Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LE SCIENZE n. 343, marzo 1997 47
46 LE SCIENZE n. 343, marzo 1997
Messiniano ( 6,5-5,5 milioni di anni fa) Pliocene inferiore ( 5,5-4,5 milioni di anni fa) Pliocene inferiore-presente (4,5-0 milioni di anni fa)
un'et che permettesse la correlazione
diretta tra le eventuali rotazioni misurate
MARE e i processi di apertura del Mare Tirre- A
ADRIATICO ESTENSIONE LOCALIZZATA ESTENSIONE DELOCALIZZATA
no. Si proceduto quindi al campiona-
mento delle unit argillose di et com-
presa tra 6 e 2 milioni di anni, largamen-
te affioranti sul margine tirrenico tosco-
laziale. Tali unit, appartenenti al cosid-
detto ciclo neoautoctono toscano, so- A
no deposte all'interno dei bacini esten-
sionali formatisi lungo tutto il margine
MARE
tosco-laziale in seguito ai processi di
TIRRENO
collasso e di assottigliamento crostale
che hanno causato la formazione del ba-
Depositi post-orogeni del margine tirrenico I risultati ottenuti in questa regione Bacino tirrenico-meridionale
Le illustrazioni rappresentano sche- cino tirrenico. I risultati ottenuti sono
Falda del Cervarola e falda toscana maticamente l'evoluzione dell'Appen- hanno mostrato l'esistenza di importan- stati assolutamente sorprendenti: le unit
MIGRAZIONE NON MIGRAZIONE
Dominio umbro-marchigiano interno nino centro-settentrionale e del mar- ti rotazioni il cui verso e la cui entit del margine tirrenico, contrariamente a DEL MARGINE DEL MARGINE
Dominio umbro-marchigiano esterno gine tirrenico tosco-laziale. La mes- sono direttamente dipendenti dall'o-
la Piattaforma laziale-abruzzese sa in posto delle strutture compressi- rientazione della struttura esaminata. In
ve accompagnata da considerevoli particolare, rotazioni orarie sono sta- Bacino ligure-provenzale
Depositi di avanfossa
rotazioni, alle quali si deve il carat- te riconosciute nell'area sabina, in Mar- L'evoluzione dei bacini estensionali pre-
Fronte esterno della catena appenninica
teristico aspetto arcuato della cate- sica e nel tratto meridionale delle strut- senti nel Mediterraneo centrale forte-
Futuro fronte della catena na. Contemporaneamente il margi- ture umbro-marchigiane, dove gli as- mente condizionata dai caratteri reolo-
ne tirrenico, sottoposto a tettonica e- si delle strutture tettoniche assumono gici della litosfera e dal differente tasso
Accavallamenti Trascorrenti Normali, stensionale, non soggetto ad alcuna un'orientazione pressoch meridiana. di estensione. Nel bacino ligure-proven-
Faglie rotazione. Rotazioni antiorarie sono state misurate zale (A) i processi di estensione hanno C
nella piattaforma laziale-abruzzese, e agito su un'area di avampaese caratte- Bacino tirrenico-settentrionale
nella parte centro-settentrionale dell'ar- rizzata da una crosta di spessore nor- GEOTERMA INIZIALE
accompagnato dallo sviluppo di bacini magnetici provenienti da queste aree. co umbro-marchigiano, dove le struttu- male con bassi valori della geoterma ini-
sedimentari affioranti nella Toscana e Osservando la forma dei fronti ap- re hanno una orientazione prevalente ziale. La geometria del bacino sim-
nel Lazio e da una intensa attivit mag- penninici evidente come il loro anda- nordovest-sudest. metrica e l'estensione localizzata. In ESTENSIONE
matica rappresentata dai numerosi cor- mento sia complesso, con direzioni che Questa stretta correlazione tra l'o- blu scuro rappresentata la crosta o-
pi granitoidi affioranti nell'Arcipelago sono talvolta molto diverse da quella rientazione dell'asse della struttura e la ceanica pi vecchia e in blu chiaro quel-
toscano e nell'entroterra. media regionale e definiscono soven- declinazione magnetica misurata stata la pi recente. Lo stile dell'estensione,
te forme arcuate (si veda l'illustrazione analizzata statisticamente. L'esistenza dato il basso valore della geoterma ini- ROTAZIONE DEL BLOCCO
La diversa evoluzione tettonica subi-
ta dall'Appennino e dal margine tirreni- a pagina 46 in basso). In particolare di una correlazione significativa indi- ziale, indipendente dalla velocit di
co trova una sua evidenza nei differenti nell'Italia centro-settentrionale si nota- cherebbe, infatti, che l'attuale orienta- deformazione. Nel caso dell'arco cala-
caratteri geofisici. Nell'illustrazione a no due archi principali: il primo arco, a zione differente delle strutture dovuta bro (B) e del Tirreno settentrionale (C), -
