Sei sulla pagina 1di 41

Relazione d’aiuto

nella disabilità

Dott. T. Di Iullo
Psicologo, Psicoterapeuta
Relazione d’aiuto: definizioni

“Relazione in cui almeno uno dei protagonisti ha lo


scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo
sviluppo, la maturità e il raggiungimento di un modo
di agire più adeguato e integrato”

(Rogers, 1951)
“Relazione professionale nella quale una persona deve
essere assistita per operare un adattamento personale
a una situazione verso cui non è riuscita ad adattarsi
normalmente.”

(Mucchielli, 1983)
“Incontro fra due persone, di cui

una si trovi in condizioni di


sofferenza/confusione/conflitto/disabilità (rispetto a una
determinata situazione o a un determinato problema) e
un’altra, invece, dotata di una grado “superiore” di
adattamento/competenza/abilità rispetto a queste stesse
situazioni o tipo di problema”.

(Folgheraiter, 1987)
Le relazioni d’aiuto
Comprendono gli interventi professionali effettuati da assistenti
sociali, animatori, educatori, infermieri ecc.
• Obiettivi specifici primari:
di apprendimento, di soluzione di problemi attinenti la sfera
materiale, di socializzazione, di riabilitazione, in funzione delle
diverse competenze professionali.

L’aiuto psicologico può essere considerato come obiettivo


secondario che si manifesta in maniera indiretta mediante:
incremento autostima, stabilità emotiva, integrazione sociale
(conseguenti in parte ai cambiamenti e alle nuove acquisizioni sul
piano reale, in parte alla qualità della relazione interpersonale con
l’operatore).
(Fulcheri, 2005)
• Tra le professioni che implicano l’aiuto rientrano
tutte quelle professioni (nell’ambito delle quali
rivestono un ruolo decisamente importante la
relazione, la comunicazione e l’aiuto) che non hanno
come prioritario l’obiettivo di fornire uno specifico
intervento di aiuto psicologico;

• Tra le professioni basate sull’aiuto rientrano tutte


quelle il cui elemento caratterizzante è costituito dalle
varie modalità di aiuto psicologico.
(Fulcheri, 2005)
Prevenzione primaria
La relazione d’aiuto, insita nelle professioni che implicano
l’aiuto, appare, pertanto, connessa alle pratiche relative alla
promozione del benessere e della salute psico-fisica.

Prevenzione secondaria e terziaria


Le specifiche professioni che si basano sull’aiuto appaiono
connesse tanto alle problematiche relative all’intervento sul
malessere e sul disagio, quanto agli scompensi
psicopatologico-clinici.
(Fulcheri, 2005)
• La riabilitazione:
“Il termine riabilitazione richiama da subito quello di lacuna, di
carenza, di mancanza, di deficit (fisico, psichico o anche
sociale) e di tecniche atte a eliminare o quantomeno a ridurre
l’impatto di siffatta lacuna sull’individuo che ne è portatore,
nonché su coloro che con lui si trovano a interagire” (Stella,
2000).
“La riabilitazione è l’insieme delle misure mediche, psicologiche,
psichiatriche e sociali che si armonizzano all’interno di un
programma elaborato e orientato alla restituzione o alla
conservazione dell’autonomia ottimale, o comunque della
migliore autonomia possibile” (J. Wertheimer, 1981).
• Si indica, con il termine Handicap (dall’inglese:
cappello in mano), secondo la definizione dell’OMS,
“uno svantaggio recato ad un soggetto, risultante da
una minorazione o da una disabilità, che limitano o
impediscono l’espletamento di un ruolo considerato
normale per l’età, il sesso e le caratteristiche sociali e
culturali di tale individuo, cioè la somma di svantaggi
sociali e ambientali che derivano da malattie,
invalidità o inabilità (tale minorazione può essere
fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o
progressiva)”.
• Si definisce Invalidità la perdità di una funzione o di una
parte anatomica, fisiologica o psicologica, mentre per
Inabilità si intende la perdita della capacità di eseguire
attività quotidiane, come camminare – parlare – vestirsi –
alimentarsi ecc (non sempre esiste una relazione diretta tra
invalidità, inabilità e handicap); la riabilitazione tende a
ridurre al minimo l’inabilità e l’handicap.
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

La disabilità comporta certamente dei problemi, che devono essere


affrontati e possibilmente risolti, ma la persona disabile ha
soprattutto bisogni umani che devono essere soddisfatti.

