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in
littp://www.archive.org/details/ilcrepuscolodeifOf)api
.,>'ir*--
:4)Jibeiaii^^
IL
renze, 1902).
Les Ides
d'
un Psychologue Italien : E,
Italy (Chicago, 1902).
Philosophy
ili
Sentire
se7iza
Agire
1905).
tire (Bologna,
Di prossima pubblicazione
Uomo
a Dio.
GIOVANNI PAPINI
(GIAN falco)
is5*-o.i
m -n]9sm
(Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte,
Spencer, Nietzsche)
MILANO
societ editrice lombarda
(A.
De Mohr,
Antongini e C.)
IQO6
NECESSARIO
LEGGERE
QUESTA PREFAZIONE
un libro
libro
un
come tutti
i libri
di quelli
che
loro
amano
amori ne dei
loro odi.
Posso permettermi questo cinismo 7ttellettuale in quaiito credo che il mio libro sia ci
che molti altri,
non sono
fare ne
cio
una
una
libro
lettori di ci che
non ha rijitenzione ne di informare i miei hanno pensato precisamente i filosofi di cui parlo ne di fare dei co7nm.entari dotti o delle interpretazioni rigorose delle
loro filosofie.
Questo libro
zi,
un
pezzo, o un'insieme
di pezdei
tmo
cui ho sofferto
il tentativo,
in ispecial ?nodo,
vili
E NECESSARIO LEGGERE
di liberarmi dalla filosofia e dai filosofi. , anche, il testamento di un' epoca della 7Ha attivit
Ha un
una
mento prezioso della mia vita spirituale di quese invece non arriver a compiere quello che medito sar uno sfogo che interesser soltanto qualche compagno di cam-
mino
un
libro,
insomma,
il
Al
individtMle
bito C071 la
che
mi
pi chiara franchezza
questo libro
e,
pilo averne
un
altf'o,
pi gerterale,
forse, piii
QUESTA PREFA210NE
nee. ,
IX
come sar facile accorgersene 7i fine, un processo della filosofia, uno sforzo per dimostrare tutta la vanit, la vacuit, V iiutilit e
la ridicolaggine della filosofia.
Ho
voluto,
in-
somma, fare una liquiciazione generale di questo equivoco aborto dello spirito uma7io,
di que-
scienza ne arte,
le cose
ed
e U7i misc?4,glio
due
di azione
il
se?iso
mio
per preparare nuove forme di attivit mentali pi degne di animali che si chia7nano pomposamente i re della creazione. Ma per fare questo processo ho preso la parte
anche oggi nelle scuole e nei giornali e che va dalla fine del XVIII secolo ai primi del XX.
E invece
niere,
salire,
persona dei
se-
minati.
li
E li ho presi a u7io
7iel
a uno per
ho sbattuti
muro con
E NECESSARIO LEGGERE
senza riguardi
senza piet.
Ho
suo io pi
tre
o
tortura
quelle
quattro idee che ciascu?to di loro ha inventate o ha rese celebri e dopo averle mahnenate ho cercato di gettarle via cone inutili carogne.
me
Davanti ognuno di loro mi son sentito cottn nemico insaziabile, come un distruttore
necessario e
mi e parso
dai loro enormi cadaveri e dalle loro fredde ombre avrei camminato ?neglio,
un
macello,
Mi son
musi dei
le-
So
tri,
be?iissijno,
senza che
me
lo ripeta?io
gli
al-
ima maggiore
cautela,
pi
efficace.
QUESTA PREFAZIONE
po' Spavalda e
XI
un
amo
tanto C071 grande mio danno. Cos com' venuto fuori, attraverso di 'pigrizia meditabonda interrotta
tre
anni solo da
qualche serata di lavoro furente, mi se^nbra no7i del tutto indegno di quello che voglio fare
far in seguito. Per qtiesto ini son deciso a farlo stampare e son certo che ad onta dei die
sdegnasi silenzi dei filosofi altolocati e delle smorfie degli studiosi seri, ci sar qualche sconosciuto giovine amico che trover in queste affrettate pagine delle gioie e dei sentieri.
Firenze, 21 settembre 1905.
INDICE
I.
.
pax.
vii
I
Kant
IL.
III
.
-Hegel
45
95
131
183
223
263
la
I.
EMANUELE KANT
Kant
il
un
pi celebre dei
la
che
monumenti
io
Ma
non sono egualmente sicuro eh' egli sia un grande filosofo, e, perfino, ch'egli sia sempre filosofo. Badate che la sua fama stessa . sospetta
:
la reclame tedesca e
l' ignoranza latina ? Leggete, ad esempio, l'apologia stupefacente del Cohen che attribuisce a Kant perfino il me-
Sedan, e pensate, anche, che qualche maligno ha detto che i Francesi leggono Kant unicamente per darsi l'aria
di
gente profonda.... E la sua gloria sospetta da un altro lato eh' inverosimilmente mi:
tica.
Kant non
pi
il
pacifico professore di
KANT
sonaggio di leggenda.
/a Filosofia.
Non
pi
un
:
filosofo,
co-
mune, sceso quasi al proverbio nei romanzi borghesi chi studia filosofia non pu parlar che di Kant. Diciamolo pure diventato un patriarca, un pontefice, un semidio. Se ne parla molto perch pochi lo conoscono un tempio su una montagna, che tutti veggono e nessuno visita. Quando la fama a questo punto non pi sicura pi un'eco che ripete che un amore che sa. Nel caso di Kant le nebbie del linguaggio e l'asprezza delle cime hanno aiutato l'opera. Per giudicarlo, per vederlo in faccia, bisogna varcare le brume, ascendere la montagna e in una pagettare in disparte i panegirici rola bisogna scoprirlo.
:
:
I.
L'
UOMO.
KANT
Per quanto i contrari si attirino ci son troppe montagne fra loro. So bene che corre voce che r homo logis, il filosofo severo, deve essere
obiettivo, spogliarsi di ogni simpatia e antipatia, dimenticare la propria persona e la pro-
una curiosa esperienza So che molti l'han detto e che molti han tentato. Ma guardate ben addentro nelle loro cose e vedrete che non ci son riusciti. La personalit, i sentimenti, la
se fosse possibile.
razza son
l,
nascosti, impliciti,
ma
presenti.
Val meglio confessarli apertamente che nasconderli con promesse di amputazioni immaginarie. Il filosofo oltre che filosofo
uomo, e
l'uomo non si fa mettere alla porta con quella compiacenza che immaginava il buon Taine. Perci io, latino, concesso liberamente che
non amo e che non posso amare Kant. E da altra jjarte bisogna che parli di lui, uomo, per la stessa ragione che me lo rende antipatico, cio che la filosofia non qualcosa d'indipendente dall'uomo tutto intero, ma precisamente l'espressione razionale di ci che l'uomo, come vivente completo, ha di pi profondo.
Cos necessariamente, anche per
il
nstro
KANT
professore di Konigsberg,
Kant
sar forse un
grande
filosofo,
ma
certamente
un borghese
moralista, cio
nell'azione
cio
un uomo d'ordine nella materia e nella forma della sua dottrina. Come per onest intellettuale egli rovescia le prove teologiche
dell'esistenza d' Iddio e della libert, cos per
al-
Egli un borghese, ho detto, cio un uomo mediocre. N il padre sellaio, n la madre pietista, n la piccola citt prussiana possono avergli dato il senso delle grandi cose. Al difuori della morale cristiana e della meccanica di
Newton
egli
non vide
altro
scampo. La
sua vita rneschina, ristretta, povera, la vita di un professore zelante che fa trenta ore di
lezione
l'anno.
la
settimana
filosofia
riceve
1490
talleri
Fuori della
un perfetto
filisteo
che
KANT
beve della birra con dei mercanti ridendo delle storie del giorno, e calcola quante oncie deve mangiare e quanti minuti deve passeggiare. Neppure il suo corpo era bello piccolo e meschino, di aspetto nn po' scimmiesco, non era fatto per la seduzione dei
la sera
:
cuori
per le pose
interessante: per-
da biografica raccomandata
borghesi che rimettevan l'orologio sulle sue passeggiate e a quella del bottone dello scolaro.
Quest'uomo che parla di tutto ha delle lacune straordinarie e che sono altrettante prove del
d'estetica e
suo spirito di piccolo borghese. Parla d'arte e non conosce Shakespeare, non ha
mai
di
visitato
una galleria
di quadri e preferisce
Fa
dei corsi
fuori di
Ko-
nigsberg pi di dieci miglia tiene in gran il sentimento e non vuol aver relazioni per molti anni colle sue sorelle povere. Ma in compenso egli rigidamente morale e
conto
KANT
non c'era un rimorso e nella sua casa non c'era una cosa fuori di posto. Al di fuori delle sue manie di moralit e di regolarit io non saprei trovare in lui di forte che l'orgoglio. Volentieri si paragonava da s a Copernico, aspettando che gli ammiratori lo dicessero nuovo Cristo e nuovo Socrate, e malvolentieri leggeva i libri degli altri e ascoltava le obiezioni ai suoi. Ed anche questo orgoglio spiega un
carattere della sua
dottrina, cio
all'
sposizione dal
divino
umano
all'
uomo
quel
che l'uomo ha dato a Dio un bel gesto e Kant r ha fatto. Sarei quasi per dire eh' la
cosa pi bella della sua vita e della
II.
filosofia.
Il sistema.
Cos' dunque e che vale questa famosa
filo-
sofia kantiana, che ha servito agli storici per dividere in due periodi il pensiero moderno ?
Essa quella che poteva e doveva farla lo strumento che abbiamo visto in iscorcio. Kant un borghese, cio uomo piccolo, mediocre, prudente, poco amante di avventure e
KANT
priori sappiamo dunque eh' egli non ci dar una di quelle belle metafisiche, una di quelle fantasiose e grandiose cosmologie che fecero la gloria dei presocratici e dei cartesiani. un uomo che ha qualcosa da
d'estetica.
salvare e da limitare
e
la
scienza
dallo
mondo
l'
esperienza.
Far dunque necessariamente un'etica e una gnoseologia, e se questa precede l'altra nell'ordine cronologico dei libri siate pur sicuri che la prima la precede, consciamente o no, nell'animo suo. Tutti vivono la vita pratica,
solo pochi quella speculativa e Kant era troppo filantropo per non pensare subito all' interesse
pi vasto.
L'esposizione naturale dunque, e non la storica, della dottrina
morale.
Kant
onesto, stato
pietisti e
Kant
r occidente perch il pietismo ricondusse alla considerazione della vita intima il formalismo prote-
individuale
interna
il
sentimento
moda
Kant
il
sentimentalismo la malattia
della seconda
met del
settecento.
il
infatti parafrasa
consiglio
di
Cri-
sto
Non
non vorresti
che
1'
fatto a te
stesso
e stabilisce
uomo
troppo famoso imperativo categorico. Ma il dovere non basta, ci vuole il potere. Io posso avere, come dice Kant, la buona volont, la
giite
Wzlle,
?
ma
a che
mi serve
il
1'
se
non posso
seguirla
libert. diritto
Ci vuole dunque
potere, cio la
non
consegui-
sia
immortale
e per conseguenza che esista un Essere supremo, dispensatore di beni e di mali, per cui
si giunga al sommo bene. Tutta questa armeria metafisica necessaria per una morale del dovere. Se fosse un' altra, ad es., quella dell'interesse, se ne potrebbe fare a meno, anzi se ne dovrebbe fare a meno, ma Kant vuol stabilire la sua sulla roccia ferma e dura della
KANT
legge morale, indipendente da tutte tivit dei motivi umani.
le
rela-
Ma
ch
appoggi presuppongono un un mondo assoluto, e d'altra parte vorrebbero essere dimostrati. Ed ecco
tutti
mondo
Kant
una
il
trabocchetto
uomo
scienziato e newtoniano.
La sua gnoseologia
Dovr essere una
Critica
mondo
metafsico.
larghezza intellettuale.
La
della Ra-
fino all'ultimo.
Kant
salva la scienza,
cio
il
mondo
del
fenomeno, del determinismo, ma col suo noumeno salva pure il mondo dell'assoluto, della libert, dove Iddio e l'anima potranno dormire i loro sonni tranc^uilli e mettersi sempre a disposizione dei bisogni morali. E come da borghese prudente egli ha salvata la scienza e la metafisica, cos da conciliatore accorto egli riesce a salvare insieme il sensismo degli empiristi e 1' innatismo dei razionalisti colla sua teoria della forma e della
relativo, del
10
KANT
Ma
non
basta. Egli
uomo
meticoloso e
colla minuziosit di
un architetto un cancel-
liere diligente.
Ma
dare
non reggono perch se non e' conoscenza che di fenomeni l'assoluto inafferrabile, imprendibile, inconoscibile. Quello che e' in Kant di galantuomo filosoico lo confessa,
ma
il Kant borghese, cristiano e prussiano che ha bisogno della morale perch la so-
ciet
fenomenale,
qual',
Kant
si
ricorda che ac
un altro repu dimostrare ma si deve crederci. Lo stesso per r immortalit dell' anima e per la libert. Cos Ragion Pratica e Ragion Pura concore'
gno
si
KANT
11
rono alla stessa opera e giungono a conclusioni parallele. Kant ha compiuto quel che doveva compiere. La morale minacciata dal relativismo empirista, la scienza minacciata dallo scetticismo, la metafsica minacciata dalla scienza
aveva bisogno
di
un salvatore. Kant
che aveva bisogno di tutte queste cose alla volta stato il sovrano taumaturgo che ha operato il miracolo ed ha salvato tutto o quasi
tutto senza distrugger niente
Il
la morale e per forza la metafsica e il suo bisogno d' ordine razionale ha salvato la scienza e per conseguenza l' ha limitata e
analizzata.
Questo
Due
for-
me
d' attivit
:
la pratica e
fenomenico e il fonti di conoscenza i sensi e la ragione. Il monumento par regolare e soprattutto par solido. Ma noi ne abbiamo fatto la pianta senza saggiarne le fondamenta. Questo sisteil
:
mondi
teorica.
ma
concilia troppe
cose e fa troppe
distin-
troppo
12
KANT
esser
forte
comodo per
castelli
ricordiamoci che
sono la negazione del confort. E chiaro che nel sistema tre sono le idee basali, i pilastri che reggono tutto 1' impe:
il
fenomeno e
noumeno. Abbattuti questi l'edificio crolla prima brezza, e del gran castello kantiano, rifugio supremo del bene e del vero, non rimangono che dei frammenti di mura e delle torri mozzate. Allora, se Spencer ha ragione, quel giorno, chiss, perfino Kant diverr poetico Per oggi un re troppo
e si sfascia alla
!
III.
La morale
Kant come uomo
di filosofia
civile e
come insegnante
una morale. Come cristiano e come studioso di meccanica egli aveva bisogno che questa morale fosse all' incirca d'accordo col Vangelo e che avesse nello stesso tempo tutti i caratteri rassicuranti della
aveva bisogno
di
guardaroba
filosofico,
KANT
13
pieno di vesti fuori d'uso, di costumi compromettenti e di toghe troppo arcaiche, non gli
offriva nulla di simile e
Kant
fu costretto a
mani
e col
che
le azioni si
compiono
1'
in vista
del pia-
perativa n universale. Infatti chi non prova piacere a far del bene agli altri non obbligato a farlo e siccome tutti seguono il loro interesse naturalmente e questi interessi sono
la
der gicte Wille. Cio.la volont non buona riguardo ai fini particolari ma buona in s in quanto segue un principio interno e razionale. Questo principio, non considerando i fini
particolari degli uomini,
come deriva
io
14
KANT
Sto istante,
mi conviene, ma debbo
fare ci
la
sempre debbon fare secondo legge. Tolto ogni motivo interessato, tolta
che
tutti e
la
della legge,
ecco resa
morale tanto autonoma e tanto scientifica che si pu desiderare. Ed ecco l' imperativo categorico al quale tutto converge Agisci in tal modo che la massima della tua volont possa sempre valere nello stesso tempo come principio d' una legislazione universale. La formula celebre, chiara e ben sonante ma non egualmente profonda. Kant ha voluto fare della morale scientifica e ha fatto della morale sentimentale, e nel momento in
:
cui vuol
comandare appunto
due
ma
fatali della
sua dottrina.
mente
di
un newtoniano
tedesco.
KANT
15
dalla
ragione, che vuol essere al disopra dell'interesse ha proprio per sostrato qualcosa che la
ragione
non pu dare,
ma
fornito dal sentimento e dall' utilit. L'altrui un fatto sentimentale e non razionale, un motivo utilitario e non disinteressato. Noi facciamo il bene agli altri non perch la
ci possa dimostrare la necessit di farlo perch l'abitudine, la paura, la piet ci portano a farlo. Oppure noi facciamo il bene non perch una legge astratta ce lo imponga ma perch proviamo piacere a farlo e perch speriamo di ricevere in cambio altro bene, in
smo
ragione
ma
sentimento spontaneo o un calcolo interessato e non un postulato della ragione e un principio universale.
Kant ha
consacrazione
motivo stesso che lo spinge a razionalizzare qualcosa di non razionale. Egli cos affezionato all'altruismo che fa della ragione per sentimento. Ma la scienza la scorza, la formula il
il
:
ma
16
KANT
il
fenomeno
solo
affet-
non
questo
il
contenuto
smo
ria.
altri
i
perch
tutti
hanno
diritti.
nostri stessi
scientifica
il
Anche
la
preoccupazione
di
Kant
adattarsi
che significa che pu adattarsi a tutti, cio che gli uomini sono eguali. Ora questo principio la ragione non lo d n pu
a
tutti,
il
il
contrario.
Osservando
innumerevoli
e
gli
temperamento, dall'et, dalla razza, dal luogo, dal tempo, dalla cultura. Essa costretta a riconoscere che gli uomini sono simili in quello che hanno di pi basso, di pi comune,
di
meno
personale,
cio
nelle
funzioni ani-
mali.
Ma
quanto
ci vil-
concetti, cio
in
quanto
Ad
esempio tanto un
lano che
17
avere un
tali
bisogno
al
sessuale,
ma
soltanto
son
rispetto
fatto
genesiaco
elementare
Se scendiamo al reale vediamo che, il villano non cerca che l'accoppiamento con una villana mentre messer Francesco va
in generale.
in cerca
di
g^entildonne
oltre
che accop-
Ogni
l'e-
uomo
dunque qualcosa
di diverso, di nuovo,
d'ineffabile, di
assolutamente personale, e
guaglianza
mentale.
umana non
che
una illusione
senti-
intellettualista generata
da un bisogno
Perch ci che la ragione non d n pu il sentimento lo d il sentimento che spinge a semplificare le cose per vederle con minor fatica e che ha bisogno di sentir dei fratelli per paura della solitudine. Rousseau, l'uomo del sentimento, ha dato a Kant, l'uomo
dare,
;
il
postulato dell'egua-
morale che voleva essere la voce astratta della Vermiift si trova ad essere la seconda volta la serva del Geftihl. E non ancora 1' ultima il sentimento entra ancora da un'altra porta, da quella della libert. Kant sa benissimo che nel mondo dei fenomeni il determinismo assoluto, che non si pu far
;
18
KANT
Ma
ha bisogno per fondare solida.mente la sua morale che la volont sia autonoma, sia un fine assoluto, cio sia libera. Nel mondo kantiano la libert esiste ma cacciata nel noumeno e non facile accordare i due mondi sul terreno dell'azione pratica. Infatti Kant non ci riesce e colla sua
trovata dell'anima
come
carattere intelligibile,
il
Essa
infatti sentimentale.
la necessit
senso interno,
che
mostra soprattutto col rimorso, sono le ragioni sentimentali per cui, a dispetto della
si
Kant introduce
biz-
zarramente la libert trascendentale nel determinismo naturale e costante. Cos questa morale kantiana che aveva l'aria di librarsi al di sopra di tutte le contin-
KANT
19
genze del sentimento per attingere i picchi immutabili della ragione tutta impregnata, materiata e riempita di fatti sentimentali. Per
colmo
siderio di
farne
d'ori-
gine affettiva.
Non per
ch'egli
nulla
Kant
e
ha
il
culto
il
fanatismo
colti,
della ra-
gione. In quel
tempo
la
ragione la divinit
e
pi adorata
negli
ambienti
Vamore
e la confidenza in essa
non hanno
limiti. C'
non solo
dirittura
il
la
fisica e della
amore ha vomorale una scienza. Ma questo movimento affettivo 1' ha portato all' ultima illusione, a quella che i principii astratti posrente
e per istinto, per
luto fare della
comune
secondo
il
quale
mondo. Pregiudizio setteKant nonch reagire ha obbedito pi degli altri. Egli ha dimenticato che se la vita di un sedentario filosofo pu
saggi guidano
il
centesco al quale
il
20
KANT
avere un' apparenza di regolarit e di razionalit, gli uomini non agiscono e non possono agire che in forza del sentimento. Gli istinti
profondi della
vita
non
si
lasciano
menare
da dieci formule, ma piuttosto son capaci di crearne cento per giustificarsi. Un imperativo razionale riguarda alla condotta umana un
non senso:
O l'imperativo
comanda
di fare ci
turalmente e allora perfettamente inutile oppure, come nel caso di Kant, contrario
agli
istinti
umani, e
pu esser detto, ripetuto, ma non seguito n agito. Kant dunque fallito completamente nell'affare che gli premeva di pi. Voleva fare una morale scientifica e ne ha fatta una sentimentale; voleva farla universale e non s' accorto che 1' ineguaglianza umana la rende
sterile, illusorio,
insegnato, commentato
inconcepibile
fatta schiava
voleva farla indipendente e l'ha la voleva dominatrice ed ha finito col renderla ingenua. Si direbbe quasi che la morale porti sfortuna a
;
dell' istinto
tutti,
anche
ai moralisti.
sol
KANT
tanto un moralista
anzi,
21
ma
anche un gnoseologo,
per alcuni, sopratutto un gnoseologo. Vediamo dunque se gli si posson render gli onori
delle armi attraverso
ai
laberinti
ideologici
Ragion pura.
IV.
\J A PRIORI.
in gnoseologia Kant comincia col disdegnoso nessuna delle teorie in presenza verso la met del sec. XVIII sulla natura della conoscenza serve abbastanza ai
Anche
il
fare
suoi scopi.
l'empirismo inglese n
il
car-
tesianismo
torto,
secondo
e
lui,
di condurre
allo
scettici,
smo
i
non
e'
cosa
che spaventi di pi un
il
prudente
Egli ha
filisteo
che
sentirsi
mancare
sotto
una certa stima per quel buon gensi chiama David Hume,
perch
desto
sonno dogmatico, ma appena combatter contro di lui. La morale sta troppo a cuore al cittadino di
svegliato
si
dal
affretta a
22
KANT
per essa bisogna che la scienza il mondo sia vero, che la coPerci
egli si ripro-
Konigsberg
sia certa,
che
pone il problema che da Campanella e da Locke era divenuto il rompicapo favorito dei filosofi cio Com' che si conosce ? Che valore ha il nostro conoscere ? Kant, dopo aver
:
per circa venti anni, pubblic per la fiera di Lipsia del 1781 un libro impresso a Riga da Giov. Fed. Hartknoch, che portava il titolo
un po'
Ragion pura,
giuoco di
e che risolveva
prestigio
il
con un
elegante
tormentato problema.
Che cosa
aveva immaginato di bello il nostro filosofo ? Qualcosa di molto semplice e di molto comodo una conciliazione e un rovesciamento. Hume diceva tutte le conoscenze vengon dai sensi. Cartesio invece aveva sostenuto la vera conoscenza data dalla ragione. E tutti pensavano da tanti secoli La mente deve adattarsi alle cose. Arriva Kant, cambia scena e annunzia la gran novella la conoscenza vien data insieme
: : : :
cose che
adattano al pensiero.
KANT
Tutto ci era molto
bro,
utile,
23
dopo qualche anno, fu capito. Ma disgrazia vuole che non tutto ci ch' comodo e nuovo sia egualmente concepibile e coerente e tale
il caso deir priori Kantiano. ragionamento di Kant, quando sia liberato da tutti gli inutili pruneti della sua terminologia, molto semplice. I sensi soli non posson dar conoscenza perch non ci danno la necessit e l'universalit che pure le scienze fisiche e matema,tiche posseggono e d'altra parte neppure i concetti della ragione ci possono insegnar nulla poich non sono che forme vuote, prive di significato. Perci per ottenere la conoscenza reale necessaria la cooperazione di ambedue gli elementi. C' dunque una materia della conoscenza che vien fornita dai sensi e una forina che vien fornita dalla ragione. U priori, che nello spirito
precisamente
Il
rienza
mezzo dei
giu-
rende possibile
la scienza.
Dunque
nella
mente
fino all'altra.
24
KANT
U priori
salva tatto
scaccia
il
fantasma
almeno per coloro che non si appagano dei Jlatus vocis. Cerchiamo dmique d' intendere cosa pu essere questo a priori. Si esclude
subito che sia qualcosa di
simile
alle
idee
formale.
Bisogna pure
ch lo spirito non concepibile che come complesso di idee e queste, per esser formate, hanno bisogno della cooperazione del dato
esterno.
Non
ci
rimane dunque
che
ad am-
mettere che si tratti di una occulta potenzialit soggettiva che appare ed opera proprio
nel preciso
i
istante in cui
sensi forniscono
E
e
la
non
neppure
sicura.
mare Va priori senza provarlo. Egli descrive com' che Va priori concorre alla conoscenza ma non s' mai occupato di rivelarci di propo-
KANT
sito
25
come
il
disturbo.
Ma
Kant
la
ancora
di
Knigsberg
prendermi
il
il
:
gusto
di fargli
qualche
domanda
insidiosa
Voi
rispetto di cui
son capace, che la conoscenza deriva da due fattori, la materia eia forma, i sensi e Va priori.
Ma
voi riconoscete che questi due elementi sono indissolubili, che tutti e due concorrono necessariamente e nello stesso tempo a darci
il
Ema-
nuele
potuto
Kant,
uomo
?
di
scoprire e
concepire
questi elementi
semplicit, le
sensibile
:
per
uno di maggiore
dell' intuizione
il
tempo
in
sono cio inseparabili nel nostro spirito in ogni fatto di conoscenza. Come va allora che voi, Kant, le abbiate potute
concepire
separate
staccate
Come
26"
KANT
potuto
parlare
se
avete
uiiita^
come forma
sempre e in ogni luogo, alla materia ? Come mai se lo spazio e il tempo sono delle muraglie sempre presenti e invarcabili voi
trovato
il
avete
sero
modo
di
uscirne e di
rac-
perpetua ? Se Va priori una prigione con quale magica chiave ne siete uscito ? Se la conoscenza una sintesi continua e non che sintesi come avete potuto disciorglierla? Se non avete che dei fenomeni, cio dei prodotti, come avete potuto isolare i produttori? Se la vostra teoria vera inconcepibile
e
s'
concepibile falsa. Se
noi possiamo
si pu pensare senza la madiciamo che 1' a priori adatta e modifica le cose esterne significa che noi conosciamo le cose come sono avanti di esser modificate, altrimenti non potremmo dire che vengon cambiate, e allora conosciamo senza a priori. O noi non ne possiamo fare a meno e
affermate e che
teria, e se
allora
s
non possiamo
dire se le cose
vengono
o no adattate da
lui,
KANT
27
nosciamo e allora Va priori non pi necessario e universale e prende tutte le apparenze di una formazione a posteriori. Infatti r a priori kantiano non esclude r ipotesi di una origine empirica. Kant, venuto avanti 1' evoluzione, non ha voluto fare della psicogenesi e neppure della psicologia. Egli ha preso la mente del tedesco adulto e pensante eh' stato a scuola di Wolff e crede alla ragione e cerca di scoprire il meccanismo di quel fatto che si chiama conoscenza. Egli non si chiede: cos' questo a priori? come viene ? ma lo d come fatto d' esperienza, del quale egli si occupa di determinare l'opera senza dimostrarne l'esistenza. Se l'avesse fatto egli si sarebbe trovato in un curioso imbarazzo. gli avrei Com', caro professore Kant,
chiesto
tigli
di
Knigsberg
Non
Ma
28
KANT
negato
titoli di
1'
possiamo conseguenza che slam giunti a conoscere ci che d 1' universale e il necessario per mezzo di ci che non n universale n necessario E il buon Kant, se fosse stato uomo di spirito m'avrebbe risposto: Caro e diligente discepolo, non andate per carit a rintracciare la genealogia di un concetto cos conecessit e
universalit. Cos noi
dedurne
la piacevole
modo come
questo.
Re
di Prussia trova
U -priori non
dimostrabile,
non
1'
con-
ma
trovatemi,
aria di
pericoloso scetticismo
dei sensisti
come
il
razionalisti.
KANT
29
infatti
un articolo
che una teoria critica, e il devoto kantiano dovrebbe aggiungerlo alle cose che bisogna credere senza poterle dimostrare.
l'ho gi
accennata
come
si
possono
ef-
siamo avere che composti inscindibili ? L'altra, non meno grave, si riconnette alla questione del noumeno. Se il tempo e lo spazio, ad esempio, sono forme del me, del soggetto, si afferma che non esistono nel non-me,
nell'oggetto.
