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Università degli Studi di Napoli Federico II

Polo delle Scienze e delle Tecnologie - Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Civile


Corsi di ‘Dinamica delle Terre e delle Rocce’ / ‘Geotechnical Earthquake Engineering’

Analisi monodimensionale di un sottosuolo stratificato


Descrizione del software EERA

(ref. http://gees.usc.edu/GEES/Software/EERA2000/Default.htm)
Indice

1. Analisi 1D di un sottosuolo stratificato


2. Il Software EERA
2.1 Comandi di EERA
2.2 Fogli di lavoro di EERA
2.2.1.Earthquake - Inserimento dati dell’accelerogramma di riferimento
2.2.2.Profile - Inserimento dati del profilo di terreno
2.2.3.Mat - Inserimento dati delle curve G/G0 – γ e D- γ
2.2.4.Iteration - Calcolo
2.2.5.Acceleration - Risultati in termini di accelerazione
2.2.6.Strain - Risultati in termini di deformazione
2.2.7.Ampli - Risultati in termini di amplificazione
2.2.8.Fourier - Risultati in termini di Spettro di Fourier
2.2.9.Spectra - Risultati in termini di Spettro di risposta
3. Installare EERA
4. Utilizzare EERA
5. Bibliografia

2
1. Analisi 1D di un sottosuolo stratificato

L'analisi monodimensionale della risposta sismica locale di un sottosuolo


stratificato (cfr. Lanzo & Silvestri, 1999) è effettuabile con modelli numerici
a strati continui o a parametri concentrati (Figura 1.1).

IFFT

FFT

Fig.1.1: Modelli monodimensionali a strati continui ed a parametri concentrati per


l'analisi dinamica di un sottosuolo stratificato (modificata da Lanzo & Silvestri, 1999).

3
Nei modelli a strati continui, il terreno è schematizzato come un mezzo
continuo multistrato, in cui ogni strato è assunto omogeneo ed a
comportamento viscoelastico lineare.
I parametri che caratterizzano lo strato i-esimo (Figura.1) sono lo spessore
hi, la densità ρi, il modulo di taglio Gi (=ρi VSi2) ed il fattore di smorzamento
Di, legato al coefficiente di viscosità ηi del mezzo continuo dalla relazione:

ηω
Di = i (1.1)
2Gi

La previsione del moto dell’intero sistema si ottiene a partire dall’equazione


differenziale di equilibrio dinamico che governa il fenomeno della
propagazione delle onde in ciascuno strato omogeneo:

∂2ui ∂3ui ∂2 ui
ρi - ηi - Gi =0 (1.2)
∂t 2 ∂t∂z 2 ∂z 2

Per sollecitazione armonica di frequenza ω la risposta ui(z,t) può scriversi:

u i (z, t) = pi (z) e jωt (1.3)

dove pi(z) è una funzione di forma. La (1.3), sostituita nell'equazione (1.2)


fornisce la forma ordinaria in campo complesso:

∂ 2 pi
(Gi + jωηi ) + ρi ω2 pi = 0 (1.4)
2
∂z

Introducendo il modulo complesso G*i e il numero d’onda k*i:

Gi* = Gi + jωη i = Gi (1 + 2jDi ) (1.5)

4
ω 2πf 2π
ki* = = = (1.6)
G*i / ρi VS*i λ*i

si verifica facilmente che la (1.4) ha per soluzione:

* *
pi (z) = Ae jki z + Be− jki z (1.7)

Per la (1.3) lo spostamento di un generico punto ui(z,t) si può in definitiva


scrivere:

* *
u i (z, t) = Ai e j ( ki z + ωt ) + Bi e − j ( ki z −ωt ) (1.8)

in cui Ai e Bi sono le ampiezze delle onde propagantisi verso l'alto e verso il


basso.
Fissando un sistema di coordinate locali (0≤z≤hi) per ciascuno strato, dalla
(1.8) si possono esprimere sia gli spostamenti [ui(0,t), ui(hi,t)] che le
tensioni tangenziali [τi(0,t), τi(hi,t)] in corrispondenza delle interfacce, in
quanto:

∂ui ⎛ * * ⎞
τ(zi ,t) = (Gi + jωηi ) = jki*Gi* ⎜ Ai e jki z − Bi e − jki z ⎟e jωt (1.9)
∂zi ⎝ ⎠

