v.
>
im
e
LEGATORIA
>alazzo Giuseppe
a
?S/<63,
OMBRE
FIGURE
PN
PR01 RIET
LETTERARIA
UR
2 6 1Q7,
2.
dell.
Stampa
LIBRO PRIMO
(i)
il
capo dalla
tomba,
e vedere
ch'ei
si
diede
di lui nel
si
sopiattutto
meraviglierebbe
dorrebbesi d'avere
mal
si
pu
dire
i)
and
the author,
by
Edward
and a memoir, by W. M. Rossetti. London, Moxon, 1878. - Poesie scelte di Fercy Bysshe Shelley traditone dall' inglese di Erasmo Di Lustro da Eorio.
f
Napoli,
De
Angelis,
1878.
Libro
Primo
se la sua patria
si glori i o si
ei
vergogni di
in
lui,
cadde meritamente
odio
Ma
role erano
il
quando
Niccolini
di
brividi
coraggiosa gente.
Quando
lo
Shelley
viveva,
scrive
s'egli
il
Trefosse
altri
non
mi chieggono
pass pel
egli
non
fu perfetto.
Forse non
mondo
samente mutando
crescendo dopo
la
morte.
Da
che
man mano
opere sue
(le
pubblicava, non
ma
1
per-
come
scrive al
lo
Trelawny, gli
spiriti eh egli
li
avea evocati
avesse
mandati
al diavolo
per o nessuno
stampava.
Il
sanna
gran patriarca
della poesia
Wordsworth,
Shelley
gli
domand che
come
e
poeta.
Niente,
replic
il
vecchio
bardo:
vedendo a
aggiunse
terrogatore,
scritto
Un
poeta
che non ha
dei venticinque
farlo, e
non
lo far
mai.
Lo Shelley aveva
ed avea scritto
principali
;
e pubblicato
lo
ma
Wordsworth, come pi
le
tardi
confess,
Fra
e
ne sentirono
d'ogni altro fu
Byron;
il
gamente
si
consigli con
lui, e
da
lui
;
ebbe
l'ispi-
ed
il
Byron,
amico
il
suo.
Un
giorno
Trelawny, udendo
dello Shelley,
il
Byron
fare
un gran panegirico
si
attent di
lui,
come avea
fatto
affari,
per
autori di
il
minor merito.
i
Tutti
gli
rispose
Byron, hanno
loro
Libro Primo
misteri
se io lodo
mi
teressi;
la
un amico mi pu
prestatagli;
tutto al pi restituire
si
moneta
quando mai
sentito
dire eh'
e' ci
Di que-
fama
lo
Shelley non
e
ne seppu
sempre
consigliava
Byron
il
di
scrivere per
la
posterit.
ammi-
Moore
e di
tanti
altri;
si
alla
de-
gnava
di
aggiungerlo neppure
nel
come
ultimo.
quando
fra le
egli
morte
una
delle sue
grandi passioni,
accorgersi
che un grande
mancato.
dello Shelley inil
Ma
d'allora in poi
cominci
Byron scriveva
Moore:
il
gli
pu pi
poesie
giovargli.
Allora
lo
Wordsworth,
lette le
il
pi gran
maestro
di versi
lette-
ratura inglese.
La vedova
il
dolor suo,
gli scritti
le
postumi; poi
opere, sperando
la
prima pietra
del
monumento dovuto
virili
dello
Shelley.
la
prima pietra
fu; e
il
monumento
che oggimai
sopravanza quelli
dell'
moderni
fe-
conoscenti
la
vita; e
cre-
il
Byron scriveva
il
Moore,
il
meno
pi
dolce,
pi tollerante,
il
d'altre pubblicazioni,
la
Medwin pubblic
in
due volumi
i
due primi
il
della
Tre-
(1)
The
li/e
0/ Percy Bysshe
Shelley,
by
Thomas Medwin,
in
two volumes. London; Thomas Cautley Newby, 1847. (2) The li/e ofPir.y Bysshe Shelley, by Thomas Jefferson
in four volumes.
Hogg,
io
Libro Primo
858,
le
sue
Memorie
degli ultimi
o curiosi sono
col titolo da
anno scorso
me
indicato
nella
scritto.
Fra
morte dello
i
giornali:
il
secondo
la
quale
poeta
da Livorno
alla Spezia
ma
il
sarebbe stata
1'
af-
assalirono cre-
dendo
si
trovasse in quella
che
il
nostro
De Gubernatis
lawny Times
(trasformato nel
libro
del
Tre-
in professore
De
del
24 dicembre 1875
mostrare chela
storiella
di
qualche buffone
marinaro,
il
Trelawny
vi
E
noi
che
il
professore
italiano fa di scolpare
inglesi
suoi concittadini:
creduli; noi
ma
conosciamo
Italia e gl'Italiani
noi.
Che
g' Inglesi
conoscano bene
1'
Italia
gl'Italiani,
i
nomi,
io
non
ma
ecco
quali
sono,
secondo nota
i
Rossetti
nella sua
Memoria
la
dello Shelley,
novelletta.
Sir Vincent
Eyre
la senti
raccondella
tare nel
un
finalmente l'avea
saputa
in confessione
da uno
parte all'aggressione;
naturalmente, dice
il
sir
Vincent Eyre,
il
prete
non svel
il
nome
Trelawny;
e cosi nel
novembre
del 1873
la storiella
Roma,
ne scrisse su-
padre suo.
Pu
essere
che gl'Italiani
siano,
come
dice
io
tali
il
gl'Inglesi;
ma
duli se sopra
da
lui.
Libro Primo
incredibile
1'
le
opere dello
lette e studiate
dopo
1'
dalla
vedova
di lui nel
i83o;
colle opere
si
seguit a stu-
messi
in luce
nuovi particolari.
ai critici fu
il
Ma
ci
che
diede pi da fare
testo
ha dato da
che
il
fare ai cri-
inglesi
quanto
e piti
testo di
un
clas-
moglie
riusci,
molto scorretta;
il
regn
succedettero
da
W.
M.
Rossetti,
uno
dei pi entu-
e critico assai
reputato e valente.
di
tutte
le
note
critiche
emendare un
13
testo fidandosi
ingegno
impresa
pericolosa,
quanto
acume
pi
e
si
grande.
Si
comincia
in
finisce col
Peerlkamp.
Rossetti;
Non mancarono
ne anche
le
ma
mancarono
biasimi, e
amici dell'editore.
di
poeta Swinburne
gli
rimprover
avere spesso
trattato lo Shelley,
come
non
richieste
correzioni deformato
il
senso e
distrutta la
musica
tutta la punteg-
Un
si
abile
il
maestro
di scrivere
come
bi-
Rossetti, dice
gli
sogno che
tutta
una
strofa
pu essere rovinata
sione o la
virgola;
inglesi fa
soppressione di
falsa
due punti o
una
che una
In conclusione,
secondo
giudizio
del
ottima
(1
)
come
libro
da consultare, riusci
the lexl
tale
che
Swinburne, Notes on
stitdies;
ofShelley,
in
Swinburne,
Essays and
14
Libro
Primo
ogni amatore delle poesie dello Shelley dovr sempre, dice egli, preferire di leggerle in
una
delle
torto
del
Rossetti
in
fu
questo:
di
credersi
autorizzato, anzi
dovere, di
correggere
non
da inavvertenza o imperizia
edizioni,
di chi
cur
le
prime
ma
chiama
scrittore essen-
e di sintassi,
ed altre
sviste,
professore
Thomas
S.
Baynes,
in
critica
una finissima
mostr come
mancanza
coW intero
carattere
li-
mente dell'autore,
specialmente con la
difetti
ai cri-
(i)
fazione di
H. Buxton Forman
opere
tici,
erano, secondo
il
S.
e indelebili del
modo come
dei traiti
ci
Ad
il
ogni
modo
vuol
fra
1'
un gran
il
poeta, e
professore che in
del suo allievo,
iscuola corregge
c' e ci
componimento
manca
al
primo
magnifica edi-
il
suo propo-
sito, di ristabilire in
ogni cosa
la
sincera lezione
metro, di punteggiatura e
non emen-
luoghi dubbiosi,
ma
soltanto pro-
porne
in
nota
la
probabile correzione.
Una
gran
l'edi-
accompagnano
zione del
chi degli
Forman sono
emendamenti
rivolte a
combattere parec-
l6
Litro Primo
Forman
damento
sono convincentissime.
Il
Rossetti, da quel
valentuomo ch'egli
tenne
conto di tutte
le critiche fatte al
1878, ha cancellato
lui
da
modificazioni, per
quali questa
seconda edi-
pu anche
il
dire
eccellente,
ove
gli
si
meni
buono
principio
(nel
ma
gere
errori di
grammatica
e di
metrica del-
l'autore.
Rossetti la bella
Memoria che la
precede, scritta
e
piena di belie
il
migliore,
II
Gli scrittori,
specialmente
poeti, si
possono
arte; seconda, di
vanno mira-
bilmente d'accordo;
superiore all'ingegno.
Dante,
lo
Goethe,
il
il
Molire,
il
il
Pope,
Racine,
Platen.
conda
il
Byron,
1'
Hugo,
il
Swinburne, bench
arte, e neh'
il
negli ultimi
due
ci sia
molta
Hugo
Heine
anche
e
il
artifizio;
il
Gau-
tier e
Baudelaire.
sta indubitatamente nella
Lo Shelley
prima ca-
tegoria, ci sta pi e
prevalgono
alle
qua-
lit
Io
ho
letto
non so quante
che
tutte
ma
tutte imperfette;
ma
con-
una
che spetta
al
sentimento largo e
Chiarini.
iS
Libro Pruno
la
le
egli sar pi
vero e
a
i
immagini
sentimenti e
nuovi
di
le
nuove
condensando
maggior numero
di parole possibile.
di pensieri nel
Il
minor numero
Formati vede
chiama polari^ajione
del linguaggio,
fra
il
la poesia e la prosa.
meno ritmici,
realt
poeti,
pi o
meno
rimati, la brutta e
meschina
non siamo
;
noialtri scri-
viamo
della prosa pi o
meno
ritmica, pi o
meno
ma insomma
C'
un
girare
ma
son
sempre
non
poesia.
noi ci ap-
plaudiamo
seria,
pavoneggiamo
della nostra
mi-
chiamandoci poeti
realisti.
19
Io
non trovo
fra
moderni un
altro poeta
che
come
lo
Shelley quelle
al poeta.
Egli
il
pi grande (dico pi
fetto) lirico
moderno, perche'
il
ha
in
suo cuore, ed
vive
come
animate ed inanimate;
egli
il
pi gran lirico
moderno, perch
il
meno
ai trova-
ma
la
dico per-
me
una
sempre parsa,
e oggi pi
che mai
tale
pare,
sembra
Dico
dunque che
pi
miserie e
le
brut-
reale, quella
che sa trasportarci
se-
ha
i
tempi
e in tutti
luoghi, la storia
il
dell'uomo; quella
le
cuore per
idee pi no-
20
Lilro Primo
bili
e grandi; quella
che sa per un
momento
in-
illusioni; quella
insomma
non
fatta la
ma
cosiffatta
molto
si
meno
vor-
gli
s'
im-
pone,
Dio che
suo
Guai
se
l'
ideale
fra le
leggi
della
societ
umana
se si vuol farne
dice e
di
un puntello
insomma
un ideale non
ma
di gente utilitaria!
Me-
umano
come un
e
fiore
spontaneo di
fra
la
il
popolo stesso,
e
mente divina
tempi
le
V os
magna sonaturum; ma
come
i
in
di
avan-
zata civilt
nostri,
quando
il
nazioni han
materiale,
il
fine
un
ideale
comune non
c'
la
nazione
-Ed
allora
sorge
spontanea-
qualche
uom
semplice, o specus'
intende), va cer-
cando
tra
le
vecchie
ne
fa
uno
straccio
;
e la
gente sensata
sibile altro
gli
non
pos-
allora
se nasce
un poeta
ramente
a'
idealista, gli
per un
un
visionario.
veramente un poeta
non
altro
che un
visionario.
Tutte
attestano
le circostanze
della
vita
dello Shelley
come
come sinonime,
22
Llro
Primo
come
rito;
gli altri;
era, pi che
un uomo, uno
spi-
uno
spirito.
Guardate un
un
serafino.
Quando
si
di
uno
deW ateismo, ci pare di trovarci dinanzi a un impossibile; ma questo fatto che pare impossibile
meglio conoscere
e
intendere
l'uomo.
Da quando incominci
a pensare, a
me-
mondo
un mondo
assai diverso,
nel quale
corpo.
e del
Ma
egli
si
mondo mae
mutarlo
i
mi-
gliorarlo.
sentimenti,
desiderii,
forti
Il
bisogni che
generalmente sono pi
in lui
in
tutti gli
uomini,
erano quasi
nulli.
Pecry Bysshe
Shelley
23
la
massima
vita,
indifferenza nel
pericolo di perdere
I
la
biso-
moveano
si
era
dimenticava di mangiare
mangiava sempre
si
latte.
Una
volta chiamato a
gi desi-
quanto
E
il
cu-
Tre-
lawny.
Un giorno,
tappeto del
cammino
si
sieme con
la paletta le
monete, che
erano spar-
un mucchio
lo
prem
col
due
parti
una
di queste in
per
24
Libro
Primo
nando
le
ma
egli
marito
le
che
se')
dar
al
povero
Tom
di
cosa
cie
il
tutf altro
che rara:
figli
le
persone
in
ispe-
loro affetto in
qualche animale;
ma
tali affetti
chi
in-
tende
come
agli
animi
gentili ripugni
le bestie.
il
vedere
uccidere e maltrattare
Ma
il
la
simpatia
or-
onde
lo Shelley
l'
abbracciava tutto
mondo
sulla
ganico e
diverso da tutto
Bene
a ragione
sua
tomba
egli fu
terra.
fu scritto -
chiamato
la
poeta panteista
lui,
dell' Inghil-
Tutta
ed egli sen-
da legame strettissimo
La
ragione, la
25
giustizia, la
libert,
si-
umane, gover-
navano
in
il
mondo
rapporto
come
d'amico con
tutti
quando, da cotesto
occhi sul
mondo
reale,
ideale
abbassando
gli
mondo
vedeva
rava
profondamente. Quali
tali le
pensieri e
ai
senti-
pi be-
un
pazzo.
Le
si
poesie e la vita
strano e
era necessariamente
oppressioni,
gli oppressi.
un
ribelle contro
e
il
tutte
le
era
Il
l'amico
difensore di tutti
lo spinge a spofiglia di
sentimento che
sare
un
oste,
dava molto
sottrarla
da
lui,
eh' egli
medesimo dal
Queen
Mah,
il
Prometheus unbound,
Beatrice Cenci,
26
Libro
Primo
T Epipsj'chidion.
lista
Il
poeta
come
;
si
vede, idea-
tutto al contrario
Se
lo
formazione e di svolgimento,
io credo, a quella
la
fama
dello
di lui
non cederebbe,
speare.
Shake-
Un
trova
molto pi favorevoli
e
la
al
suo ingegno
quando
la
lingua
letteratura
sono ancora
;
nell'infanzia, che
quando sono
gi adulte
moltis-
Perch
le
forme di
una
lingua
si
fluttuanti,
esi-
genza della
quasi
del
pensiero,
prendono
dia
spontanee
qualunque atteggiamento
il
loro lo scrittore;
quale pu perci
muoversi
,
inciampo
ve-
runo.
Ma
si
quando
l'
scrittori passata
sopra
lingua e
le
forme
di
essa
son
venute determinando
e fissando, lo
li-
bert
deve
e
forme
27
deve
nell'
opera sua
let-
un ingegno
che
un inge-
gno veramente
gnoso
di freni
;
creatore;
sempre
deboli, o
almeno
vinte
potenza creatrice.
Le
qualit che
formano
la
grandezza straor-
me-
La sua potente
del suo ingegno
originalit
lascia
poco o nulla
poetica
lascia
Egli
libri;
pi che
un
lettore,
un divoratore
di
la
insaziabile:
ma
le
grandi opere
poetiche ch'ei
pi legge ed ammira, per quanto grande impressione facciano nella sua mente,
non han
virt di
scemarne
l'
originalit.
e sono
anche quelli dei quali tu senti una qualche influenza nelle opere sue:
ma
il
ha minimamente alterato
l'
le
28
Libro
Primo
del
moderno
i
agli antichi.
Fra
lo
temporanei
erano
il
due che pi
e
il
Shelley
ammirava
Byron
Keats.
Ma
nell'opera lette-
non
senti
nessuna influenza
del Byron;
non
mentre
nell'
opera del
pa-
che parmi
documento
singolare
gegno
anche
Shelley ed
del
il
l'
autore
mondo
della sua
fama.
Keats, altamente
ammirato
dallo Shelley,
e spregiato e schernito
influenza.
difetti dello
Shelley
si
di frase. Nelil
comporre,
i
egli
lascia libero
le
freno
alla fantasia;
pensieri e
immagini
si
succeverti-
talora
Quando
dire,
ti
pare che
il
da
Pcrcy
Bjiss/ie Shelley
29
verti
un
egli
accorgi che
psychidion, versi indirizzati alla nobile e sfortunata giovine Emilia Viviani, rinchiusa dal padre
nel
Convento
di S.
Anna
a Pisa, egli,
dopo averla
chiamata gentile
spirito,
ritalmente alato,
del cielo, che
essere cosa
cosi
prosegue:
la
serafino
troppa gentilezza
sotto
quella
di luce,
radiante forma
donna
tutto ci
te
che
d'amore,
d'
immortalit in
non sopportabile!
!
ve-
nubi
tu
mera-
armonia
dell'arte
come
nello splen-
si
forme
tuo sguardo!
il
lettore
che
basti.
Niente
affatto:
nia.
pochi
Non
sei tu
scevra di malizia
la
un'anima
benedisegreta
e
tua
l'altrui
una fontana
di suggellata
felicit, le
come gioconda
luce
30
Libro
Primo
l'ombra?
che
unica non
sorriso in
fra rozze
si
muove
a
nel moventesi
cipigli?
cielo?
gentil
mezzo
voci?
duri
suono
coloro cui
amore ha insegnato
a toccarlo tragil
giorno pi
sepolto tesoro?
non alato
di
sieri di
piacere"?
tomba
di affanni
sparsa
viole?
neppur qui
basta al
poeta
ma
crediamo, a noi
immagini
male,
fosse la
mente
dell'autore.
dalle
Ho
si
detto
miniera; poich'
i
miniere
metalli: la
mente
Shelley
piuttosto
materia poetica,
non
s'
arresta
finche' ce n'.
Anche
nel brevissimo
le
esempio da
me
citato
il
lettore
vede come
1'
immagini ram-
una
treccino e
finale di
ci
si
confondano, a
modo
Il
un
fuochi d'artifizio.
qual fenomeno, se
fa
la
mente del
quella
31
perfetta.
il
nostro poeta
il
parola
pi
e
segno chiaro
E un
fatto
concetti e le
t'
in
contorni;
un
fatto
bisogna
1'
autore ha voluto
le
sue parole;
ley
ti
un
F
fatto
che
la poesia dello
Shel-
fa talora
effetto della
nella tua
mente sentimenti
bene
Il
presentarli ad essa
ficio
delineati,
come
1'
uf-
della
parola.
che, se per
di
una parte
vizio,
produrre un grande
effetto poetico.
sta,
purch
s'
mu-
sicale,
lore
principale;
co-
valor vero
Libro Primo
La poca determi-
collegata
l'ingegno di
lui,
deriva cio,
come
cosi
da quelle
qualit stesse
che lo fanno
grande poeta.
che solo
Egli usa
le
parole
con quella
libert
scrive
quando
egli nel
tempo
I
e pazienza da
vocaboli.
pensieri e le
immagini non
via di
si
formano
nella sua
mente per
una
ma
vi
balzano,
per
dire,
belle e fatte; e
alla
quelle
mente
medesime
il
poeta
le fissa
con
la scrit-
rissimo a
lui,
Che una
parola o
una
frase abbia, o
non abbia,
comune un
non
se
ne d pensiero pi
che tanto
e basta.
debba averlo,
A
i
credo
io col S.
Baynes, debbono
sono tanto
affaticati
a ci
33
quelle
il
Rossetti
si
Ili
Bench
la
sia oggi
tanto
critici e
poeti lo
mettono terzo
essa
collo
Ed anche
intende
in
Inghilterra lo Shelley
non
parola,
popolare; e facilmente
essere. Egli
come
Byron,
non possa
diatissimo,
ammiratissimo e stu-
ammirato
e studiato pi del
ma
e'
solo dalla eletta schiera degli amatori e culvera, della grande poesia.
tori della
Mentre non
opera del
in
Germania,
le
in
Francia, in
di
pi traduzioni, e
tradue si
zioni
alcune
opere
sono innumerevoli
lo
ristampano continuamente,
Che
1'
fran-
ne abbiano una
traduzione io
ho
sentito
dire; stato
ma
buono a
i844
Germania
fu pubblidelle
cata nel
3.
una
traduzione completa
Chiarini.
34
Libro
Primo
poesie dello
ma
poco
il
oggi
quasi dimenticata
altri
tradussero poi
Adolf Strodt-
mann una
comprese
il
non
Prometeo; che
tradotto da Albrecht
Wickenburg
so;
Strodtmann
e del
iono pregevoli
dalla mirabile
leiani,
per
fedelt,
ma
spesso lontane
armonia ed
in
Germania
conoscenza
delle
poesie
dello
Shelley.
La prima traduzione
Opere poe-
Percy Bysshe
l'inglese da
la
G.
A.; e comprende
il
Prometeo,
Giuliano e
liriche.
Mad-
dalo,
Questa
(1)
Dcr
entfosseltc
Promelheus, Lyrisches
Drama
in vier
35
le
lodi del
Came-
critico
molto gentile
benevolo, e facile a
men
che mediocri,
non
tale
davvero
che
sa l'inglese,
io dovessi lodar
autore di essa,
altro che la
il
buona intenzione
grande
la lirico in-
conoscere agl'Italiani
glese.
La
poesia,
specialmente
lirica,
e pi
specialmente
l'inglese,
molto
diffcile
a tra-
durre da una
modo
rattere
dall' inglese
e difficilissima
per
di
il
che
io
ho tentato
adombrare nel
condo capitolo
Shelley.
Io
ingegno me-
Ma
certe qualit
deve averle:
se
no, guai!
Deve
intendere perfettamente
sentirne
profondamente
qualit
artistiche
facilit a
i
rappresentarsi
le
corrispondenti e
deve,
se
pi naturali
del
proprio
linguaggio;
traduce
un
poeta, avere
36
Libro Primo
\i
armonie e
ri-
conoscere la propria
il
primo
dello
Shelley
possedesse la
prima
dirlo;
non saprei
ma mi
l'
non intenda
tre gli
letta
certo per
che
le altre
facevano
sono
difetto.
la
Onde, quando
traduzione,
io
ebbi
anni
sua
mi persuasi
era
che
una traduzione
Quando
sato
del signor
rallegrai
mi giunse
nuova traduzione
Forio,
Erasmo Di Lustro da
stesso,
si
me
ne
il
meco
niente
fosse
dubitando che
all'
nuovo traduttore
messo
opera con
il
E mi
a
procacciai
li-
subito
leggerlo
con quella
impazienza
che
nuovo
vai...
e desiderato.
tro-
di
egli
pu
essere che,
:
bench
scrittore, sia
un
uomo
ragionevole
le
37
pu anche
dobbiamo
alla
repub-
come me,
la
debolezza di comprare
libri
nuovi.
Lo vedo anch'io
si
pu trovare rimedio; ma
i
disgrazia che
libri
noci.
Se tu compri
bile,
un
mocesti
un
vestito,
;
un paniere
due
d'insalata
tu
li
piacciono, se
li
ti
convengono; e solamente
li
quando
li
prendi e
paghi:
ma
se,
se
compri un sacco di
noci, tu hai
un
bel guardare;
dentro.
quando
casa e
incominci
schiacciarle, trovi
che
la
la
prima
la
quarta
quinta e tutte
le
altre
',
fin
che
ti
il
sacco non
che
sentiresti
una gran
voglia di correre dal contadino che te le ha vendute, pigliarlo pel collo e dirgli
quattrini eh' io
t'
:
qua, fuori
i
ho sborsato, e
ripigliati
gusci?
il
Ma
cosi
operando
saresti ingiusto; e
:
con-
tadino
potrebbe
risponderti
che
le
ho
38
Libro Primo
fatte io le noci?
La vada
a rifarsela
sta
coli'
albero che
ha prodotte.
Quedi
ri-
considerazione filosofica
al libraio
il
mi impedi
mandare
Erasmo
Di Lustro,
e richiedergli
il
miei denari.
Evidentemente
sce dello
Tauscritto
hanno
Haupt-
veramente
fargli
troppo poco.
Ma
noi
non vogliamo
altri
rim-
provero
di ci: che'
ben
rimproveri abbiamo
da
gli
fargli
E neanche
vedere
rimprovereremo
noi,
secondo
dovere di ogni
ha
fatto
prima
la
di lui nel
campo
ov' egli
vuole
esercitare
rimprovereremo puramente
:
semplicemente
al si-
pi difficile e
il
inglesi,
senza
sapere
lingua
italiana,
il
suono
Percy Bysshe
Shelley
39
d'inglese
quanto
bi-
sognava a intendere
Me-
e di
il
sempre
intendendolo,
Brandes; senza
citare
non
erro,
il
Brandes.
fa della
La
citazione che
:
il
signor
Di Lustro
Blind questa
la
Im-
dall' infan-
usa a riguardare
formalit
il
semplice
condo
la
santificato l'unione di
due
esseri che
si
amavano
pa-
davvero, ecc.
rola che lasci
Ed
oltre
ci
nemmeno una
che
le
supporre
al lettore
notizie
che
il
signor Di Lustro
della vita
alla
dello
premesso
sua tradu-
dalla
Memoria
della Blind.
E non
Blind,
solamente
le
notizie.
Per esempio
predilette
la
parlando
delle
letture
dello
Hume,
with
the
French
as
Encyclopaedists,
together
Plato,
yet
40
Libro Pruno
chiefly
known from
in nota:
agto
to
have produced
lines
Qiieen
Mah
From an
Ij
eternity of idleness
God, awoke
avoir passe
enfin
le
une
ternit
sans
le
rien
faire,
prit
dessin
de
produire
monde.
gli
il
signor Di Lustro:
disti,
Locke, Hume,
Enciclope-
sue Ruine
Mah
From an
T,
eternity of idleness
God, awoke
del
le
Dieu aprs
parole del
si-
avoir
Non
vero
che
Blind
C',
vero,
in
questo
Percy Bysshe
Shelley
41
del signor Di
dice soltanto:
la
citazione
123.
Le
gine
citazioni
xii,
trovano
pa-
danese.
Ma
niuna citazione
si
trova a
non bene
le
me
fatto al signor
Di Lustro; per
io
non
il
avrei da
libro.
suo
Questo
non
mi
limiter
sacco e schiacciato
resistito)
;
ma
ne ho schiac-
qua
non
stanze
capitalissime
nella
vita di lui;
altrui
ad uno
lecito
che compila da
un lavoro
non
scrive:
The
death of
sir
4-
Libro Primo
it
prudent
to
make
him,
as
he was next
with debts,
Jl
an
signor Di Luparole,
e
avendo sotto
gli
occhi queste
Sir
il
padre
:
si
capace di scrivere
in povert,
nascono
la
sua
il
che'
in possesso di
una
rendita di oltre
dello Shelley,
le
il
a mille sterline.
Uno
studioso
anche senza
avere
sott'
occhio
parole della
i844;
del
morte
del
mille
sterline
col
patrimonio
avito.
Errori
grossolani
di
come
non soltanto
poco sapere,
ma
anche
di
nessuna accura-
cosi:
Proe
si
meteo.
di
monarca
degli Dei
dei
di
Demoni,
uno, che
ad eccezione
mondi che
guardiamo con
43
ecc.
Il
signor Di Lustro
ha
l'abilit di tradurre:
Unico
sol di
demoni
e di
numi
di spirti
monarca
abitatori
Di purissime
sfere roteanti
cose,
le viventi
non
bella
traduzione
del
senso.
Segui-
sempre
Pro-
il
Prometeo, s'intende,
Di Lustro:
fatto
regno.
Che
non
cos'
e'
questa
roba? dir
il
lettore;
qui
senso. Il
Prometeo
dello
Shelley dice
invece, molto
sensatamente:
nell'
E me che sono
la
Seguitiamo ancora.
Il
Pro-
io
mi degnai
lo
scorno
Non fur
sospeso alla
montagna nera,
ecc.
44
Libro
Primo
Onnipotente, se
la
io
mi
fossi
degnato partecipare
pur
signor Di Lustro
anche
lui
il
senso,
ma almeno non
al
sbaglia
tanto
grossolanamente.
Rimproverando
a
Di Lustro
d'essersi
l'
messo
inglese
tradurre
lo
quanto bisognava,
sono stato
troppo indul-
senza sapere
l'intendere didi
forme gram-
Prometeo.
esempi
il
Quanto a me,
signor Di Lustro;
ma
a
opinione
diversa,
rechiamone
caso fra
ancora qualcun
i
altro; e pigliamolo
molti da
me
strofe
stupenda ode
La Nuvola,
tentai
una traduzione,
e che stata
poi ritra-
45
dotta, pi
liberamente e pi felicemente
dallo
Zanella.
Si
rammenta
il
famosi in
un
Umberto esposto
al sole,
Abbiamo
un imitatore
sul
scambiando un aggettivo
un
Over a
tor-
mare im-
strofa della
modo
De
la terra e
dell'onda io son la
al ciel cara,
figlia,
Grandemente
fra
pori,
ognor mutabile,
Sempre
di
morte ignara.
l'inglese, agilissimo,
(la
ha
be-
qf
the
sky
prediletta,
il
46
Libro
Primo
marnino
del
cielo).
Il
signor
Di Lustro ha
il
son la suora,
Del
cielo la nutrice,
1'
Traverso
Morir non mi
addice.
Trasformare una
figlia,
daughter,
in
i
sorella;
un
barrlbino, nursling, in
una balia;
in
pori del
e tutto
mare, the
questo
pores qf ocean,
quattro
una gora,
di
in soli
versi
una
delle
i
pi
davvero
limiti
di
del
credibile.
scam-
poeta,
lamentando
la fine di
una cara
ha camsulla
bella-
Ora
la terra
sua
faccia,
un
il
cipiglio
appare
signor Di Lustro
mente:
La
Il
terra
in iscompiglio,
il
cielo aggrotta
si
ciglio.
Poi, seguitando,
pittoresca
immagine
47
spuma
mette
del
mare:
il
signor di Lustro
la
si
per-
Ji orlare
invece
:
spuma
del
mare
cogli
Noi vagavam
fra gli
alberi
S'
immagini ora
siffatte
il
lettore
perpetra
traduzioni;
di
amor
della
rima capace
di
si
bruma
una tempesta,
che lo Shelley
far
amor
della rima,
ci
ha niente che
instead
smile
(sorridete
invece) con
e
il
cupo affanno
vi affrettate
tate forte)
ad acquetar,
il
con sacro
di quella
mutare
far
il
un bambino,
che
tare,
vento pi discreto
(stir
contentava di agiil
and
sway);
siffatto
s'immagini
lettore,
come un uomo
tra-
quanto di pi gentile
delicato
la
in
suoni
poesia.
moderna
Libro Primo
Io
non ho
il
roso argomento: e
nemmeno
di
andare avanti.
al signor
Di Lustro
consiglio
che
gli
glielo,
poich qualche
Italia si fa cosi)
ha avuto
il
ha avuto
il
coraggio di dire
il
cio
modo
di tra-
come
si
lo Shelley: e
critico-
che ha detto
questo,
signor Di Lustro
ci fa
per insistenza
d'amici,
Anche
non
ci
condiscendere.
Ecco dunque
se
il
priamente voglia
una
tra-
lettere italiane,
ma
im-
faccia cosi.
Cominci
dall'
49
parare
e poi
un p meglio, prima
F inglese;
si
la
lingua italiana,
renda,
forza di leggerle e
rileggerle,
familiari le
poesie dello
intese
Shelley,
e
di averle
gustate,
in
provi
darcene
una
traduzione
prosa
letterale; dico
in prosa,
perch
versi
non son
pane per
suoi denti.
di Dio, si
amici o
al
signor Asper
la
se
in
amico o nemico,
grado
sia
di giudicarla.
1879.
Cll.
AKIN1
re scuole, secondo
j
il
Formar)
(i), si divi-
dono oggi
il
campo
prima
faellesca.
Capo
della
il
poeta
laureato
terza
il
Tennyson
incontestati
ed
incontestabili verso la
(i)
54
Libro
Primo
Pur
trat-
campo
nuove forme
la
fu e
in
alcune
i
cri-
riconoscono
tutti
i
la
sua
influenza
tutte
le
grande
lo
e be-
nefica;
poeti di
scuole
amtutti
mirano
e riveriscono
sentono di dovere a
lo
qualche cosa.
il
11
Byron,
Shelley,
il
Wordsworth,
Coleridge, scio-
vano
toccato
il
sommo
poesia
della
eccellenza
col
Pope, rimisero
la
inglese
involonta-
riamente
quasi fatalmente
si
Il
allontana dopo
Tennyson pro-
La poesia
Tennyson
Byron,
meno
e del
ma
pi sobria e pi
pura. L'opera
una raccolta
di
per
,
la
morte
un amico
e intitolati In
Memoriam ma non
questa l'opera
che
gli
La sua immensa
Algemon
Charles Swinlitrne
55
popolarit
il
Tennyson
la
deve
Re
carattere eroico, se
non
manca
affatto, ridotto a
zioni. S'
immagini
il
lettore le risse di
lo
e di
Agamennone
raccontate con
stile delle
e
I
avr
cri-
g' Idilli
del Re.
difetti
d'arte nella
Legende des
il
sicles di Victor
Hugo:
per
ma
chi
i
non sente
grandiosi
soffio
epico
spirare
entro
cese? chi
brati
eroi da lui
celequelli
Ten-
Ma
perfetti nel
d'
veri e propri
Idilli,
argo-
mento
diniere
familiare,
,
del giar-
77
ruscello
The gardener's
i
quali
ampia-
mente giustificano
il
nome
di Idillica
dato alla
scuola Tennysoniana.
Ammirato,
ticato
acerbamente dagli
Roberto Erowning
pi
;
moderna Inghilterra
56
Libro Plinio
ed originali. L'argomento
sue poesie,
liriche
e pi di
di
i
volumi)
sempre
lo stesso,
tutti
l'uomo; l'uomo
i
tutte le condizioni, di
tempi,
di
tutti
luoghi.
Tutta
la
poesia 'del
Browning
umano,
un largo e profondo
tutte le sue
la
studio dell'animo
in
manifestazioni. Perci,
forma
quasi
sempre
la
monologo,
difettare
necessariamente
di variet,
di lui.
non
e'
forse
un
La grande
non pure
dalla
materia,
ma
e perspicacia di
di
un
che sfuggono
all'os-
Un
poeta
nosce
pi riposti segreti
dell' arte,
non poteva
non
ratura
fluenza
poetica
,
del
suo
tempo;
il
ma
questa
in-
come osserva
Forman
(i),
molto
di-
(i) Op.
cit.,
loc.
cit.
Algemon
Charles
Swinlume
57
questi ha formato
poeti,
una vera
la
e propria scuola di
il
che anche
pi numerosa di tutte,
poeti di
sono pochi; e
la
come
Tennyson.
si
La
scuola
il
preraffaellesca,
come
propose
nella pittura
romperla
affatto
di
fatto
poeti
non facessero
quelli delle
ad essa contemporanee.
questa scuola
si
Uno
dei
modi
coi quali
il
studi di conseguire
suo
in-
tento, fu di ravvicinare
bile
il
quanto pi fosse
al
possi-
linguaggio parle
lato,
riproducendo
le
in
essa
tutte
forme
di
questo in tutte
cipio
buono
in s stesso,
ma
parsimonia
e senza
Forman,
la natura-
lezza
la
semplicit
il
toccano
l'estremo della
alla pi
rozzezza, e
verismo giunge
alta su-
5S
Libro Primo
Come
setti,
il
Tennyson,
cosi
il
Browning
i
il
Ros-
per diversi
loro inil
tendimenti,
non fecero
proseguire
rinnovamento poetico
s'intende,
letterariamente, perch
inglese contem-
poranea
ralmente
letterario.
parlando, sono
che
lavorano
molta intelligenza
e
i
che
dei
gli
scultori e
I
quadri.
prosecutori dell'opera
del
letteraria
dello
Shelley e
Byron
mente
commovevano
per
il
il
petto di
e
que'due
grandi
spiriti:
contenuto
gl'intendi-
menti
poetici, pi
che con
loro, essi
hanno
atti-
Ma
non
tutti
ad una delle
addetto
il
tre
scuole da
il
me
accennate.
fa
Non
vi
Swinburne,
quale
parte da s.
Il
secondo me,
Afgernoti
Charles Swinbi,rne
59
di
lui; egli
pi poeta di
il
tutti;
nato poeta.
il
dentro
suo petto
batte
anche un po'
Appassionato per
come
tutti
grandi poeti
socialmente rivoluzionario,
il
discendente e
spiriti,
circostanza
Swinburne ha ora
altri
trentasette anni;
fu,
come
tanti
nei collegi di
Eton
e di
egli stesso
il
V onore e
piacere di conoscere
il
Mazzini:
l'Ita-
come
tutti
Pubblic
nel 1860,
La regina madre
Rosmonda {The
troppo
egli
di possedere
poetare, pur
non mancano
di
tratti di
molta bele
lezza, annunziatori
un ingegno splendido
60
Libro Fri wo
forte.
saggio,
il
Swinburne
ma
quale
egli
trov
riconobbe
stesso, e al
letteratura inglese
come uno
poemi
del secolo.