Ma
modo che
pratica, ci
ria,
che afferma
stata
luto.
La
terza
messa
il
da
sua
risposta al Mansel,
figliastro
nipote
di
Kant
attraverso
Ha-
pu determinare nella conoscenza qual' la parte eh' dovuta al soggetto e quella dovuta alle cose, lo
si
milton. Affermare
che
30
KANT
attributi apparten-
gono
che
tiani
al
primo e
kan-
una giusta posizione meccanica, inferiore perfino alla combinazione chimica, dove assurdo chiedere la parte di un acido e di un alcali nella formazione di un sale neutro (i).
Ed
curioso notare
come
tutte queste
in-
deVa priori derivino da un solo ed unico equivoco primordiale. Egli ha imposto Ya priori perch lo credeva indispensabile e lo credeva tale perch non
aveva saputo analizzare abbastanza profondamente le condizioni del pensiero scientifico. Egli ha creduto cio che la scienza avesse bisogno della necessit e dell' universalit e che l'esperienza non potesse dare n 1' una n l'altra. Doppio equivoco che gli ha fatto invocare l'aiuto di un alleato pericoloso e che r ha condotto alla disfatta piuttosto che
(i)
Stuart Mill.
An
ton, Philosophy.
(4'*
London, Longmans,
1872,
ediz.)
pp. 33-34.
KANT
alla vittoria.
31
U priori
il
salvatore stato
suo traditore.
era uno spirito sottile. Io
Si dice che
Kant
uno
spirito clas-
che par lo stesso. Ma creare una terminologia abbondante e complicata non significa vedere a fondo le cose. E infatti egli comincia la sua critica con una analisi insufficiente
siero scientifico.
L'esperienza, afferma
egli
(i),
e'
insegna
che
le
ma non
In primo luogo,
cessaria, e
dunque, ogni proposizione che non possa esser concepita che come ne-
un giudizio a priori. Se
inoltre
per s stessa un valore necessario allora assolutamente a priori. In secondo luogo l'esperienza non d
soltanto, per
ralit
i
suoi giudizi
come
essen-
mezzo
e
dell' induzione,
il
supposta
comparativa,
s'
fica soltanto
trovata ecce-
(i)
Vernunft. Introduzione.
II, 6.
32
KANT
cio in
eccezione sia
possibile
non deriva
dall'esperienza,
ma
as-
solutamente valido
empirica non dunque che un'estensione arbitraria di valore che conclude da un valore
dato nella maggioranza dei
casi, a
un valore
in
;
per
tutti
casi,
:
come, ad esempio,
i
questa
al con-
proposizione
trario, nel
tutti
1'
universa-
son dunque
uniti
caratteri certi di
una conoscenza a
sono strettamente
dizi
cita,
priori, e
questi caratteri
fra loro.
E come
giu-
esistenza di questi
com' naturale, i principii matematici. Qual', dunque, riguardo alla necessit, l'attitudine del suo pensiero ? Questa e non altra io posso pensare il diverso e l'opposto di un fatto d'esperienza, mentre non posso farlo di un principio matematico. Prendiamo dunque un
:
KANT
caso particolare
plice
:
33
il
sole. Il
sole,
come sema
dato
sensoriale, anteriore
ogni de-
un
di-
una data temperatura e compie certi movimenti. Si pu immaginare l'opposto e il diverso ? Certamente noi possiamo pensare un disco pi grande o pi piccolo, oun pentagono in luogo di un disco, di un colore verde in luogo di giallo, con degli effetti frigorifici piuttosto che calorifici. Tutto ci perfettamente pensabile e immaginabile. Soltanto, mio caro Kant, bisogna riflettere che tutte queste nuove immagini sono le trasformazioni del dato primitivo, non sono il cambiamento in opposto o diverso del fatto sperimentale che dopo chiameremo e definiremo sole. Il disco luminoso e ardente che noi avevamo non viene n cambiato n distrutto soltanto acquista un compagno. Tutta la no: :
stra operazione
consistita
al
nell'aggiungere
fenomeno imme-
fenomeno non immediato, ma immaginato e costruito evocando antichi fenomeni immediati. Cio non si pu dire che il fenomeno si possa pensare opposto e diverso
"
34
KANT
ma che se ne
ncessarw.
metamorfosi, derivano,
dati reali,
pure necessari e incangiabili. Quando io penso il pentagono verde e freddo io non dimostro la indeterminatezza del primo ma
Ma
per
il
non
si
per dar luogo al secondo o che il secondo poteva benissimo mostrarsi invece del primo. Il primo , e ormai nessuno pu togliergli il
fatto della
sua esistenza,
caratteri del
:
suo
tutte le s che non sia stato immaginazioni che gli si porranno accanto non potranno togliergli il suo carattere di
aspetto e far
Ma
co-
il
contrario di un prin-
il
pi lungo cam-
meno
di tre angoli
35
Certamente,
ma
Per
la ragione molto semplice che le matematiche poggiano su definizioni, cio su convenzioni di linguaggio, e che per definizione si chiama appunto retta quella linea eh' il pi breve
due punti e triangolo quella fiDate certe definizioni un ente geometrico cessa d'esser retto o triangolo quando si affermi il contrario di ci che tali parole appunto significano. E un'assurdit di vocabolario e non di pensiero.
fra
cammino
gura che ha
Ma
se voi
d'
togliete
le
definizioni niente
vi
immaginare una linea che non sia impedir il pi breve cammino, e una. figura che abbia
quattro angoli e quattro
lati,
soltanto allora
per indicare questi nuovi enti dovremo mutar le parole e chiameremo curva la prima e quadrata la seconda e dovremo concludere che
la tanto vantata necessit
matematica
data
Perch se voi trasportate la definizione campo della pura esperienza e definite chiaramente il sole come un disco luminoso e caldo non potrete dire di poter immaginare qualcosa di diverso dal sole perch il sole sole in quanto possiede appunto quei
nel
36
KANT
dati caratteri e
mutando
ci che volete
ma non
sar pi
sole.
Se per necessario intendiamo dunque ci pu avvenire altrimenti ogni dato dell'esperienza ha il carattere di necessit per il fatto solo eh' accaduto e che noi possiamo
che non
immag'inare
il
contrario solo
che non pu distruggere il dato presente e immediato ne provare la sua possibilit in luogo di questo ultimo. Se per necessario intendiamo invece ci di cui non si pu affermare il contrario senza assurdit
abbiamo
misteriosa
ma
municazione
scientifica
che hanno
se
fissato
il
vocabolario e le definizioni in
poter affermare di un
modo da non
non
ci eh'
nome
La conoscenza umana
s stessa in
dunque necessaria
quanto esperienza, ed di per necessaria per convenzione in quanto elaborazione dello spirito. Passiamo all'altra questione la scienza d
:
l'assoluta
universalit?
Non
pare.
noi
in-
fatti
d'esperienza.
KANT
cio
fatti
37
un principio che
si
osservati o sperimentati e
non
fatti esi-
ma non
tutti
diamo che
sciuti
la scienza,
ma
supposti simili
principio trovato
e s'accontenta cos di
presuntiva.
Ma
il
ricavato dall'esperienza e si
cos:
b e
s'
e,
b, e,
e d, se
d.
sar anche
avremo Le leggi
dunque
di
a contenuto
ma
e ci,
come abbiamo
Tutti
corpi sono
dein
modo che un
sto carattere
ente
que-
chiamarsi corpo.
38
KANT
invocare
in
pure
litici
di-
ana-
perch
sintetici
e'
son
tali
solo provvialtri
soriamente
renza.
dagli
uni
agli
un
diffe-
in tutti e due casi Kant ha visto ha negato ci che esisteva, ha scoperto quel che non c'era, ha dato alVa priori quel eh' del linguaggio. Egli non poteva
male
cominciare in
tica.
modo meno
mettere
critico
la.
sua Crile
Volendo
in
chiaro
cose
finito
da
tanti
il
legami
s'
trascinato
dietro allegramente
pi antico pleonasmo,
mai
il
fatto strage
s,
il
in
vero,
cosa in
nou-
KANT
39
V.
Il
noumeno.
visto
Noi abbiamo
sia
gi
cosa
il
noumeno
ove
per Kant
l'albergo
i
misterioso
della
ha
fatto
sica.
utili
nascondere
fuggiaschi
metafi-
Poich questi potevano ancora essere occorreva che avessero un domicilio qualunque nella citt del pensiero e che questo domicilio fosse
sicuro contro
ogni indi-
mondo
della
solutamente assoluto, chiede un nome al vecchio Piatone e dietro 1' immobile paravento
del
fenomeno pone
e
1'
inaccessibile,
1'
incom-
prensibile
compiacente
noumeno.
Ma
il
colpo
perta.
non
soverchia finezza
dell'aria che
il
noumeno
come l'azzurro
scompare quando ci si avvicina. va per definirlo, per analizzarlo, per afferrarlo sparisce com.e un demonio di leggenda, lasciando un suono invece di fumo. Il dilemma ben chiaro o noi parliamo
Quando
si
di
noumeno
da quel
40
KANT
meno
se
e allora
ne pu
sia,
e non neppure
per affermarlo.
Ma
l dei
di questo
noumeno
il
Kant
ci
parla in
fenomeni, ed causa
di questi e po-
Ma
se esiste gli
ria di realt
categorie
si
si pu applicare la categomentre egli stesso afferma che le possono applicare solo ai fenomeni
ma
ma
se
Kant
sa dov'
lui
penetrato fino a
lo
come causa
egli
conosce come attivit formatrice, e fa scavalcare al principio di causalit quel campo della conoscenza fenomenica da cui tratto e in
pu applicare se lo suppone come contenuto di pensiero, per quanto superiore, egli lo pensa come suscetcui solo si applica e si
tibile di entrare in relazione,
noscenza relazione, e
gli fa
perdere
il
pi
KANT
41
chiama inconoscibile, entra a sua voglia nell'impenetrabile, ed ha libero accesso nell'inaccessibile. Ma il sublime prestigiatore non fa che compiere un suicidio dal momento che il noumeno un oggetto del pensiero e in vari modi e da vari lati non pi noumeno e
:
bisogna sbattezzarlo o cacciarlo. O entra a far parte dei fenomeni e questo sarebbe il colmo della contraddizione, o vien mandato fuori e allora una parola inutile, una comparsa che non comparisce mai. O il noumeno prende sul serio la sua parte e si tiene veramente nascosto a ogni sguardo umano e allora una di quelle parole superflue che
hanno corso in filosofia, alle quali nulla corrisponde e nulla pu corrispondere, e per le quali occorre non una confutazione^ che sarebbe contraddittoria, ma una affermazione
d'inconcepibilit
farci
veste e
suo alloggio e
il
le
dimissioni da
noumeno
non
che
un
vale
il
Kant
il
noumeno
42
KANT
un puro concetto limite, che determina fin dove pu giungere la sensibilit ed ha cos un valore solo negativo. Un limite presuppone un di qua e un d l l'infinito per definizione non ha limite. Ora se il di qua esiste ed il fenomeno^ il di l esiste ed il noumeno. Il Kant ne afferma dunque impli
:
citamente Y esistenza, cio la conoscibilit, e basta questo per mantenere il dilemma e metterlo in contraddizione.
quando
si
ostinasse
negativo
pu rispondere che il negativo non ha nessun valore quando si riferisce ad affermazioni universali e che perci rientra nella numerosa compagnia delle espressioni che non hanno senso. Quando mi si dice non-rosso io posso intendere un' altro colore,
il
il
verde, l'azzurro o
violetto,
ma quando
che tutto sia pensiero, si dice non-psiche egli risponde tranquillamente di non capir nulla.
sol-
fenomeni e nient' altro che fenomeni, perci quando egli parla di 7ion-/enomemo, di noumeno, nessuno lo comprende o pu comprenderlo.
Il
Kantismo
KANT
sue vedute
43
pi fondamentali, a un semplice
apparato verbale, che fa credere a un pensiero profondo come lo spauracchio di cenci fa crepasseri a un villano minacciante. i Se Amleto tornasse al mondo e riandasse a quella universit di Wittenberg ove bevve
dere
filosofia,
potrebbe ripe:
Wordsl
Words l Words
L' albergo
che il pietoso e morale Kant aveva preparato a Dio, allo Spirito immortale,
alla Libert e
ad
altri nobili
personaggi
s'
doveva
far
non
gli
resta
neppure
la consolazione
appuntato
le sue
tutti
cure.
Anche
rovina, e
suoi
sostegni
caduti. Il massiccio
lungo
44
Studio,
KANT
dunque crollato al primo avvicinarsi. Kant ha fatto un sistema da piccolo borghese e il filisteismo ha ucciso la grande filosofia. Egli ha regolato, ha ordinato, ha classificato, ha voluto circondarsi di palizzate, ha voluto separare i compagni nemici ed ha concluso col fare della filosofia niente pi di una
guida.
Ma
non
gli
bastata a salvarsi
morali, imbarazzato
perstiti,
s'
ove tanti
filosofi
hanno trovata
guida che
nito di
s'
morte
Kant
stato
Sulla sua
tomba perduta
IL
HEGEL
a Cristo, ad Ales-
veramente nella sua vita un messia, un poeta, un conquistatore. Per non pochi anni egli stato creduto un Dio, stato circondato di discepoli intenti, ha vista sottomessa ai suoi piedi la Germania spirituale. Ma nessuno ha pensato a paragonarlo piuttosto al mago Merlino, col quale egli ha pure tante e cos profonde affinit. Non vi pare che la sua potrebbe chiamarsi una filosofia da negromante o una dottrina da incantatore ?
Ad
lo-
mancano neppure
circoli e
i
le for-
triangoli caba-
La sua
mente a
un' alchimia e la
ricerca
dell'
Idea
48
HEGEL
ricorda in qualche
assoluta
momento
quella
Parlando
fa-
compiere
lo strano portento
tempo
ed a serbarsi
alla
fino
ad ora dei
Se intorno dopo
odono riecheggiare
come
quel
I.
L'uomo.
Hegel non
mini
:
un uomo
ma
come
sofo romantico.
dell'unit,
Non
come Kant,
l'
uomo
Yhomo
sinpiex,
ma
invece l'uomo
HEGEL
49
plex. In
Kant
e'
che un borghese, in Hegel e' un borghese ma e' anche un ronT^ntico. Tutta la sua vita una battaglia o una conciliazione tra il suo io di buon pa.dre di famiglia e il suo io di ro-
mantico immaginoso. Questa duplicit era nella razza da cui usciva: Hegel, nato a Stoccarda, un Tedesco del Sud, uno Svevo e i tedeschi ci rappresentano gli
svevi
e
come nature
parte
li
semplici, timide,
pesanti
d' altra
profonde e atte
alla poesia
corti e pi avidi,
gli
fatti
per
la
il
diplomazia e
pensiero. He-
affari piuttosto
il
che per
gel, ci assicura
suo biografo
il
Haym,
inabile
im-
personava
nello stesso
assai
bene
tipo svevo
ed era
al-
tempo
lento, timido,
la vita pratica
ed Inclinato d'altra parte alla grande vita del pensiero e dell' immaginazione.
L'Hegel borghese non era davvero n grande n simpatico ma contribu all'hegelianismo quanto il suo compagno di corpo. Gli amici della giovinezza ce lo rappresentano come
50
HEGEL
po' ghiotto,
un buon diavolo, un
un po' senpoco precoce, lento, tardo e inoffensivo come un ruminante, pigro, ingenuo e non troppo inclinato alla
suale, bevitore di birra, scolaro
filosofia.
Aveva
fin
d'
allora
delle
abitudini
senili
sava
alla
morale.
lo
si
Va
nella Svizzera
e
sulle
le
Alpi non
l'Oberland
colpiscono,
cime
del-
occupa pi della fabbricazione e delle montail direttore gne. Pi tardi fa di un ginnasio, r insegnante, il maestro che sar tutta la vita, ed severo e scrupoloso nella disciplina. Buon sposo e buon padre scrive., quand' fuori di casa, tutti i giorni alla moglie e manda lettere minuziose, notarili, dove segna tutto ci che ha fatto e tutto ci che ha visto. Non eloquente e scrive in modo orribile tanto che per molti anni ha pochi uditori e pochi lettori. Opportunista sempre fa prima l'adulatore di Napoleone e poi fa l'apologia della Prussia vittoriosa dell'Impero; da giovine, nel 1805, espone ai suoi scolari un franco panteismo
dei formaggi che dei laghi
ma
modi
di nascon-
derlo o d'attenuarlo per non crearsi degli imbarazzi colla religione ufficiale e col governo
HEGEL
51
presentavano omaggi e gli coniarono una medapoesie i discepoli glia gli ammiratori facevano feste ove i principi della sua dottrina venivano esposti come
natalizi gli studenti gli
;
;
nel 183
1,
l'anno
Re
di
screto della
mancava per farne un diconsigliere aulico o un sicuro ministro Corona. Egli doveva avere, in s, nesia dive-
nuto cos gradito al mondo ufficiale soltanto colle sue idee favorevoli alla monarchia despotica.
Non per
gato
una gazzetta
ufficiosa.
Egli raccoglieva
chivista di
:
la sua cultura
come
l'ari
do-
cumenti a forza di ritagli, di estratti, di schede che accomodava in bell'ordine alfabetico fin da giovinetto.
Era borghese perfino nell'amore per l'abbondanza delle cose nei suoi libri mette di tutto,
;
52
HEGEL
come un parvenu
tempo
suoi tesori.
che eran di moda a Vienna e a Parigi. Ci che lo salva l'Hegel secondo, l'Hegel del romanticismo e del pensiero il quale, verso trent'anni, quando sta per formare il suo sistema, entra in comunione pi profonda col mondo spirituale germanico. La morte del padre (1799) dal quale eredit 3154 gulden, g-li aveva data un po' di indipendenza e nel gennaio del 1801 Hegel si
stabilisce a Jena, ch'era allora
il
centro inteli
lettuale della
Germania, dov'erano
romantici
della
Fu l
che scrisse il suo parallelo tra Fichte e Schelling, la sua memoria sull'orbita dei pianeti, che cominci le sue lezioni come docente pri_
vato, che inizi con Schelling
tico di Filosofa e dette
il
Giornale Cri-
addosso con violenza a Kant, a Krug, a Reinhold, a Jacob, a Solger, ad Hamann, a Grres. E in questo tempo^ che va dal 1801 al 1806, ch'egli forma le sue prime idee personali, che ela,bora il suo si-
HEGEL
53
sua scoperta nella Fejiomenologia dello SpiOra egli fa tutto questo in una citt ro-
eh'
per lo
meno
non c' da che abbia rispecchiato il suo tempo. L'orgoglio di se stesso e dell' umanit a cui apparteneva; l'ammirazione per i grandi in-
dividui, per gli eroi volontari, per Richelieu, per Napoleone anima del mondo , per l'energico Federico di Wurtenberg, il suo en-
il
suo
suoi
umore
tore,
il
critico e battagliero,
viaggi,
arte
son
tanti
caratteri
coi romantici di
fatti a
Germania
e di fuori.
in-
Hlderlin e Sinclair, egli prendeva delle attitudini alla Chateaubriand, faceva dei versi
melanconici e desolati, e pi tardi
che and a trovarlo,
lo
il
Cousin
triste
na
immobile e
54
HEGEL
o un Fausto di un dram-
come un Manfredo
ma
filosofico e
romantico.
Ora da un romantico foderato di borghese non poteva uscire che una filosofa contraddittoria, agitata, preoccupata e la grande preoccupazione di un impiegato che si senta trascinato nel romanticismo quella di vo-
avanti tutto,
un La sua
una
L'ANTIROMANTICISMO DI UN ROMANTICO
Io so tutto quello che c' di artificiale, di
appunto per questo l'adopro. Quando si tratti di grandi fenomeni, di movimenti vasti non c' niente di pi preciso di una parola indeterminata. Usandone una ben defimanticismo.
nita si esclude tutta la complessit e la variet
Ma
volerli determisfigurarli.
HEGEL
55
Romanticismo, nella sua amplissima zona dopo tutto qualcosa di cui sentiamo l'unit pi che non ben reale, di possiamo dimostrarla. E un insieme di stati d'anima che son vicini per quanto diano oridi significato, esprime
che
si
vuol
liberare
letterariamente
limiti
produce
stotile,
i
la battaglia
precetti
di Boileau,
delle
in-
generi e
la poesia
indefinita e infi-
l'io
che
si
dioevo
meno
sfruttati del
me-
l'io
volgare e immediata
berarsi
1'
io
che vuol
patrie
li-
dai
alle
confini
fonti
delle
piccole
all'
si
volge
rata
tutto,
lontane,
estetiche
stra-
io
tutto
il
in
il
cielo e e
il
inferno,
il
pianto e
riso,
il
le
feste
sangue, produce
il
l'accozzo,
dra,mma roman-
56
HEGEL
il
s Stesso, farsi
delle ammirazioni,
si canta, si
descrive,
si
notomizza,
sommo
romantica eh' il lirismo. E poich l'io trova ostacoli da ogni parte, nemici per' ogni dove, e le guardie del corpo
dell'arte
cola e angusta lo circonda e lo preme, e il genio non abbastanza potente per dar vita duratura al gran sogno cos il romantico
lo spirito di ribellione
il
contrasto fra
io
culativa ed
mento
e di rinnovamento,
dittorio
permanente e necessario.
tuttoci
appare, pi o
meno
velato, nell'hegelianismo.
Orgoglioso, individualista,
filosofia
vismo pi profondo di quello di Fichte, mettendo non l'io astratto, ma ci che e' di pi
HEGEL
interno, di pi profondo, cio l'idea,
il
57
pennou-
siero in atto,
come radice
del mondo.
Il
meno
ling
eran
contatto in-
Dell'uomo egli fa una manifestazione divina, fa un Dio o un creatore di Dei. Dell'umanit egli fa
del suo sistema
;
il
centro e
il
tabernacolo
il
di s stesso fa
punto pi
Facendo l'epopea
Anch'egli
idea egli
canta
stesso.
poi in s,
finire
coli'
per
spirito
assoluto e
apoteosi
dell'
idealismo assoluto,
vece di esaltare
cavallo
la sua metafisica.
erano
per
Hegel sono
le
scoperte dialettiche e le
soggettivi,
idee universali:
ambedue
ambedue
cantano
Il
proprie conquiste.
58
HEGEL
Stato ribelle a suo tempo, da giovine. Ma non lo pi dopo il borghese entra in iscena. Hegel tormentato dal bisogno della verit, della certezza, della stabilit si vede circon: ;
dall' incertezza.
insieme un romantico pessimista che si addolora non de' mali del mondo ma d quelli del pensiero ed un precettore maturo e prudente che vuole uscire dalla confusione e dalla guerra, che desidera una filosofia definitiva, assoluta, che contenga tutto, spieghi tutto, e sia certa e completa. Ma per far questo, per far diventare la filosofia assoluta e universale non c'era che da metterci dentro anche 1' errore, e da trasfor-
mare
il
mondo
1'
in
qualcosa di sicuro .e di
prossimo. Cos
della verit
errore diviene un
momento
Ma
col
per conciliare
colo
:
vero e
il
falso c'
la
un
osta-
la contraddizione.
Hegel
salta
ben
D'altra parte
Hegel
si
ricorda del
buon razionalismo wolfiano e sa che la ragione essendo uno strumento nostro, essendo cosa interna, chiara e rigorosa, quello che ci vuole
HEGEL
59
Non
siero,
c'
il
che da trasformare
1'
Essere in Pene
reale in
potremo
mondo ogni
nostra voglia.
Per uscire dal turbino romantico bisognava far qualcosa di definitivo, cio che non trascurasse niente e fosse maneggevole. Ora il divenire ci fa entrare perfin l'errore e la razionalit
le
e s'
mostrato
Romanticismo che
il
sostituisce alle
calme
del
tragedie classiche
tumultuoso
dramma
zcnd
tempo
di Elisabetta e dello
SHirm
Drang,
che ride delle immobili pose accademiche e popola le sue tele di uomini che s'agitano,
di cavalli che corrono, la dottrina del movimento contrapposta alla tradizione della calma ellenica. Enhvickelzmg hegeliano, questo m.oto eterno che anima le cose e le sospinge
dall'
dallo spirito
60
HEGEL
un
istinto ro-
mantico.
Ed
contrasto
che ho
1'
gi
e
il
notato
tra
il
mondo,
tra
uomo
fato, tra
l' io ed genio e
il
le
leggi, e romantica ancor pi esteriormente perch corrisponde a quel miscuglio di generi letterari, a quella mistura di tragedia e di farsa, di lirica e d' epopea, che forma una
dramma
romantico.
Come
e lirica,
davano
1'
moto
dialettico,
il
una superiore unit metafisica. Infatti Hegel ha avuto un solo successore egualmente grande e famoso il consacratore del dramma romantico, Victor Hugo. Anche Hegel, come
siero in
:
il il
lirica,
l'epica e
dramma, ma
1'
ha
La
ha
i
dell'
HEGEL
61
paiono dei qui pr quo, degli intrighi da commedia dell'arte, e la lirica appare in ultimo, neir esaltazione della sua opera, della sua
scoperta, del suo pensiero.
Cos
mo-
da ogni parte. Lo scoprirli strano, diviene un giuoco. I suoi libri non sono forse
si
affollano
poemi
dove l'Assoluto, r eroe invisibile, appare e scompare, viene ucciso e risorge, come un cavaliere fatato o un mago oltrepossente ? La sua filosofia non ha forse degli aspetti medioevali, non prevalentemente logica come la scolastica, unitaria
cavallereschi
dello
spirito,
come
il
cattolicismo, assolutista
libri
come
il
feuda-
lismo? I suoi
a delle cattedrali gotiche, profonde, buie, alte, complicate, piuttosto che a templi pagani, semplici e aperti al sole
?
La sua
stotelica
immobile
ristretta parallela
pure immobile e ristretta. Come combatterono contro le famose unit drammatiche, cos Hegel contro le caaristotelica,
i
romantici
tegorie
fisse,
come
quelli fecero
il
dramma
62
HEGEL
dramma
e di
dell'assoluto, e al di l di Aristotile
Kant risal a Eraclito e a Platone. In lui abbiamo l'uso dei simboli, cos caro ai romantici, abbiamo il gusto dell' infinito,
mescolanza di tutte le civilt, di tutte le filosofie, r abbondanza delle apparenze, 1' uso delle immagini. Poich Hegel per (guanto gridi contro Schelling per aver introdotto nella filosofia il frasario poetico, qualche volta poeta e fa uso di immagini. Arriva anzi all' esagerazione enfatica come quando per indicare l'arrivo sula
premo
cio
la
secentista
Entrambi
calvario
e
ci
storia
concezionale,
dello
formano
spirito
il
ri-
cordo
il
assoluto,
la realt,
verit
certezza del
suo trono,
soli-
sarebbe l'inanimato
solo
dalla
coppa
di
questo
regno
1'
egli
infinit.
Ma
he-
lati
an-
uno sforzo per togliersi dal romanticismo. L' Hegel un pessimista del pensiero nei primi tempi ma vuol
visto,
come abbiamo
HEGEL
arrivare all'ottimismo universale.
63
Hegel
fa
il
rivoluzionario e
il
ribelle
ma
dottrina che
sar chiusa,
dogmatica, ferma
come
re
in
all'
la scolastica
ma per arrivaumanit e da quella all' Idea che serra s tante cose da perdere sempre pi il ricor;
do delle sue origini interne e personali Hegel mette dappertutto la contraddizione ma per giungere alla conciliazione definitiva fa un sistema di movimento ma di un moto che fi;
in
;
un cerchio, e riposarsi nell' identit ultima pone il progresso e la liberazione come leitmoH'V e arriva alla dottrina pi strettamente
conservatrice e assolutista che
stato.
s'
abbia dello
pu liberare del tutto, ma fa servire il romanticismo stesso come strumento di. fuga. Vorrebbe far s che il romanticismo si suicidasse, si facesse il proprio carnefice. un incantatore che vorrebbe cacciare il demonio col demonio. Ma non ci riesce la sua idea del progresso,
:
64
HEGEL
Stirner
suo sistema
in di-
ma
come un arnese
apparve troppo borghese, ai conservatori sedentari sembr troppo agitatore. Il suo romanticismo non lo salv dalle preoccupazioni ordinatrici e dalle paure scettiche, e d'altra parte il suo filisteismo non gli imped di essere un poeta dei concetti e un avventuriero d' immaginazione. Per avere voluto abbracciar tutti fu scacciato da ognuno. Aggiungiamo ancora una cosa e la pi grave per aver voluto spiegare ogni cosa, non spieg nulla. Non solo non riusc a liberare ma non riesci neppure a illuminare. quello che ci rimane a vedere.
ribelli autentici
:
Ai
III.
