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DIMOSTRAZIONI

Equazioni differenziali
1. Formula risolutiva per le EDO del primo ordine lineari
2. Teorema di struttura dell'integrale generale di EDO del secondo ordine lineari omogenee
3. Integrale generale di un sistema a coefficienti costanti omogeneo con matrice diagonalizzabile
Serie di funzioni
4. Teo "integrabilità termine a termine"
5. Teo "raggio di convergenza di una serie di potenze"
6. Teo "calcolo del raggio di convergenza"
7. Serie esponenziale
8. Serie logaritmica
9. Calcolo dei coefficienti di Fourier di una funzione periodica
Spazio n-dimensionale e curve in Rn
10 - TEO: "Invarianza della lunghezza di una curva per riparametrizzazioni"
Calcolo differenziale per funzioni di più variabili
11 - Teo "condizione necessaria per la differenziabilità"
12 - Teo "Formula del Gradiente"
13 - Teo "Direazione di Massima e Minima Crescita"
14 - Derivata direzionale come come derivata della funzione composta
15 - Teo "Ortogonalità del gradiente agli insiemi di livello"

Equazioni differenziali
1. Formula risolutiva per le EDO del primo ordine lineari
TEO: Date a, b : J ⊆ R → R continue su J , l'integrale generale della EDO

y′ (t) + a(t)y(t) = b(t)


è dato dalla formula:

y(t) = e−A(t) [B(t) + c] , t ∈ J

dove:

c∈R
A è una qualunque primitiva di a, cioè A = ∫ a
B è una qualunque primitiva di eA b, cioè B = ∫ b eA
DIMOSTRAZIONE (*1)

Moltiplico l'equazione per eA


y′ eA + ayeA = beA con y′ eA + ayeA = (yeA )′
Infatti (yeA )′
= y′ eA + y(eA )′
= y′ eA + yA′ eA
= y′ eA + yaeA
Quindi, possiamo riscrivere l'equazione come:

A A

DIMOSTRAZIONI 1
(yeA )′ = beA

Integriamo tra t0 e t (t0 < t e t0 , t ∈ J )


t t
∫ (y(r)eA(r) )′ dr = ∫ b(r)eA(r) dr
t0 t0

usiamo il TFCI sul lato se:

y(t)eA(t) − y(t0 )eA(t0 ) = B(t)


⇒ y(t) = e−A(t) [B(t) + c]

2. Teorema di struttura dell'integrale generale di EDO del secondo ordine lineari


omogenee
y0 (t) = C1 yo1 (t) + C2 yo2 (t)
con y01 , y02 due soluzioni.

DIMOSTRAZIONE (*2)

Dal principio di sovrapposizione deduciamo che le soluzioni formano uno spazio vettoriale.

Per dimostrare che la dimensione è 2 dobbiamo verificare:

a. determinare 2 soluzioni lin. ind. yo1 e yo2

b. verificare che ogni soluzione yo (t) si può scrivere come combinazione lineare di yo1 e yo2

a- Scegliamo yo1 come soluzione del PB cauchy

⎧a(t)y′′ (t) + b(t)y′ (t) + c(t)y(t) = 0


⎨y(0) = 0
⎩ ′
y (0) = 1

Scegliamo yo2 come soluzione del PB cauchy

⎧a(t)y′′ (t) + b(t)y′ (t) + c(t)y(t) = 0


⎨y(0) = 1
⎩ ′
y (0) = 0

Tali soluzioni esistono grazie al teo di Cauchy. Verifichiamo che yo1 e yo2 sono l.i. procedendo per
contraddizione.