UAtakmta
mento
lirico.
in
CcOydon
(i).
un dramma greco
predomina
il
l'ele-
C' l'intonazione,
movimento
lo spirito del
dramma
greco, e insieme lo
stampo
di un' opera
moderna ed
conosceva profondamente
lingua e la lettera-
l'ammirazione ed
conscio
di
il
culto di
essi
un grande
qualche
artista
avere
con
parentela,
s'era gi formato,
quando
scrisse YAtalanta,
una
maniera
mersi,
era gi
arrivato
alla
perfetta
maturit
di
dramma mostr
tre
un
potenza dei
elementi princi-
BURXE
61
Swinburne,
il
dram-
matico,
.
il
lirico,
il
musicale.
Lo
splendore della
la perfezione
i
forma,
la
lirici,
pregi
drammatici
destarono la
grandi
poeti
nazione.
quali
il
Anche
oggi,
dopo quattordici
Swinburne ha pubblicato
drammatiche
lumi
di poesie fra
e liriche,
onde
fama
poeta,
generalmente
ritenuta
come uno
dietro
un
dramma
sha-
lume
di poesie liriche
drammatiche, Poemi e
(2).
ballate
mostrato
Swinburne
letteraria, la
mo-
(1)
Poems and
ballads,
by Ai.geknon
62
Libro Primo
altrat-
un soggetto moderno,
secondo
cosi
bene come un
antico, e trattarlo
dell'arte,
tutte le
nuove esigenze
tazione, e al
I
tempo
stesso
altamente originale.
Poemi
che
dissi
lavoro
artistico,
durante
il
quale
ma-
Dedica
(i),
il
passa:
tempo
le
di
un
prime sono
vecchie a
i
ventitre'.
Poemi
difficile
un
altro
volume
di
poesie,
dove
ci sia
tanta variet di
le attitu-
tanto diversi.
in
fine
del
vo-
lume, p. 342.
63
III
Poemi
e ballate scoppi
come
der front the serene heavens qf public virtue (1). Gli anonimi custodi della pubblica morale scattaron su,
quali
si
come
il
cavi
viste, dai
morale,
il
per
g'
lui
importava apparire
morale
dice
egli stesso,
che
accompagnarono
prima e
la
seconda edizione
cio, git-
tando agli
altri
uno
sere
d'un nemico
si,
ma d'un
il
gentiluomo.
artista,
Swinburne
(1) Notes on poems and rtviews, by Algernon Charles Swinburne; London, 1866; png. 6
64
niente altro
che artista;
e,
come
tale,
non sa
1'
arte
umana;
e si meraviglia dello
poesie; a quel
modo che
Canova, certamente
avrebbe, credo, fatto
non immorale
le
ne' irreligioso,
alla
neppure
il
un cencio di
camicia che
coprisse
petto e le coscie.
Come!
dice
il
Swinburne, noi da
costretti,
fanciulli in
Inghilterra
siamo
imparare a mente
son provati e
si
provano
non
ci riescono,
come!
tutto ci
fa
si
come una
cosa bella e
buona; ed
io
dovr essere
vituperato perch,
sentendomi incapace
toria,
di tradurre l'ode
ad Anac-
ho tentato
di scriverne
una parafrasi?
Poems and
non
altro
Algemon
Charles Swinburne
65
scolo.
Se
la
rammentano
lettori
almeno
li
in
rammentano
?
donna amata
giare di
mancar
serpegil
una fiamma
sottile
per
il
le
membra,
tintinnir degli
sudar freddo,
il
tremare, l'impallidire,
venir
meno? Questi
dice
effetti
dell'amore,
come
fati e
i cristiani,
il
Swinburne, ci conserlui,
non
a rifare
il
poema,
ma
a rappresentare
il
poeta
s.
I
versi lo
sentiva dentro di
lettori si
immaginan bene
degli
che
io
non voglio
io
fare
l'apologia
amori
saffici e lesbiesi:
intendo
come un
artista
artistico,
nemmen
immorale.
pare,
il
come accennai
non
gi
scultore o del
quali
sognano
la
nemmeno
di potere offendere
pubblica morale
5.
la
decenza.
Altrimenti do-
Chiarini.
66
Libro
Primo
manderebbero: perch
nelle
ci
fate studiare
il
nudo
pub-
al
certe
statue?
appunto come
ci
il
Swinburne doscuole
i
mandava: perch
poeti greci e
romani?
impossibile determinare esat-
Aggiungo che
tamente
il
incominciare a divenire
ci
sione ch'essa
pu
fare nelle
persone che
la
con-
meno
gentile e culto
l'animo loro.
Mettete
davanti
alla
Venere del
il
Canova un
artista e
un facchino:
primo
ci
il
immagine
della bellezza;
pensieri e
uno
soddisfatto
il
bello; e
eserfac-
modo
il
sopra
di
lui
un'influenza morale:
Algemon
Charles Swinburne
67
lasciando stare
ha
il
povero
Canova
se la sua
voti
Canova
ist
pare
di
che abbia
certi
torti
il
Swinburne, quando
suoi
critici
scrive
Io
rare, e
essi
mi ripugna immaginare
Evidensi
temente
ch'io
possa intenderli;
Ma
Ma
ticai,
il
Swinburne
colpa:
d' averla
sua
Io
dimen-
mio
libro l'op-
portuno avvertimento
rista:
Ce que j'cris n'est pas pour les petites Dont on coup le pain en tartines; mes
Sont des vers de jeune homme.
filles
vers
E soggiunge
dire cacciarlo
per for\a
nelle
mani
d"
ogni madre
(1)
7.
(2) Notes
pag.,
8.
68
Libro
Primo
d ogni
1
come
il
vedere se
un
libro
fa
o non
fa
per lui
ci
pensi
(i).
un poco
Caveat emptor
Non
e
come un amico
stesso
del poeta,
W.
M.
un lungo
Poemi
di dispiacere
l'assoluta
morale umana, ed
per rispetto alla
mente
di lui,
Ma
bisogna,
fra
le
idee di morale
nella
societ
dire,
si
corso
umana
poeta
e quelle
che
del
pensatore.
Non
intendo
insegnar
questo al Rossetti,
me
quando pone
il
fra
han pi profondo
vituperato
le
i
senso morale
a'
lo Shelley, tanto
come
poesie
immorale
Swinburne dopo
Poemi
e ballate mostrarono
(1)
Op.
cit.,
pag. 14.
and
ballacis,
a Criticismi by Wil-
69
del
non mancava.
il
Ros-
la
fonda-
mentah
ma non
capisco
tale
compiuta
(1).
Come non
vide
egli,
passionato e
sociali
dell'amico suo,
la
giorno o l'altro
del
lui
parole
di
avrebbe
Come non
i
gano cantore
di
Venere
e Proserpina
futuro
dolo-
nomi
di
Mater
Forman,
op.
cit.,
pag. 359.
7<3
Libro
Primo
rosa
Mater triumphalis,
nei
Songs before
Sii n rise ?
IV
I
(i
),
mutare
la faccia del
mondo, distruggendo
l'
ini-
repubblica universale,
il
principio,
che
Swinburne era
il
valore
me non
essere, utopie;
me
un poeta che
dove
senso morale.
Ma
l'alto concetto
ispirati
71
impaurire
e pie
anime
di conservatori
in politica e in religione.
lo
Quei Canti
lettori
debbono aver
gi capito
le
idee
monarchia
pubblica e di libert.
mali, vuole per
il
repubblica, osserva
il
For-
forme estreme
libert,
una
all'ultimo
grado di affrancamento
che
il
Byron
idee
l'
e lo Shelley
non esercitarono
colle loro
zione, perch
non trovarono
in essa
nessuna cor(2). Io
credo
mini d'ingegno,
gli
artisti,
critici,
poeti
am-
mirarono
i
e lodarono,
li
ammireranno
e
loderanno
suoi versi;
difesero
difenderanno ancora,
ignorante;
ma
tutto
ci
sar affare
d'arte e
niente altro.
(1) Op. cit, loc.
cit.
il
(2) V. nei Saggi di critica (Essays in criticism) su Enrico Heine, verso la fine.
Saggio
72
Libro Primo
Il
un modo nuovo,
ci
fa
gli
i
battiamo
mani
gridiamo: bravo!
battere
il
ma
eco nell'anima di
qualche pensatore
ne'
solitario;
mero
dei
lettori.
Oggi
e
in tutto
quasi
il
mondo
che chiamato
certa
civile,
che
si
libert, la letteratura
un passatempo, un
altro. Patria,
repubblica,
eguaglianza,
giustizia,
son
possono pi o
liberi e di
meno
buon
essere
am-
gusto, se
una
frase,
a lumeggiare una
immagine;
ma quando
noi che
abbiamo pi o
pi o
meno
meno
studiato, pi o
sofferto (e se
meno combattuto,
ne'
non abbiamo
studiato, n
fatto),
combattuto, n
sofferto,
fiore
della
aperta
la
basta
di pi
come
73
ma
che non pu
Lasciamo
le
guitiamo a parlare
Da
i
Poemi
e ballate
Canti dell'alba
c'.
ci
sia di
mezzo un
abisso:
e non
Anzi un pensiero
la poesia
tamente
dell'artista
pagano a quella
paganesimo
della
dell'apostolo della
dei
rivoluzione. Nel
Poemi
e ballate c'
dell'
come l'annunzio
nei
to
emancipazione
uomo, celebrata
Canti
deW alba.
dell'uomo
{Hymn
preludio
Pro-
sNlnno
il
{Hymn
la
qf man)
della
seconda:
primo
un mesto compianto
Dei pagani,
caduta
secondo
l'
inno di gloria
dall'uomo duI
concilio
ecumenico
il
in
Roma.
preti
si
affaticano a puntellare e
Dio
intanto
ritorna
si
sta
morendo,
di
il
uomo, suo
schiavo,
padrone
e ballate
s.
Nell'inno pa-
giorni della
74
Libro
Primo
fatica ed
vi ha
il
sonno;
ma
tu dai la morte.... e
:
non
Dio che
V inno
umano
sopra
il
morte
di
te,
Gloria al-
l'uomo
cose.
Glory
poich l'uomo
il
signore delle
to
Man
in the
highest! for
Man
is
In
Biit
God
there be,
is
the substance
ofmen wich
is
man.
il
dell'
alba; la glorificazione,
se'
La materia
havvi
pi
dei
la
maggior
ma come
il
modo
essenzialmente
sua mente
si
trasmutano
in
fantasmi vivi e
(i) Pocnis
and Ballads,
Algei'non
Charles Swinburne
75
dire palpabili:
onde tutto
in
suono
vita e
in
esse
predomina
(s'intende) la personificazione:
il
una
abusa,
variet
della semplicit.
Qualche
1
critico
ha notato che
d'arte,
Canti delperfetti
l'
alba sono,
come lavoro
meno
elei
Poemi
e ballate.
a ci pronunziare giudizio;
ma
possiamo e voc', in
il
manco
d'arte, se
alta, dal
Io
scritto di fare
uno
ma
solamente
di
meglio,
ritratto del
a quelli dei co-
che
per
avventura noi
perci
mi sono
limitato a parlare
caratteri-
mi paiono pi
sufficienti
delinearne la figura.
76
Libro Primo
rendere questo
abbozzo
meno
imperfetto,
ac-
cenner
titoli
Swinburne,
rappresentazione
Bothwell
(1);
seguito al Chastelard,
ed
ha,
come
questo,
drammatico
dedicati
due
drammi sono
Hugo;
il
primo drame
al pi
grande esule,
:
uomo
di
Francia
il
Both-
Comme
Mon drame pique plein de tumulte et de O vibre un sicle teint, o flotte un jour
Un Un
peuple qui rugit sous les pieds d'une
fiamme,
qui
fuit.
femme
luit
comme
une lame
passe dtruit.
(2) Bothwtll,
77
Au
Une
1'
orage battue,
figure
d'ombre
et
d'toiles vtue
Pleure et
menace
et brille
en s'vanouissant
Rose
tige pineuse et
que rougit
le
sang.
Ho
tori
riportato
il
sonetto,
il
let-
veggano come
Swinburne scrive
facilit
in franfelicit
medesima
quanto perch
in esso ac-
ma
il
poeta
1'
ha rappresentata
drammi:
hanno
vero.
Nel 1875
il
un volume
sotto
titolo:
(1)
un Canto
al
d'Italia
(a
1867
Mazzini
cui
(1) Songs of two nations, by Algernon Charles Swinburne; London, Chatto and Windus, 1875
78
Libro
Primo
gomento
politico,
Dirne;
e
fieri e
stupendi sonetti,
Chtimeiits di Victor
Hugo
e alle pi ter-
L'ira e
tro-
una forma
cosi
efficace ed intera.
Due
che
cata,
la
il
anni dopo
Swinburne compose
di
pubblic un nuovo
dramma
seconda
Il
soggetto
di
ci.
forma greco,
Ere-
Poemi
e ballate (2).
prosatore e
critico nel
Swinburne degno
pu
un solo
in
difetto, se difetto si
chiamare; ch'egli
spesso, poeta.
Ma
sotto la
forma soverchiamente
si
mostra una
scrivere e
di
una straordinaria
critiche.
Il
profondit
vedute
primo
il
mostr come
critico
suo valore
(1) Erech/ens,
Tragedy, by
79
Byron pubblicata
nella
colle-
zione
ed
altri
sopra
Victor
Hugo,
il
il
Coleridge, Dante
dello Shelley,
G. Rossetti,
pubblicati
l'Arnold,
testo
ecc.
furono poi
col
titolo:
nel
e
187D
in
un
volume,
Saggi
studi (Essa/ys
and
sero meritamente
illustri
l'autore
nel
numero
dei pi
critici
volume
tennero
blicati
dietro
separatamente
l'altro su
uno
sul
poeta
George
Chapman,
di esso
il
Charlotte
Bronte: prima
biografico
sopra William
Blake, pittore
di Giorgio
di
IN,
tempo
uomo
(scrivevami
il
Swinburne)
splendido
mantenne intemerata
nel dovere durante
la
una lunga
Victor
Hugo
il
Mazzini sono
due uomini
se io
il
Swinburne ebbe,
non
(1) Essays
and
studies,
8o
Libro Primo
e venerazione:
Hugo
anche
fra
poeti contemporanei
di
lui
ch'esercit sopra
influenza.
l'ingegno
una
e
maggiore
con
lo
con
Victor
egli
Hugo
Shelley
pare a
me
che
abbia, indifetto,
comune un
che
maggiore
difetto suo,
le
come
che
io
artista; la
poca
sobriet.
Tutte
volte
leggo
le
i
mi tornano
in
mente
Pourest thy
full
heart
art.
Togliete
la
parola
unpremeditated,
l'effetto
questi
fa
che
in
me
la poesia
del
Swinburne.
d'
C
ma
profusione,
fa
profusione di suoni e
immagini, che vi
am-
mirare
la ricca
che spesso
artistica.
nuoce
alla
La
e
Swinburne
sempre densa
il
intensa,
l'immagine sempre
alata,
verso
sempre armonioso;
un'
ma
immagine basterebbero,
ne accumula due,
lo Shelley
;
tre e pi,
e lo
Shelley
uno
di quei poeti
nei
quali l'ispirazione
Algefno7i
Charles
Swinbufne
8;
e la fantasia
prevalgono
all'arte.
Alcune
delle
poesie del
osservava
l'
effetto di
Le vale
riazioni
opere
bene eseguite,
Io
si
accennai
un punto
somiglianza
il
fra
:
il
Swinburne ed un poeta
n'
nostro,
Carducci
i
ce
molti
i
altri, e
pi essenziali.
Ambedue
poeti
sono
di
politica,
il
filosofica;
ambedue
il
egualmente profondo
sentimento e
am-
bedue
vero,
il
ritorno
alla
natura.
UInno a Febo
e
Apolline e
Inno a Proserpina
Swinburne:
lo spirito di alcuni
Odi barbare
la
fore a crucifix)
l'
aldi
italiano
stata
l'
pi
l'
ispiratrice
fierissimi versi
ira,
contro
medesimi uo-
(i)
6.
Songs
lie/ore Stinrise,
pag. 93.
Chiarini.
8.2
Libro Primo
mini,
contro
le
I
medesime
sonetti del
istituzioni,
contro
medesimi
fatti.
Swinburne
del
intitolati
Dirae rammentano
pudori,
di
li
quelli
e
Carducci
Ehu
poesie
Cesa-ismo,
politico.
fra
i
parecchie altre
le
;
argomento
Queste
rassomiglianze
alle
fondamentali
due poeti
quali po-
il
Carducci,
come
il
loro tempei
nervi,
neir italiano
muscoli e
il
sangue
la
1
poesia
la
musica,
i
pensiero.
Ma ambedue
poeti
apparten-
glorioso nella
*p^//
sopra
Gray ed Ugo
viventi,
al
italiano parla di
due
pare
poeti
inglesi
in
modo che mi
e
poco conforme
vero
il
poco pensato.
dello scrivente
la
nome
potrebbero far
che
parla
un po'leg-
(i)
Nuova
voi.
XXV,
fasci-
86
Primo Libro
serie,
se ne
;
vera che
si
abbia
cose
di
cui
si
parla.
Ci solo
mi muove
contrapporre
dell' illustre
qualche
Zanella.
Wordsworth
Gray, parla
a lungo di poesia e
cui
(secondo
blica:
egli dice)
metro con
cui
chissimo conto;
altri
sostengono che
sui
il
fine del
sensi
la
un
la pittura e
mu
soggiunge che
Gray
e Foscolo sono
di questa
Europa fu Guglielmo
Wordsworth.
Le parole con
le
le
Due
poeti inglesi
S7
un nome,
chiamer
la
nuova
e l'antica,
sono
il
men duro
scuola,
dell'italiano verso
poeti della
nuova
le
che per
essi
parole ed
ma
meri accidenti
la distinzione
delle
due
molto
cri-
modiin
ficazione
restrizione,
alla
poesia
europea
sia
un esagerare
il
di
molto
Wordsworth
chiamarlo, come
Zanella
fa,
capitano della
nuova
scuola
in
col Coleridge, fu
in
Inghil-
uno
movimento
William Cowper,
la poesia
europea,
vi
spir
un
alito di vita
nuova;
ma
88
Libro Primo
come ha
la parte
fatto
lo Zanella,
anche un disconoscere
che
in quel
diret-
tamente
nazione,
non meno
Goethe,
Italia
lo Schiller,
poi l'influenza
Wordsworth mi pare
non
si
tanto vede.
Se
si
in
due
tutti
schire,
i
secondo
la distinzione
da lui
fatta,
poeti italiani
moderni
di
Manzoni in
non poco
lo spirito e la so-
alla
diedero mai
pi rigidi classicisti.
II
La
sciato
m' ha
la-
Due
poeti inglesi
dottrine del
Wordsworth,
lui,
abbia creduto
poter
poeti che
non sanno
scrivere.
Sentano
lettori
come
l'il-
il
Wordsworth
dice
che
fu alla testa di que' poeti che co' loro radi allargare lo spazio
gionamenti tentarono
che
che
nella
altro scrittore
studiosamente
arti-
struttura
della
che
zione.
Finalmente raccomanda
ai
poeti,
di
mune,
per
quanto
si
possa collo
scegliere
tempo
il
dinarie
si
nuovo.
Riferite e combattute,
con
le
parole
medesime
Zanella
la
queste dottrine,
lo
conclude
poesia, visibile
anche
fra noi,
90
Libro Primo
chi
e
si
proponga a modello
la
di bel poetare
Browning
una
Swinburne,
cui poesia
pu
definirsi
prosa in convulsione.
del
Non
un
ripeter
quello che
Browning ha
detto
critico inglese
(Quar-
mai
in
in
carta
venuta
difetti
stile
mente ad
ne' suoi e
che a lui;
;
che
grandi
il
sono
poemi rimati
che
suo
ruvido
colpa
inarmonico:
ma
recher l'accusa di
pi
da un'altra
Westminster Review,
modo
aver
in
Dopo
di
detto
poemi
di lui v'
poco indizio
che manca
di
meditazione e contemplazione;
Wordsworth,
Byron, accenna
alla
sua propensione
corrotto
di dipingere ci e
che v'ha
di pi basso,
schifoso
nella
umana
scritto
ci che
ha
Swinburne
si
nota
la
mancanza
di fede.
noti
ma
anioni; sia
pur
Due
poeti inglesi
91
Hugo, come
in
un
altro
campo
;
Patmos
nello
Swinburne.
L'accusa di morale deficienza, che pesa sul Byron, cade in doppia misura sul poeta di Dolores e di
Faustina; accusa che basta a dare
il
crollo alla
sua
fama
poetica.
III
Non
critica
fa,
in
esame
la
che
Qiiarterly
Review
e lo
Word-
sworth:
cosi
come
le
ho presentate
io,
quelle
delle eresie.
Che
sista pi nel
d'una eresia
la
credo una
verit:
il
che
io dia al lin-
che
il
modo
92
Libro Primo
Ma quando
l'
come avrebbero
Dante,
il
espresso
il
il
Petrarca,
Chaucer,
Shakespeare,
Pope, o chi
altri si sia:
l'espressione deve
il
ram-
pollare
come
pensiero stesso;
deve,
come
da
rammentare
e
ch'egli,
uomo
del
suo tempo,
pensa
scrive
Anche
l'arte
con
ma
piuttosto rammentarsi
che
l'
il
sommo
non cadere
nel-
artificio.
gli scrit-
tori
forte.
nei
men
Lo
siero, cerca
il
suo
Quando
il
Wordsworth chiama
il
Gray
scrit-
abbia poi
tutti
torti;
quando parla
Due
poeti inglesi
93
di poeti
lo
spazio
Prima che
il
Wordsworth
la
era
forme
buoni
la
rispondenza
cozzo fatto pi o
le
meno
sapientemente, secondo
norme
si
che
La
differenza fra
la poesia e la
prosa
del
si
nella
forti,
lit,
diversit
linguaggio: e gl'ingegni pi
immobidi
nuovo,
esageravano e sforzavano
linguaggio poetico,
e nel contorto.
cercare e
le
riconoscere
il
forme
altrui, gli
meno
personale, o
come
in Inghilterra,
accadeva
94
Libro Pritno
pi o
in
meno, salvo
certe differenze, in
Francia,
Germania,
in Italia. e
Venne un momento,
si
doveva venire,
il
nel quale
gli scrit-
bisogno che
tori si
mente, senza
intermediari, e
riproducessero a
modo
loro
le
impressioni
che
ne
ricevevano.
sta
il
Neil' aver
sentito e predicato
ci,
merito
ma
ec-
pur
si
doveva,
le
tradizioni
letteratura? che
della rea-
gente povera di
alla letteratura,
ingegno
e di studi,
che
si
danno
retorica
IV
Ma
al
il
modo
Browning
e al
Swinburne
(diciamolo pure)
Due
poeti inglesi
95
veramente
scrittore,
curioso.
Dunque, secondo
chi
si
l'
illustre
Tesserci in Italia
il
propone a
il
Browning ed
Swin-
Zanella permette, io
di
gli
una domanda:
lo
pregherei
dove sono
Browning
non
e del
li
Swinburne, perche'
dico la verit,
vedo.
Lo
tito di
tutta
per la quale
Carducci
non
cento
ragioni
ma
mentre
gli
do queste
che
il
Wordsvvorth,
il
Browning ed
lui,
il
Swinburne sono
pi, di quelle
innocentissimi, quanto
se
non
scempiataggini.
Il
Browning
il
nosce un poco
le
odierna lette-
non non
e'
oggi
in
Inghilterra
nessuno
(salvo
sia
anche disapprovando
loro,
si
opinioni
e le teoriche
non
che sempre
deve agli
ingegni.
fa,
dieci
o venti anni
furono
come quasi
96
sempre
J
al
loro apparire
gli
uomini d'ingegno
ardita
tatti
come
il
Byron,
come
lo Shellev,
anche oggi
sono; perche in
...\no.
conservatori abse
non
quali
hanno
di
per
il
Browning
per
il
Svdnburne parole
non so dove
la
lo
scare
definizione
e
che d della
poesia
del
Browning
prosa
in
del
Swinburne.
e
chiamandola una
so
convulsione,
nemmeno
come
gli
sia saltata in
di abbracciare
c-
d"
ingegno
di gusto cosi
si
come sono
que" due.
al
Che
direbbe di
volendo biasimare
tempo
stesso la
musica
del
Lo
Zanella ha. mi
Vedendo poi
cita
che, a
condannare
il
Browr.
:3..
un
uno
di quindici
io
anni
fa a
condannare
il
Swin-
burne,
Due
focl inglesi
97
tempo
a leggere le
e di
opere loro,
lettura
le quali
italiano, abbia
mazione
di que'
due
giornali.
Certo
il
modo
sa-
ma
mente giusto
e corretto?
Non
l'illustre
Zanella se uno
Quanto
al
Chiamare prosa
Swinburne vuol
letta....
in
poesia del
letta,
dire
o averla
non saprei
di prosaica la
due
poeti
il
maggiore
affinit.
un poeta immail
difetto
ca-
immagini
il
cuopre
7.
pensiero,
nuoce
alla
purezza della
Chiarini.
98
Libro
Primo
come
come un pezzo
vuol
di
Zanella
vedere
si
prosaica la poesia
del Swinburnc,
in
con-
meno male;
il
mano
la
male,
almeno
cosa
si
una conseguenza
dottrine wordsworthiane;
ma
il
queste dottrine
dell' essere
Swinburne un poeta
e
1'
inetto
opposto
morale,
del
Wordsworth,
e,
il
quale fu credente,
meditativo,
come
dal-
Swinburne
sia
imitatori in Italia
(dove
io
credo
invece che
si
pochissimo
da
il
pochissimi conosciuta)
possa argomentare
danno che
italiana; le
le
dette dottrine
han
son
cose.... cose,
direbbe
Carducci,
quella
la logica,
io,
Non
tale del
basta.
Fino a tutto
era
Swinburne
un dramma
Due podi
inglesi
99
e di
in
Calydon;
molte
Wordsworth.
Non
rale al
mo-
Swinburne, che
si
poteva intendere
si
e scu-
non
intende e non
il
pu scu-
sare
i
oggi,
dopo che
Songs before
si
Sunrise (Canti
il
coi
quali
dimostr
discendente
il
prosecutore
ap-
Byron,
propugnatore
Queen Mah
e del
ci
sia
Non
non mi
dello
basta ancora.
Se
il
lume
della ragione
Zanella
Swinburne, seguendo
gran banditore
male,
e
dottrine del
Wordsworth,
di
maestro dell'arte
scriver
ma
uno
fu viceversa
anche
lui,
vere,
scrittore
elegante.
Ma come non
i
s'
accorto l'illustre
tici
Zanella che
citati
inglesi
da
lui
facevano
cozzi
fra
ioo
Libro
Primo
si
VI
Le qualit poetiche
appare anche dal
quelle che
le
del
riconoscono anche
i
pi acerbi fra
il
suoi cri-
tici,
contenuto
dirsi al-
e lo spirito
Non pu
non pu
trettanto del
di lui,
essere, e
non
numero, dagli
mag-
Con
tutto ci (perch
nome
di vero poeta
il
mag-
ma
molto
rispettabile, ed
un
illustre critico,
H. Buxton
Forman,
notevole sopra
quasi tutti
Ma
lui
almeno
pu, sotto
un
certo rispetto,
considerare
come seguace
Word-
Dui
poeti inglesi
altri rispetti
molto
molto pi larghe,
pi
forse quegli
che
ha
fatto
la
splendida
applicazione di
si
capisce.
Anche
si
capisce
mai
in
ad
altri che
lui;
ma non
si
capisce
come
di ci
gli si
mi-
modo
di
Browning
fra
il
poeti
moderni
il
pi serena-
mente oggettivo,
pi sinceramente largamente e
ch'io
profondamente umano
mi conosca. Tutta
la
sua poesia un lungo studio ed una schietta rappresentazione dell'uomo interiore, di ogni condizione, di ogni tempo, di ogni luogo.
Dovunque
dovunque ha
lasciato
di
un argomento
il
Browning.
pitocco,
Che
un
un imperatore o un
un eroe o un malfattore
cretino,
volgare, un filosofo
cristiano,
un pagano o un
un antico
fatti
da
lui
compiuti
sieno
piccoli
o grandi,
102
Libro Primo
fatti
dello spi-
rito, e,
lui.
Il
come
tutti
hanno un
interesse
per
poema
in dodici
canti
un omicidio
libro
da un vecchio
la
comprato
Firenze sopra
li
da San Lo-
renzo, dove
tengono
Come
ossami
al
geologo
di
e di sassi
per rifare
un
raccontarci
essa
stessa
ci
che
fu,
pens ed
umano
i
moderna
di tutti
uomini che
fa rivivere
nei suoi
lui,
versi pare
egli
-segreti
per
ed
pare
concittadino
contemporaneo,
e del
tempo
in
che vissero.
alla poesia
si
Due
poeti inglesi
ioj
mi arrogher
no, meritata;
di
giudicare
senta un
ma
po' lo Zanella
come
gli
parla del
Browning taluno
:
dei
critici
che
il
Noi
riconosciamo
cosi
superbo
e straordinario,
pure quella
di
un Tennyson,
altri,
un Swinburne, o
qualunque
nessun
to-
uno
venti (i).
Cosi scriveva
critico
W,
M. Rossetti
Zanella,
anni
prima del
cio
il
citato
dallo
quando
aveva pubblicato
l'opera
sua
capitalissima,
poema
lato
in dodici canti al
il
quale accennai,
intito-
V anello e
libro
sono nei
stile
suo
ruil
mi baster contrapporre
(i) Swinburne' s Poems and ballads, A Criticism by William Michael Rossetti; London, 1866, pag. 49.
104
Lb'o
Primo
Browning,
egli dice
Que-
la poesia
e
alla descrizione
trattarli
moti
dell'
animo umano,
di
analisi affatto
nuova
e
e
il
adattare
il
metro
esigenze d'ogni
soggetto
dice
(i).
del
poema
intitolato
Sor dello.
sonore espressioni,
shel-
che vi
spira una
fragranza di poesia
grandiosa originalit
Potrei aggiungere
ma
baster.
VII
Baster. Io
del
la difesa le
Browning
Swinburne contro
due
critici
accuse
quali
in
inglesi dai
(n sento
me
bi-
autorit da ci, n
difese); io
ho voluto soltanto
il
giudizio di
(1)
(2)
Forman, Our
Op.
cit.,
106.
png.
109.
Due
focti inglesi
105
quei due
critici,
pagine della
Nuova
Antologia, non
sopra
dire e
il
il
giudizio
il
Browning ed
Swinburne; ho voluto
strare che
il
provarmi a dimo-
modo
ai
liano
ha parlato
dei
due poeti
inglesi
non
molto conforme
critica.
uno
scrittore
non
c'
studiarla,
analizzarla
le
e coscienza, e
;
dare poi
ragioni
ma
trattandosi di stra-
se
cogliere tutti
come
me-
L'illustre
Zanella
non ha
fatto,
mi
pare, n
SU
L'
ATTA TROLL
ENRICO HEINE
SU L'ATTA TROLL
ENRICO HEINE
villaggio
alti
con sta-
Pirenei. Cost
medit
forse, e
composto
fra noi
epopea dell'orso
che
la
tradu-
un
Libro
Primo
Mumma,
la
lui
lei
grave e serio
come un Grande
rammentarle
Spagna,
il
di tratto in tratto la
decenza con
-
che
che
non
?-
l'orso
gli
ha spezzato
la
sua catena;
tutti
gentilmente
salto
sua tana, ed
i
in questa
vita,
i
figli.
Raccontati ad
essi
casi della
sua
il
uomini (perch
vecchio filosofo ha
sua e
pure
il
la
sua vanit
in
suo dolore
genere
Mumma,
animali;
dei
figli
loro oppres-
un giorno,
figli,
l'avvenire
gli aniil
nostro, solo
tutti
mali
si
uniscano a noi,
regno
Una
damentale: tutte
le
vada a Corte,
il
il
leone vada
figlio
minore, ch'era
prediletto della
mamun
chiasso con
lui
gli
stacc
orecchio
di
pi
spesso e
pi specialmente
Troll.
sono
il
lui
una
volta a
mezza
(Kaput X),
e lo fa, dinanzi a
una
umane, giurare
uomini.
Intanto
il
odio
eterno
alla
stirpe
degli
zetta di Cauteretz
onde
dotati,
tutti
poeti,
un
po' pi
un
po'
meno, sono
avea avuto
lui,
sentore delle
mene
rivoluzionarie di
il
accom-
pagnato da Lascaro,
cui le arti della
rente,
fiero
si
morto
figlio
d'una strega,
vita appa-
mette
viaggio
per
alla
caccia del
peregrinazioni,
sempre seguendo
tracce
di
12
Libro Primo
Atta Troll,
il
panna
la
della strega,
dove questi
lien consiglio
con
il
in
agguato
ribelle
ed
ucciderlo.
Il
grave e nauseante
la
stanza, e
una
lunga
fila
fattamente e
si
misero una
tal
un
po' d'aria
struggendo
il
palle che
la notte di
San
il
Silvestro; la luna
splendeva pienissima; e
burrone sotto
la
sua
finestra
spiriti
che
escono
(l)
la pi strana
La
poeta (dice Karl Hillebrand nelle note alla mia traduzione dell'Afta Troll) una vecchia leggenda tedesca molte
volte trattata dai poeti e dai pittori. Ci sarebbe da scri-
vere intorno ad
essa
un volume. La
mitologia tedesca
narra
il
viaggio notturno di
Wodan
tano via
Il
campo
dei
di battaglia.
wilde Jager)
i
tempi
il
cri-
stiani,
che seguito da
tutti
malfattori corre
mondo,
una
altro che
tra-
Su l'Atta Troll
d Enrico
He in e
113
compagnia
di
gente
che
si
possa
immaginare:
Francia,
il
di
re
Art
il
col suo
che
gli
sopra un asinelio,
Diana,
fata
Abonda, Erodiade.
il
Questo
folle
baccanale, in cui
inventarlo
anche
l'Hoffmann,
ma
dida l'esecuzione!
in
una
le
dal
suo
cervello
vivi
palpabili,
ti
fanno
i
sorridere
(1).
Un'altra volta
La
pili
Germania. L'Heine
stato
tutti
fedele
i
alla tradicri-
nemici del
stianesimo, o almeno
ispirazione
quelli tra
gli
scrittori la cui
non
fu cristiana.
(1) Julian
seti Lessing's
8.
de-uischen Literatui'
Chiarini.
H4
Libro
Primo
il
da
sopore
si
unge
il
petto ed
il
fianco di Lascaro
sia
con un unguento
sto
il
rosso, e
la
s'immagina che
que-
balsamo onde
una
vita
misteriosa. Oppresso
dall'odor grave
il
ca-
mino,
e dal terrore
che gl'incutevano
alfine
le
si
sconce
addor-
menta;
danza
sogna,
vede
spettri.
in
di orsi e di
un
tratto
si
un orso
desta.
villano lo pesta in
un
piede, ed egli
lui,
un sogno
che
gli
ai figli.
Non ha
finito
appena
il
della sua
gli
Mumma:
a quel
giti
suono
letto,
trasalisce, drizza
e
orecchi, salta
dal
come pazzo
O Mumma,
n
pi
ne'
o tuia nera
Mumma!
Ahim,
lo sciagurato corera,
reva
alla
morte.
Quella voce
della
strega.
Mentre
la
sua sposa,
Su
l'Alia Troll
ili
Enrico Heine
115
una
nome
Mumma
su
le
labbra.
venduta
all'incanto e divenuta
un tappeto, va finalmente
a cadere nelle
mani
di
un amica
del
poeta.
Il
come
ad un'orsa.
era la
II
Qual'
la figura reale
che
il
poeta ha voluto
nascondere sotto
Troll?
la pelle dell'orso?
Chi
il
Atta
carattere
poeta
Walhalla
1 1
Libro Primo
dal
Re
di Baviera,
stile
morale
ardente sposo
Mal danzante;
Convinzioni
in
irsuto petto
s chiudente;
Non
talento,
ma
carattere
fetente.
Chi
il
filisteo
porta
sangue
latino,
che
si
macchiare
di voci straniere
E come
in
Germania
la scuola
romantica pura
attribu a
se' il
monopolio
come
purissimi
Troll anche
la satira
Ma
in
(cosa
versi
strana,
dell'
per
la
quale
il
piccolo
poema
bile al
tes)
chiama
egli
Su
l'
stesso
tici
il
roman(1).
Dopo aver
portato
colpi
pi mortali
(dice
nuovamente preso
da un
infinito
amore
romancantutte
mano
la lira incantata, e
un
mi abbandonai a
l'ebbrezza
di quella
magia
musa che
io
aveva un
di tanto
amata. Io so
smo, e che
Troll
io
(2).
Atta
il
errante,
Don
fatale
per-
quartina ot-
tonaria
glioso
romanzi spagnoli,
in
quel meravialtri
Kaput XXVIJ.
Gestndnisse.
Za
29 ottobre 1876,
n. 11.
1 1
Libro
Primo
Dopo aver
desco,
il
filisteo te-
non sar
un
po'di
commento
lettore si
rammenter che
Filistei
erano
rammen-
ma
grossa di cer-
vello e dura,
mentre
gli
ma
seppero laril
gamente vendicare
polo eletto, progresso;
il
le
po-
civilt, del
si
rammenarme
che
la
il
che
gran
filisteo,
il
gigante
mzzoi
con essa
il
suoi.
ri-
queste reminiscenze
faranno, io credo,
fiorire
mini grossolana
me,
e parr,
credo, anche al lettore, quello che fu, se ben ricordo, osservato da Matteo Arnold
(i)
(i),
che cio
Heinrich
Matthew Arnold,
Essays
in aiticism:
Heine.
Su
119
que' coraggiosi
rappresentanti
i
del
si
vero spirito
affidarono di
la
moderno
in
Germania,
quali
ragione,
con
la
quale
gi fino da
tempo antichissimo
schernivano
i
gli
studenti delle
lo
universit
giovani provinciali,
in arte, in politica,
Come
umana
in
bili
societ, anzi in
setta,
ogni associazione,
ci
sono
filistei;
riconosci-
che
li
come
a dire, la pelle
ha
rivestiti.
