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LANTERNA

DI

ALDO PALAZZESCHI

Cavalli Biafichi

L. 5,

ALDO PALAZZESCHI

LANTERNA

FIRENZE

1907

STAB. TIPOGRAFICO ALDINO

RIPRODUZIONE INTERDETTA

TORRE BURLA

-5-

proprio nel mezzo alla valle,


alta,

non

rotonda, nerissim,
la

piatta

cima

n porta n foro vi luce. La valle, grandissima valle,

abonda
i

di fango,

fiori,

pochissimi,

vi nascono grassi e sbiaditi,


le ortiche vi

crescono

alte.

Nel mezzo, non alta, rotonda, come ombra, padrona superba del piano
la

Torre rimane.
sera,

La

ogni sera,

al

tramonto,
il
:

ognuno s'appressa e n'ascolta remore che tutti ormai sanno


voltare di foglio,

romore,

voltare leggero di foglio.

Ognuno ne
la sera,
il

ascolta,

romore e

si

guarda.

~7-

Si legge l dentro

Si legge

una pagina
?

al

giorno

Chi legge

Qual

libro

un vecchio che legge, un vecchio con barba bianchissima Il libro racconta una storia....

La

storia dev' essere lunga,


!

da tanto il voltare di foglio un giovine invece che legge,

un bimbo

coll'ali

dorate

La

storia assai breve,

ma
il

scritta una sola parola ogni foglio


Il

Sole vi legge
libro del Sole
!

La La

sera al tramonto

il

voltare di foglio

sera col lieve spirare dell' ultimo raggio

invece lo scritto piccino e fittissimo,


le lenti

neppure

potenti lo fanno capire

Oh

lunga

la storia, assai
il

lunga

Ognuno ne

ascolta la sera

vgltare di foglio.

TEMPIO SERRATO

Dai

vetri scurissimi

traspare leggera di nebbia viola


finissima luce,

baciata dagli angioli grandi


dai santi dai manti splendenti
di cupi colori.

Non

s'ode di fuori romore di vita,

non s'ode lamento,


n s'odon ne l'eco morenti
le

note de l'organo lento,

soltanto leggera di nebbia viola


la luce traspare.
Il

Tempio
fin
si

serrato,

serrato
di fuori

tanto che raggio

veda.
la

La gente
la

chiave del Tempio,

gente che fuori aspettando,

rivolta impaziente a la luce

che ancora leggera traspare.

Nel mezzo, nel vuoto del Tempio, marmo, prostrato dinanzi a l'altare maggiore
sul gelido

ov'ardono
vi prega,

ceri del segno,


il

dominio d'orrore,

Kinik.
al Kinik,

Strappato n di

mano V impero

Tn
I

chiuso nel Tempio.

ceri massicci

vi furono accesi a l'altare

maggiore

siccome per
Soltanto

festa,

fu chiusa la porta ferrata.


il

terrore V invade l dentro,

aspetta dei ceri la fine tremando


ravvolto nel serico manto

pi giallo dell'odio

che a terra

nel*

cupo del Tempio risplende.

La gente
la luce
lo

di fuori in silenzio,

rivolta a le grandi vetrate

ne sugge con occhio impaziente,


il

vede,

Kinik, prostrato
sul gelido

nel

mezzo

marmo
lava.

dinanzi a l'altare maggiore,


lo vede, qual

macchia che l'acqua non


anelante la gente
la

Ne sugge
e in
del

la luce

mano tremante Tempio prepara.

chiave

12

Prostrato sul gelido

marmo,

dinanzi a l'altare maggiore

ov'ardono

ceri del segno,


il

tremante d'orrore vi prega


gli ronza

Kinik.

Soltanto stridore tremendo di chiavi

le

orecchie e a la mente atterrita,

s'avvolge,

si

serra nel serico

manto

che

giallo nel

cupo del Tempio risplende

qual macchia che l'acqua non lava.

13

IL

PASSO DE LE NAZARENE

15

A
Nazarene bianche, Nazarene nere.

Clodio Bellenghi.

Del fiume a le rive si guardan da tanto i conventi, si guardan con occhio di vecchia amicizia le piccole torri, una bianca e una nera,
le

suore

s'

incontran la sera,

la sera al crepuscolo.