Assumiamo per assurdo che ∃c =


 0 tale che yo1 (t) = cyo2 (t) ∀t
Allora per la definizione di yo1 e yo2 abbiamo che

1 = yo1 (0) = cyo2 (0) = c ⋅ 0 = 0

che è una contraddizione.


b- Sia y o una generica soluzione. Considero la funzione z(t) := C1 yo1 (t) + C2 yo2 (t) con costanti
C1 , C2 ∈ R soddisfacenti il sistema:
1 0

DIMOSTRAZIONI 2

=1 =0

⎨ ′
yo (0) = C1 yo1 (0) + C2 yo2 (0) = C1

⎩ o
y (0) = C1 yo′ 1 (0) + C2 yo′ 2 (0) = C2
=0 =1

Ovvero C1 = yo (0) e C2 = y′o (0), cioè


z(t) = yo (0)yo1 (t) + y′o (0)yo2 (t)
Osserviamo che sia z(t) che y o (t) soddisfano il problema di Cauchy:

⎧a(t)y′′ (t) + b(t)y′ (t) + c(t)y(t) = 0,


⎨y(0) = yo (0), (∗)
⎩ ′ ′
y (0) = yo (0)

Siccome per il teorema di Cauchy la soluzione di (∗) è unica, abbiamo che

yo (t) = z(t) ∀t

e questo conclude la dimostrazione.

3. Integrale generale di un sistema a coefficienti costanti omogeneo con matrice


diagonalizzabile
Data A ∈ Mn×n diagonalizzabile, un sistema fondamentale di soluzioni (sfs) per il sistema omogeneo

y′ (x) = Ay(x)

è yo1 (x) = eλ1 x v 1 , … , yon (x) = eλn x v n , dove v i , ., v n sono autovettori linearmente indipendenti relativi agli
autovalori (anche ripetuti) λ1 , ., λn e quindi l'integrale generale è:

n
yo (x) = ∑ ci eλi x vi
i=1

per ogni x ∈ R, c1 , ., cn ∈ R
DIMOSTRAZIONE (*3)
È sufficiente dimostrare che {y01 , ., y0n } è un sfs, ovvero che:

1. y0i è soluzione del sistema lineare ∀i = 1, ., n


2. {y01 , ., y0n } è una famiglia l.i.
Dimostriamo 1. e 2.:

1. Fissiamo i ∈ {1, ., n}. Siccome v i è autovettore di A relativo all'autovalore λi , abbiamo che

Avi = λi vi (∗)

Calcoliamo

λ λ λ

DIMOSTRAZIONI 3
y0′ i (x) = (eλi x vi )′ = vi (eλi x )′ = (λi vi )eλi x

con vi che non dipende da x

= (Avi )eλi x = A(eλi x vi ) = Ay01 (x)

2. Grazie al Teorema "determinante Wroskiano" è sufficiente provare che det W (0) =


 0, dove

W (x) := (eλ1 x v1 ∣ … ∣eλn x vn )

Osserviamo che W (0) = (v 1 ∣ … ∣v n ) e quindi siccome v 1 , ., v n sono vettori l.i. det W (0) =
0

Serie di funzioni
4. Teo "integrabilità termine a termine"
Siano a, b ∈ R con a < b e siano fn : [a, b] → R funzioni continue in [a, b]∀n ∈ N. Se ∑∞
n=1 fn converge

totalmente in [a, b] allora la somma f(x) = ∑n=1 fn (x) è una funzione integrabile e

b ∞ b
∫ f(x)dx = ∑ ( ∫ fn (x)dx)
a n=1 a

DIMOSTRAZIONE (*4)
Grazie al teorema di continuità della somma f(x) è continua su [a, b] e quindi è integrabile su [a, b].
Ci rimane da dimostrare (∗) che equivale a dimostrare che:

b n b
An := ∫ f(x)dx − ∑ ( ∫ fk (x)dx) → 0
a k=1 a

per n → +∞
Osserviamo che per la linearità dell'integrale su somme finite:

b n b ∞
An := ∫ [f(x) − ∑ fk (x)]dx = ∫ [ ∑ fk (x)]dx
a k=1 a k=n+1

Per via della definizione di convergenza totale abbiamo che esiste una successione numerica an tale che

(i) ∣fk (x)∣ ≤ ak ∀x ∈ [a, b]



