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Saverio Campanini

PARVA SCHOLEMIANA I.
RASSEGNA DI BIBLIOGRAFIA

Nur Engel und Bücher können «erscheinen».


Hugo Rahner

La bibliografia scholemiana, nel signifi- e dedicato in prima istanza a lui stesso 1. Una
cato ampio delle unità bibliografiche che regi- parte non modesta di tale interesse è rivestita
strano Gershom Scholem (Berlino 1897 - Ge- dalla biografia del grande studioso israeliano
rusalemme 1982) nella categoria autore, titolo di origine tedesca 2. Dopo un lungo confronto
o soggetto, rappresenta un campo in notevole con la sua monumentale opera edita 3, a oltre
espansione all’interno della fiorente produzio- vent’anni dalla scomparsa di Scholem, si è
ne bibliografica di ambito giudaistico. Se in compreso sempre meglio quanto il nodo della
passato l’interesse prevalente era concentrato biografia costituisca una chiave essenziale per
sulle due attività principali di Scholem, ovvero intendere la scrittura di Scholem nonché una
lo studio della mistica ebraica e il paziente e radice profonda del fascino che questo autore,
pietoso lavoro di editore ed esecutore testa- a differenza di tanti suoi dimenticati colleghi,
mentario dell’opera dell’amico Walter Benja- non cessa di suscitare. Non è sempre facile
min, attualmente, soprattutto in virtù della ge- mantenere un adeguato controllo bibliografico
nerosa pubblicazione di materiale archivistico, della ricca produzione degli ultimi anni. Que-
la figura del nostro si staglia con sempre mag- sta rassegna si propone di avviare una perlu-
giore nettezza al centro di un interesse genuino strazione del campo degli studi scholemiani al-

1 Si veda, tra l’altro, G. Scholem, Tagebücher, vanili. Nuova edizione ampliata, a cura di G. Busi,
Aufsätze und Entwürfe, Vol. I: 1913-1917, Herau- trad. di S. Campanini, Einaudi, Torino 2004.
sg. von K. Gründer, H. Kopp-Oberstebrink und F. 3 La bibliografia più aggiornata, a cura di M.
Niewöhner, Jüdischer Verlag, Frankfurt am Main Catane, Bibliography of the Writings of Gershom
1994; Vol. II: 1917-1923, Herausg. von K. Gründer, G. Scholem, Magnes Press, Jerusalem 1977, com-
H. Kopp-Oberstebrink und F. Niewöhner unter Mi- prende libri e articoli apparsi fino all’ottantesimo
twirkung von K.E. Grözinger, Jüdischer Verlag, compleanno dell’autore, cinque anni prima della
Frankfurt am Main 2000; G. Scholem, Briefe, vol. sua scomparsa, elencando oltre cinquecento titoli.
I: 1914-1947, Herausg. von I. Shedletzky, Beck, Un completamento della bibliografia scholemiana è
München 1994; Vol. II: 1948-1970, Herausg. von un desideratum della giudaistica, solo in parte sod-
Th. Sparr, Beck, München 1995; Vol. III: 1971- disfatto attraverso la pubblicazione di J. Dan - E.
1982, Herausg. von I. Shedletzky, Beck, München Liebes (edd.), The Library of Gershom Scholem on
1999; B. Scholem - G. Scholem, Mutter und Sohn Jewish Mysticism, 2 voll., The Jewish National and
im Briefwechsel: 1917-1946, Herausg. von I. Shed- University Library, Jerusalem 1999. Un primo
letzky, Beck, München 1989; G. Scholem, Briefe orientamento può essere reperito nell’indice delle
an Werner Kraft, Herausg. von W. Kraft, pubblicazioni di argomento giudaistico, denominato
Suhrkamp, Frankfurt am Main 1986; alle edizioni RAMBI, consultabile online presso il sito della
tedesche dell’epistolario occorre aggiungere, anche Jewish National and University Library di Gerusa-
perché presenta materiali inediti, G. Scholem, A Li- lemme, nonché nelle rassegne bibliografiche annuali
fe in Letters, 1914-1982, edited and translated by a cura del Leo Baeck Institute, pubblicate in appen-
A.D. Skinner, Harvard University Press, Cambrid- dice agli Yearbooks dell’istituto (ora disponibili an-
ge (Mass.) 2002. che in Cd-rom). Utile e aggiornato è infine il catalo-
2 Si veda la recente pubblicazione della tradu- go (consultabile online) della biblioteca Scholem
zione basata sull’ebraico dell’autobiografia di G. presso la già ricordata Jewish National and Univer-
Scholem, Da Berlino a Gerusalemme. Ricordi gio- sity Library di Gerusalemme.

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la ricerca di emergenze significative, problemi 1. Il buon Dio si nasconde nel dettaglio


irrisolti, ulteriori percorsi di indagine ma, so-
prattutto, dettagli. Esiste tutta una letteratura, che comin-
Secondo la frase attribuita, anche da cia a richiedere a sua volta una qualche forma
Scholem 4, ad Aby Warburg, «Der liebe Gott di organizzazione bibliografica, sul celebre
steckt im Detail» [il buon Dio si nasconde dictum di Aby M. Warburg «Der liebe Gott
nel dettaglio]. È curioso che il medesimo steckt im Detail». Qui ci occuperemo soltanto
motto, scelto da Warburg per un seminario della sua manifestazione nell’opera di Ger-
tenuto all’Università di Amburgo nel 1925, shom Scholem, perché rappresenta un caso
sia stato anche attribuito a Gustave Flau- esemplare di ciò che vogliamo portare in luce
bert 5 (nella forma «le bon Dieu est dans le con questo faretto bibliografico. Se non mi
détail»). I goffi numi di Bouvard e Pécuchet sbaglio, il motto compare due volte nell’opera
sorvegliano ogni sistematica, ogni disciplina, di Scholem, in entrambi i casi in una forma di-
dunque anche il progetto, che cominciamo a versa da quella divenuta canonica. La prima
realizzare qui, di rendere conto della biblio- citazione 6 si trova al termine di una conferen-
grafia scholemiana. za tenuta in lingua tedesca da Scholem il 7 set-
Chi scrive, conviene dichiararlo ancora tembre 1959 presso il Leo Baeck Institute di
in limine, è un appassionato collezionista di Londra, con il titolo Wissenschaft vom Juden-
scholemiana materiali e immateriali (opere, tum. Einst und Jetzt. Il testo della conferenza,
cimeli, lettere, testimonianze, ricordi, luo- sulla base della registrazione su nastro rivedu-
ghi). La passione collezionistica, ovviamente, ta dall’autore, fu pubblicato l’anno seguente
non dovrebbe far velo all’obbiettività: è solo nel «Bulletin» della società degli amici del Leo
in parte un’ironia del destino tentare di af- Baeck Institute, stampato dall’editore Bitaon
frontare questo nodo con gli strumenti della di Tel Aviv 7. In seguito, esso fu ripreso dal
bibliografia. Una disciplina in cui a un mas- medesimo Scholem nella sua raccolta di saggi
simo di obbiettività nei metodi corrisponde intitolata Judaica 8, apparsa presso l’editore
un’ineguagliabile faziosità nelle intenzioni e, Suhrkamp a Francoforte nel 1963. Una versio-
spesso, nei risultati. Scoperte alcune carte, ci ne ebraica della medesima conferenza 9 appar-
proponiamo di vedere, proprio nel senso del ve nel 1961, nella rivista «De‘ot», con il titolo
gioco d’azzardo, se non se ne possano scopri- hzh ]mzbv ,hh ,ymyb − lar>y tmkx. Il testo
re altre. ebraico fu ripubblicato nella raccolta di saggi

4 Si veda, più oltre, 1. Il buon Dio si nasconde 7 G. Scholem, Wissenschaft vom Judentum einst
nel dettaglio. und jetzt, «Bulletin fuer die Mitglieder der Gesell-
5 Per esempio da E. Panofsky, Meaning in the schaft der Freunde des Leo Baeck Instituts», 9
Visual Arts, Doubleday, New York 1955, p. 8. Tale (1960), pp. 10-20. Le pagine vengono date in modo
attribuzione è stata ripresa anche da E.H. Gombri- scorretto in G. Scholem, Judaica, Suhrkamp,
ch, Aby Warburg. An Intellectual Biography, The Frankfurt am Main 1963, p. 236 (pp. 2-12) e l’erro-
Warburg Institute, London 1970, p. 13, n. 1. Non- re viene poi ripreso, assai probabilmente dalla stes-
dimeno, D. Wuttke, Nachwort, in A.M. Warburg, sa fonte, da Schäfer, Judaica 6, cit., p. 102.
8 Il titolo fu poi modificato in Judaica 1 dopo la
Ausgewählte Schriften und Würdigungen, hrsg. von
pubblicazione della seconda raccolta, apparsa nel
D. Wuttke in Verbindung mit C.G. Heise, Verlag
1970 e intitolata, per l’appunto, Judaica 2. A oggi si
Valentin Koerner, Baden-Baden 1979, pp. 601-638: contano sei volumi della serie, anche se solo i primi
623-624 ha mostrato che l’attribuzione a Flaubert tre videro la luce vivente Scholem. Gli altri tre, ap-
del detto warburghiano deve essere considerata una parsi rispettivamente nel 1984, nel 1992 e nel 1997,
delle tante leggende che fioriscono intorno all’appa- rappresentano tre stadi della ricezione di Scholem
rente semplicità di questo motto. in ambito accademico e latamente culturale, come
6 Inserita in una peroratio che P. Schäfer (in G.
simboleggiano bene i nomi dei tre curatori: Rolf Tie-
Scholem, Judaica 6: Die Wissenschaft vom Juden- demann, Michael Brocke e Peter Schäfer.
tum, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1997, p. 105) 9 Che non va confusa con la conferenza origina-
ha definito «unmotiviert und gefällig». riamente apparsa in ebraico nel 1944 in “Luach ha-

