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Integrazione Numerica

Il problema è quello di calcolare numericamente l’integrale di una funzione reale su


un intervallo limitato.

Sia f una funzione reale integrabile su un intervallo limitato [a,b], si vuole calcolare
l’integrale
b

I ( f ) =  f ( x)dx . (1)
a

Molti problemi pratici, si riconducono alla soluzione di un integrale.

Non sempre è possibile esprimere la primitiva della funzione integranda in termini di


funzioni elementari: in alcuni casi non si conosce la primitiva. In altri casi la funzione
da integrare può essere data non in forma analitica, ma per punti.

Per questi motivi se ne cerca un’approssimazione. L’idea è quella di sostituire f(x)


con una funzione che l’approssima o l’interpola e che risulta più semplice da
integrare.

1
Formule Interpolatorie
Queste formule sostituiscono la funzione f(x) con il suo polinomio interpolatore Pn(x)
tale che Pn(xi)= f(xi) con i=0,..,n dove xi sono opportuni punti di discretizzazione
dell’intervallo [a,b].
Il problema diviene:
𝑏
𝐼(𝑓) ≈ 𝐼𝑛 (𝑓) = ∫𝑎 𝑃𝑛 (𝑥) 𝑑𝑥 (2)
Per passare dal problema (1) al problema (2) occorre scegliere i punti discreti xi con
i=0,..,n.
I punti di discretizzazione possono essere scelti in diversi modi:

1. Se i punti xi detti nodi sono scelti equidistanti in [a,b] ed anche gli estremi a e
b fanno parte dei nodi,
𝑏−𝑎
𝑥𝑖 = 𝑎 + 𝑖 ⋅ ℎ con ℎ = e i=0,..,n n>0
𝑛

allora le formule interpolatorie sono dette di Newton-Côtes chiuse.

2. Se i punti xi sono scelti equidistanti in [a,b] e gli estremi a e b non fanno


parte dei nodi,
𝑏−𝑎
𝑥𝑖 = 𝑎 + (𝑖 + 1) ⋅ ℎ con ℎ = e i=0,..,n n0
𝑛+2

allora le formule interpolatorie sono dette di Newton-Côtes aperte.

3. Se invece i punti xi sono scelti come zeri di opportuni polinomi ortogonali le


formule interpolatorie sono dette di Gauss.

Tratteremo adesso le formule di Newton-Cotes chiuse.

2
1.Formule (di quadratura) interpolatorie di Newton-Côtes

Dato l’intervallo [a,b], fissato n>0, si determinano n+1 punti xi equidistanti mediante
𝑏−𝑎
la relazione 𝑥𝑖 = 𝑎 + 𝑖 ⋅ ℎ con ℎ= e i=0,..,n. Si considera poi il
𝑛

polinomio interpolatore dei dati (xi, f( xi)), i=0,..,n espresso nella forma di Lagrange,
cioè
𝑃𝑛 (𝑥) = ∑𝑛𝑖=0 𝑓(𝑥𝑖 ) ⋅ 𝐿𝑖 (𝑥) (3)
(𝑥−𝑥𝑘 )
ove i polinomi 𝐿𝑖 (𝑥) = ∏𝑛𝑘=0 i=0,…,n sono i Polinomi di Lagrange di
(𝑥𝑖 −𝑥𝑘 )
𝑘≠𝑖

grado n sui punti di discretizzazione xi , i=0,…,n.


Questi ultimi godono della proprietà
1 𝑠𝑒 𝑗=𝑖
𝐿𝑖 (𝑥𝑗 ) = {
0 𝑠𝑒 𝑗≠𝑖
L’integrale di Pn(x) si può quindi esprimere come
𝑏 𝑏
𝐼𝑛 (𝑓) = ∫𝑎 ∑𝑛𝑖=0 𝑓(𝑥𝑖 ) ⋅ 𝐿𝑖 (𝑥) 𝑑𝑥 = ∑𝑛𝑖=0 𝑓(𝑥𝑖 ) ∫𝑎 𝐿𝑖 (𝑥) 𝑑𝑥. (4)
Il calcolo dell’integrale (4) dipende dagli estremi di integrazione a e b. Per evitare
questa dipendenza si effettua un cambio di variabile di integrazione:
Sia 0 ≤ 𝑡 ≤ 𝑛 , per effettuare il cambio di variabile da x a t, poniamo x = a + h · t,
Nella nuova variabile t l’espressione dei Polinomi di Lagrange è:
(𝑡−𝑘)
𝐿̃𝑖 (𝑡) = ∏𝑛𝑘=0
(𝑖−𝑘)
𝑘≠𝑖