(ii) ∑n=1 an è convergente

ii è equivalente a dire che ∑k=n+1 ak → 0 per n → +∞
Quindi calcoliamo:

∣ ∣ ∣ ∣

DIMOSTRAZIONI 4
∣ b ∞ ∣ b∣ ∞ ∣ b ∞
∣An ∣ = ∫ [ ∑ fk (x)]dx ≤ ∫ ∑ fk (x) dx ≤ ∫ ∑ ∣fk (x)∣dx
∣ a k=n+1 ∣ a ∣k=n+1 ∣ a k=n+1
b ∞ ∞
≤∫ ∑ ak dx = (b − a) ∑ ak → 0
a k=n+1 k=n+1

per n → ∞ e quindi An → 0 per n → ∞

5. Teo "raggio di convergenza di una serie di potenze"


+∞
Data la serie di potenze ∑n=0 an (x − x0 )n si verifica sempre una delle tre opzioni:

1. La serie converge solo per x = x0 , cioè il raggio di convergenza è nullo


2. La serie converge assolutamente su tutto R, cioè il raggio di convergenza è infinito

3. Esiste R > 0 tale che:


La serie converge assolutamente ∀x tale che ∣x − x0 ∣ <R
La serie non converge per x con ∣x − x0 ∣ > R, cioè, il raggio di convergenza è R
DIMOSTRAZIONE (*5)

Osserviamo che tutte le serie di potenze convergono in x0 e dimostriamo i seguenti 2 asserti:

a. L'insieme di convergenza puntuale E è un intervallo ("privo di buchi") del tipo (x0 − R, x0 + R) con R ∈
[0, +∞] ∪ {+∞}
b. In E la convergenza è assoluta

Per (a):
Dimostriamo che (qualsiasi y < x fa si che y − x0 appartiene a E ):

∀y ∈ R tale che ∣y − x0 ∣ < ∣x − x0 ∣


x∈E⇒[ ]
y∈E
+∞
Sia quindi x ∈ E e dimostriamo che ∑n=0 an (y − x0 )n converge per ogni y ∈ R tale che

∣y − x0 ∣ < ∣x − x0 ∣ (∗∗)

Per prima cosa osserviamo che

lim ∣an (x − x0 )n ∣ = 0 (∗)


n→+∞

+∞
perché per x fissato la serie ∑n=0 an (x − x0 )n è numerica e il fatto che converge implica che la
successione dei suoi termini generali tende a 0.
Calcoliamo

∣ (y − x0 )n ∣ ∣
n y − x0
∣n
∣an (y − x0 )n ∣ = an (x − x0 )n
≤ ∣an (x − x0 ) ∣
∣ (x − x0 ) ∣ x − x0 ∣
n

grazie a (∗) possiamo dire che ∣an (x − x0 )n ∣ ≤ 1 per n grande e quindi,

DIMOSTRAZIONI 5
n
∣ y − x0 ∣n
∣an (y − x0 ) ∣ ≤
∣ x − x0 ∣
y−x0 ∞
y−x0 n
Siccome q := ∣ x−x 0
∣ < 1 grazie a (∗∗), la serie geometrica ∑n=0 ∣ x−x 0
∣ è convergente e quindi per il

teorema del confronto la serie ∑n=0 ∣an (y − x0 )n ∣ è anche convergente
Per (b):
Questo punto è già dimostrato siccome in a) abbiamo usato i valori assoluti

6. Teo "calcolo del raggio di convergenza"


+∞
Data la serie di potenze ∑n=0 an (x − x0 )n abbiamo che se uno dei seguenti limiti esiste:

∣ an ∣
(i) R = lim
n→∞ an+1
∣ ∣
1
(ii) R = lim
n→∞ n an

con R ∈ [0, +∞] ∪ {+∞}, allora la serie ha raggio di convergenza R


DIMOSTRAZIONE (*6)
+∞
Grazie al teorema precedente è sufficiente dimostrare che la serie ∑n=0 ∣an (x − x0 )n ∣:

a. Converge per ∣x − x0 ∣ < R,


b. non converge per ∣x − x0 ∣ > R,
per entrambi i casi (i) e (ii).
ii. Osserviamo che ∀x ∈ R
∣x−x0 ∣
limn→+∞ n
∣an (x − x0 )n ∣ = ∣x − x0 ∣ limn→∞ n
∣an ∣ = R
quindi (a) e (b) sono diretta conseguenza del criterio della radice per le serie numeriche

i. Osserviamo che tutte le serie di potenze convergono per x = x0 e che per x =


 x0 abbiamo:

∣an+1 (x − x0 )n+1 ∣ ∣an+1 ∣ ∣x − x0 ∣


lim = ∣x − x0 ∣ lim =
n→+∞ ∣an (x − x0 ) ∣
n n→∞ ∣an ∣ R

e quindi (a) e (b) seguono direttamente dal criterio del rapporto per le serie numeriche

7. Serie esponenziale
ES serie esponenziale (*7)
La serie di potenza


xn x2 x3 x4
∑ =1+x+ + + + ...
n! 2 6 24
n=0

DIMOSTRAZIONI 6
1
avente x0 = 0 e an = n!
, è detta serie esponenziale.
(ricordiamo n! = n(n − 1)(n − 2)... e 0! = 1)
Calcoliamo il raggio di convergenza:

∣an ∣ 1
R = lim = lim (n + 1)! = lim (n + 1) = +∞
n→∞ ∣an+1 ∣ n→∞ n! n→∞

Quindi il teorema ci dice che il raggio di convergenza + +∞ e che la serie converge assolutamente in R
Osserviamo che la serie coincide con la serie di McLaurin della funzione f(x) = ex
Abbiamo già dimostrato che ∃ il raggio di convergenza R
= +∞. Dal TEO di Taylor con resto di Lagrange
abbiamo che ∀n ∈ N ∀x ∈ R ∃c ∈ R compreso tra x e 0 tale che:
n
xk xn+1
e =∑
x
+ ec
k! (n + 1)!
k=0

Osserviamo che siccome C è compreso tra x e 0 e quindi abbiamo sempre che

ec ≤ {
ex se x ≥ 0
1 se x < 0

Allora per x fissato e n → ∞ e si mantiene limitato, mentre

xn+1
→0
(n + 1)!

(si può verificare usando il criterio del rapporto)


Quindi,

n ∞
xk xk
e = lim ∑
x
=∑
n→∞ k! k!
k=0 k=0

∀x ∈ R. Questo dimostra che ex è una funzione analitica (con R1 = R = +∞)


→ È sorprendente che calcolando solo le derivate nell'origine otteniamo la funzione ∀x ∈R
In generale, negli esercizi considereremo solo funzioni che soddisfano 3 in un certo intervallo, cioè funzioni
analitiche

8. Serie logaritmica
ES serie logaritmica (*8)

La serie di potenze:


xn x2 x3
∑ =x+ + + ...
n 2 3
n=0

1
avente x0 = 0 e an = n
per n ≥ 1 è detta serie logaritmica.

DIMOSTRAZIONI 7
Calcoliamo il raggio di convergenza

1 1
lim = lim = lim n
n=1
n→∞ n
∣an ∣ n→∞ n 1 n→∞
n

con limn→∞ n
n = 1 (guardo esercitazione 4)!!!!!
Quindi la serie logaritmica ha raggio di convergenza 1 e per il teorema converge assolutamente per ∣x∣ <1e
non converge per ∣x∣ >1
In x = 1, la serie coincide con la serie armonica e quindi diverge.
(−1)n
In x = −1 la serie coincide con ∑ n che converge per il criterio di Leibnitz
Quindi la serie logaritmica ha insieme di convergenza [−1, 1) e di convergenza assoluta (−1, 1)

