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Zollo

Introduzione
DIDATTICA GENERALE+DIDATTICHE DISCIPLINARI: INTERAZIONE/ PERCORSI CONDIVISI PER L’AZIONE
DIDATTICA:

 Vexata quaestio con zone grigie


 Focalizzando contesto italiano:
- GENERALISTI: DIDATTICA GENERALE autonoma con DIDATTICHE DISCIPLINARI segmenti
della dg
- DISCIPLINARISTI: non esiste DG, ma DIDATTICHE di qualcosa(didattica della fisica, latino,
etc): non può esservi insegnamento senza quid da insegnare

Posizione intermedia:

- DG: interazione docente/discente


- DD: interazioni con i saperi

Professionalità dei docenti si fonda su osmosi tra saperi pedagogico-didattici e saperi disciplinari:

 Esigenze discenti/contesto/saperi
 Chiave pedagogico-didattica supera logiche trasmissive e routinarie

Il libro: teoria della semplessità:

 Elaborata da Alain Berthoz


 Trasposta in ambito didattico da Sibilio

Primo capitolo SULLA DIDATTICA GENERALE


BREVE EXCURSUS TERMINOLOGICO-CONCETTUALE
Termine didattica ampiamente diffuso, ma senso non chiaro e delimitato

DIDATTICA

1.dal verbo greco “didasko” che significa “insegnare, mostrare” .Non si riferisce al genere pedagogico ma
letterario in prosa/versi che tratta argomenti di carattere scientifico, tecnico, che si propone di impartire un
ammaestramento e di divulgare il sapere.

 Educazione ellenistica (4/5 sec.a.c.):


- si nota una vera e propria impostazione metodologica ( tavolette/ostraka con
contenuti di insegnamento)
- nonostante la didattica non si sia affermata COME SCIENZA
 epoca romana e periodo medioevale: didattica poesia didascalica

2. 1640 pubblicazione della Didactica Magna di Comenio: prende avvio riflessione teorica
sull’insegnamento, pedagogista, filosofo ed educatore, nell’incipit:

- sistematica ed organizzata/ autonomizzazione teorica della didattica; didactica docendi artificium


sonat (didattica significa arte di insegnare).
- Nelle sue teorie centrale “educazione naturale”: evitare apprendimento nozionistico/valorizzare
potenzialità
- Ideale pansofico: insegnare tutto a tutti/tutti vanno formati ed educati senza distinzione di
censo/età/sesso…
- Istituzione scolastica: humanitatis officina: tutti sappiano distinguere l’essenziale dell’accidentale
nelle azioni/pensieri/parole
- Insegnare in modo certo: conseguire effetti
- Insegnare in modo facile: senza difficoltà/noia
- Insegnare in modo solito: comprensione profonda

↘rottura epistemologica dal tradizionalismo pedagogico

3.1900 secolo della didattica

1910: svolte epocali: industrializzazione/espansione città, suffragio universale, mezzi di trasporto, lotta
analfabetismo, centralità scuola di massa

Cambi: 900 secolo del fanciullo/donne/masse/tecnica

Frabboni: barometro a due facce: due stagioni climatiche: la prima fino a 1970 flagellata da cattivo tempo,
la seconda illuminata da caldi raggi del sole. Oggi la didattica è ramo autonomo dell’albero delle scienze
dell’educazione assieme alla pedagogia, psicologia, etc; scienza della comunicazione formativa, per tutto
l’arco della vita, di conoscenze essenziali e modelli di vita sociale da un emittente ad un ricevente. Si fonda
sul principio di problematicità e di plurilateralità, aperta alla flessibilità, modularità, integrazione di
teorie/metodi, modello educativo democratico non discriminante e selettivo.

4.1950: didattica accolta e legittimata quale disciplina scientifica se accettata come costola della
pedagogia/ deputata alla risoluzione di problematiche pratiche, priva di fondamenti teorici.

Damiano (2007): applicazionismo: didattica traduce in atto i principi della pedagogia.

Nel grande dizionario della lingua italiana: didattica è la parte della pedagogia che ha per oggetto
l’insegnamento ed il suo metodo.

