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KURT V O G E L
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7 Fexf-Dlein, o.c., p. 87 s.
è J. L. Heiberg, Anonymi logica et quadrimum, in « Det Kgl Danske Videns-
kabemes Selbskab Hist. - filol. Meddelelser », XV, 1, Kobcahavn 1929; cfr. P.
TaNNERY, Quadrivium de Georges Pacbymère ou Σύνταγμα των τεσσάρων μαθημάτων,
Città del Vaticano 1940 [Studi e Testi, 94].
9 Confessiones, in Migne PL, 32, cc. 658-868.
lezione romana, di calcolo, nella quale gli scolari si esercitavano nel calcolo
con le frazioni.
G erberto ha studiato alla scuola del monastero di Aurillac, nell’Al-
vemia. L’abate era Geroldo, il maestro d i Gerberto era Raimondo, diven
tato più [tardi abate, al quale — come riferisce lui stesso — deve tu tto101
2
3
4
.
Una svolta decisiva nella vita d i G erberto si verificò, quando il
margravio Borel , signore del margraviato relativamente autonomo di
Barcellona, posto fra la marra spagnola e il califfato di Cordova, durante
un viaggio politico fu ospite di Aurillac dell’abate G eroldo. L’abate gli
chiese, se in Spagna d fosse qualcuno, presso il quale d si potesse perfe
zionare nelle artes. Borel rispose affermativamente e allora l’abate lo
pregò di condurre seco uno d d suoi m onad. Così nel 967 G erberto si
recò, forse diciassettenne (adolescens) u — era nato quindi intòm o al 950
— dal vescovo H atto a Vich, dove studiò intensamente e con profitto
la matematica {in matbesi plurimum et efficaciter studuit) a . Là potè co
noscere le cifre arabe nella forma ocddentale, chiamata gubar. Esse ven
gono documentate per la prima volta in un codice dell’anno 976, prove
niente dal monastero A lbeldaa, situato in Austria. Insieme ad H atto
e a Borel Gerberto intraprese nel 970 un viaggio dal papa e alla corte
di Ottone I . Quando i due ripartirono, Gerberto rimase a Roma per
perfezionarsi nella logica, dato che in matematica era già perfetto {in ma
thesi se-satis posse) M.
Dal 972 al 982, Gerberto diresse la scuola cattedrale di Reims, dove
istruì m olti allievi nelle disdpline delle artes liberales. Ma d ò che rese
celebre Gerberto fu il nuovo abaco, chiamato abacus geometricalis o mensa
Pythagorae e in tedesco « Kloster-Abacus » , che gli viene attribuito. Dalla
biografia di Gerberto, scritta dal suo scolaro Richerus negli anni fra il
996 e il 998, apprendiamo sulla confectio abaci quanto segue15:
« In preparazione alla Geometria (!) confezionò, con l’aiuto di un
costruttore di scudi, un abacus, d oè u n a tavola che si poteva sud
F3g. 2; Abaco in
« Boethius » Geome
tria II, secondo il MS
London, Brit. tifar.,
Lansdowne 842 (in:
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3 6 3
Fig. 7: Spiegazione della divisione nell’abaco.
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3
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2
1 12 * r Sextans r è s * 1* * " 1720 144
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T ,7
ir Unda 4 . y jg C a c e te 2306 S t?
Si potevano esprimere certe frazioni sem piid solo com e somme, scri
vendo 1 /9 = 1/12 + 1 /3 6 ; 1 /1 8 = 1 /2 4 + 1 /7 2 . N on era assoluta^
mente possibile indicare 1 /7 . Anche il com pito, di cui O razio 26 d parla a
proposito di una lezione d i calcolo con frazioni, e d o è di dividere un A s in
cento parti, non darà un risultato esatto, mentre al piccolo A lbino riescono2 6
X T c X I
4 s 9
2 4
<· ar 3 2
4-6 * 2 4
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Summ« t a 7 2
2 0* / 6
2 S * t 2
2 -4* 0
1 1 2 3 2
Ftg. 11:
Calcolo della ipotenusa nel triangolo rettangolo, in Ollabis, Oettores. . p. 421.
72 + 7
--------------- = 28
. 2