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Parlaremo dello sviluppo delle gonadi, delle vie genitali interne e dei genitali esterni
Come già detto durante la spiegazione della spermato/ovogenesi essi derivano dalle cellule germinali
primordiali, fino a una decina di anni fa si pensava avessero origine dal sacco vitellino (dove effettivamente
si possono distinguere) però si è scoperto che sono presenti già nell’epiblasto cioè alla seconda settimana
post fecondazione quindi è come se l’individuo si preparasse ad automantenersi
Quindi hanno origine nell’epiblasto, nella parete del sacco vitellino in prossimità dell’allantoide quindi verso
strutture più caudali, dopodichè fanno un lungo percorso, arrivano nella parete dell’intestino medio per poi
migrare e colonizzare le sette o creste genitali cioè inspessimenti mesonefrici coperti da epitelio celomatico
che daranno origine anche alle gonadi, quindi è lungo il percorso da fare, sia spazialmente che
temporalmente, infatti sono in epiblasto alla seconda settimana, saranno distinguibili nel sacco vitellino in
terza settimana e colonizzeranno le gonadi soltanto alla sesta settimana, questa migrazione quindi impiega
4 settimane, queste cellule germinali primordiali sono quelle che differenzieranno in oogoni e spermatogoni
naturalmente quindi avranno uno sviluppo diverso a seconda del sesso dell’individuo
Lo sviluppo delle cellule germinali primordiali avviene attraverso fenomeni di induzioni successive, la prima
avviene nella fine della seconda settimana, dove si forma la prima linea primitiva e poi una seconda e terza
induzione regolate da fattori WNP(?) e BMP4 che indurranno la migrazione nella parete del sacco vitellino,
abbiamo nominato le creste genitali che si indentificano in quinta settimana come inspessimento del
mesonefrio, quindi si formerà un inspessimento ventrale che prenderà il nome di cresta genitale, le cellule
germinali primordiali arrivano e colonizzano questo tessuto inducendo la formazione delle gonadi
Questo dotto mesonefrico corrisponde a quello di Wolf, gran parte regredisce ma una parte rimane dando
origine a strutture dell’apparato genitale maschile, poi c’è un altro dotto di Muller o Paramesonefrico che
invece da origine a strutture femminili
Le gonadi nascono dalle creste gonatiche ventralmente al mesonefro laddove arriveranno le cellule
germinali primordiali che indurranno una serie di meccanismi
Chiaramente ci sarà una prima fase di sviluppo delle gonadi identica per entrambi i sessi si parla di Gonade
indifferente o gonade bipotenziale (in alcune parti della registrazione sembra dire dipotenziali, sarà lo stesso
SPERO), perché può dar origine a tutte e due le gonadi, poi ad un certo punto dovranno intervenire
meccanismi che dovranno indurre un differenziamento diverso per i due sessi quindi il primo passo per
l’induzione del differenziamento è il corredo cromosomico, come sappiamo a xx corrisponde la femmina e a
xy corrisponde il maschio
Questo in realtà è presente ma non induce differenziazione fino al 40esimo giorno di gestazione
In realtà tutto ciò che riguarda la differenziazione sessuale non è perfettamente studiato nel sesso
femminile e stranamente lo è più nel maschile
Siamo abituati a dire che la presenza dell’Y induca la formazione di un maschio e l’assenza induca la
formazione di una femmina
Questo perché sul cromosoma y c’è un gene l’SRY sex-determinating factor che attiverà una cascata di
fattori che indurrà la formazione di un individuo maschio, la sua assenza nella donna causerebbe lo sviluppo
femminile, ma non è proprio corretto, bisogna infatti considerare che SRY da solo non è sufficiente ma ha
bisogno di almeno altri 4 geni per riuscire nell’intento (WT1, SF1, SOX9, DAX1)
SRY attiva SOX9 in particolare
Quindi l’attivazione di queste vie trasformerà la gonade da bipotenziale a gonade maschile o femminile
Oltre al discorso genetico, quindi dal tipo di corredo cromosomico, non dobbiamo dimenticare che oltre a
fattori genetici sono coinvolti anche fattori ormonali in quella che è la formazione testicolare e la
differenziazione del sesso maschile, perché a partire da un certo momento dello sviluppo la gonade
maschile produrrà androgeni e la gonade femminile (o meglio la placenta) produrrà estrogeni che con gli
estrogeni materni aiuterà nella formazione nell’individuo di sesso femminile
Torniamo alle cellule germinali primordiali, abbiamo detto che arrivano sull’epitelio celomatico che ricopre il
mesonefrio e inducono rapidamente dei cambiamenti e la proliferazione dell’epitelio celomatico stesso (e se
stesse proliferano), una cresta genitale colonizzata è molto più addensata di cellule rispetto alle zone
limitrofe, notiamo che le cellule germinali primordiali arrivano all’intestino medio e poi si dividono a destra
e a sinistra, arrivano e si differenziano in cordoni sessuali primitivi (prima fase gonade indifferente) e dal
punto di vista topografico si vedono le creste genitali dove sta avvenendo la formazione dei cordoni sessuali
primitivi, dietro vediamo la porzione di mesonefrio e poi abbiamo i 2 dotti mesonefrico e paramesonefrico
Anche qui altre immagini con puntini rossi per vedere i cordoni sessuali primitivi indotti dalle cellule
germinali primordiali, con dietro il dotto paramesonefrico
Il dotto paramesonefrico è importante nell’uomo, il dotto mesonefrico è importante nella donna, ma nella
prima fase sono presenti entrambi
Nel maschio la proliferazione e la formazione dei cordoni sessuali primitivi esita nella formazione dei tubuli
seminiferi che dapprima saranno ripieni cioè solidi e poi vanno incontro a cavitazione
Questi cordoni vengono a contatto con la superfice epiteliale e con l’epitelio tramite una superficie di
connettivo fibroso della tunica albuginea e questi tubuli seminiferi attraverso la rete testis si mettono in
comunicazione con i tubuli del dotto mesonefrico dal quale originerà epididimo e le strutture a valle
Nella donna invece i cordoni sessuali primitivi degenerano quindi viene persa la comunicazione tra la
gonade e il mesonefrio di fatto l’ovaio è isolato
Quindi questa zona degenerata (in base allo stroma(?) e ai tessuti sanguigni) andrà a formare la midollare
dell’ovaio quindi avremo la formazione di ulteriori cordoni sessuali primitivi da parte delle cellule germinali
primordiali che porterà alla formazione della corticale
Innanzitutto c’è da dire che esiste una differenza temporale il testicolo si sviluppa prima a partire dalla
settima settimana invece lo sviluppo delle ovaie avviene in decima settimana quindi con tre settimane di
ritardo
I cordoni sessuali danno origine ai tubuli seminiferi dove si differenziano subito cellule di Sertoli e
successivamente di Leydig successivamente si origineranno gli spermatogoni che rimarranno tali fino alla
pubertà
Dopodichè l’altra parte di cordoni daranno origine al mediastino del testicolo, la rete testis e i condottini
efferenti si collegano al dotto mesonefrico che diventa epididimo e dotto deferente.
