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Flessibilit dutilizzo
sulle prime tre tipologie non convenzionali che si sta concentrando la crescita,
pressoch esclusivamente negli USA, patria di questa rivoluzione tecnologica.
Fra questi, lo shale gas considerata la frazione di risorse a maggior potenziale.
Grazie al boom nell'upstream, scoppiato nel 2005, gli USA sono il Paese a crescita
pi rapida nell'estrazione e sfruttamento di gas e petrolio e le speranze che questo
fenomeno alimenta hanno riportato alla ribalta il mito dell'indipendenza energetica:
pi uno spaventapasseri politico, che un realizzabile obiettivo di politica estera.
Intanto, gli Stati Uniti sono riusciti a beneficiare di prezzi pi convenienti del gas,
pari a 1/5 di quelli del Giappone e poco meno della met dei prezzi europei.
Non solo in merito alla disponibilit di risorse ma anche riguardo ai prezzi, l'UE
soggetta ad una condizione sfavorevole: i contratti con la Russia sono di lungo
periodo (a 20-30 anni) con clausola take or pay ed indicizzati al prezzo del petrolio;
diversamente dai contratti spot (a pronti) via metaniera, che non includono i costi
di manutenzione e costruzione dei gasdotti - e i guadagni del monopolista.
Fino al 2025, l'Europa beneficer difficilmente del calo dei prezzi verificatosi negli
USA, accaparrandosi carichi di GNL, in quanto vincolata alle forniture di Gazprom.
Per ora gli USA stanno riconvertendo i rigassificatori in terminali per l'esportazione.
Gli Stati Uniti sono il Paese con le conoscenze geologiche pi approfondite.
Gi da met '800 erano coscienti della possibilit di estrarre gas non convenzionali.
I principali giacimenti statunitensi di gas da scisti sono Bakken, Barnett, Eagle Ford,
Haynesville e soprattutto Marcellus, con una superficie di 250000 km (l'Italia ha
un'estensione di 300000 km). Alcuni pozzi sono condivisi con Canada e Messico.
La produzione economica e su larga scala partita nel 2005, ma la crescita stata
vertiginosa. In rapporto al totale di gas prodotto, la quota del gas da scisti aumentata
dall1% del 2000 e 4% del 2005; al 24% (o 35% secondo alcune stime) del 2011,
anno in cui la produzione americana ha superato il massimo storico del 1973.
Nel 2007 l'EIA stimava che nel 2030 gli USA avrebbero importato circa il 20% del
fabbisogno nazionale di gas naturale. Oggi, tali prospettive appaiono ribaltate.
Dal prossimo decennio gli Usa potrebbero divenire esportatori netti di gas e nel 2030
superare, anche se per poco, Arabia Saudita e Russia nella leadership mondiale della
produzione petrolifera. Ci li condurrebbe ad essere autosufficienti dal punto di vista
energetico -ma non indipendenti- intorno al 2035. Certo che Washington, ha per
ora superato Mosca come pi grande produttore di gas al mondo, coprendo il
20% della produzione, a fronte del 18,5% russo.
Dall'esplosione nella produzione di metano trainata dall' unconventional, gli Stati
Uniti stanno godendo enormi benefici in termini economici (tanto da arrestare i
discorsi declinisti) e in termini di sicurezza energetica (riducendo le importazioni e
divenendo nel breve periodo esportatori di gas). I vantaggi sono riassumibili in:
lavoro, con prospettive ad 1,5 milioni nel 2015. Inoltre, la geografia di queste
risorse, oltre ad interessare tradizionali aree petrolifere (Texas, Louisiana,
Mississipi), ha risvegliato regioni trascurate: Dakota del Nord, Montana,
Wyoming, Utah, New Mexico, West Virginia, Arkansas, Missouri, Oklahoma.
Un altro problema riguarda luso dei terreni. Pur sfruttando l' horizontal
drilling , lestensione delle aree da perforare talmente grande da necessitare
diversi spostamenti dei pozzi, su piazzole grandi s il doppio dei pozzi
tradizionali, ma con tassi di produttivit fino a 50 volte inferiori.
1. Gli additivi chimici variano da normali disinfettanti, per impedire la formazione di batteri o acido solfidrico, a
diluenti,, per trasportare meglio gli idrocarburi. Si pu stimare che del totale volume di fluidi iniettati, un 90% sia
costituito da acqua, un 9% da sabbie o polvere di ceramiche e l1% da additivi.
