Introduzione
DIDATTICA GENERALE+DIDATTICHE DISCIPLINARI: INTERAZIONE/ PERCORSI CONDIVISI PER L’AZIONE
DIDATTICA:
Posizione intermedia:
Professionalità dei docenti si fonda su osmosi tra saperi pedagogico-didattici e saperi disciplinari:
Esigenze discenti/contesto/saperi
Chiave pedagogico-didattica supera logiche trasmissive e routinarie
DIDATTICA
1.dal verbo greco “didasko” che significa “insegnare, mostrare” .Non si riferisce al genere pedagogico ma
letterario in prosa/versi che tratta argomenti di carattere scientifico, tecnico, che si propone di impartire un
ammaestramento e di divulgare il sapere.
2. 1640 pubblicazione della Didactica Magna di Comenio: prende avvio riflessione teorica
sull’insegnamento, pedagogista, filosofo ed educatore, nell’incipit:
1910: svolte epocali: industrializzazione/espansione città, suffragio universale, mezzi di trasporto, lotta
analfabetismo, centralità scuola di massa
Frabboni: barometro a due facce: due stagioni climatiche: la prima fino a 1970 flagellata da cattivo tempo,
la seconda illuminata da caldi raggi del sole. Oggi la didattica è ramo autonomo dell’albero delle scienze
dell’educazione assieme alla pedagogia, psicologia, etc; scienza della comunicazione formativa, per tutto
l’arco della vita, di conoscenze essenziali e modelli di vita sociale da un emittente ad un ricevente. Si fonda
sul principio di problematicità e di plurilateralità, aperta alla flessibilità, modularità, integrazione di
teorie/metodi, modello educativo democratico non discriminante e selettivo.
4.1950: didattica accolta e legittimata quale disciplina scientifica se accettata come costola della
pedagogia/ deputata alla risoluzione di problematiche pratiche, priva di fondamenti teorici.
Nel grande dizionario della lingua italiana: didattica è la parte della pedagogia che ha per oggetto
l’insegnamento ed il suo metodo.
Quindi la pedagogia comprende una parte di educazione in senso stretto (morale) e una parte
dell’insegnamento in particolare (didattica).
Classificazione di Mialaret “Les sciences de l’education” per definire quadro delle scienze dell’educazione.
Tre categorie:
- Scienze che studiano le condizioni generali dell’istituzione scolastica (es: storia della pedagogia)
- Scienze del rapporto pedagogia/atto educativo: (scienze della comunicazione)
- Scienze della riflessione e dell’evoluzione (filosofia dell’educazione)
1. Errata lettura del paradigma neoidealistica che identifica il sapere= sapere insegnare
2. Didattica come mero sapere pratico ed applicativo
Baldacci: propone la seguente formula: didattica( x,y,z), le variabili stanno a d indicar la disciplina, il
destinatario ed il contesto. La DG lascia indeterminate queste variabili, si colloca a livello più astratto
conduce a studiare la relazione tra insegnamento ed apprendimento.
LANEVE: didattica sapere di sintesi, con propria autonomia investigativa, essa ha : oggetto (insegnamento),
campo ( non solo scuola ma anche luoghi non formali), metodologia della ricerca (strumentazione quali-
quantitativa dal metodo sperimentale alla ricerca-azione, osservazione partecipata, etc.)
↘La didattica è intesa come una scienza/ sintesi integrata di teoria e di prassi /l’insieme di
saperi/linguaggi/strategie/ procedure indispensabili a riflettere/interpretare/sceglier/agire didatticamente
in relazione ai bisogni/ necessità del processo di insegnamento-apprendimento (Sibilio).
Oltre questa, vi sono varie definizioni del termine “didattica”, però in tutte emergono alcune costanti:
↘didattica come scienza complessa, non più ancilla pedagogiae ma scienza che racchiude
teoria/pratica/sapere/agire didatticamente in relazione a bisogni/necessità del processo di insegnamento-
apprendimento
PEDAGOGIA
“pais, paidos” (soggetto in crescita) + “agogè” (trasporto e movimento relazionale/ fisico/motivo indotto
dalla musica nelle persone); “agein” (condurre, in modo attivo, guidando, ma anche essere condotti).