9. Calcolo dei coefficienti di Fourier di una funzione periodica


Si dice serie trigonometrica l'espressione


a0 + ∑(an cos(nx) + bn sin(nx)),
n=1

dove a0 , an , bn ∈ R sono assegnati e x ∈ R


Data una funzione f : R → R periodica di periodo 2π esiste una serie trigonometrica la cui somma sia proprio f ?
Cioè esistono a0 , an , bn tali che:


f(x) = a0 + ∑(an cos(nx) + bn sin(nx))
n=1

PRO: Data f : R → R periodica di periodo 2π , definiamo coefficienti di Fourier della serie trigonometrica relativi a
f i seguenti:
π
1
a0 = ∫ f(x)dx,
2π −π
1 π
an = ∫ f(x) cos(nx)dx
π −π
1 π
bn = ∫ f(x) sin(nx)dx
π −π
∀n ∈ N, quando esistono

PRO: Data f : R → R periodica di periodo 2π , abbiamo condizione necessaria ad avere f(x) = a0 +



∑n=1 (an cos(nx) + bn sin(nx)) è che a0 , an , bn ∈ R siano i coefficienti di Fourier relativi a f .
DIMOSTRAZIONE (*9)

Assumiamo che

DIMOSTRAZIONI 8

f(x) = a0 + ∑(an cos(nx) + bn sin(nx))
n=1

(quindi non ci poniamo il problema della convergenza al momento ma lavoriamo in maniera formale assumendo
che ci sia, perché stiamo cercando una condizione necessaria) e usiamo le formule di ortogonalità
Iniziamo con a0 e calcoliamo:


(a0 + ∑(an cos(nx) + bn sin(nx))) dx
π π
∫ f(x)dx = ∫
−π −π n=1

Integriamo termine a termine in maniera formale (non abbiamo controllato convergenza totale, che in teoria ci
servirebbe)

=0 =0
π ∞ π ∞ π
=∫ a0 dx + ∑ an ∫ cos(nx)dx + ∑ bn ∫ sin(nx)dx)
−π n=1 −π n=1 −π
= a0 [x]π−π = a0 2π

grazie alle formule di ortogonalità

Proseguiamo con ak ∀k ∈ N :
π
∫ f(x) cos(kx)dx =
−π

(a0 + ∑(an cos(nx) + bn sin(nx))) cos(kx)dx
π

−π n=1
=0 =0 ∀n=k
 oppure =π se n=k =0
π ∞ π ∞ π
= a0 ∫ cos(kx)dx + ∑ an ∫ cos(nx) cos(kx)dx + ∑ bn ∫ sin(nx) cos(kx)dx
−π n=1 −π n=1 −π
= ak π

grazie alle formule di ortogonalità


Si procede analogamente per i coefficienti bk ∀k ∈ N

Spazio n-dimensionale e curve in Rn


10 - TEO: "Invarianza della lunghezza di una curva per riparametrizzazioni"
Sia r : [a, b] ⊆ R → Rn una curva regolare di sostegno γ e sia v : [c, d] ⊆ R → Rn una riparametrizzazione di
γ relativa al cambiamento di variabili γ : [c, d] → [a, b], cioè:
v (s) := r ∘ φ(s) = r (φ(s)) ∀s ∈ [c, d] (e φ è una funzione derivabile e invertibile). Abbiamo che:
d
lunghezza (r ([a, b])) = ∫ ∥(v′ (s))∥ds
c

DIMOSTRAZIONI 9
DIMOSTRAZIONE (*10)

Ricordiamo che siccome r è regolare, abbiamo che


b
lunghezza (r ([a, b])) = lunghezza (γ) = ∫a ∥r ′ (t)∥dt
Usando la formula di derivazione di funzioni composte componente per componente otteniamo che ∀s ∈ [c, d]
:

⎛ v1 (s)⎞ ⎛ (r1 (φ(s))) ⎞ ⎛ r1 (φ(s)) ⋅ φ (s)⎞ ⎛ r1 (φ(s))⎞


′ ′ ′ ′ ′

v2′ (s) (r2 (φ(s)))′ r2′ (φ(s)) ⋅ φ′ (s) r2′ (φ(s))


v′ (s) = = = = φ′ (s) = φ′ (s) r ′ (φ(s))
⋮ ⋮ ⋮ ⋮
⎝v′ (s)⎠ ⎝(rn (φ(s)))′ ⎠ ⎝r ′ (φ(s)) ⋅ φ′ (s)⎠ ⎝r ′ (φ(s))⎠
n n n

e quindi

∥v′ (s)∥ = ∥φ′ (s)r ′ (φ(s))∥


= (φ′ (s)r1′ (φ(s))2 + ... + (φ′ (s)rn′ (φ(s))2 )
= (φ′ (s))2 [(r1′ (φ(s)))2 + ... + (rn′ (φ(s)))2 ]
= ∣φ′ (s)∣ [(r1′ (φ(s)))2 + ... + (rn′ (φ(s)))2 ]
= ∣φ′ (s)∣∥r ′ (φ(s))∥

Vogliamo ora fare il cambio di variabile t = φ(s) che implica dt = φ′ (s)ds e per gli estremi di integrazione
abbiamo due casi siccome φ è o crescente o decrescente:

1. φ crescente ⇒ φ′ (s) ≥ 0 ∀s ∈ [c, d] e quindi φ(c) = a < b = φ(d) e ∥v ′ (s)∥ = φ′ (s)∥r ′ (φ(s))∥
∀s ∈ [c, d]
2. φ decrescente ⇒ φ′ (s) ≤ 0 ∀s ∈ [c, d] e quindi φ(c) = b > a = φ(d) e ∥v ′ (s)∥ =
−φ′ (s)∥r ′ (φ(s))∥∀s
Nel caso 1 abbiamo che:

b d d
∫ ∥(r ′ (s))∥dt = ∫ ∥(r ′ (φ(s))∥φ′ (s)ds = ∫ ∥(v′ (s))∥ds
a c c
t=φ(s) dt=φ′ (s)ds

Nel caso 2 abbiamo che:

b c c c
∫ ∥(r ′ (t))∥dt = ∫ ∥(r ′ (φ(s))∥φ′ (s)ds = ∫ ∥(r ′ (φ(s))∥(−φ′ (s))ds = ∫ ∥(v′ (s))∥ds
a d d d
t=φ(s) dt=φ′ (s)ds

E quindi in ogni caso abbiamo:

d d
lunghezza (r ([a, b])) = ∫ ∥(r (t))∥ dt = ∫
′ ′
∥(v′ (s))∥ds
c c

Calcolo differenziale per funzioni di più variabili

DIMOSTRAZIONI 10
11 - Teo "condizione necessaria per la differenziabilità"
Sia A ⊆ Rn aperto e sia f : A → R differenziabile nel punto x0 ∈ A. Allora f è continua in x0

DIMOSTRAZIONE (*11)
Dobbiamo dimostrare che limx→x0 f(x) = f(x0 )
Siccome f è differenziabile in x0 , abbiamo che

f(x) = f(x0 ) + ⟨∇f(x0 ), x − x0 ⟩ + σ(∥x − x0 ∥)

Quindi abbiamo che

0 ≤ ∣f(x) − f(x0 )∣ = ∣⟨∇f(x0 ), x − x0 ⟩ + σ(∥x − x0 ∥)∣


≤ ∣⟨∇f(x0 ), x − x0 ⟩∣ + ∣σ(∥x − x0 ∥)∣
≤ ∥∇f(x0 )∥∥x − x0 ∥ + σ(∥x − x0 ∥) → 0
0 per x→ x0 0 per x→ x0

dove usiamo la diseguaglianza triangolare nella prima diseguaglianza e la diseguaglianza di Cauchy-Schwarz


nella seconda

Quindi

0 ≤ lim ∣f(x) − f(x0 )∣ ≤ ∥∇f(x0 )∥ lim ∥x − x0 ∥ + lim σ(∥x − x0 ∥) = 0


x→x0 x→ x0 x→ x0

e concludiamo che

lim ∣f(x) − f(x0 )∣ = 0


x→ x0

12 - Teo "Formula del Gradiente"