GOLDEN RULES FOR A GOLDEN AGE
L'UE da parte sua, possiederebbe riserve pari a 34 Tmc di cui 5-20 Tmc recuperabili.
Oltre ad essere quote inferiori, vi sono difficolt ulteriori rispetto agli Stati Uniti:
Leggi di protezione ambientale pi rigide e sindrome NIMBY pi diffusa
La produzione pi costosa delle importazioni,per inesperienza dell'industria
europea, oltre che mancanza di incentivi fiscali e di una regolamentazione
I diritti di propriet prevedono che il sottosuolo sia di propriet statale
La densit di popolazione nettamente pi elevata
I giacimenti europei sono tettonicamente pi complessi
Secondo un altro studio del 2012 condotto dal JRC, le stime ottimistiche, probabili e
pessimistiche di shale gas tecnicamente recuperabile oscillano fra 17.6, 15.9 o 2.3
trilioni di metri cubi, contro i 47, 20 o 13 tmc. negli Stati Uniti.
In accordo con il principio di sussidiariet, la Commissione Europea resta neutrale
in merito alle decisioni degli Stati Membri attinenti al loro energy mix. Pertanto
ogni Stato avr diritto di decidere se sfruttare o meno petrolio e gas da scisti:
In Svezia vi sono progetti minori della Gripen Gas AB, partiti nel 2010;
Per quanto riguarda lItalia invece, vi sono dubbi in pi, a cominciare proprio
dalla disponibilit, per ora limitata ad alcuni siti in Toscana e nelle isole.
1) Il boom energetico che per Citigroup vale 2-3 punti di PIL annui -
appare in grado di frenare se non invertire il c.d. declino americano, il
trend che nellultimo decennio ha visto gli Stati Uniti perdere notevolmente
terreno nella competizione globale con la Cina, a partire proprio dall'economia.
Citigroup ritiene che la shale revolution valga da 2 a 3 punti di Pil annui.
Il rapporto di previsioni Global Trends 2030 del National Intelligence
Council afferma invece che se gli USA dovessero essere la seconda economia
mondiale nel 2030, alle spalle della Cina, l'indipendenza energetica guadagnata
con le loro risorse, dovrebbe permetterli di conservare la leadership mondiale.
Secondo gli economisti di Natixis: grazie all' unconventional e alla
diminuzione del debito del settore privato, gli Stati Uniti ritroveranno una
leadership in primo luogo economica, poi globale
6) Come gi affermato, lo shale gas stravolge la realt che abbiamo vissuto per
decenni, sarebbe a dire la proporzione 80:10, ovvero che l'80% di tutti i
combustibili fossili si trovano nei Paesi OPEC e in Russia e solo il 10% nei
Paesi appartenenti all'OCSE e in Cina.
La rivoluzione dello scisto non sar una rivoluzione della politica estera
americana ma una rivoluzione degli spiriti. Gli USA alla ricerca del loro vantaggio
competitivo rispetto alla Cina, vogliono credere e far credere che nello scisto che lo
troveranno. Con lattenzione concentrata sugli shale gas, passa poi quasi inosservato
il fatto che tutta lindustria della produzione di gas e petrolio sta compiendo
innovazioni di portata storica: la perforazione oltre i 3000 metri di profondit marina,
lesplorazione nel mar Artico, lo sviluppo del petrolio non convenzionale negli USA,
derivazione questa degli sviluppi del gas, lo sfruttamento dei giacimenti pesanti di
petrolio e una maggiore produttivit dei pozzi nei giacimenti convenzionali.
Il mondo in cui viviamo un mondo di trade off. Perci i decisori politici, che
cercano di ottenere benefici in termini di sicurezza energetica e di conseguire
obiettivi economici ed ambientali, devono dover affrontare scelte complesse e, in
alcuni casi, contraddittorie.
Nonostante i limiti e le criticit, la rivoluzione dello scisto resta uno degli
stravolgimenti pi importanti in ambito energetico negli ultimi decenni,
probabilmente il principale dopo il passaggio dal carbone al petrolio nel settore
trasporti, avvenuto negli anni '20.
BIBLIOGRAFIA
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Capitolo I: "La questione energetica", pp. 1-22,
Capitolo II: "Il gas naturale", pp. 23-57
Capitolo III: "La sicurezza energetica", pp. 58-88.