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Integrali impropri
Definizioni di integrale improprio
Rb
L’Argomento 9 tratta l’integrale definito a
f (x) dx se f : [a, b] → R è continua su [a, b].
sin x
Se f , continua solo su (a, b], ha limite finito per x → a+ ( per esempio f (x) = x
su (0, 1]),
basta definire f (a) uguale a tale limite per ricadere nella situazione precedente.
Anche per f continua e limitata su (a, b] ( per esempio sin x1 su (0, 1]) si può estendere la
definizione di integrale definito (non ce ne occupiamo). Altrimenti diamo la seguente:
Definizione 10.1 Se f è continua su (a, b], e non limitata (ad esempio per un asintoto verticale
in x = a), poniamo:
Z b Z b
f (x) dx := lim+ f (x) dx
a ω→a ω
e diciamo che l’ integrale improprio di f fra a e b (o su un intorno destro di a):
è convergente se questo limite esiste finito (ed f si dice integrabile in senso improprio)
è divergente se questo limite è infinito
non esiste se questo limite non esiste.
Con analogo significato per le parole: convergente, divergente, non esiste (su un intorno di +∞).
Esempio 10.3
Z 1 Z h √
1 1
1 £ √ ¤1 √ i
√ dx = lim √ dx = lim 2 x ω = lim 2 1 − 2 ω = 2
0 x ω→0+ ω x ω→0+ ω→0+
Esempio 10.4
Z 1 Z 1
1 1
dx = lim+ dx = lim+ [log x]1ω = lim+ [log 1 − log ω] = +∞
0 x ω→0 ω x ω→0 ω→0
Esempio 10.5
Z +∞ Z ω · ¸ω · ¸
1 1 1 1 1
dx = lim dx = lim − = lim − + = 1
1 x2 ω→+∞ 1 x2 ω→+∞ x 1 ω→+∞ ω 1
Esempio 10.6
Z +∞ Z ω
cos x dx = lim cos x dx = lim [sin x]ω1 = lim [sin ω − sin 1] : non esiste
1 ω→+∞ 1 ω→+∞ ω→+∞
1
Definizione 10.7 Se il dominio sul quale vogliamo integrare la f è unione di un numero finito di
intervalli del tipo di quelli usati nelle definizioni 10.1 e 10.2, diremo che l’integrale è convergente se
lo è su ognuno di essi, e gli daremo come valore la somma dei valori sui vari intevalli. Se anche uno
solo degli integrali sugli intervalli è infinito o non esiste, diremo che l’integrale globale non esiste.
Esempio 10.8
Z +∞ Z −4 Z −2 Z 0 Z 2 Z +∞
f (x) dx := f (x) dx + f (x) dx + f (x) dx + f (x) dx + f (x) dx
−∞ −∞ −4 −2 0 2
y2
–10 –8 –6 –4 –2 0 2 4 x 6 8 10
–1
–2
Rb
Sappiamo che, se f è continua e positiva su [a, b], allora a f (x) dx dà l’area della regione di piano
compresa fra l’asse x, il grafico della f e le due rette verticali x = a e x = b. Tale regione è
sicuramente limitata (cioè racchiudibile in un cerchio di centro nell’origine e raggio abbastanza
grande) e di conseguenza ha area finita.
Nel caso della definizione 10.1 (sempre per f positiva) la regione in questione non è più limitata,
ma può avere area finita (se l’integrale improprio converge) o area infinita (se l’integrale diverge).
Infatti l’area sottesa al grafico fra le ascisse a e b è il limite, per ω → a+ , di quella sottesa fra ω e b
e questa relazione è tradotta in termini di integrali dalla definizione 10.1.
L’esempio 10.4 ci dice allora che la regione compresa fra il grafico di f (x) = x1 , il semiasse positivo
delle y (che è l’asintoto verticale), l’asse orizzontale e la retta verticale x = 1 ha area infinita.
Un discorso analogo si può fare nel caso della definizione 10.2.
L’esempio 10.5 significa allora che la regione compresa fra il grafico di f (x) = x12 , la retta verticale
x = 1 e il semiasse positivo delle x (asintoto orizzontale) ha area finita di valore 1, anche se la
regione è chiaramente illimitata.
1.4
Z +∞
1.2 1
area azzurra = dx =
1
1 x2
0.8 Z ω
1
0.6 = lim dx = lim (area tratteggiata)
ω→+∞ 1 x2 ω→+∞
0.4
0.2
0 1 2 ω 3 4 5 6
2
Teorema del confronto
Talvolta non si può applicare la definizione di integrale improprio a una certa funzione perché non
si riesce a calcolarne la primitiva. Allora sono utili il seguente teorema e le sue conseguenze.