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Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

hynmrg tvdhy l> ht>rvmm ,yqrp, apparso me degli Yearbooks del Leo Baeck Institute 15,
nel 1975 . Oggi il saggio in versione ebraica
10 nonché come pubblicazione autonoma nella se-
può essere letto anche nella raccolta postuma rie delle «Memorial Lectures» del Leo Baeck 16.
intitolata‘Od davar 11. Già durante la vita di È interessante osservare che il medesimo saggio
Scholem il testo della conferenza fu tradotto in apparve anche, in una versione “slightly revi-
inglese da Michael A. Meyer, con il titolo The sed”, nella raccolta di saggi, curata da Werner
Science of Judaism − Then and Now, apparso J. Dannhauser, dal titolo On Jews and Judai-
nella raccolta di saggi intitolata The Messianic sm in Crisis 17. Anche l’originale tedesco ha co-
Idea in Judaism 12. Sulla traduzione inglese è nosciuto diverse reincarnazioni nel corso del
basata, poi, la versione francese di Bernard tempo: nel 1968 18 nel volume collettivo dal ti-
Dupuy, apparsa, con una breve premessa di tolo Über Walter Benjamin 19, quindi, nel
Gershom Scholem, nel 1974 13. 1970, nella raccolta Judaica 2 20, per poi essere
La seconda occorrenza del motto nel- integrato nel volume, apparso postumo a cura
l’opera di Scholem risale a un testo composto, di Rolf Tiedemann, Walter Benjamin und sein
ancora una volta per essere pronunciato presso Engel 21. Tiedemann, che ha aggiunto alcune
il Leo Baeck Institute, questa volta però a New annotazioni al testo, afferma 22 di aver adope-
York, nell’ottobre del 1964 e a Parigi, presso rato per preparare la sua silloge, gli esemplari
la Societé des études germaniques nello stesso di Scholem, che annotava e correggeva i propri
torno di tempo. Si tratta del celebre discorso testi molto tempo dopo la loro pubblicazione.
intitolato Walter Benjamin, originariamente Anche la conferenza su Walter Benjamin fu
scritto in tedesco e apparso sulla «Neue Rund- tradotta in ebraico dall’autore e pubblicata
schau» nel 1965 14, a venticinque anni dalla nella rivista «Ammot» 23. Quest’ultima versione
morte del celebre amico. Una traduzione ingle- fu poi ristampata in Devarim Be-go (Tel Aviv
se del medesimo testo (a cura di Lux Furtmül- 1975) 24. In francese, stando alla bibliografia di
ler) apparve nello stesso anno nel decimo volu- Catane 25, Scholem ha tradotto se stesso nella

aretz” e tradotta in tedesco soltanto nel 1999 in Ju- 18 Questo avatar dell’articolo scholemiano, pur
daica 6, cit., pp. 7-52. avendo avuto ampia diffusione, non è registrato
10 Kibbutz ha-Meuchad, pp. 135-142.
nemmeno nella per solito assai precisa bibliografia
11 G. Scholem, ‘Od Davar, a cura di A. Shapira,
di Catane.
Am Oved, Tel Aviv 1989, pp. 133-142. 19 G. Scholem, Walter Benjamin, in Über Wal-
12 G. Scholem, The Messianic Idea in Judaism
ter Benjamin, Mit Beiträgen von Theodor W. Ador-
and Other Essays on Jewish Spirituality, Schocken no, Ernst Bloch, Max Rychner, Gershom Scholem,
Books, New York 1971, pp. 304-313.
13 G. Scholem, Le messianisme juif. Essais sur Jean Selz, Hans Heinz Holz und Ernst Fischer,
Suhrkamp, Frankfurt am Main 1968, pp. 132-162.
la spiritualité du judaı̈sme, Calmann-Lévy, Paris 20 G. Scholem, Judaica 2, Suhrkamp, Frankfurt
1974, pp. 427-440.
14 G. Scholem, Walter Benjamin, «Neue Rund- am Main 1970, pp. 193-227.
21 G. Scholem, Walter Benjamin und sein Engel.
schau» 76 (1965), pp. 1-21.
15 G. Scholem, Walter Benjamin, «Yearbook of Vierzehn Aufsätze und kleine Beiträge, Suhrkamp,
the Leo Baeck Institute» 10 (1965), pp. 117-136. Frankfurt am Main 1983, pp. 9-34.
16 Si tratta della numero 8. 22 Ibid., p. 224. Una versione riveduta della po-
17 G. Scholem, On Jews and Judaism in Crisis. stfazione di R. Tiedemann (Erinnerung an Scho-
Selected Essays, edited by W.J. Dannhauser, lem) è apparsa in «Frankfurter Adorno Blätter» 5
Schocken Books, New York 1976, pp. 172-197. Nel- (1998), pp. 196-207.
la prefazione il curatore della versione inglese affer- 23 G. Scholem, Walter Benjamin, «Ammot» 4,2
ma che Scholem ha riveduto, nel 1974, le sue tradu- (1965-1966), pp. 18-32.
zioni, correggendo, consigliando e aggiungendo in- 24 G. Scholem, Walter Benjamin in Devarim be-
numerevoli dettagli. Ciò si riferisce però soprattutto go, Am Oved, Tel Aviv 1975, pp. 426-449.
ai saggi tradotti per la prima volta da Dannhauser 25 Catane, Bibliography, cit., p. 52.
in inglese.

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versione apparsa in «Les Lettres nouvelles» 26, vrebbe essere la sua inversione ironica «Der
avvalendosi della revisione di Jean e Mayotte Teufel steckt im Detail» (il diavolo si nasconde
Bollack, amici di Peter Szondi. Il medesimo te- nel dettaglio) che al parlante tedesco medio ap-
sto è in seguito apparso nella raccolta di saggi pare come un proverbio e, come tale, privo di
intitolata Fidélité et utopie 27. In questo volu- autore. Gli aforismi davvero efficaci tendono
me, per la verità, la traduzione è attribuita al ad avere molti padri ovvero, il che è lo stesso,
solo Jean Bollack nell’avvertenza premessa ai nessuno. La forma canonica nella quale l’afori-
testi 28 e a Jean e Mayotte Bollack nella nota al sma si è tramandato è, appunto, »der liebe
testo 29. Del medesimo originale esiste una se- Gott steckt im Detail», come risulta dal suo uso
conda traduzione francese ad opera di Philip-
da parte di Ludwig Binswanger 33 (1927) e, nel-
pe Ivernel, apparsa nel volumetto Benjamin et
lo stesso anno, da parte del fratello di War-
son ange 30. Il testo della conferenza è stato tra-
dotto anche in italiano, nel volume adelphiano burg, Max 34, seguito da Karl Vossler 35 (1928).
Walter Benjamin e il suo angelo 31. Dopo la morte di Warburg (1929) il motto fu ri-
Il motto impiegato da Aby Warburg, tor- petuto sulla sua tomba da Ernst Cassirer 36.
nato da poco tempo dalla clinica di Kreuzlin- Anche in Italia, curiosamente in una ulteriore
gen 32, suona nell’originale «Der liebe Gott ste- variante (Gott ist im Detail) attribuita erronea-
ckt im Detail». Questo aforisma ha generato mente a un non meglio precisato «Wartburg»,
una serie impressionante di riprese, attribuite il motto fu recepito già nel 1948 nientemeno
a una fitta schiera di autori putativi o presunti che da Benedetto Croce 37. Esso ha ricevuto la
e di variazioni, la più famosa delle quali do- sua durevole fama, come scrive Dieter Wut-

26 G. Scholem, Walter Benjamin, mon ami, «Les 36 In Worte zur Beisetzung von Professor Dr.
Lettres nouvelles» 72 (mai-juin 1972), pp. 26-54. Aby M. Warburg, [Darmstadt 1929], pp. [21-22].
27 G. Scholem, Fidelité et utopie. Essais sur le 37 B. Croce, Storiografia e idealità morale, La-
judaı̈sme contemporain, Calmann-Lévy, Paris terza, Bari 1950. Cfr. anche R.V. Cristaldi, Gott ist
1978, pp. 113-136. im Detail, «Rivista di studi crociani» 17 (1980), pp.
28 Ibid., p. 15.
202-203; Id., Ancora su Warburg e Croce e una let-
29 Ibid., p. 115.
tera inedita del filosofo, «Rivista di studi crociani»
30 Cfr. G. Scholem, Benjamin et son ange,
17 (1980), pp. 310-312; A. Parente, A proposito di
Payot et Rivages, Paris 1995, pp. 21-78. Croce e Aby Warburg, «Rivista di studi crociani» 17
31 G. Scholem, Walter Benjamin e il suo angelo,
(1980), pp. 203-205. Cfr. anche B. Da Forno, Il dia-
traduzione di Maria Teresa Mandalari, Adelphi, volo sta nei dettagli. Appunti sulla ricezione italia-
Milano 1978, pp. 71-110. na di Aby Warburg apparso sulla rivista online
32 Si veda ora L. Binswanger - A. Warburg, La
«Engramma» 6 (febbraio-marzo 2001), nonché K.
guarigione infinita. Storia clinica di Aby Warburg,
Forster - K. Mazzucco, Introduzione ad Aby War-
a cura di D. Stimilli, Neri Pozza, Vicenza 2005.
33 L. Binswanger, Eröffnungsrede des Präsiden- burg e all’Atlante della Memoria, a cura di M. Cen-
tanni, Bruno Mondadori, Milano 2002, in part. p.
ten, «Schweizer Archiv für Neurologie und Psychia-
trie», 20 (1927), p. 174, citato da D. Stimilli in ix. Sui problemi della ricezione di Warburg in Italia
Binswanger - Warburg, La guarigione infinita, cit., e sul ruolo che vi ha giocato Benedetto Croce riman-
p. 17. diamo inoltre a S. Settis, Presentazione, in J. Sez-
34 In uno scherzoso Sprüchen-ABC zu Ehren nec, La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul
Aby Warburgs, [Raccolta alfabetica di proverbi in ruolo della tradizione mitologica nella cultura e
onore di Aby Warburg] conservato in manoscritto nell’arte rinascimentali, Bollati Boringhieri, Torino
presso il Warburg Institute di Londra (Warburg- 1981, pp. vii-xxix. Il motto, nella forma «Dio è nel
Zimmer18); la rima che Max Warburg trovò, ben- particolare», è ricordato anche in C. Ginzburg, Da
ché non molto felice, può essere riferita qui: «Der A. Warburg a E. H. Gombrich. Note su un proble-
liebe Gott/steckt im Detail/der Duce/ist nicht aus ma di metodo, in Id., Miti emblemi spie. Morfologia
Email». Cfr. Wuttke, Nachwort, cit., p. 620. e storia, Einaudi, Torino 1986 [apparso originaria-
35 Cfr. G. Mastroianni, Il buon Dio di Aby War- mente in «Studi Medievali», serie III, 7 (1966), pp.
burg, «Belfagor» 55 (2000), pp. 413-442. 1015-1065], pp. 29-106: 35.

