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svolse domenica 11 aprile 1512 (giorno di Pasqua) nei pressi della citt romagnola. I francesi
comandati da Gaston de Foix, famoso in seguito come "Folgore d'Italia", e le truppe della Lega Santa,
guidate dal vicer di Napoli Raimondo de Cardona e da Pietro Navarro, si scontrarono in un luogo
posto lungo la riva del fiume Ronco (quasi alla confluenza col Montone), pochi km a sud della citt.
Insieme a quella di Marignano fu la pi grande battaglia delle Guerre d'Italia: vi parteciparono tutti i pi
noti condottieri dell'epoca tra cui Antonio di Leyva, Fabrizio I Colonna, Fernando d'Avalos Marchese di
Pescara, Ettore Fieramosca, Romanello da Forl, Giovanni Capoccio, Raffaele de' Pazzi, Francisco de
Carvajal, Fanfulla da Lodi nell'esercito della Lega Santa; Carlo III di Borbone, Teodoro Trivulzio, il
cavalier Baiardo, Odet de Foix, Federico Gonzaga, Jacques de La Palice, Yves d'Alegre, Alfonso I
d'Este, Gaston de Foix da parte francese[1].
Nel 1557, a commemorare l'evento, venne eretta per volere del Presidente di Romagna Pierdonato
Cesi, futuro cardinale, la cosiddetta "Colonna dei Francesi".
Antefatti
La Lega di Cambrai
Nell'anno 1508 l'Imperatore Massimiliano I d'Asburgo discese in Italia deciso a recarsi a Roma per
l'incoronazione imperiale. A tal proposito chiese al Senato Veneziano il permesso di attraversare i
territori della Serenissima, permesso che gli fu accordato con il divieto di portare con s il proprio
esercito o parte di questo. Tuttavia Massimiliano contava di occupare il Friuli, sottraendolo all'influenza
veneta, cos ordin in gennaio l'invasione del Cadore che venne facilmente occupato; da l raggiunse
Trento dove si fece incoronare Imperatore il 4 febbraio; seguirono la capitolazione di Verona e la resa di
Vicenza.
Nel marzo dello stesso anno Venezia reag inviando nel Cadore Bartolomeo d'Alviano che sconfisse gli
Imperiali nella battaglia di Rusecco, per poi occupare Pordenone, Gorizia, Trieste e Fiume. L'offensiva
imperiale era fallita, Venezia si assicurava l'egemonia indiscussa nei territori orientali dell'Italia
settentrionale.
La clamorosa vittoria delle truppe veneziane sull'esercito imperiale diede impulso ai progetti del Papa
Giulio II che gi dal 1504 ventilava l'idea di imporre un freno all'espansione veneziana successiva alla
spartizione degli ex territori del Ducato di Romagna dopo la caduta di Cesare Borgia. A tal proposito il
10 dicembre del 1508 veniva stipulato a Cambrai, nel nord della Francia, un patto tra il Regno di
Francia, il Sacro Romano Impero, lo Stato Pontificio, la Spagna, il Regno d'Ungheria, il Regno
d'Inghilterra e diversi stati italiani, una grande alleanza in chiave anti-turca. Tuttavia il vero obbiettivo
erano i territori della Serenissima, cos fu apposta la clausola che prima di intraprendere una qualsiasi
azione contro i Turchi sarebbe stato necessario ridimensionare i confini della Repubblica di Venezia. Il
piano di spartizione dei partecipanti alla Lega prevedeva che alla Francia spettasse la Lombardia
orientale; all'Impero il Veneto, il Trentino e il Friuli; alla Spagna i porti di Puglia; al regno d'Ungheria la
Dalmazia; al Ducato di Savoia Cipro; a Firenze Pisa; a Mantova Peschiera, Asola e Lonato; a Ferrara il
Polesine; a Roma la citt di Ravenna. L'inizio delle ostilit fu fissato per il 1 di aprile dell'anno
successivo. Il 14 maggio del 1509 l'esercito francese, guidato da Luigi XII, annient l'esercito veneziano
nella battaglia di Agnadello, sconfitta che determin di l a poco l'occupazione da parte degli alleati dei
territori previsti dal patto.
Luigi XII occup Bergamo, Brescia e Cremona, attenendosi a quanto stipulato; era di fatto il padrone di
tutta la Val Padana. Inoltre la disfatta dell'esercito dell'Imperatore Massimiliano I a Padova comport la
fine dell'ingerenza asburgica nelle terre italiane. Le armate imperiali non sarebbero pi discese in Italia
sotto i vessilli del Sacro Romano Impero fino al 1516, lasciando cos priva d'interferenze e contrappesi
la dominazione francese nell'Italia settentrionale.
La svolta antifrancese
Giulio II non poteva sopportare che il Re di Francia disponesse a proprio piacimento di buona parte
della penisola e cos nel febbraio del 1510 il papa sciolse la Lega di Cambrai, revoc la scomunica alla
Serenissima e l'anno dopo, il 5 ottobre del 1511, a Roma, Spagna, Venezia e il Papa si alleavano in
funzione antifrancese nella Lega Santa. Venezia riconquist rapidamente buona parte dei territori dello
Stato da Tera tra cui Brescia. Luigi XII intanto raccolse un'armata di ventimila uomini, pronta ad essere
inviata in Italia e destinata a ricevere ulteriori apporti di truppe durante il tragitto. Al comando di tale
esercito pose il nipote ventitreenne Gaston de Foix, duca di Nemours.
