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Il sistema riproduttivo femminile

Le gonadi femminili sono le ovaie. Il sistema riproduttivo femminile comprende anche gli
ovidotti, l’utero e la vagina.

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I genitali esterni femminili sono nel complesso indicati come
vulva. Il monte di Venere e due paia di pieghe di pelle chiamate
rispettivamente piccole labbra e grandi labbra sono disposte ai
lati delle aperture uretrale e vaginale.
Dove si incontrano le piccole labbra, si trova il clitoride, un
piccolo organo omologo del pene maschile.

L’orgasmo femminile dipende dal rilascio della tensione


neuromuscolare nell’area genitale, vagina e utero.
L’ovaio (Gonade femminile)
Nell’ ovaio si formano gli oociti e si producono gli
ormoni sessuali femminili

Un oocita viene prodotto quando un follicolo dell’ovaia si trasforma da follicolo primario a


follicolo secondario a follicolo vescicolare.
La produzione degli oociti
Prima dell’ovulazione, la maturazione dell’oocita necessita il
completamento dell’oogenesi, una particolare forma di meiosi
che porta alla formazione dell’oocita secondario.
Se la fecondazione ha luogo, uno spermatozoo penetra
nell’oocita secondario, innescando in esso il completamento
della meiosi.

Quando il nucleo dello spermatozoo si unisce al nucleo della


cellula uovo si forma uno zigote, una cellula diploide con 46
cromosomi, destinata allo sviluppo.
Gli oociti sono prodotti nelle ovaie mediante il
processo di oogenesi

L’oogenesi è il processo
di formazione dei
gameti femminili.

Prende avvio dagli


oogoni; le divisioni
meiotiche arrivano a
completamento solo
dopo la fecondazione.
La produzione ormonale femminile

Oltre a formare gli oociti, durante il ciclo ovarico le ovaie


producono gli ormoni sessuali femminili:

•Gli estrogeni – indispensabili per il normale sviluppo e


funzionalità degli organi riproduttivi femminili e la comparsa e il
mantenimento delle caratteristiche sessuali secondarie femminili

•i progestinici – implicati nel ciclo mestruale, nella gravidanza e


nell’embriogenesi
Follicolo ovarico
Il follicolo ovarico è l'unità funzionale dell'ovaio. E’ un sistema
costituito da un ovocita circondato da uno strato di cellule
follicolari piatte (epitelio follicolare ovarico) a loro volta
circondate dalla propria membrana basale.
Follicoli ovarici: unità funzionali ovariche,
contenenti ciascuna un ovocita, cellule
della granulosa e cellule tecali

Cellule tecali: circondano le cellule della


granulosa in strati concentrici.
Producono gli androgeni ovarici
(androstenedione, DEA, testosterone) ed
il progesterone

Cellule della granulosa: circondano gli


oociti. Producono progesterone.
Trasformano gli androgeni prodotti dalle
cellule della teca in estrogeni
LH induce le cellule della teca interna dei
follicoli a produrre androgeni che verranno
convertiti in estrogeni dalle cellule della
granulosa. Queste producono anche
l’inibina, la follicolostatina e l’activina che
contribuiscono a regolare i livelli di FSH.
Il ciclo mestruale

Le fasi del ciclo della donna sono regolate da una serie di ormoni
prodotti sotto il controllo dell’ipotalamo fra cui FSH e LH (ipofisi).
L’FSH stimola nell’ovaio la maturazione dei follicoli e la produzione di
estrogeni, che modificano la mucosa uterina e stimolano produzione LH.
LH provoca la rottura del follicolo maturo (ovulazione) e trasforma il
follicolo in corpo luteo, che secerne il progesterone.
Progesterone blocca la produzione di FSH e LH. La mucosa, stimolata da
estrogeni e progesterone, diviene adatta all’impianto di un eventuale
ovulo fecondato.
Quando il corpo luteo “degenera”, non produce più progesterone e sia
ha lo sfaldamento della mucosa (mestruazione). Bassi livelli di
progesterone e estrogeni fanno ripartire il ciclo.
Fasi del ciclo mestruale
Serie coordinata di eventi ormonali e morfologici che conducono all’ovulazione e
preparano l’endometrio per l’impianto dell’ovulo fecondato.
Durata media : 25 – 35 giorni, diviso in 4 fasi. si considera come inizio della
mestruazione il primo giorno della comparsa del sangue uterino.
Due giorni prima di questo evento lo strato funzionale dell’endometrio viene privato
del suo apporto ematico poiché le arterie spirali si costringono diventando
completamente occluse dopo circa due giorni.
1) Fase mestruale o degenerativa (1°-4° gg) se non si instaura la gravidanza →
esaurimento del corpo luteo → crollo dei livelli di estrogeni e progesterone →
sfaldamento della mucosa uterina con necrosi endometriale → rottura delle
arteriole superficiali e dei capillari → emorragie interstiziali e flusso mestruale →
distacco delle cellule e rottura impalcatura endometriale conservando le estremità
delle ghiandole e i vasi che si riformeranno.

