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CINZIA CIARMATORI

LA MEDICINA DEL CONIGLIO


Il presente libro è accreditato come Autoapprendimento FAD con riconoscimento ECM
per tutte le professioni, solo attraverso apposita registrazione al sito www.ebookecm.it

COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA © 2021
ISBN: 9788831253307
INDICE

PREFAZIONE 7

INTRODUZIONE 8

Capitolo 1
IL CONIGLIO
L’EVOLUZIONE E LA DOMESTICAZIONE 10

Capitolo 2
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA 13
2.1 La classificazione 13
2.2 Il tegumento 14
2.2.1 La muta 15
2.3 Le orecchie, la testa e il collo 15
2.4 Gli occhi 16
2.4.1 Il sistema lacrimale 17
2.5 Il sistema scheletrico 18
2.6 L’apparato cardio-circolatorio 20
2.6.1 Siti di prelievo 21
2.7 Il sistema immunitario 22
2.8 Il sistema respiratorio 22
2.8.1 Vie aeree superiori 22
2.8.2 Vie aeree inferiori 23
2.9 L’apparato digerente 23
2.9.1 Abitudini alimentari 23
2.9.2 La cavità orale 24
2.9.3 La masticazione 27
2.9.4 La lingua 28
2.9.5 Le ghiandole salivari 28
2.9.6 L’esofago 28
2.9.7 Lo stomaco 28
2.9.8 Il piccolo intestino 30
2.9.9 Il grosso intestino 31
2.9.10 Il fegato 35
2.9.11 Il pancreas 36
2.10 L’apparato urinario 36
2.10.1 I reni 36
2.10.2 Le urine 37
2.11 L’apparato riproduttore 39
2.11.1 Nel maschio 39
2.11.2 Nella femmina 39
2.11.3 La fisiologia riproduttiva 40
2.12 Il sistema endocrino 43
2.12.1 I parametri fisiologici 43

Capitolo 3
LA COMUNICAZIONE DEL CONIGLIO
E IL COMPORTAMENTO. COSA È NECESSARIO CONOSCERE 44
3.1 La comunicazione 44
3.1.1 La comunicazione vocale 45
3.1.2 I segnali di stress 46
3.1.3 La socialità 46
3.1.4 Il comportamento alimentare 47
3.1.6 I comportamenti eliminatori 48
3.1.7 Il grooming 48
3.1.8 Il sonno 49
3.1.9 Il gioco 49
3.1.10 I comportamenti associati al dolore 49

Capitolo 4
L’ALIMENTAZIONE DEL CONIGLIO 51
4.1 Il microbiota 52
4.2 L’alimentazione in ambito domestico 52
4.2.1 Piante ornamentali 55
4.3 L’acqua 57

Capitolo 5
LA VISITA CLINICA E LE PATOLOGIE PIÙ FREQUENTI 58
5.1 La visita clinica 61
5.2 Esame delle feci 62
5.3 Patologie infettive e infestive 62
5.3.1 Mixomatosi 63
5.3.2 Malattia emorragica virale (MEV) 64
5.3.3 Encefalitozoonosi 68
5.3.4 Toxoplasmosi 71
5.3.5 Pasteurellosi 72
5.4 Le patologie cutanee 72
5.4.1 La muta 73
5.4.2 Barbering 73
5.4.3 Patologie batteriche 74
5.4.4 Patologie virali 75
5.4.5 Patologie fungine 75
5.4.6 Patologie parassitarie 77
5.5 Le patologie respiratorie e toraciche 85
5.5.1 Le vie aeree superiori 86
5.5.2 Le vie aeree inferiori 87
5.6 Patologie cardiache 91
5.6.1 Diagnosi 92
5.6.2 Terapia 94
5.7 Le patologie oftalmiche 94
5.7.1 Disturbi delle palpebre 95
5.7.2 Eccessiva lacrimazione 96
5.7.3 Esoftalmo 97
5.7.4 Ulcere corneali 98
5.7.5 Occlusione corneale 99
5.7.6 Ascessi corneali 99
5.7.7 Glaucoma 100
5.7.8 Cataratta e patologie iridee 100
5.8 Patologie dell’apparato digerente 101
5.8.1 Stasi gastrointestinale, costipazione ed ileo 102
5.8.2 Ostruzione intestinale 106
5.8.3 Enterite e enterotossiemia 108
5.8.4 Enterocolite epizootica, o enteropatia mucoide 110
5.8.5 La mancata ingestione di ciecotrofo 110
5.8.6 I parassiti intestinali 111
5.8.7 L’obesità 113
5.8.8 La papillomatosi 114
5.9 Le patologie dentali 114
5.9.1 Malocclusione congenita 115
5.9.2 Malattia dentale acquisita 116
5.10 Le patologie dell’apparato urinario 121
5.10.1 L’insufficienza renale 121
5.10.2 L’urolitiasi 123
5.10.3 L’ipercalciuria 125
5.10.4 Cistite 127
indice