Quindi la pedagogia comprende una parte di educazione in senso stretto (morale) e una parte
dell’insegnamento in particolare (didattica).

5.Negli anni ’80

 si accosta per la prima volta il termine “speciale” a quello di didattica (disabilità)


 Successiva evoluzione:didattica inclusiva concentrandosi maggiormente sui bisogni
educativi speciali.

Visalberghi, suddivisione delle scienze dell’educazione:

settore psicologico/sociologico/metodologico-didattico/contenuti( DG e DD)

Classificazione di Mialaret “Les sciences de l’education” per definire quadro delle scienze dell’educazione.
Tre categorie:

- Scienze che studiano le condizioni generali dell’istituzione scolastica (es: storia della pedagogia)
- Scienze del rapporto pedagogia/atto educativo: (scienze della comunicazione)
- Scienze della riflessione e dell’evoluzione (filosofia dell’educazione)

in Italia il processo di decentramento ed autonomia delle istituzioni scolastiche:


- Da monocentrico a policentrico
- Favorisce identità scientifica della didattica( questa assume forte protagonismo nella scuola e
unico strumento in grado di relazionare reali bisogni educativi dei discenti con competenze
professionali)

RAGIONI DEL RITARDO DELLA DIDATTICA A CITTADINA SCIENTIFICA:

1. Errata lettura del paradigma neoidealistica che identifica il sapere= sapere insegnare
2. Didattica come mero sapere pratico ed applicativo

Oggi dilatazione dei campi di azione della didattica

Baldacci: propone la seguente formula: didattica( x,y,z), le variabili stanno a d indicar la disciplina, il
destinatario ed il contesto. La DG lascia indeterminate queste variabili, si colloca a livello più astratto
conduce a studiare la relazione tra insegnamento ed apprendimento.

GENNARI: didattica scienza generale dell’insegnamento e dell’apprendimento:

 Scienza: perché sistema di saperi organizzati introno al proprio oggetto


 Generale: perché controlla l’insieme di forme/ contenuti/teorie/prassi.

CERRI: complesso di saperi tecnico-pratici

LANEVE: didattica sapere di sintesi, con propria autonomia investigativa, essa ha : oggetto (insegnamento),
campo ( non solo scuola ma anche luoghi non formali), metodologia della ricerca (strumentazione quali-
quantitativa dal metodo sperimentale alla ricerca-azione, osservazione partecipata, etc.)

↘La didattica è intesa come una scienza/ sintesi integrata di teoria e di prassi /l’insieme di
saperi/linguaggi/strategie/ procedure indispensabili a riflettere/interpretare/sceglier/agire didatticamente
in relazione ai bisogni/ necessità del processo di insegnamento-apprendimento (Sibilio).

Oltre questa, vi sono varie definizioni del termine “didattica”, però in tutte emergono alcune costanti:

- Consapevolezza del rapporto tra teoria e prassi


- Consapevolezza di una formazione continua e permanente
- Consapevolezza che per insegnare i contenuti non bastano solo le conoscenze disciplinari, ma il
docente deve essere in grado di trasporre didatticamente tali contenuti a seconda dei contesti.

↘didattica come scienza complessa, non più ancilla pedagogiae ma scienza che racchiude
teoria/pratica/sapere/agire didatticamente in relazione a bisogni/necessità del processo di insegnamento-
apprendimento

PEDAGOGIA

“pais, paidos” (soggetto in crescita) + “agogè” (trasporto e movimento relazionale/ fisico/motivo indotto
dalla musica nelle persone); “agein” (condurre, in modo attivo, guidando, ma anche essere condotti).

 Pedagogia: NON movimento unidirezionale/educatore-educando

Bertagna: la pedagogia

 cuore disciplinare: attrezzarsi in vista del futuro/imperfetto educativo . Gli occhi della pedagogia
sono sempre rivolti in avanti, pur partendo da ciò che c’è e dal sempre rivoltarsi indietro.
 adopera la razionalità tecnica (téchne) e pratica (hprónesis)
 è una scienza non solo teoretica, in quanto assume lo sguardo delle scienze dell’educazione, ma
anche e soprattutto pratico-poietica (etico-artistica/tecnica).

in un’ottica inclusiva, non si può fare una netta distinzione tra didattica/pedagogia speciale, e tra
didattica/pedagogia generale.