2) Fase follicolare = fase proliferativa dell’endometrio (5°-14° gg)

l’FSH stimola la maturazione del follicolo dominante → progressivo aumento della


secrezione di estrogeni (feedback negativo su LH e FSH) → lo strato superficiale delle
cellule epiteliali endometriali e lo strato intermedio proliferano ricostituendo la
struttura ghiandolare dell’endometrio. Il muco cervicale è chiaro ed elastico →
aumenta l’espressione dei recettori per il progesterone mentre i recettori per gli
estrogeni iniziano a diminuire
3) Fase ovulatoria (36 ore) = picco di LH ed FSH. L’aumento di LH provoca il processo di
ovulazione e l’oocita verrà espulso dal follicolo di Graft.
Le cellule della granulosa e della teca interna, che possiedono i recettori per LH, vengono
stimolate a formare il corpo luteo, diventando cellule della granulosa e della teca interna
luteinica.

4) Fase luteinica = fase secretiva dell’endometrio (16°-28° gg) inizia 48 ore dopo
l’ovulazione. Formazione del corpo luteo → rapido aumento dei livelli di progesterone
secreto dal corpo luteo → l’inibina, la follicolostatina e l’activina continuano a essere
prodotte dal corpo luteo. le ghiandole endometriali aumentano la loro tortuosità e sono
riccamente vascolarizzate. Le cellule ghiandolari, aumentate di dimensioni, sono
cilindriche, alte e presentano vacuoli sub-nucleari. l muco cervicale è denso.
1. L’ estradiolo è il primo
ormone ad aumentare (2gg
prima dell’ ovulazione)
2. Le gonadotropine
rispondono con un picco di
FSH ed LH concomitante
alla ovulazione
3. FSH e LH iniziano la fase
luteica, viene prodotto
1 progesterone che allestisce
3 l’endometrio per la
gravidanza. Se non avviene
la fecondazione e
l’impianto, l’attività del
corpo luteo dura 14 giorni e
2 tale struttura si definisce
corpo luteo mestruale.
4. Se avviene la fecondazione
e l’impianto il corpo luteo
gravidico conserva l’attività
secretoria, anche se la
placenta svolge un ruolo
principale nella regolazione
ormonale durante la
gravidanza.
MECCANISMI DI RETRO CONTROLLO SONO DI DUE TIPI
1. Feed-back negativo inibitorio
2. Feed-back positivo stimolato

Sotto l'influenza dell'ormone


follicolo stimolante o FSH,
rilasciato dall'adenoipofisi, il
follicolo aumenta di dimensione
secernendo estrogeni, che
stimolano l'inspessimento della
parete uterina e l'ingrossamento
delle sue ghiandole, in
preparazione dell'eventuale
impianto dell'uovo.
Gli estrogeni, a loro volta, agiscono
sull'ipotalamo per ridurre la secrezione
dei fattori di rilascio e sull'adenoipofisi
direttamente per inibire la liberazione di
FSH.
Questo "feedback" negativo da parte
degli estrogeni regola il livello degli
estrogeni nella femmina non gravida.
Durante la maturazione del follicolo, la
secrezione ipofisaria di FSH diminuisce, e
un diverso ormone, peptidico viene
secreto. Si tratta dell'ormone
luteinizzante o LH, il quale conduce al
completamento della maturazione e al
rilascio dell'uovo, trasformando il follicolo
in un organo endocrino secernente il
progesterone, detto Corpo Luteo.
Il Progesterone induce un
ulteriore accrescimento
dell'endometrio.
In assenza della fecondazione il
corpo luteo degenera, gli estrogeni
ed il progesterone circolanti
diminuiscono conducendo alla
degenerazione dell'endometrio e
all'instaurarsi della mestruazione.
Nel corso della gravidanza invece, si
ha un meccanismo a "feedback"
positivo che mantiene elevato il
livello di progesterone,
mantenendo inalterata e altamente
vascolarizzata la parete dell'utero.

Tale livello di progesterone è


mantenuto dalla secrezione da parte
dell'embrione della gonadotropina
corionica o HCG, che si attua dalle
fasi iniziali di impianto dell'embrione
nell'utero materno.
Alterazioni del ciclo mestruale
Il ciclo mestruale normale ha un ritmo di 28+/-4gg con una durata della mestruazione
di 3-7gg ed una perdita ematica di 20-80ml.

Le alterazioni del ciclo mestruale si differenziano in:

dismenorrea – mestruazione dolorosa


menorragia – mestruazione abbondante e/o di durata >7gg
metrorragia – perdita ematica abbondante al di fuori della fase mestruale
menometrorragia – perdita ematica abbondante che si prolunga anche nel periodo
intermestruale
ipermenorrea – perdita >80ml
ipomenorrea – perdita <20ml
polimenorrea – aumento frequenza delle mestruazioni, intervallo < 25gg
oligomenorrea – riduzione frequenza delle mestruazioni, intervallo > 35gg
amenorrea – assenza della mestruazione per almeno 3 mesi
spotting – piccole perdite ematiche al di fuori della fase mestruale (o intermestruali)
Mestruazioni troppo abbondanti
(ipermenorrea)
Una mestruazione abbondante è una eventualità relativamente frequente Il ripetersi di
mestruazioni abbondanti va invece indagato e può portare ad una carenza di ferro con
conseguente anemia esami da effettuare: ecografia pelvica, dosaggi ormonali, esami
generali del sangue ed eventuali altri esami.
 polipi
 fibromi
 alterazioni dell’endometrio

Mestruazioni troppo scarse


(ipomenorrea)

Un flusso mestruale di scarsa quantità può capitare.