5.11 Le patologie dell’apparato riproduttore maschile 127


5.11.1 Criptorchidismo 127
5.11.2 Orchite 128
5.11.3 Tumori testicolari 128
5.12 Le patologie dell’apparato riproduttore femminile 129
5.12.1 Infezioni uterine 129
5.12.2 Idrometra e mucometra 129
5.12.3 L’adenocarcinoma uterino 130
5.12.4 Patologie mammarie 131
5.13 Le patologie neurologiche 131
5.13.1 Encefalitozoonosi 132
5.13.2 Toxoplasmosi 132
5.13.3 Intossicazione da metalli pesanti 132
5.13.4 L’avvelenamento da fipronil 133
5.13.5 La tossiemia gravidica 134
5.13.6 Il colpo di calore 134
5.13.7 L’otite interna 135
5.14 Le patologie muscoloscheletriche 137
5.14.1 Le lesioni vertebrali 137
5.14.2 Spondilosi 138
5.14.3 Debolezza muscolare generalizzata 139
5.14.4 Splay-leg 139
5.15 Le patologie endocrine 139

CONCLUSIONI 141

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 143

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indice

PREFAZIONE

PAOLO SELLERI

Conosco da tanti anni la collega Cinzia Ciarmatori e quello che la


contraddistingue è l’aver sempre saputo aggiungere un tocco particolare
a tutto ciò che fa.
Questo libro non fa certo eccezione, pagina dopo pagina traspare l’e-
mozione e la forza con la quale quotidianamente affronta la professione
medico veterinaria.
Si tratta di un testo prezioso, perché unisce alla trattazione compe-
tente di ogni aspetto e ambito della medicina del coniglio l’esperienza
maturata in quasi vent’anni di lavoro.
Dal modo in cui gli argomenti vengono trattati traspare la passione e
ben si comprende la scala di priorità che guida il suo approccio alla cura.
Il lettore viene preso per mano e accompagnato passo dopo passo nel
processo diagnostico e terapeutico, senza mai dimenticare il ruolo cen-
trale del medico veterinario specializzato nella medicina del coniglio da
compagnia.
Nell’ottica di un percorso di aggiornamento continuo e di crescita
professionale questo testo offre al contempo spunti di riflessione e forni-
sce una panoramica aggiornata sulle ultime novità, mettendo in evidenza
al tempo stesso le difficoltà ancora presenti nel processo diagnostico di
alcune malattie.
Sprona quindi a non accontentarsi e ad accrescere le proprie cono-
scenze e approfondire, per mettere a disposizione dei nostri pazienti coni-
gli una medicina sempre più efficace e all’avanguardia.