Dal mesenchima delle creste genitali si differenziano le Cellule di Leydig che daranno la componente
ormonale nel momento in cui si dovrà passare alla fase successiva
Questo avviene successivamente verso la del periodo embrionale cioè la fine del terzo mese quando le
cellule di Sertoli e Leydig iniziano a secernere AMH e testosterone che inducono la regressione del dotto di
Muller e il differenziamento maschile
Tra 18esima e 20esima settimana inizia la discesa dei testicoli, infatti le creste genitali si trovano
nell’addome e quindi devono compiere un bel percorso che finisce in 33esima settimana indotto da
testosterone principalmente
L’epididimo inizia con un cordone diritto che scende verso il basso dopodichè esso proliferando si allungherà
e si ripiegherà per generare la struttura matura
Nelle prime fasi dello sviluppo delle gonadi, esse si trovano in stretto contatto con le strutture mesonefriche
che si stanno formando poi la discesa dei reni e delle stesse gonadi le farà allontanare
Quindi i testicoli passano da vicino ai reni a lateralmente alla vescica che presenta un’estensione che arriva
fino all’ombelico detta uraco
Nella donna invece i cordoni sessuali sessuali primitivi regrediscono generando uno stroma ricco di vasi che
darà la midollare, l’epitelio superficiale continua a proliferare dando origine a una seconda generazione di
cordoni detti corticali che rimangono vicini alla superficie, al terzo mese questi cordoni si dividono in nidi di
cellule isolate che continuano a proliferare e poi iniziano a circolare ciascun oogonio per andar a costituire
le cellule follicolari che circondano gli oogoni e quindi i follicoli primordiali
Gli oogoni iniziano la meiosi e si arresta in profase 1 per poi riprendere in pubertà
Notiamo la fase iniziale con la gonade indifferente che è ancora molto vicina al mesonefro con il dotto
paramesonefrico, la porzione centrale degenera viene perso il contatto con il dotto mesonefrico che
degenera, il dotto paramesonefrico andrà a costituire l’infundibolo e quindi poi avrà origine in questa
porzione alla tuba e piano piano si forma la struttura dell’ovaio che anch’esso sarà nelle cavità addominali e
dovrà scendere anche lui verso il basso naturalmente di meno dei testicoli
Qui vediamo che è possibile che permangano residui di dotto di Wolf che hanno vari nomi (Epoophoron,
Paroophoron ecc…, che non danno molti problemi a parte cisti o fastidi)
La regolazione molecolare del sesso è dettata da alcuni fattori, quando c’è il periodo di gonade indifferente
non è identificabile il futuro della gonade, visto che il cromosoma y è presente dall’inizio della fecondazione,
e infatti la determinazione del sesso gonadico è dettata da fattori opposti
FGF9/SOX9 è in equilibrio con WNT4/R-SPO1 questi si inibiscono a vicenda per cui concentrazioni uguali
portano ad una situazione di stallo invece quando si attiva il gene SRY questo attiva l’espressione di SOX9
quindi nell’uomo prevarrà SOX9 e quindi porterà il differenziamento maschile
Dall’altro lato ad un certo punto SOX9 non viene mantenuto, prevalgono i segnali di WNT4 E R-SPO1 e
questo porterà il differenziamento femminile
Anomalie cromosomatiche non influiscono sulla regolazione di questi geni ad esempio nella sindrome di
Klineferter XXY il cromosoma Y c’è quindi verrà espesso SOX9 ma non in condizioni tali da essere
preponderante e quindi non ci sarà spermatogenesi ad esempio
Andiamo a vedere cosa succede nelle vie genitali, qui vediamo sostanzialmente, una prima fase bipotente
con entrambi i dotti fino alla sesta settimana dopodichè nel maschio si producono AMH e testosterone,
nella femmina non si sa invece quali siano questi ormoni che inducono alla degenerazione dei dotti
Nel maschio degenera il dotto di Wolf che formerà l’epididimo, deferente, vescicole seminali e parte
dell’uretra
Nella femmina invece la degenerazione del dotto di Muller formerà la tuba, utero, cervice e parte della
vagina
Poi ci sono i vari residui elencati prima Epoophoron, Paroophoron, dotto di Gartner e Cisti di Gartner per il
dotto di Wolf che non è perfettamente degenerato, vediamo anche che l’estremità caudale dei dotti uniti
sporge nella parte che corrisponde alla parete posteriore del seno Urogenitale, dove producono un piccolo
rigonfiamento detto tubercolo di Muller che sarà importante per lo sviluppo delle strutture femminili in
particolare della vagina
Quindi abbiamo una fase bivalente con entrambi i dotti di Muller e di Wolf, nel maschio quindi ripetendo il
dotto di Muller degenera una decina di tubuli mesonefrici danno origine ai condotti seminiferi efferenti, il
dotto di Wolf da origine invece all’epididimo, al deferente, al dotto eiaculatore e alle vescicole seminali
Il seno urogenitale formerà l’uretra prostatica e membranosa mentre nella femmina il seno darà origine a
tutta l’uretra
L’uretra prostatica sarà composta da due parti, una superiore che fa parte della zona urinaria del seno
urogenitale ed una inferiore che fa parte del segmento pelvico, il restante segmento pelvico formerà l’uretra
membranosa
Nella femmina invece tubuli e dotti mesonefrici di Wolf degenerano e rimangono solo quelli di
Muller(mesoderma) che si fondono caudalmente generando una struttura a T(?) e formeranno l’ovidotto, le
corna uterine, il corpo dell’utero, la cervice e i 2/3 superiori della vagina, il restante un terzo invece deriva
dal seno urogenitale con un origine embriologica differente
Notiamo in questa foto che il dotto di Wolf sta iniziando a degenerare e il dotto di Muller da entrambi i lati
Quindi i dotti paramesonefrici nella prima parte rimangono obliqui, mentre nella parte finale si avvicinano
alla linea mediana fondendosi, questa fusione porta ad un unico cordone solido che successivamente grazie
ad una canalizzazione genererà il lume dell’utero / canale utero-vaginale
Il dotto di Muller derivava dalla fusione dei dotti del seno urogenitale, si formeranno dal seno delle
evaginazioni che proliferano e generano una lamina vaginale compatta che si fonde con la lamina vaginale
superiore che deriva dal tubercolo di Muller
Dalla degenerazione del mesonefro derivano anche i legamenti, quelli dell’ovaio e del testicolo, questi si
allargheranno ulteriormente nella femmina per andare a formare il legamento largo che trattiene l’ovaio, la