Se si ripresenta: dosaggi ormonali, ecografia pelvica ed eventuali altri esami in relazione
al sospetto clinico.

 alterazioni della secrezione ormonale, da


parte dell'ovaio o di altre ghiandole endocrine
Polimenorrea/oligomenorrea
Una mestruazione che si presenta con un anticipo di almeno 3 giorni o con ritardo è
un'alterazione relativamente comune e può essere anche espressione di un ciclo
parafisiologico.
In altri casi va indagato l'assetto ormonale per evidenziare alterazioni dell'asse
ipotalamo-ipofisi-ovaio. In particolare causa di polimenorrea sono cicli anovulatori
od una fase follicolare o luteale più breve; in questi casi ci può essere
un'insufficienza luteale (ridotta produzione di PG da parte dell'ovaio nella seconda
fase del ciclo) che può essere legata a riduzione del picco di LH per patologie
organiche dell'asse ipotalamo-ipofisi o per la presenza di cicli anovulatori che
portano ad una riduzione di inibina, aumento conseguente di FSH con follicoli
comunque non capaci di svilupparsi normalmente ed una ridotta stimolazione
ipotalamo-ipofisiaria alla produzione di LH.
In questi casi si somministra per via orale o vaginale PG a giorni fissi durante il ciclo
per supplire al deficit di produzione o in alternativa un contraccettivo estro-
progestinico.
L'oligomenorrea, invece, è in genere legata ad aumentata produzione di androgeni
da parte dell'ovaio (PCOS) o del surrene, ad iperprolattinemia o a persistenza del
corpo luteo.
Menometrorragie
Rappresentano la causa più frequente di consulto ginecologico. Vengono distinti
sanguinamenti anomali da cause sistemiche (ipotiroidismo, coagulopatie – 15%,
piastrinopenia), uterine organiche (patologia benigna o maligna dell'utero/cervice),
iatrogene (utilizza di steroidi, FANS, anticoagulanti), disfunzionali o DUB, da insufficienza
luteale, iperestrogenismo, anovulazione.

Le cause di menometrorragia sono diverse in relazione all'età.


Nel periodo prepuberale i sanguinamenti sono legati a lesioni genitali o corpi estranei, nel
periodo adoloscenziale, invece, le patologie organiche sono meno frequenti così come
quelle sistemiche mentre sono più frequenti le DUB legate a disturbi della ciclicità ovarica.
Fra 20 e 40aa la diagnosi di DUB viene posta solo dopo aver escluso cause organiche come
leiomiomi, polipi endometriali, adenomiosi e patologie neoplastiche cervicali.
La maggior parte delle menometrorragie in quest'età è comunque dovuta ad
anovulazione. Intorno a 45-50aa invece, le DUB sono spesso dovute a modificazioni
ovariche che preludono la menopausa correlata alla riduzione del numero di follicoli e
all'anovulazione che si traduce, come per la polimenorrea, in incapacità di crescita
follicolare, riduzione del picco di LH ed insufficienza luteale con iperestrogenismo relativo.

Resta sempre importante escludere patologie organiche soprattutto se la perdita ematica si


verifica in post menopausa anche se la maggior parte dei casi è dovuta a sanguinamenti su
utero atrofico o, al massimo, su iperplasia endometriale.
Escluse le patologie organiche si effettua esame ormonale per la valutazione
dell'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio e può essere iniziato un trattamento che si avvale
di IUD medicata con progestinico per le donne che non vogliono concepire
(riduzione del flusso mestruale del 90%), o di acido tranexamico e FANS (che
riducono la produzione di prostaglandine ed il sanguinamento del 30%) per le
donne che vogliono concepire.

L'alterata stimolazione endometriale da parte dell'ovaio viene trattata con PG


nell'insufficienza luteale oppure con estro-progestinico.
Dismenorrea
La mestruazione dolorosa è molto frequente e spesso colpisce ragazze adolescenti per
attenuarsi dopo la prima gravidanza.

Si associa ad alterazioni nella produzione locale di prostaglandine che risultano elevate


a livello endometriale con il dolore legato a contrazioni ed ischemia uterine.
La dismenorrea primaria non è associata a patologia pelvica mentre quella secondaria
può essere legata ad endometriosi, PID, polipi endometriali, miomi, cisti ovariche.

Il dolore compare il giorno prima della mestruazione e si protrae per 24-48h con un picco
nelle 12h seguenti l'inizio del sanguinamento. Risulta un dolore crampiforme localizzato
in sede sovrapubica ed irradiato in sede lombare.

