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Integrali doppi
In questo capitolo studieremo gli integrali per funzioni di più variabili: più precisamente ci
occuperemo degli integrali di funzioni di due variabili (dunque integrali doppi), ma piccole
varianti dei concetti che verranno introdotti permettono di studiare gli integrali di funzioni
di tre e più variabili.
7.1 Motivazioni
Come per il caso degli integrali di funzioni di una variabile, il procedimento di integrazione
per funzioni di due variabili nasce in modo naturale nelle applicazioni.
167
168 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
s3
s2
s1
a t1 t2 b x
si sceglie un valore ξi,j nel rettangolo [ti , ti+1 ] × [sj , sj+1] e si ottiene
X
V ∼ Ṽ = f (ξi,j )(ti+1 − ti )(sj+1 − sj ).
i,j
dove ξi,j appartiene al rettangolo [ti , ti+i ] × [sj , sj+1]. Raffinando T e S, abbiamo che
M̃ è un’approssimazione sempre migliore di M.
3. Calcolo della superficie di una regione piana Il procedimento precedente può es-
sere utilizzato anche per calcolare la superficie di regioni curve. L’idea è questa: se E
è una regione piana limitata con bordo curvilineo, e D è un rettangolo che la contiene,
possiamo considerare la funzione 1E (x, y) definita da
(
1 se (x, y) ∈ E
1E (x, y) =
0 se (x, y) ∈ D \ E.
x
E
1. Sia D = [a, b] × [c, d], e sia f : D → R una funzione limitata. Date due suddivisioni
T = {a = t0 < t1 < · · · < tn+1 = b} e S = {c = s0 < s1 < · · · < sm+1 = d} di
[a, b]e [c, d] rispettivamente, si dicono somma inferiore e somma superiore di f
rispetto alla griglia T × S le quantità
X
′
Σ (f, T × S) := inf f (ti+1 − ti )(sj+1 − sj )
[ti ,ti+1 ]×[sj ,sj+1 ]
i,j
e !
X
Σ′′ (f, T × S) := sup f (ti+1 − ti )(sj+1 − sj )
i,j [ti ,ti+1 ]×[sj ,sj+1 ]
I ′ (f ) = sup Σ′ (f, T × S)
T,S
e
I ′′ (f ) = inf Σ′′ (f, T × S).
T,S
Definizione 7.1 (Funzioni integrabili e integrale doppio). Sia D = [a, b]×[c, d].
Diciamo che una funzione limitata f : D → R è integrabile secondo Riemann se
I ′ (f ) = I ′′ (f ). Tale valore si indica con
ZZ Z bZ d
f (x, y) dxdy o f (x, y) dxdy,
D a c
4. La classe delle funzioni integrabili è molto ampia. Ragionando come nel caso uni-
dimensionale, si vede che risultano certamente integrabili le funzioni continue.
Abbiamo visto che sono interessanti anche le funzioni discontinue. Una classe che
ricorre nelle applicazioni è quella delle funzioni continue a tratti. La definizione
di funzione continua a tratti in un dominio bidimensionale imita quella già vista in
una variabile. Siano A1 , A2 , . . . , An insiemi aperti disgiunti contenuti in D e tali che
n
[
(7.1) Āj = D
j=1
Aj
Per una condizione di integrabilità per funzioni continue a tratti, rinviamo alla sezione
7.4.
e di confronto, cioè se f ≤ g
ZZ ZZ
f dxdy ≤ g dxdy.
D D
In particolare, si ha Z Z ZZ
f dxdy ≤ |f | dxdy.
D D
y = β(x)
y
y = α(x)
a b x
x = δ(y)
3. Un insieme nel piano può talvolta essere visto come un dominio normale sia rispetto
all’asse delle x che all’asse delle y. Ad esempio il triangolo T determinato da (0, 0),
(1, 0) e (1, 1)
y=x
(1, 1)
(1, 0)
7.4. INTEGRALE DI UNA FUNZIONE SU UN INSIEME 173
T = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ x ≤ 1, 0 ≤ y ≤ x}
1. Come abbiamo visto nella sezione delle motivazioni (parlando di area di regioni pia-
ne), data una funzione integrabile f : D → R con D = [a, b] × [c, d], un modo
ragionevole per definire il suo integrale su un insieme E ⊆ D è quello di porre
ZZ ZZ
f dxdy = f 1E dxdy.