tuba ecc…
La discesa delle gonadi per entrambi i sessi avviene per accorciamento del legamento rotondo, nel maschio
la discesa avviene nel canale inguinale e nel percorso si forma il gubernaculum testis che è come se fosse un
vero e proprio legamento che va a legare il testicolo al derma della parete addominale che andrà a formare
lo scroto quindi lo mantiene in sede, il testicolo tirato dal gubernaculum testis si forma dietro le sue
strutture quali dotto deferente e epididimo
Il testicolo arriva alla regione inguinale nella 12esima settimana e migrano nel canale inguinale dalla
28esima e arriva alla 33esima nella sede definitiva
La discesa delle gonadi femminili avviene con lo stesso meccanismo, ma l’ovaio arriva nella piccola pelvi e lì
si ferma
Anche qui abbiamo una prima fase indifferente e poi una differenziazione infatti non si può distinguere il
sesso del bambino fino alla 12esima settimana post fecondazione
E’ indifferente fino alla decima settimana dopodichè ci saranno dei piccoli cambiamenti e si arriverà in
dodicesima settimana con la sicurezza quasi certa di attribuire il sesso all’individuo
E si sviluppa attraverso la formazione di tre rigonfiamenti attorno alla regione della membrana cloacale
Creste urogenitali, rigonfiamenti scrotali e tubercolo genitale che è impari e mediale, invece le creste e i
rigonfiamenti sono pari e ai due lati della linea mediana, qui vediamo che si formano intorno alla regione
della cloaca, la membrana cloacale è suddivisa in due dal setto(o sperone) urorettale in seno urogenitale
anteriormente e zona anale posteriormente, ci ricordiamo che la membrana cloacale è data da ectoderma e
endoderma senza mesoderma interposto, ma non è identificabile se il sesso del feto così
Ma ad un certo punto dopo la formazione di questi rigonfiamenti abbiamo cellule mesenchimali che
migrano nella zona della membrana cloacale per formare queste pieghe cloacali, che cranialmente si
fondono per formare il tubercolo genitale e caudalmente si dividono per formare le pieghe uretrali
anteriormente e pieghe anali posteriormente, nel frattempo lo sperone urorettale ha concluso il suo
percorso andando a suddividere la membrana cloacale come detto prima, nel frattempo si formano altri due
rigonfiamenti genitali ai lati delle pieghe uretrali, questi formeranno nel maschio i rigonfiamenti scrotali e
nella femmina le grandi labbra, nel maschio sotto l’influenza degli androgeni testicolari in particolare del
diidrotestosterone (regola lo sviluppo dei genitali esterni) e il testosterone (che si occupa soprattutto lo
sviluppo delle vie genitali maschili)
Il testosterone diviene diidrotestosterone grazie alla 5-alfa-reduttasi, un difetto in essa porta ad avere meno
diidrotestosterone e quindi minor masconilizzazione dei genitali esterni, sotto effetto degli androgeni il
tubercolo genitale si allunga per formare il fallo che durante la crescita spinge le vie uretrali e le butta fuori,
esse formeranno il solco uretrale, che si estende fino ad un certo punto ma non arriva alla porzione più
distale del fallo che corrisponde al glande, alla fine del terzo mese le due pieghe uretrali si fonderanno
generando l’uretra peniena che sarà presente solo in quella parte, la porzione più distale dell’uretra si va a
formare durante il quarto mese quando avremo delle cellule ectodermiche che provengono dall’apice del
glande che penetrano all’interno e formano un cordoncino epiteliale che si canalizza e forma il meato
uretrale esterno
I rigonfiamenti scrotali si fondono sulla linea mediana per andare a formare la sacca scrotale
Nella femmina invece ci sono gli estrogeni prodotti dalla gonade e dalla placenta materna, il tubercolo
genitale si allunga leggermente per formare il clitoride, similmente ad un fallo anzi esso si allunga anche di
più quindi bisogna far attenzione a non scambiarli
Successivamente regredisce però, né le pieghe uretrali nè i rigonfiamenti genitali si fondono anzi rimangono
aperti, le pieghe daranno origine alle piccole labbra e i rigonfiamenti alle grandi labbra, il solco urogenitale
rimane aperto e andrà a formare il vestibolo della vagina ricoperto da imene che in parte dev’essere
perforata per permettere il ciclo mestruale, se non è perforato non esce il sangue mestruale
Vediamo che i genitali in fase indifferente in cui non si può predire, guardando il tubercolo genitale in fase
precoce possiamo dire che sarà un maschio ma non è sempre così
Il tubercolo genitale nella prima fase è ancora più lungo successivamente avrà una piccola regressione, altra
tabella riassuntiva:
Capiamo che la determinazione del sesso deriva da tante cose, il sesso può esser genetico cioè
cromosomico, gonadico per la presenza delle gonadi maschili o femminili e un sesso fenotipico
La presenza dell’uno rispetto all’altro deriva da fattori mascolinizzanti o dalla loro assenza
Il sesso genetico ha ancora senso visto che esiste quello psicologico? NON SI SA, godo
Si è scoperto che esistono in alcuni individui cellule sparse nell’organismo con un corredo cromosomico
differente
La medicina di genere è quel campo della medicina che si occupa delle persone non-binary o della
community LGBTQ+ ecc... e si occupa anche delle differenze delle donne rispetto all’uomo anche nel campo
curativo
Abbiamo visto che lo sviluppo in un senso o nell’altro dipende dai fattori elencati prima, una differenza
risiede nel fatto che i gameti hanno un ingresso in meiosi distinto, gli spermato/ovogoni sono indotti anche
in questo caso da alcuni fattori, prodotti dalle strutture circostanti, il mesonefro ad esempio produce l’acido
retinoico (prodotto anche dalle gonadi), questo va ad avere un effetto diverso in base al sesso, infatti nei
testicoli infatti indurrà l’azione del citocromo p22-6b1(?), il quale metabolizza l’acido retinoico e blocca
l’ingresso in meiosi, nella donna questo non viene espresso, quindi l’acido retinoico non viene degradato e
induce l’ingresso in meiosi
[0,00-40,30]
L’effetto degli androgeni l’abbiamo già detto: prima si sviluppa la gonade maschile, questa inizia a produrre
androgeni, questi il testosterone porterà allo sviluppo delle vie genitali maschili, il diidrotestosterone
porterà invece alla formazione dei genitali esterni maschili.