Dott. Paolo Selleri, DMV, PhD, SpecPACS, DipECZM


(Small Mammals and Herpetology)

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INTRODUZIONE

Il coniglio è entrato a far parte in tempi relativamente recenti degli


animali che definiamo “da compagnia”.
Eppure è ormai sul podio insieme a cane e gatto e conquista quotidia-
namente un numero sempre maggiore di persone.
I motivi sono molti e non riguardano probabilmente solo il coniglio
in sé, quanto piuttosto cambiamenti sociali e culturali che inducono ad
ospitare animali di piccola taglia e dei quali si pensa, a torto, che abbiano
poche esigenze in termini di spazio, di relazione e di gestione.
In realtà il coniglio, come avremo modo di approfondire, non è come
molti pensano un animale che può trascorrere la vita da solo, tantomeno
in una gabbia: si tratta di una specie sociale, con grandi capacità comuni-
cative e necessità di relazione, con esigenze peculiari in ambito nutriziona-
le e che richiede cure mediche specifiche.
Come veterinari sappiamo che non basta aver conseguito la laurea né
avere esperienza nella cura di cane e gatto per poter affrontare con com-
petenza la medicina di base del coniglio e questa pubblicazione nasce pro-
prio con questo intento: fornire a tutti i veterinari che non si occupano in
modo “specialistico” di animali non convenzionali gli strumenti teorici e
pratici necessari per non trovarsi impreparati.
Chi sceglie di vivere con un coniglio spesso ospita anche altri animali e
non di rado si rivolge, per ricevere consigli utili e informazioni, al medico
di fiducia al quale viene affidata la salute di cani e gatti.
Anche per questo è così importante, data la sempre più ampia diffu-
sione di questa specie, acquisire competenze di base e limitare la necessità

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indice

LA MEDICINA DEL CONIGLIO


INTRODUZIONE

di accesso alle informazioni generiche e spesso fuorvianti raccolte in rete,


tra siti ed esperti improvvisati.
Riappropriandosi così con autorevolezza del proprio ruolo educativo e
limitando a tanti conigli sofferenze evitabili.

Buona lettura dunque e buon viaggio nel mondo dei conigli!

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CAPITOLO 1
IL CONIGLIO
L’EVOLUZIONE E LA DOMESTICAZIONE

I conigli domestici sono discendenti diretti del coniglio europeo (Oryc-


tolagus cuniculus), diffuso sia in Europa occidentale che in Africa, in parti-
colare nel Nord Africa e nelle regioni occidentali.
I primi ad identificarli furono probabilmente i Fenici nel territorio
dell’attuale Spagna e in seguito i Romani, nei cui scritti compaiono spesso.
Proprio i Romani, che contribuirono alla diffusione del coniglio dalla
Penisola Iberica al resto d’Europa più di 2000 anni fa, allevavano questi
animali in giardini delimitati da mura, noti come leporaria.
Per iniziare a parlare di domesticazione occorre attendere però il Me-
dioevo: i monaci cominciarono ad ospitare ed allevare il coniglio con sem-
pre maggior frequenza all’interno proprio dei monasteri tra il quinto e il
sesto secolo.
Uno sviluppo più sistematico è cominciato nel Sedicesimo secolo nel
Sud della Francia per proseguire fino al Diciannovesimo anche in altre
nazioni, tra cui l’Inghilterra, con una maggior selezione di razze. Anche in
Italia sono sempre più numerose le varianti, dall’Angora alla Fata perlata,
dall’Argentata di Champagne al Rex, dalla Fata di Marburgo alla Rossa
della Nuova Zelanda, dall’Ariete all’Hotot, dai Mini Rex agli Ermellini.
Alcuni studi scientifici1 hanno evidenziato che la domesticazione ha
prodotto nei conigli piccoli cambiamenti in molti geni, correlati per lo

1
“Rabbit genome analysis reveals a polygenic basis for phenotypic change during domestication”
M.Carneiro et al., Science vol.345 2014.

