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IMPATTO NUOVE TECNOLOGIE SUL LAVORO

L'avvento delle tecnologie digitali, dell'automazione e dell'intelligenza artificiale sta cambiando


l’organizzazione del lavoro.

Le grandi aziende di ogni settore investono cifre enormi nella realizzazione di impianti e servizi
automatizzati. Di conseguenza, molti posti di lavoro vengono sostituiti da impianti tecnologici.

La pandemia di Covid-19 e le strategie per limitare i contagi hanno accelerato l'automazione dei lavori
umani; nel 2020 negli USA si sono perduti 40 milioni di posti di lavoro.

La pandemia, tuttavia, ha evidenziato l'importanza fondamentale di alcuni lavoratori, è il caso dei


magazzinieri e degli autisti delle grandi società di e-commerce e delle società di autotrasporti che hanno
garantito la consegna di beni di prima necessità. Allo stesso modo, i dipendenti dei supermercati hanno
consentito ai cittadini di continuare ad acquistare alimentari e beni indispensabili durante la pandemia.

Secondo molti economisti, ci aspetta una società senza lavoratori. In questo scenario i lavori che non
richiedono specializzazione o un minimo di istruzione saranno sempre meno pagati e sempre più precari.

Per altri, invece, il cambiamento tecnologico in atto è paragonabile a quello della Rivoluzione industriale del
XVIII secolo: causerà la perdita di milioni di posti di lavoro, ma ne creerà altri in nuovi settori a tecnologia
più avanzata.

I posti di lavoro che scompariranno più velocemente saranno quelli più facilmente sostituibili dalle
macchine e con un basso contenuto tecnologico.

Resisterà, invece, il settore dei servizi alla persona, che non possono essere svolti da un robot: educatori,
assistenti di persone anziane, baby sitter. Ma in questi impieghi la retribuzione è modesta, perché l’offerta
di lavoratori è molto alta e non può essere migliorata dalla tecnologia.

Resterà alta la richiesta e la retribuzione di professioni ad alta specializzazione tenologica come ingegneri,
medici, matematici, informatici, esperti di marketing, e soprattutto, dopo la pandemia, personale sanitario.

Nel settore terziario questa rivoluzione procede da decenni in modo costante e ha cambiato la nostra vita
quotidiana anche negli aspetti più banali.
WTO

La crescita e la liberalizzazione del commercio internazionale è stata gestita in questi anni dal WTO,
Organizzazione Mondiale del Commercio, nata nel 1995, a cui oggi aderiscono 164 paesi. L'organizzazione
ha l'obiettivo di stimolare il commercio e definisce le norme che regolano e facilitano gli scambi e ha,
inoltre, il potere di multare i paesi che le trasgrediscono.

Il WTO è stato più volte criticato, i Paesi esportatori di beni agricoli del Sud del mondo denunciano il fatto
che gli accordi commerciali promossi dal WTO siano sbilanciati a favore dei paesi più ricchi infatti sarebbe
dovute essere ridefinite le norme del commercio nazionale, ma i negozianti a cui spettava sono falliti. Il
rapido sviluppo delle telecomunicazioni ha determinato un aumento enorme degli scambi finanziari
internazionali. Grazie agli strumenti telematici, le varie borse collegate in rete funzionano come un'unica
borsa mondiale in cui le contrattazioni avvengono senza limiti di spazio e tempo. Le borse più importanti si
trovano nei paesi più sviluppati del Nord del mondo e nelle aree di recente sviluppo dell'Asia orientale.

In questo contesto, stanno acquisendo sempre più importanza le criptovalute, monete virtuali che nascono
come alternativa al potere centrale di banche e istituti finanziari.

La deregolamentazione, cioè l'eliminazione di molte norme di controllo, ha finito per favorire la criminalità
organizzata, le organizzazioni terroristiche e coloro che hanno necessità di nascondere denaro proveniente
da attività illegali (evasione fiscale, corruzione e traffici illeciti).

Oggi i protagonisti del commercio mondiale per volume degli scambi sono l’UE, gli USA e la Cina, che è
diventata la prima potenza esportatrice di beni materiali.

PETROLIO

Nel corso del Novecento il petrolio è diventato una delle principali risorse e fonti di energia utilizzate dagli
esseri umani. Il suo impiego è uno dei fattori che hanno consentito la crescita socio-economica di molti
Paesi del mondo e hanno migliorato il tenore di vita di milioni di cittadini. Allo stesso tempo, però, l'uso del
petrolio è anche una delle cause di numerosi problemi ambientali che ha creato seri scontri geopolitici.