Quindi i fattori genetici in sé non sono sufficienti; sono necessari anche fattori ormonali (quindi tutto ciò che
può andare ad influire sugli ormoni/sulla loro produzione può andare poi ad alterare questi processi).
Ma l’acido retinoico da chi viene metabolizzato? (domanda studente) Dal citocromo P26B1 (i citocromi sono
dei complessi proteici che hanno un ruolo detossificante nel metabolismo)
Malformazioni
Cosa può succedere se qualcosa va storto e non funziona come previsto?
Qual è uno dei segni della agenesia unilaterale? Il ruolo del mesonefro (che diventerà poi il rene definitivo),
durante lo sviluppo fetale, non è quello di eliminare le sostanze di scarto e filtrare, visto che lo svolge la
placenta, ma di “mettersi in relazione” con il liquido amniotico. Per cui il feto, quando la membrana
buccofaringea si perfora, ingoia liquido amniotico. Questo viene filtrato dai reni e viene eliminata questa
sorta di urina; per cui il liquido amniotico induce la maturazione funzionale del rene e il rene induce la
corretta formazione del liquido amniotico. Se i reni non ci sono, il liquido amniotico non è sufficiente, non si
forma o si forma in scarse quantità e si parla di oligoidramnio. Per cui quando non si vede liquido amniotico
è un segno che potrebbe indicarci che c’è una agenesia renale bilaterale nel feto.
Reni sovrannumerari/duplicazione renale: duplicazione dei reni che possono coinvolgere o meno gli ureteri
come diversa morfologia
Reni a ferro di cavallo: quando i reni ascendono (non più di tanto perché la mesenterica superiore li blocca)
e ruotano medialmente possono arrivare in contatto tra di loro e possono fondersi
Cisti, seni e fistole dell’uraco: se l’uraco (collega la vescica con l’ombelico) non si oblitera, non va a formare il
legamento ombelicale ma rimane, si possono formare delle cisti, dei seni o delle fistole dell’uraco. Cosa
succede se rimane una fistola dell’uraco? Che esce l’urina dall’ombelico.
Estrofia della vescica: situazione più grave fino ad ora, dopo l’agenesia renale, in cui la parete/mucosa della
vescica è estrofica/è aperta verso esterno. In questo caso c’è un difetto della parete addominale che non si è
chiusa e la mucosa vescicale è esposta. In genere si associa ad altre varie mutazioni/deformazioni, quindi, è
difficilmente compatibile con la vita.
Estrofia della cloaca: situazione ancora più grave, quando tutta la struttura non si va a formare: il seno ureo
genitale non si va a formare, la cloaca è esposta, abbiamo un difetto nella parete addominale etc.
Qui vediamo:
-a: rene sovrannumerario -b: uretere biforcato -d: rene pelvico -e: rene a ferro di cavallo (non sale
più di tanto perché viene bloccato dal mesenterica superiore che forma questa specie di trappola che lo
blocca)
rene a ferro di cavallo; presenta vari ureteri doppi
In alcune situazioni può succedere che i reni non ascendono completamente e si ottengono degli ureteri
molto tortuosi. Il problema di tali ureteri è che l’urina fluisce difficilmente e stagna, aumentando di molto la
possibilità di contrarre infezioni.
EPISPADIA: abbiamo visto come si forma l’apparato riproduttore maschile, e che è molto complicato. È facile
che ci siano delle complicazioni. Epispadia è quando l’uretra si apre sulla faccia dorsale del pene.
IPOSPADIA: invece qui l’uretra si apre sulla faccia ventrale del pene. Ha un’incidenza molto alta di 5 su 1000
nati viti. Negli ultimi 15 anni l’incidenza dell’ipospadia e delle altre malattie urogenitali sono raddoppiate
per via dell’inquinamento che induce delle alterazioni embrionali (fondamentali per lo sviluppo dei genitali
esterni).
Ipospadia che, come possiamo vedere, può essere su vari livelli a seconda del punto di uscita.
Altre deformazioni: il tubercolo genitale può dividersi all’inizio del suo sviluppo, diventando un pene doppio,
o mentre si sta sviluppando e quindi dare un pene bifido.
Esempio di alterazione ormonale durante lo sviluppo: neonato di sesso femminile che presenta un clitoride
ingrandito e le grandi e piccole labbra fuse simili allo scroto. Tale virilizzazione dei genitali esterni femminili
può avvenire perché nella madre c’è un eccesso di androgeni (ad esempio questa ha una ghiandola
surrenale iperplasica che produce più androgeni che passano la placenta e causano nel feto tali
deformazioni).
Anomalie dell’utero
Utero, cervice e vagina possono avere delle anomalie quando c’è un problema dello sviluppo dei dotti
paramesonefrici di Muller. Possono esserci morfologie molto varie:
Utero Didelfo: in cui abbiamo due emiuteri con duplicazione della vagina e due cervici, oppure due emiuteri
con un’unica vagina e due cervici o ancora una cervice una vagina e due emiuteri
Presenza di un utero setto a diversi livelli che viene facilmente diagnosticato perché la donna non riesce a
restare incinta.
Se ci sono problemi nello sviluppo della vagina si può avere: una vagina atresica, oppure una vagina doppia.
Si possono avere varie forme dell’orifizio vaginale: perforazione incompleta, imene settato, imene
cribiforme, imene stenotifo e imene imperforato (l’alterazione più estrema).
Molte di queste deformazioni sono facilmente diagnosticabili: perchè quelle più lievi ce ne si accorge perché
c’è un problema di infertilità; in quelle più gravi ce ne si accorge nel momento del menarca in cui abbiamo
un’anaomalia del flusso di sangue (esempio: in una vagina atresica non si potrà avere il flusso mestruale)
Sindrome di Rokyitansky: anomalia congenita di utero, vagina e tube che nei casi più estremi arriva anche
all’assenza di questi mentre ovaie e genitali esterni sono sviluppati normalmente. La frequenza è 1 su 5000.