Quando parliamo di pedagogia speciale, possiamo far riferimento a Goussot:

 scienza delle differenze/ pratica pedagogica inclusiva che crea le condizioni dello sviluppo delle
potenzialità/rispetto dei bisogni/caratteristiche specifiche di ognuno/ tempi di vita tramite un
cambiamento dell’ambiente e dei contesti (scuola, famiglia, rapporti sociali) nel senso
dell’accoglienza delle differenze.
 non si fa riferimento alle disabilità e/o ai disturbi, ma a caratteristiche, differenze.
 non si lavora sui punti di debolezza, ma sui punti di forza, sulle potenzialità e sulle risorse.
 non si ferma al solo periodo dell’obbligo scolastico, ma guarda alla formazione continua e
permanente di tutta la vita.

↘pedagogia: si incentra sulla educabilità e sul valore della persona, didattica: riflette sulla progettazione
dell’educabilità, personalizzazione dei percorsi formativi, relazione educativa.

DIVERSITÀ vs DIFFERENZA

dizionario di Pedagogia e Scienze dell’educazione di Bertolini del 1966,: due termini sono sinonimi : ciò
che distingue/discrimina cose/ persone.

Diversità  in latino “diversitas” : composti da “vertere” (volgere) e “dis” (altrove) che indicano il volgere in
altre parti, ma anche allontanarsi, deviare, cambiare direzione. L’ aggettivo“diversus” e sostantivo
“diversum” che ne derivano: indicano una qualità/un modo di essere che rimandano a un’idea di
contrarietà, separatezza, lontananza.

Sannipoli nel 2015: “diversità” seguita da interventi compensativi che riducono il gap tra la performance
eseguita e quella richiesta, tra l’azione /norma

↘La diversità ed interventi compensativi, rimandano ad una mancanza. Quindi il termine “diversità” si rifà
al paradigma dell’integrazione.

Differenza  in greco “diaforà”,latino “differentia”, verbo “fero” (portare) che preceduto da “dis” (qua e
là),“diafero”, latino “differo” : portare altro, in varie direzioni.

testo curato da Sole e Terrasini: concetto matematico di “differenza” inteso come sottrazione

↘Il termine “differenza”, invece, fa riferimento alla complessità/ricchezza umana/una dimensione


pedagogica che indica il passaggio da ciò che esiste già al sempre possibile (passaggio da ciò che è a ciò che
potrebbe essere). Quindi questo termine si rifà al paradigma dell’inclusione.

NORMA

Vygotskij:

 Nella realtà non esiste nessuna norma, ma una quantità infinita di molteplici variazioni/ deviazioni
da essa
 molto difficile stabilire dove superino il confine che segna l’inizio dell’anomalia
 Questi confini non esistono da nessuna parte
↘ quindi la norma rappresenta il concetto strettamente astratto di una grandezza media dei casi
più frequenti e non si incontra mai la norma nel suo aspetto puro, bensì è sempre unita a certe
forme anormali.

DIDATTICA COME SCIENZA DELLA PROGETTAZIONE

Sintesi iter:

 crisi dell’approccio prodotto-processo(cioè insegnamento →apprendimento)


 rivalutazione dell’insegnamento ma anche dell’insegnante
 centralità dell’azione ed interazione didattica

anche importanza tecnologie

LAURILLARD: insegnamento si avvicina ad architettura, ingegneria, informatica, il suo imperativo è rendere


un posto migliore, didattica come scienze della progettazione/ sviluppare una metodologia di ricerca
progettuale, discenti pensatori autonomi.

LA DIDATTICA SCIENZA DELL’INSEGNAMENTO E DELL’APPRENDIMENTO?

La didattica è la scienza dell’insegnamento.

BALDACCI (2012): insegnamento può essere inteso:

1. come realtà naturale: la didattica coglie costanti biologiche dell’uomo nel rapporto
insegnamento-apprendimento
2. come realtà sociale: il processo insegnamento-apprendimento è determinato dal divenire
storico-sociale.

1 e 2 non sono sufficienti

3. terza via: ontologia complessa, sociale+naturale, analitico+ermeneutico.