Bertagna: la pedagogia
cuore disciplinare: attrezzarsi in vista del futuro/imperfetto educativo . Gli occhi della pedagogia
sono sempre rivolti in avanti, pur partendo da ciò che c’è e dal sempre rivoltarsi indietro.
adopera la razionalità tecnica (téchne) e pratica (hprónesis)
è una scienza non solo teoretica, in quanto assume lo sguardo delle scienze dell’educazione, ma
anche e soprattutto pratico-poietica (etico-artistica/tecnica).
in un’ottica inclusiva, non si può fare una netta distinzione tra didattica/pedagogia speciale, e tra
didattica/pedagogia generale.
scienza delle differenze/ pratica pedagogica inclusiva che crea le condizioni dello sviluppo delle
potenzialità/rispetto dei bisogni/caratteristiche specifiche di ognuno/ tempi di vita tramite un
cambiamento dell’ambiente e dei contesti (scuola, famiglia, rapporti sociali) nel senso
dell’accoglienza delle differenze.
non si fa riferimento alle disabilità e/o ai disturbi, ma a caratteristiche, differenze.
non si lavora sui punti di debolezza, ma sui punti di forza, sulle potenzialità e sulle risorse.
non si ferma al solo periodo dell’obbligo scolastico, ma guarda alla formazione continua e
permanente di tutta la vita.
↘pedagogia: si incentra sulla educabilità e sul valore della persona, didattica: riflette sulla progettazione
dell’educabilità, personalizzazione dei percorsi formativi, relazione educativa.
DIVERSITÀ vs DIFFERENZA
dizionario di Pedagogia e Scienze dell’educazione di Bertolini del 1966,: due termini sono sinonimi : ciò
che distingue/discrimina cose/ persone.
Diversità in latino “diversitas” : composti da “vertere” (volgere) e “dis” (altrove) che indicano il volgere in
altre parti, ma anche allontanarsi, deviare, cambiare direzione. L’ aggettivo“diversus” e sostantivo
“diversum” che ne derivano: indicano una qualità/un modo di essere che rimandano a un’idea di
contrarietà, separatezza, lontananza.
Sannipoli nel 2015: “diversità” seguita da interventi compensativi che riducono il gap tra la performance
eseguita e quella richiesta, tra l’azione /norma
↘La diversità ed interventi compensativi, rimandano ad una mancanza. Quindi il termine “diversità” si rifà
al paradigma dell’integrazione.
Differenza in greco “diaforà”,latino “differentia”, verbo “fero” (portare) che preceduto da “dis” (qua e
là),“diafero”, latino “differo” : portare altro, in varie direzioni.
testo curato da Sole e Terrasini: concetto matematico di “differenza” inteso come sottrazione
NORMA
Vygotskij:
Nella realtà non esiste nessuna norma, ma una quantità infinita di molteplici variazioni/ deviazioni
da essa
molto difficile stabilire dove superino il confine che segna l’inizio dell’anomalia
Questi confini non esistono da nessuna parte
↘ quindi la norma rappresenta il concetto strettamente astratto di una grandezza media dei casi
più frequenti e non si incontra mai la norma nel suo aspetto puro, bensì è sempre unita a certe
forme anormali.
Sintesi iter:
1. come realtà naturale: la didattica coglie costanti biologiche dell’uomo nel rapporto
insegnamento-apprendimento
2. come realtà sociale: il processo insegnamento-apprendimento è determinato dal divenire
storico-sociale.
Riguardo all’EPISTEMOLOGIA
INSEGNARE: dal latino insigno: incidere, imprimere segni nella mente, deriva da signum(segno, marchio,
sigillo)
Il docente segna la mente del discente, lasciando impresso metodo di approccio alla realtà.