La terapia consiste in FANS come inibitori della sintesi di prostaglandine o nella


soppressione dell'ovulazione con estro-progestinici.
Sindrome pre-mestruale
Costituisce un complesso di alterazioni fisiche e psichiche che compaiono ciclicamente
durante la settimana che precede la mestruazione, quindi in tarda fase luteale e che
regrediscono dopo pochi gg dall'inizio del sanguinamento mestruale. Interessa il 5%
delle donne e l'eziologia non è nota ma dipende dai livelli raggiunti dal PG considerando
che una sindrome simile viene scatenata dai progestinici.
Tra le ipotesi patogenetiche si ha quella del deficit di allopregnenolone, neurosteroide
derivato dal PG considerato un ansiolitico endogeno agonista GABA. Le manifestazioni
cliniche sono varie (irritabilità, disturbi del sonno, sbalzi di umore, diarrea/stipsi/nausea,
mastodinia, emicrania) ma per fare diagnosi è necessario che ci sia un periodo
sintomatico coincidente con la fase follicolare.

La terapia attuale si basa sulla fluoxetina (SSRI), somministrata a bassa dose 15gg prima
il sanguinamento mestruale.

Può essere utile anche la soppressione dell'ovaio con estroprogestinici.

Nelle forme molto lievi può bastare una supplementazione con vit.B6.
Amenorrea
Per amenorrea si intende l’assenza del flusso mestruale nel periodo della maturità
sessuale.
Le amenorree fisiologiche sono legate alla gravidanza, all'allattamento (iperPRL), alla
menopausa ed all'età prepuberale.

Le amenorree patologiche si distinguono in:


- amenorree primarie :si hanno quando all’età di 18 anni non sono ancora comparsi i
flussi mestruali.
- amenorree secondarie: si intendo l’assenza di flussi mestruali per almeno 3 mesi dopo
un periodo di cicli regolari.

In tutti i casi le amenorree vengono classificate o per compartimento:


I – ipotalamo, II – ipofisi, III – ovaio, IV – utero o per l'assetto ormonale in ipo, normo ed
ipergonadotrope.

A.ipogonadotrope – I e II compartimento
A.ipergonadotrope – III compartimento
A.normogonadotrope – IV compartimento
AMENORREE PRIMARIE

Bassa statura, assenza di sviluppo puberale


Disgenesie gonadiche; sindrome di Turner (XO) con o senza mosaicismo; anomalie del
cromosoma X; ipopituitarismo; disfunzione ipotalamo-ipofisaria idiomatica o
secondaria a chirurgia, radioterapia, trauma, neoplasia

Statura normale, con sviluppo puberale minimo o assente


Ipogonadismo ipogonadotropo (Sindrome Di Kallmann) idiopatico o da lesioni
organiche; pubertà ritardata idiopatica; carenze nutrizionali, malattie sistemiche,
eccessivo stress fisico

Statura normale, con sviluppo puberale normale


Con adrenarca: anomalie dei derivati dai dotti di Muller
Senza adrenarca: femminilizzazione testicolare (resistenza periferica agli androgeni)
AMENORREE SECONDARIE

Fisiologiche: gravidanza; allattamento; menopausa

Prematuro deficit della funzione ovarica : Congenito o Acquisito

Iperprolattinemia e/o galattorrea

Modificazioni del peso corporeo associate ad esercizio fisico

Sindrome dell’ovaio policistico

Condizioni rare (sinechie uterine, deficit ipofisario, sindrome della sella vuota)
Endometriosi

L'endometriosi una malattia cronica e complessa, caratterizzata dalla presenza


anomala (ectopia) di endometrio (il tessuto che riveste la parete interna dell'utero)
in organi diversi dall'utero, principalmente ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino.

I sintomi principali sono


infertilità e dolore pelvico
cronico, ciascuno dei quali si
osserva in circa il 50% dei casi,
ma la frequenza può salire
durante le mestruazioni al 70%.
È comune anche il dolore nel
corso di rapporti sessuali,
mentre sono meno frequenti
sintomi urinari o intestinali.
Circa il 25% delle donne risulta
comunque asintomatica
L’endometriosi, oltre all’intervento laparoscopico, può anche essere curata mediante il
ricorso a una terapia farmacologica.
Oltre alla somministrazione di antidolorifici, nei casi di endometriosi relata ad
importanti sintomi dolorosi è possibile fare ricorso a una terapia ormonale da assumere
con una pillola anticoncezionale grazie alla quale si regolarizzano gli ormoni che
causano i depositi di tessuto. Un altro farmaco che può consentire il controllo degli
ormoni responsabili della stimolazione ovarica è l’ormone a rilascio di gonadotropine
che ha la funzione di ridurre gli estrogeni e di bloccare le mestruazioni con conseguente
riduzione del tessuto endometriale.
Sindrome dell'ovaio policistico
La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è una sindrome clinica caratterizzata da lieve obesità,
cicli irregolari o amenorrea, e segni di iperandrogenismo (p. es., acne, irsutismo). La maggior
parte delle pazienti ha più cisti nelle ovaie. La diagnosi è posta mediante test di gravidanza,
dosaggi ormonali e tecniche di imaging per escludere un tumore virilizzante.
I livelli di estrogeni sono alti, amplificando il rischio di iperplasia endometriale e, infine, di
carcinoma dell'endometrio.
I livelli di androgeni sono spesso elevati, amplificando il rischio di sindrome metabolica e
causando irsutismo. L'iperinsulinemia causa insulino-resistenza che può essere presente e può
contribuire a un aumento della produzione ovarica di androgeni. Nel lungo termine, l'eccesso di
androgeni aumenta il rischio di disturbi cardiovascolari, compresa l'ipertensione e l'iperlipidemia.
Il rischio di eccesso di androgeni e delle sue complicanze può essere altrettanto elevato nelle
donne che non sono in sovrappeso, come in quelle che lo sono.
Trattamento:
Progesteroni intermittenti o contraccettivi orali.
Il trattamento dell'irsutismo e nelle donne adulte degli effetti a lungo termine delle
alterazioni ormonali.
Trattamento dell'infertilità nelle donne che desiderano una gravidanza. Il trattamento ha
lo scopo di correggere le anomalie ormonali e quindi ridurre i rischi di un eccesso di
estrogeni (p. es., iperplasia endometriale) e di un eccesso di androgeni (p. es., malattie
cardiovascolari) e alleviare i sintomi e migliorare la fertilità.