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tke 38, da Ernst Robert Curtius che non si li- Such an immersion must not shrink from the in-
mitò a citarlo nel suo Europäische Literatur sight expressed in the magnificent saying ascribed
und lateinisches Mittelalter (1948) ma ne fece to Aby Warburg: Der liebe Gott lebt im Detail (it
un principio costitutivo del suo lavoro e del suo is in the minutiae that God can be found).
metodo. In questo modo e per questa via il dic-
Traduzione francese:
tum divenne proverbiale nella Germania post-
En nous livrant à une recherche universitaire
bellica. Scholem, però non risulta essere stato fondée sur les faits et les événements, nous pour-
a conoscenza del fortunato libro di Curtius e, rons refaire et rebâtir notre existence jusque
in ogni caso, non sembra aver attinto al volume dans ses moindres détails. Et dans cette entre-
in cui a più riprese il motto di Warburg è cita- prise, on n’aura garde d’oublier le mot célèbre
to. In nessuna delle circostanze in cui Scholem attribué à Aby Warburg: Der liebe Gott leb tim
cita il detto, nemmeno nelle numerose versioni Detail 40.
in diverse lingue che pure supervisionò, il detto
compare nella sua forma canonica. Riferiamo Riferiamo ora l’altra citazione del motto
di seguito le varie forme che il detto assume warburghiano o meglio, come si vedrà, di una
nelle pubblicazioni che abbiamo ordinato cro- sua ulteriore variante, sovvenuta a Scholem
nologicamente in precedenza. Per rendere nel tratteggiare un profilo intellettuale del-
comprensibile l’uso scholemiano del detto pre- l’amico Walter Benjamin:
sentiamo un contesto un poco più ampio:
Originale tedesco:
Originale tedesco: Alles Kleine hatte die größte Anziehung auf ihn.
Wir haben die Möglichkeit, durch echte Versen- Im Kleinen und Kleinsten Vollkommenheit aus-
kung in wissenschaftliche Sachverhalte und Tat- zudrücken oder zu entdecken, war einer seiner
bestände das Ganze aus dem Kleinsten zu reorga- stärksten Impulse. Autoren wie J.P. Hebel oder
nisieren und zu rekonstruieren. Und solche Ver- der hebräische Erzähler S. J. Agnon, die in Ge-
senkung darf sich die Einsicht nicht verdriessen schichten kleinsten Umfanges Vollkommenes zu-
lassen, die aus dem grossartigen Worte spricht, stande brachten, konnten ihn immer wieder ent-
das im Namen von Aby Warburg überliefert zücken. Daß im Kleinsten sich das Größte auf-
wird: Gott wohnt im Detail 39. schließt, daß «der liebe Gott im Detail wohnt»,
wie Aby Warburg zu sagen pflegte, das waren in
den verschiedensten Bezügen für ihn grundlegen-
Traduzione ebraica d’autore:
de Einsichten 41.
tytyma tvqmith !vt ,tvr>pah vnl hnvtn
bykrhlv ]gral ,,yyidm tvdbvibv ,ynyynib
Traduzione inglese:
.,yurph=yurpv tvnuqh !vtm ,l>h ta >dxm It was the small things that attracted him most.
trbvdh hrkhh ]m tvqmithh dvlct an lav To create, or discover, perfection on the small
l> vm>b trcmnh trdhnh hrmymh !vtm vnyla and very smallest scale was one of his strongest
.,yurpb ]kv> ,yhvla :grvBrvv yba urges. Authors like Johann Peter Hebel or the
Hebrew writer S. J. Agnon, who achieved per-
Traduzione inglese: fection in stories of the smallest compass, en-
By genuine scholarly immersion into facts and chanted him time after time. That the greatest is
circumstances we may be able to reorganize and revealed in the smallest, that − as Aby Warburg
reconstruct the whole from its smallest parts. used to say − “The Lord God dwells in the de-

38 Wuttke, Nachwort, cit., pp. 623-625. la dipendenza di questa versione dall’inglese. La


39 La versione apparsa in Judaica, cit., p. 164 dif- versione francese offre in nota una traduzione del
ferisce dalla pubblicazione originale solo per la grafia motto: Le bon Dieu habite dans le détail.
di due parole “verdrießen” e “großartigen” che, evi- 41 «Neue Rundschau», pp. 4-5; senza varianti
dentemente per un problema tecnico, erano stati resi anche in Über Walter Benjamin, cit., p. 137; in Ju-
con la doppia s nella pubblicazione originale. daica 2, cit., p. 199; in Walter Benjamin und sein
40 Sic. Dalla forma assunta dal motto in francese
Engel, cit., pp. 13-14.
e persino dall’errore di stampa si deduce facilmente

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tail”: these were fundamental truths to him in Che nel minimo si rivela il massimo, che «il buon
many ways 42. Dio alberga nel dettaglio», come soleva dire Aby
Warburg, erano per lui, nei più vari riferimenti,
Traduzione ebraica: convinzioni basilari.
iybhl .hmvji hky>m vtva !>m hyh ]uq> hm lk
dxa hyh uvipbv ]uqb tvml>h ta tvlglv Gott/der liebe Gott, wohnt/lebt: tra que-
.p.y l> ,gvcm ,yrpvc .rtvyb ,yzih vypxdm ste varianti si gioca l’oscillazione scholemiana
,yrvpycb ,mlvi ta vnq> ,]vngi .y.> va le bh
e nella prima occorrenza del motto. In effetti il
.vtvlipth ta vrrviv vrzx ,,ydmm=yryiz confronto tra le versioni permetterebbe di spe-
,,ylvdgb>=lvdgh hlgn ,ynuqb>=]uqb> culare a lungo su che cosa è diventata la frase
-> ypk ,íuvruvrpb ]kv> avh=!vrb=>vdqh″>
yB a originale nel corso delle sue trasformazioni ul-
dvcy=tvtyma vynyib vyh hla − rmva hyh grvbr-
v teriori, ma ci asterremo di proposito dal com-
.,ynv> ,ymvxtm ,ymvxtb
mentare. Qui interessa soltanto rilevare che,
prima del 1970, rivedendo la traduzione di Mi-
Traduzioni francesi (in ordine cronologico): chael A. Meyer, Scholem pare aver introdotto
Il était captivé par ce qui est petit, rêvant de dé-
una variante al detto con due elementi: da un
couvrir l’absolu dans l’infiniment petit et d’ex-
primer, en miniature, la perfection. Il lisait avec lato a “Gott” viene sostituito, in ciò avvicinan-
délectation des auteurs comme le conteur alle- dosi alla forma canonica del dictum, “der liebe
mand Hebel, ou l’écrivain hébreu Agnon, parce Gott”, mentre a “wohnt” lascia posto “lebt”,
que chacun de leurs brefs récits atteint une ulteriore variante che sembra procedere nella
forme parfaite. Il était convaincu que les grandes stessa direzione indicata dagli scivolamenti del-
choses se révèlent dans les petites, et que, selon le varie traduzioni: dov’era “das Ganze”
l’expression d’Aby Warburg, le bon Dieu habite (,l>h; “the whole”) ancora indeterminato,
le détail. nella traduzione francese si legge “notre exi-
Tout ce qui était petit exerçait sur lui la plus stence”, cosı̀, analogamente, al neutro “woh-
grande attirance. Une de ses impulsions les plus
nen” (dimorare) viene sostituito “leben” (più
fortes consistait à exprimer ou à découvrir la
perfection dans le petit et dans le minuscule. Des
partecipato sul piano emotivo). Se si volesse
auteurs tels que J.P. Hebel ou le narrateur hé- adire a una teologia dell’immanenza, si potreb-
braı̈que S.J. Agnon, qui parvenaient à la perfec- be dire che tutte e tre le espressioni sono legit-
tion dans des histoires au format extrêmement timamente ebraiche: stecken (nascondersi) ri-
réduit, pouvaient le ravir constamment. Que le chiama l’idea del deus absconditus 44, wohnen
plus grand s’ouvre dans le plus petit, que «le bon quella della Šekinah o dimora di Dio, sulla
Dieu habite dans le détail», comme avait cou- quale Scholem ha scritto pagine memorabili 45,
tume de le dire Aby Warburg, c’étaient là des mentre “leben” è forse la forma più comune
idées fondamentales pour lui sous les rapports le con la quale il Dio della vita (el h ayyim) viene
plus divers 43.
descritto nel dettato biblico. Se di lapsus si è
trattato, non pare di poterne rinvenire una
Traduzione italiana:
motivazione religiosa.
Tutto ciò ch’era piccolo lo attraeva irresistibil-
mente. Esprimere o scoprire la perfezione nel
Nel secondo caso la forma del motto non
piccolo e nel minuscolo era uno dei suoi più forti cambia nelle varie vicende del testo, si può solo
impulsi. Autori come J.P. Hebel o come il narra- notare nella versione ebraica, opera dell’auto-
tore ebreo S.J. Agnon, che hanno raggiunto la re, un marcato tentativo, se la si confronta con
perfezione in racconti di dimensione minima, la versione della conferenza del 1959, di rende-
riuscivano a rinnovare sempre il suo entusiasmo. re il detto in un ebraico stilisticamente più ele-

42In LBIY, p. 120; anche in On Jews and Judai- 45 G. Scholem, Schechinah; das passiv-weibliche
sm in Crisis, pp. 176-177, unica variante S.Y. Moment in der Gottheit, in Von der mystischen Ge-
Agnon anziché S.J. Agnon. stalt der Gottheit. Studien zu Grundbegriffen der
43 Scholem, Benjamin et son ange, cit., p. 31. Kabbala, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1977, pp.
44 Cfr. Is. 45,15. 135-191.

