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RIASSUNTO PARTE LIBRO PROMETEO A FUKUSHIMA

Cap 9: IL CARBONE ‘900


9.1 La prima metà del secolo
Fino alla metà del 900 il carbone fu la fonte energetica di gran lunga preminente. I paesi in cui si
estraeva più carbone e che ne facevano più largo uso erano l’Inghilterra, gli USA e la Germania.
Negli anni 30 invece la produzione negli USA si modificò: L’Inghilterra manteneva comunque il
ruolo di maggior esportatore (la parte maggiore destinata al mercato estero la vendeva gli europei),
mentre gli USA impiegavano il proprio carbone sul mercato interno. Negli USA l’estrazione del
carbone aveva un costo più basso rispetto all’Inghilterra e ad altri paesi, ma il prezzo per la vendita
aumentava perché vi pesava la spesa per il trasporto ai porti, molto lontani dalle miniere.

Tra i tre settori di impiego del carbone, quali l’industriale, i trasporti e il residenziale, in tutti paesi
continuò ad essere preminente il primo.

Con la prima guerra mondiale il carbone divenne scarso, a causa di tutte le problematicità
determinate dal conflitto: dopo una lunga fase di abbondanza e prosperità energetica nell’ottocento
e all’inizio del 900 la guerra mise per la prima volta i paesi di fronte al PROBLEMA
ENERGETICO. Non si trattò solo di un problema economico ma anche un elemento di politica
internazionale con risvolti di politica interna.

Con il trascorrere degli anni di guerra si evidenziò quanto non vi fossero state previsioni e
pianificazione nella gestione della risorsa date dalla supposta breve durata del conflitto, così:
 in ambito nazionale si definirono con maggiore attenzione le politiche energetiche;
 in ambito internazionale si affermò un orientamento che chiamava in causa anche strumenti
di cooperazione tra Stati (creazione di una Commissione europea del carbone che però fu
presa in considerazione solo dopo la seconda guerra mondiale).

Dopo la prima guerra mondiale il centro del mercato mondiale rimase l’Europa, ma la modifica dei
confini conseguente all’esito del conflitto ebbe incidenza sulla produzione di carbone.
Dal 1920 si modificarono le esportazioni: diminuirono quelle inglesi e crebbero quelle americane;
diversi paesi si orientarono verso la ricerca dell’autosufficienza energetica con politiche
commerciali nazionalistiche (L’Inghilterra fu il paese che più risentì dei cambiamenti).

Dall’inizio del secolo la supremazia del carbone diminuì, erosa dallo spazio che conquistavano
petrolio, gas naturale ed elettricità. Ma il vero competitore fu il petrolio poiché offriva diversi
vantaggi: maggiore efficienza di potenza, consumava meno spazio, richiedeva uno stoccaggio più
semplice, il trasporto era meno complesso. Per tutte queste ragioni il prezzo era minore.

Nella suddivisione per categorie di consumo del carbone, dopo la prima guerra mondiale vi fu
qualche cambiamento:
 il settore dei trasporti cominciò a diminuirne l’impiego;
 Anche la navigazione favorì il petrolio;
 Crebbe l’impiego nelle centrali termo elettriche per la generazione di elettricità da
distribuire;
 diminuzione dell’utilizzo anche nelle officine del gas manifatturato.
Tuttavia l’estrazione di carbone continuò ad aumentare poiché comunque aumentava la quantità
generale di energia di cui aveva bisogno la società e il petrolio non era ancora estratto in misura tale
da rispondere a tutta la domanda industriale.

La seconda guerra mondiale causò nuovamente una diminuzione della sua attività e del commercio:
vi fu una grande restrizione del suo uso in tutta Europa. Per la popolazione oltre ai pericoli della
guerra si aggiunse anche il problema del riscaldamento.

Gli anni immediatamente precedenti e durante la seconda guerra mondiale fu perseguita la


motorizzazione di veicoli mediante motore a gassogeno per cercare di sopperire alla mancanza di
carburante. Il motore a gassogeno era un motore a combustione interna in cui come combustibile
era impiegato legno, carbone di legno o carbone, che bruciando creava il gas che muoveva il
pistone. Il gas in tal modo realizzato sprigionava una potenza di gran lunga inferiore a quella della
benzina, così nel dopo guerra non se ne parlo più e la motorizzazione di massa dei paesi occidentali
ebbe luogo con la benzina e altri derivati dal petrolio.

9.2 la seconda metà del secolo


Terminata la seconda guerra mondiale, oltre al problema generale della ricostruzione, in Europa
doveva essere risolta l’emergenza energetica creatasi con il conflitto:
 I paesi esportatori erano in difficoltà nel ricollocarsi nel mercato con il ruolo che avevano
avuto fino a prima della guerra;
 i paesi importatori necessitavano urgentemente di carbone per la ripresa economica;
 questione di come gestire il carbone tedesco.
L’emergenza energetica era tale che per coordinare la politica e le operazioni di allocazione della
risorsa fu creato un organismo specifico, l’Organizzazione europea del carbone (Oec) nel gennaio
1946. Questo organismo non ebbe reali poteri decisionali, poiché aveva il compito di formulare
indicazioni ma non gli furono attribuiti strumenti per assicurarne la realizzazione.
Bisognerà aspettare l’inverno del 1948-49 perché la disponibilità del carbone in Europa cominciasse
ad essere tale da soddisfare il fabbisogno.

