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Complementi IV

Esercizio 4.1
Sia S 2n+1 = {z ∈ Cn+1 | ||z|| = 1}. Si consideri la relazione d’equivalenza ' su
S 2n+1 definita da

z ' w ⇐⇒ ∃t ∈ [0, 1] : z = e2πit w.

Dimostrare che S 2n+1 / ' è di Hausdorff.


Dim.: Si osservi che, se z ' w, allora z e w appartengono allo stesso sot-
tospazio U di dimensione 1 di Cn+1 e che U ∩ S 2n+1 = {e2πit w | t ∈ R} è una
circonferenza, che viene identificata in un punto. In altre parole S 2n+1 / ' è
omeomorfo a Pn (C), che è di Hausdorff. 2

Esercizio 4.2
Dimostrare che le applicazioni di proiezione

S n 7→ Pn (R); S 2n+1 = {z ∈ Cn+1 | ||z|| = 1} 7→ Pn (C)

sono identificazione chiuse.


Dim.: Basta osservare che le sfere sono compatte e che lo spazio proiettivo
reale e lo spazio proiettivo complesso sono di Hausforff. 2

Esercizio 4.3
Verificare che le applicazioni

x20 − x21 2x0 x1


F : P1 (R) 7→ S 1 , [x0 , x1 ] 7→ ( , )
x20 + x21 x20 + x21

|z0 |2 − |z1 |2 z̄1 z0 + z̄0 z1 i(z̄1 z0 − z̄0 z1 )


G : P1 (C) 7→ S 2 , [z0 , z1 ] 7→ ( , , )
|z0 |2 + |z1 |2 |z0 |2 + |z1 |2 |z0 |2 + |z1 |2

sono omeomorfismi.
Dim.:
Passando da coordinate proiettive omogenee a coordinate non omogenee,
possiamo identificare il punto [1, t] con il numero reale t, mentre il punto [0, 1]
viene identificato un il simbolo ∞, in altre parole P1 (R) = R ∪ {∞}. Un sistema
fondamentale di intorni per il punto t è

Ut = {{u ∈ R | |u − t| < } |  ∈ R+ }

mentre un sistema fondamentale di intorni di ∞ è

U∞ = {{t ∈ R | |t| > M } ∪ {∞} | M ∈ R+ }.

Richiamiamo la proiezione stereografica ϕ della sfera S n ⊂ Rn+1 sull’iperpiano


x0 = 0 dal punto (−1, 0, . . . , 0) definita dalla funzione

1
1
ϕ : S n \ {(−1, 0, . . . , 0)} 7→ Rn , (x0 , x1 , . . . , xn ) 7→ (x1 , x2 , . . . , xn )
1 + x0
e la sua inversa ϕ−1 : Rn 7→ S n \ {(−1, 0, . . . , 0)}, definita ponendo

1 − ||y||2 2y1 2yn


y = (y1 , y2 , . . . , yn ) 7→ ( , ,..., ).
1 + ||y||2 1 + ||y||2 1 + ||y||2

È ovvio dalla costruzione che ϕ è un omeomorfismo.


Supponiamo ora n = 1. In questo caso

1 − t2 2t y
ϕ−1 (t) = ( , ) , ϕ(x, y) = (x2 + y 2 = 1)
1 + t 1 + t2
2 1+x

Passando da coordinate proiettive omogenee di P1 (R) alle coordinate non omo-


genee, se t ≡ [1, t] = [x0 , x1 ], allora

x20 − x21 2x0 x1 1 − ( xx10 )2 2 xx01 1 − t2 2t


F ([x0 , x1 ]) = ( 2 2 , 2 2 ) = ( x1 2 , x1 2 ) = ( , ) = ϕ(t)
x0 + x1 x0 + x1 1 + ( x0 ) 1 + ( x0 ) 1 + t2 1 + t2

Questo prova che tra P1 (R) \ {[0, 1]} e S 1 \ {(−1, 0)} la funzione F coincide
con l’inversa della proiezione stereografica e, quindi, è un omeomorfismo R e
S 1 \ {(−1, 0)}. Essendo F ([0, 1]) = (−1, 0) rimane da verificare che F è continua
in [0, 1]. Basta osservare che

sin(π − )
F −1 ({(cosθ, senθ) | π −  < θ < π + } = {t ∈ R | |t| > | |} ∪ {∞}
1 + cos(π − )

Analiziamo ora il caso n = 2. Passando da coordinate proiettive omogenee


a coordinate non omogenee, possiamo identificare il punto [1, z] di P1 (C) con il
numero complesso z, mentre il punto [0, 1] viene identificato un simbolo ∞, in
altre parole
P1 (C) = C ∪ {∞}.

2
Un sistema fondamentale di intorni per il punto z è formato dai dischi aperti
con centro z mentre un sistema fondamentale di intorni di ∞ è formato dai
complementaridi un disco chiuso.
Per n = 2, l’inversa della proiezione sferica ϕ−1 : R2 7→ S 2 \ {(−1, 0, 0)}, è
definita ponendo

1 − x2 + y 2 2x 2y
ϕ−1 ((x, y)) = ( , , ).
1 + x2 + y 2 1 + x2 + y 2 1 + x2 + y 2
Identifichiamo l’insieme dei numeri complessi C con il piano R2 . Se z = x + iy,
allora |z|2 = x2 + y 2 , z + z̄ = 2x e i(z̄ − z) = 2y. Quindi

1 − x2 + y 2 2x 2y
ϕ−1 (x + iy) = ( , , )=
1 + x + y 1 + x + y 1 + x2 + y 2
2 2 2 2

1 − |z|2 z + z̄ i(z̄ − z)
=( , , ) = G([1, z]).
1 + |z|2 1 + |z|2 1 + |z|2
Questo dimostra che G è un omeomorfismo di P1 (C) \ {[0, 1]} ≡ C in S 2 \
{(−1, 0, 0)}.
Analogamente a quanto fatto nel caso n = 1, si conclude che G è un omeo-
morfismo.