Sieno
essi o
sieno
liberali
o assolutisti, sieno
progressisti o retro-
o increduli,
essi
un
po' arcadi,
un
chiunque
le
possiede
perci
odiano
spesso
le leggi,
tedeschi
20
Libro
Primo
un santo orrore Enrico Heine, ingegno indipendente se altro mai, lucido, petulante, aggressivo;
e perci
il
il
pi
fiero,
In ci sta forse
letteraria,
quale,
come
gi
il
a morte contro
guerra
che dur
quanto
la vita dell'
autore (i).
mondo
tura
il
primato intellettuale
filisteo
le
han pi del
sono
la
glese; la francese ne ha
meno
di tutte le altre
nazioni
civili d'
Europa.
Da
ci l'avversione delgli
avvelenati strali
sopra tanti
anche bravi
e stimabili, compatrioti;
da ci
la simpatia di
Enrico Heine
te-
come seconda
per tutto
il
patria, ed ivi
fermare la dimora
natura di poeta e
la
quale
col
tro-
(i)
Matthew Arnold,
op.
cit.,
loc. cit.
Su
l'
vavasi
in
un ambiente pi a
egli forse Parigi la
il
confacevole.
Non chiam
lemme,
e
il
nuova Gerusala
Reno
confili-
Se
io
son
riuscito a richi^inare
nella
mente
senza bisogno
eh' io
glielo,
come
l'orso sia
una
Io
mi compiaccio a imla
gioia
egli
vedendo ball,
lare
un orso
l
il
disse a s
filisteo
medesimo: eccolo
;
ec-
colo
mio
gioia
nella
;
quale
non
poich pro-
Anche
un
l'
ingegno
un fenomeno come
del
tanti
altri,
fortunato
fenomeno,
la
quale
mostrano
lo
di
non conoscere
in
vorrebbero
cola,
Naturalmente
cit.
sono taluni, a
(i) V.
Arnold,
122
Libro Frin
naturalmente gridano
il
alla
immoralit:
lestia
ma
anche
moca-
molte persone,
pu
talora esser
sole,
e chiedere
non pochi
di
que
filistei
di
cui
il
poeta
fa
la
satira, anzi la
maggior parte
sone
come avevano
il
che buono
apparegli
il
tenevano; ed
poeta, che
appartenne anch'
bene
le
partenuto:
l'ultimo
compiacimento
il
nel-
suo
poema un eco
a\\urre
faceva
raggi
Ma
quei
compagni
suoi
s'eran
guitato a camminare.
di
questi e degli
altri
(i) Atta
Troll,
Kaput XXVII.
Su
l'
123
dorf,
Mller, nessuno
li
meriti.
Non
Ma quando
innanzi,
anche
la
avessero che
il
un
solo
nome da mettere
tale
nome
di Luigi
Uhland, esso
che basta
ma una
nazione.
Il
Goethe, a cui
la
scuola
al-
Eckermann:
lochiamo
(1),
che
fu
primi saggi
poetici
del-
biasimando
litica,
il
Ci
lo di-
strarr
sar
una
disgrazia.
La
Svevia non
leale,
manca
di gente clta,
ben pensante?
di
eloquente,
da farne uomini
Stato,
ma
di poeti
come
l'
Lo
lui
stesso Heine,
parli di
(1)
Dlerot.
(2)
Eckermann,
op.
cit.
24
Libro
Primo
donne
Ro-
manie sono
non
il
d'aria e
non
di carne, bench' lo
chiam i
padre,
ma
ei
(i),
il
dalla quale,
dice,
V intonatone,
in-
vece di darla
riconoscere
le
l'Heine
, direi
quasi, costretto a
dell'
Uhland,
lingua
te-
riassume
il
pi
delle
poesie
il
pub-
blico
pu amare ed onorare
un
sol
uomo.
noi
ora forse
di se-
cosi cordialmente,
(2).
L'Heine scriveva
il
questo quasi
nello
stesso
le
tempo che
parole che
Goethe
diceva
riferite.
all'
Eckermann
ho sopra
vati-
Singolare
coincidenza
e singolare
cinio
Poich
l'
altri trent'anni,
accrescere
il
nome suo
Anche Gustavo
due poeti della
Dritter Buch,
(2)
H. Heine,
op.
cit.,
loc.
cit.
Su
l'
125
all'
Il
impedi
di scrivere
sjpiegel,
Schwabensvevi,
quella
satira
dei poeti
Il
pi notevole
poeti
svevi l'evangelico
un'aringa in
pastore
Gustavo
al-
Schwab. Esso
tri,
paragone degli
senza
Egli
ha
scritto
alcuni
si
bei
canti e
ma
lui
pu paragonare con
(1).
lo Schiller,
il
con
la
grande
balena
Viene appresso
spiriti
al
dottor Giustino
avvelenati,
Kerner,
che vede
biroldi
pubblico
di
con
la
pi
grande
sole,
seriet,
che
un paio
scarpe, affatto
della
profetessa
(1)
di
La prima
prosa heiniana,
il
parola Wallfsch,
che vuol
vuol
;
nome
di
un poeta. Se
ne
il
lettore
ha ben
ragione
sono accorto
dell' errore,
finch
un amico non
in
uno
scritto
un
giornale
napoletano, che
non ho
mi ha
reso.
I2
Libro
Primo
di
Prevorst
i
(i).
Aggiungete, che
la sera
bisogna
che
di notte
al letto di
qualcuno,
di cuoio le poe-
del
signor
Giustino Kerner.
Le ultime
di
non
lui
si
po-
trebbe dire di
Murat:
Egli
un gran pazzo, ma
miglior
generale di cavalleria
fra'
(2).
Carlo Mayer e
svevi
quelli,
poeti
il
sui
ma
come
la
forse,
ove
si
eccettui
dice G. Heinrich,
e tranquilla,
piaceri,
una
certa
bonomia casalinga
un amore
mento vivo
bella
natura, onde
(1)
La
una specie
di son-
la poesia
per
un
Vermischte Schrifttn,
zweiter Theil.
Su
127
sono circondati:
i
ma
il
loro patriottismo
non valica
natura che
ma
la
essi
amano
ammirano
tutta
colo
Wurtenberg
(1).
facile
immaginare come
ad una scuola
tipatico
;
siffatta
si
ed egli
il
povero Pfizer di
contro di
lui,
il
scritte
capitolo
XXII oXYAtta
Troll, dove
essere sciolto
Ili
Anche
negli
episodi
il
poema dell'Heine
come
si
vede,
una
Con
ci
nostro poeta
c'entrasse
anche un
ma
(1)
Heinrich,
Ili,
Histoire
di
la
Lit tirature
Allemande^
tom.
L'Ecole
souabe.
128
Libro
Primo
con
l'
lo
Schmidt nell'apprezzamento
ch'egli fa del-
L'Heine
(dice egli)
i
aveva un'acutezza
donna per
iscoprire
pic-
ma
nella grandezza
dell'odiare
non
l'odio sin(i).
cero
Dalle
niane
contro
ed
il
Menzel,
il
Borne,
il
Platen,
il
Maszmann
altri
la letteratura,
non da una
forte convinzione. Io
non
saprei sot-
toscrivere a questa
di quelle
sentenza.
La maggior
come
parte
satira,
polemiche a
me
paiono,
molto
punto per quella facolt del poeta, di sapere scoprire con un'acutezza di
donna
piccoli
difetti
di vedere subito di
lato
un
potenza dello
facolt
satirico?
quelle due
furono
la
nclF Heine
po-
entra.
Le pi grandi
crea^
(i)
cit.,
loc.
citi
Su V Atta Troll
d Enrico Heine
129
zioni satiriche e
comiche che
il
ci
destano una
d'
in-
prodotto
un odio
profondo
si
Tutte
le
cose
presta al ridicolo:
come
attraverso
una
esagerandoli
difetti
di
che
ci
pascolla
savan
dinanzi;
s'immagini
che
il
poeta
capir subito
come
egli fosse
da naegli
tura
un grande
i
caricaturista.
?
Perche doveva
li
odiare
suoi avversarli
ei
vedeva
ridicoli, e,
come
li
ch in fondo
e'
l'odio, noi
ci fa ridere
gente che
amiamo
che
l'
e stimiamo.
tutte le scuole,
terarii
appartenne a
tutti
gruppi
let-
politici
sempre
dalosa
(1).
La
cosa vera,
ma
cit.
cit., loc.
Chiarini.
13
Libro Primo
sinistra sul
pu
far
parere
effetto di
animo
da
in-
altro
gegno liberissimo
scuola
insofferente di freno.
Ogni
letteraria, sia
g'
intendi-
menti pi
certe
liberi, finisce
sempre
eh'
coli'
imporre a s
leggi, certe
norme;
La
la
romantica in Germania,
della
poesia
romantica
sto
in
Francia mostrano
la verit di
que-
ner cantasse:
noi
siamo
becco?
uccelli,
(i).
ognuno
I
fatti
smentiscono
sue parole.
si
fa-
quanto
da loro
la
danno;
ma
la
ci
non
possibile alle
non era
mutar
d'opi-
come
(i)
Kerner,
Gcdichte.
Su r Atta Troll
di
Enrico Heine
mutare
di
splendeva
ivi
correva pieno
l'ingegno dell'Heine,
ma
con ci
egli
non inten-
perci egli
egheliano,
Nuova Allemagna,
ricatura
il
liberali,
sanculotti,
socialisti.
Senta
lettore questa
vegga se pittura pi
;
terribile
della
mai nulla
qualche
ossa
cosa che d
muscoli.
l'
vento fischia
di
notte attraverso
abbaino, e due
Una
delle
Cingimi colle
mia bocca
che tu mi
riscaldi.
132
Libro Primo
L'altra
la
anima dice:
la
Quando
il
ti
mia miseria,
fame,
miei
mali spariscono.
Esse
si
si
strin-
gevano sospirando
anche; e finalmente
tacquero.
La mattina venne
bravo chirurgo,
il
lui
un
canza
lo
La
man-
di cibo,
ha prodotto
la
morte d'entrambe;
l'ha per
geli,
coprirsi
mangiare
cibi sani .
Victor
Hugo
Misrables quelle
famose parole:
blic!
Oh
il
la faim, c'est le
crime pu-
che sono
contro
le
umana
come
dono
fatali ingiustizie
mondo.
Ma
quale
si
chiustesso
versi
dell'Heine!
Eppure questo
mandella
filistei
la
cari-
catura di Giorgio
tico
Herweg,
e si
generoso Hoffmann
von Fallersleben. E
come
reliquie le
Su t Atta Troll
di Enrico Hiine
133
s'in-
contra nel
pu a
Che
cosa ci?
Ogni ombra
ombra
mania
che,
come
dice lo
Schmidt
(1),
avevano
accorgersi
come
s'
un uomo
non era
altro
che
E
le
gando
gli
un
affettato disprezzo.
IV
fece la sua
prima com-
all'
ardito
drappello della
d'in-
Giovine Allemagna,
fu
(1)
Schmidt, op.
cit.,
loc. cit.
134
Libro
Primo
dignazione
fra
liberali tedeschi.
Nessuna accusa,
al
profano,
il
che ad
essi
parevano
pi nobili
(dice egli
aspirazioni.
stesso) (i)
Io
la
che
mio
attrupparono
Ma
in
lasciamo interamente
io
la
parola
al poeta.
Quando
Le Muse
egli), fioriva
Germania
poesia politica.
di
non condursi
leggere,
ma
vandiere della
vago
e sterile sentimentalismo,
e
quell'entusiasmo
la
vano
morte,
si
precipit in
un mare
di generalit.
Esso mi
fece
una volta
Su
135
gettassi
in
mare
Io
dalla
cima
di
un albero,
griSi,
dando:
muoio
fanatici,
che
morivano
fu
trista,
sospetto d'incostanza.
essersi
L'impotenza
anni
la
stillato
invidiosa,
il
dopo
per
mille
nio,
il
l'ingegno e
si
carattere.
senti
La
mondo
l'onest,
non
la
musica.
Le
teste
di
uno
tempo, che
si
attribuiva a
stile
di
legno ricev
il
dono
Per
Dei immortali
diritti
Trattavasi allora di
dello
spirito
difendere
imprescrittibili
136
Libro Primo
umano, specialmente
fesa fu
in poesia.
Come una
che io
la
tal di-
sempre
la pi
mia
vita, cosi
non era
per-
cui in-
contro
nel
dell'Alta
Troll, sollevossi
bile
i
Romani:
quali
mi accu-
soltanto
le
letteraria,
ma
mio
anche
di
sociale,
anzi di tradire
al
pi sante idee
umanit. Quanto
io
poema,
mi
diedi volentieri
come
diletto
mio
maniera
passai
di quella scuola
gli
anni migliori
mia giovinezza,
il
e della
nato
maestro.
la
forse
di essere
Ma
il
tu menti, o Bruto, tu
Asinio,
colpisce
mio scherno
nere umano, e
quali
io stesso
ho tanto
combattuto
idee
e sofferto.
No
brillano
costanti
nella
Su
l'
37
poeta,
ri-
da un
irresistibile
bisogno di
come
sopra quella
tagliati
male, che
lo
stesso
e ci
Apollo parrebbe
caverebbe a
allora
dell'
in
le
una
caricatura,
forza
risa;
ma
noi
rideremmo
immagine
contraffatta,
te-
X
ma
Vili
XIX,
di
Enrico
Heine
molto notevole,
eccessivamente severo.
egli)
si
guast nel
contrasto
del carattere
La
non
fu
mai
cosi spesso
da
il
lui.
pi delicate corde,
ma
trae
pi
volte
dolci
suoni che
ne
muoiono
egli
quando
come un
138
Libro
Primo
egli
dice
del poeta
spirito
Byron, che
i
colle
melodie
dello
dirsi
il
offende
pi sacri
pu
egual-
mente
sorrise
di lui. L'
molto amicamente
lui
dalla culla,
di
Nume ma il
di
non
rado fuori
Tutto
egli
prende
La sua
campi
frivola
musa
si
diverte
a ballare sopra
zante piede
le
cime
calpestandone
sopra
tutto
fiori.
An-
che
la
libert, di cui
le lodi,
egli
sembra
cantare
a niuna
non
sicura dalla
(1).
parodia, che
cosa
e'
risparmia
toccando del
paragone che
l'
Hillebrand
trova
fra
loro
Tamara angoscia
il
da un petto entro
Tedesco
mera apparenza
XV11I und
XIX Jakrhundert:
Band, Siebentes
Su
139
quegli
si
somme
al-
com-
pagnia di ci che avvi di pi volgare; che nell'uno signoreggia la potenza del genio demoniaco
nell' altro
l'
suoi
colori;
ne arresta
la
pura
corrente
stesso
(1).
in quel
la
poema abbandon
al generale disprezzo
non intendeva
di col-
umacon-
ma
soltanto
il
mento che
temporanei
di quelle idee
(2).
facevano
suoi
Mi
sia
permesso
di
temperare
la
severit di
questo giudizio, contrapponendovi quello del valente critico inglese che gi nominai,
nold
:"il
fra
il
Byron
la
palma
(i) J.
HlLLF.BRAND, Op.
dt., loC.
cit.,
cit.
(2)
J.
HlLLEBRAND, Op.
loC. Clt.
14
Libro Primo
Nel movimento
il
primo tentativo
lo spirito
di applicare
inglese
moderno
fu fatto
ma
la resistenza ch'essi
pubblico,
mancanza
li
d'intelligente sim-
guidasse e
la
sorreggesse. L'Inghil-
non aveva n
ne'
Te-
deschi,
nell' appli-
care
le
idee
L' Heine, pi
fortunato, ebbe
la
per
campo
delle
sue operazioni
consiste nella
cessibilit
le
Germania,
il
cui filisteismo
non
mancanza
di idee,
ad
esse, poich'ella
ne rigurgita anzi e
applicazione
ama,
ma
delle
idee
moderne
modersuo
di-
staccarsi
completamente
il
classico e
dal romantico,
la luce
cose sotto
rima-
meno
di tutto ci
ferirla.
che l'Heine
oltraggiarla e
Alla cultura, al
l'
Heine uni
lo
Su
l'
141
spirito e
1'
ardente
che
lo fa cosi e
grande
agilit
ria
libert,
congiunte ad
una straordinaampiezza
di
potenza di sentimento ed
ve-
dute.
E
(e
conchiudendo,
mondo
non
berge la
moderno
di
ci
le
ragioni,
che qui
giova ripetere),
sagliere
ma
soltanto
un abilissimo
nere
umano. Con
tutto
ci,
quale egli
europea
di
V
Io
non ho bisogno
di dire
che
1'
opinion mia
intorno al
il
nostro poeta
del critico
giudizio
del tedesco.
tici
La grande
dividersi
onde
due
sembrano
uno
dall' altro,
procede
di vista, ond'essi
lo scrittore.
Il
critico
inglese tiene
la
lo
sguardo a quella
ch'ei
chiama
cor-
(1) M.
Arnold,
cit.
142
Libro
Primo
moderna
letteratura d'Eu-
importanza
dell'
opera letteraria
in quella coralle
dell'Heine da ci ch'essa
rente;
il
port
guarda anche
dalle idee di
i
medesimi sono da
lui apprezzati
diversasi
mente.
Che
il
gua-
francese,
non
lo credo,
non
lo
ho gi detto
di lui;
non
perch tengo
grande
Byron
batchi
pi
fortemente un cuore
umano; ma
dopo aver
letto certe
letto
nome
del buffone
Conrad von
la
chiama
il
il
suo impera-
(1)
5?;
l'
143
ci-
il
riso e la beffa
Il
profondo.
poeta
Germania
di
essere trascinato
caricatura.
Ma
l'
Hillebrand,
1'
che pur
Heine, poich
chiama
il
di essi,
che
gli ul-
timi
anni
di vita
del
poeta?
Ognuno
sa
il
nostro Leopardi
diceva di
una poltrona da
una
orribile
infermit,
suoi
che
il
riso e la celia.
Certo
il
ultime
poesie
(Romancero und
ci
Gedichte);
ma
dico che
il
mostra pi
riso e la celia
non
dei
fos-
ma uno
modi
144
Libro Primo
tare le cose.
La sua
non
medello
di
dico che
s' ei
potesse
fischiare, rispose:
Scribe;
fargli
diceva conversando:
il
Se
alla esposizione
io potrei
desse
i
manla
darvi
medaglia
prima
classe
(i). Ne'
anche mi par
com'egli
si
fosse accorto
che
il
suo scherno
si
andava a
dir forse,
ferire
troppo lontano: ci
potrebbe
state
non
accusa-
pubblico
riso,
trovassero
i
molto comodo
suoi medesimi
strali,
per
le
(i) V.
M. Arnold, op.
cit.
loc. cit.
Su
l'
145
dicesi
una grande
attualit.
La
il
frisch,
fromm, frhil
pail
quando
il
Gervinus ed
altri,
rinunziando
sero
nuova
nale;
disprezzo
per
dirsi
le
nazioni neolari-
Cotesta
scuola
pu
manesse interamente
sen
i
disfatta.
altri
Tuttavia
Momm-
Wais ed
alcuni
guardi, che
immortale.
risse in
Ma
come
il
immortale
(1).
Il
valore
poema
,
ch'esso
per cosi
(1
10.
Chiarini.
ij.6
Libro Primo
con
tutti
suoi
sue contradizioni,
le
passato,
forse
sue
aspirazioni
all'
avvenire
che
non
ci
sorriso e le lacrime,
l'
il
pi
grossolano realismo e
1877.
idealismo pi puro.
SUL DEUTSCHLAND
ENRICO HEINE
SUL DEUTSCHLAND
ENRICO HEINE
hi
non ricorda
la storia della
rivoluzione
Heine
si
gridava
Qua
le
armi,
le
sue magiche
io
sono
il
date
fiori; io
voglio coronarne la
a morte!
mia
lira!
testa per
un combattimento
la
qua
la
datemi anche
mia
lira; io
voglio intonare
50
Libro Primo
un canto
come
pro-
castelli,
i
a illuminare le
capanne
(i).
dimenticati
ponimenti
di riposo,
fatti,
non
la
bandiera tricolore e
Era in questa disposizione d'animo quando, sentendosi poco sicuro in patria, pass nel primo
83
il
Reno
and a
stabilirsi
come
una
Entrai, dice
che, eretta in
forma d arco
trionfale
ad onore
di
un poeta
tedesco,
il
mio
ingresso, a Parigi.
Re-
stai
le strade;
e tutti
erano
vestiti
(i)
151
tanti figurini di
un giornale
di
moie.
Ma
ci che
mi
parlavano franfra le
cese, cosa
persone
il
dell'alta societ:
dunque,
io pensai,
i
qui tutto
nobili presso di
uomini erano
tutti
garbati, le belle
donne
eran tutte sorridenti! Se qualcuno, passando, involontariamente mi urtava, senza poi dirmi subito
:
oh
scusi!, io
mio compatriota;
l'
aria
un
sauerkraut o saIo
trovava
generosa; qua e
le
brillavano
della
ancora
guance
bella Lutezia
suo petto.
Sui canti delle strade erano, vero, qua e l cancellate le parole libert, galit, fraternit.
I
giorni
delle nozze,
(1)
(1)
(Paris,
De
l'
'Allenici gne.
Dixieme
partie.
Aveux de
lauieitr.
Ij2
Lib'o
Primo
per usare
le
si
rappresentano
mondo, dove
le ri-
dove
le
donne han da
far
molto per
ci
vincere gli
uomini
in civetteria, e
pur
rieil
scono
(i),
Parigi esercit
un
tal fascino
sopra
la
la
Parigi ritrov
una met
muovere
a suo agio,
:
come
in
nessuna
citt della
Germania
ci
senti
di
la libert, la lin-
gua
lo
e le
donne
di Parigi
non
lo
occuparono, non
il
empirono
pen-
Passavano
il
gli
desiderio
(i)
53
un
alto sentimento,
un
nobile pensiero ad
La
e
notte,
quando mi torna
via
in
mente
la
Germania, tosto
il
sonno fugge
da me,
in
gli occhi,
anni da che io
il
non ho
cresce
mio
desiderio, cresce
il
mio dolore.
il
Cresce
mio
desiderio, cresce
la conservi!
:
La buona
scrive io
di
vecchia mi
la
veggo come
ama tanto nelle lettere che mi sua mano trema, come il suo cuore
agitato.
madre
profondamente
sta
La madre mi
eh' io
non
la
ho pi
stretta
sopra
il
mio cuore.
;
La Germania
robusto
tigli.
;
durer eternamente
un paese sano
io la ritrover
sempre con
le
mia madre
la patria
non
perir mai,
ma
la
buona
vecchia mi pu morire.
Da
che ho lasciato
il
di
io
quelli ch'io
li
amava sono
discesi nella
tomba
quando
conto,
il
cuore mi sanguina.
Ij4
Libro Primo
io
li
conti.
Cresce,
i
cresce col
si
numero
mio dolore:
il
mi pare che
cadaveri
roto-
lino sopra
mio petto
!
Grazie a Dio
finestra
;
essisi allontanano.
Grazie a Dio
un lucido raggio
entrando per
la
mia
bella
come
il
malinconie
Ma
le
Il
poeta componeva
Massimiliano:
(2):
Io
non torner
il
mai pi
in
Germania
scriveva cosi
12 di
d'Amburgo.
citt,
noi
dobbiamo oggi
separarci.
lascio in
mezzo
s'
D' un tratto mi
sco.
il
Non
e'
che
al
un medico capace
di guarirlo, e cotesto
medico abita
Lo
guarir in un
:
momento
le
grandi cure da
il
lui fatte
sono famose
de' suoi
pensiero
amari decotti mi
fra-
Un
allon-
tana da voi
ma
(1) Nachtgedanken,
in
Heine'
Dichtungen,
Dritter
Theil, Zeitgedichte.
(1)
mann.
Duncker,
1874).
Erstes
Zweiter Band.
155
Immaginate un
le dolci
po', io sospiro
con dolore
il
1'
odor
di torba,
sauerkraut e le
rape.
Io sospiro
1'
odor
il
di tabacco,
consiglieri di corte e le
guardie notturne,
Germania, un po'
di rozzezza, e qualche
bionda
figliuola di predicatore.
Confessiamolo pure,
tredici anni che io
io sospiro
pili
non ho
tu
mio tormento. Io
ti
capire
cuore,
alla
dolce
Bisogna pure
il
che
io
respiri
tormento,
1'
simo.
II
impazienza di calpestare
la terra
di
credo,
salute,
ti
strenne
in ori-
sente
che
tredici anni di
dimora
in
l'
Francia nonaveano
amore
Ma
cotesta
(1)
H. Heine, Gedichte
;
Band)
156
Libro
Primo
gno
di lui.
La sua
giorno
eccitando e rafforzando;
suoi gusti e
sue abi-
pi francesi
vano
disgustosa.
i
cosi quella
Germania che
la notte
turbava
suoi
non
appena egli
materia
di
ci
avr messo
il
nuova
cari-
La
catura che
filisteo
tedesco
al confronto.
H
suo poema) era
partii per
il
Era
tristo
(cosi
comincia l'Heine
di
il
il
mese
novembre quand'io
al confine, sentii
gli
la
Germania. Arrivato
cuore bal-
occhi bagnati di
della'
pianto;
ma quando
udii
il
suono
se
il
mia lingua
tedesca, fu proprio
come
cuore mi comin-
una canzone
157
di
sime
Oh
canzone! conosco
l'aria,
conosco
il
testo,
ed anche
in
tare
cit,
un canto migliore,
il
canto della
il
umana
feli-
canto di nozze
libert.
della vergine
Europa
i
col
Genio della
il
Al confine
doganieri prussiani
il
gli
visitano
contrabbando
testa.
la
Intanto
un viaggiatore
alla
gli
fa
nazionalit, raccogliendo in
uno
il
le divise
memil
Ad
Aquisgrana
poeta rivede
soldato prussiano, di cui fa un'acerbissima caricatura: rivede sull'albergo della posta l'aquila di
Prussia, che gli pianta gli occhi addosso furiosa, e a
cui egli
( facile
immaginarselo) non
fa dei
compli-
mangia una
buona
citt.
Le case
gli
parea lo guarle
sante glorie
il
Colonia
vede poi
al
lume
della luna
Duomo.
158
Libro
Primo
la Bastiglia della
ragione;
ma
per
la
venne Lutero,
il
e la fabbrica
rimase interrotta
al
mondo
gran
sua potenza
fiume ed ha con
lui
nel quale ciascun d'essi esprime le sue simpatie pei francesi; poi, ripreso
il
cammino,
si
accorge
d'essere seguito da
nascondeva sotto
sei?
Io
Chi
sono
gli
domanda;
colui che
manda ad
effetto tutti
il
pensieri che a te
qualunque esse
sogna; enei
sogno
citt
al
lume
suo strano
taciturno
compagno; entrano
nel
Duomo, ch'era
un lungo
rispetto
uno
ei
dei re fa
meritava
il
poeta
gli
da
stare nella
tomba,
che tempo
il
d' uscir di l,
intanto
misterioso
i
compagno
percuote con
letri
la
scure ed abbatte
il
miserandi schesi
della superstizione; e
poeta
desta.
159
Da Colonia
Mulheim,
il
speranze
deluse. A.d
Hagen trova
la tavola gi imbandita,
manda dal
al
profumi,
ai cari stoccafissi
la
foresta di Teuteberg,
legioni
famosa per
la sconftta delle
dice
la
il
Arminio vinse!
;
altrimenti, addio
tanti
nostra libert
oggi
saremmo
Romani;
il
come Orazio;
ilMaszmann parlerebbe
lio; la
latino,
come Seneca;
ecc.
ecc.
Mentre
un
tratto
rompe una
ruota;
il
postiglione
il
salta
poeta rimasto
io
Libro
Primo
loro occhi.
S'immagina
e gli
ch'essi
abbiano
un
Kolb
nel-
il
sole a Paderborn, e la
il
ritornello
la
cantava spesso
la
mente
buona vec-
molte fiabe
egli,
ratteneva
il
fiato,
quando
essa
con tono
mi diceva che
i
dotti,
ma
immensa
grotta, di molte
ampie
sale,
muto
il
dinanzi ad
una tavola
di pietra, aspettando
giorno destila
bella
suo cammino,
il
poeta
si
addormenta,
dormendo sogna
di tro-
161
Se
non che
con
lui,
e
i
va intanto percorrendo
suoi tesori,
le sale e
mo-
strandogli
(era
il
giorno
conta
li
Ahim, non
il
loro nu-
mero
sia
completo, e poi do
la
il
segnale e corro
e paziente
a liberare
patria e
il
mio buono
popolo tedesco.
se
il
poeta:
Su
via,
che aspetti?
asini.
Il
mancano
cavalli,
prendi degli
Bar-
Oh non
e
ogni
che
il
cosa
ci
vuol
tempo
:
pazienza;
proverbio dice
Ad una ma subito
riprende
il
poeta
si
sveglia
richiude
gli occhi,
si
riaddormenta e
Men-
tempo
che
la
Dubarry mori
ghigliottinata,
come
Chiarini.
i62
ratore
domanda
atterrito:
il
Che
gliottinare? e
quando
un
re e
una
eti-
un
fiero
diverbio,
poeta svegliatosi
si
duole, e
domanda
sue
il
perdono
al
Barbarossa, ripregandolo
la
che venga
le
a liberare
patria, a ristabilire
con tutte
sacro
romano impero.
castello fortificato della Prussia,
A Minden,
il
ove
pi terribile sogno
udiva
Tu
talora
i
mano
di
un
si
censore, che
vedeva circonspettri,
dato
il
letto
da gendarmi simili a
;
avdelle
tro-
udiva
il
cigolio
si
catene;
gli
spettri lo
trascinavan via; e
vava legato
di
in
nuovo
avvoltoio, rassomigliante
rosicava
il
fegato.
163
Destatosi, scappa
da
il
Minden
terreno
solamente
quando ha toccato
sente
di
di
Buckeburgo,
respirare
liberamente.
A
il
Buckeburgo
castello;
scende di vettura
ripiglia
il
per
visitare
poi
cammino, giunge
alla
le
meta
Amburgo; dove
ceve sono
quelle
vecchia
madre.
Una
sera
il
suo editore
si
Campe
lo
mena
alla
mangiavano
le ostri-
che migliori. L
e
il
Campe
era
l'An-
fitrione.
Campe,
dice
il
poeta,
veramente
la perla
degli editori:
di
un
altro
fame;
lui
!
mi d anche da
lascer
Il
il
mai
il
gomito,
si
sente
aria,
sembrano
via
bige, tutte le
al
donne
Drehbahn vede
di
lume
forme
una donna
Il
alta statura, di
maestose.
come
164
Libro
Primo
turchine, rosa
ciliege,
le
anche
La sua
fisonomia era
il
delle pi volgari. Si
avanza verso
poeta, e gli
il
benvenuto;
si
ei le
gnarla; ella
gliato, io
la
mette a ridere, e
Hai sba-
di quelle, io sono
Ammonia,
ti
Dea
protettrice di
Amburgo;
ora, se
piace,
d'Ammonia,
saltato
il
Dea domanda
al
poeta perch
gli
ticchio di venire in
Germania
nella
cattiva stagione.
Dea,
ei
le
risponde,
m' avea
preso
rio
si
la
mia
dei
vecchia madre;
nostri
io
io
voleva rivedere
volea
il
fumo
camini;
piangere ancora
una
mia malattia;
ma
io
non
amo
le
parlarne.
la
che, per
comvia
io
movere
sulla
fetenti
O Dea,
165
di th, e mettici
un
po' di
rhum.
gli fa
il
Ammonia
siglia e lo
th, e
quella
citt
immorale
ma
di restare in
Ger-
mania;
un mondo
vero che
la seril
Germania non
si
non
vit,
ci
sia libert,
che
pu ben fuggire
come
po-
finalmente
gli
ti
dice
Se tu non
il
fossi
un chiac-
chierone, io
farei
ti
vedere
farei
specchio magico,
ho mai
patria.
avvenire della
il
poeta
silenzio, e la
Dea
il
Mio padre
il
si
chiamava
Carlomagno;
giorno della
incoronazione ad Aquisgrana
si
il
seggio di cui
mia madre,
l in
quel
cuscino
che cuopre
il
il
venerabile
animosamente
Il
66
Libro
Primo
il
cuscino, e fcea
Io
il
capo dove
la
Dea
gli
ha detto.
Orrore.
non
che
ei
perdere la conosi
scenza.
Quando
riapre
gli
occhi,
gli fa le
trova nelle
braccia di
Ammonia, che
pi alte e apri-
manere con
lei,
il
coperchio,
gioia
;
non turbi
io
ti
la nostra
con me;
amo come
le
niun' altra
guardie
della
citt.
il
Certo
ci
cantano
l'
epitalamio, ci cantano
poeta, io
lo
racconter
un' altra
quando
la
vecchia
sparita,
quando sar
nuova generazione
libera e pura.
;
Ad
essa
pu intendermi
della
essa sola
lira,
degna
di udire
e alle
il
suono
mia
di
cara
alle
Grazie
mio padre
Aristofane.
167
III
Tale
pose,
l'
torn,
come
aveva promesso
dell'anno.
Il
20 febbraio
i844
il
egli scriveva al
Dopo
mio
ritorno qui,
ho molto lavorato: ho
scritto,
per
esempio,
il
una epopea
racciclo
Germania, un
di
me,
il
pubblico
mi vedr
nel
mio vero
aspetto.
una
politica pi
(1).
il
geva
E un poema,
modo
politico
la
che
pi
ardito
e
riproduce nel
nale tutta
pi
persopaese.
fermentazione del
nostro
E un poema
il
68
Libro Primo
il
valore
ma
me-
Ai primi
di
manoscritto
pronto per la stampa, raccomandandogli di evitare la censura; e alla proposta, fattagli dall'editore
stesso, di
:
sottoporlo al
sindaco Sieveking,
rispondeva
No no
l'
foss' egli
potrebbe accordare
imprimatur
Invece
il
Sieveking lo accord.
Ma
l'
aveva
scritto
una seconda
risposta stava,
Campe,
non vedendo
spine,
come
suol
dirsi, sulle
e parti di
nuovo verso
d'Am-
poema
venisse stam-
Come
il
l'Atta
Troll, cosi
di
il
Deutschland nella
alcuni capitoli, che
i
poemi
vogliono essere
rifusi.
Quante
volte
mut
l'Ario-
(1) Op.
(2) Op.
cit.,
loc.
loc.
cit.
cit.,
cit.
169
sto! quante
e
i
il
Tasso!
Il
vengono a lavoro
finito.
Anche
presente
Racconto
d'
incompiuto; abbisogna
e ci
migliora-
menti notevoli,
Io
mancano
di
pezzi principali.
scriverli
ho vivissimo desiderio
quanto
prima potr,
edizione del
e pregarvi di preparare
una nuova
accresciuto.
poema
rifuso e molto
cosi
Vedrete
quanto sar
pi
perfetto, e
qual
nuovo
Strodtmann, che
satira
in questo
torit
poema
la
mordace
ha un'audi
morale ed
estetica, poich'
il
non manca
poeta,
un pi
punto
chio
come
il
dal
vec-
suo
scherno non
ma
per spaz-
zar via
un temporale
veramente
il
il
disce-
pi audaci
pensieri
(1)
(2)
Op.
cit, loc.
cit.
Strodtmann,
op.
cit.
Zioeiter
170
Libro
Primo
di rivolta contro
l'
ordine
politico
sociale
reli-
gioso del
tempo suo
ne
fa
mente,
ne' suoi
ed
ei se
banditore
suggellandoli
versi immortali.
Ma
un apo-
stolo a
modo
suo; un
apostolo
poeta, e poeta
artista, e
come
altri disse.
il
ragione
La Germania non
poema
di
una
si
l'Heine
anche
li
di s. Egli
sembra
cuopre di
ridicolo nel
liberali
tisti;
il
loro la
mano;
sono da
non meno
duramente del
tore
trova
modo
avvolgere
passato
le
querce
Arminio
(1):
Ger-
mania
quella
Germania
di cui
pure poteva
fare; la
Io
ho un bel
el poeles
pie
J2S-129.
i"ji
in
fondo al mio
filistea.
suoi sentimenti di
le
poeta prevedeva
le
accuse che
gli
sarebbero
piovute addosso, e
prefazione:
Io sento gi le
Tu
patria,
ai quali
io
tu vuoi cestimer, io
lo
dere
il
Reno!
Calmatevi:
non
sar pi
la
onorer
riter,
vostra
essa
me-
quando
un
trastullo di
bandiera gialla
rossa e nera in
lo
essa
io
amo
quanto voi
per questo
amore
io
ho vissuto
tredici
senza
dei Francesi,
mini,
quando
sono ragionevoli
buoni; e
miei Tedeschi e
della
Francesi,
due
popoli eletti
umanit,
si
per
il
Rus-
172
Libro Primo
sia, e
il
nobilume
pace, io
pretume
di
il
Reno
il
ai
Francesi, per
Reno
mio.
Si,
mi
scita; poich io
il
figlio
an-
io ebbi la culla; e
non veggo
altri
perche'
il
che
io
gieri,
come
ch
gli abitanti di
hanno guadagnato
nella rivoluzione
francese, a
molto
al
gusto
della borghesia,
ma
e
molto
moltitu-
Lorenesi
gli
Alsaziani
si
riuniranno
alla
che
Francesi
la
proseguiremo col
coi pensieri,
come
la
la
proseguiamo gi
alle
quando noi
proseguiremo fino
quando
all'
noi distrugge-
remo
paro,
la
il
schiavit
fin
dentro
ultimo suo
ri-
cielo,
dalla sua
173
degradazione
di noi,
il
sua dignit al
come
e
mae-
han predicato
cantato,
come
noi loro
Lorena verranno a
tutta l'Europa,
il
noi,
ma
tutta la Francia,
ma
mondo
intero.
Si, allora
il
mondo
della
le
Germania, quando
io
vo passeggiando sotto
(1).
querce.
questo
il
mio patriottismo
Con
mostrano quale
l'amore
fra
di patria
dei
egli
suoi
fuori
la
at-
compatrioti anche
il
mandava
tardi,
dopo
oncia a oncia
lata
la viti,
nu-
mero
La^arus
del
Romanzer, ed
della
Ger-
mania
Strofe supplementari.