Negli anni 50 a queste preoccupazioni del dopoguerra si aggiunsero gli effetti della crisi di Suez del
1956.
Di fronte a una domanda crescente di energia, il carbone non bastava più e le mancanze furono
risolte con il petrolio.

Con i due conflitti mondiali dunque si verificarono due crisi energetiche: Durante entrambe le crisi
si effettuarono esperimenti di cooperazione internazionale per tenere sotto controllo le situazioni di
bisogno con organi specifici, la Commissione europea per il carbone durante la prima crisi, e l’Oec
nella seconda, ma la scelta di una cooperazione definitiva e duratura avvenne solamente nella
seconda:
 fu inclusa la partecipazione della Germania a differenza della prima crisi;
 Fu diverso il ruolo scelto dagli USA.

Complessivamente il problema della sicurezza energetica ebbe un’evoluzione risolutiva poiché


erano cambiati i rapporti tra inglesi, francesi e americani, che ora riconoscevano un comune nucleo
di interessi (ciò si vedrà anche con la guerra fredda).
 Alla fine degli anni 50 le vendite del carbone in Europa occidentale subirono un calo molto
evidente a favore del petrolio: il fatto segnò “la fine dell’era del Carbone” —>
trasformazione del mercato dell’energia.
 in Urss e nei paesi dell’Europa orientale invece continuò a crescere la produzione di
carbone.

I passaggi significativi del carbone nella seconda metà del secolo avvennero in Inghilterra:
1. Grande smog di Londra nel 1952
2. Fine della lunga era del carbone in Inghilterra negli anni ‘80: scontro tra il governo
conservatore di Margaret Thatcher, intenzionato a fermare le miniere, e i minatori; vinsero i
conservatori.

9.3 Il Grande smog di Londra del 1952 e l’inquinamento


L’Inghilterra fino alla metà del 900 continuò a caratterizzarsi come il paese del carbone, oltre che
per la sua produzione, anche perché nei cieli delle sue città industriali perdurava l’inquinamento.
Fino all’emergenza che si verificò nel 1952 a Londra. Le grandi nebbie di smog avvolgevano
periodicamente i centri urbani in inverno; nel 1952 a novembre, una grande ondata di freddo
produsse un aumento del consumo di carbone per il riscaldamento, poi ad inizio dicembre (dal 5 al
9) condizioni metereologiche crearono una mancanza di ventilazione, così da far ristagnare i fumi
sulla città formando una nebbia densissima che impediva la visibilità.
Fu con questa catastrofe che il vocabolo smog (coniato con l’unificazione delle parole smoke e fog)
entrò nel linguaggio corrente all’inizio del secolo.
Da qui si cominciò prestare attenzione alla pericolosità dei fumi da carbone per la Salute creando la
legge Clean Air Act. Oltretutto però vi erano anche altri elementi che inquinavano l’aria come le
polveri industriali.
A causa di questi problemi l’Inghilterra fu il primo paese a dotarsi di un apparato legislativo contro
l’inquinamento atmosferico.

9.4 Una
lunga guerra dell’energia: Saar e Ruhr, tra Francia e
Germania
Il 900 del carbone fu segnato da tensioni molto forti nel cuore dell’Europa, tra Francia e Germania.
Nel territorio tedesco vi erano due importanti aree carbonifere al confine con la Francia su di cui i
due paesi erano stati in una condizione di ciclica conflittualità continuata fino a dopo la seconda
guerra mondiale:
 la Saar esattamente sul limite
Fu contesa dal seicento all’ottocento come porzioni di territorio, e dopo la prima guerra mondiale si
riaccese il lungo conflitto alimentato dall’appetibilità delle sue estrazioni.
1919: dopo la fine della IWW, la Francia avanzò la rivendicazione della Saar.
Giugno 1919: Trattato di Versailles -> compromesso in cui si formalizzo che il governo della Saar
sarebbe stato attribuito alla società delle nazioni per 15 anni fino al 1935, allo scadere del
quindicennio si sarebbe svolto un referendum con la quale gli abitanti avrebbero deciso se
riunificarsi alla Germania oppure alla Francia o se mantenere il regime amministrativo
internazionale.
1934: la società delle nazioni comincia organizzare il referendum, ma con la presa del potere di
Hitler si consolidò la propensione della popolazione verso la Germania.
Gennaio 1935: si svolse il referendum e con una maggioranza schiacciante venne votata la
riunificazione alla Germania.
Giugno 1945: dopo la fine della IIWW la Saar tornò sotto il controllo della Francia, alla quale
grazie ad una vantaggiosa unione economica la popolazione era diventata favorevole.
Fine 1947: costituzione che proclamò l’autonomia dalla Germania e l’unione economica con la
Francia.
1949-50: Venne rilegittimata l’esistenza dello Stato tedesco come Germania occidentale, che
modificò l’orientamento dei saaresi.
Gennaio 1957: la Saar fu riunita alla Germania.
(La Francia stava ormai guardando alla fonte di energia nucleare).

