Sei sulla pagina 1di 33

FRANCO BENSA ERNESTO LA BARBERA FRANCO TAGGIASCO

PARTICOLARI
ASPETTI EVOLUTIVI
DELLE
SPIAGGE LIGURI
FRANCO BENSA ERNESTO LA BARBERA FRANCO TAGGIASCO
PARTICOLARI
ASPETTI EVOLUTIVI
DELLE
SPIAGGE LIGURI
Introduzione
La ricorrenza degli eventi atmosferico-meteomarini
costituisce di per s una fonte di grave proeccupazio-
ne per quanti, Enti Pubblici e Privati, hanno a che fare
direttamente o indirettamente con la fascia litoranea
ligure e pi precisamente con i problemi connessi alla
conservazione delle spiagge e degli insediamenti arti-
ficiali in fregio a quest'ultime.
La necessit degli interventi a favore della stabilizza-
zione degli arenili, della difesa degli abitati dall'onda-
zione e della protezione dei manufatti aderenti alia co-
sta, pur ben compresa dall'intera comunit ligure che
s affaccia sulla linea costiera, resta purtroppo spesso
un discorso velleitario, talvolta demagogico e quindi
privo non solo di rale volont di soluzione, ma in parte
anche di fondamento tecnico-scientifico atto a defini-
re una pur modesta base di conoscenza sulla quale
sia possibile dar luogo a soluzioni intelligentemente
calcolate.
Le Amministrazioni Pubbliche ed i Privati hanno sem-
pre proceduto, nei riguardi dei litorali, in un'ottica
estremamente particolaristica, difendendo ii singolo
interesse, la singola opera, il singolo settore di costa,
con la cecit di chi mira a veder premiato il proprio
sforzo ed il proprio obiettivo settoriale a detrimento
del bene comune. I risultati di questo modo di proce-
dere sono ben noti lungo l'intero arco delie Riviere Li-
guri, ove le spiagge ormai da pi di un secolo sono in
grave e perdurante regresso.
E' pure evidente che tale regresso non si allaccia uni-
camente ai problemi di urbanizzazione litoranea ed
agli interventi a mare (e a monte) adottati in modo
frammentario e scoordinato, ma anche a cause fisi-
che congenite che, a maggior ragione, invocano solu-
zioni globalizzanti il problema su basi realistiche ed
oggettive.
In effetti, in passato e purtroppo anche al presente,
molto stato lasciato all'improvvisazione, all'iniziati-
va del singolo, alla pratica dei rappezzo, l dove pi
urgente era il bisogno, senza tenere conto che la
somma degli interventi parzializzati non poteva otte-
nere altro che il doppio risultato dell'emorragia di
pubblico denaro e della non soluzione del problema.
E' apparso evidente che il litorale in genere, e non so-
lo quello ligure, sia stato trattato, quanto pi si acce-
lerava l'urbanizzazione costiera e quanto pi alto cre-
sceva il suo interesse economico, come una vera e
propria res nullius in ci colpevoli gravi carenze nor-
mative e troppo multiformi competenze tecnico-
amministrative.
Non scopo della presente memoria addentrarsi nel-
la complessit dei problemi demaniali marittimi, ma
un dato che la grande incertezza d'interpretazione
della normativa specifica, nonch le assai diversifica-
te attribuzioni di competenze in merito, hanno non po-
co contribuito al caos amministrativo e di conseguen-
za al caos operativo nei riguardi dei lavori marittimi di
sistemazione costiera.
Basti pensare che hanno competenza nel demanio
marittimo, ciascuno con proprie strutture, uffici, leggi
e regolamenti, quasi sempre non interdipendenti, i
seguenti organi:
Ministero della Marina Mercantile,
Ministero delle Finanze,
Ministero degli Interni,
Ministero dei Lavori Pubblici,
Ministero della Difesa,
Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali,
Ministero per l'Industria e Commercio,
Enti Pubblici portuali,
Regioni a statuto ordinario e speciale,
Province,
Comuni,
Enti Provinciali per il Turismo e Aziende di cura e sog-
giorno.
In attesa che questo intrico giurisdizionale possa un
giorno essere dipanato, come auspicato da molti spe-
cialisti in diritto amministrativo, certo che una tale si-
tuazione, scoraggiante per chi tecnico e di tecnica
marittima si occupa, ha complicato l'affrontamento
dei problemi pratici ed ha favorito, nella vaghezza e
nebulosit interpretativa, interventi sbagliati ed in-
completi. Se la programmazione non dovr essere so-
lo un vocabolo di puro significato politico, o peggio
partitico, ecco veramente un campo ove l'azione
coordinata, incisiva, unitaria e legata al discorso assai
pi ampio della difesa del suolo, di cui tutti parlano
ma che tanto stenta ad essere messa in pratica, potr
dare i suoi frutti in termini strettamente economici
poich i litorali e le spiagge in particolare costituisco-
no un bene d'interesse comune di enorme portata
(fig.1).
Se fin qui il discorso appare generico e generalizzato,
dal momento che gli aspetti accennati non risultano
ignoti ai pi, ciononostante la semplice conoscenza
di tali problematiche non di per s una scusante al
caos procedurale attuale, n tanto meno deve rappre-
sentare una colpevole forma di acquiescenza nei
confronti d una situazione apparentemente irrisolvi-
bile. A tale punto si allaccia, il discorso scientifico e
conseguentemente quello tecnico, poich la sistema-
zione e difesa delle spiagge deve in ogni caso dipen-
dere dall'indagine scientifica e dalle soluzioni tecni-
che ad essa conseguenti.
Se gli indirizzi legislativi risultano confusi e se gli uffi-
ci preposti a tutelare l lidi e le spiagge suscitano
spesso conflittualit che appesantiscono gli iter buro-
cratici e ritardano gli interventi, nondimeno l'aspetto
tecnico della salvaguardia dei litorali deve, almeno
quello, consentire un'indirizzo valido e costituire una
base di certezze operative affinch quanto viene pro-
gettato tenda veramente allo scopo principale, unifor-
mi le esigenze della collettivit e non si risolva nella
semplice protezione di interessi particolari a detri-
mento di quelli comuni.
Purtroppo anche l'aspetto tecnico nei riguardi della
difesa e del ripascimento delle spiagge, particolar-
mente quelle liguri, stato trascurato anche in dipen-
denza dell'errata impostazione normativa e ciascun
ente ha operato per conto proprio senza tenere conto
della situazione fsica dei litorali, n delle conseguen-
ze evolutive apportatevi artificialmente.
3
1 - Ambiente costiero naturale. Il promontorio di Punta Manara a Se-
stri Levante.
2 - Ambiente costiero artificiale. Inconciliabilit dell'accalcamento
di strutture urbane sulla costa con l'unit naturale che deve a sua
volta essere contenuta e stabilizzata da una fitta serie di opere di-
fensive.
E' scoraggiante constatare come l'erosione continua
e geologicamente prevedibile di molte spiagge liguri
sia stata accelerata proprio dalla mano dell'uomo, per
errata e generalizzata impostazione delle difese a ma-
re a loro volta previste in gran parte a salvaguardia di
strutture aderenti alla costa e solo in funzione di mero
calcolo protezionistico della struttura artificiale stes-
sa, ignorando completamente l'unit naturale della
spiaggia adiacente. Tale concetto egoistico nel modo
di procedere, oltre a rivelare nel tempo danni irrever-
sibili al litorale, si dimostrato oltretutto contrario agli
stessi interessi che avrebbe dovuto e voluto tutelare
(fig.2).
La memoria si occuper principalmente di riassume-
re, anche su base storica, gli aspetti pi vistosi dell'e-
rosione di alcuni settori della costa ligure, nell'inten-
dimento di rendere ragione che, anche quando le in-
fluenze geologiche, geomorfologiche e meteomarine
rappresentano fattori d'evoluzione regressiva ma pur
sempre naturale delle spiagge, gli effetti di tali in-
fluenze sono alterati negativamente da mal previsti
sviluppi urbanistici (ferrovia, litoranea, affollamento
edilizio ecc.) e dall'insistenza anche attuale nell'adot-
tare, a contrasto dell'ondazione, difese aderenti alle
strutture da proteggere.
Le coste liguri
1. Cenni geol ogi ci gener al i
L'ambiente costiero ligure, a parte le coperture sciol-
te sabbiose o ghiaiose costituenti le spiagge o i primi
livelli dei fondali, si inserisce totalmente nell'ossatura
rocciosa dell'intera Regione ripetendone i motivi prin-
cipali e anzi ponendo maggiormente in luce, per effet-
to degli eccezionali spaccati naturali costituiti dalle
numerose falesie, il proprio assetto geolitologico.
La geologia della Liguria tende a riassumere in breve
spazio le vicende geologiche dell'intero territorio na-
zionale, in quanto si pu dire che non vi sia regione
italiana ove esista una tale quantit e diversit di roc-
ce tra loro associate per mutui rapporti genetici o dis-
sociate per puri eventi tettonici e stratigrafici. La com-
plessit dei fenomeni subiti dal territorio ligure sulla
scala dei tempi geologici ha indotto la multiformit co-
stitutiva degli apparati rocciosi e la fitta variazione di
aspetti litologici e paesistici, talch l'analisi ne risulta
spesso complicata e mal si presta a operazioni inda-
gative sintetiche.
Gli antichi studi di Rovereto ed Issel, cui hanno fatto
seguito moltissimi altri autori che si sono occupati pi
settorialmente della geologia ligure, hanno messo in
luce un quadro d'assieme, al di l delle ipotesi inter-
pretative, sufficentemente esatto e che, agli effetti
della presente trattazione, pu essere riassunto bre-
vemente (fig. 3).
La forma arcuata della Liguria attribuita all'affonda-
mento avvenuto nel Pliocene di un settore continenta-
le, precedentemente emerso e gi impostato nel suo
modellamento esterno, che si situava senza soluzio-
ne di continuit con le attuali sponde costiere nel
mezzo del Golfo ligure. Le valli ora sommerse, come
ad esempio i cosidetti Canyon del Bisagno del Pol-
cevera, ne sono una testimonianza. Tale situazione
paleogeografica Individua, oltre l'aspetto esterno
pressapoco arcuato delle due riviere, anche una sud-
divisione ben precisa in rapporto alla costituzione
geologica della regione la cui cerniera dell'arco, ubi-
cata immediatamente a ovest di Genova, costituisce
anche la linea di separazione geologica delle rocce di
origine alpina da quelle di origine appenninica.
Tale suddivisione non casuale e nemmeno ipotetica
in quanto diverse sono state le vicende orogenetiche
che hanno portato alla formazione dell'ossatura alpi-
na ad ovest ed appenninica ad est di Genova. Se da
un punto di vista strettamente geografico le Alpi si
considerano terminate al Colle d Cadibona, tale ter-
mine non vale pi sotto il profilo puramente geologi-
co, in quanto la diversit di origine dei terreni liguri
nel loro complesso appare assai evidente se ci si spo-
sta ad est o ad ovest della linea ipotetica Sestri
Ponente-Voltaggio che costituisce appunto il contat-
to tra i due grandi complessi litologici e, la cerniera
dell'arco ligure menzionata.
Pi in particolare, a partire dal confine francese e pro-
cedendo verso La Spezia, si possono racchiudere in
schema i termini litologici fondamentali.
La provincia di Imperia e parte di quella di Savona fino
ad Albenga e Ceriale costituita monotonamente dai
terreni sedimentari del cosidetto flysch della Rivie-
ra di Ponente, intendendo per questo una serie alter-
nata e ripetuta di arenarie, calcari e argilloscisti cui si
sovrappongono, in discordanza stratigrafica con po-
tenze talvolta notevoli (ad es. a Ventimiglia), alcuni lo-
calizzati complessi conglomeratici ed argillo-sabbiosi
del Pliocene.
E' pi caratterizzato dalla fascia calcareo-arenacea il
tratto costiero compreso tra il confine francese ed
Ospedaletti, come anche il settore compreso tra Capo
Mele ed Albenga, mentre nella zona centrale corri-
spondente al Sanremese e all'imperiese prevale la fa-
cies argilloscistosa pi tenera ed erodibile.
Da Ceriale fino a Spotorno esiste una pi limitata fa-
scia di terreni del secondario caratterizzati in preva-
lenza da quarziti e calcari dolomitici triassici, pur con
qualche interruzione dovuta all'emergenza di terreni
pi antichi. Questi litotipi hanno dato origine, per in-
trinseca tenacit e resistenza alla abrasione marina,
alle stupende falesie costiere della Caprazoppa, di M.
Mao, del Malpasso, di Capo Noli ecc. e di calcari dolo-
mitici costituito lo stesso isolotto di Bergeggi
(fig-4).
Il settore successivo, comprendente l'area costiera
del Savonese da Bergeggi ad Albissola, abbraccia la
serie di terreni pi antica di tutta la Liguria individuan-
do rocce di tipo cristallino come graniti, gneiss, porfi-
roidi con un vasto e complicato corredo di scisti quar-
zosi, filladici e sericitici di et permo-carbonifera. Su
di essi, specie nell'area d costa fra Vado e Savona, si
sono depositati in tempi assai pi recenti banchi di ar-
gille, sabbie e secondariamente conglomerati del
Pliocene.
Oltre Albisola, il settore tra Celle e Varazze compren-
de le ben note facies conglomeratiche con intercala-
zioni sabbiose e marnose dell'Oligocene. La costa in
questi tratti caratterizzata in verticale, ovverossia in
falesie, ove prevalga la tenacit tipica del conglome-
rato; per contro si spezzetta minutamente ove l'ero-
sione ha agito selettivamente sulle sabbie o sulle
marne meno cementate della stessa formazione.
Da Varazze a Sestri Ponente il cambiamento litologi-
co, nell'approssimarsi della linea di separazione tra
sistema alpino ed appenninico, ancora pi netto
emergendo ivi il grande complesso dei calcescisti
con pietre verdi, caratterizzato da un'incredibile
successione e variazione di rocce eruttive e metamor-
fiche in stretta dipendenza genetica e fitta ripetizione.
Tali sono i gabbri, le serpentine, le quarziti e i calce-
scisti posti fra Varazze ed Arenzano e le prasiniti, anfi-
boliti ed ancora i calcescisti che caratterizzano pi
propriamente il Voltrese ed il Pegliese.
Al di l della linea Sestri-Voltaggio il mutamento del-
le condizioni nella genesi geologica dell'ambiente li-
gure appare marcato e brusco poich l'anfiteatro di
Genova e tutta la Riviera di Levante fino a Deiva sono
impostati, nella fascia costiera, sul grande complesso
dei calcari marnosi e degli argilloscisti di et creta-
cea. La massima parte di questo tratto di costa rivela
l'emergenza da Genova a Chiavari dei calcari marnosi
che si presentano in bancate potenti sovente affaccia-
te in falesia sul mare. L'unica interruzione alla conti-
nuit di sviluppo di questo vasto orizzonte costituita
5
3- Schema del substrato roccioso costiero ligure.
A - Spiaggia ed isolotto di' Bergeggi. Il tappeto litoraneo, data la
scarsit degli apporti naturali per detrizione delle sovrastanti fale-
sie, in eguilibrio assai instabile.
5- La falesia del promontorio di Portofino costituita da conglomerati
dell'oligocene.
L'-'-
:
iU 1 - Conglomerati pliocenici ed oligocenici
ESI 2 - Calcari marnosi
ESi l 3 - Argilloscisti e calcari marnosi
Lv~^i A - Argilloscisti
m 5 - Argilloscisti ed arenarie
USI 6 - Arenarie
E i a 7 - Calcescisti e prasiniti
EE3 8 - Calcari dolomitici, quarziti ed anageniti
9 - Serpentine, serpentinoscisti e gabbri
10 - Diabasi, gabbri, serpentine, oficalciti
mWI 11 - Gneiss, graniti, porfiroidi e scisti quarzo-sericitici
. . . . . 12 - DirettriceSestrPon.-Voltaggio
3
[
6-Arenarie in strati raddrizzati a Punta Mesco.
dai pittoreschi conglomerati pol genici della parte pi
esterna del promontorio di Portofino (fig. 5).
Tra Chiavari e Deiva ai calcari subentrano le alternan-
ze di argilloscisti ed arenarie quarzose, i primi localiz-
zati su strutture morfologiche collinari o pseudopia-
neggianti, le seconde, pi tenaci, sui promontori a
picco sul mare {Rocche di Sant'Anna, Penisola di se-
stri Levante, Punta Manara, Punta Baffe, ecc.).
Il settore di costa oltre Deiva comprese le Cinque Ter-
re risulta articolatissimo per variet e costituzione
rocciosa, derivandone singolari aspetti di notevole va-
lidit paesaggistica. Tra Bonassola e Levanto preval-
gono le rocce verdi caratterizzate da gabbri, oficalci
serpentine e diabasi; dopo Levanto riemergono gii ar-
gilloscisti cui segue a Punta Mesco la bella falesia in
arenarie; si hanno infine ancora, per il restante tratto
delle Cinque Terre, alternanze di argilloscisti, areno-
scisti ed arenarie, queste ultime di costante presenza
tra Manarola e Riomaggiore e spesso in affioramenti
suggestivamente stratificati e coloristicamente inseri-
ti nel paesaggio circostante (fig. 6).
L'estremo lembo della Liguria, ovverossia l'anfiteatro
spezzino, si differenzia dalle precedenti formazioni in
quanto attribuito al complesso della serie toscana
che fa capo ad una successione ininterrotta di terreni
compresi tra il Trias e l'Oligocene. Interessanti sono
in questa facies i calcari dolomitici grigio chiari di Por-
tovenere e Montemarcello nel cui ambito si trova il fa-
moso marmo portoro, mentre sulla sponda opposta
(S. Terenzo, Lerici e Fiascherino) affiorano le quarziti
e gli scisti policromi.
2. Cenni di geomor f ol ogi a cost i er a
L'aspetto attuale della costa ligure il risultato di mol-
teplici azioni sviluppatesi in modo differente in dipen-
denza della variet dell'ambiente geologico descritto.
La costituzione petrografica regionale e la successio-
ne di alcune vicende geologiche importanti sono
quindi l'elemento base su cui si sono inseriti i passati
ed attuali agenti del modellamento esterno: vento,
ondazione, correnti, erosione e trasporto fluviale e
marino, detrizione, franosit, intervento umano.
In semplici parole si pu affermare che ad un assetto
geologico precostituito ed a una morfologia esterna
relativamente prossima a quella attuale soprattutto
per quanto riguarda il modellamento delle valli e dei
monti, ha fatto seguito, nell'ere geologiche pi vicine
alla storia dell'uomo e cio nel Pliocene e nel Quater-
nario, una pi precisa definizione dei limiti costieri li-
guri (fig. 7).
Si tenga presente che tali limiti sono, nell'ambito di
tutti fenomeni evolutivi dovuti al modellamento del
suolo, i pi suscettibili nei confronti di una pur minima
variazione delle cause concorrenti alla loro formazio-
ne e di conseguenza appaiono tanto pi evidenti, per
le potenti azioni del moto ondoso, le eventuali muta-
zioni delle linee di riva. Non si pu quindi comprende-
re la configurazione attuale della costa ligure, n la
formazione delle spiagge e delle falesie, se non ci si
riferisce ai processi avvenuti durante l'era Pliocenica
e Quaternaria in particolare. In quest'ultima era le
espansioni ed i ritiri glaciali hanno giocato un ruolo di
enorme importanza rispettivamente sulla regressione
e sull'aumento del livello medio del mare (fig. 8).
Oggi non possibile apprezzare, sulla scala dei tempi
umani, simili processi di ritiro e di avanzamento es-
sendo i nostri sensi e le nostre osservazioni limitati a
stabilire spostamenti di linea di costa dovuti solo ad
influenze meteorologiche. In pratica, sfuggendoci per
limitatezza sensoriale l'evoluzione a grande scala,
possiamo registrare esclusivamente le variazioni ci-
cliche di una spiaggia in relazione ai fenomeni contin-
genti del modellamento esterno ed inoltre i dati a di-
sposizione spesso non risalgono a pi di cento anni
addietro. E' dunque logico ricostruire la storia della
costa ligure al fine di inquadrare i motivi per cui essa
si presenta cos com' e non diversamente.
La successione di capi e promontori racchiudenti trat-
ti di costa ben frastagliata ed articolata in strapiombi e
valloni che appaiono sprofondare in mare, caratteriz-
za in modo continuo tutto l'arco delle riviere liguri e
tale estrema spezzettatura del profilo esterno costie-
ro individua tendenzialmente una morfologia di tipo
giovanile configurante un ambiente fisico lontano dal-
l'aver raggiunto l'equilibrio.
E' chiaro, dunque, che attualmente l'erosione risulta
il motivo principale dell'evoluzione costiera ligure.
Inserite in un sistema di coste prevalentemente a pic-
co sul mare le spiagge liguri appaiono spesso circo-
scritte alle esigue zone ove gli appianamenti costieri,
di assai modesta entit, si sono potuti instaurare per
maggior tenerezza dei substrati rocciosi e soprattutto
per ingressione marina pliocenica e quaternaria all'in-
terno di valli in parte gi preformate. La testimonianza
del fenomeno deriva dall'osservazione delle modalit
di sviluppo del reticolo idrografico ligure (fig. 9).
Gli apparati fluviali della Liguria alla brevit del rispet-
tivo corso e alla irregolarit del proprio regime, dovuti
7
7- Andamento ipotetico della linea di costa in Liguria durante il plio-
cene (in tratteggio).
Varazze
i el l e
. / ^ SAVONA
srgegg
V A .
*4
L'azione del mare nel quaternario si dunque svilup-
pata in apparati vallivi preesistenti e ha vieppi spia-
nato le dorsali montuose e depositato materiali nelle
attuali porzioni costiere delle valli. L dove ora esiste
la pianura terminale torrentizia, esisteva un'insenatu-
ra, anche profonda; viceversa sulle costolature mon-
tuose il mare tendeva per azione demolitoria a creare
spianate e terrazzi oggi pensili sugli appiombi costieri
(fig. 10).
La Liguria, nell'immediata vicinanza della costa e nel-
l'intervallo traO e 100/200 metri di quota, in gran par-
te costituita dall'alternarsi di spianate orografiche,
terrazzamenti e valli ereditate dal mare.
La formazione di molte spiagge legata a queste par-
ticolarit morfologiche e soprattutto ai larghi estuari
fluviali attuali dovuti all'ampliamento vallivo causato
dal mare pliocenico e successivamente ereditato dal
mare quaternario. Esempi classici di ampliature ter-
minali vallive si riconoscono nelle fiumare del Roja,
del Nervia, dell'Armea, dell'Argentina, de! Prino, del-
l'Impero, del Merula, del Varatello, del Sansobbia, del
Letimbro, caratterizzando pi fittamente le province
di Imperia e di Savona, ma non mancano tracce di tali
modellamenti anche nel genovesato tramite gli estua-
ri del Bisagno, del Polcevera e dell'Entella.
Tra Cogoleto e Nervi si assiste inoltre ad una succes-
sione quasi ininterrotta di terrazzi morfologici quater-
nari, tra cui eccezionale quello del promontorio di
Arenzano, mentre il modellamento del monte Portofi-
no derivato dal battente marino pliocenico.
Nella restante parte della costa, comprese le Cinque
alla vicinanza dello spartiacque principale alla linea
costiera, uniscono spesso nel tratto terminale in
prossimit della foce interruzioni brusche della pro-
pria pendenza fino a quel punto notevolissima. Tale
spezzatura netta del profilo degii alvei corrisponde
quasi sempre ad un appianamento e ad uno slargo ac-
centuato delle valli in vicinanza del mare e la cosa non
pu essere giustificabile se ci si riferisce al modestis-
simo sviluppo di tali corsi d'acqua e alla ristrettezza
del loro bacino. L'aspetto di questi ampliamenti vallivi
spropositati, attraversati su grandi letti ghiaiosi da tor-
renti spesso in secca, simile a quello delle fiumare
della Calabria e altrettanto simile ne la formazione
non tanto dovuta ai ciclo erosivo torrentizio, bens al-
l'antica ingressione marina che ha potentemente mo-
dellato le costolature montuose pi prossime al mare
e gi morfologicamente impostate da un reticolo idro-
grafico preesistente.
Nel Quaternario perci la linea di costa sub abbon-
danti oscillazioni o in avanzamznto, nei periodi glacia-
li, o in senso regressivo nei periodi interglaciali quan-
do il livello medio del mare subiva un innalzamento. In
precedenti tempi geologici, precisamente nel Plioce-
ne, il mare penetr anche pi profondamente nel con*
finente e scav le attuali valli terminali lasciandovi
spesso classiche testimonianze come i conglomerati
e le argille cos tipici nell'Imperiese e nel Savonese,
ma l'ingressione marina quaternaria che innalzan-
dosi sovente fino ad oltre cento metri rispetto all'at-
tuale livello ha rifinito il modellamento costiero come
oggi appare.
8
Andamento ipotetico della linea di costa in Liguria durante l'ulti-
ingressione marina quaternaria (in tratteggio).
Schema oro-idrografico del versante marittimo ligure.
9
10- Foce del Magra. La valle ora attraversata dal fiume stata mo-
dellata dal mare pliocenico e quaternario le cui linee di battigia si
situavano molto pi avanzate che non attualmente. Il livello marino
era inoltre alle quote massime delle pendici a sinistra.
10
Terre, scompaiono completamente i fenomeni di ter-
razzamento per riapparire in modo evidente nei golfo
di La Spezia.
Minore influenza ebbe il mare quaternario sulla for-
mazione delle grandi piane terminali del Magra e del
Centa, gi modellate pi o meno nei limiti attuali in et
pliocenica e successivamente colmate da depositi ti-
picamente alluvionali.
3. For mazi one del l e spi agge
Gli aspetti evolutivi degli apparati costieri su scala
geologica fin qui considerati rendono ragione anche
della formazione dei litorali sabbiosi e ghiaiosi liguri,
per la verit relativamente modesti e soggetti sovente
all'erosione essendo coinvolti nella morfologia di tipo
giovanile e perci tendenzialmente in arretramento di
gran parte dell'arco costiero (fig. 11).
Le spiagge liguri si sono dunque instaurate schemati-
camente nelle seguenti situazioni principali:
allo sbocco di valli estuariali precostituite e lascia-
te in eredit ai corsi idrici (es. Ventimigtia-Vallecrosia,
Arma di Taggia, Diano Marina, Albenga, Chiavari, La-
vagna, La Spezia);
in insenature preformate in et pliocenica e rima-
neggiate nel Quaternario (es. Latte, Ospedaletti, San-
remo, Varazze, Sestri Levante, RivaTr goso);
in insenature preformate nel Pliocene, ma con trat-
ti di costa gi emersi nel Quaternario superiore che
rappresenterebbero una morfologia di tipo fossile
(es. Cogoleto, Arenzano, Pr, Palmaro, Pegli);
ai piedi di falesie o di coste rocciose in genere a
sviluppo evolutivo giovanile (es. spiaggette del Fina-
iese, del Genovese fra Nervi e Rapallo, delle Cinque
Terre) (fig. 12).
L'evoluzione delle spiagge, e cio il bilanciamento tra
erosione e deposito, dovuta sommariamente alle
seguenti fonti primarie tra loro spesso collegate e dif-
ficilmente agenti in modo esclusivo:
alimentazione dei corsi d'acqua;
detrizione di coste rocciose ad opera del mare o
degli agenti atmosferici;
smantellamento e migrazione di depositi costieri
sciolti;
apporti colluviali, franosi e paleofranosi dalle pen-
dici costiere;
ondazione, correnti e trasporto per rotolamento o
in sospensione dei materiali sciolti;
azioni tettoniche, movimenti eustatici e orogeneti-
ci, variazione delle profondit dei fondali ecc.;
intervento umano.