Il
piccole
HEGFX
65
una imposizione
di precetti etici
una
infles-
gnoseologia prudente e
sibile.
una
morale
di
Hegel, dopo Fichte e Schelling, la riporta nuovo ai grandi orizzonti, le ispira gli anancora sulle cime
e sulle nubi.
Egli
tale,
versale. Se non assoluta significa che dipende da qualche altra cosa, che qualcosa le sfugge, che non sa far suo tutto il reale, non
il
pen-
non
impotenza e la sua incompletezza, ed necessario che sia unitaria altrimenti sfugge alla
sintesi della coscienza e col pluralismo lascia
il
eh' l'universale.
La
pi
fino
al
66
HEGEL
dalla chiarezza e
momenti
suoi libri
di folla del
degli aggroviglialinguaggio menti e accavallamenti di parole oscure e sonanti che stanno insieme perch il filosofo ce l'ha costrette. Il James ha ottenuto delle pagine simili sotto l'effetto d'inalazioni di un gas. Con tutto ci io non ho nessuna voglia di calunniare l'Hegel. Egli ha fatto anzi con zelo il suo mestiere. La filosofia, se guardate bene, non , in tanto che filosofia, che una serie di problemi inconcepibili a cui si danno delle soluzioni egualmente inconcepibili. Il noumeno, ad esempio, di cui non si sa nulla e non si pu dir nulla e che perci appunto spiega tutto, un prodotto essenzialmente filosofico.
Insomma
1'
assurdo,
il
non pensabile,
il
non
Hegel
Egli
ci
il
ha dato il capolavoro dell'inconcepibile. Cominciate dall'eroina del sistema, dall'Ida, dalla Ragione in atto che fa, , diviene e assorbe tutto. Nessuno sa cosa sia, nessuno
HEGEL
67
permettetemi
il
bisticcio
ha idea dell'Idea.
ch'essa la legge
quando mi rappre-
ma
finisco
col
non capir
Ha
esser riconosciuta
finisce
averne nessuno.
quello che
capisco che
tutto,
che,
di ragione, cio di
una forma
di attivit ch'
applica, io
comprendo quasi
far che delle
ri-
Se mi parlate
ad esempio della
mi volete
/'
dire.
sul viso,
soluta, io
mi d
l'Idea hegeliana
veramente
tale essa
68
HEGEL
assoluta.
camente
il
Al
di fuori di lei
non
ci
conoscenza distinzione, relazione, comparazione e che non si conosce ci che non distinto e separato. Noi non conosciamo che
per contrapposizione.
Ora se l'Idea tutto, se tutto Idea dove mai dovr ricorrere per ricavare un termine di confronto, di divisione, cio, insomma, per intendere cos' l'Idea ? Se l'essere diverso da
qualche altra cosa la condizione necessaria per l'intelligibilit come potr intendere l'Idea la quale non pu essere da nulla diversa poi-
ch essa tutto e tutto lei ? Io distinguevo l'idea per mezzo di quello che non era idea,
colla natura,
supponevo
e
che
loro
caratteri
fossero opposti
Trovavo, per esempio^ nella natura la variet e la mobilit mentre nella ragione notavo la tendenza alirriducibili.
l'
unitario e
all'
uniforme.
Ma
Hegpl mi
af-
ferma che
eh' io
m' inganno, che quei caratteri attribuisco alla natura son dell' Idea,
io
tempo, che
siero e
il
la
natura ha
i
pensiero ha
HEGEL
69
Hegel qui la vittima del suo grande sogno di assoluto. L'assoluto il solo, l'unico,
il
libero.
Bisogna
perci^
smo
un segno d'eguaglianza. Ed Hegel fa il magico segno, impugna la sua bacchetta^ e pronunzia la formula famosa l'Essere il Pen:
di termini inintelligibili.
Non
pi l'Idea as-
a quanto pare, anche il pensiero umano, poich si dice che le categorie non sono solo modi
nostri di pensare le cose
ma
Ma
ma
di
un
come per
Idea, noi
poi,
il
70
HEGEL
Hegel nella sua logica ammette che l'Essere un astratto. Ora, per quel che sappiamo, un
astratto
l'astrae, cio quello
presuppone delle cose e qualcuno che che si chiama pensiero. Ora per, secondo Hegel, il pensiero una formazione posteriore, un prodotto che si ha
soltanto nella terza sfera del
tura, e
mondo
della na-
che anzi, nelle forme in cui lo conosciamo, non appare che nella prima del mondo
dello spirito.
In una parola il pensiero una delle ultime manifestazioni del divenire. Ma come va allora che l'Essere quello che precede il divenire, il quale poi forma il pensiero, il quale
a sua volta
il
creatore dell'Essere
Non
vi
pare che
tale
(il
pensiero)
?
(essere)
Ma
e'
questi
piccoli incidenti
Torniamo
e dell'Essere.
Cominciamo
dall'osservare che,
un pleonasmo, poich se sono una medesima ed unica cosa, un solo nome dovrebbe bastare e invece di fare una formula non ci sarebbe
HEGEL
71
tempo
si
che
concezioni
di
una
stessa concezione.
Ma
non pu am-
e la ragione una natura che si conosce, non pu esserci dunque chi guardi al di e
e del pensiero*
Il
cordo,
vare
il
1' unico mezzo per arrimassimo di universalit, conservando minimo di comprensibilit. Quando i caral
ma insomma
tesiani parlavano di
passive e di esseri
tori essi
ordina-
due pi grandi generalit possibili e si facevano relativamente capire. Spinoza e Schelling che vollero riportare i due generalissimi a un unico assoluto indefinito non fecero in fin dei conti che obbefacevano
le
ma
72
HEGKL
si
siccome
non era
determinabile, non scossero gran che le necessit del dualismo cosmologico. Hegel, per,
non
due
si
accontenta di considerare
le
cose
come
lati visibili di
un ignoto,
ma
i
vuole sta-
stanziale. Cio
versali, cio
rende ambedue
incomprensibili, e
suoni
di
La sua
identicazione
un
annienta-
mento.
Hegel invece aveva creduto di aver fatto un buon affare e di aver finita per sempre la gran questione tra empiristi e razionalisti. Dal momento che la ragione non solo quella che dispone le cose ma anche la disposizione
naturale delle cose, dal
ci ch'
momento che
tutto
reale
razionale e
tutto ci eh'
dare a ricercare se
le
le
allo
ha imposte
Ma
in tutto codest'af-
mi
sbaglio,
un bel parail
logisma.
la
natura precede
HEGEL
pensiero, per lo
73
meno
si
il
usiamo e che
inle
tendiamo. Ora o
anche nelle
Va priori e cio Ya priori non pi Va priori. Oppure il pensiero non ha nessuna forma a priori e allora non ha le categorie e conviene che se le
cose,
anche
in queste c'
formi.
Ma
allora poich
il
riore alle
potr distruggere la credenza che il pensiero formi s stesso sulle cose ? Se il pensiero ha gi la ragione nel momento in cui comincia a conoscere significa che ha Va priori e che
la natura
non potrebbe conoscere senza questo, cio che non razionale se invece non l'ha,
;
il
modo
si
chiama
modo
Il
di pensare le cose.
si forma le idee di ragione chiama ordinato ci che ac-
pensiero cio
e
sulla natura
cade abitualmente, cio trae dal reale il razionale. Ora evidente che ritornando alla
natura
il
pensiero
ci
ritrovi
ci
che
n'
ha
74
HEGEL
tratto, e
poich
la
sua
razionalit
s' fatta
che la natura razionale. Voi avete chiamato ragionevole ci ch' naturale, e per forza chiamerete naturale ci
ch' ragionevole.
non mi spiega n la ragione n la natura non mi dice perch le cose sono a quel modo n perch noi le pensiamo in quel modo. Per sfuggire al dualismo siamo caduti nel buio perfetto. Ma Hegel rassomiglia a un felino e sembra che veda meglio nelle tenebre. Cos egli non si contenta di aver messo 1' inconcepibile a principio del mondo, e di aver stabilita l'eguaguanza di due inconcepibili, ma per mezzo di un altro inconcepibile mette in moto la suprema inconcepibilit. Poich volendo unire e accentrare tutto nel
l'
Insomma
identit
pi enigmatiche
dine in
tutto, a
moltitudine
strette
di
pensieri, di sillogi-
ch'egli
vuol tener
tutto
sua
mano. Perch
fosse
HEGEL
75
c' altro
mezzo che
il
tempo,
ci
divenire.
Ed
fa assistere sulle
sommit pi
rarefatte della
si
una ben strana nascita. Egli , ci avverte il filosofo, il primo reale, il grande concreto, la prima e l'ultima parola di questa marcia fantastica eh' 1' idealismo assoluto.
Ma
caso,
suoi
bile
un
astratto
pibile
assoluto. Tutti
mossa della
il
dialettica hegeliana.
U essere,
cio
si
oppone
essendo opposto, e da questa opposizione, da questo movimento nasce il divenire. Infatti r essere in s, l'essere indeterminato, che non n questo n quello, io stesso che il nulla, che il non-essere, cio antinomico e
uguale. Ci che pu conciliare questi gemelli
nemici non pu essere che una cosa che sia e non sia nello stesso tempo e siccome ci che
diviene nello stesso tempo qualcosa e non
ancora quello che deve essere, cos il divenire r unica idea che faccia al caso nostro.
76
HEGKL
Cos comincia
il
famoso
tesi
triplice
moto
diari-
lettico,
che va dalla
all'antitesi
si
per
perpetua in
il
per eccellenza, cio il divenire ? Il contrario genera il contrario, afferma Hegel. Ma qui non siamo di fronte a due opposti, ma a due identici, cio all'essere e al non esche sono, secondo lui, la stessa, stessissima cosa. Se sono eguali, e tutti e due sono astratti, e quello che li concilia, che li unisce, cio il divenire, identico insieme all' uno e alsere,
l'altro,
come mai
la
si
samente
concretezza
Non
si
parla
che
d'identici e
ad
opposti. Chi ci
La spiegazione
il
da
nulla,
il
primo
HEGEL
77
veramente primo.
I suoi
che
non
si
sa
generale di tutto
particolare, e
il
che si potr dire, che si potr scrivere, affermare ma che non si pu pensare per quanti sforzi si facciano, perch
non-essere,
il
nulla,
il
reali, pensabili,
anche se questo essere e non essere fossero non si vede come ne potrebbe scaturire il divenire e come questo potrebbe
essere l'uno e l'altro nel
tempo
stesso.
Chi stato colui che ha messo in relazione l'essere e il non essere, che li ha spinti 1' uno
verso l'altro
lano
gli
?
Donde proviene
e
?
quella inquie-
che
povero Essere costretto a starsene solo col poco piacevole e poco visibile Non-Essere? O non ci sarebbe piuttosto da vedere la mano di Giorgio Guglielnio Federico Hegel che li accoppi unicamente per far nascere il suo prediletto ? E in che senso si pu affermare che il divenire sia realmente essere e non
essere nel
momento
stesso
78
HEGEL
Se ricorriamo al significato comune di divenire noi vediamo che si tratta di una cosa che e ne diviene un' altra, cio cambia la forma, la scorza, l' apparenza del suo essere. Se io prendo un pezzo di ferro e mi metto
a batterlo,
io sento
era allora
quello che era, ma ed e anche dopo. Ha acquistato un carattere che non aveva prima, cio il suo modo di essere s' modificato, ma non ha
non
pi precisamente
mai cessato di far parte dell'essere. In tutto questo io non riesco a vedere neppure un
istante
c'
il
nulla.
Ma
un
altro
modo
s'
d'intendere
il
divenire che
potrebbe far pi
il
caso che
la
cosa
come
ma
ci sia
il
Ora
di
riposo,
salto,
non potrebbe essere che questo questo intervallo che separa i due stati,
il
vuoto, l'inviil
una parola
sedicente
non-essere.
allora
HEGEL
79
Insomma o il divenire non esce dall'essere, o completamente non essere o non pi divenire o non nulla affatto. L' imbroglio diventa tragico. Gli che il divenire, anche lui, come tutti i suoi compagni che si agitano nel mondo puramente verbale di Hegel, un inconcepibile
;
che ha un ufficio inconcepibile. Non si capisce cosa sia n si capisce cosa faccia. Nella Logica hegeliana egli ha la parte pi comica che si
tici.
possa immaginare: di conciliatore degli idenQuando vedrete due fratelli che si abbracciano e
si
perch l'uno
date
l,
stabilire l'accordo,
ricondurre la pace, di
Quando
dietro
e sarete
il
ma
il
Hegel, filosofo particolare di S. M. il Re di Prussia. Vi credereste in qualche bizzarro regno aristofanesco e invece ci troviamo in una Logica stampata nella profonda Germania
nell'anno di grazia 1812.
80
HEGEL
azzardatevi
a chiedere
il
passaporto di
che corre dappertutto, si mostra in ogni luogo fa tutte le parti ed il vero factotum del si-
stema
un solo
tratto
!
afferrare all'occasione
Non per
Se concepite
il
dive-
non
avete altro che la ripetizione di questo vecchio proverbio Tutto nasce, vive e muore. Tutto ci che nasce deve morire, tutto ci che muore pu rinascere . Voi riconoscerete che
:
bisogno di tutta la Fenomenologia -^qt affermare questo luogo comune della saggezza empirica. Ma per quanto accada spesse volte ai filosofi di darsi gran pena per esporre oscuramente le verit che corrono per tutte le strade, cerchiamo di crdere, per la buona rinomanza di Hegel, che il suo Eniwickelung sia qualcosa di pi profondo. Addentriamoci a riconoscerlo. Sviluppare significa cambiare, trasformare, significa che qualcosa diviene ci che non era, che qual-
non
c'era
HEGEL
cosa
si
81
aggiunge,
si
toglie o si modifica.
Ma
com' che noi giungiamo a riconoscere lo sviluppo ? Semplicemente confrontando due stati diversi, in tempi diversi, di una cosa di cui supponiamo una certa persistenza fondamentale. Per quanti tentativi si possan fare noi non possiamo che descrivere degli stati diversi
e successivi, cio sepa^rati nel
qualit. Quello
tempo
e nella
che possiamo affermare che nel momento a, l'oggetto A, possiede il carattere j, e che invece nel momento cC lo stesso oggetto A non presenta pi il carattere y,
ma
invece quello
z.
Cio noi non possiamo che affermare la differenza di due stati, separati da intervalli di tempo, per quanto piccoli, e di cui non possiamo immaginare la continuit. Dividete
in quanti periodi volete
di
il
percorso temporale
voi avrete
una trasformazione
i
sempre
Moltiplicate
ranno di lunghezza ed aumenteranno di numero: se li centuplicate saranno cento volte pi piccoli, ma saranno cento volte pi numerosi. Il mistero resta ed anzi s' accresce perch altrettanto impossibile colmare un
82
HEGEL
piccolo
luppo,
Tutto
il
termedi,
le dif-
Colt di varcarli.
Ora, nel
reali,
momento
in cui
cogliamo
gli stati
ogni aspetto vien considerato staticamente, come immobile, identico a s, e perci il mettere accanto due stati diversi non ci
d nessuna idea di movimento fra loro. Quello che a noi importerebbe sarebbe appunto r intervallo, il fatto del divenire, il periodo inafferrabile. Ma non 1' abbiamo n possiamo averlo. La parola divenire non che un simbolo inintelligibile messo a riempire un impensabile. L' affermare una diversit nel tempo non ci spiega ci che in questo tempo avviene, perch suddividendo fino all'infinito si devono ottenere sempre momenti irriducibilmente diversi, per quanto minimamente diversi, altrimenti non si sarebbe giunti alla massima diversit. Tutto ci costringe a concludere che il fluire, lo scorrere, il divenire continuo sono
al di fuori del pensiero.
trattare
di di-
HEGEL
stinti
83
sperimentabile
che cambia senza interrompersi ma indicibile. O noi ci accontentiamo del sentimento interno, di quello che d il James chiama il niid-stream e che
:
ci
veramente
tinuo
e
il
e allora si fa della
oppure vonon della dialettica razionale gliamo esprimere in termini di ragione una veduta del mondo e non possiamo sfuggire
alle esigenze necessarie del
pensiero discordive:
tutte la distinzione. Il
ma non
razionale
d' altro.
Ma
non
s'
aveva
r impossibile, di mezzi razionali, di superare perfino quella i eh' apparsa sempre la legge necessaria del
pensiero, cio
il
principio di contraddizione.
alla enor-
impresa.
Non
solo
gli ostasi
coli naturali,
Il
principio di
ere-
84
HEGEL
duto superare, gli si rivolta contro e gli sfugge perch non 1' ha esaminato a fondo. Dominato dal bel sogno di capovolgere, di
sbaragliare la vecchia logica non s' dato pensiero di appropriarsela e di
approfondirla e
problema Dov' che il principio di contraddizione ha valore ? Guardiamoci d' attorno, prendiamo direttamente il reale nella sua forma meno ordinata, nelle sue presentazioni, e dovremo riconoscere
non
s'
posto
il
che nei
possibile
fatti
d'
si
chiamano
ad ogni elaborazione intellettuale, neppure il pi lontano sospetto di contraddizione. Io non vedo una cosa stessa, nello stesso tempo, verde e rossa, diritta o inclinata, scabrosa o liscia. Tutti i cambiamenti
non
c'
si
verificano nel
tempo
e allora la
contradi
pi nelle
cose
ma
tra
ri-
cose
presenti.
La contraddizione
Un uomo
sostiene
dice che
precede da
un
altro
uomo
causa di
e fra
un anno
che
prodotto
da C.
HEGEL
85
Ecco
tutto ci che si
chiama contraddizione.
La
menti diversi di
Un
i
degli agnostici
mare
la conoscibilit di ci
conoscibile.
Ammesso
dal dominio della contraddizione nientemeno che tutto il mondo delle cose, tutto il mondo
dell'esperienza non discorsiva, tutto ci che
limitato se
il
nostro
ammettesse che la natura al di fuori della ragione, cio da quella che sola pu contraddirsi, ma voi sapete che per Hegel tutto ci che reale razionale e che non per nulla egli ha messo il principio dell'attivit razionale, cio
l'
l'
Idea, a
sostrato
del-
Universo.
Cio, se la Natura razionale, anch' essa dovrebbe esser contraddittoria, il che non appare o se la natura al di fuori della ragione allora il principio del superamento della con-
86
HEGEL
come Hegel
stesso.
sostiene.
La
ragione e natura ma questa, a sua volta, ha bisogno di esser dimostrata e noi ci siamo accorti che non solo non provabile ma non
neppur pensabile.
Ma
tica epopea,
si atterrisce.
non
arretra,
non
si
spaventa, non
Pi coraggioso di
Don
Quijote de
la
Mancha
Cos,
da s dei
dopo aver voluta trovare la contraddizione nella natura, ove a priori impossibile concepirla, e dopo aver confusa opposizione e differenza con contraddizione per trionfare di pi numerosi nemici, egli non sa uscire dal gorgo ove s' gettato per sua volont.
Ha
provocata,
ma non
le vie
l'ha superata.
Quali sono
i
si
una
sintesi
Sono, a
per due
non conciliano
e la terza
non
possibile.
HEGEL
87
si
cio considerando
momento
viene
il
dell' altro,
di-
vare e concepire
resta da conciliare
renze, che son pure
qualcosa di reale.
si
crede di conciliare due termini riportandoli a un termine superiore e pi generale che am-
bedue li comprenda, e allora sic^ino forzati ad ammettere che quei due termini che si suppongono inconciliabili hanno almeno un carattere comune perch ogni idea generale fatta dall'astrazione di un lato comune a tutti i componenti la classe da cui tolta, in modo che se i due contraddittori sono ad essa riferibili contengono un carattere identico e non sono
pi contraddittori, senza contare che in questo caso
la
conciliazione
le
rimane puramente
interessano soprat-
verbale
perch
cose
e'
ma
ha il tortodi apparire radicalmente impossibile. Sarebbe cio il ritrovare un termine il quale contenesse realmente tanto i caratteri essen-
88
ziali dell'uno
HEGEL
quanto quelli dell'altro, ma un termine non si vede come potrebbe essere poich ogni definizione include appunto la condizione di non contenere caratteri opposti, altal
trimenti
il
non sarebbe
pi determinate, e non avrebbe pi un qualsiasi uso pratico e si produrrebbe una confusione del
linguaggio
infinitamente
superiore a quella
che oggi
tura
si
cerca di eliminare.
Come
in na-
non
sia
si iru
tempo, un fiore un animale profumato e nauseabondo, che che sia mammifero e oviparo, cos non ci pu esser nel linguaggio, eh' appunto fatto per fermare gli aspetti pi costanti e concordi attraverso le mutazioni delle cose, che ha cio l'ufficio di fissare e di definire, una parola sola che includa due soli caratteri opposti. Accade che individui diversi diano un significato diverso, ma non mai che uno stesso individuo, in uno stesso momento, intenda una cosa che abbia in s una decisa contraddizione. Tanto vero che lo stesso Hegel, quando ha tentato di cercar questi termini, non l'ha trovati ed ha dovuto ricorrere a una parola concorde
con uno solo dei termini in contraddizione,
HEGEL
89
attribuendole, con delle frasi senza senso, anche i caratteri dell'altro. Cos gli accaduto, per citare un caso famoso, coli' antinomia di
finito e d'infinito.
Ottenuto
il
l'es-
determina e
continua
si definisce.
Ma
l'essere finito
all'infinito
ed
termine fortunato che riunisce in s la realt del finito e la maest dell'infinito ? Nientemeno che V indivduo, cio un concetto che pare l'essenza stessa della finitezza, della completezza, perch non si individuali che in quanto ci si contrappone ad altre individualit. Ed Hegel, in fin dei conti, lo confessa, ma curioso vedere attraverso a quale funambolismo verbale ci arrivi.
i.
Considerando questi due termini come si dimenticherebbe che l'infinito, escluso dal finito, sarebbe limitato da lui e finito lui stesso. Se l'infinito cominciasse dove finisce il finito e se il finito cominciasse dove finisce 1' infinito, in modo che l'infinito fosse al di l del finito, e il fifinito.
90
HEGEL
dall'infinito,
nito di qua
infinito
non
ci
sarebbe pi
perch
l'infinito limitato
finito la
manifestazione dell'infinito,
l'insi
li-
determina,
mita,
si
una
che
parola diviene
si
finito,
per
il
fatto stesso
l'esistenza.
Non
si
esiste
condizioni, in
un certo modo
e in certi limiti.
es-
Esistere definirsi.
Non
si esiste
ato-
mo
l'
infinito
esistente in
un certo modo,
divenuta quan-
r infinito
tit (i).
definito, la qualit
Non
ci
pibilit di cui
finito eh'
come
che
si
concepbile, sul
potrebbe
limita
da
s,
al-
cio che
tri
si
rende
finito
simili
scherzi,
:
ma
si
affermazione
essere finito.
non
(i)
Riassunto in
1897, p. 490.
Weber,
*Paris,
HEGEL
Cio, se
t'
91
r individuo esiste,
finito e nien-
chiama
in-
finito,
di
non
esiste
dopo aver
onnipotenza finisce collo scoprire la sua impotenza. Il Dio ritorna omiciattolo, e dopo aver promessa dall' alto dell'aereo trono la conquista dell'assoluto non sa neppur gettare un ponticello fra due parole. Egli ci aveva promesso, in quella Fe7iosua
voluto mostrare
perta
non il suo viaggio di scopromessa di scoperta, di donarci finalmente il pane della sapienza divina, del quale, dopo il medioevo, s' era perso 11 gusto e il ricordo. Invece ci ha dato delle
metiologi, che fu
ma
la sua
saltellanti,
crepitanti
come
chi
d' artificio.
quando noi siamo voluti andare pi in abbiamo voluto scendere sotto le parole non abbiamo trovato che il vuoto, la tenebra, il cielo che torna buio e deserto dopo che i
l,
92
HEGEL
Hegel
stato
un
piro-
degno di andar per le corti e pei castelli, mostrando le sue luminose meraviglie. Ma non stato altro neppure un po' bufparabile,
:
foncello,
al-
legri
lettori.
i
Da buon
giocoliere egli
ha
eseguito
fra
stato,
societ.
il
Ma
non
senza saperlo
mag'o e
mago. per ingannare tranquillamente il prossimo forse era il primo a creder di capire le sue imponenti fraseologie. Perci non lo direi neppur
versit
sia grande, io sto
per
il
Non aveva
abbastanza
lo spirito libero
:
sofista, come tanti l'hanno chiamato. I sofisti dimostravano le verit pi opposte ma sapendo che tutte e due eran vere o piuttosto che nessuna delle due era vera, e facevano questo coscientemente, per giuoco, per fini pratici e
sociali.
di
verit
HEGEL
93
che
si
scrive
uomini
la parola
supremamente
unica
e definitiva.
inganni
in
tutti
si
facciano
si
trova sempre
qualstato,
cuno pronto ad
i
essere
ingannato.
un ciarlatano coscienzioso, un Dulcamara che ha creduto alla virt dei suoi specifici, un truffatore onesto. Ma stato, di pi, un grande artista. Il suo sistecasi,
ma
cio.
Non
s'
le
mura,
ma una
gagliarda
i
d' aspetto,
che
pi
cieli,
verso
cielo.
bellezza, di
Torre superba e mirabile di una assurda una estatica dell' impossibile. E fatta con nulla, soltanto di parole e di parole, e sembra che sfidi le tempeste e aspetti r eternit. Hegel, il gran mago di Svevia, ha compiuto il miracolo che nessun Merlino aveva
94
HEGEL
tentato,
ha
fatta reale la
grande aspirazione
non dicesse nulla Hegel, senz' altro, ha fatto una filosofa che non contiene nulla e non dice nulla.
:
tutta
III.
SCHOPENHAUER
Fichte, Schelling
tre condottieri
ed Hegel erano
della
stati
superbi
giovinezza ro-
condeliri
sistemi
erano
stati
un succedersi
di
dialettici, di
Eran
riusciti a
condurre
messo delle
ali ai loro
promesse della
conoscenza
in
assoluta.
Erano
mezzo
ai giovini.
Ma
muta: Hegel
e la scuola si
spezza, limitandosi
dal-
98
SCHOPENHAUER
l'altra
giungendo
al
promettendo una nuova e definitiva filosofia e invece tenta una inabile fusione di panteismo e di cristianesimo (1841); finalmente le rivoluzioni del 1848-49, in cui ebbe gran parte la sinistra hegeliana, abortirono. Dopo questi rovesci la Germania mette giudizio e pensa ai casi suoi, la baldanza della
Berlino
giovinezza fa posto
allo
scetticismo dell'et
fin
matura^ essa
si
accorge che in
sorbito
dei
conti
uno schop
sul
di
birra
tranquillamente
inebrianti
speculazione romantica.
La
prudenza rientra in onore, la storia succede alla creazione, il pessimismo subentra all'ottimismo. La Germania disillusa, scettica, melanconica, brontolona, stanca, invecchiata ha
bisogno
di
una
gnata, prudente.
Questa filosofia l'aveva preparata fin dal 18 19 un uomo che aspett la gloria trent' anni, e quest'uomo, che non fu mai giovine, che fu triste prima della sua patria, si chiamava Arturo Schopenhauer.
SCHOPENHAUER
99
I.
Certamente,
il
Giovanna Enrichetta Schopenhauer (nata Trosiener) dette alla luce, nella sua casa al n. 17
della
fanciullo.
rise
Ma
fanciulli ed ebbe le sue ini genue meraviglie dinanzi al mondo e giuoco e grid e folleggi nei campi materni sulle rive del triste mar del Nord, non fu mai giovine. Dalla puerizia pass alla vecchiezza
tutti
come
senza conoscere
lit.
Fin da piccino egli fu sottoposto dagli uomini e dalle vicende a un corso accelerato di vecchiezza, a una cultura intensiva di senilit.