 La Ruhr nella Renania settentrionale


Nell’ottocento grazie alla presenza del carbone era divenuta l’area più industrializzata di Europa
dopo quelle inglesi.
Dopo la IWW, nell’ambito delle riparazioni di guerra della Germania (riparazioni che non riusciva
a sostenere), venne pretesa dei francesi per il suo prezioso carbone in modo da garantirsi
l’equivalente dei pagamenti attraverso lo sfruttamento economico della regione.
11 gennaio 1923: la Francia diede avvio all’occupazione con truppe francesi e belghe incontrando
una pronta resistenza passiva della popolazione della Ruhr, che però non poté resistere a lungo.

1945: alla fine della IIWW Si cercava un iter di ricostruzione per la Germania che la rendesse
innocua per sempre, e l’individuarono nel disarmo prolungato.
Settembre 1945: la Francia avanzò la richiesta di collocazione della Rohr sotto controllo
internazionale, in modo da dividere il territorio tedesco in più parti per renderlo più controllabile.
Incontro però la diversa visione delle due superpotenze USA e Urss che miravano entrambi a
collocare la Germania ciascuno nei propri blocchi contrapposti.

Di li a poco sarebbe stato il piano Schumann, con la costruzione della comunità europea del carbone
dell’acciaio (CECA), a risolvere definitivamente la questione della Ruhr.
La Francia divenne l’ispiratrice della politica europeista e la guida fattiva della sua realizzazione.

9.5 L’Europa, dalla Ruhr alla CECA


CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio)
Aprile 1951: Trattati di Parigi (tra Germania, Francia, Belgio, Olanda, Italia, Lussemburgo) ->
Nasce la CECA, un organismo sovranazionale con ampia cessione di sovranità da parte degli Stati.

Maggio 1950: Il francese Robert Schumann presentò il suo piano per creare un mercato europeo del
carbone dell’acciaio mettendo insieme le produzioni francese e tedesca, alle quali avrebbero in
seguito potuto aggiungersi quelle degli altri paesi, e di cui un’altra autorità sovranazionale ne
avrebbe avuto la responsabilità.

Per i francesi tutto ciò era un modo per mettere indirettamente sotto controllo la produzione tedesca,
ed evitare la possibilità che si ricostituisse uno Stato forte al centro dell’Europa.
Ormai però con la guerra fredda un riarmo della Germania era considerato dagli USA necessario,
così con la Ceca la Francia otteneva una forma di vigilanza (Misura indiretta di controllo
sull’acciaio tedesco).
Anche se le condizioni fissate per i tedeschi erano sfavorevoli rispetto a quelli per la produzione
francese, la Germania non poteva rinunciare all’adesione poiché rappresentava la prima occasione
di rilegittimazione che gli veniva offerta dei vincitori.

Gli USA videro con favore la creazione della Ceca considerandola un passo nel processo di
integrazione del vecchio continente che doveva servire a stabilizzarlo, e dunque a creare una
situazione mondiale più certa (che giovava loro perché avrebbe reso più facile quel processo di
legame a se dei paesi europei in un circuito Atlantico avviato con il piano Marshall). Ovviamente
ciò non sfuggi ai sovietici che avevano paura di un’alleanza atlantica tra USA ed Europa.

9.6 La tecnologia

Cap 10: IL GAS NATURALE


 il gas manifatturato (dall’inglese manufactured gas) è il gas principalmente ottenuto dal
carbone ma è comprensiva anche di altri gas utilizzati con le stesse finalità. A differenza del
gas naturale esso è di natura artificiale e fabbricato.

 Il gas naturale è una miscela gassosa costituita da idrocarburi presente nel sottosuolo, di
cui il metano il componente fondamentale, accompagnato da quantità minori e variabili di
etano, propano, butano, esano, anidride carbonica, idrogeno solforato e azoto. Si forma dalla
decomposizione di materia organica in assenza di ossigeno e può avere origine da materia
rimasta sepolta bassa profondità.
Ancora negli USA
Nella prima metà del 900 gli USA continuarono ad essere la nazione del gas naturale; dopo la
seconda guerra mondiale anche l’Europa cominciò estrarne, aumentandone la sua produzione negli
anni 60.

Dal secondo dopoguerra anche in Europa


L’Europa ad eccezione dell’Italia si accorse di poter utilizzare il gas naturale molto dopo gli USA,
nel secondo dopoguerra quando questa fonte cominciò a rappresentare una valida aggiunta a
carbone e petrolio.
Anni 70: si cominciarono a prendere in considerazione le importazioni di gas dall’Urss.
1974: il numero dei paesi europei importatori crebbe includendo Bulgaria, Germania est, Germania
ovest, Italia e Finlandia. Per compiere tale grande salto nell’esportazione all’Urss fu necessaria la
costruzione di una rete di gasdotti.
I rapporti tra l’Europa e l’Urss per il rifornimento di gas andarono in questi anni crescendo e
rafforzandosi.
Ma la progettualità di incrementare lo sfruttamento dei giacimenti sovietici per l’esportazione in
Europa occidentale suscitò l’opposizione degli USA del presidente repubblicano Reagan che
puntava ad indebolire i rapporti del grande nemico con l’Europa per colpirlo economicamente.
Reagan usò tre argomenti:
1. il pericolo per gli europei di finire in una situazione di dipendenza energetica;
2. l’appoggio sovietico alla legge marziale in Polonia del 1981;
3. il pericolo di trasferire all’Urss conoscenze che avrebbero potuto rafforzarla.