Due

volte

s'

incontran, le bianche e le nere,


i

sul ponte, sul ponte che unisce


gli unisce

conventi,

da tanto per vecchia amicizia,

le piccole torri si

guardan

ridenti

una bianca e una nera,


le

suore

s'

incontran la sera,

la sera al crepuscolo.

Le
nel
s'

piccole chiese al crepuscolo s'aprono,


leste le suore
s'

ne sortono

ed

infilano

il

ponte;

mezzo

incontran,

inchinan

le

bianche e
l'altre

le nere, al

si

recan T.un

a la piccola chiesa

saluto;

17

vi fanno

una breve preghiera


il

e leste rinfilano

ponte.

Di nuovo
s'

nel

inchinan

le file,

mezzo s' incontran, una bianca e una nera,

le

suore

s'

incontran la sera,

la sera al crepuscolo.

i8

COMARE COLETTA

19-

Saltella e balletta
!

Saltella e balletta

comare Coletta

Smagrita ricurva
girando
le

la piccola vecchia.

strade saltella e balletta.

Si ferma la gente a guardarla, di rado taluno le getta denaro,


saltella

pi lesta

la

vecchia

al

tintinno,

ringrazia provandosi ancora


di reggere a la piruetta.

Talvolta ella cade fra

il

lazzo e le risa,

nessuno

le

porge

la

mano,

nessuno a soccorrerla viene.

Saltella e balletta

comare Coletta

Saltella e balletta!

La

tua perucchina, comare Coletta,


il

ne perde

capecchio

il

bel mazzolino,
!

comare Coletta

Di fiori assai freschi Ancora non anno lasciato cadere

21

il

vivo scarlatto

gli antichi splendori

Ricordan quei

fiori,
?

comare

Coletta,

Danzavi nel mezzo

ai ripalchi

n' vero, comare Coletta ? Danzavi vestita di luci, cosparsa di gemme,

coperta soltanto dai guardi malefici, vero

Ricordi

le luci,
?

le

gemme,
?
!

le vesti

smaglianti
il

Ricordi

tuo sozzo peccato

Tu

sei

maledetta, comare Coletta


d* inferno
!

Vecchiaccia

Saltella e balletta
!

Saltella e balletta

comare Coletta

Ricurva, sciancata, provandosi ancora


di reggere a la piruetta,

s'aggira per fame la vecchia rugosa,


trascina la logora veste pendente a brandelli,
le

cade a pennecchi di capo


il

il

capecchio

fra
la

lazzo e le risa,
le

rabbia
il

serra la bocca di rughe ormai fossa,


fiori

soltanto

mazzetto di
ride nel

scarlatti

ancora

le

Saltella e balletta
!

mezzo del petto. comare Coletta

Saltella e balletta

A PALAZZO ORO ROR

^3

Nel mezzo a
l veglia

la notte,

ogni notte,

incomincia a Palazzo Oro Ror.


s'

In riva a lo stagno

innalza

il

Palazzo,

soltanto lo stagno lo guarda perenne e lo specchia.

Gi lenta Torchestra incomincia


la notte

la danza,

profonda.
le

Comincian
discendon

dame che giungon da


cocchi dorati
:

lungi,

silenti dai

Dei

ricchi broccati ricuopron le


le vesti

dame,
i

ricuopron
finissime

cosparse di

gemme

ricchi broccati,

gemme,
Oro Ror,

topazi ametisti.

Finestra non s'apre a Palazzo


soltanto la porta a la sera

pel passo a le dame. In


fila

infinita si
le

seguono

cocchi dorati,

discendon

dame

silenti ravvolte nei ricchi broccati.

Soltanto lo stagno ne specchia l'entrata


e Toro dei cocchi risplende ne l'acqua estasiata.

25

L'orchestra soltanto
si

si

sente,

perde

il

lentissimo suono

confuso fra muover di serici manti.

La

veglia ora piena,

di fuori pi nulla si vede.

Silenzio.

Un

cocchio lucente che ancora in lontano risplende,

s'appressa pi ratto del vento


e rapida scende la

dama

tardante,

se n'ode soltanto leggero frusciare del serico manto.