Per l'irsutismo, misure fisiche (p. es., lo sbiancamento, l'elettrolisi, la spiumatura, ceretta,
depilazione) possono essere utilizzate. L'eflornitina in crema al 13,9% bid può aiutare a
rimuovere la sgradevole peluria facciale. Nelle donne che non desiderano una gravidanza
si può tentare una terapia ormonale che riduca i livelli di androgeni oppure una terapia
con spironolattone.

L'acne può essere trattata con i farmaci abituali (p. es., il perossido di benzoile, crema alla
tretinoina, antibiotici topici e PO).
Fecondazione e gravidanza

Dopo la penetrazione nell’oocita, lo spermatozoo rilascia il proprio nucleo


portando all’attivazione dell’oocita. I nuclei aploidi dei gameti si fondono,
generando uno zigote diploide.
Fusione del materiale genetico

Lo spermatozoo penetra nell’oocita fermo in fase MII ed il suo nucleo viene


decondensato e riorganizzato (sostituzione protammine con istoni).
L’attivazione dell’oocita determina la ripresa del ciclo meiotico, così da avere un
pronucleo femminile aploide. Non si ha una vera e propria singamia, I due pronuclei
vanno incontro a duplicazione del DNA separatamente, i due pronuclei si avvicinano,
perdono l’involucro nucleare e la cromatina di condensa in cromosomi che si orientano
su un fuso mitotico. Si ha poi la prima divisione mitotica con formazione di due
blastomeri con nucleo diploide biparentale. Durante le prime divisioni cellulari manca la
fase G.
Ormoni in gravidanza
1. La CG sostiene il corpo
luteo (che produce
progesterone) sino a che
la placenta non sarà in
grado di sintetizzarlo da
sola
2. Gradualmente la placenta
produce:
somatomammotropina
corionica, estrogeni e
progestinici fino al parto
3. Parto: 100 volte più
recettori ossitocinici
sull’utero, sofferenza
fetale, tensione
meccanica sulle fibre
uterine
Dallo zigote all’embrione e infine al feto
Lo sviluppo ha inizio con gli stadi cellulari e procede con gli stadi tissutali.
•Gli stadi cellulari dello sviluppo di uno zigote comprendono:
- la segmentazione, che dà origine a un embrione pluricellulare, la morula
- la formazione della blastula, una sfera con al centro una cavità piena di fluido
Impianto della Blastocisti e Gastrulazione
Gli stadi tissutali dello sviluppo, che partono
dalla blastula, si definiscono gastrulazione e
portano alla formazione di tre strati
germinali di tessuto differenziati nella
gastrula. Il processo di formazione della
gastrula, a partire dalla blastula, è detto
gastrulazione: è costituito dall’insieme dei
movimenti morfogenetici associati alla
differenziazione cellulare necessaria per la
creazione e l’organizzazione dei foglietti
embrionali primari (ectoderma, endoderma)
e di quello secondario (mesoderma).
Dalla gastrula si differenziano tre foglietti germinali embrionali
La gastrula tardiva presenta tre foglietti germinali embrionali: ectoderma, mesoderma ed
endoderma.
Durante lo sviluppo dei sistemi corporei, essi avranno destinazioni ben differenziate e
daranno luogo a strutture corporee distinte.
Il terzo stadio dello sviluppo embrionale porta alla
formazione degli organi fetali

Durante la neurulazione si forma la notocorda, che percorre


l’intera lunghezza dell’embrione, e il tubo neurale.
Il celoma è una cavità dentro cui si formeranno molti organi del
corpo.
Lo sviluppo embrionale si completa nei
primi due mesi di gravidanza

Lo sviluppo embrionale comprende i


primi due mesi della gestazione a
partire dalla fecondazione.
Al termine dello sviluppo embrionale
tutti i sistemi di organi sono già
abbozzati.
Le membrane extraembrionali
Le membrane extraembrionali sono presenti
in tutti i vertebrati terrestri.
•Il corion è disposto appena sotto il guscio
dell’uovo e ha il compito di assicurare gli
scambi gassosi con l’esterno.
•L’amnios contiene un liquido protettivo che
idrata l’embrione.
•L’allantoide ne raccoglie gli scarti azotati.
•Il sacco vitellino contiene il nutrimento
dell’embrione.