L’Urss aveva costruito i suoi primi in gasdotti interni nel dopo guerra ma sino agli anni 70 la sua
tecnologia rimase inadeguata. Quando decise di sfruttare questa risorsa apprese gradi più avanzati di
tecnologie dall’Occidente e si indirizzò anche verso il procedimento della liquefazione, Che a causa
della natura del clima e del terreno fecero vedere il gas naturale liquefatto come più facilmente
affrontabile sulle lunghe distanze.

Negli anni 60 l’Europa cominciò a interessarsi anche il gas naturale che poteva arrivare dall’Africa
e per portarlo in Europa si studiarono due possibilità:
 liquefazione e trasporto con Navi cisterna;
 liquefazione e costruzione di gasdotti sottomarini.
Il gas naturale liquefatto, a lungo considerato come un sottoprodotto, soltanto nella seconda parte
del novecento cominciò ad essere impiegato in grandi quantità come fonte energetica.

L’importanza dell’Italia
Nella storia del gas naturale l’Italia rappresenta un caso rilevante poiché, priva di altre fonti fossili
di quantità significativa, seppe comprenderne velocemente l’importanza e con rapidità farlo
divenire centrale nel suo bilancio energetico, collocandosi nella cronologia internazionale come il
primo paese europeo ad impiegarlo largamente.
Venne scoperto nel sottosuolo italiano alla fine dell’ottocento, suscitò grande interesse durante il
fascismo, ma fu poi negli anni 50 che acquisì importanza grazie alla capacità di previsione di Enrico
Mattei.
1926: Venne creata l’agenzia Generale italiana petroli (Agip) con lo scopo di cercare nel sottosuolo
nazionale giacimenti di petrolio, non riuscendone ma trovando soltanto gas.
Fu Durante gli anni della guerra che crebbe l’attenzione verso il gas naturale da parte dello Stato.
Finita la guerra il governo era orientato a smantellare l’Agip, ma Mattei si rese conto della
ricchezza che il gas naturale padano avrebbe potuto rappresentare per il paese e avviò un’opera di
rilancio dell’ente e uno sfruttamento sempre più redditizio della fonte energetica. Ormai era chiara
la redditività del settore, e privati stranieri iniziavano a farsi avanti.
In questi anni l’attività dell’Agip di Mattei rappresentò il fulcro dei ragionamenti delle operazioni
che dovevano portare il paese in una situazione di indipendenza energetica.
1953: istituzione dell’ente nazionale idrocarburi (Eni) che significò la partecipazione dello Stato in
tali settori attribuendone il compito di svolgere le attività di ricerca, trasporto, distribuzione e
utilizzo di idrocarburi.
Fine anno 40: vennero introdotti ulteriori miglioramenti tecnologici (con innovazioni americane).
Anni 50: L’aumento della quantità estratta portò ad una strategia di mercato basata sul basso prezzo
acquisendo così come i clienti industriali i più grandi gruppi del Nord. Ma agli acquirenti industriali
doveva ora affiancarsi un’altra fetta di mercato, quella dell’uso domestico.
Un altro impiego che poteva assorbire grandi quantità era la produzione di elettricità.
(Utilizzato quindi per le industrie, per uso domestico, per elettricità termoelettrica).

1956: in pianura padana erano cominciati ad aumentare i pozzi di perforazioni risultati nulli e,
prevedendo l’esaurirsi di questi giacimenti entro il decennio, si cominciò a prendere in
considerazione l’importazione (avviando contatti con Olanda, Russia, Libia e Algeria).
Alla fine del decennio però le previsioni dell’estrazione nazionale tornarono ad essere ottimistiche,
ma in ogni caso per considerare l’uso del gas naturale su scala nazionale non si poteva puntare
soltanto sulla risorsa italiana ma si doveva continuare sulla strada avviata dell’importazioni.

Anni 60-70: Gradualmente cominciò il passaggio completo dal gas manifatturato al gas naturale,
attraverso 2 livelli:
1. Composizione -> prima dell’abbandono vi fu una lunga fase in cui il naturale fu miscelato al
manifatturato;
2. Distribuzione -> avviata prima nei centri urbani più grandi e poi nei più piccoli.
Il passaggio completo naturale non significava una riconversione del processo produttivo ma una
sua eliminazione, poiché comportava l’abbandono degli impianti, per questo negli anni 50 si preferì
cominciare intraprendendo la strada intermedia della miscelazione.

1973: Con lo shock petrolifero l’Italia puntò ancor di più sul gas naturale.
1975: il piano energetico nazionale prevede una crescita dell’impiego de gas naturale —> andarono
crescendo le importazioni.
Cap 11: Il petrolio
11.5: Shock petrolifero, secondo shock e controshock
(il suo significato più rilevante appare l’essere stato il primo caso in cui l’umanità si trovò di fronte
alla realtà della finitezza delle fonti energetiche fossili)