Il

cocchio ora lento ne l'ombra

si

perde.

26

VELA LONTANA

37

La Vela

s'aggira nel largo,

lontana in un cerchio di mare uguale,

non cenna

di

giunger

la terra.
il

La gente a
si

le rive

ne segue

cammino,

ferma a spiarne l'andare.


s'aggira nel largo,

La Vela

lontana in un cerchio di mare uguale.


In piedi a la prua de la barca
si

stanno

tre giovani Principi:

Martillo, Corano, Ginnello.

S'aggiran pel grande silenzio

con occhio rivolto a

la terra lontana,

ravvolti nel nero mantello.

La gente
si

le rive

ne segue

il

cammino,

ferma a spiarne l'andare.


s'aggira nel largo,

La Vela

lontana in un cerchio di mare uguale.

29

FESTA GRIGIA

31

A
lersera la festa dei vivi colori,
la

Marino Moretti,

danza di

risa e di lazzi iersera!...

La

festa del grigio stamane,

del grigio di piombo.


S' fatta la luce assai tardi
;

la strada ravvolta nel grigio silenzio,

non s'ode che Teco di sonno, di sonno di piombo.

La nebbia leggera
siccome
i

purifica Taria

vapori d' incenso,

ricuopre di grigio lo specchio macchiato

che ancora ne Tombra


di risa e di lazzi.

riflette

gli sprazzi scarlatti di risa,

Riposano

ai piedi dei letti di

sonno profondo

gualciti gli stracci dai vivi colori.

La

festa del grigio


le

stamane

Rasentan

mura

coperte di brune mantiglie.

33

beghine ricurve,
rasentan le

mura

silenti.

Insiste argentino
la

V invito a

la

Messa
figlie.

Prima.
vi

Leggere

corron

le

piccole

La

strada ravvolta nel grigio silenzio.


si

L' invito argentino

tace.

Pi nulla. La Messa incomincia. Pi ratte rasentan


le
le

mura
il

brune mantiglie,
si

pi rade

fanno ed

passo ne cessa.

Soltanto la nebbia leggera


tranquilla rimane al suo giorno di festa
la festa del grigio

stamane

34

PALAZZO MIRENA

35

Palazzo Mirena distrutto,


distrutto dal fuoco.

In sera di festa, la veglia era piena,.


le
il

fiamme

terribili

avvolsero

grande palazzo. Pi bello dei belli


s'ergeva nel mezzo al giardino,

superbo fra
per tutta
la notte

gli alberi grandi.


al cielo

Le fiamme arrivarono
la notte,

che ognuno ricorda, e


lo vide

segna.

L'aurora

terribile

mucchio

di bragi roventi.

Ognuno
Il

ricorda la notte del fuoco.

cielo che s'ebbe di

terribile

omaggio per

tutta

fiamme una

notte,

rimase chiazzato di rosso

per giorni e per giorni.

ancora

ai

tramonti vi sostano sopra

37-

vapori rossastri,
vi sostati

siccome a saluto,
di

messaggi

fiamme lontane
flagelli.

venuti da nuovi

il

vento per anco solleva


^

le ceneri ultime.

In sera di festa, la veglia era piena,

smagliante di luci e di gemme,


fiorita

da petali

rossi e scarlatti

di dolci sorrisi lunghissimi,


fra

muover

di passi leggeri,
;

di piccoli passi dorati

strisciare d'inchini profondi,

lentissimi,

frusciare di serici manti,


di manti vermigli, violetti, di itianti bianchissimi,

coperti di

gemme

fulgenti,

cosparsi di perle finissime,


goccianti di vivi diamanti,
fluenti di trecce biondissime,

nel
le
il

mezzo a la notte fiamme terribili avvolsero grande palazzo.

Moltissime

dame

perirono,
folli,

alcune rimasero
le

meno ne furono

salve.

-38-

Madama
la

Mirena,

bionda Contessa dal guardo di Sole,


al

rimase

suo posto.