Al termine delle prime otto settimane,


l’embrione è completo e comincia ad
assumere caratteristiche tipicamente
umane.
Lo sviluppo fetale dal terzo al nono mese di gravidanza
• Dal terzo mese della gestazione inizia lo sviluppo fetale, quando la placenta è
completamente sviluppata.
• La placenta fornisce al feto ossigeno e nutrienti e consente di eliminare il diossido di
carbonio e altri prodotti di rifiuto.
• Durante il terzo e il quarto mese le parti scheletriche cartilaginee vengono sostituite
da tessuto osseo, ed è possibile distinguere il sesso del feto.
• Dal quinto al settimo mese i movimenti fetali aumentano e il feto continua a crescere
e ad acquistare peso.
Le tre fasi del parto
Al termine del nono mese, il feto è pronto per la nascita, suddivisa in:
1.la dilatazione del collo dell’utero, determinata dalle contrazioni
2.la nascita del bambino, accompagnata da contrazioni di circa 1 minuto ogni 1-2 minuti. Il
cordone ombelicale viene reciso
3.il secondamento della placenta, in cui la placenta viene espulsa
Scopo della contrazione
• Eliminare la resistenza che il Segmento Uterino Inferiore e il Canale Cervicale
oppongono alla progressione del feto
• Far progredire il feto nella pelvi

GENESI DELLA CONTRAZIONE

La contrazione uterina nasce da una differenza di potenziale tra l’interno e


l’esterno della fibrocellula con modifica della permeabilità e passaggio di ioni
Na + K+( Pompa Sodio/Potassio)
Lo stato di eccitazione elettrica della membrana delle fibrocellule muscolari
porta, con lo scambio di ioni Ca++, al loro accorciamento = contrazione
(overshoot) per l’azione della miosina e dell’actina.
La decontrazione avviene per ripolarizzazione della membrana.
L’impulso si trasmette dai nodi tubarici (pacemakers) a 2cm/sec fino alla
cervice con un triplice gradiente pressorio discendente (triple descending
gradient) la propagazione è favorita dalla presenza di collagene tra le fibre
muscolari unite dalle gap junctions.
Influenza ormonale sulla permeabilità cellulare e sui nodi di origine delle
contrazioni

Estrogeni aumentano il potenziale di riposo e la velocità di conduzione dello stimolo


elettrico

Progesterone aumenta il potenziale di riposo

Prostaglandine favoriscono la formazione delle gap junctions

Ossitocina abbassa il potenziale di riposo depolarizzando la membrana della fibrocellula,


aumenta il tono basale della muscolatura uterina, aumenta velocità di conduzione degli
stimoli
Patologia della Contrazione

Contrattilità normale: contrazioni 30-60 sec ogni 3-4 minuti

• Ipocinesia Contrazioni poco frequenti, o di breve durata o


poco intense.

• Ipercinesia Contrazioni molto frequenti, prolungate o


intense. > 2 contrazioni/min, e/o durata > 90 sec. Rischio
ottura d’utero, rottura precoce delle membrane,
sofferenza fetale secondaria a ridotta perfusione
placentare

• Discinesia Contrazioni irregolari, propagazione anomala, o


abnorme elevazione del tono basale. Comporta sofferenza
fetale per irregolare perfusione placentare
INFLUENZE SULL’ATTIVITA’ CONTRATTILE

• Farmaci: Ca-antagonisti (Nifedipina = Adalat, Nifedicor, Amlodipina =


Norvasc); sedativi; Solfato di Magnesio (MgSO4); ritrodina
• Disidratazione/ digiuno prolungato
• Acidosi, ipoglicemia
• Alto stress ambientale (adrenalina/noradrenalina)
• Presenza di miomi (sottomucosi grado 1-2; intramurali)
• Presenza di tessuto cicatriziale sull’utero (TC-longitudinale
miomectomia)
• Malformazioni uterine
• Sproporzione feto-pelvica,
• Sovradistensione dell’utero per gemellarità/polidramnios/macrosomia
• Esaurimento psico-fisico della paziente
Menopausa
• Cessazione delle mestruazioni spontanee che coincide con la fine della vita
riproduttiva

• Amenorrea di almeno 6 mesi in una donna che ha raggiunto l'età media di


insorgenza

• Cessazione dell'attività dell'ovaio

• Intorno ai 51 anni, per lo meno nelle donne occidentali

• Può portare (ma non necessariamente) ad una serie di disturbi più o meno
importanti

Preceduta da un periodo detta premenopausale caratterizzato da irregolarità mestruale.


• Perdita di tutti i follicoli e cessazione della
produzione di estrogeni e progestinici
• Solo un po’ di estrone è sintetizzato dai tessuti
periferici, ma non è sufficiente:

OSTEOPOROSI ATROFIA TESSUTI URO-GENITALI


Dal punto di vista endocrino, la donna è caratterizzata da un progressivo aumento di
FSH, da una riduzione dell'inibina (prodotta dall'ovaio che inibisce l'FSH), da un
incremento di estrogeni non bilanciato dal PG e quindi da un iperestrogenismo
relativo.

Con il sopraggiungere della menopausa invece, l'FSH aumenta fino a livelli superiori a
30pg/ml, il 17-betaestradiolo diminuisce fino a 10-20pg/ml.

Importante notare che gli estrogeni circolanti sono divisi in estriolo, prodotto solo in
gravidanza, 17-betaestradiolo, prodotto dal follicolo ovarico, estrone, prodotto a
livello periferico soprattutto dal grasso sottocutaneo.