400
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

gante e memore della tradizione. Forse per ef- grund Adorno a Walter Benjamin dopo aver ri-
fetto della menzione di Agnon, che precede la cevuto una versione del saggio su l’opera d’arte
citazione del detto di Aby Warburg, la resa in nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, ov-
ebraico è questa volta più preziosa e più risolta vero il testo che ha elevato la nozione di perdita
nell’ambito della tradizione letteraria ebraica, dell’aura a dignità conoscitiva, spedita da Lon-
con la formula Ha-qadoš baruk hu’ (lett. “Il dra e datata 18 marzo 1936, Adorno scrive:
Santo, sia benedetto”) per rendere “il buon «Verzeihen Sie die Hast dieser Notizen. All das
Dio” e il prezioso perutrut, che ricorre anche könnte ernstlich allein an den Details ausgema-
in Agnon ma è già attestato nella letteratura cht werden, in denen der, am Ende doch nicht
rabbinica, per designare il dettaglio, la minu- magische, liebe Gott wohnt» 47 [Mi perdoni la
zia, il presque rien. Ciò che non varia, ed è fretta di questi appunti. Tutte queste conside-
l’elemento per noi di maggiore interesse, è il razioni potrebbero essere svolte seriamente sol-
verbo wohnt (šoken, dwells, habite, dimora), tanto esaminando i dettagli nei quali il buon,
ma in fondo non magico, Dio alberga]. Se ne
cioè, l’unica variante, rispetto al canonico
può inferire che la forma “wohnen” al posto del
“steckt”. In sintesi, proprio l’atto del nascon-
canonico “stecken” circolava davvero intorno a
dersi, se si tiene conto della forma canonica
Walter Benjamin prima della canonizzazione
dell’aforisma warburghiano, è esso stesso cela-
definitiva del motto ad opera di Curtius e per-
to mentre il nascondiglio, ovvero il dettaglio, è ciò può essere considerata, anche in Scholem,
sempre tenuto in evidenza. Ma dalla Lettera una variante legittima, la traccia di una tradi-
rubata di E. A. Poe e ancor più, dalla lettura zione orale.
che ne ha offerto Jacques Lacan, ci siamo abi- Qual è, allora, il significato di questo
tuati a considerare l’evidenza, la superficie, viaggio tra le varianti? Offrire materiali per un
come il miglior nascondiglio. Si direbbe un ca- ulteriore commento della frase finale della par-
so lampante di quella “mystische-anarchisti- te aggiunta 48 al decimo aforisma astorico sulla
sche Politik” applicata come criterio interpre- qabbalah, apparsa in Judaica 3 nel 1973:
tativo, seppure in forma di dubbio, al presunto «Denn unübertroffen hat er [scil. Franz
tradimento della consegna dell’arcano compiu- Kafka] die Grenze zwischen Religion und Nihi-
to da Naftali Bacharach nel suo ‘Emek ha-me- lismus zum Ausdruck gebracht. Darum haben
lek, che peccherebbe di eccesso di essoterismo, seine Schriften, die säkularisierte Darstellung
inducendo Scholem, in un suo aforisma, a chie- des (ihm selbst unbekannten) kabbalistischen
dersi: «Haben wir es also wieder mit jener my- Weltgefühls für manchen heutigen Leser etwas
stisch-anarchistischen Politik zu tun, die die von dem strengen Glanze des Kanonischen −
Geheimnisse durch Aussprechen besser schützt des Vollkommenen, das zerbricht 49».
als durch Verschweigen? 46». Degli aforismi scholemiani esistono due
Pare molto interessante osservare che, in traduzioni italiane 50 che cito nel seguito, in or-
una celebre lettera scritta da Theodor Wiesen- dine cronologico:

46 G. Scholem, Zehn unhistorische Sätze über 48 Nella versione originale degli unhistorische
Kabbala, in Judaica 3, Suhrkamp, Frankfurt am Sätze, apparsa in Geist und Werk. Aus der Werk-
Main 1973, p. 265; nella traduzione di G. Bonola e statt unserer Autoren zum 75. Geburtstag von Dr.
M. Ranchetti: «Abbiamo quindi di nuovo a che fare Daniel Brody, Rhein-Verlag, Zürich 1958, pp. 209-
con quella politica mistico-anarchica che protegge 215, il decimo aforisma era più breve.
49 G. Scholem, Zehn unhistorische Sätze über
meglio i suoi segreti portandoli ad espressione che
tacendoli?»; tr. di A. Fabris: «Abbiamo dunque di Kabbala, in Judaica 3, Suhrkamp, Frankfurt am
nuovo a che fare con quella politica mistico-anar- Main 1973, p. 271.
50 La parte aggiunta del decimo aforisma è stata
chica che custodisce i propri segreti dicendoli piut-
tosto che tacendoli?». intesa, sulla base del commento di David Biale, in
47 T.W. Adorno - W. Benjamin, Briefwechsel modo diverso da Harold Bloom, che parla della
1928-1940, Hrsg. V.H. Lonitz, Suhrkamp, Frank- «forte luce del canonico, di quella perfezione che di-
furt am Main 1994, p. 174.

401
Saverio Campanini

Infatti egli ha portato a espressione in modo stesso Scholem aveva scritto nel primo dei dieci
insuperabile il limite tra la religione e il nichilismo. aforismi: «Echte Tradition bleibt verborgen;
Perciò i suoi scritti, rappresentazione secolarizzata erst die verfallende Tradition verfällt auf einen
del sentimento cabbalistico del mondo (a lui scono- Gegenstand und wird im Verfall erst in ihrer
sciuto) per parecchi lettori odierni hanno qualcosa
Größe sichtbar 54».
del rigoroso splendore di quanto è canonico − ciò
che è perfetto e che va in frantumi 51. Lo spezzarsi di ciò che, nella sua integri-
tà, resta nascosto [echte Tradition], mi sembra
Kafka ha infatti portato a espressione in mo- richiamare una celebre frase di Hegel che ap-
do insuperabile il confine tra religione e nichilismo. pare nella prefazione alla Fenomenologia dello
Ecco perché i suoi scritti, versione secolarizzata di spirito: «Das Verschwindende ist... selbst als
un sentimento cosmico che è proprio della Qabba- wesentlich zu betrachten» 55. Theodor Wiesen-
lah (a lui comunque ignota), possiedono, per alcuni grund Adorno, criticando Hegel e allo stesso
lettori odierni, il nitido splendore dei testi canonici: tempo dichiarando il proprio debito verso di
lo splendore della perfezione infranta 52. lui, aveva asserito, in un testo che Scholem co-
nosceva bene, ossia nei Minima Moralia 56:
Mi sono già soffermato sulle associazioni «Nello svanire del soggetto, è difficile per gli
che il giovane Scholem compiva sul proprio aforismi considerare ciò che scompare come es-
cognome, rietimologizzandolo nel senso di senziale» 57.
“pienezza” “totalità” “compimento”, insomma Cosı̀ tutto pare ridotto a una questione di
“Ganzheit” 53. Nel suo andare in pezzi, nel suo attenzione mentre il dettaglio, rivelatore o futi-
frantumarsi, nella sua distruzione, il canonico le, tende a scomparire e, a detta di Scholem,
emana il proprio rigoroso splendore. Come lo nel suo tuffarsi nel non-percepito, rivela la sua

strugge»; cfr. H. Bloom, Kafka, Freud, Scholem, G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Ru-
Spirali/Vel, Milano 1989, p. 67. sconi, Milano 1995, p. 105.
51 W. Benjamin, Sul concetto di storia, a cura di 56 Poiché ci occupiamo di dettagli, non sarà for-
G. Bonola e M. Ranchetti, Einaudi, Torino 1997, se inutile ricordare che l’opera intitolata Minima
pp. 304-310, qui p. 310. Moralia è costituita da aforismi, per la precisione
52 Cfr. G. Scholem, Dieci tesi astoriche sulla
153. Non so se sia già stato notato che tale cifra cor-
Qabbalah, in Il Nome di Dio e la teoria cabbalistica risponde precisamente al numero di pesci che Pie-
del linguaggio, Traduzione di Adriano Fabris, tro, dopo avere gettato la rete sull’altro lato della
Adelphi, Milano 1998, pp. 93-102, qui p. 102. barca su indicazione di Gesù, riuscı̀ a trascinare a
53 S. Campanini, A Case for Sainte-Beuve. Some
riva secondo il resoconto di Gv. 21,11. L’insolita
Remarks on Gershom Scholem’s Autobiography, in esattezza di questo dato suscitò il desiderio erme-
P. Schäfer - R. Elior (edd.), Creation and Re-
neutico dei padri della chiesa: Agostino dedicò al te-
Creation in Jewish Thought. Festschrift in Honor
ma una quaestio (la n. 53 intitolata De centum quin-
of Joseph Dan on the Occasion of his Seventieth
quaginta tribus piscibus) e Gregorio Magno, nelle
Birthday, Mohr Siebeck, Tübingen 2005, pp. 363-
sue Omelie sui vangeli, ne propone un commento
400: 398-399.
54 Bonola e Ranchetti traducono: «La tradizione numerologico.
57 La celebre e benemerita traduzione di Renato
autentica rimane celata: solo la tradizione in declino
è incline ad un oggetto e solo nel suo declinare divie- Solmi mi pare, in questo punto, avere frainteso
ne visibile nella sua grandezza». Fabris, dal canto l’originale. Scrive Solmi: «Oggi che il soggetto è in
suo, ha: «La tradizione autentica resta celata: solo corso di sparizione, gli aforismi fanno propria
decadendo la tradizione scade a oggetto, solo nella l’istanza che ‘proprio ciò che sparisce sia considera-
rovina essa appare in tutta la sua grandezza». to come essenziale’». Cfr. T.W. Adorno, Minima
55 Cfr. Vorrede, in G.W.F. Hegel, Gesammelte moralia. Meditazioni della vita offesa, Einaudi, To-
Werke, Bd. 9, Phänomenologie des Geistes, Hrsg. rino 31994, p. 4. L’originale tedesco del 1951 suona
von W. Bonsiepen u. R. Heede, Felix Meiner Ver- però: «Verschwindet heute das Subjekt, so nehmen
lag, Hamburg 1980, p. 34. Si veda la traduzione ita- die Aphorismen es schwer, daß das Verschwindende
liana di V. Cicero: «Ciò che va dileguando dev’esse- selbst als wesentlich zu betrachten’ sei»; cfr. T.W.
re considerato esso stesso come essenziale»; cfr. Adorno, Minima Moralia. Reflexionen aus dem be-

402
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

verità, quando è troppo tardi, quando, avreb- Pare davvero affascinante che, in ben
be detto Jacob Taubes, non c’è più tempo. due circostanze, l’ex allievo di Scholem Jacob
Si domanderà: ma è legittimo riservare a Taubes abbia fatto ricorso al motto di War-
Scholem il trattamento che egli ha adottato burg proprio per caratterizzare la vita e l’ope-
verso i testi della tradizione cabbalistica e che ra di Scholem. In una circostanza in un artico-
egli stesso dichiara non essere scevro da una lo veramente sfrontato in occasione dell’ottan-
certa qual misura di ironia? Siamo convinti di tesimo compleanno di Scholem (1977 60) e anco-
sı̀. Trasformare i testi della modernità in incu- ra, in un articolo, apparso dopo la morte di
naboli sembra un modo legittimo di leggerli. Se Scholem (1986 61) incentrato su Walter Benja-
fu lecito a Scholem leggere Azriel da Gerona min. In entrambe le occasioni, ed è ciò che più
come un anticipatore del nichilismo, o ci interessa qui, Taubes impiega il motto nella
Chayyim Vital come un singolare teologo nega- sua forma canonica. Che dovesse essere pro-
tivo o ancora Shabbatai Zwi come un precurso-
prio Taubes a ricondurre il motto warburghia-
re dialettico della rivoluzione francese e della
no al suo dettato originario, alla sua forma ca-
secolarizzazione, ovvero decifrare lo spaesa-
nonica non ancora frammentata nelle sue rein-
mento di Kafka alla luce di Jonas Wehle, allora
deve essere possibile leggere Scholem, quanto- carnazioni apocrife, che insomma, proprio
meno lo Scholem “esoterico”, come un testo ca- Taubes dovesse assumere il ruolo di coboldo-fi-
nonico in cerca di frammenti non ricomposti in lologo che, implicitamente, bacchetta il grande
un sistema 58. Ciò è eminentemente, inevitabil- maestro che non voleva nemmeno vederlo e,
mente contro-storico (se si vuole ricorrere al- anzi, secondo un aneddoto sconcertante narra-
l’espressione coniata da David Biale 59), ma se to da Jean Bollack 62, si nascondeva in bagno
si è appreso qualcosa da Scholem, allora il con le valige per non incontrarlo nemmeno in
banco di prova deve essere Scholem stesso, da casa d’altri, è paradosso non privo di ironia. Il
leggere contropelo (gegen den Strich): sma- buon Dio (in bocca a Taubes certamente un’al-
scherare, per cosı̀ dire, l’unità creata artificial- lusione cifrata di carattere gnostico), dopo
mente da Scholem per mostrarne il carattere aver abitato i dettagli ed esservi vissuto, torna-
frammentario. va a rifulgere nella sua eclisse.

