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CRLST1A:
ANTICHI
Volv,
II
TESTO
GIUSEPPE WILPERT
I SARCOFAGI
CRISTIANI ANTICHI
VOLUME SECONDO
TESTO
ROMA 1932
•OM'Il'ICIO ISTITUTO DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
MONUMENTI
DELL'ANTICHITÀ CRISTIANA
PUBBLICATI PER CURA
DEL
PONTIFICIO ISTITUTO
DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
i.
TESTO
1932
PREFAZIONE
ol presente secondo volume viene condotta a termine l'opera sulle sculture cristiane funerarie,
nella quale si è cercato di riunire come in un Corpus i sarcofagi e frammenti a me perve-
nuti, e quelli che conosco soltanto da copie. Ciò non di meno rimane ancora qualche
lacuna da colmare. Cosi, p. e., non mi è mai riuscito avere la fotografia «Iella nota scultura rappresentante
la Madonna di Cartagine, pubblicata già dal de Rossi, della quale si rinvennero, in seguito, altri pezzi che
a mio parere furono male riuniti col resto; onde avrei voluto tentare anche io una ricostruzione.
Ma questo è un caso piuttosto raro. Più grave è che dei sarcofagi collocati nelle chiese spesso riesce
molto difficile ottenere una buona fotografia, come mi accadde per quelli di S. Celso in Milano e S. Tro-
fimo in Arlcs, che dovettero essere ri fotografati, con inevitabile ritardo per la preparazione delle tavole.
Che dire poi del sarcofago monumentale di S. Ambrogio condannato da secoli a portare il peso dell'am-
bone e imprigionato entro cancelli ferrei e grosse colonne? Ne ordinai molte fotografie parziali,
sperando di poterle riunire. Ma riuscii appena a procurarmi quelle dei due defunti sul coperchio e
delle due testate; per queste ultime dovetti ancora contentarmi di fotografie in [scorcio. Per le due facce,
al contrario, ogni tentativo fallì. Alla fine però ebbi una grande soddisfazione: dietro mia preghiera
Sua Santità Pio XI ne fece eseguire, da mano esperta, un calco in gesso, la cui mercè posso darne
la prima copia fotografica. Questo è un grande successo, trattandosi d'un caposaldo di primo ordine.
Uno sguardo alle tavole mostra come molte riproducano frammenti piccoli da me integrati. S'intende
che non posso pretendere di averli raccolti tutti: chi sa quanti ne usciranno ancora dagli scavi che
si stanno facendo nei cimiteri di Roma! Rammento il grosso muro di fondazione della basilica
pelagiana di S. Lorenzo tutto quanto costruito con avanzi marmorei, forse anche di sarcofagi. Invece
di vederlo abbattuto per potervi frugare, dovetti contentarmi di guardarlo. E nella vigna soprastante
al cimitero di Pretestato aspettano ancora la sistemazione definitiva parecchie frane, donde usciranno
di certo frammenti di sarcofagi, come ne sono usciti da quelle vicine. Lo stesso si dica del terreno
circostante alla basilica Apostolontm. l'odierna chiesa di S. Sebastiano. Gli scavi mi hanno dato pure
qui un ricco contributo. Essi continuano tuttora. È vero che, essendo già vastissimo il repertorio dei
soggetti conosciuti, i nuovi acquisti forse non faranno che accrescerne il numero. Difatti Ì frammenti che,
de
dentro un mese dopo terminata la stampa dell'opera furono ricuperati, integrano più o meno il sarco-
igo
feg da me ricostruito con pochi avanzi e in maniera sostanzialmente conforme all'originale (iav. -V.V, 6).
'i questi si dà a fig. B l'estrema parte dell'angolo sinistro. Altri frammenti offrono la scena completa
dell'adorazione dei Magi, il sacrifizio di Abramo, avanzi dei fanciulli che rifiutano l'adorazione della
del
statua, miracoli di Nostro Signore ecc. Non mancano poi, come è naturale, le scene di san Pietro, avendo
l'apostolo ivi non solo abitato da vivo, ma anche riposato temporaneamente dopo la morte '. Abbiamo
i di due catture e altrettanti esempii dell'annunzio della negazione. Anzi, il martedì di questa
(2 agosto 1932), il professore E. Josi, ispettore delle catacombe, mi annunziò la scoperta di un
sarcofago intiero deposto in una forma della navata destra dell'antica basilica. « È un sarcofago
— aggiunse egli — a cinque scompartimenti: nell'angolo destro si scorge la cattura di san Pietro
e nel centro la figura della defunta, velata; il soggetto dell'angolo sinistro non sì vede perchè coperto
da un muro ». - «Ivi — dissi io — sarà sema dubbio il battesimo simbolico del centurione Cornelio
con due militi che si dissetano alla sorgente». Così è in realtà, come mostra la fotografìa riprodotta
appresso {fig. A), che fu eseguita dopo rimosso il muro. Né poteva essere altrimenti: il battesimo di
Cornelio, avendo aperto la porta del cristianesimo ai pagani, ebbe di conseguenza che Erode fece
arrestare san Pietro per troncargli carriera e vita. L'arresto è quindi l'effetto del battesimo. Essendo
questa scena apparsa per prima sulla parte scoperta del sarcofagi', bisognava supporre, di contro, la
causa, cioè il battesimo; secondo poi le leggi della simmetria, questo deve avere lo stesso numero di
personaggi, come l'arresto; esso deve, in altri termini, constare dell'Apostolo e di due militi che si dis-
setano. — Ecco, dunque, di nuovo un sarcofago su cui la defunta si fece effigiare fra due scene della
vita di san Pietro. 11 fatto della scoperta, se da una parte contribuisce ad avvalorare la mia interpre-
tazione delle sculture funerarie, dall'altra conferma l'asserzione che un'opera, come la presente, deve di
natura sua rimanere incompleta. « So eine Arbeit wird eigcntlich nie fertig, man muss sìe fùr fertig
erldàren, wenn man nach Zeit und Umstanden das Moglidiste- getan liat » posso ripetere col Goethe '.
Ma sia l'opera completa o no, le sculture stesse sono d'un valore inestimabile per il carattere, e in
particolare per l'origine propria dell'arte cristiana antica di Roma, come viene ora accertato dalla
pubblicazione dei due volumi.
Prima di chiudere mi resta a compiere il grato dovere di aggiungere alla lista di coloro che in
vario modo mi aiutarono nella stani]» anche di questo secondo volume, il signor John J. Raskob, le
cui benemerenze verso quest'opera sono più che insigni, straordinarie.
: 1867, 1 , Ififtm
INDICE
§ II. - Isacco c
§111. -Forma 01
1. Sarcofago deposto in una /orna della navata destra della ,. Lapide sepolcrale. Cimitero dei Ss. Pietro e Marcellino.
basìlica Apostaloriaa (San Sebastiano)............. polcrale. Museo delle Terme.................
1. Apostolo, l'articolare tÌL-1 sarcofago ricostruito a !av.XX,6, . Lapide sepolcrale. Musco delle Terme.................
MllSCi ili Siili SulKijtiilHH ....................... sepolcrale. Cimitero di Priscilla...............
i. Fpitalio del Museo lateranense......................
[. Serpente galcato di bronzo. Museo delle Terme........
r*. Frammenti d'un sarcofago di lusso m] passaggi» del ;, Copia del Peircsc di frammento di sarcofago..........,
mar Rosso. Museo di S. Callisto................. noie del Garrucci d'un sarcofago dì Saragozza.....
2*. Frani minto di sarcofago del Museo lateranense .....
3*. Fianco destro d'un coperchio di sarcofago a forma di :rn nel chiostro di S. Lorenzo!". I. in............,
ncnto di sarcofago, Musco del Louvre...........
4*. Fronte del sarcofago di L. Annio Ottaviano Valcriano. -154. Frammenti di sarcofago. Kaiser-Friedrich Musèum ..
Museo lateranense ............................. cofago di Moustier ..............,
5". Frammento di sarcofago a fornai di vasca. Cimitero sarcofago. Museo di Arles dalla chiesi
di Priscilla.................................... de Notrc-Dame la Major........................
6*. Fronte di Sarcofago adoperata per pavimento. Museo j. Copia del Bosio del sarcofago lateranense 212..........
di S Sebastiano............................... izionc del sarcofago lateranense 195............
;■ Fra.....ic..... con !a moltiplicai'ione dei pani. Cimitero mmcnti di sarcofago. Musco di S. Callisto......
di S. Frmete ................................. ;nto di sarcofago. Cimitero di Pretestato........
B* Frammento con ramo d'albero e la mano destra di Zac- 1 frammento di sarcofago. Museo d
cheo. Cimitero dei Ss. Marco e Marcelliano...... ; S. Cali
}• Fai situazione di sarcofago......................... lo del Museo di
>*-!■•. Facce del sarcofago di Tolentino. Copie del Mabillon el Musco latcr
t*-t3*. Copie del Penesc d'un sarcofago a colonne. Biblio- ;. Ricostruzione di un sarcofago perduto di Arles..........
teca nazionale di Parigi........................... >. Ricostruzione d'un Giobbe come testimonio della risur-
)*. Frammeolo d; sarcofago del cimitero vaticano. S. Ste- rezione futura. Museo di S. Callisto ............... .
fano degli Abissini.............................. 1. Medaglione del sole che sorge. Arco di Costantino.......
f. Centro del sarcofago di S. Massimo nella cripta della
liasilica di S. Cecilia..............................
17. Sarcofago di Tarragona............................. ). Particolare del centro di un coperchio di sarcofago della
[8. Frammenti 1 di sarei >iag» con scena di Giona........... cripta di S. Massimino...........................
ly. Mostro marino dell'arte copta. Museo del Louvre...... : 1. Lo stesso in grandezza maggiore.....................
to. Frammento di sarcofago. Atrio di -S. Maria in Trastevere. i. Frammento di coperchio di sarcofago con busto delta
zi. Frammento di sarcofago con faro. Episcopio in Porto..... defunta e Noè...................................
12. Sarcofago di s:mia Maria arnica al momento della scoperta. 2. Parte di coperchio cui adorazione dei Magi e Presepio.
23. Frammento di sarcofago: scena di ( ìiona (('od. vai. 5409). Museo lateranense...............................
:.]. Frammento di sarcofago. Muscii di Napoli............. 3. Frammento di sarcofago. Musco di S. Callisto.........
15. Frammento di sarcofago, Già Palazzelto Poli........... 1. Frammento di sarcofago. Villa Wolkonsky.............
ad. Frammento di sarcofago (Cod. rat. 5409)............. ;. Copia del frammento di sarcofago dell'anno 343.........
27. Frammento di sarcofago, Palazzo Sanse verino......... i. Ricostruzione di detto frammento...................
aS. Frammento di sarcofago spaili". Cimitero di Callisto____ j. Frammento dì sarcofago nel chiostro di S. Lorenzo.....
20. Copia di sarcofago dal McucslrLcf"..................... i. Frammento di sarcofago. Musco di S. Callisto.........
30. Copia corretta di un sarcofago, t'imiterò di S. Agnese ... ). Frammenti di sarcofago. Cimitero di Ciriaca...........
31. Copia del Eosio d'un frammento di coperchio Vaticano.. ). Iscrizione di Aisherga. Chiesa di Vcséronce.............
32. Sarcofago ai Ss. Marco e Marcelliano al momento della r. Copia del PeirÈscd'un frammento di sarcofago di Arles ..
2. Frammento di sarcofago. Musco di S. Callisto.........
;;. Frammento di -;;rcofai;o. S. Sebastiano............... ;. Copia di sarcofago. Chiesa di Saint-Remy (Cod. vat.9136).
34. Copia d'un coperchio di sarcofago <.\j un codice (Inviano t. Ricostruzione d'un sarcofago delle Gallic, Arles e Avi-
35. Frammento di sarcofago. Cimitero di Priscilla......... gnone ..........................................
j. Metà della base di sarcofago. Museo di S. Callisto ____
eia sul Fincio................................... S, Copia del Garrucci d'un sarcofago sparito di Riano____
37. Frammento di sarcofago. Museo di S. Sebastiano....... 1S7. Ricostruzione d'un sarcofago frammentario di S. Callisto
38. Disegno del Peircsc d'un coperchio di sarcofago da un ■ ( ■ 'Vi.: .:■-■:■■■,:- ......................
codice della Biblioteca nazionale di Parigi...........
). Frammento di sarcofago Accademia Americana......... 303 20 Sarcofago di Lione con l'i Anastasia * guastala......... 328
1. Frammento di lapide. Cimitero dei Ss. Marco e Marcel- 501 Sarcofago nella cripta di S. Ireneo a Lione........... 329
liano........................................... 305 2C-
1-193. Frammenti di sarcofago. Museo di S. Callisto....... 306 20I Frammento di larcofago. Musco lateranenee........... 330
1. Sarcofago di Tarragona............................. 309 201 Scena dell'apparizione alle pie donne. Sarcofago perduto
;. Frammenti di sarcofago sparito. Antica vigna Carpegna.. 311 C™ ........................................... 33'
). Copia del Boaio di un sarcofago perduto. S. Agnese..... 315 zn Ascensione di X. Signore. Porta di S. Sabina........... 332
r. Frammento della mano sinistra vi volume. Museo di 21: Copia di tassiano del l'oa?.o d'un sarcofago ........... 333
S, Sebastiano................................... 315 21; Sarcofago di Lambraic............................. 335
I. Particolare con l'orologio :i.l acijua mal restauralo. Sarco- zi; Sarcofago rilavorato. Scalone della Casa d
fago dei due fratelli............................... 317 corrigendi a Tivoli...........................
I. Fraiiimi-nti della bast d'un sarcofago. Muso di S. Scba- 21. F'rammcnto con la mano di Di» in atto di consegnar!
Ugge. Musco di S.Callisto-....................
>. Copia di Rulman. Sarcofagi di Nitncs ................. 319 2.1; Frammento di coperchio di Arlcs.................
. Iscrizione graffia. Cimitero di Priscilla............... 322 zìi Frammento nel Palazzotto l'oli. Copia Garnicci------
:. Frammento di sarcofago. Museo di S. Sebastiano...... 322 ai; 21S. Sarcofago di Tortona. Copie del Mabillon......
;. Frammento di coperchi». Musco ili Ma^onia........... 322 ai< Frammento di coperchio. Musco lateranense ........
.. Copia del Bosio del sarcofago Cesi................... 325 221 Sarcofago di Demetrio. Cimitero di Prctcstato......
INTRODUZIONE GENERALE
rcofagi, trovati nelle loro officine, senza esporsi alla necessità di scolpire statue di
■ì di Priscilla, Do- dèi. Aggregandosi alla corporazione dei fossori, trovavano
no privi di ogni sufficiente lavoro per vivere. Le loro officine saranno state
ni, mostri marini, nelle vicinanze dei principali cimiteri, come anche oggi la
pimi, avanzi di scene sii caccia, di stagioni, stridili, ecco strada che conduce al camposanto è premi la di officine e
i soggetti principali clic li decorano. Siimi sarcofagi liscili botteghe di marmorari e di oggetti che si riferiscono alla
da officine pagane. I' ciò e naturali.', poiché liti primi tempi res funebris. Da un'officina prossima ai cimiteri della Salaria
della Chiesa non esistevano scoltori cristiani. A giudicare
dall'esempio dell'argentiere Demetrio', gli ; nensc 119 (con la sua copia) e quello di Saturnino e Mina,
genere, specie gli statuari;, devono essere :i piuttosto per citare gli esempi del secolo II.
ostili alla nuova religione, vedendosi da es L'officina più importante dovrebbe essere stata la vati-
eressi. D'altra parte l'arte statuaria cana, presso la tomba di s. Pietro. Anzi è probabile che ve
isa a priori, essendo anzitutto desti- ne fosse più d'una. Ad esse si debbono, nel tempo della
li fabbricare » idoli », per non dir nulla della corruzione pace, i sarcofagi di Umilio Basso, di Probo, il lateranense
ia regnante nelle officine degli scultori, nude Seneca non 174 ecc. Uno dei più notevoli, qui: Ilo dei il ne fratelli, si deve
voleva annoverare fra le arti liberali ne la pittura né la scul- ad una delle officine della via Ostiense, che lavoravano per il
i, tacciando gli unisti di limitine ministro! '. Non meno cimitero di Lucina presso !a tomba dell'Apostolo delle
:ro è il giudizio di s. Giustino martire, specialmente a genti.
sa delle donne che posavano piT modello'. Onde le (Srande importanza avevano altresì le officine situate sulla
istruzioni severe e Categoriche d Ha Apostatica traditi» d'Ip- regina 1 lanini, a causa della temporanea dimora dei corpi dei
polito circa l'ammissione fra i catecumeni di coloro che con- due principi degli apostoli in calarunibei e delle tombe pon-
i fare idoli: "Si quis sculptor vel pictor est, tificie nel cimitero di S. Callisto. Ad una delle officine della
erudiantur ne idola faciant; aut desinant, aut rciciantur a *. via Appia dobbiamo \\ coperchio contenente l'applicazione
Tertulliano, niontaiiista. parla perfino di chierici fabbri- ingegnosa del mito di Ulisse colle Sirene all'insegnamento
atori di idoli, che non vollero rinunciare al Ioni mestiere eretico. Dalla stessa, o da un'altra, usd il sarcofago di lusso,
disonesto, sacrilego '". Ma ognuno sa quanto egli fosse pro- di cui il Museo di S. CU.sto conserva al,uni frammenti
penso ad esagerare. (fig. 1'), menzionati di sopra (e, 250) e provenienti da una
fronte con la rappresentazione del passaggio del Mar Rosso,
I. - Prime IHISTIAM.
in più ornata sull'orlo e sulla base. Questo è un segno che
Il campo dello sculptor, aiarmorarius, è vasto. Conosciamo il sarcofago era lavorato almeno su tre lati, probabilmente
■listi che si limitarono ai soli rilievi funerari''. Incapaci di come quello di Ais {tur. IXXXXVIl). Inoltre molti sar-
re statue, tali artisti potevano lavorare tranquillamente nelle cofagi intieri e frammentari ci furono restituiti dai cimiteri
<./.■';■. rrj, i;„ K i.Jahrli.n
> Rvirftrjflieid-Wiss
introduzione generai*
di Domitilla sulla vìa Ardcalìna. e ili Marcii e Marccllia meglio fornite, perchè di lì uscirono, nell'età della pace, i
l'Appia e l'Ardeatina. noti sarcofagi di lusso. Dalle officine romane i modelli si
Dopo i principi ilctili apostoli il santo più \ trasmettevano alle ufficine provinciali, dove furono riprodotti
Roma è s. Lorenzo; indi la gara dei fedeli bramosi di essere con grandi' fedeltà, sebbene qua e là euri qualche provin-
seppelliti presso la tomba ilei martire, e il grande numero di cialismo », Onde non è necessario supporre dappertutto una
avanzi di sarcofagi, e anelli.1 qualche sarcofago intiero; questi importazione digli 'tessi sarcofagi, in osmi caso poco comoda,
sono però di tarda età: nessuno è preciistaMiniano. Ma la trattandosi di pesi enormi: possiamo anzi affermare in mas-
mésse più ricca si raccolse nel cimitero di I Yeti-statii, sebbene sima che, non i sarcofagi viaggiavano, ma i modelli.
in massima parte pagana, proveniente da sarcofagi monu-
mentali. Per fortuna si salvarono anelli- molti avanzi di sar- IL - CoN-mzrONE déoli scultori.
cofagi cristiani, fra ì quali un caposaldo di primo ordine
((ito. CCVJI, -■)■ Infine scoperte isolate di gruppi di sarco- I sarcofagi non ci forniscono ì nomi di quelli che li
fagi hanno rivelalo l'esistenza di cimiteri o mausolei privati, hanno scolpiti. Secondo le usanze di quei tempi non uno,
che non si conoscevano. L'ipogeo più considerevole è situato ma più artisti lavoravano, conlcinpnraneamentc, attorno ad
sulla via Tiburtina, a poca distanza dalla basilica di s. Lo- un sarcofago, e in una società l'individuo scompare. Perciò
renzo. Ha un cubicolo con quattro sarcofagi in ritti, vicino anche nelle iscrizioni, a parte quella ili Tcrtullus (p. 71), mai
al sepolcro d'un martire .Xwtiziuun, accertato dall'iscrizione un accenno ai loro autori. Soltanto la celebre lapide delsec. UT,
dipinta iti lettere del in secolo: NOVATIANO BEATISSIMO | troiata nel cimitero ad duas Latiros, ci dà il nome di uno
MARTVRI GAVDENTIVS DIAC ». scultore cristiano, Eutrofia '.La lapide è preziosissima, essendo
Del resto le officine non si distinguevano fra loro nò la sua iscrizione accompagnara dalla immagine gradita ili
quanto allo siile, né quanto al contenuto della decorazione Eutropo il quale, seduto su di un'alta seggiola a gradini e
del sarcofagi Tutte possedevano, ciane è naturale, i modelli aiutato da un giovane, probabilmente suo figlio, è inicnto
almeno delle principali rappresentazioni, e queste solevano a dare, per mezzo del trapano, le ultime perfezioni alle scul-
ripetersi, in varie combinazioni, a seconda delle richieste, ture d'un sarcofago collocato sopra due fulcri. Li accanto
giusto come si ripetevano sempre le stesse preghiere per i si vede il coperchio, col nome eYTPOIlOC, iscritto nella
defunti Non s: può, dunque, parlare di specialità « di alcune tabella fra quattro delfini nuotanti, e a terra giacciono un
officine. La parentela promiscua sì manifesta perfino in dit- mazzuolo, due scalpelli, uno grande ed uno piccolo, nonché
tagli secondari: p. es., la maniera di tirare con la sinistra un astuccio donde sporge un terzo scalpello. Di contro è
il lemho del pai io verticalmente in su, che trovai su due ripetuto Eutropo, vestito, come al lavoro, di semplice tunica
frammenti del Museo di S. Callisto (tav. CCLXY1, 6 e 8), che per maggior comodo porta discinta. Questo modesto
la trovo anche sul » sarcofago dogmatico della via Ostiense abito corrisponde al suo Stato.
(tur. LXXXXVt), su due sarcofagi di provenienza ignota, Nella tariffa massimale di Diocleziano, dell'anno 301, gli
che si conserva no nel palazzo Spada e nello scalone della scultori sono equiparati ai mosaicisti; oltre il vitto ricevevano
canonica di S. Maria Maggiore (lav. CCLXII, 3 e j), e su giornalmente sessanta sesterzi, vale a dire quindici sesterzi
uno murato a S. Felice in Tarragona (tav. CLVIII, 3). Un meno dei pittori decoratori, e dieci più dei facocebi, fabbri
altro particolare, quello cioè di stringere con ta sinistra la ferrai e fornari. Erano, insomma, artisti nel senso più largo
lacinia del pallio tirata sul petto, che s'incontra spesso su della parola. Perciò Luciano si figura la personificazione
sarcofagi vaticani, ritorna anche nel sarcofago dei due fra- dell'arte scultoria Come una donna vigorosa, rude, dalla
telli, sul più antico dilla Salaria, su quello pagano collocato chioma incolta e dalle mani callose, mentre alla Retorica egli
dinanzi al nuovo palazzo della Propaganda (tav. CCLX11I, 5) dà le sembianze d'una bella signora, elegantemente vestita '.
e non meno di sei volle su quello di Verona (lav. CL, 2). Attesa la modesta cultura spirituale degli scultori, questi,
Lo stesso si dica delle sculture eseguite su un fondo grezzo. per ìa rappresentazione dei soggetti saeri, naturalmente, ave-
Credetti, infine, di cogliere un segno distintivo nelle perle vano bisogno di essere illuminali e guidati da dottori eccle-
aggiunte alle strigili, avendole da principio constatate su siastici. Insistiamo su questo fatto che l'interprete deve
cinque sculture del Museo di S. Sebastiano; ma più tardi tener d'occhio quando si trova di fronte a cicli di profondo
no vidi un esempio sopra un sarcofago delle Grolle di valore dogmatico. Essendo il sarcofago un oggetto di lusso,
S. Pietro (tao. XXXii, 3), a non parlare di due, di Viterbo si capisce perchè il figlio di Eutropo non abbia potuto pre-
e di Campii (1aoe.XLI,2,cCVI,3). Data, dunque, la somi- pararne al padre mio vero e SÌ sia dovuto contentare di
glianza fra loro dei sarcofagi delle diverse officine, tutt'al più dedicargliene uno graffito.
possiamo dire che in alenile solevano preferirsi certi sog- Affine dì attirare all'arte allievi del ceto degli ingenui e dei
getti: cosi nella piccola zona del cimitero dei Ss. Marco e nobili ed alzarne il prestigio, l'imperatore Costantino, colla
Marcelliano, che feci scavare, si trovarono tre coperchi con lettera del 2 agosto 337 indirizzala a Massimo, prefetto del
scene di Giona e col busto del defunto {lav. XLIV, 3; Pretorio, concesse agii artisti domiciliali in città grandi privi-
CXXVIII, 1; CXXIX, l). Le officine vaticane poi erano le legi, come rimiraimla dagli oneri comunali, per aver l'agio dì
perfezionarsi nell'arie ed insegnarla ai figli '. Questo provve- peperino (lapis albaiim). Per l'imperatore e i membri della
dimento ebbe ili conseguenza una rifioritura dell'arti.', anche famiglia imperiale serviva il porfido, chiamato perciò marma
regio da s. Paolino di Nola: 'Ecce sub accensis altari'
bus ossa piorum Regia purpureo marmore crtista tegit » '".
III. - NOMENCLATURA I I sarcofagi di porfido s'impongono per la preziosità del mate-
riale e quasi sempre anche per la loro mole; la decorazione
Il sarcofago si chiama sarcojagum (A«pmg). Cosi, ìn una figurativa è in essi cosa secondaria.
iscrizione dell'anno 345 "', in quella di Septimia Severino di La qualità del marmo può avere talvolta la sua importanza.
Tolentino' e in quella pagana della Galleria lapidaria vaticana Cos'i la statua frammentar iti di pastore rinvenuta a S. Cle-
(VII, 14) del tenore seguente: A ■ CONS1D1VS ■ HERMES • mente, nella quale il P. Mullooly riconobbe, a ragione, una
VIVVS ■ FECIT ; SIB1 ■ HOC SARCOFAGVM. In un'iscri- statua di s. Pietro, non ha che fare coi monumenti del mitreo,
zione del ][ secolo, inedita e parimente pagana, è la moglie ne per lo stile, né per la qualità del marmo. Siccome qualche
che fa eseguire il sarcofago per il marito e per sé: HIC SITVS archeologo d'occasione asserì il contrario e trovò consenso,
EST OLYMPVS ANTISTIANVS | Q.VOD SARCOFAGVM feci esaminare il marmo da uno specialista di fama mondiale,
FECIT OCTAV1A [RENE | CONIVGI CARISSIMO ET S1BI che confermò pienamente la mia opinione sulla diversità
(te». CCLXI, 5}. del marmo della statua di s, Pietro pastore e del gruppo
Nell'iscrizione greca (del ili secolo), conservata nella di Mitra. Riporto in nota il documento rispettivo ".
Biblioteca vaticana, si legge /JVÉAOC', onde l'espressione
pilo, adoperata dai nostri seicentisti pel sarcofago. flltaas cor-
risponde a labrum, vasca, come a tyms, tino. Nelle iscri-
zioni poetiche, p. e. in quella di Proba', occorre TONA; sui La mole dei sarcofagi varia a seconda delle salme che in
coperchi gallici di llydria Terlulla e di Optatimi Relìcia, essi vennero deposte. Di sessantatre sarcofagi de! Museo
bepvlchrvm {tav.XXXll, 3, e CLXXV1I, 4), parola che lateranense •■, che lo Schultze esaminò, quarantotto superano
ritorna spesso in Gregorio di Tours, di solito coll'aggiunta: alquanto due metri; la lunghezza degli altri varia fra m. 1,50
marmare P/uirio sciilptum, cioè di marmo bianco. Lo storico e 2 . In Ravenna predomina la lunghezza di m. 2,15, in
dei Franchi s'interessa anche del contenuto delle sculture Milano m. 1,75 - m. 2. Il sarcofago di AJelfia, in Siracusa
sacre, rilevando i ■ miracoli del Signore e degli apostoli • '. (tav. LXXXXU, 2), misura m. 2,50, quello di FI. Gorgonto,
Finalmente nel sepolcreto di lidia Camurdia l'espressione ni. 2,23 (tav. XIV, 1-4) ''. Uno dei più grandi di Roma è
costante per sarcofago è arca '. Cosi anche nella lettera dì quello di Giimio li/isso {tav. XIII), lungo 243, alto 141,
Teoderico a Daniele \ scultore di corte, al quale il re con- e profondo 1,26; era perciò destinato per due corpi. Il più
ferì, con parole molto lusinghiere, il monopolio dei sarcofagi: grande di lutti quelli da noi riprodotti è, per conseguenza,
■ Et ideo artis tuae peritia deleetati, quam in excavandis Il sarcofago di Lambratc, che ha una lunghezza di m. zfio
atque ornandis marmoribus diligenter exerces, praescnti (tav. CCXXXVIT).
auctoritate concedimus, ut, te rationabiliter ordinante, di- Esistono sarcofagi per bambini e per adulti, e fra questi
spensenturarcae, ù !' ali mhcadrccondcndafuncra ultimi, per uno o più cadaveri, di solito per marito e moglie.
distrahuntur... ». Siccome l'arte di I l.iiiitle era povera di sog- Nella sua iscrizioni-, Auiciii Fa/fonia Proba si consola, sapendo
getti e di uno stile tendente allo schematico, la misura presa che un giorno sarà riunita al suo consorte nel sarcofago:
dal re ebbe di conseguenza un impoverimento e una grande SOLAMEN TANTI CONIVX TAMEN OPTIMA LVCTVS
uniformità dell'arte ravennate. HOC PROBA SORTITA EST IVNGAT VT VRNA PARES j
I sarcofagi ramai im Me di marmo. FELIX HEV NIMIV/rt FELIX DVM VITA MANERET 1 DIGNO
Uno solo è di travertino 1 non offre che 1VNCTA VIRO DIGNA SIMVL TVMVLO ". In quello di
una cartella ansata scolpita e una iscrizione incisa, accompa- Tolentino fu deposto, oltre ai due coniugi, anche il figlio
gnata dall'ancora e dai pani eucaristici . Nessuno è di appena diciottenne, di cognome Bassus ". Ciò ricorda la
s. XIII.4 : ArlilW,-,
zionc giusta con la lunghezza. Il marmo, da principio, 6 del Museo di Arlcs (taw. LXXXVIII; LXXXXVII; 2 e 3;
sempre ben levigato, alle volte polito; le sculture sono d'una CXXXXI, 4).
grande accuratezza. Dappertutto regna una semplicità clas- Alcune sculture d'un rilievo assai basso hanno un aspetto
sica. Mai quella ansietà di usufruire ogni palmo dello spazio speciale: tutte le sporgenze ed i canti sono smussati; per far le
e di accatastare il maggior numero possibile di scene o figure, pieghi', l'artista si prepara, in numero corrispondente, tanti
ciò che nei sarcomi d'età posteriore non di rado offende l'oc- intagli paralleli dai quali leva il marmo fino ad una profondità
chio dello spettatore. Ogni lavoro preparatorio è scomparso, minimale, da sembrare quasi sculture in legno. La maggior
essendo tutto condotto a termine. Le pieghe degli abiti sono parte di questi monumenti è del secolo iv; alcuni sono ri-
cuneiformi e profondamente intagliati1; esse seguono la forma prodotti a taw. LXXXXV, 3; LXXXXVI; CXXI, 1;
del corpo, a seconda dell'atteggiamento corrispondente all'a- CXXVIII.2 e CLXXXIV, 3.
zione rappresentata. Dove le pieghe s'incrociano, sono sovrap- Notiamo in ultimo che Ira i particolari presi dall'arte clas-
poste l'una all'altra. Più tardi si tagliano, come sulla base del sica deve annoverarsi anche quello di collocare su basi figure
Foro romano dell'anno 303 o 304 {fig. 88, p. 149), sulla bella e perfino scene intiere (fave. XIX, 2 e 6; LXIV, 9; LXV, 2;
orante Albani («re. LXIII, 3), sul coperchio - di S. Milziade » XVIII,6; LXXIX, 4; CXVII, 4; CXXXII, 1-3; CXXXIV,
(/oc. LXXXV, 6) e sopra frammenti di diversi sarcofagi 3; CXXXVIII, 2; CLXXXXVIII, 3; CCXXXVII, 2, 3-4;
{tomi. CVUI, 4; CXXHI, 2 e 3). Peggio ancora: si fanno CCXXXXVI, 7; CCLXI, 3 e 4)-
pieghe a modo di snlelii per mezzo del trapano. Nell'arte pa- 3. Nei sarcofagi in forma di cassa non solo la fronte, ma
gana l'uso di questo si fa sentire sotto Marco Aurelio. Sulla anche le testate e la l'accia posteriore st prestano perle rappre-
lapide di Eutropouftm segnala l'ultima fase del lavoro d'un sentazioni. I sarcofagi lateranense itg e di La Gayolle, della
sarcofago. Era uno strumento indispensabile nella scultura e seconda metà e della fine del secolo 11, ne sono i due più
serviva per molti particolari; per indicare le fessure della roccia antichi esempi '. Merita ancora di essere rammentato il
e l'andamento delle onde, perla barba e i capelli, peri fori del piccolo sarcofago che Saturnino e Musa posero al loro figlio
naso e delle orecchie, per gli occhi, e per separare le dita. Nei dolcissimo {fig. zo. p. 81). La maniera onde sono distribuiti
primi tempi 1 buchi e solchi vennero sopralavorati con scal- sulla fronte i tu' campi contenenti le figure
pelli più fini, dì guisa che scomparvero; più tardi non di distingue da innumerevoli altri e In avvicina iarcofago di
rado i buchi si lasciano visibili, come p. es. sopra un fram- luliane {tav. LI 11. 5) dove l'iscrizione si '3 pure nel
mento di Priscilla della fine del li o principio del ut secolo mezzo, e il resto della fronte è occupato da si . Ambedue
(tot:. CLXI, 4). Per i capelli bucati in guisa da rendere i sarcofagi provengono da un'officina vaticana, questo del
l'aspetto di una spugna, rimandiamo, per il Hi secolo, a secolo ih, l'altro della seconda metà del il.
taw. II, z; III, 4; XXVII, X; XXVIII, 2 e CU, 6. Gli Il sarcofago lateranense 119 ci offre il primo b
esempi per le pieghe dalla forma di solchi, tutti del tv secolo, di riunire molti soggetti, esprimenti le principali vt
sono riprodotti a taev. XVIII, 3; LVI, 2; LXXXX, 4; Credo del defunto, somministrando al tempo stesso
CXXV, 2; CLX, 2; CLXXIX, 1; CLXXX, 1; tatore del sepolcro materia abbondante di preghien
CLXXXIV, 1; CLXXXXV, 2; CLXXXXVI, 2; CCXXV, sepolto; la fronte è divisa in due zone, sebbene h
z; CCXXIX, 6; CCXXXV, 7 e CCLXV, 7. Perfino il più sono pure adibiti per le rappresentazioni Ì due fianchi, a
artistico, il sarcofago dei due fratelli (tav. LXXXXI), non dir nulla del coperchio, scomparso da tempo imme-
mostra, in perfetta armonia con la sua età', abbondanti morabile.
tracce d'un uso larghissimo del trapano. 1 cinque sarcofagi del secolo II, cioè quello della Salaria,
Lo spessore del rilievo non offre alcun indizio cronolo- di LaGayolle, il 119, del Buon Pastore del Louvre e quello di
gico. Fra i sarcofagi del II e IH secolo, il più antico, quello Saturnino e Musa, offrono, come si vede, una grande varietà
della Salaria, ha il rilievo più alto, non però esagerato nel modo onde sono distribuite le rappresentazioni; siamo
(/ito. /, 1). Anche in seguito L'Ii artisti si mantengono ordina- ancora lontani dal tempo in cui si formano le divisioni sche-
riamente dentro i limiti normali del bassorilievo. Solo fra matiche, tipiche, il che comincia già nel ut secolo.
quelli del IV secolo, e più precisamente nella rifioritura del- Questa osservazione ha la sua importanza perchè, a
l'arte sotto Costantino, se ne trovano alcuni che compiono veri parte i due sarcofagi lateranensi di 'OutujììWu del 343
tours de force scolpi mie ligure quasi del tutto staccate dal {tav. CCLXII, 2) ' e del 353 {tao. LXX, 4), quello di Gwmo
fondo, come, p. es., sul lateranense 174, su quelli dei due fra- Basso dell'epoca costantiniana (/<«'. XIII), i due quasi in-
telli e di Giamo Basso (taw. CXXI, 4; LXXXXI e XIII). tegri del cimitero dei Santi Marco e Marceliiano di poco
È poi una legge costante, che i rilievi delle testate e delle facce anteriori al 348 '{taw. XLIV, 3, e CXXV1II, i), e il coper-
posteriori, come anche dei coperchi, sono d'un rilievo note- chio del 394 {tav. CCLVI, 1), gli altri monumenti datati
volmente più basso. Per le testale l'anno eccezione, p. es., i si riducono a pochi e piccoli frammenti, due soli precostan-
sarcofagi di Pisa e di Ai*, per il coperchio il bel frammento tiniani, cioè del 238 * e del 273 {tav. LI, 8), questo secondo
1 WlEGAND, Dal dlchriittithi Heuptportid «n dn Kacht dir hi. Sabina, l„,i, i:,r r Turatogli
intruda : toni' aeiirriile
fago era collocato nel cimitero di S. Callisto (tav. CCLX, o). . Eccettuati i due fratelli, gli altri personaggi maschili
Per essere mantenuta nella debita posizione, la palla di sono anch'essi imberbi (taw.LXXXXIII e LXXXXIV).
Antonia è legata per mezz» di una cintura annodala Qualche influsso sulla cronologia può risultare altresì dal-
davanti. l'acconciatura dei capelli nelle ligure di donne. La prima che
Notiamo inoltre elle su figure di di ni ne occorre spesso una si presenta a capo scoperto, Maria, sorella di Lazzaro, sul
ricca collana, nessuna peto anteriore a Costantino. La collana lateranense 119 offre, in perfetta armonia con l'età del sarco-
è di solito composta di due o tre file di perle e pietre preziose '. fago, l'acconciatura di Faustina giuniore, moglie di Marco
La più insigne è quella d'una immagine clipeata d'un fram- Aurelio o di Lucilla di Lucio Vero: i capelli sono raccolti
mento lateranense proveniente da Tivoli (tav. CLXXXIV, 3): nella nuca e formano un nodo {tav. IX, 3).
essa ha sul davanti un grosso pendente. Dei capelli che coprono le orecchie, come sul ritratto di
Le sculture sono infine più ricche di scene che le pit- Giulia Pia, moglie di Severo, abbiamo quattro esempi sicuri:
ture. Basti ricordare il passaggio del Mar Rosso, cosi impor- i sarcofagi di Velletri, della Lungara, della basilica di S. Pc-
tante per l'abito del popolo ebreo. tronillac il frammento vaticano, ora lateranense, con una bella
5. La barba, secondo Clemente Alessandrino segno di orante d'un lavoro squisito (taw. IV, 3; XIX, (>; LXII, 1
autorità ',4 negata ai servitori, terrestri e celesti, che per il e 2; LXXXX, 2). In tutti e quattro i casi la datazione viene
loro uffizio si suppongono sempre giovani, imberbi. Angeli con firmata da altri criteri, il che è necessario perchè l'accon-
barbati sono invero sconosciuti in tutta l'arte. Qui influisce ciatura sola non e sempre sufficiente, come prova p. cs. il
l'idea della gioventù eterna che si suppone nella beatitudine sarcofago di Clermont, scolpito da valenti artisti, ma del
celeste. Per questa ragione sono imberbi anche i defunti tv secolo, trovandovisi la fusione di quattro scene in due, la
oranti, sono inoltre imberbi i personaggi biblici, che prefi- Samaritana col]'acconciatura simile a quella di s. Elena e sol-
gurano i defunti, come Giona, Noè, Daniele fra i leoni e dati di polizia col berretto cilindrico (tav. LXXXXIX, 1 e 2).
David colla fionda. Un altro esempio l'abbiamo nel noto pluteo marmoreo del-
Viceversa alcuni perso ri,isrji si uni nell'arie romana sempre l'altare con s. Agnese orante. Ma anche il ritratto di
barbati. Cosi i filosofi e Dio in diverse scene, come l'offerta Aur. Fides, con le orecchie coperte dai capelli sulla metà
di Caino e di Abele, la creazione dei progenitori, e talvolta sinistra d'un coperchio del Musco di S, Callisto, contrasta
presso Daniele fra i leoni e nella fornace ardente dei tre fan- ■i dcll'is Colo,
ciulli. Barbati sono anche Abramo, Faraone, Misto, Nabuco- (tav. CCLIX, 1). A giudicare dai tre coperchi rinvenuti nel
dònosor, i Seniori della Susanna, Giovanni Battista e, fra gli cimitero vicino, dei Ss. Marco e Marcel li ano, possiamo dire
apostoli, specialmente Pietro. Paolo. Andrea e Giacomo che nella metà destra saranno state due scene di Giona3.
Minore; Cristo quasi sempre nella Consegna della Legge a L'acconciatura dei capelli che lasciano le orecchie libere,
Pietro, ed alcuni defunti su ritratti o in scene della vita reale. ricorda i ritratti sulle monete delle imperatrici Giulia Mam-
In tal modo solo questi ultimi possono offrire qualche indizio mea,Tranquillina, Otacilia Severa (cristiana), F.truscilla, Cor-
cronologico. Due imperatori sogliono citarsi in proposito nelia Supera e Severina: i capelli sono raccolti sulla nuca
come capisaldi: Adriano che si fece crescere la barba per in una specie di larga treccia che tirata in avanti viene fer-
nascondere certe macchie ', e Costantino che se la tolse, mata con una spilla sull'occipite ovvero sul vertice. Uno dei
essendo troppo rada e ineguale '. l'irò l'influsso di questi due monumenti più notevoli, il sarcofagi lateranense 128
fatti sulla cronologia delle sculture è ben tenue perchè i ri- (tav. CXXXIII, 3). mostra tre teste non velate di donna:
tratti sono pochi, e le scene prese dalla vita reale, tarde e una di faccia, due di profilo; specie sulla s
rarissime. Di nessuna importanza è poi la barba « popolata » si distingue molto bene l'ultima fase dell'ai
di Giuliano il filosofo, checché ne pensi in contrario qualche scritta. Altri esempi, della metà incirca del tu secolo, si ve-
scienziato ammiratore dell'Apostata. I più antichi ritratti di dono sui sarcofagi Corsini e S. Sebastiano, e sui coperchi
uomini sono quelli spesso citati del sarcofago della basilica Doriae del Camposanto teutonico e sopra un frammento di
di S. Petronilla, di l'ahiin l'aleiitiitiaito, dei coperchi di Prete- rara freschezza (law. LXIX, 3; LXXtV, 1 ; LXXXIV. 5,
stato, Doria e Camposanto teutonico, tutti senza barba e LXXXXV, 6, e CCLXVl, 5).
precostantiniani (taw. LUI, 3; LXVIII, 2; LXXXIV, J; Nel iv secolo infine predomina l'acconciatura dì s. Eiena
LXXXXV, 6). Più importanti ancora sono quelli del tv se- che aveva capelli abbondantissimi. Difatti la treccia gira
colo, cioè dei due fratelli, del Comes Balerius e Adelfia, di attorno alla testa ed è aggiustata in maniera da formare quasi
Giulio Calenifj e Sctthnin St-i-erhia e dei due anonimi del una corona. L'esempio meglio eseguito e di consenazione
sarcofago di S. Ambrogio. Tutti questi ultimi possono rite- perfetta l'offre il ritratto di Adelfia (tav. LXXXXIII, 1)-.
nersi veri ritratti, eseguiti con accuratezza e nella grandezza Siccome in alcuni casi l'acconciatura è soltanto abbozzata, per
a secondo il vero o in colori che ora sono metà incirca del ni secolo infine risale il Buon Pastore che si
svaniti, essa fu comunemente presa daj;li interpreti per un vede nell'angolo destro d'on grande frammento di sarco-
copricapo; l'esempio di Adelfia avrebbe dovuto impedire tale fago murato in un villino di via Reno 2 (tav. CCLXIII, 2).
enore. L'acconciatura di s. Kli.na è uno dei più tardi indizi Mentre il riscontro è un'aggiunta moderna, l'immagine cli-
cronologici. peata nel centro è sopralavorata, ma antica; essa e, caso raro,
Del resto por il tempo della pace abbondano, come nella sorretta da un pilastro, e simile a quella ri recente-
pittura, gli indizi, quali i monogrammi di Cristo {%, iì. T. mente a S. Sebastiano, che diamo appresso {la ;3)- Di
*{***. 'f **■) ' c '1 nimbo, anche del Buon Pastore '. Del nimbo solito si lascia, sotto l'immagine clipeata, uno spazio,
crucigero non abbiamo che un unico esempio, ed è orientale adatto non solo a dei soggetti piccoli, eoi due colombe,
(top. XXXI, 2). due pecore, cornucopia e maschere (taw. LXXXIII, 3;
6. I sarcofagi eolia scena dell'insegnamento, da alcuni LXXXVU, 3; LXXXIX, 3; LXXXX, 3; CXXXVI, 5;
scienziati ritardatari ancora interpretata come semplice lettura CLXXXV, 2; CLXXXXUl, 1; CCLXII, 1,3 e 4), ma anche
(■■ der Icscnde Mann ■), sono capisaldi ai quali possiamo a figure umane e scene: primeggia Giona in riposo sotto
avvicinare quelli adomi di scene consimili, tutti del secolo iti, la cucurbita, guardato dal mostro (taov. LXXXVU, 6;
salvo il frammento proveniente dal cimitero di Priscilla, che LXXXX, 4; LXXXXV, 4: LXXXXVIII, 3; CXXXIV, 2;
sembra della fine de! secolo II (Imi. V, l). Vi si trovano CLXVI, iy3 e 4; CLXXXXlII,6;CCLX,3),eil pastore
sempre le figure del Buon Pastore e dell'orante, che s'incon- che munge la pecora 0 capra, scherza col cane, dà a man-
trano anche su monumenti del tempo della pace, però il giare alla pecora, sorveglia il gregge e, una volta, porta
Buon Pastore relativamente più di rado, di guisa che la sua la pecora sulle spalle (taw. Ili, 4; IV, 1; LXVIII, 4;
immagine è in generale un indizio dell'età precoataminiana. /..VA. 7, ì.XXI. 4; LXXXI, 1 ; CXXXIV, 1 e 3;CCXV,S).
come tale distinto dalia eaomide, dall'assenza di certi attributi
e dal modo di tenere la pecora con entrambe le mani. un bifolco ara con due bovi, mentre un giovane porta Sulle
L'ultimo particolare vale sopratutto per l'arte romana. spalle un cesto di frutta, allusione all'effetto del lavoro
A tav. CCLXV sono riprodotti due Buchi Pastori dell'arte {lav. CCLXIII, 5), e un carro a due ruote, tirato da bovi gui-
provinciale: l'uno (n. 5), figura assai goffa, costantinopoli- dati dal carrettiere {tav. CCXXXXV/II, 2). Di questo sog-
tano, è di difficile datazione; l'altro di Lucca, forse ancora getto abbiamo altri esempi a taw. XLVII, 1 e 4; LVIII;
del 111 secolo, malgrado il lavoro negletto, col quale contrasta LXXXIII, 6 (fig. 79, p. 138); LXXXV, 1 e CXXXIII, 2;
la giusta proporzioni della grande/za del Pastore e dell'ariete. due intieri sono nel Museo lateranensc: l'uno, il fianco destro
Anche n. 4 ha l'aria di essere provinciale e precostantiniano; d'un coperchio a tetto (jìg. 3"), l'altro, la fronte del noto
proviene da Porto ed era prima nel palazzo Poli, poi fu tra- sarcofago pagano di L. Aiinio Ottaviano Valeriana il quale
sportato nella casa di vendite a piazza di Spagna, accanto (effigiato tre volte) ci mostra in sci episodi la storia del pane
alla vìa della Croce. A sinistra del Buon Pastore rimane i {fig. 4*). Degni di nota, a parte il biroccio, il pane cro-
tronco d'un sughero, che non s'incontra altrove. Prettamente cesegnato e il rilievo a fondo grezzo, caratteristica del IV se-
romani sono invece i tre piccoli frammenti (n, ; del chiostro colo. Sembra che il biroccio tirato da due bovi fosse pre-
di Sant'Alessio, n. 2 del cimitero di Pretestato, n. 3 di S. Cal- ferito nella pittura decorativa; lo menziona l.ibanio'.
listo) e, attesa la bontà del lavoro, forse ancora del secolo iti; Il sarcofago di La Gayollc e il lateranensc 119 hanno u
specialmente il secondo pastore sorveglia il gregge in un atteg- importanza particolare per la datazione delle scene di s. Pietro.
giamento naturalissimo. I due pastori della lastra ricomposta Su quello l'apostolo appare, per la prima volta,
da frammenti trovati negli ultimi scivi a Pretestato (n. 7), Pastore, con la pecorella sulle spalle, e come pescatore; il
sembrano del principio del secolo IV. Il lavoro è molto super- pastore ritorna spesso; del pescatore abbiamo solo un altro
ficiale; per fare le pieghe della tunica, l'artista non si servi esempio. Sul ni) Cornelio e i due del suo seguito vesti
che del trapano. La siringa ai-vicina i pastori a quelli effi- come manto, la penula; penulati sono anche i due polii;
giati sopra le due testate di sarcofago del tu secolo, che si nella scena della cattura. Questo particolare ci conferma nella
conservano nel magazzino del Museo di Napoli (lav. CCLVI, datazione al lt secolo, perchè fin dal III, nella scultura ci
4 e 5) *; ma mentre i primi la tengono in mano, nelle testate la penula è di solito sostituita eoo la clamide. In conformità di
essa appare attaccata ad un albero, segno che l'artista volle questa datazione le scene del battesimo e della cattura so;
particolarmente rilevarla. Per onesta ragione abbiamo riu- separate l'una dall'altra, mentre sui monumenti posterii
nito i due pastori con le rappresentazioni di Orfeo. Alla vengono spesso fuse in una. Ignoriamo quando siasi compiuta
la fusione; possiamo sol lati io ti Ire clic min ni- esiste nessun mo- decorata di figuri .sacri' specialmente del Buon Pastore, 0 di
numento sicuro del in secolo. Essa e quindi finora un indizio qualche soggetto profano, p. es. una botte o un'anfora, oppure
postcostantiniano. Al tempo cklla pace appartengono, infine, vuota; 4' Il tipo più povero ha nel centro una immagine o la
i monumenti dove i soldati, cioè Cornelio e i due poliziotti, cartella talvolta coli'iscrizione, tal'al tra, vuota; il resto è occu-
hanno tome copricapo il berretto cilindrico che finora s'in- pato da strinili. Una volta (tati. CCXXXXVII, II) vediamo
contra, per la prima volta, sull'arco di Costantino, dui 515 figure agli angoli e la mandorla vuota nel eentro, un'altra
incirca. Come si sa, questo capo di vestiario, the si prendeva una botte nella mandorla (lati. CCLXV, 7).
per segno distintivo degli Ebrei, divenne fin dai tempi del Le strigili sono eseguite sempre con accuratezza: dapprima
Bottari la causa d'una indescrivibile semplici, profonde e bene ondulate,
confusione ntll'interpretare le scene diventano poi meno profonde, più
di s. Pietro, delle quali bisognava larghe e più diritte. Quelle che me-
cercare la spiegazione nel Vecchio
Testamento, L'ultima opera conta- qua, si vedono sul sarcofago (pa-
minata da tale difetto è disgraziata- F 3, gano) di Ottavia Irene (tav. CCLXt,
mente quella uffieiale sui sarcofagi 3), dove, non essendo tanto stiliz-
del Museo cristiano latcraricnse, stampata nel 1910 e pubbli- zate, quanto sogliono altrove, esse sembrano erompere da
cata dal compianto prof. Marucchi. Atteso il grandissimo due sorgenti e spandersi sopra le due metà della fronte-.
numero delle scene di s. Pietro, il berretto cilindrico e Simili saranno state le fronti di cui rimangono due pezzi nel
uno dei più import,ulti indi/; cronologici.
Sul lateranense 119 appaiono per la prima volta le scene Lucca hanno una forma degenerata (tav. CCLXV, 6). Le
eli Giona, in numero dì tre, come sulle più antiche pitture. strigili partono sempre dal campo centrale, si dirigono
Le tre scene si ripetono ancora qualche volta, nel ili secolo, regolarmente, e in senso contrario, verso gli angoli, onde la
per ridursi poi a due o ad una sola; esse scompaiono nel possibilità di stabilire in qualsiasi frammento la parte della
tempo della pace. L'esempio più antico della riduzione a fronte, dalla quale esso proviene. L'andamento regolare delle
due si vede sul sarcofago di S. Maria antica, della prima strigili, che non ammette eccezione, può essere di qualche
metà del secolo ni, e importante per l'ulteriore sviluppo importanza anche quando si tratta ili falsificazioni, quale è,
delle scene di Giona, che sono numerosissime. La data- p. es., il « sarcofago di Yaison ■ nel Museo dei gessi a Mont-
zione sicura di quelle del ni secolo si ripercuote anche sui pellier ', che è un pasticcio composto di due figure della
consueti riscontri, specie le siine di convito. fronte di Lérin (tav. XXXIII, -'), del groppo centrale tutto
7. Fin dall'epoca scveriatia diverti:! nltrcmodo familiare il cambiato del « sarcofago di s. Marcella » a S. Massimino
n la fronte divisa in cinque scompartimenti: di (tav, CCXXXXIV, 2) e dei due campi strigliati del medesimo,
:o tre per scene 0 figure, e due per strigili, come imita- dove però il primo campo occupa il posto del secondo, e il
le delle onde. Nella sua semplicità tale fronte corrisponde secondo quello del primo.
leggi della siimiiclriu, tanto rispettata nell'arte Una fronte inedita, forse ancora precostantiniana, ha
antica; essa è d'un aspetti 1 simpatico, rendendo in pari tempo potuto essere ricomposta con i frammenti che uscirono dagli
meno costoso il sarcofago. Cosi se ne spiega il numero quasi ultimi scavi del cimitero di Pretestato; essa offre nel centro
infinito nei secoli in e [V. il busto d'una defunta non velata, con due colombe da basso,
Varie ne sono le forme. Nei tipi più comuni si riscon- e, agli angoli, ceti ardenti su candelabri, come allusione alla
trano: 1° figure agli angoli, e nel mezzo un campo quadran- lux perpetua, che si augura ai defunti (tav. CLXXXV, 2).
golare con una scena o una figuri», a volte affiancata da pilastri Questa rappresentazione, finora unica, ricorda la colomba
O colonne; 2° io stesso campo nel centro, ed agli angoli colonne con una candela accesa davanti al monogramma dì Cristo,
o pilastri; 3° le strigili, formanti nel centro una mandorla, graffita su un f rammento di lapide', che Ì10 trovato nella cripta
' WlLPHtt. RttlMirmxt:., in /{iviifu ili archtohgà trillitnw, 11)27. flt-3-l-
10* liilriìtlit-.Mui' gciirra/e
di S. Eusebio ne] cimitero di S. Callisto. Codesto gruppo di Pisa e sul sarcofago finto di Pretestato (taw. LXX1, 4;
di simboli ha, s'intende, il medesimo significato. Esso ricorda LXXXYIII, 2, e LXXVI. 3). Un notevole frammento ine-
anche l'iscrizione di Beatila, orante fra due candelieri e i dito, del in secolo, con la figura di s. Pietro pastore, si con-
busti di due santi, nella collezione epigrafica lateranense '. serva nel cimitero maggiore (tao. CCLIX, 4). L'artista,
Spesso le strigili stanno entro cornici, a volte assai ricche, copiando un originale in cui il gregge tra completo, omise,
come quelle della lastra che usci in frammenti dal muro per mancanza di spazio, la capra; questa stava senza dubbio di
disfatto, insieme al sarcofago della martire - (tav. CCLX, io) '. contro, dove abbiamo da supporre un gruppo simile, come
Chi siano i due personaggi in abiti sacri, non si può dire, insegnano le rappresentazioni riprodotte a taw. LXXXV,
perche acefali. Quanto al tempo, siamo ancora nel secolo tv. 6 e 7; CXV1II, 3; CXXXIII, 1 e 2. Il gran numero delle
Alle strigili si aggiunge un particolare preso dalla ricca scanalature sembra escludere un campo centrale.
e di-Il'ìireliiti ttnra: le perle, riunite in fili o fu- L'unico esempio della scultura gallica, del iv secolo,
saroie. Afig.5* sì conserva nel Museo dì Arles (lav. CCXXXX1X, 4).
Allo stesso tempo appartiene un frammento rinvenuto nel
cimitero ad duas Lauros, dove le scanalature sono vuote
(tav. LIX, 2), il che indica un lavoro meno accurato. I mo-
numenti con scanalature sono in genere meno antichi di quelli
strigliati; nessuno risale al secolo II,
Sotto i'infiusso del sarcofago con la fronte a cinque scom-
partimenti, si formò, specie per le rappresentazioni pastorali,
un tipo analogo, in cui dominano le tre figure del centro
e degli angoli, ma le strigili sono soppresse e sostituite con
scene su livelli sovrapposti l'uno all'altro. L'esempio più
antico di questi monumenti, piuttosto rari, è la lastra di
Velletri, della prima metà del secolo III (tav. IV, 3). Anche
cinque scompartimenti le perle sì vedono i gli altri risalgono al secolo m (taw. CXVIII, 2; CXXXIII,
delle strigili, ma non prima del [v secolo. Invero di sei esempi 1 e 2)s, eccettuato il sarcofago lateranense 181, scolpito su
dell'età della pace, riprodotti a taw. XXXII, 2; XLI, 2; tutti e quattro ì lati, che è del secolo iv (tav. CXVII, 4).
LXXXIX, z; CVI, 2; CCXXXXVI, 3, é CCXXXXIX,3, 8. La fronte a cinque scompartimenti, quantunque simpa-
uno offre, in più, la figura del Buon Pastore nimbato, e un tica, non era fatta per chi desiderava riprodurre un maggiore
altro i militari pileati alla fonte '. Le perle riunite colie stri- numero delle verità della fede. In questo caso bisognava rap-
gili sono quindi un indizio pns-tcoshuiriniann. Sul sarcofago presentare i soggetti l'uno accanto all'altro, senza divisione.
delle Grotte di S. Pietro solo la metà sinistra ne è abbellita; È naturale che in tali fronti l'artista non potè rispettare le
la destra ha semplici strigili. Come altri particolari, cosi esigenze della simmetria se non imperfettamente. Esse sono
anche le perle furono adottate dall'arte provinciale, special- difatti troppo cariche di rappresentazioni e, per un occhio
mente nella Gallia, dove abbondano. Ne troviamo un esem- meno esperto, talvolta difficili a distinguere. Basta gettare uno
pio anche a Salona (tao. CCXXXXV, l). sguardo sulla fronte del sarcofii.no di S. Marcello in Capua, di
Le strigili, troppo alle, si dividono in due zone. Una certo precostantiniano (lav. IX, 2) e di quello del Campo-
forma un po' ricercata ne mostrano due sarcofagi dì Tarra- santo (rof. CLXXX, 1). La difficoltà rimase, anzi aumentò
gona (lav. XXXVI, 2 e 3), che s'incontra pure sopra un nei sarcofagi a due zone, ma, s'intende, solo per i profani. Per
sarcofago di Cartagine'. Sul grande frammento di Campii i cristiani, imbevuti del simbolismo, essa non esisteva affatto.
(lav. CVI, 2) le strigili della zona superiore s'avvicinano assai I sarcofagi a due zone, atteso il gran numero delle scene e
a quelle del sarcofago di Ottavi/i Irene; quelle della metà delle figure, erano naturalmente molto costosi, perciò meno in
inferiore hanno le perle. Raramente le strigili sono applicate uso. Di quelli che si salvarono, all'infuori del lateranense 119,
a coperchi (tavole CXXXX1, 1, e CCXII, 1). nessuno è, non dico del li secolo, ma neppure del in; tutti
Fin dal secolo ni le strigili sono talvolta sostituite da sembrano appartenere all'età della pace. Il tipo più comune
scanalature verticali, haccellate fino ad un terzo della loro mostra i busti dei defunti nel mezzo, entro conchiglia o
altezza. Questo genere di decorazione, preso dall'architettura clipeo, fiancheggiati dalle scene del sacrifizio di Abramo e
dorica, benché d'un aspetto più serio, più monumentale, della consegna della Legge a Mosè. L'uso costante di ripetere
s'incontra di rado, e quasi esclusivamente nell'arte romana; le queste scene può giovare assai quando si debbono integrare
strigili primeggiano in tutti i tempi. Gli esempi più belli delle frammenti di tali sarcofagi .11 campione più perfetto è quello
scanalature si vedono sui s-arorlagi iutieri del palazzo Farnese, dei due fratelli, il quale per la bontà del lavoro venne da
a, flg.i
' Tao. CUX, 2, p. 271.
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qualche vaiente storico dell'arte e da molti seguaci assegnato e, per il loro aspetto grandioso, i più
al ni secolo {tav. CXXXXI). Osta però il berretto cilindrico Splendidi. Il principio, tanto modesto quanto chiaro, prende
dei poliziotti, osta la fusione della scena dell'invito al batte- le mosse dai sarcofagi a cinque scompartimenti, ed offre tre
simo coll'arresto di s. Pietro, cui assiste un angelo, quale tipi: nel primo il centro della fronte e riservato alla porta
indizio della liberazione miracolosa del detenuto. Cosi, per della domus, fiancheggiata da due colonne con capitelli sor-
lo stesso motivo, nella fusione ili quest'ultima scena col reggenti un timpano; agli angoli s. Pietro colla pecora sulle
battesimo, assiste un angelo sopra un monumento di cui spalle, e, di contro, un pastore che sorveglia il gregge. Così sui
tratteremo più oltre, e Dio sul sarcofago di Claudiana del sarcofagi Aldobrandini e di S. Ippolito, ambedue frammen-
Musco delle Terme (tav. CXXVII, 2). Alla datazione pre- tarli ma sufficienti a completarsi a vicenda, quello della prima,
costantiniana si oppone infine anche Li scena in cui s. Pietro, questo della seconda metà incirca del secolo in (tav. CXXX, I
mentre insegna in cattedra, viene catturato da due militi. e 2). Degli altri sarcofagi con la porta nel mezzo, che di
Abbiamo cosi un'altra fusione di due scene, una delle quali, natura loro sono d'un carattere indifferente, ricordiamo sol-
quella della cattedra, fu composta soltanto nel tempo della tanto quello del palazzo Boncompagni alla Scrofa, il quale
pace. A tutti questi indizi cronologici più o meno sicuri non agli angoli ha semplici colonne che sembrano sostenere i!
badarono coloro che attribuirono il sarcofago al li] secolo1. tetto della casa, cioè il coperchio (tav. dt., 3).
Il numero crescente delle scene cristoiogiche nella scul- Nel secondo tipo una nicchia composta di pilastri sorreg-
tura del IV secolo sta in perfetta armonia collo sviluppo che genti un arco occupa il centro, ed ivi, invece della porta,appare
la religione cristiana prese in seguito alla vittoria di Co- di solito il Buon Pastore eolla pecora sulle spalle, mentre
stantino su Massenzio, che fu la vittoria del cristianesimo agli angoli ritornano colonne o pilastri. Tale è la fronte d'un
su! paganesimo. Fin allora si soleva rappresentare Cristo sarcofago di Pisa (tav. LXXV, j). Fssa c'insegna come inte-
nelle Cripte sotterranee delle catacombe; ora apparve il suo grare i due frammenti della chiesa di S. Pancrazio e della
ritratto, visibile a tutti, nell'abside della basilica del Sal- Galleria vaticana (tav. LXXVIII, 1 e 2). In un sarcofago del
vatore", che Costantino edificò come chiesa votiva della sua Museo capitolino, simile a quello di Pisa, la nicchia e sosti-
vittoria. D'ora inanzi anche i sarcofagi cambiano di fisio- tuita da un semplice campo rettangolare, occupato dalla
: per mettere più il lato storico del Sal- figura del Buon Pastore con la pecora sulle spalle, ed agli
ane che rappresentano fatti mii angoli stanno pilastri scanalati (tav. /..VA')', )). Molto simile
compiuti nella si 1 vita terrestre. Di pari passo è altresì la decorazione dei due piccoli sarcofagi lateranense 224
anche le sci ìe di s. Pietro, vicario e succi (rati, di., 5) e del Museo di Arlea (tav. XUV, 1), quello col
di Cristo. Costanti o aveva per l'apostolo una ver Buon Pastore, questo con Cristo dottore nel centro. I quattro
rie tutto speciale, 1 la mostrò in opere grandi che primi monumenti sono precostantiniani, l'ultimo, con strigili
ricordano le opere titaniche dei Faraoni: egli ne assicurò ornate di perle, del tempo della pace.
il corpo, inviluppando il sarcofago in una massa di bronzo, Il terzo gruppo rimane Io stesso per la parte architetto-
adornandone regalmente la camera e edificandovi sopra una nica; cambiano soltanto i personaggi rappresentati nel centro,
basilica a cinque navate, per la costruzione della quale do- che sono sempre i defunti, sia in atteggiamento di orante,
vette spianare una parte dt-I colle vaticano. Quindi nulla sia in fonna di busto. Di questi ultimi abbiamo due esempi
dì strano, se questi fatti si ripercuotono anche nella scul- della prima metà del secolo in, l'uno nel sarcofago di Haihia
tura funeraria. Spesso invero s'incontrano sarcofagi appar- Hertofile (tao. LUI, 3), l'altro in un bel frammento del
tenenti alla numerosa famiglia del parallelismo fra le scene Museo di S. Sebastiano (tav. CCLXllI, 3). Precostantiniana
di Cristo e del suo Vicario. Questi sarcofagi hanno per lo è forse anche la fronte proveniente dal battistero lateranense
più una fronte ad una zona e si trovano ugualmente anche (tav. LXXXVI1,6), mentre una terza, di S. Sebastiano, è del
nella scultura provinciale, specie in quella di Arles. scc. IV, a giudicare dalla forma delle strigili (tav. CCLXII, 1).
Per soddisfare a li pianto a ili- esigenze dei Ih simmetria, nelle Infine il sarcofago lateranense 228, con le strigili disposte
fronti con scene disposte l'una accanto all'altra, senza veruna in due zone, è del 353 (tav. LXX, 4).
divisione, sogliono farsi riscontro Pietro alla sorgente e la Dei sarcofagi colla figura orante tre esempi dell'era della
risurrezione di Lazzaro ', ovvero scene con figure sedute, come pace sono riuniti a tav. LXIII, 1-3. Un quarto, il più
l'offerta di Caino e di Abele e Giobbe ', la comparsa di Gesù importante, che a p. 223 si dà come scomparso, per fortuna
davanti a Pilato \ o con Daniele che condanna i seniori'', ha soltanto cambiato domicilio: dai paraggi di S. Lorenzo
il re Nabucodònosor che ordina ai tre fanciulli di adorare venne trasportato al cortile della casa 500 al Corso, dove Con
la Statua, e l'adorazione dei Magi \ ecc. *. grave dannodelle sculture, serve di fontana (tav. CCLXllI, /):
9. L'abitudine di considerare il sepolcro come la domus, è un piccolo sarcofago in cui riposava la salma d'una bam-
la dimora del defunto, sugheri agli artisti i sarcofagi a colonne, bina di tre o quattro anni, effigiata nel centro, in dalmatica a
larghe maniche; essa ha le mani espanse alla preghiera, men- concede la implorata grazia alla Cananea, nella seconda molti-
tre una colombi) '■ ■ -i ..: - :-llo d'olivo, come a Giù- plica i pani posti in tre cofani, dei quali rimangono gli attac-
liane orante nell'arca di Noè {lai. f.VII, 5). La figura è già chi; nella terza, quarta, quinta e sesta egli impartisce gli ultimi
molto deformata; ma. guardando U bontà del lavoro, pos- insegnamenti agli apostoli, in presenza della personificazione
siamo attribuire il sarcofago alla prima metà del secolo IV. della Chiesa, e nella settima risuscita il figlio della vedova di
Della fronte con nel mezzo i busti dei due coniugi, chia- Naim. Però soltanto le scene delle due prime nicchie sono
rissimi, il Museo delle Terme conserva un frammento, del tutto sicure. Il soggetto delle quattro seguenti è solo
proveniente dalla chiesa di S. Croce in Gerusalemme (ta- molto probabile. Difatli l'atteggiamento di s. Paolo non è
volo CCLVJI, 3), piccolo, ma prezioso per la sua iscrizione quello dell'introduttore della defunta (orante), e la mossa
con la doppia data della nascita e della morte di CASSIA • della testa di s. Pietro, con Io sguardo rivolto in su, suppone
PISONIS ■ C ■ F ■ ViXIT ■ ANN1S ■ XXX ■ DOVS CX1II nella nicchia vicina, il Cristo docente in cattedra; la donna
NATA SABINO ET [RVF1NO..J XVI] ■ KAL ■ IVLIAS ■ della nicchia appresso dovrebbe quindi essere la personifica-
REDDIT ■ POS(0 ■ CONSVLATVM AMANTI ET |ALBINI] '. zione della Chiesa. Infine anche il soggetto dell'ultima nicchia
La nascita corrisponde, dunque, all'anno 316, la morie, è probabile, poiché i cicli sogliono offrire una scena di
all'anno 346. Il verbo REDDIT ', senza veruna aggiunta, e un risurrezione, fra le quali quella che si adatta meglio alla
indizio che Cassia era cristiana. nicchia, assai angusta, e la risurrezione del figlio della vedova.
Questo uso modestissimi 1 della minima nel sarcofago, cioè Inutile rilevare che per i.i ricostruzione della scena dell'inse-
nella domili aetcrnalis, ebbe uno sviluppo repentino e gran- gnamento ha servito quella del sarcofago di Perugia (ta-
dioso nel tv secolo, quando, per la conversione di Costantino, vola XXVIII, 3).
molti personaggi dell'aristocrazia romana passarono alla relì- Molto più di rado la fronte a colonne è divisa in due zone,
per offrire maggiore spazio. 1 due campioni più celebri sono
Se nei sarcofagi a cinque scompartimenti lo scultore cer- il sarcofago di Ginnici Basso e quello che sin qui ha servito
cava di diminuirne il prezzo, ora le spese diventano cosa del di fonte battesimale nella chiesa di S. Trofimo ad Arles (ta-
tutto secondaria: si scom parte la fronte in cinque 0 sette voli XIII e CXXV, 2)\ Per poter aumentare il numero delle
nicchie, formale da colonne con capitelli sorreggenti archi, o scene, sul primo furono adibiti anche gli interstizi delle
timpani, o epistili, e destinate ad incorniciare una scena, colonne e timpani per ricevere quelle scene in cui i per-
intiera o meno. La nicchia di mezzo è riservata al soggetto sonaggi appaiono sotto forma di agnelli. Contando tutte,
più importante, perciò e talvolta fiancheggiata da colonne sebbene si omettano le quattro stagioni rappresentate sui
che sono piii riccamente ornate delle altre [taw. XIII e due fianchi, si ottiene un ciclo di quindici scene, quindi il più
CXXI, 4). ricco nell'arte funeraria, di cui esiste solo un altro esempio,
Non si può negare, tale divisione rende l'aspetto in- sul sarcofago lateranense 175 (tav. CCXV1II, 1). Vi SÌ avvi-
comparabilmente più artistico, emù- ciascuna immagine si cinano i sarcofagi lateranetisi 17.S e 1S9 con quattordici (ta-
presenta meglio, quando è racchiusa in cornice. Ma l'effetto vole LXXXVI, 2, e CCXV1II, 2), quello di Adelfia (senza il
SÌ ottiene a spese delle scene che non di rado debbono essere coperchio) con tredici (tav. LXXXX1I, 2), il lateranense 184,
storpiale per poter entrare nella nicchia. Per questa ragione quelli della cripta di S. Damaso, del Museo di Arles e della
l'artista del sarcofago lateranense 138, avendo scelto come chiesa di S. Trofimo con dodici scene (taw. CXXVIII,
soggetto l'annunzio solenne della negazione, collocò in cia- CXXIX, 2; CXXII, 3; CXXV, 2, e CCXXXXU, 1 e 2).
scuna delle selte nicchie un solo personaggio, e fece benissimo Tali cicli suppongono, naturalmente, il massimo svihipi
(tati, CXXIV,z). Anche lo scultore del 174 divise la fronte in dell'arte, raggiunto solo nel IV secolo. Del resto sull'età pre-
sette nicchie, le riempì però di scene, composte ognuna almeno cìsa del sarcofago di Giunto Basso tratteremo di proposito
di due figure, mettendo la principale sul davanti, le secondarie, alla pagina seguente.
nel fondo (tav. CXXI, 4). Con tutto ciò non riuscì che in Che l'uso di adoperare gli
parte: le mani di alcuni personaggi del fondo sono come limitato al sarcofago di Giiinio Basso, lo prova quello
appiccicate alle colonne e orribilmente piegate. Onde non è Museo di Leida con la figura di Giona in ripos
da meravigliarsi che nella seconda nicchia già il » restauratore » cucurbita (fig. 95, p. 160). D'un simile sarcofago
del tempo di A. lìosio abbia scalpellato la croce di s. Pietro, di Noè, il Museo di S. Callisto conserva un frammento note-
che lo sbirro stringo 11 trilla sinistra; oggi solo il pugno con- vole ((ito. CCLVIII, .5). È molto probabile che si tratti pure
tinua a protestare contro tale arbitrio. qui d'un sarcofago a un piano. Gli interstizi sono di solito
Con miglior successo implicò il rimedio ; iettili ulto l'artista riservati a soggetti minuti, come colombe, cesti pieni di
d'un sarcofago ora ridotto a pochi frammenti, deposti nel frutta, conchiglie con delfini, e corone lemniscate '. Di queste
magazzino del medesimo Museo; essi provengono da Porto e ultime un sarcofago africano offre non meno di otto esi
sono integrati stati.CCLXIV~, 1: nella prima nicchiai! Signore (tav, XXIX, 3). Alle volte vi si vedono anche husti di
' Iscrizione pubblicali per primo da R, Pabulum, La Collezioni- trattati 1 1] secondo sarcofago Iìiiìt.i, come e da disi J era re. nel Mas.
1 Tarn. XI, t'ìXU, 4 « 51XXVIII, .,;■ XXIX, i-j; XXXII, 3; XXXIII,
■Siiottiiucndcipinftiiii. V. Frani III ni'<'iv.ii.n-m, Vii alti dei Si. Ludo, t; XXXV, 1-4; XXXVIII, n CXV1, .'; CXXIY, 1: CXXV, 1
Mentimi, ecc. Roma, 1S08, p. 25. :xv, 5: cor, 5: ccxxxxm, 1.
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sonaggi sacri (taw. XVI, a; CXVI.3; CXXIV, a), una volta rorc. Si tratta di sculture, dove i fondi vennero lasciati a bella
monogrammi di Cristo (tav. CCV, 5). Raramente l'uso delle posta grezzi, per dare maggior rilievo alle figure. Spesso si
colonne fu esteso a rifili' ili coperchi, unni' provano un fram- ottenne Jo scopo; ma non si può negare che il modo di proce-
mento di Narbonnc e uno, spesso citato, del Museo di Arlcs dere abbia qualcosa di disordinato, di imperfetto. Difatti sul
(taw. CVI, 1, e CXXXXI, 4). Tutti questi monumenti sarcofago di Probo il fondu grezzo è riservato alla faccia po-
appartengono, già io dicemmo, all'età della pace. steriore, già di natura sua un po' negletta (tav. XXXV, 4).
10. Sembra ohe il medesimo valga per i sarcofagi la cui I fondi grezzi offrono, del risto, un indizio Cronologico,
fronte è divisa in nicchie formate da alberi, uso che anch'esso inquantochè tutti appartengono all'èra della pace. Dello stesso
si estese al copertili». < ili esempi sono però me tempo sono, in gran parte, anche i sarcofagi non monoliti
ìl Musco di Arlcs possiede un sarcofago di e ma composti di due 0 più pezzi, per diminuire le spese e
integra; uno malandato esiste a Trinquetaille, e un fram- la difficoltà del trasporto. Il piccolo sarcof'a<;o, dal cimitero di
mento di coperchio ho trovato nel magazzino del Museo S. Ciriaco portato al Museo di S. Paolo, consiste di non meno
di Lione (tow. (XXXVII, 2; CCXX, 2; CCXXXVI, 7). di sei lastre che, evidentemente, hanno servito al rivestimento
In Roma il Musco lateranense ha un sarcofago proveniente d'una forma (tav. LXXVII, 4).
dalla Confessione di S. Pietro (n. 179); in quello di S. Callisto 12. In seguito alla grande diffusione del cristianesimo nel
esìstono frammenti di due; gli altri quattro sono avanzi di IV secolo, gli artisti si diedero a lavorare sarcofagi per conto
coperchi e si conservano nei Musei di S Doinitilta.di S. Seba- proprio, senza che fossero loro ordinati, Ne preparavano
stiano, di Pretestato e nel lateranense {taw. CCII.2; CCVIII, anche di costosissimi, nella certezza di trovare compratori
1-3; CCXXVI1I, 2, 3 e 7). Un avanzo di coperchio, che fra i grandi personaggi che sull'esempio dell'Imperatore
proprio in questi giorni (fine maggio 1932) si scopri nel onnipotente, abbracciarono il cristianesimo. La certezza era
disfare il muro di cinta del cimitero dei Ss. Marco e Mar- anche maggiore per il fatto che a quei tempi il battesimo
cclliano, mostra delle palme che separano il battesimo sim- soleva differirsi fino alla vecchiaia o al e
bolico di Cornelio, l'orante e la caduta dei progenitori, qualche grave malattia, onde per i superstiti la r
scene che sul sarcofago di Capua si seguono senza distin- comprare uno di quei sarcofagi belli e fatti, che nella officina
zione, suggerendoci una possibilità di integrare il frammento aspettavano il compratore. Erano di solito destinati per marito
(tow. IX, 2, CCLX1V, 3). lì frammento è molto impor- e moglie, coi due busti abbozzati, per essere poi rifiniti
tante perchè prova che le quattro palme scolpite nel fondo secondo il vero.
della fronte lateranense 40 sono antiche, quantunque molto Cosiffatto e il sarcofago dei due fratelli, come provano
i cambiamenti radicali, anche disgraziatissimì, che dovettero
L'ultimo sarcofago trovato1, agosto 1932, offre in sette subire i busti, quando il sarcofago fu destinato a ricevere
nicchie gli stessi soggetti, cristologia, di quello di Arlcs le salme di due fratelli. Ne abbiamo trattato a p. 102.
{tav. CCXXVII, 2), ma in ordine diverso e, nel centro, Alquanto diverso, ma non meno caratteristico, è l'aspetto
un giovane (pcnulato) orante senza i santi. Manca inoltre il che offre il sarcofago di Apromano Fidcìico, co! ritratto del
serpente che insidia un nido d'uccelli non vedendosene la defunto in abiti femminili (tav. CLVIII, 2; p. 333).
minima traccia. Interesse ancor più vivo desta il sarcofago di Giamo
11, Che alle volte fossero messi in uso sarcofagi non termi- Basso. E noto quanto è stato discusso. Anzi, le discussioni
nati, Io mostrano quelli, intieri 0 frammentari, riprodotti a fervono tuttora, obbligandoci a spendere qualche parola più
Um>.LXXXXVI;CV,4;CXIX,3;CXXI,i;CXXVm,2; del solito, per finirla una volta per sempre. A tenore dell'i-
CXXXXVI, z, e CCXXXII, 12, dove alcune parti, specie le scrizione, Giunto Basso mori neofito, mentre era prefetto di
figure di fondo, o la fronte intiera non sono che abbozzate. Roma: IN ■ IPSA ■-PRAEFECTVRA VRB1 NEOFITVS UT AD
Tali sarcofagi furono forse posti in luoghi poco illuminati, DEVM ■ Vili ■ KAL • SEfT ■ EVSEBIO ET YPATIO COSS,
o sparirono addirittura sotto il pavimento. Fanno eccezione cioè nell'anno 359. Il prefetto ricevette, dunque, il battesimo
quelli con le teste dei defunti appena abbozzate, le quali sul letto di morte. Nella mancanza assoluta di tempo per
furono senza dubbio finite a colori, oggi quasi sempre del ordinare un sarcofago, 1 superstiti ni .irquietarono uno bello
tutto scomparsi. e fatto in una officina vaticana, dove ne trovarono uno mo-
Dai sarcofagi non terminati sono da escludersi anche numentale, decorato di uno dei più riechi cicli dì scene
quelli intieri 0 frammentari che diamo a taw. XII, j; sacre, quindi degno di ospitare la salma dell'illustre neofito.
XXXV, 4; XXXIX, 1; XLIÌ, 2; LVI, 3; LXXXV, 5; Si rivolsero a una officina vaticana, perchè la salma ebbe il
LXXXXV, 5; CI, 4;CLXXVII, 1; CLXXXIV, 3; CCVII, grande privilegio di essere deposta presso la tomba aposto-
1; CCVIII, IX; CCXXXIII, 0, tfig.4*, p.9*. Secondo lica, non però dentro la cripta stessa, come qualcuno asserì;
l'opinione generale, seguita anche da me, pure questi sarco- altrimenti, nel 1595, il sarcofago non sarebbe stato rinvenuto,
fagi sarebbero soltanto principiati, e esse ri (in quella tripla inaccessibile, almeno tiri dall'anno 519 -,
' l.o pubblicherei ■!l .-ì.y.-'j./j. .. .■ !., ,,.,,..,„. lascio Costantino. Più lardi, probabilnitnlc mll.i irnizin™ dei Visigoti (410) 0
come dimostra la domanda fatta da Giustiniano a san- Ecco quanto ho potuto constatare: agli angoli erano le
t'Ormisda papa, per ottenere reliquie dei corpi degli apo- teste del Sole (distrutto) e della Luna, di
stoli Pietro e Paolo '. meta inferiore, dal mentri al naso; accanto sta
Ma tale è l'ampiezza del sarcofago che- non si trovò un femminile d'un convito s, attestato, questo, dai piedi della
coperchio corrispondente con scene cristiane. Si dovette per- tavola e dall'alto cesto doppio; Dioniso seduto, che li appresso
tanto sceglierne uno pagano, con figure e scene idolatriche, giucca colla pantera, serviva senza dubbio a qualificare i
pesantissimo, d'uno spessore di 8 cm., e come tale adattissimo ;r suoi cultori. Dagli altri avanzi si può soltanto
all'uopo. L'aggiustamento necessario si ottenne con poco: : che dì contro erano figurati due personali chia-
l'attico della lastra fu tagliato all'altezza di circa venti cen- rissimi, un fascio di volumi e una sella castrensis, su cui era
timetri, e il resto delle rappresentazioni pagane riempito e seduto qualcuno che non si può indovinare.
coperto di stucco finissimo e resistente. Così aggiustato, il Essendo stato il sarcofago acquistato bello e fatto, il 359,
coperchio prese l'aspetto d'una lastra ordinaria, priva di anno della deposizione di Giunto Basso, nonne precisa il tempo;
ornato, come se fosse stata scelta a bella posta, per contrastare esso può essere anteriore di qualche anno, o, al più, di qualche
con la ricchezza straordinaria del sarcofago. S'intende che decennio. In ogni caso siamo nel tempo di Costantino: il costo
una lastra coperta di stucco non potè servire per l'iscrizione; del sarcofago suppone avventori facoltosi, e, questi, conver-
la quale perciò fu incisa nell'orlo superiore del sarcofago, sioni in massa, sopratutto nell'aristocrazia; la bontà del lavoro,
come in un altro caso (tav. CCLXI, i) \ poi, richiede una rifioritura dell'arte, che è appunto quella
Antonio de Waal, elle pubblicò il sarcofago in una speciale sotto il primo imperatore cristiano. Si aggiungano !a divi-
monografia ', con belle tavole, » toccò appena del coperchio, sione della fronte per mezzo di colonne in tante nicchie, e
essendo i pochi resti delle figure affatto irriconoscibili ». Solo per giunta a due zone, il numero straordinario delle scene,
dopo sette anni vi ritornò sopra iti un articola, ■ per riparare fra le quali la fusione della caduta dei progenitori con la
a ciò che aveva omesso ■ '. Ebbe l'infelice idea di togliere, con consegna dei simboli del lavoro ai medesimi, e dell'annunzio
grande pazienza, ogni traccia dillo stucco antico. Ingenua- della visita a Zaccheo con l'ingresso di Cesò in Gerusalemme,
mente egli se ne vanta, senza pensare che così ha distrutto tutti indizi dell'età della pace, e incompatibili col tempo pre-
per sempre un documento storico. Ma siccome, secondo il costantiniano. Il sarcofago di Gin/ih Basso è, insomma, della
proverbio, non ogni male viene per nuocere, il suo zelo prima metà del secolo tv, e più verso la metà che non verso
intempestivo rese almeno visibili i resti delle figure. Il loro il principio del tempo indicato.
significato gli rimase perii « enigmatico »5, onde la necessità Di qualche anno più antico sarà i! lateranense 174, con la
di domandare a me la soluzione dell' enigma . Fu nel 1919, prima rappresentazione della consegna della Legge a s. Fietro
durante la mia dimora in Breslavia, che presi il coperchio in scultura. Alla seconda metà del secolo iv attribuiamo gli
in esame. Avevo a mia disposizione la tavola (II) che accom- altri sarcofagi lavorati su tre 0 su tutti e quattro i lati, eccet-
pagna l'articolo del de Waal. Il primo risultato che riguarda tuato quello murato nell'altare della Madonna della Colonna
la constatazione della figura dì Dioniso, seduto su una a S. Pietro, le cui sculture mostrano personaggi d'una lun-
sella castrensi! e scherzante eolia sua pantera, lo sottoposi a ghezza insolita per il iv secolo, come a S. Maria Maggiore i
Carlo Robert, noto illustratore dei sarcofagi pagani. A mia musaici di Sisto III in paragone con quelli di Liberio. Il
grande meraviglia il problema propostogli fu anche per nostro sarcofago sarà dunque della fine del IV o del prin-
lui » insolubile », non conoscendosi, come egli rileva, nessun cipio del v secolo. Con ciò va d'accordo il simbolismo più
monumento in cui Dioniso sia seduto sopra una seggiola luppato, nuovo, della vigna, quale illustrazione delle parole
>le
pieghevole, anziché sulla roccia. Egli mi consigliò pertanto di Cristo agli apostoli: Ego sum vitis, vos palmi
di cercare la soluzione del problema nella Sacra Scrittura o lunghezza sproporzionata dei personaggi
1
nelle leggende cristiane °. Dopo una seconda lettera, più ascrìvere al medesimo tempo anche il grande frammento ito
precisa ed esauriente della prima, il chiaro autore rimase di Vescovio e il sarcofago Ludovisi (tins. /..VA', -■ e Cì.l'I).
*>.
convinto del carattere pagano delle sculture del coperchio'. di monumenti nel V secolo si spiega colle
He
Lotus tku"8 luglio igro: • Da hcraitncutischc Problem, da* Sic mìr Lctten del 11 ottobre io:
, isl iiir mich unluftur. .Vieti di< bakehischen Sirkippbific, mi! dcrcn Schrcibcn...fùrd[-nhcidnischcn UurjWr itcs Dctì
»-' i<* "Jiill'e, pirade bfschifligi bin, geben keincn Anhalr noch ilgcnd schiusemi, dass idi ihnen nich
■ An.l.^in. Uifl.riL' 1,1 .sjj. il.i-s itic 1 l;mpt%ur in din mil scincro Fan-
«cl.ndcn Dionysos »uf d™ LytituUMmoniMKIIt «itiiKTt. Aber unir • [cura,, 15. 5.
hitrmiuihìM frrui-rritr
j sarcofagi finii, che furono adoperati non siilo per diminuire l'altare della sua bas
le spese, ma anche per la difficoltà del trasporto. Sono di solito Il monogramma di Cristo assegna la bella scultura di Costala
semplici lastre con sculture ad imitazione di veri sarcofagi, al tv secolo, cui accenna anche la forma della dalmatica. Essa
alle volte anche coi loro coperchi. Tali lastre furono fissate apporta una nuova prova per il fatto che gli artisti solevano
davanti a tombe, di solito arcosolii. Ne abbiamo notati parec- indieare la verginità dal capo scoperto.
chi esempi; di uno si potè precisare il luogo primitivo'. Di Della decorazione del terzo monumento non rimane che
un altro, conservato in parte e alquanto sopra lavorato, diamo la figura di s. Pietro con la pecora sulle spalle, fra due
la ricostruzione a tav. CCLXV, 4. Anch'esso offre la fronte alberi e accanto ad una pecora un po' storpiata per l'angu-
unita col coperchio. stia dello spazio. 11 tipo del pastore è in tutto quello antico
I tre monumenti più insigni sono una lastra ricuperata nel e ei fa assegnare senza esitazione il rilievo all'età precostan-
1929 duranti.' le demolizioni del caseggiato antistante all'emi-
ciclo del Mercato di Traiano [tao. CCLIX, 3), una lastra 14. La distruzione che toecò principalmente ai coperchi,
di Temi (tov. CCXXXXVIII, 1) e un blocco rettangolare, ebbe di conseguenza clic questi passarono in seconda linea.
residuo d'un sarcofago finto pieno (non lastra), proveniente, Cosi si spiega come perfino in quello distinto con tanta
secondo ogni verosimiglianza, da una camera sopra terra chiarezza sulla lapide di Eutmpo, gli archeologi vedono « un
del cimitero vaticano, dove era collocato contro la parete sarcofago », che, secondo il Carnicci, sarebbe proprio quello
al fine di servire d'altare per le funzioni liturgiche in prò dei <■ preparato dal figlio- ". Il coperchio costituisce, naturalmente,
defunti {lav. CCLIX, 5) \ Tutti e tre sono ornati di sculture una parte integrale del sarcofago. Perciò accade talvolta che
rappresentanti soggetti sacri. Sulla prima lastra il busto della la serie delle rappresentazioni cominciata nel corpo dell'arca
defunta sporge da una conchiglia; a sinistra un soldato di continui sul coperchio e viceversa. Citiamo, per l'arte clas-
polizia mette la mano su s. Pietro in atto di far scaturire con sica, il sarcofago delle Niobidi '. per l'arte cristiana, quello
la verga dalla roccia la sorgente itila quale si dissetano Cor- della Storta (tav. CCXÌI, 2}. L'ultimo coperchio scomparso
nelio ed uno del suo seguito; a destra due soldati traggono in è quello del sarcofago che da S. Urbano alla Caffarella venne
arresto l'apostolo, scena molto animata, come sempre. Per trasportato al palazzo Corsini. Coperchio e sarcofago stavano
imo gruppo col secondo, l'artista aggiunse un ancora uniti quando il Garrucci li pubblicò (tav. 295, 4);
ro, giovane e imberbe, senza dubbio l'angelo, quando io li volli fotografare, il coperchio non c'era più, e
che fissa il poliziotto, come sul sarcofago dei due fratelli. il sarcofago aveva servito di recipiente per la calce di cui
Il berretto cilindrico dei militari e la capigliatura della de- consena anche oggi visibilissime le tracce (tav. I.XIX, j).
funta alla moda di s. Elena assegnano la lastra al tv secolo. Il coperchio più semplice è una lastra pesante di marmo,
È da notare che la defunta si fece ritrarre fra due scene del chiamata tabii/m marmorea in un'iscrizione presso Fabretti,
principe degli apostoli. citata dianzi: LOCA SARCOFAGI DVA QVAE TABm/b
La seconda lastra e di un valore eccezionale (la- MARMOREIS OPERTA SVNT "', In Ravenna predomina il
vala CCXXXXVIII, 1). Ebbi, nel 1893, la fortuna di acqui- coperchio a forma di baule, e nell'Italia superiore quello a
starla per il Musco del Camposanto teutonico.3 Essa proviene Ietto, con acroteri, di cui si trovano esempi anche in Roma,
dalla tomba d'una piccola bambina, deposta nel cimitero sebbene più di rado; basti citare quello colossale « di s. Mil-
di S. Valentino a Terni. Ecco l'iscrizione, incisa nel centro, ziade », scoperto in una cripta vicina a quella dei papi
sotto una elegante tenda, e preceduta dal monogramma nel cimitero di S. Callisto (tav. LXXXV, 6 e 7) ". Il co-
costantiniano di Cristo: CASTVLA VljXIT ANNqj V ' ET perchio a baule è all'atto --.conosciuto in Roma; i due, dise-
D|i« XXXV DEPOSITA XIII KAUndas MA;RTIAS. Da am- gnati da Pirro Ligorio, sono perciò sospetti e dovrebbero
bedue i lati stanno, sull'ingresso d'un edilizio dalla strut- appartenere alla peste Ligoriana » ".
tura monumentale, due figure oranti, col capo scoperto e Nell'arte romana, anche pagana l!, fin dal III secolo la lastra
vestite di dalmatica podere a larghe maniche, 1 nomi apposti di chiusura ha sul davanti una specie di attico, non solo per
AGAPE e DOMNINA, ci fanno riconoscere in esse due martiri aumentare il peso, ma anche per ricevere scene e per dare
vergini, come ha provato il de Rossi \ Abbiamo, dunque, posto alla iscrizione che siili.1 Ironie si estende a danno delle
dinanzi il raro caso sicuro che le oranti rappresentano anime sculture. La tabella dell'iscrizione è di solito rettangolare,
già partecipi della felicità eterna, dove pregano per i super-
i. Tale è anche s. Agnese orante, scolpita sul pluteo del- da delfini o mostri marini, più di rado rotonda, 0 poligona
■ Fabretti, Inict. dom.. Vili, 587; Gahuccci, VI. tav. 488, n. 25, p. 156;
df Rossi. Roma sali.. III. p. 443; MiutuccM, Laitr.,p. 1.
' Fotografia Anderson: 24198.
" '*H*pt-, P- <><•. n, =53.
(face. CLXXXXIII, 2, e CCLX, S). Tre coperchi ornati di indigeni e di tutti i tempi: molti sarcofagi furono distrutti
mostri marini sono riprodotti a tao». XIX, 6; CCLI, 1 e per essere ridotti in calce, per otturare le frane in ter-
CCLII, 3, tutti e tre del secolo in, il secondo con una iscri- reni coltivati, o per pura malvagità umana. Nemici nati
zione la cui fine esce dai formulario comune: MARJVS ■ sono anzitutto i costruttori e i muratori 3; onde troviamo
VITEL1ANVS ■ PRIMliTIVAE ■ CONIVG1 FIDEL1SS1MAE sarcofagi Spezzati, dove meno si sospetterebbero, cioè nei
A'iimA ìiiwctns Kara Connu Bi'B'j in f. S'intende che il pavimenti delle chiese. Cosi, p. e., alcuni frammenti del
monogramma di Cristo libimi qui tome abbreviazione nel Museo del Camposanto teutonico provengono, come è
testo. Un coperchio precostantiniano, trovato nel cimitero notato (p. 210), dalla basilica di S, Pietro, la lastra della
di Dominila, ha per decorazione una fila di quattro delfìni, tav. LXXXVtl, 6, dal battistero laterancnse, quella della
dalla consueta forma rotondeggiante (tav. CCLXIII, 4). tav. LXXI, 3. da S. Prassede. A fig. 6* poi diamo una
Delfini molto lunghi vediamo, invece, sopra il coperchio lastra che fu adoperata nel pavimento della hasiiica di
d'un sarcofago fìnto (tav. CCLXV, 4). Questa forma, ri S. Sebastiano, con le sculture orribilmente scalpellate e capo-
volte. Era la
fronte di un
>fago a
avanti la tenda, o come immagine clipe quando fu ridotto a lastra. Delle scene rappresentate nella
niente da putti o vittorie, una volta dalla proboscide di zona supcriore si riconosce, a destra della conchiglia, il sacri-
elefanti (tav. LXXX1V, 1). Sul coperchio si svolgono anche fizio di Abramo vestito di corta tunica e con l'angelo accanto.
spesso le scene che richiedono uno spazio maggiore, come, Seguiva la comparsa del Signore fiancheggiato da due soldati,
p. e., il convito celeste, le storie di Giona, dei tre fanciulli e avanti Pilato. Di contro saranno, dunque, state le scene che
dei tre Magi. vediamo su monumenti simili, p, es. sul sarcofago dei due
15. Abbiamo rilevato che ai coperchi toccò spesso la sorte fratelli. Sulle scene della zona inferiore non si può avan-
dì essere frantumati, per servire come semplice materiale. zare nessuna ipotesi seria; le teste delle figure di fondo non
Di qui il fatto che molti cicli sono incompleti. Viceversa, servono che a confondere.
potendo i sarcofagi utilizzarsi per scopi pratici, molti se ne La distruzione dei sarcofagi si estende, in Roma, a tutti
salvarono servendo come vaselli per acqua o per fiorì, o come quelli che nei cimiteri erano collocati in cripte 0 gallerìe di
abbellimento di piazze pubbliche, n come altari nelle chiese. facile accesso; solo quelli inaccessibili si sono salvati. Cosi si
Ma in generale la sorte dei sarcofagi è assai triste. Data Spiega come da una parte esistano sarcofagi d'una conserva-
la loro materia quasi indistruttibile, la rovina si deve all'uomo, zione stupenda, originaria, dall'altra misuri avanzi. Ciò
non al tempo. Essa cominciò di buon'ora: per quelli delle accadde, per addurre un esempio eontrclo, nel cimitero dei
catacombe della Salaria già, a quanto sembra, negli anni 4.09 Ss. Marco e Marcelliano: in una cripta franata, inaccessibile,
e 410, quando Alarico assediò colle sue orde e prese la capi- sì trovarono due sarcofagi più o meno integri (taw.XLIV, 3,
tale del mondo. 1 tei barbari compresi sotto il nome di Getae e CXXVIII. l), mentre a pochi passi di distanza, nella cripta
il papa Vigilio afferma espressamente che, durante l'assedio di S. Damaso, che per molto tempo è rimasta aperta ai visi-
di Roma, penetrarono nelle catacombe e demolirono le tombe tatori, uscirono dalle forme più di cento frammenti d'un
venerate che incontrarono: Moverunt sanctis bella nefanda grande sarcofago a due zone, che potè essere ricomposto
prius htaque sacrìlego vertermi curile scpitlcra Marlyribus (few. CXX1X, 2).
quondam rite sacrata pus ". Che in questa strage fossero Inoltre dal muro di recinto disfatto del cimitero dei
compresi anche i sarcofagi, è da presumersi senz'altro. Ma Ss. Marco e Marcelliano usci il frammento di coperchio, la
per ridurre questi a minuti frammenti, come lì abbiamo cui copia trovò ancora un posto a tav. CCLXIV, 3. Al
trovati, devono avere contribuito particolarmente i barbari contrario un avanzo della fronte colla figura della defunta
:nv. /i-,".,.
e generale
nte fra due santi, essendo apparso troppo tardi, dovette IV secolo; l'immagine eucaristie;! si Irma avanti l'altare e rap-
essere riprodotto nel testo come chiusura àn\\'Introduzione presenta un cesto ricolmo di pani e fiancheggiato da due
generale (fig. '4')- Esso proviene dal cimitero vaticano ed pesci. Questo esempio luminoso mostra quanto sia grande
appartiene certamente a! IV secolo; offre quindi uno degli l'importanza del canestro contenente pani nella rappresen-
ultimi rappresentanti dei sarcofagi a forma di vasca, ed è, tazione del principale miracolo eucaristico, raccontato da
anche per l'identità del soggetto, un compagno di quello tutti e quattro gli evangelisti, e quanto ne sia grande l'uni-
intiero riprodotto a tav. CXI, 4, che ri somministra le due formità nella espressione che esso trovò in tutta l'arte, ro-
scene angolari, che nel nostro avanzo mancano per ora mana e orientale: sembrerebbe che il mosaicista avesse
del tutto. veduto, p. es., i due canestri con i due pesci nelle cripte di
Nelle Gallie la prima distruzione dei sarcofagi si deve Lucina *.
agli Ugonotti e Calvinisti che solevano infrangerli perestrarrc Un avanzo dei due simboli eucaristici, effigiati l'uno
accanto all'altro, come a tav. CLVIII, 3, usci troppo tardi
dal cimitero di S. Ermete per poter essere riprodotto in una
tavola; perciò si presenta qui a fig. 7*. Inoltre i sarcofagi
riprodotti a tavv. CLXXXXV, 2, e CLXXXXVI, 2, ci
e bruciare le ossa '. Segui la bordaglia della grande Rivo- presso S. Agnese f. 1. m., provengono di certo da una rap-
luzione, che distrusse o scalpellò sistematicamente quanto presentazione del (.Visto risorto colla croce e fra gli apostoli,
si riferiva al Signore e alla Croce "'. I volumi del Millin della quale il sarcofago di Probo e la Bua copia offrono un
e, specialmente, quelli di Edmondo Le Blant mostrano in esempio intiero {tav. CCLVIII, 2 e 6; CCXXXXIII, /).
che miserando stato ci furono tramandati i sarcofagi cristiani. Infine a fig.8'diamo la ricostruzione del •■ misero frammento »
Nell'Oriente, dopo gli iconoclasti, s'incaricò della rovina menzionato a p. 311: è un avanzo dell'entrata dì Gesù in
il maomettano. Il suo compito fu del resto tenue, attesa la Gerusalemme, cui assiste Zaccheo come spettatore, aggrap-
parte del tutto secondaria, toccata ivi alla scultura cristiana. pandosi perciò con entrambe le mani all'albero, non con la
I frammenti, anche meschini, sono sempre preziosi, per- sola sinistra.
chè possono ordinariamente essere integrati, data l'abitudine In seguito all'accennato modo di procedere degli artisti,
degli artisti di ripetere le scene senza cambiamenti notevoli. fra i numerosi frammenti da me esaminati, a parte quelli
Superiore ad ogni dubbio è perciò la ricostruzione di fram- del tutto informi, uno solo m'è rimasto finora enigmatico.
menti inediti dei due miracoli eucaristici, che si conservano Esso è riprodotto a fig. 67, p. 119; a p. 35 ne abbiamo
nel Museo di S. Callisto (tav. CCLXVI, 1-4). Non furono azzardato una qualche interpretazione, appellandoci al fa-
integrate le scene di cui rimangono, nello stesso Museo, solo moso cpitafio che un padre di nome Fiorentini pose a suo
i cestì ricolmi di pane. Malgrado l'asserzione contraria di figliuolo Aproniano '. Ivi e detto, fra altro, che la nonna,
qualche scienziato, tali cestì non figurano nei banchetti vedendo il nipotino in pericolo di vita, pregò la Chiesa
pagani; essi sono, anzitutto, il distintivo delle rappresen- perchè lo battezzasse. Per tradurre co test a scena in imma-
tazioni eucaristiche, come abbiamo spesso rilevato. gine, l'artista antico avrebbe rappresentata la personifica-
La nostra asserzione riceve ora una conferma solenne dal zione della Chiesa e, dinanzi ad essa, una donna in atto
musaico pavimentarlo della basilica, dal prof. p. Mader feli- di supplica, cioè in ginocchio e colle mani protese. Ma il
cemente scoperta sid luogo dove secondo la tradizione il fatto è troppo singolare per poter essere applicato ad un
Signore moltiplicò due pesci e cinque pani per saziare le frammento, dove manca la parte principale della personifi-
turbe affamate. Il musaico, al pari della basilica, risale al cazione supposta. Sarà dunque più prudente di attendere
dal piccone la soluzione di questo piccolo problema. In- mpressione sinistra. Essa si presenta sotto forma di
tanto non sarà inutile aggiungere ehe in questi giorni {mag- frammento, di ■ 1 precisare i diversi prestiti: il
gio 1932) fu trovato nel cimitero maggiore un affresco che frammento comprende la parte superiore della seconda,
ritrac una orante a capo scoperto, ai piedi della quale stanno terza, quarta e quinta nicchia del sarcofago lateranense 174.
in ginocchio un uomo e una donna, senza dubbio la martire {lav. CXXl, 4), con archi copiati dal sarcofago di Probo
locale, Emerenziana, venerata da due fedeli ehe le si racco- (tav. XXXV, 1-3); il tutto è coronato da viticci e ram-
mandano. L'affresco è della prima mela del secolo JV e un pazzi d'uva, presi dalla incorniciatura delle scene della porta
precursore perfetto della nota pittura di S. Giovanni e Paolo. di Santa Sabina. Va da sé che i prestiti sono travisati, per
Infine, per maneggiare i sarcofagi con più facilità, spe- mascherare la fonte; i cesti, p. ts., hanno un piede, ad
cialmente nel commercio, invalse l'uso di staccare le fronti del famoso ■■ calice di Antiochia «, che anch'esso
e le testate, o, nei fece pompa di sé nella
sarcofagi a einqu Esposizione, e ai due
apostoli del fondo
manca la sinistra. Co-
si tutto è un accoz-
solo i (.ampi con scene zamento grossolano,
figure. Di quelli, il indegno; onde fa me-
Mui 1 latcrs raviglia, come un tale
possiede quarantatre1 .< corpus dclicti '. ab-
di questi, quattri
esempi, l'uno dei quali f , messo all'Esposizione.
con i campi angolari Ma ci sembra che gli
scambiati e orribilmente raffazzonati [fig. 44, p. Sp) !. La studiosi dell'arte bizantina siano sempre ancora « di bocca
fronte di questo fu già pubblicata dal Bosio (/>, 291); ma buona ., come suol dire il popolo. La fig. 9" ci dispensa
la differenza fra la copia e l'originale lateranense è cosi da ulteriore e
grande che nessun archeologo s'è accorto della identità di
Vili. - Semplicità e chiarezza della composizione antica.
ambedue.
Parecchie volte incontrammo l'abuso commesso su fram- Salvo il frammento menzionato, gli altri possono inte-
menti di scultura: un ■ earhonaro cambiò la mummia di grarsi con facilita e. quanto alla sostanza, con ogni sicurezza,
Lazzaro in un fascio di verghe sormontato dal pileo repubbli- avendo a disposizione sculture intiere per completare quelle
cano (rat.. CCXXXIV, 3)'; un artista mercante fece diven- con scene frammentarie. La scena stessa è sempre d'una com-
tare cavallo con orecchie mozzate il primo dei Magi e la posizione chiara, perchè lo scultore non rappresenta che il
testa del cammello nel fondo; un sacrifizio pagano venne momento saliente dell'azione, dando a ciascun personaggio e
aggiunto alla tìextruriiìii ittnetio per renderla più interes- l'abito e l'atteggiamento richiesti dall'azione. Ed ogni per-
sante 4, e da una Anastasis fu studiosamente scalpellato tutto sonaggio non fa che un gesto, con la destra, s'intende.
quello che potesse offendere l'occhio d'un » lìbero pensatore » Cristo, p. es., che consegna la Legge, non può dare con la
{fig. 205, p. 328), mentre un devoto poco discreto di s. Ber- sinistra il volume a Pietro e in pari tempo rivolgere la parola
nardino da Siena cambiò tutte le scene d'una fronte a cinque a Paolo, Come opinarono i nostri predecessori: egli consegna
scompartimenti {fig. 6?, p. Tl6). Crediamo infine di aver la Legge a Pietro, intimandogli di insegnarla a tutti i popoli.
anche provato che furono eseguite e si eseguiscono tuttora Perciò il gesto di comando. Paolo non fa che acclamare il
vere falsificazioni di sculture antiche \ In un negozio di Signore per aver scelto Pietro a tale sommo ufficio, come
I
Siviglia vedemmo, qualche anno addietro, una contraffazione abbiamo mostrato a diverse riprese. Altrettanto chiara nella
abbastanza fedele del sarcofago di Toledo (to'. CCXIX, i)\ sua semplicità è la rappresentazione della cathedra Petri,
vi mancano soltanto la testa d'un personaggio di fondo, un come possiamo chiamare senz'aldo la scena. Anche di questa
cesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci e la mano fu detto quanto è necessario.
divina che vieta il sacrifizio d'Isacco. Ne possediamo una Gli artisti, naturalmente, hanno il diritto di supporre nello
fotografia molto nitida, ma troppo piccola per essere ri- spettatore la conoscenza non solo degli abiti e dei gesti, ma
prodotta. . anche dei singoli soggetti desunti dalla Scrittura e storia sacra.
