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Con l’embriogenesi comincia la fase vegetativa dello sviluppo della pianta che però continua per
tutta la vita della pianta (si parla di crescita indeterminata), infatti le piante, a differenza degli
animali, hanno tessuti specializzati, i meristemi, che generano continuamente nuove cellule ed
organi. Ciò fornisce alle piante un modo semplice di risolvere il problema dell’invecchiamento:
quando un organo è vecchio viene sostituito da uno nuovo (un esempio è l’abscissione fogliare).
L'embriogenesi stabilisce il piano strutturale della pianta che consiste in due organizzazioni
sovrapposte:
• un’organizzazione apice-base lungo l'asse maggiore della pianta,
• un'organizzazione radiale di sistemi di tessuti disposti concentricamente.
Inoltre l’embriogenesi determina la formazione dei meristemi primari, i quali, dopo la
germinazione, daranno luogo agli organi e ai tessuti della pianta adulta. Il primo meristema
formato durante lo sviluppo embrionale è quasi sempre quello della radice primaria.
Dal punto di vista morfologico la struttura dell’embrione può essere considerata come il risultato
della sovrapposizione di due modelli di sviluppo: uno lungo l’asse longitudinale (apicale-basale) e
l’altro lungo l’asse radiale (il pattern radiale è costituito da tessuti e non da organi).
Le piante esibiscono una polarità assiale nella quale organi e tessuti sono organizzati in un ordine
preciso lungo un asse lineare o polarizzato:
-Meristema apicale
-Ipocotile
-Radice
-Meristema radicale
-Cuffia
Quest’ordine viene stabilito durante l’embriogenesi.
Ogni segmento a sua volta esibisce una polarità con caratteristiche fisiologiche distinte tra parte
basale e apicale.
Con il procedere delle divisioni cellulari l’embrione delle dicotiledoni, passerà dallo stadio
globulare a quello a cuore, in cui sono distinguibili gli abbozzi dei cotiledoni. Più tardi tra i
cotiledoni si formerà il meristema apicale caulinare mentre al polo opposto comincerà a
differenziarsi il meristema apicale radicale.
Lo stadio globulare non ha polarità e presenta simmetria radiale, essendo i piani di simmetria
infiniti ed equivalenti. Il passaggio dallo stadio globulare allo stadio a cuore segna una tappa
importante dello sviluppo poiché l'embrione acquisisce la polarità. Nello stadio a cuore sono,
infatti, distinguibili due poli (uno dei quali formerà il germoglio e l'altro la radice) e nelle
dicotiledoni ha simmetria bilaterale.
Contrariamente agli animali superiori, nelle piante gli organi si formano dopo l'embriogenesi
grazie alla presenza dei meristemi.
Gli embrioni pur presentando un piano strutturale simile, non sono tutti uguali, soprattutto per
quel che riguarda il numero di cotiledoni.
Nelle piante ci sono evidenze che sia l’auxina il principale morfogeno durante l’embriogenesi,
ovvero una sostanza che governa i percorsi di sviluppo dei tessuti durante il processo di
morfogenesi, nonché il posizionamento delle diverse tipologie di cellule specializzate all'interno
del tessuto.
Il seme costituisce una delle novità più importanti che comparvero nel corso dell’evoluzione delle
piante vascolari. È importante perché rappresenta la struttura fondamentale per la propagazione
in quanto contiene una pianta allo stato embrionale, circondata da elementi morfologici adatti alla
sua protezione, utili nel caso di circostanze difficili, e per assicurarne la crescita in un ambiente
favorevole. Inoltre il seme è una componente vitale dell’alimentazione mondiale se si pensa che i
semi di cereale sono il 90% di tutti i semi coltivati.
Il seme rappresenta probabilmente uno dei fattori responsabili della dominazione delle
Spermatofite (= piante che producono semi) nella flora attuale. Le spermatofite comprendono:
gimnosperme in cui il seme si sviluppa all’interno delle squame del cono femminile ma è a
contatto con l’ambiente esterno (seme nudo); e angiosperme in cui il seme si sviluppa all’interno
di un frutto che rappresenta la modificazione dell’ovario.
Nell'ultima fase di maturazione dell'ovulo i due tegumenti si trasformano nei tegumenti del seme.
Quello interno detto tegmen ed è sottile membranoso, mentre quello esterno, detto testa, è spesso
e duro.
Sulla superficie dei semi si possono notare due cicatrici , una più piccola dove prima era situato il
micropilo, ed una detta ilo dove il seme, attraverso il funicolo , riceveva i nutrienti.
Per conseguire questi risultati il seme, che contiene l’embrione, deve possedere alcune
caratteristiche:
• presenza, intorno all’embrione, di sostanze nutritive sufficienti a sostenere la crescita eterotrofa
dell’embrione fino a renderlo pianta autosufficiente ed autotrofa;
• un metabolismo estremamente ridotto, per far si che le sostanze di riserva non vengano
consumate nell’intervallo di tempo fra il distacco del seme dalla pianta madre e la germinazione;
• capacità di resistere senza danni a situazioni ambientali avverse e potenzialmente dannose in
questo intervallo di tempo;
• meccanismi di percezione e valutazione dei vari parametri ambientali e capacità di reazione a
quelli favorevoli con la ripresa di crescita e sviluppo.