Il mercato del petrolio condiziona l’andamento di tutta l’economia perché, essendo anche alla base del
sistema dei trasporti, influenza i prezzi di ogni tipo di merce. Il controllo del mercato di questo bene è stato
conteso per decenni e continua ad esserlo in una competizione tra compagnie private, Paesi detentori delle
riserve e quelli consumatori.
ENERGIA NUCLEARE

L'energia nucleare si libera dall'unione o dalla divisione di nuclei atomici.

L'utilizzo della fissione nucleare, liberazione di energia grazie alla divisione di atomi pesanti, per ricavare
elettricità risale al termine della Seconda Guerra Mondiale. La prima centrale nucleare fu in Inghilterra,
utilizzata per la produzione di energia elettrica ed armi a partire dal 1956, ne furono costruite altre in tutto
il mondo ma la loro diffusione subì parzialmente una frenata alla fine degli anni 80 in seguito al tragico
incidente di Chernobyl. Nel mondo, le centrali a fissione sono utili per la produzione costante di energia
elettrica, che non dipende da condizioni atmosferiche, come per eolico e solare. Questo tipo di impianti
produce emissioni di anidride carbonica o metano, gas ad effetto serra che hanno un impatto notevole sulla
temperatura dell'atmosfera terrestre, ma sono di grandi dimensioni e, dunque, molto costosi da realizzare.
Inoltre generano scorie radioattive, le quali devono essere controllate e stoccate. Anche l'impianto stesso,
una volta spento, deve essere continuamente controllato e raffreddato.

ARMI NUCLEARI

All'inizio del 2022, nove Paesi sarebbero in possesso di circa 13.000 armi nucleari. Il podio spetta alla Russia,
seguita dagli Stati Uniti, poi Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India, Israele e Corea del Nord. II numero
esatto delle armi nucleari in possesso di ciascun Paese è un segreto nazionale e quindi gli studi si riferiscono
a stime realizzate sulla base di comunicazioni fatte dalle varie amministrazioni. Negli Stati Uniti, ad
esempio, il presidente Joe Biden ha ripristinato una sorta di "trasparenza nucleare" rendendo pubbliche le
informazioni relative alle armi nucleari. La potenza della bomba TSAR sprigionata nel 1961 è enorme, circa
1500 volte maggiore rispetto a quella prodotta dalle due bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki
messe insieme.

Il nostro Paese non possiede armi nucleari e non ne produce, tuttavia sono presenti ordigni nucleari
statunitensi perché l'Italia fa parte del programma di condivisione nucleare della NATO. Si tratta di armi
nucleari custodite e controllate dagli USA nei Paesi firmatari del Patto Atlantico, che servirebbero per
fornire addestramento agli eserciti in caso si rendesse necessario il loro utilizzo. Le armi nucleari in Italia si
troverebbero ad Aviano, in Friuli-Venezia-Giulia e in provincia di Brescia.

REFERENDUM ABROGATIVO

L'8 ed il 9 novembre 1987 in Italia si votarono tre referendum che riguardavano l'energia nucleare. I quesiti
del referendum sul nucleare non andavano a vietare direttamente l'uso del nucleare in Italia, ne si
proponevano di far chiudere le centrali esistenti ma impedivano all'ENEL di partecipare alla costruzione di
centrali all'estero.

FUKUSHIMA E CHERNOBYL

Quello di Chernobyl fu un errore umano nato durante un test di sicurezza nella notte del 25 aprile 1996. Gli
operai decisero di rimuovere tutte le barre di controllo per far risalire la potenza dopo che il reattore fu
messo in controllo manuale. Questa azione portò ad una risalita della potenza troppo rapida, gli operai
decisero allora di rispondere con il tentativo di spegnimento di emergenza. Si scoprì troppo tardi che il
reattore aveva un difetto di progettazione che causò un ulteriore esecuzione di potenza e l'esplosione del
reattore. Le particelle radioattive disperse attraverso il fumo dell'incendio ricaddero su una vasta area
(Ucraina, Bielorussia e Russia occidentale) dove si è riscontrato un consistente aumento di tumori alla
tiroide. Secondo l'ONU il numero di vittime causato fu di oltre 4000 persone.
Quello di Fukushima fu un disastro naturale avvenuto l'11 marzo 2011. Quel giorno in Giappone ci fu un
terremoto, il più potente mai registrato, di 9.0 magnitudo seguito da uno tsunami, le cui onde raggiunsero
altezze fino a 15 metri. Nonostante la centrale di Fukushima fosse leggermente vecchia, questa riuscì a
resistere al terremoto con lo spegnimento di emergenza di tutti i reattori, quando però arrivò lo tsunami
con onde alte più di 15 metri, queste scavalcarono le barriere protettive della centrale allagando i
sotterranei dove si trovava il sistema di raffreddamento che fu messo fuori uso. Ciò causò il
surriscaldamento e la fusione del combustibile. Si fuse quindi il nocciolo di 3 dei 6 reattori ma nel quarto
reattore ci fu un'esplosione di idrogeno che causò la fuga di vapori radioattivi. A differenza di Chernobyl, i
giapponesi riuscirono a contenere i danni causando solamente una morte.
CAUSE SETTORE AGRO ALIMENTARE SULL’AMBIENTE

