a.a. 2010/2011
Lanalisi in frequenza dei segnali aperiodici tempo continuo `e uno dei contributi pi`
u importanti
sviluppati da Fourier nel suo lavoro originale. Partendo dalla rappresentazione in frequenza
di un segnale periodico, un segnale aperiodico pu`o essere visto come un segnale periodico di
periodo infinito. Allaumentare del periodo le componenti armoniche che costituiscono il segnale
periodico tendono ad avvicinarsi in frequenza, al limite si ottiene uno spettro continuo, e si
passa dallo sviluppo in serie a quello mediante integrale. Nel paragrafo seguente sar`a sviluppata
questa trattazione da un punto di vista analitico e saranno introdotte le equazioni di analisi e
sintesi per un segnale aperiodico.
1.1
T0
T2
T
2
T0
1
-
T2
T
2
(1)
T0
xp (t) =
Xk ej2kt/T0
(2)
k=
dove
1
Xk =
T0
T0 /2
xp (t) ej2kt/T0 dt
T0 /2
(3)
A questo punto osserviamo che xp (t) x(t) per |t| T0 /2, inoltre x(t) = 0 per |t| > T0 /2,
quindi i coefficienti di Fourier si possono riscrivere come:
1
Xk =
T0
1
=
T0
1
=
T0
T0 /2
T0 /2
T0 /2
xp (t) ej2kf0 t dt
x(t) ej2kf0 t dt
T0 /2
+
Definiamo adesso:
4
x(t) ej2kf0 t dt
X(f ) =
x(t) ej2f t dt
Allora
1
1
Xk =
X(f )|f =k/T0 =
X
T0
T0
k
T0
(4)
+
X
k=
a.a. 2010-2011
1
X
T0
k
T0
ej2kt/T0
Infine sostituiamo questultima espressione nella (1) per ottenere il segnale aperiodico x(t):
+
X
x(t) = lim
T0
= lim
k
T0
ej2kt/T0
f0 X(kf0 ) ej2kf0 t
= lim
f0 0
k=
+
X
1
X
T0
k=
+
X
f 0
X(kf ) ej2kf t f
(5)
(6)
k=
Nella (6) abbiamo riconosciuto che f0 = 1/T0 , daltra parte f0 (armonica fondamentale) rappresenta anche la spaziatura tra due armoniche successive: f = kf0 (k 1)f0 = f0 , quindi nella
(7) abbiamo semplicemente rinominato f0 con f . Si noti adesso che ogni termine nella somma
non `e altro che larea di rettangolo di altezza X(kf ) ej2kf t e larghezza f . Per f 0 la
sommatoria diventa un integrale:
Z +
x(t) =
X(f ) ej2f t dt
Quindi, mentre un segnale periodico `e la somma di infinite componenti sinusoidali con frequenze
relazionate armonicamente tra loro (tutte multiple di una frequenza fondamentale), un segnale aperiodico `e dato dalla somma (integrale) di infinite componenti sinusoidali con frequenza
variabile con continuit`a su tutto lasse reale. Riportiamo nuovamente le due equazioni relative
alla rappresentazione di un segnale aperiodico:
Z +
x(t) =
X(f ) ej2f t df
(7)
Z
X(f ) =
x(t) ej2f t dt
(8)
La (7) `e lequazione di sintesi (trasformata di Fourier inversa), mentre la (8) `e quella di analisi
(trasformata di Fourier diretta), che ci permette di determinare il peso che le varie componenti
hanno nella ricostruzione del segnale. Anche in questo caso X(f ) viene chiamato spettro e
fornisce le informazioni sullampiezza e sulla fase dei fasori costituenti il segnale:
X(f ) = |X(f )| ejX(f ) = A(f ) ej(f )
A(f ) rappresenta lo spettro di ampiezza e (f ) quello di fase; evidentemente fasori con frequenze
per le quali A(f ) assume valori significativi contribuiscono maggiormente alla sintesi del segnale.
Ancora una volta utilizzeremo la notazione:
x(t) X(f )
o equivalentemente:
x(t) = F 1 [X(f )]
X(f ) = F[x(t)]
a.a. 2010-2011
cio`e il valore della trasformata di Fourier nellorigine `e uguale allarea del segnale nel dominio
del tempo. Analogamente, se poniamo t = 0 in quella di sintesi, otteniamo:
Z +
x(0) =
X(f )df
(10)
cio`e il valore del segnale nellorigine `e uguale allarea della trasformata di Fourier. Utilizzeremo
spesso nel seguito queste due equazioni.
1.2
(11)
X (f ) =
x (t) ej2f t dt
X (f ) =
x(t) ej2f t dt = X(f )
Luguaglianza (11) non esprime altro che lo spettro di ampiezza A(f ) `e pari, mentre quello di
fase (f ) `e dispari; infatti, riscrivendo la (11) in termini di spettro di ampiezza e di fase, si ha:
A(f ) ej(f ) = A(f ) ej(f )
ovvero:
A(f ) = A(f )
(f ) = (f )
Se poi assumiamo che il segnale, oltre che essere reale, `e anche pari lequazione di analisi (8)
pu`o essere semplificata nel seguente modo:
Z +
X(f ) = 2
x(t) cos(2f t)dt
(12)
0
(13)
1.3
Esempio
T /2
= 2A
cos(2f t)dt
0
2A
T /2
[sin(2f T )]0 = AT sinc(f T )
2f
La trasformata di Fourier risulta essere una funzione reale, vale AT nellorigine e si annulla nel
punti T1 , T2 , . . .. Landamento `e mostrato in figura 1 nellipotesi in cui A = T = 1, assieme allo
spettro di ampiezza e di fase. Essendo lo spettro concentrato intorno allorigine (basse frequenze),
le sinusoidi comprese nellintervallo (1/T, 1/T ) sono quelle che contribuiscono maggiormente
alla sintesi del segnale.
Trasformata di Fourier
Spettro di ampiezza
1
0.8
|X(f)|
0.8
0.6
0.4
0.6
0.2
0
10
X(f)
0.4
0
f
10
10
Spettro di fase
0.2
2
<X(f)
0.2
0.4
10
0
f
4
10
10
0
f
Lequazione (10) ci permette invece di determinare larea della funzione sinc (non dotata di
primitive elementari) in un modo molto semplice:
Z +
AT
sinc(f T )df = A
sinc(f )df = 1
a.a. 2010-2011
1.4
Cerchiamo di capire adesso sotto quali condizioni per un segnale aperiodico x(t) si pu`o calcolare
la trasformata di Fourier:
Z
+
x(t) =
X(f )ej2f t df
+T /2
x(t) = lim
T T /2
X(f )ej2f t df
converge proprio a x(t). In modo analogo a quanto fatto per la serie di Fourier `e possibile
enunciare delle condizioni sufficienti per la convergenza stabilite da Dirichlet:
1. x(t) `e sommabile:
|x(t)|dt <
Poiche molti dei segnali aperiodici che consideriamo sono segnali di energia, essi ammettono
trasformata di Fourier nel senso appena indicato.
