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DANIELE ARNESANO RIFLESSI DOCUMENTARI DI AREA CALABRO-SICULA NELLA MINUSCOLA BAROCCA OTRANTINA.

SAGGIO COMPARATIVO

Negli studi di paleografia greca si affermato un metodo di ricerca incentrato sulla comparazione di documenti e libri, che si dimostra utile a chiarire punti nodali delle dinamiche storico-grafiche e a definire la collocazione cronologica di manufatti non datati, talvolta contribuendo a precisare le coordinate spazio-temporali di alcuni milieux culturali. Esso ha mostrato la propria efficacia, per citare solo alcuni esempi, nello studio dei tardo-antichi Grmmata Alexandrna 1, delle scholarly hands o minuscole informali dei secoli XI e XII 2, della scrittura di notai-copisti di et paleologa quali il Metochitesschreiber 3 e
1. G. CAVALLO, Grmmata Alexandrna, in Jahrbuch der sterreichischen Byzantinistik, XXIV (1975), pp. 23-54; rist. in ID., Il calamo e il papiro. La scrittura greca dallet ellenistica ai primi secoli di Bisanzio, Firenze, 2005 (Papyrologica Florentina, XXXVI), pp. 175-202. 2. N. G. WILSON, Scholarly hands of the middle Byzantine period, in La palographie grecque et byzantine, Paris, 1977 (Colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, DLIX), pp. 221-239; G. CAVALLO, Scritture informali, cambio grafico e pratiche librarie a Bisanzio tra i secoli XI e XII, in I manoscritti greci tra riflessione e dibattito. Atti del V colloquio internazionale di paleografia greca (Cremona, 4-10 ottobre 1998), a cura di G. PRATO, Firenze, 2000 (Papyrologica Florentina, XXXI), pp. 219-238. 3. G. PRATO, I manoscritti greci dei secoli XIII e XIV: note paleografiche, in Paleografia e codicologia greca. Atti del II colloquio internazionale (Berlino-Wolfenbttel, 17-21 ottobre 1983), a cura di D. HARLFINGER G. PRATO, Alessandria, 1991 (Biblioteca di Scrittura e Civilt, III), I, pp. 131-149: 140-149 (rist. in ID., Studi di paleografia greca, Spoleto, 1994 [Collectanea, IV], pp. 115-131); ID., Metochites-Stil, in Der Neue Pauly, VIII, StuttgartWeimar, 2000, col. 103. Secondo Erich Lamberz, il Metochitesschreiber deve essere identificato con Michele Klostomalles: E. LAMBERZ, Das Geschenk des Kaisers Manuel II. An das Kloster Saint-Denis und der Metochitesschreiber Michael Klostomalles, in Liqstrwqon. Studien zur byzantinischen Kunst und Geschichte. Festschrift fr Marcell Restle, hrsg. von B. BORKOPP T. STEPPAN, Stuttgart, 2000, pp. 155-165.

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Giorgio Bullotes 4. SullItalia meridionale stato scritto un saggio introduttivo avente per oggetto proprio la comparazione paleografica di documenti e libri 5. Nellambito delle diverse scritture italo-greche stato lo stile di Reggio, per la copiosit del materiale pervenuto 6, ad assorbire maggiormente lattenzione degli studiosi 7. In questa sede dar conto del tentativo di individuare, in ambito documentario, termini di confronto per unaltra scrittura italo-greca di ampia diffusione, la minuscola barocca, fiorita in Terra dOtranto tra gli ultimi decenni del secolo XIII e i primi del XIV 8. Nel corso della ricerca non mi sono potuto avvalere dei
4. E. LAMBERZ, Georgios Bullotes, Michael Klostomalles und die byzantinische Kaiserkanzlei unter Andronikos II. und Andronikos III. in den Jahren 1298-1329, in Lire et crire Byzance, d. par B. MONDRAIN, Paris, 2006 (Monographies, XIX), pp. 33-64. Su questi ed altri personaggi responsabili tanto di documenti quanto di libri o comunque fortemente influenzati nella propria cifra grafica dalle scritture burocratiche, si veda anche G. DE GREGORIO, La scrittura greca di et paleologa (secoli XIII-XIV). Un panorama, in Scrittura memoria degli uomini. In ricordo di Giuliana Cannataro. Lezioni tenute presso la Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit degli Studi (Bari, 3 maggio 2004), Bari, 2006, pp. 81138: 87-88, 95-99. 5. G. CAVALLO, Scritture italo-greche librarie e documentarie. Note introduttive ad uno studio correlato, in Bisanzio e lItalia. Raccolta di studi in onore di Agostino Pertusi, Milano, 1982 (Scienze Filologiche e Letteratura, XXII), pp. 29-38. 6. Si veda P. CANART J. LEROY, Les manuscrits en style de Reggio. tude palographique et codicologique, in La palographie grecque cit. (nota 2), pp. 241-261 (rist. in P. CANART, tudes de palographie et de codicologie. Rproduites avec la collaboration de Maria Luisa AGATI et Marco DAGOSTINO, I-II, Citt del Vaticano, 2008 [Studi e Testi, CDLCDLI], I, pp. 319-339); M. RE, I manoscritti in stile di Reggio ventanni dopo, in LEllenismo italiota dal VII al XII secolo. Alla memoria di Nikos Panagiotakis, Atene, 2001 (Fondazione Nazionale Ellenica delle Ricerche. Istituto di Ricerche Bizantine. Convegno Internazionale, VIII), pp. 99-124. 7. Si veda A. BRAVO GARCIA, Notarios y escrituras en el fondo documental griego de Sevilla (Archivo General de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli), in Scritture, libri e testi nelle aree provinciali di Bisanzio. Atti del seminario di Erice (18-25 settembre 1988), a cura di G. CAVALLO G. DE GREGORIO M. MANIACI, Spoleto, 1991 (Biblioteca del Centro per il Collegamento degli Studi Medievali e Umanistici nellUniversit di Perugia , V), pp. 417-445: 429-430, 436, 440-442, 443-444; P. DEGNI, Sullo stile di Reggio: lapporto delle testimonianze documentarie, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXIX (2002), pp. 57-81; M. RE, Considerazioni sullo stile di Reggio, in Na Rmh, II (2005) (= Ampelokpion. Studi di amici e colleghi in onore di Vera von Falkenhausen, II), pp. 303-311; P. DEGNI, Le scritture dei notai italo-greci nella Sicilia di et normanna e sveva, in Na Rmh, III (2006) (= Ampelokpion cit., III), pp. 265-304: 286-287, 290, 297. 8. D. ARNESANO, La minuscola barocca . Scritture e libri in Terra dOtranto nei secoli XIII e XIV, Galatina, 2008 (Universit degli Studi di Lecce. Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia. Fonti Medievali e Moderne, XII).