Imponendo le condizioni di continuità di u e τ tra strato e strato, per ogni


istante t:

u i (hi ) = u i +1 (0)
(1.10)
τ i (hi ) = τ i +1 (0)

si ottengono le relazioni:

j k *i hi − j k *i hi
Ai e + Bi e = Ai +1 + Bi +1
− j k *i hi ⎞ (1.11)
k i*Gi* ⎛⎜ Ai e i i − Bi e ⎟ = k i +1Gi +1 ( Ai +1 − Bi +1 )
jk *h * *
⎝ ⎠

5
Introducendo in queste ultime il rapporto μi tra le impedenze complesse
(indipendente da ω):

ki* G*i ρi G*i


μi = * ≡ (1.12)
ki +1 G*i+1 ρi+1G*i+1

possono scriversi delle formule di ricorrenza per le ampiezze Ai+1, Bi+1


rispetto alle Ai, Bi:

1⎡
Ai (1 + μi ) e jki hi + Bi (1 - μ i ) e- jki hi ⎤
* *
Ai +1 =
2 ⎢⎣ ⎥⎦
(1.13)
Bi +1 = ⎡ Ai (1 − μi ) e jki hi + Bi (1 + μ i ) e- jki hi ⎤
1 * *

2 ⎢⎣ ⎥⎦

Imponendo la condizione di superficie libera τ1(0)=0, dalla (1.9) risulta


A1 = B1 (onda incidente e riflessa di pari ampiezza). Applicando
iterativamente le formule di ricorrenza (1.13) per tutti gli strati (i=1...n), si
ottengono infine le funzioni di trasferimento ai(ω), bi(ω) delle componenti
ascendente e discendente, dalla superficie allo strato i-esimo:

Ai = ai ( ω )A1
(1.14)
Bi = bi ( ω )B1 ≡ bi ( ω )A1

Queste espressioni, introdotte nella (1.8), permettono di esprimere la


funzione spostamento u(z,t). La funzione di trasferimento Hik(ω), che
esprime il rapporto tra le ampiezze di spostamento tra due qualsiasi livelli i
e k, è data da:

uk A + B k a k ( ω ) + bk ( ω )
H ik (ω) = = k = (1.15)
ui Ai + Bi a i ( ω ) + bi ( ω )

Trattandosi di funzioni armoniche, risulta u&& = ω u& = ω 2 u , con il che la

(1.15) esprime anche la funzione di trasferimento di velocità e accelerazioni


tra strato e strato. Per k=1, i=n, la (1.15) fornisce, al variare di ω, la

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funzione di amplificazione del moto tra il substrato roccioso (bedrock) e la
superficie libera di un profilo di sottosuolo suddiviso in strati omogenei.
L’applicazione delle (1.15) nel dominio delle frequenze permette di operare
la convoluzione di un sismogramma da un punto all’altro del profilo,
utilizzando algoritmi che effettuano molto rapidamente trasformate di
Fourier dirette (Fast Fourier Trasform, FFT) e inverse (IFFT).
Per esempio, se ar(t) è un dato accelerogramma al bedrock, per
determinare numericamente il moto corrispondente in superficie as(t), si
può effettuare la serie di operazioni:

a s (t ) = IFFT {a s (ω )} = IFFT {H rs (ω ) ⋅ a r (ω )} = IFFT {H rs (ω ) ⋅ FFT [a r (t )]} (1.16)

dove Hrs è la funzione di trasferimento tra bedrock e superficie libera.


Il codice SHAKE (Schnabel et al., 1972), che utilizza l'analisi di Fourier
secondo l’approccio descritto, implementa una procedura di iterazione sui
parametri per tener conto del comportamento non lineare del terreno,
sinteticamente rappresentata in Figura 1.2. Ogni iterazione (ciclo k)
consiste nel calcolo del moto dell’intero sistema mediante le funzioni di
trasferimento complesse Hij(f) calcolate con la (1.15); nell’iterazione
successiva (ciclo k+1), i parametri di rigidezza e smorzamento di ogni
strato vengono aggiornati in relazione ad un valore caratteristico γ
mediamente rappresentativo della storia irregolare di deformazione dello
strato stesso, espresso come aliquota del valore massimo di γ(t) (in genere
tra 0.6 e 0.7, tipicamente 0.67). Il numero di step k va iterato fino a che
non risulta ⎮γk+1−γk⎮< ε in ogni strato, essendo ε una prefissata tolleranza1.
L’accuratezza della soluzione ottenuta è proporzionale al numero di elementi
(gradi di libertà) introdotti nella discretizzazione, la cui crescita condiziona
però i tempi di calcolo. Una regola aurea per ottimizzare la discretizzazione
è quella di prevedere almeno 3÷4 punti per descrivere la generica
semilunghezza d'onda della vibrazione di un elemento di spessore h e
velocità VS.