Riguardo all’EPISTEMOLOGIA

1.formale: definisce insieme di principi/criteri/requisiti che deve soddisfare per essere


scientifica. FORMALISTI: criticano naturalisti perché ridimensionano il problema della
fondatezza dei criteri scientifici. scienza per essere tale deve possedere oggetto autonomo e
metodo rigoroso. Didattica: scienza dell’insegnamento, disciplina autonoma solo se si occupa
dell’insegnamento da una propria specifica angolazione, necessaria per autonomia.
2.naturalizzata:simile ad una scienza naturale, analisi empirica. rimproverano all’epistemologia
formale di indicare i principi astratti.
↘ TERZA EPISTEMOLOGIA(CRITICA)con carattere formale ma con funzione anche per le
indagini naturalizzate.

BALDACCI : ontologia complessa del processo di insegnamento apprendimento/ individuare


assetti/canoni della conoscenza didattica corroborati da analisi empiriche/ conoscenza riferita alla realtà
complessa(naturale-storico- sociale)
INSEGNAMENTO ED APPRENDIMENTO : TRAIETTORIE NON LINEARI

Definire didattica come scienze dell’insegnamento e dell’apprendimento è quaestio complexa.

INSEGNARE: dal latino insigno: incidere, imprimere segni nella mente, deriva da signum(segno, marchio,
sigillo)

Il docente segna la mente del discente, lasciando impresso metodo di approccio alla realtà.
Successivamente assume accezione di istruire, insegnare a qualcuno.

Attualmente: insegnamento:

 l’attività del docente


 che si reifica nei percorsi formali/ non formali
 e che abita la situazione didattica al fianco di altri attori( i discenti)
 operando in contrasto continue regolazioni sulle variabili di gioco.

APPRENDIMeNTO: da latino apprehendo: afferrare, prendere, impossessarsi, catturare:

 processo durante il quale il soggetto modifica la propria struttura sistemica


 e la propria rete concettuale
 e costruisce nuove relazioni fisiche e mentali.

Relazione insegnamento-apprendimento?

1.Legame determinista e di dipendenza meccanica?


Si alternano due posizioni:
-apprendimento ←insegnamento ( modello PRODUCT ORIENTED): insegnante assegna e
studente svolge compiti
-si focalizza sui discenti; (modello PROCESS ORIENTED)però non coglie importanza interazione
docente-discente-classe.
2.autonomia dei due percorsi?
 Insegnamento e apprendimento: logiche/strategie/finalità/traiettorie/motivazioni
autonome
 oggetto della didattica:’intersezione tra queste due dimensioni.
 interagiscono in uno spazio tempo (quello dell’azione didattica):
o qui i due processi viaggiano intrecciati/ si sovrappongono
o dando luogo ad eterotopia in cui le due traiettorie costituiscono un unico
sistema complesso, una dimensione altra da quella delle due traiettorie

↘necessità di:

 superare un approccio determinista/ lineare/diacronico:


o scandito da organizzazione temporale
o insegnamento: causa (variabile indipendente), apprendimento: effetto(v.dip.)
 complessità apprendimento- insegnamento:
o mutamenti del contesto socio culturale/ tecnologie/ stili apprendimento/ varie declinazioni
diversità (disabilità, disturbi evolutivi specifici, svantaggio socio-economico, linguistico e
culturale).
o ↘qui si muovo attuali linee della didattica enattiva (rossi), neurodidattca (rivoltella),
didattica semplessa (sibilio aiello)che solcando inesplorati versanti:
 Transdisciplinarietà
 visione complessa/ sistemica/ plurale del processo di insegnamento
apprendimento, evidenziano non linearità della ricerca didattica

 su Non linearità due interpretazioni:


o Metodologico: nuovi modelli di ricerca oltre le partizioni (metodi descrittivi/interpretativi,
sperimentali/non sperimentali. Quantitativi/qualitativi).
o Epistemologico: sviluppo della teoria dei sistemi/apertura verso approcci
multidisciplianri/interdisciplinari/codisciplinari/tansdisciplianri. Classica distinzione tra
scienze dure e morbide non più adeguata al reale. Nuova scienza della vita, bioeducazione.