Poiché dx = h dt, si ottiene dalla (4)


𝑛
𝐼𝑛 (𝑓) = ℎ ⋅ ∑𝑛𝑖=0 𝑓(𝑥𝑖 ) ∫0 𝐿̃𝑖 (𝑡) 𝑑𝑡 = ℎ ⋅ ∑𝑛𝑖=0 𝑓(𝑥𝑖 ) ⋅ 𝛼𝑖 (5)
𝑛
con 𝛼𝑖 = ∫0 𝐿̃𝑖 (𝑡) 𝑑𝑡.
I punti xi prendono il nome di nodi ed i valori  i di coefficienti o pesi.

Ora l’integrale (5) dipende solo dal grado n del polinomio.


Le formule di Newton-Côtes più comunemente usate sono quelle ottenute per n=1
(Formula dei Trapezi) e per n=2 oppure n=3 (Formula di Simpson).

3
Definizione: Una formula di quadratura ha grado di precisione o esattezza k0, se
𝐼𝑛 (𝑝) = 𝐼(𝑝) ∀ 𝑝 ∈ 𝑃𝑘 (dove 𝑃𝑘 è lo spazio dei polinomi di grado al massimo k
), cioè la funzione integranda è un polinomio qualsiasi p(x) di grado minore o uguale
a k.

Formula dei Trapezi ( n = 1 )


Se n=1 si ha h = b − a , si hanno 2 soli punti di interpolazione, x0=a e x1=b. Il
polinomio interpolatore è quindi la retta passante per (a, f(a)), (b, f(b)).
Dalla (5) si ha
𝐼1(𝑓) = ℎ ⋅ (𝛼0 ⋅ 𝑓(𝑥0 ) + 𝛼1 ⋅ 𝑓(𝑥1 )).
Essendo
1
1
𝑡−1 1 1
𝑡2 1
̃
𝛼0 = ∫ 𝐿0(𝑡) 𝑑𝑡 = ∫ 𝑑𝑡 = ∫ (1 − 𝑡)𝑑𝑡 = [− + 𝑡] =
0 0 0−1 0 2 0
2
1
1 𝑡−0 1 1 𝑡2 1
̃
𝛼1 = ∫ 𝐿1(𝑡) 𝑑𝑡 = ∫ 𝑑𝑡 = ∫ 𝑡 𝑑𝑡 = [ ] =
0 0 1−0 0 2 0 2
si ottiene

𝐼1(𝑓) = ⋅ (𝑓(𝑥0 ) + 𝑓(𝑥1 )) (6)
2

nota come Formula dei Trapezi.


La figura sotto illustra il l’approssimazione dell’integrale ottenuta mediante la
formula dei trapezi.

4
P1(x)
f(x)

a b

Formula di Simpson 1/3 ( n = 2 )


𝑏−𝑎
Se n=2 si ha ℎ = e si hanno 3 punti di interpolazione, x0=a, x1=a+h e x2=b . Il
2

polinomio interpolatore passante per (a, f(a)), (x1, f(x1)) e (b, f(b)) è quindi di
secondo grado.
Dalla (5) si ha
𝐼2(𝑓) = ℎ ⋅ (𝛼0 ⋅ 𝑓(𝑥0 ) + 𝛼1 ⋅ 𝑓(𝑥1 ) + 𝛼2 ⋅ 𝑓(𝑥2 )).
Essendo
2 2 (𝑡 − 1)(𝑡 − 2) 1 2 2
𝛼0 = ∫ 𝐿̃0(𝑡) 𝑑𝑡 = ∫ 𝑑𝑡 = ∫ (𝑡 − 3𝑡 + 2) 𝑑𝑡
0 0 (0 − 1)(0 − 2) 2 0
2
1 𝑡 3 3𝑡 2 1 8 12 1
= [ − + 2𝑡] = [ − + 4] =
2 3 2 0
2 3 2 3
2
2 2
𝑡(𝑡 − 2) 2 𝑡 3 2𝑡 2
̃
𝛼1 = ∫ 𝐿1 (𝑡) 𝑑𝑡 = ∫ 2
𝑑𝑡 = − ∫ (𝑡 − 2𝑡) 𝑑𝑡 = − [ − ]
0 0 1(1 − 2) 0 3 2 0
8 4
= − [ − 4] =
3 3