schädigten Leben, Suhrkamp, Frankfurt am Main incomprensibili senza una adeguata collocazione nel
1951, p. 9. loro contesto biografico e ideologico.
58 Daniel Abrams, in un articolo-recensione mol- 59 D. Biale, Gershom Scholem. Kabbalah and
to informato, ha scritto: «In my view, nevertheless, Counter-History, Harvard University Press, Cam-
it seems clear that Scholem’s aim and hope was to bridge (Mass.)-London 21982.
legitimize the field of Jewish mysticism and thought 60 J. Taubes, Der liebe Gott steckt im Detail.
as an investigation of primary sources and historical Gershom Scholem und die messianische Ve-
events rather than to establish his own work as a rheißung, «Die Welt», 288 (10.12.1977), p. 1 [trad.
primary source»; cfr. D. Abrams, Presenting and it. in J. Taubes, Il prezzo del messianesimo. Lettere
Representing Gershom Scholem. A Review Essay,
di Jacob Taubes a Gershom Scholem e altri scritti,
«Modern Judaism» 20 (2000), pp. 226-243: 239. An-
a cura di E. Stimilli, Quodlibet, Macerata 2000,
che se si convenisse sulla illazione intorno alle inten-
pp. 29-36].
zioni e ai desideri di Scholem (che, a mio parere, 61 J. Taubes, Walter Benjamin − ein moderner
non può essere generalizzata a tutti i testi che Scho-
lem ha pubblicato in vita e diviene addirittura irri- Marcionit? Scholems Benjamin-Interpretation reli-
levante nel caso dei testi postumi, incontestabilmen- gionsgeschichtlich überprüft, in N. Bolz - R. Faber
te fonti primarie proprio perché non autorizzate) (edd.), Antike und Moderne. Zu Walter Benjamins
occorrerebbe osservare in ogni caso che, a quasi un „Passagen“, Verlag Königshausen & Neumann,
quarto di secolo dalla scomparsa dell’autore, l’ope- Würzburg 1986, pp. 138-147: 138 [trad. it. in Tau-
ra di Scholem e la sua biografia suscitano un inte- bes, Il prezzo del messianesimo, cit., pp. 57-71: 51].
resse più ampio rispetto ai suoi scritti tecnici. Peral- 62 Cfr. Taubes, Il prezzo del messianesimo, cit.,
tro è mia convinzione che anche questi ultimi siano p. 133, n. 70.

403
Saverio Campanini

2. Goethe e il male radicale battito intellettuale. I diversi livelli della mate-


ria del contendere vengono presentati, in parte
Un’articolazione del tema del dettaglio è lasciando parlare i documenti, che di per sé
costituita senza dubbio, almeno per la filologia non dicono molto, in parte offrendo un’artico-
antiquata e insieme post-moderna di cui si fre- lata discussione che occupa le p. 153-202, vale
giava Gershom Scholem, dalla ricerca delle a dire un quarto dell’intero volume, nel saggio
fonti. Alcuni anni fa è apparso, a cura di Elet- Il messianesimo come problema politico a fir-
tra Stimilli, un volume che si proponeva di dar ma della curatrice del volume. Nello stesso an-
conto di un capitolo sino ad allora piuttosto no 2000 uscı̀, a ulteriore dimostrazione della
trascurato della biografia scholemiana ovvero popolarità del tema, un articolo di Thomas
del suo tormentato rapporto con una testa feb- Macho intitolato Zur Frage nach dem Preis
brile e malata quale quella del suo assistente des Messianismus. Der Intellektuelle Bruch
Jacob Taubes 63. Proprio Scholem ha insistito zwischen Gershom Scholem und Jacob Taubes
sulla dottrina cabbalistica che insegna a leggere als Erinnerung ungelöster Probleme des Mes-
gli spazi bianchi di un testo con non minore in- sianismus 64, anche in quel caso l’autore, dopo
tensità e attenzione di quelle che dedichiamo ai aver sottolineato la legittimità della trattazione
rilievi neri della prima facies. Non osserverò di argomenti tutto sommato privati quali la lite
perciò, se non di passaggio, che il volume è ta- personalissima, e anzi incentrata su una spia-
lora sfigurato da sviste tipografiche: disturba
cevole vicenda a base di indiscrezioni (di Tau-
non poco il lettore con la lente, ma forse anche
bes verso Joseph Weiss, secondo Scholem, di
quello più frettoloso, leggere a più riprese «je-
Scholem verso una molteplicità di soggetti, se-
rwish» anziché «Jewish» (p. 6 e 9), oppure (p.
condo la difesa di Taubes), stabilisce che al
136) leggere che i curatori della nuova edizione
centro della discussione non sarà più, a
dell’epistolario di Walter Benjamin vengono
erroneamente indicati come «G. Göde e H. La- vent’anni dalla morte di Scholem, il nucleo pri-
nitz» mentre si chiamano Christoph Gödde e mitivo del contendere, ma la questione del mes-
Henri Lonitz, o ancora, la casa editrice che ha sianismo, il vero motivo della distanza incolma-
pubblicato l’edizione tedesca dell’imbarazzan- bile tra i due. Alla medesima idea aderisce an-
te romanzo autobiografico di Susan Taubes Di- che Elettra Stimilli indagando con gli strumenti
vorcing (Scheiden tut weh) viene citata (p. 141) della filosofia, e non certo con quelli della psi-
come «Mattes & Setiz», mentre si chiama cologia i termini della rottura e la possibile fe-
«Matthes & Seitz», gli esempi si potrebbero condità offerta dalle parole in libertà di un
moltiplicare ma, trattandosi di Taubes, non ci Taubes monologante a uno Scholem che non ri-
lasciamo distrarre dalle bucce (qelippot) o dai sponde: di tutte le lettere di Scholem a Taubes
demoni tipografici. Nel suo caso l’errore, la di- ne viene pubblicata una sola (datata 7 ottobre
vagazione, l’incongruo, si direbbero investiti di 1951), lasciando intendere che eventuali altre
un carattere di fatale necessità. Il volume, che andarono perdute o non furono mai scritte.
si inserisce soprattutto nel filone della scoperta Ciò non corrisponde al vero, come sappiamo, e
di Jacob Taubes in Italia, a sua volta legata al- come si sapeva anche al momento dell’uscita
l’interesse crescente per Carl Schmitt, ha l’in- del volume curato dalla Stimilli. Si deve imma-
dubbio merito di far conoscere nel nostro pae- ginare che la curatrice non fosse a conoscenza
se, con insolita abbondanza, testi taubesiani della replica piccata che Scholem inviò a Tau-
dedicati alla non sopita polemica con Scholem, bes in risposta alla lettera tradotta da Stimilli
materiali biografici in particolare lettere, talo- per intero 65, datata 16 marzo 1977. Con una
ra in anteprima assoluta, che lasciano sperare mossa caratteristica Taubes inviò la lettera,
di penetrare da un punto di vista privilegiato, che contiene una serie inammissibile di provo-
fino al nocciolo recondito di un impossibile di- cazioni personali e politiche a Scholem, per ci-

63 Taubes, Il prezzo del messianesimo, cit. 64 In S. Mosès - S. Weigel (edd.), Gershom


Scholem. Literatur und Rhetorik, Böhlau, Köln
2000, p. 133-152.

404
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

tarne solo alcune, il tentativo di rivalutare Sehr geehrter Herr Professor Taubes,
l’importanza di Carl Schmitt per Walter ich habe heute Ihren ausführlichen Luft-
Benjamin, facendo il gioco del “fascismo di si- postbrief vom 16. März erhalten (dessen Post-
nistra”, l’irrisione del progetto sionista come stempel vom 18. ist). Sie befinden sich, was
possibile soltanto con il robusto sostegno degli mich angeht, in einem völligen Irrtum. Was
Stati Uniti intesi come potenza cristiana ogget- uns seit 25 Jahren trennt, gehört keineswegs zu
tivamente alleata della diaspora e ancora, l’af- den «Eitelkeiten des akademischen Lebens»,
sondern sind existentielle Entscheidungen mei-
fermazione del tutto inaccettabile secondo cui i
nes Lebens (nicht des akademischen, sondern
molti suicidi che segnarono la tristissima vicen- des moralischen, wenn ich mir das Wort ein-
da di amicizie comuni a Taubes e a Scholem sa- mal gestatten darf) sowie Erfahrungen, die ich
rebbero, almeno per quel che riguarda Joseph in diesen vielen Jahren meiner Bemühungen,
Weiss e, in forma più allusiva, anche Susan jüdische Menschen und Phänomene zu verste-
Taubes, avvenuti per colpa di Scholem, oltre hen, gemacht habe.
che di Taubes stesso. Insomma: un delirio. Il Ich will auf den Inhalt Ihres Briefes nicht
tutto nel contesto di una richiesta di poter ono- eingehen. It is a free country, und Sie können
rare Scholem con una Anti-Festschrift, un pro- zur Kritik meiner Sätze, Aufsätze oder Bücher
getto di celebrare il presto ottuagenario Scho- schreiben was Sie wollen. Aber ich möchte kei-
lem sulla base di quelle premesse! Si può com- nen Zweifel darüber lassen, daß ich mich an
prendere che la Stimilli abbia abbandonato keinem Buche beteiligen werde, das sich kri-
presto le proprie ricerche di una eventuale ri- tisch, ehrend oder höflich mit mir befaßt, und
sposta da parte di Scholem, costretto dal suo an dem Sie, Herr Taubes, als Herausgeber,
interlocutore in una posizione impossibile. oder als Autor teilhaben. Sie haben Ihre Ent-
scheidungen seit mehr als 25 Jahren getroffen,
Inoltre, Taubes, la cui lettera reca il timbro
ich die meinigen und beabsichtige nicht, sie zu
postale (svizzero) del 18 marzo, richiedeva una
ändern. «Sehe jeder, wo er bleibe / und wer
risposta entro il 29 marzo 66, ponendo quindi steht, dass er nicht falle.»
una ulteriore insopportabile Frist, una scaden- In trauriger Erinnerung und guten Wün-
za, proprio mentre si apprestava a far ritorno schen für Ihr Ergehen
alla terra dei padri, in questo caso nella forma Gershom Scholem
concreta di visita alla tomba del padre, il rab-
bino Zvi Taubes. A Jacob Taubes,
In realtà, prima ancora che apparisse la
[Gerusalemme] 24 marzo 1977
raccolta italiana di testi taubesiani, era già sta-
ta pubblicata, presso l’editore Beck di Mona- Egregio Professor Taubes,
co, la replica di Scholem e anche un estratto Ho ricevuto oggi la sua ampia lettera di
abbastanza ampio della provocazione di Tau- posta aerea del 16 marzo (ma il timbro postale
bes 67. Vale la pena, forse, riprendere qui il è del 18). Per quanto mi riguarda lei si sbaglia
dettato della affilata replica di Scholem, non completamente. Ciò che ci divide in modo irre-
priva di un retrogusto beffardo. parabile da 25 anni non appartiene affatto alle
«vanità della vita accademica», ma sono deci-
sioni esistenziali della mia vita (non di quella
An Jacob Taubes,
accademica ma di quella morale, se posso per-
[Jerusalem] 24. März 1977 mettermi per una volta il ricorso a questo ter-