Ce ne sono di diversi tipi. Ultimamente è diventata famosa perché un paio di anni fa è stato eseguito in Italia
il primo trapianto di utero ad una ragazza che soffriva di questa sindrome. Tale sindrome causa disagi sia
nell’attività sessuale (nel caso di assenza do vagina), in cui è impossibile o molto difficile averla, che nel
concepire (nel caso dell’assenza di utero).
Queste sono le possibili sedi di testicoli criptorchidi o ectopici. I primi sono testicoli che non scendono del
tutto (come abbiamo detto prima). Ectopico invece è un testiscolo che è sceso, è fuoriuscito dall’anello
inguinale per poi vagare e spostarse in altre zone in cui non dovrebbe stare spostandosi più a sinistra, o
salendo o scendendo ulteriormentepiù in bassi, scendendo più a sinistra etc. Sono situazioni rare ma
possibili.
Lo sviluppo del cuore va di pari passo con lo sviluppo del sistema vascolare. I primi vasi si formano alla fine
della terza settimana al di fuori dell’embrione nel mesoderma extraembrionale splancnicro dove cellule
mesodermiche differenziano in angioblastri che si portano gli uni vicino agli altri a formare degli isolotti di
angioblastri. Questi poi si capitano, si mettono in comunicazione e formeranno dei vasi sanguigni primitivi.
Questo sistema/meccanismo di vasculogenesi che si ha nel mesoderma extraembrionale splancnicro è lo
stesso che si avrà nell’embrione.
Eventi chiavi nella formazione del cuore (in ordine cronologico) formazione di tubi cardiaci, formazione
degli abozzi del cuore, formazione dei ripiegamenti che portano alla formazione dell’ansa cardiaca, la
formazione delle camere cardiache (quindi la loro segmentazione/divisione dei due atrei e dei due
ventricoli), la formazione del setto aorto-polmonare (tratto di efflusso) e infine l’allineamento delle camere
cardiache.
La formazione dei tubi cardiaci è indotta intorno al 19esimo giorno dall’endoderma dell’intestino faringeo,
quindi nella porzione più craniale, dove viene indotta la formazione di angioblastri, isolotti sanguigni
secondo lo schema appena detto poco fa. Questi isolotti si fondono tra di loro a formare un tubo a forma di
ferro di cavallo che corrisponde all’area cardiogenica primaria. Il celoma intraembrionale che lo circonda
darà origine alla cavità pericardica e da isole sanguigne adiacenti alla linea mediana si formeranno le
alte/arterie dorsali che sono i primi vasi arteriosi che si sviluppano dai quali poi deriverà il sistema vascolare.
Che tipo di cellule si formano nel campo cardiogenico primario? Sono cellule cardiache progenitrici che si
formano nell’epiblasto (anche qui molto precocemente) le quali migrano lateralmente alla linea primitiva
nell’esoderma laterale splancnicro. In questa zona a ferro di cavallo comincia il campo cardiogenico
primario, anteriormente e cranialmente rispetto alle pieghe neurali (rispetto alla futura regione del sistema
nervoso centrale dell’encefalo) . Il cuore si sviluppa quindi avanti alle pieghe neurali e ancora più avanti avrà
il setto trasverso dal cui genererà poi il diaframma.
Come sanno queste cellule che devono migrare? Perché nella matrice dell’intestino faringeo è presente
fibronectina la quale viene usata da queste cellule per migrare e localizzarsi in questa zona.
Qui queste cellule cardiache progenitrici differenzieranno in angioblasti che formeranno il tubo cardiaco che
in realtà è costituito da 2 tubi uniti a ferro di cavallo (avremo un tubo a destra e un tubo a sinistra). Il
differenziamento in angioblastri coincide con una perdita di molecole di adesione, di N-caderina (una sorta
di transizione epitelio-mesenchima), e acquisiscono il differenziamento in angioblastri.
Dalla regione cardiogenica primaria deriva la gran parte del cuore: gli atri, il ventricolo sinistro e gran parte
del ventricolo destro. Tali strutture si sviluppano contemporaneamente alla stabilizzazione della lateralità.
Contemporaneamente allo sviluppo dell’asse laterale destra-sinistro, utilizzando gli stessi gli stessi mediatori
che inducono lo sviluppo di quell’asse, si sviluppano queste strutture. Quindi capiamo che se qualcosa
perturba l’asse destro-sinistro si avrà anche una perturbazione di quello che è il cuore.
Se esiste un campo cardiogenico primario, ne esiste anche uno secondario, il quale darà origine a tutto ciò
che rimane del cuore: tratto di efflusso (dell’aorta e del tronco polmonare) ciò che rimaneva del ventricolo
destro.
Chi è che regola l’induzione cardiogenica? L’endoderma faringeo, anche in questo caso sono eventi induttivi:
fattori prodotti da strutture adiacenti che inducono lo sviluppo/differenziamento di questa porzione di
mesoderma in cuore. È regolata da fattori positivi e fattori negativi. I primi sono quelli che derivano
dall’endoderma, mentre i secondi provengono da tutte le regioni circostanti (notocorda, ectoderma, nodo di
Hensen…) con l’obiettivo di restringere l’azione dei fattori cardio specifici in quel punto specifico del
mesoderma (noi sappiamo che il mesoderma lo abbiamo in tutto l’embrione e anche oltre) e devo fare in
modo che i fattori agiscano solo in quella zona per poter sviluppare lì il cuore.
Il campo cardiogenico secondario si differenziano dal primario solo perché producono una parte minore di
cuore? In realtà no; le cellule del campo cardiogenico primario hanno una grande capacità proliferativa (dà
origine a molte cellule) ma il tipo di cellule è sostanzialmente uno solo: “cardiomiociti”. Al contrario le
cellule del campo cardiogenico secondario hanno una elevata plasticità differenziativa: daranno origine a
tanti tipi di cellule come cellule muscolari lisce, cardiomiociti atriali, cellule del nodo seno-atriale, cellule
endoteliali, cellule delle vie di conduzione (hanno una capacità di differenziamento maggiore).
Nota bene: la prof parla di diaframma ma solo per farci comprende meglio, il diaframma in questo
momento non si è ancora formato. Quando parla di diaframma è setto trasverso che darà origine al
diaframma)
Questa cavità pericardica che in parte si è già formata è una cavità pericardica che si trova ad avere un
accrescimento più rallentato rispetto all’accrescimento del cuore stesso e soprattutto una minore
distensibilità rispetto al cuore stesso.