Si videro

dame

gettarsi dall'alto

ravvolte di fiamme,

fuggire seguite dal fuoco appiccato a le vesti, fuggire fuggire pel grande giardino

siccome

le

torce terribili al vento

strapparsi le trecce infuocate,


le

vesti coperte di fiamme,

gettarsi furenti a le vasche

mezzo al giardino. Colonna tremenda di fiamme


nel
al cielo s'alzava

Palazzo Mirena,

giravan d'intorno furenti,

cadevan

dall'alto

fardelli di
le

fiamme roventi, dame ormai folli.

Pochissime furono salve.

Nessuno pi vide Madama Mirena


padrona, rimase
al

suo posto
l'

strisciando a le fiamme

inchino Infinito.

Gli avanzi rimangono intatti,

nessuno
soltanto
fu

vi

pose

la

mano,
fra

una croce posta nel mezzo

neri carboni

-39-

che a Tombra degli alberi grandi

rimangon ricordo.
Talora fra
fulgore di

il

nero

si

scorgon

dei raggi lucenti,

gemme

rimaste,

son gli occhi di


sotto ai carboni

Dama

Mirena

Di
si

dice che ancora Ella guardi.

40

IL

PRINCIPE BIANCO

Immobili e mute
Bellissime

le

dame

gi aspettano:
latti.

aspettano intorno a la vasca dei

dame

coperte da un manto bianchissimo,

un manto di fino damasco. Adornan di perle le trecce


le

dame

bianchissime,

le

trecce pi bianche del latte

cosparse di perle finissime.

Corona

le

fanno passandole intorno lentissimi

con ala spiegata paoni bianchissimi;


e ai manti, che a terra riposan
la

coda

infinita,

bianchissimi gatti sonnecchiano.

Immobili e mute
aspettan V istante.

le

dame

gi aspettano
;

intorno a la vasca dei

latti

La vasca
la

dei latti circonda

casa del Principe Bianco,

la piccola cella di

candido

marmo

43

che s'alza leggera nel mezzo del


In
fila

latte.

infinita vi

nuotano intorno

leggeri dei cigni biancbissimL

giunto r istante.
la cella si d'

Leggera nel mezzo


n'appare sul dorso
il

scuopre

un cigno grandissimo
d' intorno,

Principe Bianco.
le

Immobili e mute
arrestano
si
i

dame

cigni la corsa leggera,

ferman vicino a ogni dama


i

con ala spiegata


si

paoni,

levano

gatti dal

sonno

e restano immobili a lato dei manti.


Il

Principe Bianco con guardo sicuro

si

volge a r intorno,
cigno nuotando leggero sui

accenna una dama,


e rapido
il

latti

lo reca a la
lo sosta
s'

dama

prescelta,
;

un istante

inchina la
il

dama
il

Principe

petto ne sfiora

con labro bianchissimo,

non perla ne sugge, un bacio soltanto vi pone.

La dama
e
il

prostrata rimane,

cigno girando kggero

-44

col Principe

Bianco
la

nel

mezzo a
ratti del
si

vasca ritorna.

La
Pi
le

cella si cuopre.

vento

si

aggirano

cigni d' intorno,

dame

muovon

lentissime

sul candido seno agitando

ventagli di

piume bianchissime.

Inchinan passando la

dama

prostrata.

Pi
e

lesti le

girano attorno
i

con ala spiegata


i

paoni,
il

gatti

ne seguono lento

cammino

a lato del manto bianchissimo.


Soltanto la

dama

prescelta rimane prostrata.

45

ROSARIO

47

Fallante, regina.
Vorrei che nel mezzo a la notte sorgesse

un raggio
che sol
la

di sole soltanto per

me,
brillasse.

mia chioma dorata nel buio

49

Gorilla, beghina.

Per Cristo
subisco
gioisco e finisco.

50

Gallina, centenario,

S'andavan,
tre musici

la

notte serena, tre barche per mare,

v'erano dentro a ciascuna, s'andavano


a la luna
le

al cielo stellato e

note dolcissime

offrire.

51

Erak,

stregone.

Non
salire

vale

per male uguale

con

ale.

52

Una
S' ammassali su
i

Paolotta.

ceri spenti

grondanti

le

lagrime pallide, morte, e non cadono,

siccome

le

gocce spremute stagnate su cuori pendenti,

53

Cuc, pappagallo.
Chi vuole Cuc

?
!

