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Tecnologia dei cicli produttivi e qualità

Prima lezione
Secondo lo scienziato statunitense Banjamin Franklin, l’uomo è un animale che fabbrica utensili, in
particolare con quest’ultimo nome ci si riferisce ad un mezzo con cui l’organismo si adatta ad una
particolare situazione ambientale.

Secondo il filosofo greco Aristotele, l’uomo, a differenza degli animali è un artista. Quest’ultima
parola deriva da arte e per Aristotele stava ad indicare la concezione del risultato da ottenere, prima
della realizzazione nel materiale.

Il termine tecnologia deriva dal greco e letteralmente significa discorso o ragionamento sull’arte,
dove per arte si intendeva il saper fare, quello che noi oggi indichiamo con tecnica. La tecnologia ha
influenzato in modo decisivo il benessere degli individui, in particolare l’utilizzo da parte dell’uomo
della tecnologia ha avuto inizio con la conversione delle risorse naturali in strumenti semplici.
Partendo dall’era più antiche si può parlare di quando l’uomo scoprì il fuoco riuscendo ad aumentare
le fonti disponibili di cibo, mentre avvicinandoci al presente potremmo prendere come esempio
l’era dei social media che ha portato all’abbassamento delle barriere fisiche nel comunicare
permettendo agli esseri umani di interagire su scala globale. Tuttavia, non tutta la tecnologia è stata
utilizzata per scopi pacifici, lo sviluppo di armi e della crescente potenza distruttiva è progredito nel
corso della storia.

Soffermiamoci ora su una differenza molto importante, ovvero quella tra le parole scoprire e
inventare. Infatti, la scoperta avviene quando qualcuno si accorge di qualcosa che esiste già e la
porta a conoscenza dell’umanità, mentre le invenzioni si hanno quando l’uomo introduce da un’idea
qualcosa che prima non esisteva.

In particolare, l’invenzione deriva da due cause:


 Motivi esterni al soggetto: quindi ambientali, come la mancanza di acqua dolce che porta alle
tecniche di dissalazione o l’inquinamento da traffico che porta alle auto elettriche;
 Motivi interni al soggetto: una persona può ad un tratto avere una vocazione che lo porta ad
inventare qualcosa, oppure il semplice caso a voluto che riuscisse ad inventare qualcosa.

Il successo di un’invenzione, invece, può dipendere generalmente da due motivazioni:


 Esterne all’impresa: valutazioni sulla domanda in caso di un nuovo prodotto o sulla redditività
in caso di un nuovo processo;
 Interne all’impresa: capacità tecniche del personale e della nuova gestione;
In concreto, però, un’invenzione diviene innovazione se l’approccio tecnologico (interno) e quello
comunicazionale di marketing (esterno) si fondono positivamente. Poi l’innovazione, dopo essere
stata adottata dall’azienda si diffonde e rivela i suoi effetti sulla società.
Lo sviluppo delle scienze e delle tecniche ha consentito enormi conquiste in tutti i settori con un
conseguente aumento del tenore di vita dell’uomo liberandolo da fame, fatica e malattie, ovvero i
suoi bisogni essenziali. La sua vita, infatti, si svolge in un continuo stato di insoddisfazione, generato
dalla percezione di uno squilibrio tra la situazione attuale e una situazione desiderata. Il bisogno è
quindi uno stato di insoddisfazione che spinge l’uomo a procurarsi i mezzi necessari per porvi fine o
limitarlo.

Con la diffusione dei social networks, i bisogni dell’uomo si sono evoluti, testimoniando
un’irrefrenabile e costante richiesta di Web connectivity. Tant’è che, considerando questo
fenomeno, la tradizionale piramide di Maslow, che andava ad indicare in forma gerarchica i bisogni
dell’uomo, è stata rivista andando a far corrispondere ai vari social i rispettivi bisogni che vengono
soddisfatti utilizzandola.

Intorno alla metà del ‘700 si ha in Inghilterra l’avvio di una nuova era, ovvero quella industriale, che
è caratterizzata dall’accumulo del sapere scientifico e tecnico e dal ruolo centrale della tecnologia
nell’evoluzione dell’umanità. Tale era ha portato, inoltre, alla risoluzione del problema della
disponibilità energetica.
In questi anni l’ingegnere britannico James Watt ottiene il brevetto della macchina a vapore, che
trasforma l’energia termica in energia meccanica. Da allora, si inizia ad assistere ad una reazione a
catena di successi tecnologici e produttivi che continuano ancora oggi.

Inoltre, lo scienziato tedesco Johann Beckmann, negli stessi anni utilizza per la prima volta il termine
tecnologia per indicare lo studio delle modalità attraverso le quali le risorse naturali venivano
trasformate in merci.

La crescita tecnologica è un fenomeno recente nella lunga storia dell’uomo, in particolare in una
società industrializzata la tecnologia diventa proprio un elemento basilare della vita quotidiana e
produttiva, andando soprattutto a ritrovarla in ambito farmaceutico, industriale e dei trasporti.
L’attività industriale non viene più vista come un semplice atto di produzione di beni da inviare alla
vendita, ma come l’insieme delle conoscenze e dei modelli di comportamento di fronte ad un
problema produttivo e la sua realizzazione e l’insieme delle capacità tecnologiche, organizzative e
operative necessarie per reperire materie prime, manodopera e denaro e gestire, infine, in maniera
dinamica la produzione.

Con il termine industria si va ad indicare l’insieme dei fenomeni complessi e multiformi riguardanti
la produzione dei beni e l’organizzazione necessaria per produrli. L’industria è, inoltre, suddivisa in
numerosi settori con caratteriste particolare che permettono le continue relazioni con l’esterno.
L’industria ha avuto uno sviluppo nel corso del tempo che ha permesso di portare alla conoscenza
dell’umanità sempre più beni e servizi, in particolare:
 Secolo del ferro: epoca delle ferrovie, dei porti, delle macchine e delle navi in ferro;
 Secolo del petrolio, energia e movimento: si sviluppano l’automobile, l’aeroplano, l’elettricità,
le fibre sintetiche, i fertilizzanti e la gomma;
 Società post-industriale: si apre l’era dell’elettronica, dell’informatica, delle telecomunicazioni e
soprattutto dell’elaboratore elettronico che ha permesso di raccogliere, conservare e integrare
le informazioni;
In particolare, con il termine “società post industriale” non si intende quella in cui l’industria non
esiste più, ma al contrario la società è totalmente industrializzata. Si passa dal come produrre al cosa
produrre e a vantaggio di chi. Aumenta, inoltre, la produttività e l’industria agricola e produttiva
iniziano ad ottenere sempre di più con meno persone e il settore terziario avanzato, ovvero il lavoro
intellettuale, inizia a prendere sempre più campo.