1. Primo shock petrolifero (1973)


Generalmente lo shock petrolifero del 1973 è imputato alla guerra arabo - israeliana dello Yom
Kippur, ma in realtà lo scenario fu più complesso: a far esplodere la crisi fu il convergere della
questione petrolifera e della questione arabo israeliana.
1971: Negli USA fu imposto un tetto al prezzo del petrolio mentre la domanda interna aumentava -
> ciò incrementò l’importazione e spronò i consumi petroliferi del paese.
1973: la domanda di greggio importato aumentò ulteriormente e così il suo prezzo.
Nel frattempo era cambiata la posizione dell’Arabia Saudita: il nuovo presidente egiziano Sadat
riteneva che l’arma del greggio potesse essere usata per tenere fuori dal conflitto arabo israeliano gli
USA facendo rimanere isolato Israele, così chiede ciò ai sauditi.
Ottobre 1973: scoppio della guerra dello Yom Kippur -> USA appoggiano Israele
A seguire l’organizzazione dei paesi arabi esportatori di petrolio (OAPEC) stabilì il taglio del
rifornimento del proprio petrolio per i paesi sostenitori di Israele. Sebbene la realtà del taglio della
produzione non fosse così preoccupante le impatto psicologico sul mondo fu enorme generando un
panico generale.
Ottobre- dicembre 1973: I prezzi del greggio impazzirono poiché le società i paesi colpiti iniziarono
a cercare il petrolio disposti a pagarlo a prezzo elevato
1974: l’OAPEC decise di eliminare i tagli
(1972: era stato pubblicato il rapporto del club di Roma intitolato ‘I limiti dello sviluppo’ che
centrava l’analisi sui limiti, e dunque le conseguenze, di una crescita basata sullo sfruttamento
incessante delle risorse alimentari, minerarie, energetiche e naturali. Questo rapporto amplificò il
sopraggiunto apprendimento della finitezza dell’energie fossili).

2. Secondo shock petrolifero (1979-80)


Si verificò in seguito alla rivoluzione islamica di Khomeini in Iran nel 1979, e alla guerra tra Iran e
Iraq che seguì nel 1980, ma anche qui il panorama dei fatti era più complesso.
Il modello dei consumi si era modificato e vi era un minor impiego di petrolio, ma i paesi OPEC
continuavano a prevedere un aumento del suo consumo e dunque sostenere i prezzi alti —> i prezzi
continuavano ad aumentare.
Principale fattore che innesco la crisi: I paesi dell’OPEC volendo sfruttare il momento di rialzo dei
prezzi iniziano a vendere il petrolio anche al di fuori dei contratti, aumentando i prezzi anche sul
mercato normale innescando paura e un ulteriormente crescita dei prezzi (anche in questo caso in
realtà il petrolio sul mercato non mancò).
Altri eventi nel 1979 furono determinanti nel contribuire alla paura: l’aumento di tensioni locali in
Medioriente, l’incidente al reattore nucleare della centrale americana di Three Mile Island e
l’invasione sovietica dell’Afghanistan.

3. Controshock (anni 80)


Dopo gli shock petrolifero degli anni 70 si verificò negli anni 80 una caduta del mercato definita
contro shock. Si trattò di un periodo caratterizzato da aumento costante dell’offerta, maggiore
dell’aumento della domanda.
All’inizio del 1986 un ulteriore quantitativo di petrolio si riversa sulla piazza delle compravendite
con conseguente ulteriore calo dei prezzi. Con il contro sciocco si affermò il mercato determinando
così il commercio del libero scambio.

cap 12: ENERGIA NUCLEARE PER L’USO CIVILE


Cos’è l’energia nucleare
L’energia nucleare è l’energia che si ricava dall’atomo.
La si può ottenere con due procedimenti:
 fissione (rottura) di un nucleo;
Consiste nel colpire con un neutrone un nucleo di uranio per spaccarlo in due o tre parti, avere un
rilascio di neutroni e calore.
Se vicino ad un nucleo fissionaro si trovano altri nuclei di uranio si sviluppa una reazione a catena
(la massa mancante si è trasformata in energia).
Nella bomba Tomica la reazione incontrollata, nel reattore al contrario è controllata mediante un
moderatore che diminuisce la velocità di neutroni.
L’elemento usato nella fissione nella maggior parte dei casi è l’uranio impiegato come:
o uranio naturale
Formato da una miscela di isotopi di cui soltanto l’isotopo U235 è fissile ma la sua presenza è poca.
o Uranio arricchito
È l’uranio naturale che viene arricchito con isotopi U235 tramite complicati procedimenti di
separazione isotopica.
Il restante dell’uranio naturale è l’isotopo U238 che non è fissile ma che nell’attività del reattore da
luogo al plutonio.
L’uranio è confezionato in pasticche.

 Fusione (unione) di due nuclei.


Consiste nel forzare i due atomi a combinarsi formandone uno solo (la massa mancante si è
trasformata in energia). Nella fusione però una forza di repulsione elettrica rispinge due nuclei ed è
perciò necessario una grande quantità di energia per farli avvicinare. Non è stato finora possibile
realizzare reazioni di fusione controllate e affidabili, ma solo incontrollate con la realizzazione della
bomba ad H.

Nella bomba atomica e nel reattore nucleare in uso per la generazione di elettricità si ha la fissione.