Egli fu vecchio di
giovine di corpo.
spirito
innanzi
d'essere
Tutto contribu a dargli in pochi anni quella conoscenza immediata delle cose, quella esperienza delle falsit e malvagit
e
ing-anni e
ordinari
non
le
100
SCHOPENHAUER
di
quell' Ulisse al quale
l'
un poco per
amore del
della pa-
vagabondaggio
rola.
e per la scaltrezza
dre,
nevrastenico, irascibile,
ostinato,
il
volontario,
superbo,
un
suicidio,
in
mano
e dissipatrice, ottimista e
del figlio
del ma-
memoria
rito.
tenuto in campagna,
portato a viaggiare, a
in
ter-
ove l'opprime
ove fu per qualche tempo rinchiuso in Germania, in Svizzera a vedere le vecchie cattedrali e le Alpi poi finalmente ricondotto ad Amburgo, costretto, contro sua voglia, a entrare in una casa di commercio, e sottoposto subito dopo a un bagno straordinario di coltura di tutte le logie germaniche, non esclusa
;
SCHOPENHAUER
la
101
danza e
la chitarra, in
mezzo
alle contrariet
a.ffari,
della
madre
non
ad
avere intorno ai vent' anni le idee e le tendenze del vecchio. Immaginate questa infanzia
citt
solitaria,
in
padre fantastico che ha troppa volont e lega, perfino dopo la tragica morte,
la volont
questo
del
figlio
romanzi e delle sue ciarle con queGoethe e che non vuole il figlio con s
lieta dei suoi
sto contatto precoce colle meraviglie della natura, colle barbarie della civilt, colle astuzie
e le avidit del
e le ipocrisie ecclesiastiche,
questa
educa-
questa cultura
affrettata, af-
questa
solitudine
amara
di
una giovinezza
vedrete sgorvolont
contrariata
attristata e voi
Mondo come
sto che il suo primo maestro di filosofia fu uno scettico famoso, lo Schulze, cio un pes-
simista della
conoscenza
102
SCHOPENHAUER
*
furono presto quei moralisti disillusi che sono La Rochefoncauld e Chamfort, cio i pessimisti della morale ch'egli ebbe per
feriti
il
Avremo
ancien
re-
medico materialista un
po' maligno e libertino, disilluso e misantropo che per non si dimentica d'essere stato fanciullo ed certe volte ingenuo e amante delle leggende come un bimbo canuto. Ma certo i suoi caratteri fondamentali son quelli del vecchio dal suo amore della tranquillit, della calma che lo fa esser solitario e conservatore fino alla reazione alla sua paura dei ladri, delle malattie e della morte che gli fa prendere mille precauzioni meticolose e
:
ridicole
dal suo
pieno
sarcastico,
al
Immour
e di
malignit
di cattivo umore che lo rendevano permaloso e imbronciato anche coi migliori amici dalla sua irascibilit che lo facevano
accessi
SCHOPENHAUER
103
brontolona e lamentatrice
si
dalle
sue dispo-
guerre nazionali, per la vita famigliare, per l'apostolato alla sua avarizia e alla sua diffi-
denza che
dal suo
lo fecero
amore per
alla
per
1'
erudi-
insomma
e
ch' passato
memoria,
che vuol
fatti
reali
Schopenhauer riunisce
della senilit
caratteri
intelligente.
1'
La sua
filosofia
espressione diretta e
scettico e pratico.
fe-
La
tradusse
nel
principio della
rinunzia, g'iacch
hanno po-
tenza di fare
lodano
non fare
la
pru-
denza
si
tradusse
nella
ostilit alle
grandi
metafisiche
rassegnazione
e degli
il
uomini
la sua inclinazione
il
104
SCHOPENHAUER
danza d' imprestiti, di furti e di citazioni che rendono il suo libro maggiore piuttosto un mosaico di dottrine che una creazione di getto
Cos
tutti
si
i
lineamenti
filosofia di
della
sua
fisonomia
del
morale
sistema.
ritrovano
nello
specchio
suo
La
pigra e bron-
capolavoro del senilismo. Cosi quando i tedeschi venuti dopo il '48 furono stanchi delle fughe hegeliane e delle
tolona,
il
s'
immersero nel
e co-
Mondo
desto
co7Jie,
Volo7it e Rappresentazione
magico non solo gener i paralipomeni degli Hartmann, dei Bahnsen e dei Mainlnder ma nutr anche i due tormentati eroi dell' ultima cultura germanica
libro
:
Wagner
rinnega-
nuova giovinezza col romanticismo musicale e col romanticismo filosofico. Il vecchio cauto e prudente ebbe per nipoti due liberatori e due rivoluzionari. Esaminiamo pi da vicino ci che produsse
alla
il
mento condusse
miracolo.
SCHOPENHAUER
105
II.
che conoscenze. Ci si ritrovano pi qua e pi tutti i filosofi che hanno fatto sentire pi alta la loro voce nei tempi. Il suo panteismo ci ricorda gli Eleati, Scoto
Eriugena, Bruno, Spinoza, Goethe, Schelling,
il
sua teoria delle idee il divino sue variazioni suU' amore e l'odio
la Platone
le
antico
Empedocle il suo fisiologismo Cabanis e Lamarck le sue idee sulla simpatia Adamo Smith il suo fatalismo della volont Hobbes
la
il
Hume
Berkeley Chamfort
il
il
dicazione di
cio
la
106
SCHOPENHAUER
la
teologia speculativa
teoria
del primato
di pessi-
germi
mismo.
Perfino
1'
idea
della
volont fondamento
sua
dalle
del mondo,
grande scoperta,
si
Tebe
cento porte
affermata
ritrova pi o
meno chiaramente
in
Clemente d'Alessandria,
in Sant'Agostino,
in
Bhme,
ling e perfino in
Mane de
filosofia
Stel
tuttavia
la
la
schopenhaueriana,
originali e vive e
la
malgrado
filosofie,
una delle pi
abbia
feconde
che
prodotte
Germania
Nella personalit bizzarra e amara del mercante olandese di Danzica si son dati con-
vegno
gli
gli spiriti
degli
ironisti
francesi, de-
idealisti
greci,
degli
asceti
indiani, dei
dialettici
tedeschi,
non-simile, di non-comune.
Rappresentazione si ritrovano quegli indirizzi che proprio in questi giorni hanno il sopravvento
nel
e
nella filosofia
1'
antintellettualismo,
il
volon-
tarismo e
la fascinazione del
pensiero orien-
schopenhaue;r
107
tale.
il
Egli stato dei primi a reagire contro formalismo razionalista degli hegeliani, e
ristabilire
i
diritti
della
vivente
realt
tivamente
tro
pensiero moderno
stato colui
religioni
tismo rinunziante e purificante delle grandi asiatiche. E da lui Wagner s' ispirato per i suoi drammi di passione fatale e di redenzione, e da lui Nietzsche ha r idea di volont di vivere, esaltandola
tolto
invece di negarla.
Attorno a lui si ricollegano dunque le fila maggiori della mentalit contemporanea e da lui partono le idee trionfatrici egli che molto ha preso, molto ha donato.
: :
Ma
quando
a conside-
rarla di per s,
come concezione
definitiva del
mondo
stato pi
un seminatore che un
108
SCHOPENHAUER
le sue idee sono state feconde soprattutto quanto sono state negate. Egli stato, per
che
in
dirla
in breve,
maestro,
ma
Quando
filosofia si
ci si
della sua
pu lasciare
con tran-
N il suo idealismo di origine kantiana n il suo ideismo di origine platonica n il suo realismo e porisce alla erkeTtntniss-theorie.
abbastanza originali per dargli un posto che onorevole nell'esercito degli gnoseolog
europei.
di
in fatto
conoscenza rispetto
primato
dell' intel-
letto
ha
la
veramente maitresses della quelle che hanno reso pi popolare il suo nome e quelle eh' egli ha fatto pi popolari la sua veduta metafisica sulla
Perci
sua
filosofia restano
:
volont regina
dute
le quali
si
dell'
umane. Due
ve-
SCHOPENHAUER
a volont, insoddisfatta di s stessa,
e
si
109
nega,
negandosi uccide
insieme
il
male e s
stessa.
Volontarismo e pessimismo son dunque veramente non solo le dottrine pi note ma anche
le
come
stoffa del mondo. Giacch egli, uomo poco volontario e poco sentimentale, e figlio d'altra parte di un padre il quale lo aveva tormentato e oppresso colla sua troppa volont non aveva nessuna ragione psicologica pro-
fonda per scegliere precisamente il Wille come centro del suo sistema. La ragione della
scelta fu, io credo, nella
losia.
Egli
si
non meno vecchie metafisiche non era possibile metter su una metafisica intelligente che non fosse psichica e interiore, che non traesse cio la spiegazione del mondo esterno dall'uomo interno, che non ricercasse
cipi fisici e le
110
SCHOPENHAUER
la
chiave delle cose nello spirito. Ma l'anima dell'uomo non presenta una variet cos grande
il
come
concettuale.
da
dalil
altra
parte
quello che
e
il
sente
1'
e che
fa,
rappresentativo
la
motivo,
nella
Intelletto
Volont, intendendo
volont anche
il
sen-
timento e
l'istinto.
Ora moltissimi
metafisici
come pi
cio
spirito,
fortunato contemporaneo di Schopenauer, aveva fatto buon affari spacciando un immanentismo miracoloso in cui l'Idea, cio il razionale per eccellenza, era fatta identica alla Realt. Ora lo Schopenhauer il quale per orgoglio voleva fare una metafisica originale, per gelosia non voleva fare del razionalismo, e pur tuttavia doveva fare una metafisica che avesse le sue radici nell' interno, non aveva a sua disposizione che l'altro elemento della
il
SCHOPENHAUER
tivo.
HI
d'altro,
Schopenhauer, in
mancanza
pos ne fece il Wzlle signore delle cose e degli uomini. Cos fu che Arturo Schopenhauer adott e propag il volontarismo e non ci sarebbe niente di male se la volont servisse a comprendere qualche cosa. Ma non solo essa non
lo prese, lo fece suo, lo gir, lo rigir, lo
sull'altare e
ma non
ca-
pace neppure di esser capita essa stessa. Le ragioni son due eh' essa inconcepibile e indeterminata e eh' essa si trova in un misterioso e inconciliabile imbroglio coll'intel:
ligenza.
Infatti lo
Schopenhauer
ci
presenta la vos
lont
come
che
il
ma
nello
suo kantismo
eh' egli
non ma-
ma
rio la cosa in s
112
SCHOPENHAUER
fenomenico e disobbedire nello stesso tempo Kant e il suo discepolo Schopenhauer. Giacch non basta quell'identit tra soggetto e oggetto che lo Schopenhauer afFerm.a esistere
nel nostro spirito e che
lui,
servirebbe, secondo
a sorpassare .il kantismo senza negarlo, perch noi non conosciamo dentro di noi direttamente soltanto la volont ma anche l'intelletto il quale avrebbe allora lo stesso diritto ad aver l'impiego di noumeno. Inoltre quando noi conosciamo, stabiliamo un rapporto, cio non otteniamo l' identit, perch la volont viene espressa, cio conosciuta,
sotto
forma di sensazioni e di concetti e non forma di atti di volont. Perci la volont, s' noumeno, lo stesso che sia mistero pieno e completo s' fenomeno non ha diritto a esser ritenuta e creduta spiegasotto
Ma
di
lei
quando pure
il
una qualche indulgenza se veramente Sesamo, apriti del mondo. Invece essa non apre n chiude nulla essa , come
fosse
il
:
metafisiche m.oniste
significato.
e panteiste,
SCHOPENHAUER
113
Poich
la
qualcosa e
co-
mune
e nel
e'
linguaggio
psicologico, designa
quel che
cambiare agire opporsi agli uomini e alle cose agire combattere e cercare. Ma se
tutte le cose
nello spirito
umano. Volere
agire e agire
vengono da un colpo
di bacchetta
schopenhauerianei
tramutate tutte
quante in
i
feno-
tutti movimenti vengono ad essere forme della volont, se la volont, in una parola, il tutto, dove mai se ne vanno i ca-
meni,
il
senso della
parola
La
la volont
tutto,
1'
unico
la
diversit
presuppone il cambiamento ma la volont essendo la realt universale non ammette il cambiamento giacch ammetterebbe qualcosa che non lei l'opposizione, la battaglia ri-
chiede qualcosa di diverso a cui opporsi, qualcosa di nemico da combattere e invece la volont,
essendo
il
il
tutto,
non
si
pu concepire
es-
sendo
le
cose
114
SCHOPENHAUER
sono sorelle e non esistono nemici. Cio tutte le nozioni che formano il significato specifico della parola volont nel linguaggio degli uomini scompaiono appena
universale,
la
Le accade sopprimere tutti i suoi rivali, dovesse suicidarsi. Schopenhauer ha fatto quello che gli ebrei fecero verso il
supremo
e solitario dell' universo.
come a un
quale, per
loro
Dio
la
glorificazione stata
ottenuta
mediante l'assassinio. Per dare un senso alla volont non c' che un mezzo specificarla. Dire, cio, cos' che il mondo vuole, cos' che 1' uomo vuole. Se volere in s non ha senso, volere qualche cosa pu aver senso. Infatti Schopenhauer non parla sempre del
:
ma
il
Wille
ZZI
Ma
que-
sta soltanto,
terminazione apparente,
toria.
Giacch per volere bisogna pure che qualcosa voglia, cio che qualcosa viva ed esista. Per volere bisogna esistere, bisogna cio possedere di gi quello che si vuole, il che assurdo. Infatti il volere qualcosa in-
SCHOPENHAUER
115
che noi non abbiamo ci che vorremmo avere e qui siamo nel caso opposto. Il mondo schopenhaueriano rassomiglia un poco a un uomo il quale desiderasse di muoversi nel momento medesimo in cui cammina. L'unica
volont
si
ha e siccome
volere
mondo
esiste esso
non po-
che la non-esistenza, cio il proprio annientamento, la propria fine. Ma a quest'idea di suicidio cosmico lo Schopenhauer non giunto, n voleva giungere. Lo Schopenhauer intendeva forse, colla sua
trebbe
volont
di
vivere, la volont di
continuare
proiettare nel
tempo
le
nostre previsioni e le
mondo
schopen-
la
volont va ad ac-
drappelletto
degli inintelligibili,
Finch essa fa dei monologhi non si pu intendere ci che dice. Essa pu riuscire
tafisici.
116
SCHOPENHAUER
soltanto
comprensibile
vece che dei monologhi fa dei duetti. E Schopenhauer, il nemico giurato di ogni razionalismo, dov acconciarsi come tutti i filosofi a chiamare nella compagnia del suo sistemaquell'altro elemento dello spirito ch'egli avrebbe
voluto, in certi
dare
r intelligenza.
mondo
della conoe
mondo
della
le
volont.
Il
volere
si
i
obiettiva
e produce
le
fenomeni,
rappresen-
Tra
paciere e
messo come
Ma
se questa
blema metafisico
imponeva
allo
Schopenil
mondo
il
Mondo
come volont
di
rappresentazione divenuta pi
una
Diamo
subito
L' intelligenza,
SCHOPENHAUER
il
117
cervello una parte del corpo, il corpo un' obiettivazione della volont. Ma noi conosciamo la volont per mezzo dell'intelligenza noi illuminiamo e guidiamo la volont per mezzo dell' intelligenza e finalmente noi distruggiamo e
volont
per
mezzo
creata
col
dell'intelligenza.
r intelligenza
alla volont e
servigio, finisce
l'
comandare
intelligenza,
mistero eroicomico completo la serva diventa padrona, e la figlia uccide la madre, uccidendo s stessa e succedendole Se Ponson du Terrail avesse fatta della metafisica sarebbe stata certamente di questo genere.
col sostituirla. Il
:
della volont, finisce col negare la volont, cio col negare s stessa e nello stesso tempo massimo
come
manifestazione
tutte le cose
dramma
ragioni dell'imbroglio stanno facile in quel dissidio continuo tra la volont e l'intelligenza, tra il
Le
accorgersene
sentimento
e r Idea, tra ci eh' personale e si muove e SI cambia da un lato e ci ch- universale eh' e immobile e immutabile dall'altro.
Egli'
afferma un
momento
la
volont,
ci
che fa
118
SCHOPENHAUER
e
agire
cambia
e
i
zioni unificatrici,
dell' intuizione,
ma
un momento
dopo
sacri-
invoca a media-
pressoch
filosofi
smo
e dell'immanentismo monistico.
Anche
in
il
lui si
ordine del
mondo
Scho-
mondo.
Ma
lo
di scoprire e
perlo, conciliarlo e
di
il
modus vivendi
tra
del vecchio
idealismo
fin,
e quelle
del
nuovo volontarismo
con vm'intrigo
biz-
come abbiamo
visto,
volont inconcepibile e
l'
intelligenza so-
La
filosofia
Mondo come
volont e
raj)presentazione
finisce
Schopenhauer, dinanzi ai suoi fantocci, provasse maggiore tenerezza per la volont e ad essa infatti cerca
di fare la parte pi alta e migliore.
Ma
l'in-
SCHOPENHAUER
119
sovrana assoluta. Perch il filosofo non pu negare che l'intelligenza non abbia effetto sulla volont. Egli sa bene che
i
suoi
ttoli
di
Schopenhauer
liberarsi
l'intelligenza
ha
l'ufficio di ser-
Ma quando una cosa ad un'altra che questa costretta a crearsela perch altrimenti non potrebbe compiere certe sue faccende, ed costretta a invocarla guida e liberatrice, non si pu parlare, mi sembra, d'inferiorit e di subordinazione. Una cosa necessaria, per il solo fatto della sua necessit, non pu essere
da s
stessa.
a nessun'altra inferiore.
l'intelligenza
stupidaggine
assoluta, di
mettendola
si
al
mondo
non una
era
pu parlare,
in via
primato della volont. Per conchiudere quando sola la volont impensabile e quando in compagnia e non pi dominatrice despotica va a finire in mezzo alle pi strane avventure. In ambe:
120
SCHOPENHAUER
due i casi il volontarismo di Schopenhauer non una rivelazione del mondo, ma un'oscuramento o un arruffamento del mondo. Per questo, forse, vista la mala riuscita della volont, egli pens di negarla. Ed eccomi arrivato cos, attraverso la mia cattiva opinione sulla volont di Schopenhauer alla cattiva opinione di Schopenhauer sull' universo.
III.
La
vita
:
vita volont
lo sforzo dolore
Lo
sforzo pro-
ma
la soddisfazione
si
breve e
bisogni
ri-
nascono, e cos
della
perpetua
la
all'infinito la ca-
volont,
sua
filosofia
del
dolore.
Schopenhauer dunque un pessimista tutti sanno ed anzi l' unica cosa che tutti sanno di lui. Ma io non posso n voglio fare una critica del pessimismo, perch nessuno che pensi pu fare sul serio la critica di una atti:
lo
tudine sentim.entale.
SCHOPENHAUER
'
J2l
Io lascio dunque che gli ottimisti tipo Lubbock o MetchinofiF oppongano agli sconsolati
filosofemi
schopenhaueriani
le
loro
canzoni
mente giustificabili. C della gente che dice no alla vita e della gente che dice di s, afferma Nietzsche e' della gente eh' nata la prima volta e della gente eh' nata la seconda volta, soggiunge il James ed natudi
rale, desiderabile
i
negativi,
nati
una volta e
nati
due volte
abbiano
La scena
pessimisti
come
Schopenhauer, provano un vero gusto e un vero il quadro della loro miserabile vita, e gli ottimisti provano un serio dolore e una sincera, preoccupazione dinanzi a quei mali di cui debbono riconoscere la realt e che non riescono a mandar via. Sicch i pessimisti negano praticamente
piacere a mostrare agli umani
pessimismo colla gioia di calunniare e gli ottimisti negano pratica mente il loro ottimismo col dolore di non riuscire a perfezionare il mondo. Piccoli comil
loro
il
mondo
122
SCHOPENHAUER
i
fatti
ristabiliscono l'equili-
Ma
me un
pes-
simista, e
posso nascondere che si potrebbe dir male del mondo pi prudentemente e pi audacemente nello stesso tempo. Non ci sarebbe bisogno, per esempio, di identificare troppo
afil
frettatamente
il
dolore, come insegnano certi psicologi, fosse sempre sinonimo di diminuzione di vita a
quest'ora, se
il
sarebbe gi
E neppure troppo
illusorie,
i
perch
gli altri
cos detti
come
D'aJtra parte il pessimismo dello Schopenhauer un po' troppo prudente. Non ha il coraggio di essere completo, intero, definitivo,
irrimediabile. I.o
Schopenhauer cerca
arrivato
di im-
dolore del
dolce,
mondo ma
carezzevole,
a un certo
farsi
pi
pi
promettente.
SCHOPENHAUER
trova che vi sono tre rimedi, uno sopra
tro,
l'arte,
123
i'al:
pura contemplazione. L' arte, specialmente la musica, pu dare alcune consolazioni passeggere elevandoci al di fuori del nostro personalismo fino alla contemplazione delle idee l'ascetismo, colla sua pratica della piet per gli altri e della rinunzia per s, ci avvicina allo stato di santit in cui la negazione del voler vivere quasi completa e finalmente la pura conoscenza, la rivelazione della va-
mondo,
ci
qual' conte-
Mondo come
d
la
Vo-
salvezza
il
quale contempla
taccato
le,
ata,l-
come
se fossero
sull'Arte
d' arte
come quella che intende le opere come rivelazioni dell' idea o del ge-
nerale invece che espressioni dell'intuizione o del particolare, non inutile vedere qual
sia
il
124
SCHOPENHAUER
il
pessi-
richiama
cristiana
volentieri
ideale della
la
santit
coi
nesimo
essa
dogmi
del cristia-
contenuta in sostanza (IV, 70). Ma per quanto la sua governante narri d'aver visto tra i suoi libri una Vita dei santi certo che
egli
non ebbe
un' idea
ben chiara
di ci che
ricerca
proposito
il
dolore.
si
L'ascetismo
dica ispirato
da quello cristiano e si avanzi circondato da da Tommaso di Kempis, da Meister Eckehart e da M.me Guyon, tutto
diverso
Schopenhauer non s' ricordato o ha creduto bene di non ricordarsi che l'ascetismo non per gli uom.ini d'intensa fede che un mezzo. Essi rinunziano cio ai beni di questo mondo, non perch li ritengano privi in s di ogni
SCHOPENHAUER
valore,
125
ma
anzi supremo ed
eterno. I santi sono cio dei mercanti di felicit che cedono volentieri i beni transitori e meschini di questa terra per acquistare in cambio
quelli eterni e divini del cielo.
La
loro rinunzia
dunque un acquisto, ed
pia-
ceri terreni giacch se fossero convinti che questi non valgono assolutamente nulla non avreb. bero nessun merito presso Dio abbandonandoli. Lo stesso accade per i dolori. E bens vero che il santo sopporta con lieto animo i mali e che i mali sono per lui, che riguarda le
cose dal
dei beni,
punto di vista della salute eterna, ma non per questo non li sente
come
il
dolori e
non
li
ricerca
c%me
dolori.
Se
cosa varrebmartirii, le
macerazioni, le malattie,
?
santo ricerca
il
come
quello di Scho-
ma una
corsa
126
SCHOPENHAUER
santo superiore agli uomini comuni per-
Il
ch non s lamenta, non si ribella, non in quanto non soffre. Se non patisse veramente
non avrebbe meriti sufficienti dinanzi a quel Dio che ha riscattato l'uomo col fiele, colla tortura, colle piaghe e col sangue. Mentre Schopenhauer vuol fuggire il dolore per mezzo
della piet, per
meritorio
il
La
non
schivare
dolori,
come
esser
martoriato in vita
Ma
il
s' difficile
comprendere un ascetismo
l' immortalit e della giustizia divina, cos pur arduo capire una rinunzia la quale lasci intatta la contemplazione pura e pi arduo
Una
dovrebbe cominciare
noscenza, ch' la
SCHOPENHAUER
127
umana che
sia dato pensare, e che appunto per questo la prima che viene disprezzata e abbandonata dai mistici, pensosi della pu-
Ma
rinunzia ed
per
del-
maggiore
anima sua. Per, ondeggiante tra il suo pragmatismo incosciente e le sue aspirazioni
srpassamento delia vita transitoria ed non si accorse che quella sua contemplazione pura non n immaginabile n possibile. La conoscenza ed egli stesso stato fra i primi a sentirlo e a dirlo ha origini utilitarie, vitali, pragmatistiche, impregnata, cio, di volont di vivere, anzi uno degli
di
egoistica, egli
vi-
Essa non pu spogliarsi da queste preoccupazioni ed infiltrazioni e convenzioni pratiche che disfacendo s stessa. E ammesso anche che si potesse ottenere, attraverso una serie di sublimazioni speculative, questa pura contemplazione, essa dovrebbe
128
SCHOPENHAUER
pur sempre esser fatta dall'uomo e nell'uomo non e' solo il contemplativo ma anche l'attivo,
non solo il teorico ma il pratico. Se l'uomo vuol contemplare bisogna che viva e per vivere ha bisogno di altre cose che non siano la contemplazione pura e deve per rituffarsi in quel samsara delle apparenze dal quale il pietoso Schopenhauer vorrebbe liberarlo per sempre.
isolata e
do-
fini
per-
vorrebbe l'uomo puro, e l'uomo puro per ora non esiste e non si muove che nelle
sonali, ci
carte dei
filosofi.
il pessimismo di Schopenhauer un pessimismo per burla, un pessimismo per ridere, il quale si spaventa di-
nanzi alla
luttabile infelicit,
offre agli infelici
inefficaci o
immaginari. N il volontarismo ne il pessimismo dell'arguto vecchio di Danzica son dunque da prender sul serio. N la sua metafisica n la sua etica valgono pi di quello che valessero
SCHOPENHAUER
129
ha rovesciato tante eruttazioni di humour irriverente. Quanto importante per le correnti che mossero da lai, quanto piacevole
per tutte
sta acuto,
le
di
moralista
accorto
e di genti-
luomo
del
vita.
mondo
barone Roberto di Hornstein che ha frequentato parecchio tempo Schopenhauer narra ch'egli amava Mozart e ammirava Beethoven ma che andava addirittura pazzo per Rossini. Quando s' sentito Rossini esclamava egli
Il
alzando
gli
occhi
.
al
cielo
io
tutto
il
resto
sembra pesante!
Ora
credo che
il
capo-
lavoro di Schopenhauer,
come
amava
sinio ritrovare
st)o-
come
Don
cio
Ba.rtolo, aiutato
ragione,
Don
impalmare
Rosina, la volont libera e fresca. Ma quel giocoso Mefistofele eh' Figaro riesce a sottrarla al filosofo, al
vecchio
invalido e got-
130
SCHOPENHAUER
toso, e la
al soldato,
d in braccio
al
Conte d'Almaviva,
pu teorizzare ma solo vigrande insegnamento della filosofia di Schopenhauer. Su questo tema egli ha ricamato la sua leggiadra opera buffa, legla volont
non
si
vere. Questo
il
manze,
resta,
di
cavatine e di
il
cabalette,
ma
che
malgrado
un'opera buffa
filosofia tedesca.
IV.
COMTE
Quando
1789 per fare una costituzione si che invece erano in via di disfare
accorsero
e una civilt furono presi da una certa inquietudine. Dall' aula dell'
un regime
rivolu-
Assemblea
la
leone. Un re decapitato, un delfino martoriato un'aristocrazia decimata, spogliata, dispersa un clero proscritto e fuggiasco l'
;
V imperioso Bonaparte, l'incerto Luigi XVIII e di nuovo pei cento giorni, il reduce e furioso Napo-
zione era scesa in piazza a conquistar la Bastiglia e ai realista Mirabeau eran via via succeduti il regicida Danton, il terrorista Robespierre, il cinico Direttorio,
Europa
re spodestati e
peratore e finito
134
COMTE
teosi e invasioni,
aveva
visto e subito e
giro di pochi
5.
sui
primi dell'ottocento
Francesi cominciarono
tu-
multuoso e turbinoso di sorti. Dopo aver accolto con gioia 1' accentratole arrivista, Bonaparte, essi accolsero con rassegnazione il ritorno della dinastia secolare, Luigi XVIII. Ma la Restaurazione non poteva essere, ne
fu intera. Il concordato napoleonico e la carta
futuro scalpitante,
Nouveau Regione della Scienza e del Popolo. Il secolo XVIII, razionalista e/rondeur, aveva vinto Rousseau era arrivato al governo con Massimiliano Robespierre. Le antiche gerarchie e le antiche fedi erano state crudamente e
:
ossequio per
la
non piacere
Perci
e a
non durare.
anni
del
dai
primi
secolo
XIX
COMTE
fino al
135
1848,
impedisse
demagoghi. maggiori spiriti della Francia cercarono questo regime di ricostituzione e di riorganizzazione; tutti cercarono con ansia mal nadi arrivista cesariano o di arrivisti
i
Tutti
scosta
il
centro,
il
E
:
vazione
stant
stre e
il
il
lirico
Chateaubriand
;
suo
cri-
Benjamin Con;
all'
inglese
De
Maiil
il
De Bonald
Papa,
;
il
Soldato, ITnquisitore,
e colla
il
Carnefice
suoi
Re, Cousin
Chiesa
suU'
Fournier
;
Falansteri
la sua ari-
fondati
amore
Saint
Simon
Fra
e
concorrenti alla
ricostruzione
136
COMTE
solo ebbe
una fortuna e
il
passarono
teiniDO suo e
si
1'
sorpassarono
le sue
intenzioni: egli
e volle salvare
sofia.
I.
fu presentato a Saint
Quando, nell'agosto del i8 17, Augusto Comte Simon, che doveva deci-
dere della direzione di tutta la sua vita, egli era gi preparato a quella che il filosofo disse
e credette la sua missione.
da una famiglia di burocratici, monarchici Il suo primo direttore spirituale il fu un professore di matematica, Encontre il Pointellettuale primo centro vita suo di
e
e cattolici
litecnico di Parigi.
Le
scienze
esatte,
studiate in una
scuola
impressione su lui e di l nacque il suo amore per tutto ci oh' unitario, organico, armonico,
COMTE
ordinato, solidale.