Inizia l’era della globalizzazione, in cui le imprese iniziano a decidere con quali governi lavorare e
dove installare i propri impianti. I fenomeni più importanti relativi alla globalizzazione sono:
 Rivoluzione scientifica e tecnologica che hanno abbattuto i costi delle comunicazioni,
minimizzando la dimensione temporale rispetto a quella spaziale;
 Successo del GATT (accordo generale sulle tariffe e sul commercio) divenuto successivamente
WTO (organizzazione per il commercio mondiale);
 Frammentazione della produzione, potendo così produrre ad esempio in Italia e assemblando il
tutto dove il costo della manodopera è molto più basso;

Si inizia a parlare di economia della complessità, infatti sommando le diverse dimensione e forme
dei prodotti oggi disponibili nei mercati industrializzati si possono trovare più di 10 miliardi di
prodotti diversi. Questo tipo di economia ha generato un benessere senza precedenti e in continua
crescita, portando però con sé problemi di alta complessità come il terrorismo, l’inquinamento e il
perdurare di condizioni di iniquità in alcuni paesi.

Una distinzione molto importante da fare è quella tra le parole tecnica e tecnologia, infatti con la
prima si indica una serie di regole e procedure che disciplinano un’attività pratica ed empirica,
mentre con tecnologia si indica l’applicazione di conoscenze scientifiche orientate verso obiettivi
pratici e concreti come investire in nuovi strumenti e processi o migliorare quelli esistenti. La
tecnologia, inoltre, viene vista come una capacità tecnico-scientifica, in quanto è l’insieme delle
componenti tecniche, delle conoscenze e degli strumenti che caratterizzano l’attività di
un’organizzazione.

Le innovazioni tecnologiche portano però con sé varie tipologie di effetti:


 Negativi: alcune attività industriali usano la tecnologia per sfruttare le risorse ma lo si scopre
solo ex-post, anche se la rischiosità dovrebbe essere vista in una logica di accettazione del
rischio, ovvero bisogna capire qual è il grado di rischio accettabile in un determinato contesto
sociale ed economico;
 Dubbi: in questo caso un esempio eclatante è l’energia nucleare in cui ci sono due facce della
stessa medaglia in quanto le scorie emesse sono dannose per l’uomo ma allo stesso tempo si
andrebbe incontro ad un minor inquinamento e uno scarso consumo di risorse;
 Positivi: la nascita delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha portato ad una
riduzione del consumo di carta e ad una tendenza verso la dematerializzazione;
 Sviluppati per altri scopi: in questo caso si parla di serendipità, ovvero il trovare una cosa non
cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un’altra, in ambito scientifico si parla anche di
casualità cercata, ovvero quando avvengono delle grandi scoperte mentre si stava ricercando
tutt’altro;
 Sull’ambiente: l’avvento delle tecnologie end of pipe e di quelle pulite, la differenza tra la due
sta nel fatto che le prime intervengono a valle del processo produttivo ovvero quando è già stato
prodotto l’inquinamento (es. trattamento dei rifiuti e abbattimento del rumore), mentre le
tecnologie pulite intervengono a monte del processo produttivo ovvero prima che venga creato
inquinamento (es. utilizzo di materie prime rinnovabili e uso della biomassa dei bio-prodotti);

L’innovazione, però, è di fondamentale importanza per tutte le imprese, in quanto riguarda un


processo o un prodotto che garantirà risultati o benefici maggiori apportando quindi un progresso
sociale. Un’innovazione è la concretizzazione di un prodotto o di un processo di un nuovo metodo
di marketing o di un nuovo metodo organizzativo con riferimento alle pratiche commerciali, al luogo
di lavoro o alle relazioni esterne.

Tornando alla tecnologia, il cambiamento tecnologico deriva dall’attività di ricerca e sviluppo da cui
si augura possa prendere vita un’invenzione che attraverso la progettazione e lo sviluppo si
concretizza nell’innovazione, in quanto quest’ultima è il fattore chiave dello sviluppo economico.
Infatti, il saper cogliere, creare e favorire l’innovazione è un fattore di successo anche per le imprese.

L’innovazione, in particolare, può essere:


 Di prodotto;
 Di processo;
 Di marketing;
 Organizzativa;
 Incrementale;
 Radicale;
 Rivoluzionaria;
 Top-down: sviluppata dall’alto verso il basso;
 Bottom-up: sviluppata dal basso verso l’alto;

Per misurare il contenuto delle innovazioni si utilizza la curva di esperienza, in quanto l’esperienza,
come l’abilità dei lavoratori o la progressiva automazione, permettono di diminuire i costi unitari di
produzione al crescere del volume di output.

È molto importante ricordare la tassonomia di Pavitt, applicata per classificare i settori industriali a
seconda delle caratteristiche dei processi innovativi prevalenti, individuando 4 categorie:
 Supplier-dominated: aziende attive in comparti tradizionali in cui l’innovazione è di origine
esterna all’imprese (es. imprese agricole);
 Scale-intensive: aziende di grandi dimensioni, produttrici di materie prime e di beni di consumo
durevoli, con fonti d’innovazione sia interne che esterne (es. aziende automobilistiche);
 Specialized-suppliers: aziende di piccole dimensioni specializzate nel produrre tecnologie
utilizzate da altre imprese, l’innovazione è interna (es. imprese di strumenti ad alta tecnologia);
 Science-based: imprese ad alta tecnologia che attingono a ricerca e sviluppo di fonte sia interna
sia universitaria, sviluppano innovazioni di prodotto o processo di alto valore (es. farmaceutiche)
Quando si parla di innovazione, si introduce il concetto di capacità di assorbimento, ovvero l’abilità
di individuare, valutare, assimilare e utilizzare a fini commerciali le conoscenze esterne. Altro
concetto molto importante è quello di Open Innovation (Innovazione aperta), coniato
dall’economista statunitense Hanry Chesbrough, che sottintende che le imprese possono e debbono
fare ricorso e idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni
ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.