E D
z z = f (x, y)
x E
D
174 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
dove g è non nulla solo su nj=1 ∂Aj . Supponiamo che A1 , . . . , An siano integrabili
S
secondo SRiemann. Allora ogni funzione fj 1Aj è integrabile secondo Riemann, ed
essendo nj=1 ∂Aj di area nulla, una verifica diretta mostra che anche g loSè . Dunque
f risulta integrabile in quanto somma di funzioni integrabili. Essendo nj=1 ∂Aj di
area nulla, gli insiemi aperti A1 , . . . , An formano essenzialmente una partizione di D
(rimane escluso solo un insieme di area nulla). Possiamo riassumere la condizione
trovata dicendo che una funzione continua a tratti è integrabile se i bordi
della partizione associata sono di area nulla. Ciò accade ad esempio se ∂Aj ha
lunghezza finita.
(a) se E1 ∩ E2 = ∅
ZZ ZZ ZZ
f dxdy = f dxdy + f dxdy;
E1 ∪E2 E1 E2
(b) se E1 ⊆ E2 ZZ ZZ ZZ
f dxdy = f dxdy − f dxdy;
E2 \E1 E2 E1
(e) si ha Z Z ZZ
f dxdy ≤ |f | dxdy;
E E
(f) se E1 ∩ E2 = ∅ e
f (x, y) se (x, y) ∈ E1
h(x, y) = g(x, y) se (x, y) ∈ E2
0 se (x, y) ∈ D \ (E1 ∪ E2 ),
h è integrabile e
ZZ ZZ ZZ
h dxdy = f dxdy + g dxdy.
E1 ∪E2 E1 E2
176 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
5. Come nel caso di funzioni di una variabile, la simmetria della funzione f (x, y) può age-
volare il calcolo di un integrale doppio. Per esempio se f (x, y) è una funzione pari
in x
f (−x, y) = f (x, y),
(x0 , y0 ) ∈ E =⇒ (−x0 , y0 ) ∈ E
si ha ZZ ZZ
f (x, y) dxdy = 2 f (x, y) dxdy,
E E+
dove
E + := {(x, y) ∈ E : x > 0}.
z z = f (x, y)
x E
f (−x, y) = −f (x, y)
z = f (x, y)
x E
z = f (x, y)
x
y
Ax
e
S = {c = s0 < s1 < · · · < sm+1 = d}.
Notiamo che per definizione di integrale si ha
Z d m
X
′
g(x) = f (x, y) dy ≥ Σ (f (x, ·), S) = inf f (x, y) (sj+1 − sj )
c y∈[sj ,sj+1 ]
j=0
7.5. FORMULE DI RIDUZIONE 179
e dunque
m
X
inf g(x) ≥ inf f (sj+1 − sj ).
x∈[ti ,ti+1 ] [ti ,ti+1 ]×[sj ,sj+1 ]
j=0
Concludiamo che
n
X
′
Σ (g, T ) = inf g(x) (ti+1 − ti )
x∈[ti ,ti+1 ]
i=0
n X
X m
≥ inf f (ti+1 − ti )(sj+1 − sj ) = Σ′ (f, T × S)
[ti ,ti+1 ]×[sj ,sj+1 ]
i=0 j=0
I ′ (f ) ≤ I ′ (g) e I ′′ (g) ≤ I ′′ (f ).
Poiché f è integrabile su D, si ha
Z bZ d
′ ′′
I (f ) = I (f ) = f (x, y) dxdy
a c
che è la tesi.
x = γ(y)
y = β(x)
y
d
y
x = δ(y)
y = α(x) c
a x b x
e quindi l’integrale doppio si ottiene integrando tale quantità rispetto a x ∈ [a, b].
z
z = f (x, y)
α(x)
x=a
x y
Ax
x=b
β(x)
7.5. FORMULE DI RIDUZIONE 181
dove E = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ x ≤ 1, 0 ≤ y ≤ x2 }.
y = x2
0 1 x
Si ha
1 x2
!x2 1
y2
ZZ Z Z Z
(x + y) dxdy = (x + y) dy dx = xy + dx
E 0 0 0 2 0
Z 1 1
x4
4
x5
3 x 1 1 7
= x + dx = + = + = .
0 2 4 10 0 4 10 20
3. Notiamo che tramite le formule di riduzione possiamo riottenere un risultato già visto
studiando gli integrali di una variabile: precisamente l’area del dominio normale
rispetto all’asse x dato da
y = f (x)
y
y = g(x)
a b x
182 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
è data chiaramente dalla differenza delle aree determinate dai grafici di f e g, cioè
Z b
[f (x) − g(x)] dx.
a
(x, y)
(u, v)
U
V Φ−1
Esempio 7.7 (Le coordinate polari). Sono molto utili nelle applicazioni le coor-
dinate polari piane: si descrive (x, y) tramite (r, ϑ) dove r è la lunghezza del vettore
determinato da (x, y), e ϑ è l’angolo che esso determina con l’asse delle ascisse come
in figura.