Necessariamente tutti i precedenti motivi d'evoluzio-
ne, tranne l'ultimo relativo all'azione dell'uomo, agi-
rono tanto in passato come al presente, con la diffe-
renza che in passato lo sviluppo di ciascun sito era
soggetto esclusivamente a processi naturali evolven-
tisi secondo logiche dettate da pure leggi fisiche, pre-
valendo l'una o l'altra influenza a seconda delle circo-
stanze geologiche, geomorfologiche e meteomarine
non controllate, non incanalate e non deviate dalla
mano dell'uomo.
Esaminando pi in particolare i fattori evolutivi natura-
li delle spiagge liguri, cos legati alla struttura interna
ed esterna di ciascun sito, si pu notare come i singo-
li elementi che concorrono alla formazione o alla di-
struzione delle spiagge a loro volta interdipendano
strettamente.
Gli apporti dovuti all'erosione torrentizia sono cono-
sciuti in prevalenza laddove esistano i maggiori bacini
imbriferi, come quello di Albenga che rifornisce le
spiagge antistanti fino a Ceriale; ma casi simili sono
ben rari in Liguria, sia per la cortezza di sviluppo della
massima parte dei corsi idrici, sia perch le zone co-
stiere pianeggianti relative ai suddetti bacini sono sta-
te le prime ad essere occupate dall'uomo che, inse-
rendovi e dovendo proteggere le proprie attivit, ha
modificato profondamente l'assetto naturale degli al-
vei e dei versanti fimitrofi inducendo, a lungo andare,
una forte diminuzione o un annullamento dei trasporti
solidi alluvionali. E' il caso dei torrenti Armea ed Ar-
gentina nell'Imperiese o dell'Entella nel Chiavarese,
gi in epoca storica assoggettati ad inalveamenti arti-
ficiali e sopratutto ad estrazione di ghiaie e sabbie per
inerti da costruzione.
Altre spiagge di minori dimensioni sono spesso site
in punti ove gli apporti solidi dei torrenti sono irrisori
appunto per le limitate dimensioni dei corsi d'acqua.
Si vedano ad esempio le orlature ghiaio-sabbiose di
Ospedaletti, Sanremo, della costiera fra P.ta Santo
Stefano e P.ta San Lorenzo nell'I mperiese, di Celle
nel Savonese, di Bogliasco, Sori e Pieve Ligure nel
Genovese, delle Cinque Terre nello Spezzino. In que-
sti esempi le spiagge o sono ereditate dopo la regres-
sione marina nel Quaternario o si sono sviluppate per
altre cause e, nell'una o nell'altra circostanza, evolvo-
no a seconda dell'orientazione della costa rispetto ai
10
11 Principali aree costiere liguri di accumulo sedimentario sciolto
marino e fluviale, antico e recente (in nero).
12- La falesia in arenarie e arenoscisti delle Rocche di S. Anna tra
Cavi e Sestri Levante. L'abrasione marina al piede di simili bastioni
rocciosi e la degradazione naturale dei litotipi costituenti impongo-
no la gravitazione ed il deposito di notevoli quantit di materiali
massivi e ciottolosi sia nei fondali limitrofi che a fasciamento basa-
le delle pareti costituendo spesso zoccolature di elementi lapidei
grossolani ricorrentemente demolite e ricostruite dall'ondazione.
Varazze
i el l e
SAVONA
r geggi
O
''4
3 0
M
mari dominanti e regnanti e quindi a seconda della
maggiore o minore protezione rispetto alle ondazioni.
Inoltre il ripascimento, che i rispettivi magri corsi idri-
ci determinano in misura assolutamente insufficiente,
pu derivare allora dal rifornimento esercitato dalla
detrizione o dalla franosit dei pendii retrostanti o dal-
lo scalzamento dovuto all'energia dell'ondazione su
costaa picca, oppure pu mancare del tutto.
Si data, in passato, un'importanza notevole e forse
spropositata al rifornimento torrentizio, spesso inteso
come fattore unico per la formazione delle spiagge li-
guri.
Per quanto detto in precedenza, specialmente in rife-
rimento a molti arenili addossati a coste dirupate,
l'apporto torrentizio in pratica inesistente, senz'alro
ridimensionabile in molti altri casi e, in Liguria, ricon-
ducibile alle poche aree dove gli apparati idrici abbia-
no una certa rilevanza. Purtuttavia l'inalveamento arti-
ficiale, l'imbrigliamento, la sistemazione dei versanti
vallivi per usi agricoli o civili, l'urbanizzaione delle
aree di fondovalle, l'estrazione degli inerti dagli alvei,
sono tutti elementi che hanno diminuito considerevol-
mente gli apporti torrentizi anche e proprio ove essi
risultavano pi cospicui.
Un fattore a torto trascurato da molti specialisti, ma
certo di rilievo nello stadio giovanile dell'evoluzione
morfologica costiera e collinare ligure, l'apporto d
materiali solidi per semplice erosione marina ai piedi
di falesie o per detrizione operata su rocce frammen-
tate e coperture sciolte o per franosit costiera impli-
cita e/o derivante dalle cause precedenti (fig. 13).
Purtroppo tale fattore non quantizzabile volumetri-
camente al pari del trasporto solido fluviale, data la di-
scontinuit degli eventi che lo manifestano, ma esso,
11
13- Paesaggio non modificato artificialmente sul litorale delle Cin-
que Terre. La franosit costiera accresciuta dallo scalzamento ba-
sale marino determina la formazione ed il mantenimento del tappe-
to ghiaioso litoraneo.
quando la perfetta fusione tra mare e costa non era
impedita da sovrastrutture artificiali, doveva giocare
un ruolo di enorme importanza per l'accumufo e la
successiva migrazione di materiali elaborati dal Mon-
dazione verso altri litorali o per la formazione, ove le
condizioni meteomarine lo permettevano, di spiagge
alla stessa base della costa precedentemente franata
o demolita. Non si possono spiegare diversamente la
formazione degli arenili di Chiavari (solo in parte do-
vuto all'Entella), di Moneglia, del Malpasso, di Vari-
gotti, di Capo Noli, di S. Donato, di Deiva, di Monte-
rosso, di Corniglia, ma in pratica si pu dire che tutte
le spiagge liguri, all'epoca della loro formazione, ab-
biano risentito direttamente o indirettamente dell'ab-
bondante rifornimento di detriti scalzati dal mare o in
esso franati da pareti rocciose in equilibrio instabile.
Ugualmente, lungo i corsi torrentizi, la franosit inter-
na doveva rappresentare un serbatoio infinito di mate-
riali trasportabili al mare, mentre la conversione cultu-
rale ed abitativa dell'entroterra ligure tesa a giusta-
mente proteggere le pendici montuose, risult in de-
finitiva un ostacolo a tale rifornimento naturale.
Un riflesso dell'opera demolitoria marina e dei sus-
seguenti franamenti costieri l'attuale perdurante ce-
dimento di molti tratti della strada statale passante an-
che a notevoli altezze e distanze rispetto alla battigia
e impostata su substrati gi predisposti ai collassi. Si
vedano i casi macroscopici di Capo Mele, Capo Cer-
vo, Capo Berta, Capo Madonna delle Grazie, del tratto
tra Bogliasco e Sori, in cui l'Aurelia, situata anche a
oltre cento metri di quota rispetto al livello marino,
soggetta a continui abbassamenti, se non crolli, del
proprio tracciato anche per il continuo richiamo erosi-
vo esercitato dal mare ai piedi delle falesie o scarpate
su cui impostato il tracciato stesso (fig. 14). Son
questi i segni di un processo naturale inarrestabile,
magari considerato anormale per i contrastanti sco-
pi dell'uomo e cio nell'ottica conservativa finalizzata
al mantenimento delle opere civili limitrofe alla costa,
ma che invece assolutamente normale se si accetta
la legge fondamentale che vincola la natura a demoli-
re per poter costruire (fig. 15).
Di questi elementari fatti fisici non pare che, al mo-
mento del decollo della Liguria come regione turistica
(quindi almeno cento anni fa), e del resto anche at-
tualmente, si sia mai tenuto conto vista l'impostazio-
ne dei grandi e piccoli insediamenti costruttivi addos-
sati ai litorali, in passato come al presente errata pro-
gettualmente e concettualmente (fig. 16).
Si riprenderanno in seguito, nella parte pi stretta-
mente tecnica e storica della trattazione, taluni aspet-
ti evolutivi degli arenili indotti artificialmente, che in-
dividuano la gravit della responsabilit umana nel-
l'urbanizzazione caotica, non solo attuale ma ben ad-
dietro negli anni, del litorale ligure.
Il motore necessario al perenne divenire del paraggio
marittimo , da ultimo, il mare con il suo moto ondoso
originato dai venti di traversia principale e seconda-
ria, con le correnti, con le proprie manifestazioni dina-
miche diverse a seconda della tdpografia dei fondali e
dell'orientazione della costa.
Poich il problema meteomarino riveste un aspetto si-
gnificativo delle modificazioni indotte sulle spiagge li-
guri ed attiene al settore previsionale-statistisco del-
l'idraulica marittima, sar a tale problema riservato un
capitolo apposito.
4. Cau s e di nami co-st r ut t ur al i nel l ' evol uzi one del l e
ar ee cost i er e.
Un motivo a parte, tra tutti quelli fin qui considerati, e
pi sfuggente a normali osservazioni esterne riguarda
l'influenza del geodinamismo sull'intera struttura del
versante marittimo ligure.
Il problema coinvolge, nella complessit degli indizi e
delle interpretazioni, i processi di innalzamento o
subsidenza, delle masse crostali liguri emerse o som-
merse racchiuse nell'intero golfo compresi gli alti
fondali e le dorsali alpine ed appenniniche. E' chiaro
che fenomeni simili, di rilevanza assai pi grandiosa
che non le semplici azioni degli agenti modellatori
esterni, hanno effetti di enorme portata anche sulla
progressiva variazione dei litorali e, se pure non da-
to di poterli avvertire direttamente, meritano certo di
essere citati nelle loro modalit di sviluppo.
L'Istituto di Geologia dell'Universit di Genova, la Sta-
tion de Godynamique sous-marine di Ville franche-
sur-mer e l'Istituto Idrografico della Marina si sono oc-
cupati molto specialisticamente del problema ed han-
no prodotto i risultati che si vogliono qui di seguito
sintetizzare (fig. 17).
a) La piattaforma continentale ligure incisa da un
susseguirsi di valloni sottomarini orientati ortogonal-
mente alla costa (Canyon del Polcevera, del Bisagno,
di Vado ecc.)che contrastano con Mandamento subpa-
rallelo al profilo costiero del grande Canyon della Ri-
viera di Levante che va da Genova al promontorio di
Portovenere.
b) La piattaforma, di estensione limitata tra Savona e
12
14- Rocche di S.Anna. L'Aurelia, continuamente erosa, viene pro-
tetta con gettate di massi in scarpata, senza poter impedire la pro-
secuzione dei franamenti sia della sede stradale sia delle difese
stesse.
15- Le strutture difensive a mare e le stesse opere civili vengono
sottoposte, per eccessivo addossamento alla battigia, alla violenta
azione delle mareggiate.
16- Esempio di errato inserimento urbanistico sulla costa tra Deiva
e Moneglia. L'azione del moto ondoso contrastata in modo insuf-
ficiente ed anzi esaltata dalle gettate di massi alla base delle falesie
e delle discariche nell'ipotesi di difendere strutture abitative impo-
state a sbalzo sul mare.
14
La Spezia, si riduce sensibilmente oltre Savona per
riapparire nell'I mperiese.
c) Le scarpate oltre tale piattaforma, a partire dai
150/200 mt. di profondit, sono assai ripide raggiun-
gendo in pochi chilometri i 600/1000 mt. di profondit
ove si situano i declivi continentali e le successive
piane abissali.
.d) Le strutture sottomarine citate individuano un si-
stema di grandi faglie orientate in senso Nord-Sud
nella zona dei canyon genovesi ed in senso Ovest
Nord Ovest-Est Sud Est fra il Tigullio e Le Spezia.
Queste linee tettoniche si intersecano dando luogo a
protuberanze e gradoni che spezzano la continuit
del declivio sottomarino.
e) Le faglie possiedono tendenzialmente una conti-
nuit con il continente cosicch la gradonatura, spe-
cie per l'Appennino orientale, prosegue nell'entro-
terra.
f) I principali contatti tettonici menzionati possono
essere attualmente considerati attivi, ossia ipotizza-
to che lungo di essi si producano movimenti relativi
fra masse crostali del continente e dei fondali marini o
anche nell'ambito di ciascuna unit geografica.
g) La riduzione degli orizzonti geologici del Pliocene
dal confine francese fino alla loro scomparsa imme-
diatamente a Est di Genova e il loro ritrovamento solo
in fondali marini della Riviera di Levante avvalora le di-
slocazioni subite e forse continue di quest'ultimo trat-
to di costa.
h) Dall'esame dei sedimenti e dei modellamenti ope-
rati nel Quaternario (v. terrazzi ed insenature) possi-
bile ricostruire uno spostamento della linea di costa
verso mare nel tratto Genova-Sestri Ponente, una leg-
gera regressione nel tratto Genova-Portofino, una pi
accentuata regressione nel tratto Portofino-Isola Pai-
maria.
16
In conclusione, essendo dimostrato (Rehault) l'innal-
zamento della piattaforma costiera tra il Nizzardo e la
vicina Riviera di Ponente, le differenzazioni da questo
tipo di comportamento tettonico derivano dalle aree
comprese tra Savona e Genova e tra Genova e
La Spezia. La linea di separazione tra queste
aree in ipotesi costituita dal Canyon del Bisagno
per cui nella Riviera di Levante si avrebbero fenomeni
di subsidenza impostati su fasci di faglie sottomarine
subparallele alla costa, mentre ad Ovest, cio tra Sa-
vona e Genova, la zona sarebbe compresa tra le
13
17 - Struttura tettonico-morfologica della piattaforma continentale
ligure e dell'entroterra costiero.
v y >
'- . 1 - Andamento schematico dal limite della piattaforma continenta-
le (attorno all'isobata 200)
2 - Assi dei principali canyons sottomarini
3 - Linee tettoniche principali
due tendenze estreme e ne bilancerebbe i risultati
provocando una subsidenza verso mare e forse un
sollevamento verso terra.
Da questi studi si pu rilevare la spiccata propensione
al dinamismo geologico dell'intero arco costiero ligu-
re, tuttora evolventesi forse per distensione delle at-
tuali grandi superfici di discontinuit tra le masse roc-
ciose rappresentate dalle faglie regionali e il ciclo de-
gli accumuli di sedimenti sulla piattaforma continenta-
le sommersa associato al franamento degli stessi ai
bordi di quest'ultima sulla scarpata e nei canyons sot-
tomarini.
Non esula da questo fondamentale aspetto evolutivo
generale il riferimento alla sismicit della Liguria, no-
tevole nella Riviera di Ponente con punte massime a
Sanremo e a Diano Marina, sensibile tra Savona e Ge-
nova, pi modesto nella Riviera di Levante che risente
di una sismicit localizzata nell'entroterra spezzino e
della Lunigiana.
Per le ragioni fin qui esposte non deve sfuggire, nel
contesto di avanzamenti e regressioni della linea co-
stiera ligure non sempre imputabili alle sole azioni
modellative esterne, il problema di una evoluzione
endogena molto pi importante e che trasmette effetti
non quantizzabili nella limitata scala dei tempi umani,
ma certo costanti e influenti sul profilo dei fondali co-
me sull'ossatura dei rilievi.
Resta implicito che studi di tal genere debbano conti-
nuamente essere sviluppati ed approfonditi poich
dalla loro maggior definizione nei riguardi del proble-
ma costiero ligure si potranno sicuramente trarre con-
clusioni tecnico-econom che-programmatorie di
enorme rilevanza pratica.
14
L'intervento umano sulle
coste liguri
1. Gener al i t
Tra i fattori evolutivi citati nel capitolo sulla formazio-
ne delle spiagge l'intervento dell'uomo quale ele-
mento modificatore dell'assetto costiero stato sem-
plicemente elencato per dedicarvi ora una trattazione
separata.
Lo scopo quello di riassumere quanto ha significato
per l'ambiente litoraneo ligure l'inserimento ormai
secolare di alcuni grandi servizi come la linea ferro-
viaria e stradale oppure, successivamente, la crescita
progressiva del modellamento urbanistico dei paesi
costieri in dipendenza della vocazione turistica del si-
to (fig. 18).
Si dir dapprima che l'uno e l'altro elemento modifica-
tore, di cui oggi lamentiamo l'errato indirizzo pro-
grammatico, ha rappresentato la perturbazione dell'e-
quilibrio naturale agente in mutuo scambio tra mare e
costa.
L'impostazione dei tracciati ferroviari e stradali, risa-
lente allo scorso secolo, ha investito, nella logica di
un mal calcolato risparmio, un ambiente praticamente
vergine quale allora era la fascia litoranea ligure, po-
nendo le proprie strutture artificiali spesso a diretto
contatto con le spiagge o addirittura sopra a queste
ed interrompendo definitivamente la continuit del le-
game strutturale morfologico pendio-lido-mare. A
questa interruzione hanno fatto seguito la mancata
demolizione e ricostruzione per via naturale delle
spiagge, il mancato smantellamento delle rocce dalle
falesie, l'ostruzione dei rivi, lo sbarramento esercita-
to nei confronti degli apporti detritici gravitati dai pen-
dii.
Lo sviluppo turistico, oltre all'edilizia caotizzata degli
ultimi anni, gi in passato ha imposto come necessa-
rie una serie di opere sempre pi addossate alle
spiagge e sempre pi tese ad occupare ogni metro di
litorale quanto pi cresceva la domanda di tali struttu-
re, nel tentativo, forse in buona fede da parte di molti
amministratori, di cercare una valorizzazione ad ogni
costo della rispettiva fetta di territorio e nell'ipotesi
che lo sviluppo economico-turistico non si sarebbe
mai arrestato. Naturalmente la crescita delle attrezza-
ture edilizie e balneari, economicamente logiche nel-
la loro illogicit progettuale, seguiva di pari passo il
grave sbaglio localizzativo dei grandi servizi stradali e
ferroviari dovendo situarsi, per convenienza, a ridos-
so di questi (fig. 19).
Si assiste ad esempio spesso in pochi metri di profilo
trasversale di una qualsiasi localit marina alla fusio-
ne in perfetto sincronismo e parallelismo di passeg-
giata a mare, ferrovia e strada statale impostate diret-
tamente su aree ove prima esisteva la sola spiaggia in
continuazione con l'abitato.
Negativamente famosi agli effetti erosivi degli arenili
sono proprio le passeggiate a mare, le rotonde, gli
stabilimenti balneari ben sopraelevati, per ossessiva
ricerca di effetti panoramici, su quanto resta della
spiaggia sottostante e offrenti, nella loro rigidezza
strutturale parallela alla costa, un ostacolo dirompen-
te all'azione dei frangenti che in precedenza dissipa-
vano la loro forza lungo un ampio lido regolarmente
inclinato (fig. 20).
18- Fusione tra strutture edilizie e manufatto ferroviario a Borghet-
to S. Sprito. La spiaggia deve essere ricostituita con ripascimenti
artificiali e stabilizzata con pennelli. Nel 1933 l'arenile era scompar-
so ed il mare batteva contro il rilevato ferroviario visibile in foto.
19- Scomparsa del Lido di Chiavari in corrispondenza dei muri pa-
raonde della passeggiata a mare.
19
Naturalmente l'accresciuto fabbisogno edilizio e l'e-
spansione degli insediamenti lungo i fondovalle han-
no, per altro verso, contribuito al depauperamento
delle spiagge. Negativi oltre ogni limite per il mancato
rifornimento di materiali sciolti sono stati gii influssi
esercitati per anni dall'estrazione di sabbie dei tor-
renti liguri e dagli stessi arenili.
Il regime dei torrenti liguri poi stato alterato dall'im-
permeabilizzazione degli alvei, delle rive e dei versan-
ti dovuta alle arginature, alle briglie, alle reti stradali
15
20- Pietra Ligure. Le sporgenze panoramiche artificiali limitano l'e-
stensione del lido e costituiscono un'ostacolo rigido al libero
espandersi dell'ondazione.
21 - Dighe frangiflutti a Chiavari.
22- Schema dei tracciato ferroviario in Liguria.
23- Occupazione totale del litorale da parte delle strutture ferrovia-
rie a Corniglia- La spiaggia emerge nel tratto in cui la linea FF.SS.
assente.
asfaltate ed alla fittezza dell'edificazione accalcata
sulle sponde fluviali.
I risultati di simili direttrici programmatiche non si so-
no fatti attendere e gi nel secolo scorso molti comu-
ni costieri lamentavano non solo l'erosione continua
delle rispettive spiagge, ma anche la minaccia diretta
degli abitanti e delie strutture artificiali aderenti alla
costa. Allora, come oggi, sono state spesso chiamate
in causa per spiegare i danni le mareggiate eccezio-
nali, intendendo per esse fenomeni mai riscontrati a
memoria d'uomo, senza comprendere che l'eccezio-
nalit degli eventi naturali individua sempre, come di-
mostrato statisticamente, un ripetersi di condizioni
meteorologiche e fisiche agenti periodicamente con
massimi e minimi ripetuti in ciclo. Tale addossamento
di colpe alla natura, al caso ed alla fatalit, tutt'ora
un comodo alibi per mascherare le responsabilit
umane in merito alla violenza artificialmente indotta
sulla natura stessa la quale non pu fare altro se non
continuare ad agire secondo le proprie ferree regole.
Di conseguenza, anche per il paraggio marittimo,
l'uomo tende ad identificare i danni subiti con incle-
menza di una natura avversa, quando essi rappresen-
tano invece i puri effetti di una.normale azione fisica.
In parallelo con il malaccorto sviluppo urbanistico del-
la costa ligure crescevano dunque anche le occasioni
di danneggiamento alle strutture litoranee ad opera
del mare, ragion per cui apparsa in tutta evidenza la
necessit di proteggere verso mare gli insediamenti
artificiali pi prossimi al lido, anche in questo caso
spesso nell'ipotesi assurda di considerare malato il
mare e non le modificazioni su esso instaurate
{fig. 21).
L'ansia di arginare la forza dell'ondazione imponeva
gli interventi nella distorta prospettiva di salvaguarda-
re esclusivamente il manufatto e non invece la spiag-
2t
gi antistante quando solo quest'ultima, se mantenu-
ta di ampiezza utile, avrebbe potuto rappresentare la
migliore difesa. Guasti paurosi e ripetuti nel tempo
sono derivati da simili false ed insistite protezioni e
non da molto ci si accorti che la scelta di difese ade-
renti alla struttura posta in vicinanza della riva, alme-
no nei riguardi dell'ambiente costiero ligure, risultano
deleterie tanto per le spiagge quanto sovente per (e
opere stesse.
La creazione di pennelli subperpendicolari alla costa
in funzione di stabilizzazione e ripascimento degli
arenili ebbe per contro pi difficolt ad imporsi anche
per evidenti carenze tecnologico-costruttive dei tem-
pi passati, ma non sempre la loro adozione si esercit
in termini corretti non mancando, anche in questo ca-
so, vari esempi di insuccesso.
La corsa alla difesa delle strutture e, in seguito delle
spiagge, port all'alternarsi di soluzioni di ogni gene-
re in tutto l'arco ligure sia nella malintesa opinione
che un risultato buono in un sito dovesse sortire un
uguale effetto in un altro, sia nella improvvisazione
degli interventi, in entrambi casi senza considerare
l'assoluta necessit dell'indagine scientifica su cia-
scun paraggio prima di passare alla fase progettuale
ed esecutiva.
La Liguria attualmente orlata in tutto il suo sviluppo
costiero da ogni tipo di difesa a mare: scogliere ade-
renti, muraglioni, pennelli, isole, moli orientati in ogni
direzione, discariche, riempimenti, dighe frangiflutti,
e tutte queste opere si dispongono sovente in alter-
nanza ed in associazione nella medesima localit in-
tenzionalmente da proteggere. In gran parte tutto ci
rappresenta un segno dell'abbondante caos tecnico-
amministrativo nell'affrontare il problema e, purtrop-
po, costituisce la testimonianza pi palese che il re-
gresso delle spiagge liguri perdurante; viceversa
22
corrisponde a verit che di opere di difesa ci sarebbe
meno bisogno se gli equilibri naturali non fossero sta-
ti, forse pi in passato che al presente, irreversibil-
mente alterati.
2. Il t r acci at o f errovi ari o
Uno degli elementi perturbatori, forse il maggiore, nel
paesaggio e della morfologia litoranea ligure fu ed
tutt'ora, nonostante alcune varianti,' la costruzione
della linea ferroviaria che dal confine francese si svi-
luppa fino alla Spezia per una lunghezza di circa 250
chilometri (fig. 22).
Di tale sviluppo, in origine, 112 chilometri, ossia il
45%, erano ubicati a poche decine di metri dal mare,
sia pur compresi in essi i tratti correnti in galleria o ad
altezze notevoli rispetto al livello del mare.
Tra Genova e il confine francese su 158 km. di traccia-
to, ben 94 (59%) si situavano in aderenza alla costa,
mentre tra Genova e La Spezia su 90 km. I tratti prospi-
cienti al mare ammontavano a 18 km. in totale (20%).
In successione da Ovest verso Est i percorsi interes-
sati dall'adiacenza al litorale erano i seguenti: Confi-
ne francese-lmperia, Cervo S. Bartolomeo-Pietra Li-
gure, Savona-Genova Pegli, Nervi-Recco, Zoa-
gli, Chiavari-Sestri Levante, Riva Trigoso-
Riomaggiore.
Che il progetto ferroviario, elaborato pi di cento anni
fa, fosse un grave errore di strategia territoriale non
fu solo il mare ad accorgersene, ma le stesse popola-
zioni rivierasche che, tagliate fuori dai rilevati ferro-
23
viari nelle loro attivit marinare esplicate sulla spiag-
gia interrotta ed occupata, spesso osteggiarono vio-
lentemente la costruzione della strada ferrata, come
ad esempio a Celle e ad Albisola.
Anche il giudizio dei tecnici attuali delle Ferrovie dello
Stato come r i ng. Scatena pone in risalto la scarsa av-
16
17
24 - Alcuni tipi di muri d sostegno del rilevato ferroviario costruiti
direttamente sull'arenile e comunemente adottati dalle FF.SS. nel
tratto Genova-La Spezia.
24
vedutezza dell'ubicazione. Di tale autore merita ripor-
tare integralmente alcuni passi derivati dalla sua pre-
gevole opera La difesa dal mare delle linee ferrovia-
rie: i soliti criteri di massima economia, peraltro im-
peranti con troppa frequenza in ogni epoca della sto-
ria ferroviaria, e non sempre razionalmente giustifica-
bili, ma molto comodi per chi li applica perch finisco-
no sempre per scaricare sui successori le onerose
conseguenze di un tale sistema, hanno spinto proget-
tisti e societ costruttrici, ad adottare per queste li-
nee costiere tracciati meno costosi, evitando il pas-
saggio di molti tratti in galleria, come sarebbe stato
naturale prevedere a causa della pericolosa vicinanza
del mare o della presenza di zone in frana, e proget-
tandoli invece allo scoperto, spesso nelle vicinanze
degli arenili o addirittura su questi. Tale sistema, se
ha permesso un'economia all'atto dell'impianto delle
linee, ha dato luogo successivamente a spese note-
voli per la costruzione e manutenzione di opere di di-
fesa del mare che indubbiamente hanno comportato
per l'Azienda, nel loro complesso, oneri certamente
maggiori di quelli che si sarebbero sostenuti per dare
un tracciato pi sicuro alle linee stesse (fig. 23).