↘Nuove prospettive di ricerca: orientamento di studio nature e nurture:

 Centralità componenti biologiche


 per potenzialità/difficoltà nel processo insegnamento apprendimento.
CAPITOLO 3. SULLA TRASPOSIZIONE IN AMBITO DIDATTICO DELLA TEORIA DELLA
SEMPLISSITA’
Complessità è una parola problema, non una parla soluzione (Morin)

La semplessità è un modo di vivere con il proprio mondo. È eleganza piuttosto che sobrietà, intelligenza
piuttosto che fredda logica, diplomazia piuttosto che autorità (Berthoz).

Didattica sistema complesso ed adattivo→riformulare significati del processo di insegnamento-


apprendimento superando approcci lineari riduttivisti.

SUL PIANO DESCRITTIVO DIDATTICA COMPLESSA significa:

 Coesistenza di posizioni differenti di ricerca


 Armonizzare i risultati in obiettivo comune

Ciò rischia di creare un loop interpretativo che moltiplica esponenzialmente le analisi/genera complessità
accessoria.→didattica groviglio inestricabile di conoscenze/ipotesi/esperienze, etc. non sempre declinabili
nella prassi.

SOLUZIONE: TRASPOSIZIONE IN AMBITO DIDATTICO DELLA TEORIA DELLA SEMPLESSITà DI ALAIN BERTHOZ,
prof. Fisiologia della percezione dell’azione al College de France:

SIBILIO opera analogia tra organismi viventi e sistema didattico:

 Organismi viventi base per processo bottom up del sistema complesso della formazione.
 Non rinnega il riconoscimento della didattica come sistema complesso, ma RIVENDICA LA
CENTRALITà DELL’AZIONE rispetto alla descrizione.
 Bisogno emergente di nuovi schemi interpretativi per decifrare complessità-

CENNI SU TEORIA DELLA COMPLESSITà

Concetto di complessità:

- Sviluppatosi nel campo delle scienze dure poi trasposto nelle morbide.
- Differenti sfumature semantiche
- Etimologia: aggettivo “complesso”:
o differente dalla sua forma sinonimica “complicato”dal latino cum plico ( con piegare,
piegare insieme, la piega di un foglio)complicatezza rimanda alla linearità del plicum.
o “complesso”: dal latino complector (comprendere, abbracciare, plexum: nodo, intreccio). Si
percepisce interconnessione.

↘HENRI ATLAN (1985), biofisico e filosofo francese:

un sistema complicato: comprendiamo struttura/principi di funzionamento..col tempo potremmo averne


conoscenza integrale. APPROCCIO ANALITICO

sistema complesso: ne abbiamo percezione globale pur sapendo di non comprenderlo nei dettagli.
APPROCCIO SInTETICO/SISTEMICO; è impossibile comprenderne l’intreccio in tutte le sue parti. Bisogna
operare una sintesi, nel suo insieme come indivisibile.

Con la complessità accade un po' quello che Sant’Agostino diceva a proposito del tempo: se nessuno me lo
chiede so benissimo cosa è, ma se me lo chiedono all’improvviso non lo so più.

Si comincia a parlare di complessità ad inizio 1900, di teoria della complessità negli anni ottanta:

- Consapevolezza della scarsa conoscenza dei fenomeni intorno a noi + desiderio di comprensione
della realtà
- Contributi di filosofi, scienziati, riabilitativi, sociologi, giuridico
- Farmer: teoria della complessità frammentaria come termodinamica nell’800: gli scienziati se ne
facevano idea di concetti base, ma non riuscivano a gestire le grandezze.

I SISTEMI COMPLESSI ADATTIVI

OGGETTO DELLA COMPLESSITà: i sistemi complessi

Sistema:

 un complesso di elementi interagenti/ varie unità che interagiscono


 governato da regole stabilite da un principio di organizzazione: lo stato di ciascuna unità è
vincolato/coordinato/dipendente dallo stato di altre unità.(MORIN)

GANDOLFI:FIORE/SOCIETà/MOLECOLA SONO SISTEMI, un mucchio di sabbia no: i granelli non sono un


insieme organizzato e non vi sono sottosistemi.
secondo i più eminenti teorici della complessità: la complessità di un sistema non ne è una proprietà, ma
una proprietà della rappresentazione scientifica del sistema, cioè del sistema costituito dall’osservatore che
costruisce il modello ed il modello stesso.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI UN SISTEMA COMPLESSO?