1.5
Esempio
Si vuole calcolare la trasformata di Fourier del segnale x(t) = A et/T u(t). Dallequazione di
analisi:
Z +
X(f ) =
x(t)ej2f t dt
Z +
=A
e(1/T +j2f )t dt
0
a.a. 2010-2011
AT
A
[e(1/T +j2f )t ]+
=
0
1/T + j2f
1 + j2f T
A(f ) = p
1 + (2f T )2
(f ) = arctan(2f T )
Il grafico `e mostrato in figura per A = 1 e T = 1/10. Si noti come anche in questo caso lo
spettro sia concentrato alle basse frequenze.
Spettro di ampiezza
Spettro di fase
0.11
1.5
0.1
1
0.09
0.08
0.5
<X(f)
|X(f)|
0.07
0.06
0.05
0.5
0.04
0.03
1
0.02
0.01
10
0
f
1.5
10
10
0
f
10
1.6
Relazione di Parseval
Anche per i segnali aperiodici il calcolo dellenergia pu`o essere fatto sia nel dominio del tempo
che nel dominio della frequenza. Infatti, ricordando la definizione di energia, si ha:
Z +
Z +
Ex =
|x(t)|2 dt =
x(t)x (t)dt
Z +
Z +
j2f t
=
x(t)
X (f ) e
df dt
(14)
Z +
Z +
j2f t
=
X (f )
x(t) e
dt df
(15)
Z +
Z +
=
X (f )X(f )df =
|X(f )|2 df
Nella (14) `e stata utilizzata la formula di sintesi per x (t), mentre nella (15) si `e scambiato
lordine di integrazione (lecito perche i segnali coinvolti sono a quadrato sommabile). Quindi:
Z +
Z +
|x(t)|2 dt =
|X(f )|2 df
(16)
che rappresenta la relazione di Parseval per segnali aperiodici e afferma che lenergia pu`o essere
calcolata sia nel dominio del tempo che nel dominio della frequenza.
a.a. 2010-2011
1.7
Propriet`
a
La trasformata di Fourier, come la serie, gode di diverse propriet`a che, oltre a farci comprendere
meglio il significato della trasformata, possono risultare molto utili per calcolarla. Di seguito
sono presentate le principali.
1.7.1
Linearit`
a
Siano x(t) e y(t) due segnali con trasformata di Fourier X(f ) e Y (f ), rispettivamente, cio`e:
x(t) X(f )
y(t) Y (f )
Si consideri poi il segnale z(t) = ax(t) + by(t), combinazione lineare dei due segnali. Risulta:
z(t) = ax(t) + by(t)
Z(f ) = aX(f ) + bY (f )
(17)
Traslazione temporale
Y (f ) = X(f )ej2f t0
(18)
Anche in questo caso la dimostrazione `e analoga a quella della serie di Fourier. Se esprimiamo
X(f ) in termini di spettro di ampiezza e di fase si ha:
Y (f ) = |X(f )|ejX(f ) ej2f t0
pertanto lo spettro di ampiezza di y(t) resta inalterato:
|Y (f )| = |X(f )|
mentre quello di fase viene modificato nel seguente modo:
Y (f ) = X(f ) 2f t0
Esempio. Supponiamo di voler calcolare la trasformata di Fourier del segnale
t T /2
y(t) = x(t T /2) =
T
Lo spettro di x(t) = (t/T ) `e stato calcolato nellesempio 1.3 e vale X(f ) = T sinc(f T ), quindi,
per la propriet`a di traslazione temporale, y(t) ha la seguente trasformata:
Y (f ) = T sinc(f T ) ejf T
e risulta:
|Y (f )| = |T sinc(f T )|
Y (f ) = T sinc(f T ) f T
I due spettri sono rappresentati graficamente in figura 3.
a.a. 2010-2011
Spettro di ampiezza
1
|X(f)|
0.8
0.6
0.4
0.2
0
10
0
f
10
10
Spettro di fase
4
<X(f)
4
10
0
f
Cambiamento di scala
1
Y (f ) =
X
|a|
f
a
(19)
x(at)ej2f t dt
1 +
j2f /a d
a
x( )e
Y (f ) =
R
1 + x( )ej2f /a d
a
f
1
X
a>0
a
a
=
1X f
a<0
a
a
f
1
X
=
|a|
a
a>0
a<0
a < 0 Inversione
La (19) ci dice che se comprimiamo il segnale nel tempo, otteniamo unespansione della trasformata di Fourier, se, invece, il segnale viene espanso nel tempo, lo spettro risulter`a compresso.
a.a. 2010-2011
10
Questo risultato non ci sorprende dato che la compressione nel tempo equivale ad ottenere un
segnale che varia pi`
u rapidamente e che quindi avr`
a bisogno di frequenze pi`
u alte per essere
ricostruito; di contro, un segnale di durata maggiore presenta unevoluzione temporale pi`
u lenta
e il suo spettro risulter`a concentrato maggiormente intorno alle basse frequenze. Nella figura 4
`e mostrato questo comportamento nellipotesi in cui x(t) = (t) e a = 2 per la figura a sinistra
e a = 1/2 per quella a destra.
Segnale nel d.d.t
1
x(t)
1.5
x(t)
1.5
0.5
0
5
0.5
0
t
0
5
0
t
10
Trasformata di Fourier
1.5
1.5
|X(f)|
|X(f)|
Trasformata di Fourier
0.5
1
0.5
0.5
10
0.5
10
0
f
10
0
f
X(f ) =
Essendo il segnale pari, la trasformata `e reale, e nel caso specifico assume solo valori positivi,
per cui basta un solo grafico per rappresentarla (figura 5).