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documenti greci di origine salentina, poich quasi nulla pervenuto in originale 9. Solo dalla citt di Taranto, come noto, ci sono giunte numerose pergamene greche 10, ma fra queste non ho rinvenuto materiali utili ad una comparazione stringente 11. Si potrebbe osservare, a questo proposito, come la maggiore vetust degli atti notarili tarantini rispetto ai libri in minuscola barocca rendesse prevedibile questo esito negativo 12, ma devo puntualizzare che la carenza di documenti coevi alla scrittura salentina costituisce solo in parte un ostacolo allintento stabilito. Come si vedr tra poco, infatti, piuttosto in alcune pergamene scritte fra la prima met del secolo XII e la prima met del XIII che possibile rintracciare i termini pi vicini di confronto con alcuni libri in minuscola barocca, prodotti fra la seconda met del secolo XIII e i primi anni del XIV.
9. Sulla consistenza del patrimonio documentario italo-greco rimando a V. VON FALKENHAUSEN M. AMELOTTI, Notariato e documento nellItalia meridionale greca (X-XV secolo), in Per una storia del notariato meridionale, Roma, 1982 (Studi Storici sul Notariato Italiano, VI), pp. 7-69. Gli unici due documenti greci a me noti localizzabili nel basso Salento e pervenuti in originale risalgono al secolo XI: sono quello scoperto da Andr Jacob nello strato inferiore del palinsesto VENEZIA, Biblioteca nazionale Marciana, gr. 273 (bifoglio 75/80) e quello che ho rinvenuto nello strato inferiore del palinsesto ROMA, Biblioteca Vallicelliana, D 62 (bifoglio 71/80). Sul primo si veda Codici greci dellItalia meridionale (Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, 31 marzo-31 maggio 2000), a cura di P. CANART S. LUC, Roma, 2000, p. 129 nr. 57 (A. JACOB); sul secondo si veda D. ARNESANO, Il Copista del Dioscoride . Un anonimo salentino del secolo XIII, in Bollettino dei Classici, XXIV (2003), pp. 29-55: 31-32 n. 16. 10. Sulla documentazione tarantina si veda V. VON FALKENHAUSEN, Taranto in epoca bizantina, in Studi Medievali, IX (1968), pp. 133-166; EAD., Un inedito documento greco del monastero di S. Vito del Pizzo, in Cenacolo, VII (1995), pp. 7-20; G. BRECCIA, Scritture greche di et bizantina e normanna nelle pergamene del monastero di S. Elia di Carbone, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXIV (1997), pp. 33-89. 11. Tantomeno nei due documenti greci baresi, risalenti al secolo XI, su cui si veda V. VON FALKENHAUSEN, La tecnica dei notai italo-greci, in La cultura scientifica e tecnica nellItalia meridionale bizantina. Atti della sesta Giornata di studi bizantini (Arcavacata di Rende, 8-9 febbraio 2000), a cura di F. BURGARELLA A. M. IERACI BIO, Soveria Mannelli, 2006 (Studi di Filologia Antica e Moderna, XIII), pp. 9-57: 19 e n. 63. 12. Il pi tardo documento greco scritto a Taranto che ci sia pervenuto, infatti, del 1228, mentre il primo codice datato in minuscola barocca del 1265. Sul primo si veda P. DANELLA, Privilegi sovrani e documenti privati in lingua greca a Montecassino: un confronto, in Documenti medievali greci e latini. Studi comparativi. Atti del seminario di Erice (2329 ottobre 1995), a cura di G. DE GREGORIO O. KRESTEN, Spoleto, 1998 (Incontri di Studio, I), pp. 367-380: 369, tav. VIII; sul secondo si torner pi avanti (si veda infra, p. 28).

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Al divario cronologico fra i materiali esaminati si aggiunge, nel tentativo cui mi accingo, la loro distanza geografica, poich le pergamene sono tutte di origine calabro-sicula. Autorevoli paleografi hanno gi rilevato analogie fra le scritture salentine da un lato e le coeve scritture calabro-sicule dallaltro, sia documentarie 13 sia librarie 14. Le ragioni dellinterazione grafica tra aree ellenofone dellItalia meridionale vanno ricercate nella mobilit di copisti 15 e di libri 16, ma il fenomeno attende ulteriore approfondimento sul piano della paleografia formale.
13. Si veda CAVALLO, Scritture italo-greche cit. (nota 5), pp. 37-38, figg. 12-13. Lo studioso ritiene simili e quindi risalenti alla medesima epoca la grafia di un contratto matrimoniale rogato a Reggio nel 1273 (Cava dei Tirreni, Archivio della Badia, perg. 97) e quella del FIRENZE, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 32.17 (Alessandra di Licofrone). Sul primo si veda F. DORIA, Tipologie grafiche dei documenti notarili greci, in Civilt del Mezzogiorno dItalia. Libro scrittura documento in et normanno-sveva. Atti del Convegno dellAssociazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Napoli - Badia di Cava dei Tirreni, 14-18 ottobre 1991), a cura di F. DORIA, Salerno, 1994 (Cultura Scritta e Memoria Storica. Studi di Paleografia Diplomatica Archivistica, I), pp. 77-113: 98-99, 113 tav. 14; sul secondo si veda ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), p. 88 nr. 49 (si tratta precisamente del copista B; si veda ibid., p. 37, tav. XIV). Un altro tardo documento italo-greco dalla facies salentina mi sembra essere un atto di vendita del 1264 vergato a Messina (PARIS, Bibliothque nationale de France, Suppl. gr. 1315, f. 12), su cui si veda A. GUILLOU, Les actes grecs de S. Maria di Messina. Enqute sur les populations grecques dItalie du sud et de Sicile (XIe-XIVe S.), Palermo, 1963 (Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici. Testi, VIII), pp. 158-164 nr. 21, tav. XII; V. VON FALKENHAUSEN, Latto notarile greco in epoca normanno-sveva, in Civilt del Mezzogiorno cit. (nota 13), pp. 241-270: 261 n. 152, 267 n. 202. 14. Si veda P. CANART, Gli scriptoria calabresi dalla conquista normanna alla fine del sec. XIV, in Calabria bizantina. Tradizione di piet e tradizione scrittoria nella Calabria greca medievale, Reggio Calabria, 1983, pp. 143-160 (rist. in ID., tudes de palographie cit. [nota 6], II, pp. 787-804): 153, 154; S. LUC, Il libro greco nella Calabria del sec. XV, in I luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dellet moderna. Atti del convegno internazionale di studio dellAssociazione italiani dei Paleografi e Diplomatisti (Arezzo, 8-11 ottobre 2003), a cura di C. TRISTANO M. CALLERI L. MAGIONAMI, Spoleto, 2006 (Studi e Ricerche, III), pp. 331-373: 345, 346, 349. 15. Si veda M. RE, Copisti salentini in Calabria e in Sicilia, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, n.s., XLI (2004), pp. 95-112. 16. Si conoscono tanto manoscritti in grafia salentina che circolarono in Calabria quanto manoscritti in grafia calabro-sicula che circolarono nel Salento: esempi in S. LUC, Lapporto dellItalia meridionale alla costituzione del fondo greco dellAmbrosiana, in Nuove ricerche sui manoscritti greci dellAmbrosiana. Atti del convegno (Milano, 5-6 giugno 2003), a cura di C. M. MAZZUCCHI C. PASINI, Milano, 2004 (Bibliotheca Erudita, XXIV), pp. 191-242: 203, 215 nr. 3, 216 nr. 8, 223 nr. 25, 224 nr. 27, 227 nrr. 1-2. Ricordo, tra gli ambrosiani, anche il Salterio G. 36 sup., acquistato a Galatone ma vergato in un tardo