Le opere di salvaguardia dei rilevati, cui fa riferimento
ri ng. Scatena, sono le cosiddette difese aderenti al
manufatto e sono rappresentate da muri, berme e
scogliere radenti, tese a proteggere la linea dalf'on-
dazione e che sortono normalmente l'effetto opposto
di ricevere totalmente l'energia d'urto dei marosi con
la conseguenza che simili difese non sono mai dure-
voli nel tempo, ma abbisognano viceversa di continui
tamponamenti, ricariche o rifacimenti (fig. 24).
Dice ancora r i ng. Scatena: Molti tratti di linea, che
oggi sono a diretto contatto col mare, all'epoca della
loro costruzione si trovavano a notevole distanza dalla
linea di battigia e nessuna opera era stata allora previ-
sta, in quanto Carenile stesso, con la sua ampiezza, \
costituiva una naturale valida protezione in caso di j
mareggiate. Il concetto espresso pu intuitivamente
spiegare l'erosione accelerata di molte spiagge liguri
derivante dall'incomprensione del meccanismo delle ;
maggiori ondazioni che, superando tutto il lido, pote-
vano benissimo raggiungere la barriera rappresentata
dal muro del rilevato ferroviario o dalla scogliera artifi-
ciale sottostante, in occasione della massima inten- ;
sit di traversia, battendo violentemente sulle rigide \
strutture, ritornando sul lido con altrettanta violenza e |
trascinando indietro per risacca le sabbie scalzate \
(fig. 25).
Nel 1967 le opere di difesa a mare delle linee ferrovia- \
rie erano valutate, nel loro complesso e per tutto il \
territorio nazionale, attorno ai 150 miliardi, cifra che }
ragguagliata ai costi odierni dovrebbe essere almeno
doppia e che in ogni caso stata ed tutt'ora sogget- \
ta ad incremento per la continua necessit da parte \
delle FF SS di rinnovare, potenziare o ricostruire le di-
fese in perenne demolizione. \
Tra i tratti di linea ferroviaria pi esposti alle mareg- ]
giate e pi volte danneggiati emergono, avuto riguar- ]
do anche degli avvenimenti succedutisi nel tempo, i
percorsi tra Ospedaletti e Bordighera, tra Ceriate e |
Loano, tra Celle ed Albisola, tra Cogoleto e Vesima, j
tra Voltri e Pegli, tra Lavagna e Cavi, tra Moneglia e j
Deiva, ma altri punti pi localizzati hanno patito o pati- |
scono le conseguenze della poco avveduta ubicazio- \
ne dei manufatti ferroviari e della dannosa impotenza J
delle difese degli stessi. |
La conferma dell'insostenibilit della situazione, nel |
perdurare dei dissesti in zone ben precise con la pa- j
rallela scomparsa degli arenili antistanti la linea ferro- j
25 - Berma del rilevato ferroviario a Lavagna. Si noti lo scalzamento
basale provocato dall'ondazione e la ricarica d massi sovrimposta
all'arenile nel punto crollato in seguito alle mareggiate del 1976 e
1977
26 - Costa tra Deiva e Moneglia. Gli antichi muri della linea FF.SS.
ora trasferita indicano chiaramente l'impostazione conservativa
delle strutture a detrimento della evoluzione naturale del sito, la cui
predisposizione franosa costituisce di per s una fonte di pericolo
per i manufatti, ma anche unottimo serbatoio per il rifornimento so-
lido delle spiagge antistanti e viciniori.
viaria, si avuta con lo spostamento interno di alcuni
tratti del tracciato, tali ad esempio le zone tra Voltri e
Vesima, tra Cogoleto e Savona, tra Moneglia e Deiva,
garantendo in tal modo le FF SS un servzio pi sicuro
e, oltrettutto, eliminando in quei punti il frequente e
scomodo intreccio tra la viabilit su rotaia e quella
su strada (fig. 26). In termini quantitativi la riduzio-
ne dei percorsi affacciati sul mare si pu stimare in
una quarantina di chilometri ed auspicabile che lo
spostamento della linea verso monte possa, nei limiti
del bilancio aziendale e statale, essere totalmente
compiuto a breve termine come da pi parti invocato.
E' forse ancora presto poter osservare se il trasferi-
mento del tracciato ferroviario dai punti interessati
dall'erosione marina ha indotto in loco un mutamento
benefico delle condizioni del litorale, ma possibile
che, oltre al fortunato recupero di spazi costieri, l'ab-
bandono delle vecchie strutture ferroviarie abbia con-
sentito al mare di riprendere in qualche caso la pro-
pria opera demolitoria e ricostruttiva senza essere
ostacolato dalle continue ricariche delle difese ade-
renti e di riapprovvigionarsi dei materiali occorrenti al-
ia costruzione dei lidi anche a scapito dei rilevati or-
mann disuso.
... . SffP
19
27- Principali zone di tangenza alla costa ligure delle strutture stra-
dali, urbane e balneari (in neretto).
Jarazz
i el l e
ergegg'
t
A onor del vero un contributo sostanziale al riforni-
mento di materiali sciolti elaborabili e trasportabili dal
moto ondoso e dalle correnti stato offerto dalle di-
scariche a mare, provenienti dall'escavazione delle
nuove gallerie, talvolta ubicate a ridosso della vecchia
linea abbandonata. Un'abbondante quota di ripasci-
menti artificiali per formazione di discariche a mare
inoltre da accollare agli scavi eseguiti per la costru-
zione dell'Autostrada dei Fiori e per il raddoppio della
Genova-Savona.
Anche all'epoca della costruzione dell'intera ferrovia
si ebbero sensibili ripascimenti di molte spiagge ligu-
ri per il versamento a mare degli smarrini di galleria,
ma questo fenomeno cess del tutto in pochi anni
quando le discariche si esaurirono ed anzi si ebbe,
con precisione temporale sintomatica, l'inversione di
tendenza che port alla scomparsa di alcuni arenili fa-
mosi.
3. La st r ada st at al e e l e oper e ac c es s or i e
Non mancano i casi in cui anche il tracciato stradale
dell'Aurelia e le strutture civili in fregio a questo, so-
prattutto nell'attraversamento dei centri costieri, han-
no avuto precise responsabilit nei riguardi del de-
pauperamento delle spiagge. La strada statale, aperta
pi o meno nei limiti attuali in epoca napoleonica e
successivamente ampliata e modificata, segue, nei li-
miti dovuti all'asprezza del territorio attraversato, il
profilo costiero, tenendosi pi vicina al mare net fon-
dovalle allo sbocco dei torrenti e all'intersezione con
gli abitati, pi alta o pi lontana sulle dorsali e sui pro-
montori.
L'Aurelia si nel tempo completamente saldata con
gli insediamenti costruttivi cresciutile intorno tanto
da rappresentare spesso simultaneamente la sede
del traffico veicolare, la strada principale del paese e
la passeggiata a mare.
Si cos verificato che gli ampliamenti dei tracciati,
sempre volti a guadagnare spazi a spese del litorale,
e l'affollamento di servzi attorno allo sviluppo strada-
le, ha indotto l'occupazione progressiva degli arenili il
cui limite era precedentemente costituito dall'antico
nucleo urbano. Si possono citare a titolo esemplifica-
tivo i casi di Varazze, Varigotti, Noli, Borghetto S. Spi-
rito, Alassio, Laigueglia, Diano Marina e Bordighera
nel ponente, di Recco, Rapallo e Chiavari nel levante
(fig. 27).
La sopraelevazione della viabilit primaria rispetto al-
la quota della spiaggia e la creazione delle passeggia-
te a mare, pur valide sotto il profilo scenografico, a ri-
dosso del lembo estremo dei depositi sedimentari co-
stieri, ha imposto l'erezione di strutture murarie di so-
stegno dei terrapieni parallele all'arco di costa sotte-
so e in molti casi la protezione delle stesse con getta-
te di massi aderenti. In altre situazioni si andati a
edificare insediamenti abitativi direttamente sulla
spiaggia, addirittura al d l della linea ferroviaria e
dell'Aurelia.
20
28- L'Aurelia tra Celle ed Albisola. Richiami erosivi fino al corpo
stradale a seguito dell'azione scalzante del battente marino ed inu-
tilit delle gabbionate protettive parallele alla costa anch'esse fra-
nate.
29- Frangenza violenta dell'ondazione contro strutture verticali im-
postate sul lido e fenomeni di risacca con successivo annullamento
del lido.
Naturalmente, vista l'esposizione dei siti alle azioni
meteomarine, si dovuto provvedere di fasciature
Protettive permeabili o impermeabili le strutture civili
eseguite. Situazioni simili si sono verificate non solo
recentemente come nei casi macroscopici di Pietra
aHH
U r e 0 d i B o r
9
n e t t o s
- Spirito, ma anche, ben pi
addietro negli anni, ad esempio a Lavagna e a Chiava-
n
(fig. 28).
Un simile modo di proteggere gli abitati ed i servizi
annessi ha ottenuto gli stessi effetti verificatisi sulla
linea ferroviaria adiacente il litorale, poich identica
in entrambi gli esempi era la tecnica adottata.
I casi pi frequenti d'insuccesso si sono avuti proprio
con l'adozione delle difese parallele aderenti in corri-
spondenza delle quali si pu individuare sintetica-
mente il seguente processo fisico: proiezione violen-
ta con frangimento dell'onda sulla difesa, zappatura
del lido, abbassamento dello stesso in corrisponden-
za della struttura protettiva, traslazione in sospensio-
ne o per trascinamento dei materiali, crescita degli ef-
fettid frangimento, regresso progressivo dei lido fino
alla totale scomparsa ed infine lesionatura o crollo
delle strutture artificiali (fig. 29).
Basti ricordare a questo proposito gli abbassamenti
dello zoccolo sabbioso ad Alassio dopo la costruzio-
ne delle passeggiate Regina Elena e Porto Salvo
(1906), il regresso pauroso della spiaggia tra Laigue-
glia ed Aiassio ove il mare attualmente lambisce in al-
cuni punti la stessa Aurelia, il contatto diretto del ma-
re con le bastionate di palazzi a Pietra Ligure e a Bor-
ghetto (1959), prima che vi si ponesse rimedio, i disa-
stri avvenuti a Riva S. Stefano dopo l'orlatura della li-
toranea con scogliere aderenti e la successiva spari-
zione della spiaggia (1933), i frequenti scalzamenti e
crolli del muro della passeggiata Labonia a Lavagna
(1960-71) nonch il deleterio effetto sulla spiaggia di
Chiavari delle strutture verticali del lungomare paral-
lelo alla stessa.
Si entrer pi particolarmente nel merito di questi ed
altri numerosi esempi nel corso dell'esame dei singo-
li paraggi.
21
Ondazioni e difese
30 - Mar Ligure occidentale. Rose stagionali e rosa annuale dello
stato del mare al largo (O.A.N.A.O.).
1. Dat i st at i st i ci sul l e ondazi oni nel mar Li gur e
Nel paragrafo vengono presentati per l'intero arco
della Liguria i dati statistici dello stato del mare che
costituiscono una delle informazioni fondamentali ai
fini dello studio delle interazioni del moto ondoso con
la costa.
Per l'esame delle condizioni meteo-marine dell'arco
della costa ligure si fatto riferimento alle seguenti
fonti:
a) Oceanographic Atlas of the North Atlantic Ocean;
b) osservazioni dell'Istituto Idrografico della Marina.
La fonte di cui al punto a) basata su rilevamenti del
moto ondoso, effettuati al largo nel Mar Ligure, a cura
del U.S. Naval Oceanografie Office, per un periodo
di 100 anni circa, su un campo di circa 100.000 osserva-
zioni.
Dalla elaborazione dei dati osservati sono state rica-
vate rose dello stato del mare in cui per ciascuna del-
le otto direzioni principali di provenienza delle onde
compaiono le frequenze medie percentuali delle di-
verse altezze d'onda. Quanto sopra stato effettuato
per ciascun mese e per le due zone Levante e Ponen-
te del Mar Ligure.
Le fonti di cui al punto b) sono basate su osservazioni
effettuate in diverse stazioni dislocate lungo la costa
ligure, precisamente a:
Bordighera: periodo di osservazione 4 anni;
Capo Mele: periodo di osservazione 10 anni;
Capo Noli: periodo di osservazione 5 anni;
Portofino: periodo di osservazione 6 anni;
Palmaria: periodo di osservazione 10 anni.
Le frequenze medie percentuali della forza del mare
sono state dedotte dall'elaborazione dei dati ricavati
da tre osservazioni giornaliere per ciascuna stazione.
Tali osservazioni sono fornite suddivise per ciascun
quadrante.
Nel presente studio, per una visione d'insieme del fe-
nomeno ondoso, i dati sono stati ulteriormente elabo-
rati al fine di ottenere rose stagionali e annuali dello
stato del mare.
Nei disegni allegati sono rappresentati detti risultati
dell'elaborazione dei dati sotto forma di rose dello
stato del mare.
Nel disegno di fig. 30 sono rappresentate le quat-
tro rose stagionali e la rosa annuale dello stato del
mare al largo nel Mar Ligure di Ponente, ricavate dal-
l'elaborazione dei dati O.A.N.A.O.;
nel disegno di fig. 31 sono rappresentate le quat-
tro rose stagionali e la rosa annuale dello stato del
mare al largo nel Mar Ligure di Levante, ricavate dal-
l'elaborazione dei dati O.A.N.A.O.;
nel disegno di fig. 32 sono rappresentate le cin-
que rose annuali dello stato del mare ricavate dall'ela-
borazione dei dati forniti dall'I.I.M. nelle cinque sta-
zioni dislocate lungo la costa ligure a Bordighera, Ca-
po Mele, Capo Noli, Portofino, Palmaria;
31 - Mar Ligure orientale. Rose stagionali e rosa annuale dello stato
del mare al largo (O.A.N.A.O.).
32- Rose annuali dello stato del mare in Liguria dedotte dalle osser-
vazioni delle cinque stazioni dell'istituto Idrografico della Marina.
33- Frequenze medie percentuali annuali delle ondazioni nel golfo
ligure {I.I.M. - O.A.N.A.O.).
34- Esempio di muro di sostegno del rilevato ferroviario impostato
sul primitivo arenile e protetto da una scogliera radente per impe-
dirne lo scalzamento in seguito alla'abbassamento dello zoccolo
sabbioso in corrispondenza dell'opera muraria.
33
nel disegno di fig. 33 infine, possibile avere la
visione d'insieme dello stato del mare di tutto l'arco
della costa ligure.
I dati costituiscono informazioni sufficientemente
estese per lo studio statistico del fenomeno di intera-
zione mare-costa e per le indagini previsionali di tra-
sporto solido nei diversi siti. Naturalmente si dovr
per ciascun sito tenere in debito conto le modificazio-
ni subite dall'onda nell'avvicinarsi a terra, la confor-
mazione e l'orientamento della costa, gli apporti soli-
di esistenti ecc.
2. St r ut t ur e di di f esa dal l e ondazi oni
II complesso delle caratteristiche geomorfologiche e
meteomarine della Liguria ha fatto s che per la difesa
dalle ondazioni venissero adottate le pi svariate tipo-
24
35. Moli frangiflutti a Chiavari sconnessi dall'ondazione d Libec-
cio.
% - Funzione positiva delle piattaforme isole a Loano. La spiaggia
slata oggetto in passato di fortissime erosioni imputate all'aderen-
za delle massicce strutture protettive stradali e ferroviarie tra Rio
Nimbalto e Rio Chiappe.
35
logie di opere che nel loro insieme si pu affermare
costituiscano un esempio pressoch completo di
quanto l'ingegneria costiera realizza in tale campo.
Volendo esaminare in breve i diversi tipi di difesa fon-
damentalmente adottati, si pu individuare una prima
distinzione fra strutture parallele alla costa (aderenti o
distanziate) e pennelli.
La scelta della tipologia di difesa basata sull'esame
di vari fattori e principalmente di quelli morfologici e
meteomarini riguardanti i singoli siti e pu dipendere
largamente dallo scopo che ci si propone di ottenere.
Le difese parallele radenti sono in genere costituite
damuri oda scogliere.
I muri possono essere realizzati di robustezza ade-
guata per sostenere anche gli effetti di mareggiate di
forte entit, per la loro stabilit pu essere in certi
casi compromessa da effetti scalzanti che secondo la
confomazione dei fondali risulta difficile evitare (fig.
34).
Le scogliere radenti sono in genere di efficacia pi
modesta e la loro applicazione ha maggior validit
quando le scogliere stesse hanno vaste zone di
spiaggia antistanti per cui possano in rari casi essere
raggiunte solo dalle onde pi alte e le onde stesse
possano dissipare la maggior parte della loro energia
lungo la spiaggia.
Le difese del tipo suddetto hanno essenzialmente lo
scopo di proteggere i manufatti esistenti a terra men-
tre non hanno efficacia quando necessario cautelar-
si anche nei confonti di erosioni dovute a trasporti li-
toranei di materiale, anzi spesso aggravano il proble-
ma in quanto favoriscono, creando zone di forte tur-
bolenza, lo scalzamento del litorale cosicch il mate-
riale messo in sospensione viene poi allontanato dal-
ecorrenti(fig.35).
u
n altro tipo di difesa costituito da moli frangiflutti
pi o meno paralleli alla costa e distanziati da essa;
questo un tipo di difesa che consente d ostacolare
l'impeto delle onde prima che raggiungano il litorale.
A ridosso dei moli frangiflutto si formano zone di rela-
tiva calma che possono determinare la deposizione
dei materiali in sospensione; nei casi pi felici si ha
addirittura la formazione di una lingua di sabbia che
collega la diga frangiflutti con la costa (tombolo) e
che costituisce un vero e proprio pennello. La valuta-
zione della possibilit del formarsi o meno di efficaci
e stabili depositi sabbiosi per alquanto incerta e di
massima sar pi probabile dove esistono gi traspor-
ti litoranei di una certa consistenza.
Nei casi in cui il trasporto litoraneo scarso o
ostacolato da altre opere l'applicazione di tale solu-
zione risulta di dubbia efficacia anche presupponen-
do di ripascere artificialmente la spiaggia.
La soluzione a pennelli consiste in una serie di opere,
opportunamente distanziate tra loro, disposte a petti-
ne rispetto alla linea di costa. I pennelli ostacolano il
trasporto litoraneo in modo efficace e sono soprattut-
to adottati per la costruzione ex novo delle spiagge
o per la loro stabilizzazione. Di riflesso sono anche
utili per la difesa di opere a terra poich creano o con-
sentono di mantenere innanzi all'opera stessa Una
spiaggia che ha come conseguenza lo smorzamento
degli effetti distruttivi delle mareggiate. I pennelli
possono essere di tipo cosiddetto permeabile, che
consente cio il trasporto litoraneo di una certa quan-
tit di materiale, oppure possono ostacolare comple-
tamente il passaggio delle sabbie. Nel primo caso so-
no efficaci quando esistono gi trasporti litoranei na-
turali e quindi hanno la funzione di attuare una distri-
buzione controllata delle sabbie.
Nel caso di scarso trasporto litoraneo si impone la
realizzazione di pennelli non permeabili associata ad
25
I casi tipici della regressione degli arenili in Liguria
in relazione alle strutture civili
parallele ed aderenti alla costa
adeguati ripascimenti che rimanendo contenuti dai
pennelli stessi si mantengono sensibilmente stabili o
necessitano di modesti interventi periodici di ripasci-
mento. Un ulteriore tipo di difesa di particolari carat-
teristiche, costituita dalle piattaforme-isole ampia-
mente adottate nella Riviera di Ponente (fig. 36).
Oltre a quelli sinora descritti, merita un cenno quel ti-
po particolare di intervento (inesistente in Liguria, ma
presente nella vicina Toscana) che a volte viene adot-
tato per il mantenimento dell'equilibrio delle spiagge
quando si realizzano opere collegate alla terra. Si trat-
ta della stazioni di pompaggio che permettono di
bypassare le suddette opere costituenti ostacolo al
movimento longitudinale delle sabbie. Tali dispositivi
sono efficaci nei casi in cui si ha una direzione predo-
minante del trasporto litoraneo poich evitano il for-
marsi di depositi a monte delle opere e di conseguen-
ti erosioni a valle di esse.
In Liguria, specie in passato, si sono applicate le me-
todologie di difesa generalmente senza un esame
globale degli effetti trascurando la conflittualit di in-
teressi che le opere costiere possono comportare,
con la conseguenza che a volte erano soddisfatti i
proposti obbiettivi solo parzialmente e temporanea-
mente, a volte si ovviava a particolari esigenze a dan-
no di altre.
A conferma sufficiente considerare i casi tipici de-
scritti nel prosieguo della memoria.
^ pr emessa
Si vogliono esaminare in questo capitolo alcuni setto-
ri di costa particolarmente affetti da erosioni litora-
nee, mettendo in luce gli aspetti morfologici del sito
in associazione con quelli meteomarini e rilevando
cronologicamente tanto gli avvenimenti erosivi quan-
to l'intervento umano. Si potr osservare con suffi-
ciente precisione il legame esistente tra i danni di
molte strutture e difese a mare e come, se in alcuni
casi si ottenne il ripascimento,ci fu solo per l'abban-
dono di certe opere civili e di un certo modo d conce-
pire le difese a mare a beneficio di pi scientifiche
premesse progettuali ed esecutive.
I. Ospedal et t i
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Arco da Punta Madonna della
Ruota a Capo Nero. L'insenatura, piuttosto stretta,
inoltre limitata pi ad ovest da Capo S. Ampeglio.
Svi l uppo: 3.500 mt.
Spi agge: Fino alla 2
a
met del secolo scorso esisteva-
no due spiagge una ad Est ed una ad Ovest dell'abita-
to posto al centro del golfo.
Ori ent ament o pr eval ent e: Est-Ovest il settore centra-
le, Nord Est-Sud Ovest il settore a ponente, Est Nord
Est-Ovest Sud Ovest il settore a levante.
Traversi e pr i nci pal i : Libeccio, Mezzogiorno.
Ri forni mento mat er i al i sol i di : Esiguo apporto preva-
lentemente arenaceo dei brevissimi torrenti Termini,
Pelota, dei Pini, Noce e Crosio.
Vari azi oni t r asver sal i :
Spi aggi a ad Ovest del paes e (Gi unchet t o)
1863: mt. 25/30
1937: mt. 10/20
tempi attuali: mt. 5/10
Spi aggi a ad Es t del paes e
1863: mt. 15/20
1910: scomparsa
tempi attuali: sono stati riempiti con materiale di sca-
vo gli spazi a mare fra il muro ferroviario e le scogliere
frangiflutti successivamente costruite (fig. 37).
Cronol ogi a:
1870: Inizio erosione.
1878: Costruzione pennello ad Ovest del torrente Cro-
sio.
1882: Ricostruzione spiaggia per 40 mt. ad Ovest del
Pennello e parallela continuazione dell'erosione a le-
vante.
1898: Spiaggia ad Ovest del pennello praticamente
scomparsa.
"1910: Crollo del muro di sostegno del rilevato ferrovia-
rio per60 mt. di lunghezza a seguito di violenta mareg-
giata. Tale muro, alto 7 mt., era stato impostato diret-
tamente sulla spiaggia.
1910: Il mare lambisce le strutture della Stazione ferro-
viaria e si provvede alla ricostruzione del muro pro-
teggendolo con una scogliera radente lunga 350 me
'915: Le mareggiate dei Febbraio distruggono la sco-
gliera precedentemente eretta, scalzando il muro e
Scendo franare il rilevato ferroviario.
1917: Dopo le ricostruzioni e le ricariche, si ebbero pi
gravi fenomeni di dissesto con apertura di breccie di
20 mt. nel muro e sfornellamento del rilevato, talch il
binario risult pensile.
1917: Costruzione di bermaai piedi dei muraglioni fer-
roviari e ripristino della scogliera di base.
1922: Ripascimento temporaneo della spiaggia scom-
parsa mediante discariche del materiale di risulta del-
lo scavo della nuova galleria Capo Nero.
1923-25: Costruzione del pennello Molo Vecchio lun-
go circa 40 mt. al km. 136 +930 in corrispondenza del
Rio Colla e di un altro pennello di 30 mt. vicino all'im-
bocco della galleria Capo Nero.
1925-1945: Imbonimento degli arenili sopraflutto ai
pennelli ed erosione a levante di essi con gravi disse-
sti della scogliera radente il muro ed invasione del
mare sul piazzale ferroviario. Peggioramento totale
della situazione anche sulle spiagge ad Ovest di
Ospedaletti.
1946-1949: Costruzione dighe frangiflutti in massi natu-
rali a levante del Molo Vecchio ed a 30 mt. dalla co-
sta ed allungamento del Molo Vecchio con segmen-
to parallelo alla riva lungo 115 mt. a distanza di 35 mt.
dalla linea di battigia.
1949-tempi attuali: Progressiva riduzione e annulla-
mento finale anche dei modesti arenili precedente-
mente ripasciuti con discariche, ed ancorati dai vec-
chi pennelli; ricostruzione a pi riprese delle scoglie-
re frangiflutti e delle scogliere radenti ciclicamente
lesionate dall'ondazione (v. ricariche del 1968/69 tra i
km. 137 +600e138>.
1979: La situazione attuale presenta un riempimento
in materiale di risulta dello spazio compreso tra le
scogliere frangiflutti e la costa (fig. 38).
Consi der azi oni :
Il progressivo indebolimento della delicata situazione
dell'unit fisiografica, poco approvvigionata dalle tor-
bide torrentizie ed esposta ai mari di Libeccio-
Mezzogiorno, stata accelerata dalla costruzione del-
la ferrovia che ha posto le sue strutture sulle piccole
spiagge esistenti impedendo da un lato il pur scarso
rifornimento da monte e dall'altro riducendo lo svilup-
po naturale dell'ondazione per tutta la larghezza del li-
do. Errata nei confronti dell'arenile stata inoltre l'in-
sistenza dimostratasi fallimentare nelle continue rica-
riche delle scogliere.
Se, dopo un secolo di tentativi, finalmente le opere
eseguite proteggono sufficientemente la sede ferro-
viaria come rileva r i ng. Scatena, tutto ci andato a
scapito della spiaggia ad Est di Ospedaletti irrimedia-
bilmente scomparsa (fig. 39).
3. Sanr emo
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Grande arco tra Capo Nero e
Capo Verde con subarcuature tra C. Nero e P.ta Laz-
zaretto, tra P.ta Lazzaretto e il Porto Vecchio, tra il
Porto Vecchio e P.ta S. Martino e tra P.ta S. Martino e
C. Verde.
Svi l uppo: 10.000 mt .
Spi agge: Prima dell'urbanizzazione l'orlatura sabbio-
27
26
37- Ospedaletti. Ci che resta della spiaggia centrale a ridosso del-
la linea ferroviaria.
38 - Ospedaletti. Lo specchio acqueo tra frangiflutti e ferrovia at-
tualmente riempito artificialmente.
39- Ospedaletti. Serpeggiamento della linea FF.SS. impostata sugli
arenili e seguente l'ondulazione naturale della costa.