a.a. 2010-2011
11
Trasformata di Fourier
0.1
0.09
0.08
0.07
X(f)
0.06
0.05
0.04
0.03
0.02
0.01
0
10
0
f
10
Dualit`
a
La propriet`a di dualit`a risulta molto utile tutte le volte in cui si conosce la trasformata di un
segnale x(t):
x(t) X(f )
(20)
e si vuole determinare la trasformata del segnale, indichiamolo con X(t), che ha lo stesso andamento temporale di X(f ). Per esempio abbiamo calcolato la trasformata di Fourier dellimpulso
rettangolare (x(t)) e abbiamo ottenuto la funzione sinc (X(f )), ci chiediamo allora se questo
risultato ci pu`o essere utile per valutare la trasformata di Fourier della sinc (X(t)). In effetti
risulta:
X(t) x(f )
(21)
Dimostrazione. Scriviamo lequazione di sintesi per il segnale x(t):
Z +
x(t) =
X(f )ej2f t df
x(f ) =
X(t)ej2tf dt
X(f ) = T sinc(f T )
Analisi dei segnali nel dominio della frequenza
12
x(f ) = (f /T ) = (f /T )
1
Y (f ) =
B
f
B
Derivazione e integrazione
dx(t)
dt
Y (f ) = j2f X(f )
(22)
Y (f ) = X(f ) + sign(f )
2
La (22) pu`o essere generalizzata:
y(t) =
dk x(t)
dtk
Y (f ) = (j2f )k X(f )
Y (f ) =
X(f )
j2f
(23)
(24)
a.a. 2010-2011
13
Rt
cio`e x(t) sottende area nulla; daltra parte, essendo y(t) = x()d, deve accadere
y(+) = 0, vale a dire y(t) deve tendere a zero allinfinito. Questa `e una condizione
necessaria affinche y(t) sia un segnale di energia. Pertanto la (24) `e valida solo se y(t) `e
un segnale di energia.
Esempio. Usiamo la propriet`a di integrazione per calcolare la trasformata di Fourier dellimpulso triangolare
x(t) = A(t/T )
Procederemo nel seguente modo:
1) calcoliamo s(t) =
dx(t)
dt ;
S(f )
j2f
s(t)
6
A
T
Analiticamente:
A
s(t) =
T
t + T /2
T
A
T
t T /2
T
A
A
T sinc(f T )ejf T T sinc(f T )ejf T
T
T
X(f ) =
R +
Per controllo, verifichiamo che risulta valida la relazione: X(0) = x(t) dt. In effetti, larea
del segnale `e proprio AT che coincide con il valore nellorigine della trasformata
a.a. 2010-2011
1.7.6
14
Prodotto e convoluzione
Le propriet`a descritte in questo paragrafo sono molto importanti per lanalisi in frequenza dei
sistemi LTI e pi`
u in generale nellelaborazione dei segnali. Faremo lipotesi che i segnali x(t) e
y(t) abbiano trasformate di Fourier X(f ) e Y (f ), rispettivamente.
a) La propriet`a della convoluzione afferma che:
z(t) = x(t) y(t)
Z(f ) = X(f )Y (f )
(25)
Z + Z +
=
x()y(t ) d ej2f t dt
Z +
j2f t
Z(f ) =
x()
y(t ) e
dt d
Z +
Z +
=
x()
y(t ) ej2f (t) dt ej2f d
(26)
Z +
j2f
Z(f ) =
x()
y( ) e
d ej2f d
Z +
=
x()Y (f )ej2f d =
Z +
x()ej2f d Y (f ) = X(f )Y (f )
=
Z(f ) = X(f ) Y (f )
Z + Z +
j2t
=
X()e
d y(t)ej2f t dt
(27)
(28)
Nella (28) si `e utilizzata la formula di sintesi per x(t), usando la variabile per non creare
ambiguit`a con la variabile f . Invertendo quindi lordine di integrazione:
Z +
Z +
j2(f )t
Z(f ) =
X()
y(t)e
dt d
Z
=
X()Y (f )d = X(f ) Y (f )
a.a. 2010-2011
15
Esempio. Calcoliamo, nel dominio della frequenza, la convoluzione tra due impulsi rettangolari
della stessa durata, cio`e:
z(t) = x(t) x(t)
dove x(t) = A (t/T ). Per la propriet`a (25) risulta:
Z(f ) = X 2 (f )
dove X(f ) = AT sinc(f T ). Quindi:
Z(f ) = (AT )2 sinc2 (f T )
z(t) = A2 T (t/T )
X(f )X(f )
Quindi bisogna calcolare la quantit`a |X(f )|2 e poi antitrasformare. Ovviamente con ragionamenti analoghi si pu`o determinare la mutua correlazione tra due segnali operando nel dominio
della frequenza e non in quello del tempo.
1.7.7
Modulazione
j2f0 t
Z +
e
ej2f0 t j2f t
e
dt
=
x(t)
2
Z
Z
1 +
1 +
j2(f f0 )t
=
x(t)e
dt +
x(t)ej2(f +f0 )t dt
2
2
1
1
= X(f f0 ) + X(f + f0 )
2
2
a.a. 2010-2011
16
In conclusione:
y(t) = x(t) cos(2f0 t)
1
1
Y (f ) = X(f f0 ) + X(f + f0 )
2
2
(29)
Aver moltiplicato il segnale x(t) per una sinusoide alla frequenza f0 ha permesso di traslare
lo spettro di x(t) proprio intorno alle frequenze f0 . Si parla in questo caso di modulazione
dampiezza perche lampiezza della sinusoide viene modulata dallandamento del segnale.
Come conseguenza della dimostrazione si trova anche che se si moltiplica un segnale per un
fasore si trasla lo spettro in frequenza intorno alla portante f0 (propriet`a duale della traslazione
nel tempo):
y(t) = x(t)ej2f0 t Y (f ) = X(f f0 )
(30)
1.8
La trasformata di Fourier pu`o anche essere applicata a segnali che non soddisfano le condizioni
di Dirichlet o che non sono segnali di energia, pur di introdurre la funzione generalizzata impulso
di Dirac, (t).
1.8.1
Quindi:
x(t) = (t)
X(f ) = 1
(31)
(t) =
ej2f t df
Ovviamente questa uguaglianza va intesa nel senso delle distribuzioni, dato che lintegrale non
`e definito in senso ordinario. Calcoliamo adesso la trasformata di Fourier di (t t0 ):
Z +
X(f ) =
(t t0 )ej2f t dt = ej2f t |t=t0 = ej2f t0
Quindi:
x(t) = (t t0 )
X(f ) = ej2f t0
(32)
X(f ) = (f ) = (f )
(33)
17
|t|
T
t
2T
applicando la
s(t)
1
6
-
1
T
1
t + T /2
1
t T /2
s(t) = (t + T ) (t T )
+
T
T
T
T
Calcoliamo la sua trasformata di Fourier:
S(f ) = ej2f T ej2f T sinc(f T )ejf T + sinc(f T )ejf T
= 2j sin(2f T ) 2jsinc(f T ) sin(f T )
Infine:
X(f ) =
S(f )
sin(2f T )
sinc(f T ) sin(f T )
= 2j
2j
j2f
j2f
j2f
2
= 2T sinc(2f T ) T sinc (f T )
(34)
In realt`a, il segnale x(t) si pu`o anche esprimere come x(t) = (t/2T ) (t/T ), quindi, anziche
usare la propriet`a di integrazione, bastava applicare la propriet`a di linearit`a e sfruttare il fatto
che le trasformate di Fourier dellimpulso rettangolare e triangolare sono note, ottenendo cos` lo
stesso risultato mostrato nella (34).
