e della politica economica[60][61]»
— LUISS Guido Carli
— 6 maggio 2013
PhD honoris causa[62]
— Università di Tel Aviv— 18 maggio 2017
PhD honoris causa in “Economia”[63]
— Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant'Anna— 15 dicembre
2018
Laurea honoris causa in “Giurisprudenza”[64]
«in light of the role he has played in upholding the principles and values of the Treaties of
the European Union.[65]»
— Università degli Studi di Bologna
— 22 febbraio 2019
Laurea honoris causa in “Economia”
«Mario Draghi ha contribuito in modo unico alla costruzione di un’Europa unita. Come
presidente della Banca centrale europea ha disegnato strumenti straordinari per impedire
la dissoluzione dell’Eurozona. Ha concepito e reso operativo il programma di unificazione
bancaria. Ha introdotto nuove modalità nella gestione della politica monetaria. Ha definito
un piano dettagliato per completare e rendere sostenibile l’Eurozona, mantenendo vivo il
sogno di un continente unito non solo dal punto di vista monetario ma anche politico,
operando nel solco della tradizione dei padri fondatori dell’Europa moderna [66]»
— Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
— 11 ottobre 2019

Onorificenze

Onorificenze italiane
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana


«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 5 aprile 2000[67]
Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1991[68]

Onorificenze straniere
Gran Collare dell'Ordine dell'infante Dom Henrique
— 19 giugno 2019[69]
Gran croce dell'Ordine al merito di Germania
«Per aver tenuto l'euro e l'Unione europea insieme in un'epoca tempestosa»
— 31 gennaio 2020[70]

Note
1. Direzione generale del Ministero del tesoro fino al 31 dicembre 1997, poi del Ministero del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica; dall'11 giugno 2001, Dipartimento del tesoro nel
Ministero dell'economia e delle finanze.
2. ^ (EN) Group of Thirty - Mario Draghi, su group30.org. URL consultato il 5 giugno 2014 (archiviato dall'url
originale il 26 giugno 2014).
3. ^ Il Fatto Quotidiano - Mattarella convoca Draghi, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 2 febbraio
2021.
4. ^ Mario Draghi ha accettato l’incarico, in Il Post, 3 febbraio 2021. URL consultato il 3 febbraio 2021.
5. ^ Straight Talk with Hank Paulson: Mario Draghi (https://www.youtube.com/watch?t=303&v=zo2O
zbcEEiU&feature=youtu.be), Straight Talk with Hank Paulson: Mario Draghi
6. ^ Ivana Picariello, «Mi chiamo Mario Draghi e mia madre era di Monteverde», in Corriere
dell'Irpinia, 16 gennaio 2006. URL consultato il 4 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 settembre
2014).
7. ^ Ecco Mario Draghi al liceo, riuscite a riconoscerlo? La foto di classe (con altri compagni famosi),
su iltempo.it, 3 febbraio 2021.
8. ^ I compagni di classe, da Montezemolo a Magalli: «Snider il più bravo, ma Mario ci faceva
copiare», corriere.it, 30 dicembre 2005. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 18
febbraio 2015).
9. ^ Laurea a Mario Draghi in Scienze Statistiche - Università di Padova (PDF), unipd.it, 18 dicembre
2009. URL consultato il 28 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2014).
10. ^ The economic policy of Federico Caffè in our times., su ecb.europa.eu. URL consultato il 22 aprile
2016.
11. ^ Federico Carli (a cura di), La figura e l'opera di Guido Carli, vol. 6, Torino, Bollati Boringhieri,
2014, ISBN 978-88-339-2165-5. URL consultato il 25 giugno 2015.
«Governatore, qual è il suo ricordo dei rapporti tra Guido Carli e Federico Caffè? Il primo
ricordo che ho è legato alla mia tesi di laurea con Caffè. Mi laureai nel febbraio 1970 con una tesi
sul Piano Werner. Il succo della tesi era questo: il Piano Werner è stato un fallimento perché le
politiche economiche e le situazioni istituzionali dei vari paesi dell'Unione sono ancora troppo
diverse per poter avere dei cambi fissi; in sostanza è troppo presto per pensare a una moneta
unica. Anche Carli la pensava così. Io lo seppi proprio da Caffè, il quale, durante la seduta di
laurea, fece riferimento all'idea del governatore della Banca d'Italia che “guarda caso, coincide
con la sua”: fu un semplice complimento alla fine della tesi, ma indicava molto chiaramente il
rapporto che c'era fra i due. Sicuramente era quello che pensava Caffè dell'Unione monetaria
europea.».

