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Scritto di Analisi Vettoriale (30.06.

2017)
proff. F. Lanzara, E. Montefusco, P. Vernole
COGNOME e NOME:
MATRICOLA:
DOCENTE: Lanzara Montefusco Vernole
Se ammesso, sosterro la prova orale: questo appello in un appello successivo
Istruzioni: il testo desame deve essere riconsegnato insieme allelaborato, tutti i ragionamenti devono essere
adeguatamente motivati!

Esercizio 1. Determinare il massimo e il minimo assoluto della funzione


n o
f (x, y) = x3 + 3xy2 3(x2 + y2 ) + 4 (x, y) D = (x, y) R2 : x2 + y2 4, x 0

Soluzione. Si ha che f C (2 ). Esistono massimo e minimo assoluto per il teorema di Weierstrass


essendo f continua in D chiuso e limitato. Si noti che non esistono punti di non derivabilita. Cerchiamo i punti
di massimo e minimo tra i punti critici interni a D e gli estremi relativi sulla frontiera di D.
I punti critici sono soluzione del sistema
 
f x (x, y) = 3 x2 2x + y2 = 0, fy (x, y) = 6(x 1)y = 0

Il sistema ha quattro soluzioni, di cui due interne a D: i punti P0,1 = (1, 1). P0,1 sono candidati ad essere punti
di massimo o minimo assoluto. Osserviamo che non serve lo studio della matrice hessiana, visto che dobbiamo
trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f e non classificare i suoi punti critici.
Cerchiamo i punti di massimo e minimo relativo di f sulla frontiera D. Si ha D = 1 2 con

1 = {x = 0, 2 y 2} 2 = {x2 + y2 = 4, x 0}

Studiamo separatamente la funzione f sulle 2 curve che compongono D. Su 1 vale

f |1 = g(y) = f (0, y) = 4 3y2 2y2

e si ottiene
max g(y) = g(0) = 4; min g(y) = g(2) = 8
[2,2] [2,2]

Su 2 applichiamo il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. Sia g(x, y) = x2 + y2 4. Cerchiamo i punti che
annullano il determinante della matrice
 
x2 2x + y2 2(x 1)y
! !
f x fy
=6
g x gy x y

e appartengono al vincolo g(x, y) = 0. Cio equivale a risolvere il sistema

(x y)y(x + y) = 0
(
x2 + y2 = 4

Prendiamo in considerazione solo i punti con ascissa positiva



P2 = (2, 0); P3 = ( 2, 2); P4 = ( 2, 2).
Confrontando i valori che la funzione assume in tali punti

f (P0,1 ) = 2 f (P2 ) = 0 f (P3 ) = f (P4 ) = 8 + 8 2

e i valori assunti nei punti (0, 2) e (0, 0) su 1 segue che

max f = f (0, 0) = 4 min f = f (0, 2) = f (0, 2) = 8


D D

Esercizio 2. Sia la porzione del piano {z = ax + by} contenuta nel cilindro di equazione {x2 + y2 r} 3 ,
con a, b e r > 0. Si verifichi che e una superficie regolare per ogni valore dei parametri e si calcoli
il flusso del campo F = (0, 0, 1) attraverso , orientata in modo da ottenere il versore normale avente terza
componente positiva.

Soluzione. Siccome e, di fatto, una porzione del grafico di una funzione, possiamo scrivere facilmente
una parametrizzazione

(u, v) = (u, v, au + bv) (u, v) B = {u2 + v2 r} 2

come visto a lezione tale tipo di parametrizzazione e regolare, visto che la funzione e di classe C (in realta e
sufficiente che la funzione sia di classe C 1 , visto che tale regolarita garantisce lesistenza del piano tangente!):
si noti che il ragionamento e del tutto indipendente dai particolari valori dei parametri a, b ed r.
Per calcolare il flusso abbiamo bisogno del vettore normale

u (u, v) = (1, 0, a) v (u, v) = (0, 1, b) u (u, v) v (u, v) = (a, b, 1)

notiamo che la parametrizzazione scelta induce lorientazione richesta dal testo. A questo punto possiamo
procedere nel calcolo del flusso
Z Z Z
(F) = F n d = F(u, v) (u v )(u, v) dudv = (0, 0, 1) (a, b, 1) dudv = m2 (B) = r2
B B

Concludiamo osservando che se avessimo considerato la superficie f definita come la porzione del grafico di
una funzione z = f (x, y) (con f C 1 (2 , )) contenuta nel cilindro di equazione {x2 + y2 r} 3 , con r > 0,
lesercizio non avrebbe mostrato grosse differenze, visto che la regolarita della funzione implica ugualmente
la regolarita della superficie e che avremmo a che fare con la parametrizzazione

(u, v) = (u, v, f (u, v)) (u, v) B = {u2 + v2 r} 2

da cui si ricava

u (u, v) = (1, 0, fu (u, v)) v (u, v) = (0, 1, fv (u, v)) u (u, v) v (u, v) = ( fu (u, v), fv (u, v), 1)

ottenendo che
Z Z Z
f (F) = F n d = F(u, v) (u v )(u, v) dudv = (0, 0, 1) ( fu (u, v), fv (u, v), 1) dudv = m2 (B) = r
B B

il che mostra che il flusso del campo e indipendente dalla superficie considerata: lunica cosa rilevante e la
proiezione di f sul piano {z = 0}, cioe sul piano ortogonale al campo F.