Cuc non

e pi

Cucurucuc.

54-

Eletta, pellegrina.

Diomede Prassedel
Per r erto Carmelo dei Santi
chi cede con fede, concede.

-55 -

Manca,

co7tlessa.

La
le

casa vorrei ne lo stagno del pianto,

mura

di lagrime,

il

tetto di dolo,

udire sol l'eco d'un lungo lamento.

56

Kerek,
Io

astronomo.

guardo vagare

lontano pianeta
vivente al bagliore di sola cometa,

57

Cerinne,

pescatore,

A
il

vela che indora rivolgo la prora,

bacio n'aspetto del vento

su vela d'argento.

58-

Una Dama
Amara

di

Nazaret.

lagrima pungente dolore,

diventa un bel fiore


dinanzi all'altare Maggiore.

59-

Violante, regina.

Un

cuore guizzante vorrei per trastullo,


spillo,

trapungerlo tutto con un fino


fiorire di

gocce un broccato

giallo.

60

Marzio, paggio.
Vorrei con un bacio rovente strappare

un
il

fiore

superbo di sangue su labro vermiglio,


tolti

vuoto dei petali

per sempre lasciare.

6i

Concetta,

pellegrina.

Pregate salendo, velate, per l'erte ed a terra lo sguardo volgete,


salite,

velate, erte consacrate.

62

Stanca,

contessa.

Dormire

nel lento

romore grondante

di piccola fonte

vorrei, di lentissima fonte costante.

63-

Giuditta,

filatrice.

Avvolto, rattorto
su fuso di torto

ogni

filo

corto.

64-

Benedetta,
Sia
sia

rocchettina.

il il

lungo sentier spinosissimo


triste

cammin pungentissimo

per Cibo squisito soavissimo.

-65-

Faante,

regina.

Vorrei cavalcare nel mare

la notte,

con sola compagna

la luna,

cavalli pi bianchi del latte.

66

Rer, pappagallo.
Rer mio Rer
Rer mio Rer

Pi bello chi ?
!

67-

Matilla, beghina.

Perdono
concesso,

mi confesso e mi

riconfesso.

68

Stefanello,
Cero che

scaccino.

si

porta, chiave

d'una porta,
guarda.

cero che s'accende, gioia che s'attende,

per cero che arda, occhio che

ti

-69-

GIOCO PROIBITO

71

Rasentano piano
avvolti di nebbia

gli specchi invisibili,

non lasciano traccia ne Tonibra, gli specchi non anno riflessi, non cade su loro de l'ombra una macchia, neppure la macchia dell'oro. Un raggio vien fuori dal mezzo di luce giallastra sul raggio soltanto rimangono lievi impalpabili
impronte sfumate
di luci, di nebbie
lenti
:

Riflessi.

Dispaiono appaiono
si

fanno ora vivi ora smorti


lenti.

appaiono spaiono

Dei

volti talora vi appaiono,

dei volti bianchissimi,

appena
vi

il

pallore la luce ne scuopre.


fioriti
;

Talvolta vi passan leggeri dei manti

passano

lenti cangianti splendenti.


i

S'arrestano

volti talora,
si

s'arrestan, pi chiari

fanno,

73

vi splende d'

un

tratto

uno sguardo

due occhi che corron cercando pungenti,


o
in

fondo confusi v'appaion languenti morenti.


la

Vi passa pian piano


confonde
gli

nebbia e ricuopre,

sguardi con luce di


si

gemme.

In basso continua
la

segue

ridda dei piccoli punti

di dadi danzanti.

Due

dadi grandissimi in fondo rimangono fermi;


i

ne splendono

punti nerissimi intenti.

Vi passan leggere davanti


le

impronte sfumate di

luci,

di nebbie

Riflessi.

Dispaiono appaiono
si

lenti

fanno ora vivi ora smorti


lenti.

appaiono spaiono

74

PARCO UMIDO

-75

Il

parco serrato serrato serrato,

serrato da
le

un muro

eh'
le

lungo

miglia le miglia

miglia,

da un muro coperto

di muffe,

coperto di verdi licheni,

grondante di dense fanghiglie.