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12. ^ Tino Oldani, Svolta keynesiana per Draghi?, in Formiche, 4 ottobre 2014. URL consultato il 25
giugno 2015.
13. ^ (EN) Peter Coy, How Stanley Fischer Became a Central-Banking Legend, in Bloomberg News,
New York, 11 dicembre 2013.
14. ^ (EN) Mario Draghi, Essays on Economic Theory and Applications, su mit.edu, Massachusetts
Institute of Technology, novembre 1976. URL consultato il 5 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23
febbraio 2013).
15. (IT) Giampiero Cama, La Banca d'Italia, Bologna, il Mulino, 2010, p. 109.
16. (IT) Stefania Tamburello, Mario Draghi, il Governatore, Milano, Rizzoli Etas, 2013 [2011], p. 31,
ISBN 978-88-586-5096-7.
17. ^ (IT) Maurizio Bologni, Il ritorno del prof alla Cesare Alfieri, in la Repubblica, Roma, Gruppo
Editoriale L'Espresso, 12 ottobre 2006.
«Per un'ora, ieri mattina, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi è tornato professore
alla facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze, dove aveva insegnato per dieci anni fino
al 1991.».
18. ^ Stefano Cingolani, L'anno di Mario Draghi, in Il Foglio, 10 dicembre 2018.
19. ^ Cfr. gli articoli sulle partecipazioni statali in Italia e sulle privatizzazioni in Italia.
20. ^ Il discorso integrale è riportato in “Privatizzazioni inevitabili, ma da regolare con leggi ad hoc”: il
discorso del 1992 (ma attualissimo) di Mario Draghi sul Britannia, in Il Fatto Quotidiano, 22
gennaio 2021. URL consultato il 12 marzo 2021.
21. ^ Giuseppe Timpone, Draghi e il caso Britannia: facciamo chiarezza sul più grande pregiudizio
contro il premier incaricato, in Investireoggi.it, 5 febbraio 2021. URL consultato il 12 marzo 2021.
22. ^ Elisabetta Panico, “È un vile affarista, svenderebbe l’Italia”, cosa pensava Cossiga di Draghi, in
Il riformista, 3 febbraio 2021. URL consultato il 12 marzo 2021.
23. ^ Adriano Bonafede, SACE, la coperta bucata, su ricerca.repubblica.it, 5 marzo 1993.
24. ^ Draghi alla Sace ma senza lasciare il Tesoro (http://archiviostorico.corriere.it/1998/agosto/07/Dr
aghi_alla_Sace_senza_lasciare_co_0_9808078720.shtml)
25. ^ (EN) Press Releases - Professor Mario Draghi Joins Goldman Sachs, su
www.goldmansachs.com, Goldman Sachs, 28 gennaio 2002. URL consultato il 27 gennaio 2015.
26. ^ (EN) Liz Alderman e Jack Ewing, Hoping to Lead Bank, Italian Faces Hurdles, in The New York
Times, New York, 24 febbraio 2011, p. B1. URL consultato il 4 settembre 2014.
27. ^ Mario Draghi, su www.bancaditalia.it, Banca d'Italia. URL consultato il 24 gennaio 2015.
28. ^ Stefania Tamburello, «Blind trust» contro il conflitto d'interessi, in Corriere della Sera, 19
gennaio 2006. URL consultato il 27 gennaio 2015.
29. ^ Draghi cede i titoli Goldman Sachs e costituisce un blind trust, in La Repubblica, 18 gennaio
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«Altro tentativo di riforma del sistema è la proposta in 65 misure avanzata ad aprile 2008 dal
Financial Stability Forum (Fsf), il gruppo delle autorità di vigilanza attualmente presieduto dal
Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi e che opera su mandato del G7. Le proposte
interessano i mercati mondiali. Sono cinque le aree di intervento: rafforzamento della vigilanza su
capitale, liquidità e gestione del rischio; miglioramento della trasparenza e della valutazione;
cambiamenti nel ruolo e l'uso dei rating; rafforzamento della capacità di risposta delle autorità;
creazione di procedure per affrontare le tensioni finanziarie.».
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Voci correlate
Governo Draghi
Presidente della Banca centrale europea
Governatore della Banca d'Italia
Goldman Sachs
Legge Draghi
Whatever it takes (Mario Draghi)

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dicembre 2005

Wikinotizie contiene l'articolo Economia: il governatore di Bankitalia Draghi vende i propri


titoli Goldman Sachs, 18 gennaio 2006

Wikinotizie contiene l'articolo Il Governatore Draghi: «La crisi c'è ancora», 12 aprile 2008

Collegamenti esterni

Mario Draghi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.


Mario Draghi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Mario Draghi, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Mario Draghi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Draghi 11/12
29/4/2021 Mario Draghi - Wikipedia

(EN) Mario Draghi, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
(EN) Opere di Mario Draghi, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Mario Draghi, su Goodreads.
Registrazioni di Mario Draghi, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
(NL) Mario Draghi, su parlement.com, Parlement & Politiek.
Mario Draghi (https://web.archive.org/web/20121106110320/http://www.bancaditalia.it/bancaditali
a/storia/governatori/governatore) profilo sul sito della Banca d'Italia. URL visitato il 21 dicembre 2012.
(EN) Mario Draghi Vice Chairman and Managing Director Goldman Sachs (http://www.ecgi.org/tcg
d/launch/draghi_profile.htm) Profilo sul sito dell'European Corporate Governance Institute.
VIAF (EN) 4991994 (https://viaf.org/viaf/4991994) · ISNI (EN) 0000 0000 8352 3050 (htt
p://isni.org/isni/0000000083523050) · SBN IT\ICCU\MILV\035857 (https://opac.sbn.it/op
acsbn/opac/iccu/scheda_authority.jsp?bid=IT\ICCU\MILV\035857) · LCCN
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