La più recente falsificazione ha titillato l'anno Scorso È inoltre, e anzitutto, necessario di guardare le sculture cogli
alla Esposizione bizantina di Parigi. Ci fu segnalata dal occhi dei con tempora olì, cioè cogli occhi di coloro che le
prof. E. Josi il quale, di fronte all'originale, ne ebbe subito scolpirono e le ordinarono. Che fra gli spettatori fossero
' Sono i nn. 40, 66. toG, ioS, ho. 119, tu, 125. 127, 137. J44, ' Wilhiht, Ri-srauro di kuIIui n Kit-irta dì archeologia
146,148, ili, 153, 155, 136. 1561-, :6o, 161. [63. 166, 173. 174. 174U, 175- %=4.P-3"-
177, 17B, 179, 180, 183, [84, 186, lSq, [91, 193, 195, mi, 103, 212. 214. ' lbid., % 22, p. 28.
i2t, 217- J lbid.F figg. 30 |Mu»ro IsMri ,Sc|rp.40;3.(Mu«:0 Torlonia), p. 42;
' Nn. 108, 144, IS3- ">ì ("™ """Pi scambiali). .54 (MlttM Montpdkitt), p. 44.
Introduzione generale 19"
degli interpreti privi di tutte o di alcune di queste cono- occhi dalle fondamenta della vecchia
scenze necessarie, gli artisti non potevano prevedere; molto basilica di S. Pietro, la cui nuova fabbrica in quel tempo si
meno potevano aspettarsi ehi- l'ra gli interpreti fossero artehe stava costruendo. Qualche altro egli stesso aveva ritrovato
degli gnostici moderni, con sentimenti ed opinioni diretta- nelle catacombe; altri infine erano già in chiese o piazze pub-
mente opposte, razionalistiche. Dato un tale fondamento in bliche. Le copie di questi monumenti sono in genere più fedeli
tali interpreti, le spiegazioni debbono essere per forza sba- di quelle delle piti .Ade
gliate, a volte perfino sjmttcschc. C'osi, p, es., quando si
prendono soldati per sellavi. Alisene per Gesù, pillole per
rotoli, Giobbe cui la moglie porge il pane, otturandosi il
naso, perii » defunto cui la moglie superstite olire il volume,
facendo il gesto di dolore ■■, due poliziotti per i principi
degli apostoli, Cristo. Pietro e Giacomo Minore per la Tri-
nità ecc. Per far meglio comprendere l'enormità di que-
st'ultimo errore, riproduciamo a dir. CCLXY'I, 7, Il gruppo
isolalo e in grandezza maggiore.
Abbiamo detto che la nota caratteristica della composi-
zione antica è la chiarezza. Salvo le scene, peraltro rarissime,
di martini, essa non offre di solilo elle il momento decisivo
dell'azione. Molto di rado sono rappreseli lati due momenti,
sia contemporanei, come sulla fronte capitolina (tav. HI, 4,
p. S), sia consecutivi, come sul sarcofago lateranense 174,
dove Cristo, dando la Legge a Pietro, compie l'ultimo atto
della sua vita terrestre, e poi sale al eirlo, -eoi 11 parendo agli
sguardi degli apostoli (tav. CXXI, 4) '. Tutto è quindi ben gitale da un solo artista che si chiamava Francesco Falcato,
calcolato: in ambedue i casi il momento principale sta sul come si raccoglie dalla firma che egli appose sotto la fronte
davanti, e quello secondario è relegato nel fondo. e le testate del sarcofago oggi al Louvre e sotto le testate
Più spesso s'incontra la fusione di due scene in una. del sarcofago murato nell'altare della Madonna della colonna:
Nelle rappresentazioni di s. Pietro ne abbiamo tre: l'Apostolo
viene catturato, mentre impartisce il battesimo simbolico a
Cornelio e mentre insegna in cattedra; l'Apostolo conduce la
Cananea al bacio della mano del Signore, mentre questi
risuscita Lazzaro; infine la Cananea appare nel momento in
cui Cristo annunzia all'Apostolo la negazione. Tutte queste
scene esistevano separate, prima di essere fuse in una. Lo
stesso accadde per la caduta dei progenitori e la consegna
dei simboli del lavoro ai medesimi, per la scena di Zaccheo
cui Cristo annunzia la sua visita, e per l'ingresso trionfale
in Gerusalemme, scena, queste, che fini col mostrare Zac-
cheo arrampicato sul sicomoro per assistere all'ingresso di
Gesù come semplice spettatore.
In ultimo rammentiamo la compenetrazione di due scene:
i tre fanciulli, che per il loro rifiuto di adorare la statua sono
Ì precursori dei Magi, in alcune rappresentazioni più tarde fra Jole je; frac Jolcar f; Fra Fole Fi( Francesco Folcaro
diventano i Magi slessi. Ad eccezione della scena sulla fronte fece). » Bosio ne loda la fedeltà, a differenza dell'anonimo,
capitolina, le altre sono del secolo tv. Tutte r che per il cardinale Maroniti3 aveva depravatamente ese-
flusso dell'insegnamento ecclesiastico. guito i disegni della faccia anteriore di due Pili » ', Egli
avrebbe potuto generalizzare il suo biasimo. Le copie che in
IX. - Come furono copiati
quel tempo si facevano, su no d; solilo multo libere, tanto che
I. Come delle pitture, cosi anche dei sarcofagi il Bosio appena ci permettono di conoscere il contenuto dei soggetti
cercò di procurarsi copie subito dopo la loro scoperta, per rappresentati, come quelle del sarcofago di Tortona, di certo
illustrare la sua Hunin sullrrnim-n. Quaranta sarcofagi intieri aggiustale, secondo il suggerimento di chi le pubblicò'. A
e tredici frammenti vi furono riprodotti. I più importanti figg. io* e 11* diamo anctua le due copie tip rodo centi le fronti
1 Vedi J : XVII, - :, rovescio, la fronlc di-I Mraifjjjrj ,1 Probo. ]., itoni,ti quella del sarcofago del
abbiamo un esempio molto siti ni ficai ivo in Pompeo Ugonio, tore copiava, con la fotografia in mano, come egli stesso
il quale vedendo nella basilica dì S. Sebastiano il sarcofago afferma in qualche parte della sua opera. Ciò non di meno i
oggi lateranense 178, lo prese- per «un bel pilo antico g.an disegni sono per i particolari spesso soggetti a cauzione, come
varie figure d'alcun gentile ; soltanto più tardi s'accorse del- è generalmente noto. Il merito dell'autore consiste nell'avere
l'errori;, e aggiunse in una nota interlineare: ■ il pilo è di riunito sulle sue tavole il maggior numero possibile dei sar-
christiani e le ligure sono sacre . Si tratta del sarcofago da cofagi, dispersi nell'antico Impero romano. Quale immenso
noi riprodotto a tav. LXXXVI, 3 '. servizio egli abbia reso agli studiosi dell'archeologia con
Una importanza speciale hanno le copie che Filippo de quest'opera gigantesca, lo sa apprezzare anzitutto chi vive
Wìnghc fece delle fronti del sarcofago lateranense 174 (jig. 99, lontano dagli originali.
p. 168), !di quello del Louvre (fig. ros, p. 182) ', e delle Le prime copie fedeli si devono a Edmondo Le Blant,
(estate di quello sotto l'altare della Madonna della Colonna a il quale pubblicò,
S. Pietro (Jig. tot, Ùl due volumi,
p. 182) *, perchè le sarcofagi delle Gal-
sue copie fanno ve- lic, il primo con
dere i sarcofagi, disegni che un ar-
com'erano al mo- tista accademico,
mento della sco- Pierre Fritti, ricavò
perta, prima dei con gran cura da
■■ restauri ». Baste- fotografìe, il se-
rebbero queste sole condo con tavole
copie per meritargli fotografiche. Il
la gratitudine degli chiaro autore rile-
archeologi. va egli stesso il
3. Ciò che il de grande progresso
Winghe per Roma, della riproduzione
lo fu il Pciresc per fotografica, di cui
la Francia, e spe- potò servirsi per il
cialmente per Arlcs, secondo volume:
copie di sarcofagi » Avec une perfectio 1 que la main humaine demeurc impuis-
gallici cristiani sì dchhono all'organista Anna Rulman, altre sante a atteindrc, il (le procède de la photographie) accuse
all'antico commediante Beauméni, altre infine al Clener, la diversitè des sryles et fait ressortir dans ses moindres
copista del Millìn il quale pietosamente raccolse quanto détails le mode de travaìl des sculpteurs et jusqu'à l'usagc
aveva risparmiato la bordagli;) della grande Rivoluzione. plus ou moins marque du trépan, dont l'abus constitue un
Molte di queste copie sono da prendersi nel senso largo signe de basse epoque»'. Ma sull'applicazione della foto-
della parola; però, quantunque inesatte ed a volte anche grafia ai monumenti che ci riguardano, abbiamo trattato
fantastiche, tutte sono preziose, bastando di solito a farci in un articolo speciale, intitolato: Sul modo di servirsi della
conoscere, 0 almeno indovinare il contenuto delle scene fotografia per la pubblicazione dille opere di arie antica, al
riprodotte, che in gran parte non esistono più. Cosi due quale ci permettiamo inviare *.
copie del Peiresc5, che diamo afigg. 72* e 13* sono avanzi
X. - Ultimo sguardo
d'un sarcofago a colonne, distrutto, le cui nicchie conte-
nevano scene composte di tre figure, l'ima rappresentante
la moltiplicazione dei pani e dei pesci della forma più rara Nella Conclusione {p. 355) si annunzia la scoperta dì
"del compromesso , l'altra l'aiuiuiuio della negazione, Col una «grotta - o « battistero », in Siria, con una parte delle
gallo su una specie di pilastro; negli interstizi delle colonne pitture sacre che risalgono al «principio del secolo III".
ed archi sono corone lemniscate e conchiglie con delfini ac- La comunicazione dello scopritore stesso, prof. Rostovtscff ',
costati. È molto probabile che le due nicchie appartengano c'insegna ora che si tratta d'un vero battistero, istituito rego-
al sarcofago di cui il Le Blant pubblicò una nicchia apparte- larmente in una casa della città di Dura sull'Eufrate e munito
nente ad una Signora di Nimes. ' di vasca. S'intende che la casa è del vescovo, perchè solo
Incomparabilmente migliori di tutte le vecchie stampe, al vescovo spettava il diritto di battezzare. Egli è forse iden-
sono le tavole pubblicate dal Garrucci perchè il suo disegna- tico a quello che in un graffito si chiama Panini. Sarebbe de
Inhoiiii-itine generale
facto il primo « vescovo castrense • che si conosca, essendo che nella basilica palestinense soggetti familiari anche all'arte
Dura una colonia militare, una fortezza (di circa cinquemila romana. Come non pensare al vescovo A bercio, il quale ne!
anime). Alle pitture menzionate bisogna aggiungere la Sama- suo viaggio dalla Frigia a Roma incontrò dappertutto la
ritana al pozzo. Esse ricorrono tutte anche nell'arte romana, stessa fede e gli stessi simboli, specie quelli dell'ai
alcune perù soltanto nella scultura. Rileviamo specialmente E h fede dm-unum mi priredi-rn <■ duvunque si
la guarigione del paralitico nella piscina probatica, effigiata alimento un Pesce, che viene dalla fonie, stragrande, mondo,
in due momenti, pittura che conferma ciò che viene da che una casta l'ergine prese già di sua mano, e questo porgeva
noi esposto a p. 293 sul simbolismo battesimale di questo sempre a mangiare agli amici, avendo del vino eccellente, che
miracolo. Le candele accese nelle mani delle pie donne mescolato con acqua, Jttrti kiììciik eoi pane. Così si esprime il
per indicare l'ora notturna delta visita del Santo Sepolcro, santo vescovo nel proprio epitafio. Lo stesso linguaggio
rivelano l'artista provinciale; le due stelle sarebbero State parla anche Pettorio di Autun nel suo epitafio. Abbiamo
sufficienti. Nella rappresentazione romana di codesta scena in tal modo una perfetta armonia nella maniera di espri-
mancano ambedue i particolari; la notte va supposta dal rac- mere artisticamente le principali verità della fede'. Si può
conto evangelico. Anche l'idea di raffigurare il Santo Sepolcro pertanto essere quasi sicuri che le ulteriori ricerche nell'O-
come un sarcofago, anzi come il lato piccolo d'un sarcofago riente ci daranno, nel campo dell'arte cristiana antica,sog-
con coperchio a forma di tetto, rimase finora senza esempio. getti che più o meno già conosciamo da quella ricchissima,
Altrove il Santo Sepolcro è dì solito rappresentato sotto romana. « Le fidèk- qui, des hords du Nil ou des vallées de
forma d'un edifizio rotondo, a cupola. Mancano le pitture la Syrie. venait a Rome, y retrouvait ce qu'il avait quitte;
eucaristiche, perchè sono distrutte. L'esecuzione assai me- quand il descendait pour la première fols dans Ics galeries
diocre di queste importantissime jiitmiv contrasta coll'am- des nécropoles, il ne s'y sentait point ctranger: l'art lui-
biente di una certa agiatezza; essa non ci sorprende in meme scmblait l'accueillir par une douce hospitalité. Cha-
Oriente; ma non è neanche impossibile che dipenda dalla cune des images qu'il contemplai! lui parlait une voix amie:
poca capacità dell'artista. Difatti il musaico pavimentano della il en reconnaissait le sujet, Ics personnages; il se rappelait
basilica eretta sul luogo della moltiplicazione dei pani e dei les consolations et Ics espérances attachces a ces mystérieuses
pesci, benché d'un secolo più recente, sfigurerebbe poco 0 allégories et pouvait se croirc encore au milieu dea cryptes
nulla a fianco di quelli decorativi di 1 Santa Costanz?. ». È et des chapelles de sa patrie , possiamo dire con Charles
infine molto interessante vedere tanto nel battistero di Siria Bayet (Recherches, ecc., p. 41).
LE RAPPRESENTAZIONI
DEL
VECCHIO TESTAMENTO
INTRODUZIONE
s rivelazioni, fatie da Db a Mosè e ai profeti, assai giovarono ad infondere nei fedeli la confidenza nell'aiuto
«sulle verità fondamentali contenute negli scritti di Dio per i cari defunti. Quindi nulla di più naturale che si
del Vecchio Testamenti>. passarono nel tesoro siano subito imposti per la decorazione dei sepolcri nelle cata-
spirituale del Cristianesimo il quale conservò combe. Come figure dei martiri condannati alle fiere e dì
della religione madre, naturalmente, tutto quello che gli era quelli bruciati vivi, Daniele fra i leoni e i tre fanciulli nella
utile, necessario. Basta notare qui un solo punto, le profezie fornace, diventarono anche più cari e furono perciò più spesso
messianiche, su cui ha tante volte insistilo il Signore stesso: rappresentati. Ma il più prediletto, dopo Giona, fu il miracolo
" quoniam nccesse est impleri omnia, qtiae scripta sunt in della fonte per il suo profondo significato simbolico, come
lege Moysi et prophetis et psalmis de me ■ '. figura del battesimo, e specialmente del battesimo conferito
La legge, consegnata a Mosè dalla mano di Dio, è perciò da s. Pietro al centurione Cornelio, primo pagano da lui
chiamata verha vitac dal protomartire Stefano 2, e sopra un
sarcofago inedito, di cui tratteremo più oltre, è paragonata ad Il numero dei soggetti andò in seguito sempre cre-
una colonna con fuoco al disopra, the a guisa di faro spande scendo, da quando gli gnostici, per distruggere la base del
dappertutto la luce. Una immensa stima degli scritti del Cristianesimo, cominciarono a diffondere i loro errori su Dio
Vecchio Testamenti' e fu la conseguenza spontanea. Il papa e sulla creazione del mondo, separando questa da Dio e attri-
s. Clemente, p. e., vi attinge dì nella sua lettera a: buendola a! demiurgo, essere inferiore e caricatura del Verbo,
Corinti. Donde — si; detto di — nulla, assoluta- mentre, secondo i profeti de! Vecchio Testamento, Dio non
, Fot Ila pretesa origine solo è uno, ma anche creatore dell'universo. ■ Virus enim
ebraica del santo pr iustitiae innoccntia dignos Dermi nosse et ostendere, a pri-
Codesta stima si manifesta inoltre nel fatto che l'arte mordio in sacculum (Deus) einisit spiriti] divino inundatos,
funeraria trasse dagli scritti del Vecchio Testamento molti quo praedicarent, Delitti unicum "Se, qui universa tondidc-
soggetti per le sue rappresentazioni3, alcuni già verso la rit », dichiara Tertulliano, precisando il donuna cristiano'.
fine del secolo i. Cosi accadde per Daniele esposto ai leoni Qualche decennio prima già quel misterioso e veneranda
e per Noè salvato nell'area: ambedue furono dipinti nell'ipo- vegliardo che mise su buona strada Giustino filosofo, insi-
geo dei Flavii. Seguirono, nel II secolo, le immagini della steva sulla inanità delle dottrine dei filosofi
casta Susanna liberata dalla falsa accusa, dei tre fanciulli assoluta di tutto ciò che insegnarono i profeti, i quali
nella fornace, della sorgente miracolosa fatta scaturire da — così egli — « hanno parlato sotto l'ispirazione dello Spirito
Mosè nel deserto, di Giona gettato nel mare e del sacrifizio Santo e predetto cose che ora si stanno avverando »s. Da
d'Abramo, che subito fu collegato co! sacrifizio sulla croce. quando dunque gli gnostici scatenarono la loro guerra contro
Come si vede, tutti questi esempi mostrano l'aiuto che gli scritti del Vecchio Testamento, vennero aggiunte ie rap-
Dio prestò ai suoi fedeli, col suo intervento diretto; onde presentazioni che si riferiscono alla crea/ione dei protopa-
rcnti, alla loro radula, a Caino e ad Abele, ai patriarchi Isacco che, dil'atti, troveremo rarissimamente e soltanto nell'arte
e Giacobbe, a Davide e Golia, a Ezechiele, Elia e Giobbe. provinciale. L'esempio più notevole ei é offerto da una scul-
Dei protoparenti, dei patriarchi Isacco e Giacobbe, di tura spagnuola del vi 0 vii secolo, sulla quale tutti i soggetti:
Mosè, dei tre fanciulli, di Giobbe e di David furono aumen- il Buon Pastore, il sacrifizio di Abramo e Daniele fra i leoni,
tate le composizioni, alcune delle quali apparvero soltanto sono accompagnali dai rispettivi nomi: flYMHN (ivoipU),
nella scultura e nell'epoca della pace. Chiusero il ciclo, nella ABPAM, eiCAK e bANIHA. (tav. CCXIV, 1).
scultura, Tobia eoi pesce e gli esploi -i col grappolo d L'amore dei fedeli per le scene del Vecchio Testamento
della Terra promessa. Cosicché le se fece, a volte, accumularne il maggior numero possibile sopra
uno stesso sarcofago. Ciò si scorge anzitutto sul sarcofago
Di Tobia col pesce, degli esploi lori col grappolo e ili di s. Ambrogio in Milano, le cui facce principali sono occu-
David colla testa recisa di Golia, esi e fluitanti) un esempio pate da due scene del Nuovo Testamento. Ivi lo scultore
nella scultura gallici. Anche il combattimento di Davide con rappresentò, su! fianco sinistro, il ratto di Elia, sotto i cavalli
Golia manca fino ad oggi nella scultura romana; ma certa- della quadriga la caduta dei protoparcnti, nelle onde del
mente dovette esservi stato, poiché Roma ha fornito all'arte Giordano la barca di Noè, e, accanto, Mosè che riceve la
provinciale i modelli di tutte le altre rappresentazioni. legge (tav. CLXXXIX, s). Più economici ancora furono
Alcune delle scene figurano, come pegno della nostra gli artisti che usufruirono anche dei minimi spazi per in-
risurrezione futura, nelle Constitulioiws apostolico*, cioè nella trodurvi rappresentazioni. Cosi, p. e., vediamo una volta,
parte aggiunta ed arricchita: i Egli (Dio), che trasse fuori sulla base del monumento di Lazzaro, Daniele che uccide
dopo tre giorni, vivo e intatto, Giona dal ventre del mostro il drago (tav. CUI, 5).
marino, che trasse fuori i tre giovani dalla fornace di Babi- Siccome alcune scene, specialmente quelle dei tre fan-
lonia e Daniele dalle fauci dei leoni. Egli non mancherà di ciulli e di Giona, richiedono mollo spazio, gli artisti presero
forza per strappare anche noi dalla morte » '. l'abitudine di riservarle ai coperchi che sono più capaci di
Essendo le scene quasi Sempre d'una composizione chiara ricevere soggetti ricchi di figure, potendo darli in propor-
e semplice, non hanno avuto bisogno di iscrizioni esplicative, zioni molto più piccole.
1 Micne, P. C, 5. 7. R43; Fimi, Dìdmtalie « Coatìmiiona a/wi(., N'cM'illustrare i singoli soggetti, seguiremo gli scultori e
daremo la preferenza alle scene di Giona.
- Arcerfumciifi pirlìmùu
CAPO I.
GIONA.
. 357, I, tav. IX, p. 3<6). IL Ca.rucci dune uni copia più girale, ma anch'essa «ma
e 3: 3*7. 3; 374. 4; 377. 'i 3&J. *'■ 383
j; 30S- 8; 396. "'; 397. s. ■<>-'*; 4™.,c 40=. j; (lav. 2. n. 1, p. i). Cosi poti formarli presso alcuni scienziati tedeschi l'idei
abbia lugger ito lì cristiani di rapprcscmare Giona sui sepolcri. Tale ipotesi,
■ Le Blant, Ariti, tavv. VI e XX, 3; <
XXVII, 1; XXXII, 3; XXXIII, 1; Gamvcci,
' Nilangn <Irmtbè'ihgìe et cThùtoirt, 1912,
3. - PlSTRICE.
te et clamabant
l.,W,.,,l;ir.\\VV(]Jm
•ili preliminari 203
(top. CLXI, /). Questo pesco è il ■ draco n-.inmi. , pcr smo che permetteva agli artisti tanta liberta. D'altra parte non
usare l'espressioni' di Plinio ', il .. cete » della satra Scrit- vediamo in che modo avrebbero potuto esprimere codesto
tura-. E d'un aspetto orrido: testa con bocca spalancati e intervallo. Nei casi in cui Giona sembra essere ancora per
irt;i di demi formidabili, naso lungo ed acuto, occhi spor- metà nelle fauci del illustro e già dorme sullo la pianta, dob-
genti, orecchie puntute ed erette, pinne a modo di basette, biamo figurarci il profeta più nel tondo, e il mostro, avanti:.
collo lungo, ventre rigonfio con zampe munite di unghie e Poiché Giona si è offerto spontaneamente ad essere sa-
spesso, posteriormente, con tre pinne, corpo anguiforme, che crificato, un marinaio basta ordinariamente per gettarlo
finisce in una grossa pinna. Sul sarcofago spesso citato late- dalla nave; anzi, otto volte Giona si getta 0 si e gettato al
ranense no, il pistrice si mostra due volte in tutta la sua mare da sé. Inoltre è degno di nota che sui monumenti più
lunghezza. Cos'i si vede o fi vedeva pure sugli altri monu- antichi il pistrice aspetta nella vicinanza immediata, pronto
menti più antichi. In seguilo il mostro emerge ordinariamente ad inghiottire la vittima. Più tardi il profeta viene spesso
soltanto con hi parte antefiore o con I.i sola testa, di guisa introdotto nella bocca del cetaceo, cosicché il capo già scom-
che uno intiero è di solito un indizio cronologico preco-
stantiniano. Raramente è omesso.
La nostra descrizione del ■ draco marinus non vale che
per i monumenti romani e per (jucllì di Arks, » succursale
di Roma ». La forma rimane a un dipresso sempre la stessa;
di rado il corpo del pistrice, lu più del serpente che del
drag'iiu-. Simile mostro, d'un aspetto meno feroce, appar-
tiene soprattutto all'une provinciale, indipendente dalla ro-
mana. Un bell'esempio ne olire il coperchio che si conserva a
Saint-Capraia d'Agen3 (tav. CLXVIII, 4). - Esso rasso-
miglia a lineili, di TaiTagiHia. e ri Lorda ipk Hit del Franimeli lo
di sarcofago di Algeri ', chi esiste più. Unica nel suo
genere è anche la » scultura che fu trovata « nel
cimitero di S. Pancrazio» ed è nel Museo di Firenze1.
Finalmente un esemplare ci o dell'arte copta del V o pare nelle fauci di esso: su cinque monumenti egli sporge
vi secolo e da poco tempo nella Salle copte de con tutta la metà inferiore, come su alcuni alfreschi del ci-
Baouit » del Museo del Louvre, ha l'aria d'un lepre marino mitero ad iluas lauros'.
addomesticato, con due cigne e un fiocco ornamentale sul Il getto è di preferenza omesso, quando la nave non porta
corpo, che in ciò rammenta i leoni rappresentati presso i loro a bordo che due marinai, l'uno che rema, e l'altro che per Io
domatori [tao. Ili, 2). Il mostro sta rigettando Giona; ma spavento ha le mani aperte alla preghiera. In questi casi il
lo scultore s'è dispensato d'indicare le onde; soltanto un mostro è rivolto dalla nave e guarda, orribile, la sua preda
pesce, colla testa rivolta in giù, serve a insegnarci che la scena che ha dovuto rilasciare. Sul sarcofago di Pisa esso manca,
si svolge nel mare. Questa è anzi fusa in una con quella del e su quello di Berlino mancano di più le due prime scene:
sonno: il mostro stesso riposa sotto la pianta, con Giona non si vede die Giona disteso sotto la cucurbita, in mezzo
incora in bocca (fig. 119). al gregge. Simile è pure la disposizione sul sarcofago di
Che un pesce dal collo lungo e stretto, come lo vediamo S. Maria Antica, dove ( iiona dorme sotto il gregge mentre sul
tani, sarebbe stato incapace di inghiottire coperchio rinvenuto ultimamente nel cimitero di Pretestato
■, poco importava agli artisti i (piali non badavano una pecora, rappresentante il gregge, riposa sopra il pistrice
che allo scopo simbolico delle loro opere; e a tal uopo il pesce che inghiottisce il profeta (tav. CLXXI, 6). Su di un pic-
di si orribile aspetto era adattai issimi 1, dolendo rappresentare colo frammenti) poi del Museo di S. Sebastiano, Giona dorme,
un essere ostile al defunto simboleggiato in Giona, cioè il senza il pistrice, ai piedi di Nostro Signore; e sulla fronte
■ draco infernalis ■, Satana. del sarcofago laterancnse 173, sotto l'immagine clipeata
Un'altra libertà che gli artisti commisero contro la storia {lev. CLXVI, 2 e 7). Il mostro manca inoltre sulla metà si-
sacra, consiste dell'aver troppo avvicinato la seconda scena nistra d'un coperchio della villa Albani e nella prima scena
alla terza: it mostro guarda spesso il profeta vomitalo, che rapprcscnlata sul lianeo sinistro del sarcofago di Mas-d'Aire;
ora sta dormendo sotto la cucurbita ' perfino le onde: la nave sta in secco [ta-
avesse seguilo immediatamente la seconda. Eppure un inter- vola CLXII, 1; CLXXV, 3) ». Finalmente, sul coperchio delia
vallo di tempo e di luogo le separa. Anche qui è il simboli- villa Doria, il mostro guarda il profeta che dorme Come di
1 cimiteriali, fav. 44. 2, ,lu, th Hi biM. Flora (Bibl. Sradico 5, 1), Freiburg, 1900, S. 15-13; id.artii
t. 385. S. P-i=9) 1™ *'=■ scorto della | .reaenza dd- tea in M. Hisem, Imam JtWiruni, 1. Paris, 1907, e. 474-8. L. Fo
(di s. m.) era il più rinomalo specialisti nella flora biblica.
lluronymutn, epiil. yi, t (= HlERON ., Ef. 104, ■ S. tiratoti., Off-, ed. ViUara, 1735, II, 663.
l'alto valore, anche il Carnicci biasima l'artista che ■ non sta, perché sulla sponda desini pose un pesca
curò o non seppe distribuire ed equilibrar meglio la composi- esomidc e pileo ed accompagnalo da un aiutante di statura
zione che riesce imbrogliata ed inelegante • '. pici'oh, essendo personaggio secondario, che ha it solo voi-
Per essere più giusti, bisogna tenere d'occhio che l'arti- trale ed agita le man i, navigli» > della grande quanti
sta aveva da sistemare sulla fronte min menu dì dieci scene dei pesci. I tio di ques ti ha già ahhoc tato all'amo; .1 pescato
di terra e di mare, dunque di natura diversissime: due scene
bastava far vedere soltanto i! pericolo che corse Giona; era più anche le altre se. rivelano l'influsso d'un
indispensabile aggiungere un accenno alla salvezza del pro- dottore ecclesiastici 1, profondo del simbolismo
feta. Il rigetto del mostro e Giona dormiente sotto la cu- . 11, : che rigetta Gio solito dell'arte
curbita figuravano senza dubbio nelle testate, che non csi-
ono più. Dalla rassomiglianza sorprendente della prima scena
Simile distribuzione delle tre scene vedemmo sul sarco- del sareofaghetto con quella sul grande frammento di co-
fago della chiesa di MaS-d'Aire, colla differenza però che ivi perchio del Museo del Camposanto teutonico risulta ad
ia prima riempie la testata sinistra, la terza, la destra, e che la evidenza che eziandio su quest'ultimo erano in origine rap-
seconda occupa un posto sul coperchio, accanto al pesce di presentate tutte e tre le scene, non due, come fu pubbli-
Tobia (lave. LXV, 5; CLXXV, 3 e 4) '■ Nella prima scena, cato (tav. LXXXXV, 6). È ve o che lo spazio e ristretto,
oltre l'acqua, manca il mostro che nella seconda appare per ma il cambiamento da farsi è r limimi: basterebbe mettere
0 ha la for nella bocca spalancata del must: 0 un piccolo Giona che ne
di Arles. imo delle rappresentazioni è pure quello emergerebbe con la r
litico, ma lo stile rivela un'altra arte; il lavoro è un po' pe- 5. Tranne la nave, o piuttosto la barca, quasi tutta distrutta,
inte e meno perfetto, specie sui lati piccoli, le cui sculture le tre scene si trovano anche, e in ottimo stato, sul frammento
ino chiamate dal Le Blant addirittura ..tris barbares ■; il di coperchio del Muse" lateranense 154-A, ivi trasportato
lievo ne è molto basso, come di solito. dai giardini vaticani. Pure su questo rilievo Giona si è get-
Sulla fronte del sarcofago di Giuliane il pistrice appare tato da se ne! mare; egli sporge eoo la metà inferiore dalle
ugualmente per intiero; la lunghezza della sua coda sta in fauci del pistrice, e questi lo ricetta immediatamente accanto;
proporzione co! corpo lavorato con grande finezza: è uno appresso egli dorme sotto la cucurbita sostenuta da due per-
i pili eleganti, se cosi può chiamarsi un mostro. tiche. Della nave col suo equipaggio si vede giusto l'estre-
Abbiamo già notato che la nave coli'equipaggio e il modo mità della poppa e la terza parte d'un marinaio orante, È la
onde si ellettua il getto, rivelarlo un artista dell'officina da prima volta che si affaccia questo personaggio, di solito riser-
cui uscirono i due sarcofagi 119 e Ney Carlsbcrg. Ivi ci vato alle rappresentazioni del secondo gruppo. Essendosi
conduce anche l'avvicinamento delle scene di Giona all'arca Giona gettato da se dalla nave, possiamo a ragione supporre
di Noè e al Buon Pastore. La figura della orante poi ac- che, oltre il marinaio orante, fosse a bordo il solo timoniere.
1 la parentela col sarcofago 119, sulla cui testata si- Cosi fu completata la lacuna [tav, CLX11, 4).
cra la figura orante fra alberi attestati da alcune foglie Il lavoro è robusto; per non dire pesante, ma senza
con olive, e da riscontro faceva, come si disse, il Buon Pastore dubbio anteriore al secolo iv.
colla pecora sulle spalle. Molto ingegnoso e, infine, come La scultura ci insegna il modo di completare le scene
l'artista introdusse l'area di Noe con la defunta Giuliane effigiate su un coperchio, di cui si trovò verso la fine del-
orante al posto del patriarca, e la colomba che le porta nei l'anno scorso (1930) un grande frammento nel cimitero dei
becco il ramoscello d'olivo, simbolo di Ila pace eterna, ionie Giordani. E d'un rilievo bassissimo che non si eleva al di-
sul lateranense 119 il sole annunzia la quiete dopo la tem- sopra della superficie del marmo, e contiene la prima scena
(tav. CLXIX, 1). La nave, a vela, porta a bordo il timoniere e il
4. Il sarcofago del Museo di Velletri, che il Garrucci marinaio colle mani espanse in atto di preghiera. Tutti e due
chiama, e non senza ragione, « un gioiello »f, è un monu- sono nudi. Fuori della nave si vede Giona per intiero, col solo
mento insigne della prima metà incirca del secolo ni, ma occipite dentro la bocca del mostro di cui non s'è salvata che
anch'esso ridotto alla sola fronte, se non dobbiamo ricono- la testa. I! lavoro è oltremodo rudimentale, tanto da rasen-
scervi piuttosto un sarcofago finto, com'era il frammento della tare la caricatura. l,e teste dei due marinai non sono che un
stessa provenienza, che tratteremo più oltre Sulla fronte che tondo con tre buchi per gli occhi e la bocca, e una o due righe
è, in basso, alquanto tagliata, a danno delle sculture (tav. IV, per i capelli. Quella dell'orante è tutta contorta. Ciò non di
3), l'artista radunò tanti soggetti del simbolismo sacro, che meno siamo incirca nella seconda metà del III secolo, come
verrebbe fatto dì pensare aver egli voluto illustrare in imma- risulta anche dal luogo del travamento.
gini la catechesi del dottore ivi effigiato '. Le scene di Giona Simile alla scultura lateranense 154-A è inoltre quella
sono tre; però l'equipaggio della nave si riduce al solo pilota d'un frammento di coperchio del Museo teutonico, sul quale
die maneggia il timone e non eseguisce il getto, come sulla la prima scena è quasi intiera (tav. CLXVII, 1). Anche qui
copia del Garrucci. Come in altri casi, Giona si getta nelle Giona si lancia da sé nelle fauci del mostro. La nave è a vela,
onde da sé, protendendo le mani, come se volesse fare un con a bordo il timoniere e un marinaio, il quale era certo
tuffo. A tale semplificazione l'artista sembra essersi indotto rappresentato in preghiera, non essendo occupato a preci-
per la ristrettezza dello spazio, che lo costrinse a soppri- pitare Giona. A destra della poppa sono rimaste le lettere
mere il mostro. Ma non è neanche inverosimile che abbia EV e parte d'una S, forse il nome del defunto in forma
voluto con ciò alludere al sacrifizio volontario del profeta, acclamativi: EVS*' tv'™ o dulea, che starebbe bene sopra
poiché non si tratta, già lo vedemmo, d'un caso unico; di ìl profeta vomitato e in riposo. A sinistra della nave si scorge
■■■ .in- j
' Veli «
un resto informe. La scultura è d'un lavoro minuto e deli-
§ III. -Secondo gruppo delle scene di Qìona.
cato e certamente del secoli) ni. Come riso nitro figurava, con
grande probabilità, il banchetto celeste. Seguendo l'ordine cronologico, riuniremo nel secondo
D'un coperchio con le tre scene di Giona abbiamo nel gruppo quei monumenti in eni le rappresentazioni sono sem-
cimitero di Priscilla un piccolo frammento (tao. CLXI, 4). plificate, essendo ridotte a due: la nave porta a bordo sol-
tanto il pilota e un marinaio che picea, e nella vicinanza
acefalo, sulla spiaggia, e un pezzo della tabella dell'iscrizione immediata Giona dorme sono la pianta, guardato dal mostro
dì Cui sono rimaste quattro lettere dell'ultima parula GYCT, che ha dovuto restituirlo. Il getto e il rigetto sono quindi da
forse del nome di colui che commise il sarcofago. La scultura supporre. Compendiando in tal guisa le scene, l'artista volle
e le lettere belle e regolari del ■ tipo priseilliai onde far a
alla prima mela del secolo in. Nella r allo spettatore in un batter d'occhio l'immenso pericolo
a completare il mostro che insieme con la prima st
Due sarcofagi e
dm- coperchi offrono
di Giona. Dall'ulteriore esame fatto angli originali, risultò che ne è rimasto. L'acconciatura dei capelli della donna
che anche le misure sono le slesse, identica pure la qualità accenna alia metà incirca del secolo HI, età delle sculture.
del marmo. Così abbiamo ricuperato le sculture d'un coper- L'uomo ha 1 capelli folti in mezzo alla fronte e al disopra
chio intiero. Tutti i frammenti furono allora fotografati delle orecchie, mentre ne manca affatto ai lati. La fronte sol-
insieme, per eseguirne con la maggior i-.irt. z cata da rughe protonde, rivela in lui l'età provetta, come in
ricostruzione {tao. CLXII1, 3) '■ quel personaggio che. insieme con la moglie, depose un figlio
Le sculture hanno un rilievo più alto del solito, sono adulto nel sarcofago apparso sotto il pavimento negli scavi
molto belle ed accurate; esse offrono uno dei casi in cui la della basilica di S Petronilla {tav. LXXXX, 1-3); secondo
cucurbita è sostenuta dalle pertiche meni.....steda s. Agostino questo ahbiamo completato il ritratto frammentario. Negli
nel passo riportato a p, 204. Vi si scorgono ancora due altri interstizi del tondo vi sono rosette.
particolari insoliti: i" i) faro per indicare che la nave è entrata Ai due lati della immagine di mezzo rimane ancora quanto
nel porto della salute (un seenni" esempio se ne trova sola- basta per determinarne i soggetti spariti. Nel campo a destra
mente sul frammento affisso nell'atrio di S. Maria in Traste- sì vede una vela ammainata con le sommità di due teste e,
vere); 2° il putto alato, che fa le veci del timoniere. Tale im- appresso, una foglia e una zucca. Dunque è sicuro che qui
prestilo innocuo dell'arte classica trova il suo riscontro nel erano rappresentate le due scene di ( ì ionie Nella nostra rico-
struzione le abbiami) completate coll'aiuto delle sculture del
coperchio di Botino Hertofik, accomodandole agli avanzi
dell'originale.
Nel campo a sinistra, di contro alla vela ammainata, cor-
risponde un pezzo di tenda. Questo è poco; ma, facendo da
alle due scene di Giona, è per noi sufficiente per
nella scena distrutta un banchetto della forma
richiesta. Così abbiamo completato la lacuna. E un ban-
chetto all'aria aperta, perciò sotto una tenda che protegge
Ptg. 124.
i convitati dal sole, come l'ombra della cucurbita proteggeva
sarcofago riprodotto a tao. LXV1I, 3, e proveniente senza il profeta. La tenda, artisticamente drappeggiata, formava
dubbio dalla stessa officina, attesa la sua singolarità. inoltre un bel pendant alla vela ammainata. Ciò fa vedere
La constatazione fatta sulle sculture del cimitero di Pon- quanto l'artista fosse preoccupato di soddisfare alle leggi
ziano non rimase sola. Una seconda ne avvenne poco dopo della simmetria, perchè a volte manca la tenda nei ban-
su frammenti del Musco del Camposanto teutonico. Il fon- chetti, essendo un particolare secondario. Il banchetto da noi
datore di questo, A. de Waal, di cara memoria, mi rac- supplito è anch'esso quello del coperchio di Baebia Herto-
contò che parecchi pezzi ili scultura vennero dalla basìlica di fiie, che ritorna, in modo simile, sul coperchio Corsetti
S. Pietro; anzi tre » quattro piccoli l'aromi acquistati durante (tao. CLXIU, 1).
la mia dimora nel ( amposanto. Codeste sculture erano ado- Il coperchio del sarcofago liuto conserva ancora tre scene;
perate nella basìlica come materiale nel pai uncino 0 altrove, una intiera, una quasi intiera e una frammentaria, di cui è
con la faccia scolpita capovolta. Masi provengono dunque rimasta la parte principale, di modo che si completa con
dall'antico cimitero vaticano. Siccome alcuni sono residuo facilità. Ne! centro il Buon Pastore porta la pecora fra due al-
delle due scene dì Giona e del banchetto, si poteva presumere tre pecore e due alberi; egli veste l'esomide, calzettoni e stiva-
che fossero riscontri gli uni digli altri. Di due frammenti la letti. Nel campo a destra sta Daniele orante fra due leoni e
identità del marmo e del lavoro è difatti cosi manifesta che due alberi. La rottura della pietra portò via un albero e gran
già il de Waal se n'era accorto e li fece murare nel suo Museo parte dì un leone. Ciò che distingue la nostra immagine da
l'uno accanto all'altro; li diamo completati a tao. CLXIU, 2. tutte le altre rappresentazioni di Daniele, è il vestito che
5. Il risultato così solidamente confermato ci aiuterà consiste in tunica, pallio, calzoni e scarpe. Questi abiti carat-
nella ricostruzione d'un frammento ili sarcofago finto, rego- terizzano il profeta come personaggio sacro e orientale; fino
larmente tagliato ai due lati e in basso, prova, questa, che la ad oggi non se ne conosce altro esempio su monumenti ri
lastra era adoperata capovolta come materiale, forse in qualche mani. L'avanzo della immagine di contro ci presenta L
pavimento. La trovai nel magazzino del Musco di Napoli, pastore vestilo, come il Buon l'astore ora descritto, e in al-
fra quelle provenienti dalla Collezione del cardinale Borgia. di sorvegliare il gregge, questa volta completo, cioè pecore
L'eccellente fotografìa che ne pubblico (fi-;. 124), mi venne con capra e bue, come sul sarcofago ili Berlino e in quello
gentilmente favorita dal prol Amedeo Manin, direttore del dì Baebia Hertofik. Quest'ultimo ci fornì anche le belle teste
detto Museo. Il coperchio — ne il caso e unico — fa un tut- ornamentali per i due angoli.
t'uno colia fronte-'; ne diamo la ricostruzione a tav. CLX1V, 6. Su alcuni dei più «litichi monumenti del primo e se-
5). Il centro è occupato dalla ima«u clipeata dei due defunti, condo gruppo, Cominciando dal sarcofago latcranense no, e da
quello di S. Maria Antica, trovammo le scene dì Giona v
■ ■ -..-ni molli il ilireUW anualt tiri Musco delle Tenne fece
CXXXX1V, ;.
■ Secondo gruppo delle scene di Gio
o di contro a scene pastorizie. Ili uno di tali r a pastore.in atto di sorvegliare il gregge rapprei
p recosta miniato, il Dosi» pubblicò più della metà fra li- scul- a pecora, posta all'angolo.
ture del cimitero dei Giordani, <],i lui confuso con quello monumento meno antico del secondo■ | gruppo .
di Priscilla1: è In parte sinistra del coperchio dei sarcofago in una grande lastra del chiostro di S. Paolo, che e
cui Pacala depose Paulina, sua nutrite tinta- e salila in ('list;. metà destra d'un coperchio col titolo sorretto da due putti
Nell'avanzo della metà destra ilei coperchio la copia del liosio alati. L'iscrizione: +- HIC REQVIESCIT DNS TEO BALLVS
offre la testa d'un ariete e il tronco d'un albero secco. Questi EPS HOSTIEN SIS- attesta che i
due particolari resero impossibile ogni tentativo di integrare rato nel Medioevo per il scpolc 1 d'un vescovo I^a sopra-
la scena distrutta, finché nel mese di maggio dell'anno 1929 hvoi.r/ionc che deve a 'cr subita n qucll ha reso le
un frammento considerevole dell'originale apparve sul mer- sculture molto più dt re e pesant che no 1 (ossero n origine.
cato antiquario e venne acquistato per il Musco lateranense. Però, quantunque rit ccato, il coperchi si rivela non più
A tav. CLXVIII, 2, ne do la copia fotografica insieme colla antico del tv secolo. Difatti il spor;;v , 3it la sola
mìa ricostruzione. Ora si vede elle vi era realmente una testa testa (tav. CLXVIU 3).
d'ariete, ma una lesta lima, elle ornava la prora d'una nave
Terzo gruppo delle scene di Giona.
con la vela ammainata. Dopo il fin qui detto la nave non
può essere che quella di Giona, sia del secondo, ovvero ;on le braccia alzate a modo di orante,
del terzo gruppo, a seconda del modello che seguiamo per rea una dozzina di volte, ma alla prima
la ricostruzione, e questo può essere il sarcofago di Pisa I getto di Giona nel mare. Anche queste
(tav. LXXXV1U. 3 e 7) sculture sembrano in
o un coperchio del cimi- parte preco-
tero di Protestato che . N'e apriamo
presentiremo nel terzo
gruppo. Fu scelto il pri-
mo perchè più semplice. 0 di Pretestato
Nell'avvicinareidue
episodi di Giona a scene pastorizie, la figura del profeta giorni addietro ': è un coperchio con le scene di Giona quasi
dormiente sotto la cucurbita evocò le figure di pastori complete. Gli angoli sono smussati (tav. CLXXI, 6). Nella
semigiaccnti, che in Endimione ebbero il loro tipo più per- metà sinistra si effettua il getto di Giona, la cui testa i già
fetto. Onde nulla di più naturale che trovare uguali o simili nella bocca del mostro, visibile per intiero. Del marinaio
pastori 0 accanto al Pastor Buono, ovvero in riscontro a orante mancano la testa e il braccio destro; il pilota è tutto
Giona dormiente. Del primo offriva un esempio il grande distrutto. Nella metà destra Giona durine sotto la cucurbita,
frammento di coperchio, oggi sparito, che il Garrucci copiò guardato dal mostro, eoo 1 posi/ione riuscita assai bene; la
<• nel palazzelto Poli ■! (fig. 12$). Il secondo si trova sul pianta, in ispecie, è fatta con una rara naturalezza. Dietro il
coperchio sano e infisso nel casino della villa Doris, che mostro sta un pastore nel noto atteggiamento di sorvegliare il
abbiamo pubblicato a tav. X, 1. Finalmente sul sarcofago gregge. Ma nella parte allora ricuperata non esisteva nessuna
di Berlino e sul frammento d'un sarcofago finto del Museo pecora; bisognava perciò supporla in uno degli angoli di-
Torlonia {tav. LIV, 2 e 3), Giona dormiente sotto la cucur- strutti, o piuttosto in tutti e due. Gli ulteriori scavi l'hanno
serito nelle scene pastorizie, e sul sarcofago di Pisa finalmente ridata ', ma in una parte dove non si potea
teste menzionato egli è tutt'uno col pastore dormiente, ve- sospettale: sopra il mostro che sta per inghiottire Giona; ivi
stito della tunica esomide e col pedmn nella sinistra. Tut- l'artista scolpì una striscia dì terreno su Cui riposa una pe-
tavia la pianta, all'ombra della quale egli dorme, lo indi- cora, col muso rivolto verso la barca di Giona. Un posto
vidua vietandoci di pensare a faulimionr. Sappiamo già che similmente strano del gregge trovammo sul sarcofago di
in questo sarcofago importante era deposta la salma d'un S. Maria Antica (tav. Ili, 1).
Le scene di Giona sono divise dalla tabella col l'iscrizione
I! coperchio della villa Dovia ci aiutò a integrare un che è semplicissima: E«ifM | DVLCIS. La forma dell'inter-
pezzo parimente di coperchio, uscito dai magazzini vati- punzione rammenta quella degli epìtafi di s, Ponziano e dì
cani, che mi fu segnalato da Walther Amelung di eh. m. S. Eutiehiano nella cripta dei papi a S. Callisto'. Con ciò va
(tav. CLXXI, 2). Accanto a Giona disteso sotto la cucurbita d'accordo la bontà della scultura. Abbiamo, insomma, il di-
v'ha una pecora rivolta a distra, verso la cartella della iscri- ritto di datarla incirca della metà del secolo in.
zione. Il profeta occupa tanto spazio, che una testa orna- Il tronco della cucurbita, trovandosi un po' distante dal-
mentale e una seconda pecora basterebbero a completare l'angolo, farebbe supporre una seconda pecora, alla quale
una metà del coperchio. Come riscontro abbiamo forse da avrà corrisposto, dirimpetto, una terza. La decisione dipende
supporre, dall'altro lato della cartella, la prima scena di Giona dagli ulteriori scavi.
■ Il lr.,-m,., t '«'■
212 Capo 1.
Di un'altra scultura, che offre pure un particolare straor- , le sculture più antiche; difatti il pistrice aspettava la
dinario, non conosciamo che le copie del Ciacconio1, del de la a una certa distanza dalla nave, e non imuudiata-
Winghc ' e del Bosio ', l'ultima con un Giona barbato, mentre
su quella del de Winghc, più esatta, il profeta è imberbe,
come sempre, Le copie presentano la metà destra di un co- 2. Su un bello e grande frammento della metà destra
perchio, rinvenuto nella via Tiburtina e già in casa di d'un coperchio, rinvenuto (l'anno ujzK) nel cimitero di Pre-
Matteo Maurelio, nella strada detta de' Borgognoni , wmt testato, s'incontra quel marinaio che, impaurito nel vedere
scrive il Bosio '. Il Garruccì lo riprodusse secondo la copia gettare Giona dalla nave, si copre il viso. 11 suo gesto e molto
naturale e lo distingue vantaggiosamente dai marinai che si
.
sialo ch'Ila scultura, eia secoli esposta abbassata, guardando in giù. Questa attitudine, s
alle intemperie, è pissimo; specialmente il mostro si scorge a ai due primi, è poco conforme alla realtà in quello che
mala pena (/-re. CLXII, j).. ha le mani alzate in atto di preghiera. Sembra perciò che
Il frammento maggiore è uscito due anni addietro (1927) l'artista abbia voluto esprimere piti lo spavento che la pre-
dagli scavi fatti a S. Sebastiano. Esso dà le due scene quasi ghiera. Il mostro sorge dalle onde colla sola testa.
complete {tao. CLXIX, 5). Al disopra del secondo rematore Le sculture di due frammenti di S. Callisto {tao. cit„
rimane un avanzo della persoti ili cagione del vento, che suo- na. 2 e j) non sono terminale ed olirono ciascuna qualche
nava la conca marina. Le onde hanno la strana forma di cosa di insolito. Su quella più piccola s'è conservata quasi la
spirale; il mostro vi sporge con la sola lesta dalle onde. Due metà della nave con due marinai, l'uno ehe prega, e l'altro
marmai vestono il ventrale, due sono nudi. Giona, invece che sta seduto in una posa naturalissima, tutto rannicchiato ed
di dormire sotto la pianta, s'è rivolto colla testa; sembra per- assorbito forse nel guardare il getto di Giona, ehe è distrutto.
ciò guardare l'equipaggio, effetto certamente non voluto dal- Noi l'abbiamo ricostruito, ma lo diamo con la dovuta riserva
l'artista. trattandosi d'una scultura appena abbozzata. Presso il pezzo
Sul frammento che si conserva nella basilica di S. Petro- originale della nave rimangono la pinna ed una voluta della
nilla (;<«'. ni.. 11. 3). le figure, piuttosto accennate che finite, Coda e una parte della testa del pistricc, visibile quindi in
hanno atteggiamenti molto espressivi: nel marinaio colle tutta la lunghezza.
mani alzate si risente lo spavento, e nel secondo e visibile Del secondo frammento il de Rossi vide la cartella della
lo sforzo che impiega nel {.'ettari: il profeta dalla nave. Ve- iscrizione intiera con le immagini di Adamo e di Eva che la
dendo che nelle scene intiere non manca il marinaio che fiancheggiavano a sinistra. Questa parte ora è di-nuovo scom-
rema, l'abbiamo aggiunto nella ricostruzione, come anche parsa; non ne abbiamo che la parie annessa. Il marmo-,
Giona sotto la cucurbita. La cartella dell'epigrafe conteneva scrive il maestro, è stato trovato in due perai; il maggiore
solo due nomi che finivano in ÙWPA e BNTGINOC p. es. al livello .-.ti si ■ ondo piano ilei cimitero, ove è rimasto sepolto
iailóiPA e oiu\(:.\/(7.VOC laconismo anch'esso indizio di dalle rovine, prima che ne avessi potuto trarre il disegno;
antichità '. ne ho poi rinvenuto l'altro pezzo, che ne completa l'epigrafe,
Mentre qui manca Giona dormiente, sulla metà destra nel più profondo della si ala predella (dell'ai eri a rio d'Ippolito).
del coperchio del Museo del Luterano 15411 manca la scena Aniludue i titoli .1 (cioè del nostro frammento e di quello di cui
del getto (tao. CLXVIII, 1). Questa lastra era adoperata parleremo nel quarto gruppo [t,u\ CI.XXII. „■]), sono incisi
come stipite in un caminetto del secondo piano del palazzo in buone lettere che non mi sembrano posteriori ai primi
latcranensc, dove la scino il capo custode del Museo, cav. decenni del secolo quarto-5. Con queste parole viene incirca
Leonardo Frenguelli. l'issa otìiv nini parte della tabella con precisato il tempo dei due frammenti. Siamo difatti nel pe-
poche lettere ed uno elei putti volanti che la sorreggevano. riodo che precede la rifioritura dell'arte sotto Costantino.
Quello superstite ha la testa rivolta, guarda quindi dalla parte 11 pezzo con Adamo ed Eva non fu più scavato; esso sta tut-
opposta. Abbiamo già rilevato che con tal particolare gli artisti tora sepolto nella catacomba, sicché ci fu soltanto possibile
vollero dare più vita alle loro composizioni!. Appresso al completare l'iscrizione e la nave. La scultura non è che ab-
putto il mostro guarda Giona in un'attitudine molto espres- bozzata ed offre in più un pentimento: l'artista, —cosi pare —
siva. Nella sua forma alquanto diversa dalla solita romana, non calcolò bene lo spazio; egli delle alla prima scena una
esso si avvicina molti) a quella dell'iute provinciale. Con quello estensione troppo grande, agiungendovi forse anche l'arca
della scultura copta in ispccie ha comune l'assenza dell'ac- di Noè, Ad ogni modo fu costretto a coricare Giona nel pic-
qua. Pure l'attitudine di Giona semigiacente è più di uno colo spazio fra la nave e la cullila; ivi ammonticchiò una
che riposa, che di chi sta dormendo. Del lutto straordina- massa di onde, dalle quali sporge la testa del pistricc, con
ria è poi la testa imberbe di santo, che termina il rilievo Giona nelle fauci fino alle ginocchia. Vedendo poi che con
senza veruna separazione. Simili teste si vedono sopra alcuni (ulta la sua buona volontà non trovava il posto dove scolpire
coperchi gallici. Invece, la forma un po' ricercata del frutto la cUL-urbita, rinunciò a terminare il lavoro e lo lasciò in istato
della cucurbita si trova più 0 meno uguale sui coperchi lalc- d'abbozzo D. M\..., pani-io sono rimasti il marinaio che prega
ranensi 197 e 152 ed altri. Per staccare meglio le ligure, e quello che getta Giona dalla nave; vi abbiamo aggiunto il
l'artista lasciò il fondo grezzo. Di questa tecnica avremo da nocchiero.
segnalare ancora aliri esempi. 11 lavoro, un po' duro, non mi L'iscrizione della tabella suona: GREGORIAE T1G,RID1
sembra d'un artista romano; specialmente le due teste hanno MATR.E DViLCISSIME ET CAiRlSSlME ■ AV R ■ VALE[N]S
qualche cosa di arcaico. La datazione del frammento è perciò FILILI] i DOLENTES. Vi ..manca il nome almeno d'uno dei
molto difficile. Ad ogni modo non mi sembra precostan- fili{i) tìtileiites, essendo segnato quello solo di Aur(elius)
Fnfe{n)S'>', Cosi pure l'epigrafe manifesta la stessa negli-
D'un lavoro molto sommario è il Giona dell'unii genza. Nel listello superiore venne iscritto il giorno in cui
frammento rinvenuto negli scavi del cimitero Maggio fu sepolta Tigrìde: DEPOSITA 111 KAL APR1L. Il nome è di
{tao. CLXVI1, 4). 1 marinai hanno tutti e tre la Ics qualche i
4. Un coperchio del Musco teutonico e intiero, ma molto :i dell'era della pace. Cominceremo con quelli preco-
sopralavorato : le figure al pari del fondo sono talmente alli-
ndate che non si scorge nessuna scrostatura (tee. CLXXVIII, I. Fra gli esempi più antichi notiamo in primo luogo un
i). La nave, una barca senza vela, porta quattro marinai: il coperchio intiero, che pochi anni addietro venne trasportato
primo prega, il secondo Retta a mare il profeta, il terzo si dall'episcopio di Porto al Musi» lai e rune usi: (tav. CLXX, 4).
copre il viso, il quarto rema. Il mostro emerge due volte con Sembra che l'artista avesse ['■ horror vacui : il fondo è inte-
la sola testa ; una volta aspetta Giona per divorarlo, l'altra, lo ramente coperto dalle figure. Ma il lavoro è buono, e piuttosto
guarda, dopo averlo vomitato. Avvezzo a rappresentare Giona della prima che della seconda meli del secolo ni. Come in
insieme a Noè nell'arca. Io scultore ha dato a quest'ultimo altri casi, l'equipaggio è ridotto a due marinai che riempiono
un posto nella metà sinistra del coperchio. Malgrado la so- la piccola nave; ambedue sono barbati, particolare piuttosto
pralavorazione, ci sembra fuor di ogni dubbio che le sculture raro. L'iscrizione è molto semplice e di sapore antico. Essa
siano dell'era della pace. c'insegna che due coniugi, rtatservi ili Dio, sì prepararono
Dello stesso tempo dovrebbe essere un frammento da vivi il sarcofago : PLOTIVS TER TIVS ET FAVSTINA
reso alla luce dagli ultimi scavi ' eseguiti a S. Sebastiano COMISERVI DEI FECE|R.VNi SIB1 1M PACE. Però il co-
(tav. CLXIX, 6). Ksso mostra la scena del getto quasi intiera, perchio era già scolpito quando lo acquistarono, perchè, con-
trariamente a quanto asserisce l'iscrizione, vi è un Solo busto,
5. Un coperchio integro del secolo vi, nella chiesa di col ritratto di un uomo, evidentemente Pìozio Terzo. Le let-
- Saint-Capraìs-d'Agen », è affatto singolare (tav. CLXVI1I, tere sono ordinarie e convengono .il tempo assegnato, Come
4). Esso offre la prima scena, quale la vediamo nel secondo anche la corta barba del defunto.
gruppo, ma arricchita dell* figure dì Giona e del pistrice: Un frammento di coperchio del Museo di S. Callisto
Giona s'è gettato da sé dalla nave; il mostro lo aspetta colle conserva pure la sua epigrafe, pubblicata dal de Rossi
fauci spalancate e, dirimpetto, lo guarda dormire; entrambe (tav. CLXXII, 2) »i FELICITATI • %{pectabilii) M(«irari<«)
le volte n'è visibile soltanto la parte anteriore. f(eminae) | ombVGI RARISSIME /U<jhbj) ■ VALfcnu) ■ ALFI-
Malgrado la tarda età del coperchio, anche il resto della DiVS i marlTVS ■ CVM - D(») ■ A(rawu) ■ S(«o): l'ultima parola
decorazione è basato su monumenti antichi: nel centro il sarà piuttosto §{anct,i). A destra del titolo vi è la barca di
monogramma di Cristo con le lettere apocalittiche A e OJ Giona col solito equipaggio: il primo marinaio rema, guar-
dentro una corona sorretta da due putti alati, ed agli angoli, dando da una parte, per non vedere come il suo compagno
non « deux personnages tenant des flambeaux renversés », trabocchi il profeta nelle fauci del mostro ; per lo stesso
come dice il Le Blant *, ma due pastori appoggiati al bastone, motivo anche il terzo volta le spalle, coprendosi inoltre il
dunque nel solito atteggiamento di sorvegliare il gregge che lo
spettatore ha da supplire. Il mostro è identico a quello La scultura è ottusa, lo siile leggero, impressionistico.
della miniatura del Cosma bidUopieuste 3. Le figure rivelano nel ritmo delle loro mosse una sempli
Beauméni s'è servito di queste Multi ut per una della Sue che fa dimenticarne le imperfezioni. Siccome anche le lettere
falsificazioni mostruose: il coperchio prese la forma di sar- della epigrafe sono regolari, per non dire belle,
cofago, secondo lui scoperto 1 au cimctière de Saint-Amant » diritto di ascrivere il frammento al secolo ili.
di Rodez: i due putti aiuti de! centro fi ancheggiano uno scudo Sulla metà sinistra del coperchio lateranense 114 la prima
della forma d'un immenso guscio d'uovo, ciascuno colla scena è completa (tav. CLXXI, 4)'': il rematore ha rivolto
face dei geni della morte; i due pastori hanno perduto tunica la testa per non vedere il getto di Giona, eseguito dal
e bastone e portano uno straccio lungo e stretto; le due scene di mezzo, cui il terzo volge le spalle, coprendosi colla destra
di Giona poi hanno cambiato posto, e Giona dormiente è il viso. Il mostro è intiero, ma della forma romana ni
diventato un ermafrodito! E Le Blant pubblicò la copia, che la testa e la pinna della coda; il resto rassomiglia
senza accorgersi della identità di questa col coperchio*. grosso serpente. Appresso galleggia l'arca di Noè. Dell'iscri-
zione manca almeno la metà. Da quel che ne rimane, si può
dedurre che una donna del cognome pnrVVLA fece fare il
§ V. - Quarto gruppo delle scene di Giona.
sarcofago per un ViTAUano (?), forse il marito ... KARùhimo ■
Nel quarto gruppo abbiamo riunito le sculture ( QVI - VlXi'i... D|ki) ■ VI ■ JWERm/i • IN paci... Le lettere
la prima e la terza scena; ma la prima è sen regolari e possono ancora convenire alla fine del secolo III,
prega: vediamo come Giona viene gettato dalla nave, spesso come anche le sculture, malgrado che siano di un'esecuzione
direttamente nelle fauci del mostro, e come riposa sotto la molto rude.
cucurbita, in presenza del pistrice che lo guarda. Lo spetta- Salvo il rematore che guarda davanti a sé, i due altri
tore ha quindi da supplire la seconda scena, cioè quando il marinai d'un piccolo frammento callistiano rassomigli
la alla riva. ÌI quarto gruppo è il più quelli delle sculture or ora descritte (tav. CLXXII, 3). Anche
> antico; in gran parte sono monu- qui abbiamo una semplice barca, s
§ V. - Quarta iìrii/>fiti delle s
La scultura è un po' più Unita e di qualche valore artistico; mostro e ne emerge con la unta inferiore-, del mostro è visi-
perciò sarà forse anch'essa prccostantiniaria. bile la sola testa. Il primo e terzo marinaio remano '; quello
Due soli marinai che vedemmo già su parecchi monu- di mezzo, specialmente inai ridotto, si copriva il viso colla
menti del secolo [)[, si trovano pure sopra un frammento su destra, come si ricava da un sarcofago di cui parleremo ap-
per giù contemporaneo, che e murato nella villa Dona. Que-
sta scultura esce alquanto dall'ordinario: il mare finisce con Una graziosa variante viene offerta dal putto alato, il
la barca: i due mostri si muovono su terra secca, come sulla quale sostiene la tabella del ripetizione, nivale.nido un delfino.
lastra latcranensc 15411. Cosicché la realtà storica 6 quasi Questo particolare, fin'ora unico, ricorda gli altri frammenti
tutta sparita: non parla che il simbolo. Di Giona si vede usciti da una officina che lavorava per il cimitero di Poliziano;
ancora il piede destro, dunque quanto basta per la ricostru- anche ivi si fa gran conto di codesti putti', È la seconda volta
zione (tao. CLXKl, 3). che le teste ornamentali appaiono sostituite da teste di santi.
2. Della fine del secolo ni può anche datarsi il coperchio Quella superstite ha barba e capelli folti, ma corti, che co-
della collezione Stregano!? {tao. CLXXI1, 6). Le due scene prono anche la fronte —dunque s.Pietro, cui faceva di riscon-
di Giona sono separate dalla cartella dell'epigrafe, che nel tro, nella parte ora distrutta, s. Paolo. La maniera di indicare
Medioevo ricevette un ornamento cosmatesco. S'intende che i peli della barba con punti e tratti di scalpello denota la
in quell'occasioiie le sculture (uomo alquanto aggiustate: si fine del in e il principio del iv secolo, come provano le
le ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ mete di quel
stature e si spia- H
nò il fondo. 1 SE
contorni delle fi- I
gure sono perciò H
ottusi. Nondi- I
meno le sculture E
b„.,.i.. fcjLi ' -\*r:-- EXVPE-
impressione, spe- *™ RANTIA : FIL1A ■
cialmente i putti DVLCISSIma |
alati, che sorreggono la cartella in un'attitudine assai ele- QVE VIXIT AN«o» | PLVS ■ Mima • XVIIII | IN PACE.
gante. 1 due pistrici si mostrano in tutta la lunghezza, come Di due sarcofagi con le due scene di Giona non abbiamo
sui coperchi più antichi. che le copie antiche, soggette a cautela, [,'una, ancora inedita,
Invece del marinaio che prega, il timoniere alza suppli- che prendiamo dal Mencstrier (fig. 139), porta la nota mano-
chevole gli occhi e la sinistra aperta verso il ciclo. Ciò è scritta: In S. Agnctis snhiirbana 1590 sarcofagus integer >''.
meglio espresso sopra un bel frammento di coperchio di Ma solo il campo centrale contiene sculture, i due late-
provenienza a me ignota {fig. r/V). Il timoniere, calvo e bar- rali sono vuoti; sembra fossero destinati a ricevere strigili,
bato, prega con gran fervore; è una delle ligure più caratteristi- come l'antichissima fronte del sarcofago di Livia Nicanu
che della scultura cristiana antica. Il getto si effettua in modo (/(«-. /..VA'! '/. /). Nel campo di mezzo spiccava il busto d'un
identico, come sul coperchio Stroganoll. Anche la nave è giovane in tunica e pallio, e nello spazio sotto di esso, le due
identica. Siamo quindi in grado di completare il nostro fram- scene, la prima però senza la nave e senza indicazione veruna
mento con ogni sicurezza {tav, CLXX1, 1). Dei tre fan- dell'acqua: il mostro inghiottisce Giona che sporge dalle
ciulli nella fornace non s'è conservato che il primo. L'artista fauci con la metà inferiore del corpo; nella seconda il profeta
li ha separati dal mostro per mezzo d'un listello. Noè nell'arca dorme sotto la pianta guardato dal mostro. Il copista avrà
l'abbiamo collocato nella metà destra, accanto al mostro che senza dubbio omesso le onde. Ciò malgrado II contenuto della
guarda Giona dormiente sotto la cucurbita. Le scene son scultura è preciso: essa mostra il momento saliente del peri-
divise dalla tabella dell'iscrizione sorretta da due putti alati. colo e la salvezza.
La testa della luna col crescente all'angolo sinistro richiede Anche l'altro sarcofago, scomparso da molto tempo,
quella del sole coi raggi all'angolo opposto. Notiamo in proviene dal cimitero di S. Agnese », cioè da quello che si
ultimo che nelle onde guizzano (due) pesci, particolare raro stendeva attorno al mausoleo di Costantina. li intiero, e
e comune alle tre sculture vaticane: i sarcofagi 119, Ncy- non finito di scolpire; è nel C'orlile degli Orfanelli, e serve
Carlsherg e ili Giuliane. Perciò e probabile che il coperchio per fontana». Cosi lo commenta, o piuttosto introduce nella
ricostruito provenga pure da una officina vaticana. scienza, il iiosio'. Il sarcofago non vi è più.
Sopra il frammento di coperchio latcranensc n. il Non è raro di trovare sarcofagi con sculture non termi-
(/«!-. CI..XXI/, 1), che con grande probabilità viene da Porto, le nate. Tale è il ■ sarcofago dommatico del Museo latcranensc,
due scene erano parimente di\isc dalla tabella dell'iscrizione. sul quale le figure di fondo non sono in gran parte neppur ab-
Ma vi sono alcune novità. La nave porta a bordo tre marinai, bozzate; tale e l'importante sarcofago, con s. Pietro pastore,
dai volti ora irriconoscibili. Giona s'è lanciato nelle fauci del nel Musco di S. Sebastiano, sul quale i due eampi destinati per
le strigilì non sono neanche principiali (tav. CX1X, 3). Un nelle sculture dell'epoca della pace; il marinaio seduto, invece,
terzo insigne esempio usci, poco tempo fa, nei lavori stradali non ha che un riscontro incompleto sul frammento calli-
presso la basilica di S. Valentino (tao, CXXXXVI, 1). Il stiano (tav. CLXVJl, 2). A giudicare dalla bella testa orna-
sarcofago, ora sparii», di S. Aimesc, offre un caso fin qui mentale, il frammento, scomparso, sarà ancora del secolo III:
unico. Era a cinque scompari inumi e, a causa dell'altezza esso è rotto alla testa del mostro che si vedeva forse per in-
non comune, diviso in due zone; ma soltanto i campi dell'an- tiero. Al tempo del lìosiu l'nntiiiiale era "in Via pubblica,
golo sinistro e quelli del centro furono terminati; dei due à piedi la Spiaggia del Monte di S. Pietro in Montorio >.
ultimi non si vi 3. Nel coperchio lateranense 147 (tav. CXXXV1, 4)
Nelle scene iprodotte il copista commise degli errori. abbiamo ancora un monumento di notevole pregio artistico,
per 1l'offerta di Caino ed Abele al secondo capitolo,
Rinviando per le cui sculture sono disposte anzitutto secondo le regole
notiamo per le scene di Giona che la prima rassomigliava della simmetria, e forse non posteriore al secolo iti. Nel
quelladel
a quella delCO]
coperchio di Exiiperantiu, salvo che il marinaio centro, in una conchiglia, il bust,o barbato del defunto, col
di mezzo si co[
copriva, eccezionalmente, il viso con la sinistra. rotolo chiuso nella sinistra. Ira due scene del Vecchio Te-
Nella seconda
seconda &scena il profeta immerso ancora per metà nelle stamento, due cartelle anepigrafi e le due scene di Giona,
che lo inquadrano: il getto a sinistra, Giona addormentato
Tv^ sotto la pianta a destra. Quest'ultimo e quasi tutto di re-
stauro moderno, eseguito, eccezionalmente, abbastanza bene.
L'altra scena è ancora intiera e molto animata; i due rema-
tori assistono al getto con grande attenzione. Il mostro
emerge dalie acque colla sola testa. Cosi lo vedremo d'ora
fauci del mostro, s'attacca al tronco della pianta. Sulla scul- innanzi quasi sempre; più di rado lo scultore aggiunge alla
tura originale il mostro era, come spesso, davanti a Giona, e testa un pezzo del corpo.
questi riposava sono la eucurhita. Basterà rinvilire ai sarcofagi 4, Quattro coperchi, tutti del secolo iv, sono d'una con-
riprodotti a luw. LXXXIV.4, e CXXVI, 2, che mostrano scrvaziiiiu- superba, tre ancora riuniti col loro sarcofago pri-
la stessa particolarità, cioè Giona apparentemente nelle fauci mitivo. Il più artistico è quello di Perugia (tav. XXVIII, 3),
del mostro che in realtà si trova dinanzi Giona dormiente. la cui rappresentazione della fronte, la missio apostatarla
A fig. 130 diamo le scene ricostruite, come saranno state spiegata a p. 35 seg. Come questa, così anche le sculture del
nell'originale. coperchio sono eseguite maestre voi mente. La scena del getto
Anche qui le due scene occupavano il pus») sotto l'imma- occupa la metà destra; Giona dormiente sotto la cucurbita C<
gine clipeata, la quale conteneva però i busti di due defunti, mostro appresso, la metà sinistra, e nel posto ancora disponì-
marito e moglie. Questa aveva la capigliatura di s. Elena e bile galleggia l'arca di Noè. I-e grandi teste angolari di s.
due collane di perle; colla sinistra abbracciava il marito, e tro e dì s. Giovanni provano che tanto il coperchio quanto
colla destra ne toccava il braccio; il marito faceva il solito il sarcofago si debbono agli stessi artisti. Ambedue som
gesto e vestiva, come manto, la toga contabulata. La capi- conseguenza destinati l'uno all'altro.
gliatura e la contali 11 Iasione sono indizi sicuri che il sarcofago Ammirando le figure scolpite sulla fronte, specie S.Pietro
apparteneva all'epoca della pace. Per l'altro sarcofago non e la personificazione della Chiesa, qualche amico mi domandò
abbiamo nessun criterio sicuro; esso può datarsi ugualmente se non fosse il caso di assegnare al sarcofago un'età ante
bene del ut, come del tv secolo. di quella che gli fu attribuita da me, cioè l'epoca della rifio-
Sulla copia, pubblicata dal Bosio ', d'un frammento di ritura dell'arte sotto Costantino. Pur ammirando la bellezza
coperchio proveniente dal Vaticano (fig. 131), il secondo dei delle sculture, non posso cambiare la datazione proposta. Tac-
quattro marinai nudi e seduto su un rialzo ed, avendo le cio della divisione della fronte in tante nicchie divise da ci
mani sporte in avanti ed aperte, guarda il compagno vicino lonne sorreggenti archi e timpani, la quale da sé sola parla per
gettare Giona dalla barca, mentre il quarto, per non vederlo, il iv secolo. Altre ragioni ci sono fomite appunto dalle sce
gli volta le spalle coprendosi colla destra il viso. Di questo Giona: il mostro non è né visibile in urna la lunghczz
particolare a noi già noto troveremo ancora molti esempi nuota nella data distanza dalla nave, ma tiene già nelle fauci
la testa di Giona; si vede inoltre il marinaio che con una
mano si copre il viso, particolare che anch'esso accenna pini-
tosto al tempo della paci. Qmsti' licioni non hanno tulte io che valore artistico, sebbene sia un po' allisciata e ritoccata
stesso valore, ma prese insieme bastano per assicurarci che dal restauratore. Onde l'aria quasi moderna dei visi, specie
la data del sarcofago, prima un Ni ilei secolo IV, rimane ferirei. del primo rematore che sembra conversare oon la personifi-
5. Quasi contemporanei sono ire altri sarcofagi coi loro cazione sorridente del vento. 11 marinaio che precipita
coperchi: l'anonimo del Musco delle Terme {la-,: CXXVI, -') Giona dalla nave, e un vecchio ealvo con un po'di harha,
e i due da me scoperti nel cimitero dei Ss. Marco e Mar- cambiata in rughe; i due rematori sono giovani imberbi. Il
cclliano, l'uno dei quali {tao. CXXVIII, i) venne instal- mostro ha basette che vedremo ancora due volte. Un parti-
lato nella sua nicchia qualche anno prima del 341, l'altro colare raro sono altresì il pesce e il delfino, le teste dei quali
(tav. XL1V, 3) qualche anno dopo, dovendo sparire sotto si vedono nelle onde; unico, le due alette nei capelli della per-
il pavimento fino al coperchi", per min nascondere l'arco- sonificazione del vento, l'articolare rarissimo è pure la barha
solio di fronte alla nicchia. La fig. 132 lo mostra ne! momento caprina del mostro. Appresso, Giona donne, interamente
della scoperta. visibile, appog-
La data 34] ci è giandosi sul go-
fornita dall'iscri-
tene ndo la de-
bili'occipite.
Dall; parte op-
un putto
. elle sor refi-
geva i tabel
dell'iscrizione,
ora distrutta.
Dalla officina
cui si deve la
scultura descrit-
ta, uscì anche il
di questo ultimo coperchio che per
acquistata una rara fortuna
{nel .909) dal è rimasto fino ad
Kaiser Friedrich-Museum di Rerlino'. Notiamo inoltre la oggi congiunto col proprio sarcofago; anzi, ambedue furono
metà sinistra d'un coperchio del cimitero di Domitilla scolpiti dallo stesso artista: è il sarcofago laterancnsc 154, di
(tav. CLXXV, 2) e tre grandi frammenti di quelli di S. Cal- alla fine di questo libro (tur. CXX, 2), La
listo e di S. Priscilla e dì uno murato nella villa muni- la stessa: nel mezzo del coperchio !a cartella
cipale di Velie tri, che è interamente sopralavorato e guasto (anepigrafe) sostenuta da putti alati, e nella metà destra le
{tav. CLXX1II, 4, 6 e 8). Su tutti questi rilievi le due scene due scene di Giona, simili a quelle del frammento descritto;
nella nave due rematori ai lati del marinaio che getta il pro-
ielle fan del r feta nella bocca d'un mostro con basette; accanto, Giona
dorme in atteggiamento identico; nelle onde nuota un delfino
per completare frammenti più piccoli dei Musei del Cam- e sulla prora è la personificazione del vento, dalla forma d'un
posanto.di S.Sebastiano, di S. Callisto e di quello di Arks giovane che dà fiato ad una conca marina.
(lw. CLXX1II, 1, 3,5-, CLXXVII.4). L'ultimo conserva 7. 11 mostro che guarda Giona disteso sotto la pianta,
ancora la sua epigrafe sostenuta da putti alati : OPTATINE sul coperchio laterancnsc L54 e su altre sculture già descritte
RETICI|AE SiVE PASCAS1AE CONI VG1 AMANTISS1MAE è, come si notò, cosi mal collocalo da sembrare che tenga
EN.NIVS FILTERIVS SIVE 1 POMPEIVS MARITVS | POSVIT ancora nelle fauci la vittima addormentata già sotto la pianta.
sepvlcrv;m CVM QVA VIXIT | ANNIS octo men.sibvs Tale effetto più o meno strano si scorge anche sul coper-
NOVEM ET DIEBVS DVOBVS. L'espressione generica di chio di Osimo (tav. CLXXVH, 2) e su quello del sarcofago
sepulcrum, invece di tarcophagum, torna in altre iscrizioni. di Apronio I-'ideliio tuttora al suo posto in una cripta dell'ipo-
6. Invece del marinaio che si copre il viso, si vede più geo testé scoperto presso S. Lorenz» (tot:. CLXXVIIJ, z).
di rado un secondo rematore. Cosi sulla metà frammentaria Come fu detto, il mostro si trova sul davanti, e Giona,
sinistra del coperchio di Mocedoniano, trovato nei miei scavi dietro, nel fondo. Difatti, l'arrisi;! dell'ultimo sarcofago, cui
eseguiti nella cripta di Damaso (tav. CXXIX, 1). Cosi pure dobbiamo pure quello di Aurcliiis i-ij(iii-s) lywitiriits), della me-
sopra la metà destra d'un coperchio del Museo teutonico desima provenienza (tur. CI.XXV1III, 2) rappresentò il mo-
{tav. CLXXI, 5), la cui scultura è eseguita con accura- stro con la bocca spalancata, ma gliela riempì, una volta, di
tezza fino nei minimi dettagli. Kssa ha piriautn ancora qual- cose informi; una volta gliela sbarrò addirittura, affìn di
evitare l'apparenza che la metà inferiore di Giona vi sia an-
■ O. «ci ,1909. lìB.i;, p. cora rimasta. Sul coperchio di Apronio Giona dorme, la testa
218 Capo I
rivolta in giù; egli poggiava sul braccio dotici, distrutto in- struito in modo simile, ma - ■hanto pur la figura di Giona
sieme con parie del viso e cnirji.imbrji.tio sinistro. Accanto e per la scena della zona inferiore (tav. CLXXV, 5).
al tronco della cucurbita s- eleva una roccia informe; più 9. L'n particolare assai importante e finora unico ci offre
in alto l'angolo è rotto. Giona dormiente su un sarcofago del Museo di Arlcs
Sul coperchio di Aurelio alcuni particolari delle due scene {tav. CXXll, r), di cui 11 Le fìlant pubblicò per primo una
sono appena accennati, essendo queste troppo grandi pur copia molto fedele. Di quel particolare egli scrive: « Jonas,
lo spazio. Fa da riscontro il busto del defunto, che è più finito. rcjctc par le monstre, dort à l'ombre de la courge; dei-fière
Come fondo serve la tenda sorretta da putti. L'atteggiamento une roche, un pursonnagu dont la tutu est brisuu tend une
del defunto è il solito. Nel centro v'ha la seguente iscrizione; main vera luì ■■'. Chi sia il personaggio, non lo dice, né
AVRELIO EQ. ■ R ■ FILIO ; DVLCISS1MO ET INCOM.PARA- avrebbe potuto indovinarlo, trattandosi di nuvole, non d'una
B1L1 QV1 VIXIT ANN V ■ | D XII ■ DEFVNCTVS NON SEP ; roccia , e ciò per la semplice ragione che la roccia non può
DEPOSITVS ■ VII ■ 1DVS ■ SEPT ■ . TV1XIANVS ET ■ AR1STIA . pendere in aria. L'interpreta/iiuie sbagliata influì su altri,
PARENTES. | RELICTO SIBI AB EO | MAXIMO DOLORE ■ mentre quella del Garrucci, molto più ragionevole, è rimasta
Pure Apronio venne effigiato, ma orante e, caso rarissimo, negletta: « Sulle nuvole a destra si vede un personaggio, la
in lunghi abiti da donna, segno che il sarcofago era destinato cui testa è rotta, vestito di tunica e pal-
per la salma d'una donna. L'artista non si dette la pena di lio, con volume nella sinistra e con I
cambiare le vesti femminili in quelle d'un ragazzo (di quasi destra abbassata inverso di Giona. Que
nove anni). La figura offre perciò un aspetto ibrido. sti è Dio, ossia la Divinità in scmbi
L'iscrizione suona: ATRONIO (Apronio) .FIDEjLICO IN- umane, e può dirsi anche il Verbo a cui
NOCENTI | QVl VIXIT ANN i VII! M • Villi DEP ■ XIII KAL | i Ss. Padri dei primi secoli attribui-
OCT. Nei campi angolari si con ispondono le figure del Buon scono le Teofanie »!. Basta gettare uno
Pastore con la pecora sulle spalle e in mano la secchia da latte. sguardo sul musaico absidale della ba-
Ambedue i sarcofagi sono del tv secolo adulto. silica latcranensc per persuadersi della
Una bizzarria artistica, finalmente, offre il coperchio late- giustezza di questa affermazione; anche
ranensc 176, proveniente da S. I^orenzo (tav. CLXXVII, 3): ivi Nostro Signore appare in parte co-
Giona, col piede destro ancora nelle fauci del mostro, ab- perto da nuvole. Nel quinto gruppo
braccia il grosso tronco della pianta sotto la quale troverà produrremo un pezzo di sarcofago,
riposo. Le due scene sono inquadrate dall'arca di Noè ed alla dove Giona era parimente congiunto
sorgente simbolica. La seconda scena è incompleta suìla copia con Cristo: il tipo con l'antttipo. >s'
de! Garrucci (tav. 384, 6), mentre sull'originale è intiera. Della cucurbita si vedono due tronchi, l'uno dietro le
11 Museo delle 'l'enne possiede ancora un frammento dì spalle, l'altro a destra della lesta di Giona ed a forma d'al-
coperchio, della metà incirca del secolo tv (tav. LXX.XI1 /,./), bero, che sparisce dietro le nuvole e la figura del Cristo,
su cui le due scene di Giona, mal conservate, occupano il breve per estendersi poi su tutto il fondo. Come riscontro si vede
spazio accanto al busto del defunto; i tre marinai si distin- al disopra di Giona inghiottito dal pistrice un altro mucchio
guono difficilmente: quello di mezzo sembra coprirsi il viso, dì nuvole con resti informi d'una personifica
quello a sinistra getta in acqua il profeta, e quello rincon- ■ questa doveva soffiare nel turbine e commuovere la tem-
tro maneggiava forse il timone, ora mancante. Il ritratto pesta », scrive il Garrucci.4 Qui anche il Le Blant è dello
dui defunto, un vecchio calvo e barbato, rivela un artista stesso parere, malgrado che le nuvole gli siano di nuo\
discreto. massif d'où sort un objct très mutile qui semble un torse
8. Sul sarcofago latcr.incnse 1 7S, ili conservazione cattiva hnm.iiii . ■ Ju n'hesìte pas . ay^iuiiye egli ■ à y voir cclui
e di restauro pessimo, l'artista approfittò dello spazio basso du genie soufilanl la tempùtu...
sotto la conchiglia con i busti dei defunti, per effigiarvi le due io. D'un coperchio colle protomi dei due princìpi degli
scene di Giona {tav. LXXXVI, 3). A destra del marinaio apostoli il Museo di S. Callisto possiede le estremità'. Nel
che getta il profeta nelle fauci del mostro, esiste ora una centro abbiamo da supporre la cartella dell'epigrafe; nella
lacuna con un fondo spianato; ivi era probabilmente il mari- metà sinistra erano le due scene di Giona, nella destra ì
naio che si copriva gli occhi, come sulle sculture precedenti. fanciulli nella fornace, probabilmente con Noè nell'a
l'hu il sarcofago appartenga al iv secolo, lo prova, oltre i! (tav. CLXX, 1). La scena del getto di Giona è la consue
numero straordinario dulie scene, la forma della toga confa- il pilota solo e barbato, l'albero maestro colla vela, solamente
bulata '. inciso. Dei due principi degli apostoli. Paolo, rappresentato
La mano sinistra di Giona dormiente, scolpita a volte all'angolo destro, e calvo ed ha barba lunga; Pietro ha pure
sull'orlo inferiore del coperchio, ricorda un frammento del- la fronte alta, ma la barba è più corta. Perciò r
l'angolo destro d'un sarcofago a due piani, che si trova nel confondersi l'uno con l'altro.
Museo di S. Sebastiano {fig. 133). L'abbiamo perciò rico- Per la disposizione dei soggetti, il coperchio aveva grande
§ V. - Quo 219
analogia crai linci il cui disegno si conserva nel Cod. I, VI, vrebbe essere più 0 meno la stessa, cioè la seconda metà
205, f. 59 della Biblioteca Chigi, ora Vaticana. Ivi lo scopri del secolo tv.
il de Rossi e ih- pubblico lepigrafe con la indicazione delle Un frammento dell'angolo sinistro d'un sarcofago a cin-
scene rappresentale. A lui si deve anche il merito d'aver que scompartimenti, quagi contemporaneo, murato nello sca-
stabilito che il coperchio proviene dalla basilica che il papa lone della basilica di S- Agnese, offre un terzo esempio delle
Mann eresse iK-l Limiterò ili Halbina. situato vicino al hi chiesa protomi dei due apostoli [tur. CXXXX, 1) '. La testa super-
del Domine, quo vadis. Ivi fu scavato, con sarcofagi ed epi- stite none intiera; un colpo di piccone ne ha asportatola som-
tafi cristiani, nell'anno 1640'. mità della fronte. Da ciò che ne è rimasto e dal posto che
Il Garriteci, che pubblicò il disegno chigiano *, lo prese occupa è assai probabile che si tratti di Pietro. Di questo
per una copia fedele e icivo di spiegarne tutte le inesattezze, si trova in fine un quarto esempio su un frammento di co-
mentre sull'originale tanto le due scene di Giona, come pure perchio del Museo di S. Callisto (lav. CLXXII, 4). Qui va
i tre fanciulli nella fornace protetti da Dio, e Noè devono aver escluso ogni dubbio, perchè la fronte è provvista di capelli.
avuto, più o meno, la forma consueta (fig. 134). Tra gli errori A destra un putto alato sorreggeva la tenda quale fondo del
manifesti del copista notiamo la mancanza delle zucche, la busto della defunta. Sulle altre rappresentazioni dei due
a forma del mostro, l'attitudine sbagliata ultimi frammenti non possiamo avanzare ipotesi, mancandoci
che si copre il viso, di Giona dormiente e di Dio che protegge ogni confronto. Li abbiamo soltanto addotti per provare che
ì tre fanciulli; di più l'abito dei quattro ultimi personaggi è il posto ordinario della testa di Pietro è l'angolo sinistro dei
incompleto, e Noè nell'arca indossava certo la tunica discinta, coperchi.
come si vede ordinariamente. Del resto, per questi ultimi 11. Se si prescinde dalla persoliilica/ione del vento, an-
non abhiamo dubbi, perchè la metà destra del coperchio, con cora visibile sui coperchi dei sarcofagi laterancnsì 148 e 154
quasi tutta l'iscrizione, s'è salvata. Essa si trova nel Musco (iaw. CXV, 2; CXX, 2), gli altri non offrono nulla di par-
capitolino, ivi trasportata dal Magazzino archeologico, donde ticolare, salvo il piccolo frammento callistiano su cui il getto
la puhblicò G. Stuhlfauth3. Ne parleremo a suo tempo è eseguito da due marinai (lav. CLXXII1, 3), e la metà sini-
(lav. CLXXXI, 3). Sul coperchio del Museo di S, Callisto stra d'un coperchio del L'imiterò di Domicilia, dove il mari-
abbiamo posto Noè a sinistra dei tre fanciulli. naio che si copre con la destra il viso, volta le spalle a quello
Il copista Chigiano trascrìsse anche l'epigrafe de! coper- che precipita Giona in mare (lav, CLXXV, a). Cosi lo ve-
to, con errori, s'intende, in parte corretti dal Garrucci: demmo già altre volte; cosi fu anche completato un frammento
DEFOSTIO PR.I ■ KAL ■ MA1Y {Mma) ; AER.ENIVS (H<™- del Museo dì S. Callisto (lav. CLXXII, 3).
tùm) ■ REPENiTINVS AFfUVS (Atriui) ■ PVÌBLIL1AE ■ FLO- Sulle tavole CLX1X, 2; CLXXXXIII, 4 e 6; CCX1I, 1;
RENTIAE - | CASTISSIMAE CON1V.G1 ■ QVAE ■ V1X1T - CLXXIV e seg., abbiamo riprodotto pezzi anche minuti
AN ■ XXII ■ NI ■ V ■ DM {din) VII ■ IN PACE ■ " La formula della prima scena e di Giona dormiente. Tre di questi ultimi
epigrafica sta bene tra la fine del secolo terzo e i principii del (CLXXIV, S e </; CLXXV, 8) provengono dai cimiteri di
quarto », scrive il Garrucci, e ci sembra che abhia colto nel Ciriaca, di S.Agnese e di Domicilia ed offrono la figura intiera
segno. Per la data del coperchio callistiano bisogna scegliere del dormiente. Il secondo frammento era datato, come sem-
il secolo tv inoltrato ; lo stile è già molto duro e pesante. bra, dal v secolo; esso conserva ancora parte della sua iscri-
l'un secondo esemplare di coperchio con le protomi dei zione dedicata a un bambino, della quale notiamo la bella for-
àpi degli apostoli il Museo del Camposanto teutonico mola: concupitili a Domino £ . I frammenti più piccoli sono
possiede l'estremità sinistra con la testa di Pietro e ia prima usciti dagli scavi dei cimiteri di S. Callisto (CLXIX, 2),
a quasi completa di Giona; vi manca soltanto il mari- di S. Sebastiano (CLXXIV, 2; (XXII, /), di Pretestato
naio che si copre il viso, che nella nostra ricostruzione ab- (CLXXIV, 4; CLXXXXIII, 4) e di Domitilla (CLXXIV, 6, e
biamo aggiunto, autorizzati a ciò dai coperchio callistiano CLXXV, 7): tutti sono d'un eccellente lavoro, quindi certo
(fati. CLXXII, j). Di Giona si vede la gamba sinistra dietro p recostantiniani.
le spalle del marinaio che lo sta traboccando nelle fauci del I frammenti col residuo della prima scena apparten-
ro, unico particolare che distingue la scena da quella del gono ai Musei di S. Paolo (CLXXIV, 3) e di S. Callisto
coperchio callistiano. Il lavoro è meno duro; ma la data do- (lav. cit. 11. 1 e CLXXV, 1). L'uno dei due ultimi è notevole
V.P.178W
per le basette del mostro, l'altro per la § VI. - Quinto gruppo delle scene di Giona.
blicata già da] do Rossi;
-VRELIVS VALE 1. Dopo essere state in uso circa un secolo, le rappresen-
nVS CEUAE DO tazioni di Giona subirono nella scultura, alle volte, un grande
miwNE COIV cambiamento; gli artisti lasciarono da parte le due prime
gì AfwMEREN scene, contentandosi della terza, cioè quando il profeta
ti ài pacS. Ili riposa sotto la cucurbita, col pistrice accanto. Per man-
sep lENB ■ canza di spazio, sul sarcofago lateranensc 137 il mostro manca
(tav. CLXVI, 4): non si vede che Giona sotto la pianta.
Tutti e tre i frammenti soni :1 tv secolo. Questa scultura fu orribilmente deformata da un restauratore
12. Il Museo di S. Sebasti! possiede un Giona, che s digiuno di conoscenze archeologiche; perfino la cucurbita
dislingue per la tecnica simile colle zucche dovette prestarsi,ad ornare il tondo col busto
-~ W* > "" "'""' 1 della defunta.
chicttato, dal quale sì stacci Anche su otto altri monumenti di questo ultitr a gruppo
(tao. CLXXVII, /). L'impreì Giona occupa lo spazio sotto l'immagine clipeati
Giona riposa sotto la pianta, un solo busto, almeno a giudici!re da quelli superstiti. La ra-
emerge soltanto con la parti gione sarà forse che Giona addormentato rappresenta la
pano la metà destra d'un cope figura del defunto deposto nel sarcofago, la sua immagine
solita tabella, vuoti quindi equivalente alla for-
getto, probabiimen iella del t j gruppo; mula epigrafica in singolare;
jssapot ebbe
anche al quarto. Il lavoro della scultura è leggero, il disegno, A tale proposito merita
buono. La tecnica lo assegna al tv secolo '. una menzione speciale l'epi-
13. Nella metà sinistra, sola superstite, d'un coperchio grafe che Severo, diacono del
della villa Albani, accanto a Daniele e ai tre fanciulli nella for- papa Marcellino, compose in
nace, Giona dorme su uno scoglio all'ombra della cucurbita, quasi-versiti per il ciibicuìum
però senna il mostro, come sui monumenti più antichi duplex,che egli fece costruire
(tav. CLXII, ì). Ma l'assenza sola del mostro non è sufficiente
per attribuire il frammento :il primo gruppo; un tale Giona tam, Sibi suìsque menar, quo
può essere residuo d'una rappresentazione del quarto gruppo MEMBRA DULCIA SOMMO Per
alquanto semplificata, come prova il frammento che illustre- longum tempusfortori et indici
remo appresso. Malgrado la cattiva om se nazione della lastra servet. Severa dulcìs paren-
da secoli esposta all'intemperie, le sculture rivelano ancora un libus et famulisque, una ra-
buon artista. Esse sono di gran gazza di quasi die anni, fu la prima ad 1
figura assai riuscita; egli dorme il udine naturai is- polla; Quam dom(i ;)i nasci mira sapieutia et arte lu
sima, e farebbe onore anche ad 1 moderno. Per !S IN PACE QVIETVM HIC EST SEPV
questa ragione n rei escludere assolutamente l'età pre- donec resurgat ab i 0 Qitìque aiiiitiiim rnjmil <[>ì>ili< 1
suo... Ouamque ite. m dom(imi)s spiritali gloria reddet '.
Chiudiamo la serie con un frammento curioso del Musco questa epìgrafe cori ponderebbe benissimo l'immagine della
ìaterancnse (n. 61), sul quale il getto e il sonno di Giona sono defunta Severa con ìiona dormiente sotto la cucurbita.
separati dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Delle scul- Il simbolismo rimane, naturalmente, lo stesso, se si tratta
ture manca in basso circa un terzo. Un restauratore ■ ebbe di due busti di defunti. Ciò non di meno abbiamo creduto
l'ardire di colmare la lacuna, ma lo fece in un modo ridi- più probabile restituire un solo busto su un piccolo fram-
colo; il miracolo della moltiplicazione ha luogo dietro il pi- mento del cimitero di Priscilla {fig. 135}, che diamo comple-
strice che rassomiglia ad una balena. Le figure, e special- tato a tav. CLXVI, 1. Quel poco che rimane della scultura,
mente quelle della moltiplicazione, sono assai sopralavorate; è d'un lavoro accurato, che accenna alla metà incirca del se-
quindi l'aria moderna delle lesti- ben pettinati (tu ,.CLXX1V, colo III. Il busto era sostenuto da due vittorie. Il resto della
7). Quando feci staccare la lastra, si vide che s i tratta d'un ornamentazione non si può indovinare; forse sarà stato simile
frammento di sarcofago, come ha indovinato il Ficker», alle fronti delle tonde LXXXXV1U, 3; CXXXIV, r-j, ov-
non ■■ di coperchio ■, come si legge nella cdizioi te ufficiale ». vero più semplice, come sulla inulte latei ancr.se riprodotta a
Stilla nostra copia abbiamo corretto l'errore pi il grossolano tav.LXXXVII.6, dove le due rappresentazioni angolari se
del restauratore. La scultura può appartenere 1 incora al tu sostituiteda semplici colonne. Nel centro si scorge, fra due p
secolo. lastri e in una cartella ansata, l'immagine clipeata della ■
' Uni «cnicji limile mostra alimi li coronazione dell» mute MaìU,
npproentua suiti Listi? che chiudevi II sepolcro della sinti Vedi WrimiT,
H'itriiz' zar t'irgli. I:h" .'■■■.-.■'.■ ,11 /.''i'"i. 'hwltithihr.. rijoS. I.n ■.I.p.i.9«KS- '■ iì 1 fi™.
Qltitllo !*rup[lli tifili' -
fuma. Il busto, molto bui conservato, e d'una donna dì età \y,(t,iv. rii.,,1.4). È più che probabile che il ione
provetta. Nella capigliatura abbiamo un indizio della seconda : il busto del defunto o della defunt
metà del secolo ni. Un busto parimente integro vedrai Ma il cambiamento in Daniele accadde in tempo amie
sopra un grande frammento del centro d'un sarcofagi quando il sarcofago duvet tv accogliere Ili salma, e fu esegui
uscito dagli scavi fatti nel cimitero di Ciriaca. Il defunto, dallo stesso artista che fece le altre figure, con molta pn
un giovane imberbe in tunica e pallio, è effigiato nel [labilità nel ni secolo, come prova la bontà del lavoro; sp
sucto atteggiamento. Sotto l'immagine clipeata Gioì cialmcntc II Buon l'astore è. in tutto, quello antico.
posa all'ombra della cucurbita, guardato dal mostro. Il tondo 3. Giona dormiente all'ombra della cucurbita s'affacc
è sorretto in alto da due geni, senza le ali, a causa della 1 inaspettato sopra un insigne frammen
■1 M.is
Lt-
odarr
plito del Museo di g! m
S. Callisto (/mu-
la LXXXXV, 4),
e la fronte d'un sarcofago, mi ita nella facciata posteriore ni e coricato in u
dell'Accademia di Francia ad u 1 altezza inarrivabile al foto- ita potè appena il .ii,,
grafo; perciò riproduciamo la copia del Carnicci {fig. 136) '.
Ne parla Rene tinnisse!, dandone anche l'interpretazioneJ : lella scena in cui il Signore
■ Une tombe romaine associe... un Jonas avec le groupe etro, e dove insegna agli apostoli.
d'Eros et de Psyché. Une ménte Poiché in ambedue queste scene
intcntion mystique a preside sans trova il posto il piede, come piede
doute à cctte singulièrc rcunion. sinistro del Signore, non v'ha dub-
De part et d'autre, il s'agit de la bio che il frammento provenga da
rèstirrection et de la vie heurcuse una di esse. Abbiamo scelto la se-
des àmes après la mort; et c'est conda, perchè Cristo era seduto,
une pensée identique exprìmee par figurava quindi come dottore degli
deux langues différentes ", cioè cri- apostoli. Così lo mostra la rico-
stiana e pagana, 1 due altri sarcofagi eli conservazione perfetta, struzione (lui', cil., fi. 2). Ora si capisce la ragione che in-
furono già menzionati (taw. LXXXXVI1I, 3; CXXXIV. 2); dusse l'artista a rappresentare Giona ai piceli del Signore:
ambedue sono del secolo IV. egli volle riunire il tipo coll'antitipo. La risurrezione di
z. La preghiera antichissima: Non se ci (scil. defuncto) Cristo è invero il cardine di tutta la dottrina cristiana: » Si
opponat leo rugiciis et draco devorans, niiserorum animas autem Christus non resurrexit. inanis est ergo praedicatio
rapere consuctus -, che sulla lastra d'un poliandrio del HI se- nostra, inanis est et fides vestra •, scrive s. Paolo ai Co-
colo, riprodotta a fig. 28, trovò una espressione cosi eloquente, rinti3. Queste parole s'impongono dinanzi alla scultura da
;i sembra echeggiare anche nelle rappresentazioni d'un sar- noi completata. Quindi nessuna meraviglia di trovare
cofago che si conserva nella chiesa di « S. Maria Forisportam > una volta Giona dormiente sulla edìcola dì Lazzaro e su
quella dell'ariete di contro (tao. CLXXXII, 2) '.
La fotografia che ne diamo a tav. CLXVI, 3, ci fu Un posto non meno iusui ito trovò ( ìli ma dormiente sopra
gentilmente procurata da mons. Guidi. All'angolo destro il sarcofago di Leida, riprodotto a fig. <J3 (p. 160). L'artista
1 pastore nell'atteggiamento di sorvegliare il gregge che gli riservò i due interstizi dell'arco della nicchia centrale
lo spettatore ha da supplire; all'angolo sinistro il Buon Pa- in cui l'annunzio della negazione, come ledemmo, è fuso
■e con la pecora sulle spalle, e nel centro, fra due larghi in una scena con la Cananea inginocchiata ai piedi di
campi di strigilì, Giona dormiente all'ombra della cucurbita Cristo : Giona riposa nell' interstizio destro dell'arco, e nel
itto il tondo che, invece della solita imago clypeata, con- sinistro e collocato il mostro che Io guarda. Dovendo fare
tiene Daniele vestito della tunica cinta ed orante fra due leoni da riscontro a Giona disteso, il mostri, è visibile per intero,
ruggenti. Abbiamo dunque tutti gli elementi principali della sebbene il sarcofago sia del IV secolo.
lastra: Daniele, Giona e il Buon Pastore. Per la ristrettezza Ci rimane ancora un monumento con scene di Giona, che
dello spazio manca il mostro, come sul sarcofago latera- non si lascia inserire in nessuno dei cinque gruppi. È un
Capo [.
Coperchio distrutto di Arles, clic > soltanto dalla attigua, cioè Giona dormiente sotto la pianta e fra due co-
copia fattane dal Pei rese. Essa si rova in un codice della lombe che gli apportano il ramoscello d'ulivo. La pianta è
biblioteca nazionale di Parigi (rr lat. n. 6012, fol. 103), molto svanita, come mostra la copia pubblicata da me''; essa
don.de la pubblicò il de Rossi '. ( ii si riproduce il disegno manca sulle copie del de lìossi e del Garrucci ".
originali: secondo Li totoyratìa 1 La città di Xinive ritorna mime anela' sopra una lapide
sigg. Melms (fig. 1 f.*). Vediamo due scene di Giona, ma con- rotta ir sei pe^K che chiudeva in loculo nella cat ìcomba dei
trariamente alle fin qui illustrate, la seconda e la terza, cioè Ss. Pie! ro e Marcellino [fig. rjo] . Il disegno, se così possiamo
quando Giona e vomitato dal pittrice sul lido presso «una chiama e i quattro scarabocchi è oltremodo rozzo e si deve
torre con porta, la a un lapicida 0 a
quak- deve sigm- H un fossore che si
fiore la di 1 ^K> ^| servi d'una punta
Ninive.'.equan- ■ KfÌ fl dì ferro per inci-
derlo. Giona, fi-
pianta, ambedue H gura gigantesca,
le volte con tu- H 1. /"' dorme, senza il
' ■"""-'- ^^^m- 'hi/
dosso . Nel mez-
mostro, sotto la
139.
pianta sorretta
zo, la tabella an- da due pertiche e
sata sorretta dai soliti putti. A Giona fa riscontro Daniele ad un di varie
orante fra i leoni e due alberi, ed agli angoli ì busti dei ahbondano timpani. Con iù l'autor ; del graffito riuscì
principi degli apostoli, ma Paolo 11 sinistra e Pietro a destra, a farsi comprendere: egli volle rappresentare senza dubbio
entrambi eoi gesto oratorio. Ninive, come a sinistra di Giona seppe effigiare la risurre-
Una torre simile a quella del coperchio di Arles e con zione di Lazzaro, riunendo cosi i due grandi tipi della risur-
lo stesso significato, troviamo sul noto affresco del cubicolo rezione. A giudicare dalle misure della lastra, il loculo conte-
dei sacramenti .4 ', pure li presso il mostro che rigetta Giona ', neva la salma d'un bambino che ivi aspettava la r
ma separata dall'ultimo episodio, che è dipinto sulla parete
Rabula (Guamcci, uv. 132,1). La | la fronte ' Un etnno ne da R. Kvszi 1 u, M„-J,„„- *../, ...
§ I. - AW rict'vr titilli! rtihiiitm il ramo li'u,
CAPO II.
NOÈ NELL'ARCA.
tcvtjrix,), Ao>vof. Si direbbe perciò presa a prestito dall'arte chiaro significalo simbolico ci spiega perchè sul
classica, e cioè dalle rappresentazioni di Deucalìone e Pirra, luliane, del secolo in (tav. LVII, 5), il patriarca
o di Danae e Perseo. In entrambi questi miti si tratta invero nalinentc, sostituito dalla definita che sta nell'ari
dì personaggi gettati ili mare entro una cassa e salvati, ap- aperte nel gesto di preghiera.
punto come Noè, nell'arca. Ma l'or™, Kt,i,.iT.h, aveva la stessa Per la medesima ragione s'incontrano spesse
l'orma per pagani i- cristiani, onde le sur immagini nell'arte delle lastre sepolcrali figure di defunti 0 defunt
cristiana dovevano di necessità offrire una grande rassomi- quali la colomba porti
glianza con quelle pagane. È quindi, per dir poco, inutile
parlare d'un 'prestito dall'arte classica nelle rappresenta-
zioni di Noè.