Se tentiamo di risolvere i problemi senza tener conto dei bisogni


commettiamo una grande ingiustizia, perché trattiamo i disabili
come non – persone.

Si tratta di una sfida che impegna tutti in primo luogo sul piano
culturale e subito dopo su quello metodologico, ma che richiede
una grande maturità personale
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

E’ come se la maturità dei familiari/care-giver costituisse una pre-condizione

per aprire la strada alla conquista da parte del disabile di una sua maturità,

inevitabilmente immatura, che è l’unica possibile e che “ va bene così ”.


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

L’intervento dell’adulto sul disabile dovrà avere lo scopo di

aiutarlo a:
- diventare autonomo;
- imparare il modo migliore per superare gli ostacoli;
- conoscere la realtà;
- interagire con gli altri.
IL PERCORSO

ACCOGLIENZA

ACCERTAMENTI

RESTITUZIONE
FASE PRE - INTERVENTO

• Accoglienza del problema;

• Raccolta dei dati anamnestici;

• Osservazione;

• Strumenti di valutazione: test, questionari, check list.


Raccolta dei dati anamnestici

1. Anamnesi (o storia): gravidanza, parto, prime tappe dello sviluppo …

2. Scuola

3. Famiglia

4. Attività extrascolastiche

5. Socialità e amicizie
Osservazione

L’osservazione diretta del comportamento consente:

– di studiare il fenomeno nel modo più naturale possibile;

– di comprendere il modo in cui un dato comportamento si manifesta;

– di studiare la relazione tra comportamento e contingenze ambientali.


FASE PRE - INTERVENTO

Successivamente alla valutazione del problema si passa ad una conoscenza più


approfondita del bambino quale persona, raccogliendo informazioni riguardanti il suo
ambiente di vita, i giochi, le attività preferite, etc …

Queste informazioni sono necessarie per pianificare un intervento “su misura”,


rispettando lo sviluppo cognitivo, affettivo caratteristico della fase evolutiva in cui il
bambino si trova.

 
Nella richiesta di consulenza è implicita non solo la formulazione
della diagnosi psicologica quant’anche e soprattutto:

 Una spiegazione del “cosa succede e perché”


 Una indicazione sul “cosa fare”
 Un consiglio sul “percorso da seguire”

Ma soprattutto emerge chiaramente una necessità di essere accolti


e di sentirsi compresi nelle proprie ansie, paure, preoccupazioni.
Accoglienza

1. Colloquio con i genitori per la raccolta di notizie anamnestiche relative al


versante cognitivo, educativo e scolastico; la storia del bambino dal punto di
vista relazionale con riguardo ai primi anni di vita. I vissuti del genitore nei
confronti del bambino e del problema e il tono della relazione;

2. Colloquio di accoglimento del bambino: esplorazione di avvio degli aspetti


emozionali e motivazionali del disturbo, attraverso una conversazione distesa
e rassicurante che favorisca nel bambino la collaborazione.
Accertamenti

1. Appare opportuno rimarcare che la verità della scienza e il valore delle


tecniche devono essere giudicate in relazione al servizio che esse rendono
all’uomo e che il rispetto incondizionato della dignità dell’uomo deve
almeno regolare e prevenire il danno di una scienza e di una tecnica
preoccupate più di se stesse che dell’uomo cui devono servire.

La valutazione psicologica del bambino non deve servire a dimostrare


che lo strumento è valido o peggio ancora che l’operatore è bravo.