1
L’applicazione di questo metodo iterativo non sempre converge: la circostanza è
particolarmente probabile quando l'analisi è eseguita allo scopo di ottenere il moto al
substrato per deconvoluzione del moto in superficie.
7
8
Fig.2.2: Schema logico che illustra la procedura iterativa adoperata nel codice SHAKE.
La condizione comporta che, se fmax è la massima frequenza significativa del
segnale in ingresso, lo spessore massimo hmax da assegnare all’elemento
deve essere (Figura 1.3):

λ min VS
hmax = = (1.17)
6 ÷8 (6 ÷ 8) f max

0
1

2
λmin/n h

λmin=VS/fmax

VS

Fig.1.3:Spessore minimo h di un sottosuolo in funzione della lunghezza d’onda secondo


l’equazione 1.17.

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2. Il Software EERA

Il codice di calcolo EERA (Bardet et al., 2000) fu sviluppato nell’anno 1998 in


linguaggio Fortran 90 utilizzando i concetti di base di Shake.
EERA è l’acronimo di Equivalent – linear Earthquake Response Analysis ed è
una moderna implementazione di concetti ben noti di analisi lineare
equivalente della risposta di sito.
I dati in ingresso ed i risultati in EERA sono totalmente integrati nei fogli di
calcolo del programma Excel.
I concetti di base dell’analisi lineare equivalente e delle analisi di risposta
monodimensionale sono già stati esposti nel paragrafo precedente, quindi si
passerà ad una breve descrizione del programma.

Una volta eseguita correttamente la procedura di installazione del programma


sul computer, avviando il programma Excel, apparirà sulla barra del menù il
nome della componente aggiuntiva EERA (Figura 2.1).

Fig.2.1: EERA presente nella barra del menu del programma Excel
ad installazione effettuata.

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2.1 Comandi di EERA

Come mostrato in Figura 2.1.1, cliccando sull’icona EERA nella barra dei
menù, appaiono i seguenti comandi:
• Process Earthquake Data – Legge ed elabora l’accelerogramma
preso a riferimento (input/output nel foglio di lavoro Earthquake);
• Calculate Compatible Strain – Legge il modello di sottosuolo, le
curve G/G0 – γ e D (%) – γ, esegue i principali calcoli iterativi
(input/output nel foglio di lavoro Iteration);
• Calculate Output
• Acceleration/ Velocity/ Displacement – Calcola le storie
temporali di accelerazione, velocità relativa, e spostamento al
tetto dei sottostrati selezionati (input/output nel foglio di
lavoro Acceleration …);
• Stress/Strain – Calcola lo stato pensionale e deformativo al
centro dei sottostrati selezionati (input/output nel foglio di
lavoro Strain …);
• Amplification – Calcola il fattore di amplificazione tra due
sottostrati (input/output nel foglio di lavoro Ampli …);
• Fourier Spectrum – Calcola lo spettro di Fourier al tetto al
sottostrato selezionato (input/output nel foglio di lavoro
Fourier …);
• Response Spectrum – Calcola tutti gli spettri di risposta in
testa ai sottostrati selezionati (input/output nel foglio di lavoro
Spectra …);
• All of the above – Calcola tutti gli output contemporaneamente
• Duplicate Worksheet – Duplica i fogli di lavoro per la definizione
di nuove curve G/G0 – γ e D (%) – γ e per aggiungere nuovi output
(ad es: gli spettri di risposta per diversi sottostrati);
• Delete Worksheet – Rimuove i fogli di lavoro non necessari;
• Remove EERA – Disinstalla EERA da Excel;
• About EERA – Indica la versione del programma.