1.8.2
Gradino e Signum
In questa sezione vogliamo calcolare le trasformate di Fourier del segnale gradino e del segnale
signum, entrambi segnali di potenza. In realt`a dato che risulta
u(t) =
1 1
+ sign(t)
2 2
basta calcolare la trasformata di Fourier del segnale signum, quella di u(t) si ottiene poi applicando la linearit`a e ricordando che la trasformata di Fourier di una costante `e un impulso di
Dirac:
1 1
1
1
u(t) = + sign(t) U (f ) = (f ) + F[sign(t)]
2 2
2
2
a.a. 2010-2011
18
x(t)=1/t
5
x(t)
5
5
0
t
Dal momento che la funzione cos(2f t)/t `e dispari, il primo integrale fornisce contributo nullo,
se si considera il valor principale secondo Cauchy (VPC), cio`e la quantit`
a:
Z
V PC
Z T
cos(2f t)
cos(2f t)
cos(2f t)
dt =
lim
dt +
dt
0,T
t
t
t
T
Quindi:
X(f ) = j
sin(2f t)
dt = j2f
t
sinc(2f t) dt
e se si ricorda che sinc(t) (t), per cui applicando la propriet`a del cambiamento di scala:
1
f
y(t) = sinc(t) Y (f ) =
||
Quindi:
sinc(2f t) dt =
a.a. 2010-2011
1
1
(0) =
2|f |
2|f |
Analisi dei segnali nel dominio della frequenza
In conclusione:
X(f ) =
19
j2f
= jsign(f )
2|f |
Equivalentemente:
1
jsign(f )
(35)
t
A questo punto basta applicare la propriet`a di dualit`a per ottenere la trasformata di Fourier del
segnale sign(t):
1
jsign(t)
f
ovvero
1
sign(t)
jf
Di conseguenza la trasforma di Fourier del gradino `e:
u(t)
1.8.3
1
1
(f ) +
2
j2f
(36)
Daltra parte:
x(t) u(t)
Quindi:
1
1
+ (f )
X(f )
j2f
2
x() d
X(f ) 1
+ X(0)(f )
j2f
2
(37)
Questo `e il teorema di integrazione in forma completa. Il secondo termine tiene conto di uneventuale componente continua che potrebbe risultare dallintegrazione e che nel caso di segnali di
energia risulta essere nulla. Si tenga presente che quando X(0) = 0 si ottiene la propriet`a (24).
1.8.4
Grazie allintroduzione della delta di Dirac, `e possibile estendere la trasformata di Fourier anche
ai segnali periodici. In questo modo si utilizza un unico strumento (trasformata di Fourier) sia
per i segnali aperiodici che per quelli periodici. Ricordiamo lequazione (32):
x(t) = (t t0 )
X(f ) = ej2f t0
X(f ) = (f f0 ) = (f + f0 )
(38)
20
X(f )
6
1
2
6
-
f0
f0
X(f ) = (f + f0 ) = (f f0 )
(39)
Nelle due relazioni (38) e (39) abbiamo sfruttato la propriet`a di parit`a della (t). A questo
punto, `e semplice ricavare la trasformata di Fourier di x(t) = cos(2f0 t), utilizzando la formula
di Eulero:
1
1
x(t) = cos(2f0 t) = ej2f0 t + ej2f0 t
2
2
1
1
X(f ) = (f f0 ) + (f + f0 )
2
2
(40)
La trasformata di Fourier del coseno `e costituita da due impulsi di ampiezza 1/2 centrati nelle
frequenze f0 , come mostrato in figura 7. E importante sottolineare che da un punto di vista
concettuale la trasformata di Fourier fornisce le stesse indicazioni della serie di Fourier. Con un
procedimento analogo possiamo derivare la trasformata di Fourier del seno:
x(t) = sin(2f0 t) =
1
1 j2f0 t
e
ej2f0 t
2j
2j
X(f ) =
1
1
(f f0 ) (f + f0 ) (41)
2j
2j
Si noti che possiamo riottenere la propriet`a di modulazione, tenendo presente che la trasformata
di Fourier del prodotto di due segnali `e data dalla convoluzione delle trasformate:
(f f0 ) + (f + f0 )
x(t) cos(2f0 t) X(f )
2
quindi:
X(f f0 ) + X(f + f0 )
2
A questo punto `e immediato calcolare la trasformata di Fourier di un qualsiasi segnale periodico
xp (t), ricordando che tale segnale ammette espansione in serie di Fourier:
X
X
xp (t) =
Xk ej2kf0 t Xp (f ) =
Xk (f kf0 )
x(t) cos(2f0 t)
Questa relazione mostra che il contenuto spettrale di un segnale periodico `e concentrato alle
frequenze armoniche (spettro a righe), cos` come evidenzia lanalisi in frequenza mediante la
serie (figura 8).
a.a. 2010-2011
21
Xp (f )
6
X0
6
X1
...
T20 T10
1
T0
X2
6
2
T0
...
Ricordiamo che i coefficienti di Fourier sono tutti costanti Xk = 1/T0 , per cui:
X 1
k
f
xp (t) Xp (f ) =
T0
T0
(42)
Formule di Poisson
Le formule di Poisson ci forniscono dei risultati importanti per quanto riguarda la replicazione
e il campionamento dei segnali.
1. Prima formula di Poisson. Si consideri un segnale periodico:
X
x(t nT0 )
xp (t) = repT0 [x(t)] =
(43)
X 1
k
Xp (f ) = X(f )
f
T0
T0
k
X 1
k
X(f ) f
=
T0
T0
k
X 1
k
k
=
X
f
(44)
T0
T0
T0
k
a.a. 2010-2011
22
Tale relazione esprime il fatto che ad una replicazione nel tempo corrisponde un campionamento in frequenza. Facciamo unimportante osservazione. Dalla (45) si pu`o notare
come i coefficienti di Fourier Xk si possono determinare anche come:
k
1
X
(46)
Xk =
T0
T0
cio`e bisogna prima determinare la trasformata del generatore X(f ) = F[x(t)] e poi campionarla opportunamente. La formula (46) pu`o risultare molto pi`
u comoda rispetto alla
definizione per calcolare i coefficienti dello sviluppo in serie.
