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IN MARGINE ALL'EDIZIONE CRITICA DELL'"ETYMOLOGICUM GENUINUM"

Author(s): Rosario Pintaudi


Source: Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia , 1979,
Serie III, Vol. 9, No. 1 (1979), pp. 185-194
Published by: Scuola Normale Superiore

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24303180

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IN MARGINE ALL'EDIZIONE CRITICA
DELL'ETYMOLOGICUΜ GENUINUM

L'edizione critica dell'i?tymologicum Genuinum, uscita a


Roma in forma sinottica con l'edizione dell'Etymologicum S
meonis una cum Magna grammatica e dell'Etymologicum Ma
gnum, a cura di F. Lasserre e N. Livadaras1, risponde ad
un'esigenza nel campo degli studi filologici, che era rimasta
aperta fin dalla prima notizia che di questo ampio e antico
Etymologicum era stata data da E. Miller nei Mélanges de Lit
ter atur e Grecque, usciti a Parigi nel 1868: avere, cioè, un te
sto filologicamente corretto, fornito di apparati di varianti e
di fonti, che potesse non soltanto offrire una redazione atten
dibile dei contenuti, ma permettere anche un approfondimen
to dei rapporti tra testi di impiego pratico, la cui diffusione
e influenza deve essere ancora completamente valutata2.
L'impresa dei due menzionati studiosi è degna, quindi,
di elogio, anche se in lavori di tal genere molte sono le cose
che necessariamente sfuggono al primo editore, e che è com
pito dei ' censori ' segnalare senza polemica e con quell'equi
librio critico, che putroppo spesso viene meno!
Le mie osservazioni traggono origine da una revisione del
ms. Laur. gr. S. Marci 304 (B), che è il ms. scoperto nel 1865
da E. Miller a Firenze, e che rappresenta un ramo della bi
partita tradizione dell'Etymologicum Genuinum3.
Il ms. fiorentino, pur mutilo all'inizio, è codex unicus per
buona parte delle glosse inizianti per a4, e se a questo si ag

1 Etymologicum Magnum Genuinum, Symeonis Etymologicum una cum


Magna grammatica, Etymologicum Magnum Auctum, synoptice ediderunt Fran
ciscus Lasserre-Nicolaus Livadaras, Volumen primus α-άμωσγέπως, Roma 1976.
1 A parte il lavoro di R. Reitzenstein, Geschichte der griechischen Etymo
logica, Leipzig 1897, non è stato condotto un altro lavoro d'insieme, che per
altro presuppone, per essere realizzato, edizioni critiche, ο riedizioni dei
principali Etimologici conservati.
3 L'altro è rappresentato dal Vat. gr. 1818 (A) cf. E. Gen. ed. cit., VI-VII.
* Con 425 άλευρόττησις inizia il cod. A a tramandarci il testo dell'Etymo
logicum, in una versione più ampia, accurata, ricca di notizie.

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186 R· PINTAUDI

giunge il suo cattivo stato


le difficoltà oggettive nel
necessità di un'attenta analisi diretta del ms.
Per tale revisione mi sono servito della lampada di Wood
costantemente, nel tentativo di un recupero, che, pur mini
mo, contribuisce a dare in qualche caso un testo più corret
to, più comprensibile, e, soprattutto, meno legato alla ' ne
cessità ' di somiglianza assoluta con altri analoghi etimolo
gici, che in lavori di edizioni di questo genere è il pericolo
maggiore5.
Una prima osservazione è di carattere storico-codicologi
co: l'inscriptio sul verso del foglio di guardia è nella sua
forma corretta « In banco septimo ex parte occidentis voca
bulista in greco conventus S. Marci de Flor(entia) ord(inis)
predic(atorum) de hereditate Nicolaj de Nicolis de Florfen
tia) »6.
Quindi non « in banco primo »; che si tratti del banco
settimo, quello destinato a raccogliere soprattutto opere les
sicografiche e grammaticali, lo si ricava pure da un'altra
inscriptio di mano diversa, ma sempre del XV sec., che nella
parte superiore del fol. cit. riporta: « in bancho VII0 occe
dentis ».
Un'altra osservazione è quella relativa alla pretesa iscri
zione autografa di Poliziano « Nicas magnus grammaticus in
etymologias nominum et verborum grecorum », con cui l'uma
nista avrebbe ripreso un suo errore di interpretazione della
sigla ΙΣ ΧΣ ΝΙΚΑ dal ms. Laur gr. S. Marci 303, trasferen
dolo pure al S. Marco 304.
Nel codice Β manca però la sigla che giustifica l'inter
pretazione nel S. Marco 303; ma, soprattutto, la grafia non è,
pur essendo del XV sec., del Poliziano7.