L'arca, come tutte le casse, ha serratura e coperchio, e
questo è alzato, secondo le parole del testo sacro: « ... ape-
riens Noè tectum arcae» '. Essendo un particolare relativa-
mente secondario, il coperchio è alle volte omesso. L'esempio
più perfetto della ki^mtm si trova sul sarcofago di Velletri,
dove è perfino munita dì piedi (lai: IV, 3). Così la vediamo
di solito sulle chiusure marmoree di loculi. Siccome la con-
figurazione dell'arca non varia, una grande uniformità nelle
rappresentazioni di Noe lu ['inevitabile conseguenza. figure sono influenzate dalle immagini di Noè, Rarissime
Le sculture rimontano al secolo li. Il più antico esempio sono in scultura; se ne conosce un solo esempio, oggi sparito.
si trova sul sarcofago laterancnse 110 (tav. IX, 3); ivi l'arca Era su un sarcofago decorato di stridili e dì colonne ai due
galleggia sulle onde del mare in cui '.enne gettato Giona, il angoli.
che si ripete spesso. Avendo le due scene in sostanza lo Rene Grousset lo vide « hors de la porte San Lorenzo,
stesso significato simbolico, il loro accoppiamento non desta au n° 7 d'un divertìcolo qui va rejoindre le cimetière «. Ne
meravìglia, come non si potè neanche evitare che l'imma- dà la seguente descrizione; « A chaque estremile une colon-
gine di Noè assumesse l'apparenza di un soggetto secon- nette a chapiteau composite. Au centre, dans toute sa hau-
dario: su diciotto sculture pubblicate dal Carnicci3, in sette teur, figure orante, la lète mie, les chevcu\ retombant de
di esse l'arca galleggia nel mare di Giona *. Però il motivo, di chaque coté do visage, vèto d'une tnnique longue sans Cein-
riunire le due scene, sembra essere presso gli artisti anzi- ture et a largcs manches. .\ l'angle droit du carré occupé
), per guadagnare spazio. par ccttc ligure, une colombe volc vers elle uvee un rameajj
dans le bec » '. Bene a proposito il Grousscl cita, per il gruppo
§ I. - Noè riceve dalla colomba dell'orante colla colomba, la graziosa lapide trovata dal
il ramo d'ulivo. de Rossi a S. Callisto1, e pubblicata anche dal Garruccì:,
sulla quale si legge il solo nome della defunta: SIPHNH',
Tranne il sarcofago del Museo di Treveri, eccezionale che è come una interpretazione del ramo d'ulivo apportatole
in tutto, e di cui parleremo in ultimo, l'arca porta soltanto dalla colomba. Un bell'esemplare del Museo delle Terme
Noè. La composizione è esclusivamente romana; non se ne ne diamo a fig, 140. La fig. 141 riproduce un Noè graf-
filo su una lapide sepolcrale, che si conserva nello slesso dalle onde, poi nell'arca aperta, quando riceve il ramoscello
Museo. d'ulivo. I,'autore dell'epitafio fi fa cosi assistere al principio
Degno di noia è inoltre un frammento di lastra sepolcrale, e alla fine di Noè nell'arca. La colomba sembra lanciarsi
che ho trovato nel primo piano del cimitero di Priscilla: a da un albero, particolare che ritorna anche su parecchie
destra della iscrizione (distrutta) era incisa l'arca di Noè sculture '.
della solita forma, ma senza coperchio; e nella fronte era Dell'arca chiusa, che finora passò inosservata, si trovano
scritto il nome di Noè: NOE, in buone lettere del Iti secolo. altri esempi. Ino ne ha pubblicato il Boldetti, colla seguente
Del patriarca non è rimasto che un lembo della tunica.
Riproduciamo il VIRC1N1E INCOMPARABI
frammento da un LI FIL1E PETRONIVS VIRGIN]
calco, essendo l'o- QVE VIXiT ANNIS XXV
riginale sparito DIES V ■ B ■ M ' DORMIT IN PACE *
(fig. 142).
Mercè il suo Cosi anche qui l's ad illustrare l'imma-
semplice significa- gine della colomba col ne! becco. Che questa sia più
to simbolico, l'arca grande dell'area, non fa difficoltà ; anche sulla pietra
di Noè può stare di Felice è maggiore
dell'arca e Noè in-
que scena. Difatti sieme. Su un affresco
per citare alcuni di S. Panfilo J il pit-
esempi delle scul- tori effigiò accanto al-
Fi |4| ture inedite, ['una, l'arca chiusa
del Museo latera-
nense, la mostra presso la moltiplicazione dei pani e dei li mi ha clic ritorna col
pesci (tav. CLXXXXH, 2), due altre, del Musco di S. Cal- ramo d'ulivo. L'affre-
listo, presso il Buon Pastore (tur, CCXV, 1) e l'adorazione sco e incirca del ni se-
dei Magi (tav. CCIV, 1). colo. Un'arca chiusa
esiste altresì io Seul- _ |4.,
tura sul frammento
§ II. - L'arca chiusa.
di coperchio lateranense 206 (tav. CLXXXXH, 1), pubbli-
La figura di Noè fu spesso granita sugli epitafì delle ca- cato già dal Garrucci che vi riconobbe, giustamente, « un'arca
tacombe, il più importante dei quali è riprodotto nella chiusa», tuttavia senza capirne il senso', mentre la descri-
fig. 143. Esso venne trasportato dal chiostro di S. Lorenzo zione del prof. Ficker è fra le più strambe che si possano
alla Galleria lapidaria lateranense (Pil. XV, iS). immaginare '■'. Perciò l'autore della edizione ufficiale non
seppe spiegarla''. Ma dopo gli esempi addotti non v'ha
EFICTETVS ■ ET FELICIA ■ PARENTES dubbio che si tratti dell'area di Noe. bissa ha i piedi come
FELICI FILIO ' DVLCISSIMO BENEME quella del sarcofago di Velletri (tav. IV, 3). Vi posa la co-
lomba, rivolta verso un albero.
RENTI ■ QV1 ViXIT ANN1S Xllil ■ MENSSIS ■
Però l'arca chiosa è un'eccezione nella scultura. Come fu
VII DIES ■ XVIII ■ TE IN PACE ■
detto, Noè riceve di solito il ramo dalla colomba. Una sola
A sinistra si vede l'arca chiusa, sulla quale è indicata volta, svil famoso sarcofago di Milano (tav. CLXXX1, 2),
con alcuni tratti obliqui la pioggia. A destra l'arca è aperta protende le mani, in atto di supplica, atteggiamento forse
e mostra nell'interno Noè che riceve il ramo dalla colomba, suggerito dalla ristrettezza dello spazio; eccezionalmente in-
illustrazione delle parole: te in pure, sii accolto nella pace dossa abiti sacri.
eterna! La ripetizione dell'arca è tutt'altro che superflua:
come le scene di Giona mostrano prima 11 profeta nelle fauci § III.-L'arca di Noè simbolo del battesimo.
del mostro, dunque nell'estremi! pericolo, poi in piena sal- Il sarcofago dì Trcvcri, da lungo tempo pubblicato',
vezza all'ombra della cucurbita, cosi anche Noè sì vede prima contiene una rappresentazione di Noè del lutto speciale e
nell'arca chiusa, dunque in pericolo di essere inghiottito finora unica: una grande cassa scoperchiata ", e, dentro, Noè
. «.'«».
■. I.XXVI1, 8), il e'ippo di
ture cimiterinli fitte dal Per:
Iti si estenda indie alle Ilvo
. - l'ai I ili .\'<h' siiilbttltt tiri liiìllvsìinit 225
colla famiglia, cioè la moglie, tre figli e Ire nuore, più diversi noetica essere venuta a posarsi sull'Ararai, a pie del quale
quadrupedi e volatili, disposti lungo il margine della cassa; era posta Apamea », ' È probabile che la rappresentazione
fuori sta per terra il corvo che' non ritornò all'arca, avendo delle monete sia stata influenzata da quelle cristiane, ante-
trovato abbondanti' pasto; al disopra vola la colomba, « por- riori d'un buon secolo.
tans ramimi olivae virentibus foliis in ore suo »'. Noè e la Agli angoli del sarcofago di Treveri, due soggetti mera-
moglie sono ammantati di pallio e palio, questa tirata sul mente decorativi: avanti a cesti ripieni di fiori ', due giovani
capo; i figli e le nuore hanno semplici tuniche, per distin- nudi e seduti su scanni sorreggono ghirlande pendenti da
guersi dai due capi di famiglia, Quattro alzano la destra in colonne. Ma inveci
1 DVlj:!SSlMO-&fcNEM.E
.VIVIXITAKIWIÌ--XÌHI-MENSSIS'
■V/l-DIf?XVil[-TElNPAC£ ■'
■ Iddio e dal- deturpa io, con le loro gat nhc gonfie, 1; . scultura pnr cipale,
l'arca: " Egredcre de arca, tu et u*or tua, filii tui et uxores che ha t in certo pregio art: stico, quindi non è poster iorc al
filiorum tuorum tecum » \ In ciò consiste la principale dif- secolo i
ferenza fra questa rappresentazione e quella delle famose mo- Che in questo caso l'ar » di Noè sia il simbolo del batte-
nete di Severo di Apamea, sulle quali nell'area, galleggiante simo, ni in occorre provarli: ; basti citare le parole di s Pietro
stille onde e distinta dal nome NQ€, si vede solo il patriarca il quale dopo aver ricordato che in ess i • pauci, id e st octo
colla moglie, in attesa della colomba, e fuori dell'arca gli animae salvac factae sunt per aquam » , allenila altrettanto
Ito dì adorazione. Il Garrucci vi rico- dei fedeli: « Quod et vos mine similis formae salvi is facit
della tradizione antichissima die diceva l'arca
CAPO III.
ADAMO ED EVA. - CAINO ED ABELE.
Contrariamente all'opinione comune tra i pagani dell'età la condanna di morte scagliata da Dio contro Adamo dopo
imperiale, che consideravano la morte come conseguenza il suo peccato:
i della natura umana7, s. Paolo, formulando il DIXIT ■ ET HOC ■ PATER ■ OMNIPOTENS ■ C/tApillertt Adam
io, dichiarò che Dio inflisse ad Adamo, e in DE TERRA ■ SVMPTVS ■ TER.RAE ■ TRADERIS ■ HVmandia
il genere umano, la morte come castigo del pec- SIC NOB1S SITA ■ FIDA • E*T AGAPE CHRITo^n* mlau'
cato: » sic ut per unum hominem peccatimi in hiinc mundum
't per peccatimi niors, ci ita in oumes homincs mors Simile sentimento rivelano anche le parole: conaipì/us
pertransiit.inquoomncspcccavcrunt ; anzi l'Apostolo chiama a domino £, che si riferiscono ad un bambino di tenera età
:c addirittura stipendia peccati '. Il peccato e, natu- (tav. CLXXIV, o).
ralmente, quello commesso dai protoparenti, quando essi La Stessa rassegnazione alla voloiuà di Dio è espressa,
mangiarono il (rutto proibito nel paradiso. con lo stesso motivo, nelle preci liturgiche per i defunti:
Il dogma fondamentale della dottrina cristiana sulla " Memori dell'antica sentenza di morte inflitta pel peccato
msa della morte si riflette nel noto epigramma sepolcrale del primo uomo, supplichiamo per l'anima del nostro caro
di Agape, morta nella fresca età di ventisette anni. Per con- defunto la misericordia di Dio onnipotente, affinchè Kgli lo
solarsi della perdila della loro figlia, i genitori premettono accolga nella requie eterna e lo ammetta alla risurrezione coi
santi ». Cosi leggiamo nel Saeramentarìum Gelasiaman '. venne ispirata: « Formavi! igitur Dominus Deus h
Non mi si ohicttcrà l'età relativamente tarda della collezione de lìmo terrae et inspiravi! in faciem eius spiraculum vitae
gelasiana, perchè le preti per i defunti sono, generalmente et factus est homo in animam viventem »'.
parlando, antiche quanto il Cristianesimo, e, per la sostanza, Dio collocò l'uomo nel paradiso, luogo di delizie e di
dappertutto uguali. Perciò nulla di strano di trovare il pen- ogni amenità, dandoglielo in custodia; ma nello stesso Icmpo
siero fondamentale espresso in modo simile nella Anafora gli impose l'obbligo di astenersi dal flutto dell'albero « scien-
del patriarca monofìsita Michele il dande (f ngy): plasma- tiac boni et mali ■■. Mangiare il frutto di questo albero, sarebbe
tore della nostra natura, Dio nostro... che vuoi la vita e la fatale: « in quocunque enim die comederis ex eo, morte
salute di tutti, secondo la tua misericordia largisci il per-
dono dei falli e la remissione dei peccati a tutti i figli della Per creare Eva, Dio addormentò Adamo e gii tolse una
tua santa Chiesa, ì quali gustarono l'amaro calice della morte costa: »Et aedificaeil Doniirms Deus costam, quam tulerat
in seguito alla sentenza di morie, lanciata contro dì noi dalla de Adam, in mulierem: et addu^it cani ad Adam . In ultimo
tua giustizia... ■'. si annette ancora una osservazione, in apparenza indifferente,
La rassegnazione alla volontà di Dio, che parla in tutti ma decisiva per la maniera onde vennero rappresentati Adamo
questi documenti, di termina il lignificato delle immagini di ed Eva nell'arte funeraria: Erat atitcm uterque nudus, Adam
Adamo ed Eva nell'arte funeraria, die, s'intende, è il mede- sciliect et uxor eius: et non erubescebant ■'■', Questo passo
simo. L'ultimo passo riprodotto i d'un interesse particolare spiega perchè i protoparenti appaiono, tranne un'unica ecce-
perchè ricorda la creazione dei progenitori, scena che fino zione in tutta l'arte, o completamente nudi, ovvero, come di
ad oggi s'incontra soltanto nella scultura. Più generica è solito, con una foglia (di fico) che e
l'espressione /attori et ludici ■ dell'iscrizione del diacono trambe le mani davanti alla nudità,
Severo sotto il pontificato di s. Marcellino (296-304). una specie di tunica assai primitiva, fatta di foglie di fico, che
Le sculture che rappresentano Adamo ed Eva sono meno vestono i protoparenli sopra un frammento dei Museo di
antiche delle pitture, ma incomparabilmente più svariate. I S. Callisto {tav. CLXXXX, 12).
pittori, invero, riproducono la sola caduta; nella scultura, 1. Cinque sono le sculture che si riferiscono alla creazione:
due romane e tre dell'arie provinciale. La più completa si
di Adamo ed Eva, la caduta dei medesimi, la loro cacciata trova sul <■■ sarcofago dogmatico , in testa al ciclo ivi rappre-
dal paradiso, e la consegna dei simholi del lavoro — manipolo sentato (tav. LXV). In conformità del teslo sacro, tutte e tre
di spighe e pecora —, che su alcune sculture sono riuniti le Persone divine sono in azione: l'eterno Padre, seduto su
colla caduta, formando così una variante della seconda scena. una cattedra velala e fornita di suppedaneo, fa il gesto ora-
La cacciata poi non si trova che tre volte, e mai come scena torio; a destra il figlio tiene la mano sulla testa di Eva che
indipendente, bensì congiunta con la caduta o con la con- sta colle braccia distese lungo il corpo; Adamo giace a terra
segna dei simboli del lavoro. Cosicché le scene principali addormentato; lo Spirilo Santo, ritto dietro Dio Padre,
da trattare sono; la creazione, la caduta e la consegna. In poggia la destra sulla spalliera della cattedra, esprimendo con
ultimo parleremo delle figure di Caino e di Abele che offrono questo gesto la sua parte nella creazione. Siamo dunque
a Dio i simboli del lavoro. all'ultimo momento, quando viene comunicato ad Eva lo
Le scene di Adamo ed Eva, pubblicate dal Garrncci e ■ spiraculum vilae ». Le tre Persone divine sono barbate e
dal Le Blant, salgono a trentotto :l; noi aggiungeremo una più 0 meno identiehe. Nella scena vieina sì effettua la t
quindicina d'esempi, per lo più frammentati e inediti. sedila dei simboli del lavoro; lì accanto, il serpente at
agliate all'albero e col fico in bocca, ricorda la caduta.
I Ire soggetti descrìtti furono copiati per un sarcofago
§ 1. - Creazione dell'uomo.
gallico, di cui rimane soltanto un pezzo; esso offre appunto
La sacra Scrittura racconta con poche, ma solenni parole, quei soggetti, ma orribilmente deformati. Onde sì spiega,
la creazione dell'uomo Mentre per tutti 1 generi dì ammali ionie Eva della creazione ha potuto essere scambiata col
basta l'espressione: Et fccit Deus», qui si premette alle pesce di Tobia, e quella della consegna dei simbi
tre Persone divine quasi un invito a crearlo, poiché si tratta cieco nato {tav. CXXXVU, 6)\ Come prova il
del padrone di tulio il creato: Kaciamus hominem ad ima- della figura di Dìo Figlio, le tre Persone divine avevano pari-
ginem et similitudinerr. nostrani el praesit piscibus marie, mente la barba; il tutto era quindi una copia esatta dell'in-
et volatilibus caeh. et bcsliis, universacque terrae oniniqut umale romano. La ricostruzione fu perciò facile.
reptili, qilod moventi in !t-rj Si indicano inoltre lì mate- 2. Delle due altre sculture, dell'arte provinciale, quella (
riale onde fu fatto l'uomo, e implic Campii è pure intiera, sebbene molto rovinata (Ini-, CVI, 2):;
quella de! magazzino del Mus e della sciolti per indicare il dolore di aver trasgredito il precetto di
parte inferiore, ma nel ras Dio; rarissimamente offre una lontana somiglianza con la
(uro. CLXXXV,!)*. Sulla prima l'eterno Padre, barbato, cosi delia Venere capitolina (tace. CXXII, 3; CLXXXX, 7).
siede sopra una eatu i ed ha dinanzi a sèAdamo dalla Il serpente e per lo più liscio; di rad» ha squame, una specie
forma di slama post. tura rocciosa. Il gruppo ricorda di barba e la cresta, chiamato galcatus serpens » da s. Ci-
quel passo in cui T n- di Adamo prtat '. Il Museo delle Tenne possiede un tal serpente di
al mito pagano di l'romctco: ■ di-uni unicum esse, qui universa
condiderit, qui hominem de burnii stru.vcrit, hit' enim est
TOTJS Promethous... ■■ \ M ■ plasmatore » semhra, colla destra,
un po' mutila, dare gli ultimi tocchi dia Bua "pera. Di fronte
ad Adamo sta un giovane imberbe, che nella destra tiene il
lembo del pallio; egli somiglia al Cristo che, al disopra, nel
battesimo simbolico di Cornelio, assiste Pietro: è quindi il
Verbo. Manca lo Spirito Santo; la scena è perciò meno
precisa che sul « sarcofago dogmatico » nonché sul fram-
mento del Museo di Napoli, dove il Verbo, seduto, tiene la
deslrasulla bocca di Kva ritta in piedi, comunicandole lo lapi-
raculum vitae i. La creazione di Adamo dovrà quindi, con
grande probabilità, supplirsi di contro, a sinistra dell'imma-
gine della defunta. Siccome anclie su questo frammento la
scena vicina rappresenta la caduta, alla quale si riferisce prin- Di solito è attortigliato all'albero e guarda Eva; in tre scene
cipalmente il simbolismo funerario, siamo senz'altro autoriz- ha un fico in bocca (tavv, IV, 3; LXXXXVI; COVI, 3),
zati ad aggiungere la stessa scena, o la consegna dei simboli alle volte manca, 0 perchè distrutto, 0 perchè omesso forse
del lavoro, anche sul sarcofago di Campii, dove mancano per disattenzione. Un serpe gigante si trova su un fram-
i due campi dell'angolo destro. mento affisso al muro dell'ex convento dei Minimi ad Arles
3. Un meschino frammento del Museo di S. Callisto con- (tao. CU, 5). Di questa scena
serva parte notevole d'un personaggio in abiti sacri seduto il l'eiresc fece eseguire una
su uno sgabello. I piccoli piedi limasti sul suo ginocchio pro- copia abbastanza buona8, che
vano che abbiamo dinanzi il residuo d'una scena della crea- diamo a fig. 145. Il frutto,
zione. La maniera onde questa era espressa, ricorda l'affresco analmente, è la mela o il fico.
frammentario, del cimitero gnostico di Aurelio Felicissimo, sul I.o scultore del sarcofago di
quale Ialdabaot, caricatura del Verbo, mostrava Adamo già Verona, non contento di aver
formato, dopo avergli comunicato ■ spiritum vitae»3. Nella illustrato un pomo sull'albero,
ricostruzione del Creatore mi sono servito dei frammento di ne collocò ai piedi di Adamo
Napoli; ma dovetti limitarmi allo stretto necessario, trattan- ed Eva due cesti ripieni e di
dosi d'un soggetto di somma rarità (tao. CLXXXXI, 8). così piccole dimensioni, da
Il lavoro è eccellente '. Le pieghe a larghi tratti offrono nella prendersi per olive, se il frutto non fosse indicato sulla
loro regolarità qualche cosa di arcaico, molto aggradevole pianta (top. CLXXXX, 7). Tre volte l'albero non sta in
all'occhio. Senza tema di essere contraddetti, ascriviamo il mezzo ai protoparenti, ma da un lato [tao. IV, 3; IX, 1;
frammento al secolo in. Dello stesso tempo saranno le due LXXXXVI).
sculture di Campii e Napoli; il « sarcofago dogmatico », Nell'attcggiamento delle mani, i protoparenti offrono ta-
invece, è della seconda metà del secolo tv, lora qualche varietà: Adamo, od Eva, ovvero ambedue, sten-
dono la destra verso l'albero per cogliere il frutto; Adamo
porta la destra alla bocca, come per mangiare, o la stende verso
§ II.- Caduta dei protoparenti nel paradiso.
il serpente e guarda dalla parte opposta, 0 indica a Db Eva
Mentre la creazione di Adamo ed Eva s'incontra così di come la colpevole, 0 fa il gesto di riverenza verso il Verbo;
rado, la caduta tu rappresentata più spesso. La composizione Eva tiene la mela offertale dal serpente; o presenta il frutto ad
è semplicissima: un albero con un serpente attortigliato, Adamo che rivolto ad essa, fa il gesto di parlare. Cosi sul
ai lati Adamo ed Eva in atto di coprirsi la nudità con una sarcofago di Addfia (tav. LXXXXII, 2), dove assiste, ecce-
foglia di fico, che tengono di solito con entrambe le mani. zionalmente, un angelo che parla; questi è distinto da! Verbo
Adamo si presenta sempre 1; io enne, imberbe, come COn- che ivi stesso appare nella consegna dei simboli del lavoro.
icne ad uno sposo; Eva, pure giovane, ha sempre i capelli
Una delle più perfette sane della caduta è quella del Del tutto singolare è la scena sulla lastra di Velletri
sarcofago di Giunio Basso, ove i due colpevoli sono rivolti (tav. IV, j). Lo scultore ci presenta i nostri progenitori
da una parte, come se volessero evitare di guardarsi in faccia prima della trasgressione del precetto di Dio: ambedue Sono
(lite. -\!lf). Sul sarcofago dogmatici e la sua replica la ancora nudi, « et non erubeseebant i -'; Adamo stringe la
caduta è soltanto imi irai a dati'ali imi cui serpente attortigliato. destradi Eva, posandoli' familiarmente la sinistra sulla spalla.
Peccato che la scultura del coperchio, rinvenuto nel cubi- Ma accanto all'albero s'è già drizzato il serpente, col fico in
colo prossimo alla cripta di S. Damaso, sia cosi frammen- bocca. Degno d'un grande artista è infine l'avvicinamento
tario (tav. IX, i). L'albero, di cui manca il tronco, frondeg- delle ceste coi pani moltiplicati, dunque eucaristici, al frutto
gia da un lato, [iva gli sta dappresso e sembra ascoltare il fatale del serpente: questo ha per effetto la morte, quello,
serpente (distrutti>}. Difatti Adamo le volta le spalle, per si-
gnificare che soltanto Eva ebbe la rivelazione serpentina.
Le sculture inedite le abbiamo per lo più riunite sulle
§ III. -Consegna dei.simboli del lavoro,
tavole CLXXXV1I, CLXXXX seg. Una se ne trova nel
Musco del Louvre, una nella vigna Fiorentino di Palcstrina; Su undici sculture ; il Verbo consegna quasi sempre ad
due provengono da S. Paolo, una da S. Lorenzo, una da Adamo con la destra un manipolo di spighe, ad Eva con la
S, Domitilla, quattro da S. Callisto e una da S. Sebastiano. sinistra una pecora, per alludere al lavoro imposto ai pro-
L'ultima {CLXXXX, ti) scomparve, insieme all'impor toparcnti dopo la loro cacciata dal paradiso. Le spighe
scultura della ca- i simbolo del
thedra Pelrì, du- £
:
j III. - Consegna dei simboli dei lavoro
schiava Agar. La cacciala (lei protoparcnti precede la scena delle persecuzioni. La stessa preghiera rivolge anche, nel
della consegna. I simboli del lavoro nella scena della caduta Canon Mùsae, il celebrante al Signore affinchè guardi con
sono quindi prematuri e potrebbero mancare; ma ognuno sa occhio propizio l'ollci!a di lui e l'accolga, •■ sicuti aecepta
che gli artisti antichi solevano con facilità ripetere suggèlli habere dignatus es ninnerà pueri lui insti Abel .
che erano di qualche importanza. Tale è pure il significalo della offerta di Caino e di Abele
Le due scene soni) amile riprodotte, con piccole varianti, rappresentata nella scultura funeraria. Escludo le pitture,
sul sarcofago di AMfia (tav, LXXXXII, z): nella caduta perchè, fino ad oggi, non se ne trova nessun esempio. Con
l'artista ha omesso la pecora, per poter dare intiera la figura questa scena l'artista intende dunque raccomandare la sua
del serpente; Eva mostra il frutto ad Adamo il quale, rivolto preghiera per il defunto, espressa nelle altre scene sacre,
ad essa, fa il gesto di parlare, evidentemente per scolparsi, Scolpite sul sarcofago.
essendo dietro lui un angelo, del pari col gesto oratorio. La scena fu composta verso il principio del secolo in.
Dico ™ angelo » perchè ha capelli corti. Il Verbo appare nella quando la guerra degli eretici contro gli scritti del Vecchio
scena della consegna dei simboli; ivi siringe con la sinistra le Testamento fu nel massimo furore. La scena non è cosi
zampe anteriori della pecora ed ha la destra abbassata, però rara, come qualcuno asserì '. Alle nove sculture pubblicate
senza il manipolo che, invece, sta in terra. Si tratta d'un dal Garruccì e dal Le Blant ', possiam■> aggiungerne otto,
semplice arbitrio dell'artista, come su un sarcofago del Museo due delle quali assai frammentane, ma sicure \ Una delle
di Arles, dove in una scena della caduta manca la pecora nove pubblicate non esiste che nella copia del Bosio, inservi-
(lai: CXXII, 3) e su un coperchio dello stesso Museo bile per i particolari '.
(tav. CLXXVII, 4), dove manca il manipolo. Himik difettò si La composizione è molto chiara. Riceve l'offerta quasi
scorge altresì sul coperchio latcrancnsc i;t>, ma la mancanza sempre un personaggio in abiti saeri e barbato, dunque Dio
è compensata dal resto della ingegnosa composizione: al Padre, di solito seduto su una roccia. Egli fa con la destra il
posto della pecora se drizzato il serpente seduttore e guarda gesto oratorio e stringe con la sinistra un rotolo o il lembo
Eva, la quale, sedotta, ha già colto il frutto e lo porge ad del pallio; in una rappresentazione siede sul faldistorio, in
Adamo; questi, a sua volta, indica Eva per scolparsi da- altre tre, sulla cattedra. In due casi l'offerta non si fa a Dio
vanti a Dio che gli sta accanto (lav.CLXXXXVlI, /). Padre, ma, sul sarcofago di l'eri in > (tal-. CXi'l, j), al Verbo,
Una consegna dei simboli del lavoro ancora inedita fu e sopra un frammento inedito a tutte e tre le Persone di-
da me acquistata da un mercante di antichità e poi donata vine {tav. CLXXXXI, 5). L'ultima scultura si distingue
al Museo delle catacombe di Valkcnlmrg (tur. C7.A VA A. ./). anche per la mancanza di Caino; sulle altre sedici sono pre-
Il Verbo consegna i simboli nel modo consueto, avendo senti ambedue i fratelli. Caino offre ordinariamente un
presso il piede destro un manipolo di spighe di cui è rima- manipolo di spighe, in due sole scene un grappolo d'uva;
sto un piccolo residuo. Nel fondo si vede un personaggio Abele poi offre sempre una pecora. Entrambi sono giovani
imberbe, che ha tutta l'aria di un riempitivo. Di Eva è ri- imberbi, ciò che ricorda il <■: puer » della preghiera del Canon
masta una piccola parte della gamba destra,
Ver l'atteggiamento di Dio Padre, che è sempre seduto,
la scena si prestava assai per gli angoli, sia destro, sia sinistro,
§ IV. - Offerta di Caino e di Abele.
dei sarcofago. Essa occupa invero su quindici sarcofagi l'angolo
1 simboli del lavoro non sono, nell'arte funeraria, soltanto sinistro, e su uno, l'angolo destro. Soltanto sul sarcofago di
connessi con Adamo ed Eva; essi riappaiono presso i figli: Fermo la vediamo nel centro della fronte.
Caino che era agricola . ed Abele pastor ovium . Le rap- i. La più antica e più bella scultura usci dagli scavi ese-
presentazioni di questi due si riducono al solo sacrifizio che guiti, una ventina di anni fa, a S. Sebastiano: è l'angolo sini-
fanno al Signore, offrendogli, Caino, « de fructibus lerrae », stro di un sarcofago a una zona. La scena è quasi completa.
ed Abele. ■ de primogeniti^ gregis sui ■, quegli cioè di so- Guardando la pecora, offerta da Abele, Dio Padre fa cori
lito un manipolo di spighe, questi un agnello. 11 Signore la destra il gesto oratorio e con la sinistra strìnge un lembo
preferi il dono di Abele; « et respesit Dominus ad Abel, et del pallio. Caino, col suo manipolo nella destra, fu dall'ar-
ad munera eius. Ad Cain vero, et ad mimerà illius non respe- tista visibilmente negletto; egli è in parte coperto dalle figure
xk ■■ '. Qui si fermarono gli artisti, al pan degli autori di due di Dio e di Abele. Nel fondo sorge una torre merlata, rap-
preghiere antiche: presentazione rudimentale della citta celeste, della regìa caeli,
■■Et tu, Domine sancte Pater, digneris respicere super come suole chiamarla s. Damaso . L'eccellente lavoro asse-
preees meas, sicut l'esperisti slip; r munera Abel •'. Cosi prega gna la scultura alla prima metà del secolo MI. La speranza di
l'autore della // Oralio, attribuita, a torto, a s. Cipriano, trovare le scene mancanti del sarcofago, s'è realizzata soltanto
ma che ha tutta l'apparenza di non essere posteriore all'epoca per la metà destra; il resto venne colmato, «speciminis gra-
tia », coll'aiuto d'un sarcofago del iv secolo, il latcrancnsc 19;, . Un frammento r i del e
proveniente dal Cimitero di Lucina', che abbiamo riunito sulla Priscilla conserva ancora la figura acefala d
medesima tavola (CLXXXVI, 2). Questo è integro, salvo i vestito di abiti sacri e sedente su una cattedra di vimini, velata.
Soliti restauri, contornati da una riga bianca sulla nostra copia. Esso fu già pubblicato due volte. Potrebbe rappresentare
Essi sono discreti e giusti, tranne quello della destra del Verbo la Divinità, ovvero un filosofo, o un profeta; ma sì potrebbe
presso Adamo, che era semplicemente abbassata, senza te- anche supporre che rappresenti l'apostolo Pietro seduto in
nere né bastone, come presso il Hosio, né il manipolo di spi- cattedra in atto di insegnare». Così Orazio Mantechi ', esau-
ghe, comesi presenta oggi sull'originale; Caino offre un grap- rendo tutte le possibilità immaginabili, l'ero la cattedra velata
, ncli'a: 1 Dio e
Del in secolo dovrebbe essere anche il sarcofago romano rado, alla Madonna quando porta il bambino Gesù. Gli
del Museo del Louvre {tao. CXVI, 1). La scena in sostanza altri tre personaggi, "il filosofo, il profeta e l'apostolo Pie-
è identica, salvo che gli offerenti vestono, da personaggi tro », vanno pertanto esclusi. A,s. Pietro, in ispecie, non si
biblici, gli abiti sacri. può pensare, anche perla circostanza che 1' atto di inse-
La regia caeli ", in forma d'un porticato a due archi, gnare è espresso in tutt'altro modo nelle rappresentazioni
ritorna sul fianco sinistro del sarcofago di Verona. L'eterno dell'apostolo \
Padre ha lo stesso atteggiamento, ma siede Sopra un fal- Erich Becker, che pubblicò il frammento più tardi, si
distorio (toc. CLXXXX,8). arrestò alla » divinità e vi riconobbe Dio Padre quale crea-
Secondo la scena più antica del frammento di S. Se- tore di Eva 6. Osta però il rotolo semiaperto, incompatibile
bastiano, abbiamo completato il frammento d'un sarcofago con Dio « plasmatore », che, per formare, deve avere am-
a due zone, che si conserva nel Museo di S. Callisto bedue !e mani libere. Non rimane quindi che Dio Padre
(toc. CLXXXXIX, 5). Di Dio Padre resta la meta inferiore, nella offerta di Caino e Abele; e come tale l'abbiamo rico-
di Caino le gamhe e parte della tunica, dì Abele il piede struito {tav. CLXXXXI, o). Cosi si spiegano e il gesto ora-
destro. Il lavoro, un po' negletto e rude, accenna al se- torio ed il rotolo. Per emettere un giudizio sicuro sull'epoca,
alla quale ascrivere il frammento, resta troppo poco; ma
2. Dagli scavi del cimitero ad catacimihas venne pure quel poco è d'un lavoro cosi eccellente da sembrare pre-
alla luce un frammento elcll'angolo sinistro d'un sarcofago
(toc. CLXXXXI, ti); la scena non offriva niente di straor- Sul sarcofago di Fermo, del iv secolo inoltrato, Caino è
dinario, a giudicare da quel che ne è rimasto. 1a> stesso pure negletto; il Verbo gli volta quasi le spalle e parla ad
vale de! frammento in timo simile del Museo del Campo- Abele. È l'unica volta che la Divinità si vede rappresentata in
santo teutonico, che è soltanto più completo, inquantochè piedi e non seduta.
offre anche la figura di Abele (toc. CLXXXXI, 13). La pro- 5. L'ultima scultura, ancora inedita, è murata nel giar-
dino del palazzo Colonna (tur. ci!., 5). La scena fa ecce-
Dal cimitero ad cataawibas dovrebbe provenire anche il zione in tutto: essa formava l'angolo destro del sarcofago;
frammento che si conserva nella villa Albani (toc. eit., 12). Caino fu omesso e. invece di Dio Padre, assistono tutte
Le tre figure sono intiere, ma ottuse e logorate dalle ingiurie e tre le Persone divine, questa volta giovani e imberbi, come
del tempo, essendo la scultura murata all'aperto nel giardino. sopra due sarcofagi gallici (toc. CLXXXII). L'eterno Padre,
Dio Padre sedeva all'ombra d'un albero di cui s'è salvato seduto su una cattedra con suppedaneo, stringe nella sinistra
il solo tronco; egli stringe nella sinistra un rotolo chiuso. un volume mezzo svolto e colla destra carezza la pecora
3. Sopra un sarcofago del Museo di Arlcs {lai:. CXXI1,3) offertagli da Abele; il Figlio e lo Spirito Santo stanno in
si scorge dietro la figura di Dio Padre un personaggio harbato piedi; l'uno dei due posa familiarmente la destra sul braccio
e in abiti sacri: » !e Christ, sans doute, puisqu'il tieni un di Abele. Nei fondo sì vedono foglie d'un albero.
volameli », scrive il Le Blant;; il Garrucci, invece, inverte le Il valore artistico della scultura è assai mediocre. Il di-
parti, prendendo Dio Padre per il Verbo », e il personaggio fetto maggiore consiste nella grandezza sproporzionata delle
in piedi, per « il Padre ■ '. Quantunque la ragione addotta dal teste. Ma la morbidezza del lavoro e l'assenza totale del tra-
Le Blant non abbia alcun valore dimostrativo, l'interpreta- pano fanno assegnare la scultura alla seconda metà incirca
zione è giusta, perché Dio Padre è sempre seduto; egli ri- del secolo ni.
chiama, non occorre provarlo, anzitutto il Figlio. Del ma- L'omissione di Caino, che ricorda il musaico di S. Vi-
nipolo di spighe, che teneva Caino, si vede soltanto l'estremità tale :, ha qui un interesse particolare per il significato della
Inferiore. Dio Padre è seduto sulla solita roccia, ma i piedi scena della offerta nel simbolismo funerario, perchè anche
posano su uno sgabello. nelle due preghiere dianzi riportate si fa cenno solo di Abele,
I quattro ultimi monumenti sembrano tutti dell'epoca segno evidente che il significato dilla scena è lo stesso
della pace. tanto nelle preghiere quanto nelle sculture.
«e/ap. I
il.- Accertamenti preliminari
CAPO IV.
IL SACRIFIZIO DI ABRAMO.
stantiniana. Per caso le sculture più antiche sono appunto La scultura ci è servita per integrare due simili fram-
quelle che mancano nelle suddette opere, essendo slate sco- menti del Musco di S. Callisto, l'uno dei quali, proveniente
perte o venute a conoscenza più tardi. Le inedite che ingiun- da un coperchio colla cartella sostenuta da putti, non è del
geremo, sono per lo più frammentarie: una è spagnuola, tre tutto sicuro (lav. ài. e). Sull'altro è rimasta quasi intiera
galliche, le altre quasi tutte romane. la figura d'Isacco con la legna. Abramo veste una tunica
molto corta e il pallio (tao, cit. j). Entrambi i pezzi non si
oppongono, per la fattura, alla fine incirca del ili secolo.
§ II. - Isacco carico della legna
per il sacrifizio.
§ III. - Forma ordinaria del sacrifizio
Com. :. le « itiche r;
nell'epoca della pace.
cordo con le pitture, Isacco carico della legna, colla differen
però che questi è ripetuto ancora una volta nella uiedcsin La forma che il sacrifizio «ssunsc sulle pitture dell'età
scena, e cioè in ginocchio e con le mani legate a terg della pace, predomina anche sulle sculture. La scena, ripe-
L'unico esempio intiero ce l'offre il sarcofago di Capi tiamolo, mostra Àbramo colla spada alzata, la mano divina,
(lav. IX, è). Per l'affollamento delle ligure esso scmbrc- o l'angelo, o l'una e l'altro, Isacco legato, l'ariete e l'altare col
rebbe opera tarda, ma l'ottima fattura dei rilievi lo asse fuoco acceso. Un esempio in cui codesti elementi sono disposti
al secolo in. Infatti i due militi che bevono alla sorgente, con unasimmetria ricercata, sopra un fondo lasciato grezzo, ei
due che arrestano s. Pietro, non portano ancora il berretto è offerto dalla parte centrale d'un sarcofago oriundo da Tivoli
cilindrico. L'artista provinciale copio, naturalmente, modelli ed ora nel Museo lateranense [210] (lav. CLXXXIV, 3).
romani. Come in due altri casi che tratteremo appresso. Di rado sono omessi, per mancanza di spaz.io, l'altare e l'ariete.
Abramo era in atteggiamento molto movimentato; egli Coli'aiuto dello schema ordinario riesce quasi sempre facile
pugnava la spada colla destra (oggi distrutta) che un angelo completare in sostanza con ogni sicurezza le scene frammen-
arrestava; da sinistra si avvicina Isacco curvo sotto il peso tarie, come le offre specialmente la lav. CLXXXXIV, dove
della legna; di contro, questi è in ginocchio e con le mani abbiamo riunito frammenti di S. Callisto (5), di S. Ciriaca
legate; al disopra giace l'ariete, molto danneggiato. Per l'altare (6 e 7), di Tarragona (#) e del Museo di Marsiglia (io e II).
mancò lo spazio. Un particolare nuovo ed unico in tutta la Il frammento dello Studio Canova e importante per
serie è il somaro che fa capolino fra le gambe di Abramo l'attitudine dell'angelo che l'ernia il bracci» del patriarca,
e che ha servito per portarlo i ad locum, quem praeceperat ei perchè di rado si vede cosi bene espressa (lai■. CLXXXIV, 2).
Deus"1. Il patriarca veste tunica csomidc, annodata per Le nostre ricostruzioni sono soltanto, come è ovvio, si-
mezzo d'una larga cintura molto artistica, senza esempio, cure per la parte sostanziale, poiché nei particolari regna una
lino ad oggi, nell'arte romana. grande varietà. Abramo, sempre barbato, leste la semplice
Le altre sculture col sacrili/io di Isacco elle porta la legna, esomide o tunica e pallio. Isacco, naturalmente molto gio-
sono frammentarie. La più completa ornava un tempo il cor- vane, ha di solito Tesomidc; solo due tarde sculture galliche
tile dell'Ospizio dell'Anima {Un. CLXXXIII. i). Durante la lo mostrano nudo (lav. CI.XXXII). Per guadagnare spazio,
guerra scomparve con cinque altri pezzi di scultura gli artisti dei sarcofagi più ricchi, che hanno sculture a
antica, menzionati d;i René Cmusset '. La scena del che ai fianchi, lo rappresentano inginocchiato sull'altare '.
rassomiglia assai alla precedente, ma si presenta in modo più Cosi lo vediamo pure sopra uno dei due frammenti teste
favorevole, essendo le figure meno serrate. Onde può desu- citati del Museo di Marsiglia, residuo d'una fronte semplice
mersi, quanto sarebbe più artistico il sarcofago di Capila, Se (tao, CLXXXXIV, io). In tutti questi casi si nota una certa
il numero delle scene tossi' proporzionato allo spazio. L'arti- solennità, alla quale corrisponde anche il vestilo del patriarca,
sta del frammento fu in grado di soddisfare anche le esigenze che è quello di personaggi sacri. In tre casi Isacco siede sul-
della simmetria. Egli s'avvicinò inoltre più al testo sacro, l'altare ' (toro. XI, 1; CLXXXIII, 4; CLXXXXV, 2).
avendo effigiato un altare composto della legna apportata L'ariete è talvolta sospeso ai rami d'un albero giusta
da Isacco. Il fuoco divampa in alte fiamme. il testo della sacra Scrittura: » ...vidiique (Abraham) post
Nel campo vicino sin la di l'unta quale orante nel paradiso tergum arietem inter vepres lucie ni cui corni bus » "'. Con ciò
indicato da due alheri. Essa veste, sulla tunica, una dal- sembra si sia voluto alludere al noto significato dell'arbusto
matica a maniche larghe, che arrivano soltanto a metà quale simbolo della croce: VirguUnm illud patibulum crucis
delle braccia. Corto è pure il velo che copre la testa. L'orante est. Et in hoc pracstaiitissimus ductor gregis exaltatus 01
ricorda penanti) quella del sarcofago da me ricomposto del traxitadse; ut ab omnibus coguosecretor . Cosi s. Ambrogio''.
Museo di S. Callisto (lav. CXXXIII, i) e quella del sarco- L'esempio più espressivo offre un sarcofago di conserva/ ione
fago lateranense 150 (lav. LVIII), ambedue ottima del Museo di Arles (lav. CLXXXXVIU, 3). S'
secolo iti, al quale appartiene il nostro franimi tende che il significato particolare di uno degli elementi ■
i; jM, j; 39(1, ;
«miro è «crii»: H ONQC JOY ABPAAM.
li III, - Foriiiu oriliiuiriii del surrijììiu iirll'c/ioai iliihi pace
sminivi può benissimo esistere accanto ili significato generale mente all'opinione erronea di altri ', esso apparteneva, come
della scena intiera. abbiamo detto, al sarcofago coi due linoni Pastori, che nel
L'aitate, infine, ha di solilo la forma dell'ira con, la centro, invece della figura del defunto, offre una botte, sog-
patera e il st'iiipitliuii, presa dall'arte classica. getto puramente ornamentale. Perciò il ritratto fu riservato
Noi due piccoli sarcofagi con coperchi, rinvenuti l'anno al coperchio, mentre il fratello Lupo appare nel centro della
(826 nel territorio di Ficulca, vicini) alla basilica di S. Ales- fronte. Del resto l'atteggiamento di entrambi è quello con-
sandro sulla via Nomentana, abbiami) delle arche ordinate sueto dei defunti, nel senso da noi spiegato.
espressamente per. ricevere le salme di due fratelli, Seito Fra i soggetti hiblici i genitori scelsero bene a proposito
Acena Orso e Sesto Acerra Lupo, Entrambi morirono giova- il sacrifizio di Àbramo, per manifestare la disposizione d'animo
nissimi, in età l'uno di sci, l'altro di sette anni, caso che con cui hanno offerto a Dio i loro figli, avendo, come il
richiama alla mente l'iscrizione pubblicata dal Marini: Quis patriarca, la ferma fiducia, « quia et a mortuis resuscitare
non dotai! uni t/iiis non lugetit super nos rerum hoc tantum potens est Deus ;. Nella guarigione del cieco è espressa
scehis 11. LXVH dieb. tres dulces nos film obtulàse d(e)o '. la fede alla divinità di Cristo che, da Buon Pastore, porta
Siccome «lo scavo era l'alto per comando di S. E. il l'anima del defunto al paradiso. Finalmente il vaso di frutta
signor principe Borghese » ', ambedue i sarcofagi furono allude alla felicita eterna, ionie si vedrà in alcune rappresen-
trasportati coi loro coperchi nella villa Borghese. • Dopo le tazioni del passaggio del Mar Rosso.
devastazioni quivi fatte durante l'assedio di Romanci 18491. Quanto all'età dei due sarcofagi, sottoscriviamo al giudizio
il de Rossi li vide » mutilati; ed in uno solo rimanevano nel del maestro che li stima « non anteriori al periodo del secolo
coperchio le lettele delle dm- ultime linee, in quello di Sesto terzo volgente al quarto» .
Acerra Lupo « '. Il sarcofago di questo ci interessa qui in Secondo un'abitudine molto diffusa, che invalse anche
modo particolare (1,52x0,50, (ito. CCI1I, 1). È a cinque scom- nell'arte provinciale, gli scultori solevano, sui sarcofagi colla
partimenti; all'angolo sinistro si vede il sacrifizio di Abramo, imago clipeata — sia in conchiglia o semplice tondo—-rap-
di contro !a guarigione del cieco nato, e nel eentro la figura presentare in alto la mano divina, che da una parte ritiene
del defunto fanciullo in tunica discinta e scarpe, col rotolo la spada di Abramo, dall'altra consegna la legge a Mosè. Su
nella sinistra e con la distra alzata in atto di parlare. Il viso un meschino frammento del Museo di S. Callisto è omessa,
è irriconoscibile, come pure quello del cieco. Del coperchio per mancanza di spazio, la mano divina, ma che vi sia stato
non resta più niente, né alla villa, né al Musco del Campi- il sacrifizio, lo prova la spada {tav. CLXXXXIV, 5). Cosi
doglio, dove si conservano ora i due sarcofagi. Dalla descri- anche in questi casi possono bastare frammenti piccoli per
zione dovuta all'Amati sappiamo ohe esso conteneva tre scene una ricostruzione sicura (tav. CV, ó). II sacrifizio si trova
di Giona: - Nel coperchio havvi più consuetamente Giona di solito a destra, Mosè a sinistra della imago. Raramente
precipitato dalla nave, e poscia vomitato dal mostro, e gia- l'ordine è invertito, come sul sarcofago ■• de la chaste Su-
cente sotto la pianta» ecc. '; nel centro era la semplice cartella zanne » e su quello, da me ricostruito, del Museo di Berlino
senza putti, con la seguente iscrizione: SEXTO ACERRAE (taw. CLXXXXV, 4; CCV, 4).
LVPO DVLCISSIMO Fifl.lO QVI VIX1T ANN|IS ■ VII MENS Uno degli esempi più antichi e il più interessante di tutti,
VII! VRBANVS ET IVSjTINA PARENTES . AMANTISSIMI • è il sarcofago dei due fratelli {tav. LXXXXl), su cui nella
Del coperchio del secondi) sarcofago (tav. LV1, 2) s'è scena appresso al sacrifizio, Pilato non giudica Cristo, a bella
salvata la metà sinistra in ottimo stato, coi busto del gio- posta omesso, bensì Isacco: typus enim erat luturae pas-
vinetto Urto, rappresentato davanti una tenda artisticamente sionis Dominicae , per dirlo colle parole di Mei itone'. Questa
drappeggiata, e con un'iscrizione un po' più lunga dentro scena fu malamente copiata sul sarcofago ora citato » de la
una cartella ; SEXTO ACERRE VRSO SANCTO QVI VI- chaste Suzanne». '
XIT i ANNIS ■ VI ■ MENSES ■ VI» ■ \ F1LIO DVLCISSIMO | Il valente artista provinciale aggiunse Cristo che non
VRBANVS : ET IVSTINA . PARENTES SANCTO HISPIRITO trovò nell'originale romano, ma lo aggiunse in maniera
VRSO IN PACE [tav. LXXXIV, 3). Cartella e tenda sono da farlo diventare figura secondaria, troppo nascosta dal
sostenute da putti con ali, o genii , come scrive l'Amali. servo che laverà le mani a Pilato e da uno dei seniori,
Nella metà destra era ■< un vaso da frutta sostenuto da due che contempla Susanna. Il sacrifizio mutò luogo e fu
gcnii »"'' ed agli angeli testi: ornamentali di giovani Con Capelli messo a sinistra della imago clipeata. Vi manca l'ariete, e
beccolati. A tav. CI.XXIX, 1, diamo una ricostruzione de! Isacco fu collocato sull'ara. In Abramo poi, che si prc-
coperchio, secondo uno simile esistente tuttora col suo sar- senra di schiena, è visibile l'influsso della liirtira di Mosè
cofago in silu nel cimitero vicino a S. Lorenzo. Contraria- nella traditili legis. Cosi l'importante simbolismo andò per-
ditto: il sacrifizio non ha che i] semplice significato espresso Lncq indique sinon une très basse epoque, du moins la
ut]];» V.vmmi'ndtìlm. main d'un artiste s'affra neh issa nt sur plus d'un point > '.
Invece della mano divina o dell'angelo, su due sarco- Giusto per questa ragione non oserei ascriverlo ad un
fagi Ballici d'Alien e de Lucq-dc-Béam, entrambi d'uno tempo posteriore al secolo v.
scalpello oitremodo rude e che noi riproduciamo secondo Una eccezione abbiamo, in fine, sul coperchio d'un sar-
le fotografie del Le Blant (to'. CLXXXtl, rea)1, sono cofago di cui tratteremo più oltre (tav. CCXVII, 2): il fuoco
le stesse tre Persone divine, che impediscono il sacrifizio, arde già sull'altare, l'ariete s'affaccia appresso, e Àbramo tiene
segno manifesto della grande importanza che vi si annetteva. il coltello alzato, ma lo tiene nella sinistra, e con la destra
S'intende che ambedue le volte le tre Persone si rassomi- conduce per mano Isacco. Il sacrifizio è perciò ancora in
gliano perfettamente: sono imberbi e tengono un volume preparazione. Il fascio della legna manca, essendogli sosti-
chiuso nella sinistra. Malgrado tale rassomiglianza, ì! Le Blant, ciassici.
deviato dai personaggi secondari di fondo, prese la Triniti per
figure « dont la présence n'est cn rien justifiée par le texte 1 sacrifizio di Abramo e l'Eucaristia.
5 iv.
des livres saints » *. Simile biasimo tocca all'artista anche a
proposito della donna posta fra Abramo e l'ariete, la quale In conformità di due affreschi su ricordati (p. 231), anche
però, in seguito al gesto di dolore, che fa, è giustamente su alcune sculture, però del tv secolo, il sacrifizio fu avvici-
interpretata per Sara, madre d'Isacco: «le trait, qu'on ne nato al simbolo eucaristico. (Visi sull'importante coperchio
saurait negliger cn ctudiant icì l'imago de la ferrane, me porte della cripta di S. Massimino (tav. CXX, 1). È vero che Isacco,
à y voir la mère d'Isaac, ligure introduìte abusivement... » '. l'ariete, l'altare eia mano divina rammentano altre rappresen-
A noi la presenza di Sara non solo non reca sorpresa, ma ci tazioni, specie quella del frammento latcranense zio ((o-
sembra assai ingegnosa. Il dottore che ispirò l'artista, volle vola CLXXXIV, 3), ma Abramo tiene la spada inerte nella
rappresentare la famiglia intiera, quindi, oltre il padre e il sinistra e colla destra abbassata accenna ai cofani della mol-
figlio, anche la madre. Egli con ciò volle rilevare da una parte tiplicazione miracolosa, che Cristo sta compiendo sui pani
l'immenso dolore che il sacrifizio dell'unico figlio doveva offertigli da un apostolo. Il nesso fra il sacrifizio, •■ tipo della
causare al genitori, dall'altra motivare il compenso divino Passione », e la moltiplicazione dei pani, simbolo dol sacri-
che spettava al patriarca, capo di famiglia. fizio eucaristico, è evidente.
E che la mano dell'artista fosse guidata da un dottore L'artista ebbe seguaci. Il Musco di Arles possiede un
ecclesiastico, lo prova anche il posto eminente che occupa frammento della figura di Abramo, che stringeva la spada
l'ariete, specie sul sarcofago di 1 ,ncq-de-Bcarn (tav. cit., 2), nella sinistra inerte. Esso è quindi residuo d'una simile scena
dove la vittima è collocata in una edicola simile a quella della ((ito. CLXXXIII, 3). E che questa fosse composta a Roma,
mummia di Lazzaro, effigiata quale riscontro nell'angolo lo prova un frammento, presso a poto identico, del Museo
corrispondente. Certo, la simmetria ha qui una larga parte, di S. Sebastiano (tav. CXXXX, 9). Non si può, natural-
ma essa non basta a spiegare tale contrapposizione. Solo i mente, riconoscervi l'avanzo d'una figura di s. Paolo, per-
testi dei Padri, citati di sopra, ne danno la ragione: l'ariete ché le immagini dell'apostolo con in mano la spada sono
che fu sacrificato, rappresenta simbolicamente il Cristo. troppo tarde. Nei tempi antichi gli strumenti di martirio
Questa e altresì l'opinione del Le Blant '. solevano rappresentarsi ai piedi di ciascun martire, secondo
Rimane ancora un particolare lottato dianzi: Sul tetto che insegna l'epigramma di Sisto III, in musaico, nella
delle due edicole giace una figura nuda, che somiglia al Giona basilica Liberiana ".
dormiente sotto la cucurbita. Tanto la figura sull'edicola di Molto geniale è poi la composizione d'un « bello ed ele-
Lazzaro, che l'altra, sono molto danneggiate: alla prima manta gante ■ sarcofago a sette nicchie, dtl iv setoli) e d'una conser-
la testa, all'altra, tutta la metà superiore. Il Le Blant propone, vazione stupenda, del Musco di Arles, che potrebbe chiamarsi
come congettura, di vedere! Giona quale tipo della risurre- . sarcofago eucaristico » (tav. XXXV11I, 1): nella nicchia
zione1. Ci sembra che l'insiline archtulogo abbia colto nel se- dell'angolo sinistro sia Àbramo fra l'aliare eoi fuoco acceso e
gno, tanto più che nella parte distrutta poteva essere indicata l'ariete di cui e soltanto visibile la parte anteriore; il patriarca
con qualche foglia la pianta, come sul frammento riprodotto tiene la spada nella sinistra; colla destra alzata e aperta in
a tav. CLXVI, 2, dove il marmo mostra solo il tronco della avanti fa il gesto di riverenza; la testa e lo sguardo sono ri-
cucurbita che doveva finire poco oltre la testa di Giona ''. volti verso il centro. Isacco fu omesso dall'artista, essendo
Sull'età dei due sarcofagi il Le Blant non emette un giu- stato sostituito dall'ariete che fu la vera vittima. Il sacrifizio
dizio decisivo! lai grossière txétution du sarcophage de figura dunque come rappresentante del culto giudaico.
CAPO V.
SCENE DI BENEDIZIONI.
ha proposto due spiegazioni: «Probabilmente è qui Isacco Proseguendo il suo \ iaggio, Giacobbe arrivò « nel |
coi figli Esaù e Giacobbe, piuttosto che Giacobbe coi nipoti verso Oriente e vide nel campo un pozzo e, appresso, tre
Efraimo e Manasse » '. La prima è Ili sola vira; della seconda greggi di pecore che aspettavano di essere abbeverate.
produrremo un esempio affatto differente. I pastori gli dettero le prime notizie, buone, del suo zio l.a-
Il senso simbolico della scena è quello accennato, che bano, annunziandogli inoltre che fra poco arriverebbe la
5. Paolo annette alle due benedizioni, e che consiste nel figlia di lui, Rachele, ci grci/ge del padre. Difatti, mentre
premio stabilito da Dio per la fede nelle sue promesse. Nella essi discorrevano ancora, venne Rachele < cum ovibus patris
stessa fede, dice l'Apostolo immediatamente avanti le parole sui; nani gregem ipsa pascehat ■. Non appena Giacobbe la
citale, » Ah ramo offri Isacco... perchè Dio può risuscitare vide i amovit lapiderò quo puteus claudebatur. Et adaquato
dai morti n -, interpretazione tanto più a proposito in quanto grege, osculatus est eam: et elevata voce flevit », dandosi a
che si tratta d'una scena dell'arti: funeraria, appartenente .e cugino; « at illa festinans a
ancora al ni secolo, l'io è di qualche importanza per la stima
in cui era tenuta a Roma la lettera agli Ebrei, checché ne Questo incontro era rappresentato sopra un coperchio
dicano in contrario Eusebio * e s. Girolamo '. rinvenuto già al tempo del de Rossi nel cimitero di S. Callisto.
Dopo essere stato benedetto dal padre, Giacobbe, per evi- Ne rimane quanto basta per ricostruire in sostanza la scena.
tare la vendetta del fratello Esaù, si diede alla fuga, recandosi Si vede una vasca sotto una tettoia sorretta da due colonne;
da l.abano, suo zio materno. Durante il viaggio ebbe quel accanto sta una giovane donna a capo scoperto e vestita di
sogno che divenne oltremodo celebre nella Chiesa. Egli vide lunga tunica a mezze maniche, è rivolta a destra verso un
una scala la cui sommiti toccava il cielo, ed angeli che salivano pastore in riposo, di cui sono rimaste le scarpe incrociate,
e scendevano per essa, e il Signore innixùm scalae et di- dunque senza dubbio (Giacobbe dinanzi a Rachele, prima
ce ntem si bi: Ego Mini Diiinimis I >ens Abraham patris tui, et di farsi conoscere. In mezzo ad ambedue un cane alza la
Deus Isaac: Terram, in qua dormis, tibi dabo et semini tuo... testa guardando il padrone; più su riposava una pecora, ora
et benedicentur in te et in semine tuo cunctae trihus terrac -s. distrutta, tranne una zampa anteriore, piegata, e una me-
Testo di grande importanza, perché è il Signore stesso che schina parte del petto.
parla al dormiente e che gli conferma la I ir rudi/ione avuta dal La scena era quindi molto semplice, composta di ele-
padre, raddoppiandola in tale guisa. Di questo passo bisogna menti presi dalle rappresentazioni pastorizie, i cui modelli
tener conto nella spiegazione dell'unica scultura rappresen- abbondavano nelle officine [lur. (,'I.XXXXIV, 3}. La scul-
tante il sogno. La dobbiamo allo stesso artista che ha scolpito tura è rude e negletta, come sogliono essere in genere quelle
la più antica offerta di Caino e di Abele {toc. CLXXXVI, l). dei coperchi. Malgrado la rozzezza, essa può datarsi ancora
La scena è disgraziatamente assai frammentaria. A destra dalla fine incirca del secolo III.
Giacobbe dorme sopra un terreno roccioso, in vetta al quale Le scene di Giacobbe fin qui descrìtte sono una bellis-
SÌ scorge la testa d'un giovane, personificazione rudimentale sima prova dell'importanza data a iptesto patriarca dall'arte
della rupe, che ritorna ancora sopra il coperchio del sarco- funeraria. Perciò è probabile che il coperchio ne avesse ancora
fago di Adelfiii, culla di 11 e reo /a che ivi la testa è bar- qualche altra rappresentazione, come quello di cui abbiamo
bata ''. Giacobbe ha pure la barba; era, conseguente- ora da trattare.
mente, effigiato in abiti sacri, quindi da patriarca, non da
§ II. - Benedizione di Giacobbe.
Che sì tratti del sogno, lo prova la scala, eretta a sinistra
della roccia. Avanti la scala sta un personaggio sacro, col Giuseppe ebreo, cui è toccala una parte cospicua nell'atte
piede sinistro sopra un pinolo, come se volesse salire, e con monumentale del Medioevo, è figura ignota alla pittura
la mano sinistra Sopra il rispettivo ginocchio; colla destra cimiteriale. Sulle sculture s'incontra una sola volta, 1
(distrutta) toccava la scala, — un angelo, senza dubbio. Della prima benedizione impartita da Giacobbe, sul letto di m
sua testa imberbe s'è salvata soliamo la metà superiore. ad Efraim e Manasse, figli di lui. La sirena è effigiata su
Dal fondo emerge un personaggio, parimente sacro, però pcrchio del sarcofago d'una martire (rati. CLIX, 2)". Scbben
con barba; egli fa colla destra il gesto oratorio, è quindi it fosse frantumato e adoperato coinè materiale, la scultura
Signore che parla a Giacobbe nel sogno. Per evitare l'appa- contenente la benedizione e rimasta quasi integra.
renza d'un colloquio con l'angelo, questi volta le spalle al La scena corrisponde al racconto biblico pitiche quella
Signore, ma Io sta guardando, per ascoltarne le parole, che della prima benedizione. Giuseppe collocò i figli davanti a
non potè-non sentire, essendo il Signore innixus scalae ». padre: «Et posuii Ephraim ad dcxtcram suani, id e
Cosi l'artista fece tutto il possibile per attenersi al racconto nistram Israel; Manasscn vero in sinistra sua, ad desterà
biblico. scilicet patris, applicuilqtie ambos ad tura-, Egli volle o
ottenete per il primogenito \ nasse l'imposizione della de- [tur. CÌ.XXXll). Giuseppe sta accanto
stra. Ma Giacobbe, che prcfci ,'a il secondogenito, in.....■■!•', le colla destra il gesto di scontentezza; nella :
mani, onde la sua destra veni : 3 posare sul capo di Efrajm. ■ . 'ili/i ■ della sua gran.lv sapienza; egli è bar-
Giuseppe n'ebbe gran pena: Videns miteni loseph quod bato, il the stona non poco con tutte le rappresentazioni
posuisset pater suus desterai! manum super caput I pi......i, dell'arte monumentale, che In mostrano giovane ed imberbe.
gravitcr accepìt: et apprehen: ni inanimi patris levate cona- i.lum. i Manasse vestono, da bambini, la discinta; quello.
lui! est de capite Ephr; ■t transfer ri1 super caput Manasse ■ benché secondogenito, i- più alto del fratello e porta in
Invano; Giacobbe rimase fermo suo inte:
ferino nel suo intento '. braccio un agnello, l'altro un manipolo di spighe; hanno
L'artista s'attenne, in linea generale, al tesi dunque gli stessi attributi di Caino e di Abele nella offerta
trìarca, semigiacente sul letto, benedice colle t dei d'ini j Dio Padre, Con ciò l'artista volle, per quanto
i due piccoli nipoti. Però non è Giuseppe che lo prende per sembra, alludere alle occupazioni precipue dei due figli he'
il braccio desilo, per fargli niinbiare l.i posizione delle mani, nedettì di Giuseppe agricoltura e allevamento del bestiame.
bensì una donna velala, che il testo sacro non menziona. — In tutti i tasi è da escluder:i ogni presagio sinistra per Ma-
evidentemente Ascnct, la moglie di Giuseppe, madre di Ma- nasse, poiché anch'egh ebbe una vera benedizione, quan-
nasse e di Efraìm. L'artista la introdusse di proprio jrhitno tunque impartitagli colla mano sinistra.
essendo necessaria per rappresentare la famiglia. Cosi, per Va da -e che la s.ina ha lo stesso significato simbolico,
la stessa ragione, alla risurrezione della figlia di Giairo as- che abbiamo dato ,tila prima tiviiedi/ioiie. quella di Esaù e
siste pure la madre; cosi anche Sara al sacrifizio d'Isacco Giacobbe (p. 236).
CAPO VI.
MOSÈ
Se eccettuiamo Giona, nessun personaggio del Vecchio : nessuna rappresentazione nella scultura.
Testamento ha tanto influito sull'arte funeraria quanto Mosé, >, la fonte miracolosa ricorre spessissimo in tutta
"primus prophetarum , come lo vii la ma s. ( ; instino martire ". l'arte e fin dal secolo il. Ce ne siamo già occupati largamente.
Le sue principali profezie si riferiscono al Figlio di Dio, Qui illustreremo in primo luogo le rappresentazioni che si
come asserì lo stesso Signore ai Farisei: « Nolite putare, riferiscono a Muse quale legislatore divino.
quia ego accusaturus sim vos apud Pattern; est qui accusat
vos, Moyses, in quo vos sperati*. Si eniiii crederetis Moysì,
§ I. -Mosè riceve la Legge sul monte Sinai.
crederctis forsitan et mihi: de me enim ilie scripsit ». Qui
si allude anzitutto alla famosa profezia contro Satana-Ser- Come si notò, la scena nella quale Mosè riceve la Legge
pente: « Inimicitìas ponam inter te et mulierem, et semen dalla mano di Dio sul monte Sinai, manca nella pittura, il
munì et semen illius: ipsa conteret caput munì » ', Ne che si spiega forse col fatto che la composizione non è fra
avremo presto una preziosa conferma, le più antiche. 1 tre esempi pubblicati dal Bosio si basano
Mosè era versato in tutte le scienze degli Egiziani, uomo su un errore del copista: essi non rappresentano la consegna
potente in parole ed in opere, «vir potcns in verhis et della Legge a Mosè, bensì il profeta Balaam nell'atto di indi-
operibus suis »', come di lui afferma il protomartire Stefano care la stella, come ho provato altrove :'. Dì sculture il Gar-
nel discorso davanti al Sinedrio. Egli è il soggetto principale rucci ed E. Le Ulant ne hanno riprodotte ventitré ". Tutte sì
di quattro scene, e con due altre ha un nesso intimo: egli trovano su monumenti integri, ai quali non possiano aggiun-
si scioglie i sandali, per accostarsi a DÌO, riceve sul Sinai la gerne che una pure integra, una quasi completa e sette o
Legge dalla mano dì Dio, ottiene da Faraone il permesso di otto frammentarie.
menar vìa gli Israeliti dall'Egitto e lì conduce attraverso il La scena, s'intende, è molto semplice e si riduce ordina-
Mar Rosso che inghiottisce Faraone insieme col l'esercito; riamente alla mano di Dio, che sporge da un po' di nuvole,
egli salva il popolo dalla morte di fame e di sete. e a Mosè. Su tre scidture, e cioè su un sarcofago di Arles,
Alcune di queste scene, come quelle nelle quali entra su uno di Aix e su quello dei due fratelli {lavo. LXXXXl;
Faraone, la presa delle quaglie e la consegna della Legge, man- CLXXXXVUI, 3; CCV, 5), è presente un personaggio in
cano fino ad oggi nella pittura; della caduta della manna, abiti sacri, senza dubbio l'angelo . menzionato dal protomar-
tire Stefano. Difatti fra luì e l'angelo nel sacrifizio di Abramo A questo atto solenne gli apostoli assistono in piedi, tutti
sul sarcofago dei due fratelli la rassomiglianza 6 manifesta. tonstii della gravità del momento. Paolo in ìspecie acclama
Del tutto eccezionale è la scultura del sarcofago di Servanne, colla destra {distrutta) i! Signore per la scelta fatta di Pietro.
dove ia scena è arricchita dalla figura di Aronne e da rap- Si noti che ambedue le consegne, quella di Mose e quella
presentanti del popolo (tav. XV). Il rotolo, che Mose porta di Pietro, hanno luogo sopra un monte; la corrispondenza
qualche volta nella sinistra, sembra alludere alla sua scienza. fra le due scene è quindi perfetta.
A questa dovrebbe, conseguentemente, riferirsi anche lo Infine l'artista rappresentò tutte e due le volte anche i
scrigno su un sarcofago gallico, a meno che non sia desti- defunti deposti nel sarcofago, marito e moglie. Sulla faccia
nato a ricevere i volumi consegnati dalla mano di Dio, cosa, principale essi stanno in atto di supplica, colle mani velale,
del resto, assai poco probabile {tao. LXXXXVIII, 3). protese verso l'Agnello divino, effigiato appiè del monte.
Il monte Sinai, luogo dell'avvenimento, èdi solito indicato Questo gruppo corrisponde alla preghiera dei defunti:
da una piccola collina, nuda o adombrata da un albero che dal i Agnus Dei qui tollis pettata mundi, miserere nobis! » Sul-
frutto che porta è qualificato per ulivo: cosi su un sarcofago l'altra factia essi stanno in ginocchio e sono in procinto di
del Museo dì Aix, su due frammenti inediti a S. Sebastiano baciare i piedi del Signore. In mezzo a loro riappare l'Agnus
lateranense, residui) dell'angolo destro d'un sarco- Dei, a capo di dodici agnelli usciti dalle due città.
fago (tot . CLXXXX1I1, -; CCV, i e.f); cosi anche su Della consegna del volume a Pietro coni
. ftn ,e del-
cofegi e sempre che le > importanti sogliono essere
.•ompagnat; aaiche s e dalla prefigurate i > del Vecchio Testamento. La
isegna del . fn . le figura della ippunto la consegna della legge
scene della consegna della Legge a Mose sul monte Sinai a Mosè sul monte Sinai, come ripetutamente ho notato e
debbono datarsi di necessità del sec. tv, in conformità del pubblicato.
soggetto che prefigurano. Sul sarcofago di Ancona essa si i. L'asserzione mia ebbe una conferma monumentale da
tro\ a due volte: nella metà destra del coperchio e nella testata quel sarcofago scoperto, poto tempo fa '.a Tarragona, che ri-
sinistra, dovi- la vediamo anche su altri ire sarcofagi dì lusso. produciamo a capo di questo Libro (fìg. nj). E a cinque scom-
L'importanza dell'avvenimento della tonsegna è rilevata partimenti, ma il campo centrale è occupato dalla tabella
da s. Stefano nel disti irsi > men/.ii imito: ■ Hit est, qui fuit in dell'iscrizione, dalla quale risulta che vi fu deposto Leucadio
ecclesia in solitudine cum angelo, qui loquebatur ci in monte primicerio dei ilouu stiri, fin risse anni più ameno fio, e con la sua
Sina et cum patribus nostris: qui ihit/iìi verbo vitae dare moglie Notatila anni 25: -£ BONE MEMOR1AE LEVCAD1VS-£|
«obi; »*. Con le parole verba vitae il Santo allude alle verità PRIMICERIVS DOMESTI CQRVmQVI VIXJT CVM ; COM-
fondamentali rivelate intorno a Dio, alla creazione del mondo PAREM SVAM NON;NlTAM - ANNIS XXV ; DEFOS1TVS ■
e dell'uomo in particolare, alla caduta dei protogen itoli e PRID1E i KALENDAS IANVARIAS VIX1T ■ AVTEM OMNI-
alla Terra promessa. Tutte queste verità sono contenute BVS DIEBVS SVIS QVIBVS , VIX ANNIS ■ PLVS | NV1NVS ■
negli Scritti di Mosè, e tutte quante passarono nel tesoro SEXAGINTA.
della Lex del Nuovo Testamento. Nel campo dell'angolo sinistro, in alto, la mano di
Abbiamo trattato le sculture della minio apostolorum1 Dio sporge dalle nuvole e consegna un volume a metà
rappresentanti il Signore the insegna ■ verha vitae»1 agli svolto, nella cui pagina aperta è scritto 11 monogramma di
apostoli, incantandoli di ■■ istruire e battezzare i popoli », Cristo, i , per indicare il contenuto del volume. Ciò rammenta
scena composta verso il principio del sec. ut. All'età della in modo particolare le parole di Cristo diau/.i riferite: « de me
pace poi appartiene la scena più volte scolpita e non enim ille (Moyses) scripsit ». Cosi sul noto sarcofago di
meno importante, in cui il Signore istituiste la Chiesa, con a Arles (/ito. CLIIÌ. -'), il monogramma di Cristo spicca nel
capo Pietro, consegnandogli sul monte, dal quale salirà al volume dal quale insegna Pietro seduto in cattedra, per
cielo, il volume della Legge, in presenza di Paolo o di tutti direi che il contenuto principale della dottrina dell'apostolo
gli apostoli. Il monumento tlassito dtllt due scene è il sar- riguarda l'augusta persona del Figlio di Ilio. Quindi nulla
cofago della basilica di Sant'Ambrogio a Milano, di cui pos- di stiano, se sul sarcofago di Tarragona il personaggio che
siamo oggi offrire la ri proibizione fotografica, mercè d'un ec- riceve dalla mano di Dio il volume nel seno del suo pallio,
cellente calco in gesso, fatto espressamente per questa opera non è Mosè, ma il principe degli apostoli, riconoscibile ai
(taw. CLXXXV1II seg.). Nella faccia principale Cristo, se- tratti che sono precisamente quelli dì Pietro, Qual prova più
duto sul monte, impartiste agli apostoli, anch'essi Seduti, gli manifesta del significato simbolico della scena che stiamo
ultimi insegnamenti; nella fattisi posteriore egli sia in piedi, trattando: E ormai eerto che la consegna della Legge a
sul monte stesso; e prima di salire al cielo compie il su- Mosè prefigura quella latta da Tristi 1 al principe degli apostoli.
premo atto della sua vita terrestre, consegnando il volume a Nel tsuupo dell'angolo desini la mano divina, sporgente
Pietro, carico dello strumento del proprio martirio che lo rese del pari dalle nuvole, ritiene la spada di Àbramo in procinto
anche più degno dell'altissima dignità di capo della Chiesa. di sacrificare Isatto. Abbiamo già rilevato ehe questi due sog-
■ Tarn. XIV. i c j. CL, .
• Aetm *., -„ j.S.
il.- /itosi riceve tu Legge sul monte Siimi
getti, la consegna e Il sacrifizio, si iruniim spesso, per ragione artisti da dottori ecclesiastici. Varrà quindi la pena e
di estetica, contrapposti l'uno all'altro, specie sulle fronti
adorne della immagine clipeata nel centro. Sul nostro sarco- cura; lo diamo ricostruito a tav. CCVII, 2. Esso è il più
fago la decorazione ha una larga parte nella simmetria. Per amici, e, sotto questo riguardo, il prototipo dei sarcofagi del
ottenere una misura proporzionata alle rappresentazioni an- » parallelismo fra scene del Signore e scene del principe degli
golari, l'artista divise le strigili in due zone e dette alla tabella apostoli », spesso da me notato nella illustrazione dei relativi
dell'iscrizione, oltre le due anse laterali, un rettangolo con sarcofagi.
un ornato nel centro. La fronte rivela cosi un gusto non Alcuni di codesti sarcofagi hanno soprattutto di comune
comune nell'art ista, e fa una impressione gradevole sullo spet- che le loro sculture rappresentano, da un lato la risurrezione
tatore. Siccome anche le lettere sono di forma antica, pas- di Lazzaro con una mummia femminile, dall'altro s. Pietro
siamo datare il sarcofago al più tardi della fine del sec. v. nell'atto di indicare la sorgente scaturita dalla roccia da lui
2. Le altre sculture con la consegna della Legge a Mosè percossa con la verga, e uno 0 due soldati di polizia,
sono tutte di un'antichità molto maggiore. La più artistica
fu da me costatata sopra un piccolo frammento di sarcofago
d'una rara bellezza, usato l'anno scorso (1030) da una frana
nel cimitero di Pretestato; lo pubblicai subito, perchè accanto
alla consegna esso offre l'esempio più belli) della Cananea
che bacia la mano del Signore nella risurrezione di Lazzaro >■'.
Ne feci anche una ricostruzione posta qui accanto (fig. 148).
Gli ulteriori scavi hanno restituito altri (rammenti che confer-
mami la mia ipotesi essere il personaggio visto di schiena Mosè
nel momento di ricevere la Legge. Ma al tempo stesso si sono
affacciati due particolari che nessuno poteva sospettare; at-
torno al consueto albero del monte Sinai, distruIto fino alla
caratteristica radice biforcata, era attortigliato il serpente, di
cui è rimasta la sola coda, e fra l'albero e Mosè s'erge una
colonna striata e senza capitello, la quale (iurta in cima una ttapnipòpoi, che lo arrestano, mentre il centurione Cornelio si è
fiamma avvampante, come la « columna ignis ■■, che incontre- gettato a terra per baciare il piede dell'apostolo, come, di
remo nella più amica rappresentazione del passaggio del Mar contro, la Cananea bacia la mano del Signore. Più di rado
Rosso *. Essa ha, senza alcun dubbio, un significato analogo, s. Pietro fa con la verga sgorgare l'acqua, alla quale si disse-
qualificando la leijge di Dio, consegnata a Mosc.pcr un fanale tano Cornelio ed i suoi; così sul lateranensc 148, su cui la
luminoso, che spandeva la luce al popolo eletto d'Israele, base della edicola di Lazzaro è ornata, come sul prototipo,
come ora la spande al jn.pr.1.1 detto di (.'risto. A questo fanale d'un tralcio di vite (te». CXV, 2).
l'artista ha contrapposto il serpente la cui rivelazione: « Ne- Il centurione ai piedi di s. Pietro arrestato appare per
quaquam moriemini ..., et eritis sicut dii », fonte d'ogni male, la prima volta, con due del suo seguito, sul laterancnse 119;
venne adottata dagli gnostici, presso i quali il serpente aveva egli da solo si vede su due copie galliche, in sostanza fedeli,
perciò un culto speciale :. I,'immagine del serpente attorti- del prototipo romano: sul noto sarcofago del Musco di Arles e
gliato all'albero ricorda inoltre la profezia sulla misera fine su quello proveniente da Cahors (tenti. CL1I, 5, e CXV, 1)8;
de! rettile la cui testa sarà schiacciala dal semen della un terzo esempio ne fornisce il famoso sarcofago con la cathe-
' rmilier », cioè dal Figlio della vergine Maria, il quale, ap- dra Petri dello stesso Museo (tav. CHI, 1) '. Era pertanto
presso, ridona la vita a lazzaro. facile prevedere che, di Cornelio prostrato da solo, si sarebbe
Di fronte a tali simboli parlanti, il pensiero corre spon- trovato una volta o l'altra, anche un esempio romano, il
taneo al versetto del Salmista: " Lucerna pedibus meis ver- che si verificherà sul nostro sarcofago: il centurione sta difatti
btim tinnii, et lumen semitis meis '. L'espressione ■ vermini per comparire, nell'angolo destro. Di questo s'è già trovata
tuum •■ ricorda i ■ verba vitae » di s. Stefano e quelli di s. Pie- la base della roccia con una piccola mano (destra), la quale
tro nel durus sermo '; le parole: lumen semitis meis ■> non può essere che quella di Cornelio; e con il piede sinistro
sono una interpretazione direi quasi letterale della colonna lu- di s. Pietro, la « peira Ecclesiae ■■■ '. li chiaro che con questo
minosa accanto alla figura di Mosè che riceve la Legge divina. ultimo particolare l'artista ha voluto rilevare nell'apostolo
Abbiamo dunque dinanzi uno di quei caposaldi che ci la qualità di pietra, come l'ha rilevata pure il Signore slesso
attestano quanto sia profondo il simbolismo funerario fìn'an- nelle memorabili parole '; « Tu cs Petrus et super hanc
che nei particolari, simbolismo, s'intende, comunicato agli petram aedifieaho Ecclesiali! tucani .
■ Uii.nhv. Erte/muse, fig. 57. p. 8j.
■ !.!■: II]..-.: .. VII; Gaulr. XX. 1
Mar Rosso rappr«*nuto nulli porla di S. Sabina. Vedi WmcAHD, D<a aft-
dtrùtì. Hauptportal an dcr Kirclic tltr 1,1. Sabina, uv. XVI.
Un altro punto di corrispondenza dei sarcofagi del paral- forme del corpo; ciascuna figura respira e mostra nelle atti-
smo consiste nel gruppo centralo: ivi si trova la de font il tudini una nobiltà squisita. Con tutto ciò non posso tacere
ri le fra due santi, dimoile l'anima accolta nella beatitudine, che la dalmatica con le sue larghe maniche m'ha un po'
iza riguardo speciale al sesso di colui che doveva essere sorpreso. Altrettanto deve dirsi della posizione troppo verti-
deposto nel sarcofago. Ecco la ragione per cui la mummia di cale dei piedi della figura di s. Pietro presso la defunta orante
Lazzaro è sempre femminile sui sarcofagi del parallelismo. I e del santo di fondo fra il Cristo e la Cananea. Infine, la
santi rappresentano per lo più i principi degli apostoli. Qui il • columna ignis » sembra supporre l'esistenza della più antica
riscontro di s. Pietro non può essere l'apostolo delle genti, rappresentazione del passaggio del Mar Rosso. Tutto consi-
avendo una ricca capigliatura. Perciò sarà un altro apostolo. derato ci sembra assai probabile, per non dire certo, che il
Comunque, siamo sempre in un'epoca precedente all'uso di nostro sarcofago appartenga al più bel periodo della rifiori-
accoppiare in questa scena s. Pietro e s. Paolo. tura dell'arte sotto Costantino.
Delle discrepanze che distinguono le due copie galliche Siccome però un eccellente artista può eseguire un'eccel-
dianzi menzionate da! prototipo romano, ne notiamo special- lente opera anche in tempi meno antichi, bisogna lasciare
mente una: s. l'ietto ha, nella scena della sorgente, il piede la decisione definitiva al piccone, tanto più che abbiamo la
sinistro alquanto alzato, come sul prototipo, ma manca la speranza fondata dì trovare i frammenti, ancora mancanti, in
pietra, segno che gli artisti pillila non hanno capito questo una delle frane del cimitero vicine a quella onde sono usciti
particolare. Di più, la Cananea condotta da s. Pietro al bacio i frammenti già riacquistati.
della mano del Signore, sul sarcofago di Arlcs è ancora ad 3, Molto bene conservata è la scena della consegna sul
una certa distanza; su quello di Cabors gli manda, «more coperchio d'un sarcofago scoperto, con tre altri, pochi giorni
gentilium ", con la destra un bacio, per adorarlo. or sono ', presso Roma, in una località chiamata « La Storta »
Sul sarcofago dei due fratelli, che è il più sviluppato e (ioti. CCXVII, 2). Entrambi, coperchio e sarcofago, sono
ricco tra quelli del parallelismo (tm\ I.XXXX1), manca la fatti l'uno per l'altro. 11 cielo delle loro numerose rappresen-
scena centrale, perchè i defunti appaiono, coi loro veri ri- tazioni li aggrega alla famiglia del parallelismo ■>, or ora men-
Iratti, dentro la conchiglia. Ma la Cananea è identica: come zionato. Una delle scene con s. Pietro, il battesimo simbolico
sul nostro sarcofago, essa sta per baciare la mano che il Si- di Cornelio sulla fronte del sarcofago, le due altre,
gnore le porge amorosamente. Perciò me ne sono servito per hi prima cut della negazione, sul coperchio -,
restituire i due soldati di polizia che catturano l'apostolo. per poter a Il;i t-iinsegna della I-egge a Mosè,
Nei loro atteggiamenti tranquilli essi si adattano molto bene collegata coH'aposlolo. Ila ciò segue che il
a far da riscontri dei personaggi delle prime scene. Perciò maggior numero dei cicli pervenutici è incompleto, essendo
aggiunsi anche l'angelo, effigiato dall'artista anticipatamente, i sarcofagi di solilo privi dei loro coperchi.
per alludere alla liberazione miracolosa dell'apostolo dal La distribuzione delle scene fa vedere che l'artista aveva
sott'occhio un ciclo destinato per un sarcofago a due zone
Qualche indizio di antichità del nostro sarcofago credo e con la immagine clipeata ne! eentro. Dovendo adattarlo per
infine di scorgerla nella circostanza, che l'artista s'è limi- una fronte semplice, ne staccò i busi; dei defunti, effigiandoli
tato alla sola figura simbolica di Mosè che riceve hi Legge, sul coperchio in due tondi separati l'uno dall'altro. Ambedue
mentre sul sarcofago dei due fratelli e sulla copia di Arles sono soltanto abbozzati. Conforme all'uso generale, dette
è rappresentata altresì la cattura di Pietro insegnante in catte- alla donna l'atteggiamento della preghiera, all'uomo, vestito
dra, scena che forse in quel tempo non era ancora composta. della toga contabulata, quello abituale dei defunti.
Dalla iscrizione, incisa eccezionalmente nella base, im- ancora che la consegna dei simboli del lavoro, il sacrifizio di
pariamo che nel sarcofago erano deposti due coniugi. La Abramo e la consegna della Li'^i' appaiono sul coperchio,
moglie, di anni 34, il cui nome finisce in NA (Sabina, Se- posto ordinario delle scene del Vecchio Testamento.
verino, Marcellino, ecc.), CVM VIRG1NIVM FEC1T AN- Di un sarcofago di S. Sebastiano, parimente inedito, nor
NOS XVIII VIDVA FVIT APJNOS V, sposò quindi in età dì esiste che la fronte orribilmente deformala e assai ridotta per
11 anni, salvo che non ci sia, come sembra, un errore negli essere stala adoperata come lastra in un pavimento, e
anni vissuti, e cioè XXXIV per XXXXIV; essa fu DEPO- sculture rivolte in giù. A destra della conchiglia si distingue
SITA IN PACE XV... Del marito (Fhwbtìfà VICTOR, è ri- chiaramente il sacrifizio di Abramo. Il patriarca, in csomidc,
masta la finale della deposizione: [™...]NIS APRILSS. La sta fra Isacco, inginocchiato, e l'ariete; nel fondo, l'angelo.
forma regolare delle lettere può convenire cosi bene al IH, Che di contro fosse la consegna, si desume anzitutto dal p.
come al iv.secolo. L'iscrizione non ci presta quindi nessun che la scena occupava. Mosè era effigiato colla schiena v
aiuto notevole nello stabilire l'epoca del sarcofago. lo spettatore; nel fondo stava l'angelo di cui rimase qualche
Ma dal punto di 1 ista stilistico le sculture sono un capo- piega dell'abito. La figura a destra di Abramo veste d
lavoro di primo ordine, e superano tutte le altre del [li e del dato; siccome il personaggio appresso, in abiti sacri, è rivolto
IV secolo. Il disegno è correttissimo e terminato fino ai mi- a sinistra, non può trattarsi della comparsa di Gesù avanti
nimi dettagli; le magnifiche pieghe lasciano trasparire le Pilato, che in alcuni casi segue al sacrifizio di Abramo; dob-
: 1931 pini e dei pewi porgi al Signore il canestro coi pani, e nell'entrari in fic-
• ni monte Si/m, 241
biamo invece rie «noscervila prima cattura di s. Pietro. Ciò si riferisce al sepolcro di una famiglia composta dei coniugi
supposto, la set- uà appresso sarà si; ita II battesimo simbolico Aurelio Teodulo e Cri-ilio Murili, 1 ili due figli, I rbico e Boni-
di Cornelio, co: ne riscontro della risurrezione di Lazzaro. fazio. Teodulo mini in ila di selttintadur unni. A lui è diretto
Le teste supere titi della /una infe nore, essendo tutte delle" ..Ili, line l'augurio: e/C AfAHHN, Che (Teodulo) sia ammesso al
figure di fondo. non servono che a confondere l'occhio del- banchetto (celeste)1.
l'interprete. Delle due immagini scolpite ai Liti dell'iscrizione, quella a
4. L'asserto su riferito di Mosti 0 Signore: . de me enim destra è quasi e.....pietà e rappresenta il drhmt* >,()€0&OYAOC.
Mie scripsit » ', 1 ;ioè Moyses, indù; se l'artista del sarcofago dinanzi al tribunale di Cristo elle è dichiarato dal monogramma
dì Servanne a servirsi della con segna della Legge come H, e dalle parole: &6010THC HMU)N, nostro Signore. Teodulo,
d'introduzione ; il sìio ciclo cristo]. .gico {tav. XV). barbato e vestito di penula, tunica discinta e campago,
Quanto al r luraero delle fìgur. -., la scena è senza para- aspetta, quale accusato, con le braccia abbassate lungo il
gone la più rie :a di tutte, perchè l'artista vi effigiò, oltre corpo, la sentenza, elle è favorevole: il divin Giudice gli tocca
Aronne, anche il popolo ebreo, pt r il quale Mosè sia rice- benevolmente la testa e lo ammette ira gli eletti, Inter oves,
vendo la Legge. Aronne è barbato e veste abiti sacri, come due delle quali si vedono accanto a lui in terra. Teodulo ha
il fratello. Il popolo è rappresentato da due donne velate e meritato favorevole sentenza, essendo vissuto secondo i pre-
- ebrei itili loro costume: cetti della dottrina di Cristi., prefigurala eia quella di Muse.
lunga tunica discinta e penula. 11 qui accepit verba vitae dare nobis ». Ciò era chiaramente
Il popolo non mostra nessuna premura, nessuna rive- espresso dalla immagine a sinistra, di C masto quanto
renza o riguardo; le attitudini sono, per dir poco, assai basta per intenderne il significato: ivi ! 1 una nicchia
indifferenti. Sembra che l'autore del ciclo si sia inspirato Mosè profeta, MOYNCHC 11PO&HTA, stringendo nella destra
al terribile sermone che costò la vita al protomartire Ste- il libro della Legge che Dio gli consegnò su! monte Sinai.
fano. Difatti Aronne, visibilmente agitato, risponde all'ebreo Di fronte alle due immagini, contrapposte l'ima all'altra,
che in un atteggiamento pieno di presunzione gli avrà fatto come non pensare di nuovo alle parole che Cristo disse dì
i rimproveri che leggiamo negli Aclus apostolorum (7, 40). Mosè: 11... de me enim ille (Moyses) scripsit ?
Il sermone del martire invitto, mentre è schiacciante L'importanza della legge di Mosè è del resto la ragione
per gli ebrei, è un panegirico della grande figura di Mosè: per cui Nostro Signore, quando apparve ai discepoli di Em-
■i Hic est Moyses, qui di\it tìliis Israel: l'rophctam susci- maus, cominciò appunto con Mosè la spiegazione delle pro-
tabit vobis Deus de fratribus vestris, tamquam me, ìpsum fezie che lo riguardano: Et incipiens a Moyse et omnibus
audietis \ Cui nolucrunt obedire patres nostri, sed repu- prophetìs interpretabatur illis in omnibus scripturis, quae
lerunt et aversi sunt cordibus suis in Aegyptum, diccntes de ipso erant ■■■''. L'iscrizione- di Teodulo può quindi degna-
ad Aaron 3: Fac nobis deos, qui praccedant nos. Moyses mente stare allato del sarcofago di Tarragona, tanto più che
enim hic, qui eduxit ni a Acgypti, anche qui l'artista pensò da si- ad interpretare i soggetti rap-
factum sit ci » '. presentati.
Questo è il concetto che l'arti
scalpello, hi! saputo esprimere con nirabile chiarezza: l'in- § II. - Muse si scioglie i sandali.
gratitudine del popolo ebreo, la ja propensione all'ido-
latria e la contrarietà alla Legge, consegnata a Mosè da Dio « Solve calccamcntum de pedibus tuis: locus enim, in quo
e che solo nella legge del Nuovo Testamento, nel vangelo, stas, terra sancta est » '. Cosi gridò dal roveto ardente il
ha trovato il suo vero e pieno adempimento : « Prophetam Signore a Mosè, e questi ubbidì ali'intima zio ne, slaccian-
suscitabìt vobis Deus de fratribus vestris ramquam me, Ìp- dosi i sandali. Anche questo atto, di natura sua semplicissimo,
sum audietis ", cioè Cristo, il promesso Messia, che nella fu rappresentato, sebbene più di rado, nell'arte funeraria. A
scena accanto appare in seno alla vergine Madre ed è ado- tutti e noto l'affresco della così detta 1 cripta delle pecorelle «
rato dai Magi tome il neonato Re dei Giudei". a S. Callisto, dove al disopra di Mosè appare fra le nuvole la
5. Sull'importanti della Lrgge di Muse, così accanita- destra di Dio quale espressione artistica dell'intimazione.
iilc attaccata dagli gnostici, e anzitutto dal nauelero Mar- Nella scultura se ne conoscevano lino ad oggi sette esempi:
ie, getta anche viva luce l'cpitalìo di Teodulo, del secolo uno dì Pisa, tre romani ed altrettanti gallici '; un ottavo ne
.ito inoltrato, monumento del pari unico nel suo genere, ho trovato nel poipourri de! chiostro di S. Lorenzo f. 1. m.
invenne nei miei scavi ai Ss. Marco e Marcclliano (fig. 149). Ad eccezione di due sarcofagi romani, il latera-
<. CCV, 2)'". L'iscrizione, ornata di due rilievi en ersux. nense 178 e uno del Vaticano da molto tempo scomparso *,
1. XXXI-XXXN. r
'/ paxwjrgio ili'l Mai lift**»
Piumoni*.... ncc iiniis (|iikìt-iii snperfuit ex cis... libcravitquc Attesa però la ristrettezza dello spazio e sopratutto la
Dominus in illa die Israel de marni Acgyptiorum ■■ '. Qui min bassezza del campo, l'artista, volendo dare agli Egiziani una
solo vengono precisati gli clementi della composizione, ma grandezza proporzionata a quella degli Ebrei, non avrebbe
allo stesso tempo è indicalo il modo, come debbono essere potuto esprìmersi meglio. Tnrt'al piò gli si può rimproverare
rappresentati, cioè Faraone nel momento di essere inghiottito l'ardire di aver destinato una composizione cosi vasta ad
dalle onde insieme co! suo esercito, e Mosè nell'atto di divì- un campo cosi inadatto, specie per figure a cavallo. La scultura
dere colla verga le acque per aprire all'angolo sinistro. Ma dovrebbe mancarne poco ri
il mare, e il popolo, salvo. nulla, perche il cavallo dell'ultimo cavaliere è assai scorciato,
Le ultime parole citate dal testo sacro c'insegnano in più per mancanza di spazio, s'intende. Di più la parte superstite
il significato simbolico della rappresentazione del passatoio. del coperchio colla tabella dell'iscrizione è lunga m. 1,44,
che del resto combina con quello della Commemlalio anima»: ciò che corrisponde ad una fronte di circa due metri eventi.
«Libera, Domine, animam eius, sicut liberasti Moyscn de Trattandosi di li .■■ u-p.>wiiii>e piò antica del passaggio, bi-
manu Pharaonis regis Acgyptiorum ... 1,'antica liturgia romana sogna scendere ai particolari, tanto più che alcun: ne furono
suppone questo siiiibulisino, oliando rivolge a Dio la pre- male interpretati.
ghiera: « Suscipe, Domine, ; L'esercito di Faraone i rappresentato da due guerrieri
Aegypto ■ a piedi e ire a cavallo. Il primo cavaliere, con barba corta,
Che il ti :, che Mosè fa, con la verga le acque, sia è ca rat te rizzato dal diadema per Faraone; egli tira dispera-
l'atto decisivo, lo insinua era Scrittura: ■ Tu autem eleva tamente le briglie del cavallo che sta per annegarsi, come sì
virgam tuam et extcnde n n super mare et divide illud ■3. vede dalla testa tutta piegata ali'ingiù. Un fante, immerso
È certo che conia verga dovette toccare le acque,come con essa nell'acqua sino al petto, lo rissa con lo sguardo e gli manda
toccò la pietra per farne scaturire la sorgente, e come Cristo l'ultimo Saluto che qui ha. .'!■■-. unente, il significato del
tocca, nei miracoli, le cose morte. Lo afferma esplicitamente famoso grido Ave, Caesar, morituri te salutanti », colla dif-
Giuseppe Flavio: ti/7tt« t« ìinKniplit ri/r '(.m^tti™. r; 8' inrò -rfis ferenza però che il Caesar toi.d:\ ide la triste sorte. In una
7rArry:'J5 dveKuwi} *. Per la via così aperta si cacciò pure Faraone posizione similmente critica trovasi anche il secondo cava-
col suo esercito. Allora il Signore diede ordine, come si disse, a liere cui è rivolto il secondo fantaccino; a questo l'artista
Muse di stendere la mano sopra il mare per ri condurre le acque diede un aspetto ansioso, pieno di dolore, non potendo, per
allo stato di prima. Di questo secondo allodi Mosè non si tiene mancanza dì spazio, servirsi del gesto della destra. L'ultimo
conto nelle sculture del passaggio. Non potendo rappresen- cavaliere, armato di lancia e scudo, è ancora al sicuro e
tare tutti e due i gestì, gli ..: s'avanza impetuosamente; la sua clamidi- fa perciò un grande
limitandosi a quello decisivo, tuie al primo. svolazzo. Sotto i due cavalli galleggiano gli scudi che Fa-
raone e il secondo cavaliere hanno gettato per non averne
impaccio. René Grousset prese i due scudi per * le char i
demi submergé »', e trovò un seguace in E. Becker ''. Ad am-
bedue gli scienziati e quindi sfuggito che le ruote delle bighe
e quadrighe hanno sempre i raggi, e sono chiamate perciò
" rotae radiatae » '", mentre le ruote piene sono proprie dei
barocci.
A questa scena di disastro è contrapposta quella del
popolo d'Israele, piena di tranquillità e di ordine. Mosè,
giovane, malgrado i suoi ottanta anni, tiene il volume della
Legge nella sinistra e compie l'atto decisivo, toccando con la
verga le acque. Accanto a Mosè una donna velata guarda io
alto, avendo la destra semichiusa ed alzata lino agli occhi ",
come se fosse in estasi; nella sinistra che non si può vedere,
stringe un volume aperto, nettamente inciso in forma
quadra e finora da nessuno osservato. La donna è senza
dubbio Maria, sorella di Mosè, poiché la sacra Scrittura, nel
descrivere la disfatta di Faraone nel Mar Rosso, non nomina
che una donna, e questa è Maria. Essa intona l'inno di
Perciò René Grousset le attribuì senz'altro ■ ;i la (in du qua- ringraziamento dinanzi alle altre donne che lo spettatore
trieme siede -\ ha da supplire, al pari dello strumento musicale, il tìmpano,
' Loc. di., p. 98.
• Loc. di., p. «8.
246 Capo VI. - Mosè
che, de] resto, non avrebbe potuto tenere, avendo nella sini- all'artista. Se dunque ad onta di tutto ciò, uno scultore ebbe
stra il volume aperto: Sumpsit ergo Maria prophetissa, l'animo di comporre il passaggio, bisogna ammettere che egli
soror Aaron, tympanum in marni sua: egressacque sunt vi sia stato spintoda qualche fatto eccezionale. Questo poi, cosi
omnes mulieres post eam cum tympanis et choris, quibus sembra, non può essere che la disfatta di Massenzio, al ponte
praecinebat, dicens: " Contenuta 1 tornir», gloriose enim roi- Milvio, che di buon'ora venne messa in relazione colla di-
gnificatus est, equum et asccnsorem eius deiccit in mare " • . sfatta di Faraone nel Mar Rosso; in Faraone, oppressore
Con queste parole viene specificato il degli Ebrei, si riconohbe il tiranno Massenzio, oppressore
Maria. Qui sta anche la ragione per dei Romani, Invero ambedue perirono nell'acqua; e siccome
cosi distinto, immediatamente accant Mosè. Sembrerebbe la morte loro segnò l'inizio della pace per ambedue i popoli,
anzi ehe l'artista si fossi: ispirato ili pa riprodotto, mostran- l'applicazione del fatto del Vecchio Testamento all'avveni-
doci Faraone a cavallo, e non in uni ga, il che stona non mento del 312, s'impose da sé! Perciò nulla di strano in tro-
poco con le rappresentazioni d'un re egizio nell'arte intiera, varla già dettagliatamente espressa da Eusebio, il quale, dopo
non solamente in quella cristiana. È pertanto più probabile aver rilevato la vittoria dell'esercito di Costantino, finisce per
che tale stonatura abbia un'altra ragione. Quale essa sia, dire che i soldati vittoriosi potevano a ragione cantare, come
10 vedremo fra poco. gli Ebrei di fronte all'empio Faraone: "Cantemus, Domino;
Come particolare insolito del vestiario femminile, merita magnifice enim glorificane est. Equum et ascensorem proìecìt
esser rilevata in Maria la stola a mezze maniche. Al contrario
ì due israeliti che vediamo appresso portano sotto la penula, Quello che importa in modo speciale, sono i particolari
cerne sempre, una tunica discinta e a maniche strette, che della morte di Massenzio, sulla quale siamo abbastanza bene
arrivano fino ai polsi. 11 secondo, che è un po' barbato, con- informati: l'imperatore, disperando della vittoria, si dette alla
duce pel braccio un ragazzo vestito di tunica, scarpe ed alicula fuga, ma nella terribile ressa sul punte Milvio precipitò col
col cappuccio. Scarpe hanno anche i due uomini. Alla voce cavallo nel Tevere e fu inghiottito dalle onde. Ecco Come il
di Maria l'uomo barbato ha rivolto la testa per ascoltare panegirista descrive la morte di Massenzio: ■■ Cum impios Ti-
il canto. Nel camminare, tutti e ere portano istintivamente beris hausisset, ipsum etiam illuni cum equo et armis insigni-
una mano in avanti, il terzo la destra che per caso trovasi bus frustra conatum perabruptaripae ulteriori^ evadere, idem
presso la tabella, s'intende, senza toccarla, giusto come le Tiberis correptum gurgite devoravit » \ Ora, vedendo che
mani della Cananea, implorante la grazia, si trovano di solito sulla nostra scultura Faraone trova la morte seduto a cavallo,
presso l'abito del Signore. Come quest'ultimo particolare mentre, conforme al genio dell'arte intiera, sulle altre rap-
indusse gli archeologi nell'errore di scambiare la Cananea col- presentazioni del passaggio egli sta in una biga, come non
l'Emotroissa, cosi anche il nostro ebreo fu da René Gronsset pensare che in ciò abbia qualche parte appunto la fine di
stranamente preso per quello che « tient le cartel de l'inscrip- Massenzio? Certo è che la scultura è la più antica di tutte;
tion, et remplace le genìe qui, d'ordinai re, rcmplit ce ròle »!. essa è anteriore all'epoca del rinascimento dell'arte sotto
11 Grousset ebbe anche qui un seguace in E. Becker, il quale Costantino, e pui'i quindi egregiamente datarsi di un tempo
suppone un ebreo simile dall'altra parte dell'iscrizione . in cui la memoria della disfatta di Massenzio era ancora fresca.
Se cosi fosse, i due camminatori si urterebbero depo pochi Assistiamo, insomma, ad una delle prime manifestazioni
dell'entusiasmo che destò la vittoria della religione cristiana
Fra i due ciuci ergesi la ■ col ninna ignis .Questa colonna, sul paganesimo. « On ne saurait », scrive a proposito Charles
l'ebreo che conduce pel braccio un ragazzo, Maria, Mosè che Bayel, « bien coni premi re Ics scntiments de délivr
con la verga tocca le acque, Faraone e guerrieri periclitanti joie, de ìriomphe qui se traduisent dans l'art corame
sono gli elementi costitutivi del passaggio sulla nostra scul- chuses, si on ne se reportait aux terribles annécs qui précé-
tura, che si ripetono su tutte le altre, sebbi n tutti nella dèrent. Aprcs une période de calme et de pai.v, la per-
medesima foggia. Maria nell'atto di cani col volume sécution s'étaii sondili» dcch.iincc avec une violenee (
aperto, si trova soltanto qui; i ragazzi si core inconnue; du jour au lendemain, on avait vu les cglist
dotti per mano, e Faraone a cavallo ritorna ancora un'unica profanées et détruites, les ìivres et les objets du eulte
volta, sul noto coperchio del Museo d'Avignone, che è come saisis... Mais aussi, combicn l'ivresse des espriis fut plus
un estratto della nostra scultura, ma tardo e assai povero vive lorsqu'au sortir de ces sombres annera on vit arriver
(tao. CCIX, 2). non pas une paix précaire, mais une liberto assuréi
Torniamo a ripetere che, a causa del numero straor- encore, le pouvoir! » E il chiaro autore termina con le belle
dinario degli elementi costituì» i. il passaggio è staio escluso parole di Eusebio: « Un jour serein et limpide, qu'au
dal repertorio dei pittori delle catacombe; e gli esempi che nuagc ne troublait plus desonnais, éclairait des rayons de la
ne conosciamo nella scultura superano, per la ricchezza dei lumière divine les églises du Christ éparses sur
particolari, di gran lunga tutti gli altri soggetti, a non dir terre n°. A questo generale trionfo allude dunque la nostra
nulla delle difficoltà che una tale composizione offriva scultura; e in ciò consiste il suo valore principale.
- 1,£ RAPPRESENTAZIONI questo inno magnifico si nomina il Mar Rosso in cui furono
;
ii sommersi i generali di Faraone; si nominano gli « abissi a
che 'I coprirono » il nemico; si nomina la ■ terra » che lo » di-
Le altre rappresentazioni del Passaggio sono in massima vorò : ■ Fxtindisti manum tuam, et devoravit eos terra»5.
te d'una composizione grandiosa; poche ne offrono un Il poeta sacro introdusse dunque nel suo carme le per-
■atto; una sola è d'una composizione affatto speciale. Hssc, sonificazioni di alcuni elementi che ebbero qualche parte nella
intiere e frammentarie, ammontano, con quella del Museo distruzione del nemico. L'autore della composizione del
di Spalato, ad lina ventina: sette romane e tredici galliche. Il Passaggio lo imitò e ricorse allo stesso mezzo artistico, ser-
sarcofagi late union se i 11. quello ili Spalalo e tre gallici, sono vendosi di personificazioni. Del resto l'uso di queste figure
d'una conservazione perfetta; l'uno di questi ultimi si trova era, come si sa, generale. Quanto fossero familiari all'arte
nel Museo di Arles, l'altro serve di antipcndio a un altare classica le personificazioni, lo mostra, p. e., un sarcofago
della chiesa di S. Trofimo, il terzo è appunto quello le cui del [][ secolo, rinvenuto dal de Rossi nell'ipogeo di Lucina e
testate ci mostrarono, direi quasi, il proemio del passaggio '. trasportato al Musco sacro del Laterano (n. 156 e) ', È ancora
Tutte codeste rappresentazioni dipendono da un unico inedito; lo diamo arof. CLXXXXUI, I. Il maestro pubblicò ia
hetipo, naturalmente, romano. L'autore di questo s'at- sola parte centrale, contenente l'immagine clipeata del defunto,
alle rappresentazioni ili battaglie, come appare da un sorretta da due geni volanti al disopra di tre maschere collo-
ifronto con quella del l'onte Milvio, da noi riprodotta a cate su una base col nome del defunto: ANNIOC; KATOC,
:CCXVI,t>-. Perciò l'atteggiamento bellicoso dei soldati, ragazzo di circa otto anni. Sotto i geni sono distese le per-
ii dei quali s'avanzano con grande impeto, la spada sguai- sonificazioni d:l mire e della terra: quella, un uomo barbato
nila destra, come se si trattasse di atterrare un nemico seminudo, col timoni.- ridia inni-i sinistra, colla destra aperta
e, mentre in realtà gli Israeliti non ebbero punto e protesa verso il ■ draco marinus » che lo guarda, come il
iionc di opporre la minima [esistenza. L'artista avrà pro- mostro suol guardare Giona; questa, una figura femminile,
pabilmente voluto insinuare che Faraone era deciso di ri- paririiente seminuda, che tiene con entrambe le mani una
indurre gli Israeliti ad ogni costo e con la forza, se fosse cornucopia; appresso riposa un bue. Agli angoli stanno due
geni della morte nel consueto atteggiamento, con piccole ghir-
Le grandiose rappresentazioni, più o meno integre, del lande e poggiati a delle faci rovesciate. Qui abbiamo dunque
Passaggio occupano tutta la fronte dei sarcofagi, A tutte è un caso dove le personificazioni sono fra le figure principali
one, nemico del popolo di Dio, in due > fabbricato in una officina
i: prima a capo d'un esercito agguerrito, ritto
in piedi sulla biga, con lo scudo nella sinistra e con la lancia Sui nostri sarei ita"i s'incontrano le stesse personificazioni
nella destra, poi nel rovescio della sua fortuna, cioè gettato o altre che sono congiunte col Passaggio in maniera del tutto
fuori della biga, travolto col suo esercito nelle onde, la testa differente. II loro numero varia: sui sarcofagi Doria, di
in giù. Solo sul sarcofago tu, sulla copia di Nimes e su Spalato, di S. Trofimo, del Museo di Arles e di quello di Aìs
due frammenti del Museo di Arles egli si trova anche la se ne vedono tre, sul laterancnse n 1 e la sua copia di Nimes
seconda volta nella biga, ma già in procinto di sommergersi una sola, mentre il sarcofago distrutto di Metz ne aveva due.