Successivamente assume accezione di istruire, insegnare a qualcuno.
Attualmente: insegnamento:
Relazione insegnamento-apprendimento?
↘necessità di:
La semplessità è un modo di vivere con il proprio mondo. È eleganza piuttosto che sobrietà, intelligenza
piuttosto che fredda logica, diplomazia piuttosto che autorità (Berthoz).
Ciò rischia di creare un loop interpretativo che moltiplica esponenzialmente le analisi/genera complessità
accessoria.→didattica groviglio inestricabile di conoscenze/ipotesi/esperienze, etc. non sempre declinabili
nella prassi.
SOLUZIONE: TRASPOSIZIONE IN AMBITO DIDATTICO DELLA TEORIA DELLA SEMPLESSITà DI ALAIN BERTHOZ,
prof. Fisiologia della percezione dell’azione al College de France:
Organismi viventi base per processo bottom up del sistema complesso della formazione.
Non rinnega il riconoscimento della didattica come sistema complesso, ma RIVENDICA LA
CENTRALITà DELL’AZIONE rispetto alla descrizione.
Bisogno emergente di nuovi schemi interpretativi per decifrare complessità-
Concetto di complessità:
- Sviluppatosi nel campo delle scienze dure poi trasposto nelle morbide.
- Differenti sfumature semantiche
- Etimologia: aggettivo “complesso”:
o differente dalla sua forma sinonimica “complicato”dal latino cum plico ( con piegare,
piegare insieme, la piega di un foglio)complicatezza rimanda alla linearità del plicum.
o “complesso”: dal latino complector (comprendere, abbracciare, plexum: nodo, intreccio). Si
percepisce interconnessione.
sistema complesso: ne abbiamo percezione globale pur sapendo di non comprenderlo nei dettagli.
APPROCCIO SInTETICO/SISTEMICO; è impossibile comprenderne l’intreccio in tutte le sue parti. Bisogna
operare una sintesi, nel suo insieme come indivisibile.
Con la complessità accade un po' quello che Sant’Agostino diceva a proposito del tempo: se nessuno me lo
chiede so benissimo cosa è, ma se me lo chiedono all’improvviso non lo so più.
Si comincia a parlare di complessità ad inizio 1900, di teoria della complessità negli anni ottanta:
- Consapevolezza della scarsa conoscenza dei fenomeni intorno a noi + desiderio di comprensione
della realtà
- Contributi di filosofi, scienziati, riabilitativi, sociologi, giuridico
- Farmer: teoria della complessità frammentaria come termodinamica nell’800: gli scienziati se ne
facevano idea di concetti base, ma non riuscivano a gestire le grandezze.
Sistema:
DE ROSNAY:
Un particolare tipo di sistema complesso è il sistema complesso adattivo o C.A.S. (Complex Adaptive
System):
sistema aperto
con numerosi elementi che interagiscono in modo non lineare
e che costituiscono un’entità unica/ organizzata/ dinamica/ capace di adattarsi all’ambiente.
SIBILIO:IDENTIKIT DEI SISTEMI COMPLESSI ADATTIVI: una potenziale modellizzazione del sistema
didattico sulla base delle principali proprietà dei sistemi complessi adattivi:
LA COMPLESSITÀ IN DIDATTICA
L’intento è:
Secondo SIBILIO, LA DIDATTICA ha come oggetto di studio un sistema composto da un numero variabile di
elementi interagenti ed è l’osservatore(insegnante) che identifica gli elementi fondamentali per l’identità
del sistema, determinandone l’organizzazione.
Sibilio parla di “ipertrofia descrittiva” che non produce una concreta decifrazione della complessità.
Saggio di Alain Bertoz su “La semplessità”: la frenesia della semplificazione per contrastare la
complessità ha prodotto un aumento della complessità stessa.
“simplexity”: utilizzato negli anni 50 era stato spesso interpretato come sinonimo di semplicità.