65 Taubes, Il prezzo del messianesimo, cit., pp. “29.3”. Senza aver visto l’originale ritengo più pro-
135-142. babile quest’ultima lezione.
66 In Taubes, Il prezzo del messianesimo, cit., p. 67 Cfr. Scholem, Briefe, vol. III, cit., p. 154 e
142 si legge “23.3”, mentre nell’edizione Shedletzky 387-388.
(Scholem, Briefe, vol. III, cit., p. 388) si legge

405
Saverio Campanini

mine), nonché esperienze che ho maturato nei consulta l’edizione curata da Itta Shedletzky,
lunghi anni in cui mi sono sforzato di compren- nella quale la lettera compare per la prima vol-
dere persone e fenomeni ebraici. ta, in una nota al testo si legge un malinconico
Non intendo addentrarmi nel contenuto “nicht ermittelt”, ossia “non rintracciato” 70.
della sua lettera. It is a free country e lei può Eppure la citazione di Scholem non proviene
scrivere ciò che vuole per criticare le mie tesi, i da un autore sconosciuto né si tratta di una re-
miei articoli o libri. Tuttavia non vorrei che ri- condita fonte cabbalistica, Scholem cita, per
manesse alcun dubbio sul fatto che io non par- esorcizzare la tentazione più raffinata, ovvero
teciperò a nessun libro dedicato a me in chiave ancora e sempre il dialogo ebraico-tedesco che
critica, celebrativa o cortese e nel quale lei, si- non cessò mai di irritare i suoi spiriti più pole-
gnor Taubes, sia coinvolto come curatore o mici, proprio perché si trattava di una ferita
editore. Lei ha compiuto le sue scelte da più di aperta nella quale Taubes mostra invece di
25 anni e io le mie e non ho intenzione di modi- sguazzare a proprio agio, affrontandola sul suo
ficarle. «Veda ognun dove restare / e, se sta, di stesso terreno, ovvero citando l’autorità indi-
non cadere». scussa della letteratura tedesca, della quale gli
Con un ricordo triste e buoni auspici per esponenti della simbiosi ebraico-tedesca della
la sua salute seconda metà dell’ottocento avevano fatto un
Gershom Scholem idolo incontestabile: nientemeno che Johann
Wolfgang Goethe 71. La coppia di versi citati da
Delle molte cose che si potrebbero com- Scholem costituisce la chiusa del breve compo-
mentare di questo testo 68, del quale evidente- nimento gnomico intitolato Beherzigung (Me-
mente Scholem aveva conservato una copia mento), composta da Goethe probabilmente in-
(mentre non è noto il destino dell’originale in- torno al 1777 e pubblicata per la prima volta
viato a Taubes), quasi a ricordare a se stesso, nell’ottavo volume dell’edizione Göschen delle
con amara soddisfazione, di averle cantate Schriften (1789) 72. Occorre aggiungere, come
chiare all’impertinente Taubes, con tanta laco- forse Scholem sapeva, che Goethe ha tratto a
nica stringatezza quanto prolissa e divagante sua volta ispirazione niente meno che da Paolo
era stata la provocazione taubesiana, l’unico (1Lettera ai Corinti 10,12), nella traduzione di
elemento che mi interessa sottolineare in que- Lutero: Darum wer sich lässet dünken, er
sta sede è il verso finale, beffardo memento, stehe, mag wohl zusehen, daß er nicht falle.
ancora una citazione che Scholem adopera in Per ben due volte nella breve lettera di Scho-
questo caso come un vero e proprio scongiuro lem compare la parola Entscheidung, decisio-
magico per allontanare quello che, secondo il ne, che in tedesco fa emergere più chiaramente
pettegolezzo riferito da Susan Sontag a Taubes il legame con la nozione del tagliare netto
stesso, incarnava il “male radicale” 69. Se si (scheiden) e persino del divorzio (Scheidung).

68 Il testo è citato per intero da T. Macho, Zur braio 1931: «Für ein Motto, das ich um stilgerecht
Frage nach dem Preis des Messianismus. Der intel- zu bleiben und auch sonst meinem etwas gepreßten
lektuelle Bruch zwischen Gershom Scholem und Ja- Herzen Luft zu machen eigentlich über die Antwort
cob Taubes als Erinnerung ungelöster Probleme des auf deinen gestern aingetroffenen Brief setzen
Messianismus, in Mosès - Weigel, Gershom Scho- müßte, fehlen mir leider die nötige Vorbildung:
lem, cit., pp. 133-152: p. 137 e in parte, con acuti woher aus Goethes oder Lichtenbergs Schriften
commenti, da P. Schäfer, Gershom Scholem und kann man es etwa nehmen». Cfr. G. Scholem, Wal-
das Christentum, in W. Schmidt-Biggemann (ed.),
ter Benjamin. Die Geschichte einer Freundschft,
Christliche Kabbala, Jan Thorbecke Verlag, Stutt-
Suhrkamp, Frankfurt am Main 1975, p. 209.
gart 2003, pp. 257-274: 270. 72 Ho consultato la cosiddetta edizione ambur-
69 Cfr. Taubes, Il prezzo del messianesimo, cit.,
p. 142-143. ghese: Johann Wolfgang von Goethe, Werke, Bd. 1,
70 Cfr. Scholem, Briefe, vol. III, cit., p. 388. Gedichte und Epen, Textkritisch durchgesehen und
71 Dalla risposta di Scholem, conservata in modo kommentiert von E. Trunz, Beck’sche Verlagsbu-
frammentario, alla lettera di W. Benjamin del 5 feb- chhandlung, München 1981, p. 133.

406
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

Per uno strano effetto forse non del tutto invo- personaggio letterario di Leopold Bloom, pro-
lontario, è proprio il fantasma di Carl Schmitt, tagonista del romanzo Ulisse di James Joyce
teorico del decisionismo, al quale Taubes aveva che Scholem riprende nella conferenza del
fatto ricorso nella sua lettera-provocazione, 1970 mescolando, in modo tipico per lui, lette-
che abita queste righe. È curioso e forse, addi- ratura e storiografia.
rittura, un segno dei tempi, che la fonte che Certo, il titolo che si è scelto per il volu-
Scholem adopera, sia rimasta cosı̀ a lungo sco- me Tre discorsi sull’ebraismo finendo per co-
nosciuta. Una questione di dettaglio? Siamo stituire un’interferenza tra l’opera di Scholem
convinti di sı̀, ma nel senso appena tratteggia- e quella di Martin Buber 75, avrebbe fatto sal-
to: un dettaglio decisivo. tare Scholem sulla sedia, ne siamo persuasi: at-
tento com’era a mantenere le distanze dal
3. La legittimità dell’ebraismo moderno grande letterato ebreo, egli si sarebbe ben
guardato dal consentire la benché minima con-
Potrà sembrare piuttosto paradossale fusione con un’opera che pure lo aveva profon-
che la raccolta di vecchi interventi sparsi di un damente influenzato. Tuttavia, con buona pace
autore defunto da quasi un quarto di secolo e di Scholem, il titolo si rivela in qualche modo
risalenti alla prima metà degli anni Settanta appropriato: proprio come Buber, Scholem si
non solo non abbia perduto di attualità ma an- trova oggettivamente nella posizione, non più
zi paia oggi, nel clima di dibattiti sulla laicità e solo privata, che aveva assunto da tanto tempo
sulle nuove-vecchie forme di teocrazia versus per Walter Benjamin, di rappresentante, se
liberalismo, addirittura profetica se le frasi ta- non ufficiale, certamente autorevole del giudai-
glienti del suo dettato suonano più consone a smo, seppure nella sua versione cosı̀ personale,
un instant book che alla ponderata e forse pol- e deve perciò accettare di essere associato a
verosa dignità di un recupero storico. Appaio- Martin Buber quasi come un suo contraltare.
no ora 73 in una inedita ma opportuna combi- Nel volume, che si aggiunge alla nutrita
nazione tre interventi di Gershom Scholem de- schiera delle opere scholemiane tradotte in ita-
dicati alla questione dell’ebraismo in epoca liano negli ultimi anni, non sono purtroppo in-
moderna, uniti, nonché dalla contiguità tempo- frequenti gli errori o le inesattezze. Si sarebbe
rale, da una profonda unità d’argomento, co- desiderata una maggiore cura bibliografica,
me mi ripropongo di mostrare nel seguito. Tan- per le ragioni ricordate in precedenza, mentre
to più, allora, si avverte la mancanza di una nell’opuscolo in questione non si indicano sem-
breve lettera che Scholem inviò alla redazione pre, come mostreremo, le fonti impiegate.
del quotidiano israeliano “Ha-Boqer” e che vi I tre discorsi ai quali allude il titolo sono:
fu pubblicata il 14 agosto 1959 e ripresa nel vo- 1) Chi è ebreo, apparso per la prima volta, do-
lume miscellaneo ‘Od davar 74. In essa com- po essere stato letto l’8 marzo 1970 di fronte al
paiono già tutti gli elementi sviluppati nel corso 81° congresso dei rabbini americani tenutosi a
degli anni 70 nelle conferenze apparse ora in Gerusalemme in «Central Conference of Ame-
traduzione italiana, persino il riferimento al rican Rabbis Yearbook» 80 (1970), pp. 134-

73 G. Scholem, Tre discorsi sull’ebraismo, tr. di Rütten und Loening, Frankfurt am Main), che ne
Paola Buscaglione Candela, La Giuntina, Firenze comprende sette e che fu ripubblicata, con l’ag-
2005. giunta di altri discorsi apparsi nel 1952 (An der
74 Cfr. Scholem, ‘Od davar, cit., p. 501. Wende. Reden über das Judentum, Jakob Hegner
75 Il titolo Drei Reden über das Judentum [Tre Verlag, Köln), in M. Buber, Der Jude und sein Ju-
discorsi sull’ebraismo] fu effettivamente impiegato dentum. Gesammelte Aufsätze und Reden, Lambert
da Buber per la prima edizione in volume dei suoi Schneider, Gerlingen 21993, pp. 3-179. Dei primi
discorsi (M. Buber, Drei Reden über das Juden- sette discorsi esiste una traduzione italiana: M. Bu-
tum, Rütten und Loening, Frankfurt am Main ber, Discorsi sull’ebraismo, Presentazione di A.
1911), in seguito altri discorsi vennero aggiunti fino Poma, trad. it. di D. Lattes e M. Beilinson, Gribau-
all’edizione del 1923 (Reden über das Judentum, di, Milano 1996.