5 L'analisi con la lampada di Wood era stata pure effettuata da N. Liva


daras a Firenze direttamente sul ms. nel 1967, dando come risultato l'edizione
delle prime 129 glosse (α-άητον) in 'Αθηνά, LXX, 1968, 37-82.
6 Sulla biblioteca di S. Marco cf. B. L. Ullman-Ph. A. Stadter, The Public
Library of Renaissance Florence, Padova 1972; in partic. 265 n. 1217.
7 Di questo paion convinti tanto I. Mai'er che A. Perosa, che non regi
strano il cod. Β nei loro cataloghi; rispettivamente Les manuscrits d'Ange
Politien, Genève 1965, e Mostra del Poliziano, Firenze 1954. L'errore risale a
R. Reitzenstein, o. c., 6. Sulla questione dell'erronea interpretazione nel S.
Marco 303 cf. anche F. Del Furia, Supplementum alterum ad catalogum...,
IV, 131-132.

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Passando all'analisi del testo riporto quella che conside


ro lezione originale del ms. Β8.
1, 7-8 θεράπαινα Β; 3, 5 οδούς, βτι άπό Β; 6, 2 καΐ μετά Β al po
sto di un impropriamente simmetrico <ή> μετά ricavato dal
l'i?. Magn.; dopo πολιτείαις è preferibile un punto in alto.
12, 1 άγανοϊσϊ Β; πρ'ο'σηνέσι Β; 13, 1 καί Β, 2-3 έστιν άνθρω
πος τό καί ευρυμεσονυ Β; 14, 4 ήτοι ένοϋν ή παρά τό άγει ν τό παν
Β; 15,6 ....ο θαυμάσαντες Β, 7 ώς· ού τότε Β, 8 Ώρίων καί εχ
[± 7] Β; 17, 4 άαγές in marg. Β άαγέε Β a.c., 5 ά'α'γές Β; 20, 2
τοϋ ϊ εις ϋ Β, 3 καίω καύσω om. Β; 21, 6, 7 άγαυγής Β; 24, 8
δροις Β, 9 συνιόντες περί των Β ; 25, 2 άνλέγω καί Β ; 26, 4 άπό τοϋ
recte Β; 27, 6 [τι] om. Β; 33, 13 Άγεσίλα recteB, 1 γάρ θανόντων
Β ; 38, 10 τό ύπερέχον Β, 14 σπονδιακόν Β, 2 άμύνω Β ; 40, 3 συντιθέμε
νον [τρέπει τό α εις η] Β, 5 f τοϋ α είς η f non riesco a riconoscerlo
in B, ma dopo è sicuro σημαίνει δέ τόν αύθάδην, che si ritrova
in E. Gud. 12, 34. Nella glossa 41, 9 il codice Β riporta parte
di un fr. di Eupoli (119 Kock; Meineke II 468 XIX) noto dalla
Suda α 271, 15-16, nella forma καί προσαγήλωμεν έπελθόντες, che
gli editori del Genuinum riportano καί προσαγήλωμ' έπελθόντας.
Nella stessa glossa 41, 12 Β riporta come la Suda a 217, 17
άγαλοΰμεν.
42, 5 άγροιώτ[ης è il lemma che si vede sul margine; il
primo rigo del glossema è illeggibile per le conseguenze del
reagente chimico a cui diverse parti di Β furono sottoposte9;
nel secondo rigo, invece, si legge άγρότης, ως δήμος δημότης, καί
κατά πλεονασμόν τοϋ ϊ άγροίτης καί κατ' έπένθεσιν τοϋ ω άγροιώτης.
45, 1 άγρωστις è il lemma nel margine e nel testo di B, 2-3
καί τό γ' ήσται καί έξ αύτοΰ ήστις, καί άγροέστις. καί έπειδή τά άπό
τοϋ il cod. Β, 5 Ιστις, καί Β ; manca in Β la lacuna.
47,9 παρά τό άγω άγειν, καί πλεονασμω τοϋ χ άγχειν * τό τόν
λάρυγγα Β; 48,12 άναχαλά[σας] Β; 49,15 [καί τό μολώ] Β; 50,2-3
έστίν ύπερθετικόν · γίνεται δέ άπό τοϋ άγχοΰ άγχότερος Β; 51,5 [άγ
χαυρον] Β, 6 σημαίνει δέ Β.
La glossa 52 [άγών] si presenta in questa forma in Β ούχ