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certamente arduo fondere in unico saggio comparativo questo triplice scarto fra i diversi termini di paragone, cio la differente tipologia del reperto scritto (documento / libro), il divario cronologico (secolo XII-XIII / secolo XIII-XIV) e la distanza geografica (area calabro-sicula / area salentina); non si tratta tuttavia di un tentativo inedito, poich tale prospettiva di ricerca gi stata non solo autorevolmente indicata 17 ma anche felicemente esperita 18. Mio intento non , in altre parole, quello di procedere come negli studi ricordati allinizio, finalizzati per lo pi alla contestualizzazione circostanziata di determinati manufatti: il confronto tra reperti lontani nel tempo e nello spazio in questa sede limitato a pochissimi ma credo significativi esempi impone di adottare piuttosto una prospettiva diacronica e diatopica, per rintracciare ascendenze di natura documentaria in un tardo contesto librario, per porre in evidenza riflessi di una stagione grafica ormai trascorsa nelleredit di una nuova esperienza scrittoria. Partirei dal sigillion con cui Ruggero II conferm al monastero del S. Salvatore di Messina la donazione di possedimenti in Valle Tuccio (diocesi di Reggio) 19, vergato nel 1144 da un redattore al
stile di Reggio: D. ARNESANO, Il Copista del Digenis Akritas . Appunti su mani anonime salentine dei secoli XIII e XIV, in Bizantinistica. Rivista di Studi Bizantini e Slavi, VII (2005), pp. 135-158: 140 n. 32; bibliografia sul manoscritto in C. PASINI, Bibliografia dei manoscritti greci dellAmbrosiana: 1857-2006, Milano, 2007 (Bibliotheca Erudita, XXX), p. 260. 17. Guglielmo Cavallo ha prospettato problemi paleografici di fondo inerenti a materiali italo-greci librari e documentari quali ascendenze scrittorie di base comuni o diverse, caratteri evolutivi autonomi o interrelati, connotazioni tipologiche analoghe o differenziate, esiti grafici sincronici o diacronici, geograficamente unitari o dislocati (CAVALLO, Scritture italo-greche cit. [nota 5], p. 30). 18. Si veda H. HUNGER, Elemente der byzantinischen Urkundenschrift in literarischen Handschriften des 12. und 13. Jahrhunerts, in Rmische Historische Mitteilungen, XXXVII (1995), pp. 27-40. 19. Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina (dora in poi ADM), perg. 1247. Inedito. Si veda V. VON FALKENHAUSEN, Nicotera nel XII secolo, in Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, LIII (1999), 173-186: 176-177 e n. 25; E. CRISCI P. DEGNI, Documenti greci orientali e documenti greci occidentali. Materiali per un confronto, in Libri, documenti, epigrafi medievali: possibilit di studi comparativi. Atti del Convegno internazionale di studio dellAssociazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Bari, 2-5 ottobre 2000), a cura di F. MAGISTRALE C. DRAGO P. FIORETTI, Spoleto, 2002 (Studi e Ricerche, II), pp. 483-528: 507, tav. XIIIb; DEGNI, Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), p. 66.

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servizio della cancelleria normanna 20, come da prassi rimasto anonimo (Tav. 1a) 21. La sua scrittura presenta asse diritto o leggermente inclinato verso destra, ductus lento anche nelle legature pi ardite, una sobria eleganza ritmata da forme di effetto barocco, come il compendio di kai legato con la lettera seguente 22. Essa presenta una certa somiglianza con quella del WIEN, sterreichische Nationalbibliothek, Suppl. gr. 37, contenente le Omelie di Gregorio Nazianzeno ed ultimato nel 1264/5 dal copista cosiddetto Nicola di Gallipoli (Tav. 1b) 23. Oltre allanaloga impression densemble, si notino somiglianze pi specifiche quali la forma di beta 24, il frequente ricorso a gamma e a tau alti 25, theta di forma ovale o circolare 26, i grandi kappa con lultimo tratto prolungato sotto la lettera seguente 27, sigma lunato che avvolge una o pi lettere 28, le legature di epsilon a gancio con la lettera seguente 29, la sovrapposizione di tau sulle vocali 30, alcuni segni abbreviativi pi vistosi 31. Rispetto a quella del sigillion una maggiore scioltezza si osserva nella scrittura di Giorgio, nomikos di Reggio, che nel 1153 verg un atto di vendita di beni immobili da parte di privati in favore del monastero dellArchistratego di Tuccio (Tav. 2a) 32. Paragone20. Sulla produzione documentaria della cancelleria di Ruggero II si veda C. BRHL, Diplomi e cancelleria di Ruggero II, Palermo, 1983. 21. Sugli aspetti diplomatistici del sigillion normanno si veda V. VON FALKENHAUSEN, I diplomi dei re normanni in lingua greca, in Documenti medievali greci cit. (nota 12), pp. 253308; G. BRECCIA, Il sigllion italogreco nellet del regno normanno. Documento pubblico e semipubblico nel Mezzogiorno ellenofono (1130-1189), in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LXXX (2000), pp. 1-29. 22. Tav. 1a, r. 6 (su cui si veda DEGNI, Le scritture dei notai cit. [nota 7], p. 288); esso ricorre anche nella minuscola barocca del Salento: si veda ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), p. 33, figg. 127-128. 23. H. HUNGER, Katalog der griechischen Handschriften der sterreichischen Nationalbibliothek, IV, Supplementum graecum, Wien, 1994, pp. 69-73; ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 30, 121 nr. 174. Per gli altri manoscritti attribuiti alla mano di questo prolifico scriba, si veda ibid., p. 30 n. 168 (con bibliografia), p. 128. 24. Tav. 1a r. 7, b r. 2. 25. Tav. 1a r. 2, b r. 1. 26. Tav. 1a r. 2, b r. 2. 27. Tav. 1a penultimo rigo, b r. 4. 28. Tav. 1a r. 9, b penultimo rigo. 29. Tav. 1a r. 1, b ultimo rigo. 30. Tav. 1a r. 8, b r. 7. 31. Ad es. quello di -wv: Tav. 1a r. 1, b r. 4. 32. ADM, perg. 1299. Reg. C. ROGNONI, Le fonds darchives Messine de lArchivio

