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una catena d'argento; ed è abitudine dei fedeli, una volta ricevuta la comunione,
salire uno alla volta - utilizzando dei gradini - fino a questo piccolo vaso, per
assaporare il dono del liquido celestiale: infatti, è gradevole al gusto e salutare al
Additamentum
tatto. [6] E quindi molti che sono affetti da lunghi accessi febbrili, quando bevo- BHL 5949
no quest'acqua, ottengono immediatamente il sollievo di una rapida guarigione.
[7] E sono davvero tanti e diversi i modi in cui guariscono qui i malati che giun-
gono numerosi ed è comprovato che avvengono molti miracoli che sono possi-
bili solo alla potenza dell'angelo; ciò si verifica soprattutto nel giorno della sua A A 1 Am 1 Be C2 Ca Ca 6 La Lu VS·6 V8 Va 1 Va2 Va4 Va5 Va 6 Rip
festa, quando dai territori limitrofi affluisce una quantità di fedeli maggiore del
solito e si crede che l'intensità della virtù angelica sia in qualche modo superiore, Anno dominic~ incarnationis quingentesimo sexto, indictione quarta
cosicché sembra realizzarsi in forma concreta ciò che l'apostolo ha affermato in
decima,
senso spirituale, perché «gli angeli sono spiriti incaricati di un ministero, inviati
regnante piissimo imperatore Ze- secundum chronicam octabo idus
per servire coloro che ricevono l'eredità della salvezza». In Cristo Gesù, Signore
none. In sede vero apostolica urbis maias, inventa est cripta in monte
nostro, amen. 5
5 Rom~ presidente Gelasio presule. Gargano beati Mychahelis archan-
In civitate autem Sipontina preerat geli, regnante Zeno imperatore in
Prnescriptio: DE MODO FUNDATIONIS ET REVELATIONIS cCCLESIE BEATI MICI-IAELIS ARCHANGELI
A 1 • lii KAI.F.NOAS OCTUBRIS. INCIPIT TRACTATVS DE DE:DICATIONE BASILJC~ SANCTI MICHAELIS
ARCHANGl:LI. IN ILLO TEMPORE Am1 - ll1 KALENDAS OCTOBRIS. DEDICATIO BASILICE SANCTI
MICHAELIS ARCHANGELI. IN ILLO TEMPORE C2 - III KALEND,\S OCTOBRIS. INCIPIT DWICATIO VEL
INVENTIO BEATI MICH/\ELIS ARCHANGELI. IN ILL.0 TEMPORE La Lu - INCIPIT INVENTIO 8/\SIT.ICE
BEATI MICHAHF.1.1S ARCHANGELI V6 - lNVENTIO SANCTI MICHAF.I..IS ARCHANGEU IN MONTE
GARGANO Be· III KALENDAS OCTOBRIS. DEDICATIO SANCTI MYCHAHELJS Va~ - INVENTIO SANCTI
MICI IAELIS ARCH!\NCEU Vn5 - INVENTIO ET DEDICATIO SANCTI MICI IAELIS ARCHANCELJ Va6
1 ante anno, add. In \/" I dominic~ ... 3 secundum chronicam] cf. Erchem. Cas.
sexto] quingentesimo sexto ab incama- 27
tione domini nostri Ihesu Christi V 6 Va 1
nisi quingentesimo tricesimo sexto
\/a5•6 (q. trizesimo vi ab i. d. n. I. C.J Rip:
quadri(n)gentesimo nonagesimo tertio
testantur 'Legenda princ. ang.' et Ughellius 3 secudum dtronicam om. Va 6 : chro-
I ante quingentesimo, add. fere V 8 I nica Rip Va 5 I octavo Rip Vn1 Il 4 magii
quinquagesimo sexto Lu Il 3 regnante Va5 I inventa est] inventio erit Rip :
piissimo] imperante V6 I imperatore om. inventio est Va 1 I inventa ... archangeli (l.
Be, post Zenone transp. V6 I Zenone s.l. 6)] inventio beati michaelis in monte
Vn 1 Il 4-5 sede ... Rom~] presulatu autem gargano Rip Va5, (michaelis archangeli
romane sedis \/6 I ante presule, add. inventioJ Va 6 : inventio est cripte beati
sanctissimo V• I presule] pontefice \/6 : Michaelis in monte Gargano Va 1 Il 6
preside Va 1 Il 6 autem] quoque VS V-' I Zenone Va5•6 : Zenon Rip
Sepontina C 1 I In... preeratJ cathedram
vero Sipontinam tenente V6
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132 Traduzione Trnduzione133
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sempre al cospetto del Signore e, decidendo di abitare questo luogo terreno e dei messaggeri per consultare il vescovo di Roma su che cosa si dovesse fare.