407
Saverio Campanini

139; in seguito apparve in versione ebraica (la desco messogli a disposizione da Scholem e
traduzione è dovuta a Ya‘aqov Rabbi) nella pubblicò il risultato, con il titolo Reflections on
raccolta intitolata Devarim Be-go, Tel Aviv Jewish Theology, nella silloge On Jews and Ju-
1976, pp. 591-597 76; il testo inglese è poi ap- daism in Crisis 82. Su questa versione corretta
parso nella silloge postuma curata da Abraham si basa la traduzione francese di Bernard
Shapira nel 1997 alle pp. 93-99; una versione Dupuy, pubblicata in Fidelité et utopie 83. Solo
francese, infine, è stata pubblicata di recente nel 2002, ad opera di Itta Shedletzky, si è arri-
da Patricia Farazzi e Michel Valensi 77. 2) Cos’è vati alla pubblicazione dell’originale tedesco
l’ebraismo. Più che di una conferenza vera e sulla base della copia manoscritta conservata
propria si tratta di alcuni interventi a margine presso il fondo Scholem della Jewish National
di una discussione sull’ebraismo tenuta nel and University Library di Gerusalemme (se-
1974 presso il Center for the Study of Demo- gnatura: ARC 1599/295) 84.
cratic Institutions di Santa Barbara (Califor- Poiché ci siamo proposti di comporre un
nia) editi da Paul Mendes Flohr nel 1984; una saggio bibliografico e non una recensione in
versione ebraica (ad opera di Dorit Fink) del senso tradizionale non insisteremo troppo sui
medesimo testo è apparsa, ma la versione ita-
numerosi errori che, purtroppo, costellano
liana non ne fa menzione, nella raccolta intito-
l’opuscolo (per es. p. 25 Volksgespent è banale
lata ‘Od davar, Tel Aviv 1989, pp. 119-122; in
errore di stampa per Volksgespenst; a p. 34, un
appendice a questa versione (p. 123) viene
pubblicato anche un appunto dal lascito di elenco di filosofi che va da Aristotele a Heideg-
Scholem, verosimilmente collegato a quella ger, passando per Kant, Hegel e Dewey viene
conferenza; inoltre il saggio è stato ripreso nel aperto “dall’arabo Kalam”, come se si trattasse
già citato volume a cura di A. Shapira del del nome di un filosofo, mentre si tratta di una
1997 78 e nella recente silloge francese 79. 3) Al- corrente filosofica; a p. 46 compare un inaudito
cune riflessioni sulla teologia ebraica nella no- “Sternheim” per “Steinheim”). A p. 81 si legge
stra epoca; qui il disordine è piuttosto cospi- una frase francamente incomprensibile; a pro-
cuo: Scholem compose in tedesco il testo di una posito dell’eccessivo entusiasmo di Franz Ro-
conferenza che tenne 10 settembre 1973, nella senzweig per le architetture teologiche, la tra-
versione inglese approntata da Gabriela Shalit, duttrice scrive: «Manca un’eco della sobrietà
questa traduzione fu pubblicata, con il titolo presente negli scritti di teologi ebrei statuniten-
Jewish Theology Today 80 nel «Center Magazi- si». L’originale tedesco, in realtà, suona: «Ein
ne», organo del Center for the Study of Demo- Rückschlag der Ernüchterung, wie er in den
cratic Institutions 81. In seguito Werner J. Dan- Schriften jüdischer Theologen in den USA der
nhauser corresse tale versione sull’originale te- letzten Generation sichtbar ist, konnte nicht

76 È interessante osservare che nella nota edito- 79 Scholem, Le prix d’Israël, cit., pp. 119-122.
riale a p. 9 del volume citato alla nota precedente, 80 Come la versione italiana trascura di annota-
l’estensione della versione ebraica è segnalata in re, ma in ciò segue la negligenza di Itta Shedletzky,
modo errato (pp. 591-98); il medesimo errore si tro- che ha curato la pubblicazione dell’originale tede-
va a p. 93 della versione che deve essere stata ado- sco.
perata dalla traduttrice, senza che essa venga nomi- 81 7,2 (marzo-aprile 1974), pp. 57-71.
nata in tutto il volume: G. Scholem, On the Possibi- 82 Scholem, On Jews and Judaism in Crisis, cit.,
lity of Jewish Mysticism in Our Time and Other Es-
pp. 261-297.
says, Edited with an Introduction by Abraham 83 Scholem, Fidelité et utopie, cit., pp. 229-266.
Shapira, The Jewish Publication Society, Philadel-
84 Cfr. G. Scholem, »Es gibt ein Geheimnis in
phia-Jerusalem 1997, p. 93.
77 G. Scholem, Le prix d’Israël. Écrits politi- der Welt«. Tradition und Säkularisation. Ein Vor-
ques, Éditions de l’Éclat, Paris-Tel Aviv 2003, pp. trag und ein Gespräch, Herausgegeben und mit ei-
143-153. nem Nachwort von Itta Shedletzky, Jüdischer Ver-
78 Scholem, On the Possibility of Jewish Mystici- lag im Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main 2002,
sm, cit., pp. 114-117. pp. 7-48.

408
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

ausbleiben» 85. Dovendo tradurre in italiano di- del marito della figlia, ma quello della madre,
remmo: «Non sarebbe mancata una reazione di ovvero la cognata di Scholem. Tuttavia, se si
maggiore sobrietà, come si può osservare negli considera la versione ebraica alla quale rinvia
scritti dei teologi ebrei statunitensi dell’ultima la traduzione italiana, nemmeno l’argomento
generazione», o qualcosa di simile. Un punto, assai debole dell’ambiguità sintattica regge,
tuttavia, mi pare debba essere sottolineato con poiché in ebraico la frase permette una sola in-
particolare enfasi, anche se, com’è facile intui- terpretazione:
re, riguarda, ancora una volta, una questione yrxa hklh ,hyvg h>a a>n> ,yxa=tb r>ak
di dettaglio. A p. 13, discutendo appassionata- :hzyrkhv ]ylrbb tydvhyh hlyhqh la hav>h
mente la questione dell’identità ebraica, Scho- ta vby>h al − ″hlyhqh trbx tvyhl ynvjr″
lem ricorre alla propria vicenda famigliare per .,qyr hynp
illustrare la discrepanza tra la rigida definizio- Analogamente, anche la traduzione francese è
ne halakica di chi sia ebreo e il sentimento co- del tutto corretta su questo punto e non può da-
mune. Scholem allude, citando un caso concre- re origine ad ambiguità: «Ainsi, lorsque la fille
to e contrapponendolo all’astrattezza del dirit- de mon frère, qui avait épousé une non-juive,
to cerimoniale, alla vicenda della figlia del fra- revint dans la communauté juive berlinoise
tello che, secondo la traduzione italiana che après le génocide et déclara: ‘Je veux faire par-
stiamo commentando, sarebbe stata sposata a tie de la communauté juive’, elle ne fut pas reje-
un non ebreo e tuttavia, fu accettata, dopo la tée». Sappiamo che Scholem aveva quattro fra-
shoah, come membro della comunità ebraica di telli, tutti più vecchi di lui: Reindold, Erich e
Berlino. Ora, per il senso dell’argomentazione Werner, poiché i primi due sposarono ebree e,
di Scholem, il fatto che sua nipote fosse sposata a causa della persecuzione razziale, si trasferi-
a un non-ebreo è perfettamente irrilevante. rono in Australia, il riferimento può valere solo
L’unica questione di rilievo è, per comprendere per Werner, il quale, in effetti sposò una non
il problema halakico che Scholem intende illu- ebrea, Emmy Wiechelt (1896-1970; lei stessa si
strare, se la cognata di Scholem, moglie del fra- sarebbe qualificata come konfessionslos anche
tello, fosse ebrea o no. Se si considera il testo se, al termine della sua vita, lo racconta Scho-
originale in inglese della conferenza (al quale lem nella propria autobiografia, si convertı̀ for-
però la versione italiana non fa cenno) si com- malmente all’ebraismo e volle essere seppellita
prende come l’errore si sia prodotto: «when the in un cimitero ebraico 87). Dal matrimonio tra
daughter of my brother, who married a Gentile, Werner Scholem e Emmy nacquero due figlie:
went to the Jewish community of Berlin and Edith e Renate. Il riferimento di Scholem deve
said: ‘I want to be a member of the Jewish com- essere andato a una delle due. Come abbiamo
munity’, she was not refused» 86. In inglese si rilevato in precedenza, il fatto che fossero spo-
genera un’ambiguità sul riferimento del prono- sate a non ebrei non appare rilevante ai fini del-
me relativo “who” che, evidentemente, va lega- l’esempio che Scholem intende offrire nella sua
to al fratello e non alla nipote di Scholem, ma argomentazione 88.
tale ambiguità sussiste soltanto se si dimentica il Il volumetto, nonostante la sua brevità, si
contesto nel quale la frase compare, dal quale raccomanda alla lettura perché consente di far-
invece emerge con assoluta chiarezza che l’ele- si un’idea di un’altra faccia di Scholem, quello
mento decisivo non è l’appartenenza religiosa politico, assai impegnato nel dibattito contem-

85 Si veda anche la versione di Dannhauser, cit., 86 Ed. cit., p. 95.


p. 277: «A reaction of disillusionment, as evinced in 87 Cfr. Scholem, Da Berlino a Gerusalemme,
the writings of Jewish theologians of the last genera- cit., p. 32.
tion in the United States, was unavoidable», ovvero 88 Una fotografia dell’albero genealogico della fa-
quella, basata su quest’ultima, d Dupuy, cit., p. miglia Scholem, compilato dallo stesso Gershom
246: «Une désillusion devait s’en suivre, comme l’a Scholem e aggiornato al 1970 è stato pubblicato in
prouvé la littérature théologique juive de la derniè- Scholem, Briefe, vol. III, cit.: 1971-1982, cit., p. 38.
re génération aux Etats-Unis».