(taw. CCIX, 31 CCXVI, 4 e S). Perciò sul sarcofago m Queste figure semigiacenti e tranquille, malgrado il peri-
il soldato che sta dietro la biga, impaurito, si copre il viso colo di essere calpestate dai cavalli del furioso esercito, sem-
colla destra per non vedere la morte del Re, come spesso brano a prima vista un po' strani-, ì'ssr trovarono un'inter-
nelle rappresentazioni di Giona, un marinaio si copre il viso pretazione diversa. Illustrando il sarcofago di Iìcllogarde
per non vedere la morte del profeta, gettato fuori della {tav. CCXI, 2), E, Le Blant vede nelle tre personificazioni,
nave'. Al contrario i! soldato vicino a! primo Faraone lo ivi appena distinguibili, » trois petites figures symbolisant
saluta, vedendolo in pieno vigore, eolle redini attorno alla l'Egypte, leNil et la mcr»'. Ma l'Egitto che per l'artista
vita, come un fiero auriga del circo. Faraone fa insomma significa il compendio d'ogni male, è già indicato dalla porta,
l'estremo sforzo per impadronirsi del popolo eletto, ma viene e il Nilo ha una relazione troppo lontana col Passaggio per me-
annichilito dalla mano divina. Mosè si presenta sempre nel- ritare uno speciali- rie priln. Rimani-cosi la sola personificazione
l'atto dì dividere le acque, e il popolo israelita, già varcato del mare, a noi già nota, che difatti non manca quasi mai: è un
il mare, si trova in marcia, seguendo la colonna di fuoco. uomo per lo più barbato, sempre nudo fino alla vita e nella
Questa volta il popolo, memore dell'immenso beneficio metà inferiore coperto d'un pallio; con la mano sinistra tiene
ricevuto da Dio, intonò con Mosè l'inno di ringraziamento: il timone 0 si appoggia sopra un'urna onde sgorgano le aeque;
« Tunc cccinit Moyses et filii Israel carmen hoc, et dixc- con la destra alzata e stesa, fa il gesto d'eselamazi
runt: Cantcmus Domino: gloriose cnim magnificatila est. elle
di contentezza, vedendo Faraone col l'esercito precipitare nelle
equum t 1 '. Nel seguito di onde. Che differenza fra questo atteggiamento tranquillo
<Ve&tam.CClX.3:CCX.2;
' Su questa scultura vedi Wl
n Bulini. Mia Cemm. arch. rem
pi fio viokmo che ci si nitri- sulla nota miniatura del Cod. 131) Mar il tamburello, battendolo col
della Biblioteca nazionale di Parigi!1 Su questa «l'abisso" plettro. Donna non marita sempre a testa scoperta.
{8Y0OO. sotto le sembianze d'un giovane erculeo, nudo, ha Di solito si trova a capo de! popolo.
acciuffato Faraone e lo tira brutalmente al fondo del Mar L'archetipo romano lo potrebbe presso a poco offrire il
Rosso, la cui personificazione {EPY6PA BAAACCH), effigiata sarcofago che era ancora intiero quando fu riprodotto nella
dietro lui, sembra già pregustare un boccone cosi prezioso. Roma sotterrimeli del lìosio colle seguenti indicazioni: .( Sar-
L'atto dell' abisso ■■ è ce ri a mente molto espressivo e conviene cophagus marmoreus ex coemetenis (ut creditur) effossus» e
benissimo ad una miniatura orientale, mentre sarebbe incom- « Questo pilo si vede bora nel Giardino del Palazzo del Sig.
patibile col genio dell'arte cristiana antica di Roma. Marchese Asdruhale Matte-i, tra le altre antichità che in esso
La personificazione del mare ritorna quasi su tutte le si vedono: è lungo palmi dieci; e alto tre, e due terzi»'. Il
rappresentazioni yrandinse dei passaggio. Solo sulla scultura Bottali non trova abbastanza parole per encomiare degna-
Doria è sostituita dalla figura d'un uomo barbato, in tunica mente la fortuna toccala al sarcofago, sapendolo nel palazzo
e pallio, che tiene nella sinistra una cornucopia. Quello che del Duca Mattei, dove sono ramassali in gran copia si fatti
ne è rimasto sulla lastra originale ci vieta di pensare ad un eruditi avanzi dell'antichità, rapiti con gran gloria de'suoi
errore del copista che avrebbe ■ scambiato II timone in un maggiori dalle fauci del tempo, v della barbarie; e conservati
adesso con diligenza »'. Quando il Bottari scriveva queste
perciò non può essere imi personificazione del mare; di più parole, il sarcofago non era più né presso Asdruhale Mattei
egli regge, come fu detto, una cornucopia, onde rappresenta ne sano, ma rotto in pezzi e morato nella villa Doria Pamphilj,
una delle divinità 0 pcrsonilicazit'iii della fertilità campestre. dove è rimasto. Il Garrucci lo credeva a torto « forse
Abbiamo qui, evidentemente, un'altra allusione alle ricchezze
della Terra promessa (tav. CCX, 1). La fronte è quasi completa: mane.1:10 soltanto la base,
Nelle due ligure muliebri della sii ssa scultura, prese dal l'angolo sinistro e un piccolo pezzo presso la figura di Mosè.
Bottari per « i vari fiumi che colano nel Mar Rosso «3, il La diamo completata a tav. CCX, 1, insieme al sarcofago di
Carnicci riconosce -personificazioni della terra -,' La prima Spalato, per mostrare che II modello romano fu ripetuto non
rassomiglia, invero, a quelle ben conservate dei sarcofagi solo nelle officine di Arles, ma anche in quelle della città del-
gallici, sui quali codeste figure s'appoggiano colla sinistra l'ultimo grande persecutore, Diocleziano. Rene Grousstt ' la
su un cesto ricolmo di frutta. Però la seconda non solo non si descrìve dettagliatamente e sa apprezzarne il valore artistico,
appoggia al canestro, ma fa il gesto di tristezza. Ne si può superiore a quello di Ai\: ■ Ce has-rchef est d'un bon stylequi
ammettere un errore del copista: non lasciando niente a de- scintile indiquer le commencement du quatrième siede. Lea
siderare, quanto alla correttezza iconografica, la figura è su- attitudes sont heureuscs; les personnages bieii groupés. Il
periore ad ogni sospetto. IVrclii- allora II gesto di dolore? — y a a Arles un sarcophagc qui rappellc d'assez près celui-ci.
mi si domanderà. La risposta non è diffìcile: la personifica- Mais t'exécutìon en semble inféneure ■, A parte l'equivoco
zione prende parte al miserando caso di faraone; perciò è sui due sarcofagi, d'Aìx e d'Arles, sottoscriviamo pienamente
triste. Per lo stesso motivo il snidato sul lateranensc ut si il suo giudizio, anche sull'età: Il sarcofago Doria è del
copre il viso, per non vedere la morte del Re, e l'i angelo » bel tempo costantiniano, di poco posteriore dunque
di Golia è tutto accasciato per la disfatta del gigante battaglia del Ponte Milvio.
(tav. CLXXXX1V, 2). Le personificazioni, tult'altro che La composizione è, l'i a quelle menzionate, la più ricca d
figure strane, come sembravano prima, sono invece parti- particolari e la più perfetta quanto all'esecuzione. Per porri
colari preziosi delle rappresentazioni prandio e del Passatu- in rilievo il gruppo del padre col figliolo sulle spalle, l'ari
pio. Quelle iti ispccie che alludono alla T ra promessa, dispose il popolo in due file ben distinte di uomini, donne e
quindi alla felicità eterna, sono più 0 meno fanciulli, collocando II gruppo nella prima fila. Cosi il pad
scndo la fronte interamente occupata dal Passaggio, può comodamente portare il figlio senza che questi tocchi 1
A tutte queste rappresentazioni è inoltre comune almeno superi colla testa il listello superiore. Nel e;
un uomo che porta un fardello arrotolato sulle spalle, strin- sonaggi delle due file conversano fra loro; sui volti risplendc
gendoi c colla destra le estremità dinanzi al petto. Questo la contentezza di essere scampati da un grande pericolo.
O trova la sua spiegazione nel passo seguente Il grazioso particolare del bambino portato si
della sacra Scrittura: «Tulit igitnr populus conspersam fari- ritorna sui sarcofagi Doria, di Bcllegarde, di S. Trofimo e
naio antequam fermentare tur: et ligans in palliis, posuit dei Musei d'Aix e di Arles'"; lo vediamo inoltre nella &
super humeros suos»'''. della elargitili sull'arco di Costantino ", Ma più ovvio
secondo particolari', quello dei piccoli condoni per mano, a Aix sulla casa n. 35 della me Roux-Alphcran, ha una tale
Eh* ni trova su tutte le sculture più complete del l'as- rassomiglianza col sarcofago del Museo di Aix che ambedue
saggio ', seminano del medi sirno artista (hir. I.'(,'.\TI. J). Secondo
Alla porta per la quale il popolo è uscito dalla terra la stessa scultura, abbiamo potuto completare il meschino
ili Kgitto. corrisponde dalla parte opposta un portico. pezzo del Museo di Arles (tav. CLXXXXV, 3). Riprodu-
E. LcBlant lo trova .aasez singulièrement place daos le ciamo anora la metà destra del sarcofago di Moustier, orribil-
déscrt ■ ". Ma l'in-
tenzione dell'arti'.
punto di partenza
egli vuol opporre il
■ Le Blant, Ariti, p. S«
Capo VI. - Afose
dianzi (p.24jseg.). Fra i quattro superstiti frammenti del ti gran n del Vecchio e del Nuovo
sarcofago, v'ha anche quello di Maria col timpano, senza il Testamento (tao. CLVII, 1). È tutto, e orribilmente, soprala-
monogramma, s'intende. Ma che vi sia stato (dipioto), non vorato, di guisa che molti particolari sono ora irricono-
si può mettere in dubbio; è una di quelle cose troppo ragio- scibili, |». e. le tre teste di guerrieri, che sporgono dalle
A Roma ho costatato anzitutto tre esempi, ancora scono- Perciò abbiamo riprodotto In copia che ne pubblicò
sciuti, del tipo grandioso. Il Musco laterancnsc ne possiede il Bosio (fi§. 157)!- Ma pure questa lascia a desiderare,
un piccolo frammento 'ultim come di solito. Mosè non era né calvo né barbato, bensì
po' di fondo, che per la belli a della fattura a ebbe e imberbe e con capelli ricchi, come sempre.
pato uno dei primi posti Uno sguardo a tutte
(tee. cit., n. 5). DÌ due !e , rappresentazioni del
altri esempi gli scavi a Passaggio fin qui illu-
S. Callisto hanno dato strate ci conferma nel
pezzi notevoli. L'uno giudizio sulla grande ras-
conserva, oltre somiglianza reciproca s
sulla loro provenienza
maschile con 1 da un archetipo che, con
letto, gran parte dell'ul- molta probabilità, ab-
ncl sar-
vallo era coperto di una cofago Doria.
pelle d'animale, ciò che è 1 ». fi). Del-
l'altro abbiamo ricuperato 1 - Il passaggio del Mar I
nessuno combacia, i'cr questa ragione non ne ho tentato una del Museo di
ricostruzione. Tutti sono ora fissati nel Museo locale; essi
provengono da un sarcofago di lusso, il cui bordo superiore Del tutto indipendente, al contrario, è il Passaggio rappre-
era ornato di volute e rosette, la base, di rosette alternanti sentato sul sarcofago del Museo di Arles, chiamato de la
con la croce gammata, la cosi detta svastica. La ricchezza chastc Suzanne 1 (tee. CI.XXXXV, 4). Faraone ci sì pre-
nei particolari della decorazione indica un'epoca meno an- senta nell'ultimo momento della sua vita; egli tiene ancora lo
tica; perciò daterei il sarcofago della fine del secolo IV. scudo, e il paludamento fa un ampio svolazzo, ma la biga è già
Il Museo del Camposanto teutonico possiede un grande coperta dalle ondi e dei due cavalli emergono le sole teste.
frammento che abbraccia l'angolo sinistro della fronte fino a L'esercito poi è ridotto a due cavalieri, visti l'uno di faccia,
Faraone. I.a disposizione delle figure rammenta assai la l'altro di schiena; il cavallo del primo va già a fondo, avendo
scultura Dorìa. Quello che rimane ancora dell'originale, è la testa nell'acqua fino al collo. Questi particolari rivelano
di straordinaria freschezza. Il lavoro è accurato, sebbene duro nell'artista delle qualità notevoli. Lo stesso deve dirsi del vec-
e, nelle pieghe delle tuniche, alquanto schematico. Le figure chio israelita che 11"» può più alluminare per la stanchezza ed
si staccano vantaggiosamente dal fondo lasciato grezzo, che è sostenuto da due giovani. Quantunque artistico, il gruppo è
dà alla scultura un carattere quasi arcaico. Ne conosciamo fuori di stagione, perchè il popolo salvato dal nemico deve
altri esempi, tutti del [V secolo, e piuttosto della seconda che mostrarsi in piena forza, come lo vediamo difatti nelle rap-
della prima metà (tav. cit,, ti. 7) '. presentazioni principali. Alleile Maria, invece di suonare il
D'uno stile opposto, impressionistico. ì: il secondo fram- timpano, discorre col vicino, avendo la destra vuota e stesa
mento dello stesso Museo. Esso proviene dal centro della verso di lui. ì/3 scultore ha dunque saputo creare una compo-
metà sinistra d'un coperchio e mostra Mosè nell'atto di toc- sizione artistica con particolari nuovi, che però distolgono
care colla verga le acque, due cavalieri e Faraone nel tra- lo spettatore dallo scopo della composizione. Questo caso è
monto, come sul sarcofago lateranense in. Faraone sta molto istruttivo, in quanto che ci mostra, cosa dovremmo
eccezionalmente in una quadriga. Vedendosi in pericolo di a volte aspettarci da artisti abbandonati a se stessi, che
andare a fondo, egli alza per dispera/ione la destra e sembra non si servono di modelli ispirati da dottori ecclesiastici. Di
gridare ai cavalli per rianimarli; uno di questi infatti volta fronte a questo caso eccczioiuilc possiamo affermare che le
la testa verso il padrone {tav. cit., a. z). rappresentazioni dipendenti dall'archetipo romano, non solo
Come un estratto dell'ultima rappresentazione appare il sono artistiche, ma in esse tutin è su In lidi nato allo scopo
Passaggio scolpito sopra il piccolo sarcofago vaticano, ora simbolico del Passaggio elle ; .■ al.hiai
luti.'raiil-11 se 212, che nelle due zone di altezza differente nentementc funerario.
CAPO VII.
DANIELE.
Daniele possedeva tutti quei requisiti, che possono rac- mezzogiorni, la gente si era ritirata, Susanna passeggiava nel
comandare l'uomo presso i con lem pò rami ed assicurargli giardino godendosi il fresco. Quivi la videro i « duo senes
ammirazione perpetua presso i posteri. « In lui », scrive Giu- iudices in ilio anno constituti de populo ■', e se ne innamora-
seppe Flavio, « tutto prendeva proporzioni grandiose,... il re rono entrambi. Ben presto furono costretti a confessarsi
e il volgo lo avevano in uguale stima. E, dopo la morte, l'uno all'altro la passione perversa, e » in communi statue-
si assicurò memoria eterna » '. Era di nobilissimo ltgnaì;<_'io, runt tempus, quando vani possent invenire solam ». Ora, un
d'ingegno precoce, e godeva la fama di essere versato in tutte giorno d'estate, Susanna volle prendere un bagno. All'ìn-
le scienze; aveva il dono soprannaturale delle visioni, ed era fuori di due ancelle, non era; ibi <|iiis(ju,mi praeterduos senes
un grande profeta. La sola profezia sulla ■ ludaca capta» absconditos, et contcmplantcs cani . Mandò via le due serve a
dai Romani sotto 'l'ito ', rilevata anclu- ita Nostro Signore , prendere l'occorrente per il bagno, e appena queste si furono
sarebhc bastata a renderlo immortale. allontanate, » surrexerunt duo senes, et acetirrcrunt ad Cam et
Altrettanto nobili erano le doti de! suo animo: in mezzo alla dixerunt; Ecce ostia pomarii clausa sunt.et nemo nos videt...,
corruzione della Corti, ili Habilonia, come anche dei suoi con- quam ob rem assentire nobis...; quod si nolucrìs, dicemus
nazionali, in parte molto depravati, egli viveva santamente, contra te testimonium, quod fuerit tecum iuvenis... » Ve-
osservando tutti i precetti della sua religione, non senza pe- dendosi umanamente perduta, exclarnavit voce magna Su-
ricolo della i ita. ciiinr pt'iva il fatto di essere stato due volte sanna: exclamaverunt autem et senes adversus eam ». Alle
esposto ai leoni. Perciò nulla di più naturale che incontrare grida accorsero i domestici, l'ostquam senes locuti sunt,
la sua grande figura già sulle prime opere dell'arte funeraria erubuerunt servi vehementer: quia nuinquam dictus fuerat
cristiana. sermo huiusccmodi de Susanna ■. Il giorno appresso, radu-
Apre la serie delle rappresentazioni Daniele orante fra i natosi " il popolo » in casa di Gioacchino, vi si recarono anche
leoni, dipinto verso la fine del secolo t nell'ipogeo dei 1-ìav ii; i due seniori e fecero venire Susanna, Questa comparve con
lo stesso fu ripetuto, nella prima unta del secolo il, in una tutta la famiglia. Allora i due seniori l'accusarono, ponendole
delle cripte di Lucina e nella cappella greca '. In quest'ultima la mano sulla testa e ripetendo dettagliatamente tutta la trama
vediamo inoltre, per la prima volta, la storia di Susanna, della falsa accusa. • Crcdidit eis multando quasi senibus et
espressa in tre scene. Ambedue i fatti si mantennero poi iudieibus populi, et comico ma ve runt eam ad mortem ». Su-
nella pittura fino all'abbandono delle catacombe. Graziosa sanna protestò la sua innocenza, e Dio la esaudì. Mentre
è una delle ultime rappresentazioni dove Susanna apparisce veniva condotta a morte, un giovane di nome Daniele, col
sotto le sembianze di una pecorella fra due lupi. Un ulteriore grido: 1 Mundus ego suoi a sanguine huius! ■-, rimproverò loro
Iaumento portò alle scene di Daniele l'uccisione del serpente, la leggerezza con cui avevano condannata una innocente,
che però, fino ad oggi, si trova solamente nella scultura, su falsa accusa. Tutti sono a guardarlo! Ed i » senes» l'inca-
Neil'il lustrare questi tre gruppi delle scene di Daniele, ricarono d'una revisione della sentenza: « Veni, et sede in
daremo la precedenza alla storia di Susanna, che cade nella medio nostrum, et indica nobis: quia tibi Deus dedit hono-
prima gioventù del profeta, quando aveva quattordici anni rem scnectutis . Installato da giudice, Daniele fece separare
appena, i due colpevoli e poi li esaminò. Alla dichiarazione del primo,
§ I. -Daniele libera Susanm di aver veduto Susanna col giovane sotto un lentischio,
dalla falsa accusa. rispose: « Rcctc mentitus cs in caput tuum: Ecce cnim An-
gelus Dei accepta scntentia ab co, scinde! te medium ». Al
Ebrei deportati in Babilonia era una nobile si- secondo che indicò un « prugno , rispose: ■ Reete mentitus
gnora
gnot di r ome Susanna, insigne per bellezza fisica e vita es et tu in caput tuum: manet enim Angelus Domini, gla-
pulehra niniis et timcns Deum », essendo stata dium habens, ut secet te medium, et interficiat vos ». Am-
-edi
educata dai genitori secondo la legge di Mosè ». Non era bedue furono condannati a morte e giustiziati: feceruntque
quindi una « timcns Deum » propriamente detta, una pro- eis sicut male egerant adversus proximum »b.
nome Gioacchino, ricchissimo, posse- 1. Abbiamo dato questo lungo estratto, perchè serve
deva un palazzo con un giardino pieno di alberi ombreg- a spiegare il cielo ili sane di Susanna, che riempie la fronte
giami. Siccome era anche il più notabile di tutti, « honorabi- intiera d'un sarcofago della chiusa di S. (elice a Gerona, pub-
a casa divenne luogo di ritrovo per i blicato anche dal Garriteci, ma con un commento non in
connazionali, anche per gli altari giuridici. Quando, verso tutto esatto ''. La colpa non è però del solo interprete; anche
' WlLpeUT, Pillar! cimiteriali, lavv. 5, I; 2J; Frullio punii, tav. IX.
1 Dan,, 13. .-61.
Mvrni-, ;j. 3;: Marc. * Tw. in, 3, p. 114.
252 Capo VII. - Daniele
l'artista vi ha contribuito. Per rilevare subito un dettaglio, sta, ma la supposizione è gratuita, essendo la fronte integra.
non fu eerto felice idea quella di rappresentare i seniori, per- La scena Cercata di sicuro non mancava nel ciclo che l'artista
sonaggi di età provetta, con visi di giovani imberbi. D'al- spagnuolo riprodusse in un mudo poco felice, avendo omesso
tra parte però l'artista cercò di essere chiaro. Ai seniori e a la scena principale, cioè quella di Daniele giudice in atto di
Daniele dette tunica, pallio e scarpe, invece dei sandali, condannare Ì seniori, separati l'uno dall'altro; come in una
probabilmente pcrdistingiierli dai personaggi sacri del Nuovo scena non meno importante egli omise un elemento necessario,
Testamento. mostrandoci un solo seniore il quale fisi posto la mano sul capo
II sarcofago di Gerona offre il cielo più ricco della storia di Susanna per dichiararla rea, secondo il testo della sacra
di Susanna {lav. CLXXXXVI, l) '. Le scene si svolgono da Scrittura: « Consurgentes ameni duo presbyteri in medio po-
destra a sinistra. All'angolo vediamo Susanna dinanzi ad una puli, posuerunt manus suas super caput eius»'. In confor-
tenda e fra due alberi, dunque nel « pomarium » della sua casa; mità di ciò sulla più antica rappresentazione, l'affresco della
veste stola, dalmatica, velo e scarpe, e porta nella sinistra uno "■ cappella greca », tutti e due i seniori ringoilo la mano sulla
scrignetto; con la destra, alzata e lateralmente espansa, leva tcstadi Susanna '. i spazio l'artista dovette
il grido alla proposta scellerata dei due seniori che le stanno limitarsi ad un solo : Siccome pero il significato della
accanto, ambedue giovani imberbi, con capelli ricciuti e, en- di lieve interesse. Ciò che
trambi, in atto di parlare. più offende, è la sproporzione fra i seniori e Daniele: quelli
La scena seguente ha per fondo la casa colla tenda alzata. appaiono ben quattro volte, mentre Daniele s'affaccia una
La servitù, accorsa alle «rida della padrona, e rappresentata da volta sola e ancora come figura accessoria. I due personaggi
un servo recante un vaso alto e stretto, e da un'ancella (acefala) nel fondo sono rappresentanti del popolo.
recante nella sinistra abbassata una specie di scodella a due Viene in ultimo la scena in cui i due seniori condannati
anse; nel mezzo appare Susanna, di nuovo fra i due seniori, si avviano verso il luogo dei loro supplizio, accompagnati, non
uguali a quelli della prima scena: l'uno l'ha afferrata per da due ministri di polizia, ma dai due angeli» menzionati
il braccio, l'altro fa il gesto di parlare. nella sacra Scrittura: «Ecce cnim Angelus Dei... scindei te
Le tre scene che seguono ritraggono fatti del secondo medium », e: « ... manet enim Angelus Domini, gladium ha-
giorno. Nella prima spicca Susanna nell'atteggiamento carat- bens, ut secet te medium... ■ Quest'ultimo porta nella sinistra
teristico degli accusati, colle mani abbassate lungo il corpo, abbassata la spada; lo strumento del primo è una scure s che
come !a vediamo ancora in altre rappresentazioni; essa è ri- per mancanza di spazio giace in terra. Può anche darsi che
volta a due personaggi Seduti di profilo sopra un bÙelHum, coi ripugnasse all'artista di darla in mano ad un angelo. I due
piedi posati sopra uno sgabello: sono i seniori, in tutto iden- condannati camminano a passo svelto, mettendo le mani in
tici a quelli delle due prime scene, e entrambi in atto di pro- avanti, come fauno i camminatori in genere.
durre la falsa accusa contro Susanna, facendo con la destra 2. Meno numeroso è il ciclo di scene di Susanna nella
(nel primo distrutta) il gesto oratorio. Quello di fondo tocca zona superiore d'un sarcofago del Musco di Arles, chiamato
coi "digiti porrceli il braccio di Susanna per esprimersi ■ sarcophage de la chaste Suzanne » ((ut'. CLXXXXV, 4).
meglio, come Nabucco, intimando 'adorazione, tocca la sua La prima scena si trova a destra della immagine clipeata, e
statua. I cinque uomini di fondo r.-,p presenta no il ■ popolo ■; rappresenta i due seniori nascosti dietro alberi per contem-
la vecchia donna dietro Susanna, forse la madre. plare Susanna che sta leggendo un libro, sacro, s'intende. Al-
A tergo dei due seniori seduti sta un giovane imberbe1, lusione evidente alla educazione di Susanna secondo la legge
corrcapelli lisci e in atto di riflessione, toccandosi coti'indice il di Mosé, L'atteggiamento dei due seniori, come anche quello
mento. Egli sta per conto suo; nessuno dei vicini gli bada, di Susanna, è molto bene riuscito. Soltanto l'abito della santa
come anche degli interpreti nessuno se n'è occupato. Eppure potrebbe forse sembrare troppo solenne per una pa
è un personaggio importantissimo, che in un batter d'occhio giata in giardino. Ma Susanna non fa una passeggiata qualun-
farà cambiare la scena: è Daniele, che fra poco emetterà il que, belisi sta leggendo e meditando la Legge divina. L'ai
grido: « Mundus ego stimi a sanguine huius «. Conosciamo avrà voluto in tal guisa aggravare la colpa dei seniori ?
già l'effetto di questa esclamazione: da accusatori, i due seniori Al primo posto del cielo è la condanna. Daniele, seduto
furono convertiti in accusati e subito condannati a morte su uno scoglio, come Dio Padre nella offerta di Caino e Abele,
pronuncia colla destra (distrutta) la condanna di un
Ora si aspetterebbe la condanna dei due seniori, come la seniori, il quale sta curvo e con le mani legate a tergo da-
vedremo sui monumenti romani. Non vedendola, il Gar- vanti al giudice; un ministro di polizia lo incalza a colpì di
rucei suppose che, ad onta della lunghezza più che suffi- sasso. Nel fondo Susanna stringe il lembo delta palla tirata
ciente, la fronte del sarcofago fosse « mancante a destra e a sul capo; a destra di lei un ebreo, come rappresentante dei
sinistra , e elle ivi, a sinistra, fosse stato ■■■ Daniele elle t popolo ». Segue l'altro seniore che, in vista di ciò che
condannava ambedue sii supplizio ■s. L'affermazione è giu- lo aspetta, fa il gesto di dolore; un ministro di polìzi
gesto della destra 1" invita difatti a seguirlo, come per dire: dubbio, il piano infernale contro Susanna. Si capisce che co-
desto estratto suppone cicli completi di scene di Susanna, nelle
Un'altra rappresentazione gallica di Susanna e dei due quali spiccava, come fu detto, Daniele giudice in atto di
sentori si trova sul coperchio che chiude ora quel sarcofago del condannare a morte i due seniori e liberare Susanna dalla
Musco di Narhonne col solenne annunzio della triplici- illa- falsa accusa, illustrazione della preghiera in prò dei defunti;
zione (tot,. CXXIV, .?). È di conservazione cattiva e fu pub- -Libera, Domine, animam servi lui, sicut liberasti Susan-
blicato dal Garrucci ' e dal Le Blant. Questi è più esatto: nam de falso crimine ».
« Le couverclc munire d'alioril ì'tiistoirc di: Suzanne... on La scena nella quale si colpiscono con sassi i due seniori,
voit Ics deu\ vieillards, ics mains liees dcrricre le dos, mar- ci procura un'idea esatta di quella tanto rovinata de! coper-
chant courbés et pnussés en avant par un homme qui a saisi chio di Narbonne. Lo stesso castigo, ma applicato ad uno
l'un dVuN aux chcvcu\; eiennent cnsuite la jcune femme en solo dei seniori, come sul sarcofago di Arles, incontreremo
prière, puis Daniel tcnant le volumrn... et tendant la main anche altrove.
vers elle » '. L'illustre archeologo avrebbe dovuto rilevare che 4. Oltre un meschino pezzo del Museo teutonico
il coperchio nini è intiero; manca a sinistra il primo satellite (tati. CLXXXXV, r), troviamo ancora il castigo sopra il
che teneva acciuffato il primo seniore. Sr:sanna poi non e grande frammento latcrancnsc ioj d'un sarcofago a colonne,
orante, come osserva anche il Garrucci; cs«a ha solo la de- da multo tempo noto (tav. a't.,2) \ Delle sette nicchie man-
stra alzata e aperta, mentre posa la sinistra sul petto, cami le due ultime. Daniele, giudice, occupa quella centrale.
per affermare la sua innocenza. La scultura rassomiglia per- Kgli e seduto sopra una seggiola a teste e zampe di leone e
tanto all'affresco callistiano, dove Susanna f.i lo stesso gesto9. provvista di sgabello; tiene nella frustra un volume e con la
Del primo gruppo troveremo presto un esempio romano destra (distrutta) pronunzia la sentenza contro il primo dei
di una conservazione perfetta. Seniori, che nella nicchia vicina sta tutto curvo, rivolto a
Tutti e tre i monumenti rissinomi al secolo tv. Sul primo i Daniele e con le mani sporte, come supplice. A questa
seniori sono giovani imberbi, sul secondo hanno barba; sul posizione incomoda lo costringe il satellite che lo colpisce
terzo, invero troppo mal con si-nato, sembra che siano im- con un sasso, non « con la spada, della quale rimane
berbi. Nei monumenti romani, al contrario, hanno sempre la soltanto il manubrio », come scrive il Garriteci e ripetono
barba, onde di necessità una rassomiglianza fra i seniori ed i G. FickereO. Marucchi0. È la medesima scena che abbiamo
principi degli apostoli, rassomiglianza, s'intende, fortuita, la già veduta sui due ultimi sarcofagi. A quello del Museo delle
quale però è bastata per traviare qualche archeologo. Può 'l'erme allude anche l'atteggiamento serio di Susanna che
essere che l'inevitabile confusione abbia indottogli artisti del- caì['Angelus Dei riempie la nicchia a destra.
l'epoca della pace ad effigiare i seniori con un viso imberbe; Manca ancora l'altro seniore, per completare la rappre-
sicché un sentore barbato sarebbe mi indizio d'età preco- sentazione. Kgli stava nella nicchia appresso in un'attitudine
stantiniana. In ogni modo il criterio non è assoluto, perchè più o meno identica a quella del seniore sul sarcofago « de
gli artisti ben poterono continuare ad effigiare con la barba la chaste Suzanne », cioè col gesto di tristezza, avendogli
intimato il satellite di comparire avanti a Daniele, giudice.
Sui monumenti romani la parte principale tocca a Da- Le scene di Susanna erano qui accompagnate da miracoli
niele; egli è anzitutto giudice e siede ptu tribunali. I seniori di Nostro Signore, cioè della risurrezione del figlio della
sono gli accusati, e debbono stare in piedi. vedova, dalla guarigione della figlia della Cananea e da un
3. Il Museo delle Terme possiede, da pochi anni, un bel terzo, ora distrutto, che occupava l'ultima nicchia: ivi abbiamo
sarcofago, rappezzato si, ma di una conservazione stupenda. È restituito il centurione di Cafaroao, cui Cristo concede la
a cinque scompartimenti e ornato di scene che si riferiscono grazia implorala, come sopra un importante frammento che
esclusivamente alla storia di Susanna, pur non dandone che illustreremo appresso. Cosi fu ricostruito il sarcofago che
un semplice sunto (tav.CLXXXXVI, 3)'. Nel campo di diamo a pagina seguente (fig. 158).
mezzo Daniele, seduto in tribunale e col rotolo nella sinistra, 5. Il frammento riprodotto a fig. 159 appartiene al Museo
è in atto di condannare i due seniori. Accanto a lui sta in di S. Callisto. Lo menzionò già il de Rossi ', ed il Garrucci
piedi Susanna, tutta avvolta in un'ampia palla, tenendone ne pubblicò, » da una fotografìa del Simclli », una copia
l'ultimo lembo nella sinistra abbassata. Il suo atteggiamento abbastanza fedele '. Poi lo descrisse anche René Grousset a-
esprime bene lo stato d'animo. Di questi autori solo il Garrucci si occupò della prima figura,
Nel campo a sinistra si vede l'effetto della condanna: due ravvisandovi » un s. Pietro a cui Cristo predice la negazione ».
sbirri hanno afferrato per i capelli i due seniori e li cacciano La ragione sarebbe perchè l'apostolo in qualche marmo non
avanti, colpendoli con sassi. Nel campo di contro gli stessi alza la destra verso la fronte, ma invece l'abbassa additando
e fra loro, combinando, senza il gallo che è presso i suoi piedi 1. Al contrario l'atteggia'
mento del nostro personaggio è di imo sconsolato, sconfitto, dall'agguato ■ '. I,a.< eapsa » contenente i volumi cuna nuova
ente lo vediamo nell'angelo di Golia (tav. CLXXXXIV, 2); allusione alla educazione di Susanna nella legge, di Mosè,
perciò non può convenire a S, Pietro. I,a difficoltà nel deter- e, per conseguenza, alla superiorità di questa legge, tanto
minarlo crebbe ance ira, quandi >, mi riordinamento del Museo, combattuta dagli eretici, malgrado elle provenga direttamente
potei Aggiungervi un notevole pezzo sconosciuto della stessa da Dio. Susanna rassomiglia più o meno a quella dei mo-
fronte, che dai tratti del volto pareva rappresentare s. Paolo, numenti dianzi illustrati.
quantunque il suo atteggiamento fosse poco conciliabile con In Daniele è rilevato più che altrove il carattere di giudice,
le scene note, die rappresentano l'apostolo delle genti (fig.160). seduto su di una seggiola davanti ad una tenda che lo separa
La scoperta del sarcofago del Musco delle 'l'erme mise fine dal pubblico, E il Vehtm dietro il quale il giudice si riti-
■ G«Ruect,tw.jS3. 5, P. rzS.
- Daniele lìbera Siisi i dalla falsa a
personnage tcnant le volume» ci si- detachant sur une dra- di S. Lorenzo (fan. cit., 5), per mancanza di spazio, Danii
perie que soutcìiaicnt deux génics ailcs ». Era questa una porta nella sinistra una fiaccola rovesciata, torse per signifi-
eccezione perchè il centro è dì solito occupato dalla tabella care che, non vuole far atto di culto, cioè nutrire il serpente,
della epigrafe. Per la distribuzione delle scene il coperchio come in tante rappresentazioni pagane, ma ucciderlo per
ricordava la zona supcriore de! sarcofago ■ de la chaste Su- estinguerne il culto. — Quando le sculture sono ben con-
zanne , su cui alla condanni! dei seniori fa parimente riscon- servate, il serpente ha spesso una cresta, è un « serpens
tro la comparsa del Signore davanti a Pilato. galeatus », secondo l'espressione dianzi citata di s. Cipriano5
che vi riconosce una figura di Satana, vinto, con allusione
SII - Daniele uccide il dio-serpente alle parole di s. Giovanni: <• Et proicctus est draco ille ma-
dei Babilonesi. gnus, serpens antiquus, qui vocatur I ìiabolus et Satanas, qui
seducit universum orbem ■ *. Poco prima il Santo parlava
Come nella storia dei tre fanciulli la condanna al itivicom- della lotta col » draco »: Michael et ungili eius praeliabantur
burìuni fu cagionata dal rifiuto dell 'adora/ ione della statua di cum draconc. et draco pugnaliat et angeli eius»'. Onde è
Nabucco, figura del culto prestato ai « sacri vultus ■ degli chiaro che l'assistente di Daniele è un angelo. Ultimamente3,
imperatori, cosi l'esposizione di Daniele alle fiere ebbe per conforme a ciò, la scultura del coperchio di Vienne ci ha fatto
causa il rifiuto del culto della divinità dì Babilonia, anzi conoscere un angelo iti Salano, fin'ora un unicum nell'arte
l'uccisione della divinità stessa, del « draco magnus », che funeraria (top. CLXXXX1V, 2).
ì Babilonesi adoravano come un dio. Alla pretesa del re di Le sculture con la uccisione del « draco magnus > sono quasi
fargli venerare una tale divinità, Daniele dette una risposta tutte dell'età della pace. L'esempio più antico,.della prima
che più tardi ripeterono, in simili occasioni, i martiri: « Do- metà del secolo III (tao. CLXXXXXII, 4) ', ci è offerto dalla
minum Dcum meum adoro: quia ipsc est Deus vivus: iste scultura del coperchio lateranense 136; ivi il «serpens galea-
autem non est Deus viveus •, Ottenuta dal re la facoltà di tus u dalla cima d'un albero si è avidamente avvicinato a Da-
uccidere il serpente « absque gladio et fuste », Daniele com- niele die gli mette la focaccia in bocca; fra i due l'ara col
pose la nota focaccia » et dedit in os draconis et dìreptus est fuoco acceso, ma rovesciata, e, nel fondo, l'angelo. Ricor-
draco » '. « Ecco cosa sono i vostri dii », aggiunse il profeta, diamo inoltre che l'artista d'un bellissimo sarcofago del Mu-
rivolto al re. seo di Arles dette alla scena un posto altrettanto inaspettato
Di questo episodio della storia sacra non esiste fino ad che grazioso, scolpendola sul fianco della base dell'edicola
oggi nessun esempio nella pittura; esso fu invece rappresen- di Lazzaro (tav. CUI, ;). Il sarcofago è del numero di quelli
tato nella scultura, tanto romana che provinciale; perfino del parallelismo fra le rappresentazioni del Signore e del
l'Africa ce ne ha dato un esempio. Agli undici pubblicati dal principe degli apostoli.
Garrucci " e dal Le Blants, ne aggiungeremo tre, due dei Si sa che Daniele, uccisore de! serpente, prefigura Cristo,
quali ben conservati (taw. XXVI, 2; CLXXXXV1I, lej). il quale abolì il culto pagano dei sacrifizi multiformi,
Dovendosi ad un artista romano, la composizione è chiara e, sostituendogli il culto cristiano eoi sacrifizio eucaristico.
in sostanza, sempre la stessa: Daniele, spesso assistito da un Questo concetto è mirabiliucnlc espresso nel sarcofago mo-
personaggio in abiti sacri, mette la focaccia in bocca al ser- numentale della chiesa di S. Trofimo di Arles (lav. CXXI ', s),
pente che si è rizzato, da terra, ovvero da un albero, al cui dove nell'angolo sinistro abbiamo la moltiplicazione dei pani
tronco è avvolto, come lo vediamo nelle scene della caduta e dei pesci, cioè il simbolo più solenne della eonsecra/ione eu-
dei protoparenti. Su cinque scene è aggiunta un'ara della caristica, e i due pesci sono posti sull'altare; nell'angolo destro
solita forma, diritta o rovesciata, e coi fuoco acceso, per Daniele uccide II serpente, e sull'altare giace il resto della
alludere al culto divino prestato al rettile. Perciò sul coper- focaccia per mostrare quanto sia nocivo il culto pagano.
chio del noto sarcofago di Verona (tav. CI., 2) e sopra un Il miracolo della moltiplicazione sul sarcofago di S. Tro-
frammento d'un coperchio simile della collezione di Raoul fimo ricorda quello che, elica due secoli prima, l'artista della
Gìraud a Grozon4 {tav-. CLXXXXV1I, 1), il serpente ha « Cripta dei sacramenti .v dipinsi-, eolla differenza però che
un tempio, davanti al cui ingresso, aperto, divora la focac- il pane si trova insieme al pesce sulla mensa-altare, invece r)i
cia che gli porge Daniele, accanti 1 all'ara aecesa. Sul fram- essere offerto da un apostolo '". Abhiamo pertanto due monu-
mento il tempio è provvisto d'unii tenda, e l'arco al di- menti i quali, pur distando assai l'uno dall'altro, per il tempo
sopra dell'ingresso è, ironicamente, ornato d'una corona. e per il luogo, rappresentano lo stesso soggetto simbolico e,
Come riscontro figura, all'angolo opposto del coperchio, il si noti bene, non un soggetto simbolico qualunque, ma uno
tempio di Simone Mago, con una scena presa dagli apocrifi, ilei principali e di significato profondo. Coincidenza impor-
della quale parleremo a suo tempo. Sul sarcofago dell'atrio tante, questa, sfuggita tanto al de Rossi che scopri raffresco,
360.1:370 1; 383,5.
' Aria. taw. Vili XXV; Cauli, uvy.
' lìullltìn ile la Sili ièlr ■l'ili: lirtijugie ri tini.
•< Wilmut, Piimr,
256 Capo VII. - Daniele
quanti] al I.c Blant chi' pubbli™ il sarcofago, perchè in tient dans la main gauche un long bàton; son bras droit est
quel tempo si credeva, erroneamente, che l'affresco rappre- ri-plié. Plus loin, un second personnage penché vere la terre
sentasse la consacrazione reale, ad unta del pallio filosofico retient un agneau de ses deux bras; a coté de lui s'élève un
che migli affreschi dei due cubicoli principali i dei sacramenti» arbre amour duqucl s'enroule un serpent... »!. Alla sua
t costantemente dato al Cristo, mentre nella scena del domanda: V a-t-il ìci un indice de christianisme? ■ — bi-
battesimo d'un catecumeno, vale a dire in una scena sem- sogna dare una risposta assolutamente negativa. Il nimbo è a
plice e sicura, il sacerdote veste tunica e pallio. rilievo, e se la composizione fosse intiera, non mutila, si
Sopra un altro sarcofago di Arlcs il sacrifizio del culto vedrebbe una scena di sacrifizio, rome qualcuno l'ha spie-
cristiano è contrapposto non solo al sacrifizio caratteristico del gata'. A ciò corrisponde l'attitudine del «second person-
culto pagano, ma anche a quello giudaico. Ma di questo nage », che è quella di chi mena un ariete al sacrifizio.
abbiamo già trattato nel Capo IV (/>. 234 "?■)•
In ultimo parleremo d'un monumento il quale, benché § III.-Prima condanna'di Daniele ai leoni.
di un'altra classe, è intimamente congiunto col nostro
soggetto. Daniele fu gettato due volte nella fossa dei leoni. La prima
A fig. 28 (p. yo) e riprodotto il celebre epitafio latera- volta pere hi n ordine perentorio di ri-
ncnse, fregiato da un gruppo di simboli : oltre l'ancora vi si volgersi in qualunque
vede il Buon Pastore Con la pecora sulle spalle fiancheggiato continuò ad adorare il ■
dal mostro che rigetta Giona e dal Icone ruggente, gruppo sueverat -, 11 re gli inni lalgrado, la pena ni
che illustra le antiche preci dirette a Dio in ,pro del fedele ciaiagli, cedendo alle deiili
giunto }}i extremis, quando Satana raddoppia gli sforzi per vano di disfarsene. «Deus tuus, quem colis semper, ipse
impossessarsi dell'anima. È vero che la preghiera principale, libcrabit te >, disse a Daniele, quando lo mandò alla fossa dei
quella del Sucriitiii-iitiiriiiiii Cnìlkanum, nom leoni. Brano parole profetili)..'! Allorché il giorno appresso,
, di I di gran mattino, ■ voce lacrimabili », domandò a Daniele se
done la voracità: Non ei se opponat era vìvo, questi risposi: coU'usiiale saluto: « Rex in actemum
leo rugicns et draco devorans, misero- viw: Deus meiis misit angcliim suum et conclusit ora leo-
num et non nocuerunt mihi... ». E il re, pieno di gioia, lo
piicii importa, perchè fece cstrarre dalla fossa, «et nulla laesio inventa est in co,
cete, draco, simboleggiano lutti Sa- quia credidit Deo suo»5.
tana '. L'importante è che il gruppo Di questa prima condanna ai leoni troveremo, nelle rap-
simbolico de 11'epitafio lateranensc non presentazioni di Daniele, solo tre esempi più o meno sicuri.
rimane più isolato. Dopo lo studio Gli artisti preferirono, invece, la seconda condanna che e
speciale di tutte le sculture con la strettamente collegata con la uccisione del « draco magnus ».
rappresentazione del serpente, ne ho Ecco come questa condanna avvenne.
potuto r in avanzo notevole su un frammento di La fine prosaica del dio-serpente suscitò fra i Babilonesi
sarcofago del cimit ■o di Pretestato (J15. 161): a sinistra d'un una rivolta contro il re che fu minacciato di morte: «Tradc
pastore acefalo e < nza piedi, è rimasta la parte superiore nobis Danielem, alioquin interficiemus te, et domum tuam ».
d'un serpente dri; ,to. I.'epitafio lateranensc e la preghiera 11 re, "forzato dalla necessità, consegnò loro Daniele »; essi
completare il gruppo con un » leo rugicns » « lo gettarono nella fossa dei leoni, dove rimase sei giorni ».
(tav. CLXXXXVII, 2). Abbiamo dunque una illustrazione In questo frattempo i leoni furono lasciati digiuni, per co-
perfetta della prece citata. stringerli a divorare la vittima. Ma essi non si mossero, e a
È probabile che la scultura provenga da un sarcofago a Daniele Iddio mandò miracolosamente il cibo per mano di
cinque scompartimenti e che nei due altri campi fossero rap- Abacuc: «Surgensque Daniel comedìt». Nel settimo giorno
presentati il pastore che sorveglia il gregge, e l'orante nel venne il re, « ut lugcret Danielem , credendolo morto; ma
noto significato. Secondo ogni verosimiglianza, dovrebbe lo trovò sano e salvo, seduto in mezzo ai leoni. «Et excla-
essere precostantiniana, come l'epitafio latcranense: l'abito mavit voce magna rex, dicens: Magnus es, Domine Deus
c la maniera di portare la pecora sono antichi. Danielis. Et extraxit eum de lacu Iconum ». Quando poi vide
Parlando delle più antiche rappresentazioni del Buon che gli avversari di Daniele, gettati alle liere, furono imme-
Pastore nell'arte orientale, Charles Bayet rammenta un basso- diatamente divorati, «rune rex ait: Paveant omnes habitantes
rilievo rinvenuto nell'acropoli d'Atene, del quale da la se- :ii H--I-. 1 : >.( terra Deum Danielis: quia ipse est Salvator,
guente descrizione: 1 Le personnagc principal est Ult berger, faeiens signa. et mirabilia in terra: qui liberavi! Danielem
vétu d'une courte tunique noiiécà la ii-iminc et d'un manteau de lacu teonum-4. Le ultime parole sono ripetute nella
rejeté en arricre;.., la lète est ceinte d'un nimbe Le lierger Commendatili animile, indicando così il significato simbolico
indonna di Daniels ai leoni
delle rappresentazioni di Daniele fra i leoni: ■ Libera, Domìni», La visita del re nella fossa dei leoni si vedeva, con grande
animino servi lui, sient liberasti Danicleni de lacu leonum ». probabilità, anche sulla testata destra del sarcofago distrutto
Come abbiamo dello, Daniele è una delle ligure che en- di Soissons, il quale dovrebbe essere stato « engagé dans la
trarono prestissimo nella piuma cimiteriale. Nei tre esempi muraillc , perciò soltanto a metà visibile. Il disegno antico
più antichi egli è vistilo della semplice tunica, senza il manto, non ne riproduce difatti che la metà, cioè un leone e Daniele,
vale a dire « nudus », secondo il concetto degli antichi. Ma li- con la mano sinistra abbassata. A ragione quindi il Le Blant
pitture del secolo in e dell'età della pace lo mostrano com- opina che Daniele « tourné vers la droitc, il levait le bras,
pletamente nudo, ad eccezione di due, nelle quali egli cinge en s'adressant, sclon tonte apparente,... au roi venu le visi-
il ventrale, secondo l'uso più antico dei condannati ad bestiai. ter»'. Ne daremo più oltre la copia.
Ma, vestito o nudo, Daniele appare sulle pitture sempre solo ■2. La scultura del sarcofago di Lucq-de-Béarn ci ha
e orante fra i leoni, di guisa che non si può sapere, se l'artista guidato nella ricostruzione d'un esempio romano, molto mal
abbia voluto rappresentare la prima o la seconda condanna, ridono, ma sicuro. I frammenti vennero alla luce negli scavi
il che, del resto, non influisce sul significato simbolico della latti eseguire nel emulerò dei Ss. Marco e Marcelliano e si
conservano nella cripta di contro all'ingresso. Della scena sono
La stessa incertezza lasciano anche le sculture che mo- rimasti un leone quasi intiero, scolpilo con notevole maestria,
strano Daniele solo e orante in mezzo ai leoni. Più spessa però scarpe e gambe col lembo della tunica di Abacuc, la parte
gli scultori sono, come d'abitudine, molto chiari e non per- inferiore del paludamento, la mano destra parlante del re,
mettono il menomo dubbio, aggiungendo, oltre l'angelo, oti pezzo della gamba 1 le dita della maini sinistra abbassata
Abacuc recante il cibo, prova, questa, che hanno voluto rap- di Daniele. Questi, per conseguenza, non era rappresentato
presentare la seconda condanna. Della prima, al contrario, orante, ma faceva colla destra al/ala il gesto di saluto,diretto
non esistono che due frammenti e un monumento intiero. al re, come sul sarcofagi! gallico, iiastò quindi aggiungere l'altro
Di questi tratteremo in primo luogo. leone e l'angelo, per completare la scena (/«■,-. (X'VIIl, j).
i. La scena intiera della prima condanna di Daniele ai I frammenti sono residui della fronte d'un sarcofago a
leoni occupa la testata destra del sarcofago della chiesa di figure di altorilievo, fatte con grande cura, ma tozze e mal
Lucq-de-Béarn (rat». CLXXXXI, 6). La scultura e assai razza; proporzionate. Se si aggiunge la presenza della consegna della
specialmente le figure vestite sono come gonfie, il che a Legge a Muse e se si ticn conto del luogo onde provengono i
prima vista rende enigmatici alcuni particolari. Il profeta è frammenti, bisogna ascriverli al secolo iv. Quanto ai sarcofagi
nudo ed ha la mano sinistra abhassata, come i protoparenti gallici, tutti d'un lavoro assai inferiore, non si può escludere
nella scena della caduta; la destra, al contrario, e alzata il secolo v. Tra quelli della seconda condanna invece, ne tro-
quasi verticalmente; testa e sguardo sono rivolti al re. veremo alcuni precostantintani.
Cosi l'artista ha espresso il saluto di Daniele: « Rex, in ae-
temum vale!» Il re somiglia ad una grossa donna; egli § IV. - Seconda condanna di Daniele ai leoni.
siringe nella sinistra uno scettro che, solo, lo caratterizza.
La parte superiore della testa è distrutta, altrimenti se ne Le sculture che rappresentano la seconda condanna di
vedrebbe il diadema. Con la destra abbassata tiene il lembo Daniele ai leoni, sono incomparabilmente più 1
del paludamento, che monta sull'avambraccio sinistro, e che Quelle pubblicate dal Garrucci e dal l* Blant ai
stando alla copia del Le Blant un po' ritoccata, si prende-
rebbe per una mappa contabulata. diffusione di questa immagine si deve al fatto che Daniele fu
Il personaggio di contro al re sembra aggiunto per dai Padri e scrittori ecclesiastici pi esodi buon'ora per figura dei
sviare l'interprete; esso ricorda quegli uomini che nelle martiri condannali ut! bestiai. Ai venti lesti citati dal Le Blant*
sculture col passaggio del Mar Rosso portano sulle spalle il ne aggiungeremo uno di Eusebio. Parlando di martiri dati
sacco arrotolato. In realtà si tratta ili pieghe abbottate. E. ad bestiai e rimasti illesi, lo storico descrive particolarmente
Le Blant, che conosceva la scultura originale, non si lasciò un giovane il quale, in mezzo ad orsi e pantere se ne stava tran-
ingannare: « 1,'Inumile debnut deiriére le prnphète et por- quillo, colle mani espanse a forma di croce: St'xa Stojióiv éo-rioros
: la main a son visage parali ctre un accusateli!" con-
dannine auM lions, comme il est dit plus loin (Dan., VI, 23) et
faisant un geste de désespoir » ', scrive egli di codesto perso- KaSajrroiiévitv alnev tì]j aapKÓs. ' » L'analogia con le rappre-
naggio. La spiegazione è giusta; incontreremo più d'una volta sentazioni di Daniele è sorprendente «, dice Charles Bayer.,
figure di delatori nelle scene dei tre fanciulli. Col gesto di illustrando questo passo ''. E si noti bene che Eusebio è
dolore l'artista volle indicare senza duhbìo la triste sorte dei un teste oculare. Egli parla anche, come vedemmo, delie
denunziatoti di Daniele. statue di bronzo dorato, rappresentanti il Buon Pastore colla
' o.rafr. uv XXVII, 3, p. 103. t»v, VI: Vili: XX. 2: (ìaale.p. 13: XV, ,: \x\ , }: XXVI, 1; XXVII. j;
' Gmt*. p. .5. XXXIV.
1 Garkccci, «aw. 301, 3; 3:1, +; 3 13. 5; 31S, 3: 322.1; 323, 1: 33;. 3;
333. 'i 34&i >i 3S». ' « '■■ 359. K }'•*, » e 3; 3*j. 2; 3*6. 2 t 3; 367, 1-3; /. E.. >
■<: 374, 4; 375. V- 3S4. '.3^5; 3S;. 5; 3S3' 4; +°3. 5; 1-t Blant. A.hi,
258 Capo VII. - Daniele
pecora sulle spalle e Daniele fra i leoni, che Costantino fece mento, indicato da sette stelle, sporge la mano dell'angelo, la
i-Misere nella sua capitale sulle fontane pubbliche. ' quale, afferrando per i capelli Abacuc che reca il piatto eoi
i. Le sculture con Daniele fra i leoni sono meno antiche pane e col pesce, lo porta attraverso gli spazi e lo depone nella
delle pitture, perchè il gruppo d'una figura umana fra due fossa dei leoni dove il servo di Dio offre a Daniele il cibo.
belve si prestava poco per le fronti ordinarie dei sarcofagi, Simile immagini- stava l'orse dinanzi al pensiero di Prudenzio
richiedendo troppo spazio. Difatti quando compose l'inno « posi cibum » testé citato. Solo il
su un frammento dell'angolo sini- recipiente è diverso: sulla scultura Abacuc porta un piatto,
stro d'un sarcofago del Museo di mentre il poeta parla d'un « canistrum ■s, pensando, come
S. Callisto uno dei leoni fu relegato sembra, a quelli ripieni dei « bona Christi -, rimasti dalla re-
nel fianco migao(tat>.CLXXXXlV, fezione miracolosa delle turbe, simbolo eucarìstico. Egli pone
g; fig. 162), La più gran parte sono difatti in bocca a Daniele, riconfortato dal cibo, la parola
dell'era della pace, poche del se- ■Amen -, nota risposta alle parole: caro Christi e ■ san-
colo tu, nessuna del 11 secolo. Quelle guis Christi , che il diacono pronunziava dispensando la
il solo profeta fra ì comunione ai fedeli: « His sumptis Danìelus excitavit in
1 pò caelum faciem cihoque fortis Amen reddìdit, Halleluia
niformi. Eccettuando dixit »'.
sulture di Ravenna, quella ili Mas- 3. Quanto fosse conosciuto il significato eucaristico del
L'Ai» (to'. LXV, 5) ed una inedita cibo offerto a Daniele, si desume da un monumento della
del Museo di Napoli (t*>. CLXIV, prima metà del secolo ili, cioè dal sarcofago di Velletri, sul
5), Daniele è sempre nudo, come sulle pitture. Una qual- quale Abacuc ha preso due pani, in ciascuna mano uno, dai
che varietà risulta soltanto dal vario modo di rappresen- canestri della moltiplicazione miracolosa, per portarli alla
tare i leoni, che, secondo l'espressione di s. Gregorio fossa dei leoni. E vero che questa rappresentazione ha fuorviato
Nazianzeno, Daniele ■ dominò con l'atteggiamento delle più di un archeologo, come ho mostrato altrove. Ma ai cri-
mani espanse (in forma di croce) • !. Prudenzio poi de- stiani antichi, imbevuti di simbolismo, tale composizione
scrive, nel suo linguaggio poetico. : i leoni, obliando dovette riuscire di facile e gradevole intendimento.
la loro ferocia, diventarono iLambunt indomiti Una scultura frammentaria del Museo di S.Callisto, che
virum leonts | intactumque Dei alluminili. [ Astant potrebbe essere ancora del secolo iti, ci mostra Abacuc che
cominus et iubas reponunt | mansucscit rabies, fameque porta nella destra un canestro, eoli tenente due pani crocese-
blanda | praedam rictibus amhit incruentis » \ gnati, e con la sinistra aperta fa il gesto d'invito diretto a Da-
2. Più varietà offrono le sculture che, accanto a Daniele, niele, come per dire: «Sumas laetus... | iibensque carpas, |
mostrano il profeta Abacuc, recante il cibo, e l'angelo, o Dio quae summus Pater angclusque Christi I mittunt liba libi
stesso, che lo depone nella fossa dei leoni. Del secondo caso sub hoc periclo » '. I! gruppo di Daniele coi leoni era sepa-
abbiamo i! campione più perfetto nel « sarcofago dommatico " rato dalle scene vicine, come sul e sarcofago dominatici
(tao. LXXXXVI). per indicare iì » lacus leonum » (lav. CCV1H, S).
Su questo sarcofagi 1 e sulle sculture che sono di conser- 4. Raramente Abacuc è vestito di tunica e pallio, corr
vazione buona, il cibo consiste di solito in uno o più pani personaggi sacri; più spesso indossa la semplice tunica cinta
crocesegnati, ai quali a volle è .ingiunti! il pesce. Uno degli del servo, manicata o esomide. In quest'ultima lo vedemmo
esempì più interessanti si trova sopra un sarcofago del Museo sul sarcofago di Velletri, e Io vediamo anche sopra un fram-
di Arles {luv. CXXII, 3). Attesa la sua importanza, presen- mento forse inedito del Museo civico di Parenzo (lav. ri/., 9).
tiamo a tav.CLXXXVII, 12, una copia separata della scena. Fra i rari esempi di Daniele vestito, quello precostantiniano
A proposito dei due particolari, già il Le Ulani emise l'opi- del magazzino di Napoli ha un interesse speciale, purché
nione 11 que l'artiste a voulu esprimer incidemment que Ics l'artista l'ha vestito di tunica e pallio, ma gli ha dato scarpe
vivres apportés au prophète symboliscnt I'eueharistie » '. Ed e non sandali, per disti ri L[uei In dai pi T.-amagLsi sacri del Nuovo
ha perfettamente ragione: i! personaggio sacro (acefalo), a Testamento, come per la stessa ragione l'artista spagnuolo
sinistra, offre un pane crocesegnato; quello a destra, che e negato i sandali ai seniori e a Daniele.
barbato, un pesce. Che l'uno degli offerenti (probabilmente Ricordiamo da ultimo un Daniele vesi
quello barbato) sia Abacuc, sembra fuori di dubbio; l'altro e scarpe, che in luogo della « imago clipeat 1 occupa il centro
sarà l'orse l'angelo, e perciò imberbe. d'un sarcofago a cinque scompartimenti d'i la chiesa di Lucca
Notissima poi è la scena scolpita sul fianco sinistro d'un (tao. CLXVJ, 3); probabilmente è ance a del secolo 1
sarcofago del Museo di Brescia (fini. CCl'l/l, io): dal firma-
CAPO Vili.
I TRE FANCIULLI EBREI E LA STATUA D'ORO.
'S-
iJCor.,4S,(i-8: Funk
1.-1 tre fanciulli ebrei e hi s ',1,1 ,/;>i
cernirò quelli che yli renino denunciati tomo cristiani: ■ In- il restia dando l'ordine di gettarvi i fanciulli. Il soldato accenna
terrogavi ipsos ari cssent Cbristiani. Coufitcìitcs iterarci ac difatti con la destra ai fanciulli, come per dire che la « iussio
tcrlio interrogavi, supplìcium min.Uus: persevcrantes duci regis è stata eseguila. Abbiamo dunque da una parte la
iussi ■', cioè a! martirio. Cosi era prescritto dalla ■ iussio denuncia, dall'altra l'intimazione del re e l'esecuzione di
regis . L'artista ha in tal guisa riunito in una scena la denun- essa. Per la data siamo anche qui nell'epoca della pace.
cia dei ■ viri Chaldaci ■ e la pena subita dai fanciulli pi' la Notiamo ancora Unietadesuad'un coperchio proveniente
trasgressione dell'editto reale. dal Vaticano e che al tempo del Ho-.o si vedeva nella fac-
Il frammento e iL coperchio intiero appartengono al tempo ciata d'una casa, nella strada della Hcgola sii la piazzetta • ';
precostantiniano. Avendo riguardo al fatto che le sculture oggi è fissato nel muro della casa del guardiano della villa
dei coperchi sogliono essere piò neglette, bisogna voi . ." p Dona Pamphilj {lav. CLXXX1, <: A destra della tabella
che le nostre sono abbastanza huonc, e, sopratutlu, d'un sostenuta da putti stanno i fanciulli oranti nella fornace;
lavoro leggero. Gli abiti sono largamente trattati, i movi- accanto, un giovane in pallio e con un volume chiuso nella
menti, giusti. L'artista fu inoltre capace di esprimere nel sinistra, fa con la destra alzata il gesto oratorio verso il fan-
personaggio barbato l'ostilità ai (uncinili. Sul frammento e ciullo cui era rivolta anche la sua testa. Rene Gousset riconosce
anche degno di nota come il ministro, mentre aggiunge legna in questo personaggio uno che « esorta 1 i fanciulli '. Spiega-
nella fornace, si volta indietro per guardare l'accusatore: zione non assolutamente impossibile, ma difficile a provare,
causa e effetto sono quindi egregiamente espressi! ■ nani mancandoci ogni confronto. Tre feri inno perciò di riconoscervi
iussio regis urgebat; fornax autem succcnsa i-rat nimis '. Non un accusatore. Lo stato della scultura è pessimo. Tutti i volti
troviamo quindi alcuna difficoltà ad attribuire le sculture alla sono rovinati, le braccia dei fanciulli, rotte. Ciò non di meno
prima metà del secolo III, data con la quale concorda, sul il fondo è liscio essendovi passata la mano del restauratore
coperchio intiero, la maniera come è rappresentato ambedue cui si debbono anche i contorni grossolani, che influirono
le volte il mostro di Giona, visibile in tutta la lunghezza1. sulla datazione proposta dal Grousset: » Très rude. Cin-
2. L'accusatore ritorna sul coperchio attualmente con- quième siede » '. Sapendo a chi attribuire la colpa, non
giunto col sarcofago 153 ilei Museo laterancnse '; egli però abbiamo nessuna ragione di uscite dal secolo IV.
ha ivi un atteggiamento meno preciso, guardando bensì i tre 4. Una rappresentazione sicura dell'accusatore ci e ancora
fanciulli, ma senza fari :l gesto oratorio 11 suo abito è lo jlTerta dal piccolo frammento inedito, che ho tratto da uno
stesso; vediamo anche ai suoi piedi il fascio di volumi dei magazzini del Museo vaticano {lav. CC,2). Egli è giovane,
(Are. CLXXX, 2), che s'affaccerà ancora una volta, l'ileo come tre altri, trattati in ultimo. Dalla corta tunica, come anche
e manto dei fanciulli sono appena accennati dal posto che occupa, sembrerebbe un soldato; ma nella sini-
Simile coperchio chiude uno dei quattro sarcofagi del -■13 porta un rotolo che non si vede mai nella mano d'un sol-
litcro dicontro alla basilica di S Lorenzo, con la sola diffe- dato. Però il momento in cui appare è tutto differente: egli
renza che le scene di Gion svolgono nella metà sinistra, sta dietro il re, e questi è in atto di imporre ai fanciulli, oggi
quella dei fanciulli nella 11 destra {tao. CLXXVIIl, 2). distrutti, l'adorazione della statua Dunque l'accusa deve
Pure qui l'accusatore è gio' , è rivolto ai fanciulli e tiene supporsi passata. Sulla scultura inedita d'un frammento nel
un volume, iti gesto di parlare. Nella fornace poi, presso cimitero di Pretestato, un personaggio simile fa il gesto ora-
il ministro che attizza il fuoco, appare un personaggio, pari- torio. Pure qui si mostra già l'elìetto della denuncia, cioè l'or-
mente in abiti sacri e col gesto oratorio, ina rivolto dalla parte dine di adorare la statua (/no. cit., 1). Peccato che il fram-
Opposta, per evitare l'impressione clic si tratti d'un colloquio mento vaticano sia cosi piccolo, perchè quel poco rimasto della
fra lui e il denunziatore. Questo personaggio, che ritorna su scultura è di conservazione ottima, l'sso ci serve di passaggio
altre sculture, rappresenta, come vedremo, Iddio che assiste alle rappresentazioni dilla iussio regis ■> dì adorare la statua.
i fanciulli nella fornace ardente. Più spesso è imberbe e Uno sguardo sui monumenti illustrati c'insegna che gli
figura 1' ■ angelo del Signore ».
3. L'accusatore appariva anche su due grandi fram- personaggi sacri, ma calzano scarpe e non sandali, per distin-
menti di coperchi inediti: l'uno si conserva da molto tempo guere i ministri dei persecutori dagli angeli, ministri di Dio,
nel chiostro di S. Paolo sulla via Ostiense (tav. CCXIII, 4), che assistono i perseguitati. Questo mezzo artistico si trova
l'altro è uscito di recente dagli scavi del cimitero di Prete- anche in altre scene fi.
stato (tao. CLXX, 3); in quello la figura è quasi completa,
in questo non si vedono che la scarpa sinistra e la metà del
-5 IV. - Rifiuto dei tre fanciulli di adorare la atatua.
fascio di volumi. Incontro, a destra della fornace, sta Nabu-
codònosor, distinto dal diadema e dallo scettro. Egli fa il Molto diffusa è la scena rappresentante il rifiuto dei tre
gesto oratorio ad un soldato. Siccome nella fornace non si fanciulli di adorare la statua del re,atto che questi intima per-
vede ancora l'angelo del Signore, min può essere dubbio che sonalmente. I numerosi monumenti, in parte assai mal ridotti,
fornacis quasi vcnlum roris flantem... > '■ A Nabucodònosor l'acquistò il benemerito mons, de W;i:il. Per facilitare il con-
pane somigli nte ad un figlio di Dio: « spccìcs quarti simitis fronto, l'abbiamo riunita col frammento nel Museodi S. Seba-
monumento più chiaro per la presenza dcl- stiano a tur. cit., .5. Ora si vede elle le due sculture non sono
]' "angelo del ignorc» e il coperchi" di-1 sarcofago di-Ila cripta dello stesso artista: nell'adorazione le figure sono assai pìu ro-
di Damaso (. . t.'A"A7.Y, 2): sulla metà destra lo vediamo buste, per non dir tozze. La parte moderna l'abbiamo contor-
uIli, sulla sinistra insieme con essi nelle fiamme natad'una linea bianca. La sopra lavorazione non ostata segnata,
della fornace. perchè si estende a tutto il resto. Il terzo e il secondo Magio
D'un intere e- particolare sono quelle rappr tenevano i loro doni su mani velale dalla clamide: il terzo due
in cui si vedono due fanciulli eoi!'- anidri" del Signore » nella bottiglie con mirra, cambiate in uccelli, il secondo, globuli del-
fornace; il terzo, spinto dal ccimirionc, si affretta di raggiun- l'incenso. Il primo aveva nella sinistra la corona e con la destra
gere i suoi compagni, il primo dei quali gli porge la mano indicava la stella. Tutti i volti sono intenzionalmente rotti.
per aiutarlo ad entrare nella fornace. Anche il frammento lateranense coli'adora'ione fu soprala-
La scena più completa ci è offerta dalla metà sinistra d'un vorato; il terzo Magio ricevette una specie di piatto, le bot-
coperchio proveniente da Porto, ora n. toc nel Museo late- tiglie, la forma di uccelli, e la figura della Madonna fu tutta
ranense (tira. CCI, /). Lo stato della scultura lascia molto ammodernata.
a desiderare: manca tutta la base con la parte inferiore della La maniera di offrire i doni su mani velate dalla clamide,
scena; le figure sono per lo più ottuse, alcune senza volti, non s'incontra, nell'arte romana,su altri monumenti. In Gallia
altre, invece, di una conservazione ili-creta. Queste non sono fu imitata sul coperchio di Saint-Gilles (tav. CCII, 3), e in
punto rigide e rivelano un artista abile e capace di rendere Spagna su un sarcofago, le cui sculture sono dipinte con co-
animata la scena. Non sarà perciò troppo azzardato di ascri- lori ad olio {tav. CCXIX, 3). Il restauratore del frammento
vere il frammento ancora al secolo iti. del Camposanto la guastò tic! secondo Magio. Non dubi-
A giudicare da altri monumenti, la metà destra del co- tando dei ritoc-
perchio avrà contenuto l'adora/aonc dei Magi, riscontro adat- chi moderni. Re- ! '. ."
tatissimo: da una parte si rifiuta, sotto pena di essere bruciati
vivi, l'adorazione di un re terrestre, dall'altra si adora il Re
celeste nel neonato infante Gesù. 11 coperchio del sarcofago
pubblicato a tao. CLl, /, aveva una tale rappresentazione
completa, del secolo IV adulto. I„i parte superstite della metà
destra è riprodot In proporzioni madori ■: tur, (VlV.Y.Y/, >>.
siste troppo sulla
bontà del lavoro
di questa ultima
scultura : C'est
pour le style et
0m\
/s /ir/*
La metà sinistra scomparsa da molto tempo. l'exécution, la
Di un altro esempio della stessa rappresentazione esiste mcilleurc repré-
un pezzo contenente la fornace con due Magi e l'angelo sentatìon de cette sci : que j'ai vue. D'ordinaire, l'adoration
nelle fiamme; è murato nel secondo piano de! palazzo San- des mages apparali r des bas-rcliefs d'une basse epoque,
Severino e coperto d'un colore chiaro dato dall'imbian- asscz grossicrement eaillés. Les mages se suivent à la file;
chino [tav. CCI, 2). L'n frammento più grande, d'un terzo la Vierge est assise r un fauteuil avec l'enfant dans les
esempio, è uscito dagli scavi eseguiti nel 10,29, a S. Seba- bras. lei les attitudes et le groupement soni très heureux,
stiano (toc. cit., 4); il centurione conserva ivi ancora un et semblent indiquer une epoque antéricure au quatrième
pezzo del suo bastone. 11 riscontro sarà stalo anche qui l'ado- siede ■■'. Il restauratore ha, come si disse, ritoccato tutte le
razione dei Magi, Pensai allora ad una scultura nel Museo figure. La scultura appartiene alla seconda metà del se-
de! Camposanto teutonico, che mi pareva avere tutti i requi- colo IV, al pari del coperchio vaticano. Il disegnatore del
siti da poter figurare come l'altra metà del coperchio, essendo Hosio, finalmente. Iia dato sulla copia di ambedue i rilievi,
più o meno identica a quella vaticana. La nostra venne sco- al pastore che colla destra adora l'infante nel presepio, la
perta al tempo de! Bosio » in una vigna appresso alla chiesa barba, e al Magio che indica la stella, una brocca nella
di S. Sebastiano sulla via Appia ■■::. In tempi a noi vicini è destra, errore, di cui ancora oggi non sì può addurre una
riapparsa sul mercato antiquario, ma rotta in due pezzi. ragione plausibile. Il Garruccì corresse, in parte, sulla sua
« io li ho veduti », scrive il Carnicci, separatamente, l'uno copia, gli errori, ma ne aggiunse uno nuovo per conto suo:
presso il Capobiaiteo, l'altro presso lo Scalandrini, negozianti il secondo Magio s'avvicina, sul coperchio vaticano, con
di antichità, e in prima li feci colie;iungere insieme, poscia mi
sono avveduto che erano cosi pubblicati una volta, e soltanto coi tre fanciulli che da precursori dei Magi
ne ho supplita la parie di mezzo, oggi perduta, cioè i doni del ali i Magi stessi, li abbiamo riservati al capitolo
primo Magio e la stalla con parte elei bue ■■ '. Cosi completata dell'infanzia di Gesù.
CAPO IX.
COMBATTIMENTO DI DAVID E GOLIA.
già agitando In fionda por scagliare il sasso contro il giganti;; mette la mano avanti per cadere meno male. L'angelo stringe
per la violenza del movimento, la clamide faceva uno svo- , Con la sinistra il lembo del pallio, e nella destra alzata tiene
lazzo, preso dal l'circsc per una palma. Appresso vi era ri- un oggetto che il Le Mani trovò «difficile à rtconnaìtrc .
masta la metà supcriore d'un angelo alato, die si rivolgeva a Avendo però riguardo al momento rappresentato, cioè alla
David, protendendo la destra stesa in avanti in segno di pro- vittoria di David, l'oggetto non può essere elle il gambo d'una
tezione, per incoraggiarlo. palma la coi parte superiore è andata distrutta eoi marmo.
Faceva riscontro al combattimento, nell'angolo opposto, Lue boiserie masqiic la panie gauche de ce bas-relief .
David con la testa Tccisa di Golia, che egli mostrava al re scrive E. Le Ulani; perciò egli non tenne conto del ■ person-
Saul seduto fra due soldati e con Ir. scettro nella sinistra. nage veto d'une Lingue robe», che il Millin constati). Era
Così si volle esprimere la vittoria definitiva su (Julia, cioè invero dillicile interpretarlo. In questa incertezza troncò la
Satana. L'atto della decollazione è qui ancora supposto; lo questione il presidente della ■ Société des Amis de Vienne -,
rappresenteranno più tardi i miniaturisti. Per copricapo, Maurice Faure, il quale ebbe la felice idea di acquistare il
David porta ambedue le volte il berretto frigio, come Paride frammento per il Musco e di salvarlo cosi dalla mina. Dalla
Sul sarcofago di Ardore, riprodotto dianzi a ft«. So (p. 141). fotografia che gentilmente mi favori (tao. CLXXXXIV, _»).
L'artista volle in tal modo opporre al gigante guerriero un risulta che quel personaggio è un elemento essenziale della
pastore in abito orientale completo. Le ali date all'angelo perfetto dell'angelo; egli veste gli
assegnano la scultura alla fine del tv o al v secolo, ma non lunghi lacci dei sandali, ha
inoltrato, perchè l'immagine Lunata del Signore docente, denudato la gamba sinistra fin sopra il ginocchio; di più,
nel centro della fronte, era ancora priva del nimbo. mentre l'angelo che assiste David brandisce la palma, il
5. L'ultima rappiccnta/ii.in del combattimento, la più riscontro si mostra desolato, lasciando cadere penzoloni am-
interessante di tutte, è scolpita sulla metà destra d'un coper- bedue le braccia coperte dal pallio, come uno sconfitto. Co-
chio di sarcofago, the era murata su una casa della ■ place del- desto personaggio è. insomma, l'angelo di (Julia, cioè Sa-
l'Hotel de Ville » a Vienne. Primo a parlarne fu il Millin tana, incapace di nuocere all'anima d'un vero fedele, come
che la trovò già sul medesimo posto. (Le bas-relief) est sono incapaci i leoni di Daniele, il mostro di Giona, le
compose», scrive egli, - de quatre figurcs: la première est sirene di Ulisse. Che differenza fra quell'affresco laconico del
vètue d'une longuc robe; la deuxiéme tient un panier de la cimitero di Dominila e questa eloquente scultura!
main droite et un pedani dans la main gauche; la troisième Al pensiero dell'artista balenavano pertanto le scene di
est armée d'un bouclier; la dcrnicrc éléve la main comme combattimento in genere. Al combattimento dei galli, p. e.,
pour haranguer Ics trois autres; auprés d'elle est un arbre » '. assistono sempre due genici ti: quello del gallo vincitore tiene
Il » cesto » nella deatra della seconda figura non è che la la palma, l'altro fa 11 gesto di dolore o addirittura si scioglie
fionda, giacché si tratta « de David tcnant le pedum pastora! in lacrime3. Infatti s. Hasilio ricorda quadri su cui erano
et la fronde, cn face de Goliath casque , come a ragione rappresentati demoni piangenti, perchè vinti da martiri '. Lo
afferma il Le Blant nella sua interpretazione della scultura \ scultore nostro preferì di dare all'angelo di Golia l'atteg-
Sul momento rappresentato il chiaro autore non dice nulla. giamento descritto, che è del tutto nuovo, ma assai espres-
Eppure l'artista non avrebbe potuto esprimersi meglio: David sivo. Abbiamo qui dunque un caso molto istruttivo per la
ha già scagliato il sasso contro il gigante, e sta guardando l'ef- maniera onde gli artisti trattavano i soggetti storico-biblici,
fetto del colpo; Golia, ferito mortalmente, piega le gambe e accomodandoli alle esigenze del simbolismo funerario.
Capo X. - Giobbe
CAPO X.
GIOBBE.
Le paroie profetiche, con le quali Giobbe afferma così « stolta ', quale era: « Quasi una de stultis mulieribus locuta
solennemente la risurrezione futura1, vennero accolte nelle cs; si bona suscepimus de marni Dei, mala quare non susci-
liturgie funerarie e scritte, almeno in parte, stille lapidi se- piamus ? ■; Per rappresentarla nel momento di proferire le
polcrali \ Si crederebbe pertanto che tale fosse anche lo parole blasfeme, sarebbe bastato darle il gesto oratorio. Ma
scopo delle rappresentazioni di Giobhe nell'arte, alludere oltreché tale gestii conveniva meglio ad uni» degli amici ■
cioè alla risurrezione dei morti. Siccome però le immagini, del patriarca, che alle volte si affaccerà, «li scultori scelsero
sia scolpite che dipinte, mostrano quasi tutte il patriarca sof- per la moglie un'attitudine assai più espressiva, effigiandola
ferente nella sua miseria, ed una sola, intiera, quale dottore mentre offre al marito un pane infilato ad un bastone, e,
seduto in cattedra, E. Le Ulani sembra aver colto nel segno allo stesso tempo, si ottura il naso con un pizzo della palla,
quando scrisse che codeste immagini dovettero essere » piut- come allusione alle parole del testo sacro: » Halitum meum
tosto ispirate dalle paioli: delle liturgie funebri: ■■ Libera, Do- exhorruit uxor mea » *. Questo tratti) ebbe una diffusione
mine, anìmam cius (sci 1. defuncti), siciit liberasti lob de grandissima; lo troviamo non solo nell'arte provinciale, ma
passionibus suis 3. Ne tratteremo perciò in primo luogo. perfino nelle miniature del Medioevo. In tal guisa la mo-
glie diventò figura tipica. Fu quindi facile integrare fram-
menti e correggere la copia del distrutto sarcofago di Reims
j I. - Giobbe sofferente nella miseria.
pubblicata dal Garriteci, dove la moglie si ottura il naso
Giobbe entrò nell'arte cimiteriale relativamente tardi colla mano, e non co! lembo della stola8.
Il più antico affresco rimonta alla prima metà del secolo ih: 1. Dei tre» e appaiono una volta due. ire volte uno.
due — uno dei quali inedito — sono dello stesso secolo; gli Nei tre ultimi lieo sta sempre fra Giobbe e la moglie,
altri appartengono al sec. IV. Le sculture poi sono tutte del- 1 il gesto di parlare, almeno sulle scul-
l'epoca della pace '; una, quella del sarcofago di Giunio Basso ture ben Invcce sul sarcofago di Brescia i due
porta la data dell'anno 359. Cinque sono romane, una d: amici portano, ce : manto, la clamide, come sulle miniature
Brescia, tre delle G albe. Di queste ultime noi del cod. Reg. gr. affibbiata sull'omero destro. Questa Bcut-
gli e ir i lj; in i:l1 E - di una ho potuto secondo la copia del Gai-rueci '" che
abbiamo la copia del I'circsc. la vide il liorc, la moglie sta accanto a Giobbe;
Mentre le pitture, fatta ut rappreseli - più della metà supcriore ne è distrutta.
tano Giobbe solo, le sculture s composizione più 2. Delle sculture inedite la più semplice (luv. CLXXXVlt,
ricca, mostrandoci il profeta in
il compagnia di altri perso- 6) proviene dall'angolo destro della fronte d'un sarcofago del
naggì. Egli è lo stesso, con sulle pitture: seduto, senza fare Musco di S. Sebastiano. Giobbe sedeva sul faldistorio all'om-
un gesto, tenendo una ma sul ..edile e l'altra sul ginoc- bra d'un ulivo, come sul sarcofago perduto di Reims {fig. 5).
chio, vestito della più vile nica, l'csoiiiiiae, eoi piedi nudi: Accanto, la moglie gli porgeva un pane crocesegnato, o
una vera immagine della liseria, conforme al suo signi- forcella di cui è rimasta l'estremità; il resto è distrutto. Nes-
ficaio simbolico. In due s ne siede su un rialzo, lo « ster- sun indizio si scorge di uno degli amici.
quilinio ' del sacro testo '; dinariamentc però ha un faldi- Il rilievo rassomigliava perciò molto a quello che i! Pciresc
storio e, per posarvi il piede destro, ■ 11 piccolo suppedaneo, trovò nella chiesa « Divi Caesarii Moniulium,., ante altare
Con questi particolari lo scultore avrà v.voluto rilevare l'alto (divae Annac) ■ ; lo descrisse, senza conosce ni e il significato:
grado del paziente, a meno che non s « Figura seminuda adolescentis sedentis, ad quam figura
plice accessorio artistico. Della lebbra, tende, neppure muliebris stans nescio quid ori admovet ■. Sul medesimo
la menoma traccia. frammento si vedevano ancora i tre seguenti soggetti:
La moglie di Giobbe non manca mai. Iddio gliela lasciò maritana cum Christo imberbi, Osculum Filati (sic). Ara ir
per aumentare i mezzi di tentazione: ■ Suasit blasphcmiam », duas figuras stantes, quarum una barbata manum ori admo-
dice di lei s. Agostino '. Questa è difatti la parte che le attri- vet, alia imberbis Christi videtur esse », cioè l'ar
buisce la Storia sacra. Giobbe la respinse, chiamandola triplice negazione, come a ragione s'accorse già il Le Blant ".
■ Aria, p. 64.
Ciobhr $ •[ferente nella »,
Dal posto che talvolta occupava \'< Osculum ludac », si può vestiti, che lo ascoltano. Tìgli è quindi un dottore che in-
desumete esseri- le quattro scene residuo della parte destra segna. Fra luì e il primo giovane vi è una testa di bue
d'un sarcofago a cinque scompartimenti. Cosi l'abbiamo {tao. CLIX, -■).
Per spiegare la scena non si possono addurre i Ire angeli
apparsi ad Àbramo, il quale li ricevette, non insegnando in
cattedra, ben-
adorandoli :
CAPO XI.
DUE FIGURE E DUE SIMBOLI DI CRISTO.
dell'arte cristiana antica di prefigurare in gatolo, ne percosse le acque, i quae divisae sunt in utram-
soggetti de] Vecchio Testamento scene particolarmente im- que partem et teansicrunt ambo per siccum ■ *. Dopo la
portanti del Nuovo, gli artisti, s'intende sotto l'influsso di sparizione di Elia, Eliseo ripetè l'atto con il medesimo ef-
dottori, crearono due ligure e due simboli di Cristo Tutti ii iti (Juisto atto e rappresentino solamente sul frammento
e quattro i soggetti appartengono all'èra della pace. 1 due ul- or ora citato del Museo di Arles {tao. CLXXXXVUt, i).
timi sono rarissimi; se ne conosce finora un solo esempio Ivi, per mancanza di spazio, il rutto di Elia è diviso in due
nell'arte gallica; ne tratteremo in secondo luogo. parti, distribuite in due zone sovrapposte l'una all'altra: quella
I due tipi di tristo. Elia rapito in cielo sol carro di fuoco, superiore mostra il profeta nel momento di consegnare il
ed Ezechiele che rida la vita alle « ossa arida •, sono, invece, pallio; nella zona inferiore Eliseo, calvo e barbato, apre, come
più frequenti. Il significato di ambedue le scene, già in sé dì solito, il seno del suo pallio, per ricevere il legato prezioso,
molto chiaro, fu dagli artisti stessi reso anche piii manifesto, e, accanto, tocca con esso le aeque del Giordano, indicate
dando tanto ad Elia quanto ad Ezechiele i tratti caratteristici da alcune onde. Dietro Eliseo sta un personaggio sacro e
che distinguono il Cristo sulle sculture fui dal ITI secolo, imberbe, che culla sinistra si rione un rotolo e tiene la destra
cioè volto imberbe e capelli piti r> memi lunghi e boccolati. alzata. E uno dei » filli prophetarum », che assistono al ratto
Questi particolari hanno per Elia ima stila eccezione, su di un di Elia come spettatori. 1 ìi personaggio identico si vedeva
frammento latcranense, mentre Ezechiele che si trova (piasi sul sarcofago murato nell'altare della Madonna della Co-
seivpie iris ie II se i- -.-'.:'!!■ lonna « ivi acclamava, col gesto della destra, Elia ( fin. tiiiì,
identico a Cristo, cosi da escludere ugni dubbio sulla inten- p. 184). Sul sarcofago del Louvre (tav. LXXXII, 3) e su
zione degli artisti di voler rappresentare il profeta quale tipo quello di S. Ambrogio (tao. CLXXXIX, 2) i . filii prophe-
di Cristo. tarum » emergono col solo busto, come figure secondarie.
Entramhe le composizioni sono romane e furono ripro- Sotto forma di onde il Giordano si presenta pure sul sar-
dotte anche dall'arte provinciale, sebbene di rado: Elia una cofago latcranense 193 (tav. CLXXXXX, 6) e su quello or
volta in Arles, Ezechiele una volta in Africa. ora menzionato di S. Ambrogio, dove l'artista ha collocato
sulle onde l'arca di Noè.
La sua espressione classica, sotto forma di personificazione
§ I. - Ratto di Elia.
del fiume, il Giordano la trovò su tre monumenti; sul fram-
II ratto di Elia appare su sei sarcofagi, noti da molto mento di Arles, sul sarcofago oggi del Louvre e in quello
tempo ', Il suo posto ordinario è unii dei fianchi, dì solito sottostante all'altare della Madonna in S. Pietro; è un uomo
il sinistro; una volta, in un frammento di sarcofago a cinque sdraiato, mezzo nudo, mezzo coperto d'un manto, con barba
scompartimenti del Museo di Arles, l'angolo sinistro della e capelli lunghi (fig. 106, p. 182). Sul frammento di Arles ha
fronte. la destra abbandonata sul ginocchio, e nella sinistra tiene una
Come tutte le altre corse, p. e. di Faraone, del Sole ecc., cornucopia. Snidile sarcofagi, egli prende parte al ratto, fa-
cosi pure quella di Elia si effettua verso destra. La scena cendo con la destra alzata e stesa verso Elia il gesto di omag-
rimane, in sostanza, sempre la stessa: Elia, vestito di abiti gio, non di «sorpresa», come si dice generalmente; nella
sacri, sta in una quadriga, e rivolto ad Eliseo, pure esso in sinistra stringe o un timone 0 una canna, appoggiandosi,
abiti sacri, tranne una eccezione, gli porge il pallio che questi entrambe le volle, ad un'urna versante acqua. Alcune canne
accoglie rispettosamente sulle mani velate. La composizione ne! fondo caratterizzano il terreno palustre.
quindi corrisponde poco al racconto biblico'. Anzitutto l'ar- Solo sul frammento latcranense 151 A la corsa muove
tista non tenne conto del fuoco di clic- erano carro e eavalli: dall'aperta campagna, indicata da due alberi, da arbusti e da
questi sono focosi, ma non di fuoco, quello è una quadriga una pecora pascolante, che alcuni scienziati presero per un
d'aspetto comune. Il pallio poi non cade da se, come dice orso, malgrado la lunga coda \ A tale stranezza diede incen-
a due riprese il sacro testo, ma viene consegnato, ostenta- tivo il racconto degli orsi che divorarono i ragazzi insultatori
tamente, da Elia ad Eliseo. della calvizie di Eliseo. Rappresentanti di questi ragazzi gli
E invero il pallio non è un capo qualunque di vestiario. stessi autori videro nei due che, fra gli alberi, assisti
Quando il profeta, in compagnia di Eliseo, fece la sua ul- :at-
al ratto. Ambedue erano però di stucco, vale a dire di fat-
tima passeggiala sulla riva del < ! lordano, prese il pallio e pie- tura moderna. Quando, a mia domanda, furono tolti
i;ìa,i 513'A'J
- Ratto di Eli.,
vaiolili sili attacchi ili quattro piedi. Quesl offrono il beatn principe col eapo coperto; dall'altra lo st
pecora fa supporre dvi pastori. I,a scultura in un carro a quattro cavalli, a modo di auriga, e la destra
la scena scolpita in legno sul portale della chiesa ili S. Sabina, sporgente dal eie!", che lo accoglie fra i superi . [.a spie-
dove il ratto «I filettila parimente in aperta campagna, in gazione è giusta.
presenza di due zappatori '. Il frammento lateranensc si dif- Su cinque riliei i Klia rassomiglia, come si dissi-, |., irrita-
ferenzia inoltre dagli altri rilievi in quanto che Klia min è mente a Cristo. Il suo ratto al ciclo simboleggia, per con-
giovane imberhe, belisi barbato. ICIiseo è pure di stucco, dun- seguenza, l'ascensioni- di Nostro Signore. Di grande impor-
que figura moderivi, ma fatta con grande maestria e senti- tanza è perciò la consegna del pallio, invero della ;i«Ai»tjì.
mento giusto dell'antico, cosicché riempie degnamente la secondo la versione dei Settanta. Questa parola è più carat-
lacuna (f.ro. CLXXXX, j). teristica, perché, significando una pelle ovina, di cui si servi-
Il profeta fu rapito in cielo: «et ascendi! Klias per turili noni vano anzitutto i pastori per coprirsi le spalle, contiene impli-
in caclinn . ■', Questo particolare non venne espresso sul fram- citamente un'allusione all'ufficio pastorale degli apostoli,
mento di Arlcs. Al contrario, i cinque altri rilievi vi alludono simboleggiati in Eliseo, ricevitore della meUilf, giusto come in
tutti in qualche maniera: il frammento latcranense con un'ar-
cata che ricorda la regìa meli; i fianchi dei sarcofagi del Lou-
vre, della ~ Madonna della Colonna » e di S. Ambrogio, con la
città celeste; il fianco latcranense 140, con tre stelle (tav. ci!., 6).
Ivi Eliseo veste, eccezionalmente, la tunica esomide. Ma sic-
eome egli e, ili pili, ;t»;ii e,im a ne. può darsi che l'artista l'ab-
bia copiato da un originale dove a Eliseo era aggiunto un
« figlio dei profeti ». Difatti il tunicato non fa il gesto di
ricevere, ed Klia guarda uno che veniva appresso. Il disegna-
tore del Bosio poi semplificò ancora la sua copia, omettendo
le stelle e la palma, della quale sono rimaste le estremità di
alcune foglie a destra delle teste dei cavalli e, sul fianco op-
posto, da entrambi i lati, di modo che le due scene erano
fiancheggiate da alberi di palma, esempio unico nell'arte
romana. Cosa di cui nessuno scienziato si era fin qui accorto.
Ben s'intende che nel comporre la scena, l'artista profittò
di rappresentazioni analoghe, già esistenti nell'arie classica,
e sopratutto di quella del Sole che sorge, soggetto di cui Mosè il quale riceve, appresso, la legge dalla mano di Dio,
dovettero esistere innumerevoli esempi3. Ne riproduciamo è simboleggiata la tradizione della nuova legge che. sulla
uno,di poco anteriore alle nostre sculture. I la la forma di me- fronte dei tre sarcofagi menzionati. Cristo consegna a Pietro,
daglione ed orna il fianco esterno orientale dell'arco di Co- come capo degli apostoli. Tutto questo simbolismo è qui
stantino (jìg. ibi). I,a composizione fu egregiamente adattata espresso con una precisione che non ha bisogno di ulteriori
allo spazio: il Sole, figura maestosa in abito di citaredo, sta schiarimenti. Per la (iijAwnj basterà rinviare a ciò che abhiamo
nella quadriga, tirata da quattro focosi cavalli; con la destra scritto sul sarcofago di Pisa (tav. LXXXXVIII, p. 152 seg.);
(distrutta) faceva il gesto dì comando verso il genio lampa- e per » la consegua del i ohimè della l.cx a Pietro ■>, al rela-
difero, e nella sinistra tiene il mondo; sotto i cavalli è tivo trattalo (p. 173-18$).
distesa la personificazione del mare, identica a quella del Infine il significato del ratto di Elia sul frammento latc-
Giordano. ranense, dove il profeta ha !a barba, e quello della Cuminen-
Questo esempio basta a provare che l'autore della com- ilatio animile: Libera, Domine, ammani cius», cioè del de-
posizione del raito di Klia s'è servito, per la quadriga e per funto, ■ sicut liberasti Eliam de communi morte mundi ■■ ''.
la personificazione del fiume, specialmente delle rappresen-
tazioni del Sole che sorge.
| IL - Ezechiele rida la vita alle ossa arida.
Citiamo ancora un altro genere di monumenti profani,
cioè le monete rappresentanti nientemeno che l'ascensione Lo ■ Spirito del Signore » condusse Ezechiele in un campo
dell'imperatore Costantino al cielo « *. Tale è difatti il con- cosparso di ossa umane. Queste erano « multa valde super
■ risulta dalla sua descri- facicm campi, siccaque veli;mcnter ». Ciò malgrado, alla
te di codeste r «da va parte », cosi lo storico, parola del profeta ispirato, anzi, comandato dal Signore, le
Capo XI. - Due figure e due simboli di Cristo
osili riprirsirro la fumi:! di corpi umani, et ingressus est in Su tutte le sculture Ezechiele rassomiglia, come si disse,
a Cristo il quale, sul sarcofago di Gcrona (fati. CXII, 2),
Queste parole guidarono l'autore della scena che rappre- guarisce il paralitico e il cicco, moltiplica i pani ed i pesci,
senta Ezechiele nell'atto di richiamare alia vita le » ossa arida », predice a Pietro la triplice negazione u calpesta il leone ed il
scena che finora manca nella pittura cimiteriale. Nella se ul- di sarcofagi lat, e 1 acqua in vino,
la triplice nega-
eati dal Garriteci ' e da noi riprodotti ', ai quali possiamo none (fa* COVI,?), e i8e irisce i! cieco, moltiplica i pani e
aggiungerne due soli inediti che per di più sono molto frani- i pisci ed Gerusalemrae(l(W.CC.XT,7).
me del piccolo s; ifago per bambino, gli altri, di
di Ciriaca; il primo è murato nel Museo omonimo, il se- one buona, contengo: dunque tre, quattro e cin-
condo si trova nella cripta dove si conservano tutte le scul- crìstologiche, e quesi rivelano una perfetta somi-
ture rinvenute nell'ipogeo. Di ambedue diamola rìcostru- glianza fra il profeta e Cristo. I .;i risurrezioni delle ■ ossa arida »
simboleggia pertanto la risurrezione ilei defonti, che Cristo
promise e clic egli eseguirà nel tempo da lui stabilito. Onde
Ogni defunto deposto in un sarcofago adorno della risurre-
zione delle 1 ossa arida » e di scene crìstologiche, aveva la
certezza di essere risuscitato dal Signore.
§ III.-Pesce di Tobia.
Tobia col pesce fu scolpito una sola volta, sul sarcofago
di Mas-d'Aìre (fan. LXV, 5). La forma della rappresenta-
zione è cosi caratteristica da precisarne il significato simbo-
lico. Seguendo il consiglio dell'angelo, Tobia ha tirato il pesce
dal fiume sulla riva, ed ora sta estraendone le interiora, cioè
un morto giacente siili;! ■ ra, che il profeta ■Ila verga, cuore, fiele e fegato: » sunt enim hacc necessaria ad medi-
come Cristo toct camenta utilìter ■l;, gli aveva detto l'angelo. Difatti coi fegato
ad uno o due vivi che stanno super pedes suos ,. S'in- Tobia cacciò il demonio dalla sua sposa Rara, e col fiele
tende che tanto il morto che i vivi sono sempre nudi. restituì la vista al silo padri cicco ,:. Il pesce stesso poi bastò
La scena è in tal guisa molto chiara, come di solito. Essa per ni e entrambi fino all'arrivo di Raguele, parente di
distingue la visione dalla del tìglio della vedova Tobia
di Naim, che ha la forma e Tutti questi particolari si prestar
sarcofago; la distingue dalli Eva, perchè Adamo, ncnte al simbolismo. Sono notissimi i due testimoni, più o
addormentato e coricato sulla terra, non è toccato mai con la meno contemporanei della scultura. S. Ottato di Milcvi di-
verga, essendo vivo: in questo caso il fremire adisce soltanto chiara: « ... cum ilio pisce, qui Christus intellegitur, qui in
col gesto della destra . Finalmente su cinque rilievi accanto lectione patriarcharum legitur in 'l'ibride tinnitile prehensus,
ad Ezechiele, si vede Dio che gli parla, conforme al testo cuius fel et iecur tulit Tobias ad tutelarti feminae Sarae et
sacro in cui leggiamo almeno quattro volte': Et dixit ad ad inluminationem Tobiae non videntis ■ ", Parlando del me-
me ■>, scil. • spiritus Domini ■ ', desimo pesce, s. Quodvultdeus, vescovo di Cartagine, lo
Le sculture più ricche offrono una o due teste, Un morto, identifica col ■ piscis assus ■, » qui satians ex se ipso in littore
giacente, due vKi. in piedi"; vengono poi quelle con una
testa, un .morto ed un vivo"; poi ([nelle con un morto ribus remedùs quotidn silumin. .11 et pastinili r ■■ ''. Super-
ed un vivo '" in ultimo, la più semplice, mostra un morto fluo notare che le do, i'i ■' contengono una allusione
disteso sulla terra ". al battesimo e all'eucaristia. Abbiamo qui un nuovo caso in
APPENDICE.
SARCOFAGI DI MARTIRI.
questo, divallilo in seguito oggetto di manca nella sua copia'. Non cosi il Le Blant, il quale lo
facile accesso ;ii fedeli, per conseguenza anche più esposto alla Vi lenire dell'i geuics ailés accostant une tes-
distruzione da parte degli ìhi/iìì hurlmii, sin stranieri, sia indi- sere sans l'inscription; l'ouverture quadrangulairc qui est
geni. Ciò che il papa Vigilio dice degli ep itati, si deve per- pratiquée dans ce cartouche marque, à n'en pas douter, que
tanto estendere anche ai sarcofagi: perii! Ululili coiijracto le marbré a recouvert ime tombe sainte; c'était une de ces
marmare sanctus'. Cosi, per citarne un esempio, scomparve jeneslellae par lesquelles les tìdèles faisaient passcr d'ordi-
il sarcofago in cui riposavano le salme dei martiri Marco e nare dans rinierieiir dea sépultures vénérées les objets qu'ils
Marcel liano; soli) la co lussa le base marmorea, esistente tuttora voulaient sanctifur et emporter cornine des reliques » '. L'in-
i» siili, nella loro cripta primitiva, indica il luogo dine esso signe archeologo francese cita parecchi esempi di Jer.esttUae,
era collocato. Tutte queste considerazioni ci spiegano la però del tutto differenti, fra cui quella della tomba di s. Pie-
mancanza, fin qui assoluta, dei sarcofagi di martiri. tro. Di " fenestelle " praticate in coperchi di sarcofagi, non
Oggi però io credo di poter presentare agli studiosi l'arca esìste finora che quella in parola.- Non si conosce poi il sar-
d'una vergine martire, decorata di sculture sacre, con scene- cofago cui appartenne il coperchio, poiché l'attuale non è
in gran parte del Vecchio Testamento. Ecco, in due parole, il suo. Ma E. I.e Blant risponde alla difficoltà che si po-
come fu scoperta. trebbe fare contro la destinazione di un tale foro «qui donne
Qualche anno addietro feci demolire a San Callisto, nella accès dans un espace libre de tous cótés », rinviando a testi
galleria del primo piano, al disopra della cripta di s. Eusebio, antichi, qui nous muntivi» les tomlics saintes omees d'une
un vecchio muro di rinforzo, composto in gran parte dei fram- palla ou de quelque ornament qui en voilait le sommet ■ '■
D'altra parte è noto che codeste reliquie consistevano ordi-
nariamente in pezzi di stoffa (bramlea) e che pezzi anche
piccolissimi solevano portarsi come amuleto''. L'inteqjrcta-
zione della cavità proposta dal Le Blant non sembrerebbe
pertanto inverosimile. Non si sa quando né perchè, esso fu
chiuso con una lastra sottile di mica, come risulta dalla fo-
tografia che ne feci trarre (fe. 16'j e iyo) '.
Malgrado la sua piccolezza, la cavità del nostro coperchio,
non mostrando la menoma traccia di qualsiasi riempimento,
potè forse servire per l'accennato scopo. Ma non possiamo
addurne una prova convincente, trattandosi d'un caso finora
vedian.o Giobbe codi di Giacobbe, unico. Merita in ogni modo qualche considerazione la circo-
nella metà destra l'arca di al busto della de- stanza che il coperchio chiudeva i! sarcofago d'una martire,
funta dietro il quale pendi tcnda sorretta da come cercheremo di provare.
putti alati. Il busto e t dei putti periti; le tre scene Oltre i frammenti del coperchio, ne uscirono, dal vecchio
del Vecchio Testamei muro disfatto, ancora più di cinquanta, che mi bastarono per
capitoli II, V e X. Il ntro è occupato dalla cartella anepi-
grata, parimente surr a da putti alati. posizione che s'impone senz'altro; tuttavia non ei L- emisi mito
L'uso di scolpin 1 busto del defunto, o defunta, in indicare il luogo preciso. A tav. CL1X, 2, diamo il sarcofago
scene del Vecchio Testamento è, come vedemmo, con le lacune supplite. È a cinque scompartimenti. Nel
sui coperchi, soprani ito del tv secolo; il solo ci- centro sta la figura di una giovane non velata, la cui
mitero dei Santi Marco e Mareelliano ine ne ha fornito tre bella testa sfuggi quasi per miracolo ai colpi di mazza.
esempi, due con ritratti femminili, il terzo con quello d'un A ''« . CLX, 1. e riprodotta a due terzi incirca dell'origi-
giovane chiamati! MaccJoitiaiiits . IVI coperchio nostro scelsi nale, tìi tratta, non occorre rilevarlo espressamente, della
un ritratto femminile, e ciò per la ragione che si dirà in defunta che età deposta nel sarcofago. Sembra inoltre più
seguito (toro. CL1X, 2, e CLX, i). che probabile che avesse le mani espanse in atto di pre-
La cartella nel centro del coperchio contiene, invece del- ghiera. Ai piedi ha una capsa chiusa per libri, con un
l'iscrizione, una cavità rettangolare, lunga cm. 14, alta 4%, uccello, simbolo dell'anima, posato sopra il coperchio, e, di
profonda f>%. Questo particolare enigmatico trova in tutta contro, un l'ascio di volumi. Agli angoli stanno i due prin-
la scultura, romana e provinciale, un unico anali);:;,n, nel foro cipi degli apostoli, Pietro a sinistra, Paolo, acefalo, a destra;
quadrangolare d'un coperchio di sarcofago della cripta di entrambi con un l'ascio di volumi ai piedi; il primo ha
S. Massimin.» presso Marsiglia (top. C.V.V, I). Nella sua il- rotolo mezzo svolto nella sinistra e tiene la destra ini
I Garriteci non ne tiene conto; anzi, il foro avanti il petto; l'altro stringe con Li sinistra un lembo del
i.NICl..- (/■/.».,■,
§ I. - Sarrqfiiiin ili n e martire
pillili ed aveva nella destra un volume chiusi), di cui rimane Ciqio verginale ed offri le tenere guance alle percosse: quae
ancora un pezzo meschino. (Sotcris) cum esset decora valile, et nobilis virgo maiorum
Ma non abbiamo a fare e. mi ma defunta qualunque, perfine prosapia, consolati!- et praefecturas parentum sacra post-
sulla sua testa è temila sospesa da uri";nj11iI:i la cmona. l'arti- habuit fide, et immolare iussa non acquici it: quam persecu-
colare importantissimo! Invero, la corona nel becco d'una tor immanis palmia caedi praecepit; ut tenera virgo dolori
aquila non si trova, nell'arte cimiteriale, che in alenile rap- cederci aut pudori. Al illa uhi audicii liane voeeni, vulturi!
presentazioni della Anastasii, di cui tratteremo più oltre. aperuit, soli intecla martirio: et volerla iniuriae occurrerc,
Tenuta poi dalla mano divina, o sospesa eomiuique, non si volumi olferens; ut ibi martini lient saeritìeiuin, ubi solet
scorge che sopra le leste de^li api intuii ( piando accompagnano esse tentamentiim pudoris. Giiudcbat enim dispendio pttl-
VotUUlani. S'intende che in ambedue i casi la corona sim- cliritudinis periculum integritatis aoierri "'. Nel suo trattato
boleggia la più grande vittoria, quella del martirio. Corona Ih ì-irgÌHibus, s. Ambrogio completa il quadro del martirio
e martirio, coronati e martiri, sono termini correlatili; basta di s. Sotcrc, encomiandone la costanza invitta, per cui fini
ricordarci «Quattro Coronati» e il Perisltphaaon, irepì gloriosamente decapitata; Non vullum inflesit, non ora
o-rsdxiiw. di Prudenzio. Perciò s. Ilasilio nella sua omelia su convertii: non gemitum, non lacrymas dedil. Dcniquc cum
s. Barlaam chiama senz'altro il martire orefantrn*, cioè vin- caetcra pocnanim genera eicisset, gladium quem quacribat
citore (coronato) ■ '. Per Consegui riza anche nella nostra de-
funta dobbiamo riconoscere una martire, tanto più che la A questa descrizione corrisponde ciò elle si è conservato
corona non è mai data cosi solennemente a semplici defunti;. della figura della nostra martire: abbiamo la tesla d'un hellis-
Questo risultato è ino mi ri ai rubile, basandosi sopra nu-
merosi ruminine! ti quasi ctmicTiipuranci e d'interpretazione ciato di bei capelli
sicura. Abbiamo dunque dinanzi jn sarcofago nel ondulati, — » decora
quale fu deposta la salma d'una : giovane, bella, valde , ■ dispendio
vergine e di una famiglia distinta. ( rede l'importanza pulchrihidinis ■; ab-
di una tale constatazione, poiché si un sarcofago, nel
gim uru 1
Sorge ora unii domanda: possiamo noi, nella grande Scar- virgo-, ■ soli
sezza dei nomi di vergini martiri, sepolte nel cimitero di i a ri vn
S. Callisto, indicare quello della nostra martire? I.a questione abbiamo la testa e
non ci pare disperata, appunto per la penuria dei nomi, che una martire perchè Flg jjn.
rende la scelta limitata, poi anche per la testimonianza insignita della co-
del sarcofago stesso. rona; finalmente il fatlo stesso di essere slata deposta in
Nel suo epigramma in onore di tutti i martiri venerati un suntuoso sarcofago, suppone una famiglia ricca e nobile,
nella vasta necropoli callisliana, s. Parnaso menziona, tra gli poiché in quel tempo i nobili erano di solito anche i ricchi,
altri, anche i vergini: castique nepotes Quis magc virgincum • nobilis virgo maiorum prosapia >.
placuit retinere pudoreni ;. Però l'espressione è troppo vaga Una tale concordanza fra la scultura e la descrizione che
ed abbraccia ambedue i sessi. Dalle vergini nel senso stretto s. Ambrogio lascio della sua parente martire, non crederci
della parola sembra doversi eseludere Cecilia, come troppo possa essere casuale, ma dovrebbe avere un fondamento
antica per il sarcofago, senni parlare delle circostanze del reale. liceo la ragione per cui propenderei a riconoscere negli
ritrovamento del corpo della Santa sotto Pasquale I, che sup- avanzi della ligula giovanile la martire s, Sotere, e nel sar-
pongono un sarcofago proprio della martire. Cosi seguendo cofago da me ricostruito quello in cui essa fu deposta.
le indicazioni degli Itinerari', non rimane che s. Sotere, la Secondo l'opinione più accreditata, il martirio di s.Solere
gloriosa parente di s. Ambrogio, ■ doniesticum piae parentis accadile-ulto Diocleziano. In sarcofago, chi-
exemplum ", come egli la chiama rispetto alla sua sorella doveva farsi, la salma della Sanili stata provvisoriamente
vergine Marceliinis, nel trattato Ih e.\harhithne rirginittitis. deposta, secondo l'uso d'allora, in 1 assa fili ile o di piombo.