Le attività del settore primario (agricoltura, allevamento, pesca, sfruttamento forestale) forniscono il cibo
necessario per la nostra sopravvivenza; questo settore produttivo fondamentale deve però far fronte alle
conseguenze del cambiamento climatico. Secondo la FAO, infatti, entro il 2050 l'impatto del cambiamento
climatico sarà diverso nelle varie aree del pianeta. Nelle regioni intertropicali, dove si trovano molti paesi in
via di sviluppo, la maggiore frequenza delle siccità e delle inondazioni già oggi danneggia notevolmente il
settore primario, rendendo ancora più difficile, per queste nazioni, migliorare la propria situazione
alimentare già precaria. Al contrario, i paesi delle aree temperate, dove si concentrano le economie
sviluppate, dovrebbero beneficiare di un clima più mite durante le stagioni di crescita delle coltivazioni. Di
conseguenza, i cambiamenti climatici potrebbero aumentare le disuguaglianze tra paesi sviluppati e paesi in
via di sviluppo.

Nei paesi in via di sviluppo le attività sono rivolte spesso all'autoconsumo, impiegano molta manodopera e
ciononostante non sempre riescono a produrre cibo sufficiente per la popolazione.

Al contrario, nei paesi sviluppati, l'uso di tecnologie avanzate ha drasticamente ridotto la percentuale degli
addetti al settore primario.

Oggi nel Sud del mondo milioni di esseri umani continuano a soffrire la fame. Ciò è dovuto, oltre a fattori
ambientali e alle guerre, anche a complessi scenari politico-economici che sfavoriscono le economie più
deboli del pianeta. Negli ultimi decenni è stata imposta la riduzione, nei paesi poveri, dei contributi pubblici
all'agricoltura.

Gli squilibri nel settore primario rischiano infine di aggravarsi a causa del fenomeno del land grabbing.

LAND GRABBING

Il fenomeno del land grabbing, l’accaparramento del suolo coltivabile da parte di stati sovrani, è
nettamente maggiore nel continente africano rispetto ad altre regioni del globo. La causa di questa
situazione è legata ad aspetti politico-giuridici: in gran parte dei paesi africani mancano sistemi di
registrazione fondiaria, che permette di dimostrare la proprietà delle terre da secoli coltivate. I coltivatori
sono molto spesso poveri e senza istruzione, quindi non sono in grado di procurarsi documenti che
dimostrino la proprietà dei terreni coltivati. In molti paesi sono state varate leggi agrarie in base alle quali i
terreni non accatastati regolarmente diventano automaticamente proprietà statale e possono così essere
venduti. Per contrastare queste decisioni è possibile fare ricorso in tribunale, ma le procedure sono lente e
costose e non alla portata delle comunità contadine. Diversi governi, a causa di ciò, hanno ceduto a società
straniere o a potenti imprenditori del posto enormi distese di terreni senza consultare né pagare le
popolazioni locali che da sempre le coltivano.
SETTORI HIGH TECH

Il settore secondario delle attività industriali mantiene un ruolo centrale nell'economia mondiale. l'industria
concorre per Il 20% alla produzione del PIL mondiale e occupa una percentuale del 23% della popolazione
attiva. Negli ultimi 40 anni il settore industriale ha conosciuto profonde trasformazioni; oltre
all'automazione dei processi produttivi, che ha determinato la radicale diminuzione degli addetti, la
globalizzazione ha portato una nuova distribuzione geografica degli impianti industriali. Le crisi degli ultimi
anni hanno determinato il fenomeno del "reshoring", ovvero del parziale ritorno delle industrie nei paesi
d'origine o a loro più vicini. Nonostante l'ascesa delle potenze emergenti (Cina, India, Indonesia), i paesi
industrializzati di vecchia data (USA, UE, Giappone) conservano un ruolo centrale nel settore industriale e
hanno concentrato i propri investimenti soprattutto nei settori ad alta tecnologia, oggi più redditizi.
Attualmente la ricerca scientifica ricopre un ruolo centrale nei paesi più avanzati, che basano le proprie
economie sui settori ad alta tecnologia come l’elettronica, le telecomunicazioni, l’industria aerospaziale,
l'industria farmaceutica, delle biotecnologie e degli armamenti. In questi settori è in corso a livello globale
una competizione serrata per la conquista dell'egemonia nelle nuove tecnologie. Accanto a un centro, cioè
un nucleo di paesi molto sviluppati che detiene la maggior parte delle tecnologie avanzate, esiste una semi-
periferia, cioè un insieme di paesi che pagando utilizzano le licenze delle tecnologie brevettate nei paesi più
avanzati, oppure in seguito ai processi di delocalizzazione provvedono a produrre per conto di
multinazionali statunitensi, coreane, cinesi o europee beni ad alto contenuto tecnologico.