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rei la sua grafia a quella dellanonimo copista responsabile dei ff. 54r-182v della Schedografia CITT DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. gr. 92 (Tav. 2b) 33. Il codice non datato, ma la mano che appose alcuni marginalia, coevi al testo principale, stata identificata con quella del gi citato Nicola di Gallipoli, come si visto attivo sicuramente nellanno 1264/5 34. In entrambe le scritture si osservano asse diritto o appena inclinato verso destra, una catena grafica minuta, corsiva, vergata con fluidit ed estrema disinvoltura, evidenti squilibri modulari, elevato rapporto nuclei/aste, alto tasso di elementi barocchi (lettere ingrandite, sovrapposizioni, inclusioni, ampi segni abbreviativi). Si notino, in dettaglio, alpha en fer de lance (pi ingrandito nella scrittura del libro salentino) 35, epsilon che abbraccia le lettere seguenti 36, kappa maiuscolo, enorme rispetto alla catena grafica 37, tau alto con tratto orizzontale ondulato 38, omega chiuso di grande modulo 39, la sovrapposizione di tau su omega 40. Lesempio successivo costituito da un documento attestante la vendita di alcuni terreni siti in Valle Tuccio da parte di privati al monastero di S. Maria di Terreti, scritto nel 1192 da Giovanni, taboularios di Reggio (Tav. 3a) 41. Riflessi della sua grafia mi pare si
de Medinaceli (Toledo). Regestes des actes privs grecs, in Byzantion, LXXII (2002), pp. 497-554: 511 nr. 42. Inedito. Si veda DEGNI, Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), p. 69; EAD., Le scritture dei notai cit. (nota 7), p. 287, tav. 5b; FALKENHAUSEN, La tecnica dei notai cit. (nota 11), p. 30 e n. 120. 33. H. STEVENSON, Codices manuscripti Palatini graeci Bibliothecae Vaticanae, Romae 1885, p. 46; ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 52, 78 nr. 15, tav. XXXIII. 34. E. SCIARRA, La tradizione degli scholia iliadici in Terra dOtranto, Roma, 2005 ( Bollettino dei Classici , Supplemento, XXIII), p. 33 e n. 48, pp. 111, 239-240, 242-243, tav. 7. 35. Tav. 2a rr. 1, 7, 9, ultimo, b r. 9. 36. Tav. 2a r. 2, b r. 9. 37. Tav. 2a ultimo rigo, b r. 3. 38. Tav. 2a r. 3, b r. 6. 39. Tav. 2a r. 4, b r. 6. 40. Tav. 2a r. 9, b ultimo rigo. 41. ADM, perg. 1324. Reg. ROGNONI, Le fonds darchives cit. (nota 32), p. 531 nr. 127. Ed. M. RE C. ROGNONI, Gestione della terra ed esercizio del potere in Valle Tuccio (fine secolo XII): due casi esemplari. Edizione, commento, dati prosopografici e analisi paleografica di ADM 1324, 1368 e 1333, in Jahrbuch der sterreichischen Byzantinistik, LVIII (2008), pp. 131-146: 142-143 nr. I, tav. 1. Si veda DEGNI, Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), pp. 69-70, tav. 7; EAD., Le scritture dei notai cit. (nota 7), p. 290, tav. 8; FALKENHAUSEN, La

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possano trovare nella scrittura del FIRENZE, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 71.35, risalente allanno 1290/1 42, precisamente in quella del copista C (Tav. 3b) 43, il quale vi copi il trattato aristotelico Sullinterpretazione con il commento di Psello (ff. 61r117v) 44. Nella scrittura del taboularios calabrese laccentuato prolungamento dei tratti nello spazio interlineare d luogo ad un aspetto aggrovigliato 45, mentre il copista salentino dispone le lettere in una successione pi nitida e predilige unimpaginazione pi ariosa. Entrambe sono grafie molto esperte, sciolte e ricche di elementi barocchi; il tracciato arrotondato, i nuclei di talune lettere enfatizzati (omicron, sigma, phi), gli squilibri modulari esasperati. Si notino in particolare gli enormi kappa 46, omega ingrandito e con occhiello cieco 47, la legatura tau-omicron dal basso 48, la sovrapposizione di tau sulla vocale 49, linclusione omicron-iota 50. Allanno 1141 risale il documento con cui Luca, archimandrita del monastero del S. Salvatore di Messina, don dei beni mobili e immobili a tale Stefano, in cambio di alcune reliquie. Esso fu scritto dal monaco Giovannicio (Tav. 4a) 51, il quale stato riconosciuto
tecnica dei notai cit. (nota 11), p. 53 tav. 4; RE ROGNONI, Gestione della terra cit. (nota 41), pp. 134-135, 138, 141-142. 42. A. TURYN, Dated Greek Manuscripts of the Thirteenth and Fourteenth Centuries in the Libraries of Italy, Urbana - Chicago - London, 1972, pp. 71-73. 43. ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 33, 90 nr. 56, tav. IX. 44. Essa complet il lavoro del copista principale (il gallipolino Ciriaco Prasiano) e di un secondo collaboratore (mano B). La data si trova in realt alla fine della parte vergata da Ciriaco, ma la scrittura del copista C senza dubbio coeva al 1290/1, poich il copista principale intervenne nei margini di alcuni dei fogli vergati dalla mano C (si veda la tavola del codice laurenziano qui pubblicata, margine esterno). Per i dettagli sul lavoro dei tre copisti rinvio al mio Aristotele in Terra dOtranto. I manoscritti fra XIII e XIV secolo, in Segno e Testo, IV (2006), pp. 149-190: 156-158. 45. Tav. 3a r. 3: lambda, phi, epsilon-xi. 46. Tav. 3a r. 1, b r. 6. 47. Tav. 3a r. 3, b r. 1. 48. Tav. 3a r. 4, b fine del r. 8. 49. Tav. 3a ultimo rigo, b r. 5. 50. Tav. 3a r. 7, b r. 1. 51. ADM, perg. 1328. Reg. ROGNONI, Le fonds darchives cit. (nota 32), p. 508 nr. 30. Ed. S. CUSA, I diplomi greci ed arabi di Sicilia, Palermo, 1869-1882, pp. 299-301 nr. 60. Si veda BRAVO GARCIA, Notarios y escrituras cit. (nota 7), p. 432, tav. XI (nr. 683); S. LUC, I Normanni e la rinascita del sec. XII, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LX (1993), pp. 1-91: 33 e n. 127; CRISCI DEGNI, Documenti greci orientali cit. (nota 19), p. 527, tav. XXVIIIa; P. DEGNI, Le sottoscrizioni testimoniali nei documenti italogreci: uno studio sullalfabetismo nella Sicilia normanna, in Bizantinistica. Rivista di Studi Bizantini e Slavi, IV