8 |Mi riferisco al numero della glossa e dei righi dell'ediz. cit.; in molti
casi si tratta di togliere la lacuna in quei luoghi dell'edizione dove la diffi
coltà di lettura ne aveva determinata la registrazione. Utilizzo poi i seguenti
segni: [[ααα]] correzione, rasura dello scriba, <ααα> integrazione, (ααα) solu
zione di abbreviazioni, 'ααα' interlinea.
» R. Reitzenstein, o. c., 5.

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188 R. PINTAUDI

εύρον αύτοϋ έτυμολογίαν. [ε


δ φέρων πολλήν [δχλησιν και]
άγών καί δ τόπος * λείηναν
ευρυναν, θ 260) αγώνα * άγών
τδ άθροισμα. "Ηρη μέν μετ' ά
ναός ' θείον δύσονται άγώνα.
La glossa 53 άγχώμαλα
γράφονται, οίον άνώμαλος κατ
La glossa 54 è in Β άγυιά
λυκά ονόματα υπέρ δύο συλ
λήγεσθαι, οίον "Αρπυια αΐθ
ίωται τδ μητρυιά παραληγόμ
Così senza lacune si leg
glossa 56, che al r. 7 presen
tre la lacuna dei rr. 10-
glosse 57 e 58.
Άδελφιδοϋς 59 si present
δους λήγοντα είς ου έχει τη
δοΰ, δ θυγα[τριδοϋς τοϋ θυγ
καί θυγατριδέος [κατά κράσιν,
τοϋ άδελφιδοΰς άδελφιδέος *
είς έεις πλεονασμδν έχει τδ ε
continua sul fol. 2 v., dove
il reagente, tanto che ri
condo rigo.
Senza lacune la glossa 62
στος], άφοβος καί άγνωστος
64 ,12 άδήρητος in marg.
65, 11 άδευκέος in marg.
ώμόν Β; 67, 1 δαψιλώς, καί
1 τετραχόνικον Β; 73, 3 άδ
a. c. άδινάων Β e c., non c
pure le glosse 74-76.
77, 1 άδμολίη Β; 80, 11 τά
per comp. nulla corr., 2 τ[
στος Β, 5-6 ή παρά τδ άδώ, τ
(κανών, σημαίνει δ per co
Nella glossa 83 άδόροισι
portato nel testo nella form
B, di fronte a χεύειν degli
87, 7 τόποι per comp. B; 88

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IN MARGINE ALL'EDIZIONE CRITICA DELL" ETYMOLOGICUM GENUINUM ' 189

B; 89, 3-4 παρά τό αυξάνω · ένθα Β, 7 κοτίνοιο Β; 90, 11 τόπον Β;