Sia f : A → R con A aperto di Rn , f differenziabile in x0 ∈ A.
Allora per ogni versore v ∈ Rn (con ∥v ∥ = 1) esiste la derivata direzionale lungo la direzione v, Dv f(x0 ), e vale
inoltre l'identità:

n
∂f
Dv f(x0 ) = ⟨∇f(x0 ), v⟩ = ∑ (x )vi
∂xi 0
i=1

∂f
(x ) = ⟨∇f(x0 ), v⟩
∂v 0

DIMOSTRAZIONE (*12)

Siccome f è differenziabile in x0 , vale per definizione che:

f(x0 + h) = f(x0 ) + ⟨∇f(x0 ), h⟩ + o(∥h∥) per h → 0

E applicandola all'incremento h = tv ,

DIMOSTRAZIONI 11
💡 Vale per t ∈ R "piccolo" (La formula è vera per h → 0, siccome calcoliamo tutto nel limite ci basta
che esista un intorno del genere).

Sostituiamo e otteniamo:

f(x0 + tv) − f(x0 ) = ⟨∇f(x0 ), tv⟩ + o(t)

Dove per l'o-piccolo è stato fatto il seguente ragionamento:

o(∥tv∥) = o(∣t∣ ∥v∥) = o(∣t∣) = o(t)


R(t)
Avendo usato il fatto che limt→0 ∣t∣ = 0, grazie all'ipotesi di differenziabilità.
Dividendo per t:

f(x0 + tv) − f(x0 ) o(t)


= ⟨∇f(x0 ), v⟩ +
t t
E facendo tendere t → 0:

∂f f(x0 + tv) − f(x0 )


(x0 ) = lim = ⟨∇f(x0 ), v⟩
∂v t→0 t
o(t)
Dove limt→0 t = 0.

13 - Teo "Direazione di Massima e Minima Crescita"


Sia f : A → R con A aperto di Rn , f differenziabile in x0 ∈ A, e ∇f(x0 ) =
0
Allora il vettore

∇f(x0 )

Indica la direzione (e il verso) di massimo accrescimento di f , ossia la direzione corrispondente alla massima
derivata direzionale, mentre

−∇f(x0 )

indica la direzione (e il verso, uguale a ) corrispondente alla minima derivata direzionale (che in generale è
negativa).

In generale, per ogni versore v ∈ Rn si ha:

∣ ∂f ∣
(x0 ) ≤ ∥∇f(x0 )∥
∣ ∂v ∣
E inoltre vengono definiti

∇f(x0 ) −∇f(x0 )
vMAX := e vMIN :=
∥∇f(x0 )∥ ∥∇f(x0 )∥

DIMOSTRAZIONI 12
Dove vale che:

∂f ∂f
(x ) = ∥∇f(x0 )∥ e (x ) = −∥∇f(x0 )∥
∂vMAX 0 ∂vMIN 0

→ Quindi sotto le ipotesi (i) e (ii), la derivata direzionale di f nel punto x0 è:

massima nella direzione e verso di ∇f(x0 )

minima nella direzione e verso di ∇f(x0 ), ma verso opposto

DIMOSTRAZIONE (*13)

Grazie alla formula del gradiente abbiamo che ∀v ∈ Rn con ∥v∥ = 1 vale la seguente:

∣ ∂f ∣
(x0 ) = ∣⟨∇f(x0 ), v⟩∣
∣ ∂v ∣
C-S
≤ ∥∇f(x0 )∥ ∥v∥ = ∥∇f(x0 )∥

Dove la disoguaglienza segue da Cauchy-Schwarz.


Inoltre,

∂f
(x0 ) = ⟨∇f(x0 ), vMAX ⟩
∂vMAX
∇f(x0 )
= ⟨∇f(x0 ), ⟩
∥∇f(x0 )∥
1
= ⟨∇f(x0 ), ∇f(x0 )⟩
∥∇f(x0 )∥
1
= ∥∇f(x0 )∥2
∥∇f(x0 )∥
= ∥∇f(x0 )∥

E analogamente per vMIN .