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nellanonimo scriba di un documento coevo con cui Gregorio, ieromonaco di S. Giovanni di Murgo, don allarchimadrita Luca tale monastero e i relativi terreni 52 e nel copista principale del typikon del S. Salvatore, oggi MESSINA, Biblioteca Regionale Universitaria, gr. 115 53. Uneco della sua elegante grafia rintracciabile in un noto testimone salentino dellOdissea, WIEN, sterreichische Nationalbibliothek, Phil. gr. 56, ultimato da unesperta mano salentina ben un secolo e mezzo pi tardi, nellanno 1300 (Tav. 4b-c) 54. Questa scrittura senza dubbio pi artificiosa e pesante di quella del monaco messinese, anche per via di nuclei ed occhielli pieni e di un pi marcato bouletage, ma propongo di accostarle per il tracciato arrotondato, il leggero schiacciamento, la morbidezza del disegno, la sinuosit dei tratti, la catena grafica nitida e ritmata da forme di gusto barocco. Tra le analogie pi specifiche si notino la forma di beta 55, gamma e tau alti con il tratto orizzontale ondulato e piegato in fine verso lalto 56, theta aperto e in legatura con la lettera seguente 57, phi con lanello di forma schiacciata 58, omega chiuso un po ingrandito e stirato sul rigo 59, le legature di epsilon a gancio con la lettera seguente 60, quelle di rho aperto con la lettera precedente 61, il prolungamento dei tratti orizzontali in fine di rigo a mo di svolazzo 62.
(2002), pp. 107-154: 116, tav. I, fig. 1a; EAD., Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), pp. 64-65, tav. 3; EAD., Le scritture dei notai cit. (nota 7), p. 273 n. 31. 52. ADM, perg. 1265. Reg. ROGNONI, Le fonds darchives cit. (nota 32), p. 508 nr. 29. Inedito. Si veda DEGNI, Le sottoscrizioni testimoniali cit. (nota 51), p. 116, tav. I, fig. 1b; EAD., Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), pp. 64-65; EAD., Le scritture dei notai cit. (nota 7), p. 273 n. 31 (la studiosa attribuisce alla mano di Giovannicio anche un sigillion di Ruggero II del 1133: ibid., p. 273 e n. 32). 53. RE, Considerazioni sullo stile di Reggio cit. (nota 7), pp. 310-311; bibliografia sul manoscritto in M.T. RODRIQUEZ, Bibliografia dei manoscritti greci del fondo del SS. Salvatore di Messina, Roma, 2002 (Testi e Studi bizantino-neoellenici, XII), pp. 97-101, 234-238. 54. H. HUNGER, Katalog der griechischen Handschriften der sterreichischen Nationalbibliothek, I, Wien, 1961, p. 176; ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 46, 120 nr. 171, tav. XXVI. 55. Tav. 4a r. 7, b r. 5. 56. Tav. 4a r. 2, b rr. 2, 11. 57. Tav. 4a r. 6, b r. 1. 58. Tav. 4a r. 1, b r. 5. 59. Tav. 4a r. 2, c r. 8. 60. Tav. 4a r. 13, b r. 6. 61. Tav. 4a r. 3, b r. 10. 62. Tav. 4a r. 2, c r. 6.

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Lesempio successivo appartiene ad epoca federiciana ed costituito dal documento con il quale Giovanni, signore di Stilo, concesse lesenzione dal servitium al monastero di S. Bartolomeo Nuovo, che venne inoltre affidato con i relativi beni a quello di S. Giovanni Terista 63. La pergamena fu vergata nel 1214/5 dal notarios Stefano, la cui scrittura non sinora stata oggetto di analisi paleografica (Tav. 5a) 64. Essa caratterizzata da asse diritto, ductus posato, disegno morbido e curvilineo, contrasto fra lettere strette (delta, epsilon ed eta maiuscoli, theta, rho) e lettere schiacciate (my, phi, omega); inoltre non priva di una certa artificiosit nellaspetto disegnato, pi che scritto, e nelluso di uncini 65 e di occhielli 66. Vi si potrebbe rintracciare una vaga influenza dello stile di Reggio, ma ci che conta in questa sede piuttosto rilevare nellimpression densemble e nel consistente numero di elementi barocchi la somiglianza con alcune manifestazioni della scrittura libraria salentina. Citerei quale termine di paragone il testimone eponimo dellEtymologicum Gudianum, il noto WOLFENBTTEL, Herzog August Bibliothek, 29-30 Gud. gr. 67, ultimato da un anonimo copista di Terra dOtranto nellanno 1293 (Tav. 5b) 68. Nel dettaglio si notino alpha con il corpo stretto e lungo 69, kappa maiuscolo di grandi dimensioni e allungato verticalmente 70, lam63. CITT DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2650, perg. 36. Ed. S. G. MERCATI C. GIANNELLI A. GUILLOU, Saint-Jean Thrists (1054-1264), Citt del Vaticano, 1980 (Corpus des actes grecs dItalie du Sud et de Sicile, V), pp. 229-232 nr. 45, tav. 47. 64. Sulla scrittura delle pi antiche pergamene dellarchivio del monastero di S. Giovanni Terista rimando invece a G. BRECCIA, Scritture greche documentarie di area calabrese II. Le pergamene del monastero di S. Giovanni Terista di Stilo (Vat. gr. 2650), in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXVII (2000), pp. 15-56; si veda anche ID., Archivum basilianum. Pietro Menniti e il destino degli archivi monastici italo-greci, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LXXI (1991), pp. 14-105: 35, 42, 49-50, 52-56. 65. Tav. 5a r. 3 (tau alto), ultimo rigo (kappa). 66. Tav. 5a r. 5 (legatura epsilon-ypsilon). 67. Griechische Handschriften und Aldinen. Eine Ausstellung anlssliche der XV. Tagung der Mommsen-Gesellschaft in der Herzog August Bibliothek Wolfenbttel (Herzog August Bibliothek, Wolfenbttel, 16. Mai. bis 29. Juni 1978), Wolfenbttel, 1978 (Ausstellungskataloge der Herzog August Bibliothek, XXIV), pp. 35-37 nr. 9. 68. ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 32, 121 nr. 175. 69. Tav. 5a r. 2, b col. A r. 4. 70. Tav. 5a r. 8, b col. A r. 9.