N un
soltanto

varco soltanto nel parco traspare

n un foro vi luce,
si

posson

le

muffe cadenti

vedere, soltanto
le

dense fanghiglie grondanti.


i

Altissimi
i

cedri ne passano

il

muro,
\

pini dal fusto robusto ne sporgon l'ombrello

s'

innalzan cipressi, rossastre magnolie,

e salici, e salici tanti

piangenti di pianti lontani,

che mischian sul muro cadenti


le

lagrime

ai

verdi licheni,

a grige fanghiglie grondanti.

-77 -

Di

fuori ecco

il

parco serrato,
miglia.

serrato
eh'

da un muro
le

lungo

miglia e

le

Fra l'ombre,
soltanto tre

fra l'ombre potenti

nel folto degli alberi grandi

donne s'aggirano lento, bellissime donne Regine Parenti.


:

S'aggirano lento in silenzio

ne l'ombre del parco serrato,


pesante trascinano
coperte da un velo
il

manto

di lutto,

le

Donne,

che appena

il

pallore del volto ne scopre.

-78-

LA VEGLIA DE LE TRISTI

79

Nel mezzo a
s'uniscon

la sala degli ori

massicci,

Le
la

Tristi a la veglia.

La
di

sala rotonda dai cento splendori!

Nel mezzo

lampada a spirito innalza nebbia leggera la fiamma viola


riflette nel giallo degli ori splendenti,
le

che incerta

Le fanno corona

sette poltrone massicce

coperte di gialli broccati.

Pendenti dai travi dorati


le

lampade d'oro discendono.

Colonne s'innalzan reggenti


dei cofani d'oro cosparsi di gialli topazi.

S'ammassan

nei canti

dei gialli broccati abon danti.

La lampada fra poco Le


le

in

mezzo gi accesa,
verranno a
la veglia.

Tristi

Intorno, segrete,

piccole porte conducono

ad una poltrona ciascuna.

8t

La fiamma
fra
il

s'

innalza di nebbia leggera

giallo smagliante deiroro.

come ombre, ravvolte nel manto viola, ricchissimo manto di fino damasco, Le Tristi compaion ciascuna a la piccola Son sette Ginnasia Contessa di Borgo Silenzio,
Silenti
:

porta.

Meriga Contessa di Casa Lontana, Corrada Contessa di Valle Pallingo, Venanzia Contessa di Vasta Palude, Romilda Contessa di Lago d'Argento,
Piccarda Contessa di Piccolo Dolo,

Marraia Contessa di Dolo Maggiore.


Si strisciano

muto

l'

inchino profondo,

la piccola porta si

chiude ed ognuna
la

con muovere lento s'appressa a

propria poltrona.

Si seggon con occhio rivolto a la fiamma.

Non

parlan.

Le
il

Tristi,
la

nessuna conosce

voce

dell'altra,

non volgono
ne seguono
I

guardo

fra loro.

In cerchio d' intorno a la fiamma


il

lieve bagliore.
la

manti viola riposano a terra


fra l'oro massiccio

coda

infinita,

s'ammassan
siccome
le

fiamme pesanti

82 -^

venienti

da lampade

d'oro.

Rimangon Le
Insieme
si

Tristi a la veglia.
la

Immobili e mute con occhio rivolto a


levano
dirette ciascuna a la piccola porta,
si
si

fiamma.

sostan voltandosi,
strisciano

muto T inchino profondo,


si

scompaiono.

La fiamma nel mezzo pian piano La sala degli ori massicci


soltanto
il

spegne.

suo giallo pesante ne Tombra risplende.

-83

LA STORIA

DI

FRATE PUCCIO

-85-

Frate Puccio.
Col viso
fiorito

d'

un gaio

sorriso,

con
il

occhi ridenti,

vecchio s'andava e veniva leggero

pel grande convento dei Bianchi.


Il

piccolo frate con braccio robusto


le

portava
S'

brocche.

andava e veniva ridente, giulivo,

talvolta sostava

un

istante a la cella,
la soglia,

posando

le

brocche a

sostava un istante ed usciva col gaio sorriso^

pi lesto s'andava, pi snelle


le

braccia reggevan

le

brocche.