Più oltre, il Santo rileva espressili nenie la bellezza fisica, la Quando poi il sarcofago fu proi I corpo della martire
ita e la nobile discendenza della vergine, la quale, venne ivi collocato con lutta la cassa. Con ciò se ; spiega la
dal persecutore, ricusò di sacrificare; e quando questi lunghezza un po' maggiore dell'ordinario: è lungo
ordinò al carnefice di se hi alleggi a ria, essa scostò II velo del alto 0,52; per indicare la larghezza manca la b
1 /;..»,. 1,496.
È sempre istruttivo conoscere un sarcofago unii nato espres- -E poi noto che le vergini, al pari delle vedove consacrate
samente. L'artista sculpi la fronte dui nostro a cinque scom- dì famiglie nobili, erano molto versate nei libri del Vecchio
partimenti, come si usò fin dal principio del secolo m. Testamento. Lo sappiamo di tutte quelli- che stavano in con-
Nella sua semplicità armonica una tale fronte si presta tatto con s. Girolamo, dunque alquanto posteriorir'. Di Blae-
assai per rilevare l'importanza del personaggio le cui spoglie siila, per nominarne una, il santo Dottore afferma che parlava
mortali il sarcofago deve racchiudere: nel caso presente una il greco cosi bene, come il latino; e per poter cantare i salmi
martire, mostrandola, s'intende, non in una scena cruenta nella lingua originale, aveva imparato anche l'ebraico; « Sì
del martirio, che sarehbe contraria al genio dell'arte antica, graecc loquentem auòis.is. latine eam ncstire putares: si in
bensì coronata, orante e in società di due dei più cospicui romanum santini lingua se verterat, mbil ninnino peregri mis
abitanti del cielo. E die l'artista abbia effigiato la Santa nel- scrmo redolebat. lam vero quod in Origene ilio Graecia tota
l'attitudine di preghiera, lo provano le rappresentazioni anti- miratur, in paucls non dico mensibus, sed diebus, ita he-
che di martiri, come quelle di s. Agnese e di s. Merita, le braeae linguae victrat ilifficultatcs, ut in edisceudis canen-
sole che ci siano pervenute '. Possiamo citare anche la nota disque psalmis cum matre (l'aula) contenderei » '. Lo stesso
pittura di s. Cecilia, perché una riproduzione del musaico dice di Eustochium 7. E che in fine anche la nostra martire
antico. Tutte queste martiri, accolte nel cielo, pregano per i fosse versata nella scienza sacra, le sculture descritte sul suo
fedeli superstiti. sarcofago lo attestano ad evidenza.
Lo stile delle sculture è buono, come appare non solo La venerazione che s. Sotere godeva nella Chiesa, è pro-
dalla testa della Santa, ma anche dalle pieghe degli abiti dei vata dai martirologi e supposta da tutti gli Itinerarii*. Dì più
due apostoli, naturalissime ed immuni da ogni schematismo, essa risulta già da un antico epilafio, quello d'un fornaio di
la? sculture del coperchio sono, invece, alquanto ordinarie; nome Bitalis, che fu sepolto il giorno della festa di s. Solere:
ma ciò si spiega col fatto che i coperchi furono quasi sempre Depositus in pace natale ihimit-f Siiii, li. h rliimi ii/us Febritarias
più negletti. Ambedue i monumenti possono quindi risalire (u febbraio), sotto il consolato di l'I. Vincenzo, vale a dire
alla prima metà del secolo IV. A questa datazione non si op- nell'anno 401 '. Il sarcofago della Santa stette in un mau-
pone l'acconciatura dei capelli della Santa, che coprono le soleo che ancora nell'ottavo secolo era in piedi, come si de-
orecchie, terminando sul vertice in un piccolo nodo, veden- sume dalla notìzia inserita nella Vita di Stefano II (752-57),
dosi tale acconciatura anche sul bassorilievo del pluteo d'al- che ne risarcì 11 tetto crollato: Restaliravit et tegumen cimi-
tare di s. Agnese orante, che è certo del ]v secolo2. lerii sancte Soteris, quod ceciderat » '". Con ciò è implicita-
Notiamo ancora una volta lo sfoggio straordinario di mente detto che codesto 1 cimiterium 1 era un edificio sopra
attributi scientifici: gli apostoli hanno entrambi un volume terra. Esso si trovava nelle vicinanze immediate della necro-
in mano C un l'ascio di volumi ai piedi; e ai piedi della Santa poli di S.Callisto. Quindi nulla di strano che 1 frammenti del
sta del pari un fascio di volumi e una capsa. Si tratta, non sarcofago della Santa siano stati adoperati per un muro dì
occorre provarlo, di volumi della scienza sacra. Quae sunt rinforzo presso una frana nella galleria del primo piano del
res in Capsa vesto: -, domanda il proconsole Saturnino nella cimitero stesso. Non lontano di 11 sta l'antica incora, dal de
Passio ss. SciUtanonnn. Sperato, uno dei martiri, risponde: Rossi presa per la basilica di S. Sntcrt, ma che più probabil-
«Libri et epistulae Pauli viri insti»''. Tale risposta vale mente é il mausoleo di S. Zcfririno ". il santuario di S. Solere
anche per la capsa presso la nostra Santa, poiché sotto ■ li- era più verso la via Appia, sempre però sul medesimo terreno
bri » va intesa la sacra Scrittura onde la « tenera virgo ■ e vicino al cimitero di Callisto. Cosi pure da questo lato l'opi-
trasse le forze sovrumane per vincere i terrori del martirio. nione che si tratti del sarcofago di s. Sotcrc, viene corrobo-
Dopo il fin qui detto, la riunione ili tre -cene del Vecchio rata. Tuttavia, mancando l'iscrizione, essa dovrà, natural-
Testamento su un coperchio non ci sorprende punto, attesa
l'importanza che- vi si annetteva. Basta pensare a s. Ambrogio
clic prima ancora di esser vescovo, si interessava già alla
- Il sarcofago lateranense 154
storia del Vecchio Testamento e fece, a scopo apologetico,
sepolcro d'una martire?
« fidei intcntione », una traduzione dell'opera di Giuseppe,
Ih- helln Ialiatiti '. [ lata però la «rande frequenza delle scene nella storia degli seav:
del Vecchio Testamento sui sarcofagi, non possiamo affer- dal de Rossi nel secondo volume della sua
mare che il coperchio sia stato preparato per il sarcofago. (p. 115). Il maestro ci conduce al quarto
Ad ogni modo i tre soggetti sembrarono all'ordinatore adatti dell'Appia Nuova. Ivi, in presenza sua e del P. Marchi, si
all'urna d'una nobile vergine che versò il sangue per lo sposo nel 1853, sotto il pavimento d'una cella non sotrer-
-
celeste. mezzo ad altri sepolcri, un sarcofago col suo coper-
ehio e adorno di sculture di contenuto sacro. I .'abbiamo ripro- ■ '.Iella domi;! dipo-ta nel sarcofago.
dotto a tav. CXX, 2. « In esso», scrive il de Rossi, ■; " ina non abbiamo che l'annunzio
il cadavere d'una donna, giacente e distcsn sopra lunga lastra della triplice negazióne di s. Pietro, scena, come vedemmo,
dì marmo sorretta da due spranghi.* di ferro affisse alle late- assai in ioga appunto nell'età della pace '.
rali pareti del sarcofago... Era supino e sulle ossa qua e là 11 coperchio poi mostra nel mezzo Li cartella sorretta da
splendevano i frammenti dell'aureo tessuto della veste e putti e rimasta vuota, per la ragione accennata. Nella metà
fiocchi d'oro, dai lembi di essa <> dalle estremità della tintura destra sono due scene di Giona, alle quali l'unno da riscon-
caduti. 11 capo era piegato e il cranio tutto fracassato, ma eli- tro, in quella sinistra la eadula di Adamo ed l'iva nel paradiso
porto da ampia spugna satura di saligne e di sanguigne croste e il busto solamente abbozzato e non finito della defunta
screziata . lai scheletro fu portato sano sulla lastra nella
chiesa di S. Sebastiano; ma i professori chiamati ad esaminarlo
anatomicamente, l'hanno tutto disfatto. Gli epitafì indicanti
i nomi dei sepolti attorno, come anche quello della donna
deposta nel sarcofago, sarebbero t stati affissi al pavimento
già da lunga età spogliato e distrutto . Potrebbe anche darsi
però che il nome della donna fosse slato taciuto a bella posta,
per salvaguardarne cioè il sarcofago, come si è verilieato in il particolare non e tanto carattenstiec
altri simili casi, p.e. nel mausoleo di Probo dietro l'abside corona tenuta dall'aquila al disopra e
della basilica di S. Pietro, dove i sarcofagi stavano nascosti tire sul sarcofago da me ricomposto.
sotto il pavimento e gli epitafi si leggevano negli epistilii delle lai;, CI.X, .', a un quarto del vero, dev
colonne del mausoleo, rovinato in tempo di N'ieola V '. desimo artista che ha scolpito il sarcofago". Per persuader-
ii Perciò in difetto d'ogni memoria intorno a quella defunta, sene basta esaminare le pieghe degli abiti: esse sono identiche
benché la spugna posta sotto il capo fracassato e chiusa nel e fatte eoi (rapano.
sepolcro potesse parere religiosa cura di accoglierne il sangue Dunque pure qui il busto della defunta è effigiato in
e perciò indizio di martirio, non ne fu pronunciata sentenza mezzo a scene tratte dal Vecchio Tesi amento. Cosi Io vediamo
veruna « '. In questo contegno di somma corre tic zza scien- anche su tre dei quattro coperchi sopra menzionati, quindi
tifica, ebbe certo gran parte il maestro. su monumenti del tv secolo. Così anche sul coperchio del
Dalle sculture che sono del secolo iv, e più probabilmente sarcofago inedito d'un Aurelio, equìte romano, del mede-
della seconda che della prima metà, nulla risulta che p tempo {tav. CLXXIX, 2) \
LIBRO QUINTO
LE RAPPRESENTAZIONI
DEL
NUOVO TESTAMENTO
CAPO I.
LE SCENE D'INFANZIA DI NOSTRO SIGNORE.
\ le pitture cimiteriali più auliche vanno an- est, de Spiritu sancto est ». Di questa scena esistono due
c quelle che si riferiscono all'infanzia di soli esempi nella scultura gallica : in Arles e Le Puy. Sulla
| Nostro Signore: nella «ina ilei Magi dipinta sul- seconda scultura si vede inoltre l'effetto del sogno : « Exsurgens
eappella greca» Gesù si presenta autem Ioseph a sonino feci! sicut praccepit ci angelus Do-
e bambino fascialo in seno alla verdine madre; e sopra mini, et acccpit coniuga» suam » '. Ma di queste rarissime
un loculo vicino egli è effigiato come bambino nudo, ugual- sculture abbiamo già trattato di sopra \
mente nelle braccia della madre, ed accanto al profeta Di una scena, che più tardi non manca mai nei cicli cri-
Isaia clic e in atto di pronunciare la profezia: i Ecce virgo stologia, 1'' Amumzìazìoiie, non ne abbiamo, invece, nessuna trac-
eoncipiet et pariet fìlium ». Queste pitture sono del secolo il; cia nella scultura funeraria antica. Bisogna scendere al tempo
esse rappreseli!ann rio che il Simbolo apostolico esprime in di Tcodcrìco, per trovarne un esempio, nell'arte di Ravenna.
parole: Credo in lesum Christum,... Dominum nostrum, La scultura, notissima, adorna il fianco destro del sarcofago
qui conceptus est de Spiritu sancto, natus ex Maria virgine -. detto di Eliseo. Maria col capo coperto dalla palla, è seduta
Pitture ed articolo del Simbolo sono poi conformi al e occupata a filare la lana, tirandola da un canestro posto ai
fatto che la concezione soprannaturale e la nascita vera e suoi piedi. Cosi riceve il messaggio divino dell'arcangelo Ga-
reale di Gesù Cristo appartengono alte verità di fede, che briele che si avvicina con le ali alquanto spiegate e facendo
di buon'ora e con grande accanimento furono combattute con la destra (distrutta) il gesto di parlare. Manca la colomba
da eretici. Mirando i Dotiti, s. Ignazio, vescovo e martire, dello Spirito santo, al pari delle due pitture cimiteriali del-
scrive ai Trallianì: ■ Otturatevi le orecchie quando vi si l'Annunziamone, su cui manca, s'intende, anche quel partico-
parla all'infuori di ( iesii ('risto, i! quale, della stirpe di David, lare preso dagli apocrifi, il cesto con la lana.
è realmente nato da Maria.,. » '. Nella lettera agli Efesini lo Finalmente, la l'isitasioite, che sul sarcofago ravennate fa
stesso padre precisa ancora più il sito Credi), aggiungendovi da riscontro all'Annunziamone, è in tutta l'arte cimiteriale un
altre verità: ■ II Nostro Dio, Gesù tristi), è stato concepito, ùtthÌ; Mya/ierov. La scena è semplicissima: le due sante s'in-
sili lido la dispensazione divina, nel seno di Maria, del seme contrano e si danno la mano. A causa di questo movimento
di David, ma dello Spirito santo; egli è nato ed è stato battez- la parte della paliti gettata sul dorso fa in entrambe uno svo-
zato aftin di purificare l'acqua per mezzo della Passione » -. lazzo. La conservazione è peggiore di quella del riscontro:
Perciò anche il battesimo di Gesù Cristo nel Giordano è una Ì visi sono irriconoscibili; appena si può dire che le teste erano
delle scene che fin da principio furono rappresentate dai pit- velate. Nel fondo due cipressi d'una forma convenzionale '.
tori delle catacombe. L'abbiamo incontrato anche sulle scul- Ciò non ostante i due rilievi stanno ancora in qualche rela-
ture, e lin dal principio del secolo tu; i il t imam ente ancora zione con la scdltura antica. «Ccs deux bas-reliefs », osserva
se ne trovò un frammento negli scavi di S. Sebastiano Charles Bayet, ■ se distingu.nt par certa ine* quali tés d'cxécu-
{tav. CCXV, 5). Perciò fu altresì compost; tion qui deviennent alors assez rares: on sent que l'artiste n'a
l'angelo appare in sogno a san Giuseppi point tout à fait perdu l'habitude de tailler la pierre pour en
ogni dubbio circa la concezione soprannaturale di Maria, faire sortir des personnages... » ". Raramente avremo occasione
impone di prenderla in casa sua : « quod enim in ca nati di notare tali qualità nella scultura ri
' Kp. Troll.. .,: P'eMi, Opera palmi» apoil.,p. 108. • Tatv. XX, i. p.l3*g.; XXVI, :
,■ scene d'in/atta/a <// Nòstro Sigi
L'arte romana ha nel svio repertorio scene del tutto diffe- uno spessore di soli un. z\ il rilievo è perciò bassissimo. Am-
renti, per illustrare l'infanzia del Salvatore. Prima di (ruttarle bedue conservavano ancora tracce di colori, oggi spariti;
ex professo, bisogna rispondere alla seguente domanda: tosa giallo caldo nei fondi, rosso nei contorni. Sulla faccia poste-
racconta la satra Scrittura dell'infanzia di Nostro Signore! riore hanno picchiettature per far aderire meglio lo stucco.
isti, s. Malti-» e s Luca, ci diurno notizia S'intende che, oltre la qualità del marmo, tanto i colori che
di qualche fatto e particolare clic riguardano la nascita e la le picchiettature assicurano ai due frati ime 11 ti la provenienza
prima infanzia di Gesù Crisio. Cominciamo tolsccondo per- da una medesima lastra. 11 pezzo principale viene dal centro
che le scullor. influenzate da lui sono alquanto piii antiche d'un gruppo effigiarne la Vergine seduta col bambino nelle
di quelle che dipendono dal primo evangelista. braccia. Per fortuna vi aderisce anche una patte della cornice
S. Luca non isec, per così dire, dall'ambiente in cui ac- dal cui andamento si desume che il gruppo occupava una
cadde l'avvenimento da lui raccontato. Egli ci informa, come mandorla, di ricostruzione pertanto fatile {/av. CCXXI,$).
Gesù nacque in una stalla, come Maria sua madre lo involse Si tratta dunque di una lastra a cinque scompartimenti, due
in panni e Io pose in un presepio, non avendo, s. Giuseppe,
trovato posto nella locanda di Nazareth. I,'evangelista rac- Della scena dell'angolo destre) rimangono avanzi sul
conta ancora cine i pastori che in quella notte sorveglia- secondo frammento, cioè le zampe anteriori d'una pecora,
vano ivi il gregge, appresero la nascita da un angelo: Ivt un cane, un bastone e un pizzo d'una tunica. Vi era dunque
pastores crani in regione cadem vigilantes et custodientcs un pastore appoggiato ad un bastone, quindi nel nolo at-
vigilias noclis super gregem suum. Et ecce angelus Domini teggiamento di sorvegliare il gregge, indicato dai due ani-
stetit iuxta illos... i.t dixit: N'olile timere; ecce enim evange- mali menzionati. Come il tane, così anche la pecora era
lizo vobia gaudium magnimi, quod erit omni populo, Quia rivolta al pastore. Essendo tali resti gli clementi essenziali
natus est vobis hodie Salvator, (|ui est Christus Donvinus, in della scena, la ricostruzioni è altrettanto facile che sicura.
civirate David. Et hoc v obis sii;mini: 1 nvaiiitisinfanterò pan- Conosciamo dunque il soggetto di due scene: di quella
nis involutum et politimi in pratsepio . Dopo aver assistilo del centro e di quella dell'angolo destro. L'usa dobbiamo figu-
all'apparizione di una moli iti idi ne di angeli die cantavano la rarci ora nel campo dell'angolo a sinistra, che è lutto distrutto?
gloria di Hio, i pastori si misero in cammino verso la stalla Secondo il racconto di s. Luca, la scelta non può essere
e trovarono tutto, come l'angelo aveva loro insegnato '. dubbia: dal pastore sorvegliante il gregge e dalla Vergine col
Le sculture che rappresentano i pastori davanti al neonato divin bambino nelle braccia, il pensiero corre spontaneo
Salvatore, sono fino al giorno d'oggi meno numerose, ma, all'angelo, dalla cui bocca i pastori appresero la nascita del
come si accennò, un po' più antiche di quelle che dipendono Salvatore. Supposi perciò, quale riscontro nel campo a sini-
da s, Matteo, cioè dei Magi, che nella pittura occupano quasi stra, l'angelo che annunzia la nascita. Arrivato a questo risul-
esclusivamente il terreno. Alla precedenza delle sculture avrà tato, ridisecsi nella catacomba e mi misi in cerca d'un tale
forse contribuito il l'atto che le officine degli scultori erano soggetto finora sconosciuto nella scultura funeraria antica.
ben fornite di modelli per le scene pastorìzie prese dall'arte Solo a questa preoccupazione ascrìvo se le mie ricerche
classica. Ma la ragione principale mi sembra consistere nel- ebbero un felice esito. Trovai in un cumulo di sassi e rottami
l'economia di spazio: l'udì n'azioni- dei Magi, che fin da prin- ammonticchiati vicino alla cripta papale un meschino fram-
cipio era composta nella pittura, esigeva troppo spazio per mento di sarcofago (/«,'. '7.,'), contenente due piedi visti di
l'estensione limitata della fronte d'un sarcofago. Essa vi faccia e con sandali, dunque d'un personaggio sacro, e, ac-
s'incontra invero raramente nel III secolo e diventa frequente canto, due scarpe incrociate, dunque d'un pastore nell'atteg-
soltanto nell'era della pace, quando gli artisti cominciarono giamento di sorvegliare il gregge. La ricostruzione del fram-
a servirsi, per le scene sacre, anche dei coperchi di sarcofagi. mento riuscì allora molto facile: l'angelo che annunzia il
Comunque, seguendo il nostro metodo, tratteremo in primo gaudium ma'.'iiui/i ai pastori, rappresentati in quello che sta
luogo delle sculture con pastori presso il neonato Salvatore. accanto all'angelo stesso (tav. cii., 2). 11 frammento si con-
serva nel Museo di S. Callisto.
La scena occupava l'angolo sinistro d'un sarcofago, e
§ I, -1 pastori dinanzi al neonato Salvatore
nelle braccia della Vergine. possiamo dire d'un sarcofago a cinque scompartimenti,
perchè l'artista aveva a sua disposizione un campo relativa-
1-3. Delle piti antiche sculture clic rappresentavano pa- mente ristretto, dovendo in parte coprire il piede sinistro
stori davanti al neonati/ Salvatore, restano soli frammenti, dell'angelo dalle scarpe incrociate del pastore. S'intende
in parte molto deformati, che malgrado il loro stato cat- adesso che io era in pieno dirirto di servirmi del gruppo rico-
tivo sono per noi preziosissimi, perchè si completano a vi- struito per riempire il campo dell'angolo sinistro della lastra,
cenda. La rappresentazione più notevole ci è offerta da due essendo proprio questa la causa per la quale io l'ho sup-
pezzi de! Museo di S. Callisto. I\ssi provengono da un sar- posto, cercato e trovato. La ricostruzione della lastra può
cofago finto, ossia lastra che tra applicata ad un sepol- quindi reputarsi se non sicura almeno molto probahile
cro nella vicinanza della cripta dei Papi ". I frammenti hanno ii, 5).
Non e facili; stabilire l'epoca di questi frammenti. Quello duta non su uno scoglio, come irei frammento del Museo di
sarcofago è troppo piccolo. Con tutto ciò mi sembra più S. Sebastiano, belisi su un cesto rovesciato. Questo partico-
probabile elle sia del IV che del III secolo. La lastra, inveoc, lare grazioso allude alla stalla dei pastori, dove nacque 11 Sal-
dovrebbe essere precostantiniana: ciò che rimane del gruppo vatore. Bisogna figurarci la Vergine nell'interno della stalla,
centrale, e ben disegnato e di fattura leggera. Perciò fa una come se fosse a casa, perchè I piedi sono scalzi, esempio raro
impressione gradevole. Possiamo assegnare la lastra alla nella serie interminabile delle rappresentazioni antiche della
L-olo II Madonna.
I,e altre dm- oll.ir 1 abb: da occuparci, Appresso seorgesi la figura d'un pastore scalzo e vestito
già pubblicata, proviene d'una tunica esouiide, dalla cui parte abbassata pende una
dal cimitero ad et Sebastiano, dove si con- manica molto coita. Egli si appoggia con la sinistra ad un
ncl Musco. Essa lungo bastone ricurvo; con la destra distrutta faceva il gesto
di stupore e di venerazione, come si vede nelle scene com-
plete; la testa era alquanto inclinata verso il bambino che egli
stava contemplando all'ombra d'un albero, di cui è rimasti
parte del tronco accanto al suo piede sinistro. Per ragione di
simmetrìa l'albero sarà stato forse ripetuto dietro la Vergine,
sebbene il marmo ivi rimasto sia liscio. Perciò l'abbiamo
aggiunto un po' più a destra. Siffatto gruppo sarebbe ben
adatto per il campo destro di un sarcofago a cinque scompar-
timenti (few. ri*., I).
pensierosa, la testa un po' inchinala verso il divino pargolo Come abbiamo detto, la scultura è rovinatissima: della
che tiene nelle braccia. L'artista la effigiò con un piccolo Vergine manca quasi tutta la metà superiore; e il pastore ha
velo sulla testa, come lo portano ancora oggi le conta- perduto, oltre la testa, l'avambraccio destro e la gamba destra
dine del Frusinate, ed una stola che lascia scoperta la spalla fin sopra il ginocchio.
rivolta verso lo spettatore. Tale stola che incontriamo su Non v'ha dubbio che lo stato pessimo, in cui si presenta
alcuni ritratti di defunte, rende più elegante la figura. ora il frammento, influisce sfavorevolmente sullo spettatore. E
Mentre la testa della Vergine è terminata, quella del bam- questo un grave datino, perchè la scultura e u 1 delle miglii:
bino è soltanto abbozzata, prova evidente che era finita in di tutta l'antichità
istucco e pittura, dunque in materiale, che non ha resistito cristiana. Essa è ia-
alle ingiurie del tempo. Il bambino sembra nudo; ma se i
colori fossero conservati, si vedrebbe che è vestito di tu- disinvoltura: la posa
nica, indicata da qualche tratto al disopra del piede. del pastore è molto
Dietro le spalle della Vergine s'è avvicinato un pastore che naturale; le pieghe
con attenzione sta contemplando il gruppo idillico. E gio- de'.'li abiti della Ver-
vane e porta il bastone ricurvo, il jinluin, imi segno distintivo. gine sono profonde
Veste tunica e, eccezionalmente, un manto affibbiato, come e larghe e corrispon-
la clamide, sulla spalla destra. Lei secondo esempio se ne
vede su un frammento di sarcofago del Museo di Arles
(fero. CLXXXXVIII, i). Di solito i pastori si presentano,
specialmente presso il presepio, i nide, A destra tal modo 1
del pastore ergesì i ina capanna I dal
cui ingresso esce i na pecora. i ad i l'altra che v fetta dell'org
sta entrando. del corpo umano. Senza tema di essere contraddetti, pos-
Con la capanna i la scultura. Dalla parte opposta il siamo datarla presso a poco dell'epoca severiana. 11 fram-
gruppo è certamente incompleto. L'atteggiamento della mento dei Museo di S. Sebastiano, che e di esecuzione
Verghe con la testa abbassata, e la figura alquanto negletta, meno fina, sarà di qualche decennio posteriore. Ma anch'esso
secondaria, del pastore, suppongono ivi un altro pastore, anzi ha ancora i suoi pregi artistici, quantunque sia privo dei
quello principale, nello stesso atteggiamento di contemplare colori; sarà della metà incirca del secolo iti.
il neonato Salvatore. Perciò non dubitai di aggiungerlo al I due gruppi di pastori in contemplazione del neonato
gruppo [imi. ci:., 3). Salvatore, tenuto dalla Vergine madre, occupavano, come si è
Che non mi sia ingannato, lo prova il secondo frammento visto, l'angolo destro del sarcofago. Su quello del Museo di
di sarcofago. Di questo non si conosce la provenienza. È an- S. Sebastiano le rappresentazioni continuavano a sinistra in
cora inedito e si conserva, con molte altre sculture, nella re- una serie ininterrotta, come su altri sarcofagi a lorina di vasca,
sidenza dell'ambasciata di Germania, antica villa Wolkonsky ma in numero ristretto, attesa la pici' pia dimensione del sar-
(fig- '74}- La scultura, disgraziatamente molto rovinata, rap- cofago. Quanto all'altro frammento, tutto fa credere che
presenta la Vergine col divino infante nelle braccia e se- provenga da un sarcofago a cinque scompartimenti In ambe-
Capo I ,■ .Vwfiu, i ili Nostro "Signore
due i casi basterebbero, per conseguenza, poche può pensare elle qualche artista abbia introdotto i due ani-
completare ìa decorazione. Per l'angolo sinistro mali per alludere alia stalla. Se cosi fosse, non se ne spieghe-
con grande probabilità, sceglierò l'angelo che ; rebbe la ripetizione costante, trattandosi d'un particolare;
pastori la nascita del Salvaliire. in un modo più o meno simile e questo particolari', si noti bene, supera, per il suo significato
a quello del piccolo frammento callistiano. Per il centrasi profondo, l'intelligenza d'un artista. Quindi è forza attri-
presterebbe la figura del defunto o defunta in atto di pre- buirlo ad un dottore ecclesiastico, versato nelle conoscenze
ghiera, come svi innumcrabili sarcofagi. teologiche e conoscitore perfetto delle antiche profezie.
Due profezie si riferiscono a codesti compagni insepara-
bili del presepio. Il profeta Abacuc predice clic il « Signore
§11.-1 pastori davanti al neonato Salvatore
sarà riconosciuto in mezzo a due animali »fl; e Isaia mette in
ne! presepio.
bocca al Signore il seguente lamento: ■ Il bue conosce il suo
Uno sguardo sui tre 'insegna che posse* uno il presepio del suo padrone; ma Israele
gli scultori del tempo p: non mi conosce, e il mio popolo non lo intende » '. Soltanto
pochi cenni per evocare nello spettatore l'immagine della a queste due profezie, specialmente alla seconda, si deve se
nascita di Gesù a Betlemme: l'angelo clic l'annunzia ai pastori, i due animali furono inseriti nell'i rumaci ne del presepio, e se
vi sono poi sempre rimasti, tanto da diventarne un elemento
integrale.
lìOETMMVLóCO'NS Anche i padri della Chiesa si appellano espressamente al
profeta Isaia, Secondo Origene il presepio nel quale « giaceva
il Salvatore », è lo stesso « di cui il profeta ha predetto: Il
bue conosce il suo possessore ■ ecc. '. Citiamo inoltre i santi
Ambrogio, Paolino di Nola, Gregorio Nazianzeno e Girolamo,
\ <L
come pure i poeti Sedulio e Prudenzio: per tutti questi padri
i due animali sono testimoni muti, che a modo loro hanno
reso testimonianza della divinità dell'infante. N'oli hoc acsti-
mare, quod ccrnis ■, .scrive s. Ambrogio, sed quod redimerla,
agnosce. Quia in pannis est, vides; quod in coelis est, non
vides; infantis audis vagitus; non andis bovis Dominum agno-
scentis mugitus: Agnovit enim bos possessorem suum, et
asina pracsepc domini sui 1 (ls., 1, 3) '. ri s. Gregorio Nazian-
la Vergine seduta e ielle broccia zeno esige dai suoi uditori di » adorare il presepio •, e di
uno o due pastori i elevarsi ad una simile confessione a quella dei due animali:
che serve di sedile, ed una capanna con due pecore. Queste » Isaia lo esige da te , vi aggiunge in ultimo7. A s. Paolino
semplici allusioni non poterono bastare perchè vi manca anzi- finalmente basta il solo nome di Betlemme per ricordargli
tutto quell'elemento che costituisce la vera attrattiva delle la profezia sui due animali: ■ In Bcthlchcm quoque, ubi
immagini della nascita, cioè il presepio, ben tre volte menzio- agnoverat bos possessorem suum et asinus praesepe Domini
nato da s. Luca '. Ora mostreremo come si veniva formando sui... ', Esiste quindi una grande armonia fra le tcslimo-
la composizione del presepio. nianze scritte e le sculture del presepio Con le figure tipiche
11 primo particolare nuovo, che sin dalla prima metà del dei due animali.
secolo IV si affacciò presso il bambino in fasce ed i pastori, Sono rare le sculture che ci mostrano i pastori soli dinanzi
furono i! bue e l'asinelio. La presenza dei due animali di Mime al bambino in fasce e ai due animali della profezia. Ordina-
nella scultura cosi costante che non si conosce fino ad oggi riamente li rappresentano in compagnia dei Magi. L'esempio
alcuna eccezion.;. Manca s. Giuseppi ricordato da s. Luca; pili importante, perché datato, è un pezzo di coperchio da
può mancare anche la Vergine madre, e dilani manca alle molto tempo scomparso, ma che il Marini vide e copiò. I
volte, come vedremo; sul coperchio del famoso sarcofago di nomi dei consoli scritti nel listello superiore; PLACIDO ET
Milano (tav. CLXXX1X, 2) mancano perfino i pastori; i due R.OMVLO CONSulibus, lo riportano all'anno 343. .\fi«. 1751M
animali invece non mancano mai. diamo la copia secondo la fotografìa del disegno originale'1
Già altri hanno rilevato che tale fenomeno non dipende Il frammento offre una composizione assai semplice: i
da scritti apocrifi, come p. e. dal Vangelo di s. Matteo !; le bambino fasciato, due pastori, in mezzo ai quali l'asinelio
sculture sono di un buon secolo più antiche. Nei e il bue, che sembrano riscaldare il bambino col loro alito, e,
' Lue., 1, -. 1^ <■ i''. ; Gric. N*z., Oinlh XXXVIll .1 Th„.,ph., 17: Minse, P.G, 36. 331.
■■ Mu Schmid. Dà Dantelhng ,h, i;,i„„i Orni ' Pmjlin. Nol., Ep.31, 3: Mlturc, il, .127. Cfr. Sri ire, Cam. fia<h„
4, 107 «gg.; Miomb, P. £., i9. 7™ Kg,; Paunntr., Carini.. Xt, Vili K.l.
' AsAcee. 5.1 [feconda : s.-n.:m.u- .,■ ,„,.,., ,', ian., 77 «gg.; MlGNB, P.L.. 59,81/1; lliurns., Kf. 111S. 10: Minse. />. /,..
§ [[, i pasti !■ net presepio
nel fonde, un albero, per indicare la campagna. I,c copie il quale, essendo di Palestina, era bene in grado di e
pubblicate danno l'impressione che il bambino sia sempli- la tradizione locale sul luogo preciso della nascita. Ora il
cemente posto a terra. Ma la" scultura è rotta nella parie Santo insegna espressamente che ■ Maria partorì I] Cristo in
inferiore; manca un pezzo notevole, Come risulta dalle una grotta vicina al villagio ■*. Questa grotta contenente il
zampe dei due animali, visibili soltanto a metà. Comple- presepio si mostrava difatti ai visitatori, come si desume dalle
tando anche le pieghe indicate sotto la testa del bambino si parole di Origene nel libro contro Celso '.
ottiene un presepio simile a quello del coperchio lateraneiise Tali grotte adibite a stalla si trovano in quantità anche
148 (toc. CXV, 2). Nel fatto poi che l'artista rappresentò il nelle vicinanze di Roma; esse erano perciò ben note agli scul-
secondo pastore nel fondo, non accanto al bambino, abbiamo
un indìzio che il posto era gii occupato, cine dalla Vergine.
Finalmente la mano elevata presso l'albero sembra essere
quella del primo Magio, solita figurarsi in atto di mostrare
la stella ■■, come osserva il Carnicci (p. 145). La stella dob-
biamo figurarcela fra il secondo pastore e la testa della Ver-
gine. Secondo la nostra ricostruzione (fi», ijfi) la scultura
somigliava presso a poco a quelle riprodotte a tavv. Vili, 3;
XIV, 3; XXX; LXXXXII, 2; CXV, 2; CXXVÌl, 2; CU, 1 ;
CLXXXXVIII, 1 e 3; CCI, 5, con la differenza che dei pa-
stori si faceva gran conto nella composizione.
Del pari alle sculture già trattate i pastori sono giovani,
vestono l'csomide, abito dei lavoranti, ed hanno il bastone,
per lo più ricurvo, loro distintivo. Così si presentano, per tori. L'ingresso ne è di solito protetto da una piccola
citare due sculture di conseriazione perfetta, sui coperchi coperta di vimini 0 dì tegole e sorretta da due pali di legno.
dei sarcofagi di Cìaudiano e di Mantova (tavv. XXX Cosi si spiega di trovare sulle sculture simile tettoia per indi-
e CXXVII, 2). care la grotta, la stalla.
Il bambino fasciato giace in un presepio che ordinaria- Sotto la tettoia è collocato il presepio nella consueta forma
mente ha la forma di un trogolo di varia grandezza, che sui di trogolo, posto su piedi o cavalietti, o come grande cesta
sarcofagi del Museo lateranense 148 e 183 è per rispetto collocata a terra. Il bambino,
coperto d'un panno, cosi da sembrare una tavola. Sul coper- sempre fasciato, vi i messo in
chio del sarcofago di Cìaudiano il trogolo è collocato su rami, maniera da essere visibile in tutta
il che è poco pratico, ma di un aspetto artistico. Il pastore la lunghezza. Per poter sorve-
accanto, ombreggiato da un albero, contempla il neonato gliarlo, la madre siede presso la
Salvatore in un atteggiamento molto naturale; è una delle testa, alle volte col viso rivolto
figure meglio riuscite di pastori in atto di quitte. Più di rado da parte, e sempre in un bel-
il trogolo viene sostituito da un cesto di vimini per Io più l'atteggiamento di ehi pensa e
>sto a terra, e sempre eseguito con una grande accuratezza riflette come mostrano le la-
avo. LXXXXII, 2; CLXXXXVIII, 3; CCI, 5; CCXXI, 6). vale XIV, 3; XXX; CU, r;
I pastori s'incontrano ancora in dieci rappresentazioni ', CCI, 5; CCXXI, 6. Con tale
aa delle quali inedita (tav. CCII, 1). Trovandosi in com- posa gli artisti vollero evidente- '
ignìa dei Magi, diventano però figure quasi secondarie. mente esprìmere ciò che di lei
Sul coperchio del sarcofago di Mantova mancano, è vero, ì afferma s. Luca : ■. Maria autem conscrvabat omnia verba
Magi, ma la scena non è che un estratto della loro adorazione, haec, conferens in eorde suo '. Essendo codeste figure
ne prova la stella (tav. XXX). La scultura del lato sini- quasi tipiche, possiamo vederne un avanzo in due piccoli
:> del coperchio di S. Ambrogio, su cui mancano anche i frammenti che si conservano, l'uno nel chiostro di S. Lo-
tori, ù molto pregevole perche esprime meglio d'ogni altra renzo (fig. ijj), l'altro in quello dì S. Paolo5. Il secondo
la profezia di Abacuc; ■ In mezzo a due animali sarà rico- proviene dalla nicchia angolare destra d'un sarcofago a co-
osciuto il Signore» (tav. CLXXXIX, s). lonne, da noi completata a tav. CCXXXIII, 0. Vedere il pre-
II coperchio di Mantova off re ancora un altro particolare sepio in una tale-nicchia, non fa meraviglia a chi riflette
he ha bisogno di essere spiegato. che l'artista del sarcofago di Giuiiio Basso seppe adattare
La capanna di vimini, che sul piccolo sarcofago di S. Selc- ad una simile nicchia perfino l'ingresso trionfale di Gesù
iano indica la stalla in cui nacque il Salvatore, non potè in Gerusalemme. Con tutto ciò, trattandosi d'un esempio
bastare per chi sapeva che la stalla era una grotta; e questo unico, diamo la ricostruzione con la dovuta riserva. La
si sapeva a Roma almeno fin dai tempi di s. Giustino martire, bontà del lavoro assegna il frammento alla prima metà del
1 Gamma, t»w. 310.4; 315. 3:316. 1:316, 1; 3S0, 4; 384. S; 3W. '- ■ Cantra Cdtum: MlCNI. P li il' l„.| tSCHAI
2R4 - Le s e d'infanzia dì Nostro Signore
secolo iv; come spesso, il fondo dello sculture era lascialo effigialo il di- Il 'ad "razione. Il motivo ne è
grezzo- Nell'interstizio dell'arco scorsesi un vaso e al diso- manifesto: tre tìgui .e prostrate a terra richiedono
pra un putto volante con in mano una ghirlandi, al quale troppo spazio, se me lal'unadopo l'altra. Mettendo a
corrispondevano di contro un simile vaso con un simile profitto le figure di t d'ogni specie, gli artisti scelsero
perciò la consegna
Nelle rappresentazioni del presepio,accanto alla tettoia, guente alla irpoo-iwrrja-is. proitrath, in i ite l'atto proprio
appare la stella che manca solo nei casi dove è stata di- dell 'adorazione: » procidentes adoravi ti»'. Ciò non di
strutta o dove era dipinta ed ora è svanita. La stella ci meno la consegna dei doni può chi ed è universal-
conduce ai Magi, la storia dei quali è raccontata da s. Matteo. mente chiamata, quale pars prò foto,
ssa: »e
intimamente congiunta con essa: ■ et apcrtis thesauris suis
obtulerunt ci numera, aurum, thus et myrrham » *. Ai due
§ III. -L'adorazione dei Magi.
doni menzionati da Isaia nclla'sua profezia sulla « fortitudo
Attesa la loro importanza, i Magi occupano il posto più gentium » che « offrirono oro ed incenso » \ l'evangelista ne
cospicuo nei monumenti che rappresentano scene dell'infan- aggiunse quindi un terzo, la mirra.
zia di Gesù, Essi sono i primi grandi del paganesimo, che nel Tutti e tre i doni hanno un significato simbolico e al
Cristo neonato riconobbero il carattere divino. S. Matteo fu tempo slesso palese, che s'impone da sé. Difatti l'oro in forma
anzitutto colpiti) dalla loro misteriosa comparsa. Avendo per di corona, fin dai tempi di Tito Livio, soleva portarsi dai
mezzo delle loro conoscenze astronomiche appresa la nascita popoli vinti ai vincitori'; coll'inccnso i pagani supplicavano i
del a nuovo re dei Giudei . si affrettarono a recarsi a Geru- loro dèi, e la mirra, sia solida o liquida, serviva per imbalsa-
salemme, per adorarlo. Chi di tale visita puoi s'entusiasmò, mare i cadaveri: ■■ mittcns euiin liaiv nn^uentum hoc in cor-
anzi se ne allarmò, fu Erode. 1 -principi dei sacerdoti ■, che pus menni, ad sepeliendum me fccit », disse perciò Nostro
radunò in fretta, gli comunicarono il nome del luogo della Signore agli apostoli indignali, quando Maria Maddalena gli
nascita del « nuovo re •: Betlemme. Per completare le sue versò sulla testa ]'■■ alali.istnun uneiunii prctiosi»'.
ricerche riguardo al tempo della nascila, lece venire di nasco- I doni convenivano pertanto mirabilmente all'Infante
sto i Magi. Dal canto sin. egli li informò sul luogo della divino, indicandone le due nature e la qualità di Re. L'inter-
a del .1 a ipocrisia li ioli rulli pretazione che ne danno i padri della Chiesa è perciò in tutti
n Betlemme: » ite et interrogate dili- i tempi la stessa, sicché basterà citare i due più antichi.
gcntcr de pucro, et, curii inveneri tÌ9, renuntiatc mihi, ut et S. Ireneo scrive: « ...per ca quae (Magi) obtulerunt muncra
ego venicns adorem eum ». La strage degli Innocenti rivelò (ostenderunt), quis erat qui adorabatur: myrrham quidem,
ben presto i suoi veri sentimenti. Però i Magi non dubitarono quod ipse erat, qui prò mortali humano genere moreretur et
di niente e partirono per Betlemme. Appena lasciata la corte sepelirctur; aurum vero, quoniam Rex, " cuius regni finis
funesta, la stella, che frattanto era scomparsa, riapparve con est" (Lue, 1, 33); thus vero quoniam Deus, qui et notus
loro indicibile gioia, e li condusse al neonato: Et ecce stella, ludaea factus est" (Psal. 75, 2), et manifestus cìs qui
quarti vidcrant il te, antecedebat e quaerebant eum »". E secondo Origene'1 wpoiriiveyrav (oi laiyoi).
t sopra, ubi erat puer ». Nella <■ casa » <rùp{lo\a pÌY ùs fiaaAtX tòt xp""^'' &s Si TeUrrfcaiiétif iV
l'infante con Maria, la madre. Gettandosi allora a terra, lo a/i vprat. tis & ftjy top \ijìat<0TÓw. Slmilmente si espri-
adorarono e, da quei grandi signori che erano, gli offrirono mono Gregorio Nisseiio, Cimenco, Prudenzio, Sinesio
doni: oro, incenso e mirra '. Ecco il momento che gli scul-
tori più antichi, seguendo i pittori delle i Sulle pitture i doni sono ordinariamente appena indii
perla rappresentazione principale dei Magi. da (in.dihe irattu schematico. Gli scultori, invi
I Magi offrono dunque i doni al divin bar nere, molto più precisi, come d'abitudine: l'oi
ialine: ; nelle forma d'una corona con la gemma frontale {ti
3; CCXXJI, 6 e 7; CCXXIV, 5); l'incenso <
buli, eccettuate le poche sculture che lo
una tenda per nasconderlo, e il bambino in atto di una pisside— aeerra — {lav. LXXXXV1) a tutti nota
la madre {tao. CCIV, 2). Qui siamo, naturalmente, seme pagane ili sacrifizio ':; la mina come unguento
sa, nella domus, non più nella grotta. Mai però fu ferta in un vaso panciuto nel mezzo e ristretto all'orificio,
come olio in due 0 tre ampolle oblunghe, dai vecchi copisti plice, e si limita agli elementi assolutamente necessari, cioè ai
cambiate in uccelli, errore ohe si è ripetuto fino ai nostri Magi e al divino infante tenuto dalla madre. Quando l'artista
giorni, con gravi: danti» non sólo per l'interpretazione della vuol renderla più ricca, aggiunge nel fondo i cammelli che
mina, ma anche per quella dei due altri doni '. La fig. 178 hanno servito ai Magi per il lungo viaggio in cerca del
riproduce, a un quarto della grande/™ originale, un fram- neonato re dei Giudei, particolare anch'esso già ricordato
mento rinvenuto a S. Callisto, che mostra due ampolle, e che dal profeta Isaia'. I,a composizione divenne vieppiù ricca,
diamo integrato a tav. CCXXIII, io. La stessa tavola con- quando si aggregarono ai Magi i pastori col presepio. Ma ciò
tiene anche (h. 6) un frammento del Museo di S. Sebastiano accadde soltanto nell'era dellaa pace.
pace. Allora
Allora si compose anche
con uno dei Magi che olire din- ampolle, e un alt™ (n. <)} una scena propria che mostra a i iMagi
Magi in
in vista
vista della
della stella.
Delle rappreseli!: >iii antiche non esistono pur-
Sul v ,;■ olle itl, tulli inediti; li ho riuniti a
troppo che piccoli frammenti,
tati. CCXXII. Quattro, i
ék
il valore del dono; i leggono tm. I, 3, 4, 5, provengono
libbre. Gli artisti si saranno probabilmente ispirati al fatto dal cimitero di S. Callisto;
di Maria Maddalena la quale, come racconta s. Giovanni, uno, il n.2, — da quello di
" accepit libram unguenti nardi pislici prctiosi et unxit pe- Ostia. Quest'ultimo ha una
des Iesus " ■'. Sfiondo la stima lattane da Giuda, codesta importanza speciale, mo-
"libbra d'unguento valeva più di trecento denari-. Da strando il bambino fasciato
ciò fu facile valutare il dono del Magio che non si contentò e la Vergine seduta su una Fic. 178.
di offrire una sola libbra, ma undici, sessanta, sessantacinque. cattedra di vimini e senza
Il più generoso e quello del piccolo sarcofago latcrancnse suppedaneo. Così furono ricostruiti quei frammenti più an-
(tav. CCXIX, 1); LX leggiamo sopra un frammento di coper- tichi, che della Vergine col bambino non hanno più nulla, o
chio del Museo di S. Callisto (lav. CCXXV, 1), xi sopra il quasi nulla.
coperchio d'un sarcofago della basilica di Santa Petronilla, Il primo frammento era ammonticchiato nel deposito alla
che ho potuto ricostruire in parte (lav. cit., 11. 2). ■torretta ■. Ila uno spessore di 23 cm. ed apparteneva alla
L'ordine in cui vengono offerti i doni varia per l'incenso fronte d'un sarcofago di grandezza non comune. Lo stesso
e la mirra, in quanto che ambedue cambi; fra il secondo e spessore ha pure il ri. ;j; la sua piccolezza suppone però un
il terzo personaggio, mentre è costante pi irò che si vede sarcofago a due zone. Gli altri pezzi sono tutti di coperchi
quasi sempre nelle mani del primo. Su cit à forse influito di sarcofagi. Sul primo frammento rimane ancora una parte
l'affermazione dei Magi di essere venuti per adorare notevole del secondo e terzo Magio e di due togati, dunque
nato re dei Giudei: vidimus eniiti stellam eius in ori dei defunti che si sono fatti rappresentare accanto all'ado-
venimus adorare inni ■'. razione dei Magi. Seguendo l'andamento di questi, i to-
Siccome ciascun dono e offerto da uno dei Magi, gati s'inchinano un po' a destra verso il divino infante, quasi
mero ternario dei doni ebbe per conseguenza volessero anch'essi accostarsi per adorarlo. Solo il primo è
numero ternari» degli oblatori; e questo non ha, nelle scul- tutto visibile; egli porta nella sinistra un rotolo chiuso e con la
ture dei sarcofagi, eccezione di sorta, mentre nelle pitture destra stringe una porzione dell'ultimo tratto del suo ampio
cimiteriali, per ragione di simmetria, se ne incontrano una manto per mantenerlo nella giusta posizione. La forma della
volta due, una, quattro, e, per mancanza di spazio, una volta tunica a mezze maniche e la toga non contabulata ci rinviano
due '. Quest'ultimo esempio è però di qualche importanza per al principio incirca del secolo iti. Con ciò vanno d'accordo
il numero ternario, poiché nel campo vicino, dove lo spazio lo stile buono, le pieghe larghe e cuneiformi, il rilievo alto.
e- sullicicnte, l'artista dipinse tre Magi. Non possiamo far valere l'assenza del trapano, perchè man-
Le rappresentazioni dell'adorazione dei Magi sono le più cano le teste e le mani, cioè proprio le parti dove suol mo-
numerose fra le scene d'infanzia di Nostro Signore. Dai ven- strarsi specialmente l'uso del trapano.
tisei esempi pubblicati dal Garriteci'' bisogna toglierne uno Simile pregio ha il piccolo frammento (/j. 3), dove il Magio
che e riprodotto due volte, senza che l'autore se ne sia accorto superstite Veste, sotto l-i clamide, una tunica senza maniche,
(tati. CCXXl, '•) ''; in una monografia d'uno scienziato tedesco quasi sempre indizio dell'età precostantiniana. D'un eccel-
sulle scene della nascita la stessa immagine e ripetuta perfino lente lavoro sono inoltre i frammenti 2 e 5, sebbene siano
tre volte, sempre come scena distinta ;. Noi abbiamo sulle assai meschini; il 11. 4 può essere ancora del ili secolo 0 del
nostre tavole più di trenta altri esempi, molti dei quali sono rinascimento dell'arte sotto Costantino; un altro frammento,
frammentati ed inediti. La composizione, di solito, è sem- molto mal ridotto (tav. CCXXIII, S), è senza dubbio del
tempo della pace. Ivi l'artista ha introdotto degli alberi alcuna prova. La lastra potrà, anzi dovrà essere datata al più
comi- mezzi di si-punizioni-. Ciò vedesi pure su un coper- tardi dalla fine del secolo 111.
chio rinvenuto nel cimitero di Domitilla, parimente del Alla stessa officina, se non allo stesso artista, si deve l'ado-
IV secolo (/ito. CCII, 2), e sopra un bel frammento del razione dei Magi d'un frammento di coperchio, che poco
Museo di S. Sebastiano (tav. CCXXIII, 2). prima della guerra venne trasportato dalla Villa alla Galleria
Sui frammenti callistiani 4 e 5 (lai). CCXXI1) s'affacciano Dona1. Col gentile permesso dell Vocino sig. principe Doria
per la prima volta le protomi di cammelli, che ritornano Pamphilj ne diamo una copia fotografica (rosi. CCIV, 2).
spesso sui monumenti del secolo iv '. Bastano ordinariamente La scultura è un po' ottusa, i visi del bambino e del secondo
la testa e parte del collo; più di rado vi si aggiunge una Magio danneggiati. Ciò non di meno si vede che i Magi sono
zampa. Cosi sopra un frammento inedito di Porto, ora nel identici. Anche la Vergine si rassomiglia, specialmente in
Musco lateranense {lati. CCXXXIII, 7) e sul Coperchio di quella parte della palla che in modo identico, con le stesse
Cherchel, ora del Louvre (tav. CCII, 2). Dei due fram- pieghe, scende dail;i testa, ,i\ volgendo il braccio sinistro. Però
menti callistiani (n. 4) il superiore era già murato nel vec- il suo atteggiamento è del tutto diverso; essa non riceve i
chio Museo; l'altro giaceva nella cripta del diacono Redento; Magi, ma è distesa su un letto che si suppone nascosto da
lo feci togliere di li e riunire al primo. una tenda, visibile nel fondo e a destra. Essendo sul letto,
Di difficile datazione è il grande pezzo della fronte d'un è scalza, come scalzo è anche il bambino. Il letto poi è quello
sarcofago del Museo delle 'l'erme, rinvenuto alla fine del- consueto, con piedi torniti e la spalliera a forma di delfino.
l'anno iui2 nei lavori di restauro della chiesa di S.Marcello Il bambino, vestito della tunica, siede davanti al seno della
al Corso (tav. CCIV, 3)- Quel tanto che è rimasto delle scene madre e con un movimento forzato, che però e possibile in
è di conservazione ottima-. L'adorazione dei Magi era rap- bambini di tenera età, si è rivolto verso di essa e stende la
presentata nella zona inferiore. Se ne vede ancora più della destra per carezzarla. Il gruppo si distingue per una grande
metà. Come sul frammento ili Ravvilo, la Vergine ha la de- naturalezza; preso separatamente, è un vero ■ tableau d'in-
stra alzata e aperta in atto di meraviglia verso i Magi che ap- térieur •, s'intende di una casa, non di una stalla o dì una
portano ì doni: il primo, l'incenso, il secondo, la mirra, il
terzo, la cui figura è interamente distrutta, l'oro della solita Né la Vergine né il bambino si sono accorti dei Magi,
forma di corona con la pietra frontale bene distinta. I Magi come i Magi stessi non si sono accorti di loro: tutti e tre
s'accostano di così buon passo che la clamide fa un grande guardano dall'altra parte. Con ciò l'artista volle indicarci che
svolazzo e la parte affibbiata sull'omero destro è scivolata si trovano ancora ad una certa distanza. L'ordine in cui por-
sul petto. Il bambino sembra nudo, come sul noto affresco tano i doni è quello dell'evangelista. Del resto, la forma inso-
del secolo II, il che sarebbe un indizio piuttosto del tempo lita del gruppo della Vergine col bambino ci conduce pure
precostantiniano. La scultura si distingue infatti in parecchi in un tempo in cui non era ancora fissato il tipo, offrendoci
punti dalle opere del tempo della pace. Basta prendere il tipo pertanto un nuovo indizio p re costanti ni ano per la datazione
di Nostro Signore, che siamo avvezzi a vedere dal secolo tv della lastra di S. Marcello. Come i coperchi in genere, il
in poi e che qui varia da una scena all'altra, come sulle due nostro è lavorato un po' son Lina ri amen te; nelle pieghe degli
lastre policrome dello stesso Museo (tav. CCXXI, 1). Molto abiti, sopra tutto dei Magi, si scorge l'uso abbondante del
significativa è inoltre la scena delle due donne adoranti, che trapano. Ma i pregi rilevati ne assicurano il carattere preeo-
si raccomandano al Signore, scena clic con piccola modifica-
zione ritoma anche su un frammento callistiano uscito dalla Soltanto nel iv secolo l'adorazione dei Magi prese una
stessa officina (tav. CCXXI, 4), mentre sulle sculture certa- forma che non cambiò più e quanto alla sostanza si ripe-
mente del secolo iv è fusa con altre scene, specie con la ttaài- teva dappertutto nella stessa maniera. Ma nei particolari
tio della legge a s. Pietro, Alquanto differente è pure la risur- regnava sempre qualche varietà. !l di sin bambino è ora gran-
rezione di Lazzaro, che rammenta un po' l'affresco della dicello e vestito di tunica, ora piccolo e fasciato, ma sta sem-
« cripta a' dei Sacramenti >, dove però Lazzaro sta accanto pre nelle braccia dilla madre. Maria 1:1 sempre la palla tirata
all'edicola, non dentro. Rarissimo poi è il fondo riempito di sul capo, perchè in lei doveva essere anzitutto rilevata la ma-
alberi e di piante, le cui foglie arrivano fino al listello supc- ternità. L'asserzione nostra sembra, è vero, contraddetta dalla
riore. Il disegno lascia a desiderare. Il difetto maggiore adorazione scolpita sul fianco destro del sarcofago della cat-
consiste nelle teste generalmente troppo grandi in propor- tedrale di S. Trofimo, dove, secondo la copia del Le Blant,
zione dei corpi. Con tutto ciò le figure sono piene di vita; e per conseguenza anche del (Jan-ucci, Malia ha la testa sco-
qualcuna, come il paralitico, è riuscita assai bene. Il lavoro perta. Il primo lo rileva espressamente: » La Vicrge,représen-
finalmente offre una grande morbiiìc//ai. Per tutte queste tét sans voile... ■ ' Ma qui v'ha un errore del copista
ragioni e indi'/i non escluderei così apoditticamente il tempo peraltro scusabile: quando Piene Fritti, copista coscic:
precostantiniano, come qualcuno ha fatto, senza produrre simo, disegnò le scene dei due fianchi, il sarcofago ci
strato in una piemia nicchia che l'obbligò a servirsi di specchi nello stesso posto ritorna ancora qualche altra volta (la-
e candele per poter distinguere, e ancora in modo assai imper- fole CXV, 3 (Luterano); CCII. l (Domitilìa), 3 (Louvre).
fetto, le figure delle fitppi-t-si-nrnuinTii. Ora la Verdine, se-si Nel tempo delta pace il posto ordinario dell'adorazione dei
guarda di faccia, ha i capelli scoperti; se si guarda da un lato, Magi è il coperchio. Più di rado la troviamo nel corpo stesso
si scorge chiaramente la palla tirata su per coprire l'occipite, del sarcofago, spu-jlo.rr.i quandi la fronte non ha che una
come prova la fotografia in iseorcio. elle feci trarre dopo che fila di scene. Conosci irtissimo e il piccolo sarcofago tutto con-
a mia domanda il sarcofago Tu parzialmente estratto dalla sunto, clit nella sagrestia di S. Marcello serve di acquasan-
nicchia (to. CCXLIÌ, /). Dunque non esìste nessuna ecce- tiera'. Un esemplate l'ovato negli ultimi decenni nel cimi-
zione; puri; qui la Vergine è velata. tero di Domitìlla, e riprodotto a tiw. CV. 1. Scultura molto
I Magi, sempre in numero di ire e non di rado accompa- sommaria; la clamide dei Magi <■ appena indicata da quella
gnati dai loro cammelli, s'i parte che con la fibbia e- scesa dalla spalla sul petto. II bam-
bino è fasciato; la Vergine lo tiene in ima bella posa. Manca
stella ', composta di sei raggi dentro mi cerchio, ossia nimbo, la parte inferiore tino al secondo Magio, onde non si sa se la
che in origine sarà stata di solilo dipinta. Sul ■ sarcofago dog- cattedra sìa stata semplice o fornita di un suppedaneo.
matico» 104 del Museo 1 a te ra lieti se (/<«'. I.XXXXVI) la stella Più grave e la perdita in un imponente sarcofago del
è rimpiazzata da tre piccoli diselli elle gli interpreti non sape- cimitero di Ciriaca, perché ivi manta la base di quasi tutte
vano spiegare, essendo loro sfuggito che il sarcofago è in gran le scene, tranne una meschina parte di quella dell'angolo
parte soltanto abbozzato. Se l'artista l'avesse terminato, i tre sinistro. Trattandosi d'un monumento non comune e ine-
dischi sarebbero diventati tre stelle dentro cerchi, come sul dito, bisogna fcrmarvicisi un po'.
coperchio del Bareol'ago Albani a S. Sebastiano (to'. XL), Il sarcofago era d'una conservazione superba quando fu
dove il primo disco offre difatti l'aspetto d'una tale stella rotto in pezzi. Di questo atto di vandalismo non sì conosce
che nei due altri è principiata e non finita. Il numero ternario ne l'autore né l'epoca. I frammenti furono ricomposti al
dei dischi sul sarcofago 104 corrisponde alle persone della tempo del de Rossi, tentativo lode-eolissimo, sebbene non im-
Santissima Trinità che nella scena di -opra è in atto di creare mune da errori, perché in tal modo si salvarono i pezzi e si fa-
i protoparenti. Abbozzate e non eseguite sono pure le pro- cilitò inoltre assai il compito di chi doveva un giorno occupar-
tomi di due cammelli dietro i due primi Magi. Molto bene sene ex professo. La fig. 170 mostra il sarcofago ricomposto.
espressi, al contrario, sono i doni, fra i quali merita una t'usi In vide René Ciri lussici quando stava preparando il suo
attenzione speciale quello del terzo oblatore, cioè una pis- Catalogo''. Malgrado la ricomposizione difettosa dei fram-
side- chiusa, — acerra — contenente l'incenso. Infine l'uomo menti, egli indovinò il contenuto di tre scene, una delle quali
barbato, vestito come i personaggi sacri, ma in piedi e dietro assai difficile. Dopo aver descritto l'adorazione dei Magi, con-
la cattedra, non può rappresentare lo Spirilo Santo, quan- tinua: Derriére cux (i Magi), lourné égalcment vers la Vicrge,
tunque questi sia effigiato In modo similissimo nella scena di un quatricme personnage, vétu de l'exomìs et tenant un Volti-
sopra, perché ivi questo posto toccava necessariamente ad meli (la téle est miitilée). Puis venait le reniement de saint
una delle Persone divine, mentre nell'adorazione esso è troppo Pierre. Pierre est debout en face du Christ, dans l'attitude
secondario, per lo Spirito Santo. Bisogna dunque in questo ordinairc (le bras qu'il levai! esl li rise). Jesus tient d'une
s. Giuseppe ", che negli stessi abiti e mairi le rollimeli et pose sur ce volameli Ics doigts de l'aulre
Tarn. CCIV.i (S. Olinto). 2 (Dori»); l(Te me); CCXXI 1. ' Guwueci, lav. 310, j. A pam- ì cammelli e il senso inverso, l'adorazione
); CCXXIV, 5 (Gunpidofllio). rassomiglia a ,,,,,-llj di s. Paolo (lm. CCXXII, 7) ci ha parimente 1., adula dd
Tarn. CCXXI, 6 e CCXXIV, S (Lata „»>, . , (Berlino).
Cosi gii il Gsrbccci, lav. 365, z, p.go
1 di Nostra Signore
mairi, I'uis. l'entrée à Jcrusalcin. Jóstis, munii- sur l'allesse, nelle singole ligure: ciascuna respira ed e piena di vita, F,
csi tourué icrs la droirc. Diri-ii-rc lui, un apòlli- qui scmhlc vero che l'artista non lavora più come si lavorava ancora
le soutenir. Dcvant lui, ini persnnnagc plus pili! eterni uni- nell'epoca sevetiana. Ma egli è molto accurato e opera con at-
draperic sur le sul (très mutile). I'uis une ligure di' l'emme, tenzione e diligenza: tulio è finito, niente in istillo di abbozzo.
velili' di- la lunk|iit et du manteau qui ninni' In lète, re tenari t Alcune figure sono abbastanza ben riuscite, specialmente
di diiiN mains Ics plisdc la draperic. Au l'ondarne lète d'assis- la defunta che per l'aggiustamento della palla ricorda un
tant tournée vers die. Enfin, une autre scéne dmit il ne reste po' la personificazione dell'Inverno nell'arco di Costantino
qu'unc partic du corps de Jesus, tenant le -.-titillimi ti toiirnc {lai: l'I, .>'). MerilaiHi lode anche le figure dei tre Magi con
vers la gauche, et, au fond, derriére lui, un assistali! ', le pieghe delle loro tuniche, per esprimere In grande fretta di
Dissi che hi ricomposizione ilei frammenti è difettosa. offrire i doni. Simili pieghe, ma alquanto rigide, si presentano
E lo è per tre ragioni: furono introdotti perai estranei, fu- nelle tuniche dei Magi sul .sarcofago dommatico », dunque
rono omessi pezzi che vi appartengono, e non manti-nule le su un monumento della secondi! metà del secolo IV, epoca
debite distanze. Quest'ultimo errore distni.se la scena di cui evidcnlemente troppo larda per il sarcofago ricostruito. I
faceva parte il personaggio vestito dell'csouiidc: l'autore della pregi rilevati ci obbligano, invece, ad ascriverlo ancora al-
ricomposizione lo avvicinò troppo ai Magi, avendo confuso l'epoca precostanti ttiana, e e ine alla ti ne incirca del secolo in,
l'acqua ac( ito alla gamba Bilustre con le pieghe ondulate Un terzo sarcofago per bambino con l'adorazione dei
della tunic del terzo Magio: vi era rappresentato il batte- Magi fu trovato al Vaticano e stava ■ nelle stanze dei ['reti
simo di Ni vo Signore; il personaggio in esoimde è [.[nitidi di sant'Ivo alla Scrofa » *, quando il Rosio ne fece trarre il
s. Giovanni Battista. L'n frammento si ni Miss imo della stessa disegno che lo mostra qual'era prima dei pochi restauri
scena, menzionato di sopra, ho constatato in questi giorni (loti. CCXIX, 1). Fra questi notiamo soltanto la stella e
fra le sculture rinvenute nei recenti scavi a S. Sebastiano l'avambraccio ilei primo Magio che la mostrava. Vi era forse
{lav. CCXV.5)'. rimasta qualche traccia, omessa sul disegno del Bosio. Fa-
Dei pezzi non appartenenti al sarcofago, i più strani sono cendo ora parte il sarcofago del Museo lateranense, avrà forse
quelli della figura di s. Pietro con una tunica < servito di modello il frammento 204 in cui la stella è conser-
veri pezzi giacevano in compagnia di altri presso il vata (lav. CCXXIV, 3). Il secondo dei Magi porta la mirra
in un vaso con la cifra lsv, mal capita dal Ficker, e non
mi sembravano appartenergli, per astri- la stessa i menzionata nella edizione ufficiale. Nel fondo le protomi di
tutti. 1 più importanti sono quelli della figura di s due cammelli; quella de! terzo è soltanto indicata. La scul-
testa di Zaccheo e il cicco nato, che determina l'ulti tura con le pieghe dure oltre l.i stessa particolarità che
dando inoltre una parli della base. Cosi ho potuto : rilevar ici coperchio di S. Milziade
il sarcofago (lav. CCXXV, 3). Ora si vede che la fronte è r appar- ■ ai primi detenni del secolo 1
composta di cinque scene, quella dell'annunzio delia nega- Dei due sarcofagi spaglinoli con l'adorazione dei Magi,
zione occupa il Centro, come in rimiti altri casi. In mezzo ai l'uno è conosciuto da molto tempo-'. Fsso si trova nella
personaggi sacri appare la defunta, tutta involta nella sua sagrestia delle monache della chiesa di S. Domingo le Reya
ampia palla; essa s'è fatta rappresentare fra la guarigione presso Toledo, murato ad un'altezza di circa tre metri, di
del cieco nato e l'entrata di Gesù in Gerusalemme. guisa che le sculture non si possono toccare. La conservazione
A capo del cielo sta r.idora'ioiic dei Magi, che si potè non lascia a desiderare, solo le due scene angolari sono in
ricomporre quasi per intiero, combaciando i frammenti fra parte nascoste, e l'oro del primo Magio ha perduto ogni
loro. Il bambino, metà fascialo, metà libero, stendeva le ma- fonila. L'adorazione non olire nulla di straordinario. Il bam-
nine (rotte) verso t Magi che accorrono in gran fretta, fretta bino e fasciato ed ha un viso molto grazioso. Per mancanza
espressa non soltanto dal lungo passo, ma anche dalle pie- di spazio l'artista si limitò ad una sola protome di cammello,
ghe ondulate delle tuniche. Il primo, beni-:, d eui lungo collo seorgeii accanto alla testa eie! primo Magio.
vato, mostra e guarda ancora in alto, dove sani .tata dipinta La defunla, una giovane a capo scoperto, cioè una non ma-
la stella che ora manca; il secondo guarda parimente in allo; ritata, occupa il ce in 1.1 della li-onte e nella consueta attitudine
il viso del terzo è distrutto. L'ordine in cui si seguono è quello di orante, quindi già partecipe della felicità iterila, dove prega
dell'evangelista; i doni sono bene distinti. I.j maniera, come per i superstiti {tao. CCXIX, a).
li portano il secondo e il terzo, ci insegnò come ricostruire un L'altro sarcofago spaglinolo serve di antipendio d'un altare
frammento del Museo di S. Sebastiano ((ut'. CCXXIII, 3). in una chiesa di Castiliscar ed è d'una conservazione anche
René Groussct attribuisce il sarcofago alla fin du qua- più perfetta; manca soltanto la verga colla quale Gesù toccava
triéme siècle , vedendovi una e\éeution très lourde ». una delle sette idrie poste nel centro della fronte. Ma la
Questo giudizio mi sembra poco giustificato. Malgrado lo scultura è tutta dipinta con colori a olio, che ne alterano
stato pessimo delle sculture vi si scorge, oltre un grande stranamente l'aspetto, nauseando i contorni delle figure:
molla naturalezza, cune nelle scene cosi anche sembra un rilievo di metallo, non di marmo. L'adorazione
contiene particolari non comuni o nuovi: i Magi portano, diamo troneggiare sul sarcofago di frascati della prima ir
come raramente (Inv. al., 3), i doni non su piatti, bensì del secolo IV (j\g. 1). Ricordiamo inoltre una iscrizione in-
sulle mani rispettosa menti- velate dalla clamide; essi solio castra dans la facadc ile l'cglisc de Vcscronce , la quale-
molto più bassi delle altre figure, il che mostra chiaro lo prova che il monogramma era usitato nelle Gallie
scopo dell'artista, di voler far pompa dei cammelli che emer- nell'anno 491 (fig. /So). Esso risplende in cima all'epitatìo.
gono dal fondo in numero di tre. 1 Magi sono inoltre bar- è tempestato di pietre prezios
bati. Però questo particolare non ini sembrava sicuro, trattan- con la gemma frontale. L'iscrizione si riferisce ad una
dosi d'ui ;, il giovane religiosa di ventiquattro anni, che, dopo una vita
dott. Vives, della Biblioteca Hahurs ili Harccllona, fece fa ri- esemplare, mori il di 28 dicembre: HIC REQVIESC1T IN
da un suo amico la verifica sull'originale, onde risulta che il PA!CE A1SBERGA PVELLA j DEO PLACITA QVE V1R.
primo dei Magi ha la harba, il : n po' di peli alla GENALES ACTVS OMNI | ONESTE (per honeslate) CVSTO-
guancia, il terzo una barba dipint D1ENS | VIXET ANNIS XXIV TR|ANS1ET D,'i«) 1111 infeu-
Tra la il pri » Ma-i. dai) DEC(Vr™im) \ ~1ND {*<«>'«) XV OL1BRIO IVNliORE
uomo parli CVNS(ufc)7.
Nella scultura esislono linoni soltanto monumenti gallici,
un bastone nella sinistra che rappresentano la scena completa dei Magi in vista della
in compagnia dei May ine pende la tenda, stella. Il più cospicuo è un sarcofago del Museo di ArUs, a
come sul frammento Di: ). La defunta, figura cinque scomparti-
elegante, e pure qui ir atto di preghi, ■a.pero con h palla
ip 1. hssa > fra la Cananea i due miracoli euca-
Al ibedue 1
glianza rmi quello di Saint-Gilles, cium- risulla dalla copia ferma il Carrocci-, egli veste tunica e pallio, come su altri
(lii' ni- dette il Wilthcim, ripcluta dal Li' Uhm! '. [1 coperchio monumenti. Ma il posto che occupa e quello di solito riser-
ili Saint-Gilles in pubblicato |iii primo e ohi un eccellerne vato al pastore, mentre a lui spetta qui Ilo dietro la cattedra
commenta rio dal di- Rossi '. l'Isso é da ambedue i lati incom- della Madonna (tOO. CLXX \ Vili, 2).
pleto; a sinistra manca il re che ordinava l'adorazione della Della rappresentazione dei laneiulli-.Vlagi nuli si Cono-
sua cfligic, a destra la Verdini- col bambino. La nostra copia sii-i ;i In.....il oggi nessun esempio romano. Se ne poteva però
lo dà completati i (te». CCII, 3). Al gruppo della Madonna suppone l'esistenza a priori, avendo Roma dato i modelli di
ahhiamo aggiunto In figura di s. Giuseppe per riempire lo tutte le rappresentazioni sacre. La verità di questa asserzione
spazio. 1 Ire fanciulli sono, come sempre, mollo movimen- è difatti provata da un bel frammento clic ho trovato nella
tati; quello di mezzo mostra coli'indice della destra In stella cosi detta torretta e che ora si conserva nel Musco di S, Cal-
a sci punte dentro un cerchio. I Magi olirono i doni sullo listo (fig. 182). Resta la parte superiore del re, seduto, che
mani velate dalla clamide, sotto la quale si vede la destra, con la destra alzata fa il gesto oratorio; nel tondo la statua, e a
tome se ne l'osse liscila attraverso uno strappo. La corona sinistra la testa del primo fanciullo che voltava le spalle al re,
del primo è distrutta; il secondo porla la mirra in due bot-
tiglie, il terzo. l'incenso. Due pulii alati sorreggono la tabella
vuota dell'iscrizione. Questi putti e il soldato con lancia e
scudo sono i meglio riusciti. Le altre figure, al contrario,
molto schematiche, rivelami un'epoca larda, difficilmente an-
teriore al secolo V.
Gli altri tre monumenti sono in sostanza l.en conservali;
manca soltanto, qua e là, un particolare Facile a supplirsi.
La rappresenta/io ni più importante e quella dei due fian- Fie. in-
chi dei sarcofagi di Tolentino e di Ancona, perche i fan-
ciulli sono ivi chi a rame n le caralti a'izz.alr non solo come Magi, coine sui sarcofagi ili \neona e di 'l'ole ni ino, ed aveva la destra
ma anche come re, avendo uno scettro identico a quello di parimente alzata, ma in atto di indicare, la stella, s'intende,
Nabucodònosor, o, piuttosto, di Erode, malgrado il busto col- alla quale era rivolto anche il suo sguardo, cosicché la ricostru-
locato nel fondo {fai*. XIV; LXXII1, ;). Del resto, sap- zione della scena fu facile. A tao. CLXXXXIX, 2, la diamo
piamo già che l'artista volle rappresentare, in ambedue, integrata secondo uircll.i de1 fianco destro del sarcofago di
l'imperatore quale persecutore dei cristiani. Uno dei fanciulli- Ancona, essi odo probabile che, quanto alla sostanza, ambe-
Magi mostra la stella, molto danneggiata sul sarcofago di due si rassomigliassero Sembra inoltre che il frammento
Tolentino; ivi Erode sui in piedi, meni re la Vergine è seduta provenga dalla testata destra d'un sarcofago. Il marmo è
sul faldistorio, col neonato Re sulle braccia. portato a pulimento, il lavoro molto accurato. Le tre teste
L'artista del sarcofago di Ancona presi un coperchi'! hcll'c superstiti Sono in ottimo stato. L'artista aveva una predile-
fatto, coli'adorazione dei Magi nella metà sinistra. Perciò zione per i capelli boccolati, elle sono identici nel re dia-
rappresentò questa sui fianco opposto a quello dei Magi, demato come anche nel fanciullo-Magio. Questa uniformità
come fece l'artista di Tolentino, il quale ha scolpito il co- schematica, il largo uso del tra]),ni" e, anzitutto, il soggetto
perchio del sarcofago, scegliendo però una forma speciale, stesso assegnano la scultura alla seconda metà incirca del
inadatta a soggetti composti di molte figure. Nella scena dei secolo IV.
■1..
e d'infamia di Noi
(tav. XXXIX, 2) '; una madre con 1 capelli sciolti e con chiesa collegiale e parrocchiale di S. Martino a Saint-Rcroy
le mani giunte; guarda (uste il suo figlii ■ te un satellite e venne affisso sul portale della stessa chiesa - '. Durante la
porta via; appresso, un secondo satellite, con la spada nella Rivoluzione fu distrutto. Se dovessimo credere al Copista,
sinistra, tiene al iifiiu» dì sfra- le sculture avrebbero subito dei forti ritocchi: Erode C
cellarlo davanti ad Erode che Biede su una iella cvrulis, avvolto diventato un re del Medioevo, con ■■ piviale -, ermellino.
nel paludamento e col ___._____________,________________
gesto . Che giglio nella sinistra, e
i ad 1 la destra posata inerte
opera dell'arte provin- su! I sol-
ciale, lo mostra l'as- dato presso dì lui porta
:
senza del distintivo una specie di alabarda;
reale Erode non ha segue un carnefice, ar-
né se tlrn ih- diadema. mato di una formida-
Sul 1 tosaico teste ci- bile mazza con chiodi,
tato, invece, egli ha il quale ha ai piedi
perfino il nimbo. un bambino morto; il
Fa riscontro l'ado- ter»), che e quello del
e dei Magi: essi sarcofago di S. Massi-
loro doni al divino infante posto nel pre- mirio, gli porta un bambino vivo; il quarto mostra ta spada
sepio, che l'asinelio e il bue riscaldano coll'alito e la madre a due madri, la seconda delle quali prega a mani giunte.
sorveglia, sedutagli accanto, presso la cui testa riluce la Sembra però più probabile che i ritocchi siano stati eseguiti
stella. Tutto è di ottima conservazione. soltanto sulla copia. Ad ogni mudo l'esempio distrutto della
D'un secondo esempio della strage esiste una vecchia strage era più ricco di ligure. Anche qui faceva riscontro
copia5 nel Cod.vat. lat. 9136, f. 217, che diamo afig. 183. all'adorazione dei Magi con la scena de! presepio, che sarà
A tenore dell'iscrizione che accompagna la copia, il sarcofago stata in tutto simile a quella del sarcofago di 5- Mas-
era « di marmo e fu trovato in una cappella antica della
CAPO II.
SCENE DELLA VITA PUBBLICA DI NOSTRO SIGNORE.
omnes, e! magnificabant Deum. Et FCpleti sunt timore diccn- Finalmente un terzo tipo rappresenta il miracolo fatto:
tes: Quia vidimus mirabilia hodie ■ '. it guarito s'è alzato in piedi, pronto a portar via il letto che
La seconda yuani^onc c soltanto raccontata da s. Gio- è ancora a terra. Lo vediamo sulla fronte lateranense [5;,
vanni. Altrove abbiamo notato che i pittori avevano un unico sul sarcofago di Civita Castellana e su due frammenti inediti
tipo, e questo rappresenta il paralitico guarito recante il letto dei Musei di S. Sebastiano e di Arles (/«ce. CXXXXItl, 2
sulle spalle; onde non si può mai sapere quale guarigione ab- e 3; CCXXXI, 5 e io).
biano voluto effigiare nei singoli tasi, essendo la fine, l'effetto
del miracolo, in ambedue la stessa. (Ili scultori, al contrario, DEL PARALITICO
le seguenti, contentandosi di far vedere il stende le mani, implorando, s'intende. II! grazia che Gesù
Signore che, accompagnato dal principe degli apostoli, s'è gli concede, imponendogli la mano sulla testa. Il Signore
fermato dinanzi all'iscri/ionc ili Rns.ni. I.a ragione ei sembra dunque si suppone andato da lui, e non viceversa. Eppure
suggerita dall'epigramma che s. Damaso compose per la tomba soltanto cosi io scultore precisò abbastanza bene la scena
della sorella Irene, vergine sacra. Considerando per sé pros- come guarigione di Bartimeo, la quale, altrimenti, sarebbe
a la chiamata dei Signore, il papa finisce col raccoman- rimasta un po' indecisa. Secondo l'uso comune degli artisti
darsi alle preghiere della defunta: Nunc veniente Dea nostri il cicco è di statura piccolo; egli veste come i bisognosi in
re, virgo, Ut tua per Dominimi praestet milii facula genere, semplice tunica, avendo gettato via il pallio.
lumen '.Qualche cosa Gesù operò il mi-
imile forse ci di-
), nel loro linguag-
gio, lo sculture del sar-
cofago. Gesù, che già
chiama a sé la defunta,
^
parole: « sedebat secus viam mendicans un frammento nel Musco di Valente, dove però vengono
rsect n andati da un solo pcnuhtto, e l'architettuia è omessa citiamo anzitutto il sarcofago dei due fratelli e il frammento
(bw. CCX1V, 6), mentre il sarcofago distrutto africano sem- inedito, ma un po'ritoccato, della villa Albani (lam. LXXXKl
bra essere stato in tulio una copia fedele dell'archetipo. Fi- e CCXXIX, 3).
nalmente fui sarcofago sopralavorato di Leida ciascun cieco Il cieco s'appoggia di solito ad un bastone ed è condotto
s'appoggia ad un bastone, e i due personaggi del fondo ve- da un apostolo. Sul frammento citato di S. Callisto, residuo
stono abiti sacri; si.no dunque apostoli (fig. <jj). d'un sarcofago ad alberi, il bastone ha la grossezza d'una
Già nei tempi antichi si dispulava se le tre guarigioni di colonna. Siccome sul principio apparve la sola base del sar-
cicchi di Gerico fossero tre o una sola. Nel suo trattato cofago (fig, rSj), la pretesa colonna mi riesci alquanto im-
De consensi! evangelistariim s. Agostino parla ■ De caecis Ic- barazzante, finché la scena simile del sarcofago di Adelfo
richo illuminati*, cpicmadmodum non adversetur Matthaeus non m'ebbe data la luce (tav. LXXXXI1,»). Il bastone è
vei Marco, vcl Lucac », ed è persuaso che Gesù ha operato lavorato alle due estremità, l.e scene mancanti hanno potuto
tre differenti guarigioni. Che di uno sia slato tramandato il
nome, è per il Santo un indizio che si tratti di uno caduto
in miseria, C rimasto perciò fumoso anche nella sua disgrazia:
« Procul dubiti itaque Barlimacus isti- Tintaci iìlius ex aliqua
magna felicitate dcieclus, notissiinac el iainosissimac miscriac
fuit, quod non solum caecus, verum eliatn mtndicus sedebat. essere integrate coll'aiuto del sarcofago vaticano, ora latera-
Hìnc est ergo quod ipstmi solum vohiit commemorare Mar- nense 179. che ha tutte le scene dell'altro (tav. CCXXVIII,
cus, cuius ilhiminalio lam claram t'amarti buie miracuio com- 7). Un secondo esemplare di quello in parola, con le due
paravi!, quatti crai illius nota calamitai ■■ '. prime rappresentazioni, l'ho constatato sopra un frammento
Comunque, sul sarcofago di Bassa i due israeliti racco- della medesima provenienza {tav. ci/., a). Raramente il ba-
mandano al Signore tre ciechi, non due. fìssemi" le tre gua- stone non è diritto, ma serpeggiante (tav. CXXVI, 3).
rigioni accadute nei pressi di Gerico, l'artista, con la con- Per il significato particolare che l'artista volle annettere
sueta libertà, le ha riunite in una sola scena (tav. CCVIl, i). alla guarigione del cieco nato, bisogna considerare che il mi-
racolo fini con un solenne atto di fede nella divinità di Cristo,
perchè dopo aver saputo chi fosse il « Figlio di Dio », il cieco
disse: ■ Io credo, 0 Signore! lì gettandosi a terra, lo adorò »s.
Secondo il racconto insuperabile di s. Giovanni, la gua- Da,la stessa fedc cra animato anche il defunto deposto nel
rìgione del cicco nato ha un atto preliminare, che consiste sarcofago.
nella preparazione del loto. Come azione secondaria, essa passò
„....., ., , -(■ ■ ('I-.-hìkjiom; 11 i-N cucii ut UK'ms.UiiA.
inosservata nell'arte. Gli scultori considerarono ,1 solo atto
decisivo, quando cioè il Signore spalma con le dita il fango Della saliva applicata sugli occhi d'un cieco parla anche
sugli occhi del cieco. Questo atto fu rappresentato spcssis- s. Marco, a proposilo del cieco di Hethsaida, la cui guarigione
simo; dei cinquantasette esempi delle tavole del Garrucci e ebbe, per così dire, due fasi: alla prima imposizione delle
del l.e Blant;, quarantatre, ben conservati, sono sicuri; il nu- mani del Signore il cicco vide ■ homines velut arbores ani-
merò sarebbe più grande, se alcuni non fossero mutilati. Di bulantes ; alla seconda coepit videro; et resti tu tus est ita
solito il Signore mette le due dita, più di rado tutta la mano, ut dare vìderct omnia '".
sugli occhi del malato. Una volta, sul sarcofago di Clermont Questa scena è rappresentata sopra II sarcofago, in gran
(lav. LXXXXIX, J), egli fa il gesto oratorio; ma anche qui parte soltanto abbozzato, che si conserva nell'atrio della basi-
si tratta del cieco, a eausa del suo abito e del bastone, ora lica di S. Lorenzo fuori le mura. Ivi Nostro Signore tiene la
distrutto, a cui si appoggiava. testa del cieco amorosamente con tutt'c due le mani, e la
Agli esempi già pubblicati ne aggiungeremo più di venti, destra ne tocca un occhio. Il cieco porta hi tunica discinta,
alcuni già riprodotti nel primo volume1; altri seguono nel La scena è unica (tao. CLXXXXVII, 5).
Secondo'. L'abito del cieco è la tunica discinta e scarpe.
Spesso porta anche un manto, sia la penula 0 la pellegrina. § „, _ QlJflrjgione de||a (ig|ia de|,a Cananea,
Bei campioni offrono 1 frammenti inediti dei cimiteri di
S. Callisto, S. Sebastiano e Pretestato {lavv. CCXXVIII, 3; Cinque figure femminili velate possono creare difficoltà
CCXXIX, 7; CCXXXI, 7). La pellegrina si trova di prefe- all'interprete, quando stanno in ginocchio avanti o presso
renza sui monumenti dell'arie provinciale; fra quelli romani il Signore: la Cananea, l'Emorroissa, Maria la sorella di
' fitto».«ufg.,i, (,5. ujiMlONt, ;•. /.., 43, ,,}-. • Tavc.XXVI. ,;XI;LXXXXVlll,2;ClX,7;CXI,lt r.CXIP, I;
• Gaw.ccci.uvv. 312. 1:313. 1,1.-4; 315, 1; 117,11318, 1 e 4; 319, ;; CXVI.lt, CXXVI, 1, CXXVII, l.CXXVIU.i; CXXlX.t, <:.\ XXX,7,
310. i; 321,3; 31;,:; 330.5; 341, 11353, ■; 358, y. ito. 11361,1; 364,1; CLVUI, I.
365, 1 ci; 3*6,3; 367,1-3; 369,3: 370, 1:372,213; 374. 3; 375, ic 3; 376, ■ Tavr.CLXXXlf.j, CI.XXXIV.s; CCIII,i;\CCVIII,S; CCXII,
"S; 377.+: 373. 1. .;;„. 1 4; 380, ti 15381, , ,■.,; 38a, 1 .■ ;;;.,',; 3; 4oo, CCXIV, ,; CCXX, i, <-<:.\ \r. I; ,;i.:\ \ll. 1; Cd vi 7/.
+*7i40»,sej;L£BLANT..W«,l:ivv. 1, 11 V, VI, VII, XXII; XXV; «««/<■, CCXXVIII, -■ 0
Uvr. \WI. .:. XVIII, 1; XXIII, 1. SXV11,1; XXX, 3; XL, 1; XLVII, 1; ' Ioajw., 9, 38.
; III. ■ i,tatiigitaif tifila figlia tifila Ctnmma
Lazzaro, la moglie di Giairo, e la defunta. Codeste figure l'artista abbia evitato di creare la scena della Cananea pre-
prendono un attedi amento più o meno simile, onde contri- gante il Signore, e ciò per lo stesso motivo per cui l'hanno
buirono non poto a trarre in errore gli interpreti. Rinviando evitata i pittori.
le tre ultime ili relativi paragrafi, rimangono ia Cananea e Questa supposizione è sv\ alorata da un altro fatto: la scena
l'Emorroissa. Ambedue furono spesso scambiate fra di loro in cui la Cananea si getta ai piedi del Signore, implorando
e quasi sempre a svantaggi,) della prima. Questo vale, p. e., la grazia, appare alle volte avvicinata all'annunzio della ne-
del Carnicci ebe di solito preferisce l'Emorroissa ■■. Così pure gazione, come se avesse bisogno di essere in tal modo legit-
nella idi/ione ufficiale dei sarcofagi lateranensi, dove non è
neppur pronunciata la parola Cananea: lii donna passa sem- In ogni caso è evidente che gli artisti hanno messo la Cananea
pre per «l'Emorroissa», una volta con l'attenuante forse '. per cosi dire sotto il patronato di s. Pietro, per rilevare, s'in-
Anche il Le Blant non conosce die l'Emorroissa; egli la vede tende, allo stesso tempo l'attività missionaria dell'aposto-
perfino nella moglie di Giairo, dove altri hanno giustamente lato fra i Gentili.
riconosciuto la «madre della giovinetta ■ ". Una sola volta, Passiamo adesso iti rivista i due differenti modi, onde la
sotto l'influsso del Carnicci, è introdotta la Cananea: i la Cha- Cananea si presenta sulle sculture antiche.
nanéenne ou l'Hémorroìsse aux pieds de Jésus-Christ • '.
t. - La Cananea
In codesto silenzio si scorge l'influsso della pittura fune-
I rilCNOKI--.
raria, dove la Cananea è figura ignota. Forse la scenasarà stata
lasciata da parte ad evitare una possibile confusione con l'È- Dei sarcofagi che mostrano la Cananea nel ni
ringraziare il Signore per la ijrazia nitenutu, abbiamo trattato
Nella scultura invece, la Cananea acquistò una grande nel libro su s. Pietro. Basteranno quindi pochi cenni. Per
importanza. l'agana com'era, essa diventò una figura parallela rendere più chiaro il significato della scena, sul sarcofago più
al Centurione Cornelio: come questi è il primo pagano conver- antico, che appartiene ancora al secolo III, l'artista aggiunse
tito e battezzato da s. Pietro, così essa è ia prima pagana che nel fondo la figlia guarita, effigiandola, naturalmente, a capo
riconobbe e confessò la divinità di Cristo, essendosi gettata ai scoperto per distinguerla dalla madre. Per una disattenzione
Suoi piedi per adorarlo. Per metterla alla prova, il Signore del copista, essa manca sulla tavola del Carnicci (310, 1).
non rispose alla preghiera ripetutamente rivoltagli: » Mise- La scena isolata del bacio apparisce finora due volte
rerò mei. Domine fili David: filia mea male a dacmonio tor- soltanto. Più spesso la vediamo fusa colla risurrezione di Laz-
quetur » '. S'intromisero perdo ali apostoli, domandando al zaro. Ai cinque esempi aia noti possiamo aggiungerne un
Signore di concederle la grazia per liberarsene: « Dimitte sesto, il più bello di tutti, quello del cimitero di Pretcstato '.
eam quia clamat post nos>*. Onde far loro conoscere la grande Della figura del Signore non abbiamo fino ad oggi ricuperato
fede di questa donna, egli continuò a mostrarsi duro fino alla se non i piedi col l'urlo della umica, e la mano sinistra, che
umile risposta che gli dette la supplicante: Etiam, Domine, la Cananea bacia con grande alletto (/«fi, CCVII, 2). Dietro
nam et catelli edunt de mitis, quac raduni de mensa domi- di lei sta s. Pietro (acefalo), col rotolo nella sinistra, come
norum suorum »*, Allora soltanto compiè il miracolo, enco- sul sarcofago del Museo di Vics, copia fedele in sostanza del-
miando la fede della madre: - O mulier, magna est fides l'archetipo romano {tao. CI.II, 5). Invece l'artista del sar-
tua: fiat libi sicut vis. Et sanata est filia cius ex illa hora « '. cofago di Riami cambiò s, Pietro in un apostolo imberbe,
La Cananea divenne dunque un tipo perfetto della pagana e ridusse il tralcio di vite a semplice ornato11. Essendo il sar-
convertita al cristianesimo. Possiamo immaginarci la soddi- cofago misteriosamente sparito, ne diamo una copia secondo
sfazione con cui gli artisti la riprodussero sui sarcofagi. Però la tavola del Carnicci (fig. 186). Inutile notare che questi
due dei più antichi esempi non rappresentano la Cananea nel- prese ia Cananea per l'Emorroissa: «Da qualche tempo ,
l'atto di ricevere la grazia implorata, bensì quando, condotta nell'ai e !'u!or ! fatto
da s.Pietro, bacia la mano del Signore. L'autore della com- a credere sempre Marta la don
posizione interpretò quindi l'intervento degli apostoli in un il sepolcro di Lazzaro; io penso
modo inaspettato, ma ingegnoso, semplice ed elegante: suppo- biamo riconoscere l'Emorroissa
nendo già accaduta la guarigione miracolosa della figlia, egli sulle figure femminili
introdusse il principe degli apostoli che conduce la madre nulla della Cananea,
a ringraziare il Cristo per il miracolo ottenuto, e il ringrazia- itario di Pretestato ci
mento consiste nel bacio della mano. Sembra pertanto che
298 Ciro II. - Scene delia ;■
parimente franimentaria nel Musco di Callisto {tav. CXXVI, Nella sua descrizione accurata del gruppo, Eusebio parla
l). Da quello the rimane della risurrezione di Lazzaro, ap- da testimonio oculare. Egli lo vide presso la porta della casa
pare che la scena fosse quasi identica a quella del sarcofago di quella donna che lo avrebbe fatto erigere in segno digrati-
di Cahors (tav. CXV, r), ma invertita: la Cananea avrà tudine e in onore di Cristo suo benefattore. Secondo le leggi
dunque mandato, alla foggia pagana, un bacio a! Signore, la dell'arte, il gruppo era composto dei due soli personaggi prin-
cui destra era stesa verso Lazzaro, il sarcofago ci ha per- cipali, Cristo e la donna. Questa era effigiata in ginocchio
ciò servito a colmare la lacuna dell'angolo opposto, dove e colle mani protese in atto di supplica: 7ev«i*òs «tùiru>jia
era effigiata la cattura dell'apostolo, il quale con la destra
accennava all'acqua erompente dalla roccia simbolica. Ivi XffKTÌr ùteri voiap «xmJi ; Cristo stava in piedi, aveva il pallio
era quindi anche il centurione Cornelio prostrato ai piedi artisticamente aggiustato e la mano protesa verso la donna:
dell'apostolo. Dalla ricostruzione che ne óm àrBpbs SfiBior <ix')p«- AttAoimi xonyiiW n-epiiie/jAi^tW k<iì rìir
_____________' ___, X**P<> rp ywatsì
jg Questa descri-
vi zione corrisponde
3 perfettamente alla
, l'in
che
Eusebio da delia
composte di due donna, ravvisan-
figure principali, la gu della dovi ■ l'Emorroissa . Egli ripetè quindi la tradizione locale,
negazione; alla moltipli ne dei pani e dei pesci corri- senza riflettere che, secondo la testimonianza esplicita di due
Pietro condotto da due soldati di polizia; e alla evangelisti;, l'Emorroissa era divenuta povera avendo ero-
di Lazzaro eolla Cananea, l'arresto del mede- gato il suo danaro in medici e medicine senza trovare il
Cornelio prostrato. minimo alleviamento. Non riflettè nemmeno che l'amma-
lata era ebrea. Come poteva dunque erigere una statua, da
povera e da ebrea' Finalmente non badò che la guarigione
al Signore. era accaduta quando l'Emorroiss camminando, toccò di
nascosto la veste del Signore, n tre. secondo la descri-
Però sulla più gran parte dei monumenti vediamo la zione sua della statua, la donna a « in ginocchio e colle
Cananea in ginocchio e con le mani protese domandare la mani protese in avanti in atto di ipplica». Con maggiore
grazia al Signore. « Manus in habitum suppliccm confor- probabilità si sarebbe dovuto nel gruppo di Pa-
mat », direbbe di lei Tertulliano '. Per questo suo atteggia- neade il miracolo della Cananea. La 1 scultura ne offre
mento caratteristico, sopra una delle colonne del ciborio di una copia esatta. Perciò Cristo si presenta cosi, coi
S. Marco la Cananea è accompagnata dalla iscrizione: orat realtà, con barba e ricca capigliatura. E perciò
chananea; e di quella della pittura di Sant'Angelo in Formis scena sì trova nel suo entourage consueto: come
della Cananea vediamo il centurione Cornelio dissetarsi alla
allusione manifesta a Matt. 15, Z3: ?■ ... quia clamat post sorgente miracolosa, elle sgorga dalla roi
Pietro, per figurarne simbolicamente il battesimo;
I. Malgrado il tipo chiaro delle rappresentazioni della testata sinistra Cristo predice al principe degli apostoli la
Cananea, le venticinque che abbiamo contate sulle tavole del triplice negazione, ingiungendogli, simultaneamente,
Gamicci s, sono di solito prese per l'Emorroissa. Nello stesso bligo di confermare, dopo la conversione, i ■ fratres
modo venne interpretata perfino quella del fianco destro del apostoli, e> a ne indica il rotolo elle Pietro tiene
sarcofago lateranense 174, che è anche la più importante e la 2. Per il collegamento della Cananea con 1
più conosciuta di tutte (tav. CXXI, 2). Essa è inoltre l'unica zioni di s. Pietro è assai caratteristico il sarcofago di
in cui Cristo è barbato. Per spiegare questo particolare si ri- di Leida {/i», 9.;): ivi essa assiste, per così dire, all';
Corse, e giustamente, al fai no.o gruppo di bronzo di Paneade '. della negazione, essendosi inginocchiata in prima fila,
Avendone trattato in uno studio speciale , noteremo quanto l'apostolo; le sue mani, ora distrutte e sopralavorate dà
basti per il presente scopo. abile scultore moderno, erano protese in atto di supplì
come- sul fianco destro ago lateranensc 174 or ora ■■ miche di pane nella risposta della Cananea, Sembra che
descrìtto. I" relazione stretta eolil'annunzio (itila negazione pure l'artista d'una scultura pmvenì' nte dal timi......li Poli-
vedemmo la Cananea anche snl s rcofago dei due fratelli ziano abbia voluto esprimere la stessa risposta, avendo dato
{tao. LXXXXI). alla Cananea il gesto di parlare. Il gruppo, con un mirabile
Il gesto dì supplica, che distingue la Cananea dalla Emor- scorcio, è molto bene riuscito e ancora precostantiniano,
lissa, per la ristrettezza dello spazio e il numero troppo grande onde si spiega anche meglio l'assenza dei sandali nella figura
delle figure, non è sempre abbastanza chiaro, in quanto che di Cristo {tav. al., 13).
la destra, spesso la sola visibile, sembra essere sulla veste del Chiara è inoltre la scena sul sarcofago di Martos
Signore per toccarla,mentre in realtà si trova, mine livui.n..i. (tav. CXVI, 2) e sui frammenti rinvenuti negli scavi fatti
avanti. Sono appunto questi casi che hanno indotto gli nei cimiteri di Domitiila (tei. di. 5), di S. Callisto (tav. dt.,
interpreti a credere che la donna tocchi la veste. Ci li artisti 11 e iz), di Pretestato (tao. CCVII, 1) e Priscilla (tavo-
la CCXXXII,
<)). Nell'ultimo
Sixtus 1, si ve-
<i esempi di questi due particolari offrono dono ancora tracce di minio con cui erano contornate le
t sarcofagi riprodotti. Del resto .vino sguardo sulle scul- figure (tao. al., 3). Finalmente una scena quasi intiera m'ha
ture con la risurrezione di Tabita sarebbe hastato ad evi- fornito il Museo di Ximes. Come in altri casi, la Cananea
tare l'errore, perchè ivi pure le vedove non toccano l'abito è raccomandata qui da s. Pietro, Confrontando il frammento
dell' apostolo, ma protendono le mani avanti, in atto di sup- con quello di Clermont, possiamo riconoscere pure in esso
plica (tei. CXXXXV, 5 e b). un residuo d'un sarcofago del medesimo gruppo con le cin-
Sicuri sono anzitutto gli esempi sui sarcofagi del gruppo que scene cristologiche (tav. dt., 7).
con le cinque scene e ri sto logiche, dove la pagana Cananea è
fiancheggiata da due guarigioni di ebrei maiali. Su quello § IV. - Guarigione dell'attendente del Centurione
della facciata della cattedrale di Tarragona (tao. CCXXX, 3),
di Capharnaum.
laCananea ha, nella destra, tome sul sarcofago di Adelfia, un
puntello fra il pollice e l'indice per consolidare le dita, che Mentre la Cananea sollecitava presso il Signore la guari-
difatti sì sono conservate. Al contrario sul grande frammento gione della figlia, il centurione di Capharnaum pregava per il
dì Clcrniont l'avambraccio destro della Cananea è rotto suo attendente che gli era prezioso ■ e che stava per morire.
(tav. di., 5). Ambedue i monumenti mancano sulle tavole Però egli non fece la preghiera in persona, non stiman-
del Garrucci. Di ottimo staio è di nuovo la scena sulla fronte dosi degno di andare in casa del Signore e molto meno di
laterancnsc 125, mentre di quattro o cinque frammenti di ricevere il Signore in casa sua. Perciò mandò prima i «seniori*
simili sarcofagi uno solo contiene ancora la figura quasi in- della comunità ebraica della città di Capharnaum, poi, quando
tiera della Cananea (lai:, dt., t). Il maggior numero di tali Gesù si avvicinava, gli ■ amiti . Glielo dichiarò espressa-
sarcofagi appartiene, come fu detto, alla Gallia; uno ne ho mente e in un atteggiamento umile, con le mani protese e
constatata in Africa (teli. CU, 1, p. 113). coperte dalla clamide. Cosi si presenta, invariabilmente, in
Della grande familiarità che la scena godeva nella scultura nove sculture1. Fra queste ve ne sono tre inedite, d'un co-
funeraria, abbiamo una chiara testimonianza sul sarcofago del perchio del Museo di Arles, di un frammento di S. Callisto
Museo di Aix, dovi la goari- e di uno del cimitero di S. Sebastiano; in quest'ultima Gesfi
gione del cicco: la Cananea se inginocchiata : al SÌ- appare accompagnato dal principe degli apostoli, che alza la
gnore che tocca gli occhi del cieco. L'artista 0 destra in atto di ammirazione (taov. XLI, 3; CLXXXIII, 4,
riscontro perfetto della risurrezione di Lazzi 1 Maria e CCXXXII, -'). Di una scultura del sarcofago di Soissons,
inginocchiata (Imi. CCV, 5). si conosce soltanto la copia, in sostanza, fedele (fig. 188).
Di esempi inediti che sorpassano la dozzina, Qui e su! sarcofago di S. Massìmino. il centurione fa riscon-
ciale considerazione due frammenti del Museo di S, Callisto tro alla Cananea.
(tao. CCXXXII, 6 e IO), dove la Cananea tiene un oggetto Ad eccezione ih 1 sa noi ago perduto di Soissons e di quello
troppo voluminoso per giudicarlo un puntello e che rasso- di Leida1, noi abbiamo riprodotto nelle nostre tavole tutte le
miglia ad un pane. L'artista avrà forse voluto rappresentazioniJ. La più interessante è quella che scoprii
'. 3'9. 4 ;.ij. : 353. i- 39*. S: 1 ' Pigg. fc p. »31 93. P-■&>■
Calattiga, p.8, n. 14 (co] ■ JV,i. XU, :; C-.Y.V.VAT, ;; Ci., s; CLXXXIII, j; CCXXXII.
- Si-ciir della vìla pubblkti di Xiis/ru S/giii/ri'
dopo il miracolo, quando la donna, vedendosi scoperta, si grado la sua semplicità, la scena merita qualche riguardo,
gettò ai piedi del Signore e confessò in pubblico come aveva perchè l'artista ebbe l'attenzione di aggiungervi l'interessante
agito per ottenere la guarigione. Siceoine la chiusura è in so- episodio che segui la guarigione. Come s. Luca, così anche
stanza la stessa che quella dì s. Matteo, l'aggiunta fu causa egli la mise accanto al Cristo docente, sebbene tutto fosse da
della confusione fra la Cananea e l'Emorroissa. Uno dei fau- lui un po' accomodato". > Erat autem », scrive s. Luca, »do-
tori dì tale confusione, da me rimproverato, mi rispose, ap- cens in synagoga comm sabbatis. Et ecce mulier, quae habe-
pellandosi appunto alla narrazione dei due evangelisti". Cosi bat spiritimi infimiitatis annis deoeni et oclo, et erat inclinata
egli peccò contro uno dei più elementari princìpi dell'arte, nec omnino poterat sursum respicerc. Quam cum videret:t
secondo cui l'artista devo rappresentare il momento saliente lesus, vocavit eam ad se et ait illi: Mulier, dimissa es a b
dell'azione, e non uno che !a precede o uno che la segue. infirmitate tua. Et imposuit illi manus, et confestim crocia e:
Per le ragioni addotto dianzi, le scene della guarigione et glorifìcabat Dcum >. La composizione di questo passo
dell'Emorroissa sono rare; nel Carnicci no ho constatato quat- molto libera: la storpia siede su un sasso, la parte superiore
tro esempi: uno di Milano, uno di Civita Castellana, uno dello del corpo inclinata in avanti e le mani protese in atto t
Grotte vaticane e uno di Clermont Ferrand '; io raggiun- supplica. l'oc guarirla, Cristo s'è recato da lei, non vicevers
gerò due inediti, da una fronte incompleta d'un sarcofago del e le ha imposta la sola destra sul capo, perchè nella smisti
cùniterodi Damaso, e da un frammento di sarcofago a Colonne tiene il rotolo, suo distintivo. Del resto, anch'egli siede 11 ai
del cimitero di Domitilla {favo. CXXIII, 2; CCXIV, 5), Canto, su una roccia, benché [osse docente ■ in synagoga
Nessuno è precostantiniano; il più tardo, quello di Milano, e Che l'artista si sia prese tali libertà, secondo 11 bisogno
del secolo v, gli altri, del tv. Tutti sono molto chiari. Su tre delle sue rappresentazioni, lo prova anche la scena,purtroppo
sarcofagi la donna è in piedi e si abbassa per prendere l'orlo frammentaria, che fiancheggiava la guarigione: Cristo fissa
del pallio e tirarlo a sé (tetw. XXXIX, 1; CXXXX1II,3)S. ivi l'archisinagogo che con ambedue le mani teneva un
Il Signore cammina rivolto verso la donna, mettendole una volume aperto, come i dottori insegnanti. Delle mani la
volta la-mano sul capo, gesto generalo por conferire grazie sola destra è scolpita; l'altra era dipinta. L'insegnamento del
(tee. CXXXXIII, 3). Anche sui tre altri sarcofagi la donna, nostro personaggio non fu, è vero, un gran che; « citando
benché in ginocchio, prende l'orlo dell'abito, come provano l del sabato prescritta dalla legge.