L’embrione rappresenta la futura pianta derivata dallo sviluppo dello zigote. In esso sono
riconoscibili una radichetta che è il primordio dell’apparato radicale, una piumetta che è l’apice
del futuro fusto e una (nelle Monocotiledoni) due (nelle Dicotiledoni) o numerose (nelle
Gimnosperme) foglie embrionali o cotiledoni. Tra la radichetta e l’inserzione dei cotiledoni è
posto l’ipocotile, e tra i cotiledoni e le prime vere foglie è posto l’epicotile.
Durante la prima fase di germinazione, l'embrione racchiuso all'interno dei tegumenti non è
autotrofo, quindi si nutre delle sostanze di riserva accumulate nel seme fino a quando la pianta
diverrà autotrofa grazie all'attività fotosintetica delle prime foglioline.
Nelle angiosperme le sostanze di riserva vengono accumulate nell'endosperma (tessuto cellulare di
riserva generalmente triploide, contenuto nel seme, che viene digerito dallo sporofito in
accrescimento prima o dopo la maturazione del seme; è presente solo nelle Angiosperme), che si
origina in seguito alle divisioni del nucleo primario dell'endosperma.
In molte specie l'endosperma si esaurisce durante l'embriogenesi: in questo caso le sostanze di
riserva si accumulano nelle cotiledoni e si ingrossano andando a costituire gran parte della massa
del seme. A seconda che le riserve siano accumulate nell'endosperma (nella maggior parte delle
monocotiledoni) o nei cotiledoni (di molte dicotiledoni) si parla di semi albuminosi o
esalbuminosi.
Durante la formazione dell’embrione un flusso continuo di nutrienti passa dalla pianta madre ai
tessuti dell’ovulo. Ciò comporta una notevole sintesi di materiale nutritivo nelle cellule
dell’endosperma, nel perisperma (tessuto generato dalla nocella) o nei cotiledoni dell’embrione.
Terminata la fase di accumulo dei nutrienti, il funicolo (o peduncolo) che connette l’ovulo alle
pareti dell’ovario si stacca e l’ovulo diventa un sistema chiuso dal punto di vista nutrizionale.
Successivamente il seme si dissecca per perdita di acqua e l’involucro seminale che deriva dai
tegumenti che racchiudevano la nocella, si indurisce e delimita l’embrione con tutte le riserve
nutritive.
Lo sfruttamento delle riserve (carboidrati, proteine, grassi) rappresenta una breve fase eterotrofa
nella vita della pianta che si conclude con la formazione delle prime vere foglie fotosintetizzanti.
Sostanze di riserva accumulate nell’endosperma: carboidrati, proteine e grassi.
I tre tipi di riserve sono diversamente distribuiti all’interno di ogni singola cellula.
• Amido e Grassi hanno il significato di riserve di Carbonio (in particolare i lipidi si trovano sotto
forma di goccioline citoplasmatiche dette sferosomi)
• Proteine sono le riserve di Azoto e Zolfo (sono accumulate nei granuli di aleurone)
•Carboidrati e grassi hanno la stessa funzione di riserva di atomi di C quindi essendo
intercambiabili i semi ricchi di amido hanno pochi grassi e viceversa (i carboidrati sono contenuti
all’interno degli amiloplasti).
I grassi sono la riserva preferita nei semi piccoli perché l’energia prodotta dalla loro ossidazione è
maggiore rispetto a quella prodotta dall’ossidazione dell’amido.
Le proteine non possono mancare perché contengono N e S che non sono presenti negli altri 2
tipi di sostanza riserva. Possono essere presenti in una forma amorfa o sotto forma di granuli
aleuronici.
La germinazione comincia con l’imbibizione del seme e termina con la protrusione della
radichetta.
Il segno visibile che la germinazione è completa è l’allungamento dell’asse embrionale attraverso i
tegumenti.
Gli eventi successivi alla germinazione sono: mobilizzazione o idrolisi delle sostanze di riserva;
crescita della pianta.
Grassi, carboidrati e proteine sono macromolecole che non possono essere utilizzate tal quali
perché ad esempio attraverso le membrane.
Una molecola così grande non potrà mai passare, quindi è necessario che con la riattivazione
vengano riattivati quegli enzimi che idrolizzano le macromolecole. In questo modo si ottengono
molecole più piccole, molto più semplici, che possono essere trasportate dal sito di produzione al
sito di utilizzazione.
Piante annuali
• sono chiamate piante annuali tutte quelle piante che hanno un ciclo vitale che inizia nel
momento della semina e termina dopo la fioritura, generalmente producendo nuovi semi che
fanno da collegamento tra una generazione e quella successiva.
• Alcune varietà hanno un ciclo molto breve che però si riesce a ripetere più volte nelle stessa
stagione.
• Le piante annuali comprendono gran parte delle piante erbacee, i fiori selvatici, i fiori da
giardino e le verdure.
Piante Biennali
• Sono definite piante biennali quelle piante completano il loro ciclo vitale in due anni. Dove nel
primo anno hanno un buon sviluppo vegetativo e nel secondo completano con la fioritura.
Producendo anche loro i semi per la riproduzione. Al termine del secondo anno la pianta muore.
• Esempi di piante biennali sono: la cipolla, le digitalis, il sedano, il finocchio, il prezzemolo.
Perenni
• Le erbacee perenni sono quelle piante che hanno un ciclo vitale che dura più di due anni.
• Durante l’inverno la parte aerea si secca e quindi va tagliata. Nonostante ciò la pianta non è
morta. Infatti l’apparato radicale continua a vivere germogliando con nuovi getti in primavera.
• Le Erbacee Perenni a differenza della Annuali e Biennali non muoiono, entrano in uno stato
chiamato riposo vegetativo.
• Es. narcisi, i ciclamini e gli iris