(1)
174
Libro Primo
torna
si
La gran tempesta si calmata, e tutto a casa nostra quieto come prima; Germania, la gran bambina,
rallegra di
nuovo
Noi
ci
male
il
la
rondine
il
fatto
nido sotto
tetto
La
mente
colpo
amici.
foresta ed
timentale,
illuminati
dolce
lume
della
luna: sola-
di tanto in tanto di
fucile?
sente uno
scoppio.
un
Forse
han
fucilato
uno
de' nostri
(Non
tutti
hanno
si
diede cosi
bravamente
alla fuga).
Un
fizio
altro scoppio.
forse
una
festa,
!
un fuoco
razzi
d' arti-
Son
che salutano
levasi dalla
!
tomba
e con
egli vive,
non giace
san-
campo
di
1'
battaglia
dell'Ungheria;
ha ucciso.
l'
E
versa
caduto
l'
Ungheria
cavaliere
Ma
il
Francesco Liszt
le
gli
gesta della
guerra
ungherese.
Cosi
scia-
me
bola.
Quand'io odo
sottoveste
il
nome
dell'Ungheria,
la
mia
tedesca
mi diventa
stretta,
come
175
Risuonano
di
nuovo
dentro
il
il
mio cuore
le
eroiche
E
sono
il
medesimo
i
sono
le
medesime an-
tiche storie;
gli
nomi
ma
le
gli eroi
stessi.
Anche
Per quanto
bandiere
l'
sventolino libere
tica usanza,
superbe,
1*
eroe deve,
secondo
an-
soccombere sotto
volta
il
la forza bruta.
questa
toro
ha anche
stretto
alleanza con
l'orso.
Tu
cadi;
ma
bestie sono
te
onestamente;
ma
giogo di
Ci
grugnisce
ed abbaia.
Io
posso appena
Ma
cose
ti
eccitano
cosa tacere.
Quanto
versi
bile
tori!
!
dolore,
quanta
amarezza
in
questi
la
no-
abbor-
rimento per
sione
gli oppressori,
Quanta
strade!
Nonostante
l'
il
do-
amarezza, nonostante
il
apparente sco-
raggiamento, forse
poeta
176
Libro Primo
causa della
ri-
comche
le
Ma
avrebbe
accaduto
di vivere
poco pi di
a vedere
il
venti anni?
Che avrebbe
da
lui
detto
soldato prussiano
schernito,
trionfare a
Sadowa
e a Se'dan, e la odiata e
Prussia
divenire oltrapotente,
re
Guglielmo coronarsi
imperatore?
Povero Heine,
egli fu
ottimo poeta,
ma
cattivo
Il
buon popolo
mani
Lo stomaco
e
delle
ma
sogna come
la
non ha
vo-
LIBRO SECONDO
12.
ClllAKINI
GIACOMO LEOPARDI
&* .^S^^":
FRAMMENTO
on c' forse
di
Giacomo Leopardi
cui siano
amando
1'
uomo
sopra
i
tutti,
altro
anche
ci che vi
mette
la loro fantasia.
Quelli che
ammirano l'ingegno
del Leopardi
non erano
tali
altre
circostanze
che
lo sviarono.
182
Libro Secondo
amico
lunga di dolori
gli
si
accorgendo
un grande uomo ad
gli altri,
di
negar fede
alle
in
un giornale
di Stutt-
Il
quale
scriveva subito al
De
manque
dato a leggere
il
loglio.
journal,
en diminuer
poids ni
par
de
frivoles
esp-
destine ont
et
j'ai
de ce
mme
courage, qu'e'tant
tandis que
effet
de
la
d'tre per-
Giacomo Leopardi
183
cornine
et
que
mon
entendement.
contre
cette
Avant de mourir
vais
protester
mes
lecteurs de s'attacher
de'truire
mes
que
observations et d'accuser
mes raisonnements
(1).
plutt
mes maladies
Ma
decretato doversi ammirare l'ingegno e compassionare la filosofia del Leopardi? Essi non rico-
noscono
al
poeta la facolt
de' suoi
di
giudicare s stesso,
e dare ragione
pensieri.
ne'
costoro
po-
tutti gli
uomini sani
contra-
ragionarono in
modo
ammalati
e miseri,
come
lui.
Il
Voltaire ed
il
s'incontrano
da
Giob
Mie
prigioni, quanti
Le Monnier, 1864;
pag.
191.
84
Libro Secondo
gomenti a
credere?
Io,
farsi
pi
accesi
perseveranti
nel
che fra
le qualit
pi pregevoli del
sincerit,
la
do
fede
mi parrebbe
di fare
alla singo-
quell'animo.
non leggera
citato
abbiano eser-
anche
miserie
essi
sue fisiche;
ma
la ra-
gione prima di
L'ingegno
le
risul-
tamene
le
di tutte
circostanze
lo
vengono modificando;
come ognuno
diversamente organati
Quelle medesime circostanze che fecero di Malebranche un celebre visionario, di Napoleone uno
sfrenato ambizioso, avrebbero d'altre tempre di
uomini potuto
fare
un Voltaire, un Washington;
il
come
il
Voltaire ed
Washington
il
Leopardi
quegli
stati in tutto
Ma
ne'
il
Washington
Giacomo Leopardi
185
Voltaire r
il
Leopardi un Malebranche.
il
Osserva giustamente
il
Leopardi stesso
le
ci
permette di credere
influenza che
avere
attri-
sopra
buisce
suoi
scritti
quando
nell'
Ottonieri
rincagnato e
viso
da
satiro di
un uomo
ec-
De-
un uomo debba
riferirsi
alla
natura
sua
quanto
alle circostanze
della
vita,
im-
possibile.
Pure,
rispetto ai
mali
fisici
del Leo-
che
modificare la soinfluirono
sulle
stanza dei
suoi
ragionamenti,
tir,
sulle applica-
ammirano l'ingegno
biasimano
la filosofia del
sentir loro,
umana non
si
disfarebbe, se
par
Leo Joubert;
Didot,
i86
Libro Secondo
e gli fu trovato
in
terribili
invece
narrare
di
non
di-
pochi,
non molto
verse
nella
sostanza
dalle
leopardiane, e sono
uomini
glia,
quieti e tranquilli,
cittadini.
buoni padri
piuttosto
di fami-
onesti
Ma
dir
come
dan-
non manchi
chi,
pur mostrando
di credere
sia
pel
modo
quello
come T autore
di
lui,
le
producano
si
contrario
ch'egli
il
propose.
Che
fa
amare
la libert,
accende
gloria,
in
petto
desiderio
dell'amore,
della
della
virt,
che
non non
senza
a
sentirti
lui
migliore, che
avvicinarti
se
prima
non
cerchi
non avere ad
verissimo.
coli' illustre
me
Ma
critico
effetti
della
filosi
che l'autore
logica
(i)
De
Giacomo Leo[-ardi
187
piaceri e
tra-
dolori
inganni, quel
giusto e vero.
la
se
condo
il
mondo,
ogni
saremmo chiamati
pazzi, in
modo formalmente
le
saviezze
sarebbero pazzie,
si
mondo
fa
per la sem-
dimenticanza
di
(1).
questa verit
Ma
forse
gli
il
scritti
indurre
uo-
la loro vita
E
la
io,
esempio?
Immenso
il
ragione ed
il
sentimento; e in nessuno,
credo
cotesto dissidio fu
potenza di ragio-
filosofo,
del-
I,
pag. 181.
Libro Secondo
uomo,
dicarlo dirittamente.
come
porta la
guardando
in
faccia le
verit pi sconsolanti;
gli
ma
freddi raziocini
non
i
mutano
il
suoi
non
diresti
pi
il
li
poeta ne
ami.
scorge
la vanit,
pi
forte
E
si
in questo
amore
nei
effetti
fa-
trasfonde
suoi
versi, sta
che
produce
la lettura di quelli.
il
Se talora
egli
mo-
suo cuore
morto, sar
breve
inganno.
lui.
Esso vive, e
non pu morire
colla
che con
all'Italia
Cominci a poetare
bollente
di
canzone
finir
tutta
nobili affetti;
Paralipomeni ;
ma
anche
di lui al
e
Giordani
sopra
al
sono commento
compimento queste
quc
la
Jacopsen.
Je conviendrai
vertu,
comme
tait
qu'une
illusion.
Mais
si
cette
illusion
Giacomo Leopardi
89
commune,si tous
tre vertueux,
sans, gnreux,
les
s'ils
me; en un mot,
(car
je
tout le
monde
de
e'tait
sensible
ne
fais
aucune
diffe'rence
la sensibilit
ce
qu'on
appelle
vertu), n'en
serait-on
pas
plus heureux?
Chaque individu ne
socie'te'
?
trouverait-il
Celle-ci
les
ne
pas
s'appliquer
raliser
illu-
bonheur de
qui est
l'
homme
(1)
re'el?
altro ai suoi
tempi conobbe
primo
lo
conobbe ed annunzi
per un
con
la
solitari
studi del
il
Giordani
Leopardi,
il
molta conformit
di pensieri,
il
cuore.
giovani leggessero
il
mV? Epi-
che
corrispondenza di
(1)
Leopardi, Epistolario;
ed.
cit,
voi.
I,
pag. 319.
190
Libro Secondo
affetti
e di pensieri di quelle
utili
due nobili
anime
trarrebbero molti
matura
delle molte
bassezze
vigliaccherie
che
incontreranno nel
mondo. L'amicizia
e la virt
sono ancora
illu-
finche' di tratto
pi cara
non a
tonio
vita
5
s,
ma
ad
altrui;
Ranieri,
cercano
un amico! Dal
marzo
prima
Leopardi, noi
pi
solle-
vediamo
cito,
il
Giordani
di
nient' altro
al
quale non
gli
ammali,
lui e
colle soverchie
quel per-
egli ha
in
la
come
se l'avesse
in
si
deposito
dall'Italia, e
come
se nel
deposito
E quando
al
scrive agli
Episto-
Giordani
voi. II,
Leopardi
nell'
Leopardi
pag. 302.
Giacomo Leopardi
19 1
pare,
II
Il
napoletano:
poeta,
si
il
quale non
legato
si
senti
lui
d'ammirazione
sue forze
ai
mali
onde
la
natura ed
il
per-
ravano che
gate
le
l'aria
nuova
e salubre
avrebbe miti-
la vita al
Leopardi
per
lui
nei
facessero
Antonio e
Paolina
dire.
Ranieri,
men
difficile
immaginare che
al
colla
Ranieri
non
l'Italia) fece
porre un
e,
marmo
sopra
le
uomo,
monumento ben
192
Libro Secondo
pi
Non
Giacomo Leo-
pardi tacere
nomi
due
Ma anche questi
diversi,
mostrarono assai
e nell' amarlo,
ma
scritti.
Non appena
egli
fu morto, ecco
il
Giorle
convive
all'opera
tutto
pietosa di racnella
che
edizione
Opere
i
fosse stato
dopo
due volumi
editi
Fi-
logia; e successivamente
l'Epistolario, pubblicati
da Prospero Viani.
Ci
parve
al
Ranieri poco
delle
due volumi
dell'
Opere
tutti
gli
scritti
ap-
condannasse
all'oblio.
Per
la
lunga consuetu-
193
coli'
amico
suo
di
egli s'era
formato
di lui
come l'immagine
un perfettissimo
nel-
e di
ingegno; e questa
custodiva gelosamente
cosa.
geva
e se
ne adirava altamente.
di ci,
Un
giorno, mentre
ragionavami
bocca,
un
tratto
esaltandosi
il
proruppe:
Io
ho bisogno
di
adorare
mio
mi
ucciderei.
Io
ammiro questa
il
spetto
al
amico suo
scrit-
non
perfette; e tutti
delle
scrit-
debbono
due volumi
il
Opere
tore,
ci
rappresent fedelmente
Leopardi
al
mondo. Ma,
intendendo e ammirando
stato fatto
da
altri
quello che
non
dover
fare.
dir,
che per
non
si
scem niente
affatto in
me
la
reverenza
in
e l'affetto al
13.
Leopardi.
Chiarini.
194
Libro Secaaio
cotesti
scritti
sieno delle
imperfezioni?
Alcuni
tali
mi
piace e
mi
Ma
perche',
il
Leopardi
fa
un progetto d'inni
lui?
Oh non
abbiate paura:
gli
Pu
ma pu
essere
anche solamente
'1
cameriere non
sono
eroi.
non
si
compiono
in
camera;
e a
me
sarebbe
tutti
i
un eroe
piccoli
pi
momenti
si
pre a s stesso, e
immune
dalle
deboal
poi,
perch fare
pi grande e pi sincero amico della verit questo grandissimo torto, di credere che la vita di
lui
tema
la
Leopardi di con-
Saggio sugli
Giacomo Leofar di
195
errori popolari
nell'
Epistolario,
il
pensa
una
Leopardi a diciotto
domandar conto
anche
religione
cin-
Madonna
la-
prima comunione;
sottile, raccolta in
qual-
tutto
raggiante
di
gioia,
fregandosi
le
mani,
farci
si
sapere
che
quell'incredulo
il
del
Leopardi
nella
comunicava. L'essere
Leopardi
di poi.
Ha
di
gi
quasi
dell'incredibile
questo secolo, da
una
citt
come Recanati
naldo,
nostro
uscisse poco
dopo
vent'anni
Oh
pensate
cui
di casa,
educato
196
Libro Secondo
dulo!
e
si
Come
in
quando
si
volgesse
lo
pensare
egli
affezionasse
alla filosofia,
narra
stesso
quelle
al
brevi
notizie
della
sua
vita
che
mand
Bologna
delle ra-
produssero, e non
colla
stampa
e quelle
let-
suo
modo
c'
ci
mai
suoi.
Non
tutto
uomo
mondo
non possa
essere colto, pi
d'una
volta, e e
pi
d'opere
con s stesso: o se
forse spregevole,
cotest'
uomo
c',
un uomo
amato.
Il
annunzia
la
(1) V. Epistolario
di
G.
Leopardi,
ed.
cit.;
voi.
I,
pag. 487.
Giacomo Leopardi
197
morte
di
un
fratellino,
e lo
prega
che
voglia
adempiere anch'
un con-
ben
trista
il
far
pompa
di filosofia in
alta, gentile e
pura
uomo
il
snatu-
Tanto diverso
in
amava pure;
dolore di
non vedeva
il
lui,
dolore della
lore.
fatto,
che stimasse
ri-
poter gradire
spose,
al
suoi
il
mostrando
dicendo
padre:
Ho
ricevuti
intenzione ch'ella sa
(1).
Ignoro se
sto genere
contradizioni di que-
fra
il
Leopardi
uomo
il
Leopardi
il
peso del-
(1)
Leopardi, Epistolario,
ed.
cit.
voi.
IT,
pag. 85.
198
Libro Secondo
il
cotesta autorit
il
suo pen-
grande
sdegnoso di
al
freni.
Ma
s'egli
non
pu
al
giogo
l'alto intelletto,
il
suo cuore
dolore
lascia
sue opinioni.
il
E mentre
correre libero
suo
fatale
e
cammino,
procacciare al-
s'irriti.
Da
ci lo studio continuo
ma
essergli
e,
quando
si
il
tratta di
conservare intero
proprio carattere,
col padre.
anche
Il
famosi Dia-
lo ghetti sulle
83 1,
opuscolo
lo at-
Parecchi
il
padre,
al figlio
essersi
convertito
come
Monti ed
istante
altri
un
di
dichiarare
Giacomo Leopardi
199
Il
dichiarassi di
non
Mi
sia
il
lecito notare
un
spiegare
modo,
pur sem-
un Beneficio
perch
gli
ecclesiastico, e la rifiuta.
gli
La
ripugna di accettare
obblighi
non
prima regola
anima
di
pardi un impossibile.
le
Ma
anche nelle
apparisce lo studio di non dispiacergli, anzi vi apparisce maggiore che nelle altre.
questo, che
pur troppo
il
me
al
il
segno pi chiaro
dell' affetto di
Gia-
como
sentimenti.
La ragione
il
di quella
poca confidenza
la
la
dice
e
Leopardi da
chi?
s;
dice,
sapete
dove
La
dice in
una
lettera
molto affettuosa
Libro Secondo
sue
lettere.
La carissima sua
ultima, scrive Giacomo, non ha lasciato di contristarmi sensibilmente coi rimproveri, quantun-
mi riprende
mie
lettere; la
quale derivada
a tutte
le
mancanza
lettere
di materia,
ed
comune
vita
mie
perch
la
mia
monotona
senza
il
momento;
e a questo
proposito
testa
mi permetta che
io le faccia
la
una pro-
una dichiarazione,
le
modo
le
Le dico dunque
a Dio, che io
o
il
fu
mai
alcuno di amare
conosco chiarissimamente
porta, e che
io
a'
l'
amore che
alla
ella
mi
suoi benefzi
sua tenerezza
sento
una gratitudine
umana; che
amore,
darei volentieri a
tutto
vere,
ma
di
o,
in altri termini,
non per
sola riflessione,
ma
Se poi
ella desidera
qualche volta in
me
pi di
Giacomo Leopardi
201
di
lei,
la
mancanza
di
perch
(i).
Ili
Quand'io scriveva
capitoli di questo
dall'
tredici anni fa
due primi
immaginarmi che
sarebbero state
cuse
che
si
un
ipocrita,
un
egoista,
un
ingrato.
Altro che
disfare
l'ideale dell'amico
Ranieri!
e
i
detto
che
si
l'occasione
documenti
nuove accuse
sarebbero
e
il
tro-
due migliori
pi
caldi
il
Ranieri stesso e
Giordani,
gnava.
Da un volume
inedite, del
di oltre
600
lettere, la pi parte
Giordani
al Brighenti,
Domenico Gnoli
non
si
pu
(1)
cit;
1
voi.
5
II,
pag. 61.
fascicolo del
gennaio 1880.
Libro Secondo
di gravit.
Quando
il
Leopardi (scriveva
il
Giordani al
non mi
scrisse pi;
quando
in
Firenze
andavo
a trovarlo, non
mi
di
ha posto molti,
il
me non mai
cuore
l'
ancora
nulla.
Ma
questo non
una
lettera
del
4o diceva:
fosse
Io
Giacomo
si
buono ed
molto
egoista. Per
fosse fatto
smanie amorose a
il
Quando
pubblic
fresco
i
anno 1880
(1),
Ranieri
lo Gnoli,
falsit,
dell'
egoismo, della
ingratitudine di
Il
Giacomo Leopardi.
cui
Leopardi,
il
al
mantenimento provvedeva
largamente
Ranieri,
chiamando a curarlo
veva da
(1)
Roma
da Napoli
Sette
famiglia
come
Antonio Ranieri,
Giacomo Leopardi
203
se
dovesse pensare da s a
che
chieder
farsi le spese, e
non
lo
facea
quattrini. Scriveva,
dice
grazia
di
morire,
campagna vicina
era,
del Greco,
dov'egli
costava non
il
meno
di quindici ducati;
dipingeva
suo stato
di fame.
il
Dove
mettesse
denaro che
come
si
trovasse in
tali
strette
da trarre
una cambiale
Bunsen, non
altre spese di
lui se
non
pe' gelati.
Ma, quel
eh' peggio,
mentre
si
il
il
dava
voglie, e
lui, e la
un cuoco stava
gli
la
buona Paolina
il
leggeva e
faceva da
infermiera, vincendo
il
Margaris ed
egli intanto
altri
e plebei di
f. degnissimi di spagnuoli e
204
Libro Secondo
forche
(i).
Questo
datagli
facolt
A
tarsi
rammen-
narra ingenuamente
il
Ranieri stesso)
si
che
sapesse
suoi,
condizione ad accettare la
di
proposta dell'amico,
menarlo con
s a Napoli,
voleva circa
il
suo andare
il
rimanere a Napoli
con
pienissima.
Anch'io
lizio
Sette
anni di soda-
ma
dopo
l'
la lettura
mi rimase
inalterata nel-
animo
si
immagine
vi
Narrando
patimenti
fisici
degli
ultimi anni
il
Ranieri
la
mostra che
la infelicit del-
amico suo,
(i)
Leopardi, Epistolario,
voi.
II,
pag. 216.
Giacomo Leopardi
maggiore
di ci
moltissimo che
i
dolori
del
povero infermo,
sollecitudine affettuosa
i
de-
pazienza con
i
la
i
quale ne sop-
portarono
fastidi,
disgusti,
capricci,
poco o
ci
sapevamo, o
era-
vamo immaginati,
amicizia.
della
Ma
incredibile
miseria di
il
uno
spirito
altissimo ci
sentiamo stringere
in
dinanzi a
sentiamo niente
conto
de'suoi
rosa
di
impressione
ora,
l'amico
che
ha quasi
venir lui
dopo un
a
nobile
silenzio
oltre
quarant' anni,
distesa
la
lista
chiedere
de' benefizi
cotesto
e
conto,
che,
de' sacrifizi
suoi, la
mette sotto
del
gli
am-
miratori
Leopardi,
dicendo
guardate qua
ricom-
2o6
Libro Secondo
Ma
col
la
ricompensa
egli
l'
ebbe,
1'
ebbe,
non dir
ereditate,
ma
dubitare finche'
anime grandi
e gentili, la quale
certo
la lettura dell'episto-
lario leopardiano.
Fu un
il
errore,
un grande errore
del Ranieri
un momento
di
umor
nero,
i
sonare offesa
scritte dal
per
lui,
il
credere che
le
favole
intendere
potessero
il
Napoli
si
manteneva da
se',
menomare
nella opinione
degli onesti
Quando
vole,
tarle
egli lesse
si
altri gli
riferi
quelle fa-
come non
Come
pot poi
agli
scritti di
pubblicati
da
Giuseppe
Giacomo Leopardi
207
concederla non ve
pot in
e in
ne avea
posto
nessuno?
Come
quelle
sciagurate
qualche
personale
chi
per
se'?
Come
mae
ttissimo
ed
infelicissimo, e per
malattia
l'infelicit irritabilissimo,
da
Certo
dell'editore
al
Ranieri
il
leggere
quelle ed altre
simili pa-
non
gli
debbono aver
ma
forse
sospettare
che
l'
chi
diede a
lui
da
stampare
le lettere
avuto
il
Ranieri.
il
Ad
ogni
modo che
potr
cosa c'entra in ci
Leopardi?
si
fargli
una
colpa del
una
lettera pri-
vatissima, che forse un giorno avrebbero potuto essere pubblicate, e lette dal Ranieri, e dispiacergli?
Non
disse,
scrisse forse
il
romani? Non
uomini sono
gli
2o8
Libro Secondo
sempre
e dappertutto
uomini,
cio
traditori, e
vigliaccamente malvagi?
fiorentino,
fu
amico
se'?
si
E
tutti
il
Ranieri
meravigli e
si
fra
le
cose
da
lui dette
senti
mai molto
e si
meravigli
le
quali
ai
suoi e inven-
dimora
provato
come recentemente ha
una
Ma
pi strano di
mento a negarla,
d'ogni
altro, egli
egli
(2)
Nuovi documenti, Monaldo Leopardi, a pag. 235 Nuovi documenti ecc. pag. LI e
del
Ra-
e seg.
seg.
Giacomo Leopardi
209
alla
morte
Quanto
a nozze
quali
vanno
falsa
me
hanno
torto di guarfatti
nuovi
gli antichi.
Anche lo Gnoli,
ebbe un
po',
parole del
un esame abbastanza
diligente,
nuovi
latamente da tutto
egli si affrett
Leopardi
si
ci
apparisce un
diverso,
per quanto
della
sua infermit, da
i
quello che,
ci
suoi versi,
inutilmente quelP
l'
animo suo
di cui in altro
tempo
ci
parlava
il
il
Chiarini.
Libro secondo
egli si era
si
Gnoli aveva
sentito che
cosa
nelle colpe
novamente
attribuite al
Leoil
pardi;
ma
egli
si
non ne
conto che
doveva.
Prima
cerit e la
lo Gnoli,
che fece
cosi
bene
come
si
avrebbe dovuto
Non
si
di
Un
se per
avventura
il
attri-
amico
la fred-
come
il
morali. Chi
ama
come
il
Giordani amava
Leopardi, sempre,
po' sospettoso e ge-
Nuova
Antologia, fase.
cit.
Giacomo Leopardi
loso, e
menomi
atti
che
ne hanno l'apparenza: ed
in
il
ci si sentisse e si dicesse, e
altri, in
realmente
fosse,
fondo era
uomo anche
Leopardi
lui
buon conto
egli si
scritti
lagna che
il
molte persone e di
si
una
sola persona,
scrivere,
queste
d' affari
o di
convenienza; e da alcuna
apparisce che
dani. Jn
si
di
una
lettera ad
Adelaide Maestri,
ch'egli morisse),
il
scritta
anno avanti
al
si
legge
avea mandato
Giordani
primo volume
in
stampato a Napoli
quell'anno
inutile,
me
al
pap, alla
mamma
ed
al
mio Giordani,
alla
memoria
affettuosa dei
quali vi pregodi
(i
)
raccomandarmi
(i).
Certo que-
Leopardi, Epistolario,
226.
Libro Secondo
ste
il
non erano
le
smanie amorose
era
Giordani,
ma non
li)
nemmeno pi
che indiffe-
renza,
come
egli dice: e
(siamo sempre
che a 38 anni
Leopardi non
poco che
gli
Se
si
uomo
che,
come
se fosse giovine e
pensa pi a
il
se'
che ad
altrui, si
lo
chiami pure
egoista
Leopardi; cio
non
io.
Un
strato
Piergili,
che cio
al Ranieri
non erano
il
Leole
la gravit e l'im-
ma
non era
diffcile
parole di
Giacomo
(i)
Nuovi documenti
ecc.,
pag. LVI.
Giacomo Leopardi
21 3
padre del
febbraio
83
al
5,
mente
riferirsi,
non gi
Ranieri ed
ma
Ranieri stesso,
il
Leopardi
difficile
si
lasciava facilmente
raggirare:
non era
ravvicinare e contrapil
Leopardi scriveva
1
anno
835
al
De
Sinner,
che solo
tanare
il
il
Ranieri da lui(\)\
importanza
ed
il
Il
la
prima
quando scriveva
alla fail
rinascere in s
Recanati
desiderio
si
si
mesceva
tro tutto ci
Recanati
gli
fa-
ai
1878, pag.
182.
214
Libro Secondo
credessero disamorato;
ma
diceva di andare, e
ora
non
si
moveva,
non
si
allegando
una
scusa
si
ora
sen-
un'altra;
tiva
moveva,
al
perche' in l'ondo
oramai legato
filo
Un
(lo
Ranieri,
quando
Sette
non
si
pu
Leopardi scrivendo
al
padre
parla talvolta
il
egli
mosso
suo
dal desiderio di
la
mente
delle opinioni
anche un po'quello
di colui
il
che
la riceve:
per
quali altre
siano.
Del resto
il
Leopardi, quando
al padre,
seppe
ben
farlo.
Giacomo Leopardi
215
Un
ai fatti
nuovi
gli antichi.
le
Le
lettera
del Leopardi,
potranno mostrare
tutt'al pi
non and
affatto
immune
dalle debolezze
nostra natura.
pot'
Ma
ch'egli n'andasse
immune
chi
pura V anima
si
virilit
senti e si lasci
conoscere
nei
suoi scritti
Me,
uomo
sol,
quant'
altri
mai.
s'io
non ho gi presso
L'estremo
Imbratter
me
di sua
pece amara
la
velenosa etade,
anno;
e verso
trenta,
:
Qui
di piet
mi spoglio
e di virtudi,
mi rendo,
(2).
(1) Appendice
(2)
cit.
pag. 228.
;
voi.
I,
P a g-
21
Libro Secondo
il
Leopardi
si
persua-
diverso
da quel
i
uno
degli scrittori
e pi
si
mente
loro;
interamente
i
nelle opere
persuader che
nuovi
non valgono
Canti e
N
stra
si
opponga
la
volgare osservazione
si
che
l'uomo
mofa-
L'anima
negli
di
un grande
scrittore tutta
scritti
della
il
sua
vita.
pensieri
di
un
grande
scrittore,
non
sono forse
dire, pi
la
quello
inalza
che
sopra
valer
in
che lo
ci
schiera
volgare?
essere
tutto
dovr
meno, potr
menomato o
distrutto
da
vita privata?
Il
filosofo,
il
poeta, l'eroe,
quando compiono
la
formando
diletto,
nostra
ammiraai
zione
il
nostro
ci
sollevano
pi
Giacomo Leopardi
217
loro
allora
il
che partecipano
alle
piuttosto
accrescere che
scemare
il
pregio che
li
accomunano
il
a noi ci
danno
in certo
qual
modo
diritto di
non ver-
le
le rivelazioni
dopo
le
Leopardi
uomo
lui
rimase nell'animo
mio quella
lettura degli
fatta nella
nando
le
ragioni
per
le
non ho inteso
l'infelice poeta,
ma
solamente esprimere
dubbio
che
la critica si
sia
tenza e rifatto
1882.
il
FRAMMENTO
II
'uomo, considerando
medesimo
le
uno
un bene
cagione,
talora conseguenza
di
io credo,
uomo
non
dal dolore
fisico.
Ma
umane:
e
in
leggi
fenomeni.
alle
un
semplice fenodalla
meno, conforme
scienza
il
leggi
riconosciute
in
fisica,
il
congelarsi dell'acqua
in
neve,
cadere di
questa
e
il
alte
montagne
formarsi
Libro Secondo
cime precipita
al
piede ruinosa.
Ma
se cotesta
cadere
schiaccia e cuopre la
il
viag-
villano
il
le
intere citt,
uomo
un male. Una
dall'alto
alla
pietra
di
una casa
suolo, obbedisce
legge di gravit,
seggero,
il
ma
se
al pasfatto,
passeggero
trova
che cotesto
Il
lupo
che uccide
diverte a farlo
soffrire,
pesce
grosso
si
che
pasce
nutre
del pic-
colo,
il
ragno che
all'istinto,
della
mosca, oblegge di
cosa,
bediscono
che
pure una
la
natura, e sodisfanno
un bisogno;
qual
secondo
bene.
e la
il
nostro
modo
di vedere,
il
per loro un
il
Ma
il
povero agnello,
topo,
pesciolino
fisico e la
dolore
che co-
testo male.
l'acquisto di
un bene uccide
dell'
l'altro
Giacomo Leopardi
una legge
di
natura. Se
la
la
facolt di ragionare,
pi
piacere,
fuggendo
egli
il
dolore,
gnava imporsi
non voleva
di
non
quello che
che l'offendere
un uomo
male offendere
gli altri
animali? Perch
fa
ci
barsene, o anche
per
mero
diletto?
Se l'uomo
quali, se ucci-
dono,
l'uccidere
male.
Con
la
di morale, e
vogliamo
cielo.
morale nostra
far di-
scendere dal
confessare
francamente
dagli
tutta
cosa
governa
il
mondo,
diritto
della
forza. Io
mi
addietro,
punire di morte
fosse
il
bue che
cozzando un
uomo
questo cagione di
Libro Secondo
1'
in
questo
del
fra
togliere
altrui la vita
animali
veramente, se una
del genere
bruti.
umano,
Onde mi
doversi
avrei
trovato,
di
se
non
ma
scontento di s medesimo,
rei pensieri
l'
tacevano
favellavano
generosi,
uomo
si
compiacque a correggere
al
colla
mente
mondo
reale ne contrap-
pose uno
tasia.
Di qui tutte
la
il
movente
delle opere
virtuose;
di
canti d'amore, o
Dei
si
e degli eroi,
o aspiri ad
una
felicit
il
che non
vizio,
e vituperi
o cerchi
rore,
il
sogno di fuggire
quello
dei
mondo
reale e riposarsi in
fantasmi.
Omero che
canta l'ira di
Giacomo Leopardi
223
Achille,
si fa
puro
Leopardi che
deridendo
fine di
errori
umani
si
scalda all'eroica
Derivata
da
uno
umano,
la poesia fu
naturalmente
in
principio
una cosa
trovare questa
bastarono anche
priamente parlando,
gli
non surse
clti
se
non quando
uomini furono pi
fu
e ingegnosi. Perci
la religione
prima della
si
poesia.
Ma
le
reli-
gioni passano e
la
poesia
vive
le re-
quanto
il
ligioni, ella gi
lersi
mostr divinare
scienza e vo-
11
Capo della
poesia antica
Omero.
poemi
di lui
la lettela
il
224
Libro Secondo
un
cielo
che l'agricol-
fenomeni della
il
un
Dio. Divinizzarono
cielo o la luce
Zeus,
in
Era
o Demeter
il
la terra, in
Poseidon
le
l'acqua, in Hefaistos
altre deit subalterne,
fuoco.
Ma
queste e
come
tali
erano celebrate
nei
loro
feste,
andarono soggette
canti
tra-
omerici
una grande
trasformazione, la
erano succeduti
ai
cit-
Accomodata
Omero
Come
e nella tratta-
affari, cosi
gli
nell'
Olimpo poco
e partecipano
Era non
moglie
pi la terra,
di
ma
la riottosa e litigiosa
il
Zeus
diventato
un industre fabbricatore
provvede
gli
armi,
delle quali
essi
Dei
e gli eroi
che ad
son
cari.
La macchina
mitologica parte
Giacomo Leopardi
225
ma
i
ci che
importanza di
essi
l'avere
il
poeta
rappresentato fedelmente
costumi,
Corrompendosi
coli'
la reli-
facevano
servire
alle
dei
potenti che
in alcuni
amavano
gratificarsi,
ragionando
vero, non
eletti
i
ingegni l'amore
del
manc
tivo di
alla
fra
poeti dell'antichit
le
qualche tenta-
abbandonare
scienza.
Ma
si
la
qualche verit
veniva pi per
effetto
ragionamento purasi
Discepolo
d'
Empedocle
i
ve-
stigi del
al canto,
non
ma
dalle
antiche deit,
Humana
Quae caput
Chiarini.
226
Libro Secondo
Quem
Ci
dell'
fu
grande
e bella novit,
ci
epopea antica
continuatori ed imitatori
ch'egli,
d'Omero. Nonostante
la
pi
che cantare
e
esponga
un sistema,
nonostante l'aridit
in chi lo legge
io
una grande
attrattiva.
Poche cose
le
forze
1'
della natura
ab-
aspra
il
selvaggia
ci-
consorzio
pi
originale-
romani
mi pare
(se cosi
posso esprimermi)
un pregio specialissimo
Giacomo Leopardi
227
non fu vinto
esprimere col
di
della
poesia
severi
ragionamenti
i
Fatta
meno
la-
imitatori dei
greci.
Bench
Virgilio
abbia
ritratto nel
e dei
bench
suoi
tuttavia,
quanto
macchina
nell'
1'
nell' Iliade
Odissea ?
Inarrivabile
come
arte,
potente
come
valor
personale e
come sentimento
patrio, osservabile
stati,
come
nella
ma
difettiva
Successe a
lei
la
medio evo;
e in quel
lungo rimescolarsi
nome
nella
si
228
Libro Secondo
paragoni, meglio
la
storie e le cronache,
Divina
Commedia
la
al-
civilt an-
La
civilt
romana, come
la letteratura,
civilt,
, si
che
la
procede
in
potrebbe dire,
teratura italiana,
ma
la civilt
ch'essa destinata
mentre
latina,
si
la
vediamo tanto
scosi
starsi la
Commedia
dall'
l'
uomo
e
fisico
presso
prediletti agli
mandano
all'orco
e la protezione degli
Dei
non da una
la
legge
forza,
stizia.
suprema
e invariabile.
Onde onnipotente
muta
la
Purch'
valor greco
si
dimostri ed
Ilio
Giacomo Leopardi
229
greci eroi
sieri
crudeli
ed ingiusti? Purch
il
pio
Enea giunga
che
si
fonla
dare
il
regno di Lavinio,
importa che
sia tradita e
uccida, e che al
sposa?
il
Ben
altro lo spirito,
ben
pi alto
fine del
poema
dei Santi
che
la scienza e la dottrina
del
medio
evo, fu
una
le idee del
l'
deve se
poeta cristiano
non conobbe
altra
arte
fuori
la
della latina,
mitologia,
ma
da questa
la
istorie antiche
cristianesimo e dal
teria.
tempo suo
la
principale
e
manon
Qui non
risse di principi
d'eroi,
fiere battaglie,
non prodigi
di valore,
ma l'uomo
de'
nuovi tempi,
i
in tutti
false virt,
con
con
le
che diedero
frodo-
230
Libro Secondo
lenti
consigli,
pontefici
le
gento adulterarono
re
che
ingratitudine
non
tolse
che
si
macchiassero
si
di
qualche
ai
umana
quali
colpa,
l'
donne che
scaldarono
raggi delai
il
amore umano
e del divino,
la
uomini
povert,
fu ricchezza e
tirio,
bene verace
mar-
la
mondo
giustie le
di vivi, che
ama
e odia, benefica
e uccide, severa e
zia,
immutabile
i
la divina
i
meriti
premi
al
pene.
la
Qui
al
valore preposta
la forza
la virt,
corpo
la
osa accamparsi
ragione.
le favole,
Meno
dantesca,
hanno un senso pi
nobile;
ma come
il
luogo
ad
altre,
pur sempre
im-
Giacomo Leofanti
231
III
Poesia atta a civilt vera sar quella che, svincolatasi dall'assurdo, dalle metafisiche e dalle su-
perstizioni, cercher
coraggiosamente
il
vero se-
condo scienza
l'
e ragione, e in ordine
la
ad esso canter
voi
uomo
il
mondo
natura.
Ma dunque
campi
Io
credo col Giordani che l'errore sia sempre dannoso, perch l'uomo che lo accetta in una cosa,
vizia gi la sua mente, e
costretto,
si
dispone, e talora
altre.
ad accettarlo
in
molte
le
Per qual
ragione, se
religioni
furono
verit
genere
umano? La
pu parervi
fatto
trista
e brutta:
ma,
se siete assue-
con
essa,
vi
impedir di ingannare e di
vagio n sciocco.
il
volere
Non neghiamo
di cercare
le
all'
uomo
beate
ma
232
Libro Secondo
Anco dentro
il
sif-
confini
rester
larghissimo
campo
e la
materia
ai poeti.
vero mi pare in
Italia
il
Leopardi. Mentre
la
poesia
omerica
e la dantesca
la
rappresentano fedelmente,
come
dissi,
tempo,
la leopar-
la migliore
civilt del
genere
umano. Le
idee religiose
i
d'Omero
e di
Dante erano
quelle di tutti
fiche del
uo-
ma
ha
S' intende
la
che
il
Leopardi non
ci
Come
procede da Luricongiunge
i
Byron
fra
si
moderni.