40- Riva Ligure-S. Stefano al Mare. Danni gravissimi ebbero in pas-
sato gli abitati ad opera di violente mareggiate in concomitanza con
la costruzione della litoranea visibile nella illustrazione. La spiaggia
antistante fu completamente asportata ed oggi necessario difen-
dere i manufatti con le scogliere frangiflutti.
3B
sa era praticamente continua da un capo all'altro del
golfo e particolarmente abbondante la spiaggia, ora
scomparsa, alla foce del Torr. S. Romolo al centro
della zona abitata.
Or i ent azi one pr eval ent e del l i do: Est Nord Est-Ovest
Sud Ovest.
Tr aver si e pr i nci pal i : Libeccio, Mezzogiorno e in su-
bordine Scirocco.
Appar at i ri f orni t ori : Rio S. Bernardo e Rio Foce ad
Ovest, Rio S. Romolo e Rio S. Francesco ai centro,
Rio del Ponte e Rio S. Martino ad Est, con prevalente
40
apporto di materiali fini terrigeni o argilloscistosi.
Variazioni trasversali: La spiaggia centrale, ove oggi
sorgono le strutture ferroviarie e la passeggiata del-
l'Imperatrice, possedeva in tempi storici una profon-
dit di 70/100 mt. ed era raccordata con le altre a po-
nente e levante. Tale spiaggia si mantenuta fino alla
fine dell'800, nonostante l'occupazione parziale del li-
do da parte del rilevato ferroviario protetto verso mare
da scogliere radenti. Nel 1910 inizia la demolizione
della spiaggia che viene considerevolmente ridotta
nel 1916 quando anche le gettate a mare vengono
28
, [_ajgueglia. La spiaggia in forte arretramento per mancanza di
fornimenti e di stabilizzazione, tende a scomparire in vicinanza
dei muri della passeggiata a mare.
42- L'arenile di Borghetto S. Spirito ri pasciuto e stabilizzato in tem-
pi recenti.
asportate e scalzate dall'ondazione sotto la stazione
ferroviaria. Attualmente nella stessa zona sono stati
effettuati riempimenti in parte destinati a spiaggia e in
parte contenuti da un muro che sopraeleva il terrapie-
no nel tratto antistante la stazione ferroviaria.
Le spiagge pi orientali P.ta S. Martino sono ridotte a
esili letti ghiaiosi sovrastati dalle scogliere ferroviarie
o dai muraglioni della viabilit ordinaria, quelle occi-
dentali non ricevono praticamente apporti e sono
chiuse da scogliere frangiflutti antistanti alla passeg-
giata Imperatrice.
4. Ri va-S. St ef ano al Mare
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Costa subrettilinea compresa
tra gli abitati di Riva e S. Stefano
Svi l uppo: 2.500 mt.
Spi agge: E' ricordata da documenti storici l'esistenza
di una spiaggia notevole il cui limite estremo verso
terra era alla stessa quota degli abitati.
Or i ent ament o pr eval ent e: Est-Ovest.
Tr aver si e pr i nci pal i : Libeccio-Mezzogiorno.
Apparati ri f orni t ori : Migrazione degli apporti solidi del
torrente Argentina sfociante ad Arma di Taggia a circa
un chilometro e mezzo dall'abitato di Riva Ligure e li-
mitato apporto diretto di torrentelli locali.
Cronol ogi a:
XVII SECOLO: La grande spiaggia antistante i paesi li-
mitava le violente mareggiate ricordate nelle crona-
che dell'epoca.
Fine 800-primi 900: Costruzione della litoranea colle-
gante i due centri di Riva e di S. Stefano in sopraele-
vazione sul lido, protetta da scogliere radenti. Inizio
dell'erosione e dei danneggiamenti alle strutture civi-
li.
1933: Si riscontra una progressiva erosione dell'areni-
le e l'aumento della sua inclinazione fino al 15-20%.
Frequenti danni alle opere civili in occasione di forti
mareggiate.
Tempi attuali: La spiaggia scomparsa per tutto il
tratto di costa e le strutture in aderenza ad essa, ol-
trech dalle scogliere addossate alla litoranea, sono
tuttora protette da dighe frangiflutti variamente orien-
tate (fig. 40).
5. Cost a t ra S. Lor enzo al Mare e Bor go Pri no
E' ricordata dall'Ascari l'orlatura ghiaiosa continua di
questo tratto di costa antecedentemente alla costru-
zione della ferrovia.
Attualmente queste spiagge in ghiaia non esistono
Pi e sono occupate dalle scogliere protettive del rile-
vato ferroviario corrente al limite della battigia.
6
- Lai guegl i a-Al assi o
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Grande arco fortemente ribas-
sato compreso tra Capo Mele e Capo S. Croce.
Svi l uppo: 6.500 mt.
Spi agge: Il lido falciforme compreso tra gli abitati d
Laigueglia ed Alassio, deriva dalla demolizione ed
elaborazione di sedimenti dei mari quaternari prece-
dentemente deposti ed in parte consolidati. Non si
fratta quindi, come per altre spiagge liguri, di un'inse-
natura ereditata dal mare pliocenico, ma di una riela-
borazione marina di un deposito costiero i cui mate-
riali furono distribuiti secondo un grande arco di sab-
bia finissima perfettamente raccordato con fondali di
debole pendenza e di pari costituzione.
Or i ent ament o pr eval ent e: Sud Ovest-Nord Est.
Tr aver si e pr i nci pal i : Il lido abbastanza protetto dal
Libeccio nelle porzioni di ponente pi a ridosso di Ca-
po Mele, meno nelle parti centrali ed occidentali.
Appar at i ri f orni t ori : L'unica fonte di approvvigiona-
mento, data l'inesistenza di organismi idrici sufficien-
ti allo scopo, era rappresentata dall'antico deposito
quaternario ora completamente distrutto o sbarrato
dal passaggio della litoranea (fig. 41).
Var i azi oni t r asver sal i : Fino ai primi del novecento il li-
do si mantenuto nelle dimensioni originarie.
I primi segni di arretramento si ebbero nel 1906-1907 e
1907-1910 con la costruzione delle passeggiate a ma-
re. Il regresso si mantenuto costante fino ai giorni
nostri, ed tuttora perdurante soprattutto per il tratto
prospiciente a Laigueglia, mentre il settore alassino
stato pi volte stabilizzato con pennelli che solo in
parte riescono a limitare l'erosione. Nella parte pi
occidentale il lido di Laigueglia invece in grave arre-
tramento e nel tratto di unione con il lido di Alassio il
mare tocca il muro di s ottos car pa del l '
Aurelia.
7. Cos t a t ra Al benga e Cer i al e
Ubi cazi one e St r ut t ur a: Costa sabbiosa subrett linea
comprese tra la foce del Centa e Punta S.Spirito ad
Est di Ceriale.
Svi l uppo: 7.000 mt.
Spi agge: L'arenile si stende senza soluzione di conti-
nuit tra i limiti dei due capoluoghi in prosecuzione
naturale della piana albenganese colmata dalle allu-
vioni torrentizie e restringentesi verso Ceriale per l'e-
mergenza della dorsale montuosa di M. Croce.
Or i ent ament o pr eval ent e del l i do: Nord-Sud con leg-
gerissima arcuatura a Nord-Nord Est presso Ceriale.
Tr aver si e pr i nci pal i : L'ondazione da Sud e da Sud
Ovest si esplica in senso radente alla costa, i mari del
II quadrante vi incidono per contro a circa 45*.
Nell'uno e nell'altro caso il trasporto avviene in dire-
zione Nord con massima intensit alla foce del Centa
e progressivo smorzamento del flusso col crescere
della distanza verso Nord.
Ri f or ni ment o mat er i al i sol i di : Deriva principalmente
dal trasporto alluvionale del fiume Centa ed, in via
molto subordinata, da piccoli rivi attraversanti la piana
o da torrenti collinari a regime saltuario come il Rio
Torsero e il Rio S. Rocco presso Ceriale.
Var i azi oni t r asver sal i : Tratto a Nord del Centa al limite
dell'attuale linea ferroviaria, nei punti di massima
estensione del lido in comune di Albenga
1750: mt. 80/90
1884: mt. 40/50
tempi attuali: mt. 5/10 (mt. 0 nel tratto pi a Nord al
confine con il comune di Ceriale).
Cr onol ogi a:
Tempi geologici: La piana albenganese era nel Qua-
ternario occupata da un'insenatura marina con ten-
denza all'interrimento per il cospicuo afflusso di ma-
teriali alluvionati torrentizi.
Et romana: L'insenatura in gran parte colmata ed il
Centa passava sotto il Ponte lungo ora parzialmente
interrotto.
Dal Medioevo al 1700: Frequenti le inondazioni e i con-
tinui spostamenti dell'alveo fluviale, con abbondanti e
parallele variazioni della linea di costa e con forti ero-
sioni nelle parti esposte a Sud (a ponente del Centa).
1750: Inizio probabile del regresso litoraneo.
Seconda met dell'800: Lavori di imbrigliamento ed ar-
ginatura del fiume Centa, costruzione linea ferroviaria
sulla spiaggia ed estrazione continua di ghiaie e sab-
bie dall'alveo per questo ed altri scopi edilizi.
1878-1880: A Ceriale il lido tra il Rio S. Rocco ed il Rio
Fontane retrocede di alcuni metri.
Fine 800-primi del 900: Inizio fase acuta del regresso di
tutto il lido manifestatasi in modo evidente durante le
sciroccate del 1894 e 1896.
1906: A Ceriale si costruisce un pennello che limita
l'esodo dei materiali verso Nord e riesce a catturare
sia pur modesti e lontani afflussi solidi del Centa, ri-
pascendo la spiaggia antistante l'abitato, mentre per
contro continua a depauperarsi il lido prospiciente Al-
benga e la porzione sottoflutto della spiaggia a Nord
di Ceriale.
1931-1935: Costruzione di nove pennelli di circa 25 mt.
ciascuno, ad intervalli di circa 90 mt. ed ancorati alla
massicciata ferroviaria tra il km. 79 +125 il km. 80 +174
in vicinanza di Albenga.
1931-1935: Ricariche e ricostruzioni varie delle sco-
gliere radenti la ferrovia nei limiti precedentemente
indicati. La dimensione massima della spiaggia era di
mt. 25 nel tratto suddetto.
1959: Poco oltre viene prolungata di circa 400 mt. la
scogliera ferroviaria (km. 77 +076, km. 77 +425). La di-
mensione massima della spiaggia era in questo tratto,
nel 1930, pari a circa 70 mt.
1959-tempi attuali: Tutta la scogliera ferroviaria a Nord
del Centa e fino al confine con Ceriale viene pi volte
ricaricata. Gi nel 1965, nel tratto antistante la ferrovia
tra il km. 77+076 ed il km. 80 +174 la spiaggia era
scomparsa ed erano in forte regresso le porzioni a
Sud di Ceriale.
Consi der azi oni : Accurati rilievi degli ingegneri Berrio-
lo e Sirito hanno permesso di stabilire che alla foce
del Centa tra la linea di costa e l'isobata 13 in meno
di 90 anni il fondale si abbassato volumetricamente
di 3 milioni di metri cubi e tale ammanco si riferisce
soprattutto all'area antistante il"protendimento allu-
vionale causato dall'accumulo torrentizio. Se ne pu
trarre che il mancato ripascimento della spiaggia al-
benganese sia da attribuire all'ormai insufficiente ap-
porto solido fluviale conseguente a bonifiche idrauli-
che, agricolo-forestali ed ai prelevamenti di inerti lun-
go il corso del fiume protrattesi per molti anni. Accan-
to a tale negativo fattore, soprattutto per il litorale a
Nord della foce, Berriolo e Sirito imputano alla sco-
gliera riflettente ferroviaria una alterazione del profilo
delle spiagge ed un conseguente trascinamento ver-
so il largo dei materiali impossibilitati a ridepositarsi
sull'arenile.
Gi l'Ascari nel 1937 per il tratto Albenga-Ceriale ave-
va denunciato la poca accortezza posizionale della li-
nea ferroviaria nei riguardi della spiaggia in costante
arretramento e torna a proposito citarne il giudizio
conclusivo per il caso considerato: ...inoltre la ferro-
via, che in molti punti fa da diga frangente ai marosi,
dovrebbe scegliersi un tracciato migliore.
30
8. Borghet t o S. Spi r i t o
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Costa rettilinea rappresentan-
te la parte terminale della piccola pianura quaternaria
al termine della vai Varatello, tra P.ta S. Spirito ed il
confine con il comune di Loano.
Svi l uppo: 1.800 mt.
Spi agge: Lido sabbioso e ghiaioso a prevalente com-
ponente quarzosa ed in subordine calcarea.
Ori ent ament o pr eval ent e: Nord Est-Sud Ovest.
Traversi e pr i nci pal i : il carattere dominante spetta ai
venti da Sud e Sud Ovest con forti radenze dell'onda-
zione mentre i mari di Scirocco agiscono pi o meno
frontalmente.
Ri f orni ment o mat er i al i sol i di : Il torrente Varatello
l'unico rifornitore ed attualmente gli apporti, di cui gi
60 anni fa (Ascari) si denunciava il decremento, sono
assai modesti per la dilatazione urbanistica sulla pia-
na ed la conseguente regolazione artificiale dell'al-
veo.
Cronol ogi a:
1874-1893: La spiaggia in accrescimento o in relativa
stabilit anche per effetto delle discariche operate
durante la costruzione della ferrovia corrente in rile-
vato sul lembo interno del lido.
1893: Inizio dell'erosione.
1893-1913: L'azienda ferroviaria, a seguito del conti-
nuo approssimarsi della linea di battigia alle proprie
strutture, protegge il tracciato con piccoli pennelli an-
corati ad una robusta scogliera aderente al rilevato.
1913-1935: la spiaggia che gi alla fine de! 1913 si era ri-
dotta considerevolmente totalmente annullata nel
settembre 1933 assieme alla scogliera e gli esigui
pennelli ferroviari.
1935: Dopo successive ricariche della scogliera ra-
dente (spesa in moneta di allora L. 20.000, come cita
l'Ascari) la sede ferroviaria fu nuovamente devastata
soprattutto nel tratto tra il km. 72 +710 e 72+750.
A questa data tutto il tratto di arenile di competenza
del comune di Borghetto scomparso ed il mare, co-
me si rileva da documenti dell'epoca, batte diretta-
mente sulla scogliera ferroviaria.
Tempi attuali: L'arenile, nonostante l'intensa urbaniz-
zazione degli anni 60 esplicatasi anche sul lato a mare
della linea ferroviaria, stato ricostruito progressiva-
mente con abbondanti versamenti artificiali disposti
tra una serie di pennelli (fig. 42).
Consi der azi oni : E' da notare, in parallelo con la dimi-
nuzione dei trasporti torrentizi, l'accelerazione im-
pressionante del fenomeno erosivo, fino alla scom-
parsa dell'arenile avvenuta pi di quarant'anni fa, in
concomitanza con la costruzione e ricostruzione delle
difese parallele aderenti della ferrovia.
9
- Pi etra Li gur e
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Costa appena arcuata tra il
confine con il comune di Loano a Sud e quello di Bor-
gio-VeressiaNord.
Svi l uppo: 3.300 mt.
Spi agge: Costituiscono la prosecuzione di quelle di
Loano a Nord Est del torrente Nimbalto, ma interes-
sante soprattutto la porzione di lido su cui si affaccia
l'abitato.
Or i ent ament o pr eval ent e: Nord Est-Sud Ovest.
Tr aver si e pr i nci pal i : Il litorale risente come i lim trofi
della radenza dei mari di Libeccio, mentre maggiori
angoli di incidenza spettano a quelli di Mezzogiorno.
Frontale ma di minore intensit l'ondazione di Sci-
rocco.
Ri f or ni ment o mat eri al i sol i di : Rifornitore principale
il torrente Maremola sfociante al centro dell'abitato,
ma si possono supporre anche trascinamenti e migra-
zioni di materiali da Ovest a spese della spiaggia di
Loano e del rispettivo accumulo alluvionale dovuto al
torrente Nimbalto.
Cr onol ogi a: Rispetto ad altri siti, i riferimenti alla
spiaggia di Pietra Ligure, soprattutto quella antistante
il nucleo urbano, sono di epoca recente.
Il tratto a Sud Ovest in Regione Chiappa subisce fino
al termine del secolo scorso le stesse disastrose vi-
cende del litorale di Borghetto e di Loano con perdite
medie di oltre un metro all'anno. E' sintomatico rileva-
re la coincidenza in tale paraggio della prossimit al-
l'arenile della linea ferroviaria rigidamente difesa,
mentre nel tratto prospiciente il paese la ferrovia pas-
sa a monte dell'abitato e la spiaggia per lunghi anni si
mantenuta stabile e addirittura in avanzamento tra il
1893 ed il 1935.
L'inversione d tendenza si manifestata quando la
continuit trasversale dei lido di fronte al nucleo urba-
no stata spezzata pi di vent'anni fa dalla costruzio-
ne di enormi palazzi a breve distanza dalla battigia,
protetti a mare da muri continui.
La conseguenza immediata di una simile impostazio-
ne edilizia fu il rapido inclinarsi del profilo dell'arenile
e la conseguente erosione accelerata, talch gi nel
1959 (Gallareto) la spiaggia tendeva a scomparire e i
fabbricati erano direttamente minacciati dalle mareg-
giate.
Furono a breve termine eseguiti sull'arenile sei pen-
nelli stabilizzatori in gabbioni distanziati di 50 mt. tra
loro e dimensionati in lunghezza a seconda del proce-
dere del ripascimento dell'arenile che fu immediato.
La spesa totale fu di L. 2.000.000 (1959). Successiva-
mente (Berriolo e Sirito) tali opere furono integrate
con la costruzione di due piattaforme-isole in massi
naturali coliegate al lembo estremo del lido da piccole
scogliere sommerse con parallelo versamento artifi-
ciale di 20.000 tonnellate di pietrisco calcareo. Si ebbe
un'ulteriore aumento dell'arenile con classici proten-
di mel i sabbiosi in corrispondenza delle isole artifi-
ciali. Il costo complessivo risult di L. 60.000.000
(1968).
Consi der azi oni : E' chiara l'imprevidenza, nei confron-
ti della stabilit del litorale, dell'erezione dei fabbrica-
ti longitudinali alla costa ed offrenti con le murature di
base un ampio ostacolo riflettente all'azione del moto
ondoso. Sono per contro assai appropriate, visto il ri-
sultato dell'ampliamento del lido fino a 30/40 mt, le
successive opere trasversali di stabilizzazione e ripa-
scimento.
31
10. Cos t a t ra Fi nal e e Capo Nol i
Il tratto litoraneo, molto articolato da promontori ed in-
senature su cui si affacciano imponenti falesie, merita
una trattazione pi schematica, ma sempre accentra-
ta sulla molteplicit dei casi e delle situazioni dei vari
lidi che ivi si succedono. L'ambiente costiero stato
ben studiato anche in epoca recente (Fierro, Imperia-
le, Cortemiglia ecc.).
Spi aggi a di Fi nal e Li gur e: Posta tra il promontorio del-
la Caprazoppa e P.ta Castelletto ed intersecata dal
torrente Sciusa ha uno sviluppo di 2.200 mt ed espo-
sta tanto ai mari del li quanto a quelli dei III quadrante,
con forte prevalenza dei secondi per l'intensit.
L'Ascari ne cita erosioni notevolissime a partire dal
1734 con fasi massime nel 1818. Nel 1851 du costruito il
pennello alla destra del torr. Sciusa con conseguente
rapido aumento della spiaggia ad Ovest dell'unit idri-
ca fino agli anni tra il 1900 ed il 1914. Si ebbe successi-
vamente una ripresa costante e si verific un nuovo
calo negli anni 50. Attualmente la spiaggia appare sta-
bile o in incremento.
Spi aggi a di S. Donat o: Si ubica tra P.ta Castelletto e
Capo S. Donato ed sovrastata da una falesia in cal-
care dolomitico. Nessuna alimentazione naturale
pi possibile per questa spiaggia che ostruita verso
monte dalle strutture massicce dell'Aurelia che impe-
discono la demolizione degli strapiombi rocciosi. La
spiaggia si debolmente mantenuta nel tempo ad
opera di saltuarie discariche e forse di parziali migra-
zioni di materiali sciolti dal lido di Finale Ligure, ma
non pare possa conservarsi nel tempo senza ripasci-
menti artificiali.
Spi aggi a del l e St el l e: Era sita tra Capo S. Donato e
punta delle Stelle, ma attualmente praticamente
scomparsa e sostituita da abbondanti scogliere pro-
tettive dell'Aurelia. Tale spiaggia, al pari di molte in
questo tratto di costa, contornata nei bassi fondali
dalla cosiddetta Beach rock ovverosia da una sorta
di piattaforma costiera rocciosa naturale che riveste
anche una funzione di dissipazione della energia del-
l'ondazione.
Alcuni autori (Fierro, Piacentino, ecc.) imputarono al-
la costruzione del porto di Finale, invero distanziato di
soli 200 mt con la parte terminale del molo da questo
sito, la distruzione di questa spiaggia per impedimen-
to degli arrivi di materiale da Ovest.
Secondo noi tale arenile non avrebbe comunque la
possibilit di rifornirsi per migrazione di sabbie da Po-
nente essendo tale tragitto gi impedito dai pennelli
della spiaggia di Finalmarina e Finalpia (prova ne sia il
regresso della precedente spiaggia di S. Donato) ed
inoltre dallo stesso protendimento di Capo S. Donato.
Il rifornimento non pu esistervi se
s
le falesie sopra-
stanti alla spiaggia delle Stelle sono tagliate alla base
dall'ampio passaggio della S.S. N+- 1 e per giunta le
strutture difensive di quest'ultima affondano diretta-
mente in mare e sono disposte parallelamente alla co-
sta.
Spi aggi a di Var i got t i : Il lido, ampio e ben disposto se-
condo una leggera falcatura, si stende davanti alla
passeggiata a mare per una lunghezza di circa 1800 mt
ed orientato pi o meno in senso Est-Ovest con de-
bole inclinazione ad Est-Sud Est. Vi si riscontra la pre-
senza della Beach rock per tutto lo sviluppo, a breve
distanza dalla battigia. Data l'orientazione del parag-
gio materiali tendono ad addossarsi a P.ta Crena
che costituisce l'estremit Est del litorale, sotto l'a-
zione prevalente del libeccio e delle relative correnti.
Anche in questo caso la detrizione dei versanti e lo
scalzamento marino sulle coste rocciose sono stati
bloccati dalla urbanizzazione dell'esile piana alle
spalle del lido.
Fasi erosive importanti si sono avute agli inizi dello
scorso secolo (Ascari) e sono continuate con notevoli
pericoli per l'abitato fino alla costruzione del pennello
di P.ta Crena (1921) che si dimostrato utile solo nei
confronti di un'attenuazione dei processi erosivi.
Nel frattempo i servizi viabili e turistici primari erano
stati completati con l'allargamento dell'Aurelia e la
costruzione in fregio a quest'ultima della passeggiata
a mare e degli stabilimenti balneari.
Tra il 1953 ed il 1963 si sono avuti avanzamenti notevoli
della linea di riva per effetti della discarica in localit
Fiorita, ma la chiusura di tale discarica coincise nel
1969 con la ripresa erosiva dell'arenile e solo la riaper-
tura nel 1970 di tale versamento artificiale riport la
spiaggia nelle condizioni primitive (Fierro). La suc-
cessione degli avvenimenti spiega da un lato l'occlu-
sione totale degli apporti naturali al lido per la barriera
esercitata a monte e a valle dalle strutture viarie im-
permeabili e dall'altro l'impossibilit di mantenerlo
senza la continuit di apporti artificiali.
Spi agge del Mal passo e di Capo Nol i : Sono disposte
levante di Punta Crena fino a Capo Noli alla base di
imponenti falesie in calcare dolomitico. L'orienta-
mento in direzione Nord Est-Sud Ovest e pi ancora
l'anfrattuosit del sito ha permesso l'instaurazione in
tempi protostorici di esili spiaggette formatesi a spe-
se della costa rocciosa sovrastante e tendenzialmen-
te protette sul lato occidentale dai promontori (fig.
43).
L'assenza assoluta di qualsiasi altro rifornimento na-
turale se non la gravitazione dei detriti per scalzamen-
to marino o per altre cause meteoriche pu far com-
prendere come l'addossamento alla battigia della via
Aurelia e l'azione riflettente dei relativi muri rispetto
alle massime ondazioni abbiano del tutto compromes-
so l'esistenza di queste piccole e bellissime spiagge
ora fortemente erose nelle porzioni pi orientali.
11. Ber geggi
Ubi cazi one e st r ut t ur a: L'unit fisiografica compre-
sa nell'arco tra P.ta delle Grotte a Sud Ovest e P.ta di
Bergeggi a Nord Est. Aderente al lembo di monte del-
la spiaggia il tracciato dell'Aurelia.
Svi l uppo: 1.000 mt.
Spi agge: Il lido primitivo, per quanto di modesta
estensione trasversale, era addossato alla falesia in
scisti quarzo-sericitici e di elementi prevalentemente
quarzosi si componevano le coltri sabbiose.
Or i ent ament o pr eval ent e: Nord-Nord Est - Sud-Sud
Ovest.
32
AO _ Malpasso. Le strutture murarie dell'Aurelia non favoriscono il
mantenimento di queste pittoresche spiaggette una volta formatesi
a spese della falesia rocciosa sovrastante e ora destinate a regredi-
re in mancanza di apporti artificiali.
44- Albisola Marina. La spiaggia al centro dell'abitato pu conside-
rarsi in gran parte artificiale per effetto delle cospicue recenti di-
scariche effettuate al limite occidentale del golfo.
Tr aver si e pr i nci pal i : Il litorale si trova direttamente
esposto all'ondazione di Scirocco che incide in modo
frontale. I mari di Libeccio dominanti subiscono inve-
ce la rifrazione prima dell'isolotti di Bergeggi e poi di
P.ta Bergeggi. Tali ostacoli naturali costr ngono la re-
lativa ondazione ad adagiarsi sul lido con angoli di in-
cidenza decrescenti da Sud Ovest a Nord Est e con
tendenza all'accumulo di materiali sopraflutto rispetto
^quest'ultima direzione.
Ri forni mento mat er i al i sol i di : Anche in questo caso
gli apporti dovevano configurarsi in passato in un deli-
cato equilibrio tra smantellamento marino della costa
rocciosa e migrazione verso Ovest. Non si pu accol-
lare alla.precariet del sistema idrografico retrostante
Pi che un debole rifornimento saltuario di materiali
alluvionali (fig. 45).
Consi der azi oni : Cronologicamente si hanno pochi e
J jjal valutabili dati in riguardo alle variazioni trasversali
di questa spiaggia. Fierro ne ipotizza una relativa sta-
bilit nell'arco degli anni, almeno basandosi sui rilievi
d
" Ascari fino al 1937. Viceversa negli anni '60 tal
espiaggia era scomparsa ed in mare affioravano sco-
gli Prima uniti alla terra ferma (Berriolo e Sirito) men-
tre i muri a vaile del litorale, erano a diretto contatto
del mare.
33
45- Bergeggi. La spiaggia il risultato di versamenti di materiali di
scavo trattenuti da piccoli pennelli. Non ci sarebbero possibilit di
rifornimenti per via naturale data la fasciatura aderente al lido delle
strutture viarie e la scarsezza di rivi ripascitori.