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pia legatura epsilon-ypsilon 71, quella di rho aperto con la lettera precedente 72, la sovrapposizione di grandi omega 73, loccorrenza di un Querstrich esornativo allinterno di lettere dal nucleo rotondo 74. Un caso significativo di scrittura calabrese in cui compaiono prodromi della minuscola barocca otrantina si rintraccia nel CITT DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2019, un Nomocanone vergato probabilmente a Rossano nel sec. XIIex.-XIIIin.. Al f. 155v, infatti, si leggono delle annotazioni di natura privata 75, vergate da tale Senatore Criteni 76, relative alla nascita della figlia, avvenuta nel 1234, e a quella del figlio, seguita dalla morte della moglie, sepolta a Rossano, eventi datati al 1235 77. La sua grafia presenta unindubbia facies salentina (Tav. 6a), gi notata da Guglielmo Cavallo 78, precisabile nella presenza di elementi barocchi ricorrenti nella scrittura di alcuni libri di epoca successiva. Citer come esempio il FIRENZE, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pl. 72.22, codice cartaceo databile in base alla filigrana intorno al 1300 e contente le Categorie di Aristotele con lIsagoge di Porfirio (Tav. 6b) 79. Si notino la medesima impression densemble e, tra le forme barocche, alpha en fer de lance 80, beta maiuscolo con occhiello pieno 81 e alcuni svolazzi nei margini 82. Nella scrittura del Criteni va inoltre segnalata loccorrenza dellabbreviazione della sillaba -n a forma di = 83, tipica (per quanto non esclusiva) delle scritture otrantine 84.
71. Tav. 5a r. 6, b col. B r. 9. 72. Tav. 5a r. 4, b col. B r. 3. 73. Tav. 5a r. 5, b col. B r. 1. 74. Tav. 5a rr. 1 (psi), 4 (theta), 7, ultimo (phi), b. col. B ultimo rigo (epsilon). 75. Le considero una testimonianza documentaria lato sensu. 76. S. LUC, Rossano, il Patir e lo stile rossanese. Note per uno studio codicologico-paleografico e storico-culturale, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, n.s., XXII-XXIII (1985-1986), pp. 93-170: 124-127, 156 n. 308. 77. A. TURYN, Codices Graeci Vaticani saeculis XIII et XIV scripti annorumque notis instructi, Citt del Vaticano, 1964 (Codices e Vaticanis Selecti, XXVIII), pp. 29-32, tav. 7. 78. CAVALLO, Scritture italo-greche cit. (nota 5), p. 38. 79. ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 34, 54, 91 nr. 60. 80. Tav. 6a ultimo rigo, b r. 4. 81. Tav. 6a r. 6, b r. 1. 82. Tav. 6a ultimo rigo, b ultimo rigo. 83. Tav. 6a fine del rigo 9. 84. Si veda A. JACOB, Les critures de Terre dOtrante, in La palographie grecque cit. (nota 2), pp. 269-281: 276; ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), p. 20, figg. 25, 118, 148.

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Lultima testimonianza che vorrei prendere in considerazione esula in parte dallargomento affrontato in queste pagine. Sul piano paleografico, infatti, essa si discosta dai documenti sinora esaminati, poich non mostra il livello di formalizzazione proprio delle scritture di cancelleria passate in rassegna n presenta gli squilibri modulari e le forme vistose che hanno permesso di volta in volta il paragone con manifestazioni tipiche della minuscola barocca otrantina. Si tratta di una sentenza greco-latina stilata a Messina nel 1228, con la quale Matteo di Romania, sovrintendente del sekreton, conferm a Macario, archimandrita del S. Salvatore, i confini dei territori appartenenti al monastero (Tav. 7a) 85. La minuscola esibita dallo scriptor del documento come da tradizione rimasto anonimo 86 non sinora stata oggetto di analisi paleografica e pu essere descritta come una grafia minuta, informale, caratterizzata da inclinazione dellasse variabile, tracciato angoloso, accentuata corsivit (sia per le numerose legature sia per la rapidit desecuzione), scarso sviluppo delle aste nello spazio interlineare, nuclei delle lettere ridotti ad un cerchietto pieno, spessore del tratto variabile 87. Ho ritenuto opportuno sottoporla allattenzione del lettore, poich essa, nonostante la parziale estraneit alla temperie grafica qui considerata, non per questo priva di riscontri nella successiva attivit scrittoria del Salento. Questultima, in85. ADM, perg. 1385. Reg. ROGNONI, Le fonds darchives cit. (nota 32), p. 536 nr. 149. Inedito. Si veda Messina. Il ritorno della memoria. Messina, Palazzo Zanca (1 marzo 28 aprile 1994), Palermo, 1994, p. 177 nr. 64 con uno specimen; V. VON FALKENHAUSEN, The greek presence in norman Sicily. The contribution of archival material in greek, in The society of norman Italy, ed. by G. A. LOUD A. METCALFE, Leiden - Boston - Kln, 2002 (The Medieval Mediterranean, XXXVIII), pp. 253-287: 282-283; rist. in trad. it. La presenza dei greci nella Sicilia normanna. Lapporto della documentazione archivistica in lingua greca, in Byzantino-sicula IV. Atti del I Congresso internazionale di archeologia della Sicilia bizantina (Corleone, 28 luglio - 2 agosto 1998), a cura di R. M. CARRA BONACASA, Palermo, 2002 (Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici. Quaderni, XV), pp. 31-72: 71. 86. Sugli aspetti diplomatistici delle pi antiche sentenze italo-greche si veda G. BRECCIA, Sentenze italogreche. Gli atti greci dei tribunali normanni: persistenza ed evoluzione di una tipologia documentaria bizantina in Italia meridionale e in Sicilia (XI-XII sec.), in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXIX (2002), pp. 27-55. 87. Essa non costituisce un caso isolato nel panorama documentario calabro-siculo: mi pare infatti che si inquadri in quella temperie scrittoria moderna cui diedero vita altri notai siciliani, attivi a partire dagli anni Trenta del XIII secolo e vicini nella propria cifra grafica piuttosto a mani di erudito impegnate nella copia di libri; sullargomento si veda DEGNI, Le scritture dei notai cit. (nota 7), pp. 300-301, 302.