Si sono formati i tubi cardiaci, ora cosa succede? Tra 22esimo e 23esimo girono, durante la quarta settimana
oltre al ripiegamento longitudinale avviene il ripiegamento trasversale (causato dall’amnios che porta la
parte laterale del disco verso la linea mediana e si va chiudere. Succede che i due tubi endocardici anch’essi
vengono spinti medialmente uno verso l’altro fino a che si fondono dando origine ad un unico tubo
cardiaco. Durante questa fase il tubo endocardico è sospeso nella cavità pericardica grazie ad una sorta di
legamento: “il mesocardio dorsale”.
I tubi endocardici vengono poi circondati dalla splanconopleura che formerà il mantello mioepicardico,
ovvero la componente che darà origine alla componente miocardio e cardio del cuore. Fra questo ed il tubo
endocardico viene prodotto un tessuto, la gelatina cardiaca (per la sua consistenza gelatinosa), che avrà una
duplice funzione: servirà ad ammortizzare gli urti derivati dalla contrazione del cuore nelle prime fasi,
dall’altra a favorire i movimenti delle cellule che dovranno formare le camere cardiache. Alla fine del
23esimo giorno, quando si è formato questo tubo cardiogeno, questo inizia a battere.
Qui si vede che la posizione della regione cardiogenica che si trova anteriormente e rostralmente alla placca
precordale.
E qui abbiamo il celoma intraembrionale che in questa regione forma la cavità pericardica. Abbiamo già tutti
e tre gli strati (endocardio, miocardio ed epicardio o pericardio viscerale).
A partire dal 24esimo giorno, le cellule del campo cardiogenico primario che quelle del secondario
proliferano e aumentano di numero e il tubo cardiogeno non è più un tubo unico ma inizia a presentare per
la prima volta dei rigonfiamenti (prima volta che non riconosciamo più un tubo uniforme), delle regioni:
regione del seno venoso, dell’atrio primitivo, il ventricolo primitivo, il bulbo e il sacco aortico (dal quale
originano le aorte dorsali).
Fase dei ripiegamenti
Come vediamo la posizione non è quella definitiva, chi la fa assumere? (passiamo alla fase dei ripiegamenti
con la formazione dell’ansa cardiaca). Fra il 23esimo e il 28esimo giorno, il tubo cardiogenico si allunga
perché man mano arrivano sempre più cellule del campo cardiogenico secondario. Al 23-24esimo giorno
succede che questo tubo cardiogeno si è talmente ingrandito e presenta una miriade di rigonfiamenti nel
mentre però è contenuto in una cavità pericardica che non è cresciuta di pari passo ed è abbastanza rigida.
Il tubo non può far altro che ripiegarsi per poter sopravvivere all’interno di questo spazio ristretto, per poter
occupare meno spazio. Si forma quindi l’ansa cardiaca che causa conseguenze: che la porzione cefalica si
porta ventralmente a destra mentre quella caudalica in cui si trova l’atrio primitivo si porta verso l’alto e a
sinistra. Quindi si inizia ad avere una localizzazione più simile a quella che si avrà nel cuore definitivo. Questi
ripiegamenti avvengono attorno ad un asse che è quello rappresentato dal mesocardio dorsale che funge
quindi da leva/asse intorno alla quale poter far avvenire questi ripiegamenti.
Alla fine, il mesoderma dorsale viene assorbito, quindi scompare, e come nell’adulto il cuore sarà sospeso
nella cavità pericardica dai vasi sanguigni. In questa fase noi abbiamo ancora un unico lume nel cuore;
quindi, atrio e ventricolo (al momento ce ne sono solo 1 per tipo) comunicano attraverso il canale
atrioventricolare.
Contemporaneamente si formano altri vasi in tutte le regioni del mesoderma splancnico poiché
chiaramente l’individuo deve avere vasi sanguigni in tutto il corpo per poter far arrivare i nutrienti.
Oltre a questo, l’acido retinoico interviene in un altro processo, ossia quello della formazione delle trabecole
carnee. Noi sappiamo che il miocardio per poter svolgere la sua funzione ha una muscolatura molto
rappresentata, per cui si formano queste trabecole carnee.
Alla fine della quarta settimana, molto precocemente quindi, i cardiomiociti vengono indotti da segnali
endocardici a proliferare e a formare queste trabecole; prima avremo una fase di proliferazione e poi di
compattazione delle trabecole regolata dall’acido retinoico che porta alla trabecolatura del miocardio che è
fondamentale perché se io non avessi queste trabecole il miocardio non risulterebbe capace di pompare il
sangue con quella forza di cui necessita per mandarlo in tutto l’organismo.
In questa fase il sangue fluisce in maniera unidirezionale (non ritorna al cuore primitivo). Dove va a finire
questo sangue? Diaciamo solo le cose principali di questo argomento: Il sangue arriva nel seno venoso
(porzione di cuore che riceve il sangue) da tre vene: vene cardinali (vene proprie dell’embrione), le vene
vitelline (provenienti dal sacco vitellino) e le vene ombelicali (che provengono dalla placenta). Il sangue
arriva nel seno venoso, passa nel cuore, fuoriesce nel sacco aortico, passa poi nelle due arterie dorsali e poi
arriva nel corpo dell’embrione (attraverso le arterie intersegmentali), al sacco vitellino (attraverso l’arteria
vitellina) e ritorna alla placenta (attraverso le arterie ombelicali) dove deve essere riossigenato.
Il percorso che segue il sangue, fino a questa fase, nel cuore è semplice, poiché prevede il passaggio
attraverso un unico canale.
Come si forma l’atrio sinistro? All’inizio nell’atrio primitivo sbocca un’unica vena polmonare che si biforca, i
due tratti si biforcheranno ulteriormente un’altra volta. La zona dell’atrio sinistro cresce, si espande sempre
di più e progressivamente andrà ad incorporare prima l’ostio della prima biforcazione e poi quello delle
altre, alla fine nell’atrio sinistro avremo lo sbocco delle 4 vene polmonari che andranno a costituire la
regione liscia dell’atrio sinistro in contrapposizione con quella rugosa dell’auricola sinistra (questo discorso
di parte liscia e parte rugosa vale anche per l’atrio destro). La parte liscia sarà quella del seno venoso dove
arriveranno le vene cave.