η
92, 2 είκελος Β; 93, 7 άειμι Β.
Nella glossa 94 άείδελον nel cod. Β il testo si legge senza
lacinie, e al posto di εΐδω di r. 6 si ha αϊδνος, per cui si com
prende il γέγονεν άϊδνόδηλος di r. 7; l'integrazione dei rr. 6-7,
ripresa dall'I:. Sym., risulta superflua. 94,8 άίδηλος Β; 95, 9 άε
θ
βλον in marg. Β, 11-13 fort, post άίδηλος 94, 8; 96, 1 πολύσκια Β;
97, 4 εύθόνας Β;98, 6 άνασεσυρμένας Β, quello che nell'apparato
dell'ed. è dato come ο nell'interlinea, per un voluto άνασυρομέ
νας, non è altro che una delle tante spore circolari che ricopro
no la pergamena in più punti.
99, 11 έπί άπρεπους Β; 100, 1 δέ Β, 3 σύνθετον είς Β, 4 καΐ παρα
γόμενον, [οίον ίδμων] Β, 6 οίον [τό πα]τρός Β, 8 τοϋ α ΐ είς Β; 101,
11-12 άεικίζω [κατά πλεονασμόν] τοϋ ε Β, 13 έγγίνωνται recte Β.
102, 1-2 άεκάζω, άεκάζεις, πόλλ' Β, 5 τόνου άέκητι Β; 105, 3
Θρηκα&εν Β; 106, 8 ό άτερπής Β; 108 ρ. 85, 3 Χοιρ[οβοσκός] Β;
109, 5 άέντες in marg. Β, 11 ει δέ Β; 110, 14 άέναος lemma in
β α
marg. et in versu Β; Ill, 18 μέγα μένος Β.
termini). ΐ
113, 1 άερσίποδας Β; 115
versu B.

Nella glossa 117 Άζείδαο il copista di Β comincia con είς


τήν Βοιωτίαν; aveva cominciato a scrivere σχ(όλιον.), ma poi
il σ viene trasformato in ε, e il χ rappresenta il taglio dell'ab
breviazione, dopo di che aggiunge τήν Βοιωτίαν, che non paio
no da correzione; per un είς tracciato in modo analogo cf.
e.g. 130, p. 100, 2 (Β fol. 4 r., 6-7).
120, 2 ζών καί erano coperti da una brachetta di carta
bianca, 4 σκελλίζω Β, p. 93,2 έκ τοϋ (τοϋ) Β; 121, 8 το μ έπ'εύ
θείας Β, 9 'ως' Β, 11 τρέπει τό ε Β a.c.; 122, 14 άηιδών lemma in
marg. Β om. in versu, 15 άηιδών Β, 16 μένει Β nulla corr.;
123, 4 πάντα Β; 124, 8 ήρω Β, 10 ένεστώσιν Β, 12 άγε δέ έ μοίρα
[[rasura]] βαρεία Β, 15 των άπό τοϋ ένεστώτος τό ε φυλά(ττεται), καί
έν τφ Β, ρ. 96, 1-2 καί εύορκώ εύώρκουν Β, προσθεΐναι Β, 3 άηθ-έσ
σωβ Β, 4 συνη&εί<£ Β, ρ. 97. 3 ποιητή Β, 7 ήν Β, 8 εύρεθή Β.
Nella glossa 125 άήρ non ha più senso la crux degli edi
tori, perché al r. 12 si legge in Β proprio άίρω e non άήρω.
ει

126, 4 και κατά Β; 129, 11 καί παρά Αίολεΰσιν Β; 132, 8 λικμώντες

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290 R· pintaudi
α

Β, 9 θερίζω καί Β; 133, 13


ή θεός des. έστιν Β; 135, 11
ο

γων Β, Γ ω è parzialmente riempito d'inchiostro.