Ma
svolge cosi
lui si
della
Che
cosa V
uomo
a s stesso? che al
mondo
Giacomo Leopardi
233
alla
all'
il
il
mondo, che
la
il
natura
vita e la morte,
bene e
pr' ai
male,
piacere,
il
dolore, la noia?
Qual
genere
umano
la
si
avea
desi-
come
il
gli
dettavano
superbia e
derio suo:
g'
nostro poeta
li
si
propose di nuovo
insoluti problemi,
fermo
di
risolverli
le
senza sgomentarsi,
voli e pi opposte
dotti e
meno
piace-
del
volgo.
Cominci
dal
e la
considerare
l'uomo
natura nelle
sue leggi;
gli
onde que-
poneva s
mostrato che
da questa
Altro negli
si
suoi
nostro ben
cura
d'ogni cosa.
La conclusione
ma non
necessaria;
infelicit del
poeta
modo suo
di sentire,
il
comune
non
mondo;
era
una
delle spiegazioni
del
non
la sola.
Ma
perch
scienza, che
dopo
234
Libro Secondo
seguitato a progredire,
meno
il
1869.
ammontic-
umide
terna in
perfetta-
mente conservato,
stava scritto
tica di
:
Appressamento
Can-
Un
Leopardi,
opera
Libro Secondo
pubblicata.
Pognamo che
il
Avrebbe cercato un
del
medesimo tempo,
prova materiale
desiderata
autenticit.
il
Ma
se
il
ritro-
come
era
signor Zanino,
un
i
liceo
Ebbene,
cotesto
giovinetto
e
avrebbe
probabilmente avuto
la felicissima
il
non molto
quadernetto al suo
maestro di scuola
lecito supporre)
(come
e di
un uomo
letteraria,
di
gli
buon senso
avrebbe
cantica
qualche
cultura
detto:
va' l, che
questa proprio
il
la
leopar-
Giordani nell'epistolario. In
casi
come ognun
vede, l'affare
anno
Ma
il
signor Zanino
un
di
quegli
uomini
si
non entra
pos-
Giacomo Leopardi
237
alla
il
lesta:
il
signor
Zanino sa
questa
avrebbe fatto
in
poche
ore, ci
ha messo
la bel-
fece
il
signor Zanino
cantica, legga, se
ha molta pazienza,
di
ultime
sessanta
ha avuto
la
poco
felice idea di
presentare al
mondo
pardiana.
cosa
d'incredibile;
sono
la
conseguenza
la
:
spiegazione di
un curioso fenomeno
psicologico
non
poteva
scrivere
anni a
certifi-
cantica;
non poteva
non
pagine.
signore
manoscritto
Libro Secondo
Como,
e ci fa sapere
le
che
Como
delle
;
citt
lombarde tra
che lo
pere
pi vicine
casa
casa,
alla principale
dice
sa-
trov
in
nella
paterna,
ci
fa
che
quella
dove nacque
mori
lui
ma
non morir
il
ma-
qualmence
egli
fin da
doveri della
scuola
in
quelle
suddette
stanze
umide,
volumi,
rovistando
con pa\ien\a
quei fracidi
inintelligibili,
dopo
e accarezzi
casa
sua e fuori.
Lasciamo
suo costume,
il
il
If
Poche
e confuse notizie si
avevano
di essa, le
un lungo quando
componimento
il
Giacomo Leopardi
239
il
diceva
Fra
le carte del
al
De Sinner furono
cristiani;
ma
espli-
casse
il
sentimento
:
non
ne
avevamo
si
prima
di questa
primo
che
amore,
e la
Elegia
fui?
m'addolora?
composte nel
della
prima
avevano poesie
molto
rilevanti.
La
dunque un
vuoto non piccolo nella storia delle manifestazioni dell'ingegno poetico del Leopardi;
stra quali fossero e
ci
moun
come
si
esplicassero, in
le
altitudini artistiche
in lui fosse, e qual
che cosa
il
sentimento religioso.
poesia
del
Appunto perch
Leopardi
tutta
la
posteriore
manifestazioni di
Ma
diciamo subito
la nostra opinione:
mentre
240
Libro Secondo
desi
il
e'
l'accento
dell'uomo schiettamente
vinto
della
profondamente
il
con-
sentimento
religioso, a giudicarne
da questi
versi,
pare nel
:
pi
di
accidentale
di
sovrapposto
ad esso;
si
direbbe
una
trov
ai
primi
soli di
giugno
del
senti
il
bisogno di gittar
via.
La macchina
sioni, pi
poema
copiate
una
meno
dalla
Commedia
Il
di
si
Dante
dai
Trionfi del
Petrarca.
poeta
gli
trova di notte in
risce,
appa-
mandato
dalla
ad annunziargli prossima
sua morte, e
la
fargli
quale non
vita.
L'Amore,
trettante
personificazioni) passano
dinanzi agli
illu-
Oblio, ad ammaestrarlo
ap-
pare
in
una parte
del
cielo
un meraviglioso
splendore.
Giacomo Leopardi
24.1
al ver le
mie
parole,
mezzo a quel
'1
fulgore,.
pensier vuole.
colore
'1
fiorire
'1
gioire a la beltate
e dilatarmi
il
M" aprir
Canti
la
s'
mente
udian
si
core.
Men
Udir
l'
aure innamorate.
si
Splendean
erbette di
vago lume,
Che
luccicar
men
vaghi a la mattina
I rugiadosi prati
E
Al
sol
men
al
chiaro splende, e
sol
men
raggiante
Splende
i'
levai
Lo sguardo
Alme
manto
Oh che soavi lumi, oh che bel viso, Oh che dolci atti in quel beato stuolo, Oh che voci, oh che gioia, oh che sorriso!
Poi s'apre
il
cielo pi
la
addentro e
gli
appari-
scono Cristo e
Vergine.
Ora
il
attende.
Tutte
f,.
belle cose;
Chiarini.
ma
il
poeta prorompe:
242
Libro Secondo
e ancor
non
vidi
mio
nidi?
tetto,
rondinelle
di
me
lascer vestigio al
mondo
aria
Maggior
eh' in
acqua
soffio, in
lampo ?
?
Che non
scesi
bambin gi
nel profondo
ir
E
Fu
deggio,
?
materno sen
di
me
fecondo
Se non che
si
il
poeta
si
ricorda
la
te
son nato,
il
veggio
Che non
Per
te
eterno seggio.
Deh
basso desio
Che
diversit d'accento
!
fra la
domanda
e la
risposta
Come
si
sente,
anche attraverso
la frase
un po'impacciata, che
quella
prorompe
dal cuore,
il
le
sue ra-
Itene ad
altri
pur com'
sia
morto.
Giacomo Leopardi
243
E E
s'
abbassa
cade
ornai,
lassa.
Anche
nella invocazione
la
Madonna, con
che
la
quale
finisce
poema,
si
sente
il
prima
la potenza.
Questo dispiacere
pare
a noi, l'unico
tutta la cantica.
mondane
e piena di beaci
come qualche
cosa che
deve
che
il
poeta non ha
la forza di discutere
e di negare,
ma
trattiva, quell'attrattiva
dall' esser vere e reali,
che
le
cose
acquistano
o dalla fede
che
si
ha
Per entro
la
macchina
il
mente inceppa
le
reminiscenze
mezzo
le
forme
come
eleganze,
ci
il
sono
in
questa cantica
per
scrit-
244
Libro Secondo
tore,
anche
la
forma
pi
schietta,
pi
disin-
volta e
omogenea.
dolci studi, o care muse, addio,
La
parte
per pi bella e
le
pi
notevole del
poema sono
c'
veramente l'osservatore
attento
sincero
della natura,
e serba for-
temente
fedelmente
impressioni
sa
fenomeni osservati, e
ritrarli.
forte-
mente
zioni
fedelmente
Una
delle
descriil
pi belle
quella
con cui
il
comincia
trentanovesimo
Il
paragone
due lezioni
argomento
di bello studio a
chi
ama
e intende l'arte; e
tore seppe
col
tempo
la
perfezionarsi.
Ma
anche
nella
prima lezione
tal cosa
diciotto
anni. L'impressione
Un nugol
Che non
s
Sorgea di dietro
vedea
luna n
stella.
Giacomo Leopardi
245
E
Ver
la
nube crescendo
si
in gi calava
l'
la marina,
i
che
1'
un suo lembo
il
Toccava
Dentro
monti, e
altro
mar toccava.
le
n'era
I'
'1
sentia gi scrollarmisi
i
ginocchi,
Ch'
Che
Talora
mi sostava,
l'
aer tetro
Guardava spaurato,
Si eh'
i
e poi correa
panni
e le
'1
volto
mi spignea.
N men
Come
Sul
dopo
'1
nembo pare
mar
luce di baleno,
e
l'ombre fa pi rare;
O come
Dopo
la
Allor che
quest'altra:
Allor eh' a un tratto
si
come
si
vede
sole,
;
Campo
Quand'
di secche
e'
canne incontr'al
il
fiede
O
Il
come andar
stuol,
tra noi di
faci
il
suole
feretro,
Notturno
di Cristo
appo
ciel
di che di sua
morte
il
si
duole.
246
Libro Secondo
ma
quanti
poeti
a diciott' anni
son
Ili
Prima che
da
tutti,
si
crede
per alcune
parole di
Carlo Leopardi
primo amore,
e l'elegia
Dove
fossero
due frammenti
Cantica
stessa.
bene, la cosa
col
come
attentamente appari-
scono,
come veramente
sono,
ne indaghi l'origine,
tre si
sapeva
il
stato
mandato dall'autore
Stella fino
non
si
sempre un valore:
le
due poesie
frammenti
ma
Giacomo Leopardi
247
della
saranno framcosa
sia
menti di qualche
questo qualche
cos'altro. e
il
Che
se
poi
sia
cos'altro,
mai
stato
occupa.
Io credo che le
due
elegie
si
riferiscano
il
en-
trambe
allo stesso
Leopardi
prima
si
riferisca alla
prima
Recanati
nel
seconda
Mestica
alla
seconda gita
poi.
la
Cassi
torn la
18 17,
l'amore di
invece
Giacomo per
s'
innamor Carlo
che
della cugina.
Ma
io
credo
Carlo non
il
rammentasse bene,
me, chiaramente
i
parole stesse
Giacomo, cio
versi
della
seconda elegia.
Che
le
accertato dalla
prima edizione
riferiscono tutte
due
allo
248
Libro Secondo
stesso
amore
evidente,
ed riconosciuto anche
come
gia
si
non
si
accorgesse anche
lei
Reca-
quindi
la
contradiceva
all'affermazione di
Carlo circa
per la cugina.
Un
Nella prima
il
poeta descrive
gli effetti
del suo
primo innamorarsi,
e al pensiero
della
voce
di-
dei
cavalli
il
gi
suo sbigote
timento e
il
conchiude:
Al Cielo, a
voi,
gentili
anime,
io
giuro
petto,
l'affetto,
diletto
di
lei
m'appago.
Giacomo Leopardi
249
Questa chiusa,
il
nami a mente
la
il
di
che
D'amor
il
sentii
prima volta
poeta
innamoramento.
durava ancora:
suo, questo
si
avvicinava
e
tempo che
la
mi
la
fiamma,
le
Ma
lasciamo
il
poeta.
Dove son? dove fui? che m'addolora? Ahim eh' io la rividi, e che giammai
Non
avr pace
al
mondo
fosse
morto prima
di
rivederla,
perche'
almeno
c' altro
rimedio che
spaventa
e
il
la
morte,
e la
ma
pur
lo
morire;
dice che,
giorno sospirato e
pianto pe
riveduta
si
250
Libro Secondo
le circo-
Sentendo
il
il
tuono
la
fra le nubi,
poeta invoca
un temporale che
trattenga.
care nubi,
Parte la
donna mia
piet,
se trova
Pietate al
mondo un
infelice amante.
Or prorompi, o
Che
S'
'1
il
di'
rinnova.
in
apre
1'
ciel,
cade
le
il
soffio,
ogni canto
Posan
erbe e
il
Le
luci
pianto.
Tale essendo
il
riferisca,
come
alla
composta
Giacomo per
cugina
Fra
rentela
le elegie e la
:
si
un medesimo
facolt
generatrice
la
era
pi
forte,
concedi
pite,
specialmente
prima, in un
momento
Giacomo Leopardi
251
medesima
nella
i
notammo
le
scene e
fenomeni naturali
forte e
e e
le
riceverne
renderla
descrizioni
un' impressione
immediata,
denza.
Anche qui
similitu-
una
:
facolt poetica
non comune
la
in tanta giovinezza
pi belle di
Dante
lunga doglia
il
sen mi ricercava,
Com' quando
a distesa
e
i
Olimpo piove
lava.
Malinconicamente
campi
Ma
mente
con
la
il
elegie,
special-
quale espressa
la passione,
una passione
ma,
di Saffo
All'amata:
n so
non
fosse quella
terrore,
specie
di sacro,
quanto giusto,
gonare
alle
che
ci trattiene
dal para-
opere dell'arte
antica, specialmente
della greca, le
gli effetti
moderne,
vorrei quasi
dire
che
men
bene,
in
cio
252
Libro Secondo
dove
io
tristo
ed affannato e stanco
come per
febre
Rotto e deliro
il
Oh come
occhi chiusi
!
La contemplavan
Senza sonno
io
sotto a le palpebre
destrier che
la
Battean
zampa
Ed
Ver
io
lo
balcone
buio protendea
l'
La voce ad La
Il
ascoltar,
uscir,
il
ne dovea
Di quelle labbra
voce, eh' altro
ch'ultima fosse;
ahi,
fato,
mi
togliea.
E
La
si
mosse
E E
de
rote
il
fragon'o
allor,
s'
intese;
Orbo rimasi
mi rannicchiai
e,
Nonostante che
il
seconde
l'ultimo
1
verso
siano un p
il
deboli,
nono-
se
la
rima iniqua,
io
non
Giacomo Leopardi
253
il
primo pezzo
si
poteva argomentare
fino dal
1817
pi
la
e
Leopardi;
meglio
che
dalle
due prime
la
la sola poesia
Leopardi che
in
cui
le
due
elegie furono
l'anno
sue,
ma
le
cor-
rezioni, quali e
fossero,
1'
non poterono
mutare
dei
la
parte sostanziale,
difetto
e
composizione, assente
architettata
l'altra
una
dall'atto crea-
un
significato convenzionale.
UGO FOSCOLO
romanzo
torno
al suicidio dalla
morte
di
Jacopo Ortis
friu-
due pugnalate
che se ne sapesse
cagione.
propugnatori
tutti,
e g'
non
il
latino
e l'amore
mano
la
giunto
mi pose
ordinatamente
ne'
pienamente
17.
trattata.
Ma
la logica e lo stile
non
Chiarini.
258
Libro Secondo
corrispondevano
all'
intento
per riserbai
la
pub-
ma-
nostri libri,
nostre carte e
sempre
pericolo d'inquisizione,
scartafaccio
in
ricopiare quel
e le
mio
forma
di
lettere,
intitolai
l'Ita-
lia
amai
gli
quanto
quanto
si
leg-
gono
nell' Ortis,
ma
diligentedi
altri
mente involgendoli
manoscritti;
quinternetti
il
cuore
fa tesoro di ci
che pro-
duce mentre
egli regna,
suo impero,
render
il
cuore
sterile
muto:
ma, n
mai
la tentazione di pubblicarle.
tempo
le
lettere del-
l'Ortis,
suicidio.
Cominciai
Ugo Foscolo
259
Mentre
io col
d'Italia,
affidai le
mie carte
miei
libri
ad un ospite
provvedere a
dolo ad un
se'
uomo meno
fantasie,
osservato. Quest'
si
uomo
me,
lusing che
mie meste
scritte
per
altri,
me
e
e a
potessero
piacere
anche
agli
che egli
il
avrebbe potuto
libraio
i
farle piacere
pochi
da
me
fatti
stampare, l'avrebbe
mie
lettere
molti squarci
di filosofia, di politica, di
amore, e raccozzandoli
giunse
versi e
la
proprio una
seconda
mezza
mezza
prosa, e pubblic in
di
due volumetti
Vera storia
due amatiti
l'Italia e
spacciarsi
26o
Libro Secondo
con un mio
Ultime lettere
di
Jacopo Ortis
del
(i).
La
lettera al
Bartholdy
Ultime
lettere,
il
Foscolo scriveva
all'
premessa
edizione
dell'Ora, con
a
la
data di
Londra
MDCCCXIV:
delle
Verso
la fine del
cominci
lettere; se
in
Bologna
il
edizione
Ultime
non che
di
pentitosi forse
pubblicare
un
libro
politica-
mente pericoloso
moralmente
a'iettori, si parti; e
lasci
il
pato
il
volume. Bensi
fece
lit lo
continuare
il
da
un Angelo
Sassoli,
giovine letterato,
quelle
lettere
quale,
da
principio
aveva
e
un
carattere d'animo,
modo
stile
(1) Epistolario di
Ugo Foscolo;
Firenze,
Le Mounier,
1854;
voi.
I,
pag. 149.
Ugo Foscolo
261
potevano
allettare
la
comune
a'
deflettori; molte
altre, le quali
rincrescevano
governi, lev di
mut
in
parte
le
circostanze di alcuni
fatti,
di
appena
un terzo
si
trova di
scritto dal
primo
non
sia
guasto e interpolato;
romanzo
iti/elici,
col titolo:
ossia,
Vera
istoria di
due amanti
ritratto di profilo.
depot8oo,
(1).
In queste
il
faccende
letterarie e bibliografiche
Foscolo
non
era,
pare, di
troppo
felice
me-
moria.
La
Ultime
le
lettere
tennero dietro,
non
naio
del 1800,
ma
del
2 gen-
1801.
In
essa
egli
dichiara solennemente
Ugo Foscolo
Firenze,
Le Mon-
1850;
voi. I,
pag. 167.
22
Libro Secondo
vilt o
il
dalla
fame. Non
vi fra ci che
Foscolo
le
tutte
che
il
libro poteva
pensiero di continuarlo
venne
Ma
ha
chi conosce
un
letto la
Vera storia
due
fatti.
Lasciamo
il
racconto di Pro-
Bartholdy,
la
faccenda
Foscolo,
ma
avrebbe
egli stesso
giola-
romanzo;
sciamo
di questo discorso, e
perch neppure
il
racconto
del Viani
si
Ugo Foscolo
263
al
vero
la
che
tere,
il
Foscolo interrompesse
la
stampa
delle Let-
cC Italia
col suo
reggimento;
circo-
ma
piuttosto
pu parer
di pubblicare
il
libro.
le
esaminiamo
pa-
Secondo
le
momenti
romanzo;
di
il
studente friulano,
la
giovinetta incontrata in
Toscana
(la
quale non
il
pu
essere se
non
Isabella
le tre
Rondoni),
terzo dal
bisogno di rifiutare
Che
del
momenti
di
concezione ed elaborazione
che due, io non ho
romanzo siano
tre invece
ma mi
sar,
che
il
Foscolo poco
264
Libro Secondo
momento;
che
il
primo momento ed
il
secondo possono
solo,
considerarsi
tato dalla
Il
come
legati in
uno
rappresen-
Vera
storia.
le
mani per
dopo
la
Ron-
la
Teresa
ci ap-
Rondoni
stessa.
punto studiasi
il
Foscolo di
tholdy che
il
continuatore
i
della
edizione bolo-
gnese rimpast
bliografica che
mut
in
parte
le
circostante di
Ma
ci
appunto
io
non credo
non mi
le altre
accuse che
il
Foscolo
sono confermate,
Il
ma
fatti.
Foscolo accusa
politica
nella
Ugo Foscolo
265
prima parte
rola
;
della
e'
una pa-
lo
Vera
racchiudono
in
me\\a
versi, e tutti
prendono appena
la
pagine
delle
centoventiquattro onde
parte stessa
composta.
capitalissima
d'
aver
cerne V amore
parte della
la
ag-
giunte del continuatore, quali e quante esse fossero (ed io credo fossero ben poche)
non
la
mu-
tarono affatto;
basta
che
le differenze
fra
manzo
non possono
essere
una prova
quel-
P accusa.
La
pi
notevole
di
quelle differenze
266
Libro Secondo
vedova, e la Teresa
cato nel 1802,
Jacopo
Ortis
pubbli-
una
giovinetta.
si
Or
bene, la prima
di
parte della
Vera storia
compone
i32 pa-
gine;
il
Foscolo dice
che,
quand'egli parti da
il
volume:
mettiamo che ne
lasciasse
stampato un terzo;
ci fa 33 pa-
numero
pari,
diciamo 32;
sfo-
quando abbiamo
detto 32,
cominciamo a
gliare.
la
Apro a pag.
i3 e leggo:
Ho
recapitato
di ....
vedova
Mi pare che
ma
se a
prima d'arrivare
i
personaggi del
ch'io dissi
il
differenze
dai
1802.
dunque
,
sodo che
ai
fatti
la
Teresa della
Vera storia
quanto
e alle circostanze
opera
foscoliana
non meno
(1), e
della
Jacopo Ortis
(1)
non meno
vediamo
Ugo Foscolo
267
sia
vediamo
stessa del
cotesta
donna possa
essere
la
quella
Rondoni.
ecc.
Debbo
l'aver corretto (n so se
al professore
bastanza bene)
Bonaventura Zumbini.
32, io set-
Appena
uscito nella
il
tembre 1882)
primo capitolo
politico
ri-
Roma
(N. 256,
sposta, o
le
meglio di
esso.
Ma
dove
io
limitava
al
essen-
non
so
io,
anche qualche
la
altra,
Zumbini che
confondendo
ricerca del
substrato
storico
estetico
con quella
di Teresa,
ci
poteva
largamente
dall'
amico mio
la
derivazione
dell' Ortis
il
dal
tipo
su
quello
di
Carlotta,
tutt'
altra cosa.
Lo Zumbini
mio
scritto
parve anche
sospettare per la
lettura del
lui
non essere da
state
268
Libro Secondo
Un
essere, lo ab-
Foscolo
al
suo
circostante del
dell'
Ortis,
immagine
di Teresa.
la
sua
premea
una
sola
e identica persona,
qual cosa pi
la
facile e pi
notate
dell'
le differenze fra la
Jacopo Ortis.
eh' egli
Ma come
stato
il
pendo
poteva
preso
era
Come
avea
dubitarne
le
io,
che
scritto
mosse
io,
alle
de'
due ro-
manzi?;
ne' suoi
critici (e
che
fino
da
quando imparai
conoscerlo
de' migliori
scritti,
l'ho
tempo nostro?
nella
pili
della
la
Storia
adombrasse
meno lontanamente
che neppure
io
moglie
tesi
prima
di noi;
ma
noscendo un po'
Foscolo e
la
prima redazione
N
sti,
sere contradetta
da Cesare
Cantii, anzi
mi pare ne acqui-
come accenno
Ugo
Foscolo
269
dosso
all'
dalla
fame,
o cercare che
quanto
vi fosse d'
La Teresa
una vedova,
della
la
Vera storia
di
come
dissi,
vedova
lei, al
venti anni pi di
quale
piacere
il
nome
Giovannina;
vine pittore da
amato avanti
prime nozze;
di capelli neri.
La Teresa
dell'
Jacopo Ortis
pubblicato nel
fiore degli
802
anni;
figlia
ha
un giovine
patrizio
ricchis-
nome
chiome biondissime
e di occhi ce-
Rondoni,
della quale
del
Foscolo
innamor
nella
prima met
1799
e
io
da cui
si
come
Che
cosa c'
dunque
di
270
Libro Secondo
comune
fra la
?
e quella
del secondo
egli possibile
che
la
donna
reale
che
lo scrittore
sia la
Rondoni? La
mente che
risposta a queste
domande non mi
poco esatto
Foscolo
il
fu,
come
io dissi,
nel determinare
La
anche da un
altro fatto.
del
gesi nel
primo volume
dell'epistolario a pag. 12
con
che
la falsa
fu
poi
nell'Ora
contenuto e
1802,
si
rassomiglia
alla
molto pel
intonazione
Lettera
XL V,
con
la
quale
chiude
la
la
storia. Ora,
poich
Vera storia
nel
che servirono ad
nanzi, com'
possibile
supporre che
il
Foscolo,
Vera
storia, avesse
l'animo
alla
Roncioni?
Non
Ugo Foscolo
271
1801,
quando
in
Rondoni,
una
condizione
d'
animo,
se
non
identica,
molto sosi
era
XLV
Vera
che avea
scritto
il
la vita reale e
si
romanzo, l'uomo
e
confondevano insieme;
non tanto
il
romanzo.
storia, se
Ma
la
Teresa
della
Vera
non
la
Rondoni,
chi ella
parte,
dunque?
e che cosa ? ,
almeno
in
un
immaginazione,
dello scrittore?
per
la
meglio
dell'
imitazione,
Teresa
poi
Roncioni?
E come
si
Terese?
dere,
queste
domande
rifare,
tenter di rispon-
provandomi a
quale a
me
par di vedi
con-
272
Libro Secondo
li
E
il
difficile,
quando
prima volta
al
suo romanzo, e
lo
cominciasse a scrivere;
ma
forse
non
nell'
lettere
il
Piano di Studi
Leo
Benvenuti, fra
le
o cominciate dall'autore
la stessa
,
e pi sotto
Laura,
Questo
l'autore
non
interamente compiuto,
ma
noi volesse
La Laura
Rimembrante:
le
lettere
diventarono
forse
la
Storia di Lauretta
nell' Ortis.
1'
al
primo impulso
scrivere
l'
Ortis
'
F-'scolo
273
gli
sarebbe
dell'
friulano
aggiungerei, dalla
tempo
il
Foscolo
fatta.
il
Foscolo, che
Werther
mani solamente
nel 1802,
quando
dava
ma
avendo
letto
il
Werther
e Y Ortis,
il
pu avergli
prestato fede?
nasse, e lo
Suster accendi
fatti e
molto vigore
le
Non
Fo-
come
dice
il
scolo, nel
si
tratta di
ben
altro, e di
molto pi:
si
tratta
due protagonisti,
si
tratta
Poco monta
che
ci sia
circostanze
letto
il
Werther
il
come nota
Suster,
assegnandone
18.
le ragioni,
che a
me
paiono molto
Chiarini.
274
probabili.
met
del
come parmi
storia,
raccogliere da alcuni
il
indizi della
Vera
avvenne, credo,
sui-
padovana;
come
la
Goethe
men
bella,
perch
meno
vera,
forse
del
suicidio fece
venire
Foscolo l'idea di
del
scrivere
anch' egli
o, la
un romanzo
medesimo
genere;
se
mente,
perche'
determin meglio,
rafferm.
ci
Ma
l'
voleva
un amore che
romanzo;
pensiero
in
il
parte
come
avea
Poco
sa degli
fanciulleschi,
d'Ugo, precedenti
il
sua andata a
Milano;
ma
mento
al
combin
forse
;
a Milano,
go Foscolo
275
glie di
Vincenzo Monti;
Pieri e, ci
fatto
che
ci
attestato
da
Mario
stesso.
Parlando di una
riceve uscendo
visita
fatta al
il
Monti, che lo
dal bagno,
sua Vita,
stirsi,
Io
mi
ritrassi
donna, dall'amabile
nome
di lui,
mi
Ugo Foscolo
si
il
per
lei
(1).
An-
che nelle
Memorie, che
conservano inedite
Pieri torna a parla
il
Foscolo per
lei
Monti, e
stessa
che
Foscolo
gli
aveva minacciato
retta, e,
non
dava
non credendogli
era
arrivato ad
lo
inghiottire
avrebbe
tutti
realmente ucciso, se
1
che comperava
non
fosse
scri-
Foscolo poi
(1)
scritta
da
lui
medesimo;
a
Firenze,
(2)
Le Mounier;
lo
voi.
I,
pag.
173.
Vedi
scritto di
Guido
Biagi,
della
Seconda
visita
Vincenzo
5 ottobre
Monti,
1879.
nel
Fanfiilla
Domenica, N. II,
276
Libro Secondo
vendo da Milano
Dionigi Strocchi
ti
in
data del 9
luglio
1798
Faenza,
gli
dice:
Monti
io
saluta.
sono
tacere,
discorrere
di
giocondit.
Siam troppo
a
innanzi.
Doman
fratello:
l'altro corro a
di l a
Modena
trovare
mio
Bologna.
Poco prima
stesso:
la-
avea scritto da
Bologna
Strocchi
Mille
disavventure
mi hanno forzato a
in
sciare
e
Milano
cercare
Bologna salute
paese
la
tranquillit. ...
in questo
forfosse,
tuna
mi
arride.
Credeva
alle
che
Bologna
che
lettere, e
io potessi
mezzo
di
alla
necessit:
(1)
Tra
quelle mille
disavventure
possiamo
molto
la
ragionevolmente
Teresina: nella
il
principio
della
prima
(1) Lettere di
professione politica,
1872, pag.
150.
UgO Foscolo
2JJ
Difatti io
il
romanzo
nella
lo
a Milano,
seguitasse
seconda met a
Bologna
ultimi
e quivi
dell'
anno
non
No-
Non
pot' certo
cominciare
di
Novi, avvenuta
si
ai
i5 agosto di
trov
come
capi-
sembra
certo
gli altri
sappiamo
cominciasse a stamparlo
dagli ultimi di questo
perch
mese
fino ai
i5
d'agosto
e nel-
Romagne
mente per
la
la
partenza del
Foscolo da Bologna
di
tempo dovette
il
continuatore,
il
quale do-
resto della
prima parte
quella
Ugo Foscolo,
ed.
Le Mon-
167.
278
Libro Secondo
stampa
le parti
del
romanzo essendo
pubblicate con
la
data
cominciare
per lo
meno
ai
primi
di quell'anno.
Stabilito
che
il
Foscolo
scrisse
il
suo primo
adombrare
la
in esso
una
passione ch'egli
prov per
la
Monti.
le
Si paragonino
circostanze
principali della
del Foscolo
avendo
di
mira gl'intenil
suo romanzo,
rammentando che
il
gli
Werther;
si
ragone, e
si
somiglianze,
ma
le
coincidenze, che
non
si
pos-
immagiGoethe
ed anche fra
romanzo
del
Goethe pone
in
la
Werther
scrittore
un'amena campagna,
quale allo
argomento
la
di osservazioni e descrizioni,
che sono
parte pi
bella
del
romanzo;
in
Ugo Foscolo
279
offre le
medesime ocil
Foscolo
dell' Ortis.
i
gna sono
luogo ove
e
colli
euganei,
colli
egli
Monti;
di
Bellosguardo, che
sima, non sono
veti,
le
che
mandano
cio
le
campagne
la
ov'egli
coil
nobbe
Foscolo scrisse
stato a Firenze,
amato
la
Fondamento
trasto
romanzo
del
del Goethe
il
con-
che
nella
l'amore
trova
condizione
di fidanzata
ad
la
dizione di
di sposa
si
d'un
Ma
questa
condizione non
personaggi
immaginati
prestava
al
romanzo
280
Libro Secondo
Che
fare
dunque?
Il
ripiegosi
presentava
facilissimo:
ammazzare l'incomodo
Ammazzato
il
ma-
altri; anzi
la
Costanzina,
rigliuoletta di quattro
la ai
o cinque
Monti,
fratellini
ottimo riscontro
Carlotta nel
sorelline di
Werther.
la
Cosi nacque
somigliante,
lotta;
salvo
e capelli
simili a
medesimo
letta di
della Monti;
rigliuo-
quattro anni,
come aveva
il
Monti. Con-
servato nel
romanzo
nome
di Teresa, la pi
gli altri,
si
chiam
Odoardo
(1)
V.
il
libro di
Leone
le
titolalo,
Vincenzo
Monti,
la poltica
in Italia
5,
dal
fa
il
1750
dove
si
ritratto della
Teresa Fickler.
di Teresa Monti, nel libro
(2)
Monti
l'et
die
fu sua,
pag. 67 annota:
Fu anche
Ugo
Foscolo
281
la
trasformasse
nell'Ora
Ili
fra
il
marzo
e l'aprile,
non pi
io
come
tentai
il
scritto (1),
Ugo
Foscolo,
ma
a torto creduta
queste
parole
c',
se
io
di pi a favore della
mia
egli probabilfar
mente crede
credere,
il
Foscolo volle
altri,
cio la
Rondoni.
della
Io
non
so se
scrivendo
dell' Ortis,
abbia,
e di
me,
messo
che
innanzi
il
il
nome
credo
parole
pi probabile
contradire
Cant voglia
con
sue
un'opigli
(dov'erano noti
la
Vera Storia,
di-
cazione
tutto, e
qual fatto
si
romanzo foscoliano,
(1
)
ne sarebbe anzi
la
conferma.
Vedi
la
di
xxvn
e seg.
282
Lilro Secondo
renze,
vi
conobbe
Isabella
Rondoni,
se
ne
era,
in
trattative
di
matri-
fiorentino;
fiore della
celesti
come
gi
giovinezza;
era
e capelli biondi;
gli
Foscolo;
e forse
agli
giovine
fredda e superba
Monti.
Tutto ci
commosse
tal
profondamente
di
il
Foscolo, facilissimo a
e
gli
genere
commozioni;
fece
rifiorire
nell'animo,
pi intero,
il
alla
quale
la
prima
Foscolo non
pot' trattenersi
lungamente
in
ma
il
stette
fiamma
Ugo Foscolo
283
amorosa. Ch'egli anche lontano mantenesse qualche corrispondenza, almeno indiretta, con
la
sua
ma
lei
se,
o vicino o lonaltri
o ad
alcune
come
dice,
stamp
nel
romanzo,
non saprei
ne'
suicidio,
nel
romanzo non
la lettera
e'
che
d'addio
di partire
identica,
alla
quella
scritta
Rondoni,
e stampata,
come
volume
del-
l'epistolario.
in
Che
mezzo
ai
disagi e pericoli
la
han
tratto
uomini e Dei
si
rei,
Me
sospirando,
il
Sperai che
tempo
Rupi
Ov'
io
eterne,
2S4
Libro Secondo
Amor
fra
1'
ombre
inferne
l'assedio di
Genova,
con
cui
fece
la
campagna
di
Toscana,
Ugo ebbe
ma-
Rondoni,
le
cui trattative di
amanti
infelici,
ma
forse
Ugo non
la
rec nella
Foscolo fu
a Bologna:
ma, ove
si
tava
il
libro,
porta la data
probabile
1801,
non parr
ch'egli
aspettasse
tanto a protestare
(1) Epistolario
voi.
I,
di
Ugo Foscolo;
ed.
Le Monnier,
pag.
151.
Ugo Foscolo
285
porre che la scena in bottega del Marsigli avvenisse negli ultimi giorni di dicembre,
quando
il
Foscolo pass
a Firenze.
Si capisce
il
di
come
Vera storia
ma
fra
le
sdegno,
oltre
quelle d'autore
assegnate
dal
Foscolo
stesso,
esagerando alcun
poco
bini,
fatti,
oltre
la
Zum-
che cio
il
Foscolo, accor-
fare sparire
suo lavoro
(e
perci lo aveva
la
interrotto), io sospetto ce
ne fosse un'altra. Se
Vera storia
scevano
la passione
che
il
aveva pro-
passione
di
lui
per
la
Rondoni
lui
due donne da
quelli,
amate;
che
non
farsi tale
domanda:
e poich ora
nell'animo
la
Ron-
premeva
di
persuadere a s
tr
e a tutti, egli
286
Libro Secondo
primo Ortis
adombrato un
altro suo
le
amore qualunque.
Da
ci,
almeno
in parte,
bottega
Marsigli;
da
la
ci
la
del
prez-
in
un centone
di follie
il
romanzesche.
si
La cura che
nella lettera al
Foscolo
prende
il
di dichiarare
Bartholdy che
racconto della
Vera storia
e,
nella
le
deW Ortis
al
(cosa
vero),
che vedemmo
perfettamente contraria
Zumbini
circa
una
leggere la
Vera
storia,
conforta non
meno
la
mia
Il
me
sospettata.
il
quando
Foscolo
giunse a Firenze,
col
Bartolommei era
quindi
per
imminente:
che
il
stava
chiudersi
romanzo,
cura
nostro
autore
avea
con
tanta
nutrito e
facile
immaginarsi quale
Ugo Foscolo
28
sua mente
ne
e nell' altra
me con una
una
Nencini
al
Foscolo in
mio
re-
Ugo
si
trattenne in
1
Firenze
fin
verso
la
fine
di febbraio del
801
medit
di riprendere, rifare e
compire
il
romanzo, ag-
mento che
nella
l'ele-
mento
politico.
come crede
lo
Zumbini
stesso, di
rendere
meno
visibile l'imitazione
goethiana;
ma
anche vero
parve a taluno,
l'effetto del
oggetti
in
prima raccolto
uno
solo, dipinse
per
Come
il
il
Werther
salvo
il
suicidio,
un vivo
,
ritratto del
salvo
suicidio,
un vivo
1799
mentre
l'Ortis del
del
Werther.
288
Libro Secondo
Tornato
febbraio e
il
Foscolo a
Milano
tra
la
fine di
il
lavorare al
romanzo
pure non
ci
si
era gi
le
prime
Vera
di
sono
pura forma,
frasi,
sono
cio
correzioni di parole,
di
di
l'opera sua
senti
pi
maturo d'ingegno
di studi,
di
poter
migliorare; non
sono,
come po-
chi legga
dar un
della
esempio.
A
si
pag.
della
prima parte
avrei
Vera storia
legge:
ch'io non
1802
il
In tutti
che,
posti
adoperati
riflessivamente,
tempi comsi
prendono nell'uso
l'ausiliare essere,
il
trova
al
sempre nella
quale
poi
Vera storia
sempre
verbo
il
avere;
sostituito
verbo essere
si
nell'Ora
spie-
C\;o Foscolo
2S<j
non
si
Vera
storia.