Esiste infine una grande periferia di stati esclusi dalla produzione e dall'uso di tecnologie avanzate e in cui
rientra la maggior parte dei paesi in via di sviluppo, I dati relativi alle esportazioni di prodotti high-tech, che
comprendono anche l'elettronica di largo consumo (computer, tablet ece) e le telecomunicazioni (telefoni,
TV radio ecc.), mostrano una netta prevalenza della Cina, che si spiega in buona parte con la
delocalizzazione nel paese asiatico della produzione di diverse multinazionali nordamericane o europee
(prima fra tutte la Apple). Nel settore delle telecomunicazioni vi sono disuguaglianze che riflettono gli
squilibri economici internazionali. Il divario digitale misura le diverse opportunità di accesso alle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione utilizzando tre diversi indicatori: il numero di computer ogni 100
abitanti, il rapporto tra abbonamenti telefonici (telefonia fissa e mobile) e popolazione, l'accesso alla rete
internet è diminuito grazie all'introduzione della telefonia mobile, che permette sia le comunicazioni verbali
a distanza sia il collegamento alla rete telematica. I dati relativi alla diffusione di internet tra le popolazioni
delle diverse aree geografiche mostrano comunque il persistere di differenze notevoli.
IL COMMERCIO INTERNAZIONALE E LA FINANZA

Nel 1947 a Ginevra, in Svizzera, fu istituito il GATT, Accordo Generale sulle Tariffe e il Commercio, con il
compito di libero mercato. Sviluppare una comune politica commerciale internazionale e agevolare gli
accordi tra gli stati, per ridurre o eliminare i dazi doganali. Questi accordi hanno facilitato l’affermarsi di
un’economia di stampo liberista, fondata cioè sul libero scambio e il libero mercato. Nel 1995 il GATT è
stato sostituito dal WTO, Organizzazione Mondiale per il Commercio. Il WTO ha lo scopo di supervisionare
gli accordi commerciali tra gli stati membri. Si sono poi rafforzate le tendenze alla restrizione degli scambi,
che presuppongono la reintroduzione o il rafforzamento delle barriere commerciali.

Nel mercato finanziario si comprano e si vendono azioni, obbligazioni e valute attraverso le Borse valori e le
banche, private o pubbliche. Le azioni sono quote di proprietà di una società, possedute dagli «azionisti»; le
obbligazioni sono titoli di credito emessi da un ente pubblico o da una società privata che garantisce
all’acquirente il rimborso del capitale investito, più un tasso di interesse; le valute sono i cambi tra le
monete dei diversi paesi. La Borsa valori, o Borsa, è il mercato dove avviene la compravendita dei prodotti
finanziari. Questa attività è regolamentata da norme che tutelano gli investitori, e tutte le operazioni di
acquisto vendita sono controllate da un organo di vigilanza che verifica il corretto funzionamento del
mercato. Oggi le operazioni in Borsa vengono svolte quasi esclusivamente su reti telematiche, con il
cosiddetto trading online: questo sistema permette di gestire gli investimenti in tempo reale, senza la
mediazione di operatori, con una riduzione del costi e delle commissioni. Le Borse più importanti hanno
sede a New York. Le Borse merci regolano lo scambio delle materie prime, come prodotti agricoli e metalli.
Anche queste sono attive a livello internazionale e operano con strumenti telematici. La più importante
Borsa merci del mondo è quella di Chicago. Le banche sono imprese pubbliche o private che svolgono
diversi servizi per le imprese e per i cittadini. Hanno principalmente funzione di deposito, cioè permettono
agli utenti di depositare i propri risparmi, e creditizia, cioè concedono prestiti di denaro da restituire con
l’applicazione di interessi.

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