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Fig. 2.1.1: Attivazione dei comandi EERA nella barra del menu del programma Excel.

2.2 Fogli di lavoro di EERA

Come mostrato nella Tabella 2.2.1 e nelle Figure 2.2.1 – 2.2.11, il


programma completo è composto da nove fogli di lavoro, che hanno nomi
predefiniti e che non possono essere cambiati; sei dei nove tipi di fogli di
lavoro possono essere duplicati e modificati, utilizzando il comando
Duplicate Worksheet in EERA presente nella barra dei menù. Questa
caratteristica è utile per ottenere i risultati desiderati per differenti
sottostrati e per definire curve G/G0 – γ e D (%) – γ addizionali. La Tabella
3.2.1 indica anche il numero di input richiesti in ciascun foglio di lavoro.

Tab. 2.2.1: Tipi di fogli di lavoro in EERA e loro contenuto.

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2.2.1 Earthquake - Inserimento dati dell’accelerogramma di riferimento

Come mostrato in Fig.2.2.1 il foglio di lavoro Earthquake è utilizzato per


definire il moto in ingresso. Il foglio richiede sette dati in ingresso,
evidenziati in azzurro, di cui uno opzionale. In particolare:
• Cella A1: è possibile inserire indicazioni circa il terremoto preso a
riferimento (opzionale);
• Cella B2: il passo DT inteso come intervallo di tempo relativo alla
serie temporale dei dati relativi al moto in ingresso;
• Cella B3: la frequenza massima desiderata per scalare l’ampiezza
di picco dell’accelerazione in ingresso;
• Cella B4: la massima frequenza cut – off (fmax) per filtrare le alte
frequenze dall’accelerazione in ingresso;
• Cella B5: specifica se la massima frequenza cut – off (fmax) deve
essere utilizzata per eliminare le alte frequenze
dall’accelerogramma in ingresso. In tal caso tutti i calcoli sono
eseguiti in un intervallo di frequenze comprese tra 0 e fmax .Questa
opzione è utilizzata per superare gli errori di overflow causati da
valori di frequenze molto elevati;
• Cella B6: si inserisce il numero m dei punti nel calcolo della FFT. m
è generalmente selezionato in modo tale da essere una potenza di
2 (512, 1024, 2048, 4096, …….) maggiore del numero n dei dati in
ingresso dell’accelerogramma. In tal caso i dati in ingresso sono
aggiustati aggiungendo tanti valori “zero” n-m quanti sono
necessari ad ottenere un vettore di lunghezza m;
• Cella B7: è possibile dare istruzioni per la selezione del formato dei
dati, infatti EERA può aprire e leggere diversi tipi di files, eliminare
le righe di commento in testa, indicando il numero di righe da
saltare, selezionare diversi tipi di formati (Figura 2.2.2). Qualora
non si desidera importare dati da un file esterno si deve
selezionare la stringa No nella cella B7.

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Fig. 2.2.1: Foglio di lavoro Earthquake.

Fig. 2.2.2: Schermata per l’importazione dei files esterni al programma.

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2.2.2 Profile - Inserimento dati del profilo del terreno

Come in Figura 2.2.3 a), il foglio di lavoro Profile è utilizzato per definire la
geometria e le proprietà del profilo stratigrafico del sottosuolo. I dati in
ingresso sono caratterizzati dal colore azzurro del carattere. I dati in input si
possono visionare come in Figura 2.2.3 b).

(a)

(b)

Fig. 2.2.3: Foglio di lavoro Profile : a) immissione dati;


b) rappresentazione grafica.

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In particolare:

• Cella A1: è possibile inserire indicazioni circa il sito preso a


riferimento (opzionale);
• Colonna C6: il numero del tipo di materiale è specificato per
ciascun strato. Ciascun tipo di materiale i è definito in un foglio di
lavoro a parte nominato Mat i;
• Colonna D6: ciascuno strato può essere suddiviso in diversi
sottostrati, il che migliora l’accuratezza dei calcoli;
• Colonna E6: si specifica lo spessore di ciascun strato h;
• Colonna F6: si inseriscono i valori del modulo G0 per bassi valori
deformativi nell’unità di misura specificata nella cella F5. Questa
colonna deve essere lasciata bianca quando si devono inserire i
valori di velocità dell’onda S nella colonna I6;
• Colonna G6: Il valore iniziale dello smorzamento critico D0 è
richiesto solo quando il numero del materiale su questa riga è
uguale a zero;
• Colonna H6: si inserisce il peso totale per unità di volume γ
nell’unità di misura specificata nella cella H5;
• Colonna I6: si inserisce il valore della velocità dell’onda di taglio VS
nell’unità di misura specificata nella cella I5. Questa colonna deve
essere lasciata bianca quando si devono inserire i valori del modulo
G0 nella colonna F6;
• Colonna J6: Si definisce l’ubicazione ed il tipo di moto, specificando
una sola volta in questa colonna se il moto è registrato su roccia di
base affiorante (in tal caso si seleziona Outcrop) ovvero se il moto
è registrato all’interno del terreno (in tal caso l’opzione da scegliere
è Inside);
• Colonna K6: si specifica la profondità del livello di falda, qualora sia
presente, necessario per il calcolo dello stato tensionale verticale
all’interno del terreno. L’input è opzionale poiché viene utilizzato
solo nel calcolo delle tensioni efficaci;

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• Cella E3: la velocità media V nel profilo del terreno è calcolata
come:

N
1
V = N ∑h v i i (2.1)
∑h
i =1
i
i =1

dove hi è l’altezza dello strato i, vi è la velocità dell’onda S nello


stesso strato ed N è il numero totale degli strati;
- Cella E2: si calcola il periodo fondamentale T del profilo del terreno
come T=4H/V, dove H è lo spessore totale del terreno e V è la
velocità media dell’onda di taglio calcolata nella cella E3.

2.2.3 Mat - Inserimento dati delle curve G/G0 – γ e D (%) – γ

Come in Figura 2.2.4, è possibile definire diversi tipi di materiali tramite le


curve G/G0 – γ e D (%) – γ . Oltre i fogli di lavoro già presenti, si possono
aggiungere ulteriori fogli con il comando Duplicate Worksheet dal comando
EERA presente sulla barra dei menù. In particolare :
• Cella A1: è possibile inserire indicazioni circa il sito preso a
riferimento (opzionale);
• Colonna A3: si inseriscono, in ordine crescente, i valori della
deformazione tangenziale γ, relativi al rapporto G/G0 nella colonna
B3;
• Colonna B3: si inseriscono, in ordine decrescente, i valori del
rapporto G/G0 che corrispondono alla deformazione tangenziale γ
nella colonna A3;
• Colonna C3: si inseriscono, in ordine crescente, i valori della
deformazione tangenziale relativi al fattore di smorzamento D nella
colonna D3;
• Colonna D3: si inseriscono, in ordine crescente, i valori del fattore
di smorzamento D che corrispondono alla deformazione tangenziale
γ nella colonna C3.

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Fig. 2.2.4: Foglio di lavoro Mat.

Nel file di esempio sono state aggiunti dei fogli relativi alle curve G/G0 – γ e
D (%) – γ, espresse in funzione dell’indice di Plasticità (IP), modificate a
partire da quelle di Vucetic & Dobry (1991). Queste curve, rappresentate in
Figura 2.2.5, sono state modificate assegnando loro un valore dello
smorzamento iniziale D0 ritenuto plausibile in funzione dell’aumento
dell’indice di plasticità.

1 25
IP = 0
modulo di taglio normalizzato, G/G 0

0,9
IP = 15%
fattore di smorzamento, D (%)

0,8 20
IP = 30%
0,7
IP = 50%
0,6 15
IP = 100%
0,5
IP = 0 IP = 200%
0,4 10 Sabbie, Idriss (1990)
IP = 15%
0,3 IP = 30%
0,2 IP = 50% 5
IP = 100%
0,1
IP = 200%
0 0
0,0001 0,001 0,01 0,1 1 0,0001 0,001 0,01 0,1 1
deformazione tangenziale, γ (% ) deformazione tangenziale, γ (% )

Fig. 2.2.5: Curve G/G0-γ e D- γ in funzione dell’indice di Plasticità IP.