137
il
l'istinto conser;
datogli
adolescenza
e as-
a Valat appare di gi
solutista del futuro
1'
ombra austera
Per quanto
di
fin
un fondo
verso
la
met
1'
anima sua
lui,
di sentimentale autoritario.
C era in
tutto
insieme, del profeta che ha ricevuto una missione da un Dio ignoto, e dell'asceta organizzatore di ordini religiosi.
pro-
ha voluto organizzare la scienza e organizzare gli uomini per il trionfo della nuova fede.
Tutto
il
suo misticismo
si
il
rivolto
all'
ado-
ra.zione dell'
uomo
tutto
suo dogmatismo
138
COMTE
stato, coni' egli stesso diceva,
l'
E
e
Aristotele
nuova religione o piutil com' io direi, tosto, San Tommaso e l'Ignazio di Loyola del nuovo cattolicismo scienil
San
Pa.olo delia
tifico.
sua brevit
:
Un
ha studiato viatematiche. Un messia, un annunziatore di verit e un apportatore di salute, e un matematico, cio un adocio
Un
inessia, per,
compiace messia comandante e militante, un messia eh' nello stesso tempo un Pontefice massimo e che ricorda insieme Mos il legislatore e Maometto il pratico. Se voi sostituite all'amore di Dio 1' amore
soltanto di predicare e di amare,
ma un
degli
uomini, al
dogma
teologico
il
dogma
il
positivo,
rivelazione la fede
suo
Lo
spirito
sacerdotale
le
rimane forme e le
si
simboli e
riti.
Comte non
faceva
COMTE
139
egli
era assai
Il
della gerarchia
il
la sua
intolil
leranza,
SLio
il
suo orgoglio,
dell'altrui
suo misticismo,
bisogno
obbedienza e sottomis-
demente medievale, un'anima sorella di quelle superbe anime di pontefici romani che furono
Innocenzo III e Gregorio VII. Io credo, diceva egli stesso, che noi positivisti siamo i veri ed unici continuatori dei grandi dottori del Medio Evo.
Tutto
il
resto
entusiasmi
mentre era al Poliamate le donne fino al punto di sposare una prostituta e di creare un culto per una donna amata solo in ispirito ch'egli abbia dato delle lezioni di matematica e d'astronomia ch'egli sia stato, preso da mana, rinchiuso in una casa di salute che abbia mendicato in tutta Europa per vivere, sono
giovanissimo,
ch'egli abbia
tecnico
fatti
l'io
COMTE
suo,
tempo
ma
il
che non
contrastaPxO oppure
confermano
fra
gli
il
1818 e
il
delle idee e
dette coscienza
della sua
farina mentis.
Ma
da
s,
per la sua
via.
di provinciale cattolico
anima palese di politecnico umaniavevano gi visto il gran fine l'Umanit e il gran mezzo la Scienza e sotto il fiato fecondatore di Sa.int wSimon mJsero insiem.e al mondo, fra il' 1822 e il 1824, la fi:
dell'umanit.
II.
met
dell'ottocento.
Pi adatto certo del romantico visconte di Chateaubriand, dell' elegante eclettico Cousin, del
bizzarro Saint Simon, del poetico Fourier
tutt'al
pi maggiormente vicino a
ai quali
De
Maistre
Bonald
per
il
rigido tradizionali-
smo
cattolico
COMTE
14i
Come
Il
generale
Lo
spirito cri-
ratore.
Dopo
di Cristo.
Bisogna dunque ricostruire al periodo critico (e questa gi l' idea favorita di Saint
:
il
periodo
or-
Qui sorgono
nizzare
?
le
discussioni.
Come
riorcra^
Ci sono, dice o pensa all' incirca Comte. due o ritorno all'antico regime cattolico o consolidamento del nuovo
vie principali
:
regime
razio-
nalista
o restaurazione o instaurazione.
Due
142
COMTE
correnti si incontrano da una parte son queili che credono alla possibilit di una resurrezione
:
Chateaubriand
dall'altra quelli
al
Lamennais
della
De Maistre e Bonald, e che vogliono fondare la nuova civilt democratica e razionale sulle rovine
Saint
vanno dal filosofo Cousin all'uSimon. Augusto Comte, per quanto ammirasse moltissimo e il cattolicidell'antica e
topista
smo
nais,
leg-
gesse
De
Maistre
fosse amico di
Lamen-
pure pens che un ritorno della civilt medioevale era impossibile. Egli vide che le antiche autorit che avevano creato la magnifica unit della vita sociale, dalla Reggiafortezza al Monastero -scuola, dalla Cattedrale gugliata per sete di altezza alla Somma ove son contenute le verit eterne sul cielo e
sulla terra, erano sparite o indebolite, abbat-
Ma
il
bisogno di unit e il bisogno di fede esisteva sempre. Bisognava dunque trovare, perch
l'umanit tornasse alla vita perfetta del dodi-
cesimo secolo, una nuova autorit, una nuova fede. Era necessario offrire a,gli uomini qual-
COMTE
143
al
quale tutti
li
s'in-
gover-
pace.
Ora
tutto questo
si
doveva
protestanti e gli
enciclopedisti, di-
ma
che da
moto
di
umano
movimento
catore
e
il
il
essere
il
soldifi-
conservatore
della tempesta
della rivoluzione.
Egli non fu perci, come alcuni credono oggi o voglion far credere, l'oppositore categorico dell'opera rivoluzionaria che lo precedette,
ma
la
fu e
il
sistematore
dei
resultati
della
critica
della
rivoluzione,
colui
che
trasform
negazione in affermazione, l'arma per la battaglia in giogo per la pace, l'ascia del distruttore in pastorale di gran prete. La nuova missione, dice adunque il Comte, riprendendo la tesi implicita di tutti i filosofi
144
COMTE
iio-
al servizio
un Dio nascosto e invisibile al quale non crediamo pi, ma al servizio di quest'Umanit visibile e tangibile che cerca sulla terra e non nel cielo il suo paradiso. Bisogna farsi
di
i
Ma come
agli
faremo,
si
chiede
egli, a
dare
sia,n
uomini
Dov' quell' insieme di non sia possibile n dubbio n l'eresia ? E Augusto Comte il
una
societ
?
il
politecnico,
professore
di
maternatica, lo
ri-
studioso di
Broussais e di Montesquieu,
sponde
cura per
tutti gli
non ci sono n scettici n dissidenti, che prova ci che afferma, che serve al benessere,
ch' insieme sicura, definitiva e benefica.
tre
i
Mensi
teologi
si
accapigliano
ai
filosofi
arrovellano
attorno
loro misteri
secolari
COMTE
tutti gli
145
uomini si inchinano concordi dinanzi teorema di Euclide o ad ui:a formula soltanto la scienza pu dunque di chimica sostituirsi con fortuna alla Chiesa. Ma perch la scienza possa compiere veramente questa sua funzione organizzatrice e unificatrice bisog-na che abbia due qualit che sia veram.ente positiva e che sia veramente completa. Ma oggi, continua il Comte, essa non n tutta positiva n tutta costituita, perci prima di tra.rre dalla scienza le
a
uii
tivamente quelle scienze che ancora mancano per r intera conoscenza dell' universo. Biso-
gna
.
costituire,
zioni
stati,
del
Comte
la
legge dei
tre
sociologia.
Lo
tizio,
spirito
umano, dice
il
filosofo di
:
Montfit-
pellier, passato
in cui si
teologico o
fenomeni con
146
COMTE
metafisico
o astratto, in cui
cacciati
si
Dei e
concetti,
rinunziato
alla
dei
fenomeni
della
previsione e
Ora non
tutte le scienze
si
sono liberate
per
s,
causa prima,
alla
e di
rivolgersi
relativo,
i i
esclusivamente
ricerca
del
fisse e co-
stanti che
hanno
fra loro,
senza pen-
provengano. Ma non basta ancora non solo tutte le scienze non sono interamente positive ma ci sono alcune classi di fenomeni che ancora non hanno una scienza vera e propria. Ora,
fatti
:
sare donde
scrive
il
Comte verso
il
1824, se la biologia
con i lavori di Gali, di Bichat, di Broussais comincia a costituirsi come scienza positiva, ci sono i fenomeni sociali, i fatti degli uomini in societ, che non sono ancora ridotti a leggi.
COMTE
Aristotile e Montesquieu
147
hanno tentato
Perci
di fare
qualcosa
ma una
societ ancora
non
la
Comte
de-
cide di fondare
Sociologia e di comple-
tendo dai fenomeni pi semplici e universali (Matematica) vanno cos ai fenomeni pi complessi e speciali (Sociologia).
sitiva, a
La Scienza
po-
Ma
il
Comte
Dietro lo
scienziato
;p'*xerdote.
Non
E Comte
gli
dogmi, dei simboli, delle cerimonie. L'uomo non si tiene soltanto colla ragione ma soprattutto col
filosofia
sitiva.
Ed
ecco
Comte che
la
si
il
catechismo podell'
sitivista
e crea
Religione
Umanit
In-
della quale
legge
148
COMTE
un tempio in casa sua, con un ove ha gran parte la sua amante morta, Clotilde de Vaux^ e crea il culto del Grand'Essere (l'Umanit) nato dai Gran Feticcio (la Terra) il quale fa parte del Gran Mezzo (lo Spazio). L'adorazione della Vergine si trasforma per opera del mistico amante in quella di Clotilde di Vaux, della donna eh' la forma
stabilisce
culto minuzioso
dei
morti
son
che
vivono
eternamente
nella fama,
ove
consacrati
dell'Umanit.
si chiude cosi gran piano di Comte piano unico e organico per quanto dicano quelli che parlano di due Comte, uno scientifico e obiettivo e uno religioso e subiettivo. Se i due Comte esistono essi si completano e 1' antico discepolo di Saint Simon pu vantarsi di aver offerto all' Umanit dei nostri tempi il progetto pi completo di redenzione e ricostituzione. La sua filosofia stata insieme il riassunto
il
COMTE
di tre secoli di pensiero
scientifico, e
il
119
pro-
gramma
di
un secolo
le
nitaria e intellettualista
abbia serbato
cre-
denza implicita e generale di tutte le nuove utopie e di tutto le nuove scuole sociali. La soluzione comtiana del problema posto dalla rivoluzione stata dunque quella maggiormente rappresentativa dell'ottocento. M. Tozt^ /e A fonde ha. a.dora.to la Scienza e l'Umanit come Augusto Comte. Fare il processo a Comte dunque un magnifico pretesto per fare
il
le
Mo?ide.
Ecco dunque,
a)
distillata in
:
un credo,
la
la
mar-
divina uma-
nit
h)
la scienza per,
non
ancora n tutta
costituita
n tutta
purg-a,ta,
;
pierla e purificarla
150
d) dall'amore
dell'umanit
soccorso dal-
dogmi
?)
role
cipio diventa il culto dell'umanit della fine, l'amore per l'unit conduce all'amore della
scienza. Il punto di partenza anche
di arrivo
:
il
punto
la
operare
congiunzione.
L'ordine perfetto,
bile
:
la
concordia mira-
si
sente
bene
che
siamo
in
:
terra di
Viva De-
Dea Ragione
Ma
smo
zioni
le altre
del
razionali-
non
ci
assicurano della
il
saldezza
delle
fabbriche.
Come
metodo nella
folla
spesso di tro"^are
lit di certi filosofi.
COMTE
al
151
po' questo il caso di Augusto Comte. Mi pare ch'egli abbia messo insieme in bell'ordine una processione di sciocchezze. La prima e la maggiore, poich domina e
un
informa,
la
come vedemmo,
rifinivano
tutto
il
sistema,
del
se-
sciocchezza
umanitaria. I
filosofi
colo
XVIII non
il
per
il
maggiore bonheur
dit gerire
Comte crea
addirittura la formula,
imperativo categorico:
comanda,re e di aiutare
tutti,
che a loro dispetto. L'uomo non uomo se non in quanto partecipa della collettivit.
Ma
plica delle
strabili,
ma
finisce
Comte predica
il
suo nuovo
li-
amore per
gli
152
COMTE
h?.
uomini che
sione
nella
a.vuto la
carit
cristiana.
credente umile e amoroso, il quale, nel piccolo cerchio dolla sua vita, spezza il suo pane
e il suo mantGllo, divide il desco e il letto, con quelli che sono ancor pi miseri di lui. La massima comtiana non pi che il riflesso
cristiani.
Quand'egli parla
dell'umanit
cerca
di
due altruismi straordinaria. Mentre si posson desiderare quei bench non possedendoli e lodare .sentimenti benevoli e amorevoli che servono
differenza, cio, tra questi
La
infine, a tutti
com.ponenti, e mentre
non
ch,
possibile criticare
un sentimento,
sentimento,
poi-
per
il
fatto
di
esser
esso
sfugge alle ferite della ragion ragionante, non per da lodare e da non toccare una dot-
COMTE
153
Riduciamo,
infatti,
la teoria
umanitaria
:
ai
certi
uomini preferiscono quella forma particolare e superiore di egoismo che consiste nell'agire per altri uomini o per tutti gli uomini. In linguaggio comtiano il potere spirituale conduce al bene l'umanit . Ora questa teoria suppone due premesse e genera due conseguenze. Le due premesse sono eh' possibile conoscere i reali bisogni altrui e che tutti gli uomini hanno all' incirca gli stessi bisogni. Le due conseguenze sono che gli uomini sapendo che l'umanit ha il dovere di pensare a loro perderanno o indeboliranno lo stimolo maggiore dell'attivit umana, quello della propria responsabilit dinanzi
alla
vita,
che
mag-
giormente agiranno per i loro simili tanto meno agiranno per se stessi. Non necessario grande acume per scorgere che le due premesse son false e le conseguenze pericolose. Son false e d'una falsit profonda prodotta da una perfetta ignoranza
154
bisogni
umani son
positivisti
come
cominciano a essere dissimili e di una sempre progrediente diversit vie pi che l'uomo si avanza nel regno dell'umanit. Il positivismo, il quale vuol appunto aiutare il progresso dell'umanit, dovrebbe essere lui stesso un fattore di variet, un creatore cio di bisogni sempre
pi individuali e personali.
personali e individuali
i
minali,
ma
Ma
tanto pi sono
desideri e le neces-
maggiore la difha di penetrarli e conoscerli negli altri. Le anime sono difficilmente comunicabili anche quando son primitive e semplici quando poi diventano, com' naturale
sit degli spiriti e tanto
ficolt
che
si
pensare in un'umanit progredita e sviluppata, complesse e profonde, chiaro che la difficolt divien quasi impossibilit.
E infatti quello
singolari
i
malgrado
raffinati,
tutti
rimangono
e soltanto rivelano
in
qualche
guiz-
Ma
il
Comte,
COMTE
tanto amico
psicologia,
e
155
dell'unit quanto nemico della non sapeva n capiva tutto questo, comincia col volere imporre a tutti certi
meglio di noi stessi, sapere quello che ci conviene e ci manca. E le conseguenze di queste falsit sono, ho detto, pericolose. Infatti, pensate quando gli uomini sapranno che e' sopra di loro
:
pensa a guidarli, a nutrirli, a soccorrerli dove andr mai quello spirito di responsabilit personale, quel senso della necessit di combattere da s, per s, nella vita e nel mondo, che ha prodotto le pi grandi societ
della
terra
ignodi
rante, ozioso
non ha colpa
ma
che la colpa,
accadr di
come
prim.o
?
Tra-
mobile degli atti dall' individuo interessato personalmente a una collettivit interessata teoricamente significa strappare le radici pi fonde dell'operosit degli uomini,
sportare
il
158
COMTE
vicino
fidando
sulla
umanit,
questa
mondo
diverrebbe,
quando
ozioso convento. Ma non basta. sono degli uomini e dovrebbero esche agiscono per gli altri, questi ser tutti uomini, non a-vendo a loro disposizione che
silenzioso e
Se
ci
una certa somma di energia, quanto pi ne spenderanno per la cultura degli altri tanto mxcno ne spenderanno per la propria, quanto
pi vivranno per gli
altri tanto
meno vivranno
s. Ma tutta la vita dell' umanit non si non pu ridurre a un sistema di relazioni pu esser soltanto un dare e un avere. Le relazioni presuppongono dei termini fra i quali si stabiliscono, altrimenti non si concepiscono. Come pensare un filo sospeso che non sia attaccato a due punti ? Ora i termini e -rii quali avvengono i rapporti di donare cevere nei quali consiste, secondo Comte, tutta la vita sociale, sono appunto gli individui. Ma il valore dei rapporti dipende dal valore dei termini, cio una societ sar tanto mi-
per
COMTE
157
compongono, e se ci sono fra questi deuomini i quali vivendo per altrui non vivono abbastanza per se, cio non coltivano
gli
interamente tutte le potenze e le possibilit delle loro anime, naturale che le relazioni di cui essi sono un termine saranno inferiori a quello che sarebbero se vivessero ni pi
per
se
s.
il
serpe
felicit degli
giore
coloro
dell' attivit
umana
che dovrebbero far ricchi gli altri. L' umanitarismo comtiano, mala traduzione dell'amore cristiano, non sa far di meglio che
opporsi a ci che desidera.
il
11
suo castigo
:
saggi dei
tinuano
'a
sia
pure
positivisti, e con-
fare
Ma Comte, sospinto dal suo sotterraneo fondo cristiano, dal suo orgoglio di uomo che
158
COMTE
la
verit e vuole
im-
hanno
suggestionato
r individuo,
sofa e
vizi della
succedono.
Il
vi ricorderete di unit
di
gno
principii
per
il
bene della
leggi
le istituzioni e le
costumi
derivano
accordo da
tutti
Ma
il
nata in
dagli
non ha pensato se questa invocata unit sociale possibile e, quando fosse possibile, s' veramente utile. Intanto, s'egli fosse veramente l'uomo storico lodato dai suoi discepoli, l'avrebbe dovuto insospettire il fatto che una
e dalle velleit teocratiche e dominatrici,
tale unit di
s'
principii
generatrice di unit
in tutta
la
sociale
non
mai data
storia
COMTE
159
l'esemplare storico ch'egli poneva di continuo dinanzi agli occhi delle vittime dell' anarchia
occidentale era la societ cattolica del pieno
medioevo. Ma il Comte sapeva, voglio credere, abbastanza di storia per avvedersi che anche in codesto felice tempo del Papa signore
delle coscienze e della fede
sale
non mancarono n
n
le divisioni,
n
il
le guerre,
le fazioni,
Comte
felice
non
a questo
riguardo, pi
tran-
Ed
naturale che
non
ci sia stata
mai una
organata attorno ad un nucleo di principi unitari e comuni. Perch il sommo a cui pu arrivare la concordia teorica tra gli uomini nel determinare quali
societ solidamente
siano
fini,
e'
quali le
cose
desiderabili, cio
quello che
di pi generale e indeterminato,
ma
le discordie e le dissensioni
si
sorgono e
si tratti
si
affollano e
stabilire e
i
,
moltiplicano appena
di
specificare quali hanno da essere mezzi da raggiungere quei tali fini e quando si tratti di lottare Der ottenere una cosa de-
160
COMTE
piuttosto che
siderabile
un
altra
o per otte-
desi-
ma
ci
non
scuno cerca
d'
impedire che
gli altri
giungano
prima
di lui.
tudine che
teorici in
non formerebbe
l'
intende
e la vuole
istituzioni
il
non
vero che
teorici,
ma
i
contrario.
Giacch
degli uomini, indipendenti da qualsiasi assioma filosofico e da qualsiasi postulato scientifico, mentre il pi delle volte i principi generali a cui allude
il
Comte sono
la teorizzazione
La
teoria
non ha forse
i
joiuttosto
1'
uficio di
giustificare e regolare
che quando
c' dis-
COMTE
IGl
gli
uso,
E fosse pure superata codesta difficolt non sarebbe allontanato il danno grandissimo che
deriverebbe dal reale stabilirsi della perfetta
unit comtiana in un insieme di uomini. Per
vario,
spirituale
dovrebbero
imiDcdire ogni
esame
ogni
scoperta
imbarazzante, chiudere
ogni nuova
rivolta.
mezzo ogni
il
regno
morte.
,
Infatti
il
Comte, malgrado
il
la
sua fraseolo-
progresso solo in
quanto era rappresentato da lui, cio solo in quanto era un cambiamento rispetto al passato ma si arrestava l dove giungeva il suo pensiero. Progresso s, ma sopratutto or-
162
COMTE
dine nel
Ma dopo il suo rigorosamente interdetto farne altri. Tant' vero che il Comte credeva e voleva ultimo termine delle scienze ci ch'egli ne conosceva, cio lo stato delle scienze al tempo suo, e supponeva
quello di Comte.
che, tranne certe piccole aggiunte o mutazioni,
tutto sarebbe restato lo stesso.
tutti
quelli
era un
vatore,
dopo di lui, gli vanno cambiandosi e allargandosi cos il pensiero, anche quello sociale, si va particolarizzando. Era
la storia, avanti e
ma
ha dato
torto e
come
le scienze
destino del
battezzatore del
]X)Stivismo so-
meno
positive dottrine
possano inventare. Perch se positivo deve significare veramente, come dicono, ci che consta, non c'
si
che
costi
ci
giorni,
non
che
il
diverso.
Comte, cresciuto fra le matematiche, era disposto a credere che 1' unit semplificail
Ma
COMTE
trice fosse
il
163
segno e
il
non
si
accorgeva che
le
essere a quel
trici
modo
semplificatrici e unifica-
venzioni e
mediata.
nalisti,
Ma
razio-
da Platone a Leonardo e da Leonardo e Descartes, le matematiche rappresentano il sommo bene della conoscenza, 1' ideale supremo del sapere e perci scriveva che tutti mai problemi erano in fondo dei problemi tematici (I, 150; III, 414), che la matematica la vera logica universale (I, 130) e che perci anche le nozioni di qualit posson risolversi in nozioni di quantit
!
43)
il
zione contro
tempi, contro
t parziali a
monismo
la
radicale
dei nostri
le
riduzione di
tutte
uni-
una sola unit universale ma semplicemente perch egli ritiene che les moyens de 1' esprit humain sont trop faibles et r univers trop compliqu pour que une telle
Cio
la
se la
104
COMTE
potremmo
!
avere la fortuna e
la gloria di
raggiungere
Ma
il
Coxnte
s'
ingannava profondamente
quando sperava che le unit parziali delle classi fenomeniche e 1' unit e la concordia delle menti umane potessero ottenersi merc la scienza. E vero che il Comte non sperava questo prodigio dalla scienza com'era, in buona parte, ai tempi suoi, cio pervasa ancora dalle
finzioni teologiche e dalle
entit metafisiche
non costituita interamente in modo da corrispondere a tutta la serie ascendente dei fenomeni. Perch la scienza, cio, potesse aspirare aU'uificio di grande paciera al quale la destinava dovevano esser comil Comte
e ancora
dalla
scienza
e dalla filosofia
delle scienze) le
feticiste
dell'e-
b) restringere la scienza
alla constatazione
ed ultime e di
metafisici
e)
;
prime problemi
costituire positivamente
1'
ultima scienza
COMTE
165
onde
governo delil
piti e
Comte assegnava
i
com-
non solo non pu n sa liberarsi dal carattere maggiore dell'epoca teologica, cio dall' animismo, ma scopre ogni giorno nuove traccie e nuove invasioni della mentalit antropomorfica anche nelle regioni scientifiche che s' immaginavavano, per la loro astrattezza, pi immuni.
Sissignori, anche le scienze che
ritare
il
dopo che s' finito di stampare grande Cotirs de philo Sophie posiiive, di colpe teologiche e metafisiche. L'epoca del trionfi? positivo ancora un pietoso sogno dell'avvenire, un'aspettativa che non m.ostra nessuna
di sessant'anni
il
E come
siche,
166
COMTE
XVII secolo, sono state coltivate da da credenti e perfino da esegeti visionari e molte delle teorie che contengono hanno avuto origini teologiche. Il Mach, nella sua Meccanica, ci mostra il Napier, l'inventore dei logaritmi, ed autore nello stesso tempo di
giio del
teologi,
il
Pascal
geometra, asceta e apologista del cristianesimo Otto di Guericke, inventore della macchina pneumatica, ed autore di un tentativo
;
di accordo tra
il
miracolo
;
di
Giosu e
il
si-
stema di Copernico
il
teneva quasi pi ai suoi lisse che alia legge della gravitazione; Leibniz teologo e matematico Eulero che mescolava
;
senza pensarci, nelle sue famose Letres une princesse d' Allemagne le pi importanti questioni scientifiche
teologiche. Maupertuis,
il
principio del
colla
il
minimo
strarlo
plero,
stregoneria
La scienza moderna,
cio, stata
apparentemente pi
COMTE
positive, e infatti
il
167
le
ma-
somma
delle quan-
dell'
pri-
mo
ad accennarle,
della divinit.
Comte
stabilisce
tra
pensiero
teologico e pensiero
positivo.
Ma
morse
i
dell' analisi
per vederne
trasudare fuori
temuti
veleni
umani per spiegare le vicende della natura. Ora avviene che codesto carattere, eh' pi
specialmente proprio del pensiero primitivo, dove Tylor stato tra i primi a metterlo in vista, si ritrova nelle nostre scienze pi moderne, e non gi nelle loro parti accessorie e caduche, ma proprio nell'asse centrale che le sostiene e le anima. Il Tylor stesso, per quanto
si
selvag'gi
nelle sue
ri-
6S
COMTE
cerche sulla cultura primitiva, ha notato come sia animistico il nostro concetto di forza, cio
di qualcosa
se fosse
proprio luogo
tare nel
L'animismo, ho detto,
mondo
La
le qualit
ma
finalit e la coordinazione
lo spi-
cio,
teleologo e sintetico
agire co-
scientemente
fine
significa
agire in vista di un
organizzare
ordinare
dati
della
realt.
Ora
chi
la nostra
Il
il
grande
dice
Comte
potenze produttrici,
stituzione
ma
codesta so-
non
che
un
salto
dalla teologia
nella teologia.
La
mondo.
1'
dell'
universo
il
vicino a un
dell' universo,
COMTE
volta una
169
codesto piano.
La legge, insomma, ci avvicina terribilmente a Dio. Per lo meno essa tende a diventare, nel mondo delle cose, ima divinit essa stessa. S' immagina la legge non come
la descrizione abbreviata di certi
stanti,
rapporti co-
ma come
Il
qualcosa che
fa,
che
d.irige,
che regge.
Comte
stesso scrive
corrente-
soumis des lois e perfino dei filosofi si sono accorti che la legge dell'Evoluzione ormai diventata una
ipostasi, un' entit in
avvenuti
menti.
certi
cambiamenti e
adatta-
Ed
pi sfacciatamente, senza occuparci della sociologia ove ha dato origine a quella figliazione
Tutto
tutto
lit
il
il
darwinismo teleologo
fino all'ossa,
delle intenzioni pi o
fino le scienze fisiche
meno
personali, e per-
170
COMTE
delia
realt
in vista
quanto per
la finalit
E
duce
verso
1'
ristretti
orizzonti
della terra,
vive
le
trascina
verso
metafisico
role e verso le
logici.
son popolate da una folla d' invenzioni ingegnose, di piccoli gnomi intelligenti, di mostri immaginari, clie
Le. scienze
gii scienziati
la
stinato a criticare
mitici tomi,
rivela
le
pure invenzioni delle teorie sui gas dello Stefan Sir John Herschell afferma che le teorie di Marxwell sulle molecole hanno il ca;
Haeckel, Broca e Deiage hanno inventato di tutto punto degli animali che non hanno mai visto e che non sono mai esistiti, e il Mach
arriva a dire che la grandiosa concezione fisica
il
suo
mitologie
COMTE
siie
171
immaginarie
d'
una conoscenza
unila-
terale.
Pensate agii atomi, pensate alle cellule, agli non troverete strano che Del Pezzo dica che noi abbiamo un nuovo
bello e
Olimpo meno
tico.
meno
1'
Abbiamo
i
inventato
fluidi, gii
atomi,
movimenti vibratori
e vorticosi e ce
:
serviamo per ispiegar la natura Giuliano il Sofista propone addirittura la creazione di una mitologia delle scienze. E si potrebbe parlare, anche, di uno spiritismo delle scienze, giacch lo Stallo ha osservato che una delle abitudini mentali cone
muni
fra
gli
scienziati
sia
quella di voler
sottilizzan-
spiegare
un
fatto frazionandolo,
Quando
hanno
ridotto, cio
gazoso credono che sia meno imbarazzante, avendone fatto qualcosa di meno tangibile,
di pi extra-sensibile.