139 p. 105, 1 σχημάτων Β; 141, 4 άθροος lemma in marg. Β,


5 θροός recte Β, 6 θροός Β om. ούδ' ία γήρυς·; 143, 2 συναίρεσιν [[καί
κατά συναίρεσιν]] rasura in Β; 146, 9 Άθύρ Β; 147,1 άθαίρματα Β;
ο

149 ρ. 110, 2 διά τοϋ ως Β, 3 θόρυβον Β, 7 καλωός Β, tutt'al più


κολωός, ma c'è un trattino congiuntivo con il λ, che è proprio
dell'a, 8 τά σιδηρά Β; 150, 2-3 άκρίβ(ειαν) abbreviato in Β, nella
lacuna; così anche άποστρ(έφονται) 152, 12.
Nella glossa 155, 10 in Β non c'è 'Απολλώνιος, bensì 'Ηλίου
come nell'i:. Sym. e nel Magnum, nella forma del simbolo elia
co, sulla cui duplicità di interpretazione ήλιος] ed 'Απολλώνιος,
in testi di questo tipo, già Reitzenstein aveva richiamato l'at
tenzione 10. Scompare, quindi, un'altra crux. r
0

160 p. 116, 4 Αΐγίρω [[rasura]]; 162, 3-4 θυγατρι Β; 167, 12


Αΐγέτης Β, 14 ότι άπό recte Β; 168, 3 τάς γϋπας Β; 169, 6 αΐγίποτος
Β; 173, 10 παρά τό Β; 175 ρ. 127, 1 αιδώ Β; 177, 13 αΐδέσσεται
Β; 178, 1 θ'ίερήαΒ. Nella glossa 179, 6 in Β si ha μέν είμι,il τ'
che gli editori riportano è in trasparenza dal recto precedente
(fol. 7), cioè dalla glossa Αίγισθος · ... το θηλάζω... ; così Β ri
porta senza alcun intervento di correzione μικρής, allo stesso
rigo 6.
180, 4 οξύνεται ως Β, p. 131, 1 ού γάρ Β; 181, 12 έπαρθήσαι
Β; 185,10 καθαρά Β, ρ. 134, 3 τοϋ ει Β, 7 είναι om Β; 186, 3 Αίή
ταω Β; 188, 14 αίθός δέ Β.
Nella glossa 189 αϊθων in Β al posto di άπό τοϋ αϊθω ripor
tato dagli editori, si ha invece άπό καυστικός, che è l'ultimo ri
go del fol. 8r.
198. 9 αϊμαι Β a.c.; 201, 13 αϊ[[rasura]]εσθαι Β; 202, 19
δτε, φησίν Β; 204, 4 il lemma sul margine è preceduto da una
piccola croce, come, dopo αίμωδεΐν 208 preceduto da uno ζ' ta
glato (lo stesso ζ tagliato in marg. 347); nella stessa glossa
204, 7 Ώρίων si vede chiaramente in B.
206, 13-14 ό παθητικός παρακείμενος αίσμα Β ; 209, 12 τε κρείοντά
τε Β; 210, 1 παρά τό Β a.c.; 211 b, 6 αΐναρέτης lemma in marg.

1» Cf. ο. c., 9.

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IN MARGINE ALL'EDIZIONE CRITICA DELL" ETYMOLOGICUM GENUINUM ' 191

[[ε]Γ «ί'ναρέτης in versu B; 216, 1 καί πονηρός Β; 222, 5 ένυπόστα


τον Β; 227, 5 [[αίπόλος]] αίπόλος αίγονόμος Β; 233, 6 ύπερθέσει
αϊρα Β.
Nella glossa 235, 15-16 non si ha in Β l'espressione τδν
αόριστον Άττικώς άρα letta dagli editori, bensì τόν αόριστον
πρώτον (l'abbreviazione è un'α' con apice, che gli editori han
no letto bene nella glossa 251, 2) άρας; sempre nella stessa
glossa φρας, a p. 164, 1 Β riporta και αΐσχύνομαι.
240, 1 κόσκινον Β su rasura; 245, 1 su rasura in Β il pri
mo η di αίσυητήρ, 1-2 κεκινημένος Β, 5 τάσσει Β; 246, 2 δθετ'
recte Β, λέγεται καί Β ; 250, 11 έξαύτης Β ; 256, 2 il τ di φάτνη
è su rasura, forse di un γ.
Nella glossa 261, 1 si legge proprio in marg. e in versu
Β Αΐφηρήτης vox nihili, mentre nella citazione di Horn., Ψ 376,
in Β c'è proprio l'esatto αί Φηρητιάδαο.
263, 11 σημαίνει ε (πέντε) in marg. Β, 17 ó άτελεύτητος Β; 264,
7 καί πλεονασμω Β; 269, 10 Ησίοδος Β, 14 "Αιδην Β; 272, 4 Πά
ρηος Β, άπο τοϋ Β; 273 ρ. 185, 6 άϊδρέϊ καί άίδρει Β, διά τοϋ ΐ Β a.c.,
ο

7 Σαμφοΐ Β, 9 Φρυνιχ Β, εδρον σχόλιον Β.