Quindi in menopausa ci sarà una riduzione di 17beta ed un aumento di estrone.

Inoltre la produzione di testosterone si riduce per diminuita conversione periferica ma


i livelli di testosterone libero aumentano per riduzione della SHBG indotta dalla
carenza estrogenica con il risultato che il rapporto testosterone/estrogeni aumenta
drasticamente.
Manifestazioni cliniche

• Vampate di calore, di solito accompagnate da sudorazione


• Alterazioni dei tessuti genitourinari
• Tendenza all’assottigliarsi della cute
• Aumento dell'incidenza di fenomeni ischemici
• Peggioramento del profilo lipidico
• Osteoporosi
• Modificazioni in senso depressivo dell'umore

Le manifestazioni sopra riportate non compaiono necessariamente in tutti i


casi e, qualora compaiano, possono avere gradi variabili di importanza.
Le pazienti a più alto rischio di malattie cardiovascolari dovrebbero
compiere attività fisica, perdere peso se obese e smettere di fumare
Il sistema riproduttivo maschile
Nei mammiferi, le gonadi sono gli organi che producono i gameti: quelle maschili sono i
testicoli.
Il sistema riproduttivo maschile comprende anche l’epididimo, il vaso deferente, il dotto
eiaculatorio, il pene e alcune ghiandole.
Il sistema riproduttivo maschile

Il pene è un organo cilindrico costituito da tre colonne di


tessuto spugnoso erettile che permettono l’erezione durante
l’eccitazione sessuale.
Lo sperma, o liquido seminale, è un fluido denso e biancastro
che contiene gli spermatozoi e le secrezioni delle vescicole
seminali, della prostata e delle ghiandole bulbouretrali.
Quando l’eccitazione sessuale raggiunge il picco massimo,
all’erezione segue l’eiaculazione, in cui si ha l’espulsione dello
sperma in concomitanza con una serie di contrazioni che fanno
parte dell’orgasmo.
Nei testicoli si formano gli spermatozoi e si producono ormoni
sessuali maschili

Il testicolo è composto da compartimenti chiamati lobuli, ciascuno contenente da uno a


tre tubuli seminiferi in cui avviene la spermatogenesi, cioè la produzione degli
spermatozoi.
La spermatogenesi produce continuamente milioni di spermatozoi
Il controllo ormonale della spermatogenesi
Gli androgeni controllano la
produzione di spermatozoi e lo
sviluppo dei caratteri sessuali
secondari tipici della pubertà.

La produzione di ormoni sessuali è


controllata dal GnRH ipotalamico e
dalle gonadotropine LH e FSH
dell’adenoipofisi.
La produzione ormonale maschile
Il testosterone, il principale ormone sessuale maschile, è
indispensabile per lo sviluppo e la funzionalità degli organi
sessuali e per la maturazione degli spermatozoi.
Inoltre, produce e mantiene le caratteristiche sessuali secondarie.

Il lobo anteriore dell’ipofisi produce gli ormoni gonadotropici, che


nei maschi sono:
•l’ormone follicolo-stimolante (FSH), che promuove la
spermatogenesi nei tubuli seminiferi
•l’ormone luteinizzante (LH), che controlla la produzione di
testosterone da parte delle cellule interstiziali dei tubuli
seminiferi.
IPOGONADISMO
L'ipogonadismo è una patologia del sistema endocrino che comporta un'inadeguata
secrezione di ormoni sessuali (es. testosterone ed estrogeni) da parte delle gonadi
(ovaie o testicoli). Si divide in una forma primaria anche detta ipogonadismo
ipergonadotropico in cui si ha difetto di produzione ormonale della gonade e forma
secondaria anche detta ipogonadismo ipogonadotropo causata da difetto ipotalamico
di produzione di GnRH o da una impossibilità dell'ipofisi di secernere LH e FSH.

Donne
Uomini
Sindrome di Turner
Anorchidia
Disgenesia gonadica mista e pura XX
Disgenesia testicolare
Malattia ovarica autoimmune
Sindrome di Klinefelter
Sindrome di Carpenter
Sindrome di Del Castillo
Ipopituitarismo
Sindrome di Noonan
Sindrome delle lentigini multiple
Amiloidosi
Sindrome di Carpenter
Sia donne che uomini
Sindrome di Laurence-Moon-Biedi
Idiopatico
Sindrome di Prader-Willi
Le forme di ipogonadismo primario possono essere causate da alcune patologie
autoimmuni, malattie genetiche (come la sindrome di Turner e quella di Klinefelter) o
dello sviluppo, infezioni, disturbi al fegato o ai reni, esposizione a radiazioni o interventi
chirurgici. L'ipogonadismo centrale può essere invece causato da emorragie, alcuni
farmaci (inclusi steroidi e oppiacei), problemi genetici (come la sindrome di Kallmann,
un distrurbo che fa perdere l'olfatto agli uomini), infezioni, carenze nutrizionali,
eccesso di ferro, terapie con le radiazioni, perdite di peso significative e allo stesso
tempo rapide (associate ad esempio all'anoressia nervosa), interventi chirurgici, traumi
o tumori (come il craniofaringioma nei bambini e il prolattinoma negli adulti).