Le relazioni dell’impresa con l’ambiente esterno portano ad un continuo adattamento per


soddisfare con il prodotto le esigenze dei consumatori. In questo senso prende particolare rilevanza
l’attività di ricerca e sviluppo utile ad innovare nuovi processi o prodotti che portano ad una nuova
scoperta o invenzione cui fa seguito la progettazione che infine porta all’innovazione e alla sua
diffusione.

Un altro concetto molto importante è l’esternalità di rete (o economie di rete), situazione in cui
l’utilità che un consumatore trae dal consumo di un bene dipende dal numero di altri individui che
consumano lo stesso bene e che comunque l’abbiano acquistato. Questa interdipendenza fra le
utilità dei consumatori può essere di natura tecnologica (es. whatsapp) o di natura
comportamentale (es. mode o trend). Quest’ultima, in particolare, può avere come conseguenza
due effetti negativi:
 Effetto snob: l’acquisto di un bene decresce all’aumentare degli acquirenti;
 Effetto Vablen: l’acquisto di bene cresce all’aumentare del prezzo);

Parliamo invece ora della motorizzazione, in particolare essa può avere cinque diversi effetti:
 Personali: innanzitutto perché aumenta la mobilità personale, ma anche perché l’auto diventa
un’estensione dell’io e oggetto del culto;
 Sociali: in quanto porta a cambiamenti nelle attività del tempo libero, al declino dei servizi
pubblici e delle ferrovie, aumento di incidenti ma anche ad un aumento del turismo e ad una
riduzione delle differenze di classe;
 Geografici: permette il movimento della popolazione verso aree suburbane e rurali, il
decentramento dei posti di lavoro ma anche il declino dei centri storici;
 Ambientali: comporta l’inquinamento atmosferico, inquinamento visivo e delle acque, un
notevole consumo di risorse naturali e all’erosione del territorio causata dalla costruzione delle
strade e quindi anche un impatto sulla fauna selvatica;
 Economici: porta al sostegno dell’economia realizzando nuovi posti di lavoro nell’industria
automobilistica e aumenta la dipendenza di approvvigionamenti di petrolio dei sistemi di
trasporto;
Seconda lezione
In questa lezione si parte dalla definizione di sistema, inteso come un insieme di elementi concreti
o astratti, collegati logicamente tra di loro. Ogni sistema ha una realtà esterna alla quale è collegato
ed a sua volta è costituito da sottosistemi (elementi costitutivi) suddivisi in ulteriori sotto elementi
via via più semplici.

L’azienda è un sistema complesso ed ha una serie di interazioni con l’ambiente esterno ed è


sottoposto a condizionamenti dinamici continui. Inoltre, oggi le imprese operano in un contesto
altamente complesso. Essendo un sistema, l’azienda ha dei suoi sottosistemi:
 Area produttiva;
 Area commerciale;
 Area amministrativa;
 Area ricerca e sviluppo;
 Area gestione del personale;
 Area finanziaria;
 Area logistica;
Le diverse funzioni del sistema aziendale sono correlate tra di loro in un rapporto di input-output e
queste varie funzioni utilizzano strumenti generali e strumenti propri della singola funzione.

L’azienda, inoltre, produce beni e servizi utili all’uomo, li colloca sul mercato per riceverne il
massimo beneficio economico, nel rispetto dei vincoli giuridici, morali e sociali. Con riferimento al
risultato l’attività aziendale si distingue in:
 Primari: prodotti agricoli o minerali;
 Secondaria: prodotti industriali;
 Terziaria: servizi;
 Terziaria avanzata: tecnologie dell'informazione e della comunicazione;

Il settore primario è l’insieme delle attività economiche tradizionali, ne fanno parte l’agricoltura,
l’allevamento, le aziende ittiche, le aziende minerarie e di estrazione. Gran parte delle attività
economiche di questo settore sono legate all’andamento ciclico delle stagioni. Il settore primario è
uno dei principali settori produttivi di un sistema economico, anche se il peso di questa attività
sull’economia tende a diminuire con lo sviluppo economico. Fino alla Rivoluzione Industriale questo
settore ha svolto un importante ruolo di sussistenza per le popolazioni e ancora oggi in molti paesi
non sviluppati il peso del settore primario è preponderante rispetto agli altri.

Il settore secondario comprende le attività economiche di tipo industriale, infatti appartengono a


tale settore le industrie di ogni tipo (manifatturiera, chimica, tessile, farmaceutica, agroalimentare,
metallurgica, meccanica, energia, edilizia e l’artigianato). Il settore secondario si sviluppa nel corso
dello sviluppo economico ed è caratterizzato dall’utilizzo intensivo della tecnologia per la
produzione dei beni. La definizione “secondaria” deriva dal fatto che i prodotti industriali sono
destinati a soddisfare i bisogni secondari, in altri termini quei bisogni che sopraggiungono soltanto
quando sono stati già soddisfatti i primari. Questo settore si occupa, infatti, della trasformazione
delle materie prime e dei prodotti provenienti dal settore primario al fine di produrre dei nuovi
prodotti finiti da collocare sui mercati di vendita. È il principale settore economico e produttivo.
L’attività terziaria comprende l'insieme delle attività economiche che producono servizi e
prestazioni rivolte a famiglie ed imprese. Sono quindi escluse le imprese produttrici di beni materiali.
In alcune definizioni il terziario è anche definito come settore residuale dell’economia
comprendente tutto ciò che non è agricoltura e non è industria. Il settore è chiamato terziario in
quanto nelle fasi dello sviluppo economico si origina dopo la formazione del settore primario e del
settore secondario. I servizi sono classificati in due macro-tipologie:
 Servizi destinati alla vendita: sono inclusi in questa categoria il commercio, gli alberghi, i pubblici
servizi, le comunicazioni, il credito, le assicurazioni, le consulenze e i servizi per l’impresa;
 Servizi non destinati alla vendita: sono inclusi in questa categoria i servizi domestici e le
amministrazioni pubbliche;

L’attività terziaria avanzata è l’insieme delle attività economiche nei settori delle nuove tecnologie
dell’informazione. Appartengono al terziario avanzato le aziende di telecomunicazioni, le aziende
informatiche, le aziende new media e i servizi di consulenza e di elaborazione delle informazioni. Il
termine terziario avanzato è stato coniato negli ultimi decenni per disaggregare il grande calderone
del settore terziario e distinguere le imprese di servizio a basso valore aggiunto da quelle ad alto
valore aggiunto e tecnologico. La percentuale del terziario avanzato nei confronti degli altri
macrosettori permette di determinare il grado di sviluppo economico di un paese. Per questa sua
importante caratteristica anche il terziario avanzato è di recente considerato come uno dei principali
settori produttivi di un sistema economico ed è anche conosciuto con il termine di settore
quaternario in quanto si aggiunge come quarto settore agli altri tre settori produttivi tradizionali di
un sistema economico.