La glossa 275 άϊκάς è del tutto leggibile, al r. 8, prima di
"Ομηρος, si vede in Β οίον; a 275, 4 καί οξύνεται inizia il fol.
11 r. del ms., che riporta sul margine superiore, di mano del
la prima metà del XV sec. la seguente nota: «Hic magister Mi
chael incepit exponere adbreviaturas factas in carta ubi est
tale signum Τ ». Essa tradisce, probabilmente, un'utilizzazio
ne didattica dell'I:. Gen.
Del tutto senza lacune si legge la glossa 277; e così le
glosse 279, 280, tanto da eliminare in 279, 5 άφ' ού introdotto
dagli editori dall'i:. Magri.
281, 5 Ελίκη Β; 282, 8 γεν( ) <φασί> Β, 9 είσπνήλες καλεϊσθαι
Β, ρ. 191, 2 άΐτης ουκ έστί Β, 3 όμοϋ σημαίνοντος* οΰτως Μεθόδιος
Β; 285, 10 "Ησίοδος Β; 286, 3 νύ'σ'σεν recte Β., grazie ad un σ ag
giunto nell'interlinea (analogo intervento nell'interlinea è al
r. 6, registrato giustamente dagli editori).
Sempre rimanendo alla glossa 286 άκαινα, le lacune che
gli editori segnano a p. 193 non ci sono in B, il testo è ben
riconoscibile, tanto da permetterci di apportare alcune modi
fiche formali: 6 ή ράβδος εκείνη έν τη, 7 άλλήλους, δ έστι φονεύειν.
λέγεται, 9 άντί Θεσσαλική.

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192 R- pintaudi

287,12 Άκαδημεία Β, 14 άπ
ra]] Β, 7 η [[rasura]] Β; 292, 3
ο

Β a.c.; 299, 2 'Ραθαμάνθυος Β


Β, 11 ή[[ς]] Β; 307, 11 άκή
dell'vj serve per fare il τ.
314 p. 208, 2 δήν Β; 317,
άγήν, ma poi cancella l'acce
al r. 8 della stessa glossa Β
gli editori.
326, 7 χειρ e πόδ' Β, senza l'abbreviazione per ων; 333, 14 ως
καΐ τω Β; 344, 3 εϊρη(ται) Β; 345, 10 σπονεΐν, κονεϊν Β a.c.;
347, 5 ή δτι Β; 358, 9 βαρύνεται Β; nella glossa 365 non ci so
no lacune in B.
368, 9 nella lacuna segnata dagli editori si legge, invece,
άκρον · σημαίνει τό, al r. 10 Β riporta l'esatto Φιλόξ(ενος), e non
Φίλων.
δι
369, 1 μετακρίναι Β; 375, 6 Γα di άκρέμων è su correzione di
un precedente v; 376, 12 μεσαιπόλ(ιος) Β μεσοπόλιος leg.; 387, 1
prima di scrivere κύω aveva cominciato con un'a, 2 μεταλείψει
Β, 9 άρται Β.
Nella glossa 393 άλαλή al r. 6 gli editori riportano con
crux άλλη, che è in realtà da leggere άλ'ά'λη (Γα è nell'interli
nea, ridotta al trattino abbreviativo consueto).
395, 15 si legge chiaramente in Β παρά άμφϊλοχ( ); 396, 5
πε [[rasura]] ]πλάνηναι Β; 406, 19 πά(λιν) Β cf. fol. 15ν., 17,
cioè la glossa 412, 10. In margine sempre a 406, 19 di mano
del XV sec. si legge « dimisit adbreviaturas ad. palin. »; cer
to il παράγεται degli editori è improbabile.
415 p. 263, 2 ού[[rasura]]κ Β; 416, 7 per capire il testo
è da aggiungere dopo il secondo καίηη <ούκ>; 417, 17 αληθές Β
e c., aveva cominciato a scrivere άλλ, che poi corregge con
una grossa η, 18 πυκινώς Β a.c.; 417 p. 266, 1 ελεεινός, καί γρά
φεται Β; 419, 11 [[κελε]]οΰτως Β; 421, 4 dopo άντί il ms. riporta
un γ, da espungere.
430, 16 καλεί, ή δτι Β; 432, 5 χάλκεον Β; 433, 5 όρίνω Bee. όρσ
Β a.c.; 434, 10 εις θερμά φεύγω Β; 435, 24 πνανώνται Β; 436, 5 υΐδν
[[έν]] Β, 7 πατρωνυμηκόν Β, 8 ποτιτυόν Β, non τό Τιτυόν degli edi
tori, più vicino a ποτι τοιον del ms. Vat. gr. 1818 (A), che ci
riporta un ramo di tradizione in cui le glosse si tramandano