5
2
2 2
𝑡(𝑡 − 1) 1 2 2 1 𝑡3 𝑡2 1 8 4
̃
𝛼2 = ∫ 𝐿2(𝑡) 𝑑𝑡 = ∫ 𝑑𝑡 = ∫ (𝑡 − 𝑡) 𝑑𝑡 = [ − ] = [ − ]
0 0 2(2 − 1) 2 0 2 3 2 0 2 3 2
1
=
3
si ottiene

 ( f ( x0 ) + 4 f ( x1 ) + f ( x2 ) )
h
I2 ( f ) = (7)
3
nota come Formula di Simpson 1/3.
La figura sotto illustra l’approssimazione dell’integrale ottenuta mediante la formula
di Simpson.

f(x)
P2(x)

x0=a x1 x2=b

h h

6
Formula di Simpson 3/8 ( n = 3 )

b−a
Se n=3 si ha h = e si hanno 4 punti di interpolazione, x0=a, x1=a+h, x2=a+2h e
3
x3=b . Il polinomio interpolatore passante per (a, f(a)), (x1, f(x1)), (x2, f(x2)) (b, f(b))
è quindi di terzo grado e si ricava facilmente che:

 ( f ( x0 ) + 3 f ( x1 ) + 3 f ( x2 ) + f ( x3 ) )
3h
I3 ( f ) =
8

Facciamo adesso un’esempio di formule di Newton Cotes aperte.

Formula del punto medio:

In questo caso n=0, e x0=a+h, h=(b-a)/2; x0 coincide con il punto medio


dell’intervallo. In questo caso l’integrale approssimato vale:

I m ( f ) = (b − a)  f ( xm )

7
2. Errore di Integrazione
Si vuole valutare l’errore commesso nel calcolo dell’integrale quando si sostituisce la
funzione integranda con il polinomio interpolatore di grado n; indichiamolo con
𝑅𝑛 (𝑓 ) = 𝐼(𝑓) − 𝐼𝑛 (𝑓)

Ricordiamo che, assegnate le coppie (xi, f( xi)), i=0,..,n, supponendo che f( x)  𝐶[𝑎,𝑏]
𝑛+1
,
l’espressione dell’errore dell’interpolazione polinomiale è dato da
𝜔𝑛+1(𝑥) (𝑛+1)
𝑓(𝑥) − 𝑃𝑛 (𝑥) = 𝑓 (𝜉),   𝜉 ∈ (𝑎, 𝑏)
(𝑛 + 1)!
con 𝜔𝑛+1(𝑥) = ∏𝑛𝑘=0(𝑥 − 𝑥𝑘 ).
L’errore nella stima dell’integrale è quindi dato da
𝑅𝑛 (𝑓) = 𝐼(𝑓) − 𝐼𝑛 (𝑓) = 𝐼(𝑓 − 𝑃𝑛 )
𝑏
𝑓 (𝑛+1)(𝜉) 𝑏
= ∫ (𝑓(𝑥) − 𝑃𝑛 (𝑥))𝑑𝑥 = ∫ 𝜔 (𝑥)   𝑑𝑥
𝑎 (𝑛 + 1)! 𝑎 𝑛+1

Poiché le formule di quadratura di Newton-Cotes sono ottenute da nodi 𝑥𝑖 , i = 0, ...,


n equidistanti, l’espressione dell’errore 𝑅𝑛 (𝑓 ) si semplifica.