Passiamo ora al concetto di ciclo produttivo, questa parola sta ad indicare il complesso delle
operazioni attraverso le quali, in un’azienda industriale, si ottiene il prodotto. In un ciclo produttivo
si combinano gli input (materie ed energia) e si effettua la trasformazione in altri beni di maggiore
valore (output). Tutte queste funzioni vengono svolte dal “sistema produttivo” ai quali si aggiungono
le funzioni di supporto (servizi di produzione).

La tecnologia dei cicli produttivi studia il sistema produttivo, con riferimento ai mezzi tecnici e ai
procedimenti di produzione. L’insieme dei mezzi diretti e indiretti utilizzati per la produzione forma
lo stabilimento industriale composto da:
 Edifici, superfici e volumi funzionalmente coordinati, adatti ad ospitare materiali e persone
(layout di stabilimento e impianto);
 Apparecchiature, macchinari e attrezzature varie direttamente rivolte alla realizzazione del
prodotto (mezzi diretti);
 Mezzi tecnici generali, indiretti e funzionali, destinati ai servizi di stabilimento (mezzi indiretti);

Quest’ultimi mezzi indiretti possono essere a loro volta classificati in:


 Speciali: al servizio della produzione come mezzi trasporto, produzione gas e il condizionamento
dell’acqua;
 Comuni: servono a tutto lo stabilimento, come illuminazione, condizionamento e antincendio;
Il processo di pianificazione del sistema produttivo passa attraverso varie fasi:
 Scelta del processo produttivo;
 Scelta del macchinario;
 Scelta del layout;
 Scelta degli edifici e delle aree;
 Scelta dell’ubicazione;

Il processo produttivo è la sequenza di operazioni e attività successive che debitamente coordinate


e integrate consentono la realizzazione del prodotto, riuscendo così a mettere insieme input fisici
(materie prime, energia e lavoro manuale) e input intellettuali (conoscenze, tecnologia, know-how
e informazioni). I processi produttivi si classificano secondo diversi criteri:
 Con riferimento alla natura delle trasformazioni;
 Con riferimento alla natura del prodotto finito;
 In relazione alla dimensione;
 Sulla base del rapporto tra i due fattori fondamentali della produzione (capitale e lavoro);
 Sulla base del diagramma tecnologico che li contraddistingue;
 In base alla continuità del processo produttivo;
 In relazione agli impatti ambientali generati;
Con riferimento alla natura delle trasformazioni si individuano i processi chimici, biologici, estrattivi,
metallurgici e manifatturieri, e ogni processo contiene delle sottoclassi, ad esempio il tessile
appartiene al manifatturiero e può essere del cotone, della lana o delle fibre artificiali.

Con riferimento alla natura del prodotto finito si individuano i processi dell’industria alimentare,
elettronica, spaziale, tessile e della carta, in particolare poi si distinguono beni strumentali
(macchine utensili, automobili ed elettrodomestici), beni di consumo (tessuti, generi alimentari,
carta e vetro) e i servizi (spostamenti, ristorazione, stoccaggio e controllo)

In relazione alla dimensione si individuano i processi che appartengono alla grande, media e piccola
industria sulla base del numero di addetti, della capacità produttiva, capitale sociale, investimenti
effettuati e fatturato annuo.

Sulla base del rapporto tra i due fattori fondamentali della produzione (capitale e lavoro) si
individuano i processi in capital intensive o labour intensive, industriali o artigianali, in particolare,
nei primi predomina il capitale e sono generalmente attività con impianti industriali dedicati, mentre
nei secondi predomina la componente lavoro come nel settore agricolo.

Sulla base del diagramma tecnologico si individuano processi:


 Monolinea: utilizzano una sola materia prima e ottengono un unico prodotto;
 Sintetici o convergenti: diverse materie prime confluiscono in un unico prodotto;
 Analitici o divergenti: utilizzano un’unica materia prima per ottenere più prodotti;
 Convergenti-divergenti o sintetiche-analitiche: diverse materie prime confluiscono in un unico
intermedio dal quale si ottengono diversi prodotti (es. industrie chimiche);
 Industrie a cicli multipli intrecciati: sono processi tipici dell’industria meccanica dove i vari cicli
si intrecciano fra loro;
In base alla continuità del processo produttivo si individuano gli impianti di produzione in:
 Impianti a ciclo continuo (es. cartiera);
 Impianti a ciclo intermittente (es. falegnameria);
 Impianti a ciclo ripetitivo (es. lavatrici);

Negli impianti a ciclo continuo la produzione si svolge ininterrottamente per lunghi periodi e non si
può interrompere. Può essere scelto dall’imprenditore (es. elettrodomestici) o tecnicamente
obbligato (es. impianti siderurgici, le cartiere, i cementifici). In alcuni casi dipende dalla sequenza
delle operazioni (es filatura, tessitura, tintoria). La scelta di un ciclo unico si effettua sulla base del
flusso minimo di pieno impiego che equivale alla quantità di prodotto che deve essere collocata sul
mercato per ottenere un pieno utilizzo di tutte le macchine. I vantaggi apportati dalla scelta dei
processi continui sono riconducibili ai maggiori rendimenti, grazie alla specializzazione delle
macchine e alla possibilità di conseguire le economie di scala, alla maggiore velocità delle lavorazioni
e semplicità di programmazione e all’assenza di costi di attrezzaggio.

Per quanto riguarda invece i processi a ciclo intermittente si distinguono due principali categorie:
 produzione di beni eseguiti su commessione in base a specifiche tecniche del committente o
concordate in stretta collaborazione;
 produzione per il magazzino, che a sua volta può svolgersi per grandi lotti (produzione
standardizzata di massa) o solo per piccole serie;

Infine, per quanto riguarda gli impianti a ciclo ripetitivo la produzione avviene per lotti, e su ogni
unità del lotto si ripetono le stesse operazioni, un esempio può essere la produzione di
elettrodomestici o di automobili

Nei sistemi di produzione su progetto (o job shop) ciascun progetto è volto alla realizzazione di un
unico prodotto e pertanto manca la ripetitività del processo e la struttura organizzativa si qualifica
di volta in volta sulle necessità del prodotto.