Che esistesse una situazione anomala e soprattutto
sconfortante dal punto di vista delle risorse turistiche
della zona, lo dimostra la decisione del comune di
Bergeggi di cogliere al volo l'occasione offerta dalla
possibilit di utilizzo gratuito in discarica sul lido delie
enormi quantit di materiale di scavo provenienti dalla
costruzione della centrale ENEL di Vado Ligure . All'i-
nizio dei lavori (1968) furono constatati alcuni incre-
menti nei valori di pendenza dei fondali rispetto a
quelli del secolo scorso ed il fenomeno in questo ca-
so sempre riconducibile alla frangenza delle onde
contro ostacoli frontali rigidi e susseguente zappa-
mel o delle sabbie.
Le operazioni proseguirono per circa tre anni anche
con l'erezione di piccoli pennelli atti a frenare l'esodo
dei materiali, ed il risultato fu la creazione ex novo
di un'ampia spiaggia che deve considerarsi artificiale
a tutti gli effetti e che per la sua tenuta nel tempo abbi-
sogna comunque di ulteriori rifornimenti.
12. Al bi soi a Capo
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Fa parte dell'unit fisiografica
del golfo Savonese, comprendendo un grande lido
leggermente arcuato e separato a met dallo sfocio
del torrente Sansobbia.
Svi l uppo: 1.800 mt.
Spi agge: In parte occupato dall'avanzamento edilzio
vi esiste un lido ghiaio-sabbioso che tra il 700 e 1*800
misurava tra i 60 e gli 80 metri. E' interessante, per gli
efftti dannosi delle opere riflettenti, il tratto ad Ovest
del torrente Sansobbia, ove sorgeva il vecchio trac-
ciato ferroviario fino al capo di Albisoia.
Or i ent ament o pr eval ent e: Est-Ovest.
Tr aver si e pr i nci pal i : Il paraggio subisce la dominanza
dei mari di Libeccio che vi giungono con angoli di inci-
denza attorno ai 40; minori intensit, ma analoga
componente angolare, possiedono i mari di Scirocco,
con notevoli effetti di trascinamento solido per l'una
e l'altra traversia,.
Ri f or ni ment o mat er i al i sol i di : Influenza fondamentale
esercitata dal buon apparato idrico del torrente San-
sobbia dalla cui foce migrano i materiali per effetto
dell'onda di Ponente verso il settore considerato
(fig. 44).
Cr onol ogi a:
17401866: La spiaggia in lento accrescimento (cir-
ca 20 cm all'anno) fino a raggiungere gli 80 mt di lar-
ghezza.
1866: La ferrovia viene costruita alle seguenti distanze
dal mare nel tratto considerato:
34
Sansobbia-65 mt
Solco Grande-30 mt
1855: Inizio dell'erosione.
1892: Acceleramento delle erosioni in conseguenza di
fortissime mareggiate.
1903: La spiaggia ridotta a 15 mt di larghezza.
1926: In seguito a violente libecciate il muro di soste-
gno della ferrovia era scalzato per 20 mt. e per altri 150
completamente demolito.
1951: Nel mese di novembre le ricorrenti mareggiate
lesionarono i muri antistanti la stazione ferroviaria ir-
rompendo al disotto del rilevato e producendovi il ben
noto fenomeno del sifonamento, cio dello svuota-
mento di materiali sciolti per richiamo erosivo dal bas-
so, e lasciandovi il binario sospeso (Scatena).
Tempi attuali: Il tracciato ferroviario definitivamente
spostato a monte e la spiaggia attualmente ripasciu-
ta in abbondanza per effetto versamenti artificiali ad
Ovest del golfo.
13. Cel l e Li gur e
Ubi cazi one e st r ut t ur a: L'unit fisiografica in cui sono
comprese le spiagge di Celle va da P.ta Celle ad
Ovest a P.ta dell'Olmo ad Est e fa parte di una piccola
ex-insenatura del mare quaternario contornata da evi-
denti terrazzature sui promontori.
Svi l uppo: 2.000 mt.
Spi agge: Interessa in particolare modo quella prospi-
ciente l'abitato, formatasi in prosecuzione della pic-
cola pianura alluvionale quaternaria.
Ori ent ament o pr eval ent e: Nord Est-Sud Ovest.
Traversi e pr i nci pal i : I mari da Sud Ovest subiscono in
parte la retrazione di P.ta Celle ed agiscono prevalen-
temente sui lembi di levante, mentre le sciroccate
presentano un'ondazione frontale rispetto al lido.
Ri forni mento mat er i al i sol i di : Le spiagge sono debol-
mente alimentate da piccoli rivi, in particolare il Rio
Sanda sfociante al centro dell'abitato, ma un certo ap-
porto doveva provenire per demolizione delle falesie
in conglomerato e per erosione selettiva agente sui
componenti pi fini della stessa roccia, prima che i
tracciati stradali e ferroviari, posti a fasciamento delle
pareti rocciose, impedissero alquanto questo tipo di
rifornimento.
Cronol ogi a: 1807: Sono segnalate gi all'epoca difficili
condizioni della spiaggia antistante l'abitato, frequen-
temente invasa dalie pi violente mareggiate.
1831: La situazione erosiva peggiorata con regressi
vistosi di parecchi metri.
1861: Gli abitanti di Celle, vista la precariet della si-
tuazione dell'arenile, si oppongono vivamente al pro-
getto della costruzione della ferrovia che ne prevede-
va il passaggio direttamente sul lido a soli 20 mt. dalla
linea di battigia.
1869: La ferrovia terminata secondo il progetto origi-
nario ed il terrapieno limitato verso mare da un muro
contnuo protetto successivamente da scogliere e
massicciate in blocchi naturali.
1869: Nello stesso anno il comune riesce a stipulare
con le ferrovie una convenzione per l'erezione di un
Pennello a levante dell'abitato al fine di arrestare il
continuo esodo di materiali sabbiosi.
1874: Il freno operato dal pennello nei confronti della
migrazione e dispersione verso Est delle sabbie co-
mincia a dare buoni risultati, ma le ferrovie integrano
questa opera rivestendo di massi aderenti i muri del
rilevato prospiciente la battigia.
1892-1894: La spiaggia subisce un notevole incremen-
to fino a 66 mt. di larghezza in corrispondenza del lato
pi aderente al pennello.
1900: Si estraggono sabbie dal litorale per scopi edili-
zi.
1906: Le mareggiate riescono a spezzare la punta del
pennello e la spiaggia entra definitivamente in fase
recessiva.
1918: Altre grosse asportazioni di sabbie dal lido per
le necessit edilizie connesse con l'ampliamento del
porto di Savona.
1922: A S. Sebastiano la ferrovia ormai direttamente
toccata dalle acque marine e vari tentativi di difesa
frontale aderente alle strutture non sortirono alcun ef-
fetto.
1926: Una forte mareggiata da Scirocco investe tutto
l'arco litoraneo scalzando completamente il muro fer-
roviario.
1927: Nel novembre il prodursi di alcune libecciate
particolarmente intense demolisce le difese a mare
successivamente ricostruite dalle ferrovie e induce
lo sfornellamento del terrapieno su cui corrono le ro-
taie. Dieci anni prima un fenomeno analogo si era ve-
rificato per il tratto di spiaggia di levante, gi forte-
mente erosa e pi soggetta all'azione del libeccio, in
prossimit della galleria Buf ove l'intera linea, pro-
tetta nel solito modo, veniva distrutta.
Tempi attuali: Attualmente la spiaggia, dopo lo spo-
stamento della linea ferroviaria verso monte, rico-
struita ad opera di ripascimenti artificiali e mantenuta
in equilibrio da pennelli stabilizzatori (fig. 46).
Consi der azi oni : E' un caso palese in cui separate tipo-
logie di intervento umano esaltano sommandosi gli
effetti negativi sull'arenile. Non v' dubbio che i re-
gressi siano imputabili alla estrazione di sabbia effet-
tuata direttamente sull'arenile, ma l'ubicazione e la
difesa frontale del tracciato ferroviario rappresentano
la fonte del tracollo rapido del Lido. Basti a tale propo-
sito riportare il giudizio di Ascari: Fu opera veramen-
te dannosa il tracciato della ferrovia, costruito davanti
all'abitato, dove la spiaggia era pressoch nulla, ve-
nendo cos ancora pi ridotta e pi soggetta allo scal-
zamento.
14. Var azze
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Il tratto di costa compreso
tra P.ta dell'Aspera ad ovest e P.ta della Mola ad Est e
presenta una forte disimmetria di curvature, molto ac-
centuata nel settore di Ponente tra il promontorio del-
l'Aspera e l'inizio dell'abitato. Indi il profilo litorale
prosegue con debolissima arcatura fino a P.ta della
Mola.
Svi l uppo: 3.000 mt.
Spi agge: Rappresentano la prosecuzione verso mare
di una sottile piana ereditata dall'ingressione marina
35
quaternaria e sono composte da materiali desunti sia
dall'erosione marina che torrentizia agente la prima
sulle puddinghe oligoceniche la seconda su rocce
gabbriche e su alluvioni gi deposte.
Or i ent ament o pr eval ent e: L'arco grossolanamente
orientato da Sud Ovest a Nord Est con suborientazio-
ne in senso opposto nei primo tratto di ponente cui
offerta una sensibile protezione rispetto ai venti domi-
nanti dall'avanzamento del Capo dell'Aspera.
Tr aver si e pr i nci pal i : L'intensit massima spetta ai ma-
ri del Ili quadrante, rifratti dal promontorio dell'Aspera
ed agenti con particolare violenza nei lembi di costa a
levante di Varazze con incidenze di 25/30 rispetto alla
linea di riva. Lo scirocco vi giunge con incidenze sim-
metriche a quelle del libeccio, ma con minor frequen-
za di eventi eccezionali.
Ri f or ni ment o mat eri al i sol i di : Apporti abbastanza
consistenti sono affidati pressoch integralmente al
torrente Teiro che incide il paraggio alla met del ri-
spettivo sviluppo. La migrazione dei materiali lungo
l'arco costiero anche in questo caso tende ad Est ed
insufficientemente arrestata dallo scarso protendi-
mento di P.ta della Moia.
Cr onol ogi a:
1868: Costruzione di un pennello protettivo all'estre-
mit di levante all'arco costiero a P.ta della Mola.
Fine 800: Urbanizzaione del lido e creazione delle
strutture parallele ad esso (strade, terrazze, passeg-
giate a mare, stabilimenti balneari ecc.).
1877: Si apprezza l'ottima funzione esplicata dal pen-
nello per trattenere l'esodo dei materiali, fino a che
successive mareggiate lo distruggono completa-
mente.
1890: Viene terminato un nuovo pennello forse sovra-
dimensionato in lunghezza e posto tra il torrente Teiro
e P.ta della Mola.
1910: L'errato posizionamento del pennello, se con-
sente un forte ripascimento della zona a ponente, de-
termina la scomparsa dell'arenile a levante con gravi
danni perfino per l'abitato.
1926-1954: Si succedono in questo periodo alcune ma-
reggiate di scirocco di inusitata violenza che fanno as-
sistere alla cosiddetta inversione di funzionamento
del pennello, poich accanto al verificarsi di un limita-
to ripascimento a levante di esso si ha per contro una
marcatissima erosione a ponente. I danni furono gra-
vissimi e l'Aurelia stessa, investita nelle strutture mu-
rarie parallele al lido, cedette per un lungo tratto.
1955: Eccezionali mareggiate di.libeccio reinvertirono
il processo procurando erosioni violente nel tratto a
levante del pennello e addirittura lo scalzamento di
parte della struttura muraria di una pila del viadotto
dell'Aurelia.
1956: Si ricostruisce finalmente con giusta ottica pro-
grammatori il vecchio pennello a P.ta della Mola e si
integra la sua azione con altri pennelli ubicati a po-
nente, con rapidi e tutt'ora perduranti successi nell'a-
vanzamento dell'arenile.
Consi der azi oni : Sembra evidente che la cattiva ge-
stione dei provvedimenti di ancoraggio dell'arenile
tramite un'opera ad esso perpendicolare abbia causa-
to le vistose erosioni sia a levante che a ponente della
struttura artificiale. E' questo un esempio di come,
trascurata la positiva esperienza del passato, si siano
annullate le caratteristiche di per s benefiche del
pennello solo per successiva errata ubicazione dello
stesso.
Si pu inoltre ritenere che la situazione fosse gi in
parte compromessa per l'esistenzadi strutture rigide
impermeabili in fregio al lido, pi volte demolite dal-
l'ondazione, poich altrimenti gi dal 1868 non si sa-
rebbero adottate misure protettive nei confronti della
spiaggia.
Per la particolare struttura ed orientazione del sito vi
ragione di credere che i danni si sono verificati non
tanto perch esisteva il pennello mal ubicato, ma
poich in tutto il lido di Varazze ne esisteva uno solo
ed infatti la successiva oculata impostazione a giusti
intervalli spaziali degli altri pennelli, accanto all'im-
mediato ripascimento dell'arenile, ha eliso totalmen-
te gli effetti di nuove mareggiate.
15. Pi ani D' Invr ea
Il paraggio viene citato sotto il profilo della tipizzazio-
ne di alcuni fenomeni meteomarini contro le strutture
ferroviarie limitrofe alla spiaggia.
Nel caso in questione il tracciato su rotaia sovrasta e
limita una delle tante spiagge disposte nella succes-
sione di strette insenature di una costa in tal punto as-
sai frastagliata.
Per l'asprezza del territorio e per la modestia degli ap-
parati torrentizi nonch per l'assenza di possibili arri-
vi di materiale per trascinamento litoraneo, questi lidi
ghiaiosi e ciottolosi, inseriti in anfratti pittoreschi,
possiedono un equilibrio di per s delicato e riescono
a mantenersi per l'ostruzione rappresentata dai late-
rali speroni rocciosi nei confronti di un trascinamento
dei materiali litoidi.
Tale il caso della spiaggia compresa tra P.ta Pesca-
tori a Ovest e punta Invrea ad Est.
L'apertura della ferrovia per questo sito dovette rap-
presentare un fatto traumatico se ci si riferisce alla in-
credibile serie di eventi dannosi e di parallele fasi in-
tervengali che hanno afflitto il parggio (Ascari, Sca-
tena) (fig. 47).
Vale la pena trascrivere integralmente un passo del-
l'opera dell'ing. Scatena riferito alla spiaggia in esa-
me: E' da notare in merito che in quasi tutte queste
insenature la ferrovia, salvo in qualche tratto costruito
su roccia, insiste in prevalenza su zone della terrafer-
ma che gi all'epoca dell'impianto della linea stessa
erano interessate dalle onde delle pi violente mareg-
giate.
In questo caso non pu negarsi che la costruzione
della ferrovia abbia provocato un peggioramento delle
condizioni dell'arenile; essa infatti impedisce alle on-
de di espandersi naturalmente, determinando, an-
zich un naturale progressivo frangimento, una rottu-
ra violenta delle onde stesse quando ancora esse di-
spongono di una noteole quantit di energia che di-
versamente andrebbe dispersa nel cammino residuo
e che risulta sempre pi grande col diminuire della di-
stanza della linea di battigia dalla sede ferroviaria.
36
AR - Celle. Verso la fine dell'800 la spiaggia visibile in foto non esi-
steva pi
e d m a r e D a , t e v a
contro il muro ferroviario a sinistra. At-
tualmente il tracciato della ferrovia stato spostato a monte e la
spiaggi
3
' ripasciuta con abbondanti discariche dai pennelli stabiliz-
zatori, pu considerarsi una delle pi ampie e profonde dell'intero
arco ligure-
47. || tratto di ferrovia abbandonato a P.ta Pescatori e le relative di-
fese frontali {scogliera aderente e frangiflutti).
48- Cogoleto. Il vecchio tracciato ferroviario,battuto dal mare verso
la fine del secolo scorso,e la spiaggia orientale ricostruita in tempi
recenti mediante versamenti di materiale di scavo autostradale.
49 - Cogoleto. La struttura rigida della piattaforma panoramica mal
si oppone alia frangenza dei marosi e ne consegue il crollo del ma-
nufatto.
In tal modo, a seguito del fenomeno di risacca, vengo-
no rese pi vivaci le onde riflesse e favorito il traspor-
to al largo dei materiali, specie di quelli pi leggeri,
con aumento della pendenza del fondale e peggiora-
mento quantitativo della spiaggia. Naturalmente con
la maggiore inclinazione si ha una linea di battigia pi
vicina al rilevato e quindi una frattura pi violenta del-
l'onda su di esso. Di conseguenza risulta sempre pi
intensa la risacca e sempre maggiore l'asportazione
di materiali.
Tale concatenazione di fenomeni pu portare alla
sparizione totale della spiaggia ed al progessivo ab-
bassamento del fondale, per cui il mare pu venire a
contatto diretto con l'opera radente, normalmente
una scogliera, che difende la ferrova.
Il giudizio del tecnico delle FF.SS., sostanzialmente
esatto, si adatta alla serie di dannose scadenze tem-
porali intervenute nel paraggio tra P.ta Pescatori e
P.ta Invrea e cio tra i km. 24 +730 e 24 +880 del tratto
ferroviario parallelo. E' dunque sufficiente alla com-
prensione dei nessi causali la semplice cronologia
degli avvenimenti qui di seguito riportata:
6-7 Dicembre 1896: Libecciata-lesioni al rilevato ferro-
viario.
26-27 Novembre 1898: Libecciata-asportazione totale
della massicciata.
20 Febbraio 1900: Libecciata-nuova asportazione della
massicciata ferroviaria.
13-14 Dicembre 1916: Ancora i mari di libeccio abbatto-
no il muro ferroviario per 12 mt di lunghezza.
1921-1931: Si devono ricaricare poderosamente e con-
tinuamente tutte le scogliere radenti protettive della
linea, senza riuscire in alcun modo ad arrestare dan-
ni via via pi gravi quanto pi aumentava l'inclinazione
del fondale per depauperamento inarrestabile di ma-
teriale in conseguenza della violenta risacca favorita
dalla scogliera stessa.
Novembre 1951: I frangenti, attraversata l'esile spiag-
gia cancellano letteralmente le pur poderose scoglie-
re, attaccano e demoliscono il muro ferroviario per 30
mt. di lunghezza ed infine spazzano via il rilevato la-
sciandovi sospese le rotaie ed andando a battere di-
rettamente contro il pendio naturale a monte della fer-
rovia.
1952-1955: Si ricostruisce la lnea ferroviaria e si prov-
vede all'esecuzione di una scogliera frangiflutti a di-
stanze variabili fra i 50 ed i 20 mt. dal tracciato e per
una lunghezza totale in unico segmento di 150 metri.
1955: Ulteriori mareggiate sconnettono anche la diga
frangiflutti trascinando alcuni massi a 20 mt. di distan-
za sia verso terra che verso mare.
1957-1958: La struttura protettiva viene ancora danneg-
giata dal mare talch deve essere ricostruita in di-
mensioni ciclopiche usando massi naturali della mas-
38
La costa arenzanese a levante. Notare la grandiosit degli ap-
" ti franosi costieri e lo sbarramento esercitato sugli stessi dalle
narati franosi uo&uwi i iuaum
strutture murarie dell'Aurelia.
sima categoria.
Tempi attuali: La diga frangiflutti, dopo i numerosi
tentativi, ha protetto egregiamente la linea ferroviaria,
ma la spiaggia ormai da molti anni non esiste pi es-
sendo occupata dallo specchio acqueo compreso fra
frangiflutti e scogliera radente il muro della ferrovia
(fig. 48).
16. Cogol et o
I litorali della localit vanno ricordati per l'aderenza
della linea ferroviaria alle spiagge site oltre la sponda
destra del torrente Lerone. Ora il tracciato ferroviario
primitivo in abbandono e l e abbondanti discariche di
materiali di risulta provenienti dai lavori autostradali
hanno permesso la ricostruzione delle spiagge orien-
tali precedentemente occupate, nel 1872, da scogliere
radenti. (Gallareto, Ascari) (fig. 49).
17. Ar enzano
Merita ricordare il pensiero di Ascari (1937) riguardo
alla spiaggia della Maloa sita tra il torrente Cantarena
e il torrente Pizzo e gi in erosione nella seconda
met del secolo scorso: ... ed evidente che grande
danno alla regione fu la costruzione della ferrovia che
non solo ne limit l'ampiezza con i! tracciato, ma ne
tagli fuori altri 8 metri.... Lo stesso Autore cita che
gi nel 1885 di questa spiaggia esistevano ormai pochi
lembi e che nel 1912 era totalmente sostituita, come al
solito, da scogliere radenti la linea ferroviaria.
Vicissitudini ancora peggiori nello stesso paraggio
ebbe in passato la spiaggia della Lupara, lunga 150
metri, sita sul lato pi orientale del Golfo di Arenzano
e costeggiata dalla ex linea ferroviaria. Dal 1817 al 1924
(Ascari) questa spiaggia stata innumerevoli volte
oggetto di erosioni violente in occasione delle mag-
giori traversie e di conseguenza prima la strada stata-
le e poi le strutture ferroviarie ad essa aderenti subi-
rono danni continui cui si pose riparo insistendo nel
ricaricare vieppi le scogliere protettive parallele, de-
stinate ad ulteriori demolizioni quanto pi massiccia
ed accelerata ne era la crescita guadagnando spazio
verso mare a spese del lido. E' tuttavia significativo il
fatto che l'abbandono della linea ferroviaria, impossi-
bilitata a difendersi dal mare con i consueti metodi, e
quindi anche l'abbandono di certe tecniche difensive
coincise con il recupero della spiaggia che attualmen-
te possiede una dimensione trasverale di 25 metri
(Dagnino) ed soggetta alle sole variazioni cicliche
stagionali naturali (fig. 50).
18. Pal mar o
La trattazione si riferisce ad epoca storica poich at-
tualmente il litorale da Voltri a Pegli ormai profon-
damente modificato da insediamenti portuali, aero-
portuali, grandi discariche, ecc. e non ha pi il carat-
tere di arenile continuo.
39
Ubi cazi one e st r ut t ur a: Costa in or gine pressappoco
rettilinea tra l'abitato di Voltri a Ponente e lo Scoglio
di Pria Pula a Levante.
Svi l uppo: 4.000 metri.
Spi agge: Il lido ghiaio-sabbioso, di modesta ampiez-
za, si stendeva pressoch uniformemente in conti-
nuazione di quello d Voltri e rappresentava l'ostrema
propaggine di una esile piana costiera modellata nel
quaternario.
Or i ent ament o pr eval ent e: Ovest Nord Ovest - Est Sud
Est.
Tr aver si e pr i nci pal i : Fortissima l'influenza dell'onda-
zione di libeccio che vi giunge inclinata di 45 rispetto
alla primitiva linea di costa.
Ri f or ni ment o mat eri al i sol i di ; Numerosi i rivi di faida
(Rio Madonnette, Rio Branega, Rio Foce, Rio S. Anto-
nio) ma a regime assai irregolare. Molto sembra dovu-
to in passato alla migrazione verso Est degli apporti
solidi provenienti da organismi idrici pi importanti
quali il Leira e il Cerusa sfocianti a Voltri.
Cr onol ogi a:
1818: Rispetto al 1937 (Ascari) la spiaggia era di rag-
guardevole dimensioni allo sbocco di Rio Foce.
1821-1843: La vecchia carrozzabile soggetta a nume-
rose lesioni e demolizioni ad opera delle mareggiate.
1843-1860: Tendenza alla stabilit del lido.
1865: La costruzione della ferrovia aggrava la situazio-
ne per l'ubicazione del tracciato in prossimit della li-
nea di riva e per l'estrazione di materiali occorrenti al
rilevato proprio dalla spiaggia tra il Rio Branega e il
Castelluccio.
1865: La costruzione dei pennelli sulla spiaggia di Vol-
tri, per arrestare l'esodo dei materiali verso Est, com-
plica il gi compromesso equilibrio dell'arenile e la
ferrova viene direttamente minacciata.
1871: Nuove mareggiate inducono la ferrovia a proteg-
gere tutto il tracciato da Voltri a Pegli con scogliere ra-
denti.
1874: L'erosione si fa intensa fra Palmaro e Sapello in
corrispondenza delle gettate di massi protettivi longi-
tudinali alla linea ferroviaria.
1885: Si limita ulteriormente verso mare la spiaggia di
Morticino spostando in tale direzione il muro di soste-
gno della stazione ferroviaria.
1886-1889: Si rinforza il precedente muro con ulteriori
scogliere radenti.
1896: In dicembre una libecciata protrattasi per 48 ore
distrugge completamente le difese precedentemente
erette e provoca il crollo della linea ferroviaria.
1898: Dopo le ricostruzioni, il 26 novembre si produce
un'altra libecciata di pari intensit che provoca danni
analoghi.
1909-1910: La spiaggia di Palmaro completamente
annullata ed il mare tocca le scogliere ferroviarie.
1915: In febbraio la stazione di Pr lesionata nelle
strutture verso mare da nuove e perduranti libecciate.
1916-1917: Nuovi danni alla linea ferroviaria e distruzio-
ne delle rampe d'accesso al mare ai passaggi a livello
di Sapello e De Mari.
1924-1930: La costruzione di un unico pennello a met
del litorale si dimostra insufficiente a trattenere le
sabbie da ponente e dannoso per il prosieguo dell'e-
rosione a levante.
Consi der azi oni : Dal succedersi degli eventi pare suf-
ficientemente chiaro l'aggravamento progressivo del
litorale, con l'installazione degli impiant ferroviari e
relative difese. In merito a questo tratto di arenile
l'Ascari riponeva la soluzione del problema nella ces- '
sazione da parte delle FF SS di costruire massicciate
protettive e nella ricerca di una impostazione della li-
nea ferroviaria su manufatti meno rigidi e continui, co-
me ad esempio viadotti ad arco, in modo che l'onda
smorzi il suo impeto su un lido pi ampio.
19. Co s t a Ir a Genova e Chi avar i
Il profilo costiero in questo tratto prevalentemente
rettilineo, se si esclude l'accentuata sporgenza del
Monte di Portofino, e la struttura morfologica appar-
tiene al tipo delle coste alte e rocciose, spesso stra-
piombanti sul mare. L'evoluzione che si riscontra ti-
picamente giovanile e quindi l'abrasione marina ne |
costituisce il fattore modellante principale. f
In conseguenza della propria configurazione la costa
non pu accogliere che poche e ristrette spiagge sas- |
sose poste o in piccole insenature alla foce dei mode- J
sti rivi di falda o alla base di falesie continuamente 1
smantellate dal mare (fig. 51). f
In questi tratti la ferrovia e la strada statale corrono |
quasi "sempre a grandi altezze e spesso a notevole di- I
stanza dai piccoli lidi.
Baccino riporta che molte tipiche ciazze del genove- ?
sato, prima inesistenti, sono state create ex novo al- f
l'epoca dell'impianto della ferrovia mediante la disca- l
ricadei materiali scavati. Alcuni di questi greti ghiaio- "
si hanno potuto conservarsi nei punti pi protetti dalle
traversie da Sud e Sud Ovest (Bogliasco, Sori, Recco) :
altri hanno avuto vita brevissima e sono scomparsi. I
pochi rimasti sono in equilibrio abbastanza instabile
se non vengono riforniti artificialmente e tal volta so-
no sovrastati da altissimi muraglioni dell'Aurelia, sog-
getta in questi punti a risentire fino a quote elevate
l'azione scalzante dei marosi (fig. 52).
20. Chi avar i - Lavagna
Tra i tanti esempi fin qui citati, il tratto di costa che si
sviluppa da Punta Della Grazie alle Rocche di S. Anna
e che comprende gli abitanti di Chiavari, Lavagna e
Cavi, costituisce un problema complesso e delicato,
in ogni caso sicuramente il pi attuale in considera-
zione degli eventi meteomarini e dei paralleli clamo-
rosi effetti succedutisi in date vicine alla stesura delia
presente memoria.