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LA MEDICINA DEL CONIGLIO


1. IL CONIGLIO. L’EVOLUZIONE E LA DOMESTICAZIONE

più con lo sviluppo del sistema nervoso e le cui conseguenze più evidenti
sono la maggior mansuetudine, la possibilità di confinamento e la capaci-
tà di sviluppare legami con la nostra specie.
I conigli non sono roditori ma lagomorfi come la lepre e il pica, dif-
fuso in Nord America, Europa ed Asia, che assomiglia moltissimo ad una
famosa icona della cultura giapponese, il Pokémon Pikachu.
E a proposito di icone e di simboli, difficile non pensare al White Rab-
bit, il Bianconiglio al quale Lewis Carroll diede vita per condurre Alice nel
suo Paese delle Meraviglie e che Walt Disney ha trasformato nell’indimen-
ticabile personaggio animato.
Anche perché in epoca Vittoriana il coniglio era molto diffuso come
animale da compagnia e per questo motivo ha dato vita a personaggi let-
terari molto famosi.
In realtà il coniglio (e la lepre, con la quale viene accumunato nella tra-
dizione popolare) ha un ruolo di rilievo in molte tradizioni, in particolare
come simbolo di fertilità e rinascita, dall’accezione lunare in connessione
con la Terra e con il potere fecondante dell’acqua, in un cerchio senza fine
di rinascita, di vita dopo la morte.
Per gli antichi Egizi la lepre era uno degli aspetti del dio Osiride, per i
Greci animale sacro alla dea Afrodite e secondo Plinio il Giovane cibarsi
della carne di questo animale avrebbe combattuto la sterilità femminile.
Per le popolazioni celtiche l’animale era sacro alla dea della Vittoria e
le divinità lunari sono spesso rappresentate accanto a lepri.
Per gli Aztechi invece le divinità scaraventavano conigli sulla Luna e
apparivano come macchie scure, un gesto legato all’adulterio commesso
dal fratello maggiore del Sole con Thot, la Luna, anche in questo caso
dunque immagine con una forte connotazione sessuale.
Per i Maya un coniglio rese grandi servigi alla dea Luna in pericolo, e
per questo divenne eroe: salvare la Luna equivale a salvaguardare la cicli-
cità della vita e della morte e quindi di conseguenza ogni essere vivente.
Per i Nativi americani invece era fatto divieto ai guerrieri di nutrirsi
di carne di coniglio, per la convinzione che potessero assumerne alcune
caratteristiche, la pavidità ad esempio, mentre utilizzarne la pelle per gli
archi avrebbe garantito rapidità e agilità.

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LA MEDICINA DEL CONIGLIO


1. IL CONIGLIO. L’EVOLUZIONE E LA DOMESTICAZIONE

Era anche simbolo di amore per i Lakota e proprio la danza chiamata


“del coniglio” era l’unica a cui donne e uomini potevano partecipare in-
sieme.
Nei miti degli Indiani, il coniglio era scaltro quanto il coyote e in
Mythis and Legends of the Sioux, il coniglio compare in ben sette racconti.
In Cina la lepre è il quarto animale dello zodiaco e animale yin, legato
al potere femminile. La sua raffigurazione è anche in questo caso correlata
alla Luna, come simbolo di immortalità e longevità e come protettrice della
fauna selvatica.
Anche in Africa la lepre è associata alla Luna e in India il Bodhisattva
ha le sembianze di un coniglio quando si reca ad immolarsi nel fuoco per
nutrire Buddha, di cui il Grande Coniglio è una delle incarnazioni.
Il governo giapponese ha dichiarato la lepre monumento sacro vivente
per preservarla.
Nel Taoismo, la Luna (e così la lepre) muore e rinasce a simboleggiare
l’immortalità mentre in Birmania era assimilata all’antenata della Dina-
stia Lunare. Anche in Cambogia è simbolo di fecondità.
Con l’avvento del cristianesimo però i concetti di fecondità e abbon-
danza finiscono per assumere un’accezione negativa: conducono alla lus-
suria e allo spreco, e la proverbiale mitezza di questi animali viene asso-
ciata alla viltà.
Ecco perché la lepre bianca diventa simbolo di lussuria e viene raffi-
gurata ai piedi della Vergine Maria, ad indicare il trionfo della verginità e
della castità sulla lussuria, o ai piedi di San Gerolamo in veste di lussuria
tentatrice.
Nelle note a margine di alcuni manoscritti medievali il coniglio si tra-
sforma invece in cacciatore, guerriero e persino in boia ed aguzzino, con
tanto di lance, asce e spade impugnate con la destrezza di un vero cavalie-
re. Si tratta di illustrazioni grottesche che fanno parte del codice figurativo
delle drôlerie, figure dall’aspetto bizzarro che abbondano negli spazi lasciati
liberi dal testo nei manoscritti del Medioevo.
Non sorprende dunque che oggi questi animali abbiano trovato il pro-
prio posto negli ambienti domestici, all’interno dei nostri gruppi famiglia-
ri, grazie anche alla sorprendente capacità relazionale e comunicativa che
nulla ha da invidiare a quella di cane e gatto.