Nel Foscolo
anteriori
l'
1799 trovasi
il
medesimo uso
forme
del-
di verbi,
di
sostanza, che
pi. Lasciata
importano molto
da parte
la principale,
la
l'elemento politico,
altre.
Vedemmo
storia
Vera
vedova ed ha occhi e
demmo
nella
che Giovannina,
storia,
si
Teresa
del
Vera
in
trasforma
per
nell'
Ortis
1802
una
sorellina
nome
si
Isabella; ve-
demmo
giovine
rentina;
che Odoardo
signore
della
l'artista
muta
in
un
fio-
vecchia
aristocrazia
vedemmo
si
finalmente
che
nell'
Ortis
nella
del 1802
padre
di
Teresa.
Come
siano
modificazioni
290
Libro Secondo
alla
Rondoni
il
romanzo, che
non
le
fu
Come
altra
dubitarne, se tutte
cir-
vengono ad un'
che
tutte
le
particolarit pi
minute del
riferivano a
racconto,
che in
qualche modo
si
e sicurezza,
che rivelano
in-
mano
la
Aggiungasi che
mano
autore
si
rivela
anche
in altre modificazioni,
consigliate
da
si
ra-
ad-
dicono
al
Foscolo.
con
la
la
visita
da
lo
riceve
uscendo tutta
rugiadosa
e olezzante dalla la
da mattina,
Teresa,
i
signora
:
ha, per
capelli biondi
il
contrapposto,
diventano neri.
storia
Nella
Vera
sono pi volte
dell'Ossian, e
a pagina \\o
Omero, Ossian
)o
/'osculo
291
mati
ingegni sovrani:
neW Ortis
Ossian
Werther,
e perci
Foscolo
le
lev
aW Ossian
dell'
le
modificazioni, oltre
mutano
le
nomi
Teresa
e dell'Ortis
erano gi noti
e consacrati dal
che per
il
romanzo
pubblico, egli
aveva col
nome
di la
potevano dunque
mutare:
ma
il
nome vero
rosorel-
della
manzo, ed
lina di
lei.
chiam
Isabella la
ticolare
292
Libro Seconda
la
chiamare
e lasciar
lui;
chiamare Teresa
si
la
giovinetta
amata da
egli
maturi
quel
romanzesco
amore
a chi ha letto
Dopo
Le
Rondoni?
manzo corrispondono
mo,
a quelle dei
esattamente,
come vedemfurono
fatte
personaggi
reali, cio
una
cosa, che
mentre
l'autore, rifonsi
dendo
il
adoperava
quello
del
Goethe
coli'
introdurvi
1'
elemento
inevitai
ne accresceva
bilmente
la
perso-
naggi all'ultima realt storica che voleva adombrare in esso. Avrebbe egli della prima
Teresa
vedova
fatto
una Teresa
giovinetta,
com'era
Ugo Foscolo
293
della
mente
la
figura della
Rondoni che
l'ob-
Tutte queste, obietter qualcuno, sono chiacchiere, le quali possono far parere pi o
meno
pro-
ma insomma una
prova
che
la
Teresa
dell'
Rondoni
vero:
ma
da un pezzo;
da
quando
cio
ristampai,
d'Ugo,
le
Rondoni
Nencini, e vi aggiunsi
al
Nencini
(1) Poesie di
e seg.
Ugo Foscolo;
p.
CCV
Ugo
Foscolo, scritti da
Michele Leoni,
e stampati anonimi a
Lugano
nel 1829 da
la parte
voce che
autore
ne por-
fiore delle
creature gentili.
noi
udimmo da
lei,
che
pur
come
alle
scritta a
Jacopo da Teresa.
lei
La Roncioni alludeva
Foscolo
poche righe da
scritte
al
:
in
fondo
alla
dicono
La
vostra delicatezza,
alle
premure
poche
della vostra e
di queste
294
Libro Secondo
me
lo mostri.
righe
alla sua
lettera.
ogni
Siate
solo infelice...
vi assicuro
Vi prego
di
questi
due sen-
timenti pi durevoli
altro....
saranno incancellabili
.
Questa
lette-
romanzo
romanzo
tra-
veniva dalla
poeta
alla
sformata e abbellita
vita; ve
Abbiate rispetto
vostra
Non siamo
ri-
Avrete
e
il
mio
ritratto
quando potr.
non
gli
rincresce ch'io
biglietto che
le
mi ha recapitato da parte
vostra
con
sue
lagrime a
me
mi
lo
proibisca di scrivervi
prometto
perch io
amarvi,
fuorch
DUE AMORI
come
la
mente, cosi
momento
mente
wR\ inoperoso,
i
Come
i
nella
pensieri,
fantasmi poetici e
disegni di opere
si
affollavano,
s'intrecciavano,
s'inseguivano,
La
hanno
tutti,
aspetti
infiniti; e
molti di
essi,
face-
non ammirare
tutte le belle
in
casione di avvicinare
dal 1806 al 181
il
Lombardia
2,
per non
amarne pi
Milano,
un eremo.
296
Libro Secondo
1807
al
il
poeta
carro,
la
pass
pen(1).
ma
la
ma quando
io
anno
dipoi
scriveva al Pindemonte:
poesie e versi
(2),
amo
si
questa pa-
amo
probabilmente non
si
riferiva pi alla
Sono
noti gli
Maddalena Bilui
letto nell'epistolario di
da
Borgo Vico
16 agosto
1809? Chi
non ha
La Giovio
era
le
una
delle tre
del
conte
Giambattista,
quali, se
dodel
:
Cant
(3),
Epistolario di
Ugo Foscolo,
I,
ed.
Lemonnier;
125.
voi.
I,
p. 90.
pag.
Cant, Monti
l'et eh:
fu
sua; Milano,
T'reves,
Ugo Fosco/o
297
la
Bignami era
figlia
di
Rocco Marliani
al
di
Parini.
pare che
il
Foscolo
s'innamo-
C era
s, e
andato, scrive,
per vivere,
Nane
solo,
con s e per
tentando
veterani libris,
solliciiae
mene sonino
et inertibus horis
Ducere
jueanda
io,
c'era andato
la
per cer-
Bignami,
cominciava a diventargli
vero, fug-
gendo
Scilla
in
aveva urtato
in Cariddi. Ne'
sempre
chiodo
il
:
avviene
scacci
anzi questa
del
Foscolo
se-
che
conficcare pi ad-
primo.
gli
apparve
condi e
immagine
dolcemente tutte
le fibre
I,
pag.
135.
Lezioni
di
voi. II delle
Lemonnier;
p.
16.
298
Libro Secando
non tanto
l'altra
forte
per,
che
gi
potesse
vi
si
cancellarvi
immagine che
la
era
impressa.
L'amore per
che
la
una
specie
Bignami: questa
dramma,
quello l'idillio;
Quando
e
il
quando
le
mi
181 3
riuegli
scito di
le
stabilirlo
scriveva di averla
amata per pi
di sette
anni
in
segreto (1):
ma
alle
Probabilmente
egli la
conobbe dopo
il
suo ritorno
pi
volte
ai
teatri, alle
feste
conversazioni
alle quali
usava, ve la incontr
splendente
di
mata
dall'
imperatore
Napoleone
il
alla
festa di
ballo della
la
Canobbiana
plus
belle
panni
una
I,
pag. 535.
1807
'76,
18
dicem-
Uqo Foscolo
299
l'
autore famoso
dell'
Ortis divenne
non
quivi ebbe
morarsene sempre
Alla fine
di
pi.
novembre
del
la
1808
il
Foscolo
cattedra di elo-
nominato in quelIl
ma
vi si trattenne
ben poco.
22 genil
2 e
febbraio fece
le
due prime
lezioni,
la
poi
prolu-
Appena
sieme a
Pavia:
giovent,
dopo
trent'anni;
ma
le
trent'
lasciano
ma
mio cuore
affligge
si
muto
alle
con-
gratulazioni ed agli
schietti; e solo
applausi
che mi sembrano
bisogno
dentro
sento un fatale
300
Libro Secondo
di
me
Io era in casa
Bignami:
il
carnevale e
la
ma
col
sono
tornato
a casa; e
ti
scrivo
con
le
viscere lacese
il
rate
forse,
ma
sarei
certamente partito,
la
dovere di pubblicare
una scusa
dersene,
il Il
Foscolo
fatto
trovava a
per restare
Milano?
fin
Il
che
egli
dopo
la
met
d'aprile.
4 marzo
la
fece
una
visita
ai
Giovio a Como,
dopo
quale scriveva
al
Montevecchio:
Io pen-
scrissi e re-
si
si
volgeranno
(t)
Epistolario,
I,
pag. si 3,
Ugo Foscolo
301
forse
quando nelP
le
coi
e gli
suoi raggi
ranno dov'
sperava di rive-
Ed
io la
cercher-
(1).
Ai primi
d" aprile
torn a
Como
e in casa Giovio,
la Cecchino,
e trov (scrive al
Montevecchio)
pi
riservata,
il
padre pi amoroso,
la
madre pi
ch'io
contegnosa;
vidi,
davvero,
soggiunge,
mi
non so come,
si
assai perplesso
e
Parlai
nondimeno
chiaramente,
mi
contenni in
ai parenti,
ed
il
e a
me
stesso
- (2).
Ma
nelle cose
e Dio,
Tornato
poeta ebbe
a
il
mezzo
21 di
aprile
Pavia,
il
nostro
maggio una
gnami.
scrive
Il
gliene
una
che
vai
bene
una poesia:
di
domenica sino
al
dopo pranzo
di lunedi
se
non aggi-
(1)
1
Epistolario,
I, l,
pag. 220.
pag. 246.
Epistolario,
Libro Secondo
randomi qua
con
in
le
l,
Oh come
io
mi
compiaccio
mia
buona memoria! Ed
poeti che
ho
letto
mi mandano un
mio cuore,
ma
giore dolcezza.
Non sono
di
ti
reci-
tava quel
combina-
armonia
e di soavit tutte e
ma
di
un'armonia
d'una soavit
che
io
ma
vero.
e qui
il
s'
assise,
rivolse,
e qui ritenne
passo,
il
co' begli
occhi mi trafisse
core
e qui sorrise,
il
tienmi
se tu fossi
con me,
ogni
ogni
sedia,
stanza,
che
mi pare ancor
bella (i).
La dimora
volta
fu
breve:
(i) Epistolario,
I,
pag. 275.
Ugo Foscolo
303
Milano per
finirvi
la
da un pezzo attendeva,
una parte
Como
vi
si
gno and a
Como
per
fissare
l'appartamento;
giovinetta; la
lei
dimenticarono, pare,
ch'egli avea
fatto,
tre
alla
giovinetta e a
non
erano
al
stati
abbastanza
il
poeta: o piuttosto
piccioletto
e
si
alato,
che poco
si
sgomenta
poeta e
la
amo-
la testa
in
grande agitazione;
appena tornato
ricev,
(1),
me
pubblicata
con
la
molte resistenze
molti
rifiuti,
accettato final-
(1)
di
Nell'appendice Vili
alla
mia prefazione
alle Poesie
Ugo
304
Libro Secondo
mente
la
due passi
La
mamma
niente
delle
mie future
amava
meno
d'
un
avrebbe amato
moltissimo di mettermi
io,
in casa Belgioioso,
di
ma
tro-
altro.
ri-
Mi
fiutai,
proposero degli
altri partiti,
ed io
gli
Non vedendo
pi
ti
aveva amato;
felicit,
unendo
di
una
t'ho
te-
ma
mio amico
e
t'
ho riveduto pi
nero
di
prima,
non ho pi
se tu sapessi
mi
sempre pieni
Ugo Foscolo
305
di lagrime! Io
mano
mia
si
fortemente
pen-
dino del prefetto lo potevi, ch'io t'avrei aspettato tutta la notte in giardino;
ma ho
io
avuto
il
coraggio
di
tacertelo, ed
meglio
cosi,
perche'
spero di
m'
necessaria.
Ugo
si
Monte-
vecchio
di
Io
me
temo
trovarmi solo
:
le
idee
mi
vacil-
il
immensi
la
penna mi trema
nella
mano
raccorr tutte
le forze
dell'anima. Ci vedremo:
e
saprai tutto; vi
una vittima
un
sacrifizio:
di dirti
saprai tutto,
s'
io
ci
me
stesso (1).
Spedita queil
primo
di luglio, e
all'
7 non ve:
dendo
risposta,
riscrisse
amico
Bada
di
riavere la
mia
ti
da sabato
i di
questo mese
fosse
(1) Epistolario,
20.
I,
pag. 287.
Chiarini.
306
Libro Secondo
mi
Gli
fa
disgraziata
ingiustamente certo,
apparenti di odiarmi
ste lettere di
ma
(i).
di-
menticava, scrivendo nello stesso giorno all'Arrivabene, di inviare saluti e parole affettuose alla
Marzia
(2).
Non
difficile
indovinare chi
sgraziata
persona
espressione
sfuggitagli
i luglio:
il
nella
Monte-
vecchio del
non
diffcile indovinarlo,
quiete e la
al
fama
Bignami avevano
lei,
chiuse
poeta
le
veva pi tardi
d'Albany
chi sappia
passione del
poeta per la
lui,
Bignami
era,
per confessione di
(3).
diventata
ulcera antica
Ai primi
d'
agosto
il
Como
(1) Epistolario,
I,
pag. 288.
I,
(2) V. Epistolario,
pag. li
Epistolario, (3)
I,
pag. 542.
Ugo Foscolo
307
Montevecchio
senti
senti,
idillio,
perche'
che
le
il
dramma
lo
urgeva. L'aver
chiuso
stava
a
se'
guarire
le
ulcera antica:
non bastava
aver
chiuso
Il
porte
quando
bovi erano gi
scappati.
luzione, e
lettera
Giovio
la
famosa
scritto.
accennai
in
principio
di
questo
eh' io
mi
e
consuma,
ch'io
vo combatdi
me
stesso; e forse la
a'
lunga abitudine
all'
sacrificarmi
miei principii e
altrui
pace,
di vincermi.
Ma come
potr
obbedire
a'
miei
doveri,
lasciarvi
ad
un
tempo
ho abbandonata pi
un cuore che mi
nobile
?
si
mostra
:
si
pasvi
no,
non
lascer senza
siete ria-
mata
rico-
noscenza
308
Libro Secondo
me,
alle
la
piet
per la
doti
che
mi hanno
vi
eccitato
nel
ho
veduta
E come
chiedervi in moglie,
?
come
sperarvi
e
Io
non sono
nobile,
voi
quanto
ogni
superstiziosa
invincibile
la
stima a
;
titolo,
ombra
si
di nobilt
1'
aggiunge
av-
a'
miei
Rido spesso
delle opialtri
le
compiango negli
me
stesso;
ma
in questo caso io
mi vedo
in
che in
felicit,
siffatte
loro
combat-
tessi
Ugo Foscolo
309
le
passioni passano,
;
ma
e se
le
non possiamo
amer sempre, ve
lo
rapiranno
agi; se
io
vo-
io vi
Ma non sarete
mia moglie,
finche'
potr comi
vostri
Addio con
tutta l'anima,
addio
1 ).
Dopo questa
lettera
e lo
scambio
di qualche
si
rassegn e
spos un altro
spos
1'
uomo
di
propostole da suo
dove cambi
il
nome suo
Francesca
in quello
di Antoinelte.
Prima
di tornare a Milano,
il
Foscolo scrisse
il
(i) Epistolario,
I,
3 io
labro Secondo
12 ottobre a
Teresa Bignami,
la
vine sposa
lano, e
Io devo fra
le
fermarmivi per
d'inquietare gli
umiliare
1
me
stesso: ri-
io
ho pur qualche
mi sono
pago
sima pena
(i).
Se
il
poeta mantenesse
in casa
di
il
propolo
sito fatto, di
non andare pi
parte
Bignami,
vedremo
nella seconda
questo
scritto.
ai lettori di
dubitarne.
II
Il 5
agosto 1812,
Ugo Foscolo
fra
scriveva al conte
Era da
che
Ma
il
la lettera
scrisse alla
Bignami,
ad una
di lei ricevuta
giorno stesso
dell'arrivo,
mi
fa
( 1 )
Epistolario,
I, I,
pag. 315.
pag. 413.
(2) Epistolario,
go Foscolo
se a fuggir
le
febbri sol-
tanto.
necessario,
amica mia,
le
rispondeva
egli,
tuo cuore
la
qualunque
scintilla d'
amore, e perfino
dolce e
falsa illusione
nei limiti di
cauta amicizia.
tu
Ma non
ma
non
v'
(i).
Se anche, dopo
del 1809,
il
il
ritorno da
Como
nell'ottobre
poeta non and pi in casa della Bidi lui per lei, di lei
si
raffredd,
gli
ma
s'infiamm
amanti seguitarono a
prima
della par-
di grave, di
tanto
al
(1)
Epistolario, I, pag.
312
Libro Secondo
scintilla
d'amore,
io
non
lo so:
ma da alcune lettere
in
sentimento
il
poeta.
Quando
essa
rammentava
dif-
ribel-
lava. In
una
rammie
e scriveva:
Leggete
le
dicono tutte
mio
e dal rispetto
e ripe-
tuto consiglio.
te
sarai
i
mia;
miei
l'ho promesso,
ma
gemiti?
Tu
desideri ch'io
mia passione,
t'
mi
dui
una
risposta,
come
s'
io
mi contendi
le
speranze e
le illusioni, e
im-
sia:
ma
questo
degno almeno
Ugo Foscolo
li
violer;
ma
tuo, e
Tu
del
leggi assolute
non ne impongo
non ne
caminetto
esagero;
m'hanno
te lo
grondano sangue
gronderanno: pure
te
ne rinneces-
grazio, ringraziane
anche
te
stessa: era
raccogliessi
mie
forze,
mi confermassi
nelle
mie pre-
me.
Anch' io ho scritto
Da
sempre
credi
lo stesso, ri-
Tu
d'amarmi
illudi.
ti
che
sei
ravveduta
insensibilmente;
bench
rompermi
e
il
velo.
Credimi,
Pimmati
non so qual
filo
altro
sentimento
legata a
me:
te
ne
e
risparmio
la
sei involonta:
la colpa
mia
m' apro
io
medesimo
gli
ma non
sar
me
14
Libro Secondo
stesso.
non mi conosci tu da
tanti anni, da
e si
vendica
prima
allettata e
Ma
mia
tutta:
tu
ti
sei fidata
ghissima
avevi a
cato da
i
della
tutti
i
mia tenerezza,
miei
sacrifici.
Io
me
medesimo;
io
che vedeva
appunto soccom-
anime pi
alte ai
Camlo co-
ma
la fiducia
tua
me non
il
mia;
dolore
consumer, o mi consumer;
tu sarai fuor di pericolo, ed io
poi tutt'uno:
ma
Non
ti
verr innanzi se
stato servile;
non raramente
le
e sforzato dal
mio
mi rimarranno
soltanto
Ugo Foscolo
ed a'miei: nessuno
gi disposti in
sepolti
li
conoscerebbe: e poi
li
ho
modo
verr presto
il
giorno
ad ogni
:
modo
mi
di-
come morto
per
te.
Tu
amerai
n temerai
nemmeno
e leale
ricordandoti
il
nome
mio
colpa hai tu se
l'
amor
tu
tuo, e
s'io
Ma
non
che
un giorno amerai.
Di
me
pi oggimai
di quelle
lam-
sepolcri
ardono
di luce
vana
e funerea: e desidero
che
si
estingua nel-
l'oscurit,
nella
oggi, se potessi
dimenticare
il
quanto
t'
ho
amato, e
farti
ignorare perfino
sepoltura.
te
Ma
ormai?
indirettamente da seduttore?
Ah
L...;
il
questa
non
ferita,
veleno che
stilla
sopra
mio cuore;
altre
Tu avevi
3 16
Libro Secondo
vie da calmarmi, ed
hai
preferita
quella della
disperazione.
Ma
Ma
tono.
il
miei
non
ripetetele, sar
sem-
le
ripete a s stessa,
non penser a
voi,
amare meditazioni.
al
amare qual
replicava:
Co-
mandate
in ci
:
mente obbedita
in caso
ma
al
siete
v'
pi
di
ne'
dar
consigli
leggi:
non
pi
la
ragione
forza di
lo diriga,
ma
una funesta
la
necessit (2).
fu
il
L'
amore per
amore
Bignami
pi profondo e
costante
pi a lungo e pi forte
l'animo di
lui;
bench
(1)
(2)
Da Da
lettere inedite.
un frammento
di
lettera inedito.
Ugo Foscolo
317
egli
cina
Milano a Firenze
la Martinetti, la
bella e fredda
cara al
Canova
e ai pi illustri
suo;
la rivide nel
in
breve tempo
:
sei lettere.
In
una
di esse le dice
essermi
fuggirete
caro mi
s'accosta e
mi sfugge;
e voi
dinanzi a
me
me
e vi
pur
gli
occhi
miei
vedranno. Davvero vi
quando penso
solo, e
di
scri-
rimanermi tutto
chiudo
accioc-
le finestre,
colli e
l'aria vivace
che
mi
rallegri alquanto,
onde
la
mia
da
si
tutta
tinta
quella
corica a letto
so
perch.
Dio
t'aiuti,
povero Foscolo! se tu
fossi
3 18
Libro Secondo
il
cielo
mi parrebbe
assai pi se-
ma
presso a poco
Sigi(la
nello stesso
smondo Trecbi:
Bignami),
Dopo
la
pallida
le
persona
la Martinetti
che
somiglia
moltis-
simo
la
donna pi pericolosa
il
eh' io m'abbia
prepotenza sono
men da
temersi da noi
Isabella
(2).
Firenze
il
poeta rivide
gli
Roncionil'
aveva ispirato
Ja-
Magiotti, la
la
Donna
che
fu poi
sempre
;
sua pi calda
e sincera e
generosa amica
vide in casa della contessa d'Albany, alle cui conversazioni era assiduo, molte altre belle signore,
e fra
le le
come
amava
vinse
il
al
Cico-
gnara)
tanti,
lati
lo
(3).
Quando non
s'
merca-
soldati,
preti,
n ambiziosi, n gelettera
al
(scriveva
nella
citata
Trechi),
I,
pag. 433.
Parigi,
Lacroix,
1875; pag.
I,
(3) Epistolario,
pag. 405.
Ugo Foscolo
319
quando
pu
vero
e
si
s'
si
un amico che
stimi dav-
che
non
ti
ali
la
generosit e la
le
dolcezza.
Ma
le
le
chiamava,
fargli
non bastarono a
il
dimenticare
Bignami,
Ch'
egli era
andato a
da
lei,
apparisce anche
lettera al
Trechi:
rispondi in
mio
nome,
ma
Dille:
io
ho
co-
triste
somma
vere
(1).
che io sento,
La sventura
una
terribile
alleata d'amore.
32o
Libro Secondo
il
Foscolo
fallita,
che
la
Ditta
Bignami era
fratelli,
la
si
mente
Io
per
cui
ne'
sosterrei di stare
dimora a Milano;
gran parte del
star
Venezia,
la
state in
campagna
dunque
le
ch'io sto pi di
babilit:
qua che
con tutte
pro-
potrebbe
nondimeno anche
di
darsi che
un unico impulso
un attimo mi
facesse
pas-
me
molto
signifi-
24
di luglio;
e,
dall' Albany, le
scriveva
i
le
Ricciarda,
accusandola
essere una
tela
Che
nella
(1) Lettere al
(2) V. Epistolario,
pag. 478.
Ugo Foscolo
32
sua partenza
questo
credo,
e'
fatto, probabile;
ma
suppergi c'entr,
della
come
nel 1809 la
stampa
Orazione
da Pavia.
Appena
all'Albany
alle
Muse,
Grafie
e a lei (1)
cune
quelle
alle
quali
io
tempo
della
prima
campagna o
villeggiano a
Monza; ed una
sola
vecchio e
infelice, la
ma
e
per doverla
compiangere amarissimamente,
sterminata-
non
mente
fatto dal
in casa
Bignami, ave-
vamo
la
forza di mantenerlo.
482.
(2) Epistolario,
21.
I,
pag. 490.
Chiarini.
Libro Secondo
infelici.
Agli
ultimi
d'
agosto la
il
corse dietro
anche
l;
ma quando
(i).
era gi tor-
nata a Milano
Intanto
sollecitato dalla
le
scriveva
Sono
laghi, e
per
(2).
Pure
ai
primi
e,
settembre
il
io
una
Bologna, ove
si
trattenne
12
scriveva
da Bologna all'Albany:
partita per Parigi....
a visitare
il
La
vo-
bella Martinetti
Ho
luto ad ogni
modo andare
casa
della
bel giar;
dino e
la
bella
bella
Martinetti
bench' io
non
abbia
sospirato - oggimai
non
non trovarvi
la
persona
L'altra
che
sarebbe
venuta
Bologna, non
ci
s'
per
io
verr, a
quanto
(1) V. Epistolario,
I,
pag. 502.
pag. 499.
(2) V. Epistolario,
I,
Ujjo Foscolo
323
credo:
ma quand'anche mi
galanteria.
capitasse innanzi,
Poche
ore prima di
la B., e
mi parve pi
(1).
infelice e pi virtuosa
scri-
veva
alla
Bignami:
la
momento,
e vi lascerei
nondimeno
mi trovo
sem-
sono
fissati
col lapis: o
ci
avete scritto
scritta
ma
da
voi,
mentr'io vedeva
gli
gnati di pianto.
in
in
questo unico
pensiero
io
vostro unico
consolatore, vostro
fatale e colpe-
confidente, che io vi
ho per mia
mie
triste
si
(1) Epistolario,
I,
pag. 507.
324
Libro Secondo
doveva si
io
che non
ed
io stesso
pi
volte, molti
contro di me,
io
nel salire
la
le
vostre
in
cercava di comporre
mia fsonomia
poteste avvedervene, e
mi
sarei
quante
vi dissi di' io
non
vi
le
confesso
pi
volte
non
e dal
s'
timore di perdere
vostra stima,
io avessi
mostrata una
Ma
se
tempo che
voi
cielo
che in quel
momento mi
mio
tolga la
m'udrete freddamente;
le
il
silenzio v'adirer;
mie lacrime
vi
saranno noiose -
ma
non
te-
pende
in tutto
me
- sapr trovare
modo
che
Ugo Foscolo
325
non
vi
in tanti ragio-
namenti e
sullo
stato
del
nostro cuore,
vita.
Doman-
dalo a
gione, se la
le
tua
tenerezza
le
tue lacrime, e
tue parole
derivavano dall'amore;
si
credimi:
gravolta
l'amore spesso
nasconde sotto
la piet, la
titudine, e l'amicizia;
ma
qualche altra
succede che
si
piglia per
suna dichiarazione
(1).
il
Due
che
di
gli
giorni dopo,
i4,
rispondendo all'Albany,
dava notizie
forse
lui
una
forse
da
corteggiata
in
Firenze),
scriveva:
pi
Se
la bella
fedele di gnit,
mali-
presupporre ch'egli
pi felice; n io
la
sua fedelt
io
lo
Ed
(1) Lettere
l'
di
B'Ignavi
i,
Del-
appendice Vili
mia prefazione
alle
326
IJ/''o
Secondo
ma oramai non
se
se
non
poter
io sento di
quale
fatalit
perche'
spesso e lungamente
convinco
n
che
la galanteria,
la
vanit, n
la sensualit,
n tanti
ingredienti
che for-
mano
bel
quasi sempre la
nobilitata dal
mondo
non
nome d'amore.
Forse,
s'io
l'avessi
riveduta-
e in quello stato
nuovi pencoli;
ma
ora sto
star
donna pu farmi
mano
tire
;
n so come io mi
sia deliberato
a par-
n so
star
(1).
mesi a Firenze
III
Tornato
ci
a Firenze
dopo
il
20 settembre
(2),
stette,
ma come
I,
sulle spine,
men
di
due mesi.
(1) Epistolario,
pag. 509.
Ugo Foscolo,
Torino, Vac-
enrino,
Ugo Foscolo
327
alla
Magiotti, funestamente
impazzito
bre;
di
il
(1).
novemarrivava
18
era a
Bologna
(3).
(2);
il
19
nuovo a Milano
Arrivato....
quel
lui
che
avvenne sentiamolo
raccontare
da
stesso,
come
lo scriveva circa
un mese dopo
all'Albany.
Appena
marito;
figliuoli
ma
giorni
dopo
maggiore dei
prodotta
dai
d' apoplessia,
da
una febbre
perniciosa,
mal conosciuta
che
lo salv la disperazione, e fu
con contrario
e a china,
metodo
trattato ad oppio, a
muschio
per sottrattivi,
ed era convalescente.
notti
S'
immagini
e
ella allora
che
quante lagrime
disperate
Ma come
e
il
fu guarito
il
ragazzo, la
mia
assiduit
in
(1) V. Epistolario,
I, I,
(2) V. Epistolario,
(3) Vedi
F,
et ter e inedite
32S
Libro Secondo
Milano e presso
il
infe-
muto,
essere
vigilante ed in
uno
stato deplorabile
l'
egli infelicissimo, e
imprigionato volontariamente
i
in
casa
della
i
rimorsi,
doveri
con
le
s'
che
viscere.
tito
Ho dunque
al
dovuto rassegnarmi
di
al pario
di
parlare
stesso
che
mi
gelosia, e
esiliarmi
poscia,
ter (i).
quando
eh' egli
abi-
let-
avea scritto
alla
Bignami
la let-
il
volume
dell'epi-
numero
frasi.
alcune
vedi,
Tu
a che precipizio
tu sei; e
se
non
il
primo partito
Tu
non
che do-
(1) Epistolario,
I,
pag. 543.
Uj'o Foscolo
329
e pi saldo
ed
la-
stesso
mi sono
mio cuore,
altro,
vicino a
te.
Ma
anche
dirti;
le
irrevo-
cabilmente infelice
bisogna pur
eh' io
ti
il
la
mia
vita,
ma
senza
rimorso
d' averti
turbata
rare a
te
stessa
una tranquilla
felicit
tuoi principii,
ho risoluto
di
strapparmi
dalle viscere
anche
ricorro
la
tua vista,
gemendo
te,
primo
partito,
di esiliarmi perpetua-
mente da
1'
te (1).
Questa
lettera,
ti
soggiungeva
:
il
ultima che
scrivo
i
ma non
carteggio
dna
lettera
del
(1)
Epistolario,
I.
pag.
532
&eg.
3^o
Libre secondo
frasi,
che
Fabre
il
24 gennaio
Omero
pur venis-
la
penna
il
-(i).
L'arte
ch'erano pure
suo
pi antico e
Non
sentirti dire
che mi ami;
ti
scrivo:
ma come
cosa dirti
mie lettere?
Ma
t'agiti e
non
t'af-
Ho
il
scritto
una lunghissima
lettera; e nel
rileggerla
rito della
io stesso atter-
di te, e
Tu
brami pur
vedermi;
ma
come, in nome
t'illudi;
le
del cielo!
da tutte
umane
mia.
co' suoi
desideri!;
altri le
ma
(i) Epistolario,
I,
p.
558.
Ugo
Fost olo
331
tue carezze, e
tuoi labbri, e
tuoi occhi, e
il
mi assediano pi
mi sono
vietate,
mi
avvili-
scono e mi divorano.
fuggire sotterra
:
ti
1'
occasione
giorni passati
mi
te;
ma
io, se
potessi
allon-
tanerei per
eh' io
ti
sempre
perda.
eh' io
io
:
te,
pur eh'
strarmi
Cerco
di di-
dolce
memoria
di quelle
imma-
te,
o destarti una
posso.
Non
Vedo
La lunghissima
lettera
che
il
(1)
Da
lettere
inedite.
332
Libro Secondo
cuore di dare alla donna amata, atterrito dalla tempesta che avrebbe potuto ridestare in
lei,
comin-
ciava cosi:
Ier
palco io leggeva
ancor
la
mia
vita: l'infermo
mio cuore
ne dubitava talvolta;
hai data, e che
ma
la
consolazione che mi
tanta piet,
mi
fa
sempre tremare
Tu
bacio,
brami ognor
vedermi;
parlarti,
ti
ma
veden-
n darti pi un
sentirti dire
e
che
ti
amo,
dover dis-
simulare
temere, non
senti pi
ardente
(i)
cose
ripetute
nell' altra
di
cui ho
;
riportato
innanzi
un pi lungo frammento
dal quale
mi
pare
si
Ma
chi oserebbe
uomo innamoun
Fra
le
frammento
un'amica
minuta
dal
di
lettera
si
del
poeta ad
sua,
quale
ricava
che
la Bi-
(l
Da
lettere inedite
Ugo Foscelo
333
gnam
tent di
uccidersi
per amore di
lui.
La
mand
Quando
non ho
avvenisse
quel
tentativo di sui-
cidio
che
in quelle della
Bignami
si
correva spesso
il
pensiero di morire;
capisce
ma uno
:
di quei savi
ragionamenti ha pur
io,
questa coda
Ti confesso che
e in
questi
ho vagheggiato
la
mi pareva
spirito a
l'ultimo
Dio; ed
starmi
al
ma
io
aspettava di vedere
uomo
tuo esa-
nime corpo,
Tu
ma
perdonami,
non
lo provi (1).
(1)
Da un frammento
di lettera inedito.
334
Libro Secondo
II
io febbraio i8i4
Il
il
bany:
laccio rotto;
ma
io
ed un'altra per-
sventura
(i).
Ma
il
poeta
and esule
dall'Italia, la
Fra
le
una sola
della
Bignami, una
se',
lettera
di
nessuna importanza in
noi; perche'
ci
ma
importante per
il
famiglia
ispir al-
che
gli
cuni dei
versi pi belli e pi
i
appassionati,
se
non
In
forse
carme Le Grafie.
debolezze e basquesta lotta fra
costanza in una
mezzo
sezze
umane,
il
spettacolo
di
l'amore e
dovere, di questa
con
povera
virt,
poeta e alla
essi
donna sua
fossero.
loro
traviamenti,
qualunque
quelle che
i)
Epistolario,
I,
p.
570.
Uj'o Foscolo
335
(di siffatte io
non ne conosco);
mente e nobilmente
loro errori
ed a queste,
quando
io
GIOSU CARDUCCI
-_.
Chiarini
(AVANTI
IL
869)
868;
un
libro di versi
con queIn
una
si
delle
autore
pose
nell' indice,
leggono
sia
nome
altro
proprio
come un
La
un volumetto
da una
34-0
Litro Secondo
tipografia Ristori di
San Miniato
lo
in
Toscana
che
(i).
ii
Chi
si
rammenta
strazio
disonesto
quel
tempo,
rammenter
altres
come
anni
dopo nobilissima
risposta,
una
cat-
tedra di eloquenza in
del regno.
Ed
leggendo
il
il
pago che
dimostri
dimenticato
gli studi. Io
varie
libro
il
di lui.
difficile
non iscorgere
Il
meno
distinti
due periodi
diversi.
primo
Rime
il
Vedi intorno
Confessioni
Battaglie,
edizione
Sommaruga.
341
alcun dolore
si
la
mondo
in
cui
pur vive
delle sue
il
mondo
Ma
presto al
impone
primo pe-
il
pensiero; nel
primo
il
poeta tenta
le
Leopardi
Cannone
aW Italia,
il
cordante. Durante
nostro poeta
si
primo
al co-
la
il
III
comil
prendono venticinque
sonetti ciascuno,
lirici di
il II
IV
genere vain
li-
suo
Ah dunque
e' gli
tu
non
sei
carcere,
34'
I byp Secondo
Ma
fatta
cre-
sciuto dalla
Musa
miche d'Orazio?
;
Libro,
e'
non
aria d'
andare a zonzo
te
ne av-
verr
fuggi
brighe.
Scilla:
la Sibilla.
Gli
e
amor
non
santifichi la volutt,
non metti
Venere
misero!,
lo scapolare,
non
gi
e
il
fai
gli
adulteri sermoneggiare:
flebili
onde, o
t'
me
e tristi
Signore.
Questo Petronio,
ci
5 scrittore di
roil
Dopo
lui
presenta Alfio,
1'
compose
di molti inni
sociali.
secondo Enotrio,
figuri,
dire,
poco
27 aprile 1859;
un Ti-
Giosu Carducci
343
moteo, gi suonatore
d'
organo
in chiesa de'frati,
mo-
vene di
tetra libidine;
un
Basilio
del Loiola.
nalisti,
ma
atei,
trio, di arderti,
o mio povero
libro, se in
una
sil-
Ma
qua anche
l'
voi, o
Nando
e Poldino, che
gi stroppiaste
cantare in distici
rosseggiate
come
aliguste
qua, o tu che
ieri in-
filosofi
e liberaloni
di
nuova
data,
fatevi in-
me-
moria
Crollando
fatto
il
sul
modulo che
prefetto,
il
suo povero
libro.
A
la
compiere
il
quadro
Il
di
Enotrio
manca ancora
figura principale.
logo.
filo-
poich
la
pittura ch'egli ne fa
non im-
Giovenale
344
Libro Secondo
e del Borni,
nella nostra
1'
animo non
ci
basta di stemperarla
e se la legga a
Se alcuno
rone, Famil.,
lib.
quam
libcrius invehi-
ejusmodi et homines
et
Ili
Ingegno
forte, vario,
pieghevole,
che
si
consi
una volont
pazientissima, ed
un amore
Giosu Carducci.
Aggiungete a
irritabile,
ci
negli odii;
all'autorit; docilis-
simo
alla
ragione e
all'
affetto; avversario
impla-
ogni ingiustizia,
ad
Giorni Carditeri
3415
ogni vilt
gli
dove
e vi sar
facile
ed incon-
seguenze negli
scritti
di lui.
certi
Chi
son
si
duole perch
fatti in
duole a torto,
perche' vorrebbe
un assurdo. Se
al
Carducci man-
buiscono a
vizio, egli
E il
mi prover a ravvie
non c'
di
mezzo
l'abisso:
ma
mi viene
acconcia, e
forse
mi pare
di
qualche peso.
C
il
chi,
Car-
ducci
mobilit e versatilit
d'ingegno: e
Ma
che
un punto
essenzialissimo
fa
molto
di-
versi, differenza
dell'animo
loro.