di proteggerlo, con questo segnale miracoloso ho voluto dimostrare di essere [4] Questi allora si trovava per caso sul monte Soratte, distante circa cinquanta
custode vigile di tutto ciò che qui avviene e del luogo stesso». [8] In seguito a miglia da Roma (che gli abitanti chiamano' di san Silvestro', perché anche questo
queste scoperte, avvenute attraverso la rivelazione, i cittadini presero l'abitudine papa un tempo era vissuto lì esule [si era nascosto per la persecuzione religiosa]),
di invocare qui, con le loro preghiere, il Signore e san Michele. [9] Scorgendo e fece riportare tali disposizioni: «Se spetta all'uomo consacrare quella basilica,
colà due porte - una delle quali, orientata a sud, che era anche più grande, po- ciò deve essere fatto proprio nel giorno in cui fu concessa la vittoria; se invece il
teva essere raggiunta per mezzo di una serie di gradini volti a occidente - ma santo protettore gradirà che si faccia diversamente, in quel giorno e non un altro
non osando inoltrarsi nella cripta, attendevano alla preghiera quotidianamente, si deve ricercare la sua volontà in merito. [5] Ed essendo esso imminente, fac-
davanti all'ingresso. ciamo perciò questo entrambi, un digiuno di tre giorni con i nostri concittadini,
invocando la Santa Trirùtà affinché porti fino a compimento i doni che ha voluto
[3, l] Frattanto i Napoletani, che erano ancora in balia dell'errore dei riti pagani, concedere attraverso il sommo ministro della sua sede». [6] Fu fatto come aveva
tentano di provocare a battaglia i Sipontinì e i Beneventarù, che distano da Si- suggerito il vescovo. [7] In effetti, durante l'ultima notte del digiuno prefissato,
ponto centocinquanta miglia. [2] Costoro, guidati dalle direttive del loro presule, l'Angelo del Signore, Michele, apparendo in visione al vescovo sipontino, «Non
chiedono tre giorni di tregua, affinché con un digiuno di tre giorni fosse possi- spetta a voi - disse - consacrare la basilica che io ho costruito, perché io stesso,
bile implorare, quasi come un patrocinio sicuro, la protezione di san Michele. che l'ho fondata, l'ho anche consacrata. Voi limitatevi solo ad entrarvi e, sotto il
[3] Nello stesso frangente i pagani invocano gli aiuti degli dei falsi per mezzo di mio patronato, a frequentare il luogo sacro in preghiera. Tu domani celebrerai lì
ludi scenici. [4] Ed ecco che, proprio la notte prima della battaglia, san Michele le messe e il popolo si comunichi come di consueto. Sarà mia cura, poi, mostrare
apparve in visione al presule e disse che le loro preghiere erano state esaudite: in qual modo abbia personalmente consacrato quel luogo».
assicura la sua presenza e preavvisa che bisogna affrontare i nemici all'ora quar-
ta del giorno. [5] Al mattino, dunque, i cristiani, contenti e sicuri della promessa [5, 1) Giungono al mattù10 con offerte e in ferventi preghiere varcano, a sud,
vittoria angelica, essendo sotto il potere dello spirito del Signore, affrontano i l'ingresso principale; ed ecco un lungo porticato, che si estende verso nord e
pagarù e, al primo assalto, il Gargano è scosso da un violento tremore, una serie giunge fino a quella porta secondaria, dinanzi alla quale - come abbiamo detto -
di fulmini attraversa il cielo e una cupa nebbia avvolge tutta la cima del monte; erano impresse le orme nel marmo; ma prima di arrivare qui, appare alla vista, a
si realizza così la profezia che, lodando il Signore, dice: «Egli è colui che fa i suoi est, w1a basilica molto grande, che si raggiunge salendo dei gradini. [2] Questa,
angeli pari ai venti e i suoi ministri come fiamma di fuoco». f6l Fuggono i paga- assieme al porticato, sembrava poter contenere circa cinquecento persone e mo-
rù, incalzati in parte dalle armi dei nemici, in parte dalle saette di fuoco e, mentre strava, quasi al centro della parete meridionale, un venerando altare, ricoperto
gli avversari li inseguono fino a Napoli e fanno strage delle retroguardie, entra- di un piccolo drappo rosso. [3] La chiesa aveva una conformazione irregolare, a
no alfine moribondi nelle mura della loro città. [7] Quelli che ·erano scampati al spigoli vivi, con le pareti erette non come opera umana, bensì tagliate a picco a
pericolo, appreso che l'Angelo di Dio era venuto in aiuto dei cristiarù - giacché guisa di caverna, e irta di rocce affioranti i_n molti punti, anche nella volta di al-
vedevano pure che seicento circa dei loro uomini erano stati uccisi dal fulmine - tezza diseguale, così da poter essere toccata col capo in qualche punto e sfiorata
subito piegarono il capo a Cristo, Re dei re, e indossarono le armi della fede. [8] appena in qualche altro con la mano: io credo che il messaggio dell'Arcangelo
Quando, tornati a casa vincitori, portavano al tempio dell'Arcangelo doni votivi del Signore sia quello di ricercare e apprezzare non la bellezza artefatta delle
di ringraziamento al Signore, videro al mattino, vicino all'ingresso settentrionale pietre, ma la purezza del cuore. [4] All'esterno la cima del monte in parte è rico-
- cui ho fatto riferimento sopra - a mo' di piccola porta, delle orme, come di un perta da una selva di cornioli e in parte si estende in un verdeggiante pianoro.