§ VI. Guarigione della .-lur/mi 301
popolo a non farsi turare in quel giorno » '. A fine di non . rarmetitaritts; egli elidette opportuno rilevarlo
confondere l'arehisinagogo coi dottori cristiani, l'artista ne dinanzi al Signore per assicurarsi la guarigione. Ecco come
inviluppò la testa nel manto, dandogli cosi l'aspetto d'un si esprime: » Caemcntarius eram, manibus victum quaeritans;
pagano che compie un sacrifizio; sarà stato accompagnato da precor te, lesu, ut mihi restituas sanitatem, ne turpiter men-
un altro « archisinagogo », a giudicare da un frammento del dicem cibos «''. Questa loquacità è Sufficiente per caratte-
Musco Olivieri a Pesaro '. L'artista non omise l'intervento rizzare il passo come non canonico.
dell' « archisinagogo per rilevarne l'ipocrisia e la nullità di La scena, come spesso, è molto movimentata. La tecnica,
certe osservanze ebraiche. Dunque è sicuro che egli si attenne al contrario, rivela un artista speciale, avvezzo ad indicare k-
in sostanza al racconto di s. Luca. Questa constatazione e di pieghe degli abiti con larghi tratti. Anche la maniera di rap-
una certa importunai per spicyari la presenza della donna presentare il terreno, non s'incontra altrove: sembra di stare
presso il Signore docente. sopra un campo arato, per ricevere la semenza. Le teste
Nella scena della guarigione la storpia è effigiata a capo sono distrutte. Il inalato vesti la tunica discinta ed ha, ecce-
scoperto, come le nubili; i lineamenti del viso sono beili- zionalmente, la stessa altezza del Signore. Dunque pure in
Lo stesso deve dirsi della giovane che sta alla sinistra del questo particolare si rivela un artista non comune.
Signore docente. Essa porla tunica, palla e scarpe, ed e a Della 3Cena prossima s'è conservato quanto basta per
capo scoperto, come la storpia. L'aggiustamento dei capelli poter ricostruirla. Vediamo un santo rivolto a destra Con la
è in ambedue identico; di più v'ha pure qualche rassomi- mano stesa nella stessa direzioni. Accanto sta il tronco d'un
glianza nel viso. Perciò mi sembra molto probabile che nella albero (di una palma, come sembra). Ivi era dunque la
seconda donna sia ripetuta hi storpia che. guarita, « glorìfi- figura del defunto o, piuttosto, delta defunta in atto di pre-
cabat Deum », restando presso il suo benefattore, l'orsi- pcr ghiera, fra due santi e due alberi (tav. CCXIV, 3).
mostrarla in un'apparenza più dignitosa dinanzi ai Signore Trattandosi d'un pezzo insolito e meschino, la datazione è
dopo la sua guarigione, l'artista le dette la palla. mal sicura; la scultura può essere del iti o, più probabil-
mente, del tv secolo.
■ Wn.i'tHi. l'ìriurt amittriùli, p. log. icg. J», 31 3». 3i J'3. ^4i 3'4> » « "! 3'8.+: 3». »113». 4: 348. >i 3S». Ji
■ Marc., i, 40-42. Cfr. Matth., 8, 1-4; Lue., j, 12 scg. 359. =;3*o. ';3°i.':3«4-'-3;3&S. »: 3°7. "3:368. 2; 3*9. ' 3 '4:37».
' Gaxrucci, ut. 404, 1, p. 155. 3; 37°. "=3: 377.': 379,1-4; 3^. J-4: J»L>i 33i. ' ' '■ V»-T. Le Bla.it,
• Alikmii. 33264. Si veda anche 33269. dove uno dei dicci lei Caule, wv. IX. 3. e XXVII, .; WllJERT, Ramare, di lenirne
:riioroa e il pilli olirai.
> De ramctltm «™ (principio): Mwki, P. L., 2, m.
;
303
1 'aggiustamento dei capelli '; essa è, nel resto, ravvolta in Danilo della scultura di Clermont Ferrand {taw. LXXXXIX,
strisce di tela, come sì seppellivi allora, offrendo cosi l'a- 1. CUI, 5,- CCXXXIV, 2). Mentre sul sarcofago 119 Maria,
spetto di una mummia. Taic applicazione manifesta della . ■. ■■ trai in civitute peccai ri* ', ha 1 capelli scoperti. Marta
immagine di Lazzaro ai defunf non si e fino ad oggi verifi- piirta un velo che le scende fino alle ginocchia. Sulle altre
cata nella pittura, dove il viso della mummia è raramente sculture ambedue le «nelle vestono stola e palla tirata sulla
scoperto. testa. Cristo, finalmente, faceva con la destra il gesto di co-
Dei Ire morii miracolosamente ridati da Cristo alla vita, mando, e nella sinistra stringeva un rotolo, come di solito,
solo Lazzaro ha il ■ monumentum *, (jwijteìw*, poiché egli solo eccettuati i casi dove la mano sinistra è offerta al bacio della
era già stato deposto nel sepolcro, mentre la figlia di Giairo Cananea e la destra è aperta nei gesto di comando.
stava ancora sul suo letto, e il figlio della vedova, sulla bara. Come accennammo, l'edicola di Lazzaro è spesso molto
L'edicola forma pertanto il segno distintiva delle rappresenta- decorata. La base porta un albero d'ulivo, un grappolo di
zioni di Lazzaro; gli scultori l'hanno presa dai pittori, e i uva, un personaggio
pittori dall'arte classica. Essa ha la forma d'un piccolo tempio in abiti sacri, e per-
coperto da un tetto a due spioventi; hi facciata è munita di
gradini e di due colonne sorreggenti il timpano ornato per Daniele che uccide
solito di una corona e di aeroterii; sulla soglia della porta il serpente, un uomo
aperta appare la mummia di Lazzaro, drizzata in piedi; se vi che coglie le olive, il
aggiungiamo Cristo in atto di toccare la mummia Con la verga, pastore che pasce il
e Maria, la sorella, in ginocchio o prostrata ai piedi del Si- gregge. Di quest'ul-
gnore, abbiamo il tipo comune della risurrezione di Lazzaro. timo soggetto esiste
Più di rado Cristo fa il gesto di comando o di parlare, e raris- un esempio sopra un
simamente compare la sorella Marta, in piedi, s'intende. pìccolo frammento
Fin da principio era invalso nell'arte romana l'uso di di sarcofago del chio-
riservare la scena ad uno degli angoli della fronte, come stro di S. Lorenzo
riscontro della fonte simbolicn. Fin» -.iti uggi infatti si co- (tav. CCXXXIV, 6).
nosce un solo caso dove la scena non si trova sopra uno degli Di grande bellezza
angoli, ma nella seconda nicchia della fronte. È un sarco- era senza dubbio la
fago di Aix {tav. CCV, 5). scultura di cui ho
FiB. ]».
La scena più bella e più ricca di figure è la più antica, tratto dai magazzini
quella del sarcofago lateranensc un {tav. IX,3). Attesa la sua vaticani un misero pezzo contenente la testa di Cristo e
importanza,ne diamo una copia separata {tav. CCXXXHI, 1). parte di un acrotcrio {tav. cit., 4).
Al miracolo assistono Marta e Maria, le due sorelle del Ad una metamorfosi politica dovette assoggettarsi infine
defunto, un apostolo e un ebreo. La scultura fu deformata da un frammento che da trent'anni almeno è affisso nel cortile
un restauratore arbitrario: l'ebreo ricevette una testa femmi- dell'Accademia americana {tav. cit., 3). Esso presentava
nile, e a Maria inginocchiata furono guaste le mani che erano due terzi della risurrezione di Lazzaro l. Un restauratore
protese in atto di supplica, mnfurmr al Usto sacro: « Maria repubblicano mutò !a mummia in un fascio di verghe sor-
ergo, ... videns cum (Iesum), cecidit ad pedes cius, et montato dal pìleo ricurvo, segno che la trasformazione fu
dicit ei: Domine, si fuisses hic, non esset mortuus frater eseguita, con grande probabilità, sotto Pio VI (1795-96). La
meu5»'. Questo atteggiamento divenne tipico per Maria; cosi nostra ricostruzione {fy. igo) mostra come la scena sarà
la vediamo più di venti volte, quindi quasi sempre quando stata in origine.
è presente una sorella del defunto. Dunque in questi casi non
si deve parlare vagamente di ■ una delle sorelle >, come
§ XI. - Risurrezione della figlia di Giairo.
si legge spesso, ma di Maria senz'altro.
Marta sta in piedi, tutta intenta al miracolo, la destra della figlia di Giairo >
portata sul davanti. Il restauratore si limitò a rifarle i! ginoc- rappre nell'arte antica. Eccettuate le n
chio sinistro e l'avambraccio destro. Anch'essa conservò la che quattro esempi: un affresco, due sculture
sua posizione in piedi, ma fu rarissimamente rappresentata, di sarcofagi '' ed una in avorio sulla cassetta di Brescia. Del-
cioè sopra un sarcofago del Museo di Arles, sopra quello di l'affresco, dipinto sulla parete sinistra del « cubiculum cla-
Clermont Ferrand,esu un tran inumo prviostantiniano di sar- rum », esiste soltanto la parte inferiore: si vede tutto il letto
cofago del Museo di S.Callisto, che abbiamo integrato col- e, accanto, un terzo della figura di Gesù che ha operato il mi-
racoio, prendendola defunta per la mano: Ipseautcm tcnens come io credeva, dì lazzaro, non essendovi il segno distin-
manum eins clamavi! diun*; l'ubila suite! Et reversus est tivo. Risogna, invece, pensare ad un altro morto, e questo è
spiritus cius et surrexit continuo ». Cosi s. Marco '. La rico- il figlio della vedova di Naim. La prova ce la fornisce la scul-
struzione della pittimi fu facile', perchè la scena si ripete tura che pure questa volta è più chiara ed esplicita della
tale e quale sull'avorio di lircseia. enti Li differenza clic su pittura. Anzi, sopra un sarcofago, il larcranense 175, si tro-
questo compaiono anche quattro donne con capelli sciolti, vano ambedue le risurrezioni: di Lazzaro e del figlio della
cine le piagnone o prefiche :'. vedova ((ot>. CCXVI1I, 1).
1 due sarcofagi sono il Interanense 116 (lav. CXXIII, 3) Diciottor sculture, delle quali cinque inedite", ci mo-
e quello mancami1 dell'angolo destro nel Musco di Arles strano come il Signore, accompagnato almeno da un apostolo,
(tav. XXXVIII, 3)- Ambedue dipendono da un modello tocca con la verga il figlio della vedova in sembianza di una
comune romano, ed offrono, specialmente nella donna pro- mummia, ossia di un cadavere preparato per la sepoltura.
strata avanti il Signore, un intoppo agli interpreti, E. LcBlant In ciò consiste la differenza (Va il, tìglio della vedova e le figure
vi vede, come di solito, l'Emorroissa , appellandosi al rac- dei morti stesi a terra nudi, sia soli o in compagnia di teste,
conto di s. Matteo (9,18-26). L'evangelista intercalò difatti la che raffigurano, come vedemmo, le oun arida della visione di
guarigione della donna alla risurrezione della figlia di Giairo. Ezechiele. La mummia giace semplicemente a terra ovvero è
Ma la donna delle nostre sculture non può essere l'Emor- deposta in un sarcofago che alle volte è decorato di strigili
roissa, per la semplice ragione che non siamo più per la strada, e collocato sopra basi a torma di teste, o teste e zampe di
bensì nella casa dell'archisinagugo. La donna e la madre della leoni. Una delle scene inedite, d'una conservazione ottima,
defunta, menzionata dagli evangelisti Marco e Luca1. «Et si vede all'angolo destro d'un sarcofago frammentato del-
cum venisse! (leaua) domum. non permisrt mirare sccum l'ospedale di S. Giovanni (rat-. CCXIV, a).
quemquam. msi Petnim et lacohum et Ioannem, et patrem E vero che la scena non corrisponde punto alle circo-
et matrem . scrive s Luca Sulla scultura di Arles, molto stanze che accompagnarono la risurrezione del figlio della
più ricca di figure, tutti questi personaggi possono identifi- vedova. «Et facilini est , racconta s. Luca. ■ deinceps ibat
carsi non senza qualche probabilità con quelli che attorniano (Iesus) in civitatem quae vocatur Naim, et ibant cum eo
il Signore: alla sua sinistra sta Giovanni, alla destra Pietro discìpuli eius et turba copiosa. Cum autem appropinquaret
che fa il gesto oratorio; appresso viene Giacomo, poi Giairo, portac civitatis. vece dclunetus ct'civkitnr lìlins unictis ma-
il quale batte le inani per applaudire .il miracolo. Finalmente, tris suae, et haec vidua erat... Quam cum vidisset Domì-
non trovando fra i quattro personaggi troppo accalcati dove nus, misericordia inotus super cani di\it illi: Noli fiere. Et
mettere la madre, l'artista le dette il posto mcn disadatto: accessit et tetigit loculum... Et ait: Adoleseens, tibi dico,
nel primo piano, accanto al letto della figlia e dinanzi ai piedi surge! Et resedit qui erat mortuus, et coepit loqui. Et dedit
di Colui che sta ridando la vita alla defunta. Non voglio ta- ìllum mairi suae •'.
cere che il Garrucci ha bene interpretato 1 la madre della Qui ahbiamo dunqui 0 convoglio funebre: almeno
giovinetta »%, male il padre che egli riconosce nell'apostolo due uomini che portano la salma, una 1 che segue il
Giacomo. Il gesto di battere le mani s'incontra soltanto qui, feretro, la madre del defunto. Cristo con gli apostoli e la
prova evidente che la scultura di Arles è una copia del mo- porta della città di Naim, dove accadde il miracolo. Di tutti
dello romano. questi particolari l'artista della composizione non rilevò che
La scultura del sarcofago lateranense 1 iti è più semplice. i più essenziali, quelli che erano assolutamente necessari per
Al miracolo assistono un apostolo, il padre e la madre; Il significato della scena: cioè la mummia del defunto giacente
quest'ultima è addirittura prostrata sotto il letto, dunque in a terra o in un sarcofago, e Cristo, che, per lo più accompa-
casa sua. La testa dell'apostolo è soprai a votata, e la parte gnato da un apostolo, opera il miracolo; inoltre per farci capire
superiore di Giairo cambiata in donna. I .'apostolo era proba- che si tratta del Inolio dilla vedova, l'artista aggiunse sopra
bilmente s. Pietro; l'archisinagogo batteva le mani. sette sculture la madre del defunto, dandole per lo più l'at-
teggiamento di chi stende le mani nel gesto di supplica '".
Questi esempi gettano luce sogli altri dove manca la madre,
§ XII. - Risurrezione del figlio
della vedova di Naim. ma che ciò non di meno richiedono la stessa spiegazione,
essendo, nel resto, identici.
Ventotto anni or sono pubblicai due pitture cimiteriali Nove delle diciassette sculture appartengono alle Gallìe,
et III e del iv secolo, che rappresentano la risurrezione d'un Alcune delle inedite furono segnalate dal 1 ,e Blant ". Una che
lotto: Cristo tocca con la verga una mummia isolata, che sta gli era sfuggita, l'ho ricavata da un sarcofago del Museo d'Ar-
Ita sul suolo'. Manca l'edicola. Non si può dunque trattare, les. È un frammento molto nial ridotto, che con un altro ha
y. (X'.v.vr. ,:<.c.\xi'ii.i
g MI. ili I filini iti-Ila ■.■edova ili Nttini
sul rovescio parte di un'iscrizione dell'anno i6n,e proviene sentazioni di Lazzaro. Nel medesimo cimitero trovasi anche
da un sarcofago a sette nicchie, con l'annunzio della negazione un frammento d'una lapide inedita, che chiudeva il loculo di
composto di Ire figure, in qneJla centrale, mentre le altri una bambina. Un fossore vi ha graffito l'iscrizione; FIRMANE
nicchie avevano scene ili dui figure. Il mirinolo della risur- QVnt «ani.....in PAfc. . l'immagini' della defunta, vestita di
rezione sarà stalo, come in altri casi, nella nicchia angolare tunica e eniobio, e la risurrezione del figlio della vedova. Dì
a sinistra. Per riempire le due nicchie vicine, abbiamo scelto contro sarà stato il battesimo simbolico di Cornelio, come su
le scent più ovvie; per ic due ultime si presterebbero il para- un epitafio della Galleria lapidaria del Musco latcrancnsc
litico e l'uccisione del serpente (tav. CCXXVIII, 5). (XI, 14). Non conoscendone in epigrafia altro esempio, lo
Notevole è anzitutto un sarcofago dello « stile sud-ovest • diamo a fig. 191 metà del vero. Del resto il figlio della vedova
tanto speciale, che si è formato indipendentemente dall'in- potrebbe essere del numero di quei risuscitati dal Signore,
flusso di Roma. Esso offre una fronte divisa in cinque nicchie, 1J ■.!:■■.:,.. ri -, I.:
parzialmente distrutte. In quella di mezzo Cristo, barbato,
opera il miracolo, toccando con la destra la mummia, tutta
§ XIII. - Il Battista manda ad interrogare il Signore
visibile, perchè il coperchio e alzalo. Nel fondo una tenda sulla sua messimi ila.
artisticamente drappeggiata.
« Des quatre autres compartimenti, trois seulement res- Nel ciclo cristologico del sarcofago di Servanne l'artista
tent, plus ou mnins mutilés. Ila portent des images d'apó- effigiò, a destra del battesimo nel Giordano. Gesù incammino
tres groupés deux par deux », scrive E. Le Blant. Da lui fra due uomini pendati, scena di e fin qui non fu data la
impariamo che le parti mancanti furono adoperate da un mu- giusta spiegazione. K. Le Ulani non 1 ;e parola, il Garrucci
ratore « pour réparer les marches d'une cave », quando il sar- vi scorge, stranamente. « gli scribi eh ti da Erode»*. Nella
cofago, rotto m pezzi, era . rtlcgué sous une remise de la
prefetture » di FoÌx, Per l'in(erprerazione dei soggetti di- del ciclo credetti
strutti è importante la descrizione del sarcofago dovuta al di potervi ricono-
Cénac-Moncsut il quale lo vide in migliore stato. La de-
scrizione è riportata dal Le Blant -M Ccnac-Moncaut, en dei due primi apo-
décrivant notre marbré, dit qu'un des compartii ne nts de stoli *. A tale in-
la face principale représente Madeleine offrant le vase de terpretazione osta
parfums ». « Jc ne saurais dire », aggiunge l'illustre archeo- però l'abito dei
logo », " si cette scène, étrangère au cycle de l'iconographie due penula ti che
chrétienne antique, a rcellemcnt etc figure* sur le sarcophage; fiancheggiano il
en tous cas, elle n'esiste plus»1. È vero che la Maddalena col Signore e che
vaso di profumi e sconosciuta all'arte cristiana antica; ma se si rappresentano uomini del popolo ebreo, non due apo-
getta uno sguardo sulle altre rappresentazioni galliche del stoli. La vicinanza del battesimo nel Giordano mi rivelò
miracolo, specie su quella riprodotta a lav-. X.XV1,2, non può finalmente il vero significato della scena. « loannes autem »,
essere dubbio che nella terza nicchia dove mancano le figure, scrive s. Matteo, «cum audìsset in vinculis opera Christi,
era effigiata la madre, con le mani coperte dalla palla e alzate mittens duos de discipulis suis, ait illi: Tu es, qui venturus
in atto di supplica; accanto a lei stava un apostolo. Cosi es, an alluni exspectamus? Et respondens Iesus ait Illis:
abbiamo colmato la Inclina (/ou. cit., I). Euntes renuntiate Ioanni quae audistis et vidlstis. Cacci
È da notare che la risurrezione è l'unico soggetto della vident, Claudi ambulant, leprosi mundantur, surdi audiunt,
fronte. Sulla testata sinistra si vedono scene pastorali, sulla mortui resurgunt, paupcre-s cvangelizamur »5. Questo è, non
destra Daniele orante fra i leoni e una tenda simile a quella v'ha dubbio, il significato della scena: 1 penulati sono i due
della nicchia eentrale (tav. CCXV, 4 e 6). discepoli che s. Giovanni spedi con la importante domanda
S'intende che sotto la mummia dei figlio della vedova si sulla messianici del Signore, e questi è in atto di dar loro
nasconde la mummia del defunto in genere, l'crció la troviamo la risposta. Cosi impariamo di nuovo dalla bocca stessa del
tante volte in un sarcofago, per simboleggiare il defunto 0 la Signore in che senso dobbiamo prendere i miracoli che
defunta deposta nel sarcofago, sulla cui fronte è effigiato il incontrammo, in numero maggiore o minore, nei tanti cicli
miracolo della risurrezione. Anzi una volta la mummia,posta cristologie! dei sarcofagi. Cosi si spiega pure, come nel ciclo
i terra, ha il viso d'una donna, come risulta dall'aggiusta- del sarcofago di .Servanne, che è il più ricco, l'artista abbia
icnto dei capelli ricci. É i! sarcofago scoperto al suo po~ potuto far a meno dei miracoli, del resto conosciutissimi
o primitivo nei miei scavi ai Santi Marco e Marcelliano dalle numerose sculture; per guadagnare lo spazio necessa-
(tav. CXXV1I1, 1). Secondo il busto non terminato, o finito rio ad alcune rappresentazioni singolari o rare del suo ciclo,
in pittura, il sarcofago dovei a contenere il corpo d'una de- egli suppose i miracoli, rinviando alla risposta data dal Si-
funta. Lo stesso fenomeno venne già notato nelle rappre- gnore ai due discepoli del Battista.
- Scote della vitti pubblica di Nostro Signore
§ XIV. - Il Signore si rivela come Messia due delle quali secondo le copie del Bosio ', essendo distrutti
alla Samaritana. gli originali. E. Le Blant aggiunse due frammenti di Vienne
e di Nimcs; di quest'ultimo si rinvenne in seguito ancora un
Mai il Signore manifestò la svia qualità di Messia con notevole pezzo, la cui fotografia favoritaci da Emilio Espé-
tanta chiarezza, cime alla Samaritana presso il pozzo di Gia- mndieu, ci permise di completare la nostra prima copia
cobbe. Stanco dal lungo cammino, egli si era seduto Colà per {taw. LXXXXIX, 4, e CCXXXVIH, 3).
prendere un breve riposo, quando ecco venire una donna ad Altri frammenti esistono nei Musei di Valence, d'Arles,
attingere acqua. Alla domanda: ■ Da mihi bibere ■, la donna del Camposanto teutonico e di S. Callisto, cosicché le scul-
che, ad onta della sua vita sregolata, si interessava alle que- ture della Samaritana ammontano a quindici, quasi tutte
stioni religiose, iniziò un colloquio sulla vera adorazione di da noi riprodotte5.
Dio. A un certo punto, avendo ella espressa la sua ferma Gli scultori hanno seguito i pittori, limitandosi parimente,
a del Messia, il Signore le si rivelò come tranne una eccezione, ai due personaggi principali. Però il
tale: » Ego sum, qui loquor tc- pozzo mostra di solito, oltre l'orificio, anche il congegno per
cum ». In quel momento giunsero calare gii'i l'idria. La Samaritana la tiene attaccata alla corda
gli apostoli che si erano recati in e già riempita d'acqua, ma si è fermata per ascoltare le parole
città (Sichar), per t comprare cibi i. di Gesù che le sta ac-
L'evangelista nota espressamente la canto. Alla dottrina
loro meraviglia, vedendo il Signore impartita alla Sama-
in colloquio con una donna che,
per colmo, era Samaritana. Ma dini allude il rotolo
questa lasciando l'idria, ritoma di che, su tre sculture,
n città e racconta a
tadini il l sinistra, nonché 11 fa-
invitandoli a venire tutti da lui: scio di volumi che, su
Fig. 192.
"Venite, et videte hominem, qui due altre, è collocato
dixit mihi omnia quaecumque feci: . Le
numquid ipse est Christus? ■ La conseguenza fu che molti sculture meglii ) quelle di Verona, di Cler-
Samaritani si convertirono, riconoscendo in lui il Messia. mont Ferrand, di Nimes, di Arles e di Narbonne (CL, 2;
Quando poi il Signore, dietro loro invito, vi rimase due LXXXXIX, 3; CCXXXVIH, 3; CXXXXVIII, 2;
giorni, crebbe ancora il numero delle conversioni: Et multo CCXXXI, 2); in tutti e cinque i casi, come pure sul fram-
plures crediderunt in eum propter sermonem eius ». « Ipst mento di S. Agnese, distrutto, il Signore accenna con la
cium audivimus, et scimus, quia hic est vere Salvator destra aperta all'acqua, come per dire: « Omnis, qui bibit
mundi », affermarono in fine '. ex aqua hac, sitiet iterum; qui autem biberit ex aqua, quam
Lo splendido risultato della parola di Cristo dette alla ego dabo tibi, non sitiet in aeternum »'. La scultura del sar-
scena che si era svolta fra il Signore e la Samaritana una cofago di Clermont Ferrand è particolarmente chiara: ivi
importanza particolare, onde divenne presto una delle rap- l'acqua trabocca dalla secchia.
presentazioni dell'arte funeraria. La prima fu dipinta nella Come sull'affresco del cubicolo a* e su uno ancora inedito
cripta della coronazione nel cimitero di Pretestato, della del cimitero ad duas Lauros, così anche sopra il sarcofago di
prima metà del secolo II '. La composizione è molto semplice. seduto, ilil che
Narbonne (tav. CCXXXI, 2) Gesù è seduto, che è più
Lasciando da parte ì Samaritani, a causa del loro grande nu- conforme al racconto dell'evangelista il quale,
mero, l'artista si limitò ai due personaggi principali: a Gesù rilevò che n lesus faligatus sedebat sic supra
e la Samaritana, e all'orifizio del pozzo. Tale è la scena fontem ■ ',
anche sulle altre pitture, che del resto sono poche, ma tutte Ciò vedesi pure nella scena da me ricomposta
ricomposta con due
precostantiniane. Su quella del cubicolo dei Sacramenti a' frammenti del Museo di S. Callisto, che e prima
prima erano fissati
della seconda metà del secolo ir, Cristo è rappresentato col in due posti diversi (figg. 192-193; tav. CCXXXIII,
CCXXXIII, 2). 2). Que-
Qm-
gesto di insegnare. L'intenzione dell'artista è evidente; egli sta scultura è la più interessante di tutte,;,essendovi
essendovi aggiunto
aggiunto
vuole alludere al strino. alla dottrina impartita dal Signore alla nel fondo un terzo personaggio che dai li tratti
tratti del
delvolto
volto si
Samaritana ed ai concittadini di essa. riconosce per s. Pietro; egli stringe nclli 1 sinistra un rotolo e,
Le sculture sono più numerose, ma meno antiche delle fissando !a Samaritana, fa colla destra. alzataalzata un gesto di
pitture; in massima pane appartengono al tempo della pace, meraviglia, come se volesse dire; « Cosa a- hai
hai da fare qui? •
due sono precostantiniane. Il Garrucci ne pubblicò nove*, In tal modo l'artista ha saputo, con rara naturalezza, iìlu-
iraw.XXXII.3:t.XXXXIX,1cJ:CXII'.J;CXVt.i;CXXXXI'iri.
1; CL. i.figg. t>3 (p. is<J]; CCXV, 3; CCXXXI, a e 9; CCXXXIII.
CCXXXVIH, -,,- CCXXXX.t.
§ XIV. - // Signore si rivela come Messia alla Samaritana
strare il passo in cui l'evangelista parla ilei discepoli, meravi- oratorio; la sua testa maestosa ricorda 1 1 po' quella del
gliati nel vedere una donna in enll<u|uio eoi Signore; egli scelse, Giove di Otricoli. Il pallio filosofico lo awit
come in altri simili casi, il capo, degli apostoli, cioè Pietro. Il più antichi, quali una scultura del Museo del Campidoglio
lavoro è molto bene eseguito ed e certo del in secolo. (tav. Ili, 4) e gli affreschi del « cubicolo dei Sacramenti » a!: '
Precostantiniana è pure la scultura del sarcofago vaticano, quella del secolo in, questi del 11, Sei giovani gli siedono
ora del Louvre (fati. CXVl, i). Il grosso l'ascio di volumi, che intorno, vestiti di una semplice runica manicata e cìnta, che
l'artista collocò presso il pozzo, manca Sulla copia del Car- nel terzo, contando da sinistra, e ornata di due grandi
nicci, essendone distrutti! la metà superiore. I.e altre sculture segmenti rotondi in basso, e di due, più piccoli, sulle spalle;
sono del secolo IV. tutti hanno le teste rivolte in su, in un'attitudine impos-
sibile, che rammenta la nota miniatura del Cod. greco
§ XV. - La maledizione del fico. 139 della Biblioteca nazionale di Parigi, colla grandiosa
scena del passaggio del Mar Rosso, dove una figura ha
;ofago monumentale di S. Tro- la testa atteggiata in modo identico \ S'intende che tali
fimo d'Arles offre nella si figure tunicate rappresentano le turbe, non gli apostoli, i
sta finora unica in tutta l'arte funeraria: Cristo, stringendo quali sarebbero vestiti di tunica e pallio, come su! prezioso
la verga taumatorga nella sinistra, fa con la destra il gesto frammento di Porto, ora lateranensc, che è d'uno stile molto
oratorio, rivolto verso un albero (tav. CCXXXXII, 2). Ben- più perfetto, probabilmente dell'età sevcriana. Ne abbiamo
ché questo, dalle foglie, sembri un olivo, tanto il Garmcci parlato a p. 34 {tav. VI, 4).
che il Le Blant ne hanno dato la vera spiegazione: ■... il s'agit, Un meschino frammento t 1 la metà inferiore d'un
selon toute appare 11 ce. ilu lì^uier inalidii mintionnc dans l'E- personaggio seduto e vestito di mica e pallio offre ncll'at-
vangilc (Matth., XXI, 10, 20; Marc, XI, 13, 14) ' ». Ma nes- teggiamento qualche somigliar . col Cristo dottore, ma
suno dei due dotti si pronuncia sul significato che questo esso è troppo piccolo per poter- precisarlo maggiormente
fatto biblico ha nel ciclo del nostro sarcofago, e che noi {tav. CCXXXItl, 5). Già il Garmcci, illustrando le sculture
ricaviamo dalle parole stesse dell'evangelista. Vedendo lo della lastra policroma, si accorse che l'artista s'è ispirato a
stupore dei discepoli per l'effetto immediato " prodotto dalla quel passo di s. Matteo (15, 29-30), dove l'evangelista rac-
maledizione, il Signore dà loro un consiglio : « Amen dico conta come Gesù, dopo aver guarito la figlia della Cananea,
vobis, si habueritis fidem, et non haesitaveritis, non solum 1 venìt secus mare Galilaeae, et ascendens in montem sede-
de ficulnea facietis, sed et si monti huic dixeritis: Tolle et bat ibi. Et accesserunt ad cum turbae multae, habentes secum
iacta te in mare, fiet. Et omnia quaecumque petìcritis in mutos, caecos, claudos, debiles..., et proiecerunt eos ad pedes
orationc credentes, accipictis '. Così pure questa volta è eius, et curavit eos >, Difatti la scena del sermone effigiata
la fede nel Figlio di Dio, che l'artista intende esprimere, nella zona inferiore è, come vedemmo, contornata da varie
fede che si manifesta anzitutto nella preghiera. guarigioni miracolose. L'altra ci fa assistere al prodigio com-
piuto da N. S. immediatamente dopo il sermone, cioè a dire
alla refezione delle turbe "coi pani e coi pesci miraco-
§XVI. - Il sermone sulla montagna.
losamente moltiplicati. Questo miracolo, il più solenne sim-
Fra le « opere » che Gesù enumera nella risposta data bolo dell'Eucaristia, ci conduce alle rappresentazioni euca-
ai discepoli di Giovanni Battista, per provare la sua mes- ristiche.
sianità, vi è anche la Evangelizzazione delle turbe: • pau-
peres evangelizantur 1. Abbiamo già trattato di parecchi monu- § XVII. - Rappresentazioni eucaristiche.
menti che mostrano Cristo quale dottore degli apostoli,
ovvero quale dottore in genere. Dottore delie turbe egli ap- Due sono i simboli eucarìstici nell'arte cimiteriale: la
pare nel sermone sulla montagna, rappresentato due volte moltiplicazione miracolosa dei pani e dei pesci e il muta-
sulla lastra policroma del Museo delle Terme {tav. CCXX, 1). mento dell'acqua in vino nelle nozze di Cana. Essendo
La scultura della zona inferiore e integra e perciò adatta l'Eucaristia il farmaco d'immortalità»6, il « viatico per la
a colmare la lacuna dell'altra, in gran parte distrutta. Gesù, vita eterna *,: è ben naturale che le sue rappresentazioni
in abito di filosofo, siede sul monte, come nella pittura del- siano fra le più antiche. Basti ricordare la /radio panis della
l'ipogeo gnostico di Aiir. l-'tiicissittto; nella sinistra stringe » cappella greca \ i due pisciculi delle cripte di Lucina
un volume mezzo spiegato, mentre fa colla destra il gesto eie rispettive pitture dei 1 cubicoli dei Sacramenti » a! e a',
érta, uv KJtVl, p. +3; Gutaucei, ut. 317. 3, p. 34. La 1 Sulla miniaitira dei codice Sinopcnsc 11 l.iglie p. ossi me alla
ringc colla sinistra un minio eli e accompagnati] da un apo- ■ Matth., si, ai scg.
.tonio Muno£, ignorimi!» Icsistcnaa della nostra scultura, < Wilpebt. Pittori cimiteriali, tav. XJ, a; a9, a.
' Omokt. Fai-iimitts ilri mimiita/n dei pila ancia
imu altri «empi interiori al EU HColo, e i pochi a noi noti dr l,i nihliHlhètptr -\.■•!■■»'"dr. uv. IX Vedi incili- Miniatili e della Bibbi
(CeJtx ptirptirnu Rotsanensis. tav. B. 11. p. 17). La nostra voi. Regi*. Grece, j, ecc., tav. u.
c4o iv, ti t occidentale. Essa ha suggerito la ricostmuione • S. tcN., Ep. ad Ephes.. 20: Funk. p. ioq.
prodotto > uà. CLXXXXIX, j. ; Clem. AH».. Stremai., i, 2: Mima, P. C, 8. 691
- Scie detta l'ila pubblica di Nostro Signore
monumenti lutti del secolo ji, e con rappresentazioni d'un In due casi il secondo tipo è rappresentato senza veruna
simbolismo profondo, che i pittori dei tempi posteriori non aggiunta (tan. XXIX, 3; fig- rStì, p. 29S); sul sarcofago di
hanno, nonché superato, seppur raggiunto. Algeri, dove il Signore tocca un canestro, e su quello di
Rìano, dove i canestri soni) due. Entrambe le volte al mira-
i. - Moltiplicazione dei pani e dei pesci. colo della moltiplicazione fa riscontro il miracolo delle nozze
Le sculture della moltiplicai io ne sono meno antiche e, di Cana; abbiamo dunque tutti e due i simboli. Il primo
ne! principio, d'un significati] semplici-, palese; più tardi sarcofago è il più interessante, poiché vi si vedono aggiunti
soltanto ne troveremo qualcuna genialmente combinata Con due apostoli: presso il canestro, s. Pietro col gesto oratorio
altre scene. In massima parte appartengono al tempo della (forse per ricordare la risposta data da lui nel durus sermo),
pace. Per ii numero incomparabilmente maggiore esse supe- e accanto all'idria un apostolo imberbi, s. Giovanni, a quanto
rano le pitture. Il Garrucci e il Le Blant ne pubblicarono pare, che, solo, racconta il miracolo del mutamento dell'ac-
sessantaquattro', che aumenteremo di trentanove, per lo
più inedite '. Un terzo esempio ci è offerto da un sarcofago vaticano
Conforme ai racconto degli evangelisti, le sculture della a cinque scompartimenti, su cui Cristo tocca colla verga
moltiplicazione ritraggono il Cristo in atto di compiere il uno dei tre cofani, in presenza d'un apostolo barbato, che ha
miracolo per mezzo della benedizione': egli posa la mano la destra alzata, Pietro senza dubbio, essendo identico al
destra sui pani raccolti in un cofano, e la sinistra sui pesci suo riscontro davanti alla sorgente simbolica . Siccome però
che gli vengono offerti in un piatto, da due apostoli; ai il sarcofago si conosce soltanto da una vecchia copia, sog-
suoi piedi sono collocate di solito sei ceste di pani, tre per getta a cauzione, non ci è permesso precisare il gesto
dell'apostolo; può darsi che fosse quello oratorio.
Tale è il tipo comi me. Occorrono, s'intende,delle varianti: Fra le sculture eucaristiche ve ne sono molte d'una con-
alle volte Cristo tocca colla destra i pesci, colla sinistra i pani, servazione perfetta. Per la forma della testa, spesso la sola
ovvero, ma più raramente, posa entrambe le mani sui pani visibile, i pesci offrono di solito qualche somiglianza coi
dentro cofani, o la sola destra, mentre con la sinistra stringe delfini; ma il significato è sempre quello di pesci in genere.
un rotolo; ed i cofani a terra si riducono a cinque, quattro I pani hanno una croce impressa, per facilitare lo spezza-
tre, due, uno, o scompaiono del tutto; inoltre, una volta, mento. Tale era l'uso anche presso i pagani. Onde nulla
pani e pesci sono addirittura tenuti in mano dai due apostoli segue di speciale per il carattere cristiano delle sculture.
{tOQ.CXIV ,4)' e,una volta,Cristo opera il miracolo col gesto I cofani, invece, accompagnano cosi spesso il miracolo,
oratorio, stringendo nella sinistra un rotolo (/oc. CVI, 2) '. da costituirne il segno distintivo. Ciò risulta sopra tutto
Sotto l'influsso delle pitture, la differenza diventa an- dalla lastra di Velletri (tav. IV, 3), dove la scena della
che più grande. Fin dal secolo in i pittori dettero alla molti- moltiplicazione è compendiata nei soli cinque canestri
plicazione una forma che in seguito si mantenne invariata: colmi di pani : i pesci mancano del tutto. Cosi anche
Cristo tocca con la verga una delle ceste piene di pani, dalle nelle sculture sulle quali Cristo tocca colla verga uno dei
quali i pesci sono esclusi. Nelle sculture, il cesto di toccare cofani. Viceversa soltanto su due sarcofagi spagnuoli manca
con la verga è principalmente riservato all'altro simbolo cuca- il pane: un apostolo oflre ivi un piatto con pesci al Signore
], al cambiamento dcll'actjiKi in vino: meno spessii che sta operando il miracolo delle nozze di Cana ((un. CXI,
one. Gli artisti vogliono senza
s'incontra nella moltiplicazioi 1; CCXIX, 3).
dubbio evitare una confusioneA- fra i due simboli, come appare Sopra un sarcofago, rinvenuto nei recenti scavi a Tar-
chiaro in quelle sculture su ci
cui il gesto in parola è applicato ragona, il miracolo della moltiplica/ione è accennato da due
alla moltiplicazione. Almeno n dieci casi essi fanno, per pani crocesegnati e da quattro pesci, scolpiti nei due listelli
così dire, un compromessor: Cristo colla verga uno dei che incorniciano la tabella dell'iscrizione, vuota {fig. coj).
cofani allineati ai suoi piedi,.- allo slesso tempo pone la sinistra II sarcofago non è unico. Uno, parimente dell'arte provin-
sui pesci che gli presenta un apostolo. In tal guisa ogni equi- ciale, offre nell'antefissa sinistra del coperchio un pane e
voco è escluso. Anzi sopra il sarcofago lateranense 175 un pesce: è l'importante sarcofago di l.ambrate, scoperto
(tav. CCXVIII, 1) i due tipi sono effigiati l'uno accanto nell'anno 1905 [lati. CCXXXVII, 1). Ci torneremo sopra.
all'altro: da una parte Cristo tocca colla verga uno dei cane- Ambedue i sarcofagi hanno un precursore in quello di
stri, dall'altra compie il miracolo nel modo 1 travertino, tutt'ora in sita, nella parte più antica de
sando le mani sui pani e Sui pesci. (ero di Priscilla, il quale non offre che la tabella
coll'cpitafìo di unii bambina ili quattro unni. Nell'ansa a samente con cinque pani e due pesci. Questa dovette colpire
destra soni) incisi cinque pani, nell'altra un ancora, simbolo in modo particolare la loro immaginazione, poiché vi parteci-
della speranza, con manifesta, allusione all'elleno dell'Eu- paronn quasi cinque iniI.i nomini , e gli avanzi riempirono
caristia ', chiamala da s. Ireneo ' i\ t'Arris rijs e« oi'uwjs .ludici cofani . In l'alto cosi straordinario destò ammira*
àraaTiiireas. Dello stesso significato sono i pani fatti di zione generale; perciò I" raccontano tutti e quattro gli evan-
calce e fissati su una delle tre tegole elle chiudevano un gelisti, e tutti e quattro notano espressamente che gli avanzi
loculo d'adulto nel secondo piano de! detto cimitero. riempirono dodici cofani '.
Una ne portava tre, due dei quali esistono ancora; la È di nuovo la lastra policroma del Musco delle Terme
seconda (distrutta) ne aveva, per conseguenza, due ; sulla che, sola, ci ha conservato un esempio evidente di questa
terza saranno stati fissati due pescis. Qui moltiplicazione: fra il Cristo e un apostolo barbato sta un
giovane vestito
le turbe accan-
to, nel sermoni;
gna. -i Costui »,
scrive il Gar-
con pesci. Anche qui dunque abbiamo tutti e due i simboli fago ancora intiero. La descrizione che ne dà, ci bastò per
eucaristici (tav. CXI, i; CCXIX, j). Una volta poi, sul restituire le parti mancanti (tot!. CXXXXVIII, 2) '.
sarcofago lateranensc 175, un apostolo presenta un pic- Le sculture sono d'un lavoro molto accurato. La scena di
colo tunicato al Signore che sta operando il miracolo nel Zaccheo, in sostanza, ben conservata, si limita ai due perso-
modo consueto (tav. CCXVlll, /). Il ragazzo, non avendo naggi principali, ed è conforme al racconto evangelico: Gesù
nessun particolare distintivi!, sarà un infermo in genere. svelto e, la testa alquanto alzata, fa il gesto
Ad ogni modo non può esseri- un cieco la cui guarigione è a Zaccheo la sua visita. Questi, iner-
effigiata giusto al disopra, nella zona superiore. picato su un albero, si afferra con la sinistra ad un ramo e
Salvo queste eccezioni, le altre sculture ripetono inva- stende la destra in un grazioso gesto d'invito, come per dire:
riabilmente il tipo comune; esse sono perciò di necessità «Vieni pure, Signore: sarò felicissimo di riceverti in casa
monotone. L'unica varietà consiste nel numero delle idric. mia!» Dietro la figura di Gesù spunta la Cananea, a metà
Delle quaranta sculture pubblicate dal Garrucci e dal distrutta e, come di solito, scar ata dagli interpreti con
Le Blant ', due mostrano una sola idrìa, sei due, venti (re, l'Emorroissa7. Zaccheo ha una ! ura piccola, conforme al
tre quattro, sei cinque, ire sei. Quelle da noi aggiunte, sacro testo. Da ebreo porta la ti :a discima e l'alicula pro-
che sono per lo più inediti1 ■', offrono In stessa proporzione; pria dei giovani e ragazzi, legai ml davanti. Così lo ve-
un'unica volta, sul sarcofago spagnuolo testé ricordato, dremo anche su altre sculture d'un1 simile lavoro a
incontriamo sette idric (iati. CCXIX, 3). L'albero, finalmente, che rassomiglia
ritorna anche altrove, p. e. nella caduta dei p
§ XVIII, ■-Zaccheo e l'ingresso di Gesù corrisponde quindi al sicomoro così poco, come il ■ Maul-
in Gerusalemme. beerbaum» (moro gelso) della traduzione di Lutero.
2. La scena dell'annunzio della visita è, s'intende, di
Quando s. Cipriano, vescovo dì Cartagine, fu condotto al origine romana. Ne trovai un frammento nel ricco cimitero
martirio in una valle ombrc.aciata da alberi, tanta era la folla di Pretestato, Siccome le sculture di Arie? offrono di solito
degli spettatori bramosi di vederlo versare il glorioso san- copie molto fedeli degli originali romani, me ne sono servito
gue per Cristo, che alcuni dovettero salire sugli alberi, per completare il detto frammento. Possiamo presumere sen-
come Zaccheo: « ... personac faventcs in ramos arborum z'altro che Zaccheo si aggrappasse all'albero con la sola sini-
repserant, ne vel hoc illi negaretur, ut ad Zacchaei simili- stra, dovendo con la destra fare il gesto accennato. In ciò
tudinem de arborìbus vidcretur » '. consiste, come vedremo, il segno caratteristico, che distìngue
Questo passo mostra quanto fosse familiare e simpatica la la scena dell'annunzio della visita da un'altra in cui Zaccheo
figura di Zaccheo. La sua storia è raccontata da s. Luca'. salito pure sull'albero, è semplice spettatore dell'ingresso
Risiedeva a Gerico ed era uomo ricco, essendo appaltatore di Gesù in Gerusalemme (tav. CCXXXV, 3).
delle imposte, « princeps publicanorum ». Da molto tempo 1 ammette dubbio; la scena appa-
desiderava « vide re Icsum, quis essct, et non poterat prae imc sulla scultura di Arles. Accanto figu-
turba, quia statura pusillus erat -. Un giorno, sapendo che :l cieco nato, a giudicare dall'atteggia-
Nostro Signore doveva passare per Gerico, « praccurrens mento del Signore
ascendit in arborem sycomorum, ut videret eum ». « Et cum Il frammento di Pretcstato e la scultura di Arles sono
venisset ad locum, suspiciens Iesus vidit illuni, et dixit ad finora gli unici monumenti che offrono la scena isolata del-
eum: Zacchaee, festinans descende, quia hodie in domo tua l'annunzio della visita. Che ve ne siano stati altri, lo fa sup-
oportet me manere. Et festinans descendit et excepit illuni porre l'avorio Tnvulzi, nel quale l'annunzio e distribuito
gaudens *. Questo fatto così attraente passò inosservato ai fra i due battenti della porta del santo sepolcro, in
pittori delle catacombe; eli si-ultori, invece, non se lo fecero alla risurrezione di Lazzaro e alla guarigione del se
sfuggire, come ora vedremo. centurione di Capharnaum '.
isita a Zaccheo, divenne lai fusione della scena dell'ingresso con quella di
un apostolo calvo e barbato, il qvmli.- segue l'entrata in Geru- deviò gli interpreti. Il primo :i cadere nell'errore fu il Bot-
salemme in un atteggiamento, ridicolo, tenendo cioè la destra tari neh" il lustra re le sculture d'un sarcofago di cattiva con-
presso la lesta di I ìesù, tome se avesse paura elie questi desse servazione e sopralavorato ', il laterancnsc 212, proveniente
indietro. Cosi l'annunzio della visita venne distrutto '. dalla basilica vaticana e riprodotto a tal). CLVII, I. « La
In Francia potei constatare frammenti di sei a sette sarco- turba degli Ebrei , dalla quale » Nostro Signore...entrando in
fagi della nostra famiglia, ma nessuna integro. Per fortuna Gerusalemme... fu incontrato con molla solennità », ad avviso
abbiamo quello di Tarragona. È vero clic è assai logoro del Bottari sarebbe « espressa da quei due che hanno la sola
>, essendo infisso da setoli nella facciata i .■! duomo; r tunica addosso, avendo deposto il pallio, l'uno per disten-
, per di più, copia fedele del lai '*5. derlo a terra, e l'altro per salire più spedito sopra un albero a
quindi capace di prt le fronde per ispargerle sulla strada ■■ ', Similmente
di rappresentazioni si esprime a propo-
cristologiche l'an- sito del lateranense
nunzio della visita 125, con la sola mo-
dificazione che Zac-
cheo è detto » uno
Gesù in Gerusa- dei fanciulli -111011-
lemme ed è in tutto
identico a quello bero per coglierne
isolato: Gesù cam-
mina di buon passo Tale spiegazione
e fa il gesto dì parlare; Zaccheo si regge
ramo e con la destri lo d'invito. Cosi la scena sulla secondo il quale gli ;
lastra di Tarragona Cos a anche su altri monumenti, momento saliente del
come fanno suppor frammento murato al disopra del- tagliare le fronde, e 1 salire sull'albero che i
l'ingresso della mmr\ )ie {lav. al., a) e quello del Museo mento precedente. M nche il titaglio dei
di Clermont jtevole d'un sarcofago a colonne insignifica: Difatti lo vediamo ap-
((no. «'(., 5): su ambedue s'è parzialmente salvata la figura ■ volte indicato da un ramu giacente sulla strada
di Cristo il quale sul primo aveva il nimbo, segno del IV se- (Mi*. LXXXXII, 2; ccxxxv J «7,'Jiff. '95)°; esso è
colo inoltrato o del v. Sugli altri frammenti, della collezione quindi supposto dagli artisti. I rami, di solito di palma,
de Fontgalland e dei Musei di Vienne, Arles e Avignon stanno utile mani dei festeggiai ti, conforme al testo di
((«ai. cit., I e 4) la scena è distrutta. Tutti provengono dalle s, Giovanni; «Acceperunt palmarum, et processe-
officine di Arles; i due ultimi appartengono ad un sarco- runt obviam ei »'. L'interpretazione del Bottari
fago di bambino o bambina (fig. 184, p. 295). Resti d'un influì sul Garrucci e, per mezzo di questo, su quasi tutti
altro sarcofago potei constatare in due frammenti del Musco gli altri archeologi, non escluso E, Le Hlant, come vedremo.
di Algeri, come fu notato di sopra. Fa lodevole eccezione L. von Sybel il quale giustamente
riconobbe Zaccheo nell'uomo salito sull'albero \
3. - Fusione dell'annunzio della visita a Zaccheo Prima del Garrucci, E. Montégut, illustrando la scultura del
b dell'INORESSO di Gesù a Gerusalemme.
fianco sinistro del sarcofago di Clermont (tao. LXXXXIX,
Nel maggior numero delle sculture Ili scena di Zaccheo e 2), aveva scritto: « ... c'est... le petit Zachée juché sur son ar-
quella dell'ingresso di Nostro Signore in Gerusalemme sono bre pour contcmplcr plus à si in use l'entree dans Jcrusalem»''.
(od erano) fuse in una, restando come assorbito l'annunzio Il Garrucci credette di dover combattere questa interpreta-
della vìsita: Zaccheo assiste dal sicomoro all'entrata di Gesù. zione: «Raro è», scrive egli, ■■che si figuri nei marmi Zac-
Da semplice spettatore, egli si afferra all'albero con en- cheo; ma vi è motivo di scambiarlo con quell'uno della turba,
trambe le mani, almeno quando si presenta di faccia. Perciò che esce incontro a Gesù e per vederlo è salito sull'albero.
non ho dubitato di completare per Zaccheo che assiste alla Gesù passava per Gerico camminando a piedi quando chiamò
entrata trionfale, uno di due miseri frammenti di sarcofago Zaccheo che aveva pensato ancor esso di salire sopra un
del Museo di S. Callisto, ove appare una mano destra affer- albero per curiosità di vederlo, e qui il Signore cavalca da Be-
rata ad un ramo; l'uno di questi frammenti proviene dal fania per Gerusalemme » ■*. Tutte queste osservazioni sono
cimitero di Callisto," l'altro, simile, da quello di Damaso. giustissime, salvo una che riguarda ■ quell'uno della turba »,
Capo li. - Scene della vita pubblica ili Nostro Signori-
cheèu .e del Garrucci. Gli evangelist Di questo avvenimento parlano tutti e quattro
un solo uomo i salito sull'albero i per vedere il Signore, gli evangelisti", prova evidente della sua importanza e ra-
e quest'uno è Zaccheo. L'errore e anche più manifesto in gione sufficiente per essere adottato dall'arte cimiteriale, ma
quanto che nel testo greco non si parla di alberi, bensì di soltanto dalla scultura, perchè la sua composizione richiede
a-Toiiìdcn c< rùk irfpOr', dunque di piante, come p. e. la troppi elementi.
ginestra. Ciò non di meno E. Le Blant segui il Garrucd, San Matteo insiste anzitutto sul lato profetico: « Hoc
prendendo Zaccheo nel sarcofago di Clermont, per un per- autem totum factum est, ut adimpleretur quod dictum est per
sonnage monte dans un arhrc >, e quello del sarcofago di- Prophetam dicentem: Dicite filiae Sion: Ecce Rex tuus venit
strutto di Poiticrs ((«.. CXXXXVIII.I) per «un Juif re- tibi niansuetus, stdens super asinam et pullum filium subiu-
gardant du haut d'un arbre »a. galis ». Cosi l'evangelista, riportami» la profezia di Zaccaria1.
A noi la fusione di due scene disparate non fa meraviglia A questo passo si sono ispirati quegli artisti che nella rappre-
né ci riesce nuova. Una fusitme simile, per citarne un esem- sentazione dell'entrata introdussero, oltre l'asina cavalcala da
pio, capitò di rilevare nel lui!! fimo di Cornelio e la prima Nostro Signore, un somarcllo che accompagna la madre.
cattura di Pietro: quello ebbe luogo a Cesarea, questa in Ge- In origine le rappresentazioni dell'ingresso, insieme a
rusalemme; eppure i soldati di polizia arrestano l'apostolo quelle che seguono l'annunzio della visita, dovrebbero arri-
alla fonte, cioè mentre egli sta battezzando Cornelio. Ab- vare forse ad una trentina". Delle inedite il Museo di S. Cal-
biamo quindi la fusione di due scene accadute non solo in listo ne possiede una quasi intiera, oltre i due frammenti
luoghi, ma ancia in tempi diversi, giusto come Zaccheo assi- menzionati dianzi; d'una quarta il cimitero di Domitilla ha
ste sull'albero all'ingresso di Gesù in Gerusalemme, cavalcante dato due frammenti, l'uno di Zaccheo, l'altro di Gesù col-
un'asina, mentre in realtà lo vide passare a piedi perGerico. l'apostolo che io seguiva; poco manca invece ad un quinto
È vero, tali anomalie ed altre che ci accadrà di notare esempio, quello d'un sarcofago barbaramente rotto in pezzi
in seguito, urtano non poco contro la storia sacra. Ma gli e trovato a S. Lorenzo fuori le mura. Anche quello del Kaiser-
artisti antichi non hanno la più lontana idea di offrirci una Friedrich-Museum di Berlino è quasi intiero, addirittura in-
storia illustrata; questa deve, al contrario, piegarsi alle esi- tegri quelli dei sarcofagi della Storta e di Berja, Infine
genze ed allo stupì) simbolicn: essi vogliono presentarci in possiamo aggiungere quello scolpito sul fianco destro del sar-
Zaccheo un vero Israelita, uno che in Gesù Cristo riconobbe cofago di S.Trofimo ad Arles,di cui il Le Blant e il Carnicci
il promesso Messia; » ... festinans descendit et excepit illuni pubblicarono una copia incompleta" (taw. CU, 2; CCV, 4;
gaudens « '. CCXIl, 2; CCXXV, 1 e 3; CCXXXV, 2; CCXXXXII, 1).
Zaccheo diventò in tal guisa una figura parallela al centu- I tre primi evangelisti raccontano che gli apostoli posero
rione di Capharnaum, il quale non si stimava degno di rice- sul giumento i loro mantelli, ipti™, come precisa meglio il
vere il Signore in casa sua,dicendo:-Domine, non sumdignus, testo greco, e vi fecero sedere sopra Gesù "'. Di questa sella
ut intres sub tectum meum... ■ ', parole memorabili, che ogni improvvisata non si vede mai traccia. La bardatura del giu-
giorno vengono sulle labbra di migliaia di fedeli. mento è di solito molto sommaria e si riduce alla sola ca-
Può essere che alla fusione delle due scene di Zaccheo vezza; una o due volte manca anche questa. Di rado sono
abbia contribuito in qualche modo il racconto di Matteo e aggiunti altri linimenti; i più ricchi si vedono nel grandioso
Marco secondo la Volgata, i quali parlano espressamente di sarcofago uscito al tempo del Bosio dalla basilica del prin-
uomini che ■caedebant ramos de arboribus et sternebant in cipe degli apostoli e poi ridotto in pezzi nella villa Bor-
via»5. Invece di farci assistere a questo atto secondario, gli ghese; monumento assai pregevole per l'antitesi delle sue
artisti, come si disse, lo suppongono e mostrano i rami O già rappresentazioni: all'ingresso trionfale di Gesù risponde la
sparsi sulla strada o, più spesso, nelle mani dei festeggiane, condanna pronunciata da Pilato, dunque -AVOsaiinti il Cruci-
e Zaccheo sull'albe]-" a! post" degli ■ homines qui caedebant fige,e in mezzo a queste due scene il Signore istituisce il regno
ramos. » Ci resta ancora da aggiungere qualche parola spe- della Chiesa con s. Pietro a capo (tati. CLI, z).
ciale sull'entrata in Gerusalemme. Ad eccezione d'una scultura {tav. CCXXXV, 4) di Co-
stantinopoli, d'età incerta, Zaccheo si vede in tutte le rap-
trionfale del signore
presentazioni assistere all'entrata ", sicché tutte rivelano l'in-
in Gerusalemme.
flusso del vangelo di s. Luca che, solo, racconta questo
Nostro Signore, volendo manifestare in modo solenne la episodio, e lo racconta poco prima dell'entrata.
Sua dignità di Messia e adempiere la profezia di Zaccaria, fece II corteo muove sempre da sinistra a destra, perchè
l'ingresso in Gerusalemme seduto su un giumento, preceduto Cristo, veduto quasi di profilo, deve avere la mano destra li-
e seguito dagli apostoli e dai discepoli, ed acclamato da una bera per il gesto oratorio; la sinistra Stringe di solito il vo-
1314, 21 s; 317,4:322.1; 334,2; 348, i;3J»,
H 3*5-'13*7. ai 372. a ;. Le Buiki, Aria.
aw. XII, 1; XVI, a; p. 67, LXV.
§ XV1H. - Zaccheo e l'ingresso di Gesù in Gerusalemmi
lume chiuso. Sempre poi, senza ver sarcofago di Giunio Basso è già compiuta, e in maniera da
valca al!:i maniera d'uomo, non di donna, come u qualche farci sospettare che le due scene abbiano già per qualche
medievale, influenzato dall'Oriente ' tempo esistito l'una accanto all'altra. Lo scultore dovette
scena più completa ci viene offerta da quelle sculture penare assai per dar posto in un intercolunnio ad un corteo
l'entrata segue all'annunzio della visita, il corteo s'è trionfale, e non vi riuscì se non limitandosi al puro necessa-
alla porta merlata di Gerusalemme, che sorge dal rio e storpiando un po' tanto Zaccheo quanto il giovane che
fondo. Uomini, dalla penula e dalla discinta caratterizzati per stende il pallio. La scena dell'ingresso è perciò la meno riu-
Ebrei, e con palme 0 ghirlande nelle mani, aspettano Gesù; scita di tutte le altre della fronte del sarcofago (tav. XIII).
due giovani lo seguono, mentre altri stendono » abiti » sulla Delle altre sculture nessuna è datata. Soltanto il sarco-
strada. Cosi sul sarcofago di Tetragona, copia del latcranense fago di Clcrmont (tav. LXXXXIX, 2) offre nella capiglia-
125 1 restaurato », Zaccheo s'affaccia qui nell'annunzio, e non tura della donna orante, effigiata in mezzo ai principi degli
è ripetuto nell'ingresso ehi- segue. Ma su tutte le sculture che apostoli, un indizio cronologico precosiantiniano, come venne
rappresentano il solo ingresso, senza il previo annunzio della già notato da L. von Sybe! ' I.-,- iculture della fronte sono
visita, egli assiste come spettatore del corteo. Nelle scene invero eccellenti: classico <■■ l'atteggiamento di alcune delle
complete, anche più semplici, si trova un giovane nell'atto di figure; i soggetti, antichi: la risurrezione di Lazzaro con una
stendere «abiti"; solo sul frammento del Museo di S. Cal- delle sorelle in piedi, Marta, senza dubbio; la guarigione della
listo era omesso, evidentemente per mancanza di spazio Emorroissa, che nell'era della pace cedette di solito il posto
(tav. CCXXV, /), L'apostolo che accompagna ivi il Signore, alla Cananea, e la yiiariyiune del paralitico. Pur riconoscendo
è Pietro. Cosi pure sul sarcofago lateranense 189 e su quelli questi pregi del sarcofago, non possiamo datarlodal III secolo.
della Storta e dell'Agro Verano (taw. CCXII, CCXVIII, 2 Vi si oppone anzitutto la fusione del battesimo di Cornelio
e CCXXV, 3)'. Più spesso però è giovane. In due casi l'in- con la scena della prima cattura di s. Pietro. Anche la rappre-
gresso è inquadrato da due apostoli giovani, l'uno che segue sentazione della defunta fra i due principi degli apostoli ac-
il Signore, l'altro che, arrivato alla porta della città, si volta cenna piuttosto all'età della pace. Un indizio tardo è inoltre
indietro (taw. LXXXXU, 2; CU, 1). Sul frammento più il berretto cilindrico dei due soldati dì polizia, che, fra i mo-
piccolo del Musco del Camposanto teutonico il seguito è for- numenti di data eerta, apparisce per la prima volta sulle scul-
mato da due giovani con palme e corone nelle mani ', Zac- ture dell' arco trionfale di Costantino, dove lo portano i soldati
cheo manca per la rottura del marmo (tao. CCXXXV, 6). del treno e l'imperatore Galctio. Siccome anche l'esecuzione
Sui sarcofagi di Clcrmont, della Storta e su quello spez- dei due soggetti delle testate sembra opporsi al tempo pre-
zato della basilica vaticana, il vestimento che stende il costantiniano, siamo costretti ad assegnare il sarcofago di
giovane sotto l'asina, è chiaramente una tunica manicata Clermont al rinascimento costantiniano. A tale data non si
(taw. LXXXXIX, 2; CCXII, 2 e Chi, r), segno che L'ar- oppone assolutamente la capigliatura della defunta, che è un
tista seguì il testo latino del vangelo. Di solito è il pallio criterio relativo, come vediamo in quella di s. Elena, che si
(ipdnov), adattassimo all'uopo, essendo un pezzo di stoffa mantenne nell'arte per tutto il secolo ]v. Ciò corrisponde, del
rettangolare. resto, alla realtà; la suddetta capigliatura era in uso ancora al
Ora sorge lini domanda sull'ordine cronologico in cui le tempi di s. Girolamo il quale hiasima quelle femmine i cui
due scene furono introdotte nell'arte funeraria: precede l'an- ocapilli vel in frontem, vel in aures defluunt» '. Sul nostro
nunzio della visita, ovvilo l'ingresso trionfale' Avendo ri- sarcofago le due scene dell'annunzio e dell'ingresso sono già
guardo al fatto che esiste un annuncio senza l'ingresso, ma fuse. Perciò non sarà troppo azzardato assegnare la loro com-
non un ingresso senza Zaccheo, se non sia preceduto dal- posizione alla seconda metà incirca del secolo in o al principio
l'annunzio, sembrerebbe che si potesse stabilire l'ordine del IV. È infine degno di nota che sul sarcofago di Clermont
seguente: prima le due scene furono rappresentate separa- la parte,direi principale, e attribuita a Zaccheo: il Signore gli
tamente, poi avvici mi te l'unii all'ultra, lilialmente fuse in una parla, e dalla mossa di lui possiamo indovinare l'effetto del-
unica scena. Ma la risposta definitiva non siamo in grado l'annunzio ■■ l'est inans desccndìt... « Anche il giumento, con-
di darla, vista l'assoluta mancanza di sculture precostanti- trariamente a tutte le altre rappresentazioni, non
delle due rappresentazioni, l'i issiamo soltanto affermare ma sta fermo. Insomma Zaccheo predomina. Alti
che la fusione avvenne al più tardi nell'anno 359, perchè sul :■:■■ . ' ■ . .■:■■ ..■ ■'■■■■.■!;■ !!: .:-'.■■ ■
LPERT, Mostùkrn unii Mtilrrruii. p. 843 stg. BOTTARI, Ama a. l,p. 165*
367, i; Marucchi. feltrato, u». XXXIV. i.
Capo III. - Srciir dilla Passione di Nostro Sigilo
CAPO III.
SCENE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE.
(imi. CL, 2), Ad ogni modo è fuor di dubbio che la composi- tre, armati di bastoni, hanno tunica discinta, penula e scarpe;
zione si deve all'arte romana, come è presumibile a priori. essi sono perciò ebrei e rappresentano la ■ turba cum fusti-
Difatti essa si presenta sostanzialmente uguale in lutti gli bus «, che accompagna il traditore. Invece di abbracciare il
esempi, il che prova che tutti dipendono da un tipo comune. Signore, Giuda ha la destra nel seno del pallio, evidentemente
La scena è di natura sua semplice e chiara. Ciò non di per la stessa ragione per cui sul sarcofago di Servannc la
meno quella d'un coperei)io del Museo ili Arlcs, che è fian- tiene abbassata. I tre della ■ turba >> hanno attitudini ostili;
cheggiata da tre personaggi, non fu capita da nessuno degli essi impugnano i bastoni in maniera da far comprendere che
interpreti '. Perciò dobbiamo esaminare la scultura più parti- all'occorrenza sono capaci di servirsene. Altro che 1 pretesi
colarmente. "volumi »! Questi si portano raramente nella destra, e sem-
[1 coperchio non è intiero; manca l'angolo destro dov'era pre per un motivo speciale. La mano ordinaria del volume
la scena di riscontro. Viceversa esso conserva ancora la sua chiuso è la sinistra, dovendo la destra essere lasciata libera
iscrizione (tav. XXXII, 3): HYDR1AE TERTVL.LAEI c-F- per i gesti. Un bell'esempio ne diamo afig. 197 uscito negli
CONIVGl AMANT[SSI;MAE ■ ET ■ AX1AE AELIANAE ultimi scavi a S. Sebastiano. « ludae osculum sateìlitibus
FILIAE DVLCISSIMAE | TERENT1VS MVSEVS HOC SEFVL stipati », cosi spiega il Peiresc la scena del bacio sul sarcofago
CHRVM POSVIT.
tratta dunque di )
/M ,lcci
spoglie mortali il ma-
rito depose insieme a
quelle di una figlia, nel
sarcofago, chiamato,
come spesso, sepul-
chrum. Di ambedue si
di Verona ebbe una ragione più profonda di introdurre il La comparsa di Gesù davanti a Caifa è rappresentata
principe degli apostoli nella scena del bacio; quale sia stata, una sola volta, sul sarcofago lateranense 183, di provenienza
l'abbiamo esposto dianzi a p. ijj. Nella slessa scena Giuda ignota e pubblicato già dal Bosio* che lo dà unito con un
abbraccia veramente il Signore, mettendogli la destra sulla coperchio proveniente da S. Lorenzo f. 1. m. Oggi é ridotto
spalla. Questo particolare e, fin qui, unico. ad una semplice lastra che per di più è anche sopralavorata
Restano ancora tre montimi mi gallici col bacìo dì Giuda, (lav. Vili, 4). Gesù, colle mani legate dietro il dorso, è con-
due sarcofagi a cinque scompartimenti e un coperchio. Dì dotto da due militi, caratterizzati dal costume, sopratutto dal
quelli l'uno esiste ancora in parte '. Il Pcircsc lo vide intiero; berretto cilindrico. Caifa, seduto sulla sedia castrensi!, ve-
secondo la sua descrizione abbiamo completato le scene man- ste come personaggio biblico, tunica e pallio, ed è distinto,
canti (tati. CXXXXVIII, 2,-p. 172 seg). Il frammento super. quale sommo sacerdote, dal diadema, ben visibile sulla copia
stite appartiene ai Museo di Arles. Dell'altro già il Peìrcsc del Bosio, oggi riconoscibile appena, grazie alla sopralavora-
non trovò che le quattro scene della parte destra e ne lasciò, zione. Egli fa il gesto oratorio, verso il Signore. Lo stesso
oltre la descrizione ', una copia sostanzialmente molto fe- gesto fa il penulato accanto, che rappresenta i 1 seniores po-
dele, che ci ha servito per la nostra ricostruzione (fig. 165, puli >. Si tratta, naturalmente, della domanda e della rispo-
p. 267). Abbiamo detto: « parte destra «, essendo probabile sta definitiva, quando cioè alla dichiarazione del Signore, di
che la Samaritana stesse nel centro, e II bacìo all'angolo essere 'Cristo, figlio di Dio-, Caifa erompe nelle parole:
destro, come sol sarcofago precedente. Per l'angolo sinistro * Blasphemavit, quid adhuc egemus testibus...: Quid vobis
si possono quindi proporre le scene della moltiplicazione dei videtur? At illi respondentes dixerunt: Hcus est morris »!'.
pani e dei pesci e della consegna delle chiavi a s. Pietro. Dietro Caifa sta un giovane vestito di semplice tunica cinta,
Nel)'indicare il bacio ili < linda, ii 1 Vi rese scrisse, per un lapsus dunque un servitore; perciò e anche imberbe. Sulla lastra
calami, <• Osculum Pilati ». sopralavorata egli aveva la destra abbassata e aperta, come
Sul coperchio del terzo monumento, non rimane che la se volesse menare qualcuno. Questo particolare fu aggiunto
metà inferiore di Gesù nel!' atto caratteristico di appres- dal restauratore moderno, ed è quindi senza valore; esso
sarsi a Giuda; la ricostruzione della scena è perciò sicura1. già sulla copia del I 5 tolto dall'originale
Accanto abbiamo messo Gesù seduto e insegnante nel pochi anni addietro.
Tempio, come illustrazione delle parole colle quali egli rim- Come la comparsa jvai
proverò alle « turbe » la sua cattura: * Tanquam ad latronem la negazione dì s. Pietro, 1
existis cura gladits et fustibus lonipichcndcrc me; quotidìe lato a p. ? seg.
apud vos sedebam doeens in tempio et non me tenuistis •*.
L'uditorio consiste perciò di due soldati che lo ascoltano.
§ IV. - Il Signore davanti a Pilato.
Di questa scena trovammo un solo esempio intiero, sulla
testata destra del sarcofago testé citato di Sa i n te-M ade lei ne Più spesso fu rappresentata nell'arte funeraria la compari-
(tav. CUI, 3)'\ come riscontro del bacio di Giuda. Il se- zione del Signore davanti a Pilato, scena composta nell'età
condo esempio, da me ricostruito, fa molto apportunamente della pace. Essa s'incontri! perii Millanto nella scultura; mai
riscontro alla cattura di s. Pietro insegnante in Cattedra finora nella pittura. Ai diciannovi- esempi pubblicati dal Gar-
(tao. «(., 2 e 4). rucci, dal Le lilant e da altri "'. ne ascili nomino nove s
scinti, ma nessuno intiero, essendo stali lotti ridotti in
§ III. - Il Signore davanti a Caifa. turni, anche meschini. Eccettuati nove, gli altri si trovano
su sarcofagi a colonne, e tutti nell'ultima nicchia, conforme
Fra la ■■turba numerosa armata di spade e bastoni », alla tendenza generale degli artisti di riservare agli angoli le
che i « principi dei sacerdoti e i seniori del popolo » * manda- scene con figure sedute.
rono con Giuda per catturare Gesù, s. Giovanni distingue, Da un esame delle singole rappresentazioni risulta che
giusto come si verifica anche sui monumenti, i soldati (romani) esse fanno capo ad un tipo comune, composto a Roma nella
e la sbirraglia (giudaica) : ■< Cohors ergo et tribunus et mini- prima metà del secolo tv e ripetuto presto dall'arte provinciale,
stri Iudacorumcomprclicndcrunt lesimi et ligaverunt ». Prima ma solo nelle Gallìe; finora almeno non ne conosciamo alcun
lo condussero da Anna, poi da Caifa che era « pontifex anni esempio ne in Spagna né in Africa.
illius », quello stesso che dette ai Giudei il consiglio di ucci- Una delle composizioni più espressive e più antiche si
dere il Sjgnore, ■ quia expedit, un trova sul sarcofago dei due fratelli (tao. LXXXX1): ivi Pilato
populo ■'. siede accanto al suo assessore; dietro di lui stanno
350, ii 35=. *■< 353.4; 3$*. r.iii>. a; la: Bum, Cmfc, tn.XXIV, i,
XL1I, 3. p. 113; A. DKWAAL,D*r SartopAog dt% JuxAu Batstn. p. jS; .\iA-
la.liiir, Soip'rt/i ,ìì imbibita trilliate lutt'arta ttcll.1 batìlìta suburk
S. Valutino, in Bulirttiw dilla Comm. ardi. twn. (LV), 1327, p. 265-367
§ [V. - // Signore davanti a Piiato
fondo, due militi di guardia clipeati, e, probabilmente, il cen- gendae quanto, aqua infusa per gnomi m qucmdam per-
ine; di fronte ai due personaggi principali è collocato un fluente, crater vacuabatur ■'. Perché f e ben visibile, era
> tavolino su cui posava la, clcpsidra, ora distrutta: ap- collocato sopra una tavola ■ n della sala , èr (ifoy
presso, un servitore, coW'urceolus e il libile, aspetta da Pilato ■voi ùpxomnplou. A questa descrizione
I l'ordine di lavai li. Sappiamo già che su questo delle nostre sculture in due casi di intesi ra
sarcofago il Signore mane ni 0 sostituito con Isacco che lo (fave. XII, 5; CXXXXVI, 3): e un ■
prefigura. un cantaro, posto su una tavola che si presenta sotto varie
In tal modo l'artista i fa a e ad 11 forme. Esso manca rarissimamente, e solo per insufficienza
isi tutti gli elementi costi- di spazio.
tutivi. Sappiamo pure che codesta scena tu copiata, con un Siccome presso l'orologio sta di solito il servo coli'occor-
cultore di Arlcs, su! sarcofago di rente per lavare le mani a Pilato, gli interpreti credettero che
la chaste Suzanne '. Cl.XXXXV, 4). Per spiegare ivi il cantaro fosse destinato a raccogliere l'acqua defluente dalle
la presenza dell . Le Blant rinviò, con ogni ra-
iì nous montfent Ics juges ro-
> assistcs de I'u ■. Per conseguenza era inutile
icora ■ agli apocrifi ", e per di più agli apocrifi
" peut-ètre a-t-il (l'artisti) suivi ici quclquc ré-
it apocryphe, cornine l'ctaicnt ces Aeles de l'Hate dont parie
Luséhc '. La scena della comparizione si basa tutta quanta
sulla prassi giudiziaria. Quindi fa J'unjni passarne in rivista
i singoli componenti.
i. - Il
■ ■
,P.4*Hg.). P«
hanno la forma di pittura in tavola fissata su aste1. Tali nella villa ISorghcsc {tao. CU, .
immagini abitiamo già incontrati' nelle scene dei tre fanciulli piedi e stonde le mani in atto di supplica verso il Cristo, quasi
che rifiutano di adorare la statuii di Nabucco5. per chiedergli scusa e perdono. Questo particolare, rimasto
t, Aàaum in Pauly-Wiss
■ IV. il Signore diiì'ii
issimum civihus, porrcctis tribus digitis, Lontra collocata provenga dall'arte romana, lo prova il sarcofago scoperto,
statua humana comprimerei » '. pochi anni or sono, nel perimetro della basilica cii S. Va-
Il gesto dei tre « digiti porrceli » passò inosservato, es- lentino, dove la moglie si storce nel fondo accanto ai prae-
sendo ma] riprodotto sulla copia del Garriteci. Perciò nessun torium; essa parla a Pilato, avendo la destra alzata nel gesto
archeologo lo menziona, nemmeno il de Waal, sebbene sulla di chi parla (tao. CXXXXVI, z, e fig. 100, p. 169).
eccellente copia sia mollo bene espresso2. La comparizione di Nostro Signore davanti a Pilato è per-
Il sarcofago di Giunio Basso mostra anche un ottimo tanto una delle più studiate e Complete scene del ciclo cristo-
campione del servo coH'atqna. I/artisti! gli ditti- una specie di logico. Già per questa ragione essa suppone l'età della pace.
pallin lilosofico, Fra quelle della
con la lacinia ti- prima metà del
rata sul.davanti. secolo tv spicca
per ■ da
asciugamano. In sul sarcofago dei
Sfl ^. *r4i5@P k.
conformità del
pallio, il servo
■X1B^ÌffiS1^SlDSS*SK!^\W^»|[Ì^WMf/«^^
**wn$iMP«P^K^^^ 1 i due fratelli. Dello
Stesso tempo sarà
porta anche i anche quella dei
sandali, come i F. 199
frammenti di
filosofi. Questo proprietà del-
particolare è di qualche mportanza, quando d'un simile l'autore, che conservano ancora molte tracce d'un colore
servo non s'è conservato che un piede, come su un fram- rosso con cui erano contornate le figure. Sono frammenti
melilo inedito del Museo i S. Sebastiano {fig. 199). d'un sarcofago a due zone e, cor ne sembra, coi ritratti dei
L'edifizio rotondo e merlato, che su! sarcofago di Giunio defunti nel centro, che suppongono le solite scene del sacrì-
Basso si vede nel fondo della scena, raffigura il praelorimn faio d'Abramo e della consegna della Legge a Mosè. Dei
ìn cui venne condan- soggetti della zona in-
nato il Signore; lo ri- feriore s'è salvata sol-
corda s, Giovanni3. >;j]7;>"^| tanto la defunta orante
Nell'arte è un edificio
tipico, che ha servito ' w^^ÈÉÈ^'- a capo scoperto presso
un albero di palma,
agli scultori special- che formava l'angolo
mente per indicare i destro. Anche sul la-
mausolei costruiti lun- teranensc 184. (taso-
go le vie. Come tale la CXXVIII, 2) Mo-
l'iiuoniramino sui mo-
amenti che r.pprc- della zona inferiore.
sentano la catechesi di ■
Gli altri soggetti sa-
s. Filippo e l'ultimo ranno stati i soliti del
viaggio, cioè quello per parallelismo fra le sce-
l'altro mondo '. ne del Signore e di
s. Pietro. Il listello che
l'edilìzio ritorna ance separava le due zone
su sei tiippresenla/.ioni e l'orlo superiore 1
della comparizione. La strano avanzi d'una
più importante era sul sarcofago monumentale di Portiere, specie di green, oggi molto svanita 'tav. CCXVll, 5),
da molto tempo distrutto, che conteneva la comparsa più D'un sarcofago a cinque nicchie gli ultimi scavi a S. Se-
ricca di figure (tav. CXXXXVIII, 1): tanto il preside quanto bastiano hanno ridalo un po' più della base eoi piedi dei per-
il Signore avevano una scorta di tre soldati con lancie. Fra sonaggi rappresentati (fig. 199), che si possono ricostruire
questi ultimi si vedevano due donne, senza dubbio la moglie senza timore di errare, avendo a disposizione la copia, quan-
di Pilato accompagnata da una ancella. I/artista volle cort ciò tunque grossolana, di Hillman ' d'un uguale sarcofago di Ni-
alludere al passo di s. Matteo: « Sedente autem ilio (Pilato) mes (fig. 200). Le due ultime nicchie sono riservate alla com-
prò tribunali misit ad eum uxor eius, dicens: Nihil tibi et parizione. Nostro Signore è fiancheggiato da un milite con
iusto illi; multa enim passa sum bodie per visum propter lancia e dal centurione eoi bastone, ben visibile sulla copia.
eum «s. Che anche questo particolare, peraltro rarissimo, Il preside, seduto accanto all'assessore, ha davanti l'orologio
ad acqua e il servo nel noto costume; nel fondo l'edificio È evidente l'influsso delle rappresentazioni di trionfatori. Ab-
dei praetorwm (<«>. cit., 7). biamo qui una nuova prova della grande libertà degli artisti
Alla scena della comparsa ano contrapposti l'ultimo ncll'adattare i fatti biblici al simbolismo.
arresto di s. Pietro e la decapita ne di s. Paolo. A proposito Anche nelle altre scene del sarcofago regna l'idea della
di questa, E. Le Jilant scrive; ■ voyait Saint Paul les mains a del Signoi a d'alloro e sospesa sopra
liées sur le dos, et près de lui l soldat tenant son épée; au la di Pilato, e : pure su quella del viaggio al Calvario;
fond se dressait la colonne qui parfois, dans cctte scène, se nel centro poi essa rinchiude il monogramma di Cristo, che
retrouve surmontcc d'une proue»1. Ma la pretesa colonna fa parte della Anaslasis; un'aquila, con le ali espanse, la tiene
sono due canne che, insieme con la barca indicano la vici- nel rostro, e negli interstizi dell'arco appaiono le teste del Sole
nanza del Tevere al luogo della decollatio. e della Luna, lo sguardo fisso sul monogramma.
CAPO IV.
SCENE DELLA RISURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE.
l- degli Atti di Pietro ci guardare come un precursore de! famoso detto: ■£► to»t<j» ri
la il nostro l'ha superato, facendo e in hoc sigilo vietar erìs.
e anche una cosa inanimata. Con tutto ciò m me dì poco Più spesso la croce si presenta velatamente sotto
e vedere l'importanza data alla croce: la di un'ancora, simbolo notorio della speranza nella feliciti
■ del <:segno salutare" fu subito i eterna, la quale è sopratutto fondata nella croce, e che i
generale. Perciò l'autore del vangelo apocrifo potè senz'altro fedeli posseggono ■ situi anchoram animae tutam ac firmam »,
inventare una croce parlante. Ma da quel doeeta che egli era, come scrive s. Paolo (Hebr., 6, 19). Ma questo simbolismo
la esaltò a spese della verità: per diminuire, anzi distrug- è cosi ovvio da non insistervi. Per lo scopo presente ram-
gere la Passione vera e farne una apparente. mentiamo soltanto che, specie sulle iscrizioni dipinte, l'an-
cora imita alle volte la forma della croce '.
I PRELIMINARI S
Un simbolo altrettanto sicuro, ma metto frequente dell'an-
cora, è la lettera T. Tertulliano, allegando il passo di Eze-
Che la croce fosse inseparabile dal chiele: » Pertransi medio portae in media Hierusalem et da
dichiarò già s. Ignazio di Antiochia in un celebre passo, dove signum Tau in frontibus vironim », aggiunge: « Ipsa est etum
combatte appunto l'errore dei doceti sulla passione apparente: littera Graecorum Tati, nostra autem T, species crucis \ Di
« Il Signore Gesù Cristo (cosi egli) sotto Ponzio Pilato e il questo simbolo il de Rossi ha pubblicato due esempi della line
tetrarca Erode per la nostra salute fu veramente affisso con incirca del 11 secolo, trovati nell'arca prima del cimitero di
chiodi alla croce affin di inalzare, nella sua risurrezione, S. Callisto. Nel mio citato articolo ne potei dare cinque ine-
il vessillo per tutti i secoli ai suoi santi t fedeli fra gli ebrei diti e quasi tutti del secolo tu'', tre col solo nome del de-
e i gentili riuniti in un unico corpo della chiesa » '. Più tardi funto o defunta: àlON TyCIOY. KYPlT?A.ov (r<YP/TMijO.
s. Paolino da Nola dirà che Cristo risorto ■ Corporeum sta- TàOMITIA. e un frammento di un'iscrizione a due righe,
tuit cadesti in sede trophacum vcxillumquc crucis super dove la lettera T è incisa in ultimo. Rammentiamo altresì la
omnia sidera fìxìt ». E il santo finisce con un magnifico Tau inserita nella parola IX9YC in un graffito eseguito sul-
inno alla croce !.
l'intonaco ancora fresco a S. Sebastiano7.
Non potendo le poche notizie genuine dei vangeli ba- Più di rado s'incontra la croce gammata, la svastica. La
stare agli artisti per comporre la scena della risurrezione pittura ce ne offre una sola, nel centro della vòlta d'un cubi-
del Signore, anch'essi, seguendo l'indole essenzialmente colo della catacomha ad ditta I.mirns, scoperta troppo tardi,
simbolica dell'arte antica, supposero il fatto, e si limitarono,
per essere inserita nella mia opera sulle pitture cimiteriali. Di
invece, a soli simboli, fra i quali p:v d-mina la croce.
solito occorre sulle lapidi, mentre sulle sculture si trova
Questa importanza, questo culto generale della croce confinata nella parte ornamentale*.
presso i fedeli, ci obbliga a stabilire in primo luogo la Notiamo infine che la parola sigmtin per indicare la croce
parte che essa aveva nell'arte funeraria. trionfale di Cristo e d'uso generale nell'epigrafia. Basti ripor-
tare tre iscrizioni dei cimiteri di S. Ippolito, dì S. Ciriaca fl e
A) La e e sugli epitaji. dì S. Agnese :
Nelle catacombe la croce si affaccia di buon'oi
1) PETRO ET MARCELLINO IN S1GNO DOMINI £
nella pittura, ma nell'epigrafia che di natura si VIVI SI VI FECERVM (fecerunt)
di semplici segni. Come tale essa comincia ad apparire
verso la metà del secolo ri, sia incisa sulle lapidi, sia graf- 2) SIGNV £
fila nella calce, ovvero dipinta sulle tegole che chiudono CELIX ■ ET CEREALIS ■ PATRI - BENEM •
i loculi. È della forma così detta greca, ossìa a braccia QV| ■ VIX1T ■ ANNIS ■ LXXV ■ M ■ Vili ■ D ■ V
uguali, oppure latina, cine eoll'asta verticale più lunga. Il DORMIT IN PACEM
più interessante esempio dell;i si conda forma è quello inciso 3) ASELLVS ET LEA PRISCO PATRI RENEMERENTi IN
nella lastra marmorea, tuttora a posto, di un loculo in una PACE H QVI BIXIT ANNIS LXIII1 MENSIBVS ■ III
galleria di S. Dominila, scavata nella prima metà incirca del (palma) IN SIGNO £ (palma) DIES ■ N ■ XII
secolo ni. Ne ho pubblicato una copia fotografica in un mio
studio che ha per titol delle cata- Segue il giorno della deposizione: V ■ K - OCT, e la data
combe *. La lastra coni , oltre una foglia ornamentale, il che rende più preziosa l'iscrizione: BASSO ET ABLAVIO
nome BIKTIDPIA, serto tt" ima palma, simbolo notissimo CONSS, cioè l'anno 331 '".
della vittoria, e accante eretta la croce latina. Il gruppo Più esplicita è ancora l'iscrizione: . . . [GnyJORIO ET
Idi codesti eimboli col p : Vittoria si potrebbe pertanto ri- SABBATIH IN PACE £ SIGNV CRISTI, graffita nella calce
' Ep. ad 8*ym., i, r. 1 ' Loc. ci.., UT. VII, i-4 1 fifi. 9-
' Carm., .q, 654,655; «
d'un loculo a pochi passi dalla ■ cripta dille botticelle » libensmea sisma, lucesse est, in quihuscffigicscrucisaut gem-
nel cimitero di Priscilla ; ivi la croce è espressamente rile- mata rcfulget. Aut longis solidi) ex auro praefertur in hastìs.
vata dall'asta trasversale (fig. sol). Ben a ragione quindi Hoc signo inviclus transmissis Alpibus ultor Servitium soivit
s. Agostino domanda : « Postremo quid est, quod omnes miserabile Constantinus. Cimi te pestifera premerci Maxen-
noverunt, Signum Christi, nisi crux Christi?» ' tius aula, I.ugebas longo dampnatos carcere centum. Ut scis
ipsa, patres »' ecc. E chiaro che Prudenzio parla sotto l'in-
B) La croce stille sculture. flusso del labaro, che era pure d'oro, per rappresentare la
La croce semplice si vede, sulle sculture, in mano al croce luminosa, come la vide Costantino. Infissa < longis in
Signore, stante sulla montagna eoi quattro fiumi, dalla hastis ■■, essa diventò la croce processionale; questa sì trova
quale salirà .'1 cielo. Sui san-olagi lYamnicntarii di Arles, soliamo sul taxi.' -.ir.-' t:!"i. .'i S. Ambrogio a Milano.
di S. Sebastiano e lateranense 106, su quello intatto di Probo La croce a forma di Tati divenne importante per la sua
e su uno di Arles, di cui ho rinvenuto uri pezzo notevole somiglianza, anzi identità, eoi Insto dei trofei; ambedue erano
in un giardino di Servatine, il divino ■» Signifer « impugna la di legno ed avevano la stessa forma. Onde l'importanza della
croce colla destra, tenendo nella sinistra ut» rotolo, quasi croce-Tau, la quale contiene già in sé una allusione alla vit-
sempre mezzo aperto; egli impartisce gli ultimi insegnamenti toria. È di nuovo Tertulliano che lo rileva, seguendo s. Giu-
agli apostoli tutti, o ad alcuni (taw. XX, 3 e 4; XXXV, 1; stino5, filosofo e martire; egli vede prefigurata la croce sopra
XXXVI, 4). Sui sarcofago di Apt e su uno di Avignone, tutto nei trofei e negli stendardi: Sed et Victorias 1, dice ai
( '■■ I-i'! iflj!- gentili, n adoratis, nini in tropaeis cruces sint, intestina tro-
gesto oratorio (tav. XXXVII, 1, 4 e 5); su! primo sono effi- paeorum... Sipara illa vexillorum et cantabrorum stolae cru-
giati, oltre gli evangelisti, s. Sisto li e s. Ippolito; sull'altro
i due principi degli apostoli. Quivi Cristo non sta ancora alquanto militare del simbolismo della croce,
sul monte, ma è in procinto di salini, avendovi posto il piede inaugurato col passo su riferito di s. Ignazio, non scomparve
sinistro. La defunta, velata, gii si è inginocchiata accanto e più dalla letteratura ecclesiastica; anzi fu coltivato con un
protende, supplichevole, le mani. Più spesso vediamo due
defunti, marito e moglie, in ginocchio ai piedi di Cristo con
la croce (tav. XX, 3; XXXVII, 4). Il primo di questi
sarcofago da me rico-
struito su pochi fram-
di S. Sebastiano; quan-
do lo pubblicai, del
monte coi due definiti
esisteva solo un misero
pezzo colla mano della
donna e con due fiumi;
hanno restituito la metà sinistra del gruppo, confermando amore sempre eresiente, fino all'inno tinto di sangue: Vexilla
in sostanza la giustezza della rio istruzioni-; la diamo sepa- Ri'VÌs prndeual di Venanzio Fortunato. Sui monumer
ratamente a fig. 202, trofeo acquistò un grande influsso. La sua rappresentazione
Nelle sculture romane la croce è di solito gemmata, in era cosi familiare all'arte classica, che passò facilmente anche
quelle della Gallia quasi sempre semplice. Del resto, l'una in quella funeraria, l.'n bellissimo campione ci è offerto da :
e l'altra dobbiamo figurarcela d'oro, conforme alla descri- monumento dei tempi incirca di Tertulliano: una buona metà
zione di Prudenzio. Rivolgendo la parola alla 1 Regina ■', del coperchio che era murato al disopra dell'ingresso della di-
personificazione di Roma, il poeta la esorl strutta villa Ludovisi e che, dopo varie vicende, lini nel Mu-
buon grado il segno salutare della croce: « Agnc seo germanico di Magnu/a j /«,'. 2f»j): il fusto che presenta la
1 Tinti, in M~.,
§ 1. - Rimirrczit
in piedi. Un pivclo particolari- dà al rilievo la clamide piamo già che la croce è inseparabile dalla ri
pendente dalla traversa dello stipite e munita della fibbia Signore. Ad essa toccò difatti la parte principale della compo-
rotonda per essere fermata sulla spalla destra. Non si potrebbe sizione: l'autore la rappresentò, naturalmente, senza il corpo
desiderare ima illusi razione più perfetta del passo allegato di di Gesù, già deposto nel sepolcro, alla cui custodia alludono i
Tertulliano, che nello stipite del rpónaior vede la croce, e due militi armati di lancia e scudo; nel luogo de! titolo dettato
nel drappo attaccatovi, il vestimento della croce, prefigurato dal preside: IESVS NAZARENVS REX IVDAEORVM, che
dal drappo dello stendardo. avrebbe richiesto troppo spazio, pose il monogramma cosi
Possiamo pertanto riconoscere nel trofeo il prototipo di detto Costantiniano f, abbreviazione del nome Xp«rt6s, a
quella croce a forma di Tau, che è rappresentata su due scul- Roma in uso sin dalla fine del secolo li, e lo cerchiò d'ai-
ture, l'una romana, l'altra gallica. La prima è un frammento loro, per esprimere la vittoria riportata dal Cristo risorto,
proveniente dal centro della fronte d'un sarcofago riprodotto,
colla mia ricostruzione, a tao. XVIII, 3- La scultura è prege- Ecco la composizione. Non si può parlare neanche di una
volissima, perchè — esempio unico finora— presenta una imi- scena; è un semplice gruppo, ma ii gruppo che per la pro-
tazione della vera croce, della croce di legno, non di metallo. fondila del pensiero e addirittura isuperabilc.Perunacom-
Dalla traversa pende il manto, artisticamente drappeggiato.
Sulla cima posa la fai ice, come espressione dell'articolo: « rc- ;iali furono designati ed imposti dal
surrectio carnis del synibolurii apostolicuiri. La fenice è acco-
stata da due colombe che simboleggiano le anime beate. Da iella
ambedue i lati si appressavano i » testimoni della risurre- ctlcsia;
zione », gli apostoli, recando le loro corone, soggetto assai fre- corrente di tutto ciò che riguarda il simr
quente, anche nell'arte monumentale, dove fin dal secolo tv carattere militare del gruppo è più che i
compaiono spesso martiri con corone in mano. Basti ricor- presenza dei due custode! del santo sepolcr
dare gli apostoli eseguiti in musaico nel battistero di S. Gio- i protectores [ómunrurratì, alla cui guardiaa affidato il la-
vanni a Napoli. «Eccetuitcstes uteri tibi praemia portant », baro, lo stendardo vittorioso di Costantino!.
dice Sisto ITI di quelli che sul musaico della parete d'in- I soldati sono due. Questo numero, che a prima vista
gresso a S. Maria Maggiore portavano le loro corone a! sembrerebbe dettato dalla simmetria, corrisponde alla realtà.
divino Infante nelle braccia della sua madre santissima'. Nel vangelo apocrifo dianzi citato, documento prezioso per
Degli apostoli soltanto il primo, a destra, s'è in gran parte diversi particolari, leggiamo che nella notte precedente alla
salvato; ha barba e capelli folti (forse s. Andrea). A giudi- risurrezione vegliavano due soldati: ■ Notte aulem, qua inlu-
care dalla bontà del lavoro, la scultura sarà della prima metà cescebat dominitii, vi^ilaritilms niilitibus lihiif iti statione... » s
del secolo tv. L'autore dello stesso apocrifo dice che Pilato concesse ai
L'altro esempio della croce a forma di Tau l'offriva il Giudei, per la guardia del sepolcro, alcuni soldati agli ordini
sarcofago distrutto di Poiticrs {lov. CXXXXVIII, z): ivi i nome Petrattila '. Del resto il centurione
la fenice posava sola sulla traversa, mentre le colombe fian- re. Difatti s. Matteo parla del ■■■ centurio
cheggiavano in basso l'asta verticale, tenendo una corona nel ut custodientes lesimi ■'; e quando Giu-
becco. 1,'artista le ha separate per dar ìoro una maggiore seppe di Arii chiede il corpo di Gesù, Pilato si rivolge
grandezza e al tempo stesso per meglio riempire lo spazio al centurion< per sapere se è già morto.6
vuoto. Seguendo la scultura colla immagine del trofeo, ho I soldati vegliava a due per turno. Secondo il rego-
sostituito, nella lacuna del frammento lateranense, ai due lamento dovevano s piedi, per non lasciarsi cogliere
Germani vinti, due militi. Ma questo particolare non è sicuro;
può anche darsi che in origine vi fossero solamente le due piedi, appoggiati ai loro studi. Quando siedono, l'uno dorme,
lacinie prolungate del manto, come sul sarcofago del mono- l'altro veglia; mai si vedono tutti e due addormentati, chec-
X '■'■■ ■"'" ;! ' .." .!)■ e l'I"' ché ne dicano in contrario alcuni autori.
l'artista gallico, copiando il modello romano, abbia omesso Eccezionalmente su un sarcofago del Mosto di Marsiglia
le lacinie, per far posto alle colotnbe prese dalla traversa i soldati sono sostituiti da due cervi che si dissetano, nota al-
della scultura prototipa. Certo è che i due militi non man- lusione al battesimo (tav. XVI, 3). Su quello di Valencia
cano quasi mai, quando la croce si presenta dominata da! ìl labaro e fiancheggiato da un cervo e da una pecora {ta-
monogramma di Cristo dentro una corona d'alloro. Qui en- vola CCXXXXÌ, 2) e su quello di Spalato da due apostoli,
triamo proprio nel campo dei immunii-iui della ri l'uno barbato, l'altro imberbe, forse Pietro e Giovanni
III ;:
Capo IV. - Scene della R di Nostro Signore
(tav. CCXXXVIU, i). Però la scultura di Spalati versa. Al loro posto svolazzano, eccezionalmente, le tenie
zione anche per il posto clic occupa; il gruppo n n lì.■mina. della corona.
come sempre, nel centro della fronte, ma è confinato in una Da un sarcofago simile dovrebbe provenire un frammento
deile testale. inedito, che e murato nel cortile del Museo Torlonia alla
Le tavole del Carnicci e del Le Blant contengono insieme l.nr!..;.'.; 1 .A J /.■'/.■ ■: ■ ■
undici esempi della Amislasis ', come suol chiamarsi general- munita d'un puntello, e sopra le teste erano sospese le corone.
mente il gruppo, tutti intieri e da noi riprodotti. Quelli ag- Un particolare nuovo é i! fi.scio di volumi posto ai piedi
giunti da noi sono più che altrettanti, fra cui due Ìntegri, degli apostoli, che apparirà ancora una volta su un meschino
e uno manchevole di poco. frammento di Arlcs (tao. cit., /).
In tutte queste rappresentazioni regna una grande varietà 2. S'intende che la composi/ione dei dodici apostoli accla-
che ci permette di distinguerne quattro classi, secondo che manti si deve all'arte romana, onde passò in quella provinciale.
il gruppo appare in mezzo al collegio apostolico intiero, o Un esempio in sostanza assai fieno conservato possiede la
fra quattro apostoli e quattro scene, o, con esclusione degli cattedrale di Palermo (tav, CCXXXIX, 2). Ivi non solo
apostoli, fra quattro scene, o isolato. brillano dodici stelle nel cielo, ma si scorge anche la mano
Questa divisione è spontanea, naturale. Era anzitutto con le cor one sospese al disopra deg! toli. Sulla
necessario mettere in prima linea gli apostoli, come i testi- a della cr oce posano Io due colombi; che lice :> le
moni più autorevoli della risurrezione del Signore: ■■ Hunc dell'allor. ,. 11 monogramma denti.
disse Pietro nel suo discorso della Pentecoste, « stans cum ■! ledei selle per
undeeim ■>". Siccome però il gruppo della Anastasis fiancheg-
giato dagli apostoli riempie la Ironie intiera, su alcuni sar- Che si tratti d'ima copia esatta della composizione romana,
cofagi, per guadagnare spazio, il numero degli apostoli venne se non addirittura d'un esemplare importato da Roma, lo
ridotto od essi sparirono del tutto, dando luogo a scene del prova un bellissimo frammento che dai magazzini del Vati-
ciclo consueto; finalmente, chi volle diminuire le spese del cano passò al Museo lateranense (n. 169-B) '. È un pezzo
sarcofago, si accontentò della fola Anastasis. notevole della metà sinistra d'un sarcofago, contenente i
quattro primi apostoli, quasi identici, 'inde fu facile colmare
3. - L'bANASTASIS» FRA ] DODICI APOSTOLI.
la lacuna. I quattro apostoli sono pressoché integri, tranne i
1. Un sarcofago integro e inedito esiste tuttora in siili piedi di tutti, la testa dell'ultimo e la mano destra del primo,
nel piccolo camposanto presso la basilica di S. Sebastiano distrutti. Il lavoro è eseguito con gran cura; le (due] corone
sulla vìa Appia (tav. CCXXXVIU, 7). Gli apostoli accla- intiere mostrano la gemma frontale. Per facilitare il confronto,
mano colla destra alzata il monogramma rinchiuso dentro abbiamo riunito in una tavola il frammento ricostruito ed il
la corona d'alloro lemniscata, stringendo, i più, nella sinistra sarcofago dì Palermo (tav. CCXXXIX, r).
abbassata un volume, avvolto 1. sl mispiegato. Per tutelare le 3. Un terzo esemplare dello stesso tipo si trova nel Museo
dita, lo scultore, secondo un uso comune, dette a ciascuna di Arles (tav. XI, 4). A parte il monogramma e la metà sini-
destra un puntello fra l'indice e il pollice. Questo provvedi- stra della traversa della croce, distrutti al tempo della Rivo-
mento produce un effetto strano su chi non ha pratica delle luzione, il resto è d'una conservazione discreta. Una piccola
sculture antiche. Ma più strana è ancora l'interpretazione da- variante ci è offerta nel numero maggiore delle stelle che in
tane da un archeologo il quale ci vide ■■■ la corona propria origine erano venti e si alternavano fra una e due. La prima e
degli apostoli ■, da distinguersi ila lincila tenuta sospesa dalla l'ultima sono distrutte.
mano divina \ Al disopra delle teste pende la corona che su Un piccolo frammento che estrassi da un sarcofago del
altri sarcofagi sporge dal cielo, indicato da stelle, A giudicare Museo di Arlcs, contiene la metà superiore del quinto apo-
dalla stella visibile fra il quarto e quinto apostolo, anche l'ar- stolo, presso la cui testa imberbe raggiano due stelle, una
tista del sarcofago nostro volle rappresentare un cielo stellato, conservata soltanto a metà (tav. CCXXXVIU, 2).
ma non lo esegui, avendo scelto un fondo grezzo, poco adatto 4. Su! sarcofago di Manosque la serie delle Stelle è di
per oggetti minuti, come le stelle. Quale riscontro di s. Pie- nuovo semplice; ma l'artista vi aggiunse la luna crescente
tro figura un apostolo con ricchi capelli sulla fronte, forse e il sole radiante, come se il monogramma fosse anch'esso
9. Andrea. Cosi anche su tutte le altre sculture, ad ecce- un astro. Ciò fa rammentare le parole d! Cristo: ■■ Kgo suir
zione di quattro che tratteremo più oltre (to ;-. XVIII, 5, stella splendida et matutina »''. Le corone mancano, cor
CCXXXVIU, 6; CCXXXX, 2 e 3). L'apostolo dietro An- su quattro altri monumenti di cui parleremo appi esso. Il s;
drea sarà Giovanni. I due militi sono seduti; quello a sinistra cofago serve di antipendio ad un aliare della chiesa di Ma-
veglia, l'altro donne. Mancano le solite colombe sulla tra- nosque; nel decimosettimo secolo conservava ancora tracce
d'oro '. La croce e il monogramma, sfregiati durante la Ri- Marie, venute videre scpulcrum ; l'una s'inchina verso il
voluzione, furono rifatti, esempio piuttosto eccezionale per la Signore, l'altra s'è gettata in ginocchio per adorarlo'. Nel
Francia, dove l'uso dì » restaurare e di ritoccare sculture an- fondo emerge il santo Sepolcro, della consueta forma d'un
tiche, s'è limitato di solito ai gessi {tav. CLXXKX.ll, 6). edilìzio rotondo a cupola.
5. Il sarcofago lateranense 169 A e intiero, inquantochc L'altra novità consiste nel portico eretto dietro gli apo-
non vi manca nessuna figura; ma pessima ne è la conserva- stoli: otto colonne sorreggenti archi e, negli interstizi, due-
zione, essendo ststo esposto per secoli, nella (sparita) villa colombe col ramoscello d'ulive mal (.'(.piatii, due corone lem-
Ludovisi, a tutte le intemperie, prima che il prìncipe Ugo limi di frutta, due dritti e due
Ludovisi ne facesse un generoso dono a Leone XIII per
il Museo {tav. CCXXXVIII, 6). Le teste dei due soldati quelli che inco già sulle porte d'ingresso
sono distrutte, al pari della destra di tutti gli apostoli e del nella Terra promessa; d'un significato chiaro, né
gruppo dcW'Ana- hanno bisogno di
spiegati.
Simile porti-
cato con i dodici
apostoli, disposti
nicchia, ri-
come fanno i pastori che sorvegliami il gregge, poggiati al ba- lerazione, e due barbati portano, nel modo
stone, Ciò min ostanti- l'autore dilla prima pubblicazione del suindicato,corone (taf.cit.,5)''. Su un terzo sarcofago Cristo
frammento' parla di ■ soldati addormentati , seguendo l'au- dottore sta nella nicchia centrale, Pietro colla croce in quella
tore della pubblicazione ufficiale dei sarcofagi latcranensi, a destra, e Paolo col libro in quella di cootro (te», cit., g)T.
che parla anch'esso di ■ soldati dormienti ■■, laddove se l'uno Ma questi sarcofagi sono posteriori almeno di un secolo a
dorme, l'altro, invece, veglia, guardando in su verso il mono- quelli di Roma.