Stima dell’errore delle formule di Newton-Cotes chiuse


Teorema
Sia f( x)  𝐶[𝑎,𝑏]
𝑘
. Per le formule di quadratura di Newton-Cotes chiuse risulta:
ℎ𝑘+1 𝑓(𝑘) (𝜉) 𝑏−𝑎
𝑅𝑛 (𝑓 ) = 𝛾𝑛 ed ℎ =
𝑘! 𝑛
𝑛
Caso n pari: 𝑘 = 𝑛 + 2, 𝛾𝑛 = ∫0 𝑡 ∏𝑛𝑗=0(𝑡 − 𝑗) 𝑑𝑡
𝒏
𝒉𝒏+𝟑 𝒇(𝒏+𝟐)(𝝃) 𝒏
𝑹𝒏 (𝒇) = ∫ 𝒕 ∏(𝒕 − 𝒋) 𝒅𝒕
(𝒏 + 𝟐)! 𝟎 𝒋=𝟎

8
𝑛
Caso n dispari: 𝑘 = 𝑛 + 1, 𝛾𝑛 = ∫0 ∏𝑛𝑗=0(𝑡 − 𝑗) 𝑑𝑡
𝒏
𝒉𝒏+𝟐 𝒇(𝒏+𝟏)(𝝃) 𝒏
( )
𝑹𝒏 𝒇 = ∫ ∏(𝒕 − 𝒋) 𝒅𝒕
(𝒏 + 𝟏)! 𝟎 𝒋=𝟎

Nel caso della formula dei trapezi (n=1) , risulta 𝑘 = 𝑛 + 1 = 2 , ℎ = 𝑏 − 𝑎


ed essendo
1 1
∫ 𝑡(𝑡 − 1) 𝑑𝑡 = −
0 6

l’errore si esprime nel seguente modo:

1
1 3 (2) 1
𝑅1(𝑓 ) = ℎ 𝑓 (𝜉) ∫ 𝑡 (𝑡 − 1) 𝑑𝑡 =   − (𝑏 − 𝑎)3 𝑓 (2) (𝜉) 𝜉 ∈ (𝑎, 𝑏)
2 0 12

𝑏−𝑎
Nel caso della formula dei Simpson (n=2) , risulta 𝑘 = 𝑛 + 2 = 4 , ℎ =
2

ed essendo

𝑛 𝑛 2 4
∫ 𝑡 ∏(𝑡 − 𝑗) 𝑑𝑡 = ∫ 𝑡 2 (𝑡 − 1)(𝑡 − 2) 𝑑𝑡 = −
0 0 15
𝑗=0

l’errore si esprime nel seguente modo:


1 5 (4) 2 1
𝑅2 (𝑓) = ℎ 𝑓 (𝜉) ∫ 𝑡 2 (𝑡 − 1)(𝑡 − 2) 𝑑𝑡 =   − ℎ5 𝑓 (4) (𝜉) 𝜉 ∈ (𝑎, 𝑏)
4! 0 90

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Le espressioni degli errori nelle formule dei trapezi e di Simpson mostrano sia il
grado di precisione di queste formule sia l’ordine di convergenza a zero.
Per quanto riguarda la precisione si osserva che mentre la formula dei trapezi,
come ci si può aspettare, è esatta per polinomi lineari, la formula di Simpson
rimane esatta non solo per polinomi di secondo grado, come ci si aspetterebbe,
ma anche per polinomi cubici. Questo comportamento si ha in tutte le formule con
n dispari ed n pari rispettivamente.
In particolare, per le formule con n dispari il grado di accuratezza è n, (cioè le
formule sono esatte per funzioni integrande che sono polinomi fino a grado n e per le
quali si annulla quindi la derivata n+1-esima); per le formule con n pari il grado di
accuratezza è n+1. cioè le formule sono esatte per funzioni integrande che sono
polinomi fino a grado n+1 e per le quali si annulla quindi la derivata n+2-esima;

Per quanto riguarda l’ordine di convergenza a zero, si ha che nel metodo dei trapezi
(n=1) l’errore va a zero come ℎ3, mentre nel metodo di Simpson (n=2) l’errore va a
5
zero come h
In generale, si ha che l’errore va a zero come ℎ𝑛+𝑝 , con p=2 se n è dispari e p=3 se n
è pari.