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2.2.4 Iteration - Calcolo

Come in Figura 2.2.6, nel foglio di lavoro Iteration è necessario fornire tre
dati in ingresso (in carattere azzurro). In particolare:
• Cella E1: si deve specificare il numero di iterazioni. In genere, otto
iterazioni sono ampiamente sufficienti per un buon accordo dei
dati, infatti, il più delle volte, già alla terza iterazione si ha la
convergenza dei dati;
• Colonna E2: si inserisce il rapporto β rispetto al valore massimo
della deformazione uniforme equivalente (γeq=βγmax) che tiene
conto degli effetti della durata del terremoto. Tipicamente il
coefficiente β varia tra 0.4 e 0.75 in funzione della Magnitudo del
terremoto. Per la stima di questo rapporto, si può utilizzare
l’espressione β= (M-1)/10 (Idriss & Sun, 1992) in cui M è la
magnitudo del terremoto;
• Colonna E3: si seleziona il tipo di modello lineare equivalente. Sono
possibili due opzioni:

1) il modello originale dello Shake (Schnabel et al., 1972);


2) modello di Shake91 (Idriss & Sun, 1992).

Nel modello Shake si assume che il rapporto critico di smorzamento ξ è


costante ed indipendente da ω, il che implica che anche il modulo complesso
G* è indipendente da ω. Le ampiezze dei moduli di taglio reale e complesso
sono legati dall’espressione:

G * = G 1 + 4D 2 (2.2)

Nel modello Shake91 si assume un modulo di taglio complesso G* funzione


di D secondo l’espressione:

{
G * = G (1 − 2 D ) + 2ξ 1 − D 2 } (2.3)

L’assunzione fatta è di tipo costitutivo e tiene conto della descrizione del

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comportamento del materiale. Ciò implica che i moduli di taglio reale e
complesso hanno la stessa ampiezza:

{ }
G * = G (1 − 2 D ) + 4 D 2 (1 − D 2 ) = G
2
(2.4)

Fig. 2.2.6: Foglio di lavoro Iteration.

2.2.5 Acceleration - Risultati in termini di Accelerazione

Come in Figura 2.2.7, il foglio di lavoro Acceleration definisce la storia


temporale di accelerazione, velocità relativa e spostamento relativo per il
sottostrato selezionato. Il foglio di lavoro già può essere duplicato con il
comando Duplicate Worksheet dal comando EERA presente sulla barra dei
menù. In particolare:
• Cella D1: si deve specificare il numero del sottostrato di cui si
vuole avere il risultato;
• Colonna E2: si deve specificare se il sottostrato è affiorante (in tal
caso si deve scegliere l’opzione Outcrop) ovvero non affiorante (in
tal caso si deve selezionare l’opzione Inside).

20
Fig. 2.2.7: Foglio di lavoro Acceleration.

2.2.6 Strain - Risultati in termini di Deformazione

Come in Figura 2.2.8, il foglio di lavoro Strain definisce la storia temporale


di tensioni, deformazioni, energia dissipata e cicli tensioni – deformazioni
per il sottostrato selezionato. Il foglio di lavoro può essere duplicato con il
comando Duplicate Worksheet dal comando EERA presente sulla barra dei
menù. In particolare:
• Cella D1: si deve specificare il numero del sottostrato di cui si
vuole avere il risultato.

Fig. 2.2.8: Foglio di lavoro Strain.

21
2.2.7 Ampli - Risultati in termini di Amplificazione

Come in Figura 2.2.9, il foglio di lavoro Ampli definisce il fattore di


amplificazione tra due sottostrati. Il foglio di lavoro può essere duplicato con
il comando Duplicate Worksheet dal comando EERA presente sulla barra dei
menù. In particolare:
• Cella D1: si deve specificare il numero del primo sottostrato;
• Cella D2: si deve specificare se il sottostrato è affiorante (in tal
caso si deve scegliere l’opzione Outcrop) ovvero non affiorante (in
tal caso si deve selezionare l’opzione Inside);
• Cella D3: si deve specificare il numero del secondo sottostrato;
• Cella D4: si deve specificare se il sottostrato è affiorante (in tal
caso si deve scegliere l’opzione Outcrop) ovvero non affiorante (in
tal caso si deve selezionare l’opzione Inside).

Fig. 2.2.9: Foglio di lavoro Ampli.