Centrale nucleare
È composta da:
 il reattore nucleare
 Turbina
 Alternatore
 Torre di raffreddamento
 Trasformatore
 Trasporto

Il reattore nucleare
La fissione serve per ottenere il calore con cui produrre il vapore che muove la turbina.
È racchiuso in un contenitore d’acciaio chiamato sistema di contenimento primario (vessel) e si
compone di diversi elementi:
 nocciolo (core) dove avviene la fissione
Al suo interno vi sono il combustibile, un moderatore e un refrigerante liquido
 barre metalliche per controllare la reazione
 Meccanismo per caricamento e scaricamento del combustibile
 Generatore di vapore
Il tutto è racchiuso nell’edificio del reattore, chiamato anche edificio di contenimento Che serve per
trattenere quanto può fuoriuscire con un incidente.
Nel suo complesso la centrale nucleare è simile alla centrale termoelettrica: il vapore prodotto passa
alle turbine che lo usano per produrre energia meccanica che muove l’alternatore generando
elettricità.

Il combustibile dopo essere stato impiegato ripetutamente non è più utilizzabile, si definisce
esausto o scoria radioattiva e periodicamente deve essere estratto dal nucleo e sostituito.
Contiene però ancora elementi utilizzabili tra cui isotopi dell’uranio e il plutonio, quest’ultimo
largamente impiegato per la costruzione di armi nucleari —> il combustibile usato quindi può
essere in parte riutilizzato dopo il riprocessamento. Un’altra parte invece si trasforma in scorie
inutilizzabili e altamente pericolose che devono essere collocate in luoghi sicuri.
Tutto il ciclo dell’energia nucleare quindi si compone di più passaggi e fasi perciò gli impianti
nucleari non sono soltanto la centrale elettronucleare.

Problemi del nucleare:


 disponibilità d’uranio
 Problematiche della sicurezza date dalla pericolosità della radioattività
 elevati costi
 effetto termico: L’acqua prelevata per produrre il vapore da inviare in turbina viene restituita
al corso d’acqua a una temperatura più elevata.

Tipi di reattori
I reattori si caratterizzano per tipi di combustibile, moderatore e fluido refrigerante.
 il reattore ad acqua pressurizzata PWR
 Il reattore ad acqua bollente BWR
 Il reattore ad acqua pesante CANDU
 il reattore a gas AGR
 il reattore sovietico RBMK (tipologia del reattore di Chernobyl)
 Il reattore sovietico VVER
 Il reattore a neutroni veloci FNR

Generazioni di reattori:
1. Realizzati fino al 1965;
2. realizzati fra il 1965 e gli anni 80, che sono versioni maggiorate di reattori di miglior uscita
della prima generazione e rappresentano la quasi totalità dei reattori in funzione del nuovo
millennio;
3. Progettati dal 1985, dotati di un’efficienza più alta e migliori sistemi di sicurezza;
4. In studio nel nuovo millennio

La conquista della potenza dell’atomo e la bomba atomica


La storia dell’energia nucleare è strettamente legata alla seconda guerra mondiale anche perché fu
proprio la guerra ad accelerare il lavoro degli scienziati.
Fu nella fase successiva alla guerra che l’energia nucleare venne preso in considerazione anche per
la generazione dell’elettricità.
Gennaio 1939: A Berlino i due fisici tedeschi Hahn e Strassman dimostrarono che un nucleo di
uranio colpito da neutroni si scindeva in due parti rilasciando un enorme quantità di energia; il
fisico italiano Fermi ipotizzò che la fissione potesse liberare altri neutroni (chiamati secondari) che
avrebbero potuto produrre nuove flessioni nei nuclei di uranio circostanti innescando una reazione a
catena capace di autosostenersi.
Molti scienziati così iniziarono a dedicarsi allo studio della fissione e tra loro cominciò a circolare
l’idea che tale energia potesse essere impiegata in una bomba.
Marzo 1939: gli scienziati cercarono di far arrivare al governo americano la notizia della possibilità
di uno sfruttamento dell’energia atomica a scopi bellici tramite l’incontro del fisico italiano premio
Nobel Fermi con un generale della marina militare, senza riuscircene.
Ottobre 1939: il presidente americano Roosevelt decise la costruzione di un comitato consultivo
per l’uranio
1940: Aber Place dimostrò che l’isotopo V2 138 sotto l’azione di neutroni si trasformava in un
elemento nuovo che viene battezzato plutonio -> altro combustibile per creare un ordigno.
Estate 1942: Progetto Manhattan -> Roosevelt decise di assumere il controllo politico e militare
della bomba passando alla fase della realizzazione con lo scopo di sviluppare la tecnologia per
costruire la bomba e produrre la quantità di materiale fissile per la sua realizzazione.
Primavera 1942: presso l’Università di Chicago si era costruito il laboratorio metallurgico che
riuniva i vari gruppi di ricerca sullo studio della reazione a catena, che divenne la parte centrale del
Progetto.
Fine 1942: il laboratorio potè arrivare alla realizzazione del dispositivo a uranio naturale e grafite
che Fermi chiamo pila Atomica funzionando con un sistema in grado di automantenersi.
Il termine reattore fu ideato più tardi dopo la guerra.
12 aprile 1942: Roosevelt morì e divenne presidente Truman;
30 aprile 1945: Hitler si suicidò;
8 maggio 1945 la Germania si arrese.
La costruzione della bomba però continua arrivando alla sperimentazione Trinity il 16 luglio 1945.
Fine luglio 1945: Conferenza di Potsdam -> Truman informa Stalin del possesso della bomba.
Ormai sconfitta la Germania la motivazione che aveva spinto scienziati offrire loro contributo era
venuta meno ritenendo che l’impiego dell’ordigno sarebbe stato un atto immorale e inutile.
Giugno 1945: Rapporto Frank -> sottoscritto da un gruppo del laboratorio di Chicago in cui
dicevano che se si voleva evitare l’uso bellico della bomba il controllo doveva essere condiviso e
che l’impiego della bomba contro il Giappone avrebbe causato animosità verso gli USA rendendo
più difficile la costruzione di un controllo internazionale dell’atomica.
Il comitato ad interim, istituito da Truman con il compito di elaborare la linea politica connessa
all’impiego dell’ordigno si espresse per il lancio sul Giappone, giustificandolo con un numero
maggiore di vite salvate.
6 agosto 1945: la bomba atomica all’uranio fu sganciata su Hiroshima.
9 agosto 1945: la bomba atomica al plutonio fu sganciata su Nagasaki.