Monti, o cantasse
la
repub-
neggi sempre
ai
vincitori;
mentre
il
Carducci
346
Libro Secondo
incomincia a
farsi tiepido
amico
gli
agli
uomini ed
altre
si-
che
uni e
le
gnoreggiano.
Lasciamo
la politica, e
il
torniamo a parlare
di
sicura, le parole
medesime con
un
altro poeta.
(lo
Il
poeta
cosi)
lirico,
deve avere
chiameremo
un
ideale suo,
prenda persona
attagliarsi a
muova:
cotesta
forma deve
tutte le
complicazioni
di quell' ideale in
modo da
suggellare, altrimenti
suo piede.
soggiunge che
di
non erano
una forma
1
le pastorellerie
il
moda
a tempi del
Savioli, eh
come una
forma non
il
romanticismo medievale, n
ma
i
sono convenzioni o
quali non finiscono
teoriche.
quei
il
critici poi,
di gridare
il
che
Carducci risponde:
Come
si
spinge nell'av-
venire, cosi
pu
il
pur-
ch trovi
a'
ma-
Giosu Carducci
347
teriate.
Si
pu
discuterli;
ma
non
con
ch
altri
li
il
nostro poeta. Io
li
discuto, per-
accetto; e
accetto,
perch ricusandoli
me
la
pare
la
pi
grande poesia
di
ogni
et, e
la
perch
negazione
me
negazione dell'arte.
IV
Come
alfine,
si
il
il
secondo
Carducci,
la
modo
nostro fino dai primi suoi studi lavorando soaltri poeti latini e
Dante
le
al
Leopardi; pro-
XIV,
la
e dei cinquecentisti
del Berni: e da
ma
gii
parte pi singolare e al
tempo
il
stesso pi
omogenea
cui segreto
ci vero,
Tanto
che dov'
348
Ibro Secondo
riesce,
a parer
altre
poesie dove
non
spesso
credo
il
gli
accada
proponimento.
il
Carducci, invece di
le
nuove dottrine
trodussero in
letterarie,
che dopo
il
181
s'in-
pi famosi fra
poeti moderni. Io
il
ma
dico
che
l'artista
non pu
farsi
un
ideale a piacere;
Car-
ducci era
starne
antichi.
la
cosi
fatto,
ch'ei
coscienza, se
Le rime
volume
di Enotrio,
i
di cui
tenlibri,
due primi
ma
so-
forma poetica
di lui. In
qualche so-
imma-
Giositj
Carducci
349
chesco; in altri
la
gravit e
il
periodo fortemente
sonetti, parti-
le belle
Ma
la
forma
di poesia
dove
meglio
a mio giudizio,
il
l'ode
oraziana. Qui, in pi
largo spazio,
qui
la strofa
dono
conte Mamiani,
il
Orazio.
ode VI del
II
libro
Disciolto
esulta
e su
1'
il
il
canta
il
non
reso
cum bove
pagus.
350
Libro
Saundo
medesima
il
finisce,
governo
ti
mostra
d' inferno,
duce nostra.
lirico latino
non
si
ac-
hic
magnos
potius triumphos,
;
hic
ames
sinas
neu
Medos
equitare inultos,
te duce, Cassar.
Il
II
libro
Non sempre
nubi
si
addensano, piogge
versano
malinconicamente
sovra
il
il
movimento
e la
immagine,
ma
Non semper
manant
in
agros.
II
libro, eh'
un
gioiello d'eleganza
Chi
me
al
ciel patrio
?
rende toscano
Giosu
Lai-Jucci
351
redonavit quiritem
?
Nell'ode
II
del
IV
libro
il
p radia conjugibus
in
lo-
quenda
di
Orazio allargato
un grazioso qua-
dretto lirico:
Alle pie mogli dissero
le
dure
le
offese
distese,
torme
al pian
paure
sogni su
'1
dei dolori
le spose
memori
pianti.
Dopo
la bella descrizione,
che
seguono a queste, del giovinetto virilmente educato dai padri antichi al culto della patria e della
libert,
il
verso,
fia
Chi
d'
Orazio,
Ehu ne
rudis
agminum
35 2
Libro Secondo
E come non
ricordarsi del
il
nostro poeta
esclama
il
pudico
germe antico
vizi
dei
moderni
Italiani,
Ma
non
1'
antico
premea
te,
dell' asta
Federico.
Non
infecit
Dove
il
da notare che
qui,
come
in altri luoghi,
bella
vasello
il
naturai
vasello di
si
XXV,
45)
e,
come avanti
353
L'ode
del
IV
libro, eh'
una
fra le
XXXI
del
libro.
novum
Cosi
il
Venosino: ed Enotrio:
Che prega
adorno
il
vate,
il
libero
Che
ben cento
giovenchi
?
solchi
duri
Ai pochi
raffronti, ch'io
difficile
non sarebbe
aggiungerne
e sorpren-
Ma
per
la
fra
mezzo
il
modo
non ha molto
fresca
memoria
23.
non sente
Chiarini.
354
Libro Secondo
men-
componendo,
gli
fattamente
naturalezza fra
di lui,
le
altre
immagini
che
nell'
scorge
lo stile
l'uomo:
ma non
stile
vera. Nello
tutto
1'
poetico del
Il
nostro
autore c'
altres
animo
di lui.
quale dimostrasi
nelle
poesie dov'
le
maggiore
1'
arte e
l'
imitazione. Fra
gli eroi
parole che
dell' antichit,
trova
pur modo
stra
d' introdursi
il
come
le
beate
non
ricordi talora
un uomo
Febo
Quando
poi
1'
autore tocca
Giosu Carducci
355
d tanta
gni,
efficacia,
ti
sde-
ami
e piangi
il
Ed
suoi
affetti,
chiegga al Parini
e l'ira e'1 forte
gli
Non domabile
vili,
ingegno,
spregio pei
o dolgasi che
li-
di vita
mancandogli
fratello,
bert, o
che a
vent'anni
uccise, o chiegga a
il
Dante
la ragione
lui
santo impero da
in-
pu
volume, sono
sempre
alti
e gagliardi.
e all' ordine
Levia Gravia
A mano
mano
la
coscienza di
s,
meglio che
pri pensieri.
all'
di
Imperocch
passaggio
dall'
uno
altro di quei
due periodi
d'
non avviene
un
tratto,
il
ma
len-
primo periodo
una preparazione
II
al
prime del
libro
alle
morte del
il
fratello,
poeta segue da
356
Libro Secondo
si
diletta
nelle gioconde
comincia
suo canto
Il
a cercar pi vicino a
se'
la ispirazione al
poeta
ama
amante;
ma di
si,
amante
ma, come
sempre obbediente
sommesso, vuole
suoi cenni.
idillio storico
il
Neil
altro
Carducci
salvo le
artista, niente
ballate,
che
artista;
ma,
due
che
secoli XIII e
XIV,
che,
in
un
valente pittore
di apparecchiarsi al lavoro,
non studia
la
gli
sembri convenire
i
al
colori
ma
il
lettore si
dretto.
Siamo
in
una
Mulazzo
in
E una
giornate
che annunziano
sulle vetrate la
il
grandine, e
le
baleno imbianca
fuggevolmente
Giosu Curiiucci
357
glie.
Arde
in
mezzo
alla sala
il
focolare. In
lei
un
d'ambo
lati
donne
prosapie ghibelline
a'
piedi della
marchesa una
stende
le
il
capo, vibrando
1'
occhio dardeggiante e
Di rincontro, dritto
il
piedi, levandosi
il
di tutto
capo su
minori baroni,
Franceschino Malaspina.
Ha
pugno un
bello
un paggio, che
guarda
fisso
il
l'ale, e
mette un
al
rauco strido di
gioia.
il
Ma
n all'astore n
;
pag-
barone
volti
Son
essi
de' Bian-
un giovine compagno
Ai preghi
un canto amodonne
gran piet
petti delle
un'ombra
Ed
lui,
il
cercando
liete
usanza,
compagno, un
dai grandi oc-
35S
Libro Secondo
tamento,
desiderio
sospiro
di
molte
giovini
donne.
VI
La morte
di
un
suicida, di
un
giovine, bello,
che fugge
la vita, forse
argomento pi leopardiano
trio
questo
Ed Enola
cui
filosofia gli
nel petto,
i
1
cui
s io
versi sa
la
tutti
memoria. Ci nullameno,
la
consi-
dero attentamente,
del fratello pare a
me
poco
il
Leopardi; ma,
impacciato a trovare
,
termini e
le
secondo me,
che
che
in
dolore la
musa
la
muove
canzone
di
Enotrio:
ma
il
dositi-
Carducci
359
voce
di
umano che
Leopardi
Ragionando
del
suo dolore,
all'
il
un
sollievo
animo, quanto
ci
si
canto di
lui dal
considerare
gli
umani
casi
Il
speculazioni di
filosofia.
questo,
amore
pi minuti paril
fra-
campagne,
domanda
a quello
il
investigando
lui,
studiasi d'indovinare
morte, e prova
un amaro
doli di
umana
societ.
ma
360
Libro Secondo
me
bastante
siili'
E
Il
erba
terra e
il
ciel
miro e sorrido.
Il
Carducci, pi uomo,
levasi
dalla
tomba
del
fratello,
fieramente esclamando:
Sii
meco eterno
e nel tuo
1'
sangue
tinta
alta saetta
a far nel
mondo
In questa esclamazione
il
in
medesimo
canta
il
IV
libro.
:
Il
poeta
dopo un
cuore
il
di poesia e
d'amore,
tibonda e anelante.
Ma
sua gioia?
:
Ah,
il
il
dolore
lo percosse in ci ch'egli
avea
di pi caro, ap-
prendendogli l'infausta
a s: ove sono
i
vita. Egli
cerca d'intorno
della sua gioe
la
dolci
compagni
vent? cadde
quelle
il
fratello;
si
mori l'amico;
con
anime care
mi-
Giosu Cardne ci
361
Che
gli
di lui
allontana.
Ma
in
voce
di
dolor
1'
umano accento
perdona,
ludibrio di pochi,
e
di diritto la forza
campo
tiene
e l'inganno
d'oscene
sacerdotali
ivi gli
bende incamuffato,
ivi
i
amici nostri,
fratelli.
Intuona, o
musa mia,
gl'inni novelli.
infine, dif-
dicesti?
si
Troppo
torniam
gran vanto a
debili tempre:
nell'
ombra
Non
e lo
vale
il
poeta ha gi compreso
lo
il
suo
ufficio,
adempir; anzi
adempie:
egli
non
pi
mano,
il
362
Libro Secondo
VII
Che
al
suono della
quale impallidiscono quella sterminata generazione d' egoisti, che pieni di squisite
capaci stomachi, non hanno orecchie
i
vivande
per udire
fa e
tremare
turba
i
tiranni e
vili
ambiziosi soddisfatti,
La
ri-
voluzione
modo
si
svolge
e si rafferma nel
mondo;
e per antica di
lei
quanto
uomini
sono, non
Gari-
ma
si
Socrate,
Tacito,
Voltaire,
la
Leopardi.
mondo
rivoluzione.
Ora
mostr pacifica
e
conquistatrice
della
degl invalse
fla-
telletti,
colla
l'
sola
forza
parola
a vincere
come
numero
dei
ma
pur dagli
1'
esilii,
dalle car-
nova
forza per
future battaglie.
E quando
Giosu Cardii e fi
363
aspettando
suo tempo.
rivoluzione sono
illusi,
li
illusi, se
onesto intendimento
illusi, se
penfini.
la
rivoluzione
ai
loro
Chi ha
diritto di giudicare
di libert a cui
dee
di
starsi
qual
la
forma
il
con-
viene? Chi ha
diritto di dire
lunque
il
siasi del
che
vorranno?
La eguaglianza
e la
li-
Lo
studio e
il
lavoro, liberi a
danno
modo
che vogliono, e
Il
di
ottenere
pi
alti uffici
ed onori.
figliuolo dello
un
ministro. Se
sa,
suo
danno.
Lasciamo
tabili della
stare le
ingiustizie
1
molte ed
inevi-
natura, che
ali
uno d membra
ro-
364
Libro Secondo
buste e leggiadre,
all'
que-
le ingiustizie
del caso,
che un
uomo
fa
nella miseria,
ad uno
triste
mezzi opportuni ad
li
condizione, a cento
il
nega.
Ma
la civile societ,
che avrebbe
dovere
di cer-
mag-
un giorno con me
di
Il
mondo che
in
si
chiama
pu
raffigurarsi
tutti
ad un monte,
beni umani,
come
gli
loro contrari.
Oggi
tiene
sommo
del
monte
in
la
borghesia; e dice
alle plebi
che stanno
;
se vi
aggrada
i
man-
der
avete
cammino. Non
gambe?
Vero
che all'occasione,
ella stessa a
valletti, si
muove
a quelle voci.
le
Ma
si
che
plebi
han
Giosu Carditeli
365
come
era essa
borghesia
ai
non avete
di
quando
col lavoro
formati
un censo
sufficiente, acquisterete
anche
Essi vi risponderanno:
non bastano
le
il
mani
il
denaro in giochi
loro dei
a conseguire
con
esse,
felici nella
vi-
cende.
(1) Oggi, senza
avere
il
censo, anche
i
gli
:
operai e
contadini
essi forse
hanno
acquistato
alla
diritti
politici
ma
?
possono
ba-
mandare
Camera
tanti
Deputati, che
della
gleba
lo
credo
il
che, a conti
fatti,
politici.
366
Litro Secondo
Questa rivoluzione
la
musa
di Enotrio
Ro-
essa,
specialmente
politici,
27 aprile 1859
(1).
Ma un
componimento
che, per
mio
giudizio, appartiene
(1)
1'
ne anche aspett
fu firmata la
il
1859
Era
anno che
famosa pace
quando
reliquie
il
non
so
dove certe
e battezzatele per
un beato Giovanni
pompa.
Il
Car-
si
Acqua santa
Tutto
il
a piena mano,
secolo cristiano.
La
Fan da
I
svizzeri a
San Piero
nipoti di Volter.
bagagli di Radeschi
Sull'altare appuntellato
Converti la baionetta
Su zappiamo
alla buon'ora,
.santi
di frati zoccolanti.
Giosu Carducci
367
1'
XI del
IV
libro,
Per una
volume.
Il
disegno
In
uno
il
trapassare
parenti e
figliuoli;
pi grande piet.
ti
Ma
le
se
guardi
nell' altro,
un
senso d'orrore
gela;
ispuntare
ti
si
muore
cotesta
madre tu
la vedi
propriamente nei
con
il
pupille ignave,
umida
fronte
il
acre,
profonda ed arida,
i
confin,
368
Libro Secondo
la
un parvol
strascica
pan
contende e
si
travaglia
grame
Lente cadon
il
le braccia,
si
guardo
le
vela,
e pia
morte
la
faccia
figli
le
cela.
tolsela
Ozio di piangere,
dritto d'
amare
il
A
tiene
di poesia
appar-
Carnevale,
nel
1
idillio
di
cui fu pubblicata
del Carducci, e
1
una parte
finito e
863 col
nome
868 da Enotrio
vita
Romano.
poeta contrappone
la
molle e
le
Giosu Carducci
369
feste
effetti della
miseria
che affliggono pi
Quelle, di
gode a consublime
templare a traverso
dell'
vetri lo spettacolo
bicchieri; queste, di
una
madre
fatica e
morto
di freddo di
fame
la
il
figliuolo, e di
una fanciulla
che, a sfamare
Fin qui
la
863.
868 sono
le
consideradi
Voce
di sotterra.
La forma
questa poesia,
gante,
come
dell' ode,
ma
non
ti
colpisce sono
cose che
il
poeta narra
e descrive. Io prefe-
risco di
Febo Apolline
e a
non potrebbe
teramente.
ClUAAINl.
37
Libro Secondo
Vili
La
distinzione da
me
fatta
fra
l'
antica e
la
nuova poesia
il
del Carducci
dichiara abbastanza
nel
formare
Levia
le
n'ha escluso
e tutte
tempo
e quelli d'
un
diciamolo
il
Carcerte
ducci, e lo giudica
Io
non nego
ma sostengo
che sono
poeta fu spettatore.
Per
me non
la
niente
scrisse
e la
nel i85q
Croce
di
Sicilia e la Rivoluzione,
della
Pieve
e
i
S.
Stefano, V
Ode pei
Bologna
Giosu
Carducci
371
altro che
uno
il
cuore,
non
altro che
una
la
ridere
mi par
vera.
La
canzone
Re
forse
la poesia
pi rivoluzio-
me
nominate. Si ponga
e le
mente
scritte,
al
tempo
in
cui l'una
altre furono
e si
27 aprile
;
la
canzone
il
al
Re
era gi da
l'
un pezzo
composta
perch
poeta
clandestinamente avanti
il
non dispiacque
che par-
nessun
allora in Italia
un
mode-
perch
gli
Ma
ella
sup-
ponete che
regno
di
avessimo oggi
in Italia
372
Libro Secondo
come matte
quei versi!
In Vittorio
Emanuele
il
al-
tro che
lia,
il
un uomo
ed egli,
poeta, anela
le
sue pa-
Deh non
sotto
i
cresca perdiu
donna
italo
nato
Ecco
il
a questo
Roma
Roma
re levita
:
are
s'
appiatta
il
Ma quando
la
gli stranieri
cotest'
uomo,
di
cui
il
poeta invoca
Italia,
egli gi re di quella
provin-
cia che di
lunga
mano prepar
il
cotesta opera,
non
sar naturalmente
re
della
nazione?
Il
poeta
Giosu Carducci
373
non
lui
si
occupa
di ci:
intende la
sua canzone.
Non bisogna
la politica,
d'
ambiziosi e d'egoi-
Il
gli
corre appresso,
della
quasi dimenticando
le
im-
perfezioni
natura umana,
attuazione:
di
ne chiede agli
uomini
cerca
l'
la
perfetta
e
l'uomo
di
stato
utile,
studiasi
ottenerlo
per ogni
uomini;
tristi.
la poliIl
cercando
il
reale,
li
fa
pi
poeta
non n
mente
il
realista
n repubblicano, semplice-
li
predice
si
li
affretta.
Bench
le
volgano ad
un
re,
dare
la infelice
ma
il
romana
del
pur proteggendo
combattevano a Sol-
374
Libro Secondo
Itali
seno invitto.
nella canzone, n in
imferli-
ci,
come dinota
mezza
di convinzioni, cosi fu
segno di animo
ossequente
devota
all'
Imperatore Napo-
leone.
Ma
paura
le vittoriose
si
riman
sola.
Un uomo
la
che non
re,
un
le offre la
sua spada
suo coraggio,
guida
in
Sicilia.
E
il
il
L'ode
Sicilia e
la rivoluzione
se-
vota ad un
rappresenta;
se
ma
chi
e altro
non cerca
si
non
di ve-
adempimento, poco
vede propugnasi
quell' idea.
Se
gli
avvenimenti
sviano
Giosia Carducci
375
non
fate colpa
essi
di consi
tradizione al poeta,
quando son
confortato
il
che
con-
tradicono.
Dopo aver
Re
alla guerra,
il
a che
patti mentite e la
pace
alla ca-
suo grido
di guerra,
?
non
Mai no:
egli
Presto in armi
Dalla canzone
all'
ode
rivoluzione:
ma
le
un
po'
vagamente
si
determina meglio;
si
come
il
fa coli'
le
andare pi intenso,
e pi bellico ed
le fiere
fanno anche pi
vive
immagini
impetuoso il suono
delle parole.
Dopo
Ma
con
pace a
te se
nieghi
il
a'
tuoi scettrati,
stirpe d'Arminio,
libert che
i
braccio, e te consigli
popoli compose.
376
Libro Secondo
tacita-
delle na-
avanzo
tristissimo di
barbarie, riappare
l'
pi
ode.
Fra una
non pu
es-
le
nazioni ed
loro oppressori.
Italia,
aveva
in
un
impeto
d' ira
gridato
quando nei
Ma
tutti
soli
si
ch'egli
chiama
i
sua parola
volge a
soldato dell'Austria,
si
e lo
chiama
fratello.
Dall'
ode Sicilia e
S.
la
Italia, e
ne'
Il
sempre
lieti.
Basti
rammentare Aspromonte.
Romano un
Canto,
Giosu Cari/ucci
377
le
migliori
alla Pieve,
le
sorgenti
brindisi
un
Volgon, fiume
d' Italia,
:
non
pi.
a'
do
Morte
tiranni
e un' eco
ti
risponda
dal gran
monte plebeo,
dall' Aventin.
Aveva
l'Italia
il
giogo
lei
du-
rava
la
pi iniqua e
pi
odiosa di tutte, la
ci
sacerdotale.
Qualche
politico
finche',
pu insegnare
le
rinnovatesi
ge-
al
governo dei
Ma
e
ci potr
impedire
la
la nobile
ecciter
pi
viva
pi
grande:
se
tra-
378
Libro Secondo
dell' ira
egli
parr
alcuna
noi glie
alla
lo
perdoneremo vo-
guardando
sue parole.
gli
Enotrio,
che
stato
profeta
al
de-
avvenimenti
italiani
Cannone
Re
e nell'
ode
Sicilia e la rivoluzione,
parve pre-
sentire e predire
quanto
dove compiacersi
di
vedere avverata
fine di
la
sua pre-
quel moto
dov
straziargli
il
cuore, e accumularvi
di
nova
sdegno. Sorgano
eromper
tre-
menda
ad esprimere
la
IX
Ma
quello
che
il
latino diceva di
Tarios ego
jambos
non
Lycamben,
Giosu Carducci
379
lo
Mentana
e nell' uccisore di
le
Monti
e Tognetti.
Nonostante
mende non
lievi
che ad alcuni
nonostante che
il
con
essi,
me
nuova
negli
Enotrie
Ho
di
sentito
fatto
Epodi Enotrio ha
di
zamento
dizio,
Orazio e
come
spro-
esagerazioni, e
come qualche
due
sente che
il
poeta,
prima
di scriverli,
avea
Chtiments ;
ma
poeta francese e
afflato lirico
non scemano n
Epodo
il
Monti
Tognetti)
del
non
saprei
lodare
il
cinismo
sarcastico
discorso
che
poeta
380
Libro Secondo
mette
in
lo
saprei lo-
parere
il
vero
alle
muovere
la
gli affetti
quanto
il
efficace.
io
difetto nel
modo mio
udire
di sentire e
ad
altri, se
han
provato altro
samente.
effetto, parr,
il
primo antecessore
gli dice:
A
io
te,
taglier la testa
a leggere del
tiene in briglia
tratte-
non ho potuto
in
Ma
queste, ed altre
esserci,
due
cose,
fra'
lirica egli
il
primo
nuovi poeti
d' Italia, e
381
glio di lui
pu
essere
il
di
Mentana. Tutti
il
gli sde-
gni e
Pontificato
Ro-
mano sembrano
li
ha
quali per
mo-
vimento
non
si
Il
morendo
in
la
madre
promessa
delle
derono
figli
un passaggio
perfetto,
dove
tutto
mi pare
dove
la
1'
nifesta
arte di
Ma
io
per
questa madre
vedova
e,
me
u'
andr.
Da
1'
Epodo va
cre-
scendo
ed ha luoghi di novit e
di bel-
lezza stupendi.
382
Libru Secondo
ragon
il
toni
cri-
come ho
due mi
prima
piac-
il
poeta dice:
all'
altro intorno,
come
la
or giaccion
madre
lor
pensa tremando a
Oh
Giordano
ai
freschi rivi
virt,
traea le turbe
una gentil
d' ulivi
non tremavan
le
madri: e
Naim
in festa
figlio
e Cristo
Sorridean dai
i
cilestri
occhi profondi,
ei
lacrimando entro
la
e sottil.
Giosu Carducci
383
Ma
tu col
pugno
di peccati
onusto
empio signor,
fior.
Tu
scavi le fosse ai
figli
ancor viventi,
re.
e le
di fare
un
in-
giuria ai lettori,
le
mo-
parve per
la
prima volta
il
nome
di
Enotrio Ro-
non seppi
il
passaggio
nere,
dell'
mi pare come un
ma
dubito che
come concezione
384
Libro Secondo
non
c'
il
compita
principio
il
materia e
la forza, la
ragione ed
senso.
tarsi
Da Satana
di
l'amore
animali;
da Satana da Satana
godimenti dell'intelletto
la
e del
corpo;
scienza e la ribellione.
Volete sa-
Un
bello e orribile
si
mostro
sferra,
corre la terra
corusco e tumido
come
i
vulcani,
monti supera,
i
divora
sorvola
i
piani,
baratri;
poi
si
nasconde
ed esce; e indomito
di lido in lido
come
di turbine
il
manda
suo grido.
Come
1'
di turbine
alito
spande:
ei
passa, o popoli,
il
Satana
grande.
Giosu Canili: ci
385
Ninno
non sieno
non sono
nell'in-
Ma
qualche
e nella
cosa che
c'
non mi qua
e l
appaga interamente,
del volgare.
forma
X
Nessun romore ha levato
dei
in Italia
il
volume
il
nome
di Enotrio sia
conosciuto e pregiato.
Ma
un po'
di
fama
ai
letterati,
massime
ai poeti,
il
cuno
di
sia
mancato
fatto
il
un uomo
segno,
il
in-
suo
censure e ad
sia di
il
volume
in s.
dei Levia
1'
ha
mondo
25.
Chiarini.
;S6
Libro Secondo
intender nulla, e in
dell'oscurit.
tutti
trover pi o
meno
questo un pregio o un
1'
difetto?
N
i
P una cosa n
altra.
appiccassero
per domandare
e in
quale
stile
Non
Fra
tori
1'
di letle
commuovere
Ma
qui
si
che dee
quale
le
mol-
menticare
molto eh'
egli sa e
rammentarsi del
quelle.
magine o
comun modo
un ostacolo
che
1'
ma
il
anche so che
poeta,
il
me
alla
che
quale
vuol parlare
al
cuore e
mente
di molti,
pu
Giosu Calducci
387
convenienza,
ma
Oltre
l'
pi fanno ad
che
sia talora,
anche in uno
mi diceva un amico,
il
ora
Monti, ora
il
Hugo;
non
ci
come
lui.
Chi paragoni
primi sonetti e
le
agli
Epodi
dubbio
di
il
Enotrio Romano,
riconoscer senza
ma sempre
stile
di
qualche componimento
ci sia;
ma
tali
mano ad
uno
pre brevi.
Si studi Enotrio di evitare
questo sconcio, e
verchio
ardimento,
cerchi pure,
come
la
Libro Sicondo
fieri
e risentiti,
ma
si
pu offendere
la castit della
Musa;
e la poesia
luogo che
gli si
compete
fra
nostri migliori
eh' egli
non ha
(DOPO
IL
869)
e reci-
de' pi falsi, la
com-
non perche'
io la
creda uno
studio critico,
come
allora la intitolai,
ma
per-
come documento
storico.
Ed anche
pata.
Fra
la
molta rettorica,
molti fronzoli e
le
390
Libro Secondo
debba vedersi
lodar troppo
in quello scritto, la
mia paura
forse
di
mi
fece
notare
paiono.
come
non mi
Ma
quella paura
non mi
il
tolse di dire
lirica
i
Carducci era,
d'Italia.
secondo me,
il
primo fra
nuovi poeti
si
dell'aver detto ci
quando
faceva
un gran
chiasso
lui, e di lui si
(come
fu pi
-Oh
-
si,
il
Carducci scrive
quando
pubblicazione non
toscritti dagli
pochi
sot-
ho dovuto
che
che
tutti gl'Italiani,
prima
degl'Italiani qual-
straniero, le
mate.
una spinta
alla
ricomparsa
in
pubblico
critica.
di
quel mio
primo
mostriciattolo di
Ma
rimandarlo
per
aveva
mai visto
Giosu Carducci
391
in viso,
o s'era
dimenticata
le
sue fattezze,
ri-
mandarcelo
viso,
mancanza
terata, e
io
sono padrone
un
fo-
glio di carta
una
figura o
un'ombra pi o meno
il
nome
il
di
quel Tizio
cervello nell'atto
pubblico;
come
il
rispettabile
pub-
blico, se trova
cervellotica
ombra
somiglianza
la
quanta
l'ombra di un asino
Belvedere,
e
statua del-
l'Apollo
l'asino a
di
me:
il
quando
si
ho ricevuto
cosi
il
mio
avere,
premio,
che, la
mia coscienza
ma
la
mia
mi
sentissi
dare triplicato
il
poich
Diamo dunque
un
po' di
compagno che
sorregga
;
nello
spi-
noso cammino
della pubblicit
facciamo almeno
392
Litro Secondo
un
pel
tentativo
si
deve
mio lavoro mi
cata.
II
io
ne parler
si
pu
non
si
potr
mai dare un
soluti d'estetica
non
ci
lissimo ad un'et,
par
men
bello ad un'altra;
quel che
si
dice
chiamo
mi
piace;
farsi
giudice inappellabile
I
cri-
tici estetici
potranno tirare
in ballo
il
vero, la na-
nomi
lor piace;
ma
il
vero
da que' bei
individuo,
nomi
le
ogni
le
et,
ogni
scuola,
ogni
a
vede,
sente, le rappresenta
modo
La
critica este-
Giosu Carducci
393
tica
non
stata
mente oggettiva.
Quando, parlando
corregge
gli
d'arte, si dice
che
il
tempo
mette
tutti giusti-
in tutto
il
vera:
dovrebbe semplicemente
cose;
dire che
tempo
muta molte
tutte le sue
zia
?
ma
meno
adatti
i
a giudicare
un
artista e
opinioni e
il
gusto
del
tempo
medesime
idee, quelle
medesime
opinioni,
quel
esercitano pure
una influenza
Per
la
lunga consuetudine
e intimit
mia
col
artistici e l'in-
giovent, io
mi
sento poi
meno
un
atto di
qualunque
di lui
un
qualsiasi
valore oggettivo.
detto, pi
Per
ci
ne parler, come ho
critico; noter dei
da storico che da
394
Lilro Secondo
fatti,
giudizi.
Cominciamo
tuna degli
la
che quando
meno
Tognetti, e
1'
Ode Pei
tipografi di
Bologna ;
avea gi composto
e stampato,
prima ancora di
di
queste parole:
Non mai
mi
que o
gare
in
sei strofe)
usci dalle
mani tanto
vol-
(i).
a Firenze
una
novembre
anno
tirati
la
data - Italia
Roma
- furono
ma
la
poesie di
Giosu Carducci
395
Giacomo
c'erano alcuni
pochi
componimenti
fu
di
gusto
veramente virgiliano,
lutata la
comparsa
di
un nuovo
poe-
1867
l'Eccellenza di
letterata,
sito della
un Ministro molto
eulta e
molto
Bologna da
domandava:
fatto
?
Chi
questo Giosu
che cosa ha
ha forse
fer-
mato
il
sole?
torto al Carducci
non
sole,
nome
di
Tutto
ci
si
nota unicamente
come
indizio delle
dell'
influenza
che
la
la
sonetti
Heu pudor,
insistere,
le
No\\e
un
396
Libro Secondo
il
lusso e lo
composto d'arla
Nazione
dell'Opinione,
crema
d'ozio
dell'
dello
stomaco
cioccolatini
(si
patriottici
Carducci mandandoscrisse:
mene
a leggere
una volta mi
Eccoti
dell'ira di Dio.
quell'ira di
Dio mi scuoteva,
e
mi faceva
restare
ammirato, ammirato
con-
le
No{^e
del
mare
e la
Ma, debbo
un
le
vecchie abitudini e
di retto-
pregiudizi di scuola.
mio maestro
prete,
rica,
un buono
e santo
memoria
tutta la Divi?ia
certi passi
Com-
un
po' sca-
me
li
Giosu Carducci
397
Dante
si
fosse lasciato
cose. Io
non ricordo
pi,
ma
ricordo che
me
nemmeno
in prosa,
non
si
debbono
dire.
:
Una
avevo
preso un
viaggio: mossosi
capita inaspetta-
treno, apro
il
giornale, e
mi
tamente sotto
gli
occhi la poesia
Per Giovanni
bi-
come ho sempre
vera
;
sogno
di
fare
della
poesia
e sento, pi
prima, destarsi
in
me
fin dalle
prime
strofe
un
sentimento profondo misto di piet e d'ammirazione: alla settima strofa questo sentimento s'arresta
un
po'
il
primo sentimento a
fin
va sempre crescendo
madre sedente
lei dati
sulle
tombe
dei quattro
figliuoli
da
la
alla
patria, seil
dente ad
aspettare
morte
liberatrice,
lei-
39
Libro Secondo
passaggio
siderazione di spettacolo ben diverso, lo spettacolo dei moderni Bonturi gavazzanti nell' orgia.
il
pi
non
vi si
fosse
intromessa quella
po' la ve-
rammentano un
dova sposa
nell'
Epodo
gono
il
poeta a ripetere
immagine
della morte,
gi accennata con le
tombe
madre.
e nera
le
avite stanze
La morte. Ma
Rifulgon
liete e
d'auguri
suonano di danze
Le
La
l'orgia nelle
due
strofe seguenti
mi parve molto
l'
bella
ma
cani
nella strofa
appresso
in
immagine
presa
di
quei
accoppiantisi
pia${a,
dal
mi scem l'impressione
mio parere; ed
in
Carducci
il
mi
rispose:
ma
perdonami, non
levo. Coteste
come
sono.
Tanto
Giosu Carducci
399
hanno avuto
g' Italiani
oh sentano un p
reale
!
del
villano
Quando penso
certi
alle smorfie
che.... e
gendo
io
uomini,
ne godo.
Prima
roli (nella
Riforma
ri-
Popolo
il
di
Bologna
1'
8 di-
si
apriva
Concilio ecumenico,
occasione
il
(si
Swinburne scriveva
suo
Inno dell'uomo
(1),
ma
mossa dallo
stesso pensiero.
suscit
un veforse
buon
il
mente stava
nascendo
Dio
cotesta glorificazione
dell'
ne'
avversario del
suo eroe,
e la
chiam
pi n
meno
che un'oril
gia intellettuale.
Non
ci
Carducci;
tutti
occuparono
rono,
filosofi
compassionarono,
clericali
mi
400
Litro Secondo
paragonarono
lettere pi
al
Troppmann,
Fatti in
mi sbuff
(i).
l,
tu se' inviso
decente,
la
fogna
in
una
vampata d'indignazione
La polemica che
la
cominci a
farsi
vol-
ruvida
maremmana, che
co' suoi
scarponi di vac-
ammaccava qualche
stivalino di pelle lucida, schiacciava qualche delicato callo patrizio o borghese; e lei senza ba-
come
la
chi
ha
da
fare altro
che complimenti
ma
gente,
pur
UInno a Satana
cui
si
e gli
di
ma
non
si
po-
(1)
Note
alle Poesie,
ediz.
Giosu
Carducci
401
teva
non badarvi:
e vi
famoso.
Gli editori,
le pratiche di
si
sa,
fanno
il
Non
delle
loro
offerte
graziose, ce la stringono
nelle cucine
dove
poveretti,
si
mangiando
il
fumo
venuto
il
momento
di tentare se la
poesia del
poco
all'
unisono con
le le
opinioni e
opinioni e
sentimenti
sentimenti
maggioranza
di quella
italiana
moderatissima, fosse
gli editori
pure va
:
dicono,
propose
Carducci
di
colta dei
suoi versi.
il
Ma
bisognava
frontespizio
nome
aggiungendovi tutt'al pi
pi
pic-
Romano;
mettere
bisognava tornare
26.
all'
uso comune
di
Chiarini.
402
Libro Secondo
la
rie.
Ma
il
Carducci, grato
al
offerto
lavoro cento
il
me^o
teca
di addimostrarsi
(pagandogli
lire
diamante, che a
profitto di
lui
editore
portavano in
media un
2000
lire l'uno,
come
ci fece
i
suoi
grato in ogni
modo
non
al Barbra,
che
lo
in qual-
che caso
s'
fece difficolt,
:
due condizioni
il
e fu con-
a preparare
cennali,
il
De-
nel
Epodi
negli
qualche
altri
poesia
tutte le
anteriore al 70,
due
poesie della
meno
certe allusioni a
un
letterato
toscano allora
vi-
vente.
XXI.
Giosuc Carducci
403
III
L'anno 1870
n'ebbe
mori
primi di febbraio
aveva a
il
insegnato
a leggere l'Alfieri e
costanze
diffcili
si
retto
con
dell'aureola di gloria
giarla. Gli
mori
ai
primi di novembre
suo bam-
M'avea annunziato
la malattia,
non grave,
e
il
miglioramento:
io lo
credeva gi guarito, e
e la
E
a
mi
Mi mori
un miracolo.
Ed
era
buono
forte e
Come amava la sua mamma, e che cose gli diceva! E diceva Salute, o Satana, O ribellione
con
ma-
404
Libro Secondo
nina su la tavola, o
il
piede in terra.
io
aveva
bambino
il
tutte le
mie
mio avvenire:
nell' ani-
mi era rimasto
di
buono
testina.
ma
lo
Quando
levasse
il
mi veniva
sole nell'
testa,
come
se
la
mi
si
mano
su quella
il
trista, e
l'odio e
male;
mi
sentivo allargare
il
cuore,
e
mi sentivo buono.
Povero
mio bambino,
io
come
e confortata.
seguitasse
meno
triste di
modesto;
l'indole
sua mi
madre sua
e le sorelle:
si
onorato
il
stato, stato, e
vero nulla
....
I
inutile
che tu
ti
provi a consolarmi.
primi
meco stesso.
Giosu Carducci
405
studiare.
Il
ma
un'anima come
mio, e
ci si
si
la
mia
un bambino come
il
Ora
tura.
No:
io
morte dei
figliuoli
si
un male.
penso a
il
te e al
chiama come
mio. Guar-
amico:
non
ti
minacci n pur da
lontano
1'
ombra
il
di
Ahim,
nome
lieti
presentimenti
serci infausto!
a' nostri
doveva
es-
simi, se ne fa
una ragione,
li
sopporta rasse-
ma
veramente, se tu
assisti al
disonore
della patria, e
e
non
ti
monta
d'
il
sangue
alla faccia,
non
ti
ti
senti
bisogno
imprecare e di maledire;
se
muore un
figliuolo, e abbassi
compunto
la
Signore;
filosofia, di-
pende dalle
cuore
e del
tuo cervello:
filosofi,
bisogna avere
cuore e
il
cervello fatti in
406
Libro Secondo
chi,
come
il
Carducci,
li
ha
fatti
diversa-
che non
si
rammargina
cosi presto: e
da quello
avvelena
tutti
gli
pensieri, che
ti
fa
parere
il
male pi male,
uomini pi uomini,
non
siano,
che non
ti
condizione dell'animo.