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IN MARGINE ALL'EDIZIONE CRITICA DELL'' ETYMOLOGICUM GENUINUM ' 193

più ampie e circostanziate, a partire da 424 άλευρόττησις. La


forma ποτιτυον è data pure dall'-E. Sym., e dal Magnum.
438, 2 κατοικητίδιον Β prima della rasura, per cui η diven
ta poi i, 7 έκτελών Β ; 444, 3 ώλενείης Β a.c. ώλενΐης Β e c., lo ι
è fatto sul gruppo ει originario, 4-5 κέκλιται Β nulla corr.; 445
p. 285, 1 πίσσαν Β; 446, 11 λήθην Β; 448, 3 άληθώ Β; 451, 3 επί
Β e c., 1'ε è su un originario ω; 452, 6 Άλητίδα Β; 455, 5 καί
γίνεται Β; 457, 10 άμφάλη τά άλήατα Β; 462, 14 έχε ι ν Β, προτω
βάτων Β; 470, 1 [[Θρακών]] exp. Β; 471, 13 δεινώ Β a.c. δϊνώ Β e
C.; 472, 15 κοιλίω Β, 19 το άπαγε Β; 473, 1 "παρά το άλω', 'άπό'
Β nell'interlinea; 477, 13 σιτωδείας Β a.c. σιτωδίας Β e c.; 481, 18
δ' Β, 20 δ' om. Β, 21 οίον om. Β.
Nella glossa 482 a p. 309, 2 άλιτείν Β a.c., ως άν Β ; 483, 7
ή
στερεϊσθαι Β; 485, 19 οιονεί Β, il secondo ο è corretto su uno
ι; 495, 8 άλκή Β; 497, 15 ΆλκμανΒ a.c., άκμανΒ a.c., p. 313, 1 του
μ Β a.c., άλκιμά Β a.c., 2 'Αλκ'μ'ανος Β.
499, 2 Άλμήνη Β; 502, 19 εύδιηνάς; 503, 11 έπέταξεν Β; 505, 7
παρά τδ σκέπτω Β, per cui si può capire il conseguente σκέπτος ;
513, 11 Θεσαλίας Β.
Nella glossa άλοιμός 524 al r. 4 non c'è bisogno dell'inte
grazione <της>, in quanto Β riporta chiaramente l'articolo;
allo stesso rigo in Β si legge καθάπερ άν ή.
537, 11 καί om. Β; 540, 12 σωμασχοΰντες Β a.c.; 543, 4 τοϋ
άλύω καί όπύω Β ; 545, 3 ποτέ Β ; nella glossa 549, 2 l'incipit del
verso di Horn. X 70 è dato da Β nella sua forma esatta οίκ'
e non ουκ, come riportano, invece, A e gli editori.
550, 10 τοϋ [[άλω]]λύω exp. Β; 553 p. 344, 7 διακεχύσθαι [[ΐ··σ]]
rasura in Β; 559, 4 άλλασσομένους Β, 5 (γίνεται) per comp. Β,
άλποβοΐαι Β a.c.; 568 ρ. 354, 7 τοϋ κάλωος (l'o è su correzione,
forse di un ω ) * έπέκτασίς έστι της ος (l'o è su correzione di un
ω); cioè in Β è omesso dal copista έστιν - κατ', rr. 7-9.
575, 8 τό om. Β; 582, 2 αύξαννόμενα Β ; 583, 9 δ'έθήσαο recte
Β = Callim. libri; 585 p. 374, 3 toglierei la crux ad άμφυτά (se
si dovesse mettere a tutte le parole mal divise! Cf. e.g. 591, 16
άλλόγε Β), 4 έξεγχματα B;588, 19 ήδω [ex αν- correctum] Β.
593, 5 έπιρ[[ρ]]ρήματα Β, άντη Β; 611, 16 βρέβος Β; 616ρ. 392,
8 διάτό om. Β, sempre al r. 8 χρύσειος σταυρός άν. θρωστάτων (?)/
κάρα διά της Γι διφ&όγγου γρα ( ) Β, non certo άχωρ degli editori.
621, 8 ΤΩρο(ς) Β; 653, 3 έπισχαδ( ), 1'α è, a dir poco, incerta,