Una causa molto frequente nel maschio è l’ipogonadismo dell’adulto a insorgenza


tardiva, ossia la riduzione graduale dei livelli di testosterone a partire dai 40 anni (a
differenza della donna che ha un blocco improvviso della funzione ovarica intorno ai 50
anni). Questa nuova forma di ipogonadismo che si manifesta generalmente con sintomi
che spesso si sovrappongono a quelli legati all’invecchiamento e con disturbi sessuali,
diventa ancora più frequente se accanto all’avanzare dell’età si manifestano malattie
croniche quali diabete, obesità, sindrome metabolica e problemi cardio-vascolari. Se
non opportunamente diagnosticato e trattato l’ipogonadismo dell’adulto riduce
longevità e qualità di vita.
Nelle ragazze l'ipogonadismo è associato all'assenza di mestruazioni e, in alcuni casi, a
problemi nello sviluppo del seno e in altezza. Durante la pubertà può essere
accompagnato anche da vampate, perdita dei peli e scarsa libido.

Nei ragazzi, invece, l'ipogonadismo può aumentare il volume del petto, ridurre barba e
peli, portare a perdita di massa muscolare e causare problemi sessuali. In caso di tumori
cerebrali a questi sintomi si possono aggiungere mal di testa e perdita della vista, perdite
lattiginose dai capezzoli e sintomi di altre carenze ormonali (ad esempio un
ipertiroidismo).

Il trattamento dell'ipogonadismo è spesso basato sull'assunzione di farmaci, in caso non


sia rimuovibile la causa sottostante.
Nel caso delle donne gli estrogeni e il progesterone possono essere assunti sotto forma
di compresse o di cerotti, mentre gli uomini possono assumere testosterone tramite
iniezioni o sotto forma di gel per uso topico. In caso l’ipogonadismo sia dovuto a un
mancato stimolo delle ovaie o dei testicoli, è possibile stimolare la maturazione degli
ovociti e degli spermatozoi mediante iniezioni di ormoni normalmente prodotti
dall'ipofisi.
IPOGONADISMO MASCHILE
Livelli plasmatici di testosterone patologicamente bassi e/o deficitaria produzione di
spermatozoi.

Secondario: deficit ipofisario e/o ipotalamico

• Bassi livelli plasmatici di testosterone


• Basso numero di spermatozoi nel liquido seminale.
• Bassi livelli plasmatici di LH ed FSH

Cause: genetiche, congenite, compressive, etc.

• ipopituitarismo idiopatico;
• adenomi ipofisari;
• anomalie selettive di LH ed FSH;
• iperprolattinemia;
• sindrome di Cushing (ipercortisolismo);
• Ipogonadismo ipogonadotropo congenito isolato (deficit parziale di GnRH);
• sindrome di Kallman (displasia olfattogenitale)
Quadro clinico

Volume testicolare ridotto


Insufficiente spermatogenesi → infertilità

Ridotta secrezione di testosterone:

durante il I° trimestre della vita fetale = assente o incompleta virilizzazione del feto
♂, che può presentare genitali esterni femminili o ambigui

durante il II° e III° trimestre della vita fetale = normale differenziazione sessuale del
feto ♂, che si presenta però con micropene

durante l’infanzia = sviluppo puberale deficitario

dopo lo sviluppo puberale = calo della libido, della conta degli spermatozoi
(<5.000.000/eiaculato) e dell’energia fisica in pochi giorni o settimane; calo dei peli
androgeno-dipendenti, della massa muscolare, della densità minerale ossea in
qualche anno; possibile ginecomastia
PATOLOGIE SISTEMICHE CHE RIDUCONO LA FUNZIONALITA’ TESTICOLARE

Obesità:
• minor legame del testosterone all’SHBG → calo del testosterone totale, con normali
concentrazioni di testosterone libero;
• tendenza allo sviluppo di un ipogonadismo ipotalamico

Patologie tiroidee:
• ipertiroidismo= elevata sintesi di SHBG con aumento dei livelli di
testosterone ed estradiolo in circolo; aumenta l’attività delle aromatasi periferiche →
↑ estradiolo → ginecomastia, impotenza, infertilità
• ipotiroidismo = calo della libido

Insufficienza renale = calo della libido, ginecomastia, impotenza, infertilità

Diabete mellito = alterata funzione erettile ed eiaculatoria

Etilismo = calo della libido, ginecomastia, impotenza per danno testicolare diretto e
alterata secrezione di GnRH

Farmaci = chemioterapia, antiandrogeni, chetoconazolo, cannabinoidi


ECCESSO DI ANDROGENI

Uso di steroidi androgeni anabolizzanti (SAA)


SAA = derivati del testosterone che determinano aumento della sintesi proteica ed
un aumento della massa magra muscolare quando assunti durante l’allenamento
associato ad appropriata nutrizione.

Possono indurre un aumento della forza, della tolleranza al lavoro anaerobico,


accorciando i tempi di recupero. Sono frequentemente assunti in dosi elevate,
assieme a sostanze mascheranti, soprattutto diuretici, per diluire la concentrazione
di sostanze proibite nelle urine, e per accelerarne l’eliminazione dall’organismo
prima dei controlli.

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