2. Seconda formula di Poisson. Tale relazione `e duale rispetto alla precedente e ci dice che
se si campiona un segnale nel dominio del tempo lo spettro viene replicato in frequenza.
Consideriamo un segnale campionato idealmente:
X
(t nT0 )
(47)
x (t) = x(t)
n
X 1
k
X (f ) = X(f )
f
T0
T0
k
X 1
k
=
X f
T0
T0
(48)
Scopriamo che campionare nel tempo significa replicare in frequenza. Adesso riscriviamo
la (47) nel seguente modo:
X
X
x(nT0 )(t nT0 )
(49)
x(t)(t nT0 ) =
x (t) =
n
(50)
X
X 1
k
X f
x(nT0 )ej2nf T0 =
T0
T0
n
(51)
Di seguito mostriamo alcuni esempi di calcolo della trasformata di Fourier per segnali periodici
attraverso la (46) (formula del campionamento in frequenza). Questa formula `e molto pi`
u
semplice da usare, perch`e nellequazione di analisi dello sviluppo in serie `e necessario considerare
la restrizione ad un periodo del segnale, con la (46), invece, basta scegliere un qualsiasi generatore
del segnale periodico.
a.a. 2010-2011
23
(52)
X 2
k
f
T0
T0
k disp.
- T20
T0
2
T0
t T0 /4
t + T0 /4
x(t) =
T0 /2
T0 /2
la cui trasformata di Fourier `e:
X(f ) =
T0
T0
sinc(f T0 /2) ej2f T0 /4 sinc(f T0 /2) ej2f T0 /4 = jT0 sinc(f T0 /2) sin(f T0 /2)
2
2
a.a. 2010-2011
24
(k/2)
j sink/2
0
k disp.
=
altrimenti
2j
k
0
k disp.
altrimenti
c) Il segnale dellesempio precedente viene anche detto alternativo (o alternato), dato che
risulta:
xp (t + T0 /2) = xp (t)
Un segnale periodico alternativo di periodo T0 pu`o sempre essere espresso nella forma:
xp (t) =
+
X
(53)
n=
y(t) =
t T0 /4
T0 /2
Il fatto che per tale segnale i coefficienti di Fourier di ordine pari sono nulli non `e un
caso. Dimostriamo, sfruttando il risultato ottenuto al punto a), che un segnale periodico
alternativo ha i coefficienti di Fourier di ordine pari tutti nulli. La (53) pu`o anche essere
riscritta come:
+
X
xp (t) = y(t)
(1)n (t nT0 /2)
n=
X 2
k
Xp (f ) = Y (f )
f
T0
T0
k disp.
X 2
k
k
=
Y
f
T0
T0
T0
(54)
k disp.
Quindi abbiamo trovato che la sommatoria `e diversa da zero solo per k dispari e che
basta calcolare la trasformata di Fourier di y(t), piuttosto che del generatore. Ripetiamo
lesercizio del punto precedente, usando la (54). Nel nostro caso la trasformata di Fourier
di y(t) `e:
T0
Y (f ) =
sinc(f T0 /2) ej2f T0 /4
2
Quindi:
2j
2
k
k disp.
k
jk/2
Y
= sinc(k/2) e
=
0
altrimenti
T0
T0
Otteniamo cos` lo stesso risutato del punto precedente.
a.a. 2010-2011
25
2.1
Applichiamo una procedura analoga al caso continuo per sviluppare la rappresentazione mediante trasformata di Fourier dei segnali aperiodici. Consideriamo una sequenza, x(n), di durata
finita N , e costruiamo il segnale aperiodico xp (n) = repN0 [x(n)], con N0 > N . Per esempio, supponiamo che x(n) sia il segnale mostrato in figura 9 e xp (n) il corrispondente segnale
periodico.
6 x(n)
N1
N2
xp (n)
N0
(55)
k=<N0 >
1
N0
xp (n) ej2kn/N0
(56)
n=<N0 >
26
Poiche xp (n) = x(n) su un periodo che include lintervallo (N1 , N2 ) `e conveniente scegliere
come periodo per il calcolo degli Xk quello che include tale intervallo, quindi la (56) diventa:
Xk =
N2
1 X
x(n) ej2kn/N0
N0
n=N1
+
1 X
x(n) ej2kn/N0
N0 n=
(57)
nella (57) `e stato possibile modificare gli estremi della sommatoria, dato che x(n) `e nullo
allesterno dellintervallo (N1 , N2 ). Definiamo adesso:
+
X
X() =
x(n) ej2n
n=
risulta
Xk =
1
1
X()|=k/N0 =
X
N0
N0
k
N0
(58)
xp (n) =
k=<N0 >
1
X
N0
k
N0
ej2kn/N0
A questo punto possiamo ottenere x(n) a partire da xp (n) portando il periodo allinfinito:
x(n) = lim xp (n)
N0
= lim
N0
k=<N0 >
= lim
1
X
N0
k
N0
ej2kn/N0
(59)
X(k0 ) ej2k0 n 0
k=<N0 >
X(k) ej2kn
(60)
k=<N0 >
Nella (60) abbiamo riconosciuto che 0 rappresenta anche la spaziatura tra due armoniche successive e quindi `e stata rinominata . Notiamo adesso che ogni termine della sommatoria non
`e altro che larea di un rettangolo di altezza X(k) ej2kn e larghezza . Per 0 la
sommatoria diventa un integrale, inoltre poiche la somma si effettua su N0 intervalli consecutivi
di ampiezza = 0 = 1/N0 , lintervallo complessivo di integrazione avr`
a ampiezza unitaria
Z
x(n) = X() ej2n d
1
a.a. 2010-2011
27
+
X
+
X
x(n) ej2(1)n =
n=
(61)
n=
Allora per specificare completamente X() basta assegnare i suoi valori in un intervallo di
ampiezza unitario, ad esempio (1/2, 1/2) oppure (0, 1).