2. Gran parte del successo terapeutico, dipende dall’uso adeguato degli


strumenti utilizzati i quali devono essere cercati e/o proposti nell’ambito della
principale attività infantile: il gioco.
Accertamenti

3. Nella lettura dei disegni dei bambini occorre ricordare che ogni
produzione umana, ogni messaggio acquista significato solo in
relazione a chi lo emette e che la chiave degli stessi non la possiede
lo psicologo, ma solo l’autore del messaggio stesso che perciò
deve essere “ascoltato” con rispetto e con quella umiltà scientifica
che deve appartenere a chi si avvicina all’uomo come ad un mistero,
certamente il più grande;

4. Prima si somministrare qualsiasi test, è opportuno ripartire dal


colloquio con il bambino avvenuto nel momento dell’accoglienza,
allo scopo di verificarne la motivazione e la disponibilità alla
collaborazione.
Strumenti

1. Valutazione assetto emozionale

2. Valutazione assetto cognitivo

3. Valutazione assetto psicomotorio

4. ……………………
RESTITUZIONE

Colloquio con il genitore Colloquio con il


bambino
Colloquio con il genitore per:
 Una illustrazione esauriente e adeguata della diagnosi
 Per una dettagliata descrizione delle funzione
 Per la proposta e la condivisione del percorso terapeutico

A questo momento si dovrebbe dare molta importanza perché


il genitore è parte integrante del successivo percorso terapeutico.

Non è parte integrante solo perché è l’esercente la potestà genitoriale,


bensì con il suo comportamento atteggiato a fiducia e speranza incide
direttamente sulle motivazioni del bambino.
Restituzione
Il genitore lo si coinvolge:

1. Dialogando con lui;


2. Comunicando sì la diagnosi ma donandogli sempre la speranza che deriva dall’analisi delle
potenzialità del bambino, dai metodi e dalle tecniche di cui disponiamo, dalle strutture che
accoglieranno loro e il figlio,
3. La comunicazione deve utilizzare un linguaggio accessibile, adeguato e concreto affinché
le informazioni che man mano andiamo a dare possono essere rintracciate dal genitore nei
comportamenti quotidiani del figlio;
4. E’ il genitore che conosce meglio di noi il proprio figlio: la conoscenza del figlio magari va
meglio organizzata integrando le nostre conoscenze tecniche al fine di aiutarlo a creare
nessi con il problema
5. Il genitore deve sentirsi coinvolto nella scelta del percorso successivo e deve sentirsi parte
attiva assegnandogli funzioni che sicuramente non devono essere quelle del tecnico;
6. Il genitore, non da ultimo, deve sentirsi accolto nella sua condizione emotiva.
Restituzione

Colloquio con il bambino al fine di:

 comunicargli le conclusioni delle valutazioni


 discutere insieme delle attività future
 ri – motivare il bambino rispetto al percorso successivo
“DALLA CURA
AL
PRENDERSI CURA”
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

INTEGRAZIONE

IL TERMINE EVOCA UNO STATO DI


COMPLETEZZA,
UNA CONDIZIONE DI INTEREZZA,
QUALCOSA DI INTATTO
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Vivere il processo di integrazione significa partire dal presupposto di essere


incompleti.
Integrare significa prendere coscienza dei limiti e delle potenzialità di tutti
e di costruire sulla base di questa consapevolezza una realtà di
complementarietà e interscambio tra tutti in cui ognuno è responsabile in
una logica non più lineare ( gerarchica ) ma reticolare.

Integrare, quindi, non significa inserire un elemento nuovo, estraneo e


potenzialmente destabilizzante, ma ripensare e ricostruire su basi nuove
l’intero progetto diretto al singolo e finalizzato a compiere :
la sua “ integrità “ come persona.
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

In sintesi:

L’integrazione non riguarda solo dei soggetti, i disabili, che avrebbero


difficoltà e bisogni speciali

L’integrazione riguarda tutti perché tutti abbiamo difficoltà particolari


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

IL PROCESSO
ABILITATIVO / RIABILITATIVO

è caratterizzato da una metodologia che è possibile definire


una
metodologia delle integrazioni
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Potenziare ogni singola regione Favorire l’integrazione delle


attraverso l’utilizzo di tecniche regioni tra loro.
specifiche, ad esempio: In tal senso la riabilitazione mira a
1. strumento linguistico favorire una maggiore integrazione
2. immagine mentale del:
3. esecuzione prassica
1. Linguaggio con l’azione
….. Quindi …… 2. Linguaggio con l’immagine
mentale
1. logopedista 3. Intenzionalità rappresentativa con
2. psicomotricista l’esecuzione prassica
3. terapista della riabilitazione
Favorire = Trasformare
Potenziare = Cambiamento
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Potenziare Favorire
(Cambiamento ) (Trasformazione )

Attraverso l’utilizzo di tecniche Lavorando su almeno due settori che


specifiche la riabilitazione opera su devono essere integrati tra loro e non
un singolo settore e l’obiettivo e il necessariamente l’obiettivo coincide
risultato coincidono. con il risultato.
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Il percorso trasformativo trova ragion d’essere nella consapevolezza

che il disabile è uno, e conseguentemente può essere conosciuto e

accolto solo attraverso un approccio globale alla sua persona e non

attraverso la segmentazione di funzioni in microsegmenti di efficacia.


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

EFFICACIA / AUTOEFFICACIA

Bandura prevede la comparsa dell’autoefficacia nel bambino con la compara

della funzione simbolica poiché essa consente nuove integrazioni :

1. del linguaggio con l’azione ( autovalutazione )

2. dell’immagine mentale con l’azione ( automonitoraggio di un programma di azione )


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

L’ autoefficacia come sentimento di poter esprimere il proprio sé

psicologico nel sociale trova la sua condizione nella competenza di

integrare tra loro le diverse funzioni psichiche.

E’ corretto sostenere che il benessere della persona (ossia la

possibilità di poter esprimere il proprio sé all’esterno) è resa possibile

da una maggiore flessibilità con cui la stessa utilizza in modo

integrato le sue competenze.


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Da quanto sopra detto deriva che il cambiamento è meno vicino al benessere della

persona di quanto invece lo sia la trasformazione poiché quest’ultimo mette in campo

la globalità della persona e non un solo settore.

Dal momento in cui la persona inizia a percepirsi :

uno (nella misura in cui le funzioni si integrano) ed unico (nella misura in cui è

assolutamente singolare il modo in cui ciascun bambino lega tra loro gli

apprendimenti) la motivazione ad esprimere il proprio sé si accresce, facendo

lievitare il suo ben – essere.


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Inoltre il metodo delle integrazioni è essenziale nel definire le risorse della persona e

le sue potenzialità che vengono ricercate non più nelle competenze deficitarie ma in

ciascun’ altra competenza che possa prestarsi ad integrarsi con la prima.

Doppia definizione di risorsa della persona:

1. Risorse rispetto ad una singola competenza;

2. Risorsa rispetto al campo delle integrazioni possibili che una competenza può
stabilire con un’altra competenza.
IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE

Da questo punto di vista il concetto di sviluppo prossimale di Vigotskij è un

concetto cardine della riabilitazione/abilitazione.

Esso non va letto solo in funzione del potenziamento (cambiamento) della singola

abilità (l’abilità immediatamente successiva che la persona può apprendere) ma

anche rispetto ai nuovi legami tra funzioni psichiche che si riescono a produrre.

La zona di sviluppo prossimale è l’insieme delle competenze che sono più

prossime ad essere legate tra loro.


IL VALORE DELLA PERSONA
INTEGRAZIONE UNA POSSIBILE DEFINIZIONE
In conclusione la riabilitazione/abilitazione diviene pratica di produzione di

benessere della persona attraverso:

1. L’accoglimento della globalità del soggetto;

2. Il riconoscimento della unicità della persona.

Essa trova nel metodo delle integrazioni il metodo principe attraverso cui la persona:

1. Costruisce le modalità espressive del sé

2. Ricerca la propria autenticità ed unicità;

3. Recupera un rapporto costruttivo con la realtà;

4. Percepisce il rimaneggiamento che può essere fatto del proprio deficit attraverso il
ricorso ad altre competenze

Potrebbero piacerti anche