87-

La

Storia.

Compunti i fratelli incontrandolo, guardavan con occhio di dubbio spiccare in quel luogo un s fresco
guardavan da tempo
la sosta

sorriso,
;

qual fiore scarlatto nel mazzo bianchissimo a la


cella.

L dentro

era

il

pozzo del dolce sorriso,


al cortile del chiostro.

non quello nel mezzo

Da

tanto fiorito sul labro del frate,

s'andava ogni giorno


facendo pi fresco e pi vivo
soverchio sorriso.
:

Le brocche posavano un giorno


la

a la soglia,
:

porta lasciava uno spiro

di luce

fu visto, con occhio d' orrore,

che

il

frate vi

aveva nascosto un peccato

Quel fresco sorriso girava impudente


per gli anditi sacri

vestendo un peccato

La

cella fu aperta, frugata, vuotata.


fra
i

Nascosto
fu visto

libri,

fra

libri

dei Salmi,

un fantoccio coperto

di logori stracci,

di stracci dai vivi colori,

figura profana di femmina!

Soltanto una bocca che aveva baciato

il

peccato

88

poteva sorrider

dentro!
di tele violette,

Coperte

le

immagini sacre

l'oggetto profano fu tolto e portato al giudizio


dal frate Maggiore, dal Padre.

Sia aperto

il

convento,

si lasci passare
si

ogni gente,
fratelli
!

chiamin lontani

Nel mezzo al cortile del chiostro sia fatto un gran fuoco,


il

frate peccante

vi

posi r oggetto del grande peccato,


tre giorni
!

rimanga

nel

mezzo al cortile prostrato Talba del giorno fissato,


i

in file infinite lasciarono


fratelli

propri conventi

e sorelle lontani

saliron silenti quel colle le

file.

Nazarene bianche, Nazarene nere,


i

Valpassiti, le Rocchettine,

Nazareni,

Domiziani,

le

Valeriane, le Suore Vesse.

Lontani romiti salirono,


e gente di popolo anche
infine beghine.
:

Schierati d' intorno al cortile del chiostro,

attesero in basso pregare

fratelli,

pregare sommesso.

-8(>-

spirare leggero d'

un

soffio di pace.

All'ora
in
fila,

fissata,

per coppie,

entraron con testa chinata


i

Bianchi del grande convento

diretti a la

grande fascina
al cortile

nel

mezzo

ammassata.
terra,

Con
in
Il

testa reclina a la

con occhi socchiusi e languenti,


ultimo Puccio indietro
di

un passo.
;

vecchio avanzava con muovere affranto


braccia incrociate sul petto

le

stringevan l'oggetto del grande peccato,


gli stracci scarlatti

spicca van nel

manto bianchissimo
ferita

siccome una macchia di sangue,


siccome una grande
dischiusa nel petto del frate.

Le file ognuno
Il

dei Bianchi s'aprirono,

nel grande cortile d' intorno

prostrato, in ginocchio,

pregando sommesso.
file

fuoco fu acceso.
i

Chinaronsi

Bianchi in due
viale di

formando un
Cricchiaron

marmi.

Sol l'ultimo, Puccio, in piedi rimase.


le

grosse fascine

90

nel fondo del bianco viale,


le

fiamme s'alzarono presto.


piccolo frate
i

Cadente, tremante, ricurvo,


il

si

mosse.

Fra

Bianchi prostrati a la terra,

giungendo sfinito a la fiamma, con mano stecchita, la bambola pose nel mezzo a l'ardente fascina; un ultimo sguardo le diede con occhio sbarrato,
e cadde, siccome fardello di cenci,

nel

mezzo

al cortile, vicino a la
i

fiamma

prostrato.

S'alzarono in piedi

fratelli,

rimasero infine che


In
file

il

fuoco fu spento.

infinite silnti,
la

con testa reclina a


tornarono
ai

terra

propri conventi.

Frate Puccio. Con


viso emaciato, la bocca serrata,

con occhio languente,


pel grande convento dei Bianchi
il

vecchio

si

mena

stentando.

91

Il

piccolo frate ricurvo


le

con braccio stecchito trascina

brocche.