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3. Formule Composite di integrazione
Le formule dell’errore date nel paragrafo precedente ci fanno pensare che al crescere
del grado del polinomio interpolatore si ottengano formule più precise.
In pratica però ciò non si verifica perché, al crescere di n, i coefficienti i (pesi di
quadratura), che entrano in gioco nella formula generale (5), si presentano di modulo
elevato e di segno alternato, in quanto vale ∑𝑖 𝛼𝑖 = 𝑛.
Nella seguente tabella sono riportati i pesi per le formule chiuse di Newton-Cotes con
n+1 punti:

Di conseguenza, per valutare l’integrale si devono sommare termini elevati in modulo


e segni alterni. Ciò porta al fenomeno della cancellazione di cifre significative e
quindi ad un alto errore numerico.

Tenendo in considerazione che l’errore d’integrazione dipende anche dall’ampiezza


dell’intervallo su cui vengono applicate, sono state introdotte le formule di

11
Integrazione Composite. Esse consistono nel suddividere l’intervallo [a,b] in N
sottointervalli, in generale di uguale ampiezza, e su ciascuno di essi applicare una
formula di quadratura di grado basso.
Più precisamente, consideriamo la decomposizione di [a,b] nei punti equidistanti
𝑏−𝑎
𝑥𝑖 = 𝑎 + 𝑖 ⋅ 𝐻 con 𝐻 = per i = 0,…,N
𝑁

e sia Ti = [xi , xi+1] , 𝑖 = 0, . . . , 𝑁 − 1, l’ i-esimo sottointervallo.

Si indichi con 𝐼𝑛,𝑇𝑖 l’integrale calcolato sull’intervallo Ti applicando la formula di


Newton-Côtes di grado n.
La formula di quadratura composita è data dalla somma degli integrali calcolati su
tutti gli intervalli Ti.
𝐼𝑛𝑐 (𝑓) ≈ ∑𝑁−1
𝑖=0 𝐼𝑛,𝑇𝑖 .

Al variare di n abbiamo le varie formule composite.

Formula dei Trapezi Composita ( n = 1 )


Consideriamo la decomposizione di [a,b] in N+1 punti equidistanti
𝑏−𝑎
𝑥𝑖 = 𝑎 + 𝑖 ⋅ 𝐻 con 𝐻 = per i = 0,…,N
𝑁

Sia Ti = [xi , xi+1] per 𝑖 = 0, . . . , 𝑁 − 1, l’ i-esimo sottointervallo

Applicando la formula dei trapezi sul sottointervallo T i si ottiene


𝐻
𝐼1,𝑇𝑖 = ⋅ (𝑓(𝑥𝑖 ) + 𝑓(𝑥𝑖+1)),
2

da cui
𝑁−1 𝑁−1
𝐻
𝐼1𝑐 (𝑓) = ∑ 𝐼1,𝑇𝑖 (𝑓) = ∑ ⋅ (𝑓(𝑥𝑖 ) + 𝑓(𝑥𝑖+1)) =
2
𝑖=0 𝑖=0

12
𝐻
= (𝑓 (𝑥0 ) + 𝑓 (𝑥1 ) + 𝑓 (𝑥2 )+. . . . +𝑓 (𝑥𝑁−1) + 𝑓 (𝑥𝑁 ))
2
𝑁−1
𝐻
= (𝑓(𝑥0 ) + 2 ∑ 𝑓 (𝑥𝑖 ) + 𝑓(𝑥𝑁 ))
2
𝑖=1

Formula di Simpson Composita ( n = 2 )


Applicando la formula di Simpson sul sottointervallo Ti si ottiene

𝐻 𝑥𝑖 +𝑥𝑖+1 𝑏−𝑎
𝐼2,𝑇𝑖 = ⋅ (𝑓(𝑥𝑖 ) + 4𝑓 ( ) + 𝑓(𝑥𝑖+1)) 𝐻=
3 2 2𝑁

da cui
𝑁−1 𝑁−1
𝐻 𝑥𝑖 + 𝑥𝑖+1
𝐼2𝑐 (𝑓) = ∑ 𝐼2,𝑇𝑖 (𝑓) = ∑ ⋅ (𝑓(𝑥𝑖 ) + 4𝑓 ( ) + 𝑓(𝑥𝑖+1)) =
3 2
𝑖=0 𝑖=0
𝐻 𝑥0 + 𝑥1 𝑥1 + 𝑥2
= (𝑓 (𝑥0 ) + 4𝑓 ( ) + 𝑓 (𝑥1 ) + 𝑓(𝑥1) + 4𝑓 ( )
3 2 2
𝑥𝑁−1 + 𝑥𝑁
+ 𝑓 (𝑥2 )+. . . . +4𝑓 ( ) + 𝑓(𝑥𝑁 ))
2