Esercizio 4.4
Dimostrare che il piano proiettivo reale meno un aperto non banale è omeomorfo
al nastro di Möbius
Dim.: Sia C̄ = {(x, y, z) ∈ R3 | x2 + y 2 = 1}; l’applicazione

f : S 2 \ {(0, 0, 1), (0, 0, −1)} 7→ C̄,

definita ponendo
x y z
f (x, y, z) = ( √ ,√ ,√ )
1−z 2 1−z 2 1 − z2
è un omeomorfismo, la cui funzione inversa è
u v t
f −1 : C̄ 7→ S 2 \{(0, 0, 1), (0, 0, −1)} , f −1 (u, v, t) = ( √ ,√ ,√ )
1 + t2 1 + t2 1 + t2

3

Se A = {(x, y, z) ∈ S 2 | 22 < z ≤ 1}, allora A ∪ (−A) è un aperto di S 2 .
Se C = {(x, y, z) | x2 + y 2 = 1, |z| ≤ 1}, la funzione f definisce√un omeomor-

fismo tra la calotta sferica S 2 \ (A ∪ (−A)) = {(x, y, z) ∈ S 2 | − 22 ≤ z ≤ 22 }
e C.

f p
−→ −→

Poiché f (−(x, y, z)) = −f (x, y, z) la funzione f induce un omeomorfismo tra

P2 (R) \ {[P ] | P ∈ A ∪ (−A)}

e il nastro di Möbius M = {{R, −R} | R ∈ C}. Essendo {[P ] | P ∈ A ∪ (−A)}


un aperto di P2 (R) abbiamo dimostrato il teorema. 2

Esercizio 4.5
Sia X ⊂ R2 l’unione del segmento (x, y) | x = 0, |y| ≤ 1} e dell’immagine
dell’applicazione f :]0, 1[7→ R2 , f (t) = (t−1 , cos(t)). Provare che X è chiuso
inR2 , cheè connesso e che non è connesso per archi.
Dim.: Sia Y = {(t−1 , cos(t) | t ∈ R+ } l’immagine di f. Si osservi che Y è
banalmente connesso per archi e quindi è anche connesso.
Se x > 0, l’insieme Vx = (R2 − (x, cos(x−1 )) ∩ (R+ × R) è aperto, Quindi
l’insieme {(x, y) | x > 0, y 6= cos(x−1 } = ∪x∈R+ Vx è aperto. Il complementare
di X è l’unione dei tre aperti {(x, y) | x < 0} {(x, y) | |y| > 1} {(x, y) | x >
0, y 6= cos(x−1 } e quindi X è chiuso in R2 .
Per dimostrare che X è connesso basta dimostrare che X è la chiusura di Y
in R2 , cioé che tutti i punti di X \ Y sono aderenti a Y.
Se p = (0, y) ∈ X \ Y esiste un t > 0 tale che y = cos(t). Allora per ogni
intorno U di p ed ogni intero n sufficientemente grande, f (t + 2πn) appartiene
a U ∩ Y.
Rimane da dimostrare che X non è connesso per archi.
Per assurdo supponiamo X sia connesso per archi e scegliamo un cammino
continuo α : [0, 1] 7→ X, tale che α(0) = (0, 0) e α(1) ∈ Y. Indichiamo con
α1 , α2 : [0, 1] 7→ R le componenti di α, cioé

∀t ∈ [0, 1] : α(t) = (α1 (t), α2 (t)).

Sia c il massimo dell’insieme chiuso e limitato {t ∈ [0, 1] | α1 (t) = 0}


Supponiamo, per fissare le idee, che α2 (c) ≥ 0 : il caso α2 (c) ≤ 0 è perfetta-
mente speculare
Essendo α2 continua, per ogni  ∈ |R+ , esiste un δ ∈ R+ tale che per ogni
|t − c| ≤ δ, si ha |α2 (t) − α2 (c)| ≤ . Se α2 (c) −  = −1/2, allora per ogni
t ∈ [c, c + δ] si ha
α2 (t) ≥ α2 (c) −  = −1/2.

4
Essendo c = max{t ∈ [0, 1] | α1 (t) = 0}, α1 (c + δ) 6= 0. Quindi α1 ([c, c + δ]) è
un insieme connesso che contiene almeno due punti e quindi esiste un intervallo
[0, γ] contenuto in α1 ([c, c + δ]). Quindi esiste un t in [c, c + δ] tale che 0 <
1
α1 (t) = (2k+1)π ≤ γ. Se a = α1 (t), allora α(t) = (a, cos a1 ), cioé

1
α2 (t) = cos = cos(2k + 1)π = −1 ≥ −1/2.
α1 (t)

Abbiamo cosı̀ ottenuto una contraddizione. 2

Esercizio 4.6
Sia X ⊂ R2 , l’unione di tutte le rette di equazione ax = by con a, b ∈ Z non
entrambi nulli. Provare che X è connesso ma non è localmente connesso.
Dim.: Si osservi che X è stellato in (0, 0) e quindi è connesso per archi.
Per ogni 0 < r < 1, la palla aperta B((1, 0), r) interseca X in una unione
disgiunta di segmenti aperti. Quindi B((1, 0), r)∩X è un aperto di X sconnesso.
2

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