(x, y)
U = {(x, y) ∈ R2 : 1 ≤ x2 + y 2 ≤ 4, x ≥ 0}
Possiamo dare un significato geometrico a |JΦ (u, v)| nel seguente modo.
184 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
γ2 (t)
v y
u x
Φ
γ1 (t)
γ2′ (0)
(x0 , y0 )
γ1′ (0)
3. Possiamo ora enunciare l’analogo dell’integrazione per sostituzione per gli integrali
doppi.
In particolare, scegliendo f = 1 si ha
ZZ
Area(E) = |JΦ (u, v)| dudv.
Φ−1 (E)
Il secondo membro è una somma di Riemann per l’integrale a primo membro relativo
ad una quadrettatura curvilinea nel piano xy data dai quadrilateri curvilinei Aij
ε e
pertanto S̃ε approssima l’integrale doppio iniziale.
186 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
Qij
ε
v y
Aij
ε
u x
0 ≤ u ≤ 2, 0≤v≤2
per cui
2 2 Z 2 Z 2
v2 v2 1
Z Z
I= 2
du dv = 2 2
dv = 2 1− dv
0 0 1+v 0 1+v 0 1 + v2
= 2 [v − arctan v]20 = 2(2 − arctan 2).
4. Nel caso delle coordinate polari piane si ha che JΦ (r, ϑ) = r cosı̀ che si ha
ZZ ZZ
f (x, y) dxdy = f (r cos ϑ, r sin ϑ)rdrdϑ.
E Φ−1 (E)
x2 + y 2 = 4
e dunque
ZZ Z 2Z π
2
2 2
I= (r cos ϑ)r dr dϑ = r 3 cos2 ϑ dr dϑ
S 0 0
Z 2Z π π/2
2
31
+ cos 2ϑ ϑ sin 2ϑ
Z
2
3
= r drdϑ = r + dr
0 0 2 0 2 4 0
2
π 2 3 π r4
Z
= r dr = = π.
4 0 4 4 0
Esempio 7.11. Vediamo ora come gli integrali doppi e la sostituzione con le coor-
dinate polari ci permettano di calcolare il seguente integrale
Z +∞
2
I= e−x dx
−∞
Innanzitutto si può vedere che I è finito dal momento che (usa lo sviluppo di Taylor)
2 2
e−x ≤
x2 +1
e
a a
2
Z Z
−x2
lim e dx ≤ lim dx ≤ lim [2 arctan x]a−a = 2π.
a→+∞ −a a→+∞ −a x2 +1 a→+∞
188 CAPITOLO 7. INTEGRALI DOPPI
dove a > 0 e
Ta = (x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ a2 .
Deduciamo che ZZ
2 −y 2
lim e−x dxdy = π.
a→+∞ Ta
dove Qa indica il quadrato [−a, a] × [−a, a], dal momento che entrambi gli integrali
2 2
stanno tendendo all’integrale di e−x −y su tutto il piano. Dalle formule di riduzione
si ha che ZZ Z a Z a
−x2 −y 2 −x2 2
e dxdy = e dx e−y dy = Ia2 .
Qa −a −a
Dunque otteniamo
I 2 = lim Ia2 = π
a→+∞
da cui +∞ √
Z
2
I= e−x dx = π.
−∞
Esercizi
2. Sia γ : [a, b] → R2 una curva di classe C 1 e di lunghezza finita: dimostrare che γ([a, b]) ha
area nulla.
5. Siano f : [0, 1] × [0, 2] → R e g : [1, 2] × [0, 2] → R due funzioni integrabili secondo Riemann,
e sia h : [0, 2] → R una funzione qualsiasi. Dimostrare che la funzione u : [0, 2]2 → R
f (x, y) se x ∈ [0, 1[
u(x, y) = g(x, y) se x ∈]1, 2]
h(y) se x = 1
6. Sia f : [0, 1]2 → R integrabile secondo Riemann. È vero che per ogni x0 ∈ [0, 1] la funzione
g(y) = f (x0 , y) è integrabile secondo Riemann?
cosı̀ che ZZ ZZ
f (x, y) dxdy = 2 f (x, y) dxdy.
E E+
(Suggerimento: considera Φ(u, v) = (−u, v).)
cosı̀ che ZZ
f (x, y) dxdy = 0.
E
(Suggerimento: considera Φ(u, v) = (−u, v).)