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CAPITOLO 2
CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

L’anatomia e la fisiologia del coniglio richiederebbero senza dubbio


una trattazione a sé, data l’importanza e la complessità dell’argomento. È
comunque possibile selezionare e approfondire i concetti e gli aspetti di
maggior rilevanza, al fine di comprendere le necessità, rispettare le carat-
teristiche peculiari, capire come la specie si sia evoluta.
Per avere un’idea di come le errate convinzioni possano influire ne-
gativamente sulla salute e sul benessere dei conigli basti pensare che fino
a non troppo tempo (e molti lo credono ancora) si riteneva che la vita
media per questa specie fosse di 4-5 anni.
Oggi, rispettandone le esigenze nutrizionali ed etologiche e mettendo
a loro disposizione tecniche diagnostiche e mediche avanzate, sappiamo
che il loro potenziale di vita è di quindici anni, dieci in media.
È fondamentale dunque approfondire alcuni aspetti di anatomia e fi-
siologia, in particolare quelli legati alla nutrizione e più in generale alle
peculiarità dell’apparato digerente.

2.1 LA CLASSIFICAZIONE

Classe Mammiferi

Ordine Lagomorfi
Famiglia Leporidi
Genere Oryctolagus
Specie Oryctolagus cuniculus

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LA MEDICINA DEL CONIGLIO


2. CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

Il coniglio non è un roditore ma un lagomorfo, sembra scontato eppu-


re non lo è, ancora troppo spesso si sente dire o si legge il contrario anche
perché la separazione è avvenuta solo intorno al 1950: fino ad allora veni-
vano considerati un sottordine dell’ordine Rodentia.
L’ordine Lagomorpha comprende due famiglie, Ochotonidae (alla quale
appartengono i pica) e Leporidae (una cinquantina di specie tra cui conigli
e lepri).
Tra le differenze principali c’è il numero di incisivi superiori che nei
lagomorfi sono quattro e non due come nei roditori: dietro i principali ci
sono infatti due incisivi superiori secondari.
I roditori inoltre, a differenza dei lagomorfi, non hanno denti da latte.
Il cranio presenta fenestrature che i roditori non hanno e che contri-
buiscono a renderlo più leggero.
Le differenze legate alla dentizione e alla struttura del mascellare fan-
no sì che i lagomorfi siano più simili ad artiodattili come mucche e cavalli
che non ai roditori.

2.2 IL TEGUMENTO

Il mantello del coniglio è composto di peli più o meno lunghi e sotto-


pelo, più o meno lungo e folto in base alla razza.
Dai follicoli primari nascono i peli che compongono lo strato più
esterno, sono dotati di muscoli erettori e di ghiandole sebacee.
Follicoli primari laterali sono responsabili della nascita e crescita di
peli più corti mentre ai follicoli secondari è legato il sottopelo, la cui cre-
scita è condizionata dalla stagione e dalle temperature con un’azione trig-
ger della prolattina.
Le superfici palmari e plantari sono ricoperte di pelo folto, che proteg-
ge in particolare gli arti posteriori.

Nota: Il pelo svolge un’azione protettiva della superficie plantare. La


zona metatarsale è la più predisposta ad alterazioni in seguito allo sta-
zionamento su superfici troppo dure, mancanza di movimento, con-
dizioni igieniche scadenti, che possono predisporre a pododermatite
come vedremo meglio in seguito.