Quindi atrio destro definitivo nasce dall’incorporazione del corno di destra del seno venoso, atrio sinistro
definitivo nasce dall’incorporazione delle vene polmonari.
Come facciamo a dividere gli atri e poi a dividere i ventricoli, e poi a dividere gli atri dai ventricoli lasciando
un orifizio per il passaggio? Come facciamo a passare da un unico tratto di efflusso ad una arteria
polmonare e un’aorta? In pratica, come si formano i setti?
- O perché viene indotta una proliferazione di cellule che porta alla formazione di una cresta, quindi
tramite una sorta di accrescimento attivo (come in questo caso, io ho un lume sul quale
l’endocardio prolifera, e si forma questa sorta di cuscinetto detto cuscinetto endocardico) (Immagini
nella foto A,B e C).
- O grazie al fatto che all’interno di una cavità io ho una porzione al centro della cavità che non si
accresce, rimane lì ferma, mentre quelle laterali si accrescono. Man mano che quelle laterali si
accrescono la porzione centrale che non si accresce rimane lì schiacciata/compressa e si forma un
setto. (immagini nella foto D, E ed F).
Come avviene la sepimentazione degli atri? Noi diciamo che il setto prolifera e scende verso il basso ma
in realtà non è proprio così. Gli atri si formano col secondo processo, ovvero grazie ad una zona che non
prolifera mentre quelle circostanti sì. Diciamo che scende verso il basso perché poi ci risulterebbe
difficile capirlo.
Tutto ciò inizia alla fine della quarta settimana. Inizialmente, dal tetto dell’atrio si forma questo setto,
detto septu primum, che scende verso il canale atrioventricolare (unica apertura). Questa discesa non è
completa, ma rimane una comunicazione chiamata ostium primum.
Dopodiché sul margine del canale atrioventricolare, con il primo processo, si formano degli ispessimenti
detti cuscinetti endocardici (destro, sinistro, superiore e inferiore). Destro e sinistro restano invariati,
mentre superiore e inferiore si fondono tra di essi formando il septum intermedium.
In questo modo avremo un canale atrioventricolare destro e un canale atrioventricolare sinistro.
Succede poi che questo septum intermedium si porta anche verso l’alto e va ad incontrare il septum
primum. Per cui alla fine della sesta settimana septum primum e septum intermedium si fondono andando
a chiudere l’ostium primum che si era formato. Prima che la chiusura sia completa, sui margini superiori
dell’sotium primum compaiono dei forellini che si fondono tra di loro andando a formare quest’altra
apertura che è l’ostium secundum.
Lateralmente all’ostium secundum si va a formare un altro setto che è il septum secundum che a sua volta
cresce verso il setto intermedium senza raggiungerlo, lasciando un’apertura sul pavimento dell’atrio destro
chiamata ovale di Botallo.
Il forame ovale rimarrà aperto fino alla nascita. Dunque, per tutta la durata della gravidanza,
atrio destro ed atrio sinistro comunicano, poiché i polmoni ancora non si sono formati, e
questa cosa fa sì che il cuore devii il sangue da destra verso sinistra.
Il setto atrioventricolare si forma dalla fusione tra il cuscinetto endocardico superiore e
inferiore.
Per la formazione di questi ultimi, un importante ruolo è svolto dalla migrazione delle
cellule della cresta neurale cardiaca. Qualora tali cellule non migrassero correttamente,
avremmo un’alterazione del setto intermedio e quindi un’anomala separazione tra atri e
ventricoli.
Nel canale atrioventricolare destro e sinistro si devono sviluppare le valvole per evitare il
reflusso.
Le valvole mitrale, tricuspide e semilunare si sviluppano da veri e propri cuscinetti (che ci
rimandano l’immagine di qualcosa che ha un certo spessore), l’assottigliamento dei quali,
fondamentale per la formazione delle valvole, è eseguito dal flusso sanguigno, che esercita
un attrito su tale superficie fino a determinare la sottile struttura valvolare.
Dalle trabecole si differenzieranno corde tendinee e muscoli papillari.
I segnali coinvolti nello sviluppo delle valvole cardiache sono: acido ialuronico, EGF, calcio
ecc.
Le creste neurali cardiache sono le cellule delle creste che migrano attraverso terzo, quarto e
sesto arco faringeo e vanno nel cuore.
Probabilmente sono due sottopopolazioni diverse (una darà cuscinetti endocardici e l’altra il
setto aortopolmonare).
Al momento del parto avvengono dei cambiamenti che separano circolazioni destra e
sinistra.
Ad esempio:
Il taglio del cordone ombelicale porta alla vasocostrizione della muscolatura liscia delle
arterie ombelicali che si chiudono prima funzionalmente e poi dopo due tre mesi si
chiuderanno del tutto.
Si chiude anche il dotto venoso di Aranzio, per cui si fonderanno legamenti del fegato.
Subito dopo la nascita avviene la prima respirazione cioè la prima dilatazione polmonare. I
polmoni producono Bradichinina, la quale indurrà una vasocostrizione della muscolatura del
sotto di Botallo che si chiude funzionalmente e poi in seguito definitivamente.
Per la gran parte dei casi si tratta di eziologia multifattoriale: quando fattori ambientali
intervengono su fattori predisponenti. Il 20% delle cardiopatie congenite sono derivanti da
anomalie cromosomiche e l’80% sono di natura sporadica dunque insorgono de novo.
Esistono sindromi associate a cardiopatie congenite (come la sindrome di down). Molti
agenti possono essere teratogeni per il cuore (virus della rosolia, thalidomide, vitamina A,
alcool..);anche malattie materne aumentano il rischio di CHD: diabete, obesità,
ipertensione...
Esistono inoltre sindrome monogeniche, una di esse è la sindrome cuore mano per
mutazione di TBX5 che indice l’arto superiore ed era coinvolto anche nell’induzione del
miocardio e della formazione delle camere cardiache.
Nella Cardiomiopatia congenita ipertrofica vi è una completa disorganizzazione delle
cellule muscolari cardiache che si accumula nel corso del tempo ed è causa di morte
improvvisa.
Nella sindrome di George, della quale abbiamo parlato quando abbiamo studiato il timo:
quest’ultima comporta agenesia timica e malformazioni cardiache perchè c’è un difetto a
livello delle creste neurali.
Le anomalie più comuni sono quelle del setto interatriali: possono andare dalla persistenza
degli ostium primum e secundum o causare addirittura un atrio unico quando proprio non si
forma comunicazione fino a quella più comune che è il forame ovale pervio (non si chiude).