DE ROSNAY:

- Grande varietà di componenti/elementi con funzioni specializzate


- Livelli ed elementi collegati da grande varietà di legami, interconnessioni
- Le interazioni tra gli elementi di un sistema complesso sono di tipo non lineare.

Un particolare tipo di sistema complesso è il sistema complesso adattivo o C.A.S. (Complex Adaptive
System):

 sistema aperto
 con numerosi elementi che interagiscono in modo non lineare
 e che costituiscono un’entità unica/ organizzata/ dinamica/ capace di adattarsi all’ambiente.

SIBILIO:IDENTIKIT DEI SISTEMI COMPLESSI ADATTIVI: una potenziale modellizzazione del sistema
didattico sulla base delle principali proprietà dei sistemi complessi adattivi:

- Costituiti da più parti a loro volta complesse


- Interazioni non lineari delle parti che lo costituiscono
- Basati su organizzazioni spontanee, prive di gerarchia
- Sono ologrammatici:le informazioni sono presenti in potenza all’interno di ogni elemento
appartenente al sistema
- Sono adattivi: in grado di interagire coevolvendo/ producendo adattamento con l’ambiente.
- Sono dialogici: dotati di dinamiche risultanti dall’interazione di logiche differenti
- Sono autopoietici, in grado di autoderminare il proprio sviluppo( è la finalità dell’azione
didattica dell’insegnate-perturbatore)

LA COMPLESSITÀ IN DIDATTICA

L’intento è:

 di passare da una scuola nozionistica/ fondata su una conoscenza oggettiva/ linearmente


trasmissibile ad una scuola maieutica/ volta ad incoraggiare processi di concettualizzazione/abilità
di risoluzione delle situazioni problematiche/del pensiero critico
 docente non più trasmettitore di informazioni ma promotore del pensiero razionale
 in didattica passaggio da approccio analitico a sistemico

L’APPROCCIO SISTEMICO IN DIDATTICA

Secondo SIBILIO, LA DIDATTICA ha come oggetto di studio un sistema composto da un numero variabile di
elementi interagenti ed è l’osservatore(insegnante) che identifica gli elementi fondamentali per l’identità
del sistema, determinandone l’organizzazione.

Inoltre come afferma GELL-Mann: il processo di apprendimento nell’essere umano è anch’esso un


sistema complesso adattivo.

OLTRE IL PIANO DESCRITTIVO: PROSPETTIVE SEMPLESSE

Sibilio parla di “ipertrofia descrittiva” che non produce una concreta decifrazione della complessità.

La deriva descrittiva è un rischio:


- Petit: gli organismi viventi per evitare l’annegamento nella complessità, riducono la dimensionalità
dei problemi, affrontano la complessità giocando di anticipo. questa complessità ridotta/
ricodificata in funzione dell’azione è la semplessità.

LA TEORIA DELLA SEMPLESSITà

Saggio di Alain Bertoz su “La semplessità”: la frenesia della semplificazione per contrastare la
complessità ha prodotto un aumento della complessità stessa.

“simplexity”: utilizzato negli anni 50 era stato spesso interpretato come sinonimo di semplicità.

La semplessità è ben altro:

- Originale proprietà degli organismi viventi applicabile a diversi livelli dell’attività umana
- Strettamente connessa alla complessità, quindi non può essere intesa come semplicità.
- È una complessità decifrabile fondata su regole semplici/ una semplicità complicata.

Nasce da una precisa necessità biologica per sopravvivenza: t

- trovare numerose soluzioni


- che consentano di agire in modo rapido ed efficace
- tenendo conto del passato/anticipando il futuro
- inibendo/selezionando/collegando, giungendo alla risoluzione dei problemi in modo originale.