La costa stata tempi addietro e pi recentemente
oggetto di molti studi e ricerche volti a comprenderne
da tutti i lati possibili sia l'evoluzione della linea di
spiaggia, sia i processi indottivi da mare e da terra. Se
un appunto pu essere fatto a questa serie di indagini
quello di aver in qualche caso parzializzato il proble-
ma, tenendo conto volta per volta o di un solo settore
dell' intera costa o di un solo aspetto fenomenologico
o di un solo elemento fra i tanti che hanno concorso
alla formazione del litorale. Il succedersi delle ricer-
40
i a ciazza di Bogliasco. Si noti il profilo invernale del lido, ir
51 " ~7Qe sopraelevato rispetto al battente.
rosta tra Bogliasco e Sori. I
5
ove la falesia libera da strutture artificiali necessarie per
rosta tra Bogliasco e Sori. Le esili orlature ghiaiose si manten-
^"tenere (a sinistra) la sede stradale pi volte in cedimento. Ai
^
3
3i dell'enorme muraglione la fascia ghiaiosa tende ad annullar-
si.
che e delle notizie si incrociato nel tempo con
un'aggrovigliata serie di interventi urbanistici sul lito-
rale che ha subito modificazioni tali da rendere diffici-
le ricostruirne la storia e da invalidare, per sopravve-
nuto cambiamento delle condizioni naturali, le con-
clusioni e le proposte di alcuni autori. Esiste per un
punto su cui, in qualunque epoca, gli scritti concorda-
no: l'arretramento continuo dei lidi per l'intero svilup-
po costiero da Chiavari a Cavi. Tale arretramento, de-
nunziato in base a dati storici, appare ai nostri giorni
ormai secolare.
Non scopo della presente memoria la ricerca delle
cause degli arretramenti, ben altro studio e ben pi
focalizzato sarebbe all'uopo necessario, ma si vuole
invece riassumere una serie di fatti concatenati nel
tempo che possono rendere ragione di alcuni feno-
meni attuali, dannosi non solo alle spiagge ma anche
alle strutture artificiali in fregio a queste.
Ubi cazi one e st r ut t ur a: il profilo della linea di riva
compreso tra Punta Delle Grazie ad Ovest e Punta Ci-
ano ad Est ha un andamento subrettilineo con appena
accentuate arcuature in prossimit delle sporgenze
dei promontori suddetti. La costa inserita nel setto-
41
re di traversia compreso tra la Punta di Portofino e
quella di Sestri Levante.
Svi l uppo: 8.000 metri.
Spi agge: le spiagge di Chiavari, Lavagna e Cavi costi-
tuivano un tempo un'unica striscia sabbiosa senz'al-
tra soluzione di continuit se non l'estuario dell'Entel-
ia, confine fra i due capoluoghi e sovente ostruito da
una barra litoranea.
Sotto il profilo geologico e geomorfologico i lidi si so-
no instaurati in prosecuzione di spianamenti costieri
creati dall'ingressione marina che ha agito su sub-
strati pi facilmente erodibili quali gli argilloscisti e
che ha invece, all'estremit del sito, lasciato in falesia
i terreni lapidei pi duri e compatti come i calcari di
Madonna delle Grazie e le arenarie delle Rocche di S.
Anna.
Attualmente a Chiavari la spiaggia non esiste pratica-
mente pi, se si eccettuano scarsi lembi nella parte
pi occidentale, ed sostituita da riempimenti, strut-
ture portuali, passeggiata a mare e varie scogliere di-
fensive.
A Lavagna, dalla foce dell'Entella fino a Piazza Milano,
il lido occupato dal nuovo Porto Turistico. Davanti a
Piazza Milano esiste un arenile di recente formazione,
profondo pi di cento metri e protetto dal Molo sotto-
flutto del porto ad Ovest e da un pennello ad Est. Oltre
il pennello, tra lo stabilimento Chez Vous e i bagni
Medusa, ora distrutti, si sta ricostituendo un'altra
spiaggia ancorata ad Est, da un altro pennello. Oltre
questo tratto la spiaggia scomparsa per almeno 300
metri ed al suo posto esiste la massiccia scogliera
protettiva della linea ferroviaria, dopodich debol-
mente riprende la sua estensione allungandosi fino a
Cavi ed allargandosi considerevolmente in prossimit
di Punta Cigno ove un robusto pennello impedisce
l'esodo dei materiali verso Est.
Or i ent ament o pr eval ent e: Nord Ovest - Sud Est.
Tr aver si e pr i nci pal i : il litorale frontalmente e forte-
mente esposto ai mari del III quadrante che, su base
statistica, presentano la maggior componente da
mezzogiorno e S-SO piuttosto che da libeccio. I mari
del II quadrante rappresentano il settore regnante e
battono la costa con angoli d incidenza attorno ai 45
ingenerandovi una tendenza d trasporto verso Ovest.
In generale risultano violente e dannose le libecciate,
di cui si ricordano in particolar modo quelle relative
agli anni 1886-1888-1896-1898-1903-1914-1915-1920
-1922 citate dal Bianchi ed in epoche pi recenti quel-
le del 1960-1970 -1971 -1976 -1977 -1978 -1979.
La media statistica su vecchie osservazioni eseguite
per un periodo di 36 anni (Osservatorio Meteorologico
Vescovile di Chiavari) d le seguenti proporzioni per
le mareggiate pi intense:
da Sud Ovest
da Sud
da Sud- Sud Ovest
da Sud Est
2,50
2,08
1,33
1,25
anno
anno
anno
anno
totale : 7,16 / anno
Come si pu notare confermata anche su base stati-
stica la prevalenza delle massime ondazioni prove-
nienti da Sud e Sud - Sud Ovest. Il dato stato suc-
cessivamente avvalorato dagli studi di Cortemiglia e
Terranova. Una sottolineatura merita anche il dato
complessivo del numero di mareggiate violente che in
media si possono produrre nell'arco di un anno sul
tratto di costa in questione.
Ri f or ni ment o mat er i al i sol i di : universalmente rite-
nuto unico rifornitore delle spiagge descritte il fiume
Entella ed in effetti riesce difficile potervi associare a
prima vista, quanto ad apporti solidi, altri organismi
idrici di limitata estensione come il Rio Rupinaro a
Chiavari, il Rio Fravega a Lavagna e il Rio di Cavi, es-
sendo oltretutto estremamente rado ed insignificante
il resto dello schema idrologico superficiale sparso
nell'arco di otto chilometri. Di conseguenza la spiag-
gia sia ad Ovest che ad Est della foce fluviale si sareb-
bero formate con l'esclusivo contributo di materiali al-
luvionali trasportati da un consistente organismo idro-
logico (fig. 53). Occorre a questo punto fare una di-
stinzione.
Premesso che nell'area considerata la migrazione dei
materiali ad opera delle correnti e dei moto ondoso
che le origina tende, come ormai accertato, verso le-
vante per la prevalenza in quest'azione dei mari del III
quadrante, il senso del rifornimento pi facilmente
intuibile per la spiaggua di Lavagna e di Cavi, meno in-
vece per quella di Chiavari.
Per quest'ultima si poteva ipotizzare sicuramente nel-
la parte pi prossima alla foce dell'Entella un'azione
dei mari sciroccali, ma nei restanti due chilometri di
costa pi ad Ovest tale azione doveva, diminuire pro-
gressivamente fino ad annullarsi del tutto. Si cerca-
to di spiegare il fenomeno dell'accrescimento notevo-
le in epoca storica del lido chiavarese con l'orienta-
zione verso ponente della foce dell'Entella, ma, a par-
te le continue variazioni di sfocio della corrente fluvia-
le ad opera dell'incessante spostamento e sfonda-
mento della barra litoranea, una tale disposizione an-
che se si fosse mantenuta nel tempo appare troppo
poco influente nei confronti della preponderante azio-
ne dei mari di libeccio e della conseguente forte ten-
denza allo spostamento dei materiali da Ovest verso
Est. La spiaggia di Chiavari doveva dunque per alme-
no met del suo sviluppo verso Ovest trarre da altra
fonte il suo approvvigionamento e questa funzione
poteva essere esplicata, oltrech da un parziale con-
tributo del Rio Rupinaro, principalmente dai grandi
apparati franosi della collina delle Grazie (Cortemiglia
e terranova).
li sistema di frane che orlano il promontorio racchiude
ad Ovest il golfo di Chiavari e si instaura in condizioni
ideali per il movimento di coltri detritiche poggianti
su strati calcareo marnosi a franapoggio ed sito sul
fianco a mare del versante. I lembi estremi di alcune
di queste aree collassate immergono direttamente in
mare (frana del Santuario, frana della Liggia), mentre
il piede d altre frane doveva, prima dell'urbanizzazio-
ne, essere del pari interessato dall'azione scalzante
del mare o comunque creare accumuli sull'antistante
lido (fig. 54).
Si possono attualmente stimare in almeno 170.000 me-
42
Phiavari-Foce dell'Entella. La barra litoranea che ostruisce la
sottoposta a continue demolizioni, ricostruzioni e sposta
- foce ^o c c a g j o n e dj piene o di mareggiate. I materiali costitutivi
Gioiosi sono prevalentemente di origine marina.
c
' Ckja V ari. Il promontorio delle Grazie. Si noti l'abbondante appa-
t rifornitore franoso ed il blocco esercitato dai frangiflutti errata-
l e orientati sugli eventuali apporti da ovest. Le strutture mura-
jmperrneabili e le antistanti scogliere annullano o limitano lo svi-
luppodella spiaggia.
53
fa
54
43
tri quadrati la superficie delle aree franose della Colli-
na della Grazie e in circa 2.200.000 metri cubi la volu-
metria dei materiali interessati al movimento. E' quin-
di poss bile che in tempi storici la ricorrenza degli
eventi franosi in aree addossate alla marina apportas-
se, con la frazione pi fine della coltre detritica in mo-
vimento, un cospicuo contributo alla formazione della
spiaggia di Chiavari ed alla distribuzione dei sedimen-
ti verso Est per azione dei mari di Libeccio.
Cr onol ogi a: E' necessario riportare in forma schema-
tica la successione degli avvenimenti che hanno inte-
ressato l'insieme litoraneo, poich l'essenzialit del-
la visione degli effetti sugli spostamenti delle linee di
riva potr meglio ricondurre alla discussione e com-
prensione delle cause determinant.
E' giocoforza separare, per opportuna semplificazio-
ne, la situazione di Chiavari da quella Lavagna-Cavi
anche se, come gi detto, entrambe fanno parte dello
stesso ambiente naturale e conseguentemente impli-
cano analoghi influssi e sviluppi evolutivi.
Chi avar i
Epoca romana: E' abbastanza probabile che, conside-
rata la posizione molto addossata alle colline della via
Romana, la pianura chiavarese attuale non esistesse
ancora e che successivamente il suo sviluppo, con il
conseguente avanzamento della linea di costa, fosse
estremamente rapido.
Medioevo-primi del 1800: La spiaggia in continuo au-
mento ed ricordata in antichi documenti storici la re-
lativa vicinanza della lnea di riva con le mura della cit-
tadella, costruite aderenti all'attuale centro storico tra
il 1200 ed il 1400.
1809-1821: Si colloca in questo periodo l'inizio della re-
gressione, pur nell'incertezza dei dati disponibili e
delle ipotesi contrastanti di vari autori alcuni dei quali
fanno coincidere l'arretramento con la disastrosa li-
becciata del 1821.
1821-1870: S d corso alla creazione di servizi e strut-
ture urbane sul litorale: passeggiata a mare, edifici
pubblici e, successivamente, ferrovia. Sono relative a
questo periodo, con l'accresciuto fabbisogno edilizio,
le continue estrazioni di materiali ghiaio-sabbiosi dal-
l'alveo dell'Entella.
L'Ospizio Carit e Lavoro viene costruito nel 1829 a
mare del Corso della Marina ed a 78mt. dalla battigia,
l'Istituto delle Gianelline nel 1836 nelle stesse condi-
zioni e ad analoga distanza.
1870-1898: Il periodo fitto di proposte, resoconti e
studi che tentano di spiegare il continuo arretramento
del lido, ma nel contempo vengono intensificate le
asportazioni di materiale per inerti dall'Entella, calco-
late dal Raddi in 25.000 mc/annui. E' singolare l'osser-
vazione che le cronache dell'epoca per spiegare il fe-
nomeno fanno sempre riferimento a fortissime ma-
reggiate di cui in particolare quelle relative agli anni
1886 -1888 -1889 -1896, senza considerare che la dan-
nosit del mare solo un effetto di depauperamenti
diretti per carenza di apporti solidi o indiretti per l'ere-
zione di strutture continue addossate alla spiaggia e
su essa sopraelevate.
1898-1934: Nel periodo vengono eseguite alcune ope-
re difensive a mare senza riuscire a trattenere il conti-
nuo spostamento verso terra della linea di riva. Nel
1934 l'Ospizio di Carit e Lavoro non dista pi di 4 o 5
metri dalla battigia ed difeso alla base da una gettata
di massi che ne contornano il perimetro. Tra la fine
del 1800 e i primi de! 1900 si effettuano i primi rilievi del
profilo dei fondali antistanti la spiaggia e le successi-
ve osservazioni, protratte fino all'epoca attuale, dimo-
strano, in parallelo con l'erosione del lido, il progres-
sivo aumento dell'inclinazione del fondo marino (ad
esempio l'isobata -10 di fronte alla foce dell'Entella,
posta a metri 850 dal ponte ferroviario nel 1920, era a
metri 700 nel 1968).
1935: Si costruisce un pennello alla foce dell'Entella in
prosecuzione dell'argine destro, inducendo un imme-
diato imbonimento sabbioso ad Ovest dello stesso,
ma senza alcuna bonifica dei restanti due chilometri
di arenile davanti alla passegiata a mare.
1935 - tempi attuali: La fascia litoranea antistante l'abi-
tato viene completamente modificata con la costruzio-
ne degli stabilimenti balneari, e, successivamente,
del porto e dei rilevati a mare. Verso Ovest, oltre la zo-
na portuale, si tenta di difendere, tra il 1950 e il 1956,
quel poco che resta della spiaggia con dighe frangi-
flutti subparallele, con angoli di apertura rispetto al li-
do rivolti verso Est.
Tali scogliere, varie volte scompaginate dai marosi,
sembra non riescano ad assolvere la funzione di trat-
tenere i materiali per la ricostruzione degli arenili
(fig. 55).
Viceversa si nota un parziale interrimento presso l'im-
boccatura portuale dovuto all'apertura della diga fora-
nea verso Ovest ed alla prevalenza della gi citata
componente di libeccio nel trasporto dei materiali so-
spesi (Cortemiglia e Terranova).
A titolo indicativo si riferiscono le variazioni delle di-
stanze dalla linea di riva, riportate dal Sanguineti, te-
nendo come punto di riferimento la Torre delle anti-
che mura di cinta di Chiavari, e qui di seguito mediate
per grandi periodi negli anni dal 1535 al 1934:
Anni di riferi- Intervallo In Variazioni in Med i a an-
mento anni metri nual e
1535-1809 274 + 144 + 0,53
1809-1875 66 32 - 0,48
1875-1920 45 56 - 1,24
1920-1934 14 - 6 0,43
In particolare si osservano le punte massime di accre-
scimento negli anni tra il 1650 ed il 1734 nell'ordine di
+0,81 metri/anno in media. Le variazioni in regresso
si notano invece accentuate tra gli anni 1809-1829 con
-1,35 metri/anno etra il 1881 ed il 1885 con un massimo
assoluto mediato di -1,50 metri/annui.
44
Ulteriori indicazioni che collimano con la tabella so-
praindicata derivano dai calcoli dell 'Ing. Borzone rela-
tivi alla superficie di spiaggia erosa dal mare negli an-
ni e che qui di seguito si riportano:
Anni di
riferimento;
Intervallo
in anni
Superfi ci e
media erosa
Tot. superfi ci e
erosa
1810-1867 57 1100 mq/anno 62700 mq.
1867-1875 8 1800 62700
1875-1885 10 4000 40000
1885-1911 26 3000 78000
1810-1911 101 1931 195100
Lavagna-Cavi (fig. 56)
I dati storici sono per questo paraggio molto pi scar-
si di quelli relativi a Chiavari, mentre per contro ab-
bondano, data la ricorrenza degli eventi erosivi e dan-
nosi i riferimenti recenti e ci spiegabile in quanto a
Chiavari la spiaggia non esiste praticamente pi men-
tre a Lavagna e a Cavi ancora possibile parlare di
arenile, pur nelle attuali difficili condizioni. Si potr
comunque dalla successione cronologica degli eventi
trarre utili indicazioni sul processo erosivo subito da
questo tratto di lido, specie se i fatti sono inquadrati,
secondo le varie scadenze temporali, riferendosi da
un lato all'evoluzione gi descritta dell'arenile di
Chiavari e dall'altro alla serie di opere annesse al lito-
rale.
Epoca storica antecedente il secolo XIX: La spiaggia
tra la foce dell'Entella e l'abitato di Lavagna dovette
formarsi in parallelo con quella di Chiavari, ma con mi-
nor vistosit di avanzamenti e sicuramente in epoca
leggermente posteriore si svilupp, per esodo di ma-
teriale verso Ovest, quella di Cavi.
Seconda met del 1800: Concordemente con le moda-
lit di sviluppo sovraccenate si assiste al fenomeno
sincrono dell'arretramento della spiaggia dalla foce
dell'Entella fino al torrente Fravega ad Ovest di Lava-
gna ed dell'avanzamento della porzione dal Fravega a
Cavi.
1870: Viene costruita la linea ferroviaria occupando
trasversalmente almeno 10 metri di lido per l'intero
suo sviluppo dal centro dell'abitato di Lavagna alla
galleria di P.ta Cigno.
1875: La spiaggia antistante l'abitato di Lavagna misu-
ra nel punto pi ampio 47 metri (Sanguineti).
1898: Si hanno arretramenti sensibilissimi fino all'an-
nullamento della spiagggia nella parte pi prossima
all'Entella a seguito di ripetute mareggiate e Sangui-
neti imputa la scomparsa del lido alla costruzione di
muri frangionde longitudinali a difesa delle propriet.
Nel tratto oltre il Fravega la spiaggia invece ancora
in avanzamento e le misure dell'Istituto Idrografico
della Marina ne fissano le massime dimensioni tra-
sversali in 50 metri (all'epoca attuale la massima di-
mensione non supera i 15 metri nei punti centrali della
spiaggia di Cavi). Sanguineti ritiene che dal 1866 al
1897 la striscia tra il Fravega e Cavi sa cresciuta di cir-
ca 15 metri.
1898-1939: La tendenza erosiva della spiaggia di Lava-
gna si mantiene costante e il lido subisce le stesse vi-
cissitudini di quello di Chiavari con danni frequenti
anche all'abitato. Si ricorda in particolar modo la ma-
reggiata da Sud del 21-22-23 febbraio 1915 che spazz
completamente l'attuale via dei Devoto. E' continuata
in questo periodo l'estrazione accelerata di sabbie di-
rettamente dal lido (Omodei, Issel, De Marchi). Nel
1937 le dimensioni trasversali della spiaggia di Lava-
gna non assommana a pi di 15 metri al massimo.
1939: Il prof. Rovereto il primo a segnalare l'inizio
della regressione anche per la spiagggia di Cavi e ci
coincide con l'ormai prossima fine dell'arenile di
Chiavari che fino al 1900/1911 possedeva nel settore
pi vicino all'Entella un protendimento non allineato
con la falcatura del litorale Lavagna-Cavi ed in se-
guito alla inevitabile demolizione e regolarizzazione d
tale profilo riforniva per trascinamento ad Ovest dei
propri materiali le spiagge limitrofe. Rovereto osserv
inoltre il progressivo affinamento dei materiali delle
spiagge di Cavi e ne dedusse che il logorio provocato
dal mare sui granelli sabbiosi era indice del mancato
rinnovamento, per cessazione di apporti esterni, del
tappeto litoraneo. Anche il prolungamento avvenuto
nel 1935 a Chiavari del pennello in argine destro del-
l'Entella, se consent un momentaneo ripascimento
del settore pi orientale dell'arenile chiavarese, con-
tribu ad arrestare parte del rifornimento delle spiagg-
ge lavagnesi.
1943-1944: Costruzione di muri antisbarco sulla spiag-
gia di Cavi (fig. 57) ed ulteriore limitazione della pro-
fondit della stessa.
1950: Il rilevato ferroviario sul rio Barassi a Cavi viene
asportato dalla mareggiata. Si tamponano i danni con
la costruzione di berme e di scogliere aderenti.
1949-1952: Perdurando la regressione, fortissima da-
vanti all'abitato di Lavagna ma anche sensibile nel
settore tra Lavagna e Cavi ove la linea ferroviaria cor-
re aderente al lido, le stesse ferrovie si preoccuparo-
no della salvguardia del rilevato sia proteggendolo
con scogliere sia interpellando imprese specializzate
al fine di ancorare le proprie strutture in opposizione
al continuo avanzamento del mare.
1956: Costruzione del pennello di P.ta Cigno che solo
nella zona pi occidentale riesce ad arrestare l'ero-
sione e ed imbonire il tratto davanti a Cavi (fig. 58).
1957: Il gravissimo pericolo per le strutture civili attor-
no a piazza Milano a Lavagna e per la stessa ferrovia
danneggiata nei tratto oltre la stazione invero con-
seguenza delle furiose mareggiate dell'anno, ma an-
che della progressiva scomparsa dell'arenile cui il co-
mune cerc di ovviare con forzati ripascimenti in ma-
teriale calcareo di grossa pezzatura (Gallareto).
1960: Le mareggiate di novembre con traversia da
Sud-Sud Est, tra il km. 42 +800 ed il km. 43 +135 della
ferrovia nel tratto antistante Cavi gi distrutta nel 1950,
battono direttamente il muro ferroviario aderente allo
scarso arenile, asportano per zappamento tutto il
45
55- Le strutture portuali e difensive di Chiavari e Lavagna. I frangi-
flutti, in parte demolti, sono stati previsti per proteggere la passeg-
giata a mare e possiedono scarsa funzionalit agli effetti del ripa-
scimento litoraneo.
56-Situazione del litorale di Lavagna antistante a via dei Devoto pri-
ma della costruzione del porto.
materiale ghiaio-sabbioso e aprono una breccia nel
paramento murario producendo il sifonamento del ri-
levato. L'Amministrazione ferroviaria provvede d'ur-
genza scaricando massi alla rinfusa nel punto lesiona-
to e successivamente ancorando muri e berme a file
di pali trivellati (Scatena). Tali ultime rigidissime strut-
ture evitano successivamente qualunque scaldamen-
to delle opere murarie, ma a completo detrimento del
lido di Cavi che torna a ripascersi solo nel 1969 con il
prolungamento del pennello di P.ta Cigno ed il versa-
mento nella zona di 30.000 me di ghiaia e ci a benef -
cio anche della linea ferroviaria per l'interposizione
tra questa ed il mare di una vasta spiaggia artificiale
destinata a crescere con gli anni.
1950-1970: La costruzione di scogliere frangiflutti anti-
stanti la ormai quasi completamente erosa spiaggia di
Lavagna non porta alcun vantaggio all'arenile n si
oppone validamente alla difesa dell'abitato continua-
mente invaso dalle onde in occasione delle pi forti
mareggiate.
17-7-1970: Il mare distrugge gli stabilimenti balneari di
Lavagna e la passeggiata a mare tra il casello 44 e i ba-
gni Mediterraneo deve venire chiusa. Si segnalano
per contro fenomeni di interrimento nel porto di Chia-
vari.
21-10-1970: Mentre da tempo, per mancanza di fondi,
non pu essere ripasciuta la spiaggia davanti a P.zza
Milano ormai di nuovo scomparsa, l'erosione procede
acceleratissima verso il settore orientale del lido ed
una nuova mareggiata si abbatte sulla ferrovia nel trat-
to limitrofo al Casello 44. li traffico deve essere arre-
stato. Presso Cavi crollano i muri antisbarco e la sco-
gliera ferroviaria viene investita e sconnessa dai ma-
rosi, mentre nel settore opposto verso via dei Devoto
il mare penetra nei piani terra degli edifici.
1971: Tra P.zza Milano ed il Casello 44 la spiaggia for-
temente regredita. Si diffonde l'allarme nell'ambito
dell'Amministrazione comunale che la situazione
possa evolversi drammaticamente. Oltre alle urgenti
richieste d'aiuto alla Prefettura, al Genio Civile e al
Ministero dei Lavori Pubblici, il Comune auspica l'ini-
zio dei lavori di costruzione del nuovo porto turistico
le cui strutture si dovrebbero opporre al prosieguo
dei danni alla parte occidentale dell'abitato lungo via
dei Devoto, ove stata dimostrata l'inefficacia dei
frangiflutti ed ove l'arenile ridotto ad esili brandelli
di pochi metri.
In questo periodo crescono le pressioni da parte degli
apparati pubblici e privati di Lavagna, sopratutto a li-
vello regionale, affinch il massimo organo ammini-
strativo ligure si faccia interprete presso il Ministero
competente della pressante urgenza di fondi impiega-
bili a difesa del lido in via di esaurimento.
Si segnala tra l'altro l'incontro degli operatori econo-
mici con il presidente della Regione e in tale incontro
viene sottolineata l'opportunit della costruzione del
porto turistico anche sotto il profilo della protezione
dell'abitato.
20-10-1971: Una mareggiata, abbattutasi con particola-
re violenza nel golfo del Tigullio, provoca a Lavagna
l'inondazione dell'intera via dei Devoto, da P.zza Mila-
no alla foce dell'Entella, con gravi danni ai piani terra
degli edifici direttamente investiti dai frangenti e dai
ciottoli ivi trascinati. Tra Cavi e Lavagna crolla una par-
te del lungomare Labonia e la ferrovia colpita in mol-
ti tratti attorno alla zona del Casello 44; il muro ferro-
viario, lesionato dall'ondazione, deve essere tampo-
nato con una scogliera.
1973-1975: Si d luogo alla costruzione del nuovo porto
turistico la cui diga foranea, a partire dalla foce del-
l'Entella fino a P.zza Milano orientata con l'imbocca-
tura verso Est. Si ha notizia di notevoli mareggiate in
46
57- Lavagna-Cavi. Spiaggia di Cavi fortemente regredita per pre-
senza di strutture rigide nel lembo a monte.
questo periodo e della perdurante erosione della
spiaggia di Cavi in progressione da Est verso Ovest
con deciso aumento dell'inclinazione del lido e dei
bassi fondali. Dal 1974 l'abitato attorno a via dei Devo-
to definitivamente protetto dalle strutture portuali.
30 ottobre 1976: Mareggiata da scirocco con forza 4.
Nonostante l'evento non possa considerarsi eccezio-
nale si ha il nuovo crollo del lungomare Labonia negli
stessi punti danneggiati nel 1971 e lo scalzamento del-
la massicciata ferroviaria al di l della passeggiata de-
molita (fig. 59).
30 novembre 1976: Mareggiata da libeccio con vento
forza 8, mare forza 8/9 (Beaufort). Le ondate sottoco-
sta sono di notevole altezza; da dichiarazione ufficiale
della delegazione di spiaggia di Lavagna le onde rag-
giungono altezze fino a punte di 12 metri e burrasche
di simile entit e durata non si ripetevano dai 1917. Si
verifica la demolizione di tutti gli stabilimenti balneari
di Lavagna oltre lo Chez-Vous, il lesionamento delle
strutture protettive aderenti alla ferrovia ed il crollo
del Casello 44 (fig. 60).