Dopo la guerra altri paesi arrivarono al possesso dell’arma nucleare:


 1949 Urss;
 1952 Inghilterra;
 1960 Francia;
 1965 Cina;
 1974 India;
 1988 Pakistan;
 2006 Corea del Nord;
 negli anni 60 si sospetta possesso da parte di Israele.

Riguardo la bomba ad idrogeno:


 1952 USA;
 1953 Urss;
 1957 Inghilterra;
 1967 Cina;
 1968 Francia.

Atoms for peace: il nucleare civile dagli Stati Uniti all’Europa


negli anni 50
Lo sviluppo del nucleare civile fu influenzato dalla situazione internazionale di guerra fredda che si
creò subito dopo il conflitto, poiché la facilità nel poter produrre energia elettrica era determinante
per il ruolo economico dei paesi e per la contrapposizione tra i blocchi americano e sovietico.
Lo sviluppo del nucleare civile fu avviato negli USA, essendo questo il paese in cui era stata
compresa la potenza dell’atomo.
1946: fu creata la commissione per l’energia atomica degli USA (Usaec), composta da membri del
Senato e della camera e direttamente collegata con il presidente.
L’industria privata però appariva disinteressata al nucleare civile a causa di rischi finanziari, E
poiché la generazione elettrica tramite l’atomo era ancora interamente da sperimentare.
1949: esplosione di prova della bomba sovietica —> fine del monopolio nucleare americano. Ciò
generò grande preoccupazione sia per il tramonto della posizione preminente nel possesso di
armamenti degli USA, sia per l’indebolimento dell’immagine di paesi tecnologicamente più
avanzato. Compromettente era anche la possibilità del possesso delle tecnologie nucleari da parte di
altri paesi, ai quali poteva essere attuato solo un controllo indiretto.
1953: esplosione della bomba ad idrogeno sovietica.

1953: il presidente Eisenhower con un discorso all’ONU diede l’avvio all’iniziativa “Atoms for
peace” in cui proponeva la costruzione di un’agenzia internazionale per l’energia atomica.
1954: Nuova legge sull’energia atomica -> rese possibile il trasferimento di conoscenze e la
circolazione di materiali e attrezzature.
Queste iniziative realizzata, mediante accordi bilaterali con i singoli paesi, la fornitura di nozioni,
tecnologie, uranio arricchito per il nucleare civile però con clausole di controllo ispezione (era
meglio condividere il sapere con le altre nazioni in modo da controllarle).
1955: conferenza per l’impiego pacifico dell’energia atomica svolta a Ginevra, Dove si
incontrarono i rappresentanti di 65 nazioni anche appartenenti al blocco sovietico e si scambiarono
informazioni risultati delle proprie ricerche (in realtà però non furono rivelate informazioni tecniche
che non fossero già note ma l’incontro provava la collaborazione internazionale).
Distinzione fra due serie:
 uranio arricchito adottata da USA e Urss;
 uranio naturale scelto da Inghilterra, Francia e Canada.

L’energia nucleare ai primordi del suo sfruttamento per usi civili suscitò forti entusiasmi che
incoraggiarono un grande impegno nella realizzazione tecnica, inducendo però alcuna fretta nelle
realizzazioni con sottovalutazione di difficoltà e di costi.

Nel giro di pochi anni furono creati anche gli organi istituzionali e centri di ricerca internazionali:
1956: fu istituita l’agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) finalizzata a sostenere lo
sfruttamento dell’energia nucleare a scopi pacifici, a sorvegliare e verificare con ispettori l’impiego
civile dell’energia atomica, e a favorire l’adozione dell’energia nucleare civile nei paesi in via di
sviluppo.
1957: vennero fondate la comunità europea dell’energia atomica (EURATOM) (insieme alla CEE
nei trattati di Roma), e l’agenzia europea dell’energia nucleare (OECE).
L’Euratom fu una delle tre comunità attraverso cui fu avviato il processo di integrazione europeo
(CECA, EURATOM, CEE), il suo compito generale era di sostenere lo sviluppo del nucleare
civile, e a differenza delle altre due istituzioni internazionali con responsabilità sul nucleare (Aiea,
OECE) aveva rapporti diretti anche con le imprese oltre che tra gli Stati.
1953: creazione del consiglio europeo per la ricerca nucleare (Centro di ricerca internazionale del
CERN).