pagina 46 in alto riportata la distribu- scala pi grande, occupa gran parte del- a rotazioni, cio che le forme arcuate l'estensione ha agito su una crosta pre-
zione della sismicit e del flusso di ca- l'Appennino centro-settentrionale: ini- non sono originarie. La mancanza di cedentemente ispessita, quindi con ele-
CROSTA OCEANICA
lore nella parte settentrionale della pe- zia in Sabina, pochi chilometri a nord- una correlazione, al contrario, testimo- vati valori della geoterma iniziale, e si SUBDUZIONE
nisola. La distribuzione degli epicentri est di Roma, prosegue lungo il settore nierebbe che non esiste alcuna relazio- propaga in una vasta area (estensione A DI LITOSFERA OCEANICA
dei terremoti mostra una concentrazio- appenninico umbro-marchigiano e ter- ne tra rotazioni misurate e asse del- delocalizzata). Il verde scuro rappresen-
ne degli eventi sismici nell'area del cri- mina in Romagna. Nella parte meri- le strutture e che la forma arcuata non ta la crosta continentale assottigliata dai
nale appenninico e nel settore adriati- dionale dell'arco, a direttrice prevalen- dovuta a rotazioni differenziali. Nel processi estensionali, che diventano pi ESTENSIONE
co della catena. Tali eventi sono legati temente meridiana, le strutture sabine grafico a pagina 47 viene mostrato il ri- giovani verso est (in verde chiaro). In ROTAZIONE DEL BLOCCO
principalmente all'attivit di faglie e- si accavallano sulle successioni car- sultato di tale correlazione, che mostra questo caso un elemento di notevole im-
stensionali, e in misura minore ai pro- bonatiche appartenenti alla piattafor- come l'orientazione attuale delle strut- portanza dato dalla maggiore velocit
cessi di sottoscorrimento della litosfera ma carbonatica laziale-abruzzese. Que- ture dipenda esclusivamente dall'entit di estensione nel Tirreno meridionale,
adriatica al di sotto della catena. Questa sto complesso sistema di accavallamen- e dal verso delle rotazioni che esse han- dove si ha formazione di crosta oceanica
mei
intensa attivit sismica non prosegue ti, noto in letteratura come linea Ole- no subito. e si assiste al progressivo allontanamen-
nella regione tirrenica, la quale con- vano-Antrodoco, rappresenta un impor- Il riconoscimento di rotazioni diffe- to del margine calabro. Nelle sezioni CROSTA OCEANICA
traddistinta dalla presenza di un elevato tante limite strutturale. A ovest di tale renti nelle diverse strutture dell'Appen- schematiche in basso, si noti che nel ba- SUBDUZIONE
flusso di calore, con valori che raggiun- linea le strutture tettoniche hanno un nino poneva in maniera chiara la neces- cino ligure-provenzale (A) e nel Tirreno DI LITOSFERA OCEANICA
gono i 200 milliwatt per metro quadrato andamento meridiano, mentre a est esse sit di riconsiderare le vecchie interpre- meridionale (B) l'elevata velocit di e-
(il flusso di calore medio sulla superfi- assumono un andamento nordovest- tazioni della rotazione antioraria com- stensione causa l'allontanamento, la ro-
cie all'incirca di 60 milliwatt per me- -sudest, tipicamente appenninico. Un plessiva della penisola e della conse- tazione e la separazione di due blocchi
tro quadrato). analogo progressivo cambiamento de- guente apertura del Mare Tirreno. Per continentali precedentemente attigui (in
Gli studi paleomagnetici condotti dal gli assi strutturali avviene nella regione cercare di affrontare direttamente questo marrone scuro). Nel caso del Tirreno ESTENSIONE
ROTAZIONE CONFINATA
nostro gruppo di ricerca nella penisola marsicana, nel bordo orientale della problema si messa in atto una nuova settentrionale (C) l'estensione procede Al FRONTI DI ACCAVALLAMENTO
italiana sono stati progettati tenendo piattaforma carbonatica, dove le strut- campagna di campionamento paleoma- invece senza deriva del margine e i feno-
conto dell'estrema complessit struttu- ture tettoniche assumono nuovamente gnetico. I siti campionati dovevano cor- meni di rotazione sono confinati ai fron-
rale dell'area e dei differenti caratteri un andamento meridiano. Il bordo set- rispondere a due criteri fondamentali: ti di accavallamento che definiscono il %
geologici e geofisici sopra descritti. La tentrionale della piattaforma laziale- non dovevano essere stati coinvolti nel- margine in compressione della catena.