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194 R. PINTAUDI

in Β mi par di vedere, n
S
cui è stato sottoposto, έπίσχ con una piccola traccia dopo
il χ, più simile ad uno ι che ad un'oc; 655, 9 μίτρα Β e c., aveva
iniziato μη; 656, 1 Σίντη Β a.c.
Nella glossa 662, 17 non si ha in Β Θεμισκϋ degli editori,
ma Θεμισκ (ύριο )v con l'abbreviazione da nomen sacrum; 667, 1
καθ' ά καί Β; 681, 14 αύτις Β nulla corr., quello che poteva
sembrare un ο era una delle solite spore, ora eliminata.
ο

686, 5 άναπιννομένη Β; 689, 1 Άμυμώνη Β; 690, 8 έεΐο Β; 691,


6 παρά τό Β a.c.; 706, 6 άμφασίην Β a.c.; 707, 5 τύχωμαιΒ; 716, 4
[[«]]
γνώσαι AB, χολώσαι Β; 721, 10 άμφιδέδη[[σ]]ε con ει e σ erasi nel
lemma in marg. B, mentre il lemma in versu άμφιδέδη[[σ]]ε.
725, 8 [['Αθηναίων]] ή exp. Β; 728, 2στησαιΒ; 729, 7 άφισκιτεΐν
Β ; 732, 7 μαστούς Β e c., aveva cominciato, però, con un v, i.e.
ναστούς; 734, 5 έντρυφίου da leggersi tutto unito in B, lo spazio
che c'è in Β è dovuto ad una piega che è stata distesa.
735, 8 άμφικύπελον lemma in marg. et in versu B, 9 άμφι
κύπελον Β, seguito giustamente, quindi, da καί πλεονασμω; 736,
13 κατ' λωήν Β; 738, 9 σημαίνει δέ δίκτυονΒ; 741, 3 λέγεται [[ή]] Β;
744, 1 άμφιέν'ν'υμαι Β, ήμφιενύμην Β, 2 τώι άμφιέννυμαι Β; 745, 9
έδεικανόοντο ΑΒ;746, 19 ένήλλαξεν Β, ρ. 452, 10-11 ό δέ Ευριπίδης ό
τραγικός έτυμολογεϊ τό 'Αμφίων Β; 747 ρ. 455, 3 είαμενέςΒ; 754, 5
σημαινούσης Β, non abbreviato; 755, 2 κατά θλίψινΒ; 756 ρ. 462,
1 δευτέρου per comp. in Β e c., aveva cominciato a scrivere
un'oc, a causa di πρώτον che segue.

Rosario Pintaudi

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