Di una copia gallica si trovò di recente un fram- 4.- L'u Anastasis» fra quattro apostoli e quattro scene.
mento nel restaurare la scala d'una casa campestre della Su cinque sarcofagi gallici il numero degli apostoli, ac-
clamanti il monogramma di Cristo, si vede ridotto a quattro
mons. Chaìllan, alla cui gentilezza debho anche la fotografia (te»». XVI, 3; CXI, 2 e 3; CXXIII, 1; CCXXXX, 1), cioè
(te». CCXXXVIII, .5). La scultura, quantunque logora, fa ai prìncipi degli apostoli (Pietro a sinistra, Paolo a destra)
vedere che l'artista ha bene imitato il modello romano. e a due indeterminati. Quattro di questi sarcofagi sono fram-
Il Peiresc menziona, un po' vagamente, un sarcofago che mentari. Uno, inedito, l'ho ricostruito con i pezzi depositati
offriva la composizione romana con alcune varianti: "Alia nel Museo di Arles (tav. CXXIII, 1). Delle scene che fian-
(arca) in qua XIII figurai- sub arboribus ci signum salutare cheggiavano l'Anaitatii, una sola è. rimasta in parte; il cen-
intcr duas oves et duas palmas arhores ■ '. Un frammento, turione di Capharnaum davanti al Signore. Le altre furono
che estrassi da un sarcofago del Museo ili Arles, è forse un supplite secondo 10 noi unenti omogenei delle officine di Arles.
avanzo di quello menzionati! dal Pciivsc. [isso mostra, fra Sul sarcofago del Museo di Marsiglia, intiero, sebbene
due tronchi d'alberi, un apostolo acefalo con parte della sfregiato (te». XVI, j), le quattro nicchie presso gli apo-
corona sulle mani velate dal pallio, come gli apostoli sul pre- stoli acclamanti sono, molto opportunamente, occupate da
zioso frammento con la croce a forma dì Tati (ter. XVIII, i scene che si riferiscono ai due principi degli apostoli: a
e 3). Per la restituzione dei cervi, m'attenni al sarcofago destra l'annunzio della negazione e una cattura di Pietro,
del Museo di Marsiglia, che è integro (toc. XVI, 3). Può poco precisa, intimata all'apostolo da un soldato di polizia,
darsi però ohe il Peiresc abbia veduto realmente due pecore. ■napija>ópos; di contro, l'arresto e la decollazione di Paolo.
Apostoli recanti la corona sulle mani velate s'incon- Mentre questa si eseguisce nel modo consueto, l'arresto è
trano in alcuni sarcofagi ravennati di conservazione perfetta. del tutto differente. ■> La scène », scrive in proposito E. Le
La scena frontale di uno di tali sarcofagi rappresenta il Blant, * nous montre l'apótre aux mains d'un homme non
Signore che, seduto in trono, consegna a s. Paolo un libro caracterisé par son costume et qui lui a passe une corde au
che questi riceve sulle mani velate (te». CCLIII.4)1. Assi- cou "*, Qui stiamo ancora sotto l'incertezza nel servirsi del
stono tre apostoli giovani e imberbi, due in atto di accla- costume per l'identificazione dei personaggi. Dalla tunica di-
mare, i! terzo con la destra protesa e la sinistra sul petto scinta e dalla penula l'uomo e caratterizzato come ebreo che
conformata al gesto di parlare, gusto oon più capito dall'ar- nell'arte cristiana veste l'abito del popolo; per arrestare
tista. Giovani ed imberbi sono anche i quattro apostoli dei il Santo, si serve d'un orario contali li Ulto, non d'una corda.
due fianchi, recanti corone solle mani velate (te», cit., I e 2), come afferma anche il Carnicci La giovane donna poi,
Qualche tempo prima fu rappresentata a Ravenna due volte la che appare nel fondo, ha la testi scoperta; perciò non può
scena, prettamente romana, iti cui il Signore consegna la Legge lappEcscntarc una donna marit. a, cioè Plautilla, come
al principe degli apostoli '. Qui Pietro è eseluso; in vece sua, opina il Le Blant con alt da lui itati "
riceve la Legge Paolo. È chiaro che codesta scena mira a sop- gine, senza dubbio Tech ita designa la cattura del-
piantare quella romana. Cosi cominciò a manifestarsi la me- l'apos iella 1 in leomtan da Thamyris,
galomania degli arcivescovi di Ravenna, che più tardi arrivò e alla .. eli lei. estoTamiri.a tenore delle
al colmo, quando l'arcivescovo Mauro (f 671) ebbe la sfron- et Thecloe, •■■ comprehendit
tatezza di chiedere il sacro pallio, vale a dire una insegna praesidem . (■ et cum com-
meramente sacra, all'imperatore, e ad esortare i suoi suc- rahebat ad praesidem ■ —
cessori alla medesima prassi"1. Ttrahebat ad praesidem»)".
In un secondo esempio della stessa scena, a s. Paolo corri- agì, di Nimes e di Arles, si
sponde s. Pietro colla eroe, in ispalla e una chiave nel seno >pia del primo, fatta dal-
del pallio; due apostoli imberbi alzano la destra in atto dì l.e scene (andando da sini-
stra a destra) sono: l'annunzi» della negazione, la guarigione Finalmente nelle rappresentazioni di un sarcofago (to-
del cieco, la giunzione del paralitico e la consegna delle vola CXXXXVI, -■), le cui disitela membra hoconstatatc nei
chiavi a s. Pietr». I.c stessi seme erano sul sarcofago di Arles, Musei di Avignone e di Arles, in una cappella moderna e
nella chiesa di S. Onorato aux Aliseamps -, oggi Notre-
Il quinto sarcofago, già citat" dianzi. Cu da me ricostruii» Danu-dc-Gracc, primeggia s. l'ietro nelle scene dell'annunzio
con tre frammenti che per la loro bellezza attirarono la mia della negazione, dell'ultima cattura e della consegna delie
attenzione nel Museo di Vienne. Essi appartengono ad un sar- chiavi, mentre di s. Paolo non è rappresentata che una cat-
cofago a colonne; E. Le Blaul ti piibblien. mine » troia frag- tura, secondo ogni verisiniiglianza, l'ultima.
ments de mème travail -, su una medesima tavola, ma in Di questi quattordici sarcofagi uno solo è inedito. Esso
grandezza differente, quello dell'angolo perfino in iscorcio, è molto malandato avendo sotìerto II fuoco, probabilmente
onde mostrare l'ornato a squame della testata attigua'. Non per essere ridotto a calce. Se ne trovò dapprima, negli scavi
si accorse pertanto elie i frammenti sono ■ d'un nn'me sarco- praticati nel piccolo camposanto presso S. Sebastiano, la
phage ». Essi contengono: t" la scena quasi completa della base eon un po' dei piedi di tutti i personaggi delle cinque
seconda nicchia, cioè la Cananea ai piedi del Signore, presa rappresentazioni (fig. 199). Nella prima nicchia riconobbi la
dal Le Blant per ■■ l'ilémorroissc ■ ; 2" gran parte dei soggetti decapitazione di s. Paolo, nelle seguenti l'ultima cattura di
delle tre ultime nicchie, cioè dei due apostoli acclamanti, del s. Pietro, i soldati della Attastam e la comparizione del Si-
centurione di Capharnaiim e del In Sani aritmia al pozzo. Cosic- gnore davanti a Pilato. Trattandosi di scene tipiche, potei
ché per la ricostruzione della fronte manca soltanto il sog- colmare le lacune, in sostanza, con ogni sicurezza. Gli ulte-
getto della prima nicchia, sapendo noi che quella centrale era riori scavi restituirono altri frammenti che confermano la
occupata dalla Anuslasù. Come soggetto della prima nic- giuste/za ili Ila ricostruzione.
chia si scelse, per la vicinanza della Cananea, una delle In queste indagini mi tu utilissima la copia di un sar-
scene più ovvie della vita di Pietro: l'annunzio della nega- cofago, dovuta all'organista Rulman e pubblicata dal Le
zione (iav. CCXXXX, i)!. Altrettanto bene potrebbe figu- Blant1. Noi diamo la fotografìa dell'originale {fig, 200). Quan-
rarvi la consegna delle chiavi. tunque « grossièrement dessinée , issa ci insegna che un
sarcofago identico a quello di S. Sebastiano esisteva a Ni-
- L'hAnastasis» fra quattro scene, mes. Negli interstizi dell'arco centrale si distinguono i busti
classe comprende 14 sarcofagi, sui quali IVAna- delle personificazioni del Sole e della Luna, segno che la Co-
è fiancheggiata da apostoli. a quattro scene di rona del monogramma era tenuta in becco da un'aquila '.
si (tow. XVI, 1 e 2; CXXXV1I, 8; Sospettai allora che un avanzo di scultura con tale rappresen-
CXXXXV,i;CXXXXVI,xt3;CCXVU,7,tfigg.Wsg.), tazione, da parecchi anni murato nel Museo di S. Sebastiano,
le due ultime nicchie mostrai!" la scena clic nell'arte funeraria appartenesse appunto al nostro sarcofago E non mi sono
suol precedere la crocifissione, cioè la comparsa del Signore ingannato. Fatta staccare la scultura dal muro5, m'avvidi
davanti a Pilato; nelle due prime nicchie vediamo di prefe- che l'avanzo combina perfettamente con le dimensioni della
renza scene della vita dei principi degli apostoli, cioè la deca- nicchia, colla qualità del marmo, che ha sofferto anch'esso il
pitazione di Paolo e l'ultima cattura di Pietro, 0 Pietro in fuoco, e col lavoro. Cosicché il soggetto della nicchia centrale
cammino verso il luogo del martirio. Per motivi artistici, due del sarcofago è in gran parte ricuperato. Dei due custodì,
volte al preside seduto corrisponde l'ietr» seduto nella lavanda quello a destra dorme, l'altro veglia, lo sguardo fisso sul
dei piedi (top, XVI, 1 e 2). Per la stessa ragione, su tre altri monogramma (distrutto) e colle mani intrecciate sopra un
sarcofagi a Dio Padre, del pari seduto, nell'offerta di Caino ginocchio, in atto di tristezza, come se volesse esprimere il
e di Abele, è contrapposto Giobbe, pure seduto, che, pre- suo dolore per la grande ingiustizia della crocifissione.
sente uno degli amici, riceve una ciambella dalla moglie Su alcuni sarcofagi vedemmo il monogramma fiancheg-
(iav. CXXXXII, 1-3). Anche in questi casi ritornano le scene giato da stelle, alle quali l'artista del sarcofago di Manosque
dei principi degli apostoli; due sole volte Paolo è omesso: su aggiunse la luna crescente e il sole cìnto dì raggi. Lo scopo
n sarcofago di S Massimi 110, di conservazione perfetta, dove di questi particolari è manifesto; si volle rappresentare il fir-
I centurione di Capharnaum e alla guarigione del cieco mamento, e sopratutto ciò che il Salmista esprime con pa-
orrispondono l'annunzio della negazione e la Cananea role: «Laudate eum (scil. Dominum) sol et luna; laudate
((ira. CXXXXV, 7), e su un sarcofago distrutto di Soissons, eum omnes stellae et lumen 1,;.
dove, nelle nicchie angolari, il battesimo di Gesù fa riscontro Che questa sia stata l'intenzione dell'artista, lo prova il
a quello simbolico di Cornelio, e, nelle nicchie interne, la nostro sarcofago, dove i busti del Sole e della Luna accla-
Cananea corrisponde al centurione di Capharnaum (fig. 188). mano colla destra il monogramma dì Cristo, l'astro più splen-
328 Capo IV. - Scene della Hlsm e ili Nostro Signore
didodi tutti. Enirainlti lesiono tunica < manto svolazzante: et du monogrammi' du Christ, est d'une belle e
il Sole la clamide, la Luna la palla, con cui si vela il capo. malgrè un trou pcrcé dans le bas de la panie
L'artista dovette limitarsi ai dui' astri principali, come spesso fin de su vii- dt lavoir. TI a été reproduit en 1R83, p. 3, dans
i soli principi degli apostoli rappresentano il collegio aposto- une nativi-Ili- editiun des (Iratitk swii.-<™>s ile l'église de Lyon,
di- D. Meynis ■-. L'asserto della «belle conservation », ripe-
Mercè la scultura ricuperata di S. Sebastiano possiamo tuto anche in una pubblicazione tedesca3, risente abba-
correggere gli errori delle copie dei sarcofagi di Soissons e di stanza del patriottismo locale; poiché è fuor di dubbio che
Nimes (figg. iSS e 200, p.30oe 319). Viceversa questa ci aiuta dal gruppo della Attintici* In a bello studio scalpellato quanto
a integrare i soggetti degli interstizi angolari e intermedi, croce t il monogramma di
che nel nostro sarcofago Cristo. L'Anattaalcosi ag-
mancano, cine cofani pieni giustata non offendeva più
di frutta rovesciati e co- lo sguardo del "libre pen-
rone lemniscate, ne! noto scui i, e il sarcofago potè
significato simbolico. 11
copista del sarcofago di
Soissons fu in questi par-
ticolari inesattissimo; egli
cambiò le e
i canestri in
foglie d'ai
del Sole e
della Luna ìn due busti insignirli
Garrucci n il Le Blant seppero darne la giusta spiega-
CCXVII, 7)'.
- L'11 Anastasis
culla destri! (uni distrutta), liii-r stanta verticale, che è una marcia inoltre, che si adatti ad una rappresentazione
in cima dove, con motta probabilità, era fissala una funeraria. Ora nella storia di Costantino noi troviamo una
piccola traversa serre gei i-.r» stiAiglic di cucina, come fa aup- sola marcia che soddisfi a tali condizioni, quella cioè in cui
i, fi/In. c|uale allusione ai viveri. Tali l'imperatore ebbe- la visione della Croce, onde la formazione
figu re i cconono, in gran numero ed in ottimo stato, nelle del labaro spesso riprodotto, come vedemmo, nelle rapprc-
rappresentazioni del treno nei rilievi della col......i tra sentazioni della Anastasis. Tutto calcolato, sembra lecito
lana ' L'ultimo completare come visione di Costantino la parte mancante
soldato, visibile del nostro frammento [tav. al., ;;).
soltanto dall'orlo Per integrare in questo senso la scena distrutta, ci bastò
: della jsik' ungere al cen-
turione i due pro-
delia scul-
.„.,V™-t,i.
Capo IV. - Scrrir tirila Hisurreziom di Nostro Signore
sembra essersi accorto dello spettacolo straordinario. Pos- incapacità di rappresentarla, dipinse nella cappella degli Scro-
siamo, dunque, nell'atteggiamento del cavallo, vedere una vegni l'apparizione di Gesii risono alla Maddalena, accanto
Conferma della nostra ricostruzione del frammento. al santo sepolcro vuoto, con due angeli seduti su di esso
Naturai in ente hi scena non linn a oill'impcratore, il quale e cinque guardie immerse nel sonno. Cristo impugna colla
era di certo contornato ibi suoi soldati. Per integrare questa sinistra una bandiera, il cui drappo crocesegnato porta la
parte, ci siamo valsi dcll'aianzo di una scultura che già da scritta: vic|tor — morìtis, trasformazione manifesta della
altri fu riconosciuta provenire appunto da una scena della croce sormontata dal mori01;ramina ili Cristo intra la corona
visione di Costantino {fìg. 208) '. La spiegazione di questo d'alloro '. Così Giotto suppose già accaduta la risurrezione,
frammento, molto mal ridotto, pure a mio avviso, non può appunto come la supposero anche gli artisti antichi, limi-
essere dubbia, a chi consideri l'ut te™! amento del soldato tandosi a delle apparizioni del Signore risorto, anzitutto a
che mostra in alto, ed anche le ligure degli altri soldati: quelle che avvennero alle pie donne. Ne parleremo perciò
i loro gesti ricordano in primo luogo.
quelli degli apostoli nel
.-,■ r. - Apparizione alle pie donne.
momento della ascen-
sione di nostro Signo- 1. Secondo il racconto di s.Matteo, riportato di sopra,
re-'. Il soldato accanto « Maria Maddalena e l'altra Maria, venute per vedere il
a quello che indica, sepolcro », « appresero dalla bocca dell'angelo la risurre-
zione del Signore »'. Questo avvenimento è rappresentato
all'altera del petto in sopra la fronte del sarcofago della chiesa di S. Celso a Mi-
vi lano (tav. CCXXXXIII, 6) \ L'autore della composizione
'^^jM-^m sigmfi-r che sta avanti, si
>t~ ijè
. . si e espresso chiaramente, sebbene con grande libertà: l'an-
volta spaventato; anche gelo non siede dentro il sepolcro, ma apparisce fuori e
in alto, a metà velato da nuvole, e mostra coll'indìce i
è miglio conservata, re- « linteamina ■ giacenti sulla soglia del monumento; delie-
^M^~. -■-"•■' trocede per patirà, po- donne l'una ascolta l'angelo, l'altra guarda i ■ linteamina ■ '.
e'
nendogli, con lo sguardo Il gruppo e bello, e si distingue vantaggiosamente dalle
in alto, istintivamente la ni ano sulla spalla, come per trarlo rappresentazioni che riempiono la parte sinis
a sé. Lo sguardo che pure nel portainsegna era diretto in Il secondo atto del racconto evangelici , l'appar
alto, come si deduce dalla r vi.sii della testa danneggiata, ci del Signore alle due Marie, si vedeva si
ia, indovinare il motivo del loro stupore; è la sparito o distrutto, che abbiamo illustrato di sopra {/>. 33$)',
visione celeste di Costantino Non abbiamo perciò avuto dif- Confinata com'è nel fondo della Anastasis, la scena ha
ficoltà di servirci del frammento latcranense per completare proporzioni assai piccole. Essa è un po'pi il conforme al
la scena del frammento Chiaramonti. Quello apparteneva ad racconto dell'evangelista: quando le due Marie lasciarono
un sarcofago diviso in due zone da un listello ornato di il monumento, ■ eurrentcs nunciare discipulis eius » la risur-
viticci. La scena della visione riempi probabilmente solo la rezione del Signore, ecce [esus oteurrit il]ìs dieens: Havete.
metà di una zona. Di quella superiore si sono soltanto con- IUae autem accesserunt et tenuenint pedes eius, et adora-
servati tre piedi di figure; troppo poco per indovinare il verunt eum ■.' Cristo tende la destra abbassata verso le donne
resto. Per l'età, anche il secondo frammento sarà incirca con- in atto di saluto, ed esse stanno inginocchiate, entrambe
temporaneo ai rilievi dell'arco trionfale di Costantino, o di colla destra stesa, in atto di adorazione; nel fondo s'erge
poco posteriore. Bisogna, infine, concedere che la nostra il santo sepolcro, della solita forma d'un edifizio rotondo
ricostruzione non lascia nulla a desiderare; tutto sì svolge a cupola. A fig. 2og diamo la scena separata, correggendo
con grande spontaneità, niente è forzato. Ciò non di meno le inesattezze commesse dui copista del Bosio.
essa rimane ipotetica, non conoscendosi nessun esemplare 3. Sui sarcofagi Cesi e dì S. Celso il santo sepolcro si
completo della visione. La diamo perciò con ogni riserva. presenta solitario, mentre su quello di Scrvanne è fiancheg-
giato da due custodi armati {tav. XV, 2). Ivi
vedono sul davanti le donne in ginocchio e colla destra
§ II. - Apparizione del Signore risorto.
alzata, quindi in atto di adorare il Signore, il quale, con 1
Abbiamo visto elle la risurrezione del Signore è soggetto bel gesto della destra protesa ed aperta accompagna il si
to all'arte funeraria antica, [issa rimase ignota anche saluto: » Havete! ■ ' Ma le donne sono tre, non due, come n
ti del Medioevo, compreso Giotto. Questi, nella racconto di s. Matteo. Perchè questa aggiunta? La ter
donna è a dubbio Saldine, ricordata da s. Marco III dovi
racconta, come le tre pie donne ■ Maria Magdalcnc et La acena ornava uno dei fianchi d'un sarcofago ed era
Maria Iacobi ti Salumi , nudale per ungerò il corpo di Gesù, incorniciala da due cipressi, come la visitazione di S. Eli-
o e nell'interno un angelo che sabetta ', menzionata dianzi. Questo particolare è un indizio
: de] Signore'. La scultura che le sculture provengono dalla stessa officina. Per il
orlrc pertanto una compt net razione di questi due racconti tempo siamo al più tardi nella prima metà del secolo v.
evangelici. Cristo ha un sellini li <■ niiului ineisn, non ;i rilievo Itav. al., il'.
2. - Apparizione a
§ III. - Ascensione del Signore al cielo.
l. La scena che sul sarcofago di Servatine faceva seguito
a quella delle tre donne, rappresenta lappa ri/.ione del Si- i. Come chiusura del ciclo di scene cristologie!»', I
gnore agli apostoli, ora in gran parte distrutta. Era molto sta del sarcofago di Servanne rappresentò
chiara, di guisa che il ['cinse ne riconobbe il vero significato; Signore a! cielo. La scena è quasi intera»
» Christus | nell'originale ed è di una coni posizioni- cosi i
Signore stava nel mezzo
ed impartiva agli apostoli
gli ultimi insegnamenti.
Abbiamo, dunque, di-
nanzi a noi un soggetto
ben noto da altre sculture
che, tutte,
A destra dell'ultimi.
apostolo s'eleva, nella co-
pia di Beauméni, un al-
bero dal quale pende, appiccalo, (onda bifronte. In tal
modo è abilmente posta in rilievo la triste sorte del tradi-
tore accanto alla felicità degli apostoli rimasti fedeli al
divino Maestro. Questo tratto fa onore all'artista, come fa
onore all'artista del famoso avorio del Museo britannico
d'aver posto sotto i piedi di Giuda appiccato la borsa coi
danari del tradimento*.
2. Il sarcofago di S. Celso presenta ancora una scena
di cui si trova solo un altro esempio in tutta l'arte fune-
raria: l'apparizione del Signore a s. Tommaso. Racconta
s. Giovanni che quando Cesò apparve la prima volta agli
apostoli, Tommaso era assente, né volle poi credere al loro
racconto: "Nìsi videro in manibus eius lìxuram clavorum,
et mittani digirum meum in locum clavorum. et mìttam
manum meam in latus eius, non credimi . Perciò il Signore,
quando, otto giorni dopo, riapparvi- asili apostoli e Tommaso
era presente, lo ri in pio vero per la sua incredulità e «li ordino
di mettere il dito nelle sue cicatrici. L'artista scelse questo
momento: Cristo ha denudato la parte destra del petto e tiene
il braccio alzato per lasciar vedere la cicatrice, siila quale rese seppe precisarne con ssiaiuk esatti zza [inanelli' i partico-
ITommaso accosta l'indice. Assiste un apostolo imberbe, lari: « Ascensio in codimi, sublatus tsinien videtur Christus a
forse s. Giovanni, che, solo, racconta l'apparizione. Anche marni de coelo veniente, respicientibus discipulis et stratis »\
questa scena rivela, se non un buon artista, almeno un buon Pure Beauméni è abbastanza fedele: esili non ha né aggiunto
modello {tati. CCXXXXIII, 6). né omesso alcun personaggio Cinque apostoli, tre davanti
Il secondo esempio della incredulità di s. Tommaso, e due nel fondo, assistono stupiti al meraviglioso spettacolo:
su un frammento del Museo di Ravenna, fu pubblicato l'ultimo fa un passo indietro, come se avesse paura; il primo
ilabpu of earfy :h
iv. E
332 Capo IV. - Scene della Ri.-,.
s'è gettalo a terra e non usa al/art- li li t urlìi; quello dietro s'e- nella sua semplicità essa non offre che il Signore in atto di
levato in parte dal suolo e sta contemplando il (.{[viri Mar-Siro, salire per l'erta di un monte, alla cui sommità si vede un
al pari dei due nel fondo, che stando in piedi tendono le avanzo informe della mano celeste (lav. XXVII, a). Non
mani verso di lui, l'uno ladestra, l'altro la sinistra in cui stringe si pntrehhr immaginari- mia rappresentazione più prosaica
un rotolo chiuso, mentre Gesù, mandando loro un ultimo dello spettacolo grandiose) dell'ascensione al cielo, che nel
sguardo, ascendi al cielo, cioè sale su un monte la cui vetta secolo tv esìsteva già nell'arte monumentale. La suppongono,
tocca il cielo, donde sporge la mano di Dio Padre che, presolo come fu rilevato, alcuni sarcofagi con la consegna della Legge
per la destra, lo trac a se. Così l'artista espresse alla lettera a s. Pietro, sopratutto il latcranens:' 174 (fati. CXXI, 4,
l'articolo: ascendi! in nnìum del simbolo apostolico. Non gli p. 176)'. Il celebre rilievo in legno della porta di S. Sabina
nostrare il Signore che, levato in aria ne mostra già un compendio ': all'ascensione assistono ivi,
per propria virtù, va a raggiungere Dio Padre nel ciclo. oltre la Madonna, soltanto Pietro e Paolo quali rappresen-
Ma le varie attitudini dei:li apostoli rendono la scena molto tanti del Collegio apostolico, mentre nella composizione ori-
fanno un felice riscontro della preghiera ginaria figuravano certo tutti gli apostoli, come i testimoni
nell'orto di Getsemani effigiata nell'angolo sinistro. Come più autentici dell'avvenimento. Ne diamo a pagina prece-
si sa, il particolare dilla mano sporgente da nuvole era cono- dente una copia fotografica (fig. 210). Del resto la forma
sciuto anche all'arte pagana'. che la scena assunse nell'arte monumentale, male si adat-
2. D'una simile ascensione al cielo esiste un secondo tava alle fronti dei sarcofagi, essendone la metà superiore
esempio sopra un frammento d'un piccolo sarcofago del col Cristo troppo stretta per la larghezza della metà infe-
Museo di Clermont'. La scultura, che per molto tempo stette riore eoll'intiero collegio apostolico. Così se ne spiega l'as-
affìssa alla parete esterna della cattedrale, è assai rovinata; senza totale nella scultura funeraria.
CAPO V.
COME FURONO EFFIGIATI I DEFUNTI.
Nelle sculture funerarie primeggia fin da princìpio la gli artisti cristiani mìsero, naturalmente, a profitto. Onde
figura del defunto (0 defunta). Cosa naturale, essendo la sua dì necessità una certa somiglianza delle rappresentazioni cri-
salma deposta nel sarcofago decorato dì immagini sacre, le stiane con quelle pagane. La scena dell'insegnamento è.
quali, per conseguenza, debbono riferirsi in modo speciale
a lui. Spesso ci si è presentata l'occasione di mostrare come La nostra composizione è fra le più perfette. Gli artisti
furono effigiati i defunti. Ora riassumeremo tutte le varie dei due sarcofagi de! secolo 11 ci presentano la defunta non
forme, dandone una brevi illustrazione complessiva. solo come catecumena, ma anche come fidelis, effigiandola
in atto di preghiera accanto al Buon Pastore e a Pietro
Pastore, che si sono accollati la pecorella, simbolo dell'anima
| I. - Defunti come oranti.
della defunta, per portarla io paradiso.
Il ricco sarcofago della Salaria, che, risalendo alla metà È la prima volta che la defunta comparisce nella scult in
incirca del secolo li, è il più antico di tutti, servi forse di come orante. Non occorre più tornare sopra la spiegazioni
sepolcro ad una signora dell'aristocrazia romana. Le scul- data al suo accoppiamento col Buon Pastore da coloro che
ture mostrano la defunta nella scena più importante della riconobbero nell'orante la « sposa del Buon Pastore »
sua vita: la conversione dal paganesimo al cristianesimo. Chiesa -, spiegazione cara ai nostri predecessori, ma che oram ai
frutto dell'insegnamento impartitole da un dottore in abito può ritenersi antiquata. Come il Buon Pastore, cosi anc he
filosofico, che fa pensare a s. Giustino, filosofo e martire l'orante è la favorita dell'arte funeraria di tutti i tempi. Già
(to'. /, 1). nel mio Ciclo d'immagini erislubi^ù-hr detti la definizione della
La scena dell'insegnamento non e rimasta isolata; essa figura orante'; oggi, dopo quaranta anni di ulteriori ricerche,
ritorna, più o meno modificata, sol sarcofago gallico di Bri- non ho niente da aggiungervi ne da modificare, checché r
gnolles della fine del secolo II '. su quello di S. Maria antica dica in contrario qualche recente scienziato: le oranti rapprc
del princìpio del secolo ili, e su tre altri, romani, tutti preco- sentano le anime dei defunti supposte nella felicità e
li (toc*. /, 2 e 3; II, 1 e 3; IH. 4)- Come notammo, dove pregano per i superstiti, l'issi- esprimono quindi in im-
a appare anche su monumenti dell'arte classica, che magine ciò che i superstiti implorano nelle preghier
anche in molte iscrizioni. Dico ■ le anime supposte nella considerarsi come figura quasi complementare del Buon
felicità eterna , min ■• le anime nella felicità ■ senz'altro, il Pastore.
che si può dire solamente dei martiri. Volendo dare alte pre- In una delle sculture più tarde, sul sarcofago di Apro-
ghiere dei superstiti, agli auguri delle lapidi una forma mano Eidetico, che in origine fu destinato a ricevere h
plastica, gli artisti erano costretti a far vedere realizzato ciò salma d'una donna, la figura dell'orante femminile venne
che era « in votis -, giusti) come hi preghiera diretta al Buon cambiata in un orante maschile. Il cambiai ormo si ottenne con
Pastore, onde si degni portare l'anima de! defunto al para- poco: l'artista si contentò di scolpire il ritratto del defunto,
diso, trovò la sua repressioni- artistica nella figura del Buon lasciando intatti gli abiti da donna, il che produce sullo spet-
Pastore con la pecorella solle spalle; giusto anche come tatore un effetto assai strano, ibrido (tav. CLXXVM, z). Il
all'augurio: ■ cum sanctis ", " inter sanctus " e simile, cento caso del sarcofago di Viieìico getta luce sopra un frammento
volte inciso sulle lapidi, corrisponde l'immagine della orante del kaiser-Friedrich-Musei™, dove la defunta orante fra ì
collocata fra santi1. La forma condizionata di queste pre- principi degli apostoli fu parimente mutata in uomo ;: esso
ghiere, di questi voti basta poi per far comprendere che gli „it, r ! del fi
antichi cristiani cono-
scevano benissi.no 1
tendone
in compagni;
nell'arte funeraria, la Buon Pastore
ragione ne è sempli- ialc considera-
zione richiede un sar
non si augura ai tra- cofago rappezzato, :
passati il purgatorio, bensì la felicità eterna, cosi anche cinque scomp; sculture del dei
allora non si augurava ai defunti quello stato intermedio; due angoli fui dai campi intermedi, strigi];
per conseguenza non fu neppur espresso nell'arte. Ne rimangono ancora due, rappresentanti
L'armonia perfetta fra le preghiere recitate o scritte nelle sorveglia il gregge ed una orante a capo scoperto. Am-
epigrafi e le immagini delle sculture ci garantisce, dunque, bedue furono acquistate da un antico rettore dell'ospizio
che gli artisti, guidali da dottori ecclesiastici, hanno espresso teutonico di S. Maria dell'Anima, mons. J3nig, per ornarne
le credenze della Chiesa primitiva. una cappella da lui eretta nell'Agro Ve ratio. Essendo
La defunta, come catecumena presso il dottore e come murate all'esterno della cappella, quindi esposte alla rovina,
orante di contro al Buon Pastore, ritoma sul sarcofago San- il rettore attuale, mons, Hudal, giudiziosamente ordinò di
Severino (tav. II, 3). Su quello di S. Maria antica è omessa la staccarle e, a nome del Consiglio di amministrazione, ne
Catecumena, sul sareiifaL'In-ltn di Kaienna. l'orante (tav. 1, 2; fece generoso dono al Musco cristiano lateranensc.
II, 2). Su quest'ultimo assiste all'insegnamento, come in Per fortuna esiste del sarcofago intiero una copia di Cas-
altri casi, la madre per poter istruire la figliuola, ancor siano dal Pozzo nel castello reale ili Windsor ', che riprodu-
giovanissima, nelle poche verità che è capace di compren- ciamo afig. 211 secondo un;: !..t'arali a procurataci dalla nota
dere: essa è rappresentata con un uccello nelle mani. La cultrice dell'arte classica. Fugcnia Strimi:. Ila un confronto
madre ritorna ivi accanto una seconda volta, e cioè in sem- coi due pezzi originali risulta die, a parte la forma alquanto
biante di Pietas, colla destra alzata in atto di preghiera; essa negletta delle strigili, la copia è, per il tempo (secolo XV!)
prega, s'intende, per la defunta. Appresso sta il padre, abbastanza fedele. Ciò è molto importante per la terza scul-
Eito di pallio filosofico, col rotolo nella sinistra, e con la tura, che non esiste più. quella dell'angolo destro, dove era
destra in atto di parlare. Questa maniera di rappresentare s. Pietro pasti)re, culla capretta sulle spalle e col cane ai piedi,
^nitori superstiti si vede altresì nelle sculture riprodotte che lo guardava, come sul sarcofago del togato del Kaiser-
mw. //, /; ///, 4, e VII, 5. La Pietas da sola appare Friedrich -Museum (tav. CXXXXVII, 3}. Questo soggetto,
sul sarcofago dei giardini Boboli di Firenze e su uno del rarissimo, ci ha ricordato il rimprovero ironico mosso a
Museo di Arles (taw. IV, 1, e LXV, 4)-. li fa riscontro al s. Callisto da Tertulliano montanista: ■ in parabola ovis
pescatore, qui al Buon Pastore. eapras tuas quaeris -, cioè i fedeli caduti in peccati gravi;
L'esempio dato dai primi artisti, di riunire t'orante col che egli, nel suo rigore settario, escludeva dalla Chiesa;
Buon Pastore, fu imitato anche all'infuori della scena dell'in- ne trattammo a p. iy> segg. L'apostolo, con barba lunga,
segnamento dei catecumeni già molto prima dell'era della ha qualche somiglianza con quello del frammento lateranense
pace, e si ripete in seguito con tale costanza, che l'orante può (tav. LXXXIII, 4).
plcmcnto al calatoci affidile del Multo (/lir alttkrin. u. mhlrlattrrt. by:ant.
iMltffe. in «ré, ili arila
;:..( Crino v. filini: /inolio effigiati i defunti
L'altro pastori non offre niente di straordinario. Sappiamo palla. Ciò ricorda le oranti riprodotte a law. XIX, 6, e
già che, al pari del dottori inscenatile, i! pastore che sorveglia CXXXXIV, 1; LXX, 3: questa del iv, quelle del m secolo,
il gregge è spesso figura tipica del vescovo o del prete pre- tempo da assegnarsi anche al nostro sarcofago,
posto ad una chiesa. Siamo pastori, noi alni, che ad esem-
pio del Buon Pastore governiamo le chiese », dice di se § IL - Prevalenza delle oranti femminili.
stesso Clemente Alessandrino'. A seconda dello spazio disponibile, l'artista rappresenta
L'interesse speciale della terza scultura consiste nella l'orante o a mezzobusto, o, come ordinariamente, in figura
colonna ignea, che si drizza accanto all'orante, di contro intiera, ciò che, non occorre dirlo, non influisce in venia modo
ad una colomba. Codesta culmina fu da molti presa per sul significato della medesima. Predominano le oranti fem-
un'» ara col fuoco a , inconciliabile e minili. Sulle centocinquantotto tavole del primo volume dei
prettamente Cristian; l'orante. Ma si Sarco/agi l'orante maschile s'incontra otto volte '', mentre
cristiani l'ara non è cilindrica, sì bene rettangolare; essa delle femminili ne abbiamo noli meno di ottantadue ''. Non
per di più è spesso ornata di palerà e simpiilum. Per persua- può essere altrimenti. Invero sui sarcofagi preparali avanti
dersene, basta dare un'occhiata alle rappresentazioni del tempo si scolpiva di preferenza l'orante femminile, sempre
sacrifizio di Abramo1. Noi conosciamo la semplice colonna poi, senza eccezione veruna, su quelli della numerosa fami-
fiammante anzitutto dal Passaggio del Mar Rosso, che glia del parallelismo fra le scene di Cristo e del suo vica-
sulla scultura più antica (tav. CCIX, l) è identica a quella rio, Pietro. Di solito l'orante occupa ivi il centro della fronte,
della orante. Mercè poi il sarcofago del cimitero di Pretestato ed è collocata fra due santi. Un angolo, sia 11 destro che il
(tav. CC VII, 2), sconosciuto ai nostri predecessori, l'inter- sinistro, e riservato alla scena della risurrezione di Lazzaro, e
pretazione ne è manifesta: la colonna col fuoco allude alla la mummia, seguendo il sesso della defunta nel centro, ne è
Legge che la mano divina consegna a Mosé, caratterizzandola femminile, come si riconosce dall'acconciatura dei capelli.
per un fanale luminoso e prefigurante la Legge dì Cristo. La ragione principale del numero incomparabilmente
Perciò sul sarcofago di Tarragona (fig. ny) la mano spor- maggiore delle oranti femminili e. da attribuirsi al fatto che
gente dalle nuvole consegna a Pietro un volume in cui è i cristiani s'immaginavano l'anima, che di genere è femmi-
scritto il monogramma di Cristo, nile — anima, ■tyvxh — sotto la forma di una donna. Quindi
Sappiamo già che la Legge di Cristo, la « regola immobile è che negli Atti del martirio di s. Cecilia il commentariensc
della verità », viene comunicata uri battesimo, come dichiara Massimo, appena decapitati Valeriano e Tiburzio, « vidit
s. Ireneo ', e piò lardi io un ca'O particolare, cioè sulla famosa egredientes animas eorum de corporibus quasi virgines de
lucerna, è espresso nella iscrizione: DOMINVS LEGEM ■ DAT ■ thalamo » 7. Similmente negli Ada ss. Petti et Marcellìni
VALERIO ■ SEVERO; e come l'iscrizione termina col voto: « qui dccollavcrunt eos testificabantur se vidisse animas co-
EVTROPI VIVAS, cosi della nostra defunta si suppone che rum excuntes de torpore quasi virgines ornatas gemmis et
abbia otte nulo la felicità eterna, essendo stata guidata dai auro, splcndidissimis vestibus indutas atout- angclorum mani-
precetti della Legge del Signore durante la sua vita terrestre.È bus sublevatas'■ *. A questa descrizione corrispondono tutte
vero che la colonna ignifera sembra supporre l'esistenza delle le oranti sfarzosamente vestite e ornate di monili e collane,
immagini del Passaggio del Mar Rosso. Ma, data l'indole es- come, p. e,, in pittura, le cosi dette piagnone del e
senzialmente simbolica dell'arte antica, non è improbabile Trasonc '. Per la medesima ragione sulla lapide del loculo
che la colonna abbia già esistito come simbolo proprio e in- di Cesidio Faustino è graffila una orante velata io me-/:
dipendente dalle rappresenta/ioni di i l'assaggio, tanto più che due alberi d'ulivo, laddove nel testo che accompagna l'ini
il significato ne e cosi semplice. I pastori, entrambi del tipo gine, la moglie superstite. Catara, parla del solo ra
all'età precostantiniana. Anche l'orante defunto ,n. Faceva riscontro, molto probabilmente, il I
offre nella t i doppia della tunica un Indizio molto Pastore. La lapide è della prima metà del secolo tv ".
antico. Nel resto essa è d'uno stile quasi barocco, che si E non si deve ricantile dimenticare che il sesso femminile
manifesta specialmente nelle pieghe ampie e tortuose della passa in ogni tempo per il sesso pio per eccellenza. Una
Patht EMIONE, P e. s ■ =93 (Stìiii i%. I, .3, I7):..-T. * Tarn. I,1-3; II, r » j; IV, 3; IX, 3; XIX, 1 e 6; XXVII; >
.,■ <:.->,;..«,..■ XI.V, 4; LIV, 2 e 3; IVI, 1; LVII, 4 e 5. LVIII; LIX, 1, 3*4;,
IHBS, Ti Si irpoHaTa igHit, uì e «ri .». yoAn r« TTO«.- . ri» nfcm M- e 5; I.XI.,-.,. Uni, ;. Unii, 1 e 3; IXW, i e 2; LXXI, ,,■ LXXXI.2-41
UtXXIV,3;LXXXVH,4;LXXXXII.i;LXXXXV,t;UCXXl
Vedi» . U,,-i , Bulini. •$$! 1*91. p.20Kg.;( umca.SiKgohn LXXXXIX, 1 e 5; CUI. S; CVI, 2; CIX, ;,- CX, ,-3; CXI, 1
inibvto btitltiimatt ti : un inriofago r HJWW. intrt lltÀ.BlbJw .i883.P.3.o«g. CXIII, 2 e 3; CXIV, 3; CXV. 11 .•; CXVIII, i, CXIX, a
Il Ci n« riconobbe CXXII. 2 e 3; CXXIII, 3; CXXV, i; CXXVI, 1 e 1; C.
o degli Eb-ri pel ™, Rosso .;»«=■,, (,. ,,,„.,!„ cxxviii. 2; cxxxiu, 1 e 2; cxxxx, 3; cxxxxui, 1,
spiegai
*■".
Un'in . • Fon nldicoloM, dcD'w !C pagana della fi a ROSSI, Buttiti, crùt., m
mi belli ■ MOMMUTiirs, 1!, 181
wrva nel Mi «adi Chmy(H. Giuro», \l,,in. ll,/,tv.l„H. ' Wn.i-tKT, Pittai om
Adv. 1 .,. 4: Minse. H.U. . 7. S4S- " Di Rossi. Bulini. <
Tavc. XIX. .■: LX, 1; LXtll, <: 1. l.XXXX,
5 11. - Prevalenaa delle < ti/e»
nuova conferma di questo, dirci quasi, assioma ci offre il sar- atteggiamento dei defunti, meni
cofago della Stona, sul cui coperchio figurano i due defunti in atto di preghiera, l'agli aveva qualche conoscenza del simbo-
in due distinti clipei: in quello a destra il marito in toga lismo antico, come prova il compendio del principale simbolo
confabulata e col rotolo nella sinistra, nell'altro la moglie eucaristico, il pani1 •■ il pesce, che riempiono l'antcnssa del co-
con il capo velato dalla palla e o eli 'atteggi amento di pre- perchio al disopra della testata sinistra; prova ulteriore ne è
ghiera (tav CCXII, -) il monogramma dei nomi 'litrroOs Xpio-rós, coll'asta trasversale
Cosi puie sul frammento del Museo del Camposanto (iella croce, entro una Coruna d'alloro, che fa riscontro al
teutonico le due donne accanto al Cristo dottore pregano, busto del togato. Al simbolismo antico appartiene anche il
e i due uomini, l'uno in ioga, l'altro penulato, stanno in soggetto della testata sinistra: il Buon Pastore — figura
diversi attitudini ((ai XXVII, i). cosi anche sui sarcofagi
del Museo Torlnnia e liei Ir istituirà li in Saknio e di Terni le
mogli sono oranti, i mariti, invece, stringono colla sinistra ìl
rotolo, eolla destra fanno il gesto oratorio, attitudine consa-
crata per Ì defunti in genere, la quale sì riferisce, come
fu detto, alla redditin symboli (fa»». XIX, l; LX, 4,
e CCXXXXVIII, 2). A questi esempi non abbiamo da
opporre che il frammi'iitn la tira rie nsc 230 d'un coperchio,
dove le parti som, invertite: ini ragazzo penulato prega con
le mani espanse, e una donna anziana, velata, la madre a
quanto sembra, stringe il volume e fa il gesto oratorio
(fa». LX, 3). Ciò ricorda un'altra eccezione che si trova
sulla fronte frammentaria d'un sarcofago proveniente dal
Palatino, dove i genitori hanno la consueta attitudine dei
coniugi, mentre la figliuola prega (fa». LXXIV, 4). Gli
esempi addotti, specie il sarcofago della Storta, ci sugge-
riscono come supplire la parte mancante d'un frammento complementare della orante — che porta la pecorella presso
di coperchio con un'iscrizione dell'anno 394, di cui si cono- un piccolo albero (fa», cit., 4). Conforme ad un uso antico,
sceva già da lungo tempo un pezzo notevole uscito dagli che abbiamo incontrato qualche volta, tutte e tre le figure
scavi di S. Sebastiano. Ulteriori scavi misero in luce nuovi sono collocate sopra basi, a modo di statue.
frammenti che diamo integrati a tav. CCLVI, 1 '. Dei due Nella testata destra un penulato, seduto su una cattedra
ritratti a forma di busto dinanzi a tende sospese solo davanti al suo banco, tiene nella sinistra un dittico, nella
quello della mogìie, orante, s'è salvato; il marito, di con- destra uno stilo, come per scrivere. La pelle pendente dal-
tro, aveva senza dubbio l'atteggiamento consueto dei defunti. l'alto sembra caratterizzarlo per un negoziante di pellami
I due busti erano forse affiancali da due soggetti del Vecchio (tav. cit., 4). Questa rappresentazione ricorda un bassori-
Testamento, come in altri casi. La data rende importanti lievo pubblicato da Emilio Espérandieu ', dove in alto si
le sculture, che sono già un po' rudi. vede appeso un pezzo quadrangolare di stoffa.
Prezioso è altresi il contributo del sarcofago di Lambratc !, Peccato che il sarcofago fu adoperato una seconda volta.
di cui diamo dfig. 2 7? una fotografia in iscorcio per far vedere Allora vennero resi irriconoscibili i volti dei due defunti e,
la testata destra. A te». CCXXXVII riproduciamo anche i ciò che più importa, venne scalpellala la lunga iscrizione
particolari secondo le fotografie favoriteci gentilmente dal che riempiva tutta la parte eentrale della fronte. Perciò igno-
direttore del Museo del Castello Sforzesco, Giorgio Nicodemi. riamo i nomi dei due deposti nel sarcofago la cui gran-
Sulla faccia anteriore un'orante non velata fa riscontro ad diosità rivela nel proprietario un uomo facoltoso.
un togato che colla sinistra stringe un volume e colla destra Ma torniamo alle altre sculture. Rare volte l'orante
abbassata l'orlo dell'ultimo giro della toga {tav. cit., 2). figura da sola in mezzo alle scene sacre. Così la vediamo
Precisare la data del sarcofago non e facile, essendo questo già sopra il sarcofago certamente precostantiniano che si
un'opera dell'arte provinciale e, per giunta, d'uno stile quasi conserva ne! cortile della chiesa di S. Marcello in Capua
barbaro. Comunque, l'insieme offre ancora qualcosa di mo- (tav. IX, 2). Gli altri monumenti sembrano tutti dell'epoca
numentale. Perciò non discenderei oltre il IV secolo3. della pace1'. .
L'artista, per effigiare l'ordinatore, copiò la figura d'un Più di rado ancora l'orante è l'unico soggetto di tutta la
togato dell'epoca forse preeostantiniana e gli dette il ci decorazione come in tre casi riuniti a fa». LXIII, 1-36.
ilio m. 0,86..
■ ««uni ginfral. IV. n. 2784.
* Tom. LXXXXVHI, 2; C1X, 7; CXI, 1; CXII, 1: CXIV, 2; CXXI/l,
3; CXXXXI11, 1; CCXIX. 2. CCXXVIll, 7.
CaffìGtJMMCO, Di un granii iarcofaga eruttano marmoreo ' Ciò vale anche delia figura del Buon Pastore riprodotto a tav. LXXV,
Yrt'i, 1905. p. 76-7B. 11 sarcofago ha proporzioni gigantesche: e
Cupo V. Cor/li- fui
Sono sarcofagi a cinque scompartimenti, che agli angoli un padre tiene sulle mani, rispettosamente velate dall'ampia
cce di scene o figure, semplici pilastri, o co- penula, il suo pargolo, per raccomandarlo a tre santi efii-
ltro l'orante: il primo un ragazzo, i! secondo giati nelle nicchie susseguenti4, Pietro e Paolo, e un apo-
i bambina, il terzo una donna velata. Quest'ultimo sar- stulu imberbe, forse Giovanni. Nella nicchia centrale il figlio,
1 più bello, serve tuttora di fontana nella villa ammesso ai consorzio dei santi, prega per i superatiti; egli
Albani. L'orante sta fra due colonne sorreggenti un arci) veste la penula sopra la tunica, come il padre. Tutti e tre gli
dalla forma barocca di rosette, indizio sicuro che il sarco- apostoli sono rivolti verso di lui, colia destra stesa per dargli
fago proviene da S. Sebastiano dovi- un simile particolare il benvenuto; colla sinistra i due principi stringono la lacinia
s'incontra Su un sarcofago franimi nt.un> in parte ricostruito del pallio, s. Giovanni tiene un volume semiaperto.
a tav. CCXXXIII, 4, che si conserva nel Museo locale; era L'orante in figura intiera rimane la forma ordinaria di
a colonne, con la figura oranti nelle dui nicchie angolari; ai rappresentare i defunti nel consorzio dei santi \ Pure in
piedi di essa era uno scrigno per volumi, con la colomba questi casi predominano le oranti femminili; basta ricor-
posata sopra il coperchio, mentre l'orante del sarcofago della dare i sarcofagi testé menzionati del parallelismo0.
villa Albani ha uno scrigno aperto, con entro sei volumi. Spesso però l'orante coi santi costituisce l'unica decora-
zione del sarcofago eli. in questi tasi è di preferenza a cinque
§ 111. - Defunti con santi. scompartimenti: l'orante occupa li campo di mezzo, ì santi,
quelli angolari, ovvero tutto il gruppo sta nel centro. A
In e ino 384 il defunto, un tav. CCXXXXV abbiamo riunito tre sarcofagi del primo
puer di qii£ ■iene raccomandato dai tipo, di conservazione perfetta: del Museo di Salona (7), del
genitori ai santi in genere; ACCIPITE SANCTI VOB1S Museo di Arles (2), e del giardino dei conti Révoil a Ser-
tAATREM ■ DIGNVMQ.- MINESTRVM ■ X ■ j TVLLIVM - £ vanne (3). Del secondo tipo diamo a fig.2'3 un esempio pari-
ANATOLIVM ■ ARTEMÌVM ■ C P ■ ji ... ' In un'altra, prove- mente intiero, che sul principio del xvn secolo subì una
niente dal cimitero ad duas Lauros, la raccomandazione è strana trasformazione: l'orante, un ragazzo vestito di tunica
diretta ai due principali martiri del luogo; SANCTI PETRE e penula, divenne un vescovo barbato e con la croce incisa
MARCELLINE SVSCIP1TE VESTRVM ALVMNVM ■'. in una sul petto7. Il monogramma sul pilastro dell'angolo destro lo
avvicina al sarcofago proveniente dal ■■ cimitero di S. Agnese «*
s. Bassilla del cimitero d'Ermete: DOMINA BASSILLA COM- che si conserva, mancante delle due estremità, nel Museo
MANDAMVS TIBI CRESCENTINVS ET MICINA | HLIAm del Campidoglio (lai-. LX1II, 4). Eccezionalmente, sopra
NOSTRA* CRESCEN ...' un frammento del Museo di Arles e su uno simile del Museo
Sostituendo in quest'ultima iscrizione un ragazzo alla pic- di S. Sebastiano, i due santi stavano in un angolo e l'orante
cola figliuola, e a Bassilla i santi in genere, otteniamo una illu- nell'altro (tav. CCXXXXVII, IO e II).
strazione quasi letterale della scena rappresentata nella nicchia Le tavole CCXXXXVI e CCXXXXVII offrono avanzi
angolare a sinistra d'un sarcofago proveniente dalla cripta dei due tipi. Merita una menzione speciale il frammento, del
di S. Vittore a Marsiglia, che diamo a tav. CCXXXXIV, 1: Museo di S.Sebastiano, rappresentante un defunto in tunica e
2; CCXXXXV, 1-3.
• Tua. CXII1, 1-3; CXtV, 1; CXV. 1 e 2; CXXII, 3; CXXVt, 1
e i; CXXVllt. 2; CLI, 2; CUI, 1 = s. CCVtl, 2; CCXI1. 2.
■ Tarn. XIV. :: LXXXIl, 3; CLXXXIX, r; A- '"V (p. '8*). ■), t.xn. i |Mn .), I.Xli. 1 (Un.
Wurru,, Cykba, p. 38 seg.
• De Rossi, Butkll. aia,, .866. p. 47. ■ Tiw. XII, s. XIV, ;. .VA', <i; XX.Xill, .),■ XXXVll, 4; LXXXIl, 1
• Vedi «nche Mw. I.IV. s; l.Xiy, 1 (cortile del Muco Torio™» in via CXXXXI, r; CI., r; CUV, j, CLXXXVIII, i e 3.
I.ur.g,ra); l/A". 7 [Muro di Pretesa»), > (cimitero di S. Pietro e Mircel-
i :: i fìgiali i definii:
cioè discepoli, in atto di leggeri', parlare, o declamare. Siamo cheggiati come sono dalle scene esprimenti le principali ve-
pertanto in un ambiente di lavoro scientifico, cui accennano rità del Credo, che essi pubblicamente professarono nella
anche i fasci di volumi collocati in terra, i volumi posti su ti dditìu symboìi.
due leggìi e quelli chi- i discepoli [iii»iiiio in mano. Due volte vedia: 10 la defunta assorta nella lettura
Così le due scene della fronte e del coperchio, intima- di un libro: sopra u 1 bellissimo frammento del Musco di
mente congiunte, Sono una illustrazione completa della Lex Arlcs e sul coperchio1 lateranense 190 {(aro. CXXXX1, 4,
Christi; esse ci fanno vedere come il Signore la insegna e CCXXXXIX, ri). : u questo ultimo la defunta, di nome
agli apostoli ed ai discepoli, e come questi la fissano nei loro CR1SPINA, legge un codice; il <
scritti. L'atto stesso di scrivere, che lo spettatore ha qui da monogramma di Cristo ^. È, in altri termini, la Lex Christi
supplire, era espresso su altre sculture, come provano due che venne consegnata a Cràpula nel battesimo e la guidò
notevoli avanzi della fronte d'un sarcofago del Musco di durante la vita terrestre. Il monogramma sci itto nel libro ram-
S. Callisto, dove avanti ad una tenda sospesa nel fondo due menta, oltre quello del volume sul sarcofago di Tarragona
evangelisti sono intenti a scrivere collo stilo nel dittico ljìg."7, p- '95). anche quello del meschino avanzo della
(tav.CCLVII, 3 e4). Queste e simili sculture da noi trattate consegna della Legge a Mosé, dove la destra di Dio, ben di-
dianzi ci conducono, dunque, ai primordi della Lex Christi, stinta dal pollice e dalle quattro dita che spuntano*', Stringe
comunicata dal Signore agli apostoli e da questi alla Chiesa. un fascio di quattro volumi, allusione, ci sembra, evidente
«Non enim, per ;i1ìob dispositionem salutis nostrae cognovi- ai quattro vangeli {fig. 214). Il prezioso frammento si conserva
mus, quam per eos, per quns Evarigcliuru pervenit ad nos: nel Museo di S. Callisto. Alla stessa Lex Christi allude, infine,
quod quidem tunc praeconaverunt, postea vero per Dei il volume in mano dei defunti; come anche vi alludono i
voluntatem in Scripturis nobis tradìderunt, fundamentum volumi legati in fasci o chiusi entro scrigni o capine ai piedi
et columnam fide: nostrae futurum ■• possiamo dire con dei defunti.
s. Ireneo1, per spiegare codeste rappresentazioni, specie
quelle del sarcofago di Arles.
§ VI. - Scene reali desunte dalla vita terrestre
dei defunti.
§ V. - Defunti col volume in mano.
Scene prese dalla vita terrestre dei defunti s'incontrano
Alla Legge del Signore allude, come notammo, il volume di rado, scene di mestieri quasi mai, essendo il sarcofago un
tenuto in mano dal defunto o defunta *, al pari del fascio di oggetto di lusso. Inoltre erano preferiti i soggetti sacri. Il
volumi, che alle volte vedemmo collocato ai loro piedi'.Qui si togato seduto dietro il suo banco sul sarcofago di Lambrate
tratta di defunti effigiati in figura rimase perciò unico (tav. CCXXXVH, 4).
intiera. Per poter offrire ritratti Altro esempio d'una scena reale ci offre it sarcofago
e allo stesso tempo guadagnare a tav. LXIX, .J, di cui già il Carnicci dette l'interpretazione
spalili, gli artisti scelsero più giusta, riconoscendovi espressa ■ una coppia di sposi nel-
spesso la forma di busto chiuso l'esercizio degli studi propri delle nobili case di allora,
entro un clip™, o conchiglia', o la filosofia, la poesia e la musica . L'abbiamo riprodotta,
avanti ad una tenda sostenuta da perchè scene simili si vedevano sopra un sarcofago, ora ri-
putti, o Vittorie, 0 comunque sospesa '. Torniamo a ripetere dotto a due pezzi, del Museo del Castello Sforzesco, le foto-
che la parola « ritratto ■■ deve prendersi, di solito, in un senso grafie dei quali ci furono gentilmente favorite dal prof. Gior-
più largo, specie per le figure intiere, salvo quelle riprodotte gio Nicodemi, direttore del detto Museo. Le due sculture
a fig- 49 (/>■ *<") e a tao. LXXXX, 1 e 2, e tutte quelle le sono ivi registrate, l'una come « frammento della fronte di
cui teste sono soltanto abbozzate, per essere finite in pittura, un sarcofago cristiano ■, l'altra come - frammento di u
ora svanita. Anche le immagini clipeate nel mezzo dei sar- cofago romano », e ambedue colla data del collocamento:
cofagi a due zone sembrano offrirci ritratti più o meno veri. Senza dubbio sono avanzi d'uno stesso sarcofago; e 1
Ordinariamente sono ritratti di marito e moglie ivi deposti. potrebbe essere uscito dalla stessa officina onde è
Essi fanno sullo spettatore una impressione assai viva, fian- quello del palazzo Corsini, tanta e la somiglianza delle scene
di ambedue. Perciò rum abbiamo esitato a servirci del sarco- scavi dell'Isola Sacra, ci mostra poco più che i piedi dei
fago Corsini per integrare quelli) del Castelli! Sforzesco. Sie- personaggi. Questi occupavano il campo centrale ed erano
e però le scene sono tipiche, vale a din. comuni anche rivolti l'uno verso l'altro, come sì deduce dalla posizione
all'arte pagana, diamo la ricostruzione con ogni riserva dei loro piedi. Si stringevano quindi anch'essi le destre,
(kiv. CCLIl, -'). Inutile rilevale che la scultura dell'angolo non però per unirsi in matrimonio, ma per separarsi nella
o non rappresenta una scena dell'insegnamento; !a im- morte. La donna è la defunta. Essa ritorna nell'angolo si-
magine del filosofo non serve che a precisare il genere del- nistro, come orante accanto ad un uccello e ad un albero, di
l'occupazione scientìfica dell'uomo, cioè fi filosofia, come la cui è rimasto il solo tronco. Nell'angolo destro il Buon Pastore
Musa di contro accenna alla occupazione della donna, che porta la pecorella sulle spalle, accanto ad un cane che lo
musici, indicata anche dalla lira. Le teste di ambedue, guarda, e ad un albero di ini è rimasto parimente il solo tronco.
soltanto abbozzate, erano finite in pittura, ora svanita. L'oro- Della scena di congedo si conoscono soltanto due esempi
logio solare the spunta dal fondo della scena dell'angolo nell'arte cristiana: sopra un sarcofagi' scomparso del Vati-
destro, avrà il noto significato. cano, di cui esiste una vecchia copia ', e sopra un sarcofago
Unica è pure la scena di Gorgonio che, seduto e con sulle del Museo di Arles, chiamato « des Dioacurea , di ottima
ginocchia un lungo volume spiegato, détta a due exerptora; conservazione '; secondo la copia del primo fu fatta la nostra
questi stanno, come sempre, in piedi e scrivono collo stilo ricostruzione {tav. CCL, 1). Il sarcofago è del [il secolo; gli
nel dittico: dittata excipiunl. Nella scena accanto, egli se ne altri due sono del tempo della pace.
torna dall'ufficio a casa, a cavallo ed accompagnato da due Sul sarcofago di Arlvs i coniugi sono rappresentati due
servi (tao. XIV, I e 2); ne trattammo a?, l8l. volte: a sinistra in fresca età, di contro in età provetta; ivi
Sulla faccia posteriore del sarcofago che Gorgonio si lo sposo, vestito da militare, è imberbe e sta in colloquio con
fece preparare, FIEfn) S1BI lVS(j/r), egli stringe la destra la sposa che gli posa familiarmente la destra sulla spalla;
della moglie che lo abbraccia, ponendogli la sinistra sulla qui egli veste la toga ed è barbato. L'artista ha sottoposto i
spalla ((ne. cit., 4). Questo gruppo ci conduce alle scene della Dioscori alla stessa trasformazione ed ha collocato quello con
dextrarum iunctio, di cui abbiamo riprodotto nove esempi ', barba presso il barbato, il giovane, presso i) soldato, segno
che ci fanno vedere come la scena tipica, presa di sana pianta evidente che egli ha seguito un'abitudine ■ familière aux an-
dall'arte classica, vada mutandosi nella scena prettamente cri- ciens, celle de diviniser les morts ■■., come scrive il Le Blant,
stiana, dove alla /kwo pronuba viene sostituito il pronuba! allegando alcuni esempi5.
Jesus. « Absit ab (his) thalamis... Iuno Cupido Vcnus, no- L'iscrizione, purtroppo, non esiste più. Essa ci avrebbe
mina luxuriae,... suis nubentìbus adstat Icsus Pronubus », almeno insegnato il nome di chi fece preparare il sarcofago.
esige s. Paolino di Nola *. Siccome questo è capace d'un solo corpo, si può dalle rappre-
Nella dextrarum iunctio la sposa sta sempre a sinistra sentazioni desumere, con grande probabilità, che in esso fosse
(del riguardante), lo sposo a destra. Di una scena in senso deposto il marito. Dunque è colui che prende il congedo dalla
inverso, un sarcofago a cinque scompartimenti, trovato negli
. CAPO VI.
IL CONVITO.
> dei < : all'ai Accanto è seduto un cane che con u ia zampa gratta il tripode
quella pagana, e, quanto alla i, presenta in ambedue per ricevere un boccone dai padro lì. Dì contro è collocato
la medesima forma: distesi attorno allo sti- un alto e stretto canestro doppio,
>, e più a destra sì avvia-
hadium, al sigma, p ntimi (specie di sofà), nano due inservienti nudi', ci recando una torta, l'altro
avendo dinanzi apparecchia! il cibo principale, « la pièce gli arnesi per l'abluzione. Per rendere più allegro il ban-
n scino incaricati del servizio, chetto, due musiciste, sedute dì contro, eseguiscono pezzi di
i banchetto antico, che, più o
i requisiti i ssi r./l.ili >! musica, suonando la cetra e il doppio flauto.
meno, si ripetono, trattandosi d'una azio presa dalla vita Ai due angoli la testa radiata del Sole e quella della
reale quotidiana. Una somiglianza fra il Luna col crescente. Questi due astri ritornano, nella stessa
quello pagano era perciò inevitabile. forma, sul coperchio Guicciardini; li troviamo anche su mo-
Quanto poi al genere dei monumenti che offrono il ban- numenti cristiani. Essi simboleggiano qui il cambiamento
chetto, l'uguaglianza è perfetta: essi sono funerarii, dunque inimitabile, al quale so no soggette le ci il sole
sarcofagi, o, più precisamente, coperchi, poiché ai coperchi sorge e tramonta per cedere il posto alla luna, cosi ; 'uomo
era anzitutto riservata la scena, atteso il numero straordinario nasce, live un tempo detcrminato e .re; e come il sole
degli elementi costitutivi. Questa doppia somiglianza, della continua a risorgere e a fare if suo e ,cosl l'uomi >dopo
e della scena stessa, ci spiega come la n i alla v i. per
qualche Cristian r> abbia potuto servirsi, per la sua sepoltura, Il banchetto sul coperchio Guicciardini ha la forma più
d'un coperchio con la rappresentazione di un banchetto usuale: quattro uomini distesi attorno allo stibadium, un
pagano. Tale appropriazione era anche più facile, in quanto pesce apparecchiato sul tripode, un identico cesto doppio
che, generalmente parlando, pure il significato di entrambi e un cane che rosica un osso, forse lo stesso cane che, di
è, sotto qualche riguardo, lo stesso. contro, nella scena dell'ultimo viaggio, corre coi cavalli.
Malgrado le somiglianze del banchetto pagano e di quello Gli inservienti, vestiti di lunga tunica manicata e di dal-
cristiano notevole era la differenza nei particolari. Per sta- matica, sembrano donne, ma dovrebbero essere delicati.
bibrla con sicurezza passeremo in rivista tante rappresen- Quello a destra reca una torta; l'altro offre da bere al
tazioni del banchetto pagano, quante bastino a procurarci secondo dei commensali che stende la mano per prendere
molari principali. la coppa; dinanzi a lui, sullo stibadium, vi è un pane.
Il commensale alla sua sinistra, con una mano alla guan-
cia, è in attitudine pensierosa; dietro di lui, nel fondo, sta
§1.-11 convito
una donna che gli ideile la mano sul capo. Siccome la testa
nelle sculture sepolcrali pagane.
della donna è distrutta e l'orlo soprastante del coperchio
i più importanti sono due coperchi in- danneggiato, bisogna ricorrere ad una fotografia dell'Aiutali
tieri di tipo ovvio, con la tabella dell'iscrizione (vuota) nel fatta circa 40 anni addietro, quando il coperchio era ancora
centro, che separa le scene. Li ho pubblicali ambedue in ben conservato; in essa si distinguono le penne che carat-
un articolo su L'ultimo viaggio ,.,, alle cui tavole mi permetto terizzano la donna per una delle Muse. Sembra dunque
di rinviare'. Uno dei due coperchi è nel Museo Chiara- trattarsi d'una personificazione della poesia, ovvero del-
monti, l'altro nella villa Guicciardini a Sesto fiorenti mi. Il l'eloquenza, in cui si distinse il commensale che è forse
banchetto occupa la metà destra ed è contrapposto alla il defunto.
scena dell'ultimo viaggio di due coniugi. La scultura ricorda molto, per l'esecuzione alquanto
Sopra il primo coperchio i coniugi sono coricati sulla grossolana, quelle dell'arco trionfale di Costantini
dine. Per maggior comodità, portano la tunica a modo di poranee all'arco stesso. Saranno quindi presso a poco d
esomidc. La moglie, naturalmente, non ha niente in testa, medesimo tempo. Le sculture dell'altro coperchio s
come del resto hanno la testa nuda tutte le donne nelle scene listicamente migliori e, senza meno, del secolo 1
di banchetto. Soltanto colei che assiste alla /radio panis, 3. Nella maniera onde è rappresentato, :
cioè alla cena liturgico-simholica, ha il capo velato, perché l'altro mondo rispecchia In staio civile del defunto. Vi &
cosi prescrive s. Paolo. Il marito tiene una coppa nella rappresentazioni in cui ha l'apparenza d'un corteo trionfale.
sinistra; la moglie ha mila sinistra un piccolo pane ed una In altre, più modeste, il viaggio si effettua in una cai
ghirlande-ita nella destra. Davanti alla cline sta un trìpode, rozza tirata da due cavalli, o da due arieti, o anche e
sul quale è apparecchiato un pesce, intiero, come sempre. capri; in altre poi il defunto n
' WlLPEKT, L'altinn viaggiti ndì'mli itftulnalc, il! /iWjrwitì drila palili/.
- // convito nelle sculture sepolcrali pagi
tura, ma a cavallo; in altre, infine, il viaggio viene com- Merita di essere rilevala la parte che su parecchi dei n
piuta a piedi. menti illustrati è toccata al cane. Ma la più graziosa scul-
IH (M'unto che viaggia a piedi ci si presenta nella gra- tura, una stele funeraria d'Alene, del tv secolo avanti Cristo,
ziosa scultura d'un coperchili del Museo di S. Callisto, lo mostra in atto di fare le sue carezze ad una giovinetta di
in due scene ottimamente conservate (tav. CCLIV, 6) '. nome Kacoline, che, in abito di gala e col fazzoletto d'onore
Nell'angolo destro un giovane milite penulato, in piedi, nella mano sinistra, prende congedo dai suoi mesti pa-
parla con un altro giovane seduto a terra e vestito di sem- renti '. Questa preferenza del cane fra gli animali domestici
plice umica cinta, elle eolla destra stesa faceva forse il gesto si basa sulla riputazione da esso goduta in tutta l'antichità.
d'invito ; forse, dico, perché le dita sono, al presente, del Tra gli elogi che s. Isidoro, seguendo in alcuni particolari
lutto informi. Fra i due siede un cane, col muso rivolto Cicerone5, fa dei cani, leggiamo : « Dominos suos diligimi ;
in su verso il milite, segno che questi è il suo padrone, dommonmi Iccta defendunt ; prò dominis suis se morti
che, altrimenti, abbaierebhe, vedendo arrivare un forestiero. obiiciunt ;... corpus domini sui etiam mortuum non relin-
Il cane ha quindi, così pare, accompagnalo il milite nel- quant»". Questi elogi trovano un'espressione artistica sui
l'ultimo viaggio. monumenti che stiamo illustrando.
La scena daccanto rappresenta un banchetto di quattro 4. Abbiamo detto che la somiglianza inevitabile del ban-
soldati, tre dei quali vestono, come il milite viaggiante, sopra chetto pagano con quello cristiano ci spiega come qualche
la tunica senza m.miehe, la penula, la cui parte anteriore è fedele non abbia avuto difficoltà di adoperare un coperchio
■ rigettata sul dorso, per lasciare le mani libere. 11 terzo, con- contenente il banchetto pagano. Di uno di tali coperchi la
tando da sinistra a destra, porta, invece, la corazza e, come metà destra col banchetto è integra. Esso usci dagli scavi di
manto, la clamide, rigettata anch'essa sul dorso; egli ha S.Sebastiano (tev.CCLlV, l). L'iscrizione:DEP<™'r/o BERAE
l'aria di un ufficiale. Ad eccezione del quarto, calvo e con V KALf'idVu MARÌV.is, essendo la parola depositici eminente-
poca barba, gli altri sono v'invaili imberbi. mente cristiana, è una prova manifesta che il coperchio servi
Non deve sorprenderci di vedere dei militari adagiati per chiudere il sarcofago di una cristiana, benché vi sia effi-
a tavola col manto. Così richiedeva la decenza che, nella giato un banchetto pagano. Dei convitati, in numero di sei,
seconda metà del secolo ut, non sembra essere stata sem- l'ultimo a destra e irregolarmente annuito per fare riscon-
pre rispettata, come suppone un ordine emanato dal se- tro al servo che offre da bere ; uno mangia, due bevono,
vero Saturnino, uno dei Trenta tiranni: > Huius insigne altri guardano, uno rivolto indietro, mentre il suo riscon-
est quod convivio disellivi he re militcs, ne inferiora denuda- tro, appoggiando il capo sulla sinistra, adocchia uno dei
rentur, cum sagis iossit. hienie gravibus, acstate pcrlucidìs « ". pani che fiancheggiano una testa di maiale, sinciptit. Tutti
Il cibo consiste nel solo pesce, apparecchiato sopra il vestono la semplice tunica. Finalmente due servitori si af-
tripode, come sui due coperchi dianzi illustrati. faccendano, intorno ad un boccale gigantesco, per preparare
Tutti ì convitati, tranne il secondo, tengono nella sini- la bevanda di cui il pincerna già menzionato offre un bic-
stra una coppa. L'ufficiale fa colla destra stesa il gesto di chiere. Una testa ili giovane adorna, come spesso, l'angolo
comando verso un giovane tunicato, che, in ginocchio avanti del coperchio. La tenda sospesa ilei fondo, per proteggere i
un fornello, sta introducendo legna per scaldare l'acqua commensali contro i raggi del sole, indica che il banchetto
di una caldaia (distrutta) ; il giovane si rivolge verso il ha luogo in aperta campagna. La scena con la tenda si
commensale che occupa il posto d'onore e che gli tocca la ripeterà ancora in altre sculture.
spalla, evidentemente nella stessa intenzione dell'ufficiale ; 5. Allo stesso scavo si deve il piccolo frammento con
ambedue vogliono, in altri termini, acqua calda per la mi- un residuo d'un banchetto {tav. cit., 3): si vedono le mani e
scela. Ciò rammenta i noti comandi: Irene ila calda. Agape parte delle gambe del primo commensale che stava pren-
misce mi, e simili, che su pitture cimiteriali cristiane i con- dendo per la coda il pesce, imbandito su di una mensa
vitati rivolgono alle personificazioni della pace (&PHNH), sorretta da tre piedi e teste di Icone ; sullo stihadinin due
e dell'umore (ArAHH) \ pani, ed accanto al tripode un cagnolo che rosica un osso.
Ma ciò che più imporra e che il giovane presso il for- Dunque il pesce apparecchiato come cibo principale non
nello e il primo convitato sono identici ai due della scena basta per dare al banchetto il carattere cristiano: esso si
presso il banchetto. II primo commensale è quindi il defunto trova pure in sculture pagane.
che ha fatto il viaggio a piedi, accompagnato dal suo fido 6. Da una officina pagana proviene anche il coperchio
cane ; l'altro è colui che dà il banchetto. Ora, arrivato al col suo sarcofago, tuttora al posto primitivo nel cimitero
termine, il defunto è ammesso al godimenti) di tutti i piaceri di Pretestato. L'iscrizione c'insegna che nel sarcofago età
che procura il convito. Pure il cane viene compensato : deposta la salma d'una cristiana di stirpe senatoria, per
lo vediamo accanto al tripode rosicchiare un osso, come nome Curtia Citlimta, alla quale si augura la pace eterna
di solito. !'«■ «'<■. 9).
2. Un frammenta d'un banchetto simili- al di-scritto è che richiamano altri tre pani, per offrire il numero di quelli
murato nell'atrio dell'Episcopio ili Ostia: vi rimangono an- moltiplicati dal Signore. Mancando ogni traccia dei cofani,
cora tri- commensali più o meno intieri, il gomito sinistro abbiamo aggiunto il solo servitore col pane e pesce.
del primo, e resti di due cofani con pani e del piatto col Il banchetto del frammento lateranense 117,4, con "ette
pesce. Il tutto rassomiglia talmente al banchetto vaticano, convitati, dunque multo ricco, può essere cristiano, ma non è
che non abbiamo dubitato di completare con questo quello certo. Esso fu tutto sopra lavorato, e con effetti disastrosi:
di Ostia (tee. CCLV, '). 11 terzo secolo, epoca della scul- braccia perdettero i loro padroni, e il quarto commensale
tura vaticana, è qui accertato dalla finezza del lavoro e dalla mutò perfino il sesso, diventando donna; lo stibadio venne
forma della tunica S maniche corte. nella metà destra coperto di oggetti di forma strana, che in
Dei commensali due sono giovani, mentre quello cori- origine erano bicchieri tenuti dai commensali, e nel pesce
cato nel mezzo ha un po' di barba e la fronte alta, come se imbandito fra due pani una parte sembra già mangiata, es-
fosse un ritratto. I,a differenza può essere semplice effetto sendo messe a nudo le spine. 1 pani ai lati del pesce erano cro-
dello studio di variare i tipi. Ma non è neanche da esclu- cesegnati ; solo quello a sinistra è rimasto (tav. CCLIV, 7).
dere ili. l'artista abbia voluto rappresentare nel convitato
Terzo gruppo.
calvo il fedele dtfuntn ammesso al banchetto celeste, con-
forme alla preghiera antica per i defunti: « Fac eos invitate* 1-5. I canestri che sulle tre prime sculture dianzi illu-
strate appaiono in numero di sci e otto, su cinque altre sono
ridotti ad uno solo. Il significato rimane però sempre il
SecoNLO GRUPPO.
medesimo, come non cambia quello del gregge, quando è
i. I! seno col pane e col pesce si affaccia ancora in un rappresentato da una sola pecora. Il servitore ha preso un
banchetto di tre commentali, conservatoci in tre frammenti pane dal canestro per portarlo ai commensali, e già lo sta
che combaciano, rinvenuti nel cimitero di Priscilla (tav.cit., 2). portando. Così vediamo sui coperchi di Baebia llertofile, del
La scultura è d'un lavoro sommario; le figure sono appena cimitero dei Giordani, del palazzetto Corsetti, sopra un
abbozzate e la superficie è un po' grezza, come sui frammenti grande frammento del Museo delle Terme e sopra un al-
con le due scene di Giona (tav. CLXVII, 5), tanto che tro dello stesso Museo, che con somma probabilità pro-
sembrano usciti dalla stes.-a nflieìiia. 'ili alberi che inqua- viene dal cimitero di Ponziano (faro. XXVII, 1; UH, I
drano il servitore e la tenda incisa nel fondo, li conosciamo t$;CLXÌII, 1 c.?);.
già come indizi del banchetto all'aperto. Dei cibi imbanditi In tutti questi banchetti si ripete, quanto alle varie atti-
resta ancora un pane e l'orlo superiore ilei piatto che con- tudini dei commensali, la forma del lateranense coi cofani.
teneva Il pesce. I cofani erano omessi; non se ne scorge Solo nel banchetto intiero dei tre sulla scultura del Museo
traccia veruna. Per riempire il vuoto fra il pane e il piatto, delle Terme (tur. XXVII, 1) regna una grande Sempli-
abbiamo supposto due altri pani. L'artista, a tutti e tre i cità: il terzo commensale, che e barbato, sembra raccontare
convitati, pose in mano la coppa; ma solo l'ultimo sta qualche storia interessante, perché gli altri due, giovani,
bevendo. ascoltano con grand: attenzione, appoggiando la testa sulla
2. Gli scavi ne! cimitero di Priscilla hanno ridato ancora mano sinistra. Il primo veste l'esomide, il secondo e il terzo
due frammenti d'un altro simile banchetto di tre commensali la tunica manicata. Quest'ultimo tiene nella sinistra la coppa
davanti al pesce che è apparecchiato in un piatto ed è rima- e posa la destra sullo itihiiìiaiti, COOie i due altri. Il suo tipo,
sto intiero. Seguendo il banchetto più completo, abbiamo con barba e capelli corti, è del tutto diverso da quello dì No-
al pesce un pane per parte e aggiunto lo stesso stro Signore. Cic non di meno e ad onta degli abiti, il che im-
nte. Il primo commensale appoggiava la testa sulla porta maggiormente, qualche studioso ha potuto vedervi
nistra e guardava probabilmente II scimi; il secondo niente meno che la cena di Emmaus \ inti-rprctazione già re-
ha la testa rivolta al terzo che sta bevendo in spinta da René Grousset'. Per mancanza di spazio l'inser-
un'attitudine molto naturale. Tao. ài., 3. viente è in parte coperto dal primo commensale. Dietro il
Dei canestri pure qui oeseana traccia. Nel fondo, i soliti canestro coi pani v'ha un albero, e il fondo e tutto occu-
alberi e la tenda. I,a scultura, del Iti secolo, è d'un rilievo pato dalla tenda nel noto significato.
bassissimo; ma il disegno è giusto, sebbene assai sommario. Come nei tre banchetti menzionati, il cibo consiste sol-
3. 1 due banchetti ricostruiti del cimitero di Priscilla tanto di pani, senza il pesce. Il numero ne varia: qui sono
c'invitano a dare una simile forma a due frammenti rimasti, tre; sui coperchi Corsetti e dei Giordani se ne vedono cinque,
come per miracolo, nella catacomba spogliata di Ponziano. quattro e mezzo su quello di lìaehia llertofile, che è di con-
Essi sono d'un lavoro finissimo del III secolo. L'uno contiene servazione integra Unni spunta, dal fondo, dietro il servo
un banchettante acefalo, che ha le mani sullo stibadium, colla pagnotta, un altro servo visibile soltanto nella parte
e l'avambraccio del commetisiile vicino. L'altro frammento superiore; egli è chiamato dal primo convitato, il quale
proviene dall'angolo sinistro del banchetto e mostra parte tiene nella sinistra ut. rahee a due anse. Quel servo sem-
dello stibadium, due pani e un elegante piatto con due pesci, bra essere peicio. addetto alla bevanda che sul coperchio Cor-
Su tinti- queste ultimi: sculture non esisto alcun ri- invitato, qui pure secondo la lastra 172 del Museo h-i.r.i-
finirò del banchetto, mancano cioè le due scene di Giona, nense (tav. CCI.l'III, 1). Del cibo apparecchiato si vede la
le a ragione però possiamo supporre nella metà distrutta metà di un pane e la metà superiore d'un pisce. A giudicare
di questi copertili. Invero Noè eolle braccia alzate sul fra rit- dall'andamento dillo st Umilimi:, manca lo spazio per il tri-
to del Museo teutonico richiama particolarmente il ma- pode, [1 pesce 1 ra quindi in un semplice piatto, fra due pani,
il collo stesso gesto acitato. Dunque ci sembra fuor di come ne! convito di Porto. Sembra che il riscontro sia co-
dubbio che nelle nostre sculture rispondevano al banchetto stituito dalle due scene di Giona sul frammento riprodotto a
le due scene di Giona, giusto come nei coperchi intieri iati. CLXVII, 1, che è dello stesso marmo e lavoro. Se la
Corsetti e di Batbia Uertofile, nei due frammenti ricostruiti nostra affermazione coglie nel segno, bisogna però aggion-
del Museo teutonico e del cimitero di l'ondano, nonché gere un altro soggetto, per riempire lo spazio, p, e. Noè nel-
nel finto sarcofago del Museo di Napoli (loco. LITI, 3; l'area, come sul frammento dello stesso Museo '.
CUCITI, 1-3; CLXIV, 5). Notiamo ancora che i frammenti piccoli ed immuni da
3. Un frammento prezioso di coperchio, munito della ogni ritocco, ora esistenti nel Museo teutonico, vennero ac-
sua epigrafe, fu scoperto ■ negli scavi portuensi del 1859 quistati in parte al tempo della mìa dimora nel Camposanto;
■' affisso nelle scale del palazzo Castellani « ',
dove il Carnicci fece trarne la copia" che noi riproduciamo,
essendo sparito l'originale (fig. 216). Il banchetto è quasi
intiero; mancano soltanto l'inserviente, il primo convitato e
n pane crocesegnato, il quale con quello superstite fian-
cheggiava il pesce posto in un semplice piatto, mancando II
posto per il tripode. Ma i commensali sono vestiti di tunica
: pallio. Questo è chiaramente visibile nel convitato col
bicchiere e in quello che beve, invece, poco o punto indicato essi provengono dalla basilica di S. Pietro, che è quanto
ll'ultimo, a causa del l'in esatte zza della copia, che si rivela dire dal cimiteri) vaticano, come il frammento di coperchio
anche nella manica lunga e stretta, mentre gli altri due hanno lateranense {tav. VITI, 2). Ciò è di grande importanza, at-
una tunica a mezze maniche. Il primo commensale e il servo tesa la scarsità dei monumenti precostantiniani che si sono
furono suppliti secondo il banchetto intiero deila lastra tate* salvati del cimitero suddetto.
ranensc 172. I,e Gallie posseggono soltanto un frammento del Convito
Dell'i seri z ione mancano, come sembra, poche lettere; cristiano, appartenente al Museo di Avignone e di conser-
essa si componeva dì due nomi: SniKTHvis e ANNI..., e vazione pessima. Mssn occupa la metà sinistra d'un coperchio
dell'antica forinola deprecativa, in cui si augurava al defilino accanto alla tabella dell'iscrizione sostenuta da due vittorie,
(0 defunta) la vita in Cristo Signore, &a„,s\€N ■ ffl> X(3, delle quali una sola è superstite insieme alla seguente epi-
forinola che si legge anche in altre epigrafi di Porto, tutte grafe quasi intiera: ANTODON1... I ANIMAE Dtdciinmae | [N
pre-costantiniane, al pari della nostra'. PACE QV1 i-iXIT ANN XLV M*™« VII! D XVI... Il Le
Per la stessa ragione, cioè per mancanza di spazio, fu Blant che ha pubblicato la scultura come cristiana, ne dette
omesso il tripode nella ricostruzione d'un frammento che una descrizione alquanto vaga: * Après qutlques figurcs très
a nel Museo di Ostia (tur. cit., S), È vero che del ruinées et à la gauche d'une tessere., se trouve une table en
e ben poco; ma quel puco ci sembra d'un arti- forme de sigma autour de laquellc soni couebés des convi-
c rammenta specialmente il pezzo coi canestri ves. Elle est chargée de pains incisés en crohe, suìvant
(tav. cit., I). l'usage romain. Sur un trépied piate en avant est pose
4. Chiudiamo la serie delle sculture cristiane con un un poisson » '. Le figui molto rovinate » sono due in-
frammento che si conserva nel Musco del Camposanto teu- 1 il fuoco, l'altro sta attingendo
tonico ed è d'un lavoro discreto e non posteriore al se- ;qua alla caldaia, con u molti' altre sculture. 1 convi-
colo IH. Esso ci offre un banchetto quasi integro di tre sono quattro. La e 1 permette
commensali in tunica e pallio che nell'ultimo è espressa- di distinguere con 1 1 il loro abito. Sembra però
mente indicato dalla lacinia riportata sulla spalla sinistra. che vestano la tunica cinta. Rileviamo in ultimo il posto
Il secondo commensale stava bevendo; il primo sarà stato dei pani sullo stibadium, particolare
rivolto al servo; il terzo, barbato, guarda davanti a sé.
Nella ricostruzioni abbiamo aggiunto il servo e il quarto
CAPO VII.
RAPPRESENTAZIONI STRAORDINARIE.
a grande distruzione dei monumenti dell'antica arte sembianze appunto ili Minerva, come a Simone stesso
stessos:si diede
cristiana, specie delle sculture, ti ha privato di mezzi preziosi l'aspetto di Giove. ■ Imagincm quoque Simonis habent factam
per distinguere i monumenti ortodossi da quelli di origine ad figuram Iovis, et Helenae in figuram Mintrvac, et has
eretica. Questa la ragione per cui sin qui non si è badato adorant: habent quoque et vocabiilum a principe impiissimae
neppure alla possibilità di l'are ima tale distinzione, d'altronde sententiae Simone votati Simomani, a quibus falsi nominis
assolutamente necessaria, chi voglia dare uniaiiqiie simm. scientia acctpit initia, situi tx ipsis asscrtionibus eorum
Cercheremo dunque in primo luogo di segnalare i pochi adest discere ■. Cosi s. Ireneo, parlando degli gnostici 3.
n ortodossi, poi quelli influenzati dagli apo- Notiamo ancora che, secondo lo stesso Santo, o piuttosto
; dalla mitologia. Dico « pochi « perche, naturahnente, secondo s. Giustino martire, Simone trovò Elena in un luogo
si tratta che di soggetti eccezionali, straordinari. In innominabile della città di Tiro, la comprò e la fece passare
0 parleremo di alcune scent rare di apostoli. per la sua ■ prima mentis conctptio , per la genitrice degli
«■ Angeli e Potestà che alla loro volta avrebbero « creato il
mondo ", infine anche per la ■■■ ovis perdita » '. I,'ultima espres-
§ I. - Scene gnostiche.
sione e particolari 11:111 e preziosa, perché e. ini iene un'allusione
Malgrado la diffusione notevole dello gnosti alla parabola della pecora smarrita, spiegando così la presenza
attestata sopratutto per i secoli u e ni dai santi Giustino, della immagine del Buon Pastore su monumenti gnostici e
Ireneo ed Ippolito, (inora si conosce un solo ipogeo gnostico, al tempo stesso indicandone il significato perverso. Per citare
quello di Aia. Felicissimo sul viale Manzoni. Non fa quindi un esempio caratteristico e sicuro, sulla pittura del soffitto
meraviglia, se anche sarcofagi di gnostici sono stati finora d'un cubicolo dell'ipogeo di Aia. Felicissima, il Buon Pa-
cosa sconosciuta. Xoi crediamo averne constatato uno, nel store, della forma prettamente cristiana, ritorna non meno
Museo delle Terme, riprodotto a top. XXV, 4. Come si di quattro volte \ Questo fatto deve esser tenuto presente dal-
disse {p. 32), esso offre una scena dell'insegnamento, dove il l'interprete, altrimenti ione il rischio di screditare l'arte cri-
dottore è Gesù, e gli uditori, Giacomo Minore e Maria stiana, antica, spacciando per ortodosso un monumento che è,
Maddalena, caratterizzata per Musa dalle due penne ncll'ac- invece, gnostico, o sincrctistico. Tale è il sarcofago di Tor-
tona, di cui il Mabillon pubblicò una copia inesattissima,
Da poco tempo il Museo delle Terme possiede un altro dove particolari importanti sono omessi, altri, non meno
sarcofago ', ben conservato, che sembra aver appartenuto importanti, sono aggiunti {figg. 217 e 21S) ". Perciò anche
anch'esso ad un seguace di qualche setta {tao, CCl.II, 3Ì- la spiegazione è in gran parte shagliata. Essendo evidenti i
la " catecumena », con un elmo in testa, ascolta un filosofo soggetti rappresentati, basterà riprodurre in nota la descri-
notabilmente rassomigliante a Giove, mezzo nudo e in atto di zione del Mabillon, senza indicarne i singoli errori. Su que-
spiegare ciò che ha preletto, tenendo nella sinistra un volume sto sarcofago compaiono, dunque, tre pastori, uno dei quali
semisvolto. Ad un occhio meno esperto l'elmo della donna colla pecora sulle spalle, la taduta di Fetonte, i Dioscori con
si confonde coi captili; ma esso è sicuro: ha il frontale, buc- cavalli e lance, e perfino Leda col cigno, a riscontro d'un
cole ed un'alta cresta, la cui sommità è scolpita nell'orlo, il cane isolato sotto lui albero. Siccome anche l'iscrizione non
resto, graffito sul fondo. All'angolo sinistro una donna pre- presenta nulla di speci fi cameni e cristiano, è assai proba-
gante, a modo della l'ictus, fa riscontro ad una figura del pari bile che il sarcofago sia gnostico, se non sincrctistico. Del
tipica, cioè un pastore appoggiato al bastone, quindi in atto medesimo carattere sembra altresì il sarcofago di Ampurias
di sorvegliare il gregge che lo spettatore ha da supplire. {tao, LXIX, -', P-88), all'aspetto più pagano che cristiano,
come lo gnosticismo stesso non è che un tentativo di paga-
ortodossi ', la « catecumena » galeata ne lo allontana decisa- nizzare il cristianesimo, a cristianizzare- il paganesimo.
mente, dandogli un carattere, se non pagano, almeno gno- Queste righe erano già strine, quando seppi : che il sar-
stico. L'elmo rammenta infatti rimi solo Minerva, ma anche cofago esiste tuttora, nel Musco civico di Tortona, e, per
l'alena, hi compagna di Simon Mago, divinizzata sotto le giunta, ne ebbi le fotografie che riproduco a tav. CCLXI, 1 -4.
zumi .lei Minili ai;. 1: In cu e Miti us csi in ima parie casus Pliaclonlis arni duatma
annunzio il prof. Gioacchino Mancini 'adunanza dell'Istituii
logie germinilo (fchtiraid «>;,:).
Da] confronto di questi' fotografie con le copie de] Mabillon (fig.220,p.353), si trova in silu in una parte del cimitero di
risulta che Leda fu cambiata dal disegnatore in una perso- Pretcstato, di cui non si conosce ancora la relazione esatta con
nificazione di fiume, con la solita urna sotto il braccio, e.il la catacomba cristiana. Ksso e a cinque scompartimenti: nel
Dioscoro della nicchia destra fu alleggerito del pileo, I.'iscri- eentro Dioniso, con una brocca nella destra abbassata, fra
zione, incisa parte nel coperchio, parte nell'orlo supcriore unii pantera e due capretti, e. sostenuto da un satiro; colla
della fronte, c'insegna che Antonia Thisiplio Fece il sarcofago sinistra si faceva puntello alla testa, clic l'artista cambiò in
al suo figlio P. Elio Sabino morto nella fresca età di anni quella del defunto, dandogli una barba iurta e una fronte
ventiquattro e quarantacinque giorni '. La morte prematura rugosa, e levandogli la ricca capigliatura, di modo che la
ha evidentemente suggerito il mito di l-Ytonte come soggetto mano si trova ora discosta dal capo. Una tenda serve di
principale della decorazione del sarcofago. L'avv fondo. Il gruppo è anzitutto importante per l'apoteosi del
di questa scena ;i quella del pastore che sorvegli defunto, che sarà stato un cultore di Bacco. Il
ricorda il musaico di S. Aquilino della metà del scritto sopra la testa; DEMETRI. Agli angoli due baccanti
dove simili scene pastorizie sono accompagnate dal sole accanto ad un altare con una testa di capro o d'ariete e in-
tente a suonare, l'una il doppio flauto, l'altra il tamburello.
Le lettere dell'iscrizione sono molto belle ed ai
incirca all'epoca sevcriana, cui conviene anche lo stile delle
§ IL - Scene desunte dagli apocrifi.
sculture. I due busti del coperchio, madre e figlio a quanto
sembra, sono, a! contrario, di uno stile duro, pesante e, senza Nella sua prima apologia s. Giustino martire rimprovera
dubbio, di altra mano. ai Romani d'aver deificato uomini, come per cs. Simone il
Torniamo ora al sarcofago delle Terme. Possiamo noi Samaritano, a! quale eressero una statua: <■ ...in urbe vestra
riconoscere nel gruppo centrali' ([iialcbe attinenza col prin- regia Roma deus habitus et statua a vobis tanquam Deus
cipio della » falsi nominis seientia » gnostica? Possiamo ve- honoratus est, quae statua constituta est in Tiberi flumine
dervi Simone e la sua degna compagna, ai quali furono resi Inter duos pontes cum in: iptione Romana hac: SIMON!
onori divini? Non insistiamo sulla somiglianza del filosofo DEO SANCTO » '. Volle il aso che nella medesima isola
con Giove, che può essere fortuita; ma qualche attenzione si scroprisse anche d'una statua posta dai sacer-
merita la donna galeata, che, per quanto io sappia, è un doti bidcntali al n Semo Sanati, che comincia
unitimi, mentre, p. e., s'incontra spesso una Musa vestita colle parole: SEMONI SANCO ■ DEO. Questa coincidenza
d'una tunica loricata. Se pertanto l'apparenza non c'inganna, è stata sufficiente ad alcuni ipercritici per dichiarare alluci-
a Maria Maddalena del sarcofago gnostico (far. XXV, 4) nazione la notizia tanto precisa di s. Giustino; anzi, si recò in
sarebbe qui sostituita Elena, e a Cristo dottore, Simone il dubbio l'esistenza stessa di Simone il Mago, che sarebbe
Mago, il quale «docuit Bemetipaum es.se, qui Inter Iudaeos un personaggio immaginario, creato allo scopo di mascherare
quìdem quasi Filius apparuerit, in Samaria autem quasi il preteso « antagonismo * fra i due principi degli apostoli.
Pater descenderit, in reliquis vero gcntibus quasi Spiritus Ma anche critici di buon senso, come il Duehesne, con-
sanctus adventaverit ■■'. Mancando però ogni confronto, sarà fermarono il sospetto che l'apologista avesse confuso il dio
niù prudente lasciar l'interpretazione definitiva ai competenti sabino col mago orientale \ È questo un vecchio sistema,
in materia, sopratutto agli specialisti dell'arte classica. supporre cioè con troppa facilita ignoranza negli !
Il sarcofago pagano del III secolo, fotografato in iscoreio negli artisti antichi, che non possono più rispondere,
di spazio e riprodotto alla fine de! capitolo noti ha neppure riflettuto che s. Giustino, essendo p
350 Capo VII. - i\'iipprc.vnlii;-ìiiiii s
origine, dovette avere qualche conoscenza vato il solo angolo sinistro, colla uccisione del serpente
pagani, che, difatti, rivela nelle dm- Apologie. V. chi sa {tao. CLXXXXVIl, /), nell'angolo destro sarà stata senza
quante volte e con che occhi avrà guardato i tratti del dubbio rappresentata la scena del cane di Simone.
.1 padre di tutte le eresie"! Inoltre, egli parla della statua Tutti questi monumenti sono dell'età della pace. Del
di Simone proprio nel luogo dove la r in fa ed a ai Romani. resto, l'episodio del cane è l'unico soggetto preso, per s. Pietro,
Come è possibile, domandiamo noi, ammettere nel Santo dagli apocrifi, e, ancora, esso è di composizione tarda e
un equivoco cosi grossolano? [1 primo venuto avrebbe po- rarissimo, tanto da costituire una vera excepiio. Difatti le
tuto rispondergli: Impara a distinguere tra Simone e Semo rappresentazioni del principe degli apostoli nell'arte romana,
Sanco, prima di farei dei rimproveri . sono tutte derivate da fonti genuine.
Il de Rossi ha perciò respinto l'accusa lanciata contro Di una scena di s. Paolo presa dagli apocrifi abbiamo
s. Giustino, appellandosi agli Atti apocrifi dì Paolo e di trattato di sopra (/>. 326). Essa si trova in un sarcofago de!
Pietro, dove è narrato il romanzo dì Simone il Mago. Museo di Marsiglia ((ito. XVI, 3): è l'arresto dell'apostolo
Ivi si parla anche della statua e si nomina colui che l'avrebbe presente Tecla.
eretta: il ■ senatore Marcello , convertito da s. Pietro e dive- 3. Scene della Vergine desunte dagli apocrifi sono raris-
nuto discepolo dell'impostore '. sime. Da molto tempo si conosce l'Annunzi azione in cui
A noi interessa in modo speciale quella parte degli Actus l'angelo trova Maria occupata a filare la lana di porpora.
/'etri cum Simone, dove si racconta t'incontro dell'Apostolo Cosi sopra la testata destra del sarcofago ravennate menzio-
col cane del Mago; < Et respicicns Petrus canem magnum, nato dianzi ', scena inibir nzata dal vangelo '.li l'seudo Matteo '
catena grande ligatum, accedens solvit eam. Canis autem ed effigiata anche in musaico sull'arco di S. Maria Maggiore,
solutus, vocem humanam aecìpiens dmt ad Petrum: Quid colla differenza che il mosaicista aggiunse quattro angeli
me iubes tacere, scrvus inenarrabili* dei vivi? Cui Petrus della abituale compagnia della Vergine, onde l'angelo Ga-
dixit: Intra et die Simoni in medio convento suo: Dicit (ibi briele porta il messaggio volando, accanto alla colomba dello
Petrus: procede in publieum: tui cnim causa Romae veni,
inprobe et sollicitator animarum simplìcum ». Il cane fece Alla stessa fonte attinse lo scultore che adornò il coper-
subito l'ambasciata, ripetendo fedelmente tutte le parole chio del sarcofago di Adelfia (tav. LXXXXIJ, 2). Nel bel
ed aggiungendo di suo qualche <pilla tu» m/iniis all'indirizzo mezzo della metà sinistra spicca la figura di Maria giovane,
del padrone '. la regina virginum, perciò accompagnata da due ancelle^; essa
Cosa più strana non potn bbe immaginarsi. Eppure l'in- si dirige verso un gruppo di cinque donne col capo velato,
contro dell'apostolo col cane di Simone fu stimato degno di una delle quali seduta su una cattedra, senza fare alcun gesto,
entrare nella scultura funeraria. Rimase peraltro soggetto per cui non è da meravigliarsi, se fra le interpretazioni di
rarissimo; non se ne conoscono finora che tre esempi, tutti su questa scena se ne trovano delle stranissime, incredibili,
coperchi: su quei di Mantova e di Verona, di conservazione come quella del Garrucei -, Eppure l'artista cercò di essere
originaria (toro. XXX e CL, 2), e su uno di Nimes, di cui chiaro. Difatti egli riusci a farci intendere che le cinque
esiste soltanto la copia, imperfetta, di Rulman, pubblicata donne sono in aspettativa dell'arrivo della piccola Maria che
dal Le Blant \ è la figura principale, perciò cosi ostentatamente collocata nel
La composizione corrisponde al racconto degli Atti apo- centro. Il numero di cinque ci autorizza poi a riconoscere in
crifi: Pietro, riconoscibile, nel sarcofago di Verona ai suoi esse, ad onta del capo velato, le cinque vergini colle quali
tratti caratteristici parla, facendo il gesto oratorio; il cane, Maria venne consegnata a Giuseppe, come racconta Pseudo
sciolto, siede presso la cuccia, ed ha la zampa anteriore Matteo: "Tunc Joseph aeeepit Mariani rum aliis quinque
destra alzata, con che l'artista sembra aver voluto esprimere virginibus, quae essent ctim ea in domo loseph. Erant autem
la prima domanda del cane. Tale è la scena altresì sul sar- istae virgines Rebecca. Sephora, Susanna, Abigea et Zahel ■ ".
cofago di Mantova, s,ilv<i che l'apostolo è imberbe. Cosi pure L'artista scelse un momento precedente alla consegna h'g'i
sul coperchio perduto di Nimes, segno che tutti dipendono rappr-.sinto Maria ed capo scoperto, per rilevare in lei iJ
da un tipo comune, romano, s'intende, sebbene non ne voto di verginità che, sola, fece e mantenne, resistendo a
sia giunto a noi alcun esempio. tutte le offerte; • Pontificii autem et omnes eius affines
Sui due coperchi intieri la scena del cane fi. opportuna- dicebant ei: Deus in tilus coliti» et in posteris adoratur,
mente, riscontro all'uccisione del draco babilonese, ossia sicut semper fuit in Israel ■*, La virginità delle cinque era
all'abolizione del culto pagano Sul coperchio di Nimes manca pertanto temporanea. Prevedendole finire
la meta sinistra. (_lii non ostanti naia lecito supporvi un Minile l'artista In aniiLipo <■ tiguro le Cinque acuiui
riscontro. Viceversa, sul coperchio di Grozon, di cui s'è sal- tate. Il numero di cinque gli avrà parso suffii
caratterizzarle comi' compagne della Vergine. Certo la scena Come il franimi uro i ;<>. cosi anche uno dei sarcofagi
i è un capolavoro; ma pure la fonte, il racconto apocrifo, intieri proviene da Ostia, dove si conserva nel Musco locale
1 è che un tessuto di cose incoerenti, inverosimili, per (iav.cit.,6); l'altro è in Porto Torres*. Agli angoli di ambedue
i dir sciocche. sono effigiati i defunti, marito e moglie, sebbene queste ab-
Un po' meglio riuscì la scena a sinistra, il preavviso del- bi un.i le leste scoperte. Tanto i sarcofagi intieri quanto i fram-
l'Annunziazione, che, secondo l'apocrifo, accade tre giorni menti sono di lavoro ottimo e, senza dubbio, del secolo in.
prima: «Altera autem die dum Maria starei insta fontem ut 2. A proposito d'una fronte di sarcofago a cinque scom-
urccolum impleret, apparuil ci angelus domini et dixit: Beata partimenti, affissa alla facciata posteriore della Villa Me-
es Maria, quomam ir. utero tuo habitaculum domino pre- dici {fig. 136, p. 221), fu detto che Amore e Psiche, ivi
parasti. Ecce veruet lux de cacio ut habitet in te, et per te rappresentati nel modo consueto, cioè in atto di abbracciarsi,
universo mundo rcsplendehit » '. Per mostrare la fonte, equivalgono all'augurio d'una vita beata per i defunti. In
l'artista si servi di quella d: Mosè nel deserto, figurando il questo significato sono da prendersi anche gli altri rarissimi
monte coronalo di una testa colossale, come nel sogno di esempi, salvo quello del sarcofago l.udovisi, ora lateranense,
Giacobbe sul sarcofago frammentario di S. Sebastiano dove il gruppo, vandosi nella scena della dexlrarum
(toc. CLXXXVI, l), mentre sul sarcofago del Museo di io, dovrebbe e l'ai .1 teine
Algeria il monte dal quale Cicsù salirà al cielo, ha la forma (ter. CLViy-, es ioli della fro
di un busto (tot: XXIX, j). Per non essere confuso con L'es< ;mpiopiù b
Gabriele, l'angelo non fa il gestii di parlare, ma assiste nel cofago delle Ter
fondo con la destra sresa m atto di ammirazione. poh, ra ad uno ;
gli appare il Signore. Avendo già trattato delle prime scene, vi era por/ione della cornice d'una cartella. Purtroppo non
non ci restano che le due ultime. se ne può stabilire con certezza l'uso; ma è molto proba-
r. In un sarcofago rappezzato '. a colmine, del Museo bile che provenga dal recimo dell'altare del mausoleo. A
di Marsiglia, le due nicchie a sinistra sono occupate da due giudicare dallo stile, le sculture possono attribuirsi al secolo v,
stelle della vita di s. Paulo, le quali fanno riscontro a la e più precisamente ai lavori eseguiti da Sisto III (432-440),
comparizione di Gesù davanti ;i Pilato: mila prima il Signore dei quali il de Rossi ha constatato notevoli tracce.
parla all'apostolo, nella seconda questi sta fra due uomini, Mentre per i principi degli apostoli le sculture antiche
l'uno dei quali stringe un sasso in ciascuna mano abbassata, ci offrono i ritratti, per gli altri apostoli siamo più o meno
l'altro ne tiene uno nella destra albata, pronto a scagliarlo nel buio. Soltanto s. Giacomo Minore, s. Andrea e s. Gio-
(tav. XXXIII, 3). - Les sujets sculptés sur la gauche du vanni possono alle volte identificarsi con qualche probabilità:
sarcophagc som difficile^ a determiner >, scrive E. Le Blant *, il primo sul sarcofago gnostico e in alcune rappresentazioni
malgrado che il Garrucci abbia già riconosciuto nella prima di Cristo docente e dell'intiero, collegio apostolico; egli ha
nicchia l'apparizione di Gesù all'apostolo sulla via di Da- barba e capelli lunghi, come il Signore (taw. XIII: XXV,
4, e A'.Y.YF. l). Il secondo ha pure barila e capelli abbon-
danti, ma meno lunghi; egli appare in alcune scene della
moltiplicazione dei pani e dei pesci. S. Giovanni, infine, è
giovane, senza barba, contrariamente all'arte orientale che
lo ritrae vecchio, barhato; lo vediamo sul coperchio del
sarcofago di Perugia, dove figura come riscontro di s. Pietro,
e qualche altra volta, come venne rilevato nel testo
(toro. XXVIII, 3; CCXXXVIII, 6 e 7; CCXXXIX, 2).
2. Dacché il Battista creò l'immagine dell'Agnus Dei
per il Salvatore, fu naturale figurare anche gli apostoli sotto
forma di agnelli. Tuttavia i monumenti con tale rappre-
sentazione appartengono tutti all'età della pace. Rammen-
tiamo in prima le fronti colla tradititi Legis a s. Pietro, dove
masco, e nella seconda la lapida/ione del medesimo a Latra", la zona stretta, in basso, è occupata dall'Agnus Dei e da dodici
La riseria del 1-e Blant di fronte a queste interpretazioni non agnelli, sei per parte, che muovono dalle città mistiche, Geru-
ci sorprende. Difatti nessun indizio che Paolo sia avviato a salemme e Betlemme (tow. CUV, 4, e CLXXXVIII, 1).
