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C
CaCO3 900
CaO CO2 ( gas )
Ossido di calcio
o
calce viva in zolle
Carbone,
gas naturale,
olio minerale
Dimensioni: Ø = 2-4 m
h = 15-25 m
Produzione: da 8 a 10 t di calce
per m2 di sezione ogni 24 h
(1930)
Calce aerea: forni a tino
Calcinelli: granuli di CaO cotto a morte nel
grassello.
Un eccesso di cottura porta alla formazione di CaO sinterizzato a bassa superficie
specifica che non si idrata durante il processo di spegnimento ma solo lentamente e
dopo che il grassello è stato messo in opera e si è indurito.
L’aumento di volume conseguente alla loro idratazione ritardata genera tensioni
interne e successive perdite di materiale negli intonaci a calce.
CaO Ca(OH)2
H 2O
Calce aerea: spegnimento
La calce viva deve essere trattata con acqua per dare calce
spenta (idrossido di calcio):
CaO H 2O Ca (OH ) 2 Q
aumento di volume
56 g + 18 g 74 g Leggermente
1 mole + 1 mole 1 mole superiore
CaO + H2O Ca(OH)2 + Q
Calce viva Stech. Calce idrata
in polvere
Sospensione
CaO + H2O acquosa di
Calce viva Eccesso Ca(OH)2
GRASSELLO DI
CALCE
Spegnimento di una zolla di calce viva
Sospensione acquosa
di cristalli di
idrossido di calcio
2. Indurimento Carbonatazione
H+
CO2 (g) CO2 (s)
HCO3-
CO3-2
OH-
Ca(OH)2
CaCO3
Ca++
CaCO3
CO2(s)
Ca(OH)2
CO3--
Ca++ OH- HCO3-
Affresco
CO 2 (g ) CO 2 (s)
2 (CO 2 (s) H 2O HCO 3 H )
L’acqua, resa acida dall’anidride carbonica, è in grado di attaccare il carbonato di
calcio con cui viene a contatto:
CaCO3 H Ca CO 2 (s) H 2O
Sommando le tre reazioni precedenti si ottiene la reazione complessiva:
solido soluzione
L’ AFFRESCO
L'affresco è un'antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con pigmenti
stemperati in acqua su intonaco fresco.
In questo modo, una volta che l'intonaco si consolida, il colore viene completamente
inglobato, acquistando così particolare resistenza all'acqua e al tempo.
Adatta alle grandi rappresentazioni narrative, decorative e didascaliche.
Nasce a Creta (1550 a.C. palazzo di Knosso).
In epoca romanica il lavoro delle maestranze di affrescatori veniva svolto sempre per
"pontate", ma la tecnica inizia a raffinarsi.
Viene introdotto l'uso di paglia, cocci, stoffa all'interno dell'impasto dell'arriccio e
dell'intonaco, per mantenerne l'umidità e permettere un tempo di stesura pittorica
maggiore.
Nel XIV secolo la tecnica dell'affresco conosce in area centro e sud europea una
grande diffusione. Due importanti innovazioni sono introdotte dalle maestranze
dell'epoca: l'uso del disegno preparatorio (la sinopia) e lo svolgimento del lavoro non
più a pontate, ma a giornate.
Con il Rinascimento, l'affresco conosce il momento di maggior diffusione. In area
centro-italiana è abbandonato l'uso della sinopia (che in altre aree sarà invece usata
fino alla fine del XVI secolo) e viene introdotto l'uso del cartone preparatorio o per
incisione indiretta.
Nel XVII e nel XVIII secolo, il mutamento del mercato dell'arte e dei rapporti di potere
tra artisti e committenti si ripercuote anche sulle tecniche pittoriche quali l'affresco.
La preparazione del supporto pittorico è sempre più raffinata (gli affreschi conservati
risalenti a quest'epoca sono, infatti, in numero molto maggiore rispetto alle epoche
precedenti). Lo sviluppo del cartone preparatorio era preceduto dal bozzetto, cioè un
disegno in scala, molto particolareggiato, dell'affresco; il bozzetto veniva sottoposto
al giudizio del committente e, se approvato, si procedeva con l'esecuzione.
La struttura dell’affresco
Si compone di tre elementi: supporto, intonaco, colore.
Il supporto, di pietra o di mattoni, deve essere secco e senza dislivelli. Prima della
stesura dell'intonaco, viene preparato con l'arriccio, una malta composta da calce
spenta o grassello, sabbia grossolana di fiume e, se necessario, acqua, steso in uno
spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme possibile.
L'intonaco (o "tonachino" o "intonachino") è l'elemento portante dell'intero affresco.
È composto di un impasto fatto con sabbia fine, polvere di marmo, calce ed acqua.
Il colore, che è obbligatoriamente steso sull'intonaco ancora umido (da qui il nome, "a
fresco"), è di natura minerale, poiché deve resistere all'alcalinità della calce.
L'ultimo strato, la calcina (una crosta vetrosa), é il risultato della carbonatazione della
malta di calce che, disidratandosi produce un involucro protettore trasparente che
ingloba i pigmenti e li fissa definitivamente.
La struttura dell’affresco
La sabbia deve essere di buona qualità e deve preferibilmente provenire
da un fiume. Non si utilizza mai sabbia marina poiché contiene salnitro
(nitrato di potassio), né ferruginosa, che potrebbe causare la comparsa di
tracce rosse sull'affresco. La sabbia deve essere perfettamente pulita.
Attenzione :
la malta idraulica è una calce derivata dal calcare contenente argilla che
forma idrati e non carbonati. Non è dunque adatta per gli affreschi perché
non fissa i colori.