Teorema
Z +∞ 10.9 Siano f e g continue e positive Zsu+∞[a, +∞) con 0 ≤ f (x) ≤ g(x) ∀x ∈ [a, +∞):
se f (x) dx diverge, allora diverge anche g(x) dx
Za +∞ a Z
+∞
se g(x) dx converge, allora converge anche f (x) dx
a a
Analoghi enunciati valgono per integrali impropri su intervalli del tipo: (a, b], [a, b), (−∞, a].
L’interpretazione geometrica è immediata (vedi figura):
se l’area sottesa alla funzione f è infinita allora lo è a maggior ragione quella sottesa alla g
se l’area sottesa alla funzione g è finita allora lo è a maggior ragione quella sottesa alla f
0.8
0.6
0.4
grafico di g
0.2 grafico di f
0 2 4 6 8 10
2
Esempio 10.10 Poiché e−x → 0 per x → +∞ più rapidamente di ogni potenza (negativa) di x,
2 1
allora per x abbastanza grande abbiamo sicuramente: 0 < e−x < 2 . Poiché l’integrale improprio
x
1 2
di 2 su un intorno di +∞ è convergente (esercizio 10.5) allora anche quello di e−x lo è .
x
2
Osserviamo esplicitamente che nell’esempio precedente la primitiva di e−x non può essere espressa
in termini finiti e quindi non si può applicare la definizione.
1 1
Esempio 10.11 Poiché 0 < log x < x, ∀x > 1 allora > > 0.
log x x
1
Poiché l’integrale improprio di su un intorno di +∞ è divergente (come si può verificare applicando
x
1
la definizione) allora anche quello di lo è .
log x
Corollario 10.12 Se f (x) ∼ g(x) per x → +∞, con f e g positive, allora gli integrali impropri
della f e della g su un intorno di +∞ o convergono entrambi, o divergono entrambi.
Analogamente per gli integrali impropri su un intorno destro di a se f (x) ∼ g(x) per x → a+ .
f (x)
Ricordiamo la definizione di asintotico: f (x) ∼ g(x) per x → x0 se lim = 1
x→x0 g(x)
1 1
Esempio 10.13 Essendo √ ∼ √ per x → 0+ , l’integrale improprio della prima
x+x x
funzione su un intorno destro di 0 è convergente come quello della seconda funzione (esempio 10.3).
3
Funzioni “test”
Il teorema del confronto è comodo da applicare se conosciamo il carattere dell’integrale improprio di
una famiglia di funzioni “semplici” con le quali confrontare funzioni più complicate, come abbiamo
già fatto negli esempi 10.10, 10.11 e 10.13.
Proposizione 10.14
Z +∞ per α ≥ 1 (diverge)
1
1
dx =
0 xα
1
per α < 1 (converge)
1−α
Dimostrazione.
Z 1 Z 1 ½
1 1 1 £ 1−α ¤1 +∞ per 1−α<0
per α 6= 1 : dx = lim+ dx = lim+ x = 1
0 xα ω→0 ω x α ω→0 1 − α ω
1−α
per 1−α>0
Proposizione 10.15
Z +∞ per α ≤ 1 (diverge)
+∞
1
dx =
1 xα
1
per α > 1 (converge)
α−1
3 3
2.5 Z 1 2.5
1
2 √ dx = 2 2 Z
0 x +∞
1
y1.5 y1.5 dx = 1
1 x2
1 1
0.5 R 0.5
A
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
x x
1
L’interpretazione geometrica è la seguente: le funzioni del tipo α con α < 1, come per esempio
x
1
√ , vanno all’infinito lentamente per x → 0+ , quindi il loro grafico è “vicino” all’asse verticale e
x
delimita quindi una regione illimitata e tuttavia di area finita (in Rosa nella prima figura).
Le stesse funzioni vanno lentamente a zero per x → +∞ e quindi il loro grafico è “meno vicino”
all’asse orizzontale e delimita una regione di area infinita.
1
Al contrario le funzioni dello stesso tipo, ma con α > 1, come per esempio 2 , vanno velocemente
x
a zero per x → +∞, quindi il loro grafico è “vicino” all’asse orizzontale e delimita una regione
illimitata ma di area finita (in Azzurro nella seconda figura).
Le stesse funzioni vanno velocemente all’infinito per x → 0+ e quindi il loro grafico è “meno vicino”
all’asse verticale e delimita una regione di area infinita.