uomo, impresse in modo abbastanza profondo nel marmo, e capirono che il bea-
to Michele aveva voluto mostrare questo segno della sua presenza in quel luogo, [6, 1] Terminata dlmque la celebrazione delle liturgie, fecero ritorno a casa, ani-
dove in seguito fu posta una copertura e collocato un altare; la chiesa stessa, per mati tutti da grande gioia. [2] Il vescovo, poi, dopo aver conferito l'ufficio dei
i segni delle orme, fu chiamata 'Appodonia'. ministri, cantori e sacerdoti, fece costruire una dimora e dispose che ogni giorno
si celebrasse lì, secondo l'ordine opportuno, il ciclo completo dei salmi e delle
[4, 1] Grande titubanza fra i Sipontini su che fare del luogo e se bisognasse en- messe. [3] Nessuno ha mai osato mettere piede al suo interno di notte, ma dopo
trare e consacrare lì una chiesa. [2] Perciò, dopo essersi consultati, fondano w1a l'aurora vi intonano gl'inni del mattino. [4] Da quella stessa roccia che ricopre il
chiesa ad oriente di quel luogo e la dedicano al beato Pietro, principe degli apo- sacro tempio, a nord dell'altare, scorre, goccia a goccia, un'acqua dolce e cristal-
stoli, nella quale erigono anche degli altari alla Beata sempre Vergine Maria e a lina, che gli abitanti del luogo chiamano 'stilla'. [5] Per questo c'è anche un vaso
san Giovanni Battista. [3] Finalmente il presule, presa una saggia decisione, invia di vetro, predisposto alla raccolta dell'acqua, che pende sospeso per mezzo di
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[1, 1] La memoria del beato Arcangelo Michele venerata in tutto il mondo è testi-
moniata dalla chiesa fondata per opera sua e consacrata a suo nome. Essa non si
distingue per lo splendore dei metalli, ma per la prerogativa dei suoi segni mi-
racolosi: di forma modesta, è fornita di un potere soprannaturale, dal momento
che l'Arcangelo, memore dell'umana fragilità, disceso dal cielo per procurare
ai mortali, in questo luogo, la comunione con gli esseri celesti, si è degnato di
fondarla lui stesso e per sé. Posta sulla sommità di un alto monte, si presenta,
ricavata dal corpo roccioso di esso, come una grotta. [2] Il luogo si trova nel terri-
torio della Campania - lì dove, tra il golfo Adriatico e il monte Gargano, è posta
la città di Siponto - e si eleva a una distanza di circa dodicimila passi dalle mura
di quella città, ospitando sull'alta vetta la chiesa del beato Arcangelo, a cui ho
appena accennato. (3) Un libretto depositato nella stessa chiesa spiega che essa è
stata conosciuta dalla gente nel modo che segue.
[2, lj Viveva in quella città un tale molto ricco, di nome Gargano, che, anche a
seguito di quanto gli accadde, diede il nome al monte. [2] Avvenne che, mentre
i suoi armenti, di cui possedeva una grande quantità, andavano pascolando qua
e là lungo i fianchi scoscesi della montagna, un toro - il quale disdegnava la
compagnia degli altri animali del suo gregge ed era solito avanzare da solo e
per ultimo - al rientro del bestiame nella stalla, non vi avesse fatto ritorno. (3] Il
padrone, raccolto un gran numero di servi, si mise alla sua ricerca nei posti più
remoti e alla fine lo trovò sulla vetta del monte, fermo all'ingresso di una spelon-
ca e, colto da un moto d'ira per il fatto che l'animale vagasse da solo, afferrato
l'arco, gli scagliò contro una freccia avvelenata: ma subito questa, come deviata
in senso opposto da un soffio di vento, tornò indietro e colpì colui che l'aveva
scagliata. [4] I cittadini, turbati e sbalorditi per come ciò fosse potuto accadere -
infatti non osavano avvicinarsi - consultarono il vescovo sul da farsi. (5) Questi
indisse un digiuno di tre giorni e li esortò a rivolgere la richiesta al Signore. [6]
Una volta concluso il digiuno, il santo Arcangelo del Signore in visione parla
al vescovo e gli dice: «Avete fatto bene a chiedere a Dio quel mistero che agli
uomini era nascosto, ossia ]'uomo colpito dalla propria freccia. [71 Sappiate che
ciò è avvenuto per mia volontà: io, infatti, sono l'Arcangelo Michele, che sto

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