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fatti, al volgere della stagione barocca, conobbe due esiti paralleli: il primo, ampiamente documentato, caratterizzato dal graduale irrigidimento di forme ormai standardizzate, allinterno di un polo di attrazione posato-calligrafico 88; il secondo, minoritario, invece contraddistinto dalla progressiva rarefazione degli elementi grafici pi appariscenti, soprattutto in un polo di attrazione corsivo-informale 89. proprio qui che si riflette la scrittura della sentenza messinese, in quellinversione di tendenza da parte di alcuni copisti salentini verso una maggiore sobriet, ben documentata da alcune corsive di erudito dellinizio del secolo XIV, come quella del copista Anonimo di Aristotele E, responsabile, ad esempio, di alcuni fogli del PARIS, Bibliothque nationale de France, gr. 2970, contenente due trattati di Ermogene (Tav. 7b) 90. Come nella scrittura del documento messinese, cos in quella dello scriba salentino elementi un tempo di forte impatto visivo risultano fortemente ridimensionati 91: le lettere alpha en fer de lance 92, beta maiuscolo 93 e phi 94, le legature epsilon-rho in un tempo solo (a forma di 3 speculare) 95 ed epsilon-ypsilon 96, i segni abbreviativi 97. Dopo aver sottoposto ad analisi paleografica le coppie di scritture prese a campione, ora opportuno, a conclusione di questo breve excursus comparativo, tirare le fila di quanto stato osservato. Per fare questo occorre a mio avviso tentare di rispondere ad una domanda duplice, vale a dire come le scritture dei documenti presi in esame si
88. ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), risp. pp. 36-47. 89. Ibid., pp. 59-62. La nozione di polo dominante o polo di attrazione in paleografia greca stata introdotta da CAVALLO, Scritture informali, cambio grafico cit. (nota 2), p. 220. 90. Su questo e gli altri manoscritti copiati dallanonimo si veda ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 61, 126, tav. XLIII. 91. Nella scrittura della sentenza calabrese persiste un maggior numero di forme potenzialmente barocche, come per esempio la sovrapposizione di tau sulla legatura omicron-ypsilon (Tav. 7a r. 5) oppure il compendio di kai in legatura con la lettera seguente (terzultimo rigo). 92. Tav. 7a r. 2, b r. 2. 93. Tav. 7a r. 3, b ultimo rigo. 94. Tav. 7a quartultimo rigo, b r. 3. 95. Tav. 7a r. 2, b r. 3. 96. Tav. 7a r. 10, b r. 12. 97. Tav. 7a r. 4, b r. 3.

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inquadrino nel panorama calabro-siculo e come quelle dei libri si collochino nel contesto della minuscola barocca; se, cio, da un lato le prime e dallaltro le seconde esemplifichino il rispettivo alveo grafico in tutta la sua variet o se lo riflettano solo in parte, in modo casuale o secondo orientamenti di fondo comuni. Per le scritture dei documenti calabro-siculi la risposta come forse ci si potrebbe aspettare la seconda, quella pi sfumata, poich esse si dispongono su un arco cronologico di maggiore estensione, risalgono ad un periodo di grande vitalit ed afferiscono ad un panorama grafico di ampia portata e complessit, nel quale alla generale influenza esercitata dallo stile di Reggio 98 si intrecciano movenze comuni a manifestazioni documentarie di area orientale 99. Le scritture oggetto del confronto con la minuscola barocca sono tutte di livello alto o molto alto, risultano utilizzate tanto in documenti pubblici quanto privati e, pur accompagnate da casi paralleli, rappresentano solo in parte il variegato panorama calabro-siculo. Esse, infatti, esemplificano piuttosto quelle scritture caratterizzate da asse diritto, ductus posato, forme schiacciate e tondeggianti, affettazioni cancelleresche pi o meno enfatizzate; inoltre presentano una pi spiccata impronta libraria e si mostrano poco influenzate dallo stile di Reggio 100: il caso della minuscola di Giovannicio (Tav. 4a) 101 e di certe scritture della cancelleria di Ruggero II (Tav. 1a) 102. La minuscola salentina gode invece della prima risposta, quella pi netta, poich le manifestazioni pocanzi esaminate, pur non il98. Si veda DEGNI, Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), passim. 99. quanto emerge dallo studio di CRISCI DEGNI, Documenti greci orientali cit. (nota 19), pp. 499-500, 505-506, 527-528. 100. Un esempio di questo filone grafico costituito dalla eccellente scrittura del notaio messinese Nicola, a proposito della quale stata persino ipotizzata uninfluenza da parte dello stile epsilon cipriota: si veda DEGNI, Le scritture dei notai cit. (nota 7), pp. 297-300, tav. 10a-b. Nicola, impiegato del sekreton, verg nel 1195 un atto di vendita, nel 1208 il contratto matrimoniale della figlia del locale protopapa e nel 1213 una convenzione tra il monastero del S. Salvatore di Bordonaro e alcuni privati. Il primo documento (PARIS, Bibliothque nationale de France, Suppl. gr. 1315, f. 7) edito da GUILLOU, Les actes grecs cit. (nota 13), pp. 133-141, nr. 17 (con la tav. IX), il secondo (ADM, perg. 1302) edito da C. ROGNONI, Messina 1208: un contratto matrimoniale greco, in Na Rmh, IV (2007), pp. 331-342: 334-335 (con uno specimen), il terzo (ADM, perg. 1272) inedito (si veda EAD., Le fonds darchives cit. [nota 32], p. 535 nr. 143). 101. Si veda DEGNI, Sullo stile di Reggio cit. (nota 7), pp. 64-67. 102. Ibid. e CRISCI DEGNI, Documenti greci orientali cit. (nota 19), pp. 505-508.