1977: Si completa per via naturale e, in parte, anche
artificiale, la ricostruzione della spiaggia davanti a
P.zza Milano che resta ancorata saldamente tra il mo-
lo di sottoflutto del porto ed il nuovo pennello davanti
allo Chez-Vous. Nello stesso tempo le ferrovie conti-
nuano a rivestire il tratto di linea tra il km. 41 e 42 verso
Cavi con gettate di massi alia rinfusa addossati alla
berma del muro sopportante il terrapieno e sovrastan-
ti il poco spazio rimasto alla spiaggia. Tali rivestimenti
crescono volumetricamente quanto pi il mare avanza
ed il lido si inclina e per tale ragione sono soggetti a
cedimenti sempre pi accentuati in occasione di ma-
reggiate anche in questo periodo verificatesi. A parti-
re dai bagni Medusa oramai demoliti, circa 500 metri
ad est della stazione ferroviaria, viene rafforzato ed al-
57
lungato il preesistente pennello, determinando in
breve l'arricchimento dell'arenile in questo tratto pre-
cedentemente scomparso (fig. 61).
Dicembre 1978 - gennaio 1979: Alcune mareggiate da
Sud-Sud Ovest succedentisi a ritmo impressionante
colpiscono l'arenile di Cavi negli stessi punti prece-
dentemente erosi producendo gravissimi danni alla li-
nea ferroviaria nei tratti, oltre i bagni Medusa, gi pro-
tetti dalle scogliere radenti.
Il traffico ferroviario pi volte completamento sospe-
so. Nessun danno tali mareggiate provocano invece
alla vasta spiaggia davanti a P.zza Milano n alla
spiaggia in via di formazione tra lo Chez-Vous e i ba-
gni Medusa ove del pari il tracciato ferroviario non su-
bisce alcun inconveniente.
Nei settori a levante di tali arenili la spiaggia di Cavi
scomparsa per almeno 300 metri di lunghezza ed in
questo tratto le ferrovie continuano ad ammassarvi
tonnellate di massi erigendo una ciclopica struttura
ormai direttamente impostata sui bassi fondali.
Ulteriori mareggiate fino a forza 7, verificatesi verso
met gennaio, distruggono ancora una volta le barrie-
re di massi continuamente ricaricate dalle FF SS, la li-
nea rotabile nuovamente dissestata ed i frangenti
riescono a scavalcarla riversando ciottoli di ogni pez-
zatura suN'Aurelia corrente a tergo.
Viene ulteriormente riparata la linea e ricaricata la
scogliera radente prolungandola ancora verso Cavi.
Si procede nel frattempo, a cura del Genio Civile OO.
MM. di Genova, all'appalto ed all'immediato inizio dei
lavori per la costruzione di sei pennelli ortagonali alla
costa fra l'ex Casello 44 e Cavi.
Il 30 gennaio 1979 una leggera libecciata forza 3-4
sufficiente a dissestare il primo pennello ancora in
costruzione e ad erodere ancora la spiaggia nei setto-
ri prossimi alle scogliere radenti della ferrovia. Nes-
suna erosione si riscontra invece per le spiagge tra
P.zza Milano ed il pennello dei bagni Medusa, tutti i
guasti producendosi oltre quest'ultimo.
Consi der azi oni sul l ' evol uzi one del t rat t o l i t or aneo
Chi avar i - Lavagna - Cavi
Considerata nel suo complesso la successione e la
concatenazione degli avvenimenti, resta da definire
quali possano essere stati in passato ed al presente
gli elementi principali del modellamento regressivo
dell'intero litorale.
Sembra evidente che accanto agli Influssi derivati dal
puro gioco di forze naturali e dalle condizioni fisiogra-
fico-geomorfologiche debbono porsi le componenti
modificatrici dovute alla mano dell'uomo, meno facil-
mente intuibili queste ultime in quanto maturate in-
trecciandosi ed accavallandosi in tempi relativamente
brevi e recenti. E' da considerare inoltre che mentre
non mancarono in passato le ipotesi di responsabilit
accollate scientificamente tanto al fenomeno fisico
quanto all'intervento artificiale, al presente si hanno
scarsi contributi in merito all'interpretazione del pro-
blema erosivo se si eccettuano le invece numerose
polemiche verbali e giornalistiche. Si riassumeranno
dunque le sintesi di vari Autori, quindi si passer al
47
58- Punta Cigno-Cavi. Il pennello, pi volte restaurato ed allungato,
e i versamenti artificiali hanno permesso la ricostruzione delia
spiaggia ed il suo mantenimento. Il mare nel 1960 batteva diretta-
mente contro il terrapieno ferroviario e provocava danni gravi al mu-
ro ed alla berma all'estrema destra della foto.
pensiero attuale nell'intendimento di trarne conclu-
sioni ragionevoli.
Nel 1883 Issel attribuiva alle lente oscillazioni verticali
del suolo (bradisismi) la possibilit di tradursi in spo-
stamenti della linea in riva in senso positivo o negati-
vo.
Ancora Issel nel 1907 ribadiva, per la spiaggia di Chia-
vari gi assai erosa, l'idea del movimento bradisismi-
co, ma ad esso associava gli effetti accelerati indiretti
sull'erosione dovuti alla barriera tra pendio e costa
esercitata dalla ferrovia e dalla litoranea, che avreb-
bero impedito il libero scorrere delle acque e l'arrivo
di detriti sull'arenile. Tra provvedimenti indicava co-
me assolutamente necessari la creazione di larghe
brecce negli argini formati dalla ferrovia e dalle princi-
pali strade rotabili.
Rovereto nel 1904, individuata la disimmetria di alli-
neamento tra spiaggia di Chiavari e quella di Lava-
gna-Cavi, ipotizzava la distruzione naturale del pro-
tendimento dell'arenile chiavarese alla foce dell'En-
tella e la migrazione di materiali verso Est ed attribui-
va le cause degli arretramenti alle bonifiche idrauli-
che dell'asta fluviale nonch alla crescita di strutture
edilizie lungo il litorale e soprattutto alla possibilit di
franamenti sottomarini e conseguente aumento della
profondit e dell'inclinazione dei fondali.
Successivamente (1912) la commissione di studio co-
stituita da Omodei, De Marchi, ed Issel rilevava quale
causa determinante della recessione degli arenili
chiavaresi l'enorme estrazione di inerti dal greto del-
l'Entella ed attribuiva il mancato rifornimento delle
spiagge a tale intervento artificiale associato per ad
uno stadio di maturit avanzata del fiume che avrebbe
compiuto un ciclo vitale a svolgimento rapidissimo e
che di conseguenza, a quell'epoca, sarebbe stato ca-
ratterizzato da scarso trasporto solido ad eccezione
dei soli materiali di torbida scaricati al largo e quindi
inutilizzabili ai fini del ripascimento degli arenili.
De Marchi accenna, nello studio condotto a cura dei
Comitato Talassografico Italiano, anche ad una proba-
bile variazione del regime dei venti.
Sanguineti, nel corso di osservazioni molto accurate
sullo stato del mare, conclude (1937) rigettando le ipo-
tesi di fase evolutiva matura dell'Entella o di variazioni
della linea di battigia dovute a movimenti bradisismici,
ma incolpando del regresso litoraneo gli effetti me-
teomarini maggiori e diversi che in passato, l'estra-
zione forzata di ghiaie e sabbie dall'Entella, l'imbri-
gliamento del fiume e le opere civili aderenti al lembo
di monte dell'arenile che si oppongono da un lato al-
l'ondazione e dall'altro al deflusso dei detriti terrige-
ni. Quest'ultima causa citata anche in riferimento al-
la spiaggia di Lavagna in relazione alle mareggiate
della fine dell'800.
Rovereto in Liguria Geologica (1939) rileva il chiaro
arretramento anche della spiaggia di Cavi ed imputa il
fenomeno a mutate condizioni meteomarine che pro-
vocherebbero maggiori altezze d'onda nonch al
mancato apporto dell'Entella causato dalle consuete
asportazioni artificiali di inerti per edilizia.
In tempi pi recenti Gallareto riprende le ipotesi di
Omodei, De Marchi e Issel che , secondo l'autore, ri-
sultano avvalorate dai risultati dei ripascimenti artifi-
ciali eseguiti tra Lavagna e Cavi e sottolinea come la
velocit di trasporto dei sedimenti da Ovest verso Est
nel tratto indicato non consenta a.lungo andare il
mantenimento della spiaggia se non tramite versa-
menti periodici di materiali di scavo contenuti da una
serie di pennelli stabilizzatori.
Berriolo e Sirito (1972) nello Studio per la sistemazio-
ne del litorale della citt di Lavagna respingono tanto
le ipotesi di arretramento dovuto a variazioni climati-
che e meteomarine, secondo gii Autori immutate dal-
l'ultima era geologica, quanto quelle derivate da mo-
vimenti bradisismici. Nello studio riservata inoltre
scarsa probabilit all'idea dell'arresto di apporto soli-
do dell'Entella a causa della raggiunta maturit evolu-
tiva del corso d'acqua.
E' viceversa accentrata l'attenzione sulla progressiva
occupazione degli arenili da parte di strutture civili co-
me la ferrovia e le strade litoranee nonch di tutte le
relative opere di difesa dal mare rigidamente frontali.
E' sottolineato lo sbarramento che i tracciati paralleli
alle spiaggie del luogo offrono sia all'arrivo da monte
dei prodotti della detrizione sia al prosieguo dell'on-
dazione non pi libera nel suo intero sviluppo.
48
1
59- Il muro ferroviario crollato, presso il casello 44 a Lavagna, du-
rante le mareggiate del 1976. Notare la riduzione dell'arenile in
prossimit delle gettate di massi alla rinfusa.
60- Prosecuzione dei crolli del muro ferroviario nel settore di fig. 59
e successivo prolungamento delle scogliere radenti in occasione
delle mareggiate del 1977. Si noti l'affondamento dei massi per ero-
sione dello zoccolo sabbioso alla base degli stessi.
Ugualmente grave per Berriolo e Sirito l'influsso delle
passate estrazioni di materiali sciolti tanto dall'Entella
quando dagli arenili stessi.
La ripresa delle mareggiate fra il 1978 ed il 1979, i ripe-
tuti danni subiti dalla linea ferroviaria tra il km. 41 e il
km. 42 e le successive interruzioni del traffico locale
ed internazionale hanno avuto una volta di pi il pote-
re di coinvolgere non solo gli organismi interessati
(Ferrovie, Genio Civile, Comune di Lavagna, ecc.), ma
anche l'opinione pubblica nella pesantezza del pro-
blema riferito a quel poco che resta della primitiva
spiaggia fra Lavagna e Cavi. Sono di quest'epoca le
accuse o le ipotesi di erosione provocata in modo pi
o meno diretto dall'inserimento nello specchio ac-
queo antistante Lavagna del nuovo porto turistico. Ta-
li deduzioni, espresse verbalmente o in forma giorna-
listica e non suffragate a indagini scientifiche speri-
mentali, sono qui di seguito anonimamente sintetizza-
te (fig. 62):
1. La diga foranea, la cui radice innestata all'argine
sinistro della foce dell'Entella e che si prolunga fino
all'altezza di piazza Milano, impedirebbe la migrazio-
ne verso Est dei materiali alluvionali disperdendoli al
49
61- Lavagna-Cavi. La scogliera ferroviaria nei punti maggiormente
colpiti dalle mareggiate del dicembre 1978e gennaio 1979. Si noti la
crescita sproporzionata della scogliera e la parallela scomparsa
della spiaggia. La lngua ghiaiosa in primo piano, vicino ai muri anti-
sbarco lesionati, l'inizio della spiaggia di Cavi.
largo e di conseguenza bloccherebbe il ripascimento
naturale della spiaggia di Cavi.
2. L'esposizione della diga subperpendicolare alla di-
rezione dell'ondazione dominante provocherebbe la
riflessione del moto ondoso creando correnti di con-
trospinta (!) la cui energia si sommerebbe a quella
dei marosi agendo con violenza nei punti danneggiati.
Il riassunto cronologico degli eventi e degli studi per-
mette in ultima analisi di dare corso ad opportuni
spunti riflessivi e conclusivi in merito alle vicissitudini
del paraggio di Chiavari - Lavagna-Cavi.
Sono inerenti alle conclusioni alcune necessarie pre-
messe sintetiche:
1) La regressione della spiaggia di Chiavari iniziata
nella prima met de! secolo scorso precedendo di
una quarantina di anni quella di Lavagna, mentre il li-
do di Cavi segnalato in arretramento nel periodo
precedente la prima guerra mondiale.
2) Le condizioni meteomarine, sulla scorta delle pos-
sibili osservazioni nell'arco di un secolo, s sono
espresse uniformemente anche in relazione alle ma-
reggiate la cui ricorrenza, per gli eventi cosidetti ec-
cezionali, avvalora la costanza di intensit e sviluppo
dei fenomeni climatici che li hanno prodotti.
3) Le accelerazioni dei processi erosivi coincidono
con i periodi relativi alle prime fasi di urbanizzazione
del litorale e con il parallelo accresciuto fabbisogno di
inerti estratti dall'alveo dell'Entella. (1875-1920).
4) La frequenza nel tempo delle opere di difesa ade-
renti alle strutture artificiali da proteggere aumenta
quanto pi le spiagge regrediscono e quanto pi cre-
sce la pendenza del lido e del fondale e ci natural-
mente avviene in epoche via via pi prossime ai tempi
attuali.
A questo punto sembra ovvio associare ai fatti accer-
tati nel tempo la consequenzialit dell'evoluzione re-
gressiva dell'intero lido tra Capo delle Grazie e Punta
Cigno.
Il procedere erosivo da Ovest verso Est con scadenze
temporali scaglionate per i diversi tratti di arenile or-
mai un elemento di giudizio incontestabile. Vi da
credere che il brusco inizio dell'erosione a Chiavari
(1809-1821) possa veramente essere associato ad un
ormai raggiunto sovrasviluppo del profilo dell'arenile,
cos proteso verso il mare, rispetto a quello delle
spiagge pi a Est. La rottura di questo equilibrio insta-
bile e la successiva rettilineazione del profilo pervia
naturale rappresent il momentaneo arricchimento
dei lidi di Lavagna e di Cavi.
Il processo non si arrest immediatamente e il proten-
dimento della spiaggia di Chiavari pot ancora pi vol-
te ricostituirsi e ridemolirsi periodicamente, ma sem-
pre in limiti spaziali sempre pi ridotti in progressione
cronologica. Non pare lontano dal vero che ad un cer-
to punto il fenomeno fu bloccato a Chiavari dall'inseri-
mento della litoranea, della ferrovia e delle altre co-
struzioni civili in fregio all'arenile nonch dalle conti-
nue asportazioni di sabbie e ghiaie dall'Entella e dalla
spiaggia medesima. E' inoltre vero che per ottenere
di nuovo un sia pur parziale protendimento del lido
61
nelle condizioni e nei punti primitivi fu necessario co-
struire nel 1935 il pennello alla foce dell'Entella.
La conseguenza dell'impossibilit dell'arrivo di mate-
riali da Ovest per mancanza di ricostruzione della
spiaggia di Chiavari si tradusse nel depauperamento
di quella di Lavagna che, alla foce dell'Entella, era gi
nel 1898 ridotta a ben poca cosa. A questo proposito
appare sintomatico il fatto che il lido di Lavagna sia ar-
retrato in cos breve lasso di tempo proprio nella zona
ove, anche a causa della vicinanza del fiume, avrebbe
dovuto ricevere gli apporti pi cospicui. Certamente vi
hanno influito la sottrazione artificiale di materiali allu-
vionali dall'alveo e l'arginatura e l'imbrigliamento del-
lo stesso, ma non scartabile aprioristicamente e co-
munque meritevole di dimostrazione la vecchia ipote-
si di Omodei, De Marchi ed Issel relativa alla diminuita
capacit di trasporto dell'Entella dovgta a maturit di
ciclo evolutivo.
Anche la riduzione delle quantit di materiali erosi tra
il 1920 ed il 1934 nella spiaggia di Chiavari, rispetto alle
punte massime di fine 800, parallela al cessato alter-
narsi di costruzione e demolizione della striscia sab-
biosa protesa sul mare e quindi alla vera e propria
mancanza dell'antico e cospicuo accumulo litoraneo
erodibile e trascinabile verso la costa lavagnese.
La catena fenomenologica dell'arretramento delle li-
nee di riva, una volta scomparsa la spiaggia di Chiava-
ri e fortemente erosa quella di Lavagna, non pot non
avere come ripercussione anche il susseguente inizio
della fase recessiva dell'arenile di Cavi. Tale fase si
concretizza in epoche pi recenti e per un certo tem-
po, il settore orientale di questo lido sembra perfino
in accrescimento, ma ci dovuto alla progressiva
demolizione delle spiagge occidentali e dimostra la
tendenza allo spostamento dei materiali sotto l'azione
dei mari del III quadrante solo in parte bilanciata da
quelli di Scirocco.
50
62- Il litorale di Lavagna prima della costruzione del porto turistico.
l
VSaSi
Considerato dunque che ormai, all'inizio della reces-
sione dell'ultimo lido ancora intatto e cio attorno agli
anni trenta, gli apporti di qualsivoglia natura sono in
gran parte cessati, resta da definire per quali vie il
processo erosivo si legato alla mancanza di tali ap-
porti e se altri elementi abbiano influito sull'accelera-
mento negativo del fenomeno per giungere all'attuale
penosa situazione.
La causa pi remota nel tempo, ma assai attendibile e
gi verificata in molti altri settori costieri liguri, risulta
essere la spezzatura di continuit tra lido e pendio
provocata dal tracciato ferroviario in modo tale che
l'entroterra non possa pi riversare i propri contributi
detritici verso il mare essendo frenato ed ostruito il li-
bero scorrimento delle acque superficiali dalla barrie-
ra continua dei rilevati e dei muri della linea rotabile.
L'aderenza al lido di Lavagna-Cavi della linea ferrovia-
ria, al pari della sopraelevazione della passeggiata a
mare di Chiavari, ha contribuito per altro verso all'ar-
resto frontale dello sviluppo dell'ondazione e conse-
guentemente del deposito in condizioni naturali dei
materiali migrati da Ovest. Si visto che tale processo
ha subito un netto acceleramento nell'immediato do-
poguerra quando mancato il ricambio alternato tra
materiali asportati dal lido primitivo e quelli che avreb-
bero dovuto sopravvenire da Ovest.
51
La pressante necessit di difendere il tracciato ferro-
viario ha imposto infine la soluzione pi ovvia, pi co-
moda e nel contempo meno adatta allo scopo, vale a
dire l'erezione d strutture aderenti ai rilevati sotto
forma d muri, berme e scogliere il cui potere rifletten-
te nei confronti dell'ondazione ed energizzante l'urto
dei frangenti ha prodotto il consueto brusco abbassa-
mento dello zoccolo sabbioso in conseguenza della
violenta asportazione dei sedimenti ad opera della ri-
sacca. Le stesse scogliere, oltretutto sottraenti ulte-
riore spazio verso mare all'arenile, si sono dimostra-
te, per quanto surdimensionate, inutili allo scopo es-
sendo gli stessi elementi lapidei costitutivi sottoposti
nel migliore dei casi a continuo affondamento per ero-
sione del materiale sabbioso in cui erano incastrati
(fig. 63).
La progressione degli eventi naturali ed artificiali nel-
l'ultimo trentennio dimostra da un lato la facilit con
cui le mareggiate hanno potuto colpire e danneggiare
indifferentemente tanto a Cavi come a Lavagna e dal-
l'altro la probabilit che la situazione si sia evoluta in
modo irreversibile.
In definitiva lo sviluppo erosivo attuale non altro che
l'ultima fase di un processo in un primo tempo iniziato
a Chiavari per fatti naturali, in un secondo tempo este-
so fra Chiavari e Lavagna per mal previste necessit
edilizie e poco accorti inserimenti urbanistici ed infi-
ne in un terzo tempo propagato ed accelerato a Cavi
per gli errori umani del lontano passato e per l'ostina-
tezza di certi sistemi difensivi.
A fronte della portata storica dell'erosione e delle ri-
spettive cause assodate almeno nelle linee essenziali
appaiono poco approfonditi gli accolli di responsabi-
lit alla nuova struttura portuale di Lavagna. Infatti se
quest'opera arresta o allontana il flusso dei materiali
alluvionali dell'Entella migranti verso Est, ammesso
che esistano ancora, si dovrebbe del pari spiegare
come mai la spiaggia di Lavagna, limitrofa al fiume, da
almeno 70 anni e cio molto prima che esistesse il
porto non sia riuscita a ripascersi o almeno a mante-
nersi e viceversa sia stata sottoposta a crescente riti-
ro con frequenti guasti perfino per l'abitato retrostan-
te, mentre ugalmente e per la stesse ragioni pi di 50
anni fa la regressione procedeva verso i settori litora-
nei tra Lavagna e Cavi.
E' da tenere in debito conto invece l'effetto protettivo
dell'apparato portuale su tutto l'arco dell'abitato pro-
spiciente a via dei Devoto in precedenza colpito e
danneggiato gravemente dalla ripetizione degli eventi
marini, cui per molti anni il Genio Civile delle Opere
Marittime di Genova ha dovuto offrire protezione con
ogni mezzo e ogni spesa.
Quanto all'alterazione provocata dalla diga foranea
sul regime dell'ondazione e delle correnti, a parte la
necessit di dimostrazioni rigorosamente scientifiche
e sperimentali, deve essere considerato il fatto ch i
danni all'arenile e successivamente alle strutture a
questo addossate si sono prodotti, a partire dal dopo-
guerra, particolarmente nell'area ben localizzata com-
presa tra la stazione di Lavagna ed i successivi caselli
ferroviari. E' ovvio che questa, dopo la sparizione del-
la limitata spiaggia tra P.zza Milano e lo Chez Vous,
fosse anche l'area pi esposta e costituisse la nor-
male prosecuzione del fenomeno erosivo gi verifi-
catosi per i lidi pi ad Ovest.
Resta inoltre difficile credere che il gioco di ipoteti-
che nuove correnti o la rifrazione del moto ondoso
provocato dal vertice della diga foranea riesca ad in-
fluire in merito agli attualissimi danni verificatisi sulla
linea ferroviaria ad oltre un chilometro e mezzo di di-
stanza dall'area portuale quando le ben pi vicine e
recenti spiagge ancorate ai pennelli fra P.zza Milano e
i bagni Medusa non hanno subito alcun danno dalle
pesanti mareggiate esplicatesi tra il 1976 e il 1979 ed
anzi abbiano accresciuto la loro potenzialit (fig. 64).
E' per contro vero che in coincidenza con il pur esi-
guo tratto di spiaggia tra lo Chez Vous e i bagni Medu-
sa, la linea ferroviaria non ha ricevuto alcun guasto
dalle pi recenti mareggiate, mentre nello stesso trat-
to e nel periodo tra il 1950 e il 1976 ha subito continui
pericoli e lesionamenti assieme alla passeggiata a
mare fino al crollo degli stabilimenti balneari e del Ca-
sello 44. Le occasioni d danno sono invece ora fre-
quenti oltre questo ricostruito arenile ove pi massic-
ce risultano le scogliere aderenti ferroviarie avanzanti
verso Cavi per circa 300 metri, mentre ancora pi ad
Est, ove questo tipo di difesa appare pi ridotto o ces-
sa del tutto, riesce ad emergere, non si sa ancora per
quanto, la spiaggia di Cavi.
Al di l infine dei problemi contingenti relativi alla di-
fesa delle strutture civili annesse al lido, cui la tecnica
moderna pu sicuramente offrire variet e validit di
soluzioni, sembra pi logico che in avvenire tutto deb-
ba essere programmato in funzione protettiva dell'a-
renile in quanto, come si gi potuto osservare, con
la ricostruzione di questo le stesse opere artificiali
vengono sicuramente protette.
A questo punto appare pleonastico l'accenno alla as-
soluta necessit che l'intero paraggio, da Chiavari a
Cavi, debba essere oggetto di uno studio completo
che tenga conto, oltre che degli apporti di ogni disci-
plina scientifica connessa, anche delia attuale situa-
zione di fatto con il corredo di tutti gli elementi artifi-
ciali nel tempo inseriti sul litorale la cui evoluzione
sembra rappresentare la sintesi dei molti processi in-
stauratesi per via naturale ed artificiale su altri lidi li-
guri e sicuramente il caso pi grave.
21. Ses t r i Levant e
L'accentuata falcatura del tratto di costa lungo oltre
due chilometri tra le Rocche di S. Anna e la punta di
Sestri prospetta esposizioni diverse da punto a punto
riguardo ai settori di traversia principali a seconda
dell'orientamento del profilo litoraneo.
Schematicamente si pu distinguere una prima fascia
tra le Rocche di S. Anna e la foce del torrente Gromo-
lo seguente pressapoco l'allineamento in senso Nord
Ovest-Sud Est con la spiaggia di Cavi, mentre dai tor-
rente Gromolo alla punta di Sestri si ha cumulativa-
mente una direzione opposta Nord Est-Sud Ovest.
52
63- Distruzione del muro di sostegno del rilevato ferroviario a Lava-
gna e tamponamento della falla con massi alla rinfusa.
I n
M I
r / >
* 1
Il primo settore , nelle parti pi prossime alle Rocche
di S. Anna, frontalmente esposto a Libeccio e con mi-
nori angoli di incidenza a Sud-Sud Ovest. Il secondo
settore assai meno influenzato dai mari del Ili qua-
drante a causa della forte sporgenza del promontorio
di Sestri da cui inoltre totalmente protetto rispetto
alle traversie di Scirocco, attenuate per tale situazio-
ne geografica anche nel settore litoraneo a Nord-
Ovest del torrente Gromolo (fig. 65).
La particolare disposizione topografica ha permesso
una tendenza all'accumulo sabbioso, sotto il consue-
to effetto migratorio Ovest-Est, verso gli arenili pro-
spicienti l'abitato di Sestri a spese del lido di ponen-
te; ciononostante quest'ultimo alla fine del secolo
scorso aveva ancora una dimensione trasversale di 50
metri nella zona denominata Pria Calante (Sangui-
neti). L'erosione rapidissima di questo settore pro-
dusse circa cinquantanni fa sia il crollo del vecchio
tracciato ferroviario aderente al lido ed ora passante a
tergo dell'Aurelia sia il successivo scalzamento della
stessa strada statale tutt'ora in frana per abrasione
marina ai piedi delle scarpate site ad Est delle Rocche
di S.Anna (fig. 66).
Ove in passato si stendeva il citato arenile esiste ora
uno specchio acqueo chiuso a monte dai muri del-
l'Aurelia e a mare da un sistema scatolare di frangi-
flutti collegati agli estremi da bracci di scogliere tra-
sversali alla costa, cosicch se forse impedito il
danno al manufatto stradale sicuramente impedito
del tutto un eventuale ingresso dei materiali sciolti al-
l'interno del bacino.
22. Co s t a f ra Monegl i a e Dei va
La morfologia litoranea offre un esempio classico di
predisposizione all'evoluzione franosa dei pendii for-
temente inclinati a mare in concomitanza con l'azione
scalzante delle onde ai piedi di questi ultimi.
Le spiagge delle due localit citate e le orlature
ghiaiose all'interno delle frequenti calette sovrastate
dalle pareti in roccia sono in buona parte dovute tanto
alla tipica erodibilit dei litotipi argillo-scistosi quanto
all'insita tendenza ai movimenti gravitativi delle ab-
bondanti coltri sciolte argillo-detritiche ricoprenti il
substrato.