I sistemi di produzione su modello (o flow shop) prevedono numerosi anche diversi tra loro su
modelli predisposti dal produttore per adattarli alle esigenze dei consumatori. Ne sono un esempio
alcuni produttori di impianti, macchine o attrezzature. Il flusso è frammentario e orientato al
prodotto e quest’ultimo segue un percorso di lavorazione presso macchinari specifici.

Per quanto riguardo, infine, la classificazione sulla base degli impatti ambientali generati, si
individuano i processi a tecnologie pulite (BAT e BATNEEC), ovvero processi che hanno adottato
soluzioni tecnologiche volte alla riduzione degli impatti ambientali a monte e a valle.

Le produzioni industriali possono essere classificate anche in base ai seguenti criteri:


 Modo di realizzare il prodotto;
 Modo di realizzare il volume di produzione;
 Modo di rispondere alla domanda del mercato;
Considerando il modo di realizzare il prodotto, si può distinguere:
 Produzione per processo: gli elementi che costituiscono il prodotto finale non possono essere
facilmente identificabili (es. produzione acciaio e cemento);
 Produzione per parti: si parla in questo caso di fabbricazione, che va a modificare la forma e le
dimensioni, e di montaggio, ovvero l’assemblaggio di tutte le parti che costituiscono il prodotto;

Riguardo al modo di realizzare il volume di produzione si distingue:


 Produzione unitaria: il volume di produzione è corrispondente alla realizzazione di un solo
prodotto (cantiere navale o cantiere edile);
 Produzione intermittente a lotti: il volume di produzione è realizzato in lotti di entità superiore
ai fabbisogni immediati (elettrodomestici, componenti metallici);

Invece, in base al modo di rispondere alla domanda del mercato, si distinguono:


 Produzione su commessa: l’attività viene intrapresa sulla base di ordini dei clienti e si divide in
produzione su commesse singole (automobili particolari) e produzione su commesse ripetitive
(mobili-arredi);
 Produzione a magazzino: l’attività viene effettuata prima di aver ricevuto gli ordini dei clienti;

Altre possibili suddivisioni delle produzioni industriali:


 Produzione a magazzino (o make to stock): è la produzione di prodotti standard prima di riceve
gli ordini dei clienti, operando sulla base di previsioni (ad esempio bulloni o cuscinetti), il sistema
produttivo è caratterizzato da una rigidità produttiva e da rischi di mercato in quanto il prezzo è
fissato all’atto della vendita;
 Assemblaggio sulla base dell’ordine (o assembly to order): è la produzione su previsione di
sottogruppi standard e la successiva personalizzazione del prodotto finito in fase di
assemblaggio finale solo a fronte di un ordine acquisito (es. auto o mobili), è il caso in cui il tempo
accettato dal mercato per l’evasione dell’ordine è uguale o di poco superiore alla somma del
tempo di assemblaggio e del tempo di consegna;
 Progettazione sulla base dell’ordine (o engineer to order): la produzione non può iniziare fino a
che l’ordine del committente non sia stato acquisito, in questo caso si attivano le attività di
progettazione, ingegnerizzazione e realizzazione del prodotto che risulta tipico delle
commissioni singole (es. nave da crociera);
 Produzione su commessa (o make to order): analogo, ma differente al precedente, in quanto le
attività di progettazione ed ingegnerizzazione possono essere anticipate prima dell’acquisizione
dell’ordine del prodotto che risulta tipico delle commessioni ripetitive (es. prodotti su catalogo);
 Acquisto dei componenti sulla base dell’ordine (o purchase to order): si hanno dei componenti
del prodotto molto costosi e quindi può risultare molto oneroso acquistarli senza avere la
certezza di utilizzarli prontamente nella richiesta di un prodotto personalizzato, quindi, non si
acquistano in anticipo i materiali, ma si attende l’acquisizione dell’ordine del cliente (es. imprese
artigianali con prodotti di pregio);
Terza lezione
Il processo produttivo, a differenza dello stabilimento, è un concetto “dinamico” e si rappresenta
attraverso il diagramma tecnologico che rappresenta la schematizzazione grafica delle operazioni
che costituiscono il ciclo produttivo indicandone la sequenza e la coordinazione.
ES: ricerca sullo scaffale -> scelta del pacco -> trasporto a casa -> collocazione in dispensa -> ecc.

Un diagramma tecnologico, rappresentato con un diagramma a blocchi, può avere varie tipologie di
struttura:
- SEQUENZIALE: se più schemi di flusso sono eseguiti in sequenza

- ITERATIVA: se si itera l’esecuzione di un dato schema di flusso (eseguire l’operazione fino a


che non si verifica una certa condizione)

- CONDIZIONALE: se per eseguire una determinata operazione è necessario eseguire un


controllo iniziale (pre-condizionale o post-condizionale)
Nelle imprese industriali i diagrammi tecnologici adottano la seguente simbologia:
- CERCHIO: rappresenta una qualsiasi manipolazione o trasformazione di materiale
- FRECCIA: indica il trasferimento o il trasporto di materiali
- TRIANGOLO ROVESCIATO: utilizzato per lo stoccaggio o magazzinaggio
- QUADRATO: per l’ispezione e il collaudo durante o alla fine del ciclo produttivo
- SEMICERCHIO: utilizzato per indicare una sosta o una attesa

Aggiungendo i materiali impiegati si ottiene il “diagramma tecnologico quantitativo”. Il diagramma


si completa infine con i tempi di svolgimento di ogni singola fase.