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lustrando la scrittura barocca nella sua interezza, certamente ne rappresentano tanto il polo tendente alla corsivit e ad una certa informalit (Tav. 2b) 103 quanto quello posato e pi artificioso 104, fino a manifestazioni specifiche quale il filone tondeggiante nella variante di modulo schiacciato (Tav. 4b-c) 105. interessante ribadire come le scritture calabro-sicule in oggetto presentino analogie non tanto con quelle dei libri di Terra dOtranto coevi quanto piuttosto con quelle dei libri confezionati in questa regione successivamente: il divario cronologico non di entit trascurabile, essendo quantificabile allincirca in un secolo, come dimostrano gli esempi sin qui addotti. Ma come spiegare, in termini di storia della scrittura, un legame fra epoche cos distanti? Escluderei che si tratti di una sorta di corso e ricorso storico-grafico, quasi fosse la ripetizione ciclica di un evento scrittorio, ma anche che si tratti di un caso di mimesi grafica 106, fenomeno altrimenti noto nelle minuscole di epoca tardo-bizantina 107. Questultimo, infatti, presupporrebbe non solo uninterruzione del legame storico fra le due stagioni grafiche ma anche unesperienza de visu da parte dei copisti salentini nei confronti di simili scritture burocratiche: certo, essa ipotizzabile, ma, almeno per ora, non dimostrabile. Ben pi concreto il filo rosso che, in modo lineare, lega le due stagioni grafiche in oggetto, a mio avviso costituito da una lenta ma ininterrotta traditio di stilemi burocratico-cancellereschi 108, quelli che conferiscono alla minuscola salentina (cos come ad altre scritture) la connotazione barocca 109. Tali elementi can103. ARNESANO, La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 47-58. 104. Ibid., pp. 29-47. 105. Ibid., pp. 45-47. 106. Sul fenomeno si veda G. CAVALLO, Fenomenologia libraria della maiuscola greca: stile, canone, mimesi grafica, in Bulletin of the institute of classical studies, XIX (1972), pp. 131140: 135 (rist. in ID., Il calamo e il papiro cit. [nota 1], pp. 73-83). 107. Si veda G. PRATO, Scritture librarie arcaizzanti della prima et dei Paleologi e loro modelli, in Scrittura e Civilt, III (1979), pp. 151-193 (rist. in ID., Studi di paleografia greca cit. [nota 3], pp. 73-114). 108. Questo semmai un tratto tradizionale della minuscola barocca, che naturalmente non ne fa una vera e propria scrittura tradizionale n conservativa. Sulle scritture conservative e sullimportane distinzione con quelle mimetiche si veda G. PRATO, La produzione libraria in area greco-orientale nel periodo del regno latino di Costantinopoli (12041261), in Scrittura e Civilt, V (1981), pp. 105-147: 121-125 (rist. in ID., Studi di paleografia greca cit. [nota 3], pp. 31-72). 109. Ho affrontato largomento in La minuscola barocca cit. (nota 8), pp. 19-29.

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cellereschi, infatti, occorrono costantemente, seppure in modo discreto e disorganico, nella messe di minuscole corsivo-informali adoperate in alcuni codici salentini di et normanno-sveva, ma solo con il successivo avvento della minuscola barocca essi furono ammessi ed organicamente inseriti anche in una catena grafica ad asse diritto, dal ductus posato e dal tracciato arrotondato, esattamente come era avvenuto cento anni prima in alcuni documenti calabro-siculi. Tutto ci conferma come la minuscola barocca non sia affatto lesito di dinamiche tutte interne alla locale attivit scrittoria, bens un prodotto grafico complesso, che affonda le proprie radici anche al di fuori dei confini regionali, anche in momenti della storia della scrittura ad esso apparentemente estranei, come quello documentario calabro-siculo che in queste pagine ho tentato di scandagliare. In una tarda scrittura libraria di area provinciale come la minuscola barocca, insomma, si perpetuano fossili della secolare prassi burocratica di Bisanzio: spero che queste poche pagine abbiano contribuito anche minimamente a gettare luce su tale fenomeno, che di portata certamente pi vasta e che altre indagini, basate su un campione ampio, non solo italo-greco, consentiranno con ogni probabilit di conoscere pi a fondo.

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TAV. I

a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1247 (a. 1144). a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1247 (a. 1144).

b - Wien, sterreichische Nationalbibliothek, Suppl. gr. 37, s.i.f. (a. 1264/5). b - Wien, sterreichische Nationalbibliothek, Suppl. gr. 37, s.i.f. (a. 1264/5).

TAV. II

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a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1299 (a. 1153).

a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1299 (a. 1153).

b - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. gr. 92, f. 74r (sec. XIII2). b - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. gr. 92, f. 74r (sec. XIII2).

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TAV. III

a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1324 (a. 1192). a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1324 (a. 1192).

b - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 71.35, f. 63r (a. 1290/1). b - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 71.35, f. 63r (a. 1290/1).

TAV. IV

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a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1328 (a. 1141). a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1328 (a. 1141).

b b c

b b-c - Wien, sterreichische Nationalbibliothek, Phil. gr. 56, f.c135r (a. 1300).
b-c - Wien, sterreichische Nationalbibliothek, Phil. gr. 56, f. 135r (a. 1300).

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TAV. V

a - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2650, perg. nr. 36 (a. 1214/5). a - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2650, perg. nr. 36 (a. 1214/5).

b - Wolfenbttel, Herzog August Bibliothek, 29 Gud. gr., f. 4r (a. 1293). b - Wolfenbttel, Herzog August Bibliothek, 29 Gud. gr., f. 4r (a. 1293).

TAV. VI

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a - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2019, f. 155v (a. 1234, a. 1235).

b - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 72.22, f. 13r (sec. XIIIex.-XIVin.). b - Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 72.22, f. 13r (sec. XIIIex.-XIVin.).

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TAV. VII

a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1385 (a. 1228). a - Sevilla, Archivo de la Fundacin Casa Ducal de Medinaceli, Fondo Messina, perg. 1385 (a. 1228).

b b - Paris, Bibliothque nationale de France, gr. 2970, f. 52v (sec. XIVin.). b - Paris, Bibliothque nationale de France, gr. 2970, f. 52v (sec. XIVin.).

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