B. esamina proprietà e principi come trucchi del vivente, modalità attraverso le quali è possibile
districarsi.

LE proprietà DELLA SEMPLESSITà

SEPARAZIONI DELLE FUNZIONI E LA MODULARITà

 Esplicabile nella dimensione temporale (Es: nel controllo motorio si distinguono sistemi tonici,
lenti, costanti, fasici…)
 Modularità: è l’equivalente della divisione del lavoro nella società.

RAPIDITà

 Soluzioni eleganti, non necessariamente semplici, ma efficaci, l’anticipazione, la previsione


delle conseguenze.
 Si trova in atti cognitivi semplici: la mantide che cattura l’ape in sessanta millesecondi, o
complessi, pilota di areo che deve sventare una catastrofe.

AFFIDABILITÀ

 È necessaria per evitare errori per cui sono state individuate soluzioni originali, quali la
ridondanza/uso del rumore, per incrementala/aumentarla.

FLESSIBILITà E ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO

 Dinnanzi a situazione problematica organismo vivente è in grado di percepire/catturare e


decidere in molti modi (vicarianza) a seconda del contesto/deficit. Es: investire in azioni, ma il
mercato d’improvviso comincia a scendere. Soluzione semplice: vendere in fretta le azioni,
semplessa: non far nulla nell’attesa che risalga.

MEMORIA
 Fondamentali le azioni passate per presente e futuro, capitalizzare.

GENERALIZZAZIONE

 Es: parola amore che può essere scritta con mano/piede/sulla sabbia: la geometria del
movimento è determinata in maniera assai generale. Permette di fronteggiare complessità
simili trasponendo funzioni in contesti diversi.

I PRINCIPI DELLA SEMPLESSITà

L’INIBIZIONE ED IL PRINCIPIO DEL RIFIUTO

L’inibizione consente di operare rapidamente una selezione/ prendere una decisione. Prende in
considerazione elementi non necessari in uno specifico momento, ignorando le informazioni in surplus e
concentrandosi su quelle necessarie per agire. Il rifiuto è una postura intellettuale che apre a un riesame.

PRINCIPIO DELLA SPECIALIZZAZIONE E DELLA SELEZIONE: L’UMWELT

B. lo definisce un principio della parsimonia, un organismo autorganizzato ed autonomo proietta sul mondo
le proprie intenzioni.

IL PRINCIPIO DELL’ANTICIPAZIONE PROBABILISTICA

Fondato sulla memoria, modalità di adattamento che con retrospettiva e prospettiva capitalizza le
esperienze pregresse. L’anticipazione è sempre probabilistica, non può corrispondere ad una linearità
previsionale.

PRINCIPIO DELLA DEVIAZIONE

Intraprendere un percorso non lineare che consente di deviare da percorsi schematicamente consolidati
per utilizzare combinazioni di variabili semplici.es: scorciatoia

PRINCIPIO DELLA COOPERAZIONE E DELLA RIDONDANZA

Guidano nella scelta delle informazioni pertinenti e consentono di avere più valutazioni di una medesima
variabile riducendo rischio di errori e conflitti.

IL PRINCIPIO DEL SENSO

LE SOLUZIONI semplesse sono guidate da un’intenzione, un fine.

LA DIDATTICA SEMPLESSA

Possibile applicazione di questa teoria all’ambito didattico su doppio livello:

1.Analogico: proprietà e principi del sistema adattivo degli organismi viventi per analogia vengono attribuiti
al sistema didattico(diventano regole/strumenti per insegnante)

2.Bioeducativo: per spiegare la complessità dell’umano analizzare interazione scienze dure/morbide e


processi di adattamento all’ambiente.

BREVE EXCURSUS DEGLI STUDI BIOEDUCATIVI (prodromi della didattica semplessa)

SCIENZE BIOEDUCATIVE

Alleanza tra pedagogia e biologia :

Visalberghi in “Problemi della ricerca pedagogica ”:

 individua relazione solida e matura tra le due scienze


 in Italia tale relazione è implicita, al contrario di ciò che accade in Francia :
o Mialaret
 trova identità al rapporto tra ped. E biol
 conia “biopedagogie” , termine che però non accoglie in sé la complessità della
relazione tra individuo/sistema biologico/molteplici contesti della conoscenza

In Italia: l’orientamento prende avvio intorno a 1950:

 pedagogia comincia ad acquisire una maggiore consistenza della ricerca educativa


 importanti scoperte biologiche del codice genetico.