Dal punto di vista implementativo questo equivale a decomporre l’intervallo [a,b] in


𝑏−𝑎
2N+1 punti 𝑥𝑖 equidistanti, 𝑥𝑖 = 𝑎 + 𝑖 ⋅ 𝐻, 𝑖 = 0, … ,2𝑁 con 𝐻= e la
2𝑁

formula di integrazione di Simpson Composita diventa:


𝐻
𝐼2𝑐 (𝑓) = (𝑓 (𝑥0 ) + 4𝑓 (𝑥1 ) + 𝑓(𝑥2 ) + 𝑓 (𝑥2 ) + 4𝑓 (𝑥3 ) +
3

𝑓 (𝑥4 )+. . . . +4𝑓 (𝑥2𝑁−1) + 𝑓(𝑥2𝑁 ))=


𝐻
= (𝑓 (𝑥0 ) + 4𝑓 (𝑥1 ) + 2𝑓 (𝑥2 ) + 4𝑓 (𝑥3 ) + 2𝑓 (𝑥4 )+. . . . +4𝑓 (𝑥2𝑁−1)
3
+ 𝑓(𝑥2𝑁 ))

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4. Errore di Integrazione delle formula Composite
L’errore globale En,m di una formula Composita è dato dalla somma degli errori
locali in ciascun intervallo Ti:
𝑅𝑛𝑐 = ∑𝑁−1
𝑖=0 𝑅𝑛 (𝑇𝑖 ).

Per n=1 si ha l’errore della formula dei trapezi composita

1
𝑅1𝑐 (𝑓) = − (𝑏 − 𝑎)𝐻 2 𝑓 (2) (𝜉) (11)
12

1
𝑅2𝑐 (𝑓) = − (𝑏 − 𝑎)𝐻 4𝑓 (4) (𝜉 ) (12)
180

Osservazione:
La (11) e la (12) mostrano che la formula dei trapezi composita porta ad un errore
che tende a zero con H2, cioè è un metodo del secondo ordine, mentre il metodo di
Simpson composito porta ad un errore che tende a zero con H 4, cioè è un metodo
del quarto ordine.
Si ha la seguente approssimazione per la formula dell’errore:

𝑅𝑛𝑐 ( 𝑓) = 𝑂( 𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜉 )𝐻 𝑛+𝑝 )


dove 𝜉 ∈ (𝑎, 𝑏) con p=1 se n è dispari e p=2 se n è pari

Le formule (11) e (12), pur dando informazioni sul comportamento asintotico


dell’errore, sono di difficile utilizzo per determinare il valore di H, e quindi il numero
di sottointervalli in cui suddividere [a,b], che corrisponde a un determinato livello di
errore, in quanto in esse compare il valore della derivata seconda o quarta,
rispettivamente, in un certo punto dell’intervallo.

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E’ quindi desiderabile avere un criterio automatico che non richieda la valutazione
delle derivate.
Metodo basato sul criterio di Richardson
Diamo qui di seguito un algoritmo di integrazione che si arresta automaticamente
quando l’errore raggiunge una precisione prefissata.
Il metodo consiste nell’applicare le formule di Newton-Côtes composite
suddividendo l’intervallo [a,b] iterativamente a metà.
Al generico passo k si valuta l’integrale su una suddividisione dell’intervallo [a,b] in
2𝑘 sottointervalli di ampiezza
𝑏−𝑎
𝐻𝑘 =
2𝑘
utilizzando una formula di Newton-Côtes composita di grado n.
𝑛+𝑝
Poiché 𝑐
𝑅𝑛,𝑘 (𝑓) = 𝑂( 𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜉 )𝐻𝑘 )
𝑐
ed essendo 𝑅𝑛,𝑘 (𝑓) = 𝐼(𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓), segue che
𝑛+𝑝
𝐼𝑛,𝑘 (𝑓) = 𝐼(𝑓) − 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜉 )𝐻𝑘 ) (1)
Dove 𝜉 ∈ (𝑎, 𝑏) , p=1 se n è dispari, p=2 se n è pari.
Al passo k+1 , viene raddoppiato il numero di sottointervalli, che diventano 2𝑘+1 e
quindi ne viene dimezzata l’ampiezza, che diventa
𝑏−𝑎 𝐻𝑘
𝐻𝑘+1 = = .
2𝑘+1 2
𝐻 𝑛+𝑝 1
𝑛+𝑝 𝑛+𝑝
ed essendo 𝐻𝑘+1 = ( 𝑘 ) = 𝐻𝑘 , si ha che
2 2𝑛+𝑝
𝑛+𝑝 1 𝑛+𝑝
𝐼𝑛,𝑘+1(𝑓) = 𝐼(𝑓) − 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜂) 𝐻𝑘+1 ) = 𝐼(𝑓) − 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜂)𝐻𝑘 ) (2)
2𝑛+𝑝