Per quanto riguarda il layout, partiamo intanto da una definizione: per layout di uno stabilimento
industriale si intende la disposizione planimetrica o spaziale. Esso può essere:
- GENERALE: se riguarda l’intero stabilimento
- SPECIALE: se riguarda un singolo reparto
Il layout comprende la progettazione e l’attuazione della disposizione ottimale delle attrezzature
industriali, ivi comprese la manodopera, il macchinario, le scorte, i trasporti interni e tutti i servizi
accessori, nonché la struttura per contenere tali sistemi.
L’obiettivo della scelta del layout è:
- Massimizzare la produttività del sistema
- Massimizzare l’utilizzazione di impianti e macchine
- Minimizzare la movimentazione dei materiali
- Minimizzare i volumi delle giacenze, dei semilavorati e dei prodotti
- Massimizzare la flessibilità dei processi produttivi

Esistono quattro tipi principali di layout anche se in genere si tende a individuare una combinazione
di questi (raramente, infatti, si attuano strettamente nelle forme indicate):
- LAYOUT PER PRODOTTO: è caratteristico delle industrie manifatturiere.
Ogni area dello stabilimento è destinata alla produzione di un solo prodotto o di prodotti
similari. Il prodotto è quindi standardizzato ma se ne produce in grande quantità. I
macchinari sono disposti nella sequenza in cui vanno effettuate le operazioni. I pezzi di
lavorazione si muovono quindi da una macchina all’altra. L’obiettivo è quello di ottenere un
flusso produttivo in una unità di tempo. Le operazioni risultano quindi essere
interdipendenti. La velocita di produzione è elevata. Le materie prime arrivano ad un
estremo dell’area di fabbricazione e passano da un’operazione all’altra con tempi di
trasporto brevissimi, fino al raggiungimento dell’altro estremo da cui esce il prodotto finito.
La soluzione estrema per questo tipo di layout è la DISPOSIZIONE A CATENA (O IN LINEA):

- LAYOUT PER PROCESSO: riunisce in un unico reparto tutte le lavorazioni dello stesso tipo
(reparto dello stampaggio, reparto della tornitura, reparto della saldatura, ecc.). Le
caratteristiche di questo layout sono che le macchine sono raggruppate in reparti
specializzati quindi le operazioni si svolgono in modo indipendente; si possono quindi
svolgere più cicli contemporaneamente senza che la capacità produttiva dei macchinari di
un reparto interferisca nella capacità produttiva di un altro reparto. I pezzi sono trasportati
in lotti da un reparto all’altro e i tempi di lavorazione di ciascun reparto sono monitorati.
È indicato per produzioni intermittenti e su commessa ed è utile quando i prodotti hanno
cicli di fabbricazione differenziati e non è possibile individuare una traiettoria unica per del
prodotto. Permette di avere maggiore flessibilità rispetto al layout di prodotto.

o La soluzione estrema per questo tipo di layout è la DISPOSIZIONE PER REPARTO: le


macchine utensili sono presidiate da un operatore specializzato, generalmente
intercambiabile con un altro operatore specializzato dello stesso reparto, che tiene
sotto controllo la lavorazione in corso. Talvolta si occupa direttamente del carico-
scarico pezzi. Il percorso dei pezzi attraverso i reparti è determinato del ciclo di
lavoro.
Lo schema di una singola attività è il seguente:

Lo schema dei flussi dei materiali è ben più complicato del layout per prodotto:

CONFRONTO TRA I MODELLI:


- PRODUTTIVITÀ: la produzione in linea trova il suo punto forte nella grande serie con poca
variabilità di prodotto. Il reparto risulta più conveniente per lotti medio-piccoli con grande
varietà di prodotti
- FLESSIBILITÀ: nella linea si devono riattrezzare non solo le unita operatrici (che vanno
riattrezzate anche nel reparto) ma anche tutto il sistema per convogliare i materiali
- PIANIFICAZIONE: la complessità del flusso di materiali nel modello per reparto rende la
pianificazione molto difficile. La linea, al contrario, ha una cadenza perfettamente
prevedibile.
- “LEAN THINKING”: nella linea, il materiale circolante inattivo lungo il processo produttivo è
ridotto al minimo, mentre nel modello per reparto, è in quantità molto più rilevante
(mediamente, la quantità di materiale che sta all’interno del contenitore di ogni macchina)
- “COLLI DI BOTTIGLIA”: si intendono i problemi di bilanciamento della capacità produttiva
delle diverse unità operatrici della linea. Nel modello per reparto, lavorazioni
particolarmente lunghe, possono essere smaltite su più macchinari uguali in parallelo senza
penalizzare le operazioni successive
- AFFIDABILITÀ: considerando la stessa probabilità di guasto di una unità operatrice, fino alla
soluzione del problema la linea è ferma. Nel reparto, invece, si può pensare di trasferire la
produzione del macchinario guasto su un’altra macchina dello stesso reparto
Accanto alle due soluzioni estreme (linea e reparto) si trovano molteplici soluzioni miste:
- LAYOUT A ISOLE (o group technology): riprende le caratteristiche della linea e del reparto; in
particolare, le macchine con funzioni diverse vengono aggregate in un gruppo e disposte
secondo la sequenza delle operazioni elementari previste dal ciclo produttivo. All’interno di
ciascun gruppo (isola), le macchine sono disposte in linea. All’interno di ciascuna isola si
mantiene la specializzazione produttiva della linea ma si ottiene una maggiore variabilità
grazie ai reparti.
l’organizzazione è la seguente: si suddivide dapprima tutto il catalogo dei pezzi da produrre
in classi o famiglie secondo criteri di similitudine morfologica (di forma) o tecnologica (cicli
di lavoro simili). A livello impiantistico, si organizza quindi il sistema di produzione in celle,
ciascuna delle quali dotata delle risorse produttive dedicate ad una specifica famiglia di pezzi
definita come sopra. L’idea dell’isola permette una evoluzione del concetto di linea di
produzione verso quella di “cella di produzione” che ne supera i limiti di flessibilità. Ogni
cella è costituita da un insieme di unità operatrici, asservite ad un manipolatore centrale
(robot) che gestisce il flusso dei pezzi in lavorazione da uno scaffale di carico, con pezzi grezzi,
ad uno di scarico, con pezzi finiti, attraverso tutte le operazioni tecnologiche.
o VANTAGGI RISPETTO ALLA LINEA: maggiore flessibilità
o VANTAGGI RISPETTO AL REPARTO: maggior automazione e semplificazione del flusso
di pezzi
Lo schema dei flussi dei materiali risulta quindi essere:

- (LAYOUT A PUNTO FISSO)


- (LAYOUT AD ALTA PRODUTTIVITÀ): incrementa l’efficienza, ha maggiore rigidità e maggiore
standardizzazione
- (LAYOUT AD ALTA FLESSIBILITÀ): decrementa la produttività, perde di efficienza ma ha
maggiore differenziazione