Quest’ultima situazione può anche essere asintomatica per tutta la vita oppure nei casi
sfortunati nei quali si sviluppa un trombo venoso negli arti inferiori che invece di andare ai
polmoni va attraverso il forame nel ventricolo sinistro e può causare embolia.
In tutte queste situazioni abbiamo mescolamento di sangue ossigenato e deossigenato.
Nell’anomalia del septum intermedium (che divideva gli atri dai ventricoli) si parla di
canale atrioventricolare che permane. Con canale intendiamo sia la struttura embriologica
che si forma sia la malformazione dovuta alla mancata chiusura del canale stesso.
Anomalie del bulbo arterioso: si può avere per separazione ma formazione di una fistola tra
aorta e vena polmonare o se questa separazione avviene ma non del tutto, ancora può essere
causata da una comunicazione totale o nei casi più gravi non avviene la spiralizzazione, le
creste scendono e vi è una trasposizione dei grossi vasi.
Esempi:
Atresia della tricuspide: la tricuspide non si è formata, non c’è l’orifizio atrioventricolare
destro, dunque il ventricolo destro non si può sviluppare.
Il cuore è un muscolo e si sviluppa anche per allenamento, dal momento che non fluisce
sangue nel ventricolo destro questo non si sviluppa correttamente, il ventricolo sinistro sarà
caratterizzato da ipertrofia compensatoria. Vi è mescolamento del sangue ed una persistenza
della comunicazione tra atrio destro ed atrio sinistro. Si può anche avere atresia dell’aorta:
quest’ultima non si forma dunque sarà il ventricolo sinistro ad essere atrofico mentre il
destro sarà ipertrofico per compensazione.
Le più famose sono la trilogia e la tetralogia di Fallot: vengono chiamate così perché in una
ci sono tre e nell’altra quattro manifestazioni.
La trasposizione dei grossi vasi che si verifica quando non c’è una spiralizzazione del setto
nella quale vi è morte del 90% dei casi, in quanto dal ventricolo sinistro esce l’arteria
polmonare che quindi manderà sangue ad alta pressione nei polmoni mentre dal destro esce
l’aorta che manderà in circolo sangue non ossigenato.
Vi può poi essere eterotassia la quale va dalla destrocardia di tutto il cuore fino a fenomeni
intermedi relativi ad esempio ad un’alterazione della posizione o della forma degli atri o ad
atri che sono tutti uguali e non diversi ecc.
APPARATO FARINGEO
Per apparato faringeo intendiamo la struttura degli archi faringei chiamati anche chiamati in
passato archi branchiali per la loro somiglianza alle branchie dei pesci che si sviluppano sul
danavnti dell’ intestino faringeo e che dunque presentano una derivazione da tutti i foglietti
germinativi:mesoderma, ectoderma ed endoderma ed una grossa componente da parte delle
cellule delle creste neurali.
Questa immagine mette in evidenza il contributo dei due tipi di ossificazione allo
splancnocranio ed al neurocranio:
separate da mesoderma.
Gli archi faringei sono sei ma solo quattro sono visibili dall’esterno: dal primo al quarto. Il
quinto arco degenera mentre il sesto non è visibile esternamente.
Si formano temporaneamente cinque paia di archi aortici, quelli più craniali regrediscono
mentre quelli più caudali permangono e vanno appunto nei rispettivi archi.
Rispetto al discorso della non contemporaneità con cui si sviluppano, in questa immagine
possiamo vedere soltanto il primo ed il secondo arco poco dopo la chiusura del neuroporo
anteriore. Possiamo inoltre notare il primordio dell’occhio dell’embrione.
Il primo argo faringeo presenta due sporgenze: processo mascellare e processo mandibolare
dalle quali deriveranno le strutture rispettivamente mascellari e mandibolari. Dorsalmente
troviamo il ganglio del trigemino che innerverè tutti i tessuti derivanti da questo arco.
Se teniamo presente la derivazione dagli archi faringei delle componenti nersvosa e
vascolare risulterà più facile lo studio dell’anatomia.
Le cellule dei gangli sensitivi derivano dalle cellule delle creste neurali e da strutture
chiamate placodi epibranchiali (al di sopra delle branchie/ archi faringei).
I placodi epibranchiali sono regioni di ectoderma superficiali, cioè ectoderma specializzato
che contribuisce a formare i gangli sensitivi di questi archi: (quinto, settimo, nono e decimo
paio di nervi cranici).
In questa immagine, che rappresenta la parte esterna (faccia) vediamo bene il primo e il
secondo, il terzo e il quarto arco faringeo.
Man mano che si delineano questi archi, la membrana buccifaringea, intorno alla quale si
organizzano, inizia a perforarsi e fa stabilire una sorta di connnessione tra faringe e
stomodeo. Si forma per la prima volta una sorta di bocca.
Andiamo a vedere meglio le tasche: dal secondo arco abbiamo questa proliferazione che si
porta in avanti, si forma il seno cervicale (apertura) che successivamente per la crescita di
strutture circostanti verrà obliterato, si chiuderà.
Sull’orifizio esterno del condotto uditivo esterno vi saranno poi delle proliferazioni
provenienti dall’arco mandibolare e da quello ioideo che si fonderanno assieme e
formeranno il padiglione auricolare.
Per quanto riguarda le tasche branchiali o faringee:
La prima tasca si porta tra l’abozzo dell’orecchio interno e quello dell’orecchio esterno e
formerà l’orecchio medio; il fondo della tasca formerà la cassa del timpano e la sua apertura
nella faringe formerà la tuba uditiva. Ectoderma ed endoderma si accollano e formano la
membrana timpanica, che non si deve perforare al contrario di altre membrane che abbiamo
visto.
La seconda tasca: l’epitelio prolifera e forma la tonsilla palatina;
La terza tasca darà l’abbozzo principale del timo, il quale dopo essersi formato a livello del
collo scenderà verso il basso, migrerà, si unirà con labbozzo controlaterale e diventerà un
organo impari.
Dalla parete dorsale della terza tasca originano le due paratiroidi inferiori che verranno
portate verso il basso dalla tiroide quando essa si formrà.
La quarta tasca da origine ad un abbozzo timico che regredisce, dalla parete dorsale nascono
le paratiroidi superiori, che anch’esse verranno trascinate verso il basso.
La quinta tasca darà origine al corpo ultimo brachiale da cui deriveranno le cellule C
parafollicolari. Man mano che la tiroide scende, queste cellule la colonizzano.