La
slessa illusione al
fondo della teoria della variabilit delle specie animali giacch si crede di aver spiegato
le
quando
le
varialenta-
172
COMTE
illusioni e alle
speranze
speranze
E
La
purtroppo,
fra
le
anche
scienza,
fatta,
d'
com' abbiamo
altro
visto, di
convenzioni e
riabile spirito
come qualunque
umano. La sua
delle
prodotto dello
simpatie
la successione
mode
e delle
Dinanzi a un teorema d'Euclide, esclamava il Comte, tutti son d'accordo, ma pochi anni dopo sorgevano Lobaceski, Riemann, Cantor
dunque, non solo non ci d la realt nel senso in cui l' intendono i positiviscienza
La
COMTE
sti
173
d neppure l'unit sognata e invocata da Comte. Del resto, tornando al suo sistema, facile accorgersi ehe non solo la scienza rimasta sempre, nei suoi stessi fondamenti, teologica e metafisica, ma che perfino il sistema comtiano animato da concezioni teologiche e metafisiche perfino Corate smentisce Comte, Non solo la sua filosofia invasa da idee
ci
:
ma non
mondo,
ma
alla sde-
gnata causa prima. Che il Comte sia impregnato d'idee finalistiche l'ammette perfino il Levy Bruhl nonostante ch'egli cerchi continuamente di trovare le concordanze del sistema comtiano, ma lo mostrano senza veli le sue frasi sulle idee di convergenza d' insieme e
di progresso nella biologia, e perfino nella chimica.
nella sociologia
Quanto
al
il
fatto
d' insistere
e cio rivelatrici di
lo
mostra ampiamente. Egli insisteva molto sulle leggi perch voleva che la loro ricerca fosse sostituita a quella inutile e vana delle cause finali e delle cause prime. Quanto
174
COMTE
alle
meno
?
mi pare che
,
caduto per
prima
causa
Una
come
tempo un
la
stessa.
cio
tutte le
ma
in se tra
ch non
ci
sarebbero
costanti se
non ci fossero delle cose che si succedono fra loro regolarmente. L' insieme
di queste cose, cio la totalit dell'esperienza,
come
credono gii agnostici ai quali pare, da certe frasi, che appartenga anche il Comte, o non ha nessuna causa, I fatti cio o sono fenomeni nel senso kantiano o sono fenomeni e noumeni insieme. Nel primo caso la loro causa, essendo la causa del tutto, non pu avere, per definizione, un antecedente e corrisponde perci al nel secondo caso i senso di causa prima
fatti
stessi,
tutti
nel loro
la
causa prima, e la
filosofia
COMTF
75
il
Comte, di ab-
Comte, che ha poi la sua pi ingenua espressione nella teoria del progresso, adattamento enciclopedista della Provvidenza
e sociale di
cristiana, e
1'
realmente alla causa prima e vi accorgerete che il Comte uno degli esem.pi migliori del
teologo nalgr
lu.
non era molto lontano dalle ambizioni di Comte, visto che egli ha finito col farsi fondatore di una nuova
religione.
Ma
la sua aspirazione
:
costante fu
ricordiamoci
Un' altra delle sue immaginazioni fu dunque la creazione della sociologia, la quale, dopo tanto tempo che ha ricevuto da lui un nome, ancora da creare. I sociologi oggi son considerati dai pi come autori di una letteratura noiosa e di pessimo genere per
quanto
migliaia
viste.
ce
di
ne
siano a
centinaia e scrivano
ri-
libri
e riempiano diecine di
Ma
la sociologia
176
COMTE
i
una scienza
fatti sociali
plessit cos
grande,
non da sperare
di trarne fuori ci che forma per il Comte r essenziale di una scienza, cio delle leggi. I fatti storici non si ripetono, essi sono per
eccellenza
fatti
coir astratta generalit, lo stesso che parlare, come nota argutamente il Croce, di monismo pluralistico o di quantit qualitativa.
leggi so-
traducono
concetti
delie
spirituali
indeterminate
evoluzione.
come
la
legge
dell'
anche quando
si
1'
si
sociologiche
tratterebbe di applicarle e
sparirebbe
scienza.
ad esempio, che la teoria del Mosca e Pareto secondo la qaale tutte le societ sono rette da una minoranza o casta dominante (classe politica o lite) sia
Ammettia,mo,
COMTE
177
che
gli
Anche
se tutti
uomini s'inchinassero reverenti dinanzi a questa verit non cesserebbero per i conflitti tra le varie classi o tra i vari individui per
appartenere alla
cio,
cavSta
ma
Del resto
zazione
quando
idee,
il
Comte
voluto
pas-
dimostrato di una
irrimediabile
ingenuit.
La sua marotte
fa,
come
tutti
sanno,
il
in-
tellettuale.
dopo
il
Comte, a Renan
lontananza dalla
grandissima
degli
i
Soltanto
tra
i
in-
genui
gni
idealisti,
vissuti
libri e
so-
solitari, potevano vagheggiare una si mile dominazione. Infatti gli intellettuali son
sempre pi
torto.
la classe dirigente,
Infatti
gli
178
COMTE
troppo amletici
per
riuscire
nell'
azione
troppo spesso
il
loro apriorismo
li
razionalista
portano a dar
uomini
tivi.
incolti, analfabeti,
ma
intuitivi
ed
at
facendo
vedere
la
conven-
la scienza,
una
ma
impensabile.
Almeno che
gli scien-
non seguano i fantastici consigli di Renan e non tengano occulti i loro potenti segreti onde spaventare e padroneggiare la turba degli uomini Ma il Comte non si cur neppure di pensare alla possibilit pratica di una tale aristocrazia.
egli la cre
Tranquillamente
destie ritrosette,
col sacerdozio
mo-
supremo
pontefice. Giac-
meglio la posizione dei suoi scienziati padroni,, persuaso negli ultimi anni della immensa importanza del sentimento, pens bene di creare un vero e prch per
consolidar
COMTE
prio culto.
179
povero Comte, ingenuo fino nell'imitazione di quel grande capolavoro di finezza e di^ profondit eh' la Chiesa cattolica, non pens che le due condizioni necessarie di una religione sono l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di misteriosamente suil
Ma
religione
che
che
Comte ha
sente
trascende,
pi o
la
meno
co-
scientemente
qualcosa
imitato,
lo
presenza di
eh'
insieme in
pu
ar-
rivare a confondersi.
il
codesta
esistenza superiore
manifestata
sulla terra in
fatto storico,
determinati,
E crede anche che questa manifestazione sia stata provata da segni di potenza, cio dai miracoli e dai prodigi compiuti da Cristo e dai suoi didel figlio stesso d'Iddio, in Palestina.
Tutto questo, com' chiaro, manca alla religione positivista di Comte. L'umanit eh'
180
COMTE
di
il
Dio
codesta
gelida
religione,
non
;
qualcosa di superiore o di
l'esser la
noi.
misterioso
un
somma
di
tanti
individui simili a
di
Ges per
cri-
buoni ideologi da tavolino, non davano ne potevano dare nessuna idea di potere straordinario, nessun
stiani.
Comte
suoi amici,
nessuna
sicurezza di una
rivelazione
religiosi
sovru-
mana ed
hanno
bisogno di una mano divina che li tenga, di una luce che li abbarbagli o di una nebbia
che
Il
li
avvolga e
il
Comte non pu
loro of-
frire niente di
simile.
suo
rato
non poteva
neppure
le
sono pi affascinate dalle cappelle occultiste e teosofiche e la sua chiesa, per quanto abbia un tempio a Parigi e alcune
classi colte, le quali
propaggini in Inghilterra e
Sud, non
Il
si
nell'
America
del
pu chiamare davvero n
stato
mili-
tante n trionfante.
Comte
dunque un profeta
fallito
COMTE
e
181
un pontefice abbandonato. E questo sarebbe poco male se fosse stato un gran filosofo. Ma noi abbiamo visto che le sue stesse concezioni dell' umanit e della scienza, cio quelle che hanno pi agito sulla cultura europea, sono delle sciocchezze circondate da illusioni e da inesattezze ed espresse in una prosa eterna e indigesta. Egli stato, come ho detto fin dal principio, un messia, ma non ha portato al mondo la Buona Novella. Il suo vangelo
diventato soltanto il vangelo della piccola borghesia semicolta e semiumanitaria. Predi-
cato in Francia,
si ri-
sapesse, cuchet.
Gustavo Flaubert. Sono, per chi non lo i signori Homais, Bouvard e Pe-
HERBERT SPENCER
ceramente
il
signor Prisuoi
Lo
il
signor Prichard
si
lasci
ma
lo deploro, so-
impiegato
dovette,
ai
per
la
comandi del signor Prichard, mala riuscita di codesto afdefinitivamente dalla sua ono-
fare, ritirarsi
Spencer aveva gi raggiunto, in due volte, un brillante stato di servizio. Nel 1837 egli era entrato nella stimabile compagnia ferroviaria di Carlo Fox e nello stesso anno eg-li
era destinato
alla
misurazione
delle subco-
186
SPENCER
1838, a
Wembly,
anno era stato promosso disegnatore a WorceGloucester-Birmingham. Ma lo attendevano pi alti destini. Il marzo 1840 lo aveva visto segretario dell'ingegnere capo Moorsom, a Powick, e in codesta qualit aveva costruito un ponte a Bromsgrove e aveva proster, sulla linea
Il
26 aprile
e la noia
compagnia Fox
pagnia,
ma
si
gua-
ed entra
al servizio di
Prichard.
in crisi e
ziato.
Ma
questi,
come ho
trova
modo
pi con-
SPENCER
187
forme
Compagnia
un posto
di
ri-
domand
di esser nomi-
ma non
riusc
ad ottenere
il
ormai perle
ammi-
lavoro
si
vendicava
del
mondo minacciando
un sistema.
tre maniere.
un
ufficio
in qualche officina, sarebbe potuto tornare a di matematica come nella sua prima giovinezza, avrebbe potuto, nella peggiore ipotesi, sposare una moglie ricca. Invece, trascinato non so da quali inopportuni
dar lezioni
filosofo, volle
il pronipote di Aristotele e il figlio di Comte, largire anche lui agli uomini la sintesi
del
mondo
la
visibile e invisibile.
spirito que-
188
SPENCER
la
morbo
nale,
ma
come
l'opera
Autobiography,
lo riconosce.
Ma parlandoci schietti
di
egli non era niente pi un bravo meccanico. Si debbono a lui, anzi, .alcune piccole invenzioni meccaniche, che non
SPENCER
189
hanno avuto fortuna, fra le altre un velocimetro e una sedia speciale per malati. Ma non per questo eh' io insisto sulla qualit di meccanico di Herbert Spencer. Io non ho del resto nessuna seria ragione per non
chiamarlo ingegnere disoccupato. Quello che a me importa sono i caratteri mentali che
presuppongono codeste
che
si
professiofii, caratteri
sono poi
infiltrati
Le idee che
praticit.
risveglia un
buon meccanico
e
meccanico cerca sempre di ottenere i massimi eifetti coi minimi mezzi; ama gli ordigni semplici e le formule chiare e la sua attivit tutta rivolta non a speculazioni o a dispute ma a ricercare i modi per fare a meno di un ingranaggio, per diminuire
;
Un buon
gli attriti,
per costringere
di
le forze naturali a
dare
lit
il
massimo
Le sue simpatie
infatti
per
e per il non intervento nella vita. Fornito di poca memoria, non adatto allo studio delle
lettere, della storia e delle lingue,
privo del
190
SPENCER
neralizzazione,
all'
unit.
La sua tendenza
fatti
comune,
filosofi
numero
il
sem-
quantitativo
dei
nostri
tempi ha trovato
nifesto.
suo pi elefantesco
ma-
Ma
fuori
se
nella sintesi
il
soprattutto
morale appare piuttosto il praman. Fra le ragioni dell' inconoscibile, ad esempio, e' anche quella di toglier di mezzo le dispute teologiche o scientifico-religiose, che fanno perder tanto tempo agli inglesi, e, apparentemente, con tanto poco frutto. La famiglia dello Spencer era una specie
sica e nella
ctical
di
museo
religioso
degli ugonotti,
degli
metodisti e
SPENCER
degli anglicani.
chero, sua
e
Il
191
padre
di
un altro zio seguace della setta ascetica di Cambridge. Egli aveva dovuto assistere a funzioni religiose diverse, a dispute teologiche in
tutte le musiche, e perci dovette pensare che
si
che non
che si riferiscono a cose che posson provare e che non servono a niente per gli interessi terreni. Egli non poteva negare d'un tra,tto, in un paese come l'Indesto genere,
non
ghilterra,
il
mondo
uomo
ma
cos
che
tutti
almeno di metterlo in disparte, non se ne potesse pi parlare, fossero d'accordo almeno nello
esiste. Il
affermare che
ticismo.
suo agnosticismo fu
Ma
rileva
ancora meglio
d'
intervento dell'au-
192
SPENCER
umana. Lo Spencer, redattore capo del liberista Econom^, segretario di una sezione della lega cartista, antisocialista deciso, ha conservato tutta la vita il suo odio per le leggi che vengono
agli attriti fra le cose e la volont
terminata
tre,
che
le leggi naturali
fossero inimitabili
e, in fondo,
gran sospetto le leggi umane, le quali vorrebbero modificare la natura. Noai voleva, da esj)erto meccanico, che succedessero elisioni di forze
ottime
;
e perci
aveva
in
mondo
e la volont dell'
uomo.
questo individualismo apparente che reale e come questa concezione troppo ottimista della natura si ac-
compagni con un'idea troppo pessimista della potenza umana, ma intanto innegabile l'intenzione
antilegislativa
antistatale
della
mente spenceriana,
in altre questioni,
ispirata, in
questa
come
da preoccupazioni i3ratiche
di
una
praticit,
aggiungiamo per,
di vista
corta.
SPENCER
193
Tali eran dunque i fondi spirituali che l'ex-ingegnere Spencer apportava alla filosofia. L' Inghilterra e l'America, paesi dove i
e i pratici fanno buona fortuna, resero fruttifera la sua filosofia d liegcanico disoccupato e fino agli ultimi anni egli prefer
mecjpanici
un po' rallegrata dalle conversazioni, dai viaggi e dagli sports. Per lunghissimi anni questo onesto celibe non fu preoccupato che da tre cose dallo stato della sua salute,
nino,
:
dalla
pesca
dalla filosofia
sintetica.
La
sua salute resist fino a ottantadue anni, e la sua pesca non fu disgraziata, soprattutto in
Iscozia,
dove trov
in
grande abbondanza
le
trote di acqua corrente. Quanto alla filosofia la sua soddisfazione non fu minore e forse credette, come tanti altri produttori e venditori di sistemi, di aver
scritto l'ultimo ca-
pitolo della
Io cerchef, ora, di persuadere me stesso e gli altri quanto poco ultima e quanto poco
13
194
SPENCER
fosse la
filosofia
ziosa sintesi.
IL
Il
quello di far
delle
che tutte
le parti e particelle
deve badare che tutti *i pezzi combacino insieme esattamente che gli ingranaggi siano che i movimenti siano armonici e perfetti regolari. necessario ch'egli ottenga la mas; ;
sima coordinazi(me
degli elementi.
Non
faccia
!
il
che non sa conciliare Non accuser lo Spencer di essersi sottratto a questo sacro dovere. Anche quando s'
fatto filosofo
ha serbato
la
intatto
il
suo amore
concilia-
no e r interno, tra 1' idealismo e il realismo o tra Locke e Kant, tra la morale e la vita, tra Bentham e Humboldt, tra l' individuo
e la societ.
dell'antitesi, del
SPENCER
contrasto, della discordia.
195
levavano di fronte e sembravano irriducibili, appariva lo Spencer colla sua larga faccia di 7naifre d'hotel, si sedeva come arbitro e cercava premurosamente un filo, una
due teorie
si
un ponte, una parola, una formula per riunire gli opposti. Qualche volta il filo si rompeva, il ponte cedeva, la parola era
passerella,
ma
Spenl'e-
non
si
accorgeva
di nulla e
continuava
nella sua opera di accordatore con tutta roica tranquillit degli sciocchi.
Il
un
dell'io
priori
criticismo.
L'inconoscibile
si
Amici
miei,
avete ragione,
e'
questo
mistero in me
agli
scienziati
:
un
mistero nel
si
mondo
voltava a sinistra
e diceva
Cari ragazzi,
non
l'ai
dite che
non
si
196
SPENCER
di l
un impenetrabile mistero
di cui
non
giova occuparsi.
e
La stessa politica seguiva l'eredit tra Kant Locke sussurrando al primo: Va prz'orz esici
ste,
noi
stessi
:
nascendo
lo
morm.orando
i
al se-
condo
ma
per non
furono per
nostri antichissi-
mi progenitori che
cellente
le trassero dall'esperienza.
capo sopra
di
ma
te a chi vuol
vedere in faccia le questioni senza paure e senza stanchezze. Infatti esso consiste neir immaginare qualcosa che non esiste o non si capisce e nel metterla in mezzo, colle
due mani distese, per legare due tesi contradad uno stesso circuito di verit. Ma ciS che non esiste o non significa nulla non pu essere un laccio potente i fantasmi non posditorie
:
corpi
Ho
gi fatto, a proposito
di
Kant,
la
cri-
SPENCER
tica dell'inconoscibile e
197
non voglio
e
1'
ripeterla.
dif-
noumeno
inconoscibile
cos
ma
le differenze
grandi da
fondo comune e la comune e 1' affermazione di un mondo di cui si dichiara conoscere l' esistenza e le manifestazioni ma che si pretende
sommergere
fondamentale
antitesi,
Ma
la cono-
suoi effetti,
il
suo
Conoscere una cosa significa prevedere ci che essa far. Ora se il conoscibile l' insieme delle
di
modo
agire e di comportarsi.
O
il
non son fatte certo per dabben uomini i quali vedevano nell'agnosticismo il solo mezzo per imQueste
deduzioni
consolare quei
198
SPENCER
Anche
molti di costoro
si
sono av-
visti che codesta conciliazione si riduceva in fondo a una esortazione al silenzio. Lo Spencer proibiva ai teologi ed ai metafisici di parlare
un
il
silenzio,
giacch
impossibile ogni disputa su cose di cui si conviene di non parlar mai. In codesto modo il
mutismo diventa
la
massima
virt filosofica.
Ma
di possibile e di concepibile lo
Spencer non
potrebbe vantarsi di aver messo l'accordo tra la scienza e la religione. La ragione sem-
Spencer non sapeva cosa fosse la Per lui essa non era altro che una teoria del mondo, una cosmogonia, una filosofia: leaving out the accompanying moral code, which is in ali cases a supplementary
plicissima
religione.
:
is
definable as an
{ i
)
ebraica e cristiana
i
Genesi. Tutto
resto
morale,
14.
SPENCER
199
non esiste o non che amore, sentimento un supplemento, una quantt negligeable. Questa concezione cos angustamente intellettualista dimostra come il vecchio meccanico evoluzionista
gioso,
di
non
sia
mai
stato reli-
ma
certa;
universo e di
quella
indicibile
dello
straordinario
fede
nella realt di un
mondo
;
pi grande e vero
del
mondo
attuale
quell'
eccitamento a una
,
che costituisce lo spirito religioso. Le religioni sono dei moduli di vita grande e felice delle officine di forza morale delle arma; ;
delle
metafisiche
ma
le
nucleo,
il
fuoco,
il
e l'efficacia. Sotto
cosmogonie, con riti e dogmi diversi ci possono essere delle anime religiose equivalenti. Tutto pu essere vissuto religiosamente anche la vita della carne. La sensualit bC'
:
20U
SPENCER
stiale di
Rabelais ha dei
al
riflessi mistici
per-
ch spinta
massimo
e la sensualit morale di Tolstoi, di colui che Merejkowski chiama il santificatore della carne, giunta fino al misticismo dell'amore. Ogni passione, ogni idea, ogni credenza pu giungere allo stadio religioso. La religione non qualcosa a parte accanto alle altre cose un grado dello spirito umano, una temperatura la sfera pi alta alla quale tutto pu fondere del fuoco di Dante e di Pascal. Ogni religione dunque il rivestimento formale di una pi grande e degna vita. Le cosmogonie ch'esse implicano (quando pure ne contengano, perch di alcune, come il Buddhismo, si pu dire che ne mancano e il Cristianesimo ha tolta la sua al Giudaismo) non sono che espressioni transitorie di un insieme
;
di sensazioni e di sentimenti
e di tutti
tempi.
significa
Essere religiosi
potenza superiore alla quale vogliamo riunirci, e non significa aver delle idee astratte sulla costituzione dell' universo. Per conciliare la scienza e la
religione
tra
dunque mostrare
l'
identit
bisognerebbe i sentimenti
SPBNER
di
201
il
tri
pace e di forza che formano la viva carne vivo sangue della religione e quegli alsentimenti che movono e reggono lo scienconciliazione di Spencer
, tutt'al
ziato.
La
pi, tra
siccome la metafisica una scienza in formazione e la scienza implica una metafisica l'accordo non difficile e in realt non accorda nulla.
la metafisica e la scienza
ma
massimi
che la conciliazione per mezzo dei concetti generalissimi di una pericolosa facilit. Basta allargare il senso di una parola fino a fa,rci rientrare anche il suo
Principles,
7) e si sa
Lo Spencer ha preso
la
parola mistero
ha fatto entrare tanto la credenza degli uomini religiosi in un mondo spirituale come r insieme dei termini inconcepibili della metafisica scientifica. Ma non s' accorto che per il credente il mondo divino non nel' vero senso un mistero ma eh' , anzi, la vera
e ci
202
SPENCER
non ha visto che le idee ultime Tempo, ecc.) sono inconcepibili e misteriose quando si cerchino delle definizioni dogmatiche ma sono chiarissime quando sono interpretate pragmatisticamente, cio come nomi di certe classi di fatti avveriale
quando
si
vuol
darne
si
una
defini-
zione
essenziale
quando
vuol riportare a
rissimo quando
qualche altro concetto pi vasto, ma chiasi chiami materia tutto ci che io prevedo opporr resistenza a certi miei
movimenti.
conciliato
ef-
non vale niente pi del suo maggior fratello, il noumeno. Il Kant aveva la scusa di saper bene ci che voleva salvare, cio la morale, ma lo Spencer ha l'aggravante di non avere idea di ci che voleva 'conciliare, cio della religione. Il borghese e il meccanico non hanno vinto la partita ma il primo meritava la sconfitta meno del seprodotti,
SPENCER
203
gere
III.
Ma
lasciamo stare,
e
1'
una buona
volta, e
il
Noumeno
Inconoscibile.
La
gloria di Her-
nome nuovo
ai
il
di
Egli
1'
uomo
del
concreto,
E
1'
tale egli fu o
Una
egli
volta
si
messo a posto
che
sue
Inconoscibile
il
:
non
occup
del conoscibile e
resultato
delle
204
SPENCER
l'acqua di catrame esisteva innanzi a Ber-
come
keley.
Ma il
merito
dell'
uno
e dell' altro fu di
rendere universale e popolare quello eh' era fino allora nascosto e poco noto. Nei presocratici si
zioniste
dimostra
lo
come
rito
rali
l'evoluzione
il
non
sia,
come credeva
Spencer,
dello spi-
umano,
ma
fa,nno
del-
l'attivit
mondo.
Ma
codeste intuizioni
non erano mai state applicate di proposito a domini particolari, non erano state consacrate
in qualche enunciato abbastanza oscuro e ab-
un tempo in cui si cominciava a fare la prima cosa e fece per conto suo la seconda. La prima idea non l'ebbe probabilmente n dai naturalisti greci n da quelli francesi pi vicini a lui, ma dall'economia politica. Da questa impar che
Lo Spencer
filosof in
il
progresso
la
di-
anche in biologia e
le teorie
em-
briologiche del
e
lo
Von Baer
L'
io
incoraggiarono
la
persuasero.
economia e
biologa
SPENCER
205
erano abbastanza diverse fra loro per indurre lo Spencer a proseguire le sue estensioni e le sue generalizzazioni e nei Princtples of
L' esser venuto a queste idee prima del gran libro del Darwin (1859) ^^ sempre per lui un gran titolo di gloria e si pu insinuare facilmente che il successo di quello che fu
C'era infatti una bella diversit tra la tenacia modesta del Darwin il quale, come un Dio,
aspettava tranquillamente
resultati di espe-
rienze che dovevano durare lunghi anni e la temeraria agilit colla quale lo Spencer si get-
da cucire tutto
il
mondo.
si
pu chiamare
il
ma
si
pu chiamarlo sinceramente
filosofo
XVIII,
il
1'
Enimiickelung dei
metafisici tedeschi e
206
SPENCER
XIX
deve a
lui di esser
apparsa lo specidifficili,
questioni
la mi-
catrame per tutti i malanni racolosa acqua della mente. Spencer ebbe la potenza di farne
di
il
modulo obbligato di tutte le ricerche stoil motivo permanente di tutte le teorie il moi de la fin di tutte le fedi naturalistiche
riche
; ;
e di tutte le filosofie.
Cos'
e meravigliosa
tutta
la
cultura
della
razza
bianca
Tutti
chia concezione.
geneo (evoluzione) e col ritorno dell'eterogeneo all'omogeneo (dissoluzione). L'evoluzione un' integrazione di materia riporto anch' io il celebre enunciato accompagnata da una dissipazione di movimento durante la quale la materia passa da una omogeneit indefinita, incoerente, a una eterogeneit definita, coerente e durante la quale il movimento contenuto subisce una trasformazione paral-
lela
La
:
dissoluzione, naturalmente,
il
con-
trario
assorbimento di
moto
e dissipazione
SPENCER
di materia che
207
conduce
dall'
eterogeneit alla
evoluzione.
all'
Essa significa, dunque, passaggio dall'omogeneo air eterogeneo, dall' indefinito al definito, dalla confusione all'ordine. Omogeneo non significa altro che identico,
eguale a s stesso,
differente,
in
vario.
tradurre
chiamarlo generale
sale e far lo
stesso
coli'
marlo particolare. sola, unica, indefi, dunque, una cosa nita, e ci sono delle cose molteplici, diverse, definite. La legge spenceriana ci dice che
questa
plici,
l'
cio
che
il
mondo
il
passaggio dal-
verso.
(i)
Ecco
testo
preciso: Evolution
dissipation
is
an
integration
;
of
raatter
and concomitant
raatter passes
of motion
during
which the
mogeneity
from an indefinite,
incoherent ho;
and during
transforma-
eh.
XVII,
145).
208
SPENCER
cose
abbiamo l'evoluzione quando pi cose diverse si fondono in una cosa sola abbiamo la dissoluzione. Il mondo, cio, va
diverse
;
dall'
? Vuol dire che ci sono delle cose eguali e delle cose diseguali,
Questa
la
La formula che ho
grosse parole
d'
riportata,
malgrado
le
sue
integrazione e dissipazione,
in-
formare molte combinazioni cio complicare, diversificare spender moto significa agire, cio cambiare, diversificare. Vale a dire che integrazione di materia e dissipazione di moto non significano altro che produzione di differenze come la dissipazione di materia (cio sparizione degli aggregati diversi) e l'assorbi-
mento del moto (cio la quiete) significano avviamento all'unicit. Sia parlando il linguaggio logico sia il linguaggio fisico non si pu
trovar altro sotto la celebre formula.
SPENCER
piccola cosa.
209
Che
ci
nuovo
spiegare
gio dall'omogeneo
rogeneo all'omogeneo. Ma questo, n Spencer n altri 1' ha fatto ed e impossibile farlo. Si pu dire che una tal cosa che sembrava omogenea diviene, separata od avvicinata da altre cose, un insieme di cose diverse si pu descrivere come una collezione di cose diverse si fonda, per l' influenza di qualche altra cosa, in una cosa unica e identica ma impossibile stabilire una legge di tutti questi passaggi e mutamenti la quale sia uni;
per
tutti
casi,
nello
stesso
scire,
truism.
Il
sterioso.
sempre come qualcosa di prodigioso e di miNoi non vediamo che contatti e distac-
210
SPENCER
menti.
Di
ragione,
perch sono i fatti ultimi, sui quali bisogna costruire senza domandare stupidamente cosa ci sia al di l, e ogni tentativo di rivelare il
segreto di queste trasformazioni o un salto
dell' immaginario e dell' inconceoppure si riduce, come nel caso di Spencer, all' ingenua affermazione che succedono queste trasformazioni. Questo fa s che la teoria evoluzionista non molto pi scientifica, se ben si guarda, di quella creazionista. La causa un antecedente
nel
mondo
pibile
un certo stato di un ogresta sempre buio. L' ipotesi creazionista salta in una sola volta quest'abisso. Immagina un grande antecedente: Dio, che ha un grande susseguente: il mondo. L' ipotesi evoluzionista invece pi lenta ed ipocrita, e immagina un' infinit di
di pi. L'abisso tra
per
spiegare
il
sorgere
delle cose.
Il
miracolo, Benvogliamo
a cui non
le teorie
:
e'
ma
creazione
il
miracolo
SPENCER
tutto
211
ad un
tratto,
pi grandiosa e pi poetica,
ci d damente, di
zione
il
soppiatto,
miracolo
in
pil-
lole.