La produttività nel corso del tempo sta perdendo importanza, lasciando sempre più spazio alla
flessibilità. Infatti, ieri si puntava alla capacità di produrre una grande quantità di prodotti, oggi si
cerca di avere la capacità di adattarsi rapidamente e a basso costo ad una domanda di mercato in
continua evoluzione.
La scelta dell’ubicazione dello stabilimento è legata alla valutazione di molteplici fattori:
- VINCOLI NATURALI: disponibilità territoriale di risorse naturali e configurazione del territorio
- VINCOLI ARTIFICIALI: urbanizzazione, disponibilità di manodopera, formazione del
personale, vicinanza di infrastrutture (porti, ferrovie, ecc.)
- FATTORI TECNICI: per esempio, se dobbiamo posizionare una centrale idroelettrica,
necessitiamo di acqua
- FATTORI ECONOMICI
- FATTORI FINANZIARI
- ALTRI: pressione fiscale nei vari paesi, costo della manodopera, distanza dai mercati di
riferimento, ecc.
Quarta lezione
La tecnologia deve essere considerata come un prodotto dell’industria e della conoscenza realizzata
con l’impiego di risorse finanziarie (capitale e lavoro) impiegati per la ricerca scientifica.
La ricerca scientifica, svolta dalle grandi aziende che dispongono di attrezzature adeguate e mezzi
finanziari sufficienti, è alla base della tecnologia.
Il livello tecnologico di un paese si misura attraverso la rapidità con cui si verifica la diffusione delle
innovazioni tecnologiche disponibili sul mercato, cioè dalla rapidità con cui si diffondono le
conoscenze tecnologiche e le innovazioni all’interno del sistema delle imprese.
PROCESSO DI DIFFUSIONE DELLA TECNOLOGIA: si svolge in 3 fasi successive
- ORIGINE (diffusione su base gerarchica): comporta la diffusione dai centri di ricerca del
processo tecnologico ed economico.
- DIFFUSIONE: massima pervasività dell’innovazione.
- SATURAZIONE: le tecnologie sono ormai consolidate e avviene per diffusione casuale.
Il trasferimento delle tecnologie è il risultato delle azioni che consentono di acquisire capacità
teoriche e pratiche, per creare nuove opportunità lavorative e che siano sviluppabili dal punto di
vista economico. Tutte le imprese, di qualsiasi dimensione, sono interessate a questo processo. Per
rispondere a nuove sfide di innovazione tecnologica, le imprese possono adoperarsi aumentando le
risorse destinate a ricerca e sviluppo, aumentando il personale destinato a queste attività e
aumentando le apparecchiature necessarie.
In merito all’innovazione, ultimamente:
- Sono migliorati i rapporti tra i centri universitari e le industrie.
- Sono diminuite le distanze tra attività scientifica e azione tecnologica.
- Il ciclo di vita dei prodotti e dei processi è sempre più breve a causa della spinta delle
continue innovazioni.
- Sono aumentati i costi e i tempi necessari per sviluppare nuovi prodotti e nuovi processi.

La direzione delle aziende, al momento, è quella di trarre il massimo dalla tecnologia a disposizione
e ridurre il tempo che intercorre tra lo studio di una nuova tecnologia (l’invenzione) e l’applicazione
di essa. In merito all’azione, invece, le imprese cercano di recuperare i costi della ricerca, migliorare
le tecnologie utilizzate, realizzare nuovi progetti di ricerca e massimizzare l’utilizzo delle proprie
tecnologie sui mercati mondiali (ricorrendo al trasferimento tecnologico sopra spiegato).

MAKE OR BUY
La singola impresa ha sempre più difficoltà a mettere in atto quanto detto fin ora in merito alla
ricerca tecnologica e richiese sempre più spesso rapporti e collegamenti con altre imprese.
Questo fenomeno comporta l’adozione di alcune strategie (non necessariamente alternative ma
spesso complementari):

- MAKE: intensificare la ricerca interna


Vantaggi: - più facile e più rapida diffusione dei risultati all’interno dell’azienda stessa -
arricchimento professionale e tecnologico alla base per lo studio di tecnologie future
Svantaggi: - costi elevati - attività non esattamente preventivabili - incertezza del raggiungimento
degli obiettivi – incertezza del tempo necessario per condurre al termine l’attività di ricerca
- BUY: acquistare tecnologie all’esterno
Vantaggi: - minori investimenti – nessun costo legato a attività di ricerca – tempi e costi prevedibili
con certezza – rischi valutabili
Svantaggi: - incertezza di trovare sul mercato la tecnologia necessaria – incertezza sulla possibilità
di instaurare una certa dipendenza – costi necessari per l’acquisto della tecnologia altrui

Torniamo al trasferimento delle tecnologie: il processo coinvolge necessariamente due soggetti:


- FORNITORI: rappresentato da un’impresa che ha sviluppato la tecnologia oppure da
un’impresa che ha la funzione di fornire tecnologie, oppure da un istituto di ricerca (es. CNR),
oppure da un ente che ha acquisito precedentemente la proprietà dei diritti di licenza.
- ACQUIRENTI: sempre rappresentati dalle imprese che intendono acquistare la tecnologia in
oggetto.
Se le conoscenze sono riservate a pochi eletti si tratta di un MONOPOLIO. Si parla invece di
MONOPOLIO DI DIRITTO se la tecnologia oggetto di trasferimento è coperta da brevetto. Per ultimo
MONOPOLIO DI FATTO se l’esclusività dipende dalla segretezza delle informazioni che riguardano la
tecnologia.
Concetto strettamente legato a quello di tecnologia è KNOW HOW, ossia le conoscenze (spesso
segrete) che consentono di utilizzare quella determinata tecnologia.

MODALITÀ DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO:


- Licenza
- Joint venture
- Accordi partecipativi
- Investimento diretto
- Produzione su commissione
- Venture capital (capitale di rischio)