409
Saverio Campanini

poraneo e finora abbastanza trascurata in Ita- come “Halbjude, Professor irgendwo” [mezzo
lia, dove la ricezione scholemiana è stata piut- ebreo, professore da qualche parte 90 ]. Il rife-
tosto lenta ed ha interessato, sinora, piuttosto rimento va a uno stadio preparatorio della rie-
lo Scholem studioso di mistica ebraica (non sen- laborazione del già menzionato saggio Die Legi-
za vistose lacune anche in questo settore) e lo timität der Neuzeit che uscirà nel 1974. Scho-
Scholem esperto di Walter Benjamin. Senza vo- lem, che non manca di vedere rosso ogni volta
lere ora riassumere il contenuto della settantina che il nome di Taubes viene soltanto menziona-
di pagine presentate qui al lettore italiano, pre- to, risponde il 24 ottobre con un tono tra il pic-
feriamo seguire un altro percorso. A pagina 60, cato e il sarcastico: «Die Werke von Hans Blu-
in un a parte segnalato dalla parentesi, Scho- menberg sind seit zwei Jahren Gegenstand mei-
lem che sta discutendo della potenza dell’idea ner Lektüre, und Ihre diesbezügliche Em-
messianica nella sua versione secolarizzata, ap- pfehlung kommt leider zu spät» [Le opere di
profitta dell’occasione per lanciare una freccia- Hans Blumenberg sono oggetto della mia lettu-
tina ad Hans Blumenberg, che aveva contestato ra da due anni e la sua raccomandazione giunge
l’efficacia del messianismo come categoria poli- purtroppo in ritardo]. Le opere che Scholem
tica secolarizzata. Se si considera la faccia non afferma di leggere “da due anni” sono, assai
detta di questo breve accenno, che può sfuggire
probabilmente, i Paradigmen zu einer Me-
a una lettura cursoria del volume, si scopre, a
taphorologie (del 1960) e, soprattutto, Die Le-
mio parere, che Scholem, affrontando la que-
gitimität der Neuzeit, apparso appunto due an-
stione della secolarizzazione, ovvero della per-
ni prima, nel 1966 91. A Scholem premeva so-
dita di legittimità della religione nel mondo mo-
derno, si è lungamente confrontato proprio con prattutto mandare una stoccatina indiretta a
il pensiero di Hans Blumenberg, a partire dalla Taubes, quasi a dire: Non ho dovuto aspettare
metà degli anni ’60, in occasione dell’uscita del- la raccomandazione del signor Taubes per inte-
la prima edizione del fondamentale saggio del ressarmi dell’opera di Blumenberg. Ad anni
filosofo di Münster, Die Legitimität der Neu- posteriori risale un incontro tra Scholem e Blu-
zeit. Il retroscena di questa noterella, nonché menberg, che deve essere avvenuto nel corso
dei riferimenti a Scholem presenti nell’opera del 1972, al quale fece seguito un invio di pro-
ulteriore di Blumenberg, Arbeit am Mythos e, prie opere da parte di Scholem e un breve car-
di nuovo nella seconda edizione della Legitimi- teggio, risalente al giugno 1973, proprio quan-
tät der Neuzeit, è costituito da una lettera di do Blumenberg si apprestava a pubblicare, in
George Lichtheim, traduttore di Scholem e ami- volumi successivi, la versione riveduta della sua
co, tra alti e bassi, della famiglia Scholem, par- Legitimität der Neuzeit 92, contenente un signi-
zialmente riprodotta nelle note dell’epistolario ficativo colloquio a distanza con Carl Schmitt.
scholemiano 89. In quella lettera (del 15 ottobre In effetti Schmitt, nel suo Politische Tehologie
1968) Lichtheim, tra le molte altre cose, riferi- II del 1970 93 aveva polemizzato proprio con
sce a Scholem di aver ricevuto da Jacob Taubes Blumenberg a proposito della critica del con-
un manoscritto di Hans Blumenberg, che Li- cetto di secolarizzazione suggerito da Schmitt
chtheim qualifica, in modo assai interessante, stesso nel suo vecchio saggio Politische Theolo-

89 Si vedano gli estratti offerti in Scholem, Brie- beit am Mythos (apparso soltanto nel 1979), mentre
fe, vol. II: 1948-1970, cit., p. 317. proprio in quel torno di tempo Blumenberg stava la-
90 A quella data Blumenberg era professore or-
vorando alla revisione della prima parte della Legi-
dinario di filosofia a Bochum. timität der Neuzeit, che infatti apparve, con il titolo
91 Il volume è tutt’ora presente nella biblioteca
Säkularisierung und Selbstbehauptung (Suhrkamp,
Scholem conservata presso la Jewish National and Frankfurt am Main) nel 1974.
University Library di Gerusalemme. 93 C. Schmitt, Politische Theologie II. Die Le-
92 Sembra del tutto errato il commento di Itta
gende von der Erledigung jeder Politischen Theolo-
Shedletzky in Scholem, Briefe. Band III: 1971-
gie, Duncker & Humblot, Berlin 1970.
1982, cit., p. 332, n. 3 che si riferisce al volume Ar-

410
Parva scholemiana I. Rassegna di bibliografia

gie, apparso per la prima volta nel 1922 94, e tiva halakica, deve essere mantenuta, proprio
con il tentativo di Blumenberg di fondare in perché essa non è il frutto di una scelta ma la
modo del tutto autonomo dalle ipoteche della garanzia di una tradizione sovrapersonale della
tradizione un concetto legittimo di modernità. quale l’individuo non può essere considerato
Cosı̀, se non vediamo male, la pubblicazione del pienamente responsabile ma deve essere ricon-
carteggio di Scholem rende più trasparente il dotta a una istanza legittimante superiore, quel
senso della sua opera edita, portando al centro Dio che ha deciso di creare il popolo di Israele e
l’autentica entità della posta in gioco e la ragio- di rivelarsi ad esso. Il criterio della discendenza
ne occulta o, se si preferisce, esoterica, del ebraica è posto a tutela della dimensione reli-
prendere posizione in modo implicito, da parte giosa dell’ebraismo, come argine al processo ra-
di Scholem, per il conservatore non alieno da dicale di secolarizzazione descritto da Blumen-
posizioni antisemite 95 Schmitt contro il “mezzo- berg e rintuzzato, ricorrendo a una consonanza
ebreo” Blumenberg 96. Ciò che è in gioco, per oggettiva con Schmitt, allo strumento del no-
Scholem, è nientemeno che la questione stessa mos. Questo, e non altro, mi pare il significato
della legittimità del moderno e in particolare dell’affermazione, ripetuta da Scholem in innu-
del giudaismo moderno, che egli cerca di salva- merevoli occasioni pubbliche e private, di cre-
re, per usare la terminologia alla quale Scholem dere in Dio ma, allo stesso tempo, di non accet-
ha sempre fatto ricorso volentieri, dialettica- tare nessun dogma. Un Dio ineffabile non solo
mente, ossia tenendo insieme il tutto e le parti, nel Nome, ma anche in ogni possibile articola-
la nozione teologica di popolo e l’individuo zione concettuale, rappresenta, per ricorrere
anarchico moderno. Proprio perché Scholem alla terminologia di Cassirer, piuttosto un
ha deciso di spezzare, con la Selbstbehauptung Funktionsbegriff che un Substanzbegriff, la cui
[autoaffermazione] sionista, l’unità sacrale co- funzione è appunto quella di tenere insieme
stituita dal giudaismo normativo o halakico, l’inconciliabile e garantire la compatibilità reci-
egli si vede costretto ad affermare che il criterio proca dei poli dialettici del pensiero, non solo
per stabilire chi è ebreo ha una duplice piatta- politico, scholemiano: autorità e ribellione, si-
forma: da un lato l’ebreo deve essere figlio di stema e aforisma, assunzione della storia e sua
almeno un genitore ebreo e, d’altro canto, deve radicale negazione ovvero, per ricorrere alla
scegliere liberamente la sua adesione all’ebrai- coppia che presiede a queste note, la totalità e il
smo. In altre parole, per essere ebrei non basta frammento come se fossero legati dal medesimo
volerlo (il che rappresenterebbe il trionfo asso- rapporto che lega la veduta d’insieme e il parti-
luto della Selbstbehauptung), poiché, come colare.
Scholem sottolinea espressamente, la conver-
sione volontaria all’ebraismo deve essere man- Saverio Campanini
tenuta entro limiti precisi («il proselitismo sarà Università di Bologna
sempre, e dovrebbe esserlo, un fenomeno mar- Dipartimento di Conservazione dei Beni Culturali
ginale»; p. 16). Cosı̀ la discendenza ebraica, Via degli Ariani 1, I-48100 Ravenna
seppure in forme non coincidenti con la norma- e-mail: saverio.campanini@unibo.it

94 C. Schmitt, Politische Theologie. Vier Kapitel dalle leggi di Norimberga del 1935, un significato
zur Lehre von der Souveränität, Duncker & Hum- giuridico tecnico e come tale venne applicato a Blu-
blot, Berlin 21933 [11922]. menberg, figlio di padre ebreo e di madre cattolica,
95 Cfr. R. Gross, Carl Schmitt und die Juden.
come ricorda Eckhard Nordhofen nel necrologio
Eine deutsche Rechtslehre, Suhrkamp, Frankfurt (Zum Tode des Philosophen Hans Blumenberg) ap-
am Main 2000. parso sulla rivista «Die Zeit» 16 (12.4.1996).
96 Il termine Halbjude, le cui connotazioni spre-
giative non possono essere ignorate, ha, a partire

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Saverio Campanini

SUMMARY

With a review of disparate bibliographical items, the article, starting a series of surveys on lit-
erature about G. Scholem, deals with the German motto “Der liebe Gott steckt im Detail” by Aby
Warburg as employed by Gershom Scholem in his works. In the second part the author deals with an
Italian translation of the correspondence between G. Scholem and J. Taubes, identifying the source
of a verse quoted by the former. The third part of the article deals with a recent translation of some
minor political essays by Scholem, suggesting a new look on the problem of the “legitimacy of moder-
nity” and his relationship with the philosopher Hans Blumenberg and with the jurist Carl Schmitt.

KEYWORDS: Gershom Scholem; Jacob Taubes; Hans Blumenberg.

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