La difficolt che Spencer avrebbe dovuto superare era molto pi grave di quella che si presenta a colui che vuol spiegare la produzione di eterogenei nuovi quando
esistono
altri. Infatti lo
gi ne
risalire,
Spencer deve
tutto
1'
logicamente,
al
enorme
nostro
compone
il
universo. Spiegare
come
pu essere un tour de force di alta ma non possibile per chi crede che non basta mettere insieme un certo numero di parole colle iniziali maiuscole per
lui
neo che
si
sia
differenziato
scuola hegeliana
contentare tutti
cervelli.
omogeneo in principio e allora non si capisce come una parte di questo omogeneo sia cambiato, dal momento che non
tutto era
poteva essere influenzato che da parti idenoppure e' era qualcosa di etetiche ad esso rogeneo fin dal principio e allora non vero
;
212
SPENCER
tutti gli
che
geneo
e resta da spiegare
di
cui
para
spesso
si
Spencer non
fin
si
comprende che
quando
bile
ammettano
manifestazioni
;
cio si
1'
venga
:
creda
che qualcosa d'eterogeneo esisteva anche prima the several parts of any homogeneous aggregation are necessarily exposed to different forces that differ either i kind or amount and being exposed to different forces they are of necessity dififerently modified
[Fzrst Principles, 149).
Cominciando
coll'af-
vuol
allo scopo.
Qual' dunque
ragione
della
fortuna
facile
indo-
una ragione religiosa. Gli uomini hanno bisogno di certe concezioni teologiche e quelli che lasciano le antiche si gettano con
vinarlo
SPENCER
tanta maggiore avidit sulle
213
nuove. L'evolu-
come
so-
uomini
il
colti e semicolti
che non
avevano pi
antico noiTie.
Abbiamo
la
visto come 1' Evoluzione appaia legge misteriosa che governa tutte le cose,
fac-
cia le funzioni di causa universale di tutto ci che accade e come lo Spencer le abbia dato fra i suoi uffici anche quello di portare l'ordine e la coerenza nel mondo confuso e incoerente.
Essa dunque la creatrice e l'ordinatrice qualcosa di prossimo al Notes dei presocratici o al saggio Logos degli alessandrini. Ce n'era gi abbastanza per prendere il posto d'Iddio, ma lo Spencer v' aggiunse anche 1' ultimo dono e la riavvicin alla Provvidenza cristiana, dandole per missione di portare la perfezione e la felicit nel mondo. Esaminando i vari caratteri dell'Evoluzione, scrive egli, noi troviamo a warrant for the belief that Evolution can end only in the greatest perfection and the most complete happiness.
214
SPENCER
ritorno al para!
dello
le sole
tempo
V.
Herbert Spencer fu chiamato molte volte r Aristotele dei tempi moderni. In lui non e' era soltanto, infatti, un meccanico e un metafisico ma anche un biologo, uno psicologo, un sociologo, un politico, un moralista e tutte codeste sue incarnazioni ebbero gloria e fortuna.
Io
mi permetto per
di
non occuparmi
af-
fatto della
gia. So benissimo che i Principles of Biology sono uno dei pi suggestivi e dei meglio costrutti fra i suoi libri e che in essi dette or-
dine e
corpo per
la
prima volta a
teorie e
monche
e'
nella
di
Sl'HNCER
215
nuovo
passata,
didattici
e l'organamento, che
ha dei meriti
il
ma
valore
I
filosofico.
hanno un
della evodi fuori
interesse storico
come documento
ma al
messa come armatura di tutta non c' nessuna veduta particolare che sia rimasta vittoriosa fino ad ora. Lo Spencer, vero, teneva molto *a quella
al
complesso
la vita spirituale
sua idea
l'
dell' intelligenza
come prodotto
all'esterno;
del-
adattamento
si
dell'interno
ma
quando
inner
to
the outer
order
intelligence
consists, (i)
si
innanzi giacch
questa conformity consista e in che modo ne possiamo giudicare noi, che non conosciamo altro che 1' inner. Questa conformit vuol dire copia, vuol dire previsione esatta, vuol dire possibilit di azione? Chi ne sa nulla? Anche
1S70
2.
voi. I, pag.
410.
216
SPENCER
la sua
famosa
"priori
sperimentale
deir
abbastanza enigmatica.
si
La
co-
forma a poco a poco con l'adattamento dello spirito alle cose. Questo adattamento produce certe abitudini che
noscenza, egli afferma,
si
trasmettono
coli'
primi
La spiegazione
ingegnosa ma non persuasiva perch fa pensare a due questioni difficilmente solubili: prima di tutto in che modo misterioso 1' oggetto, supposto eterogeneo al soggetto, dia la prima volta queste forme della conoscenza; e in secondo luogo come sia possibile la trasmissione ereditaria delle esperienze accumulate, quando l'eredit resta uno dei fatti pi oscuri anche quando si tratta soltanto di eredit anatomica e fisiologica. Queste teorie, che hanno avuta la loro mezz'ora di gloria e di adorazione, non sono abbastanza importanti da meritare che ci si fermi a sezionarle come invece bisognerebbe fare, anche per riguardo all' influenza pratica che hanno avuta, delle sue vedute sociali e morali. Non intendo parlare naturalmente della sua sociologia organicista, imbastita troppo in fretta
SPENCER
dietro
le
217
ma
rapporti tra
quello
uomo
che s' chiamato l'individualismo spenceriano. Queste opinioni sono ancora abbastanza popolari e non e' bisogno di riferirle tutti co:
noscono
le
sue teorie
venienza che c' a far coincidere la morale colle esigenze delle leggi della natura. Ma
non
o
tutti si
teorie
sono, se
non
il
contrario,
almeno
dall' individualismo.
Gi
la
mente
di
personale.
Come
tutti
mosso
da istinti monistici, e l'evoluzione gli serve per dimostrare 1' identit primitiva di tutte le cose,, e per provare come cresce, col procedere di essa, la dipendenza fra tutte le cose (i).
(i)
From
of development
veral
raarked by the
a
degree
which the
.
se-
parts
constitute
cooperative assemblage
{First
Principles, eh.
XIV,
115).
218
SPENCER
lo stato, vero,
Egli ha combattuto
ma
'
ha
non in quanto una limitazione di libert anche quando funziona bene, anzi pi grande ancora quando funziona bene. Egli ha combattuto lo stato ma non ha combattuto n la societ in genere n i vari gruppi umani, n tutte le altre forme di schiavit collettiva, conscia ed inconscia, di cui tutti siamo pi o
meno
vittime.
giustificato
1'
Ha
egoismo
ma
in
poi,
quanto
coordi-
all'
azione che
contribuisce al benessere
simo numero.
Il
sono per
non
di parole, che
quella della
dominio di pochi, cio 1' imperialismo. Egli combatt ambedue queste concezioni della vita umana e non volle riconoscerle come figlie egualmente legittime dei suoi timidi postulati libertari.
SPENCER
219
Chi non pu
bero, cio
il
sperare di essere
si
il
solo
li-
solo forte,
il
fa rivoltoso
chi
il
pu sperare
esitanti,
di essere
solo
combattuti tra
Vangelo e
i
i
la lotta
veri in-
pedanti
n' un'altra e
di
pi grave.
nell'idea che
impregna
tutta la sua
si pu formulare con questo imperativo Fate che le vostre azioni sian quelle che la natura permette. Vogliate ci che voglion le cose . Qual' il senso di questa morale ? Il
spontaneamente di soddisfare. Codesta morale la morale del non intervento, la morale delle braccia incrociate^ delle
occupa
mani
dell'
le sue leggi.
L'uomo
buono,
il
mondo
ot-
220
SPENCER
questi sciocchi pa-
Anche
forma
il
ri-
uomini,
non
forse
una
che esiste, questa renitenza a contrapporre r uomo al mondo, lo spirito alle cose co-
me una
trice
?
Ma
sche
lo
imitatori
fra
Spencer e
tutti
suoi precursori
della natura e' anche quella che spinge l'uomo a cambiare ci che lo circonda, ad
adattare le cose
La nuova
la
biologia (Quinton)
dei
dimostra come
sia
il
caratteristica
vertebrati
loro
le loro condi-
mutamenti
dell' esterno, e la
nuova
filosofia,
Lo Soencer,
SPENCER
tore, col
221
ciare e soffocare.
VI
FEDERICO NIETZSCHE
Con quante
raventi, con
quante trine
graziose Federico
Nietzsche ha cercato di nascondere il suo triCon quale involontaria malizia ste segreto
!
al
quale diabolico
di rug-
accompagnamento
giti di leoni, di
in
tempo accelerato
!
Ma
grado
gli
tutto ci
le
ampi
crescendi
e pic-
delle sinfonie
cola parola
sta
in
una sola
il
parola debolezza!
.
Perch sorridete
Forse perch
Nietzsche
22(5
NIETZSCHE
inni alla
forza
Ma
precisamente
oh' egli fu
son sicuro
un
malinconica estensione
della
ma
Veraper
molte altre ragioni che dir immediatamente. Io mi vergognerei di sbrigarmi della filosofia del
il
tecnico e
rammollimento ereditario e sulla paralisi progressiva, come hanno fatto volentieri molti uomini seri, medici o no. Ma impossibile non tener conto che dal 1870 fino alla morte
sul
la salute del Nietzsche stata
molto cattiva.
1'
Egli stato
sempre
oscillante tra
eccita-
mento
e le ricadute, tormentato
degli
effetti,
pra la sua attivit intellettuale. Fanciullo era cagionevole e delicato uomo, dopo la malattia presa nelle ambulanze di Metz, stato
;
faccie
NIETZSCHR
quelli poi
227
che
le
vono
tanto
l'elogio della
salute
i
sani
lieti
alla pi alta
potenza per
il
soltanto
hanno
continuamente degli alti e dei bassi, delle convalescenze e delle ricadute, comprendono la grande importanza del corpo e della salute del corpo soltanto i malinconici fuggiaschi del pessimismo sentono il bisogno di consi-
deter-
malati,
tristi,
hanno
la paura,
il
somma, che ricorda troppo il loro stato medesimo. I forti, i sani non provano nessun ribrezzo a entrare negli ospedali, a visitare le
anatomiche o i campi di battaglia, ma coloro che si sentono minacciati o minati da qualche morbo tremano e s' impressionano anche solo leggendo un trattato di patologia.
sale
228
NIETZSCHE
che sono
schiana,
si
morbosit,
il
teoria, o forse
a forza di fede
il
mi pare che
pen-
un caso classico di applicazione involontaria del Wili to Believe : sentendosi fiacco e infermo il Nietzsche ha voluto credere all' energia ed esaltare la sanit colla
segreta
1'
speranza di
e
1'
acquistare o
riacquistare
una
altra.
Non celebriamo
di posse?
noi piuttosto ci
che desideriamo
Ma
rimasta
puramente verbale
e perci questa
massimo
come
ha
non
teoria,
ha
fatto la letteratura e
NIETZSCHE
229
e del fatto.
Ha
mondo,
nell'azione, quelle
per
Il
il
impigliato nelle parole, e invece di un creatore di nuove forme di esistenza egli stato un disperato e solitario cercatore di cono-
scenza
egli,
1'
ammiquei
ri-
praticamente di ci che
e e allora,
come
non ha
sparmiato l'odio e le invettive, si rifugiato anche lui in ci che non e ancora, nell' avvenire. Il presente e il passato sulla terra ci per 7ne insopportaah, amici miei
bile
non
fossi
un
veggente di ci che deve venire (VI, 205) cosi parla Zarathustra, colui che dice di essere un ponte per l'avvenire (eine Bruche zur Zukufift). Egli ha voluto insegnare agli uomini il senso della terra ma non ha sa-
230
NIETZSCHE
piito
imparare
il
Egli
si
stato preoccupato,
come
tutti quelli
che
dall'
idea di
i<
come
compiaciuto dei
che gli
ha
giamento delle profezie. E avesse almeno proclamata sempre, nella sua filosofia, la necessit di fare e di cambiare! Invece anche nelle -teorie pi astratte, dove egli avrebbe potuto compensare la sua
inattitudine allo sforzo con qualche bella vo-
bolezza
si
stende sopra
le
metafore energiche
solo
si
Non
conosce
in-
ma
afferma
.
1'
ci che
La sua
NIETZSCHE
231
son sacri,
bili.
sono intangipezzo di
L'
uomo deve
ridiventare un
non deve cercare di migliorare s stesso. Tutto quello che c' da fare oggi di distruggere tutto ci che gli uomini hanno
natura e
creato per
modificarsi (morali,
leggi ecc.) e
Come
senso
d'
Juto di modificare
non provenga da un oscuro hnpotenza di modificare, cio da una radicale persuasione di debolezza dinanzi alle
?
Tanto pi che questa impotenza del Nietzsche si manifesta non solo nel fondo del suo pensiero ma anche nel modo col quale lo
esprime.
La sua
che
volubilit
gli
(segno di
la
facile
stanchezza)
fece preferire
;
forma
frammentaria e aforistica
la
sua incapacit a
veva che
la sua riluttanza a
di
232
NIETZSCHE
buoni argomenti per supporre una mancanza di 7nperium mentale, riflesso della fiacchezza
generale del
filosofo.
prova pi inaspettata di questa fiacchezza consiste, secondo me, nella sua incapacit ad essere veramente ed autenticamente originale. Le forme pi alte e pi difficili di originalit sono certamente queste due trovare nuove interpretazioni e soluzioni di problemi antichi, e porre nuovi problemi, aprire strade assolutamente sconosciute. Il Nietzsche invece ha scelto le forme di originalit pi comode e pi agevoli: il rovesciamento delle
la
:
Ma
dottrine esistenti e
l'abbigliamento brillante-
Di fronte
ai moralisti
ai cristiani
il
che cercano
corpo
il
la vita
di fronte
il
che cercano
ai
bene ha lodato
male gano n a
di fronte
pessimisti
che rinne-
quando stato un'eco vera e propria, non ha voluto rimandare collo stesso
un'eco.
ma
tono
le
Guyau
NIETZSCHE
233
le
imprese
ha dunque seguito
faticose
meno
della
originalit e
non ha
domande n
la
lare agli
domanda. La sua
fondo
filosofia stata
confessione
la
vita.
II.
Il
ci offre
lo spettacolo singolare di
una immaginazione, di una rettorica, di un'arguzia perpetuamente instancabili nel preparare nuovi costumi. Dalla Geburt der Tradi
gdie (187
als
1)
.zl\'
Homer
Weitkmp/er
fino al
Wille zur
234
NIETZSCHE
Macht
(i888y, che avrebbe dovuto essere il gran testamento dottrinale, Nietzsche vis-
ha
ripetute, dimostrate,
commentate,
mai a cambiarle o ad accrescerle. In certi libri le ha espresse pi timidain certi mente e in altri pi liricamente periodi le ha volute affermare colla fredda sottigliezza del dialettico, in certi altri le ha
le
ha sussurrate colla
ragioiatori del
glaciale irodix-hute7ne
nia
dei
cinici
siede, e le
parla Platone.
Tolti
modi d'espressione
stati
cambiamenti
teorici sono
tutt'al pi,
ben pochi
si
sono limitati,
svolgimenti
d'idee
appena accennate
in
bile,
Per queste ragioni io non credo impossicome molti han creduto, dare un' idea d' insieme, fedele e insieme sistematica, della filosofia del Nietzsche, la quale, quando si lascino in disparte le ingegnose e talvolta
NIETZSCHE
235
oziose digressioni,
si
pessimisti hanno
-
torto,
la
vita
ha ragione. Non
vero che
la vita sia
fuggirla e rinnegarla.
Soltanto, per renderla degna di essere vissuta, bisogna accettarla completamente, com'; non bisogna cercare di limitarla, di costringerla,
di migliorarla.
Bisogna dire
vita.
({aelle
di s alla vita,
ma
a tutta
la
Non bisogna
che
si
rigettare
chiamano le cattive passioni o gli istinti pericolosi. Anzi l'istinto il vero sapiente. L'istinto non falniente,
neppure
lisce mai.
Gute ist listinkt (Vili, 93). L' uomo, qualunque cosa faccia, non pecca mai. L'importante di non reprimere le no buono. Alles
stre
corpo, eh'
rinnegata
dinanzi
(i).
I veri
steht
ein
236
NIETZSCHE
uomini
vaggi,
fanciulli,
satiri,
?
sel-
barbari e anche,
perch no anl'ini
greggiamento progressivo,
do.bbiamo
boccante,
ricercare,
delinquenti.
Noi
tra-
esaltare e realizzare la
esuberante,
ascendente e dobbiamo perci perseguitare, esiliare, sopprimere tutto quello che tende a impoverire, ad abbassare
a limitare, a imprigionare la vita. Noi dob-
biamo perci
rapina,
all'
dir di
asservimento,
dir di
aggressione, a
dobbiamo invece
a
tutti
i
no a tutte
le
moa
rali,
costumi, a tutte
le regole,
E
ma
tutta la vita
anche tutto il mondo, tutte le cose, tutta la natura. Noi dobbiamo amare le cose come sono, effmere, passeggere, mutevoli e fug'g-evoli, diverse fra
loro
nello
spazio,
diverse
tutto'
tempo
e debbiammo odiare
il
mondo, come
fa
il
mondo, come
fa la
NIETZSCHE
237
morale della natura, tende a disprezzare il mondo presente e vivente affermando ch'esso non
si
logica che
l'aria di
tutto ci
che
il
mondo
vero,
il il
dietro di esso
bilit, della
eh' esiste
della sta-
realt.
Dunque, per serrare ancora di pi le formule, accettazione di ci che esiste e soppressione di ci che impedisce
la
libera
espan-
Ma la liberazione dell'uomo e del mondo, dell'uomo dalla morale, del mondo dalla filosofia,
sitorio,
non potr essere che un momento tranun ponte di passaggio, una posizione
iniziale. E necessario creare la nuova legge, incidere le nuove tavole dei valori , pre-
parare l'avvento della nuova vita pi libera, pi ricca e pi alta. Questo sar il compito
della
nuova
razza, dell'attesa
stirpe
dei
di
su-
mi-
il
mondo com'
ma
ne-
cessario accettarlo e desiderarlo con gioia e per centinaia e per migliaia di volte, per una
238
NIETZSCHE
infinit di volte,
sempre uguale
all'infinito,
come
Eterno
Ritorno.
Amore
della morale
amore
della
diversit
:
e odio
ecco la
aspettazione
del
desiderio
:
della
Ja
ripetizione
perpetua
mondo
mai
ecco
seconda.
Nietzsche non
toilette
uscito di
qua.
poetica che
filosofia
dimostra subito la sua parentela con quella filosofia ch'ebbe il suo massimo favore tra il
'70 e
il
'90,
nel
tempo
possa dare
questa
:
della
filosofia
del
Nietzsche sia
tina
trasfigurazione
ditirambica del
in cattiva o
ma
Il
che altri diceva mediocre prosa francese o inglese, non ha detto molto di pi.
positivismo era sorto
come reazione
al
alle
NIETZSCHE
fantasie idealiste
239
della
metafisica,
aveva
ri-
preso
materialismo del secolo XVIII. aveva cominciato la riabilitazione della carne conil
l'
Idea, e aveva
che
si
chiamavano prima
i
le
basse funzioni
fisiologiche o
vili
bisogni
animali
Il
Nietzsche colla sua apoteosi del corpo e coi suoi continui ricalami alla fisiologia per spie-
gare
fatti
pi
alti
raffinati
dello spirito,
cammino
1'
apostolo
idea fonda-
opprimente.
il
E
tre
nel positivismo
il
Nietzsche trovava,
ol-
umane
che
il
il
male.
Il
Taine
aveva detto
secrezioni
come
vetriolo e lo zucchero
ma
aveva
fatto ca-
240
NIETZSCHE
la
pire di preferire
virt
e lo
zucchero al
va pi l e qualunque rifiutare ci sia da trova che non cosa che venga naturalmente e necessariamente.
vizio e al vetriolo. Il Nietzsche
Non meno
La
teoria
:
Macht) cio
la
La sua
sim-
patia per
biologia darwiniana
gli
istinti
la
primordiali
natura
umana
corrisponde
cose dello
il
all'obbedienza
alle
leggi delle
turo,
ma ambedue
a
la testa dinanzi
esiste.
che necessariamente
NIETZSCHE
241
per argomentarne
Infatti
l'affinit
sitivismo contemporaneo,
il
il
monismo.
contrasto in
filosofi tedeschi,
Nietzsche,
facendo
ci con la
era amico del particolare e del diverso e aveva un discreto disprezzo per le ipotesi
universaliste
dei
si
metafisici tradizionali.
Ma
vede che in lui il monismo ma non manca. Anzi ci sono, nel pensiero nietzschiano, due manifestazioni monistiche la Vita e 1' Eterno
cercando bene si nascosto e
raffinato,
:
Ritorno.
Nel Nietzsche la Vita (o i suoi equivalenti r Istinto e la Volont) fa le parti che nello Schopenhauer erano della Volont senz'altro. Essa tutto e spiega tutto la sua esaltazione lo scopo del mondo. Essa ha dato origine
:
Tutte
le
cose
vita, tutte le
cose sono
ci che le
non
basta. Il
mondo
composto
di cose
diverse, fuggevoli,
mutevoli,
ma
queste cose
diverse
si
ripetono
identiche
infinite volte,
242
NIETZSCHE
nello spazio
unico,
ma
nel
ma
lo stesso
mente sempre identico a s stesso. Il monismo, cacciato da una parte dagli istinti empirici e fenomenisti del Nietzsche, rientra da
un' altra parte sotto le apparenze dell'Eterno
Ritorno.
Non manca
di regola,
nista.
nulla,
come
vuole,
da un evoluzionista e da un moNietzsche
,
La
filosofia del
se
si
una traduzione e una continuazione di quella 1' ingegnere inglese e 1' elledello Spencer
:
genere e per quante ricche manciate di immagini mi getti dinanzi il Nietzsche non son la bella poesia non basta per salrassicurato vare la cattiva filosofia. Pu essere un attenuante ma non tale da ottenere la grazia ed io non mi sgomento minimamente a prepa:
che ha
libri,
anche un Gt-
zen-D?nmerung.
NIETZSCHE
243
III.
Ma
tenziare
Una
filosofia
come
uno dei
formano
le
citt filosofiche di
Germania e
d'altrove.
Siamo
mezzo
per
fini
di litanie liriche o di
vagabondaggi
aforistici.
Le preferenze
nessuno potr insultare il Nietzsche perch ha provato maggior piacere a immaginarsi Giulio Cesare che un asceta del deserto, o perch ha sentito il bisogno di una nuova specie di animali superiori, liberi da ogni pastoia etica e desiderosi di pi alti destini.
questi ideali. I
due
il
poetico e
primo spetta
volentieri
credo
con
il
loro che
Also
sprach Zara-
thustra sia
pi bel
poema
in lingua tedesca
che sia stato scritto dopo il Faitst. Se egli si fosse, cio, limitato a cantare e proclamare i
244
NIETZSCHE
e mordenti
come
quelle che
ci
commuovono
rebbe inattaccabile da ogni lato e potremmo mettere come epigrafe alla sua opera quei versi che si trovano nel suo magnifico Lied
der Schwermuth
:
.... Nur Narr! Nur Dichter! Nur Buntes redend, Aus Narren-Larven bunt lierausclireiend,
Und
falschen Erden,
Herumschweifend, herumscliwebend,
Dichter!
(VI, 434).
non ha voluto essere soltanto poeta come nei primi tempi scrisse Wir Phlologen egli ha parlato spesso in nome di Wir Philosophen. Evidentemente ha voluto esser considerato sopratutto come filosofo un filosofo che ha poco rispetto della filosofia e pochissimo dei filosofi un filosofo che non stima
:
Ma egli
la logica e
odia la morale,
tutto,
ma
pur nonostante,
filosofo.
ad onta
di
filosofo.
E come
NIETZSCHE
245
cio in quanto
uomo che
il
vuol esprimersi in
Nietzsche criticabile
si
Le
possano fare
si
decentemente
glia fare
la
quando non
vo-
vestali della
metodo.
Io finger, dunque, di
non occuparmi
se le
cose che
il
Nietzsche
vuol
dimostrare sono
cercher
se
i
preferibili o
no ad
altre,
ma
mezzi coi quali vuol arrivare a certi scopi e dimostrare le sue affermazioni, sono adatti
alla loro funzione.
La
e quello
che
si
si
rivolge a
combattere
il
la so-
modo
parlando,
cos
grande
il
come
a qualcuno po-
trebbe parere.
Quando
delle idee
si
critica
metodo bisogna
si
ser-
metodo, cio
critica
espresse,
come quando
riferirsi agli
oggetti
si
quando
si
cri-
fa altro che
246
NIETZSCHE
loro,
o che
derivano da analisi insufficienti, cio si tenta di far vedere che ci sono in loro delle colpe
logiche e delle deficienze di osservazione.
Tutte
le critiche
sta classe
non sono
Le critiche di metodo son dunque le sole veramente critche perch pongono il giudice in una posizione, almeno apparentemente, imparziale, in quella, cio, di un uomo il quale dovendo giudicare una compagnia di tiratori non si occupasse del colore o della distanza
dei bersagli
ma
soltanto dell'approssimazione
vengon
colpiti.
Preso da questa parte il Nietzsche non mi sfugge pi, giacch dal punto di vista del metodo, la sua opera una delle pi deplorevoli che sian nate negli
Il
ultimi
tempi.
penhauer,
pi anglo-francese dei
filosofi te-
deschi, cio
dall'idro-
Ma
NIETZSCHE
247
delle cose
fini
all' a-
more
non
riesci a
nuvolaglia teutonica.
Il
indetermila Vita,
sono
come
r Istinto, la Potenza.
Quando parla
della
che accodarci degli aggettivi simpatici come piena , ricca , traboccante , totale , prodiga , tropicale , ascendente , i quali farebbero credere ch'egli volesse ^uUa la vita, in tutte le sue forme. Si tratterebbe ci di un ideale quantitativo,
secondo
il
buono
tutto ci
che accresce
d'oro *o
prezzo.
Ma
conti-
nuando a leggere ci si accorge che il Nietzsche non accetta indifferentemente qualunque forma
che odia anzi certe cose che appartengono pure, per definizione, alla vita, quale l'amore per i prossimi, il desiderio di
della vita,
ma
dare delle leggi agii altri, ecc. Ci sono dunque delle esclusioni
pare che
248
NIETZSCHE
non
veramente
vita,
pare che
esista
zioni vitali.
no e questo criterio non pu esser fornito dall'idea di quantit e di abbondanza perch questa consiste appunto nell'accettare tutte le variet e le attitudini possibili, e non pu esser dato neppure dall'idea di ascensione perch questa subordinata evidentemente a un fine ultimo, che in questo caso
e quali
non
si
La
stessa in decisione
trova rispetto
al-
che pure rappresenta, nella dottrina nietzschiana, qualcosa di simile al Dio ignoto. L'Istinto, che rassomiglia un poco a una coml'istinto,
col-
non
si
come
sia possibile
obbedirgli
sempre. Ci
sono
infatti, in
si
opposti che
Non
"
NIETZSCHE
249
pello,
altro
modo
pre d'accordo fra loro e fossero stati sempre saggi non ci sarebbe stata certamente tutta
quella
fioritura
di
mezzi
il
per correggere o
si
chiamano
istinti sono,
dificazioni di antiche
abitudini
Il
prodotte da
degli istinti
giudizi e da riflessioni.
mondo
Nietzsche,
cos
rischio,
elogiando
cri-
di
lodare
dei
ragionamenti
Neppure l'idea di Potenza appare molto felicemente nella dottrina nietzschiana. Volont
di
Potenza
biare,
ma non
come
sapere
direzione operare
cambiamenti.
Il
Nietzsche,
non ha mai dato una risposta chiara a questi problemi, o meglio Tunica che ha dato
stata che la volont di potenza tutto ci che
il
che
re-
250
NIETZSCEiE
idea di potenza, perch l'uomo non ha bisogno soltanto di acquistare e di possedere ma anche di sopprimere e di
Stringe moltissimo
1'
gettar via.
propria
di
delle
La mente
si
affati-
contentava
di esporre e di sostenere la
che gli piacesse. Cos egli corto dell'enorme controsenso che e' nel suo rimpianto delle et istintive e barbare ante-
ad ogni morale. Se regnavano tutto doveva andar per il meglio e non si capisce da quale pa,rte la prima legge o la prima moriori
ad ogni legame
soli
l'oro
della
saggezza
istintiva.
Dagli
istinti
non possono esser venute, sembra, le catene degli istinti e neppure dai deboli perch un regime di quel genere non tollera i deboli e
se questi fossero giunti a imporsi significhe-
rebbe che
forti
sarebbero
stati infiacchiti e
NIETZSCHE
intorpiditi senza capir
251
come
e perch. L'ori-
prime limitazioni rimane dunque inesplicata, come rimane misteriosa la potenza che i deboli, gli schiavi avrebbero dimostrata, secondo il Nietzsche, imponendo ai potenti, ai signori la loro morale. Imporre ai forti i valori dei deboli, non forse una delle prove pi meravigliose di potenza ? E questa prova l' ha il Nietzsche, il Cristianesimo, secondo data. Come chiamarlo, dopo questo, la dotgine delle
trina degli impotenti
?
