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STORIA DEL MUSICAL APPUNTI 19/03/2020

(prima lezione)

Nell’arte ricordiamoci che quando noi facciamo qualcosa, quel qualcosa già esisteva prima.
TEATRO GRECO: di pietra.
TEATRO ROMANO: teatri di legno che si montavano e smontavano all’occorrenza. Sul palcoscenico di legno i romani usavano dei calzari
di metallo come le claquette che si chiamavano “sabille”.
La vera creatività non è inventare dal nulla, la vera creatività è vedere qualcosa di uguale in cose che apparentemente sono diverse.
AVERE QUESTE CONOSCENZE VI PORTERA’ AD ESSERE DEGLI ARTISTI MIGLIORI.
Produrre musical costa molto di più di produrre prosa.
Storia del Musical non è una materia nozionistica, è una materia complementare e propedeutica alla recitazione, inteso come saper
ballare recitando, saper cantare recitando.

Differenza tra recitazione Broadway e recitazione all’italiana.

Cabaret – ruolo di Sally.


Tipo di recitazione Broadway. I teatri di Broadway sono costruiti in spazi molto ridotti rispetto ai teatri all’italiana (platee molto lunghe).
Tutto si riflette nel tipo di recitazione che guida gli autori e i compositori, i tipi di copioni devono trovare un punto di mediazione tra le
possibilità tecniche del luogo in cui è nato e le possibilità tecniche del posto in cui invece viene messo in scena.
TRAGEDIA GRECA (riferito al ruolo di Sally): non si chiama così perché muoiono tutti alla fine. Si chiama così perché c’è un senso dell’
“ineluttabile”; non è possibile per l’uomo fare altro, avere destino diverso rispetto a quello che lo aspetta al termine della sua storia.

Aggiungi un posto a tavola.


Recitazione all’italiana, un altro genere. Il testo si sposa perfettamente al tipo di recitazione, in cui tutto è amplificato.
Tutto è esagerato ma con metodo. Le spezie servono come condimento, non possono sovrastare il sapore.
La recitazione all’italiana non è sbagliata, il punto è saper dosare; capire se è meglio adattare un testo ad una recitazione più
cinematografica oppure all’italiana.
Quando guardiamo uno spettacolo dobbiamo cogliere gli aspetti tecnici del testo e dell’allestimento.

(-Dobbiamo riuscire a scindere quello che ci piace da quello che ci serve conoscere.
-La risposta del pubblico è la migliore delle lezioni possibili.)

Manuale:
Esistono delle posizioni all’interno di un testo che sono state scritte nel 1919 da Gottlieb, un impresario del Vaudeville: forma di
intrattenimento con una serie di numeri slegati tra di loro che venivano messi in una scaletta di spettacolo. Gottlieb si era reso conto
che mettere nelle posizioni sbagliate la tipologia di numero poteva affossare una serata che invece diventava un successo se lui capiva
come questi numeri dovessero essere messi all’interno di questa scaletta.
(Manuale utile per se e per gli altri)

Esempi: “Dreamgirls” :
Fine primo atto. E’ davvero importante, deve finire con una cosa abbastanza forte per far si che la gente ne parli in pausa.

Idina Menzel
Eleven ‘o clock number : numero prima del finale.
Motivazione tecnica: prima strofa, bridge, salita, stacco, salita: stacco fatto apposta per far scattare l’applauso.
E’ un numero trascinante che prepara al finale dove tutto si compie. Si chiama così perché una volta gli spettacoli a Broadway iniziavano
alle 9pm e alle 11pm si era quasi pronti per il finale, 11.15 si finiva. Ma negli anni ’70-’80 New York era diventato un posto pericoloso
perciò hanno anticipato alle 7pm l’inizio dello spettacolo. Il nome è rimasto comunque quello.

1926 : Usato per la prima volta il termine “Showstopper”; quel tipo di numero in cui il pubblico è talmente preso dall’entusiasmo che si
blocca tutto. Può essere in diversi punti dello spettacolo ma un bravo autore sa come dosare il ritmo e l’emozione.

Charm song: numero fatto per rendere simpatico/amato dal pubblico un personaggio.
Es: Comparazione tra Cosette da “Les Misérables” e Eliza da “My fair Lady”

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