dove 𝜂 ∈ (𝑎, 𝑏), 𝜂 ≠ 𝜉. Facciamo l’ipotesi che 𝑓 (𝑛+𝑝) vari poco nel suo dominio
e supponiamo che 𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜂) = 𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜉 ) = 𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏)
Sottraendo membro a membro dalla relazione (2) la relazione (1) si ottiene:
2𝑛+𝑝 − 1 𝑛+𝑝
𝐼𝑛,𝑘+1(𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓) = 𝑛+𝑝 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏) 𝐻𝑘 )
2

Dividiamo ambo i membri per 2𝑛+𝑝 − 1

15
𝐼𝑛,𝑘+1(𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓) 1 𝑛+𝑝
𝑛+𝑝 = 𝑛+𝑝 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏) 𝐻𝑘 )
2 −1 2

1 𝑛+𝑝 𝑛+𝑝
Ma 𝐻𝑘 = 𝐻𝑘+1 , quindi
2𝑛+𝑝

𝐼𝑛,𝑘+1 (𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓) 𝑛+𝑝


𝑛+𝑝
≈ 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏)𝐻𝑘+1 )
2 −1

Passando ai valori assoluti di entrambi i membri si ha:


𝐼𝑛,𝑘+1(𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓) 𝑛+𝑝
| 𝑛+𝑝
| ≈ 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏) 𝐻𝑘+1 )
2 −1

che rappresenta una stima dell’errore al passo k+1, essendo


𝑛+𝑝
𝑐
𝑅𝑛,𝑘+1 (𝑓) = 𝑂(𝑓 (𝑛+𝑝)(𝜏) 𝐻𝑘+1 ).

Questo risultato può essere utilizzato per implementare un metodo automatico per
individuare il passo 𝐻𝑘 e quindi il numero di suddivisioni affinchè l’errore del
metodo sia entro una certa tolleranza.

Algoritmo di quadratura automatica:


Sia  una tolleranza data in input. Partendo da N = 1, si procede con successivi
raddoppi del numero di sottointervalli (dimezzamento del passo h) fino a quando
𝐼𝑛,𝑘+1(𝑓) − 𝐼𝑛,𝑘 (𝑓)
| |≤𝜖
2𝑛+𝑝 − 1
Per la formula dei trapezi n=1 e p=1 e quindi 2𝑛+𝑝 − 1 = 3
Per la formula di Simpson n=2 e p=2 e quindi 2𝑛+𝑝 − 1 = 15

Il metodo automatico visto ci permette di ottenere il valore dell’integrale con la


precisione prefissata, ma non è ottimale da un punto di vista della complessità.

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Infatti, se la funzione ha un comportamento oscillante soltanto in una parte
dell’intervallo di integrazione, il metodo comporta un numero elevato di suddivisioni
su tutto l’intervallo, anche dove la funzione ha un comportamento più dolce. La scelta
ottimale è data da un approccio adattivo, in cui il numero di suddivisioni viene scelto
in base al comportamento della funzione. Questo significa che la funzione integranda
viene valutata in pochi punti nei sottointervalli dove la funzione è regolare e in più
punti dove sono presenti irregolarità.
Un possibile approccio di tipo adattivo ma ancora automatico può essere ottenuto
considerando una suddivisione grossolana iniziale in M sottointervalli.

Data  precisione prefissata, si definisce su ogni sottointervallo la precisione  i =
M
e su ciascun sottointervallo si applica l’algoritmo basato sul criterio di Richardson
utilizzando la precisione i.

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