53
64- li porto di Lavagna e la spiaggia tra lo Chez-Vous ed bagni Me-
dusa, recentemente ricostruita. In questo tratto di arenile la ferro-
via non ha pi subito alcun danno dalle violentissime mareggiate
del 1978e 1979, a differenza di quanto accaduto in passato.
64
L'arricchimento e la formazione dei depositi litoranei, li tracciato, come era logico prevedere, sub negli an-
prevalentemente ciottolosi e ghiaiosi a testimonianza ni il duplice attacco delle frane da monte e dello scal-
della continuit di rifornimento grossolano, ha proce- zamento da mare cui nessun rimedio psero i muri di
duto in tempi storici o protostorici sia per versamento fasciamento delle falesie intenzionalmente program-
diretto sul litorale sia per parziale migrazione dei mati a bloccare da un lato la traslazione dei tratti in
componenti pi fini ad opera delle correnti , oppure il galleria e dall'altro l'abrasione marina. Di tali muri si
materiale franato ed eroso si incanalato lungo gli notano tutt'ora i resti sbrecciati in corrispondenza de-
scarsi rivi e torrenti dei quali solo il Deiva ha contribu - gli esili nastri ciottolosi al limite della battigia,
to in misura determinante alla formazione dell'ormoni- Quanto alle spiagge, pur nella diversa orientazione
ma spiaggia. dei siti e conseguentemente diversa esposizione alle
In ambiente cos predisposto a rapide modificazioni traversie, si ebbero regressi vistosi a Moneglia a par-
tanto delle linee di riva quanto dell'immediato entro- tire dal 1900 con punte massime erosive nel 1921 e
terra si inser il vecchio tracciato ferroviario ora spo- danneggiamento del muro ferroviario in cornspon-
stato pi a monte e la cui antica sede attualmente denza della stazione, mentre a Deiva, iniziando pres-
occupata dalla precaria litoranea collegante Riva Tri- sappoco l'erosione nello stesso periodo, si ebbe l'an-
goso, Moneglia e Deiva. nullamento della spiaggia pi occidentale attorno al
In pratica la linea ferroviaria fu impostata in sopraele- 1930 ove il mare gi a quell'epoca batteva contro i mu-
vazone, ma a brevissima distanza trasversale dalla raglioni ferroviari.
battigia, con attraversamenti in galleria dei pendii fra- Che la situazione erosiva a Deiva sia perdurante pi-
nosi, con brevi tratti allo scoperto nelle piccole valle- mostrato dal fatto che l'antico tracciato ferroviario,
cole e con muri e viadotti sovraimposti alle spiagge di tramutato successivamente in passeggiata a mare, e
Deiva e Moneglia (fig. 67). difeso nei settori pericolanti da enormi blocchi in cal-
54
65- Sestr Levante. La spiaggia delle Favole antistante l'abitato de-
nuncia la tendenza allo accumulo da Ovest ad Est dei sedimenti
sabbiosi nella parte pi interna dell'insenatura racchiusa dalla pe-
nisola.
66- Sestri Levante. Le strutture viarie sono ben protette da pennelli
e dighe frangiflutti, ma la spiaggia, una volta esistente nella zona,
non ha la minima possibilit di ricostruirsi data la struttura scatolare
delle difese a mare che impediscono l'ingresso dei materiali tra-
sportati dalle correnti. Notare inoltre in primo piano il cedimento
della strada statale scalzata alla base dal battente marino e ricarica-
ta di massi alla rinfusa.
cestruzzo incastrati in varie gettate di massi e posizio-
nati ove un tempo sorgeva l'arenile (fig. 68).
Se attualmente la spiaggia di Moneglia riesce a man-
tenersi grazie ad una serie di frangiflutti e pennelli
non cosi accade per quella di Deiva, molto pi espo-
sta alla dominanza dei mari del III quadrante e non fa-
vorita nei settori ad Ovest dalla prossimit di strutture
rigide verticali fortemente sopraelevate sulla battigia.
E' giusto ricordare infine che lo spostamento della
ferrovia tra Riva Trigoso e Deiva non ha coinciso pie-
namente con il recupero delle antiche condizioni evo-
lutive naturali della costa nel tratto indicato, poich il
tracciato ora occupato dalla strettissima e dissesta-
ta litoranea e, nei settori limitrofi ai paesi, stato ulte-
riormente urbanizzato per effetto di insediamenti abi-
tativi anche a picco sul mare. Tutti i manufatti conti-
nuano dunque, come per la vecchia ferrovia, ad esse-
re oggetto di uguali dissesti vuoi per franosit intrin-
seca vuoi per azione diretta dei marosi, l'uno e l'altro
aspetto evolutivo producendo gli stessi dannosi
effetti.
Conseguenza logica dei danni temuti anche oggi l'a-
dozione sbarramenti di massi ai piedi delle scarpate a
mare e di muri antifrana validi, pur nella loro provviso-
riet, sotto l'aspetto delle opere civili, ma non nei ri-
guardi dell'approvvigionamento per via naturale dei
materiali occorrenti alla conservazione delle spiagge.
23. Levant o e Ci nque Ter r e
L'insenatura di Levanto, orientata pressappoco in
senso Nord Ovest-Sud Est ed esposta frontalmente a
Libeccio e radentemente a Scirocco, viene ricordata
per la progressiva erosione del rispettivo lido nei tratti
sbarrati dal muro ferroviario.
L'arretramento della linea di riva, iniziatosi circa cin-
quantanni addietro, assunse aspetti preoccupanti at-
torno al 1940 fino a minacciare l'integrit del muro di
sostegno della ferrovia. Al piede del paramento verti-
cale fu immediatamente costruita una massiccia ber-
ma a profilo concavo che in successive occcasioni fu
scalzata e demolita dall'ondazione. Il solito tampona-
mento con massi del tratto lesionato non sort alcun
effetto fintantoch il Genio Civile 00. MM. , nell'inten-
to di salvaguardare il lido a fini turistici, esegu una
serie di scogliere foranee determinando l'insabbia-
mento dell'area davanti al muro e la successiva rico-
stituzione dell'arenile con parallelo annullamento del-
le occasioni di danno peri manufatti ferroviarii.
Riferendosi al caso di Levanto Scatena afferma che
certe opere integrative possono, come si visto, non
essere sufficienti a proteggere validamente i muri
stessi e in proposito la berma aderente al muro e
sporgente sull'arenile non consigliabile in quanto
gli effetti dell'ondazione sono su essa analoghi a
quelli su qualsiasi altra struttura rigida continua favo-
rendo la risacca e facilitando l'asportazione di sabbia
in occasione di violente mareggiate.
Non meno grave appare l'instabilit di alcune spiagge
delle Cinque Terre la cui alimentazione, data la debo-
lezza degli organismi idrici presenti, in parte legata
66
al progredire dei fenomeni franosi ed alla detrizione
della rpida costa nelle cui brevi ed incise cale sorgo-
no i caratteristici paesi.
Si possono segnalare tra i casi pi evidenti di apporto
franoso e colluviale i conoidi detritici di P.ta Mesco
per Monterosso al Mare ed i grandi apparati collassati
dei versanti di Guvano e di Rodalabia per Corniglia.
Oltre a questi macroscopici esempi lo sviluppo della
normale degradazione delle rocce, la velocit di ru-
scellamento e l'intensit di scalzamento del battente
. marino, associati alla predisposizione geologica e to-
55
67 - La spiaggia di Moneglia difesa da dighe frangiflutti. A destra
muri dell'ex tracciato FF.SS. trasformato in passeggiata a mare.
68- Deiva. La spiaggia orientale in netto regresso quella ad occi-
dente scomparsa del tutto o occupata dalle attuali scogliere pi
volte ricaricate o dagli enormi blocchi in c.a. visibili nella foto e in-
tenzionalmente posti a protezione della passeggiata a mare.
69- La spiaggia di Monterosso Vecchio.
pografica, debbono rivestire un'importanza notevole
nei riguardi degli accumuli litoranei dell'intero tratto
dell cinque Terre.
La forzosit dell'ubicazione della linea ferroviaria, dati
i vincoli imposti dall'asprezza delle condizioni morfo-
logiche e dalla posizione dei nuclei abitati, non poteva
non squilibrare, negli scarsi tratti allo scoperto, la de-
licata evoluzione degli esigui arenili ivi presenti. Si
possono citare a titolo di esempio arretramenti di 50
metri dal 1890 ad oggi della spiaggia di Monterosso
Vecchio, di 45 metri nel lido antistante la stazione di
Riomaggiore, l'occupazione dell'intero settore occi-
dentale dello spiaggione di Corniglia da parte della
.ferrovia fondata su enormi muraglioni a mare e sbar-
rante a monte gli apporti franosi della collina di Roda-
labia, l'attraversamento del piede della frana di Guva-
no da parte della linea rotabile in prossimit della bat-
tigia.
56
Conclusioni
La negativit di simili protezioni, quando la spiaggia
sia gi in fase recessiva per mancanza di ripascimen-
to naturale o quando comunque non si abbia a dispo-
sizione un largo tratto di arenile davanti all'opera da
proteggere, come ovunque in Liguria, infine ampia-
mente dimostrata nei trattati specialistici.
Appare dunque opportuno sintetizzare su base crono-
logica per i settori trattati tanto gli inizi quanto gli ac-
celeramenti delle erosioni, quanto ancora l'azzera-
mento delle spiagge ove un tal fatto si sia verificato
nel settore pi regredito.
Le osservazioni sono espresse negli schemi seguenti
in cui le date debbono ovviamente essere valutate in
termini indicativi considerata l'incertezza del riferi-
mento storico e dimensionale.
SPIAGGIA Data inizio
ci cl o erosivo
Date inizio Arretramenti massi mi NOTE Data inizio
ci cl o erosivo
o ripresa
acceleramenti
erosivi
Data Dimensioni
(metri)
Ospedaletti 1870 1898 1910 0 non pi ricostituita
Sanremo
(Spiaggia S. Rocco)
1910 1916 1934 0 non pi ricostituita
Riva Ligure - S. Stefanc 1890 1910 1935-40 0 non pi ricostituita
Laigueglia-Alassio 1906-10 recente 2 - 3 tra
Laigueglia
ed Alassio

Albenga (lato nord) 1750 1885 1960-65 0 non pi ricostituita


Ceriale (lato sud) 1860 1885-94 1960-65 10 +15
Borghetto S. Spirito 1893 1913 1933 0 ricostituita
nel dopoguerra
Pietra Ligure
(regione Chiappa)
1861 1891 1893 30 ricostituita a partire
dalla fine del secolo
scorso
Pietra Ligure
(parte centrale)
1950 1955-59 1959 4 +5 ricostituita artif c.
negli anni 60
Varigotti 1910 1921 mantenuta artific.
Albisoia capo 1885 1892, 1903,
1920
1926 0 ricostituita artific.
in tempi recenti
Celle Ligure 1800-1810 1860-70,
1906,
1926-27
1927 5 ricostituita a
partire dal 1935
Varazze (spiaggia
della Mola)
1875 1910, 1930
1955
1955 0 ricostituita a
partire dal 1956
Cogoleto
(spiaggia centrale)
1865 1893, 1910 mantenuta
artificialmente
Cogoleto
(spiaggia a levante)
1865 1872 0 ricostituita
in tempi recenti
Arenzano
(spiaggia delia Maloa)
1870 1880-90 1912 0 mantenuta
artificialmente
li legame tra tipologie urbanistiche e viarie, sistemi di
difesa aderenti ai manufatti e regresso di alcune
spiagge, prescindendo dalla dimostrazione particola-
reggiata e settorializzata che non pu essere oggetto
della presente memoria, sufficientemente convali-
dato in molti tratti della costa ligure oltrech dalle os-
servazioni e verifiche compiute dai diversi Autori cita-
ti, dalla semplice successione degli eventi regressivi.
L'arretramento degli arenili, collegato alla sopravve-
nuta mancanza di apporti solidi naturali a causa delle
cresciute esigenze edilizie e degli sbarramenti ferro-
viari e stradali, ulteriormente incrementato, in coin-
cidenza spaziale e temporale, dalla esecuzione di
scogliere aderenti a manufatti sopraelevati rispetto
al lido.
57
SPIAGGIA Data inizio
ciclo erosivo
Date inizio
o ripresa
acceleramenti
erosivi
Arretramenti massi mi NOTE Data inizio
ciclo erosivo
Date inizio
o ripresa
acceleramenti
erosivi
Data Dimensioni
(metri)
Pr-Palmaro 1865 1874,
1896-98
1910-17 0 parzialmente mantenuta
a partire dal 1924
Chiavari 1820-30 1880 1930-34 0 +10 non pi ricostituita
Lavagna 1870-80 1898, 1915, 1955-57 0 +5 non pi ricostituita
Cavi 1925-35 1945-50 1979 0 mantenuta artificial-
mente tra P.ta Cigno e
Cavi, non pi ricosti-
tuita tra Cavi e Lavagna
Sestri
(spiaggia Pria Calante)
1880-90 1920 1937 0 non pi ricostituita
Moneglia 1900 1920-21 attualmente stabilizzata
con pennelli e frangi-
flutti
Deiva
(tratto pi occidentale)
1900 1930 0 non pi ricostituita
Deiva (La Marina) 1900 1938 30 non stabilizzata
Deiva (La Spiaggetta) 1900 1938 5 + 10 non stabilizzata
Levanto 1900 1920-30 1940 0 ricostituita con
con frangiflutti nel
dopoguerra
Ulteriori considerazioni possono essere tratte dall'e-
same delle velocit di arretramento di alcuni lidi me-
diate per periodi parziali e totali. Anche in questo ca-
so l'incompletezza dei riferimenti dimensionali e la la-
cunosit temporale impongono un quadro statistico di
larga massima che tuttavia chiarisce in modo suffi-
cientemente preciso la collocazione dell'accelera-
mento erosivo in occasione o in prossimit cronologi-
ca dell'esecuzione delle grandi strutture viarie sulla
costa e delie successive difese a mare di queste ulti-
me. Sono state prese in considerazione ie spiagge in
cui, dalla prima all'ultima data di riferimento, la ten-
denza regressiva si sia mantenuta costante, senza al-
ternanze di avanzamenti e regressioni periodiche. I
valori sono stati ricavati tenendo conto delle segnala-
zioni e misure note in rapporto al settore di arenile
sottoposto a massimo arretramento e di conseguenza
non debbono essere considerati cumulativamente
per l'intero lido rivestendo tali valori un carattere indi-
cativo. I risultati sono riassunti nella pagina a fianco.
Dagli schemi riportati si possono in breve analisi de-
durre i seguenti concetti:
1)Gli inizi delle erosioni delle spiagge liguri conside-
rate si accentrano cronologicamente tra la seconda
met de! secolo scorso e i primi anni dell'attuale con
una cadenza percentuale pari al 78% dei totale negli
anni tra il 1860 e il 1910 ed una concentrazione di even-
ti pari al 39% del totale nel periodo tra il. 1980 e il 1910.
Alla fine del 1920 il 94% delle spiagge considerate era
entrato in erosione.
2) Le riprese e gli incrementi del ciclo erosivo si di-
stribuiscono con massimi di concentrazione tra il 1880
e il 1900 (36%) e tra il 1910 e il 1932 (32%). La casistica
rileva percentualmente che, posto il limite cronologi-
co al 1940, a tale data circa il 90% dei lidi era gi stato
sottoposto alle fasi pi violente dell'arretramento.
3) A partire dall'ultimo ventennio solo il 18% delle
spiagge considerate non aveva ancora raggiunto la
minima dimensione trasversale.
4) Gli intervalli di tempo tra inizio e acceleramento
da un lato e tra acceleramento e fase finale del ciclo
erosivo dall'altro denotano tendenzialmente un valore
assoluto minore per il primo periodo rispetto al se-
condo salvo nei casi in cui il processo abbia avuto un
rapido sviluppo (Ospedaletti, Riva Ligure, Pietra Ligu-
re). Si pu supporre, data la contraddittoriet dell'a-
spetto citato, che nel secondo periodo, raggiunta or-
mai la consapevolezza del grave fenomeno, le ammi-
58
SPIAGGIA
Anni di
riferimento
Velocit medie
di arretramento
(metri/anno)
SPIAGGIA
Anni di
riferimento
Periodi
parziali
Periodi
totali
Ospedaletti 1870-1937 0,18
(Giunchetto) 1937-1979 0,19
Ospedaletti 1870-1910 0,50 0,50
(spiaggia ad Est)
Sanremo 1910-1934 1,45 1,45
(San Rocco)
Albenga 1750-1885 0,29
1885-1935 0,50 0,42
1935-1965 0,83
Pietra Ligure 1861-1871 1,00
(regione Chiappa) 1871-1891 1,20 1,12
1891-1893 4,67
Al bi soi a Capo 1885-1913 1,07
1913-1926 1,15 1,09
Celle Ligure 1894-1908 0,71
1908-1912 3,00 0,93
1912-1927 1,20
Chiavari 1809-1829 1,35
1829-1857 0,035
1857-1875 0,22
1875-1881 1,16
1881-1885 1,50 0,75
1885-1911 1,42
1911-1920 0,66
1920-1927

1927-1934 0,85
I
SPIAGGIA
Anni di
riferimento
Vel oci t medie
di arretramento
(metri / anno)
SPIAGGIA
Anni di
riferimento
Periodi
parziali
Periodi
totali
Lavagna 1875-1937 0,52 0,57
1937-1957 0,75
Cavi (settore occ.) 1898-1971 0,68 0,68
Cavi (settore cen.) 1898-1978 0,44 0,44
Sestri Levante 1890-1930 1,25 1,25
Deiva (tratto pi occ.) 1900-1930 2,00 2,00
Deiva (La Marina) 1900-1974 1,15 1,15
Deiva (La Spiaggetta) 1900-1974 0,68 0,68
Levanto 1900-1940 1,38 1,38
nistrazioni abbiano operato vari tentativi al fine di argi-
nare la perdurante erosione.
Nel contempo ove la differenza temporale tra il primo
e il secondo periodo invece abbastanza ridotta (V.
Celle, Varazze, Chiavari),si pu stimare che i processi
erosivi abbiano posseduto uno sviluppo relativamen-
te uniforme e costante.
5) L'intensificazione dei regressi, dedotti in parte
dalle velocit medie di arretramento, si prodotta
sempre nei periodi di massimo sfruttamento ed occu-
pazione del lido a fini urbanistici e di massimo depau-
peramento degli organismi rifornitori (v. Chiavari, Cel-
le, Albissola, Deiva, Albenga nel primo periodo) oppu-
re nei periodi di tentata difesa aderente delle struttu-
re (v. Ospedaletti, Lavagna, Cavi, Levanto, Ceriale ed
Albenga nel secondo periodo). Ovviamente le diffe-
renziazioni causali di cui sopra non possono essere
sensibilmente scisse caso per caso poich spesso
entrambe gli influssi dovuti ad errata programmazione
sia urbanistica che costruttiva si sommano determi-
nando accresciuti effetti negativi.
Bibliografia
Angrisano - Segre (1969), La carta batimetrca del Mediterraneo
Nord-Occidentale, Ist. Idr. Mar., FC1030-2, Genova
Ascari - Bacci no - Sangui neti (1937), Le spiagge della Riyiera
Ligure, C.N.R., Roma -
Berriolo - Gal l areto - Si ri to (1967), Le nostre spiagge, E.P.T., Savo-
na
Berriolo - Gal l areto - Sirito (1967), Studio per il miglioramento e l'in-
cremento degli arenili, E.P.T., Imperia
Berri ol o-Si ri to (1972), Spiagge e porti turistici, Hoepli, Milano
Berriolo - Sirito (1972), Citt di Lavagna - Studio di sistemazione del
litorale
Can (1951), Porto di Chiavari - Previsione delle caratteristiche del
moto ondoso, Ist. Idr. Mar., Genova
Capitanio - Premosel l i (1975), Coste, porti e approdi della Liguria,
SAGEP, Genova.
Castanho - Manzanares - Matias (1969), Coastal regime - Coastal
defence works, A.I.P.C.N., Paris
Centro Studi Unione Camere di Commerci o (1972), Porti turistici ed
approdi in Liguria, Genova
Centro Studi Camere di Commerci o (1975), Le risorse paesistiche
in Liguria, Genova
Conti (1951), Sulle cause determinanti l'arretramento della spiaggia
di Chiavari, Lavagna, Cavi, Ann. Ric. St. di Geogr., Genova
Cortemiglia (1971), Studio dell'ondazione nel tratto di mare anti-
stante la costa chiavarese e sua influenza sulla morfologia litorale,
Atti II Convegno Nazionale Studi sui problemi della Geologia appli-
cata, Genova
Cortemiglia - Fi erro (1964), Studio sedimentologico di alcune spiag-
ge del Finalese, Atti Ist. Geol. Univ. di Genova, voi. Il f. H, Genova
Cortemiglia - Fi erro (1965), Variazioni dei fondo marino e della
spiaggia di Chiavari, Ann. Ric. e Studi di Geogr., anno XXI voi. I
Cortemiglia - Terranova (1970), Variazioni morfologiche del fondale
del porto di Chiavari in relazione ai moto ondoso ed alle opere
marittime, Mem. Soc. Geol. It., voi. IX, Roma
Cortemiglia - Terranova (1969), La geologia marina e le coste delle
Cinque Terre, Lions Club 5Terre Levanto, Atti Tavola Rotonda sul
tema: La Geologia delle Cinque Terre
Cortemiglia - Terranova (1970), Le frane della collina delle Grazie
nel comune di Chiavari e loro rapporti con la viabilit e gli
insediamenti, Boll. Soc. Geol. It. n. 89, Roma
Dagnino - Palau - Bozzo - La Mantia (1975), Bilancio e vaziazioni
morfometriche della spiaggia di Lupara di Arenzano, Ist. Idr. Mar.,
Genova
Fanucci - Fi erro - Rehault (1974), Evoluzione quaternaria della piat-
taforma continentale ligure, Mem. Soc. Geol. It., Suppl. 2al voi. XIII,
Roma
Fanucci Fi erro - Genesseaux - Rehault - Tabb (1974), Indagine si-
smica sulla piattaforma litorale del savonese (Mar Ligure), Boll.
Soc. Geol. It. n. 93, Roma
Fanucci - Nosengo (1977), Rapporti tra neotettonica dei versante
marittimo dell'Appennino Ligure e del margine continentale e feno-
meni morfogenetici, Boll. Soc. Geol. it. n. 12, Roma
Fve (1969), Le debut d'entrainement des matriaux et les condi-
tions hydrauliques au large du deferlement - Le transport littoral -
Construction des ports sur les ctes sableuses sige d'un transit
littoral, A.I.P.C.N., Paris
Ferretto (1928), // distretto di Chiavari preromano, romano e
medioevale, Chiavari
Fierro (1963), Studio di sedimenti trasportati per sospensione e per
trazione nei bassi fondali del Mar Ligure, Atti Ist. Geol. Univ. di Ge-
nova, voi. I f. 1
Fierro (1965), Rilievi mediante nuove apparecchiature sulla dinami-
ca dei sedimenti sottoposti all'azione del moto ondoso su bassi
fondali del Mar Ligure, Bull. Inst. Ocean., Monaco
Fi erro - Genesseaux - Rehault (1973), Caractres structuraux ets-
dimentaires du plateau Continental de Nice Gnes, Bull.
B.R.G.M., Paris
Fierro - Imperiale - Piacentino (1974), Dispersione dei sedimenti in
seguito alla costruzione del porto di Finale, Geol. Tecn. n. 2, Roma
Fierro - Imperiale - Montano - Pi acenti no (1974), Caratteristiche se-
dimentologiche delle spiagge del Finalese e loro evoluzione, Atti
Soc. It. Se. Nat., Milano
Fierro - Piacentino (1969), Ripascimenti delle spiagge e variazioni
del fondo marino a Bergeggi, Atti Ist. Geol. Univ., Genova
Gallareto (1960), La difesa delle spiagge e delle coste basse, Hoe-
pli, Milano
Gal l aret o-Val l ano (1968), Porti Turistici Marina, Hoepli, Milano
Garci a - Lee - Saville (1965), Deveiopment of breakwater design,
A.l.P.C.N.,Stockolm
I.L.R.E.S. (1969), La struttura urbanistica della regione ligure, Ge-
nova
Ippen (1966),/:sfuary and coastline hydrodinamics, Me Graw Hill,
New York
Iribarren Cavani l l es (1954), Obras maritimas, Dossat, Madrid
Issel (1882) Antiche linee litorali della Liguria, Boll. Soc. Geol. It.,
Roma
Issel (1889), Liguria geologica e preistorica, Genova
Issel (1911), L'evoluzione delie rive marine in Liguria, Boll. Soc.
Geol. It., Roma
Issel - Traversa (1894), Nota sui litorale tra Vado e Spotorno, Atti
Soc. Lg. Se, Nat. e Geogr., Genova
Larras (1961), Cours d'hydraulique maritime et de travaux
maritimes, Dunod, Paris
Limoncelii - Marini (1968), Indagine sulle risorse paesaggistiche e
sulle aree verdi della fascia costiera ligure, Ricerca
geomorfologica, Ist. Arch., dell'Univ., Genova
Maffi (1949), Variazioni di costa fra Entella e Gromolo, Centro Alas-
sogr. del Tirreno, Genova
Mazzuoli (1887), Sulla relazione esistente nelle riviere liguri fra na-
tura litologica della costa e quella dei detriti che costituiscono la
spiaggia, Boll. R. Comit. Geol. It., Roma
Minikin (1952), Coast erosion and protection, Chapman and Hall,
London
Omodei (1913), Studio idrografico della marina di Chiavari, R. Co-
mit. Talassogr. It.
Omodei - De Marchi - Issel (1912), Sulle condizioni della spiaggia di
Chiavari-Lavagna, R. Comit. Talassogr. It.
Ottman (1965), Introduction a la geologie marine et littorale, Mas-
son Paris
Raddi (1898), Lo stato attuale della spiaggia di Chiavari e I mezzi per
la sua difesa, Soc. Econ. di Chiavari
Rovereto (1904), Geomorfologia delle valli liguri, Atti R. Univ. n. 13,
Genova
Rovereto (1939), Liguria geologica, Mem. Soc. Geol. It. voi. Il, Roma
Scatena (1967), La difesa dal mare delle linee ferroviarie, Min.
Trasp. ed Av. Civ., Azienda Autonoma delle FF.SS., Roma
Stocchi no - Test oni (1977), Nuove osservazioni sulla circolazione
delle correnti nel mar Ligure, Ist. Idr. della Marina, FC1076, Genova
Terranova (1965), Le frane costiere dei Castellaro e di S. Rocco sul
versante occidentale del Promontorio di Portofino, Atti Ist. Geol.
Univ., voi. Il f. 2, Genova
U.S. Army Coast al Engineering Research Cent er (1975), Shore
proctection manual, Washington
Vallarlo (1970), li demanio marittimo, Hoepli, Milano
Volta (1938), Sul regime delle spiagge nella Liguria Occidentale, Sa-
vona
61
Sommario
Introduzione pa g 3
Le coste liguri 5
L'intervento umano sulle coste liguri 15
Ondazioni e difese 22
I casi tipici della regressione degli arenili in Liguria
in relazione alle strutture civili parallele ed
aderenti alla costa B 27
Conclusioni 57
Bibliografia Q-\
63

Potrebbero piacerti anche