In conclusione, riportiamo le due equazioni relative alla rappresentazione di un segnale
aperiodico tempo discreto:
Z
x(n) = X() ej2n d
(62)
1
X() =
+
X
x(n) ej2n
(63)
n=
La (62) `e lequazione di sintesi (trasformata di Fourier inversa), che mostra come x(n) si possa rappresentare come combinazione lineare di esponenziali complessi con frequenza che varia
con continuit`a su intervalli di durata unitaria; mentre la (63) `e quella di analisi (trasformata
di Fourier diretta), che ci permette di determinare il peso che le varie componenti hanno nella ricostruzione del segnale. Anche in questo caso X() viene chiamato spettro e fornisce le
informazioni sullampiezza e sulla fase dei fasori costituenti il segnale:
X() = |X()| ejX()
Ancora una volta nella trattazione che segue utilizzeremo la notazione:
x(n) X()
o equivalentemente:
x(n) = F 1 [X()]
X() = F[x(n)]
Confrontiamo adesso le equazioni (62) e (63) con le corrispondenti versioni tempo continuo:
Z +
x(t) =
X(f ) ej2f t df
Z +
X(f ) =
x(t) ej2f t dt
2.1.1
28
Esempio
N
1
X
n=0
ej2n =
1 ej2N
1 ej2
X() =
(64)
La (64) rappresenta proprio la funzione di Dirichlet DN (), il cui spettro di ampiezza e di fase
sono dati da:
sin(N )
|X()| =
sin()
sin(N )
X() = (N 1) +
sin()
e riportati in figura 10 per N = 10 (a sinistra). Lo spettro `e mostrato nellintervallo (1, 1), in
realt`a essendo X() periodico `e sufficiente osservarlo nellintervallo ( 12 , 12 ) oppure (0, 1). Notate
le analogie con la trasformata
dellimpulso rettangolare tempo continuo non simmetrico rispetto
tT /2
(figura 3).
allorigine x(t) =
T
Spettro di ampiezza
Spettro di ampiezza
10
1.5
X(f)
X(f)
6
1
4
0.5
2
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
Spettro di fase
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
0.2
0.4
0.6
0.8
Spettro di fase
2
1
<X(f)
<X(f)
1
0
1
1
2
3
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
29
Notate dalla rappresentazione in figura 10 (a destra) come siano scomparsi i lobi laterali e lo
spettro di ampiezza sia quello di una sinusoide. Ovviamente il lobo centrale si `e allargato, dato
che x(n) ha durata pi`
u stretta. Per N = 1, invece, x(n) si riduce ad un impulso unitario, e la
trasformata `e pari a 1:
x(n) = (n) X() = 1
(65)
coerentemente con la (31).
2.1.2
Esempio
|a| < 1
X() =
an u(n) ej2n =
n=
+
X
(a ej2 )n =
n=0
1
1 a ej2
a sin(2)
X() = arctan
1 a cos(2)
In figura 11 sono mostrati spettro di ampiezza e di fase per a > 0 e a < 0. Si noti come nel
primo caso lo spettro sia concentrato alle basse frequenze (intorno a ogni multiplo di un valore
intero k), mentre nel secondo caso il contributo frequenziale sia pi`
u elevato alle alte frequenze
(intorno a ogni multiplo di 1/2 + k), in accordo col fatto che quando a < 0 il segnale assume
alternativamente valori positivi e negativi e quindi varia pi`
u rapidamente rispetto a quando
a > 0 (figura 12).
Spettro di ampiezza
6
4
X(f)
X(f)
Spettro di ampiezza
6
3
2
1
0
1
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0.5
0.5
0.5
1
1
0.2
0.4
0.6
0.8
0.2
0.4
0.6
0.8
Spettro di fase
<X(f)
<X(f)
Spettro di fase
0
f
0.5
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
a.a. 2010-2011
30
a=0.8
a=0.8
0.9
0.8
0.8
0.6
0.7
0.4
0.6
x(n)
x(n)
0.2
0.5
0
0.4
0.2
0.3
0.4
0.2
0.6
0.1
0
5
5
n
10
0.8
5
15
5
n
10
15
Esempio
|a| < 1
+
X
n=0
+
X
1
X
an ej2n +
(a ej2 )n +
an ej2n
n=
+
X
n=0
(a ej2 )k
(66)
(67)
k=1
Nella seconda sommatoria della (66) `e stato fatto il cambio di variabile k = n. Per fare in
modo che anche questultima sommatoria sia una serie geometrica aggiungiamo e sottraiamo il
termine per k = 0:
X() =
+
X
n=0
(a ej2 )n +
+
X
(a ej2 )k 1
k=0
1
1
=
+
1
j2
1 ae
1 a ej2
1 a2
=
1 2a cos(2) + a2
In figura 13 si mostra lo spettro del segnale per valori di a positivi e negativi. Anche in questo
caso per a > 0 lo spettro `e concentrato intorno alle basse frequenze, mentre per a < 0 intorno
alle alte frequenze.
Il valore di a determina la rapidit`a di decadimento della sequenza nel dominio del tempo e quindi
la larghezza di banda nel dominio della frequenza. In particolare, al diminuire si a la sequenza
decade pi`
u rapidamente a zero e quindi il suo spettro si allarga. Nella figura 14 si mostrano i
grafici per a = 0.4 (a sinistra) e a = 0.2 (a destra).
a.a. 2010-2011
31
Trasformata di Fourier
Trasformata di Fourier
5
X(f)
X(f)
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
Trasformata di Fourier
2.5
1.6
1.4
2
1.2
X(f)
X(f)
1.5
0.8
0.6
0.4
0.5
0.2
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
0
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
f
0.2
0.4
0.6
0.8
2.2
Condizioni di convergenza
X() =
x(n)ej2n
n=
sono la controparte tempo discreta delle condizioni di convergenza per il caso continuo. La serie
converge in senso ordinario se x(n) `e sommabile:
+
X
|x(n)| <
n=
In realt`a, sotto tali ipotesi si pu`o far vedere che la convergenza `e uniforme, inoltre X() `e
invertibile e lequazione di sintesi fornisce proprio x(n). Se invece x(n) `e a quadrato sommabile:
+
X
|x(n)|2 <
n=
a.a. 2010-2011
32
2.3
Propriet`
a
(68)
Se un segnale `e reale:
X() = X ()
(69)
Questa condizione equivale a dire che lo spettro di ampiezza `e pari e quello di fase dispari.
2.3.2
Valore nellorigine
1
+
X
x(n)
(70)
(71)
n=
ricordiamo che queste equazioni permettono di calcolare rapidamente larea della trasformata
sul periodo dal valore del segnale nellorigine (70) e la somma di una serie nota la trasformata
nellorigine (71).