- Originale proprietà degli organismi viventi applicabile a diversi livelli dell’attività umana
- Strettamente connessa alla complessità, quindi non può essere intesa come semplicità.
- È una complessità decifrabile fondata su regole semplici/ una semplicità complicata.
B. esamina proprietà e principi come trucchi del vivente, modalità attraverso le quali è possibile
districarsi.
Esplicabile nella dimensione temporale (Es: nel controllo motorio si distinguono sistemi tonici,
lenti, costanti, fasici…)
Modularità: è l’equivalente della divisione del lavoro nella società.
RAPIDITà
AFFIDABILITÀ
È necessaria per evitare errori per cui sono state individuate soluzioni originali, quali la
ridondanza/uso del rumore, per incrementala/aumentarla.
MEMORIA
Fondamentali le azioni passate per presente e futuro, capitalizzare.
GENERALIZZAZIONE
Es: parola amore che può essere scritta con mano/piede/sulla sabbia: la geometria del
movimento è determinata in maniera assai generale. Permette di fronteggiare complessità
simili trasponendo funzioni in contesti diversi.
L’inibizione consente di operare rapidamente una selezione/ prendere una decisione. Prende in
considerazione elementi non necessari in uno specifico momento, ignorando le informazioni in surplus e
concentrandosi su quelle necessarie per agire. Il rifiuto è una postura intellettuale che apre a un riesame.
B. lo definisce un principio della parsimonia, un organismo autorganizzato ed autonomo proietta sul mondo
le proprie intenzioni.
Fondato sulla memoria, modalità di adattamento che con retrospettiva e prospettiva capitalizza le
esperienze pregresse. L’anticipazione è sempre probabilistica, non può corrispondere ad una linearità
previsionale.
Intraprendere un percorso non lineare che consente di deviare da percorsi schematicamente consolidati
per utilizzare combinazioni di variabili semplici.es: scorciatoia
Guidano nella scelta delle informazioni pertinenti e consentono di avere più valutazioni di una medesima
variabile riducendo rischio di errori e conflitti.
LA DIDATTICA SEMPLESSA
1.Analogico: proprietà e principi del sistema adattivo degli organismi viventi per analogia vengono attribuiti
al sistema didattico(diventano regole/strumenti per insegnante)
SCIENZE BIOEDUCATIVE
- sostrato biologico di ogni individuo + elemento culturale= pari dignità nei processi educativi:
Santoianni e Sorrentino: l’introduzione della variabile culturale ha reso accettabile l’alleanza pedagogia e
biologia.
LE PROPRIETÀ SONO:
1. L’INIBIZIONE ED IL PRINCIPIO DEL RIFIUTO: capacità di regolare l’azione didattica, equilibrio tra
dimensione personale (regolare la dimensione emotiva in relazione a bisogni del discente) e
dimensione professionale del docente./difficile equilibrio tra razionalità ed emozione del docente.
Permettono di ridurre rischio di routine didattiche, destrutturando.
2. PRINCIPIO DELLA SPECIALIZZAZIONE/SELEZIONE: docente agisce attingendo alla pluralità del
potenziale percettivo/risorse/stili cognitivi, in ragione di uno scopo attribuendo all’interazione
modalità e significato multiforme.
3. IL PRINCIPIO DELL’ANTICIPAZIONE PROBABILISTICA: proiezione diagnostica che si traduce in
previsione che anticipa effettivo esito dell’insegnamento apprendimento.
4. PRINCIPIO DELLA DEVIAZIONE: capacità di agire usando una complessità accessoria che consente
di semplificare il processo di insegnamento apprendimento, implica non linearità dell’azione
didattica.
5. PRInCIPIO DELLA COOPERAZIONE /RIDONDANZA: utilizzare in modo armonico tutte le risorse e
riducendo ogni interferenza. Ridondanza: selezione percettiva che indirizza la regolazione didattica
nel corso della cooperazione
6. IL PRINCIPIO DEL SENSO: costante funzione diagnostica ed interpretativa, continua ricognizione,
elaborazione ed armonizzazione