Analizziamone qualcuna:
- LICENZA: è la modalità più semplice di trasferimento. È la concessione di un permesso di
produzione da parte di un’azienda che ha o ha avuto in precedenza lo stesso tipo di attività.
Come si attua? La licenziante (impresa titolare di una proprietà industriale) concede a
un'altra impresa, la cosiddetta licenziataria, un brevetto o un know how per la produzione
entro certi limiti di produzione o commercio stabiliti.
Approfondiamo brevemente il BREVETTO: è un titolo giuridico in forza al quale al titolare viene
conferito un diritto esclusivo temporaneo di sfruttamento di un’invenzione in un territorio, in un
periodo ben determinato, consentendo agli altri di produrre, vendere o utilizzare la propria
invenzione senza un’autorizzazione.
Vantaggi per impresa licenziante: - possibilità di diffondere la tecnologia ceduta in tempi rapidi e
senza impiegare ulteriori capitali – recuperare parte dell’investimento e avere quindi nuovi capitali
da investire in nuove attività di ricerca
Vantaggi per impresa licenziataria: - acquisire tutta la documentazione per utilizzare la tecnologia –
assistenza tecnica sulla tecnologia
Svantaggi per impresa licenziante: possibilità che i licenziatari diventino concorrenti
Svantaggi per impresa licenziataria: dipendenza tecnologica
- JOINT VENTURE: accordo di collaborazione tra due o più imprese che possono sia creare un
nuovo soggetto giuridicamente indipendente (incorporated joint venture), sia lasciare le
imprese partecipanti con la soggettività giuridica già preesistente (unincorporated joint
venture. L’obiettivo è quello di realizzare un progetto comune ultizzando sinergicamente le
risorse apportate dalle singole società partecipanti alla joint venture, dividendone anche i
rischi.
talvolta questo tipo di modalità è una soluzione a barriere protezionistiche imposte dai paesi
che non intendono consentire ad altri il controllo dello sviluppo industriale interno

Le principali differenze tra licenza e joint venture sono che le JV sono più complesse delle licenze,
ma offrono a chi mette a disposizione la tecnologia, l’opportunità di incrementare i propri profitti e
condividere i rischi legati agli investimenti necessari. Per le imprese partner della joint venture c’è
maggiore garanzia riguardo alla affidabilità della tecnologia dato che l’impresa che detiene la
tecnologia entra a far parte della stessa società condividendo i rischi e gli utili.
- ACCORDI PARTECIPATIVI: caso particolare di joint venture limitata alla gestione e allo
sfruttamento successivo delle innovazioni. Sono consorzi tra imprese di grandi, medie e
piccole dimensioni, amministrazioni o enti pubblici con lo scopo di sviluppare particolari
sinergie e sfruttare commercialmente le innovazioni.
- INVESTIMENTO DIRETTO: è un trasferimento orizzontale, tra le imprese. Ha due differenti
possibilità: apertura di una filiale (che permette il massimo controllo della tecnologia
trasferita) o acquisizione del controllo di una società preesistente (acquisendo le tecnologie
possedute dalla azienda e salvaguardando la tecnologia in precedenza trasferita mediante
una licenza)
- PRODUZIONE SU COMMISSIONE: un’impresa che detiene una tecnologia (committente), la
trasferisce ad un’altra impresa (terzista) perché la utilizzi per realizzare per suo conto un
determinato prodotto. I motivi di questa tipologia di trasferimento sono l’esigenza di
disporre di una maggiore capacità produttiva per un periodo limitato di tempo, oppure
motivi economici (ridurre i rischi di innovazione tecnologica)
- VENTURE CAPITAL: è il finanziamento con capitale di richio.

LE FORME DI PAGAMENTO:
- In valuta: versamento di una somma in moneta
- In merce
- In tecnologia: scambio di tecnologie tra imprese
Quinta lezione
- Il servizio di climatizzazione: ha lo scopo di agire sul complesso dei parametri da cui il clima
dipende. I principali parametri che ottimizzano il clima degli ambienti di lavoro sono:
o Grado di purezza dell’aria (gas, vapori, fumi)
o Velocità di spostamento dell’aria
o Umidità (assoluta o relativa)
o Temperatura (aria, pavimenti, soffitti e pareti)
I principali obbiettivi sono:
o Ricambio e depurazione dell’aria -> ventilazione (naturale se generata dalla
differenza di densità che ha l’aria in due luoghi diversi o meccanica se effettuata con
ventilatori)
o Correzione dell’umidità relativa -> deumidificazione/umidificazione per la necessità
di benessere individuale e per esigenze di processo. L’umidita relativa va mantenuta
tra il 30% e il 70%.
o Correzione della temperatura: al fine di avere un benessere psicofisico, una
temperatura adatta al funzionamento dei macchinari -> composizione di un impianto
di riscaldamento centralizzato / condizionamento dell’aria

- I colori negli ambianti di lavoro: il colore della luce riveste un importate condizione
psicologica per affrontare il lavoro. È consigliato impiegare luci di colore caldo (tendenti al
rosa) con pareti giallo chiaro o rosa tenue e macchinari e oggetti vari di colori sgargianti.
un adatto impiego dei colori può consentire:
o La correzione di un eventuale cattiva distribuzione dell’illuminazione
o Riduzione dei fenomeni di abbagliamento
o Riduzione affaticamento visivo
o Attenuazione dei contrasti della luce
I colori vengono anche utilizzati con specifiche funzioni:
o Rosso: pericolo, stop, antincendio, leve di emergenza
o Arancione: macchine in movimento, attenzione generica
o Verde: segnale di via libera, uscite d’emergenza, attrezzature di pronto soccorso

- Servizio antincendio: per danni patrimoniali causati da incendio c’è la polizza assicurativa.
l’incendio è causato da una combustione accidentale.
TRIANGOLO DELLA COMBUSTIONE:
I principi dello spegnimento sono :
o Interruzione dell’ossidazione (raffreddare le sostanze in combustione)
o Separazione del combustibile dal comburente (diluizione del comburente al di sotto
della % minima necessaria alla combustione)
Classificazione incendi:
o CLASSE A: combustibili solidi
o CLASSE B: liquidi infiammabili
o CLASSE C: gas infiammabili
o CLASSE D: metalli infiammabili
o CLASSE E: apparecchiature elettriche

- Servizi sociali:
o Prevenzione infortuni: rispetto quindi delle normative sul lavoro; le cause possono
essere o l’inosservanza di alcune regole dettate oppure macchinari non
correttamente protetti, utensili difettosi, inosservanza dei DPI, illuminazione
insufficiente, orari di lavoro, ecc.
Gli organi addetti al controllo sono le ASL, i vigili del fuoco e altri enti.
o Servizi di pronto soccorso o infermeria: con lo scopo di assicurare un pronto
intervento in caso di infortunio.
o Servizi di pulizia e igiene: raccoglitori, superfici facilmente lavabili, punti di raccolta,
locali adibiti a spogliatoi con appositi armadietti con doppio scomparto e chiusura
o Servizio addestramento professionale
o Ristorazione aziendale: nata con l’esigenza di alcuni turni di lavoro che hanno nel
mezzo il pasto.
o Altro: cura dei figli, organizzazione del dopolavoro, servizio acquisti

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