2
Esercizio 3. Dato il campo
h i h i
x 1 cos( x2 + y2 ) y 1 cos( x2 + y2 )
p p
F(x, y) = ,
x2 + y2 x2 + y2
p p
n o
definito in D = (x, y) R2 : (x, y) , (0, 0) , si calcoli il lavoro compiuto dal campo percorrendo lellisse di
equazione x2 /4 + y2 /9 = 1 in senso antiorario.

Soluzione. Osserviamo subito che f C (D). Siccome vale


p  p 
F1 xy xy sin x2 + y2 xy cos x2 + y2 F2
= + + =
y x2 + y2
3/2 x +y
2 2
x2 + y2
 3/2 x

F e irrotazionale in D. Come conseguenza del teorema di Stokes si ha linvarianza rispetto a deformazioni della
traiettoria per il calcolo del lavoro. Quindi possiamo sostituire lellisse : x2 /4 + y2 /9 = 1 con una qualsiasi
altra curva che gira intorno allorigine, con lo stesso orientamento. Il lavoro richiesto e dato da
Z Z
L= F ds = F ds
+ +

La scelta piu naturale e la circonferenza : {x2 + y2 = 1} che ammette la seguente parametrizzazione di tipo
positivo
= {(x(t), y(t)) = (cos(t), sin(t)) t [0, 2]}
e versore tangente = ( sin(t), cos(t)). Applicando la definizione di integrale curvilineo
Z 2
L= (F1 (x(t), y(t))1 (t) + F2 (x(t), y(t))2 (t)) dt
0
Z 2
= [cos(t)(1 cos(t))( sin(t)) + sin(t)(1 cos(t)) cos(t)] dt = 0
0

Questo ci consente di concludere che F(x, y) e conservativo in tutto D (attenzione: D non e semplicemente
connesso quindi la sola irrotazionalita non basta per concludere che il campo e conservativo). Si verifica
facilmente che i potenziali sono dati dallespressione
p p 
U(x, y) = x2 + y2 sin x2 + y2 + k k

Esercizio 4. Per ogni n N sia yn (t) la soluzione del seguente problema di Cauchy
h i
y (t) = n y(t) y2 (t)
( 0
(1)
y(0) = 1/2

i. si spieghi perche yn esiste ed e unica,


ii. si spieghi perche yn e definita su tutta la semiretta S = [0, +),
iii. si calcoli il lim yn (t), per t S , e si dica in quali sottointervalli della semiretta tale convergenza e uniforme.
n
Soluzione. i. E unequazione differenziale a variabili separabili, di tipo autonomo, nella forma y0 = f (y)
h i
con f (y) = n y(t) y2 (t) C 1 (). Cio implica che sono verificate le ipotesi del teorema di Cauchy che
assicurano lesistenza e unicita locale della soluzione del problema (1).

3
ii. Sappiamo che lesistenza di due costanti non negative K1 , K2 tali che

(2) | f (y)| K1 + K2 |y| y

garantirebbe la validita del teorema di esistenza globale della soluzione su tutta la semiretta S . Nel nostro caso,
pero, la condizione (2) non vale perche f e a crescita quadratica.
Questa ipotesi puo essere indebolita richiedendo che f verifichi lipotesi (2) soltanto lungo la soluzione del
problema di Cauchy. Cioe che, detta y(t) la soluzione di (1), lesistenza di due costanti non negative C1 , C2
(entrambe dipendenti da y(t)), tali che

| f (y(t))| C1 + C2 |y(t)| t

implica che la soluzione y(t) e prolungabile su tutto . Osserviamo subito che y0 0 e y1 1 sono due
soluzioni costanti dellequazione differenziale e, per lunicita della soluzione del problema di Cauchy, sap-
piamo che due soluzioni distinte non possono avere punti del grafico in comune, allora segue che, siccome
y(0) = 1/2 (0, 1), vale 0 < y(t) < 1 per ogni t . Quindi lesistenza globale della soluzione e una
conseguenza del fatto che | f (y(t))| = n |y(t)(1 y(t))| n per ogni t , e quindi per ogni t S .
iii. Integriamo per separazione di variabili
k ent
Z Z
dy dy y
+ = n(t + c) log = n(t + c) yn (t) =
y 1y 1y 1 + kent
Imponendo la conditione iniziale troviamo k = 1. Per t S si ha

1/2 t = 0
lim yn (t) = y(t) =
n 1 t>0

La convergenza non e uniforme in tutto S perche y(t) < C 0 (S ) pur essendo yn (t) C 0 (S ). Sia a > 0. Si ha
n
sup |yn (t) y(t)| = sup ent = ena 0
[a,] [a,]

Dunque la convergenza della successione {yn (t)} e uniforme in [a, ).

Esercizio 5. Calcolare il seguente integrale


Z
|z| n o
dxdydz dove D = (x, y, z) 3 : z2 1, x 0, x4 y x2
D 2 y

Soluzione. La funzione integranda e pari come funzione di z e il dominio e simmetrico rispetto al piano xy.
Quindi
Z Z
|z| z n o
dxdydz = dxdydz D+ = (x, y, z) 3 : 0 z 1, x 0, x4 y x2
D 2 y D+ y

Scriviamo n o
D+ = (x, y, z) 3 : 0 z 1, 0 x 1, 0, x4 y x2
e usiamo le formule di riduzione su domini normali
Z Z 1 Z 1 Z x2 Z 1 Z 1
z dy 1
dxdydz = zdz dx =2 zdz (x x2 ) dx =
D+ y 0 0 x4 y 0 0 6

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