↘nuovi spunti indagativi con epistemologia complessa

Ricerca di Elisa Frauenfelder : apre strada agli studi di bioeducazione:

- sostrato biologico di ogni individuo + elemento culturale= pari dignità nei processi educativi:

 Complessità fenomenica dell’individuo


 Dimensione biologica con elementi individuali/sociali/naturali/culturali..etc
 Dimensione esperienziale →modella le variabili biocomportamentali + regola situazioni adattive

Santoianni e Sorrentino: l’introduzione della variabile culturale ha reso accettabile l’alleanza pedagogia e
biologia.

Le scienze bioeducative sono attualmente inserite nel triangolo: pedagogia-scienze dell’educazione e


scienza della formazione.( circolarità teoria-prassi, interdisciplinarità, dialogo scienza e filosofia)

LA DECLINAZIONE DIDATTICA DELLE PROPRIETà SEMPLESSE

In una visione semplessa della didattica:

LE PROPRIETÀ SONO:

 strumenti/presupposti funzionali che consentono al docente di navigare nella complessità


didattica
 svolgono funzione di antagoniste della linearità didattica/ riducendo la deriva dell’egocentrismo
dell’azione.

1. SEPARAZIONI DELLE FUNZIONI/MODULARITà: argina rischi delle routine didattiche/ riproduce


schemi non derivanti dalle effettive richieste.
2. RAPIDITà: capacità di interagire col discente, con feedback sia positivi che negativi, mettere in
atto soluzioni eleganti non necessariamente semplici ma efficaci.
3. AFFIDABILITÀ: rendere coerente l’intenzionalità dell’insegnamento+azione
didattica+strumenti didattici adeguati ed efficaci/ antagonista della cecità di interazione
/coniuga didattica/scopi/precisione
4. FLESSIBILITà/ ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO: modificando rigidità didattica per esigenze
emergenti e situazioni contingenti.
5. MEMORIA: capitalizzare le pregresse esperienze armonizzando/ riutilizzando/
modificando/evolvendo
6. GENERALIZZAZIONE: ricapitalizzare modalità didattiche che corrispondono ad una
sistematizzazione dell’azione, riutilizzabile in contesti e situazioni analoghe.
DECLINAZIONE DIDATTICA DEI PRINCIPI SEMPLESSI

I PRINCIPI SEMPLESSI sono:

 regole semplici per modello operativo/di funzionalità dell’azione didattica


 superamento della complessità con originalità, eleganza/creatività/ efficace opportunità per
contenere la linearità didattica.

1. L’INIBIZIONE ED IL PRINCIPIO DEL RIFIUTO: capacità di regolare l’azione didattica, equilibrio tra
dimensione personale (regolare la dimensione emotiva in relazione a bisogni del discente) e
dimensione professionale del docente./difficile equilibrio tra razionalità ed emozione del docente.
Permettono di ridurre rischio di routine didattiche, destrutturando.
2. PRINCIPIO DELLA SPECIALIZZAZIONE/SELEZIONE: docente agisce attingendo alla pluralità del
potenziale percettivo/risorse/stili cognitivi, in ragione di uno scopo attribuendo all’interazione
modalità e significato multiforme.
3. IL PRINCIPIO DELL’ANTICIPAZIONE PROBABILISTICA: proiezione diagnostica che si traduce in
previsione che anticipa effettivo esito dell’insegnamento apprendimento.
4. PRINCIPIO DELLA DEVIAZIONE: capacità di agire usando una complessità accessoria che consente
di semplificare il processo di insegnamento apprendimento, implica non linearità dell’azione
didattica.
5. PRInCIPIO DELLA COOPERAZIONE /RIDONDANZA: utilizzare in modo armonico tutte le risorse e
riducendo ogni interferenza. Ridondanza: selezione percettiva che indirizza la regolazione didattica
nel corso della cooperazione
6. IL PRINCIPIO DEL SENSO: costante funzione diagnostica ed interpretativa, continua ricognizione,
elaborazione ed armonizzazione

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