La
si
superficialit della
mostra anche nel grande stupore e nella grande fede ch'egli ebbe per l'idea dell'Eterno Ritorno. Questa ipotesi non solo non era nuova
risale ai Pitagorici
ma
anche, un'as-
come
accor-
un mito
rivolto a
scopi morali.
Anche
non
infinita
di
com-
binazioni con un
inoltre
numero
finito di
elementi e
indefinita
252
NIETZSCHE
finite posizioni
anche quando
si
elementi.
La stessa frettolosit
critiche che
il
di
esame
torto,
trova nelle
Nietzsche fa al Cristianesimo,
ch'egli considera, e
ben a
come
la dot-
s'
accorge
facil-
almeno
nella
persona del suo fondatore, un tentativo magnifico per sopprimere quei deboli e quei malati che movevano la rabbia e lo schifo dell'anticristiano Nietzsche. Cristo venuto al
mondo non
o per annunziare
Regno
dei Cieli
ma
anche
come
colui
che
scienza dei
Quando libera 1' indemoniato {S. Marco, I, 23 seg.) quando moltiplica i pani {ibid, VI,
34 seg.) quando cangia l'acqua
Giova7ini, II)
in*
vino
{^Saii
quando promette
agli affaticati
ed agli oppressi di ristorarli {S. MafJeo, XI, 28) e ordina agli apostoli di cacciare i mali [ihid. X, 8) e, appena resuscitato, chiede da
NIETZSCHE
253
mangiare (S. Luca, XXIV, 40) e soprattutto quando ci mostra, col suo esempio, come il dolore e la morte sono cos terribili da salvare un mondo intero, vale a dire che la gioia
e la vita sono dei beni se
il
privarsene con-
che si pu mostra di curare anche le cose del corpo e di apprezzare anche la vita terrena. Quando aiFerraa che Iddio fa levare il sole tanto sui buoni che sui cattivi {S. Matteo, V, 45) quando si scaglia contro i moralisti che voglion troppo giudicare [^bid. VII, I, seg), quando vuole che tutti, buoni e cattivi, siano invitati al banchetto (S. Matteo, XXII, io), quando perdona all' adultera {S. Giovanni, Vili) egli riconosce implicitamente
siderato
il
come
maggior dono
fare a Dio,
egli
la naturalit degli
istinti
cosiddetti
cattivi.
Quando paragona
del
cielo
ed
ai gigli del
campo
{S.
Matteo,
VI, 25, seg.) e loda i fanciulli (ibid. XI, 25; XVIII, 3 XIX, 14) egli mostra di compren;
Personalmente Cristo non si fa scrupolo di mostrare dei sentimenti considerati come non
254
NIETZSCHE
cristiani.
Esso annunzia
{S.
i
eh'
venuto a metter
e ingiuria ferocemente
13
;
XXIII,
Luca, IX, 41 XI, 39, seg.) minaccia vendette {S. Licca, X, 12) ordina che vengano
;
non
lo vollero
{ibid.
XIX,
di
spade {ibid. XXII, 36). Egli ci annunzia per fino che il regno dei cieli lo rapiscono i violenti {S. Matteo, XI, 12). Cosa poteva desiderare di pi
il
Nietzsche
il
Ma
il
suo
odio per
Cristianesimo deri-
vava in parte da una specie di rivalit o di paura che si pu sorprendere in certi suoi penEgli lo combatteva per una specie di sieri.
rancore contro questo tentativo di sostituire dei nuovi vincitori agli antichi. Per una strana
e anacronistica solidariet
il
Nietzsche teneva
per
forti
a tipo pagano ed io
mi
arrischio
attribuisce
al
Cristianesimo
stesso,
cio la paura.
Il
NIETZSCHE
L' ideale del
255
quello
del
1'
accettazione
del
male corrisponde
del dolore
cristiana accettazione
inferiori alla
il
sacrifizio degli
futura
superuomini somigliano, oltre che ai guardiani della repubblica platonica, anche ai monaci soldati, ai Templari o ai cavalieri di Malta, e il Nietzsche arrivato a scrivere che chi vuol impiegare il suo denaro da spirito libero deve fondare istituti sul tipo dei conventi. Egli apprezzava tanto gli antichi valori morali e cristiani (verit, amore, ecc.), che voleva appartenessero soltanto a un' aristocrazia privilegiata Ci sono perfino delle somiglianze di forma tra le sue opere e la Buona Novella. UAlso sprach Zarathustra non forse una parabola in quattro libri, un quinto Evangelo ove non manca n la cena, n l' asino, n la valle terribile, n
!
la
predicazione apocalittica
Se il Nietzsche avesse riflettuto di pi non avrebbe dunque calunniato cos ostinatamente il Cristianesimo e non lo avrebbe accusato cos leggermente di aver rovinata la civilt e di
256
NIETZSCHE
il
Cristiail
nesimo non
stato capito
ne seguito, come
(i)
che non
ha potuto produrre, o il Cristianesimo stato veramente una delle forze efficaci del mondo e allora il Nietzsche avrebbe dovuto spiegare come mai ha dato origine a una nuova aristocrazia
come
il
clero, e
come mai
mentisce
si sia
mentisce
la
storia o
Federico
Nietzsche:
non
la
come
utili
Una
in
prevedere qualcosa, cio in quanto ci utile per agire o per non agire, vale a dire che se vi sono delle teorie che sono utili esse sono anche vere, per quanto qualcuno le possa dir false. Quando s' introduce il concetto di pratica la distinzione tra vero e fal3o cambia di aspetto e falso diventa ci che non
quanto
ci fa
(i) ....
im Grunde gab
es
nur Einer
starb
am Kreuz
(Vili, 265).
NIETZSCHE
257
ha senso o ci che d delle aspettative che non si verificano, cio qualcosa eh' assolutamente inservibile. Del resto parlando di errore e di falso il Nietzsche ha dimostrato una strana assenza di senso storico, dichiarando contrarie alla vita certe regole o certe credenze che in altri tempi e in altre condizioni sono state adatte e favorevoli alla vita
son divenute nemiche della vita solson restate sempre le stesse perch tanto mentre cambiata la corrente vitale a cui
e che
facevano da parapetto.
Ma
il
Nietzsche ha
contraddice la
sua fama
di
spirito aquileo,
Gi il problema per usare una frase a lui cara, umano, troppo umano giacch si ferma a considerare quasi esclusivamente rapporti tra gii uomini e la potenza sui gli uomini, mentre il problema del potere
spaziante nei pi grandi
cieli.
molto
pi
largo
potere dell'uomo
importanza degli
di questa an-
258
NIETZSCHE
la d impiegando procedimento critico, caro ai materialisti e a tutti quelli che si compiacciono di ridurre l'alto al basso, che con-
gustia mentale,
il
Nietzsche
gettare
ritenute
il
discredito
superiori
disprezzo su
cose
mo-
strando
date
riguarscienza,
-la religione una forma di esaula buona rimento e di malattia nervosa (2)
(3)
procedimento
come
si
come
ante-
cedente una cosa vile non basta a dimostra,re la sua vilt e bassezza. La buona spica del grano
non sorge
concime?
prettamente animali di certe attivit elevate dall'uomo non dimostrato ch'esse non abbiano acquistato una
vita e
Anche ammesse
si
siano
(i)
passim.
(2)
NIETZSCHE
259
cor|)o, se la vo-
hanno creato
meno
non avrebbero raggiunti. Ma giusto chiamare sprezzantemente schiava una cosa indispensabile ? E uno strumento non pu divenire col tempo pi prezioso di colui che 1' ha fabbricato ? Come si vede la superficialit del Nietzsche lo porta a delle contraddizioni di una ingenuit vergognosa. E non voglio insistere sul
loro fini
che
altrimenti
il
che
si
tra la
una razza inedita, un nuovo tipo Questa antitesi tra 1' accettazione e il cambiamento, tra l'adorazione
cie nuova,
di vita e di civilt.
260
NIETZSCHE
non
esi-
certo
modo
il
verme secreto
il
di tutto
La sua
de-
permise le grandi decisioni come non gli aveva permesso le analisi profonde. Ambedue le cose gli erano rese troppo
difficili
dalla sua
irrimediabile fiacchezza e
per suonare e risuonare alcuni arguti motivi con un suo posticcio flauto di antico saggio.
Egli fu un incantevole novellatore di miti, un
gaio
trovatore
di canzoni a
ballo
un
deli-
zioso causeur di
anticristiane.
il
malignit
le
antiscientifiche e
Ma
debbano
es-
sere preferibili
ma
so certamente
metodi coi quali ha voluto incidere filosoficamente le nuove tavole della legge son cattivi. Non voglio dire se la sua causa sia o no
che
i
la mia,
ma
NIETZSCHE
261
iu tutti
casi,
causa.
stato egli
un ascenditore febbrile
di
monche
tutti,
ha intuonato i canti di festa dinanzi alle aurore che non hanno ancora illuminato la faccia di nessun uomo, oppure fu una specie di barbaro nato fuori di tempo, smarrito nella modernit, malato e turbato dalla civilt, che della cultura pi raffinata per s' impadron rinnegarla, che glorific con parole g' istinti non potendo pi viverli ? Questo non so n voglio dire. Io ascolto i suoi canti e i suoi gorgheggi melodiosi con lo stesso rapimento col quale il viandante
notturno ascolta
rio,
il
ma
quando l'usignolo
il
buono,
ri-
vero cammino
mio
riso
rattenuto
notte.
Le
citaz.
si
riferiscono
all'
ultima
Wcrke
(Leipzig, E. G.
Neumann,
1903 segg.).
VII
LICENZIO LA FILOSOFIA
Questo capitolo,
eh''
e in certo
modo
la con-
racchiude e implica,
tre
f>er
quanto breve,
pe7i-
{igo2-igo^.
Esso V zltima
sintesi di
un
terribile
programma
per l' avvenire. Questa sintesi non potr esser compresa penamente senza ricorrere ai miei
scritti a?iteriori dove moltissime delle idee qtti
appena sono svolte con maggiore ampiezza. Sic certi punti il mio pensiero e cambiato ma i grandi Jili del tessuto son
accennate
se?npre quelli: la necessit di allargare i mezzi
d'azione, la
vaiiit delV universale,
spirito,
V utilizzail
zione dello
la
necessit
di rifare
sono in
i8
ttie
266
LICENZIO LA FILOSOFIA
a7iche pi antiche delle altre e ad esse tengo sempre pi forternente. Spero che questo sar il mio ultiJio prograiimia e che, liberato per
umano.
della vita
umana
questo
la ricerca
:
di stru-
menti per
potere.
la ricerca del
accrescere e
conquistare
anche il rigettare e il sopprimere e non solo il cambiare ma anche la reazione ai cambiamenti, la quale costituisce una classe particolare di cambiamenti. Tutto quello che l'uomo ha prodotto, inven-
ma
LICENZIO
r,A
FILOSOFIA
267
tato,
creato
si
degli
strumenti
cose e s
Senza fermarsi
questa
sca
ricerca
ecc.)
forme pi semplici di (attivit economica, guerre facile vedere come quelle che
alle
le
manifestazioni pi ideali
come
l'arte, la
posseggano
Uarte
un tentativo
;
di
modificare la no-
di educarci a scoprire e
comprendere
tura
;
certi lati
il
meno
;
di arricchire
menti e desideri nuovi di far salire a una temperatura maggiore quelli che gi possediamo e infine, in epoche di civilt molto
raffinata, di
La
d'
religione stata
immaginare un mondo pi perfetto dell'attuale nel quale, mediante certe credenze e certi atti, si pu ottenere di vivere e dal bisogno di
268
LICENZIO LA FILOSOFIA
mondo
stesso, a
metodi coi
pi efficaci
maggiore grandiosit.
La
un mondo
fittizio,
religioso,
I concetti,
ma
le
da
fatti scelti e
dirette a darci
delle
modo
tivo
piuttosto
che in un certo
altro.
Ogni
propo'sizione scientijlca
ipotetico.
dunque un imperaEssa ci suggerisce quello che dovremo fare o non fare date certe condizioni e certi fini. Inoltre la scienza, per mezzo delle
sue applicazioni pratiche (soprattutto le
mac
LICENZIO LA FILOSOFIA
^69
chine, che
si
come
le
macchine
di parole)
contribuisce,
per
quanto
indirettamente,
Anch'essa uomo. il Essa pure costruisce un mondo immaginario, un mondo composto d' Idee, di Spirito, di Monadi, di Volont, di cui vuol trovare la legge unica, la formula universale che aprir tutti i misteri. Essa non soddisfatta dei
filosofia
la stessa finalit.
La
ha
cerca di
dare
mondo
in
balia dell'
mondi
particolari
dell'
dello scienziato.
Il
mondo
particolare
uomo comune
e dell' artista
non la contenta. Essa ricerca, sotto il mondo mutevole dei fenomeni, il mondo stabile delle idee, delle cose in s, dei noumeni. Essa crede
che giunta a questo mondo e scoperta la sua legge l'uomo avr in mano il mezzo pi sicuro per conoscere l'universo, cio per cambiarlo,
giacch sapere potere. Essa
molti secoli, di
si
sforza,
da
e
passare
in questo
mondo
quando ha inventato una nuova nomenclatura o quando ha fatto una nuova dicotomia delle cose. Essa lo sforzo
di esservi riuscito
270
LICENZIO LA FILOSOFIA
pi
centrale
r impugnatura dell'universo.
due mondi.
La formula generale di questi strumenti che l'uomo s' fatti per accrescere il suo pola creazione d mondi immatere questa
:
il
mondo
religioso, il Il mondo estetico, il mondo mondo scientifico, il mondo filosofico non sono
infatti delle
ma
sono delle
i
fornito
matesuoi
Tri-
ma
le
che
umano ha
suoi
modificati,
i
aggruppati,
fini,
scelti,
deformati secondo
i
sue passioni,
il
interessi. Il
sono
delle
appartenenti a
mondo
reale
tarlo o interpretarlo.
mondi
mondi
scien-
dello
LICENZIO LA FILOSOFIA
271
mondi
ciascun
reali
che
for-
mano
sit.
l'esperienza di
generato
il
mondo
reale.
i
Vi
quali
mondi
al
ideali
sono costru-
posteriori
mondo
qualcosa
reale e
di
il
che sono
reale
rispetto a questo,
completo. Per
primi, cio,
dei
mondo
ideali,
una cattiva
i
copia
mondi
per
gli altri
mondi
gannatori
reale.
ottenuti
impoverendo
hanno
il
mondo
I
Gli uni e
gli
altri
torto.
mondi
mondo
reale
ma
sono superiori a questo in quanto servono ad aumentarlo e a padroneggiarlo. Mentre i positivisti, cio, sostengono che bisogna cercare di rendere il mondo ideale pi simile che
sia possibile a quello reale (verismo in arte,
obiettivismo in scienza, negazione del mondo dei miti e delle credenze religiose) io affermo
tendere ad
212
LICENZIO LA FILOSOFIA
avvicinare sempre pi
ideali.
il
mondo
reale ai
mondi
Noi abbiamo creati questi mondi perch eravamo insoddisfatti di quelli reali. Essi sono
cio pi adatti a noi, essi realizzano pi po-
tentemente
i nostri desideri. Noi dobbiamo dunque servirci di loro come d' ideali limiti, guardando i quali dobbiamo cercare di trasformare la realt. La nostra grande impresa dev'esser dunque
la ricerca di questa
vali, tra
il
tiva e
il
e dalia riflessione.
Gli strumenti
sura aiutano
Fino a che punto e in quale differente miquest' impresa i vari strumenti che ho enumerati ? UArle certo uno strumento potente di
modificazione del
Infatti le
mondo
e di noi stessi
ma
ri-
mondo
che
LICENZIO LA FILOSOFIA
273
servono ad allargare la immaginazione e la comprensione di coloro che non sono artisti, e, in certi casi, giungono a modificare non solo
la
nostra
visione
del
mondo ma
il
mondo
stesso,
ma quando
gior
numero
plare esteticamente
mondo senza
bisogno,
abbiano resa
si
natura,
comprende
bene che le ragioni del loro successo vengono a mancare. Quando gli uomini, educati dall'arte anteriore, avranno certe visioni e certe emozioni senza leggere Shakespeare o ascoltare Beethoven, l'arte sar individualizzata, ogni uomo sar un' artista, non ci sar pi bisogno, cio, di comunicare agli altri con forme esterne le proprie immaginazioni perch ognuno produrr da s quelle pi adatte
ai suoi bisogni e ai suoi ideali.
religioni. Esse contriad allargare il nostro campo d' iimnaginazione e sono, perci, un aiuto potentissimo per cambiare e arricchire il mondo reale del quale nessuno contento, ma la loro funzione non pu essere indefinita.
Cos accadr
delle
buiscono,
come
l'arte,
274
LICENZIO LA FILOSOFIA
Lo
stra
clie
ci
mo-
come
tutti
miti e
forme transitorie e
emozioni
la
si
pos-
ed
effetti
religiosi
credenza
che
serva da cola
compagine
La
religione,
cosa individuale.
modulo da riempirsi con una grande vita. Le pratiche religiose, studiate psicologicamente^ danno origine a un'arte delle credenze,
a una pistica, la quale
certi intermediari
fin
si
pu fare a meno di
sacerdoti)
ritenuti
(culto,
divino di potenza
s'
creato tanto
pi
l'avesse creato
pu diventare simile al suo ideale e perci il suo entusiasmo si trasporta a poco a poco
sopra di s e l'opere proprie.
La Scienza
un'arricchimento
di
immagi-
l'arte e la re-
LICENZIO LA FILOSOFIA
275
ligione
ma
Anche
non uno strumento del tutto soddisfacente. Essa ha bisogno di prendere sempre pi coscienza della sua funzione pratica e di riformare i suoi metodi eliminando tutte le questioni inutili {Pragmatismo). Inoltre essa ha lo svantaggio di non riuscire ad allargare il campo delle cose modificabili e di compiere lentamente e faticosamente i cambiamenti per mezzo d" ingomla scienza, per,
branti
complicati
:
intermediari
materiali.
utilizzare
ciascuno ha in noi, V anima, la quale pu compiere cambiamenti impossibili con altri mezzi
e
meni medianici).
Soltanto facendo ci essa potr soddisfare
che ha
276
LICENZIO LA FILOSOFIA
La
filosofia
non serve a
nulla.
La condizione
di tutte.
Non
star
qui a dimostrare
come
Anche
i
la
filosofia
opera
di
le loro
il
preferenze,
loro
fini,
I-oro
interessi,
loro
La
una reazione vitale che assume forme razionali. Ma questo non pregiudicherebbe il suo valore pratico, se ne avesse. Anche la filosofia mossa dallo stesso fine degli altri strumenti, cio quello di aumentare il
potere dell'uomo.
Ma
logica
la filosofia, intesa
la
morale,
ma come
di
una sistemazione universale del mondo, non riuscita al suo scopo. Essa rappresenta, in un certo modo, lo -stadio assurdo della scienza. Essa proviene dalla scienza per forza d'inerzia,
Il filosofo
LICENZIO LA FILOSOFIA
277
ottenute
con generalizza-
tici.
stesso
metodo
e portandolo al
suo
massimo
Ma
il
filosofo s'
ingannato
il
nerale all'universale
qualsiasi
significato
;
creando un'altro mondo pi fittizio ancora ha creduto che esso potesse servire a qualcosa ma questo mondo dell'eterno dell'unico, dell'immortale si visto ch'era
tata pratica
filosofo
vedendo come
le leggi particolari
ha creduto che scoprendo l'unica legge l'uomo sarebbe diventato onnipotente ma non s' accorto che quest'unica legge, appunto perch unica, non dice nulla e perci non serve a nulla. Egli credeva
di oltrepassare lo scienziato
esagerandolo e
Cosa pu divenire la
T.a filosofia, per,
filosofia.
278
LICENZIO LA FILOSOFIA
lar-
ghe
potranno prendere
degnamente
il
posto dei
poemi
epici.
d' universalit,
non pu peressa pu
Se
l'agire, cio
il
cambiare,
il
verbo pi
astratto al quale si
pu ridurre
tutta la vita,
una teoria dell'agire sar la teoria pi astratta possibile. Essa dir cos' l'azione e quali sono i modi nei quali avviene l'azione e quali sono
le
come
comindi-
adeguare
mezzi
ai fini e
studier
fini.
la
Essa
di azione
cher allo scienziato quali sono i vari modi non ancora possibili o esperimenciascuno
i
tati e consiglier a
di
studiare
le
suoi
fini,
sue possi-
Questa teoria dell'azione, o Pragmatica, sar r ultimo prodotto del mondo teorico perch rispetto ad essa tutti gli altri si presentano come mezzi. Essa studia l'azione in generale
e
gli altri
sono
dei
mezzi particolari
per
LICENZIO LA FILOSOFIA
279
azioni particolari.
Anche una
delle teorie pi
generali, la Logica,
rispetto alla
al
Verso
rUomo
Dio.
Ma gli uomini coscienti dei propri destini non s' indugeranno in quest' ultima teoria. Essi sanno che son destinati, secondo la promessa
satanica, a divenire simili a Dei. Essi
non vospet-
gliono restare
dinanzi al
mondo come
non si consolano abbastanza coi mondi immaginari offerti a loro dall' arte o dalla religione. Vogliono che il mondo reale divenga simile alle loro immaginazioni e subisca le loro volont. Essi saranno cos obbligati a trovare ancora altre immaginazioni, sempre pi strane e grandiose, e a trasformare
1' universo dell'uomo deve divenire la docile creta colla quale l'Uomo-Dio dar forma ai suoi fantasmi.
giuocattoli
La forza che dovremmo usare per operare questo capovolgimento della storia del mondo
280
LICENZIO LA FILOSOFIA
come
dominatore delle
cose.
V anima ci daranno la potenza per Fin qui abbiamo fatto ci che non valeva la pena d'essere sognato e abbiamo sognato ci che non era possibile fare. Quando l'uomo sar diventato veramente signore del mondo ia volont si trasformer immediatamente in atto, il sogno si far fulmineamente
la scienza e
farli reali.
realt.
Questi
propositi sono
molto superbi,
ma
con
rili
tutti
leggi.
altri
Io vado, per
della
cammini,
alla conquista
mia
divinit.
Firenze,
24.
IX. 1905.
INDICE ALFABETICO
Alessandro, 47
altruismo, 14, 15, 16, 144
Amleto,
43, 150
anarchia, 159
animismo
scientifico, 167-68
a priori, 23, 73, 196, 216 Aristotele, 62, 138, 147, 187, 214 arte, 123, 267, 272 ascetismo, 107, 125
Bahnsen, 104
'Barbiere di Siviglia, 129
284
indice alfabetico
BHME, 106
BOILEAU, 55
BoNALD
(de), 135,
140
Broca, 170
Broussais, i44> 146
Bruno, 105 Buddha, 105, 138 Buddismo, 200 Byron, 156, 157 Cabanis, 105, 116 Calderon, 62
Calltcle, 232
causa, 174
Chamfort, 102, 105 Chateaubriand, 53, 135, 140 Clemente Alessandrino, 106 Condorcet, 147
conoscenza, 127
Constant
Copernico,
INDICE ALFABETICO
creazionismo, 210
cristiani,
52
8, 14, 47,
cristianesimo, 251-256
Cristo,
6,
Dante,
47, 148
Del Pezzo,
171
135, 140, 142
De Maistre,
IO
dissoluzione, 206
divenire, 75 diversit, 82, 12, 207, 209, 238
dolore, 120
105
d').
Elisabetta (epoca
lites (teoria delle),
59
176
80, 205
dell'),
256-257
286
INDICE ALFABETICO
dell'),
Federico
pi
Wurttemberg, 53
dello spirito, 80, 91
Fenomenologia
fisiologismo, 239
Flaubert, 181
fonsegrive, 6
formalismo, 107 forti e deboli, 226-27
Francesco
francesi,
i,
(S.),
124, 126
246
Giovanni (S.), 252, 253 giudaismo, 200 Giuliano il Sofista, 171 Goethe, 48, 105 Grres, 52 Gozzi Carlo, 116 Grecia antica, 53 Gregorio vii, 139
Guyau, 233
INDICE ALFABETICO
287
di),
129
Hugo
(Victor), 60
Ignazio
di
Lo vola
(S.),
138,
i/
immanentismo, 105
imperativo categorico,
inconcepibile, 66
inconoscibile, 195, 197
14,
20
intelligenza, 119
io,
55
288
INDICE ALFABETICO
Jacobi, 52 James (William), 66, 83, 121 KIempis, (Tommaso da), 126 Keplero, 166
logos, 213
LUBBOCK, 121
Luca
(S.),
253, 254
Lutero, 143
M!ach,
166, 167, 168, 170 Macchiavelli, 93 Mainlander, 104 Malta (cavalieri di) 255 Manfredo, 54 Mansel, 29
INDICE ALFABETICO
289
Marco
Marx,
(S.),
252, 253
12,
Matteo
(S.),
Maupertuis, 166
Maxwell, 170
medianici
(fatti),
275
metodo
mind
sfremn, 83
Mirabeau, 133
misticismo, 150 mitologia scientifica, 170-71
Mozart, 129
ri^APOLEONE, 47, 50, 53, 133, 143, 229 Napier, 166
natura, 85 naturalismo evoluzionista, 238
necessit, 119
290
INDICE ALFABETICO
Nus, 213
dell'),
212
panteismo, 105
Paolo
(S.),
138 176
Pareto,
(V.)
particolare, 241
274
02, 105, 116, 163,
pitagorici, 251
Platone,
255
politica, 147
Polonio, 150
pragmatismo,
Racine, 62
ragione, 19, 72, 82, 119
indice alfabetico
2^1
Reinhold, 52
religione, 179, 198 sgg. 258, 267, 273 religione dell' Umanit, 147
Renan, 177
Ren, 50 RiEMANN, 172 Riforma, 141 Rinascenza, 141
rinunzia, 126-127 Rivoluzione, 141
Robespierre, 133
ROCHEFOUCAULD
Rossini, 52
(La), I02
Romanticismo, 54 sgg.
Rousseau (J. J.), io, 17, RUYSSEN (Th.), 18 Saint Simon, 135, 136, Samsara, 128
santi 124-126
220,
239
scetticismo, 7
Schelling, 52, 53, 57, 62, 65, 71, 97, 98, 105, 146 Schlegel, 52
SCHULZE, lOI
Scienza, 145, 165 sgg., 258, 268, 274 Scoto Eriugena, 105 ScRiBE, 52
sensismo, 9
Shakespeare,
simpatia, 105 Sinclair, 53
5,
62
292
INDICE ALFABETICO
sgg.
Socrate, 6 SoLGER, 52
Stael
Templari, 255
teologiche (ragioni), 212
Tommaso
Tristano
(S.),
e
138
Isotta, 281
Tylor, 167
Ulisse, 100
universali,
112
220, 266, 279
Uomo-Dio,
Vangelo,
12,
252
Vaux
INDICE ALFABETICO
293
vecchio (tipo
vita, 235, 241,
del), 102-3
"Wagner, Weber, 90
iverden, 79
104, 107
Will
io qelieve,
228
WoLKF, 27
NOTA BIBLIOGRAFICA
.\vrei
filosofi di
ho parlato, indicando
i
l'edizioni, le
traduzioni,
riassunti,
Ma ho pensato che questa non un'opera d' inlbrmazione ma di battaglia e che perci inutile aggravarla di tanto inutile e facile lusso.
Per
quelli
alle idee
espresse
troppo concisamente
sero gi la collezione del Leonardo (1903-1905) d qui titoli e le date di alcuni miei articoli nei quali po'
La morie
Morte
e
Leonardo, novenFilosofia
(Ibid.
bre 1903).
Resurrezione
(Ibid.
della
di-
(Nota per il II Ginevra del settembre 1905, pubblicata poi nei Contptes Rendits, Genve, Kiindig,
l'activit th"'orique.
Les
marzo
1904).
extrmes de
Gong. Intern.
1905,
di Filos. di
Cosa vogliamo ? Risposta a E. Morselli, nardo, novembre 1904. Athena e Faust, (lem. febbraio 1905).
.
PP//
473-481).
(in
Leo-
Pragmatismo messo
in ordine.
Avvertimenti
IO Novembre igoy
UNIVERSITY OF
TORONTO LIBRARY
BRIEF
015029
Anno IV
"
LEONARDO U
RIVISTA
IDEE
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Hanno
scritto nel
LEONARDO:
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Caldera.
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^
Palante,
G.
A. Borgese, A. de Kar
G.
co
b,
i,
G.
Vannicola,
Amendola,
Th. Neal,
Sofista).
Abbonamento annuo
L. 5 in Italia
Direzione e Amministrazione
FIRENZE -
14,
Borgo
Albizi, 14 -
FIRENZE
BIBLIOTECA DEL
1
"
LEONARDO
Firenze,
L. 1,00 L. 3,00
commercio).
2
Lombarda, 1906
Milano,
La
Libreria Editrice
Lom-
L. 1,00
Cultura Italiana,
(di
prossima