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IL SISTEMA FILOSOFICO LEOPARDIANO

PRIMA FASE: IL PESSIMISMO STORICO


Intorno al 1817-18 Leopardi affronta subito il nodo problematico alla
base del suo pensiero, lINFELICITA UMANA:
linfelicit non dipende dalla natura: la natura unentit
positiva e benefica, non tanto perch assegni alluomo una
condizione felice, ma perch produce solide e generose
illusioni, che rendono luomo capaci di virt e di grandezza

La civilt umana ha per distrutto le illusioni e ha mostrato


alluomo larido vero della condizione sulla terra; luomo
non era destinato ad essere felice, ma le illusioni lo
proteggevano dalla consapevolezza della sua infelicit e
potevano fargli credere che la felicit fosse raggiungibile:
la civilt, distruggendo le illusioni, ha abbandonato luomo
a uninfelicit sempre pi consapevole e insopportabile

Linfelicit delluomo non dunque un dato esistenziale,


ma storico, linfelicit frutto di una condizione storica: gli
antichi erano capaci di grandi illusioni, i moderni le hanno
perdute quasi completamente.
Questi per hanno ancora la possibilit di recuperare le
grandi illusioni degli antichi attraverso lazione e leroismo

LA CRISI DEL SISTEMA DELLA NATURA E DELLE ILLUSIONI

Tra il 1819 e il 1823 questo sistema della natura e delle illusioni


entra in crisi a causa del modificarsi dei vari elementi che lo
sorreggono:
nel 1819 viene meno ladesione di Leopardi al cattolicesimo e
il poeta abbraccia il sensismo illuministico (= le idee
dipendono dalle sensazioni e il comportamento umano
diretto alla conquista dellutile)
lesito sfortunato dei moti rivoluzionari carbonari del 1821
riduce la sfiducia del poeta nel valore liberatorio dellimpegno
civile
lesperienza romana delude la speranza che fuori di Recanati ci
siano maggiori possibilit di vita felice
Tra il 1819 e il 1823 il pensiero di Leopardi acquisisce un punto di
vista rigorosamente materialistico, ispirato al meccanicismo
settecentesco e individua la causa dellinfelicit umana nel rapporto
tra il bisogno dellindividuo di essere felice e le possibilit di
soddisfacimento oggettivo
TEORIA DEL PIACERE =
luomo aspira al piacere, ma il piacere desiderato sempre
superiore al piacere raggiunto o raggiungibile
il desiderio in se stesso illimitato e perci destinato a non
essere soddisfatto
deluso dagli insufficienti appagamenti reali, luomo ne cerca di
illusori, sperando di raggiungere la felicit nel futuro o
accontentandosi di raggiungerla solo nellimmaginazione.
Queste riflessioni comportano una ridefinizione del concetto di
natura

SECONDA FASE: IL PESSIMISMO COSMICO.


La responsabilit dellinfelicit umana tutta della natura,
che determina la tendenza umana al piacere e infonde negli
uomini il bisogno di felicit, senza poter poi in alcun modo
soddisfare tale bisogno, anzi facendo della vita umana un
insieme di delusioni, sofferenze e di noia, con lunico scopo
di procedere verso la morte (vd. Zibaldone, il giardino-

Non sono pi le condizioni storiche la causa dellinfelicit


umana,
ma
le
condizioni
esistenziali
delluomo
pessimismo cosmico: la vita, nella sua organizzazione
universale,

orientata
solo
alla
perpetuazione
dellesistenza, senza che il desiderio di piacere degli
Il procedere della civilt ancora considerato in opposizione alla
natura, ma alla condanna della civilt si sostituisce ora una
considerazione complessa e ambivalente:
da una parte: la civilt ha consentito alluomo di prendere coscienza
della propria condizione; ci vale per solo per quelle fasi della
storia e per quelle forme di pensiero che hanno saputo sondare
coraggiosamente e senza finzioni la verit della condizione
delluomo sulla terra (esaltazione del razionalismo europeo)
dallaltra: la civilt, sottraendo luomo al dominio delle forze naturali
e delle illusioni, lo ha reso pi egoista e pi fragile, segnando ogni
momento
della
vita
con
il
marchio
dellartificialit
e
dellinautenticit
Tra il 1823 e il 1827 la riflessione di Leopardi trova un approdo
provvisorio in una specie di saggezza distaccata e scettica, ispirata
soprattutto al pensiero greco ellenistico.
Rinuncia alla scrittura poetica ed espone nelle Operette morali i
risultati pessimistici e disincantati della propria filosofia.

ULTIMA FASE: LA RINASCITA DELLIMPEGNO CIVILE.


Questa fase si definisce con nettezza soprattutto a partire dal 1830
e occupa gli ultimi anni.
A partire dal Dialogo di Plotino e di Porfirio Leopardi
valorizza il momento sociale dellesperienza umana e
risponde alla questione del suicidio: il suicidio una
vilt e un errore perch provoca dolore nei superstiti,
rendendo loro pi insopportabile la vita

Lo sforzo degli esseri umani deve invece essere rivolto a


soccorrersi scambievolmente e da questa intensa piet
deriva la possibilit di ricostruire una morale, fondata
non su astrazioni ma sul sentimento della fraternit
sociale

La contraddizione che Leopardi aveva cercato tra civilt


e natura, infine additata dentro la civilt, che ha il
compito di conquistare la coscienza del vero, cio
riconoscere il male della condizione umana e
denunciarlo

Su questa consapevolezza deve basarsi un nuovo modo


di vivere da parte degli uomini: consapevoli del male
comune e del nemico comune (la natura), essi devono
allearsi per ridurre il pi possibile il dolore di tutti gli
uomini e accrescere la felicit consentita dal loro stato
fisico-biologico

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