22
2.2.8 Fourier - Risultati in termini di Spettro di Fourier

Come in Figura 2.2.10, il foglio di lavoro Fourier definisce lo spettro di


Fourier per un sottostrato specificato. Il foglio di lavoro può essere duplicato
con il comando Duplicate Worksheet dal comando EERA presente sulla barra
dei menù. In particolare:
• Cella D1: si deve specificare il numero del sottostrato;
• Cella D2: si deve specificare se il sottostrato è affiorante (in tal
caso si deve scegliere l’opzione Outcrop) ovvero non affiorante (in
tal caso si deve selezionare l’opzione Inside);
• Cella D3: si deve specificare il numero delle medie mobili per
filtrare lo spettro dal rumore numerico.

Fig. 2.2.10: Foglio di lavoro Fourier.

2.2.9 Spectra - Risultati in termini di Spettro di risposta

Come in Figura 2.2.11, il foglio di lavoro Spectra definisce gli spettri di


risposta per un sottostrato specificato. Il foglio di lavoro può essere
duplicato con il comando Duplicate Worksheet dal comando EERA presente
sulla barra dei menù. In particolare:
• Cella D1: si deve specificare il numero del sottostrato;

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• Cella D2: si deve specificare se il sottostrato è affiorante (in tal
caso si deve scegliere l’opzione Outcrop) ovvero non affiorante (in
tal caso si deve selezionare l’opzione Inside);
• Cella D3: si deve specificare il valore del rapporto critico di
smorzamento per gli spettri di risposta.

Fig. 2.2.11: Foglio di lavoro Fourier.

24
3. Installare EERA

Per installare EERA è necessario seguire la seguente procedura:


• Estrarre la cartella dei files zippati in una specifica cartella (si
consiglia di creare la cartella EERA in “C:\programmi\”);
• Muovere i files EERA.dll ed Dforrt.dll nella cartella
C:\windows\system\ (una volta installati e fatto girare il
programma, questi due files non possono essere più spostati, pena
il non funzionamento del programma);
• Avviare il foglio di lavoro Excel e digitare sulla barra dei menù
“Strumenti” e quindi “Componenti aggiuntivi”. Appare la videata in
Figura 3.1, cliccare su “EERA Excel add-in” e su “OK”
Se la procedura descritta è stata eseguita correttamente apparirà sulla barra
dei menù il comando EERA, procedere quindi secondo quanto specificato sul
manuale e … buon lavoro!

Fig.3.1: Menù delle componenti aggiuntive in excel

25
4. Utilizzare EERA

In generale, l’analisi di risposta di sito effettuata con il programma EERA


consta di 3 passi:

Passo1:
• Si inseriscono i dati relativi all’accelerogramma di riferimento nel
foglio di lavoro Earthquake;
• Si clicca su Process Earthquake data in EERA sulla barra del menù.

Passo2:
• Si definisce il profilo del sito di cui si vuole ottenere la risposta
sismica nel foglio di lavoro Profile;
• Si definiscono tutte le curve G/G0 – γ e D (%) – γ dei materiali;
• Si definiscono i parametri principali nel foglio di lavoro Iteration;
• Si clicca su Calculate Compatible Strain in EERA sulla barra del
menù.

Passo3:
• Si definiscono i parametri in ingresso nel foglio di lavoro
Acceleration;
• Si clicca su Calculate Output e Acceleration in EERA sulla barra del
menù;
• Si definiscono i parametri in ingresso nel foglio di lavoro Strain;
• Si clicca su Calculate Output e Stress-Strain in EERA sulla barra del
menù;
• Si ripete lo stesso procedimento per i fogli di lavoro Ampli, Fourier,
e Spectra.
• Ovvero si definiscono i parametri d’ingresso su ciascun foglio di
lavoro e quindi si clicca su Calculate Output e All Above per avere
contemporaneamente tutti i risultati.

26
In Figura 4.1 si riporta un diagramma a blocchi riassuntivo della
procedura.

Earthquake Profile Mat

Input

Procedura iterativa per la


definizione della
stratigrafia
Compatible Strain con i parametri
equivalenti corrispondenti
ai livelli deformativi
modificati
Output

Acceleration Stress/Strain Ampli Fourier Spectra

i i i,k i i

Fig. 4.1: Diagramma a blocchi.

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5. Bibliografia
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