La "Folgore d'Italia"
I preparativi
L'attacco
Il cannoneggiamento sulla cavalleria divenne insostenibile. In troppi cadevano mentre l'esercito
francese avanzava schivando agilmente le cannonate spagnole. Fabrizio Colonna, capitano della
cavalleria, chiese ancora che l'ordine della carica fosse dato e all'ennesimo rifiuto del Navarro si rivolse
ai suoi battaglioni: "abbiamo noi tutti vituperosamente a morire per la ostinazione e per la malignit di
un marrano? ha a essere distrutto tutto questo esercito senza che facciamo morire uno solo degli
inimici? dove sono le nostre tante vittorie contro a' franzesi? ha l'onore di Spagna e di Italia perdersi
per uno Navarro?"[11] e detto ci, contravvenne alle disposizioni dei comandi spagnoli ordinando la
carica. I battaglioni per uscirono dal campo in modo disordinato, seguiti da tutta la cavalleria, il
Navarro allora non pot che ordinare ai suoi fanti di avanzare.
I gendarmi francesi caricarono immediatamente, il cozzo che segu allo scontro delle due cavalleria fu
tremendo. La cavalleria francese, nettamente superiore a quella avversaria, travolse e ruppe i
battaglioni ispano-pontifici.
Note
1. ^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed.Ponte Vecchio 2011. pagg.145-148.
2. ^ Marco Pellegrini, Le guerre d'Italia 1494-1530, ed.Il Mulino 2009. pag.115
3. ^ "E di qu nasce che le gente d'arme franzese sono oggi le migliore che sieno, perch si truovono tutti nobili e figlioli di
signori, e stanno ad ordine di venire a tal grado"- Niccol Machiavelli, Ritratto di cose di Francia. Opere di Niccol
Machiavelli, Tomo II. Libraio Cambiagi, Firenze 1782, pag.133.
4. ^ "Quella regina (Isabella la Cattolica) vedendo che la maggior parte dei suoi gentiluomini cavalcavano muli e, quando
toccava loro armarsi e salire a cavallo erano i peggio addestrati del mondo, considerato dunque che si attendeva da un
giorno all'altro la guerra contro i Francesi o contro i mori, o contro tutti e due insieme..." - M.Gachard, Collection des
voyages des souverains des Pays-Bas, Bruxelles 1876; in Philippe Contamine, La Guerra del Medioevo, ed.Il Mulino
2009. pag.190.
5. ^ "Le fanterie che si fanno in Francia non possono essere molto buone, perch gli gran tempo che non hanno avuto
guerra, e per questo non hanno esperienza alcuna. E dipoi sono per le terre tutti ignobili et gente di mestiero; e stanno
tanto sottoposti a' nobili et tanto sono in ogni actione depressi che sono vili" - Niccol Machiavelli, Ritratto di cose di
Francia. Opere di Niccol Machiavelli, Tomo II. Libraio Cambiagi, Firenze 1782, pag.133.
6. ^ Biagio de Monluc, Commentari; in Alberto Lussu, La Battaglia di Ceresole ed.Araba Fenice 2012. pag.120
7. ^ Cit. Anonimo Padovano, Ragionamenti domestici de le guerre de itallia comenzando lo anno 1508 al mille cinque
cento venti nove exposti et narati da chi si hano trovato prexente al pi de le supra dite facende; in Sergio Spada, La
battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pag.71
8. ^ Cit.Michelet; in Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pag.79
9. ^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pagg.1124-1126
10.^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011 pag.86
11.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pag.1128
12.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pag.1129
13.^ Cit.Paolo Giovio; in Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011 pag.100
14.^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011 pag.96
15.^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011 pagg.105-107
16.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pagg.1131
17.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pag.1132
18.^ Cit. di M. De Belloy, Gaston et Baiard 1771; in Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011,
pagg.124-125
19.^ Cit. Antonio Grunello; in Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pag.125
20.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pag.1131
21.^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pagg.147-148
22.^ Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pagg.145-147
23.^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006. Tomo II pagg.1128-1129
24.^ Cit. Sebastiano Menzocchi, Cronache; in Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed Ponte Vecchio 2011, pag.120-121
Bibliografia
Sergio Spada, La battaglia di Ravenna. ed.Ponte Vecchio 2011
Francesco Guicciardini, Storia d'Italia. ed.Garzanti 2006
Marco Pellegrini, Le guerre d'Italia 1494.1530. ed.Il Mulino 2009
Cambridge University Press, Storia del mondo moderno: Il Rinascimento 1493-1520. ed.Garzanti 1967
Alberto Lussu, La Battaglia di Ceresole 14 aprile 1544. ed.Araba Fenice 2012
Philippe Contamine, La Guerra nel Medioevo. ed.Il Mulino 2009
Da Wikipedia