Nemmeno un

istante si sosta,
sfinito,

con muovere stanco,

trascina le brocche pesanti.

92

LA GAVOTTA

DI KIR

-93-

KiR.

La

sala gi posa nel buio scurissimo,

leggera vi serpe Fondata


di lievi respiri rattratti.

Gi zeppa

di gente la sala,

di gente che attende impaziente.

Nel mezzo s'innalza il ripalco, un raggio viola dall'alto leggero


S'attende con ansia silente Kir,
il

vi scende.

musico grande.
respiro rattiene,
silenzio s'aggira nel buio.

Stasera Egli suona una Danza.

Ognuno
soltanto

il

il

D'un

tratto,

come ombra,

dal raggio viola traspare Kir,

traspare salendo leggero al ripalco,


snellissimo, stretto ne l'abito nero,
s'

innalza e nel

mezzo

si

ferma.

95

Lo sguardo

la luce rivolge
i

facendo brillare
sul pallido volto

begli occhi di

mare

e intanto la nebbia leggera viola


si

mischia frugando nell'oro

dei ricci capelli biondissimi.

Con rapido gesto

dell'arco incomincia.

La Gavotta.
Cominciano intorno alitando leggeri
dei piccoli passi,
leggeri, lentissimi,

picchiettano

il

grande

silenzio.

Passare pian piano s'avverte


frusciare di sete,

tintinno minuto di

gemme

pendenti.

S'accrsce s'accresce s'accresce.


S' affollano
si
i

piccoli passi d' intorno,


lesti

mischiano

e cinguettano,

un gemito

fioco di piccolo topo ferito

ne manda un velluto calpesto,


s'avverte passare volante,
attorcersi avvolgersi a spire
di veli lunghissimi.

96

Un' onda pi lenta si posa, si segue un inchino profondo. La Danza s'accresce e s'appresta.
Si fanno ai portoni scarlatti

baleni di perle bianchissimi,


vi

giocano presto apparire e sparire,


presto cadere di sguardi,
incontrarsi,

vi sostan taluni, vi restano a lungo.

Un

un mesto

un lieve incrociarsi di dita, un lesto rattrarsi, un lampo leggero di riso


risplende nel lento piegare
di teste fluenti.

S'accresce s'accrese s'accresce.

Serpeggia pi ratta del fulmine,


fra tante bianchissime

mani una

stretta,

s'incontran d'un tratto


tanti occhi fulgenti, pungenti,

s'abbassan socchiusi.

scompaiono presto
le

baleni bianchissimi,

porte scarlatte
tratto

si

chiudono.

D' un

uno strappo repente,


!

terribile strappo

Di

seta o damasco, di ricco broccato

Ne

cade una goccia

97

Non

veste strappata, non

manto
lo

un guardo avvenuto
vermiglia
!

strappo?

La goccia
diviene
il

Pi lento, pi lungo, pi piano


frammisto romore,
si
il

pi radi
pi cheto

mischiano
frusciare,

piccoli passi,

frusciare silente,

passare di veli che cadono a poco a la terra.


Si perde,
la
si

perde confuso ne l'ombra


si

il

romore,

danza pian piano svanisce,

perde.

KiR.

La Danza finita. La folla le braccia protende


lanciando dei gridi di gioia a Kir.

Immobile e muto nel mezzo


soltanto

al ripalco

un
le

istante egli attende,

gli brillano

intorno

begli occhi di mare.

Ognuno

braccia protende
!

lanciando dei gridi di gioia

Ei piano nel raggio viola dispare,


dispare leggero snellissimo,
il il

giovine bianco biondissimo,

musico grande: Kir.

98-

INDICE
Torre burla
.
. .

Pag.

j
ii

Tempio
Il

serrato
le

passo de

Nazarene.

17

Comare

Coletta
^

.21
25

Palazzo Oro Ror

Vela lontana
Festa grigia
Palazzo Mirena
Il

29 33
37

Principe Bianco

43

Rosario

49
73

Gioco proibito
Parco umido

-77
81

La veglia de le Tristi La storia di Frate Puccio La Gavotta di Kir

87 95

3 IO
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