natura variegata dei processi tettonici -abruzzese costituito dal fronte arcua- l'attivit tettonica compressiva, che ave- Le frecce verdi indicano la persistenza CROSTA CONTINENTALE SUBDUZIONE
agenti nell'Appennino e nel margine to del Gran Sasso, a convessit nord- va sicuramente dato luogo a rotazioni dei processi estensionali in un'area ri- ASSOTTIGLIATA DI LITOSFERA TRANSIZIONALE
C Alefr O CONTINENTALE
tirrenico conferisce infatti un significa- orientale (si veda l'illustrazione a pagi- importanti ma di estensione locale; do- stretta (A) oppure la loro migrazione
to geodinamico diverso ai dati paleo- na 47 a destra). vevano avere una posizione strutturale e nel tempo (B, C).
quanto era stato fino ad allora postulato ciamento la progressiva attivazione dei zia da quelli del bacino ligure-proven- restare localizzato al centro del ba- blocco calabro-peloritano, lasciando al- tirrenico settentrionale. Il bacino tirre-
nella letteratura geologica, non avevano fronti compressivi veniva accompagnata zale e del Tirreno meridionale (si veda cino: in quest'area, infatti, i bacini le proprie spalle lo spazio necessa- nico meridionale ha invece uno stile
subito alcuna importante rotazione a da importanti rotazioni di segno ed en- l'illustrazione a pagina 49). L'apertu- estensionali pi antichi, di et compre- rio alla progressiva apertura dei bacini ibrido, in quanto la deformazione de-
partire dal Messiniano (circa 6 milioni tit differenti nei diversi settori della ca- ra del bacino ligure-provenzale, a dif- sa tra 35 e 20 milioni di anni, sono po- oceanici del Vavilov (circa 4-2,5 milio- localizzata, ma la sua formazione av-
di anni fa). tena. Nello stesso tempo il fronte pi ferenza di quanto avvenuto nel Tirreno sizionati lungo gli stretti bordi del ba- ni di anni fa) e del Marsili (circa 2-0,2 venuta mediante la migrazione e l'ar-
Questi risultati modificano conside- esterno della catena migrava e deforma- settentrionale, stata infatti accompa- cino, mentre i processi di estensione milioni di anni fa). La migrazione del- cuatura del proprio margine rappresen-
revolmente il quadro evolutivo propo- va nuovi settori della crosta adriatica, gnata da imponenti fenomeni di trasla- pi giovani sono ubicati al centro del l'arco stata accompagnata da rotazio- tato dal blocco calabro.
sto per i processi di apertura del Ma- sempre secondo una orientazione rispet- zione e di rotazione del suo margine bacino, dove, durante il Miocene infe- ni cospicue, avvenute durante il moto Simulazioni sperimentali e numeri-
re Tirreno, suggerendo un modello del to al nord di circa 320 gradi. Le diffe- orientale, costituito dal blocco sardo- riore (cio circa 20-16 milioni di anni di deriva, che interessano l'intero setto- che, basate principalmente su studi del
tutto originale per l'evoluzione del si- renti rotazioni hanno definito le attuali -corso. Allo stesso modo la progressi- fa), si formata nuova crosta oceani- re calabro. Dal punto di vista dei pro- comportamento dei materiali a diverse
stema Tirreno-Appennino centro-setten- geometrie arcuate della catena e sono va apertura del bacino tirrenico meri- ca. Nel Tirreno settentrionale, al con- cessi rotazionali, quindi, il bacino tirre- pressioni e temperature, hanno recente-
trionale. Nell'illustrazione a pagina 48 state accompagnate e incrementate dal- dionale stata accompagnata dalla trario, l'attivit tettonica estensionale nico meridionale mostra caratteristiche mente messo in luce che lo sviluppo di
vengono rappresentati i diversi momen- l'attivazione di importanti faglie trascor- contemporanea migrazione dell'arco estremamente delocalizzata, ovve- simili a quanto descritto per il bacino questi due differenti stili estensionali
ti evolutivi che hanno dato luogo alla renti riconosciute sia nell'area sabina calabro-peloritano. Recenti ricerche ro si manifestata mediante strutture localizzato ligure-provenzale. Tutta- (localizzazione con migrazione e rota-
progressiva arcuatura della catena e al sia nella piattaforma laziale-abruzzese. paleomagnetiche hanno dimostrato che tettoniche e bacini sedimentari che so- via il processo di migrazione e allonta- zione dei margini e delocalizzazione
contemporaneo processo di estensione Questo complicato andamento delle ro- la progressiva arcuatura dell'arco cala- no distribuiti in una vasta area. L'atti- namento del margine avvenuto, ana- senza rotazione n migrazioni dei mar-
