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Il petrolio: energia e industria

Nel 1859 lo statunitense Edwin Drake, facendo la prima trivellazione per


estrarre petrolio, diede inizio all’era del petrolio. Il petrolio ha un ruolo di
estrema importanza all’interno delle nostre vite; infatti è la principale risorsa
energetica del nostro pianeta e ha reso possibile un rapido sviluppo delle
tecnologie negli ultimi secoli. I resti biologici di piante e animali, rimasti
sepolti per milioni di anni, hanno subito una trasformazione chimico- sica e
da qui ne è derivato il petrolio. Infatti, la temperatura, la pressione e i
milioni di anni passati hanno fatto sì che questi resti biologici si
trasformassero in roccia, in questo modo un giacimento petrolifero è creato. Il
petrolio è un combustibile fossile e in quanto tale rappresenta una delle
risorse non rinnovabili del nostro pianeta; i giacimenti di petrolio non sono
equamente distribuiti nel territorio mondiale e questo ha causato forti squilibri geopolitici mondiali.
La ra nazione del petrolio
A nché il petrolio possa essere utilizzato, il greggio, ovvero il petrolio grezzo, deve essere separato in tutte
le sue miscele. La ra nazione è infatti l’insieme di lavori che devono essere attuati a nché il petrolio possa
essere un materiale utilizzabile.Questi processi sono molto importanti poiché utilizziamo il petrolio nelle
nostre vite quotidiane più di quel che crediamo: plastica, vernici, farmaci, coloranti sono solamente alcuni
dei materiali utilizzati giornalmente e che contengono petrolio al loro interno. Anche i mattoni fanno parte
di questa lista, infatti circa 10% del greggio viene utilizzato per produrli nell’industria chimica. In questo
modo è però facile rendersi conto che la popolazione mondiale sta superando la dipendenza del petrolio e
questo potrebbe avere un impatto a livello culturale. Per questo motivo, al giorno d’oggi, il principale
compito della chimica è quello di trovare delle alternative al petrolio, in modo che siano sostenibili a livello
economico e ambientale.

La società dei combustibili fossili


Fino all’Ottocento la maggior parte dell’energia derivava dalle
biomasse (scarti vegetali, legno, etc.), il legname era estremamente
sfruttato e infatti già all’inizio della Rivoluzione Industriale, la
maggior parte delle foreste dell’Inghilterra erano scomparse. Per
rimediare alla scarsità di legname, dovevano ora utilizzare un’altra
fonte energetica più abbondante, più di cile da ottenere ma in grado
di fornire il 50% in più di energia: il carbone. In pochi decenni il
carbone, composto da carbonio e tracce di idrocarburi, ebbe
grandissimo successo e fu utilizzato moltissimo in quanto nella
combustione di potevano raggiungere temperature più elevate. Già
nel 1870 il carbonio era più utilizzato del legname e le nazioni
industrializzate ricavavano dal carbone il 95% dell’energia.
All’inizio del Novecento si iniziò ad utilizzare un’altra abbondante fonte fossile: il petrolio. Questo diede un
forte impulso allo sviluppo dei trasporti e dell’agricoltura meccanizzata.
In ne, negli anni Cinquanta, si iniziò ad utilizzare il gas naturale,
costituito da metano e utilizzato per produrre elettricità e per il
riscaldamento.
I combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) forniscono in
forma concentrata, trasportabile e immagazzinabile circa l’80%
dell’energia consumata nel mondo.
Negli ultimi due secoli, il giusto utilizzo dei combustibili fossili, ha reso
possibile le condizioni ideali per un crescita economica e demogra ca. È però
importante riconoscere che l’utilizzo di queste fonti di energia ha un
elevato impatto ambientale. Infatti, bruciando i combustibili fossili, si liberano atomi di carbonio che,
combinandosi con l’ossigeno dell’aria, formano grosse quantità di diossido di carbonio, il gas serra che
contribuisce al riscaldamento globale. Le attività di estrazione, lavorazione e trasporto dei combustibili
fossili sono pericolose e inquinanti e i gas e le polveri sottili rilasciate nei processi di combustione possono
causare malattie e danneggiare l’ecosistema.
Gas, petrolio e carbone sono fonti energetiche non rinnovabili poiché impiegano milioni di anni per
formarsi a partire dalla materia organica in decomposizione. Per questo motivo queste fonti sono destinate
ad esaurirsi nel lungo periodo.
Dall’altra parte esistono le fonti energetiche rinnovabili (vento, maree, radiazione solare, biomasse, calore
geotermico ed energia potenziale dell’acqua) possono essere usate senza restrizioni perchè sono i imitate e
perchè vengono rigenerate con su ciente rapidità da non esaurirsi nell’arco di poche generazioni. Inoltre,
hanno un basso impatto ambientale e vengono dunque chiamate fonti di energia pulita.
I giacimenti delle fonti fossili
Nonostante lo sfruttamento dei combustibili fossili abbia causato evidenti problemi, tra il 1950 e il 2012 il
consumo mondiale di energia si è quadruplicato, passando da 3000 miliardi a 15000 miliardi di watt all’anno.
La disponibilità di fonti fossili è ancora abbondante perchè l’innovazione
tecnica ha reso accessibili i cosiddetti giacimenti non convenzionali: oggi il
greggio può essere estratto anche dai fondali oceanici e dalle sabbie
bituminose. È però importante ricordare che queste nuove tecnologie sono
molto impattanti: infatti l’estrazione del petrolio dai giacimenti
sottomarini può causare lo sversamento in mare di idrocarburi, e la
separazione del greggio dalle sabbie bituminose inquina il suolo e le riserve
idriche. Esiste inoltre un’ulteriore tecnica per estrarre il gas e il petrolio
nelle rocce scistose, e viene chiamata fatturazione idraulica (o fracking).
Questa tecnica permette di frantumare le rocce pompando acqua ad alta
pressione nel sottosuolo per liberare gli idrocarburi, può però contaminare
le falde acquifere e indurre microsismi.
Per quanto riguarda i giacimenti di carbone, questi sono molto abbondanti.
L’estrazione di carbone nelle miniere a cielo aperto può generare polveri molto inquinanti; dall’altra parte
l’estrazione dal sottosuolo è meno impattante ma accresce i rischi per i minatori dovuti a crolli, esplosioni o
fughe di gas.
Secondo studi recenti, le riserve di fonti fossili potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico mondiale per
un ulteriore secolo. Nel momento in cui dovremmo però bruciare tutto il petrolio, il gas e il carbone
disponibile, l’impatto climatico sarebbe catastro co