Il
Carducci ha narrato da
se',
Epodi
(i).
scriverli gli
venne da
forma di
contenuto e la
essi
gegno
ma
io
credo che
due
fatti
da
me
citassero pure
vita del poeta
;
nell'animo e nella
vita,
Un
il
altro
fatto
mi pare da notar
Negli
(1)
Giambi ed Epodi,
ed.
Zanichelli; Prefazione.
Giosu
Carducci
407
si
arrabbiava
che
il
cori bellissimi.
Re
Min
nel
marzo
il
Come
Pei tipografi
di
Bologna,
Ma
nell'Epodo
cosi
posso dire,
l'
afflato vittorughiano
che
spira e
muove
quelle poesie;
mentre l'influenza
si
del
Heine
limita a qual-
Lo
stesso
non ha niente
che
scalpellando arditamente
strofe di quella poesia,
il
Carducci pensava pi a
Dante che
ebbe
1'
al
poeta tedesco.
Ea
Dante
e al
Petrarca
Heine ha avuto
forse pi in-
408
Libro Secondo
Dico male
l'
il
meno
Risorse di S. Miniato al
te-
sempre un po'
sentono.
il
Il
Heine
chiamava
fratello del
gli
Byron
mandai
tradotta
mi
rispose:
Guarda cosa
strana! io stesso
pensato qualche
cosa di
IV
palati e gli stomachi guasti dai dolciumi
li
non
si
possono adattare
per
li
gliardi.
Anche
del Carducci
dice
un gran
successo; specialmente
coli di
Toscana. Ai nepotunegli
li
Machiavello,
come
chiama, quel
(i) In
Confessioni
battaglie,
seconda serie;
ed.
Som-
maruga.
Giosu Can/ucci
409
mar pane
dimento
Italiani
il
pane e zozza
la zozza,
di cattivo gusto.
Da Dante
non
e'
non
essere
sempre
campo
de' suoi
se',
quando
si
senti sicuro di
git-
Curioso che
alfieriani,
manzoniasi
lo
inganno, che
pu diventare manzoniani
danti.
Per molti
il
la
mutazione
vecchio idolo
lume a
San
Vittorio o a
San Giacomo
accenderlo a
i
Sant'Alessandro.
stessi santi ,
s'
chi
non accende
lumi
ai loro
intende,
il
un
eretico.
ri-
Ma
masto
quel biasimare
ammiravano
in esse
quel
che era
meno da ammirare,
410
Libro Secondo
era da
ammirare
non
imita-
fin d'allora
Nuove
Poesie,
in
delle
resto
si
capisce
come
Toscana, dove
da molti
In
Decennali.
era un'altra cosa:
di
in
Romagna
Romagna
Poesie
la
Satana grandeggiava gi
1871 apparvero
e l esse
le
quando
nell'aprile del
ebbero ben'al-
a Bologna,
io
un
Romagna
il
in
qualche picletterata.
non
Ma
ne'
la
meme-
avea
formulato
la
sua
teorica
fazione
stesso e
Poesie cosi:
Il
poeta esprima s
Giosu Carducci
41
il
non
affar
suo
(1).
giambi ed epodi, pi
terribili
ancora
dei primi,
e pi belli. Alcuni di
essi
(A
certi
del-
censori, Io triumphe,
l'Italia
un heiniano, Canto
il
punto
:
culminante a cui
la fusione
dell'elemento
perfetta.
Nel 1871
nella
piedel-
padrone
volo all'ingemeraviglioso.
al
uno
slancio
La
1871
1873
ha
tale ricchezza e
d'argomenti
che non
trovino
si
come una
che sente
il
profumo dei
campi, la quiete
e le
412
Libro Secondo
medioevo; dall'ode
le
turpitudini
viva
e la
come
la
sentivano
vedevano
triviale,
aristofanesca,
forme pi aristocraa
Scrivere
poca distanza
di
tempo
giambi
certi censori e le
Primavere
elleniche, VIdillio
maremmano
e
il
Sui Campi di
Marengo,
Canto
Versaglia
che
sonetto
Al
bove,
il
dell'Italia
va
in
Campidoglio e
la
poesia Classicismo
di vera potenza, era
ci
confermazione splendida di
che intorno
Quando
nella
nostra gita in
il
Romagna
pas-
sammo
il
da Imola,
Carducci che
Il
gli
pare.
avrebbe pen-
Nuove
Poesie, raccoglienti
di
un volume
di
poco pi
cio trentasei
componimenti
Giosii e
Carducci
413
in
il
cannone rigato
pubblica fama
le
dinanzi
cessarono
al
resistenza e
spalancarono
porte
nemico.
Diverso da
certi,
trebbe
chiamare
fortunati,
scrittori,
quali
la
si
un
loro libro
si
addormentano
famosi,
il
oscuri,
l'indomani
destano
la
fama
colpi
un buon zappatore a
la
parola
s'in-
propria)
s'imposero;
ci
non avvenne,
cuno.
glia
Quando
sotto
il
nemica
gli
assediati
i
arrendono, non
cantino
le
si
pu pretendere che
feriti
lodi
del
stati
pubblicati
il
da
;
volume
fra
Canto
dell'Italia che
va
in
Campidoglio;
e fece,
com'era naturale, un
po' di scandalo.
Se
V Unit Cat-
alla
dire al
Governo usurpatore
Roma: guardate
liberali,
uno
poeta di Satana!
414
Libro Secondo
Ma
era,
il
Canto
dell''Italia
che va in Campidoglio
il
come
disse l'Hillebrand
Italia,
scienza di essa
gosciato di
lei.
Quel che
il
poeta gridava
alto,
rodeva profondamente
Italiano, ancorch'
ad
altri.
E
cune
per
ci, e
per
i
il
le
bizze di partito e
di esse
i
dovean destare
risparmiato
nomi
propri
al
quando
parso
menomare
che
gli
cattivo
al-
il
gior-
nalista perche'
genitori improvvidi
fatto
non
gli
ave-
vano da piccolo
imparare un mestiere, os
poveruomo,
la
malizia
io per
me non
Giosu Carditeci
415
di
non
sentire,
o disse a cotesti
infelici:
scusate,
i
buon senso
di dimenticare
le
giornalisti,
ristampavano
venderne qualche
aveano detto
il
vero, a
non
capire:
destino.
La prima
edizione delle
Nuove Poesie
fece
fu su-
bito esaurita;
non
solo,
ma
anche esaurire
;
il
quale
mise subito
mano
ne fece
una quarta
un diverso
ore
nella
seconda e nelle
altre,
una
biografa del
poeta scritta
le
dal Borgognoni. Le
lo Zanichelli,
Nuove
Poesie
con l'aggiunta
i
di tre
dizi
piccoli componimenti,
tre
scrittori
con innanzi
giu-
di
tedeschi
Karl Killebrand,
furono
libro, e a notare
lette-
6
41
Libro Secondo
meno
che
chiam
il
Carducci
il
pi notevole
la
poeta comparso in
Heine.
dalle
Europa dopo
il
morte del
Ma
s'
romore levato
Nuove
affrettarono a parlare
del
un
ritratto
letai
per
verit
Marc Monnier,
amorevole
illustratore
intelligente, dotto
Una
Nuove
Poesie fu fatta
ormai divenuto
come
il
Sommaruga
due
edi-
di-
un ordine
diverso,
aggiungendo nella
terza
volume
Giosu Carducci
417
V
Dopo
sono
loro
le
Nuove Poesie
le
Odi barbare :
le
quali
tutt' altro
apparire
furono giudicate
al contenuto,
da
molti. Esse
sono, quanto
che
si
la facolt
Nuove
Poesie,
ma non
aveva
in esse spiegata
alla
quanto
dell' arte
ghezza
passi.
Il
Carducci
si
direi,
ci
Odi barbare,
e da' suoi
stabili-
mento
poesia.
ti
Carducci mi disse:
poi fare
ho gi pensate, secondo
Chiarini.
4i
Libro Secondo
la
metrica antica:
ma
al
mesenta
tro;
dimmi
se
ti
ci si
armonia.
E mi
da
e
la tua
coppa
diffuso avvolsemi,
di
dea
non
piii
del
'1
tempo l'ombra o de
l'algide
cure su
E
de
minati
l'et
giii
pe
'1
declivio
agognanti di rinnovellare;
novelli anni da la caligine
tremolando
e roseo
li
saluta.
Eccome,
risposi, se c'
il
armonia!
e si sente be-
nissimo. Per
terzo
riuscir
temperiuscir
rata
armonia delle
strofe
del
Parini;
ostico,
come
tutto ci che
non
ancora nell'uso,
Giosu Cardarci
419
il
potenza. Per
suoni
ci
ma
educato a
sentirle.
mente
bello per
;
di ogni strofa
liani (dissi
il
fra
verso.
m'avea mandata
una
serie di odi
composte con
la
metrica
quell'ode,
come
le altre intitolate
Fan-
anche
poeta
le
avesse stam-
pate in un
volume insieme ad
di
Odi
bor-
lettori
credo che
nessuna opposizione;
si
sa-
le strofe
composte
di endecasillabi,
di versi al
cui
suono
le
420
Libro Secondo
l'abitudine degli orecchi italiani c'era gi la sostituzione dello sdrucciolo alla rima in fine del
centuazione
di
cesura facendo
verso pi
monotono,
mancanza
della
esametro
la
il
ch
cagion vera
quale
fu,
e gi ci
titolo
semplice
modesto, sotto
di
il
quale
la fervida
immaginazione
Pi tardi a Bologna
tire
il
il
distici;
mi
ri-
Forse
distici,
specialmente
penta-
Ma
il
Carducci non
uomo da
fermarsi alle
prime
Giosu Carducci
42
idea di rivoluzione,
vede, le
come
dissi, e
come
il
lettore
le
forme
poeta
le
aveva ido-
quand'
ammirare
le liriche
non
si
tedesca
zargli
un
;
po' di timidezza
perch appunto
nuovi
affetti e la
meditazione suscitavano
Le
no\\e B. e T.
in Pisa, e
Per
la rivoluzione di
nelle
Primavere
elleniche, di
potersi
Odi barbare.
Quando
scrisse le
prime Odi,
il
Carducci,
come
non
pensato
al
nome che
l'uno
422
Libro Secondo
venne, credo,
fra
il
76 e
76,
quando
si
trov ad
averne composte un
tutte insieme formare
certo
un
che
corpo, piccolo
ci
ma
il
primo
titolo era
Ri-
membrante
pubblic nel-
ottobre in
877
il
San Petronio,
e fra
il
76
con
Il
nominate formarono
primo volume.
ogni questione
resto,
molto curiose.
nuovo, specie
Non appena vien fuori un libro se d' un uomo famoso, esse si creal
dono
in
pubblico
gran
fretta
che
hanno
d'
illuminare
gli altri
intorno al merito o
Giosu Carducci
423
poco
s stesse. Io
non voglio
una
volta,
tagliero, e
mi
Ma
si
dopo
il
mo Discorso
(1)
molto
molto
di quelle poesie,
ancora
alcune
molta confusione;
tutti
Io,
i
sono
tutt' altro
che dileguati
pregiudizi.
come
ra-
gionino que'
(e
qualche
uomo
quali ricofra
pi in
moin
la
metrica
che
la
non abbia
la
metrica delle
odi
barbare
424
Libro Secondo
che per
me
stessis-
italiana
quanto
all'alcaica, all'esametro e al
si
penfa-
potr definire
metrica cattiva
si
buona.
Per
me
nella bellezza
il
di
una poesia
e'
entra
ed ha tanta parte
non chiamo
i
bella
versi
saltellanti,
rime sieno
false,
o troppo
ma
non
la
chiamo assolutamente
se
il
metro non
come
ogni
una
statua, se
il
suono
di ogni verso, in
movimento
ai
delle strofe
non risponde
alle
parte
pensieri, ai sentimenti,
Il
immagini,
alle espressioni.
metro
la
musica
al
dramma
la
cantato: anzi
metro
intimamente con
sitore di
poesia,
perch
il
compo-
come
il
Wagner
il
un
altro, la ripensa e
Giosu Curiti/rei
425
la
il
poeta, se poeta
nella
sua mente
il
elaborando
l'
uno
l'
altra
contemporaneamente
come una
cosa sola.
Sbaglier,
bare, che ne
ma
gli
condannano
con loro
mi paiono
in contradizione
e la loro contra-
almeno
in parte
si
da pregiudii
Da Dante
al
Leopardi,
dice, tutti
nostri
bisogni;
il
nel secolo
que....
e'
XVI,
ripetutamente
i
fatto, aborti;
dun-
La conclusione
:
lettori la
sanno, e non
bisogno che
se io
io la ripeta.
Ecco
non
erro, tutto ci in
poche
buone
si
pu
non
da chi venuto
prima
di noi, o
almeno non
essi
si
pu andare per
altra via
che quella da
le
aperta e percorsa,
che tutte
con-
una
volta, e
non
riuscito,
non
si
ha
426
Libro Secondo
da
far la
la sese-
conda, non
guito.
Ecco: e quanto
pi
ci
medito sopra,
sia vero,
tanto pi
mi pare che
tutto ci
non
che
Un
dire,
tentativo
non
riuscito,
per
me
:
bisogno di farlo
e quante volte
sia
me
manifest pi
generale e pi
Chiedo
le
il
permesso
di riferir
il
qui
le
parole con
i
quali io chiudeva
mio Discorso su
critici
italiani e la
Noi razza
latina,
ci
noi
discendenti in linea
in questa,
retta dai
Romani,
eravamo anche
come
di gran tratto
essi
andavano discorrendo
noi ce ne
campi
del-
l'arte,
stavamo
rinchiusi,
come dentro
Giosu Carducci
427
si
me-
triche che
non
non
si
potesse scri-
La rima! E
chi ha detto
mai
di
volerle dare
fantesca che
l'
non
pi
buona a
le
Bench non
esame
di
coscienza che
fece lo Gnoli
;
la
mostr purissima
di peccati
bench' molti se
frangia
luccicare la frangia,
come
la
rima
fu
sempre
la
poeti,
fedeli,
cosi
grandi poeti
rimarranno sempre
di loro la pic-
donne
carne
Ho
detto
tutto nel
mondo
muove,
si
modifica,
si
tra-
mondo
vita, e la vita
ai
vorr
proclamare e imporre
sian
pure bellissime, e
immortale
428
Libro Secondo
dai canti di
sommi
poeti;
forse
sia
in
non
se
non
ci
;
allora
dica,
ci
mo-
umano
si
assog-
gett a quella
Ma
il
gno umano
senti
sempre che
grandi, e nella
loro mirabile
unit
infinitamente varie e
si
com-
natura non
possono impri-
gionare nella
monca
che
ai
compositori di
a trovare
espri-
campo
mere ed
eccitare
o fantasmi?
- Il
campo
numero
dei fantasmi
illi-
loro gradazioni
il
mitato,
come
dei
al
illimitato
delle
si
comvorr
binazioni
restringere
suoni. - Perch
dunque
delle
poeta
?
il
campo
forse
combina-
zioni ritmiche
Si vorr
credere e soste-
Giosu Carducci
429
nere
babili
che
tutte
le
nella
trovate
com-
binazioni ritmiche
non siano
che quelle
consacrate da loro? Si vorr forse credere e sostenere che tutte le idee, tutti
aspetti vari e infiniti e le loro
finite
i
sentimenti, e
loro
e inle
furono?
Ma
il
mondo
perfettamente
identico
al
due mila,
fa.
di mille,
ma
di
se col
mutare
del
aspetti
umana nuovi
sentimenti
si
medesimi
cose?
Perch dovr
anzi
cotesti
cacciar
suoni,
via dalla
mente
coteste
forme
quando
'
le
forme orga-
43
Libro Secondo
niche,
come
suoi sentimenti?
che
il
Orazio: e alcuni
prio
son venuti
fuori,
pro-
dopo
la pubblicazione delle
Odi barbare, a
greca.
il
Senta
poesia
lettore
come
il
Carducci contraffa
i
la
greca. Egli
la
descrive
preparativi
della
partenza e
zione di
una strada
un freddo
e pio-
incappucciati di nero
vigili,
com'ombre; una
hanno, e mazze
freni tentati
fioca lanterna
di ferro
:
ed
ferrei
rendono un lugubre
gli sportelli
sbattuti al chiudere
vetri la
pioggia.
Giosu Carducci
431
Gi
il
anima
gitta
flammei
occhi sbarra,
il
immane pe
'1
buio
fischio
Questa non
la la
n come
imitarono
imitarono
tedeschi ed
il
il
Tennyson, n come
il
Chiabrera e
Carducci stesso
nell'ode
Per V anniversario
un' alcaica
rifatta
della
fondazione di
Roma;
un
da
po' liberamente:
ma
chi
non sente
ne' versi
me
?
citati l'unit
chi
non sente
si
dissolverebbe (per
mondo d'immagini
che
il
parole
medesime
in
un
, e
altro
pi quel eh'
voi
il
Trezza
della
il
stesso,
che
il
forma poetica, e costituisce, secondo nota Lewes da lui citato, quel centro di associala
al
voler
limitare
campo
delle
lo stesso
che vopen-
campo
delle
immagini
e de'
432
Libro Secondo
sieri,
il
campo
della
sua
creazione. Negate a
Carducci
la facolt
di creare
metrica, ed egli
non scriver
da
da cui son
Io
tolte le strofe
me
riferite.
della
ci
me-
avesse
dato
altro
che
le
Odi
Carducci,
l'arte italiana;
ma
Mazzoni
forse,
del
D'Annunzio
(forse,
anzi
senza
qualche altro
nome mi
sfugge), bastano,
lui; bench',
non
si
potrebbe
dir morta.
e vivere nel-
VI
La prima
luglio
edizione delle
Odi barbare
fatta nel
fatta
una
mio Discorso,
del
poeta, ed
una
433
una incompiuta
sue opere.
st'anno.
le
ma
Una
Lo
molte e
fiere
opposi-
zioni, si
dallo
sgo-
mentare
spetto,
il
gli
facevano di-
quando erano un
Carducci
lo disse
da
se':
Io
mi
sento di nalette-
fuor d'acqua
inclinazione
ci
(i).
Concediamo che
in questa
la
sia
campo
zucche non
si
Ma
che
il
genere
umano non
:
sia tutto
mi
rallegra, e
mi
distrae;
mi
Mi perdonino
ma-
Barbra, pag, X.
Chiarini.
434
Libro Secondo
terialisti: io
non sono
bello
hanno
un
scalmanarsi in
cerca
di la
arvita
umana
un
una bella ed
utile
ma
utile!...
hanno
Quando
considerato
l'
gli
una
vita
avendo
mio quarantanove-
tempo
credei,
Purgatorio
furono
Il
di quel be-
nefizio
e,
bestie che
non sono
altro, si
mettono
c' e
non
ci
pu
essere,
muore
e
il
Purgatorio
fare bottega.
Come
se
preti
non
Giosu Carducci
435
avendo voglia
fare
i
di aprir bottega,
mercanti di cappelli,
i
di scarpe, di generi di
cai,
i
moda,
droghieri,
bec-
salumai,
tutti
rendono pi
Come
se
1'
essere
stata inventata
quella
vita
futura, nella
quale
fosse
uomini
i
avevano
preti, e
Come
se Tesserci
ancora
resistere
alla
la
scienza e la societ
moderna fanno
non
fosse
e'
della gente,
che ha bisogno
opera
loro, della
tiene con
un
questo
beati gli
mare
Oh
gran
citt dell'ignoto!
il
Oggi che
in
mare
continua
ta-
sommersi prima
I
filosofi
ci
gione di essere e
il
suo scopo
la vita di
ogni in-
456
Lilro Secondo
dividuo;
ci
assicurano che, se
1'
muore
l'individuo,
vive immortale
umanit
combattere per
bene
dell'
umanit, che
uomo
non
morire,
dell'
ma
trasformarsi,
atmosfera, in una
nel
un
fiore, in
un lombrico, vivere
memoria
Grazie tante
Ma
io vorrei
maniere
di
!
che
signori filosofi
mi dicessero
se,
della
immortalit dell'intero; se e quanto quelle particelle dell'atmosfera, nelle. quali egli si trasform,
si
dopo
sua morte
il
mi dicessero
e
i
le
piante
fiori,
nel
lui,
sen-
il
437
Commedia.
Perche'
insomma,
io
come
io,
potr
io,
proprio
ste
io,
toccano;
letta,
ma quando
fiore,
sar diventato
una nuvo-
un
un lombrico,
umanit non
me
ne impor-
ter proprio
un bel
non imporil
tarmene
mio
decimo
figliuolo che
non
nato.
di tutte
le frasi
In conclusione, spogliata
so-
ha regalato la scienza
per poi
nulla.
riduce a questo
affaticarsi e soffrire,
un
Morire! ecco
la
essere! ecco
fine,
conclusione dell'essere!
pena
nascere? vale
egli la
pena di vivere?
Ma
tutti
la vita
tutti
l'
un bene per
tutti
amano,
cercano di conservarla, a
dispiace di perderla.
Sta bene:
ma
e cotesto
ti
rode,
43 8
Libro Secondo
vedrai pi splendere
il
sole,
conversare con
gli
che
ti
addormenterai per
non
destarti in eterno,
avvelenarti la vita?
la scienza
ci
La grande
era, torne-
remo a
stare
il
come
si
stava,
prima
di nascere.
Anche
No:
il
non
soffrire,
capisco, qualcosa....
non
soffrire
niente; e questa
di
idea del
e fredda
niente, che
prende forma
una nera
buca
di terra
dove
ti
Oh
remo
le
luminosa faccia
Catone
ne' cui
Beatrice che
meni
in Paradiso a
mangiare
il
leg-
vuole
Di non
maggio,
Carducci
439
Ove
(N patto umano n
L' un da
I
1'
destin ferreo
altra divelle)
poeti e le belle.
E
in
se queste cose,
filosofi positivisti e
mate-
rialisti,
non
meglio
di ci che ci
lasciateci
almeno
tranquilli,
ci
pare e
con
vostri ragionamenti.
di credere
lettori
sono pregati
che
io so be-
fare colle
Odi bar-
bare, e che
mi
sdrucciolata dalla
mi mette
discorso.
in
quale
il
bont dello
liaison fra
ma
la
inutilit
vita e le
Odi bar-
bare?
Se
la vita inutile, le
Ma
m>
Libro Secondo
d'un
in
questo caso
il
non parlare
il
non
scri-
non
far
questo libro.
An-
il
mi ha
empire
di molte
parole inutili la
carta.
meno
della liaison.
critici
barbare
(ci fu
poeta le
il
aveva
scritte
poeta
seguit a
comporne
la
Rela
gina d'Italia,
morte
la
Napoleone Eugenio,
di
Certosa di Bologna,
Cecioni),
le
Madre (gruppo
figlia
Adriano
nozze della
ispirarono nuove odi, che tutte gareggiano di bellezza con le pi belle tra le prime, e qualcuna
forse le supera. Io
non so
se,
abbia
la
niente da
mettere
accanto
all'
ode Per
e a
Sirmione.
in
opu-
il
poeta
in
le
veniva
un volume
1 1
Giosu Cardarci
44
ai
non contandoci
di Platen e di
tedesco
di cui
ho accennato
argomenti,
d'estate
la
e,
poesia in
a
tratti,
i
esametri intitolata
distici
Sogno
e
il
AW aurora,
Chiarone.
VII
Quanto
Odi
tutti
alla
i
esametri
di
senza mistura
versi,
un breve saggio
un
tri-
metro giambico
giambo, imitato
settenari,
il
in italiano
con
la
unione
il
di
due
secondo
composta
ode Saluto
il
italico
come
la poesia bella,
cosi
metro mi pare
riuscito.
Sento
di
non po-
tentato prima
da
altri
non infelicemente;
ma
il
pentametro, tutta
442
Libro Secondo
l'abilit
grande, non
dimostrarlo un verso
non
ci riu-
nessun
altro. Il
distici:
Carducci
ha
fatto soli
cinque di cotesti
non so
se
ma
il
in que' cin-
que n
sono
primo.
il
ritmo seconda
sempre
pensiero, n
tutti
metricamente
corretti.
Leggiamo
il
Lenta fiocca
la
gridi,
Il
ci si
sente
il
suono de l'esametro
il
suono
di
un
settenario e
il
un novenario
ci
italiano
accoppiati, perch
senso stesso
avverte della
il
settena-
Ma
il
secondo verso
pensiero
da una parte ed
si
il
ritmo
dall'altra. Il
ritmo
vuole che
si
faccia
pensiero
si
prosi
nunzi unita
al
la
pausa
se si
faccia avanti e
retta al
non dopo
di essa.
Ora
pensiero, che
anche
in poesia,
secondo
Giosu Carducci
443
povero pentametro
pili
si
;
bell'e
in-
il
lettore,
vece di
lui
povero morto,
trova davanti
e di
il
un
verso composto di
rio
un quinario
il
un novenanovenario
tronco
accoppiati,
quale, se
non
metro,
come
li
fa talvolta
Carducci.
Il
penta-
distico distico
ha
:
lo stesso
stessissimo
Ecco
il
Da
la torre di piazza
gemon,
sospiri d'un
mondo
di criticare, seguitiamo:
In questo distico
mi
suono
di quell'aere Fore,
nel distico
ultimo
metricamente sbagliata
la
tu calmati
indomito cuore
distici della
soli,
sono due
secondo
il
quarto.
Una
in
delle
italiano
non
riesce
il
pentametro
come
lo
444
Libro Secondo
fanno
tedeschi
temente accentate,
e di parole
Ma
lo
un'altra
osservazione mi
preme
di fare.
italiana;
quanto
al
pentametro, probabilmente
ma
fare
tutto
alla
cesura: e per
cesura intendo
l'altra le
sto.
due
verso compola
Nella
cesura
secondo me,
maggiore
difficolt
la
prima
parte
del verso
un
settenario o
un
senario e la se-
conda un novenario.
Perch
il
naturalmente, anzi necessariamente, esser condotto dal senso e dalla disposizione degli accenti
o fare
se
il
la
pausa dove va
fatta, e
settenario
445
sesta, e
il
prima parola
trisillaba ed
ha l'accento
sulla seconda,
come
il
deve perche'
il
settenario doventa
un
decasillabo, e
il
il
senario
un
lettore
poco esperto
la
pausa dopo
e nel secondo se
dopo
o dopo
il
la
nona.
Versi
fatti
cosi
son
difettosi: e
difetto
mag-
giore, se la
ma
quando
il
il
minore,
nell'
esamecitato:
tro del
primo
distico del
Carducci da
me
Lenta
fiocca la
dove, se
il
pausa va
dopo
la parola neve,
il
suono del
Per
la stessa
altri
AWAurora
floride
Ed
in
mezzo
ai vitelli
danzando con
chiome.
446
Libro Secondo
ode
ma
ne han forse un
al-
Carducci
metricamente
pi belli mi paiono in
li
Sogno
d'estate,
bench anche
il
non ne manchi
qualcuno che ha
Per agevolare
difetto accennato.
ai
meno
una volta mi
stampandoli,
venne
mettere
in
mente che
si
potesse,
un segno qualunque o
dove va
e
fatta la
lasciare
uno spazio
nel luogo
degli
l'
esametri
non
;
feci
l'
una cosa n
il
altra.
Non ricordo ma
forse
mi trattenne
pen-
un segno manifesto
della imper-
fezione del
verso.
pare che,
come
nello
versi di
si
il
quatorna
lunque genere
alla fine di
il
ogni verso
lettore che
verso
ne comincia un
altro,
tametro aggiungere
segno o
lo spazio
da
me
pausa,
senza che ci
Uwiiii Carducci
447
s'intende,
me
accen-
riduce a questo,
l'ac-
conda.
Vili
Invano
il
Carducci
nella
prima
dai
cosi
serie delle
lettori
:
Odi barbare
l'ode alla
pigliava congedo
col-
Cura e onor
tu
mi
sei
come
per
l'
Ave, o rima! e
dammi un
fiore
amore,
Invano dichiarava:
tori co'
i
let-
che
io
latina.
si
pot, e
non si potr
forse
44&
Libro Secondo
ei la
vo-
che
le
il
suo divorzio
Ad ogni nuova
buona
fuori, quella
ammiccavano
fra loro,
dicendo:
Vedi
vero
eh? che
e
ci
il
rima
Peccato
che un ingegno
grande
si
ostini a
non scrivere pi
amori della
l'ode
rimata!
qualcheduno di costoro
di poesia,
delle
ci
si
metteva a parlare
il
poesie
del
Carducci, e
mio
interlocutore a
un
Per
me
il
Clitumno
del Carducci.
io, e
E l'ode Alla
Stagione,
e
opponevo
quella
si,
Sirmione!
il
Oh,
Carducci
scorrere
tore
un gran poeta.
si
il
seguitava a di-
un pezzo: finalmente
lasciava,
mio
:
interlocu-
mi
Peccato
Gii
<
'arditeci
449
Eppure
il
fatto di-
vorzio dalla
periodo delle
serie, dal
prima
sciando stare
versi
sciolti
in
(bench
odiatori
della
poesia
barbara, che
di dire che
i
ammirano
versi sciolti
appartengono
la
rimata), lasciando
stare
citata
ode rimatis-
egli
compose
in quel
tempo
la
/ due
un
pezzo innanzi
Sacra
di
Enrico V, ripubblicata
l'influenza
storica
dei
in
romanza
ottonari intitolata
e
Lucca
Pisa, ancora
inedita
non
finita,
e che a
me
pare
fra le
Interiner, co-
come
il
Brindisi ai morti,
Per un inverno
di cinque
mesi
(io
ne
dimentico certo
detto,
qualcuna),
composte,
come
in
meno
Chiarini.
450
Libro Secondo
delle
Nuove
paesaggi viventi,
il
come
dell'
li
chiam con
felice
parola
Panzacchi,
dell'Adda, di Bologna, di
talora con
Roma, paesaggi
dipinti
un verso od un emistichio;
i
le gioie
calde e serene, e
compenetrantisi con
le
la serenit
con
le
ebbrezze
con
il
condanna
ligiose del
medio evo,
dall'
riabilitazione e
condanna
annunziate
Inno a Satana ed
esplicantisi pi
Clitumno;
l'alto
gloria nell'odi
Dinanzi
terme
di Caracolla,
Roma,
si
si
suggellano,
e
si
compiono,
sdegni del
acquetano
imprecazioni
gli
poeta,
fiammeggianti ancora
vivi
caldi
nei
Giambi ed Epodi;
con tanta
e di espressione
Giosu'c
Carducci
451
nella
dell
1
Interiner sono
delle
gimento
che
si
Nuove
la
un'opera
credeva
pi alta
Ma
dopo
le
poesie scritte
di
73, eccettuata la
Cannone
le
Legnano,
spe-
Odi barbare,
francamente quando
manoscritte
inedite
tutte
le
nel
maggio
del
76
lessi
Odi barbare
e le altre poesie
la
composte
confermai quando
prima
serie.
Io
non so
se la
preferenza data da
altri
me
a queste poesie,
e dagli
che con
me
le
pure mi-
nima,
nell'
indurre
il
Se o
l'
l'
ebbe,
ode
Garibaldi, o quella
Per
la
morte di
Napoleone Eugenio,
mia preferenza.
Dopo
la
Odi barbare
scrisse
452
Libro Secondi
scrisse
il
Canto dell'amore,
pensato e cominciato nell'ottobre del 1877 in Perugia e pubblicato dallo Zanichelli nel gennaio
del
1
878,
un
pub-
blicato
litico,
non mi ricordo pi
e ripubblicato
da parecchi
la poesia
pel Processo
Fadda stampata
non so se pi
Domenica
(1), e
ma quelle
tre
amore
compagna
e quali frutti
che
le si riavvicina.
il
Con
quelli
quali
poeta, se
i
proprio poeta, ha
diritto, diritto
entro
campi
pare
cre-
che
gli
si
:
quando
come
i
gli
piace;
quali
dono
lecito di fargli
in
tubai
composto troppo
in quest'altro, tu ieri
ma
l'odio, tu oggi
fica,
ma un
sonetto,
ma
il
tristo,
con costoro
inutile,
d'
inutile discorrere,
Se non
fosse
poeta ha pi
(1)
Anno
I,
Giosiic
Carducci
453
IX
Dopo
la
pubblicazione delle
Nuove
Poesie, la
Germania, dove
pi
d'un
traduttore.
brand avea pubblicato nella sua Italia una versione tedesca dell' Inno a Satana fatta da Giulio
Mommsen, passando
in
casa del
discorso
sulle
Odi barbare,
una
novit, ebbe
da esso notizia
notizia intendo,
seria
e
non come
mentata.
le
porta la
fama,
ma
docuil
un
un momento
l'ospite
and
volumi
essi. Si
delle
torn
con
nuova metrica
il
parere del
Mommsen
che
ode asclepiadea
riu-
la saffica
j4
>'o
Secondo
me-
non
bisogno
di dire
le
ragioni
dandosi espresse
il
desiderio di
con se
Malfate
ben
lieto di sodisfare.
il
Carducci riceveva d
nente
se. te
;
Odi barbare,
l'ode Alla
rima
due
Nuove
Mommsen,
tradotte
in panie di
un amico
il
Erano
dal
Mommsen
le
Canto
dell'Italia eie
va in Campidoglio,
minciano
U albero
odi In
a cui stendevi
La
pargoletta
mano,
Alla
le
Regina
d'Italia, e
mano
del
Mommsen
musa
que-
complimento
rifare
il
mai
saffico vero.
1
Per
la
tedesca,
li-
Veramente
il
complimento era
scritto in versi
ma
le
io
ho
c r eduto che
non
ci
Come
sono,
uomo non
Giosn Carducci
455
la
intelligenza dell'italiano,
quanto
alla metrica,
assolutamente
perfetti.
Una
tradotte
fatta
da Betty Jacopson,
una signora
e
di
Cannone di Legnano.
l'illustre
traduttore delle
voluto portare
il
italiani lusinghiera, di
volume
di
liri-
da
ha un' appendice
italiani.
Rimembrante
Sui campi di
Marengo
i
quali quello
Al bove,
Odi barbare,
fra le
delle
Nuove
odi barbare.
Tre
di queste traduzioni
edizione di esse
Nuove
456
Libro Secondo
Al
di l della
Manica
pi
le notizie
della nostra
letteratura
arrivano
tarde
pi scarse.
citt, le
poeti inglesi
amano molto
l'arte, le
me-
morie
il
non pochi
di essi,
le ispi-
e de' pi grandi,
amarono
la nostra lettera-
provarono
in
anche a scrivere
rale
gl'Inglesi,
in versi
si
italiani.
Ma
di
gene-
quando
(e
i
tratta
letteratura
al
italiana, preferiscono
hanno ragione)
mo-
derno
l'antico, ai vivi
La
Edinburgh Keview
del
di quest'anno
ha nel volume
Cossa
e sul
gennaio un lungo
scritto
sul
noscenza; larga,
ma
prima
serie delle
ci
che
vi
alle
Poesie, dalla
biografa del
Borgognoni
dalla
Odi
barbare.
Ma
sono felicemente
tra-
dositi;
Carducci
457
dell'amore.
Fra
le
Odi barbare
:
il
Nella jpia\\a
di
San PeCli-
tumno.
Forse
egli
dice,
l'assoluta
pa-
ha
de' suoi
materiali
poetici.
di ferro-
di
una stazione
d'autunno, con
di
tutti
un convoglio;
farla in
un metro
classico e
con
modo
da pro-
durre
nella
l'
mente
ci
ma
noi crediamo
la
tale
(1).
im-
presa
sia
una
di quelle della
prima
fatto pi
impressione
di quelle a
sugli stranieri: in
anche una
cui
traduttori
hanno dato
la preferenza.
(1)
58.
458
Libro Secondo
X
Il
Carducci
serie
in
meglio
ordinate
e rispondenti ai vari
ingegno.
quale
gli studiosi
retrocedere,
la
via splendidamente
modificarsi e svolgersi
movendo
dalle
poesie
il
dei Juvenilia,
affatto
gli
Epodi
e le
dei quali e
pi intima-
mente moderno
Di questa edizione
finora tre
volumi
come un fram-
mento
di
delle
in
memorie
tempo
cui furono
Il
poesie rac(Juvenilia),
colte nel
volume.
primo volume
comprende
le
poesie
com-
Giosu Calducci
459
poste fra
il
iS5o e
il
1860, salvo
il
Prologo, cci865,
ri-
comprende
il
d'argomento
e
il
civile
politico
composte
tra
1867
1872.
Un
credo,
tutte
le
il
poesie in
1867; un
le
prime e
volumi
Carducci da"a
la
giovinezza alla
nel
primo
preparazione,
altri
secondo
la
formazione,
negli
tre
la
creazione.
Quando
si
pensa che
il
egli
ancora per
l'arte
che sono
la passione
sua pi ani
pi costante, pi pura?
La
risposta che
fatti
sar,
non
e'
dubbio,
nuova cagione
FINE
^^^^^^'$Q-Ji Q%&$&$$a$Q&3$&3&
!
INDICE
Libro Primo
Percy Bysshe Shelley Algeknon Charles Swinbukne Due poeti inglesi giudicati da un poeta
pag.
5
italiano
53 S5
Enrico Heine:
Su l'Atta Troll
Sul Deutschland
109
149
Libro Secondo
Giacomo Leopardi: Frammento I
181
Frammento
II
219
e le
due elegie
235
dell'
Jacopo
Orti>-
257
295
Giosu Carducci
(Avanti
il il
1869)
1869)
339
389
(Dopo
c^sf
:.dS
j*
PLEASE
DO NOT REMOVE
FROM
THIS
CARDS OR
SLIPS
UNIVERSITY
OF TORONTO
LIBRARY