e di assottigliamento crostale del mar- tazioni non in alcun modo direttamen- bro legata a importanti rotazioni ora- vit estensionale migrata, a partire logamente a quanto osservato nel Tirre- gini) da mettere in relazione con il
gine tirrenico. te legato ai processi di estensione e as- rie e antiorarie fino, a 25 gradi di am- dall'Oligocene (circa 25 milioni di an- no settentrionale, attraverso una delo- comportamento reologico della lito-
I dati ottenuti in Italia centro-setten- sottigliamento crostale che hanno dato piezza, avvenute successivamente al ni fa), dalla Corsica, attraverso la To- calizzazione delle strutture tettoniche, sfera, ovvero funzione della sua ri-
trionale mettono in luce che, almeno da luogo allo sviluppo del bacino tirrenico. Pleistocene inferiore (meno di un mi- scana marittima, sino in Umbria, dove accompagnata dalla migrazione spazio- sposta nei confronti del campo di pres-
circa 6 milioni di anni fa, il fronte ester- Infatti mentre il fronte della catena si ac- lione di anni fa). Tali rotazioni, a diffe- sono ubicate le strutture tettoniche at- -temporale dell'attivit vulcanica dal sioni agenti. noto che la resistenza
no della catena si deformava lungo un cavallava e progressivamente ruotava fi- renza di quanto visto in Appennino tive ai nostri giorni. margine sardo all'arco delle Isole Eo- della litosfera diretta funzione della
azimut di 320 gradi, direzione secondo no a portarsi nella configurazione attua- settentrionale, non sono di esclusiva L'evoluzione del Tirreno meridiona- lie. In questo processo si assiste alla sua storia geologica. Infatti una litosfe-
la quale si allunga la penisola italiana. le, i bacini sedimentari posti sul margine pertinenza delle strutture compressive le mostra un carattere ibrido rispetto a completa rottura della crosta continen- ra con una crosta (la sua parte pi su-
L'avanzamento della catena appenninica tirrenico non erano soggetti ad alcuna della parte ionica dell'arco, ma sono questi due stili estensionali. In quest'a- tale e alla formazione di nuova cro- perficiale) ispessita per una orogenesi
verso l'Adriatico avveniva, in una prima rotazione pur in presenza di una intensa state misurate anche sul bordo tirreni- rea i bacini sedimentari posti subito a sta oceanica solamente in aree ristrette recente, sar pi debole di una litosfera
fase, tramite la formazione di strutture tettonica estensionale. co, interessato esclusivamente da pro- ovest dell'arco calabro (bacino di Gioia (bacini del Vavilov e del Marsili). Sulla con crosta normale, tipica delle aree
rettilinee. Di fronte all'unit pi avanza- cessi estensionali. e bacino di Paola) hanno un'et simi- base di queste considerazioni possibi- che sono stabili da centinaia di milio-
ta (e pi recente) del sistema, una fossa, L'EVOLUZIONE Queste differenze nei processi di ro- le (circa 8 milioni di anni) ai bacini che le definire due stili estensionali diffe- ni di anni (cratoni) come, per esempio,
allungata anch'essa secondo un azimut DEI BACINI ESTENSIONALI tazione trovano riscontro nei caratte- si trovano subito a est del massiccio renti: il primo, caratterizzato da un pro- quella africana. Infatti, durante i pro-
di 320 gradi, accoglieva i sedimenti de- NEL MEDITERRANEO CENTRALE ri geologici e nell'evoluzione tettonica sardo, definendo quindi una simmetria cesso tettonico localizzato, con rotazio- cessi di collisione il materiale crostale
tritici che erano prodotti dallo smantella- dei diversi bacini estensionali del Me- nella geometria del bacino tirrenico ni del bordo del bacino, osservabile freddo viene portato in profondit; do-
mento e dal rapido accumulo sottomari- Dal punto di vista geodinamico que- diterraneo centrale, rappresentati sche- meridionale. La loro attuale posizione nel bacino ligure-provenzale, mentre il po qualche milione di anni i processi
no di rocce della catena alpina, gi allo- sto andamento dei processi rotaziona- maticamente nell'illustrazione a pagi- legata al fatto che, successivamente alla secondo stile caratterizzato da un pro- di riequilibrio termico ne provocano
ra completamente emersa. li caratterizza i meccanismi di apertura na 49. Nel bacino ligure-provenzale loro formazione, essi sono stati traspor- cesso delocalizzato, senza rotazione del il riscaldamento causandone l'indeboli-
Con l'avanzare dei processi di raccor- del Tirreno settentrionale e li differen- l'asse dell'attivit estensionale tende a tati verso sud-est insieme con l'intero margine, ed osservabile nel bacino mento. In queste condizioni la crosta