Verso un mondo più sostenibile: fonti di energia rinnovabili


Gli scienziati ritengono che per ridurre le emissioni di gas
responsabili del riscaldamento globale sia necessario favorire una
rapida transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.
Purtroppo si tratta però di un compito abbastanza complesso
perchè le nuove fonti di energia rinnovabile forniscono solo il 2%
dell’energia prodotta, mentre quelle fossili coprono oltre l’80% dei
consumi energetici mondiali.
Per accelerare questa transizione servirebbero politiche che
scora ino l’impiego dei gas, del carbone e del petrolio. Un utilizzo
maggiore delle fonti rinnovabili risulta molto importante per
realizzare uno sviluppo equo e sostenibile, ma rappresenta anche
un’opportunità di crescita economica e di benessere sociale.
La transizione è già in corso, ma la preoccupazione di tutti è se questa potrà compiersi abbastanza
velocemente da evitare gli scenari peggiori dei cambiamenti climatici. Le tecnologie sono già avanzate, quello
che manca è la volontà politica di perseguire uno sviluppo sostenibili basato su fonti di energia pulita e
rinnovabile

GREEN CHEMISTRY
La green chemistry è una nuova concezione della chimica che si fonda sull’intento
di sviluppare processi, tecnologie e prodotti che siano sostenibili a live o ambientale,
economico ed energetico. L’obiettivo di ciò è la tutela degli esseri viventi e
dell’ambiente, questo ha permesso numerose ricerche scienti che, come lo studio
di combustibili che possano essere una sostituzione alle fonti energetiche fossili.
Per esempio, gli oli vegetali sono stati rivalutati poiché presentano numerosi
vantaggi: sono una risorsa rinnovabile, riducono la dipendenza da petrolio, la loro combustione riduce le
emissioni di disossido di carbonio, sono facilmente disponibili e a temperatura ambiente si trovano allo
stato liquido. Sebbene i vantaggi siano numerosi, gli oli vegetali non possono essere usati direttamente come
combustibili a causa della loro viscosità elevata che provoca la formazione di depositi che possono causare
guasti. In questo modo è nato il biodiesel, con l’intento di unire i vantaggi degli oli vegetali alla necessità di
renderli utilizzabili per i motori diesel. Infatti, trattando gli oli vegetali con sostanze speci che, si possono
ottenere molecole con caratteristiche simili a quelle del diesel, ovvero un biodiesel.

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