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indice

LA MEDICINA DEL CONIGLIO


2. CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

2.2.1 LA MUTA

In natura la muta del pelo avviene in primavera e in autunno, si esten-


de dalla parte anteriore del corpo a quella posteriore, non di rado il man-
tello mostra variazioni di colore tra una stagione e l’altra.
Può accadere che zone estese del corpo siano interessate da una muta
particolarmente intensa.

2.3 LE ORECCHIE, LA TESTA E IL COLLO

Le orecchie del coniglio sono conformate ad imbuto e la pinna presen-


ta un sottile strato di cute sulla cartilagine elastica.
Hanno grande capacità di movimento, anche indipendente e le pinne
rappresentano il 12% della superficie corporea: sono pertanto il sito di
maggior dispersione e concentrazione del calore.
L’arteria centrale e le vene periferiche sono ben visibili e in condizioni
di eccessivo riscaldamento formano uno shunt arterovenoso.
Lungo il canale auricolare un anello cartilagineo, denominato trago,
separa il canale vero e proprio da un diverticolo a fondo cieco.
Ghiandole sebacee sono disseminate sulla cute.
La lunghezza delle orecchie dipende dalla razza ma sono in generale
molto delicate e non devono essere utilizzate per afferrare né tantomeno
sollevare i conigli.
Le aree del naso e della nuca sono generalmente senza pelo.
Il labbro superiore presenta una fessurazione mediana, nota non a
caso come “labbro leporino”.
La zona anteriore del collo mostra una plica cutanea, la giogaia, molto
sviluppata nelle femmine che hanno raggiunto la maturità sessuale e in
alcune razze.

Nota: la giogaia può essere sede di dermatite umida, in particolare


nelle coniglie obese o in quelle con grande sviluppo della zona. La der-
matite può essere conseguenza della scialorrea che spesso è presente in
corso di patologia dentale, scarsa igiene, umidità eccessiva della pelle
in seguito ad abbeverata da contenitori non adatti.

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indice

LA MEDICINA DEL CONIGLIO


2. CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

2.4 GLI OCCHI

I conigli hanno occhi grandi, in posizione laterale, adatti alle loro abi-
tudini crepuscolari o notturne e la sensibilità alla luce supera la nostra di
circa otto volte.
Sembrano distinguere molto bene il verde e il blu al crepuscolo.
La cornea rappresenta più del 30% della superficie del globo oculare.
La pupilla è verticale, di forma ovale. Diviene circolare in condizioni
di massima dilatazione.
Il cristallino è grande, con un corpo ciliato poco sviluppato che non
consente grande capacità di accomodamento.
La retina ha un pattern vascolare merangiotico.
Il nervo ottico è centrale e non c’è tappeto lucido.
Il loro campo visivo è in media di 190°, riescono a vedere in tutte le di-
rezioni senza muovere la testa, solo davanti al naso hanno un punto cieco
e proprio per questo quando afferrano il cibo utilizzano il tatto attraverso
le labbra.
Grazie al movimento della testa e degli occhi sono in grado di vedere
a 360° ciò che li circonda.
Ammiccano una volta ogni cinque o sei minuti e una terza palpebra
che può coprire per due terzi l’occhio durante il sonno o l’anestesia, altri-
menti è visibile solo applicando una pressione sul globo oculare.
La palpebra superiore è più sottile e meno sviluppata rispetto all’infe-
riore ma ha ciglia più lunghe.
L’orbita è circolare e costituita da osso, tranne il bordo inferiore che è
coperto dai muscoli della masticazione.
I muscoli extraoculari sono retti ed obliqui.
L’arteria mascellare interna entra nell’orbita e dà origine all’arteria of-
talmica esterna. L’anastomosi con il ramo interno consente l’irrorazione
dei muscoli extraoculari.
Un esteso seno venoso infraorbitale è adibito al drenaggio e va approc-
ciato con molta cautela per evitare gravi emorragie in sede di chirurgia
oftalmica.

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