2.3.3
Relazione di Parseval
La relazione di Parseval ci permette di calcolare lenergia del segnale sia nel dominio del tempo
che nel dominio della frequenza:
Z
+
X
2
|x(n)| = |X()|2 d
(72)
1
n=
2.3.4
Linearit`
a
Sia:
x(n) X()
y(n) Y ()
Si consideri poi il segnale z(n) = ax(n) + by(n), combinazione lineare dei due segnali. Risulta:
z(n) = ax(n) + by(n)
a.a. 2010-2011
Z() = aX() + bY ()
(73)
2.3.5
33
Y () = X( 0 )
(75)
1
jn
y(n) = x(n) e
Y () = X
2
Questa operazione non fa altro che spostare lo spettro di 1/2, quindi se X() `e concentrato alle
basse frequenze Y () sar`a concentrato alle alte frequenze e viceversa. Daltra parte ricordiamo
che
ejn = (1)n
quindi cambiare il segno dei coefficienti di posto dispari in un segnale non fa altro che modificare
le caratteristiche spettrali del segnale traslando lo spettro intorno alle basse (alte) frequenze se
il segnale `e concentrato intorno allae alte (basse) frequenze (si veda esempio 2.1.2).
2.3.6
Modulazione
1
1
Y () = X( 0 ) + X( + 0 )
2
2
(76)
Ricordiamo che le operazioni di derivazione e integrazione nel caso discreto sono date dalla
differenza prima e dalla somma corrente, rispettivamente e risulta per la differenza prima:
y(n) = x(n) x(n 1)
Y () = X()[1 ej2 ]
(77)
n
X
k=
x(k)
Y () =
1
X()
1 ej2
(78)
Anche in questo caso questultima propriet`a `e valida solo se X(0) = 0, cio`e quando x(n) ha area
nulla, ovvero y(n) `e un segnale di energia.
a.a. 2010-2011
2.3.8
34
Prodotto e convoluzione
Per quanto riguarda le propriet`a di prodotto e convoluzione c`e ununica differenza tra il caso
continuo e discreto legata alla periodicit`a di X(). Risulta, infatti che a una convoluzione nel
tempo corrisponde ancora una volta un prodotto in frequenza:
z(n) = x(n) y(n)
Z() = X()Y ()
(79)
2.3.9
Cambiamento di scala
Il cambiamento di scala per segnali discreti ha un significato diverso che per segnali continui,
ci aspettiamo quindi delle differenze per questa propiet`a. In realt`a, vedremo che `e ancora
possibile affermare, da un punto di vista concettuale, che a una compressione (espansione) nel
tempo corrisponde unespansione (compressione), tuttavia bisogner`a fare alcune precisazioni.
Analizziamo tre casi:
a) Riflessione. In questo caso il segnale risulta essere ribaltato rispetto allasse delle ordinate
e si ha:
y(n) = x(n) Y () = X()
(81)
In modo analogo al caso continuo.
b) Decimazione. Loperazione di decimazione richiede un p`o di attenzione. Per calcolare la
trasformata di Fourier del segnale y(n) = x(M n) si procede in due passi, osservando che
il segnale y(n) si pu`o ottenere anche come il risultato delle due seguenti operazioni poste
in cascata:
1) Moltiplicazione di x(n) per un treno di impulsi ideali di periodo M , M (n) = repM [(n)]:
X
x
(n) = x(n) M (n) = x(n)
(n kM )
k
+
X
y(n)ej2n =
n=
+
X
k=
a.a. 2010-2011
x
(k)ej2k/M =
+
X
n=
+
X
x
(M n)ej2n
x
(n)ej2n/M
(82)
n=
35
M (n) =
Xk ej2kn/M
k=0
M 1
1 X
1 j2kn/M
1
(n)ej2kn/M =
e
|n=0 =
M
M
M
n=0
per cui:
M (n) =
M
1
X
k=0
1 j2kn/M
e
M
(83)
+
X
x(n)M (n)ej2n/M
n=
+
X
x(n)
n=
M
1
X
k=0
1 j2kn/M j2n/M
e
e
M
M 1 +
M 1
1 X
k
1 X X
j2(k)n/M
x(n) e
=
X
Y () =
M
M
M
n=
k=0
k=0
M 1
k
1 X
X
Y () =
M
M
(84)
k=0
La propriet`a (84) ci dice che se effettuiamo una decimazione nel tempo otteniamo unespansione in frequenza, ma a causa della periodicit`a della trasformata bisogner`a considerare
anche il contributo delle repliche in frequenza, che possono alterare lo spettro del segnale.
Esempio. Supponiamo di avere un segnale x(n) che presenta il seguente spettro:
X()
1
a.a. 2010-2011
12
14
1
4
1
2
36
Consideriamo poi il segnale decimato y(n) = x(2n), la cui trasformata di Fourier per la
(84) risulta essere:
1
Y () =
X
+X
2
2
2
Graficamente si ottiene:
Y ()
12
1
4
14
1
2
In effetti in questo caso lo spettro nellintervallo (1/2, 1/2) risulta essere proprio la versione espansa dello spettro del segnale x(n). In realt`a, se x(n) avesse avuto il seguente
spettro:
X()
12 38
3
8
1
2
12
14
1
4
1
2
In tal caso lo spettro oltre ad essere espanso, viene anche distorto a causa della presenza
delle repliche adiacenti (fenomeno di aliasing).
c) Espansione. Loperazione di espansione risulta pi`
u semplice per il calcolo della trasformata
rispetto alla decimazione.
Ricordiamo che un segnale espanso `e definito nel seguente modo:
h n i 4 x n
n multiplo N
N
y(n) = x
=
0
altrimenti
N
a.a. 2010-2011
37
+
X
y(n)e
j2n
n=
+
X
n=
hni
ej2n
M
X
n mult. M
n
ej2n
M
+
X
x(k)ej2M k = X(M )
k=
In conclusione:
hni
Y () = X(M )
(85)
M
Quindi in questo caso `e possibile affermare che ad unespansione nel tempo corrisponde
una compressione in frequenza.
y(n) = x
12
1
4
14
1
2
12
18
1
8
1
2
In questo caso se si osserva lo spettro nellintervallo (1/2, 1/2) si pu`o notare la presenza
delle repliche adiacenti che per`o non si vanno a sovrapporre alla replica centrata nellorigine
(fenomeno di imaging).