14 - Derivata direzionale come come derivata della funzione composta


Richiami:

DIMOSTRAZIONI 13
📖 Sia I
Sia f
⊆ R, A ⊆ Rn aperto, r : I → A ⊆ Rn una parametrizzazione di una curva regolare.
: A → R differenziabile in A.
Detta

F :I→R
t ↦ F (t)

la funzione composta definita ∀t ∈ I da ∀t ∈ I da F (t) := (f ∘ r )(t) = f(r (t)) abbiamo che F è


derivabile in I e inoltre

dF
dt (t)

F ′ (t) = ⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩ ∀t ∈ I

Da dimostrare:

Possiamo vedere la derivata direzionale come derivata di una funzione composta.


Sia A ⊆ Rn aperto e f : A → R differenziabile in A. Siano x0 ∈ A e v ∈ Rn con ∥v ∥ = 1

∂f
(x ) = F ′ (0)
∂v 0

dove F (t) := f(x0 + tv )


DIMOSTRAZIONE (*14)
Voglio calcolare F ′ (0) utilizzando la formula di derivazione di funzioni composte e verificare che F ′ (0) =
∂f
∂v
(x0 ) utilizzando la formula del gradiente.
Applichiamo la formula di derivazione di funzioni composte con r(t) := x0 + tv per t piccolo (per rimanere in
A ⊆ Rn ).
Notiamo che r(t) è tale che:

F (t) = f(x0 + tv) = f(r (t));


r (t) è regolare perché è un segmento;
r (0) = x0 e r ′ (0) = v
Poichè

⎛ v1 ⎞⎛ x1 + tv1 ⎞
⎛ x1 ⎞
0 0
v2 x02 + tv2
r (t) = x0 + tv = x0 ⋮ + t =
⎝ x0 ⎠

⎝vn ⎠ ⎝x0i + tvn ⎠
2

n

⎛ (x1 + tv1 ) ⎞ ⎛ v1 ⎞
0 ′

(x02 + tv2 )′ v2
r ′ (t) = = =v
⋮ ⋮
⎝(x0 + tvn )′ ⎠ ⎝vn ⎠
n

DIMOSTRAZIONI 14
Quindi, il teorema precedente ci dice che

F ′ (t) = ⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩

e quindi

x0 v

F ′ (0) = ⟨∇f(r (0)), r ′ (0)⟩


= ⟨∇f(x0 ), v⟩
∂f
Dalla formula del gradiente = ∂v (x0 )

15 - Teo "Ortogonalità del gradiente agli insiemi di livello"


Sia A ⊆ Rn un aperto, e sia f : A → R differenziabile in A.
Supponiamo che l'insieme di livello k ∈ R di f , cioè:

Ik := {x ∈ Rn : f(x) = k}

Sia il sostegno di una curva regolare di parametrizzazione r : I ⊆ R → A ⊆ Rn .


Allora vale:

⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩ = 0, ∀t ∈ I

💡 OSS:

⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩ = 0 ⇔ ∇f(r (t)) ⊥ r ′ (t)

Siccome r ′ (t) è tangente a Ik significa che x) è ortogonale a Ik in x = r (t).

DIMOSTRAZIONE (*15)
Da un lato abbiamo che per ipotesi :

{r (t) : t ∈ I} = Ik = {x ∈ Rn : f(x) = k}

e quindi f(r (t)) =k ∀r ∈ I e


F (t) := f(r (t)) = k ∀t ∈ I ovvero F è costante su I

e quindi F (t) = 0 ∀t ∈ I (1)
D'altro lato, per il teorema di derivazione delle funzioni composte

F ′ (t) = ⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩ (2)

∀t ∈ I
Quindi da (1) e (2) otteniamo:

0 = F ′ (t) = ⟨∇f(r (t)), r ′ (t)⟩

DIMOSTRAZIONI 15
∀t ∈ I

DIMOSTRAZIONI 16

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