Damasco, nessuno che si trovi a Listra. Se in altri sarcofagi, per mancanza di spazio, il numero
La composizione di ambedue le scene è semplicissima e di degli agnelli è incompleto (taw. CXXXXIX e CU, 1)
carattere generale, senza venni particolare che precisi la loca- il significato rimane lo stesso, come provano i tre acro-
lità: nella prima Cristo parla a Paolo, nella seconda Paolo tori d'un coperchio di Spalato, dove, in quello centrale,
parla a due uomini arma;; di pietre e dal costume caratteriz- l'Agnello divino Sta sul monte coi quattro fiumi, ancora senza
zati per Giudei. Perciò anche l'interpretazione deve tenersi nimbo, ma contraddistinto dal monogramma colla traversa, .H,
sulle generali. Crediamo di trovarla espressa dalle parole e dall'iscrizione divisa nei due lati: (r}CCl AGNVS (rf)EI Q.V1
stesse dell'apostolo: » Non sum apostolus? nonne Christum TOLLIT (ji«|CATVM SECVLI. Nei due acroteri angolari
lesum Dominum nostrum vidi? >, domanda egli nella prima stanno sei agnelli, tre in ciascuno; eppure sopra i tre a
lettera al Curimi ((;, i), e nella si eonda (i 1, 24 seg.) afferma destra leggiamo i nomi: PETR.VS. ANDREAS, 1ACOVVS.
essere stato lapidato per Cristo: ■ (a ludads) semel lapidatus IOANNIS, FIL1PVS, BARXOLOMIVS, sopra quelli a sinistra:
sum ». Applicando questi parole alle nostre scene, l'artista PAVLVS, IACOVVS. TIVEVS (Thadaeus), SIMON, TOMAS,
volle rivendicare l'apostolato pi r Paolo e al tempo stesso rile- MA(0HEVS\ Sei valgono dunque per dodici. Il numero
vare in lui il l'atto di avere già sofferto per Cristo, due soggetti completo, invece, si vede ancora sopra una scultura inca-
degni dell'arte antica. Egli ha anche osservato scrupolosa- strata ne! muro esterno della basilica di S. Marco in Ve-
mente le leggi della simmetria: le scene angolari sono com- nezia, e sopra gli agnelli è scritto: 01 ATIOI A/JOCTOAO/".
poste di due figure, le altre di tre. Questi monumenti ci permettono di spiegare la scena del
Dal mausoleo di S. Zefririno, onde usci una transenna coperchio laterani nse 104, quasi completo, dove accanto alla
insignita di croci entro cerchi, cioè nimbi', uscirono anche cartella dell'iscrizione (cancellata) compariscono sei agnelli,
due frammenti d'una lastra con i busti dei principi degli apo- tre da ciascun lato .con ima corona in bocca e rivolti verso dui-
stoli entro cornici ad arco, decorati di gigli [tav. CCLVIII, 1). personaggi giovani in abiti sacri (roti. COLI, 3). "Questa scena
1 i rappresenta i fedeli che dopo aver fatto parte del gregge di
. Paolo 0 destra. e di soliti.. Nel j della lastra Cristo, e dopo aver guadagnato la corona della eterna bcatì-
tudine, sono ricevuti ed introdotti dai santi nel regno celeste ». D'una scena simile, ma più ricca, eiste nello stesso Museo
Cosi l'autore dell'edizione ufficiale dei sarcofagi cristiani de] un meschino frammento, il n. 202 (fig. 2/9). Dico più ricca
Museo latcrancnse '. Ma quantunque l;i Coruna sia promessa perchè ivi era aggiunto un ovile, solidamente costruito accanto
anche ai semplici fedeli , que-ti non -ino mai effigiati con la al putto che sorreggeva la tabella dell'iscrizione. Cosi anche
soli n nelle scene del centurione di Capharnaum è aggiunta, una
caso nostro, degli (postoli. \L . .: -..;..mio allora i due gio- volta, la casa, All'ingresso dell'o\ ile sia un personaggio iden-
vani personaggi sacri, se gli agnelli rappresentano apostoli? tico a quello eie.- abbiamo incontrato a sinistra della cartella
Chi siano, lo impariamo da una pittura frammentaria, sul coperchio or ora descritto. Non v'ha dubbio, il frammento
ancora inedita, dell'ipogeo sottostante alla Casa delle cata- 202 è il residuo d'ima rappresentazione non diversa da quella
comhe ■ presso S. Callisto, dove l'iscrizione del defunto era del coperchio 194; ce ne siamo perciò valsi per la ricostru-
fiancheggiata da due simili giovani, qualificati per angeli dalia zione (/(ir. cil., 2) ■', Con grande probabilità ambedue ì fram-
parola aNCELVS dipi ma pn sso ipii Ilo superstiti-. Sono dunque menti provengono da coperchi di sarcofagi sulla cui fronte
due angeli che danno il benvenuto agli apostoli recanti co- era rappresentato il ('risto dottore degli apostoli ti in atto di
rone, nel paradiso indicato da alfieri di palma. consci;Ilare In /,e;';'c n l'ictro, presenti gli apostoli*.
.-. (XXV, ;
CONCLUSIONE
lustre prof. Frana Culi* >nt la lieta notizia ehe in E iria era stala scoperta una dellc pitture si spiccerebbe colia povertà del luogo, *<-bliciu- .]lh
nelle viciname di Antiochia.
nppreaentanti il Buon spalle presso il suo gregge,
Gesù che culmini su Tl'tU.. lnn:bruck, i.^zr. 1-33; Wtihrr fui fiilfrfit .ìij.7.;t.'j^ .iV/ .,■.
ultore, David e il giganti : Golia, ucciso e giacente SarfiQpfMgihiitpliirrn, ibid., 1922. I-Io 1- 177-211; ft^ ,'..■.■■■ .■
in lem, le pie donn |] l]M^Un']lti. ll! S.inf.h Sl'- anlidu r antichità muitmt. in fitD. di urthrol, crai.. Roma. 1927.
poltro simboleggiato d ! un sartorio con copei Korh Clahlian S,-«!filurr: Ili n-il:„ilì„„ „,i,l :'.'.. mmì.tn utanafa,
disopra, due slellc, co ne indicazione della noti
sarebbe favorevole all'api icr ckrali. Arckaohgir, p. 185 seg.
polino per la prima volta. li canone stesso e una conseguenza masse dei pagani essa perde della sua originaria attrattiv
naturale, spontanea del fatto fin d'allora genera Ini ente noto, diventando tosa ovvia, quotidiana. Ma l'importanza d
i
che ì! Vecchio Testamento e il precursore, la figura del Nuovo, battesimo rimane, 11 a turalo lente, la stessa; t per indurre
e che le principali verità del Nuovo sono annunziati, prefigu- convertiti a farsi battezzare a tempo, si compone
rate nel Vecchio. ■ Quem scripsil Moysis in iege et prophctai, fine del secolo li o principio de! ni, la catechesi impartita
invenimus, Icsum filium Ioseph a Nazareth , disse Filippo a da s. Filippo diacono al ministro del tesoro della reginaa
Nathanael, quandi* si t'ite apostolo '; affermare un fatto e Candace, scena graziosissima, che prima passava general-
provarlo col rinvio al Vietino Testamento, è, dunque, tutt'una mente per soggetto pagano.
cosa. 11 simbolo del battesimo poi è la sorgente che Mosi- Sul sarcofago 119 s'affacciano ancora due altri fatti del
fcco scaturire dalla roccia, percuotendola con la verga. Si noti Vecchio 'Pestaminto: Giona e Noè. A queste scene s'asso-
che l'applicazione del miracolo non si fa al sacramento in cicranno, nei setoli ili e iv, il sacrifizi» d'Isateo, Daniele fra
genere, ma ad un caso determinato, al battesimo conferito i leoni, i tre fanciulli nella fornace e la falsa accusa contro
da Pietro in Cesarea a! centurione Cornelio. In tal modo si Susanna. Tutti questi personaggi sacri, miracolosamente
crea il principale simbolo del battesimo e al tempo stesso si salvati per l'immediato intervento di Dio, sono in primo luogo
mette in evidenza il passo decisivo dell'Apostolo perla evan- tipi della invocazione dell'aiuto divino in prò dell'anima,
gelizzazione dei pagani. quando è in procinto di lasciare il corpo, linimento in cui Sa-
L'applicazione della sorgente di Mosé al battesimo di Cor- tana, prefigurato dal mostro di Giona, dai leoni di Daniele ecc.,
nelio appare già fatta sul sarcofago lateranense 119, della impiega tutte le forze per impossessarsi dell'anima, come
seconda metà del secolo li: il centurione e due del suo seguito. dichiara già s. Giustino, filosofo e martire: « Quando — dice
:,i;ti egli — siamo vicini alla morti, preghiamo Iddio che per la
setano alla fonte scaturita dalla roccia che Pietro ha percossa. sua virtù tenga lontani tutti gli impudenti e maligni angeli,
Bere l'acqua della sorgente miracolosa significa, d'ora innanzi, onde non s'impadroniscano dell'anima nostra»1. Origene
farsi battezzare. desidera perciò di morire martire: 'Milli si concederet Deus,
Siccome il battesimo di Cornelio, primo pagano convertito, ut proprio sanguine diluerer, ut baptismum secundum morte
aprì la porta della Chiesa ai Gentili, Erode, spaventato dal prò Christo susiipta pireiperem, seeurus ex isto saeculo
numero crescente dei cristiani, fece arrestare Pietro, per discederem: ut veniens ad aniniam meam de hac vita exeun-
sacrificarlo ai Giudei. Questa è la ragione per cui l'autore tim, princeps huius mundi non invenire t quidquam, quin
dell'importante ciclo del sarcofago 119 aggiunge alla scena potius et sanguinis mei profusione sopiretur, nec auderct
del battesimo quella del primo arresto dell'Apostolo. Dico nam cruore suo dilutam... Beata illa
■ primo arresto », per distinguerlo dal secondo, che segui sibi aereas daemonum turmas pro-
più tardi, in Roma, e finì col martirio, mentre il primo ebbe fusi in martyrio sanguinis cruore deturbat i*.
luogo a Gerusalemme e fini eolia liberazione miracolosa del I personaggi biblici testi ricordati figurano anche nel-
catturato. Ambedue gli arresti sono chiaramente distinti: l'Orbo eommeiidationis animile, quando infirmiti est in extremis,
nel primo, Pietro si dibatte e cerca di fuggire, vedendosi la cui antichità è attestata dal nome stesso, ciimmindittio '.
troncare la carriera apostolica appena cominciata; nel se- La relazione di queste preghiere con le antiche rappresen-
condo, egli è calmo e rassegnato alla volontà di Dio, essendo tazioni menzionate ed altre the verranno addotte appresso,
giunto al termine della carriera. è stata egregiamente messa in Iute da Edmondo Le Blant:'.
Da quando poi fu composto, verso la fine del n secolo, Con tutto ciò crediamo far cosa gradita riproducendo un testo
l'annunzio della negazione, le tre scene dell'Apostolo si rap- di s. Agostino, che sembra aver comi substrato la Commen-
presentarono così spesso insieme, the le due prime vennero, datici. Il Santo vi parla degli ultimi momenti del proto-
alle volte, fuse in una: Pietro è catturato, mentre percuote martire Stefano: ■ ... in extremis cum ictus crebrescerent
con la verga la rupe, ovvero invita a bere te acque della lapidimi, et dura vulnera a duris cordibus iactarcntur, vidit
rupe da lui percossa. Genialmente, nella -cena dell'arresto se viciniti» non exitio sed esititi: vidit animimi stima ini» exi-
sul sarcofago 119 i tre battezzati sono ripetuti ai piedi del- htram et commendavit etim. Cui: ìlli quem vidit, illi quem
l'Apostolo, in atto di manifestargli la loro venerazione. Del ■ ': ■:...,." ■■ lv......."■ :-:.■!':.■■.■:■'■■■■■■„
resto numerose sculture mostrano ad evidenza che gli artisti, davit ipsam animain. Domine, inquit, lesu, accipe spintimi
seguendo il vangelo di s. Luca, vogliono anche con l'an-
nunzio della negazione rilevare il primato dì Pietro; in altri Come l'aiuto divino si implora per l'anima che lascia il
termini, essi intendono alluder-- al «infirma fratres , non corpo, cosi anche per l'anima che l'ha già lasciato, per il
defunto 0 defunta. Non à se oppooat leo rygiens et draco
Jena dell'insegnamento dei eakcumini ritorna ezian- devorans, misero rum animas rapere eonsuetus », suona la
dio, semplificata, su monumenti del setolo ni, per scom- prete del Sacramcitttiriuin «allkumim; espressa in immagine
parire del tutto nel tempo della pace. Colla tonvtrsiont delle ta vediamo già su tre monumenti del secolo HI, su due scul-
ture e sulla lapide d'un puliandro, por ricordare un esempio scono le scene della creazione dei progenitori, della loro
caduta nel paradiso e della consegna fatta loro dei sìmboli del
Nell'eia della pace si rappresentano ancora altri tipi dejla lavoro, scene che ritornano spesso anche nell'arte provinciale,
Commendano, presi dal Vecchio Testamento: il passaggio del e in quella romana fin dal secolo HI. Non mancano neppure
Mar Rosso col l'an nini lamento del re Faraone e del suo scene che esprimono la fede nelle promesse di Dio, fatte nel
esercito, David che uccide il gigante Golia, Giobbe nella Vecchio Testamento: sono le due benedizioni, d'Isacco e di
miseria, e il medesimo tome dottore e profeta della risurre- Giacobbe. Inutile rilevare che la scelta di tali soggetti supera
l'intelligenza d'un semplice artista.
I,a scena della risurrezione per eccellenza è quella di Cosi ogni passo che facciamo in codesta sinossi, reca nuove
Lazzaro, riprodotta spesso anche nell'urte provinciale. Il conferme al nostro asserto, che cioè l'arte funeraria antica
sarcofago 119 ne offre il primo esempio. Come la più antica, di Roma, come ha cominciato, cosi continua a svilupparsi
la scena si distingue per il grande numero delle figure che la sotto l'influsso di dottori ecclesiastici. Le rappresentazioni, ora
compongono e che non si ripeteranno più. In tal guisa l'età più ora meno ricche, sono, per cosi dire, preghiere scolpite
maggiore del sarcofago pure da questo lato viene corroborata. in pietra e dirette a Dio in favore dei defunti deposti nei
Molto importante è altresì il pastore clic ivi stesso sor- sarcofagi. Affinchè queste preghiere siano favorevolmente
veglia il gregge chiusi, entro un ovile di forma monumentale, accolte da Dio, viene composta la scena in cui Caino ed
allusione probabile alla Chiesa. ' La scena cosi composta è Abele gli offrono i loro doni. S'intende che Abele prefigura
rimasta unica; nelle minicvosc seiiltuic posteriori essa è sem- colui che rivolge si Dio la preghiera lapidea. Onde non è da
plificata e, di solito, ridotta ad una o due pecore ai piedi del meravigliarsi di vederlo figurare una volta solo, senza il
pastore, il quale le sorveglia, appoggiti) al suo bastone. La fratello, la cui otlerta non fu accettata,
scena dell'ovile ci somministra pertanto un ulteriore indizio nella fede pura, non si potè far
. ■ ■ ..:■■.. a meno di premunirli c 0 l'insegnamento eretico, specie
Il pastore sorvegliante 11 gregge richiama il Buon Pastore degli gnostici, a feroci del Vecchio Testamento, che
con la pecorella sulle spalle, e, questi, la defunta come orante, già al tempo di s Ireneo, ■ veiut a terra fungi manifestati
quindi le due figure cristiane sepolcrali ««r ' c£o,pji>I che sono sunt » *. Si ottenne lo scopo in un modo assai geniale, ricor-
le prime ad affacciarsi e le ultime a scomparire, e che alle rendo al mito di Ulisse e delle Sirene. Ora si noti che, con-
volte costituiscono l'unico soggetto della decorazione. Difatti trariamente a quanto si credette finqui, l'applicazione del mito
ambedue erano scolpite sulle due testate (distrutte) del nostro alla dottrina cristiana non vien fatta dal compratore d'un sar-
sarcofago, come crediamo di aver provato. cofago pagano decorato della rappresentazione del mito,bensì
Molto più di rado appaiono Ì defunti nelle scene (pre- dagli artisti cristiani, i quali, sotto la guida di dottori ecclesia-
costantiniane) del banchetto, come illustrazione della pre- stici, introducono nella loro opera una Sirena insegnante,
ghiera per la loro ammissione al convito celeste', preghiera Sirena dottoressa, quindi un elemento che, pur non avendo a
che nella lapide di Teodulo (sec. tv) è espressa dalla formula fare col canto, o piuttosto con la musica delle Sirene, si presta
laconica: €.C ATMÌHN. mirabilmente ad esprimere l'insegnamento del dottore eretico,
Secondo il canone dell'arte romana, il domina della resur- che sotto il palli!' della ■■•■.'■ nza, mi etra gli artìgli dell'uccello
recrro fornii, essendo uno d de cristiana, dì rapina. Gli artisti non hanno il menomo scrupolo di com-
è prefigurato nel Vecchio Testamento dal profeta Ezechiele mettere tale anomalia contro il mito, come nelle sene bibliche
che rida la vita alle ossa arida. Anche nelle scene di Giona si introducono alle volte, con la massima facilità, particolari
ha riguardo speciale al corpo del defunto, deposto nel sarco- imposti loro dal simbolismo, ma del tutto estranci al soggetto
fago, per essere risuscitato, a suo tempo, da Dio. Per questa che si doveva rappresentare. Il più antico monumento col
ragione gli artisti, romani e provinciali, invece di rappresen- mito di Ulisse, per cosi dire, cristianizzato, è appunto del
tare tutte e tre o le due scene di Giona, non di rado, e fin tempo di colui che, come sembra, per primo lo spiegò nel
dal secolo III, si limitano alla siila immagine del profeta dor- senso suddetto: il grande scienziato romano s. Ippolito.
miente sotto la cucurbita, come espressione delle svariatis- Attesa la rapida diffusione dello gnosticismo, bisognava
sime formule epigrafiche derivate dalle paiole dormire, dor- aspettarsi che un giorno si scoprisse qualche sarcofago gno-
mitio, *oipi;ir», ecc., per dirci che il defunto si sveglierà dal stico, cosa alla quale non si era finora neppure pensato.
sonno nel tem; Di questa scena il cimi- Crediamo dì averne constatati quattro, su due dei quali
tero di S. Ermete ci ha ridato, in ultima ora, un notevole le scene eoi Buon Pastore sono mescolate con scene pretta-
frammento, al più tardi del principio del secolo IV e da noi mente pagane.
integrato a tav. CCLX, 3. Come il mito d'Ulisse e delle Sirene, così anche quello
Chi ha un tale concetto della morte, la prende con ras- classico di Orfeo, quale figura di Cristo, è raramente ripro-
segnazione, sapendo che essa è la pena inflitta ad Adamo per dotto nell'arte funeraria. Un anaiogon preso dal Vecchio
la trasgressione del divino precetto, e in lui a tutto il genere Testamento offrono ì tre fanciulli i quali, per giustificare
umano. A questi dommi basilari della fede cristiana si riferi- il rifiuto di adorare la statua di Nabucodònosor, indicano la
i-i (in! ne).
r,»).
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stella che ha condotto i Magi dal neonata re dei Giudei. Vangelo e la cui esistenza si capisce meglio nell'arte romana
Così da precursori, com'essi sono, dei Magi, i tre fanciulli che in quella provinciale.
diventano addirittura i M.i.lìÌ stessi, che nel divino Infante, Con quale fedeltà fossero riprodotti i modelli romani
tenuto in braccio dalla Vergine madre, adorano il pro- nell'arte provinciale, lo prova il sarcofaghetto del Museo
messo Messia. Questa rappresentazione di un simbolismo del Castello Sforzesco (tav. CCXXXIII, /), che è in tutto,
profondo, in cui si risente l'insegnamento di dottori ecclesia- anche nei minimi particolari, una copia esatta della fronte
stici, appartiene al tempo della pace. del sarcofago di Probo (tav. XXXV, 1). L'unica differenza
Ma le scene della infanzia di Gesù sono piti antiche. Pre- consiste nella maniera di riprodurre, che è alquanto pro-
cedono quelle che mostrano i pasturi presso il divino Infante. vinciale ». L'influsso palpabile dell'arte romana lo mostrano
anche i due frammenti dello stesso Museo (tav. CCLII, 2),
abbiamo, purtroppo, che meschini avanzi; solo del presepio, integrati secondo il sarcofago della villa (.'ersini (tav.LXIX,3).
col bue e l'asinelio, si sono salvati alcuni esempi integri, Sotto la guida di dottori ecclesiastici gli artisti non perdet-
tutti, come sembra, del secolo iv. tero mai di vista gli eretici, i quali, a seconda dei loro
La maniera preferita di effigiare il Signore è quale ope- bisogni, modificarono j vangeli, ovvero fìnsero impudente-
ratore di miracoli. Questi invero lo mostrano dal Iato più mente « rivelazioni segrete ■, fatte loro dal Signore. A met-
amabile, più attraente: egli sazia le turbe affamate e consola tere in chiaro tali fanfaronate, serve una scena composta
gli afflitti, guarendo infermi e risuscitando morti. Più d'ogni nel in secolo, che ci conduce al principio, alla fonte della
altra cosa poi i miracoli sono adatti a rilevare in luì la natura dottrina cristiana: la minio apostolorum, in cui il Signore
divina, il numero delle rappresenta/ioni eli miracoli è perciò insegna la Legge ugualmente a tutti gli apostoli, senza veruna
grandissimo. Ad eccezione d'un unico esempio, quello della distinzione. Questa -eena è la prima ad offrirci la personifi-
Cananea del sarcofago 174, the ha una ragione speciale. cazione della Chiesa nella figura peraltro rarissima di una
Cristo appare in esse sempre giovane, imberbe, quindi d'un nobile matrona, col volume in mano, la quale fa riscontro
tipo ideale, non conoscendosene il vero ritratto a Pietro. Cristo appare allora sempre giovane, come conviene
La risurrezione di Lazzaro, che incontrammo già sul allo sposo della Chiesa. Quale autore e dottore della Legge,
sarcofago 119, apre la serie \x altre scene dì miracoli sono egli figura alle volte anche solo, col volume in mano, col
del secolo in e del iv. Emergono le guarigioni dei cicchi, gesto oratorio e, raramente, barbato.
del paralitico, della figlia della Cananea e dell'attendente del A pane queste ultime rappresentazioni, pia rare, la mimo
centurione di Capharnaum, la moltiplicazione dei pani e dei apuitolntum ha nel tv secolo uno sviluppo grandioso, colla
pesci, il cambiamento dell'acqua ù tendenza continua di mettere sempre più in luce la grande
figlio della vedova di Naim. Rata, al e figura di Pietro, Come una delle scene fondamentali, essa è
zione della figlia delTarchisinagogo Giairo; unica, la guari- bio Testamento, e cioè dalla consegna
gione della storpia e dell'uomo colla mano arida, mentre di della Legge a Mosè sul monte Sinai, che perciò si trova
quella del paralitico alla piscina probatica si compongono spesso in compagnia con scene del Principe degli apostoli.
due scene, per farlo diventare tipo e figura del battesimo. Il simbolismo si precisa sempre maggiormente: sul sarcofago
Quest'ultima guarigione è 1 rvata al centro d'un ciclo di del cimitero di Pretestato la Legge che la mano divina con-
scene cristologiche, che si forma nell'arte romana al più tardi segna a Mosé, è opposta alla rivelazione serpentina, accettata
nel ]V secolo e si ripete, imaiiabile, nell'arti piovuieiaic. Jago Kiiuaiiu, e dalla colonna fiammeggiante essa è caratte-
guarigioni di due ciechi, della figlia della Cananea e del para- rizzata per un fanale luminoso, che guida il fedele durante
litico, l'annunzio della visita a Zaccheo e l'ingresso trion- la vita terrestre. Kcco perchè cotesto fanale appare sopra
fale di Gesù in Gerusalemme. un sarcofago presso la defunta rappresentata in atto di
Alquanto più antico e mollo più diffuso è un altro ciclo, ghiera e di fronte al pastore che sorveglia il gregge, 1
quello del parallelismo fra scene di Cristo e scene del suo Pietro pastore colla capra sulle spalle (tav. CCL, 2).
vicario e successore, Pietro. Ad onta della perdita di tanti Più manifesto ancora è il simbolismo sul sarcofago di
coperchi, che alle volte mostravano la continuazione delle Tarragona, dove la mano divina consegna la Legge diretta-
scene effigiate sull'urna stessa, come sul sarcofago della
Storta, i cicli sono ancora molto numerosi. Insigni campioni gramma di Cristo, per indicarne il contenuto, che si
Ce ne sono conservati tanto nell'arte romana quanto in quella risce tutto quanto al Signore (fig. nj, p. /o°)- Dunque Mosè.
provinciale^ specie di Arles. Prova più evidente della unità il grande legislatore, è diventato Pietro. Il volume disi
dell'arte romana e della dipendenza dell'arte provinciale da col monogramma di Cristo collega il sarcofago tarraconense
essa non si potrebbe desiaci itrebbero desi- con quello assai importante di Arles, dove Pietro, assistito
Ito di Pi. :tro, essendovi dal Signore, insegna in cattedra, tenendo un volume segnato
l'ai . paragor al s Maestro Per rilevarne del monogramma di Cristo, e mentre insegna, viene ca
none dei pagani, gli si rato da due soldati di polizia; lo collega inoltre con quelle
invertita ; nel [Il secolo rappresentazioni dell'annunzio della negazione, ispirate dal
'Apostolo la conduce al vangelo di s. Luca, dove Pietro tiene, o teneva, un fascio di
volumi 0 libri col monogramma di Cristo, una volta insi
Origine r .•-■■i/i<pp<i ticlfaiiticn finltura sepolcrale cristiana ili Roma
ad una stella, alluder Chiesa con a capo s. Pietro. Questa scena, riprodotta almeno
splendida t-l matutina venti volte nell'arte romana e in quella provinciale, si presta
■A- ' quindi anch'essa assai bene a dimostrare l'omogeneità dello
esso si conserva nel Musco di S. Sebastiano, finalmente sviluppo dell'arte Cristiana antica, prettamente romana. Mercé
una fedele di nome Crùpina legge in un libro insignito la libertà che compete agli artisti, vi assiste anche Paolo, in
del monogramma di Cristo (tee. CCXXXXIX, n). Da atto di acclamare colla destra il Signore per aver scelto Pietro
tutte queste immagini si sente riecheggiare ciò che l'Apo- come capo della Chiesa.
stolo delle genti dice in parole: < Icsus Christus iteri et hodic, Il monumento classico a questo riguardo è, come si disse,
ipsc et in saecula ■!. il sarcofago di S. Ambrogio a Milano. Nella fronte vediamo
Mentre abbiamo numerose scene dell'infanzia di Gesù, Nostro Signore, giovane, seduto
e numerosissime di miracoli, la crocifissione manca del tutto. apostoli, anch'essi se-
Non sentendosi in grado di mostrare il Figlio di Dio in preda duti,che egli istruisce,
a dolori atroci, sovrumani, senza pregiudicare in qualche tenendo nella sinistra
modo la natura divina, gli artisti si arrestano alla scena della un libro aperto e fa-
comparsa del Signore davanti a Pilato. A parte questo cendo con la destra il
sentimento di delicata riservii, bisogna concedere che essi gesto oratorio. Nella
stanno anche sotto l'influsso dell'arte classica, che aborriva faccia opposta egli è
di solito dalle scene violenti, sanguinose, i'er la stessa ragione barbato, sta in piedi,
i. Per rappresentare, p. e., il mar- sul monte, consegna
Flg. 221.
tirio di s. Pietro, gli ti compongono la scena in cui colla sinistra il volume
l'Apostolo 'so il Ino};" della crocifissione, della Legge a Pietro, e colla destra fa il gesto di comando
accompagnato dal ; dal carnefice che porta ia diretto del pari a Pietro, per dirgli di prendere il volume
o dell'ultimo arresto. E e di insegnare la Legge a tutti (tao. CLXXXVIII).
per s. Paolo gli artisti si limiiaii" a rappresentare il momento II sarcofago risale al tempo di s. Ambrogio. Ma le
precedente il martirio, quando cioè il soldato sguaina la verità della fede, in esso espresse, sono ben più antiche. Ba-
spada per decapitarlo. Queste scene dei due principali testi- sterà rinviare all'opera principale di s. Cipriano: De catholicae
moni della passione sono spesso, assai opportunamente, ecclesiae unitale. Quando scoppiò lo scisma novaziano contro
avvicinate alla comparsa di Gesù davanti a Pilato. il papa Cornelio, regolarmente eletto, il Santo precisò, in una
Se la crocifissione è senz'altro eliminata dall'arte antica, seconda edizione della sua opera, con maggiore chiarezza
la croce stessa, ma la croce trionfale, diventa soggetto d'una l'autorità di s. Pietro rispetto agli altri apostoli '. Dopo aver
composizione sublime dal giorno in cui Costantino ebbe la concesso che i gli altri apostoli erano quel che era Pietro »,
visione celeste: in una serie imponente di rappresentazioni egli dichiara che ■ a Pietro fu conferito il primato », poiché
la croce, tempestata di perle e di pietre preziose, appare « la Chiesa deve essere una, una anche la cattedra ». Sembra
genialmente combinata al nome di Cristo risorto, vincitore che l'autore del ciclo del sarcofago abbia avuto di mira queste
della morte, e scortato da due guardie. Cotesto gruppo di- parole, mostrandoci da un lato come il Signore istruisca
venta centro di varie combinazioni: o cogli apostoli, tutti o ugualmente tutti gli apostoli, dall'altro come egli consegni
parte, come testi moni tirila pass ione e risii rre/.ioiie del Signore, il volume della Legge al solo Pietro, alludendo nel tempo
ovvero con alcune scene di vario contenuto. Questa rappre- stesso al magistero di lui: ■ Hoc crani utique et celeri apo-
: assai preziosa, perchè da una parte collega i stoli quod fuit Petrus, sed primatus Petro datur et una
colla visione di Costantino, dall'altra dispensò ecclesia et cathedra una inoiislratur». Il Santo aggiunge
gli artisti dal comporre la scena della risurrezione del Si- ancora: * Et pastores sunt omnes, sed grex unus ostenditur
gnore, sui particolari della quale regna nei vangeli il più qui ab apostolis omnibus unanimi consensione pascatur»*.
assoluto silenzio. Le rappresentazioni di Pietro pastore sono difatti fra le più
Lo sviluppo regolare, spontaneo della missili apostolorutn antiche e le più interessanti, specie quelle che lo mostrano
conduce infine alla più importante scena: a quella dove il nel momento in cui ritrova la pecora smarrita e la induce a
Signore consegna la Legge a Pietro in presenza di tutti, o di seguirlo o la riporta all'ovile.
alcuni apostoli, o del solo Paolo. Salvo due eccezioni, egli e Che la consegna della Legge a Pietro sia l'ultimo atto del
harbato, come suol effigiarsi generalmente dopo la risurre- Signore prima ,di salire al ; nte espresso sul
zione. La scena è l'ultimo atto che Gesù compie sulla terra, sarcofago lateranense [74, con il più antico esempio della
prima di salire al cielo; è niente meno che l'istituzione della Consegna nella scultura: i quattro apostoli che vi si vedono nel
UN'ULTIMA SCOPERTA.
Ero giurilo al termine del mio lavoro quando mi venne redidìt, nondut
notificata la scoperta di un bel sarcofago avvenuta il i" set- sciebant Scripturam, quia oppoitebat eum a mortuis resur-
tembre (1932). Trattandosi di rappresentazioni dei principi gcrcn'. Come autore del vangelo, Giovanni tiene il rotolo
degli apostoli, e in modo particolare di s. Pietro, eredo utile ostentatamente con entrambe le mani. Per meglio sepa-
includere, sia pure fuori posto, una descrizione ed una copia rare i due apostoli dal gruppo principale, l'artista li collocò
fotografica dell'importante monumento (fig. 222). È un sar- sopra piedistalli. l'ietro fa colla sinistra lo stesso gesto di
cofago a cinque scompartimenti, come quello scoperto poco prima; ma con la destra è in atto di parlare. L'Anailasìs
prima, di cui si parla nella Prefazione di questo secondo effigiata nel campo centrale ci fa pensare che l'artista, 0 chi
volume. La sua decorazione si riferisce tutta quanta alla lo ispirò, abbia voluto ricordare il discorso memorabile
risurrezione di Cristo. Nel centro, VAnastasis fra gli apo- sulla risurrezione di Nostro Signore, pronunciato dall'Apo-
stoli Pietro e Paolo quali rappresentanti del collegio apo- stolo nella Pentecoste davanti ai Giudei e in presenza degli
stolico e nella consueta attitudine di acclamare il nome vit- undici, che lo spettatore ha da supplire in spirito: » Hunc
torioso di Cristo risono. Paolo tiene nella sinistra un volume lesum resuscitavi! Deus, cuius omnes nos testcs sumus. ...
chiuso, mentre Pietro stringe la lacinia del pallio davanti quia et Dominum eum et Christian fccit Deus, huhc lesum,
al petto. La Croce è piantata sopra una piccola altura che quem vos crucìfmstìs » ". Queste parole vengono anzitutto
significa il monte dal qoale Cristo sali al cielo; nel fondo, in mente, guardando la figura molto espressiva dell'Apo-
in alto, due palme con datteri, soltanto indicate. stolo. È da notarsi ehi se l'artista dette alla sinistra di
Agli angoli sono effigiati Pietro e Giovanni, cioè i due s. Pietro lo stesso atteggiamento di prima, ciò fece per indi-
apostoli che per primi -1 accorsero ■> al santo Sepolcro, po- carlo con maggior sicurezza. Ad ogni modo è importante il
tendo così constatare, coi propri occhi, la risurrezione di vedere ripetuto due volte il Principe degli apostoli sopra un
Nostro Signore. Lo racconta s. Giovanni eoo i minimi par- sarcofago come quello in parola. Esso sta ancora in siili, nel-
ticolari. Essendo più giovane, egli arrivò il primo, ma forse l'abside d'un mausoleo occupato in parte dalla navata destra
per riguardo al Capo del eoilc^io jpnsinticti, lasciò en- della basilica apostolorum; la sua decorazione è quindi in per-
trare Pietro: « Vcnit ergo Simon Petrus sequens eum, et fetta armonia col luogo de! ritrovamento. La bontà del lavoro
introivit in monumcntum, et vidit linteamina posila, et lo assegna alla prima metà del secolo iv. D'un secondo sarco-
sudarium. ... 'fune introivit et ille discipulus, qui venerai fago collocato li presso è purtroppo rimasta la sola impronta.
r. Ap.. 2. 32 ■
INDICE ANALITICO
I. -Nomi1.
iene: scambiato per Gesù, 9*; come vette, 258; porla ii cibo a
309, 344; sua predizione. 1X1 s.; prende .Li canestri due pani Ali nari. 90, 34O.
per portarli a Daniele, 309; [«mito dalla maini divina mentre Allpio u™r., j,S.
reca il pane a Daniele, 344. Amali Girolamo, 233.
iAbele: offerta di Abele e Caino a Dio Padre, 159,164, [88, 252, 267, Ambrogio (S.), 47, 102, 129, 1568., 273, 282 s.
327, 357, 11 •; al Verbo, 229; a tutte e tre le Persone divine, 229; Amelung Walther, 2.., 342.
A. e C. offrono i simboli del lavoro, «li; A., pallili orinili, olfre Amore e Psiche: 32, 77 ».; prendono parte alla vendemmia, 1
una pecora, 229; il Verbo irli parla, 230; la più antica offerta, 236; un sarcofago a Villa Medici, 221, 151; in atto di abbracciarsi
Anania e Zaffi», loro punizione, 163.
Abercio vescovo: suo epitafio, 22*, 63, 108, 174. Anastasio iS.) il Follone, 134.
Abigca, una delle cinque verdini nel coperchio di Adelfia, 350. Anatolio, sua iscrizione, 79.
ABRAM, iscrizione con la scena del sacrifizio di Abramo in una Anderson, 1:4.
scultura «pagnuola del vi-vh sec., 200, Andrea (S.) apostolo, 43, 309, 324, 352; barbato, 7*.
Àbramo, 16*; in procinto di sacrilicarc Isacco, :i;X- in esomide, 240; Anta ■74-
rapnivscriiazionc del sacrili/io. 334; aricelo nel ^acrili-io di. 1 17, Anna, principe dei sacerdoti, 316
240; la mano celeste gli ordina di non ferire, 191, 243; sacrifizio Amia, sua iscrizione, 347.
di A. collegato col sacrifizio della croce, 199; suo significato ANNiOC KATOC, sarcofago di,
simbolico, 231. Vedi Isacco. Antera papa, 176,
Achille vescovo ili Spoleto: suo carme, 170, 172. Anlod/mi, epigrafe di, 347.
Adamo ed Eva: nella scena della creazione, 10,228; col serpente, 5,83; Antonia Thisipho, 349.
loro caduta, 154, 213, 275; frammenti visti dal de Rossi in S. Cal- Antonino Pio imp. 4».
listo, 213; A. indica Eva per scolparsi, 229; A. stringe con la ANTONIA, suo sarcofago, 6*, 6.
destra una mono di Eva e le pone la sinistra sulla spalla, 10; A promano Fideli o sarcofago, 333, 13*.
fa il gesto di parlare, 229; vestito della tunica di foglie, 228;
riceve il (rutto, 229; dopo It peccato, 228; sono cacciati dal para- Arcadio imp., 17
diso, 225, 2;S; A. riceve dal Verbo un manipolo di spighe, Eva Aringhi Paolo, 1;
una pecora, 228. i. nel sarcofago di Servanne,
AMA, 30. Mio.
Ade, casa di, 136. Cf. "A.tW Asellrn, sua iscrizione, 32!.
Adelfia: suo sarcofago, 3*, 1;"; di fan lira romana, 102; suo ritratto, Ascnct, moglie di Giuseppe, 237.
7*; acconciatura dei suoi capelli, 114; pvrsoTii li cagione del monte, At(h,tHa, .■llchiilius, iscrizione, 30,
40', della rupe, 230; suo coperchio, 203; con scene desunte da Atenagoia, $•
apocrifi, 330; età del sarcofago, ]02. AlTonio (A/ironio) Fidtlico, sua iscrizion
Adriano imp.: sua moneta con la Pietas Augusti, 74; sua barba, 7*. Aureliae Cassine Firminae, sua iscrizioni
Aerenius {Herenmiti) Itepeniimis, iscrizione di, 219. AYPHAIA AOYKINA, 20.
Agamennone, 202. Aurrliti \hirnia, suo sarcofago, 76.
Agape: ma iscrizione in Priscilla, 82, 92, 225, 341; in una lastra di Aurelio Tcodulo, sua iscrizione, 241.
Terni, i;*; A. mila mi, 341. Avrelius equa lomanus, suo sarcofago, ;
Agar, schiava respinta da Abramo, 229.
Agatone papa, 187. Alitili*,?. Viiletius, 22.
Agnese (S.): come orante, 274; in un pluteo marmoreo ili altare, 7*; Aiirigciiima prof. Salvatore, 28.
sua acconciatura io un bassorilievo d'altare, 274; frammenti nello
scalone della sua basilica. 57. 219. 337; sarcofagi scomparsi, 306,
:
314, 315; sarcofago nel Museo Capitolino, 336. Unibili litTtiifitu, sarcofago di, 75 s.,
Agostino (S.), 4, 33, 35, 96, 122, 157, 170, 187, 204, 2to, 231, 266,
296. 3l8. 322, 356. alaam profeta, che indica la stella in affreschi, copiato
Muse che riceve la Legge, 137.
Aisbetgn, sua iscrizione, 289. albina, scultura, ZOO.
Indice analitico
terizzano il profeta come personaggio sacro e orientale, 210; in Elcna. compagna di Simon Mago, 348.
e l'Eucaristia, 358, 309, 344; orante fra due leoni e due alberi, scntazionì, 268 3.
210, 222; esposto ai leoni, tlipiin.j nell'ipogee dei Flavi verso Elio Sabino, sarcofago di, 349.
la fine del 1 scc, 199, 251; spessii rappresentato come figura Eliphai, imo dei Ire amici di Giobbe, 367,
dei manici condannati alle fiere, 199; pegno della nostra resur- Eliseo, 182 e,, 268 s„ 279; sempre barbalo, 7*.
ÙAMHA fra i leoni, iscrizione con la scena in una scultura spagnuola Emerenziana (S.), suo affresco, 18*.
del VI o vii scc, 200, Emmanuel, 59.
Dauphin (E'rof.), proprietario dell'ex-convento dei Minimi. 23, 302. Emmaus, 345.
David: combattimento con Golia, 263 s.; porta la pera, 3641 Ennius Fillerius, 317.
impugna il pedani, 364 s.; armato della fionda, 7*; sua pit- Epktelus, suo epitafio, 234.
tura in Domililla, 264; con berretto frigio. 26;; porta tunica EflIUTHan, 347.
cinta, 264. Epityeties, sua iscrizione, 65.
David mona. Emmerico, 150. Ercole vestito da donna nel mosaico del Museo dei Conscrva-
Deesis (rVifo-is), suo più antico esempio, 81. tori, 84.
De Font Rcauls Jacques, s, 165. Erma, Pastore di, 69, 147.
Delfino, figlio di, 16. Ermete erioforo, sua base, nell'Anima, 71.
Delfino vescovo, 16, 156. Erode: tiene lo scettro, 262; si allarma per la nascita del nuovo re
Demetri, iscrizione di un sarcofago pagano in Pretestato, 349. dei Giudei, 2841 ordina la strage degli innocenti, nel mosaico
Demetrio», sili iscrizione, 94. dell'arco trionfale di S. Maria Maggiore, 291; nel coperchio dì
Demetrias vergine, 43, sarcofago della cripta di S, Massimino, 291 s.; nella copia
Demetrio, argentiere, 1*. d'un sarcofago distrutto di Saint-Remy, 292; fa arrestare
Demetrius, suo sarcofago e iscrizione nella tomba dei Pancrazi, 65. s. Pietro, 356.
De Rossi Giovanni Battista, 8, 15, 20, 30, 42, 46, 52, 54, 67, 70 s., Espérandieu l'Inule. 314.
77 s„ 82, 86,222, 233, 236,247,253,255,371,2743., 287, 29!, Etrusdlla, 7".
350, 15». EVStbi, in un frammento del Museo teutonico, 206.
Dcssait, 192. Eusebio, 41, 351.
Dcucalionc, 223. Eustochium vergine, 9.
Deuterio, dottore e interprete dei profeti, gnu epitafio in S. Cai- Eutrnpo!, sua lapide, 2*, 15*.
listo, 4. Eva, v. Adamo.
De Waal mons. Antonio, 137, 140, 150, 190, 210, 263, 319, 13* s. Extipfruntin, sim coperchio, 3!j 3.
De Winghc F., 1 [2, 168, 182 s., 212, 20". Ezechiele profeta, rida la vita alle ossa arido, 269.
Diana, uccide i cervi alla fonte, 18, 131.
Diehl Ernesto, 143. Fabiano (S.) papa, suo epitafio, 271.
Diocleziano imperatore, 373; sua tariffa massimale, 2*. Fabrctti Raffaele, 15*.
Dio Padre: nella creazione dell'uomo, 226, sempre seduto nell'offerta Faitoma Proba, suo sarcofago, 44.
di Caino e Abele, 229; suo gesto oratorio, 229. Faraglia Cesare, 138.
Dio-serpente dei Babilonesi, 256. Faraone insegne gli Israeliti: 167. 237, 247; intima a Mosé la par-
Dionisio, vescovo di Corinto, 167. tenza. 344: inghiottito dalle onde, 245, Z47, 249 s.; paragonato a
Dioniso: sul coperchio del sarcofago di Giunio Basso, 14*; sul Massenzio, 246; tiralo in fondo dalla personificazione dell'abisso,
sarcofago di Demetrio nel cim. di Pretestato, 349. 248; annientato, 357.
Dioscori, 212; in un sarcofago del Museo di Arlcs, 189: ne! sarco- Fame Maurice, 165
fago dì Tortona, 348. Faustina giuoiore. 139,
Dioscoro, 349. Febiamisa. sua iscrizione. 14;.
Domenico, P. Abate del monastero di S. Callisto, 122. Petite, suo epitafio. 324.
Domingo (S.) la Reya, chiesa in Toledo, sarcofago ivi esistente, 288. Felicissimo, martire, 244
Domnino, iscrizione in una lastra di Terni, 15*. Felaitu. suo epitafio, 224
Dorcas, 162. Fetonte, caduta dj, 348 a
Dorìa principe Filippo Andrea, 138. Febte, sua iscrizione. 20.
Dovizielli, sarcofago, 133. Ferrajoli-dc Ressi marchesa Natalia, 157.
Draconzio, poeta, 18, 172, 177. Ficker prof, C , 320. 324. 353, 288.
Duchesne mons. Luigi, 14, 349, 6*. Filippo diacono ji», incontro con l'eunuco della regina Candace,
Duhn (vonj, 138. 25-32, 356; catechesi, vui, 170, 319, 356.
Durand Germer, 38. Filippo vescovo, condotto in carcere, n8.
Filostrato. 159.
Ebrei, i tre fanciulli e la statua d'oro, 259 s. Fiorentino, villa a Palcstnna. 191 s., 328.
Efraim, 237. Fì»»ii. 04. '99
Esrtsippo, 174 3. • Flavio Giulio Coirrt-io, suo sarcofago, 90 ss.
ììskit Rodolfo, 135. PImns Etintna, sua iscrizione, 99.
analitico
FI. Hotpitiana, tua Giobbe, 179; veste l'esomidc, 2fi6s. : sofferente nella miseria, 266;
FI. Magnai rhtlor, a testimonio della risurrezione fumi a, 267; con gli amici, 272.
Flatiùu rertuUm, si Giona: figura della riiuiraione, 8; gei
Fin™ , ,l//i,/;r» dorme sotto la cucurbita, 17. 75. 101; 8", so-, è molestato dal
Sforni sole, 156; non è mai il marin; io orante sulla nave, 202; ìa
Foednh, liattczzata e cresi nave di Giona, 17, 202; insieme con l'aro di Noè, 204; due
Folcaro Francesco, copista scene di G. nelle testate, lira t. :rza nei coperchio, 204; tutte
Folcaro Sebastiano, copisi le scene con la cucurbita, 204; effetto della sua predica ai
Fonck Leopoldo, S. J., i; N'iniviti, 204; G. vestilo, 208; e on scene pastorizie, 211; tipo
Fontgalland (Collezioni:), : di Cristo avvicinato all'antitipo, 218; mostro di G. prefigura
Hallo del Satana, :;6; G. prefigura i defunti 7*; sempre imberbe, 7*;
i de' Cai
a del Le : , 286.
Ninniti, in aito di pregare Dio, 206. battesimo di Cornelio e della prima cattura, 127; pastore nell'arte
Niobidi, sarcofago delle, 13*, monumentale, 129 ss., 3*; dottore del gregge simbolico, 128, pa-
Noè nell'arca, 12*; riceve dalla colomba il ramo d'ulivo. 223 a.; stoie colla pecora sulle spalle, 142; pasce il gregge, 14553.;
nell'arca chiusa, 224 s.; aria (UN., simbolo del battesimo. 224 3.; con la capra sulle spalle, 150 ss.; porta nel manto la pecora
frammento di lapide coll'arca dichiarata dal nome NOE, 22+; all'ovile. 152 ss.; pescatori
sempre imberbe, 7"; prefigura il defunto, 7*. iato, 7*; .il k, e 58; lun >79i
Novaziano martire, sua iscrizione, 2*. n la Cananea. 159; rappresenta;ioni più 1:
; salva li flutti. nìa e Zaf-
Obemiann H. T., 343. tiiii. 163; ultima sua cattura. 164 ss.; davanti a Nerone, 167 s.; si
Oceano, 100, 202. avvia al martirio, 168 8.; sudi grandi privilegi, 170 ss : fondamento
OCTABIAAA. suo epitafio e sarcofago, J*. della Chiesa e fondatore della Chiesa di Roma, ix, 170 ss.; riceve
Oetaria trine: sua iscrizione, 3"; suo sarcofago, 9*. le chiavi, 172 s.; riceve il volume della La, 173 s.; pefrii Ec-
Ottavio Matrona, ma iscrizione, 6. cttàat, 239; Cornelio prostrato ai suoi piedi, 239; j
((libriti, 43. fra scene di Cristo e le sue, 239, «•.
Olivini (Museo) in Pesaro, 301. ■[blu. in morsiti sultni, 22; col diadema, 40; Cristo davar
Olympus AnliitiawK. sud cpilatio Milla fronte di un sarcofago, 3*. P., 40, 45, 171 s., 180 s., 240, 255, 316SS., 11*, 16*; m(
di P„ 169; contrapposto alla scena della lavanda dei pici
Onorio imperatore, 173.
Optati:, suo sarcofago, 79, 86. scssore, 316; fa scongiuri. 318; concede a Giuseppe d'Ariiii
Optatimi Renda, sua iscrizione, 217, 3*. il per !
Orfeo, figura di Cristo, 351, 8*. ] II, I cofago d
Origene, 3, 135, 259, 274, 283. Pio Pp. XI, ■
Ormisda (S.J, papa, 14*. Piranesi G. B„ i
Ottato (S.), di Milcvi, 3, 172, 187, 270. Pirra, rappresenti
Ovidio, 16. Plauto, 16.
Plinio il Giovane
Pacata, fece fare un sarcofago, 97. Platini Tertius, s :, 214.
Pancrazi, tomba dei, 66.
Pancadc, gruppo di, 296. Pollale Ludovico, 140.
Paolino (S,), da Nola, ]6, 18, 91, 136, 171, 282, 320, s., 339, 3*. Ponzio, biografo di s. Cipriano, io;.
Paolino (S.), chiesa di, a Lucca, 94. Prassede (S ), 36.
Paolo (S.) Apostolo, IX, 19, 36, 43 s., 50 s., 90, .07, 118, 158, Primo di Corinto, 174,
170 s., 183 8., 215 s., 231 s., 240, 242; nel concetto dei Marcio- ; sarcofago, 43 s., 3--
niti, 33; con s. Pietro rappresentante del collegio apostolico, 37,
332; offre al Signore la corona, 40; sua decollatiti, 107. 164,
169, 179, 243; sua cattura, 107; apparizione ili Cristo a! donar
gentium, 107; allude all'Eucaristia e al Battesimo, 108; davanti il battesimo ai principi degli Apostoli, 10S.
a Nerone, 167; suoi contatti con la Chiesa di Roma, 175; effi- Procopio, 4J.
giato co! volume chiuso, 180: su monumenti ravennati riceve veto. - o nell'arte pagana, :
dal Signore la Legge, 181, 326; acclama, 185; prescrive il capo Prospero. 187.
coperto alla donna, 340; suoi atti apocrifi, 350. Prudera». 258. 282. 2B4
Paolo, vescovo di Dura, 21* Psiche. lapprcsenuuion; di, 32, 77 s-, 148, 351.
Paribeni Roberto, X, 32, 76, 12'. Pudente, 36.
Paride, con berretto frigio, 141, 265. Pndcnriana, 36
Parisi, villa presso Frascati, 42.
Parker, 78. Quadrato apologeta, 305.
Parmeniano, vescovo donatista, 187. Quattro Coronati (S) ). 84. 273.
Quintiliano. 4.
Pasquale I, 273. Qi iodi uh de ii- (S ), «scovo di Cartagine, 270.
Pastore di Erma, 35.
IlAYAGINA, suo epitafio, 97, 211. Radule, 236.
Peiresc, 18 s„ 20, 22, 30 s., 33 s„ 38, 45, 51 s., 127, 154, 167, Rampolla del Tindaro Card. Mariano, 271.
172 S., 179, 222. 2<12. 264. 2ÓG s., 290, 310 S., 315 S., 326, Raskoh John, vi ',
Ruponi l n.l •
"turione, .12.5. Ravennio. vescovo di Arles, t88.
Perpetua (S.): s '. 69. Rebecca, un» delle cinque vergini sul coperchio di Adelfia, 350.
Perseo .■ ruir.ii- Redento diacono. 286.
Rcioach Sai-mone. 38.
Pier Crisologo (S.), 187. Révoil (Conte), 33.
PÌetro{S.), 107-192; sua prima cattura, 115 s., 118,356; rappresentata Robert Carlo, 25, 13*. tj*.
accanto al battesimo di Cornelio, 1 ifi, 356; è condotto al carcere, Ri 1 -.-..,-.■■ Gherardo, \. 2;
118; liberato dal carcere, 118; annuncio della sua triplice nega- Rosa de Angela Siila, t8
zione, 1193.; della forma solenne, 124; avvicinato alle scene del Rcocher, 87.
R ostimi self prof. Michele, : ita, 150 ».; insegna. 'I simbnlnir.n della nave di Pietro, 157;
Roui Alphcran, 249. r\A I 'itti parlari /a .!cl!a con^e^r.a dille choi. a Pietro, 172;
Rulli.
Ruffi. 57, 1H5. 0 passo riferente*! all'appellativo simbolico di piscienti dato
I Rufino Cristiani, 185; dichiarazione sul Dm unico e creatore del-
Kulii.ii iniveno, 199; paragona la irea2ii>nc di Adamo al mito di
umetti», a-,- riferimento di T al Himholi.ir., ci Isacco, 231;
Simun
Santambrogio (Vigna), 180. T. si, e Tu, ,11
Sara: assiste
: al sacri lìtuo di Isa , 237; moglie di Tobia, 270. Trrlulha. BUI
Satana, « draco infernalis», 203; .dì attacchi, 344; prefigurato dal Ttitinu. suo epiialio. 96.
scr. dei progenitori, d mostro di Giona, dai leoni di Thiiliìtm. mio epitafio. 20.
Da,
Damele, .;.;'>. Tlfotullui epismpia ottieni
Satura Musa preparano il
Saturi. 0 dei trenta tirati
Saul r. 265. Tiburzio * Valeriane 1
Tigride, sua iscrizione,
Aix: Museo, M XXVII, 4, p. 59; LXXXXVII, 2-4, p, no: Babilonia: cosi chiamata Roma da s. Pietro, p. 119; fornace di B.,
CXXXVU, 8, p. 172; lav. CI., 1, pp. 183, 237S., 244, 2475., p. 200; corte di, pp. 251 s.; divinità, pp. 125, 255.
262, 299, 303, 5': cappella di S Metrias, lav. CL, 1, p. 183: Bagnolo, tav. l.XXXXIX, 5, p. ut (ora a Montpellier).
me Roux-Alphcran, tav. CCXVI, 3, p. 240. Balazuc, sarcofago, tav. CXXII, 1. pp. 122, 189, 191 (ora a
Alessandria, sarcofago, p. [77.
Algeri, Museo (da Dell.,), ttw, XXIX, 3, p. 40; CU, 1, p. 113 Baouit. sala copta di, nel Museo del Louvre, fig. 119, p. 203.
Ampurias, sarcofago, tav. LXIX, 2, pp. 88. 348 (ora a Gerona, Barcellona: sarcofagi, lavv. CIX, 7, pp. 124, 302; CX, 3, p. 118;
Mus
Andra, p. 115. Bellegarde, sarcofagi, taw. XLIII, 5, p. 48 (ora Nimes alla Cat-
Ancona, cattedrale, sarcofago di Gorgonio, tav. XIV, 1-4, pp. 01, tcdralc}; CCXXXVI, 8, pp. 247S.
136, 181, 238, 264, 3903. Berja (Almeria), sarcofago, tav. CL1, 2, pp. 167ss.
Angelo (S.) in Formis, p. 298. Berlino: biiilkiu.a. vii:: sarcufii.iii e framintiiti nel Kaiser-Fricdrich-
Antiochia, pp. 243, 35;. Museum, taw. VI, 1, pp. 7, 9; XXXI, 2, p. 39; LIV, 3, pp. 07,
Anzio, sarcofago Barsanti, tav. CXVIII, 4, pp. 90, 134. 75; LXXVII, 1 e 2, p. 27; LXXIX, 8, p. 94; CVII, 9. pp. 1 [fi,
Apamea, p. 225. ti8;CXXXVII, 3, P- iSi;CLXXVII, ;. p. 2.7; CCV, 4, pp.z33,
Api, cattedrale, tav. XXXVII, 1-3, pp. 54, 193, 322. 238, 243, 312; CCXXIV, 4, p. 284; CCXXXII, 1, p. 299;
Ararat, p. 225. CCXXXXIII, 2, pp. ili, Ii6.
Ardore (Reggio Calabria), sarcofago, figg. 80-82, pp. 141, 265. Bethlcem, pp. 53, 282, 284, 293 s., 325, 352.
Arles: Museo, taw. XI, 2, p. 21; XI, 3, pp. 21, 117, 167; XI, 4, Bethsaida, cicco di, p. 295.
p. 100; XII, 1, 2, 4, pp. 21 s. (fig. 8, p. 22), 52, 161, 1803., 324; Bieda. coperchio di sarcofago, tav. XX[II, 6 e fig. 13, p. 29.
XVlII,i,p.i9;XXVI,3, p.373.;XXIX,i,pp.38,49;XXXII,3, Boboli (Firenze), sarcofago nei giardini, tav. IV, 1, pp. 13, 17.333-
p. 50; XXXIV, 3, pp, 46, 83; XXXVII, 4, p. 4;; XXXVIII, i, Brescia: sarcofago, nel Musco, tav. CCVIII, io, pp. 90, 163, 258,
pp.234, 309;XXXVI1I 2, pp. 49, 178; XXXVIII, 3, p. 493.; 266, 309, 344; avorio, pp. 3033.
XLI, 1, p. 51 s,;XLI, 3, p. 51 s.; XLII, 4, p. 51; XLIV, 1, Brcslau, pp. vii, 166.
p. 563.; XLV, 1, p. 121 s.; 191; LV, 3, p. 99; LXI, 3, p. 95; Brignolles, sarcofago, tav. 1, 3, pp. 7, 131, 136, 5*, 8'.
LXV.4, p. 82; LXXXXVII, i,p. 123;CXII, 1, p. ia7;CXlII, 1, Burgos, p. VII.
pp. 117, 127. 188; CXXII, 3, p. 188; CXXIII, 1, p. 326;
CXXXXI, 3, p. 178; CXXXX1, 4, p. 123; CXXXXV, 4; Cafarnao: centurione di C, ricevè la grazia di Cristo, pp. 253,2993.,
CXXXXV, 6, p. 162; CXXXXVI, 2, p. 166; CXXXXVIII, 2, 273, 353, 358; guarigione del paralitico di, p. 293.
p. 66; CXXXXVIII, 2, pp, 36, 172 s.; CLII, 1, pp. 160, 18;, Cagliari, Museo, tav. CXXXXI, 8, p. 158.
[88; CLII, a, pp. 1903.; CLII, 4, p. 191; CLII, 5, pp. 117, 160, Cahors (ora Pietroburgo), sarcofago, tav. CXV, 1, pp. 117, 160,
188, 190, 200; CLIII, 2, pp. 185, j88; CLXXVII, 4, pp. 217, 239 s., 254.
229; CLXXXIH, 3, pp, 234, 308 s.; CLXXXVII, 12, parti- Camarguc, vedi Arles.
colare della tav. CCVIII, io, pp. 258, 309; CLXXXXV, Campii (Teramo), sarcofago, tav. CVI, 2, pp. 114, a2Ó s„ a», io*.
3-4, pp. 232, 238, 243, 249 s., 252 s., 256, 262, 317, 338; Cana, miracolo delle nozze, pp. 13 s., 44, 78, 189, 308.
CLXXXXVIII, 1 e 3, pp. 232, 2373., 268, 281, 283, 289 s.; Capua, chiesa di S. Marcello, sarcofago, tav. IX, 2, pp. 116, 232,
CCI, p. 262; CCXII, i, p. io"; CCXVI, 4, pp. 247, 259; 335, 10*, 13'.
CCXXVII, [-2^.293,296,298,3043., 3o8s.,336;CCXXVIII, Cartagine, sarcofago, p. io".
5, pp. 121, 296, 305, 309; CCXXXI, io, p. 293; CCXXXVI, 11, Castellammare di Stabia, sarcofago, nella cattedrale, tav. LXIX, 1,
p. 3083.; CCXXXVIII, 2, p. 324; CCXXXXV, 2, p. 336; p. 88.
CCXXXXVII, io, p. 336; - Camargue, tav. CCXXXVIII, 5, Castiliscar (Spagna), sarcofago, tav. CCXIX, 3, pp. 263, 288, 298,
p. 326; - Ex-convento dei Minimi (prof. Dauphin), taw, XX, 1, 302 s., 308 s.
p. 23; XX, 4, pp. 44 s„ 322; XLIII, 2, p. 158; CU, 5, p. 227; Centocelle, p. 271.
CCXXXUI, 7, p. 293; CCXXXIV, p. 302; - Chiesa di S. Tro- Cherchel, epigramma coli'espressione cultor Verbi, p. 59; sarco-
fimo, taw. XLIII, 3, p. 53; CCXI, 1, pp. 247 s.; CCXXXXII, fago, tav, CCII, 4, pp. 286 s.
1-2, pp. 307, 312, 12*;-Sarcofago dell'^nniran!, pp. 22 s., 166; Civita Castellana, sarcofago, nell'Episcopio, tav. CXXXXNI, 3,
io*; sarcofago detto dei Dioscori, pp. 189,217,229,234,3085.; pp. 293, 309,
sarcofago de « [a chaste Susanne », pp. 233, 252, 262; sarcofago Clermont-Ferrand, Museo, sarcofago, taw, XXVII, 2, p. 34;
creduto di R. Genesio, p. 315; -A. città rinomata per la fabbri- LXXXX1X, 1-3, p. I17J CLXXXIV, 5, pp. 232, 296, 308, 337;
cazionc dei sarcofagi, p. 1SK: lìavennio, vescovo di A., p. 188; CCXXX, 5, pp. 294i 299, 310.
sinodo del, pp. 451, 188; nelle officine di A. furono fedelmente Copenhaghen, Musco Ny-Carlsberg, tav, LIX, 3, pp. 85, 90, 202.
imitati modelli romani, p. 183; sarcofago ora nel museo di Ai.x, Cordova, tav. CIX, 6, pp. 117, 12S.
Mar Rosso, passaggio del. pp. 244-250.
Marsiglia: cripta di S. Vittore, tav. Vili, 3, pp. 19, 49; - Museo,
! taw. XVI, 3, pp. 118 s., 107, 166; XVII, 2, pp. 18 8., 107,
ibi», sarcofago, lav. CXVHI, pp. 34, 90.
166; XXVII, 6, p. 40; XXXIII, 3, pp. 40. 107: XXXIV. 1,
:o, p. .152. p. 41; XLIII, 4. pp. 54, 58S. e iigg. II, 22, p. 54; fig. 25,
illys, sarcofago, ora nel Musco d-Algcri, tav. CU, 2. p. 11; p. do; CLXXXXIV, 10-ti, p. 232.
1 di sarcofagi. Collisione ile [''ontgalland e casa Muto» (Spagna), tav. CXVI, 2, p. in.
w. CXXXVII, 6, i>p. iaS, tao; CCXXX, Milano: S. Ambrogio, taw. LXXXXV, 2, pp. 102, 183 s.;
pp. =94. =99. 3'°. 312- CLXXXVIII e CLXXXIX, pp. 238, 268, 282, 290, 337 s.,
Dijnn, frammenti ili sarcofago, lav. LXV, 352;-S. Celso, tav. CCXXXXIII, 4-6, pp, m, 156, 300,
Dura Oropos (Siria), pitture, pp. *«•»., * 330, 351; - Museo Castello Sforzesco, taw. (.'CXXXVII.
pp. 68 ss., 308, 333, 335, 339, 5* (da Lambrate); CCLII, 2,
., (So-.Ha), ; .'. CCXIV, 1 p. 339; - S. Aquilino, mosaico, p. 349.
Montpellier: falsificazione d'un gesso, 9; sarcofago, tav. LXXXXIX,
Farfa, pitture, p. 174. S. I
Felice (S.), chit-sa in Gerona, sarcofagi, pp. 88, 251. Vedi Gcrona. Mos ■lusco, tav. CXXXVII1, 5, p. 148.
Fermo, sarcofago, tav. CXVI, 3, pp. ut, t]8, 162, 2293. Saint-Jean, sarcofago scomparso, fig, 18, j ■. =49-
Ficulca, p. 233.
re (Giardino Roboli), tav. IV, 1, pp. 13,17, 333 (Sartia Trinità); Napoli: battistero con le immagini dei cervi alia fonte, p. 18; con-
r. LXV1, 1, p. 83. segna della Legge a S. Pietro, p. 174; frammenti di sarcofagi nei
Foi\, sarcofago, p. 305. magazzini del Musco, taw. XXII, 4, p. 28; fig. Ì2, p. 28;
Formis (S. Angelo in), p. 238. CI XIV. 5, pp. no, 258, 347; CLXXXV, 1, pp. 227, 284 s„
Frascati, sarcofago nella Villa Parisi, fig. t, p. 3. 338; CCLVI, 4, j, p. 8',
Narhona: chiesa di S. Paolo Sergio, sarcofago, tav. XXVI, 3,
Gaza, pp. 25, 329. p. 38; frammento ili coperchio, tav. CVI, 1, pp. 116, 118, 128;
Gcrona, p. 88; chiesa di S. Felice, taw. CXI, p. 118; CXI, 1; sarcofagi nel Musco, taw. XI.V, 2; CXXII, 2, pp, 167, 1S8 s.;
CXII, 2-3, pp. 117, 128; CLVIII, CI.XXXXVI, CXXIV, 3, p. 124; CCXVII, 2, p. 232.
Nazareth: Cristo insegna nella sinagoga di Nazareth col volume
Gerusalemme: pp. 2;, 191, 32;; celeste, t; agnelli che ni spiegato, p. ^'/. -'■■.■■
dalla città di, p. 352.
Giordano: fiume sotto forma di onde, p. 2(>8 s.; sua personifica- Nimes: frammento di sarcofago, tav. CCXXXII, 7, pp. 299,
zione, p. 268. 21'; coperchio perduto contenente la scena dell'incontro di
G.ozon(Ardèche), taw. CLXXXVII, 1-3, p. 260; CLXXXXVII, l, Pietro col cane di Simon Mago, p. 350; sarcofago col Cristo
pp, 255, 350; CCXXXII, n. 8, p. xt. insegnante agli apostoli, nella cattedrale, tav. XLIII, 5, p. 48;
cappella di Saìnt-Baudillc, tav, XVI, 2, p. 168; Meynier-de-Sali-
Honorat-(St-) imx-Alist-aiuns. vedi Arlea. nellcs, frammenti di sarcofagi, taw. CXI, 3, p. 123; CCXV1, 8,
pp. 247, 249; Museo, taw. CCXXXII, 7, p. 299; LXXXXIX, 4,
Iconio, p. 326. più completo, CCXXXVIII, 3, p. 306; frammento con Giuda
leropoli nella Frigia, p. 174. bifronte, tav. XV, p. 3,4.
loppe, p. no. Ninive. p. 222.
Pietroburgo, raccolta Basilewskv, (da Cahors). la.. CXV, i, pp. ] 17, pp. ìoz, 114; LXXXXV1. pp. 728,227; LXXXXVlII,t;CII, 3
(da Porto), p. 112; CHI, 4, 6, 8; CVII, 8 (nei magazzini), p. 116;
Pisa: Camposanto: law. LXVI1I, 6, p. 92; I.XXV, 4, pp. 93, CVIII, 4; CVIII, 8 (da vigna Santambrogio); CXI, 4 (da Ti-
ii«; LXXXIII, 3, pp.81, 100, 138, 147; CXVI1I, 1, p. 148; voli), pp. 116, 17*; CXV, 2 (n. 148), pp. 219, 287; CXV11. 2-4
CXXXXVH, 1. p .4;; CI.VII, 1, p. 144; - Musco, (n. 181 da Pretestato), p. 142; CXX, 2 (n. >i4), pp. .20 ,52,
tav. LXXXVII1, r-3, 5-7, pp. [52 s. 217,219, 275, 337; CXXI, 1, pp. 151, 161, 176; CXXI, 2.4
Piagne, chiesa, tav. CCXVI1, 6, p. 319. (n. 174), pp. i2t, 159, "6o. '7° sa.. 175 s., 317, 332, 19*;
Poiliers: MTV. CXXXXVI1I, I, pp. 117, 169 (distrutto); CXXI1I, 3 (n. 116), pp. 123 s.; CXXIV, 2 (n. 138). p. 124;
CLXXXXV1II, 2, p. 290 (distrutto). CXXVII, 1 (n. 161), p. 127; CXXVIII, 2 (n. 184), p. 319;
Porto: tav. VI, 4, p. 34', - Episcopio, law. XLIX, 5, pp. 65, 67; CXXXIII, 3 (n. 128), pp. 139S., 7*; CXXXVI, 2; 4 (n. 147),
LXVII, 3, p. 84; I.XX, I, p. 81; I.XXXV1, 2, p. ,28; p.2i6;CXXXlX, i,3.p. I49;CXXXXI, 5, p. 185; CXWXII, 3
LXXXVH, 1 e 3, p. 101 (tutti e sei ora nel Musco lateranense); (n. 164, das. Paolo), pp. 125,164; CXXXXIII, 1, 2; CXXXXVI,
CLXIL 3- P- *I3- 3 (n. 171, da Domiiilla), p. ;68; CLI, 1 (dalla basilica vati-
Porto Torres, p. 17; tav. CLXIV, z, p. 342. cana), pp. 180, 20*; CLIII. 1 particolare del (n. 55), pp. 186,
Puy, Mosto, lav. XXVI, i, pp. 235., 33 s. 188; CLVI; CLVII, 1; CI.X, 2 (particolare del CXX, 2);
CI.XII, 4, p. 207; CLXVI, 4 (n. !37), pp. 203, 220, 338;
Ravello, frammento di sarcofago, p. 286. CLXVIII, 1, p. 213,2, p. 21 i;CLXX, 4, pp. 214.260; CLXXI, 4,
Ravenna: Museo, law. 11, 2. p. 8;CXXXXI, 6, p. i8i;CLIV, 1,3, p. 214; CLXX1V, 5, 7, io; pp. 217, 220; CLXXV, 6, pp. 224.
p. i84; CCXXXXIII, 3, pp. 331, 351; CCLIII, 1-5, pp. 326, 260; CLXXVI, 5, p. 262; CLXXVII, 3, p. 218; CLXXX, 2,
3" e 15'- pp. 120, 232, 261, 308; CLXXXIV. 1 e 3 (nn. 191 e 210),
Reims, fìg. 5, p. 18 (sarcofago distrutto). pp. 227, 232, 234, 270, 337, 7'; CLXXXVI, 2, pp. 230, 293,
Riano, sarcofago scomparso, fig. 186, pp. 297, 308. 296, 302 s., 338; CLXXXX, 1, 2, 3, 5, 6, 9, io, pp. 228, 256,
Rignicu\-!e-Franc, vedi Parigi. 260, 268 s., 308; CLXXXXI, 2, p. 228; CLXXXXII, 1, 2,
Roma: Accademia Americana, tav. CCXXXIV, 3, p. 303, fig. 190; - 8, pp. 224, 260, 308, 338; CLXXXXIII, 2, pp. 256, i6";
Basiliche e chiese: Cappuccini, tav. CX, 2, p. 116; Cecilia (S.), CLXXXXV, 2, pp. 153 s- 297- 3°4 >■. S*. '7*: CLXXXXVII, 4,
tav. LXXI, i, p. 86; Clemente (S.), tav. 1,11, 3, p. 129; Cri- pp. 228, 254S., 308; CCI, 1, pp. 262S.; CCV, [, p. 2>S;
sogono (S.), tav. CXXXVI, 5, pp. 81, 139; Giovanni (S.) in CCVI, 3-7, pp. ni, 116, 121, 227, 232, 158, 270, 293, 296;
Laterano, tav. LXXXVII.6, pp. 292 s. (dal Battistero, ora Musco CCVIII, 6, p. 258; CCIX, 3, pp. 235, 247, 249; CCXIV, 8,
lateranense); Maria pp. 202 s., 2275., 232, 296, 302 s., 308; CCXV, 7, pp. in, 116,
III, ; fìg. 122, pp. : S.) i 270, 296, 3o8,3t2;CCXVI, 5, pp. 247,249; CCXVIII, 1, pp. in,
Vaticano, tavv. CL1V, 4, p. 183 (sono l'altare della Madonna 116, 121, 187, 223, 338, 256, 293, 296, 298, 302, 304, 3083-,
della Colonna); CLI, 1, p. 180 (ora Museo lateranense); Grolle 309. 312. 338, 19*1 *, PP- "i. "6, '21, 228 s., 233, 238, 256,
Vaticane, tavv. XII, 5, pp. 161, 180; XIII, pp. 24, 3;, 37, 131, 293, 296, 298, 304, 308 s., 309, 312; CCX1X, 1, pp. 270, 285,
164; XXXII, 2, p. 40; XXXIX, 1, pp. 49, 77; LXXVIII, 2, 288; CCXXI, 6, pp. 263, 283, 285; CCXXIII, 1, 5, 7, 11,
p. 93 (ora Musco lateranense); vedi Parigi, Museo del Louvre; pp. 283 s-, 286; CCXXIV, 3,8, pp. 284, 288, 338; CCXXVTII, 7,
Pietro (S.) in Vincoli, Cav. CXIV, 4; Prassede(S.), law. LXXI, 3, pp. 255, 296, 298, 304 s., 308S.; CCXXIX, 1, pp. in, 116,
p. 79; LXXXX, 4, p. 141; CXXXIV, 2, p. !4t; Pudenziana (S.J, 2323., 293, 296; CCXXX, 6, pp. 293 ss., 3tos.;CCXXXIII, 1,
figg- 7°s., p- 130; Saba (S.), tav. LXVI, 2, p. 83; Cimitero 3,8, pp. 116, I2i, 296,303; CCXXXIV, 7, p. 302; CCXXXV, 7,
« ad duas laurea », taw. LIX, 2, p. 80; CXXXXIV, 5, pp. 133 ss., pp. 2z8s., 293,296,301,309, 311,54;CCXXXVI, 6, pp. 308s.;
% 34-3S. P- 73; - Collezioni: Stroganoff, tav. LXXXIII, ■, CCXXXVIII, 4, pp. 234, 352: 6 (n. 169A già Ludovisì),
p. 69; Wilpert, taw. XXII, 1, p. 30; CCXVII, 5^.319; Wilshere, PP- 32S. 352; CCXXXIX, >, p. 324; CCXXXXH, 3, pp. 328 5.;
tav. XXXI, 7. p. 36; Wollmann, tav. XIX, 4, p. ai; Istituto CCXXXX1X, 11, pp. 279 (fig. 172), 338; CCL, 2, p. 333;
Svedese, tav. CLXXIII, 7, p. 208; Museo lateranense, taw. I, 1, CCLI, 1-3, pp. 352 e 16*; CCLII, I, pp, tu. 116, 121, 293,
pp. 4. 7- 79- II, I, PP- io, 332S.; VI. 4 (da Porto), p. 34; 296, 308 s.; CCLIV, 4, 7, pp. 342, 345; CCLXII, i, p. 5*; -
VII. 1 e 3, p. 17; VIII, 2, pp. 18, 21; Vili, 4 (n. 183), pp.24,119, Ospizio dell'Anima, Base di Ermete erioforo, p. 71; frammento
128, 20'; IX, 3 (n. 119), pp. 17, 26, 32, 109, 140, 104, 223; di sarcofago scomparso, tav. CLXXXIII, 1, p. 232.
XVIII, 3, pp. 19, 319, 326; XVIII, 5 (parte a S. Sebastiano), Rossano, codice di, p. 262.
PP-91. 324ixx> 3. P-322; 5 ("■ >oódal Vaticano), pp. 45,118,
161, 322; XXI, z e 3, pp. 27, 30; XXII, s, p. 30; XXIV, 2, Saint-Cannai, chiesa, tav. XLV, 4, p. 53.
p. 30; XXXII, 1, p. 50; XLII, 2, p. 53; XLII, 3, pp. 52 s.; Saint-Capraia d'Agen, chiesa, tav. CLXVIII, 4, pp. 203, 214.
XLVI, 5, p. 66; XLIX, 5 (da Porto), pp. 65, 67; L, 3, 5, 7-10, Saint-Gilles, chiesa, tav. CCII, 3, pp. 2623., 291.
p. 67; LI, 8 (da Pretesiato), p. 67; LII, 1, 5, p. 71; UH, 1 (dai Saint-.Maximin, chiesa, law. XXXIX, 2, pp. 122, 178; CXXXXV, 1
Giordani), pp. 75, 209; LV, 5 (da Pretestato), p. 76; LVII, 5, p. 168; 5, 7, p. 162.
pp. 67, ,77, 153; I.VIII (n. 150), PP- 67,77, '3^. '38,232,8"; Salerno, cattedrale, tav. LX, 4, p. 78.
LX, 3 (n. 230), pp. 75, 335; LXI, 2, p. 78; LXII, 2 (già Chiara- Salona, tav. CXXXII, 1-3, pp. 134 s„ 143, .52 (ora a
monti), pp. 79, 7»; LXVII, 2, p. 94; LXVIII, 3; LXX, ■ (da Saragozza, cripta di S. Encrazia, taw. CLVIII, 1; CCXXIX, 1
Porto), p. 81; 4 (da Pretestato); I.XXV, 5 (n. 224}, p. 94; P- 337-
LXXVIII, 2 (dal Vaticano), p. 93; I.XXX, 1 (dai magazzini Va- Servanne (presso Arles): tav. XV, 1-3, pp. 24, 33; Conte Révoil.
ticani), p. 98; LXXXIII, 4, pp. 139, 147, 333; LXXXV, 2; tav. CCXXXXV, 3, p. 336.
LXXXVI, 2 (da Porto), p. 128; 3 (n. 178), pp. 2I8, II*; Sesto Fiorentino, coperchio di sarcofago nella villa Guieciar-
LXXXVII, 1 (da Porto), p. tot; 6 (n. 220 dal Battistero late- 34°-
ranense), pp. tot, 220; LXXXXI, (n. 55 da S. Paolo), pp. 102, : Museo, taw. LXXXXII, LXXXXIII, '
1.7, 160, 186, 233 s., 316 s.; LXXXXIII, 2 |n. 55. particolare),
Indice i
tranne un'eccezione, 342; nelle sculture pagane Caccia, scene di. 133.
imi nitrii all'ultimo viaggio, 343; b. pacano effigiato si Cacciata dal paradiso, 22S s.
e adoperato per un sarcofago efistiano, 341. Caduta dei protoparenti nel paradiso terrestre, 227 s.
, spallici. Cachi, sua personificaiione presa dall'ari,- classica, 33, 35, 37 s-. 176.
Calamiti, 36.
Barba; segno di autorit ■; portata da Cristo, IX, 176; dai filosofi t Calendario Bucheriano, 187.
spesso dai dottori, 4; indizìi Calo, 329.
della vita reale, 7*; person: arbati, 49; la b. distillane Cambiamenti di rado introdotti dagli artisti provinciali nei modelli
padre dal figlio, 136; corta, 193; riccia portata da s. Pietro, 158; romani, 125 s.
lunga, 179: apostoli con b„ 181 ; portata, da Dio che parla con Cammelli dei Magi, 287 s.
Giacobbe nel sogno, 236; da Giacobbe nel sogno, 236; da Giu- Cananea; la prima pagana convertita, sx: implora la grazia per sua
seppe nella benedizione di Giacobbe, 237S.; dal profeta Elia, 269. figlia, 111; nel sarcofago di Verona, 177; spesso scambiata con
Barca a vela, 6. l'Emorroissa, 162 s., 191; condotta da Pietro al bacio della mano
Basiliche tre nel sarcofago lalcranense 174, 171 s. di Cristo. 111, 127, 163, 191, i2i, 239».. 246, 298, 303, 337;
Bastone: puntato nell'ascella destra indica il pastore in riposo, 94; b. ri- talvolta vicino alla scena dell'annunzio della negazione, 119, 159,
curvo del Buon Pastore, 88, 90; b. distintivo del Centurione, 117, 170; alla Uaditìo legìs, 1593.; al battesimo di Cornelio, 176,
262. 3291 impugnato da David, 264; vi si appoggia un cieco, 295. 289, 293.
Battesimale, acqua, 109; simbolo, 109 s. Cancelli, imitazione di. 41.
iattesimo: chiamato sacramenlum crucis, 19; amministrali otte del Candelabri con ceri ardenti, 9*.
b., 3; sue rappresentazioni, 16-24; simboliche, 16-20; reali, 20-24; Candele a
di Cristo, 9*; nelle mani delle pie donne, 22*. •
bolico di Cornelio, 240, 327; I Candidili grex, 138S.
0 nel passaggio del Mar Cane: accarezzato dal pastore. 90; ai piedi ilei pastore. 140, 143, 147;
Rosso 109; sue rapprcsentazio 111-114; b. di Cornelio suo elogio, 341; nelle scene di viaggio, 431.
14; sua giustapposizione Cane di Simon Mago, 350.
e sua fusione con la prima cattura di Pietro, 116; suo differi- Canestro: con uva, 39; rovesciato, 146.
mento 2;; suoi simboli, 224, 293 ss.; pescatore, allusione Kmè», 47.
al b„ 7, 16; avvicinamento del convito al h., 344. Canon missae, 229.
Canone muratoriano, 186.
Cantari: accanto a grypiii, motivo preso dall'arte classica, 46.
Battezzanti, loro abito, 20. Canto delle Sirene, simbolo delle seduzioni carnali, 6, 41.
Battezzati, chiamati infanta, ntophyti, pueri, puellae, 20. Capanna, 146,
Battistrada a cavallo, 29. Capelli, v. Acconciatura lunghi e inanellati, 73. 157, 176; ad catini
Benda, cinge le capigliature profuse, 40. tatti, 101. ondulati che coprono le orecihie, 102.
Benedirti» pallioritm, 155. Capigliavjia ricca. 94: straui di nanamente ricca di Cristo, 53; pro-
Benedizione; scene di, 23;; b. di Cristo nel miracolo dei pani e dei fusa, cinta da benda. 40.
pesci, 30N; di (;iair>l>he, 23(1, 306 s.; di Isacco, 235 s. Capitelli corina. 33. 39. 4' ss., 00. 143. [83.
Benvenuto, atto di dare il, 138, 153. Capo della Chiesa. IX.
Berretto cilindrici! dei snidati di pulizia. 109, 113. 189, 7*, 15*; è Capolavoro della scultura di Aites. 289.
uno dei più importanti indizi cronologici, 9*; appare per la Cappuccio: della pellegrina del pastore, 9;: della tunica del coc-
prima volta sull'arco di Costantino, 313; b. frigio portato da chiere. 26: della tunica del timoniere, 202,
David, 265; da Paride, 141, 165. Capra: sulle spalle di Pietro, 130 ss.; nel gregge del sarcofago di
Bestiari!, 84. S. Maria antica. 75; nel sarcofago di due durissimi in S. Seba-
Biseiiium, 252. stiano, 140.
Copiai per libri: attributo degli uomini addetti alla scienza, io, 113;
Boari, '47- aì piedi di due ligure oranti, 53; con un fascio di volumi, 274;
Boccoli, capigliatura di Cristo con, 1S8. forma data all'arca di Noè, 223; chiusa, 272.
Bracciali- purMKj da Adelfo, 102. Carcere: Pietro condotto al, tl8, 190; Pietro liberato dal, 118 s.
Brandca, 272. Caro Chrisli, 25S.
Bue: nelle scene del presepio. 282 s.; buoi, 147. Carro da viaggio: a quattro ruote, 27; a due da trasporto, 8".
Busti dei defunti: abbozzati, 65, 100, 102; nelle antefose, 90; isolati, Casa: concetto di considerare il sepolcro come uliima dimora
100; accoppiati (i|uasi sempre marito e moglie), ino s.; davanti del defunto, 42, 143, 11* ».; rappresentata nelle sculture della
a una tenda, 100; dentro un clipeo, 100 s., io*; dentro una porta d'ingresso, 143 s.; rustica, 66, 143.
conchiglia, 100, 102, lo*; dentro un clipeo imitante la con- Cassa della Chiesa, 7.
chiglia, 100. !02; raramente dentro corone di alloro, ioi;dentro Catalogo filocaliano, 176.
cornici rotonde, 103; quadrangolari, 103; tempestate di perle e Catechesi: 3 s., 21 s., 153 s.; di s. Filippo diacono, viti, io, 2; ss., 30;
pietre prczio.r. 100. terminati in pittura, toos. sua affiniti colla scena del viaggio per l'altro mondo, 23; eccle-
Busti: del sole. 7; di defunti ibbomti, marito e moglie, sorretti siastica, 10, 14; eretica, io; impartita ad una catecumena, 11;
dalle proboscidi di quattro elefanti, 100; di donna, trasformata nel sarcofago di Torino, 26.
in uomo barbato. 20*; d'uomo in abito femminile, 218; nel Catechista, 7, ti.
sarcofago dei due fratelli, 102 Catecumenato: 3; catecumene: 3 s., 12, 30; allusione al loro batte-
Busto di Cristo sorretto da angeli in un frammento di sarcofago simo, 11; istruzione impartitele da una vedova, 3, 6; catecù-
; 3; <'•" e dei 1 ■ni, 3, 1
vedove p< :r le calccumei le. 3, ss.; i demori, di solilo stelli Clinici, coloro che di Ile ri va no il battesimo lino a grave mali
dai clero e diaconi, 3; più raramente laici. 3; il Clipei, 100.
catecumen aio doveva finii e col haitc-simo, dopo il quale i cale- Cocchiere. 27 s.
eximeni ei ano ammessi al la mensa del Signore, 4; loro iscri- Codici: Menestrier, 93; Vaticano 5409, 209; Cod. Chig. t,
ora Vat., 219, di Rossano, 262; aperto, 36.
Cattedra l'uri, IX, rz2, 130, 167; 155, 172, 185-192, 228, 239, Collegio apostolico, Pietro, suo rappresentante, 94.
magistero, non sedia materiale, 18(1; come è chiamata, 187; Collezioni! Borghese, 182; Borgia, 28, 210; Stregano», 69; Wil-
simbolo della unilà della Chiesa, 187. pcrt, 30, 319; Wilsherc, 36; Wollman
Cimili™: Gesù sopra 110:1 cattedra nel coperchio .li Spolelo, 157; Colombe: dodici sulla truce siinhuk-gL'i.inti vii Apostoli. 19; simbolo
di vimini, 189; catechista seduto in, 194; velata, in segno di dello Spirito Santo nel battesimo di Gesù, ios., simbolo delle
onore, 2.10; truffila mi due lapilli allude all'i 11 se ima memo della animi- beale a volte sugli alberi, 21, 153; negli i
dottrina cristiana, 193. archi di un sarcofago, 24; accanto a canestri coi
Cattura ili Pietro; p 115-118, 1B8; come fu rappresentata, 115; posale sulla traversa della crooe, beccano bacche d'alloro, 324;
empio, 1155.', sua giustapposizione al battesimo due fiancheggiami la defunta. 9*; con una candela accesa
di Cornelio, tu'•: sua fusione mi battesimo ili Cornelio, ufi ss.; davanti al monogramma di Cristo, 9*3.
e con l'annunzio della negazione. 127 s.: raramente rappresentala Colonna di fuoco, suo significato, 239, 246, 334.
isolata, 118; ultima e. di Pietro, 164-166; ultima e. di Pietro e Colonnato con archi a forma di conchiglie, 41.
Paolo, [66 s.; e. di Sisto li, 192-194. Colonne: haccellate o scanalate a spira. 35. 39. 43. 183; nei campi
Celibato, cristiani che vivevano nel, 5, angolari, 92. con capitelli corinzi, 143.
Centurione di Capii: Commissione pontificia di archeologia sacra. 150, t-8.
. 323; ' iato dal Conchiglia. 39, 41, ice.
Concilio coitaniinopoliiano, 187: calcedoniense. 1S7.
Con ordì.>. sua .■ ■■ 1 :■■. 4(1 ss . 54
Cerva alla fonte, 13. CtmeupìOa a Domalo, 219.
Cervi alla sorcine, simbolo haltc-iu ■., 179, .8;, 271. Consegna delle chiavi a san Pietro, esprime nell'arte funeraria il
Cesta alta e sottile accoppiala, pere zhc bottiglie (ìage- desidero, che Pietro apra le pone del Paradiso, 17,'. C. della
Legge, vedi Tradtlto: dei simboli del lavoro. 22JU-
Cesto di vimini, in scene del presepio, 283; ripieno di pani sol- Qmnputio, 4, 20.
Consisleitlio, uno dei ire gradi della penitenza pubblica, 50.
Chaste Suzannc, sarcofago detto della, vedi Ari.. Coniiiiulionei apoitotìtete, zoo.
Chiavi: attributo di s. Pietro secondo ;;h antichi scrittori, 107; con- Coiilobul.iim, serve come criterio per la datazione, 87, 106; sue
segna delle chiavi a Pietro. IX., 172 s. Irasfonnazioni della toga, 155.
Chiesa: cattolica. 187; degli Ebrei, sii delle genti, 36; e.v circumii- Coni ito distiano, relativamente raro: ragione della scarsezza. 34.1; in
riolie, 36; nascente, 47; orientale, 50; primitiva, 192; romana, IX, che .1 distingue dal e. pagano, 341 « . sue rappresentazioni. 343».,
3, 54, 107, 155, 188; suo fondatore, 119; nei primi secoli, 25; divise in quattro gruppi. 344 s , suo significato. 343 »., spesso
salonitana, 135; universale, IX, 155, 175; suo capo, IX, 187; carat- contrapposto alle due scene di Giona, 209, 346: defunto am-
tere ufficiale delle vedove nella, 3, 6; mantenute dalla, 7; sua messo al banchetto coleste, 34S, e. pagano: come rappresentalo.
cassa t: riecviiiii-iio, ilei catecumeni nella, 4; dei neofiti. 17; i 340 s ; spesso riscontro dell'ultimo viaggio, quindi imbandito
suoi membri. 5, la catechesi polla della, 63; effigiala sotto forma oltre iranha. 340 » . tigruricato del, 341; appropriato per una
ài gregge sorvegbato da un pastore in riposo, 17. persolo Fi tara tomba cristiana. 3409 ; distinto dal convito insilano, 342.
sotto forma d'una matrona, 34 a, 39; suoi dottori, 2;. la Co Cornice quadrangolare. 103,
ihtdta Ptiti, simbolo della sua uniti, 187; la fonte dell'acqua Corona simbola della vittoria. 40; d'alloro. 41, 90, 103; col mono-
battesimale e la sua origine dalla pietra suo tipo, 109; simboleg- Cria» ■ .1*4 . Ieri '43" .83.
giata dalla vigna, 99; battesimo di Cornelio, che apri ai pagani 2.15. 324; nel becco ili un'aquila, 173. portata da apostoli sulle
la porta della, 40, preghiere della. 121; penitenti riconciliali
con la, 150; Tertulliano e la. 150; detta da s. Agostino mtirrr Coronazione di spine, 320.
oiuaifi* natfwm, 3S. sue pnmitive credenze, 333.
Chitone, 57 CorAu™. calzatura delle persone di campagna, dei cacciatori e
Chorus titgmrut, 139, diviniti campestri nell'arte classila, portati dal B, Pastore. 69-
K$*T«>,, -vrv,.'.....,. 5 Cnstiaoesimo. figure tipiche dei convertiti al. 159; lotta degli
Ki&unm, 21], gnostici contro il, 199.
Cibo di Damele simboleggia qualche «olla l'eucaristia, 258. Criteri pei la datazione dei sarcofagi. 7" sa.
Ciechi, guarigione miracolosa dei: Uaitunco, 295; due ciechi, 295 a.; Croce gemmata, 42 s . muuogrammalica. 41, 53, 178; sacrificio
sulla. 199; portata da Pietro 168; pettata dal carnefice per
Cielo indicato da stelle, 158, 169. 324 ss. Pietro sul luogo del supplizio. 169, 176; di Pietro nelle scene
CStta, 2.-3 della consegna delia Legge. 178. motivo simbolico e artistico del-
Crou lomanut. sua insegna. 206 l'arte amica sugli epitafi, 3J1; sulle sculture. 312: prefigurata
Clamide. 27. iSri. 269. 20O. nei trofei e stendardi, ut; di Pietro combinata con quella
Ci»™,. „.. ,.,//„. j., del Signore. 360
Cloruri™ due in alio di darsi la destra, 89; sarcofago dei due Crocesegnato (panel ai
clansam in S Sebastiano. l4o. nel Museo di Arles, 188; eh- Crocifissione di 1 Pie -. testa in giù, 360.
Cucurbita sono cui ■! ina, 73, 156, 203 a., ali 1,
li Giona. 204, più balta, 2
Indice umili tiro
Cul'or
Oblalio, 4.
Offerta di Caino e Abele, 159, 164, 188, 226, 252, 26; :. 3=7, 357-
Labaro, 322 8.
Officine di sarcofagi, 3, ] •; ostiense, 1 *; vaticana, 184,1 *, 2»; della
Labrum, 3*.
via Salaria, i*; romane e provinciali, 2*.
Lagenae, lunghe bottiglie, in cesta alta, sottile e accoppiata, 342.
OS*— i.l giudi... 3,8.
Olive, raccolta delle, 133, 303.
Lavanda dei pìedt, idi-
Omelia di s. Pietro, ito.
Lebbroso, guarigione del, 302.
Omoforion. .54.
Leggi consegnata a Mosè, a Pietro, vedi Traditili.
Orante: 5 s., 8, 12, 80; adulta, 10; velata 103, defunta et -me, 332 a„
Le* Cristi, 339- 337; femminili, 334; loro prevalenza, 334 s.; non velata. 3;^;
Liberazione di Susanna dalla folla accusa, 251 s. maschile, 334, in abiti femminili, 218, 333; al centro vli-ll.i truntt!
Loca sarcofagi, 4*. fra due santi, 134; fra due alberi. 337; entro la mai tdorla, 337;
Luna: testa della, col crescente, 3401 sua personificazione, 327. busto di, 337; sue rappresentazioni col B. Pastore, 8»; fra due
candelieri nell'iscrizione di Bessula, io-.
Magi: adorazione dei, 23, 41, 224, 263, 284 ss.; a riscontro della Opus imperfeclum, 137.
scena ilei tre fanciulli elle rifiutami l'ini, ira/ione della statua, Orarhan, 176.
263; sempre tre, 285; con cammelli, 287; coi doni sulle mani Orda commendationis ammae, 336.
velate, 289, 291; una rotta Oro, in forma di corona, 284; offerto dai Magi, 285 s.
289 s.; i tre fanciulli da precursori dei Magi diventati i Magi Orologio: solare, 4 ss., 9, ti, 265., 29, 76, 78, 283, 293 .317. 339,
stessi, 290; vestono tunica, clamide e pileo, 290. 344, 360; del paralitico nella piscina probatica, 293 ; adacqua,
Maiella! Domai: espressione elastica e vaga per la scena della 3'7. 3'9-
missione degli apostoli, 37. Osanna contrapposto al crucifige, 312.
Maledizione del fico, 307. Oscutum ludae, 267.
Mandorla, 337, 9*- Ossa arida richiamate a vita da Ezechiele, 270, 357.
Manipolo di spighe offerto da Caino e tenuto da Manasse, 237.
Mano arida, sua guarigione, 301. Uì-is prillili,, <X), 151, 154; prima' pcailiiiliin; I
Mano di Dìo sporge dalle nuvole e consegna un volume, 238. lenirne, 150; nel m-iiso dei Si mutuarli. 348.
Mappa contabulata, 257.
Marinaio: orante nella nave di Giona non è mai Giona, 202; m. copre l'alia, indumento femminile: matrona con, 5, 131
per paura il viso con entrambe le mani, 212, 247. 76; defunta con, 133, 1508., con sul capo, 1 li, 289; con-
Martiri, sarcofagi di, 271 ss. tabulata, 133, 6*; donzella con. 138; Susanu; capo coperto
Matrona Cristian;!, suo vestito, 5. ,!..!!.:. !.; imy::i ,:i I : i- ■ stura il 11
Matuolatm, tomba di famiglia, luogo proprio per un sarcofago, 4*. della, 266; personificatone della Luna vestili 1, 328.
ìndice analitico
Pallio: solo, distintivo del filosofo, ; sa., 256; una volta dato 1 Pesca: allusione al battesimo, 6; miracolosa, 158, 179.
Cristo e due apns'oli, *•, p. con tunica e sandali vestito sacro,
dato a Dio. Cristo, angeli, apostoli, dottori eccleaaatid e molti ha preso e consegnato il pesce al sacerdos che Io ap
Chiesa figurata da una pecora col vegliarne, 337.
del p. sulla runica creami 1 protoparcnti, n'i B.; Cristo stringe Pesce di Tobia, 204 s., 207, 270.
Con la Sinistra la Licinia del p. davanti al petto, 15.9; l'Emor- Pesci, miracolo dei pani e dei, 351.
roissa ai abbassa pe: prendere l'orlo del pallio di Cristo, 300; Piccoli, sulle spalle dei padri, o condotti per mano nelle rappre-
Giona in tunica e p. ui; Àbramo, 232; Elia consegna il p. sentazioni del passagRio del Mar Rosso, 249.
ad Eliseo. 308; importanza della consegna del p., 169; signi- Pieghe degli abiti, seguono la forma del corpo, 3*; cuneiformi e
ficati» simbolico del p. sacro. 151 sa.; dottore ecclesiastico in profondamente intagliate, 5*; poi solchi per mezzo del tra-
tunica e p insegna la dottrina, Ss.
Palma, albero di. 41. ramo di. brandito dall'angelo, 265; inqua- iate., 9, 333.
drano una scena. 269. Pietra miliare, 26.
Pane crocesegnato anche su monumenti pagani, 308; miracolo dei Piscina probatica, 293.
pani e dei ne»,,, 351. 8» i7póV\r,«r<s, 50.
Papi, loro iscrizioni nella cripta papale, 271. Pozzo a forma di vasca, 236.
Paradiso, nmut latitile, 17S. indicato da alberi, 183, 232, 353; l'raehgere. 4 ss., 192.
cacciata dal. 2i8 s. Preferenza della Chiesa di Roma, 175.
Paralitico di Capharnaum. guarigione del, 293; nella piscina proha- Preghiere, scritte nelle epigrafi in armonia con quelle recitate, 333.
cica. simbolo del battesimo. 203 s. Protr/lorcs nari la/tris, 329.
Parallelismo, tra scene di Cristo e quelle di Pietro, 143, 239, Provincialismi: cesio pieno dì mele e olive sul sarcofago di Verona,
js». ti*. 227; sul sarcofago della » chaste Susanne » il simbolismo del
Paesaggio del Mar Rosso; 244 ss . 328 a., 334; sua più antica rap- sacrifizio di Abramo distrutto, 233 s.
presentazione. 245 ss.: sue grandiose rappresentazioni, 247 ss.; albero di,
su un sarcofago di Arles. 250. flpJeAos, 3*.
Passione di Nostro Signore, scene relative, 314-320. Putti; delle stagioni, 271; alati, reggono la cartella, 185, 271, 291.
Passione di a Filippo. 3, di s Perpetua, 3.
Pastore (Buon) accertarne:!! 1 preliminari sulle sue rappresentazioni, Quattordici (simbolo), 136.
63 s . vestito di esomide. con capelli lunghi e inanellati,!;; carezza
la pecora nel paradiso. oK s.; con la pecora sulle spalle, sua ori- Redditi*) sìmboli, ;\-,\ sLiiidali. i": Mosi m -doglie. 241.
gine .' IS&. Regia meli, simboleggiata dalla torre merlata, 178, 229.
"nuli. 'ir,. Mgmli^aio ,-,:".i |-., : 1 portata, '19s., i.S;, zoo, 205, 211, Regala fidei, sua spiegazione, 47.
lai. is6 s-, 264. 355. 357; con pecora sulle spalle e con orante, Resurrezione di Lazzaro, 302 s.; con la scena della Cananea, 160;
74-81. 136, 337, 355; tra due alberi, 77; inlercessio a lui rivolta, è la scena che ha il primato nell'arte funeraria, 302; r. di Ta-
8l s.; con pecora sulle spalle tra il draco dtvorara e il Ito bita, 162; della figlia di Giairo, 303, »., del Figlio della ve.
rugientj 83 ss.; con pecora sulle spalle e immagini di defunti, dova di Naim, 304, s.; r. futura secondo la testimonianza di
85-91; con ariete sulle spalle. 150, 152; con pecora sulle spalle Giobbe, 267.
tra due pecore, 210; dottore degli Apostoli, 52, 56, 63 s., 68,
151; porta l'anima del defunto in Paradiso, 5, ti, 693., 74, 103, k,i„> a fondo £ del tv secolo, 8
137, 150, 153, 156, 233; diletta il gregge col suono della siringa, 17; nei coperchi. ;*; r. più alto,
351; p. e 1 geni della morti. yi, isolato, 92; pastori sorveglianti
il gregge. 90 s. S*. rappresentazioni statuarie greche, romane, del Signore, 320, 330; e
71 a.', con due pecore ai piedi, 73 s.; accanto a scene di Giona,
103; in una lapide del Museo delle Terme, 63; è la figura
sepolcrale pei eccellenza con l'orante, 70, 333; nell'ipogeo di Pastore, 138 ss.
Felicissimo. 348; sul sarcofago di Tortona, 349; sue rappre- Rotolo semiaperto, 36; chiuso, 45.
n sarcofagi d'arte provinciale, 8*; scherza col cane,
mangiare a'.la pttora, 84; munge la capra o la Sacrifizio di Abramo, 231-234: sua relazione con l'Eucaristia, 234;
della croce collegato con quello di Àbramo, 199; come figura
e. p J.llj- del culto giudaico contrapposto all'uccisione del dio-serpente
/•arerò. 334. figura del culto pagano, ambedue aboliti dal culto eucari-
l'til . ■. . 1. '• r-i •
Pedum. impugnato :.i 1 Messia. 306 s
Penula, nelle app ; loro distro -
Cornelio. de, r..;. evasiati dai baibari e da indigeni di tu
'. 335; I ■ M-
Ptrcipett grarum 1 Roma, t6*; nelle Gallie. 17*; in Oriente.
Perle: collane con pietre preziose. 7*1 con strigili, 19*. , Iran.c - 1,,-ì,
Persone divine, le tre. 216 a., 234. Sarcofagi: datata tulrmohi, 136, 149 s ; a colonne. 124, 125, 127,
Personificar ioni, del sole, 328; del vento, 15, 161, 202; del eatlus, a cinque scompartimenti, tot, 127, 9*, 18"; a nicchie, 11
76. della tempesta. 204, del Giordano, 268; del sole e della ii4. n'i. lJ7i '39> '4L '5J- '56. '79. >*'■ col proprio coper-
luna. 327; nella 1 apptescntazione del passaggio del Mar Rosso, chio, 337 s ; rappezzato, 1(4; riadoperato. 139. a sette nicch
21;. del mare. 183; della terra, 183; di Roma, 322. 113, 124, n6, 1Z3, 125; a quattordici lucclue, 125.; dipini
a fondi a co lui e itomi Stella per indicare la notte. 244; il celo, 258, U3 ss.; tre indicano
il cielo in cui £ rapilo Klia. 264, a sei raggi indicata da uno
us;« dei Magi. 1S7, dei Magi soppiantala dal nome di Gesù Cri-
perduti, copia del Bosio, fig o.;. i jg. in inverna» a Priscilla, io», «0*209; Cristo 4*89.
non ordinali, 13*. d'un vescovo. 105. • eucaristico ■ di Aries. SubaJium, 341, 3568.
234:000 la Sartia Trinila, 234; di una vergine manne. 271; gno- Strigli; imitanti le onde dell'acqua, »• - . le più caratteristiche, sulla
1.:.....11 1. listici. 34S s , di Tortona. 34S; o coperchi pagani fronte d'un sarcofago pagano. »*, Inni varie forme, 9"; sosti-
adoperati da cristiani, 341: con scene divise per mezzo di al- tuite da scanalature verticali, io*.
beri. Superstiti: g; genitori, maniera di rappresentarli, 310.
Cimiteri cristiani, 1*; usciti da ufficine pagane. 2". di lusso, i*;
lavorati su ire 0 su tutti e quattro i lati, 1*: !■•(*• capacita, T (iau) simbolo della croce. 3*1 s.. merli in forma di, 182.
3* 5.. romani, quasi isclilinamente di marmo. }m. di porfido, Tabernacoli, festa dei. a Gerusalemme. 108.
3*; per bambini, pei adulti, per une 0 più cadaveri; per Tablion. tabula, pezza di porpora della clamide, in cui si rice-
manto e moglie, 3*. per lo più a forma di vasca nelle re- veva la 1 rea sacra* presentata'dall'imperatore, 174.
gioni più antiche, 4*. nomenclatura e materiale dei 3*; loro Tabula ansata, iS. 6S. tot.
collocamento. 4'. loro aspetto, tecnica e cronologia. 4*; *7-
quella stessa tecnica degli scultori pagani. 4*. uso del tra- Tempesta, personificazione della. 202.
pano. 5". spessore del rilievo, 5; messi in uso non termi- Tenda, per catechesi. 8; per convito. 341
nati, 13». s. raffazzonati, t8*; con campi scambiati. iN*. Terra promessa. 23K. 248 ; in un passo d
Scala, nel sogno di Giacobbe. 236.
Dentali ai coperchi, spesso d
Scene: pastorizie ptese dall'arte classica, 64 s.; desi nei coperchi. 77. 213. 215. ::< del sole, 340;
a Senti: :.:ij ia. 34°-
fusione, jtz; gnostiche. 34S s , desunte dagli apocrifi. 349; Tiapnipópo., 239
simboliche, dalla mitologia, 34».. Timomeie nella nave di Giona. 202. itj.
Scettro tenui» da Nabucodònosor, 3»;. da brode, 201. Timpani. 183. 334.
Scienziati mudami, loro false interpretazioni, 332 s., 8*. Toga-manto del tn-ù ramanui, 218, 155. 64; contabulala, 29,
Samùm, segno dell» scienziato, 10. 4L t°-t.
?culion arir-u nel senso più larg», a*; Seneca li dispreiza come Torre merlata, simbolo della rr^ia catii. 17S. 226.
Tradita claaant, 17»*.; ligu a Mote. '<-,»•■; a Pietro. 173 ss.
Scultori cristiani, non esistevano nei pnmi tempi della Chiesa, 1*; Traili ingegnali dtgti arliili. In defunta Giuliana nella barca di Noè,
aggregati alla eorp»raai»nc dei fossori. 1*: loro officine. 1*: 123; matrona con un bambino in braccio, come allusione a
loro modesta cultura spirituale. 2*: guidati da dottori eccle- quelli da Iti raccolti e educati, 135. 1 trr battezzati da S. Pietro
siastici per le rappresentazioni sacre. 3;;, 2*. ripetuti nella cattura prostriti, 350; la mummia femminile nella
Sculture <<■< terminate, 13'. ztja.; col fondo grezzo, 13". risurrezione di Laz2sro, 302 a,; cesti della moltiplicazione con-
Stila totttexsà. tao. 14*.
Simpulwn. 334. colla legna sulle inaile, simbolo del Signore colla croce, 231;ariete
Seniori, accusatori di Susanna, 7*. sospeso all'albero. Cristo in croce.232; Isacco rappresentato sul
Sepolcro considerato come la (tornili atterritili! del defunto, 136. sarcofago dei due fratelli invece del Cristo, 23;; l'ara col
H3 ss- "*■ fuoco acceso, ma rovesciata nelle immagini della uccisione del
Sepoltura, formalità legali per la, 4*. serpente babilonico, 255; il gruppo della Risurrezione del Si-
ScriTniTH- -iilll;! r.,,,,.1-,,,,,-, ,0- gnore (Anattaiù), 323.
Serpcnte galeato, 227, 255: nel paradiso, 227 s : dio dei Babilonesi Trinila Ss., in atto di creare i progenitori, n6s.; riceve l'offerta
ucciso da Daniele, 155. di Abele, 230; impedisce il sacrifizi» d'Isacco, 234.
Sicomoro, albero su cui è Zaccheo, 310, 31}. Tritoni che fungono da acroteri, 143.
Sigwjtr divino. 322. Trogolo, nelle immagini del presepio, 283.
Simboli del firmamento, 183; del battesimo. 224, del lavoro nel- Tunica: col cappuccio, zfl, 20S: veste ili cocchieri e marinai, 26; dop-
l'arte funeraria, 120, dell'anima. 272; delle anime beate. 21, pia proibita dal Signore e portata dal Cristo gnostico. 32; cinta,
15), della rrsuntclia tamii (fenice). 177; della rtgia catti, 178, 342; corta, 27; discinta, abito da bambini portata da Efraim e
139; t , della. Manasse, 237; csomide portata da Abele e Caino, 159; molto
corta, portala da Abramo, 232; senza maniche, 27; a maniche
-, .142; 1. 34°.