Come ulteriori esempi della propriet`a di cambiamento di scala in figura 15 e 16 si mostrano i grafici relativi alla compressione ed espansione di un impulso rettangolare nellintervallo
(1/2, 1/2).
a.a. 2010-2011
38
1
x(n)
1.5
x(n)
1.5
0.5
0.5
0
n
0
10
10
10
X(v)
X(v)
0
10
0
1
0.4
0.3
0.2
0.1
0
v
0.1
0.2
0.3
0.4
0
n
10
0.4
0.3
0.2
0.1
0
v
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0
2
4
0.5
2
0.5
0.5
1
x(n)
1.5
1
x(n)
1.5
0.5
0
n
0
10
10
X(v)
X(v)
0
10
0.5
2
0.5
2
0.5
0.3
0.2
0.1
0
v
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0
n
10
0.4
0.3
0.2
0.1
0
v
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.4
Dualit`
a
Nello studio della trasformata di Fourier per segnali tempo continuo abbiamo visto che esiste
una simmetria tra le equazioni di analisi e sintesi, Questa stessa propriet`a non si verifica per
i segnali tempo discreto, tuttavia esiste una propriet`a di dualit`a tra la trasformata di Fourier
tempo discreto e la serie di Fourier tempo continua. Cerchiamo di capire il motivo confrontando
le equazioni di analisi e sintesi nei due casi. Per la trasformata tempo discreto si ha:
Z
x(n) = X() ej2n d
(86)
1
+
X
X() =
x(n) ej2n
(87)
n=
+
X
Xn ej2nt/T0
(88)
k=
1
Xn =
T0
a.a. 2010-2011
T0
xp (t) ej2knt/T0 dt
(89)
39
Si noti come le equazioni (87) e (88) risultino molto simili, in effetti la (87) non `e altro che
lespansione in serie di Fourier (nel dominio della frequenza, t ) del segnale X() periodico
con periodo T0 = 1, con coefficienti di Fourier dati da x(n) (86). Quindi la propriet`a di dualit`a
si pu`o vedere nel seguente modo. Sia xp (t) un segnale periodico (di periodo 1) con coefficienti
di Fourier dati da x(n):
xp (t) Xn = x(n)
(90)
risulta:
x(n)
X() = xp ()
(91)
n
1
Xn = sinc
2
2
La dualit`a ci dice che se consideriamo il segnale tempo discreto y(n) = x(n) = Xn :
y(n) =
n 1
n
1
sinc
= sinc
2
2
2
2
0.5
1.5
0.4
0.3
x(n)
xp(t)
0.5
0.2
0.1
0
0.1
0.5
2
1.5
0.5
0
t
0.5
1.5
0.2
10
0
n
10
1.5
0.5
0.4
0.2
X()
Xn
0.3
0.1
0
0.5
0.1
0.2
10
0
n
10
0.5
2
1.5
0.5
0.5
1.5
a.a. 2010-2011
2.4
40
Come nel caso continuo `e possibile estendere la trasformata di Fourier anche ai segnali che
non sono ne sommabili ne a quadrato sommabile come i segnali di potenza. Di seguito considereremo il calcolo della trasformata di Fourier per il segnale costante, il gradino e i segnali
periodici. Inoltre estenderemo al caso discreto le importanti propriet`a sulla replicazione e il
campionamento.
2.4.1
Segnale costante
Comiciamo a osservare che abbiamo gi`a determinato la trasformata di un impulso unitario (65):
x(n) = (n)
X() = 1
Per calcolare la trasformata di Fourier della costante, usiamo la propriet`a di dualit`a. Pertanto
consideriamo il segnale periodico xp (t) = rep1 [(t)] che ha coefficienti di Fourier Xn = 1, allora
la trasformata di Fourier di y(n) = x(n) = Xn = 1 `e xp ():
y(n) = 1
2.4.2
Y () = rep1 [()] = ()
(92)
Gradino e signum
Per il calcolo della trasformata di Fourier del gradino, procediamo esprimendo u(n) attraverso
il segnale sign(n):
1 1
u(n) = + sign(n)
2 2
per cui:
1
1
F[u(n)] = ()
+ F[sign(n)]
2
2
A questo punto `e necessario calcolare la trasformata di Fourier di x(n) = sign(n). A tal fine
basta riconoscere che risulta:
sign(n) sign(n 1) = 2(n)
(93)
2
1 ej2
(94)
1
1
() +
2
1 ej2
(95)
F[sign(n)] =
In conclusione:
u(n)
a.a. 2010-2011
2.4.3
41
Propriet`
a della somma corrente
I risultati ottenuti nel paragrafo precedente permettono di estendere la propriet`a (78) anche ai
segnali di potenza, infatti risulta:
n
X
y(n) =
Y () = X()F[u(n)]
k=
per cui
n
X
y(n) =
x(k)
Y () =
k=
2.4.4
1
1
X() + X(0)()
j2
1 e
2
(96)
Segnali periodici
In questa sezione vogliamo estendere il calcolo della trasformata di Fourier anche ai segnali
periodici. Cominciamo a considerare un fasore alla frequenza 0 : x(n) = ej20 n , applicando la
propriet`a (75) e tenendo presente che vale la (92), risulta:
x(n) = ej20 n
0 )
X() = (
(97)
In effetti otteniamo lo stesso risultato del caso continuo, eccetto il fatto che la trasformata
adesso `e periodica. Lestensione ai segnali seno e coseno risulta semplice, applicando la formula
di Eulero:
x(n) = cos(20 n) =
ej20 n + ej20 n
2
1
X() = (
0 ) +
2
1
( + 0 )
2
(98)
ej20 n ej20 n
2j
X() =
1
1
( 0 ) (
+ 0 )
2j
2j
(99)
NX
0 1
Xk ej2kn/N0
Xp () =
k=0
NX
0 1
k/N0 )
Xk (
(100)
k=0
X()
6
1
2
6
-
21
-0
1
2
1 0 1
1 + 0
2.4.5
42
Replicazione e campionamento
Anche per segnali discreti valgono le formule di Poisson: ad un campionamento nel tempo corrisponde ad una replicazione in frequenza e viceversa. In particolare la propriet`a di replicazione
in frequenza dice che:
xp (n) =
+
X
x(n kN0 )
k=
N0 1
1 X
k
k
Xp () =
X
N0
N0
N0
(101)
k=0
N0 1
1 X
k
X () =
X
N0
N0
(102)
k=0
La prima propriet`a pu`o essere utile per calcolare i coefficienti di Fourier di un segnale periodico,
come mostra lesempio di seguito.
Esempio. Consideriamo nuovamente il segnale periodico:
xp (n) = repN0 [x(n)] = rep9 [R5 (n + 2)]
di cui abbiamo gi`a calcolato i coefficienti della serie di Fourier nellesempio 2.4 del capitolo 3. Il
generatore del segnale `e:
x(n) = R5 (n + 2)
usando la (64) e la (74) la trasformata di x(n) `e:
X() = ejn/4
sin(5) jn/4
e
sin()
a.a. 2010-2011