I paesi interessati all’energia nucleare crearono al loro interno istituzioni con ampi poteri al di fuori
delle normali strutture burocratiche:
 USA
1953: Venne varato un piano quinquennale di costruzione di reattori sperimentali per la produzione
di elettricità. Ciò intendeva interessare anche le società private produttrici di energia elettrica ma
per queste il nucleare era ancora una tecnologia a rischio.
 Inghilterra
1947: viene nazionalizzata l’industria di produzione dell’energia elettrica
1956: si arriva all’erogazione di elettricità da nucleare

 Francia
1946: viene nazionalizzato all’industria elettrica
1952: Venne emanato il primo piano quinquennale per il nucleare civile
1954: vennero creati accordi segreti per la creazione del nucleare militare.
Per le applicazioni militari, il presidente della Repubblica De Gaulle attribuiva molta importanza al
possesso dell’arma atomica per poter rivestire un ruolo di primo piano a livello internazionale, a
causa della frustrazione del paese dopo la seconda guerra mondiale mentre perdeva le sue colonie e
quindi lo status di grande potenza. Il possesso della tecnologia della bomba atomica offriva alla
Francia la possibilità di difendere e restaurare il suo rango.
Allo stesso tempo però il possesso della tecnologia nucleare per la generazione elettrica le garantiva
la soluzione al problema della penuria di fonti energetiche.
Importante cogliere anche l’immagine di elevata capacità scientifica che si poteva mostrare al
mondo, che venne interiorizzata dall’opinione pubblica accordando un duraturo consenso sia il
nucleare civile sia quello militare anche nel mentre della contestazione all’atomo civile durante gli
anni 70 e con Chernobyl.
 URSS
Scelse l’uranio arricchito ma mantenne sempre segreta la sua disponibilità.

Quando concretamente però si arrivò alla generazione di corrente elettrica con turbine
mosse dalla potenza motrice prodotta da un reattore nucleare?
Generalmente si considera come il primo generatore nucleare di elettroni energia elettrica realmente
funzionante un reattore vicino Mosca che iniziò a produrre elettricità nel 1954. Ne 1956 da parte
dell’Inghilterra.

L’organizzazione coinvolta nello sviluppo del nucleare fu fin dall’inizio ovunque di enorme
complessità poiché la realizzazione di impianti nucleari implica interventi economici consistenti e
tempi lunghi, con imprescindibili interventi diretti da parte delle strutture statali.

La particolare storia del nucleare civile in Italia (1945- 87)


L’Italia fu tra i primi paesi ad avere delle centrali nucleari dopo 2GM. È possibile dividere questa
storia in due fasi:
1. dal 1946 a metà degli anni ’60
Emersero tre soggetti interessati alla tecnologia: il CISE (centro informazioni studi esperienze-
1946), il CNRN (comitato nazionale ricerche nucleari-1952) e l'Agip Nucleare (1954). L'Italia non
istituì un organo di vigilanza pubblica in quanto erano assenti interessi militari.
Bisogna aggiungere che in Italia non fu creato un organo di supervisione e coordinamento come
negli Usa perché l’interesse era industriale e scientifico e non militare.
Con il programma “Atoms for peace”, l’interesse italiano si spostò dalla costruzione di un proprio
reattore all’acquisto con il programma offerto dagli Usa. E ciascuno di questi 3 soggetti creò la sua
centrale nucleare. Nel maggio 1963 la centrale di Borgo Sabotino (vicino Latina) dell’Eni, nel 1964
quella del Garigliano del Cnen, e nell’ottobre 1964 quella di Trino Vercellese del Cise.
Le tre centrali utilizzarono 3 reattori diversi e questo fu considerato inizialmente un fatto positivo in
quanto era un elemento di innovazione tecnologica che avrebbe portato a un confronto scientifico;
in realtà erano semplicemente 3 attori diversi che procedevano individualmente.
1962: fu nazionalizzato il settore dell’energia e fu istituito l’ENEL (ente nazionale energia
elettrica). Solo che i fondi scarseggiavano e la determinazione fu scarsa e così il settore cominciò a
declinare. A questo si aggiunse il processo ad Ippolito (inizialmente segretario di Francesco
Giordani-presidente del CNRC) accusato di interesse privato in ufficio pubblico e la successiva
grazia da parte di Saragat, che dopo averlo criticato e condannato, divenendo presidente delle
Repubblica, gli concedette la grazia.

2. Subito dopo lo shock petrolifero del 73, quando vennero predisposti ampi piani per
la creazione di centrali elettronucleari che poi non vennero realizzate in quanto la
storia si concluse con il referendum del 1987.
Con lo shock petrolifero iniziò la seconda parte della storia del nucleare italiano, del tutto differente
e slegata dalla prima, unite tra loro soltanto dalla continuità di impiego degli impianti.
La risposta italiana alla crisi petrolifera fu il ritorno a programmi di costruzione di centrali nucleari,
previsti dal Piano energetico nazionale (PEN) e furono 5: 1975, 1977, 1981, e un quinto dopo il
referendum 1988. Piano energetico eccessivamente ottimista, tanto che di questo ambizioso
programma in un decennio vi fu una sola concretizzazione, la centrale di Montalto di Castro. Vi fu
una forte contestazione da parte del movimento ambientalista e delle popolazioni circostanti e per
questo motivo (meno rilevante del successivo) e degli elevati costi del processo di produzione,
l’Italia si avviò verso un processo di chiusura delle centrali.
A determinare la chiusura definitiva vi fu il disastro di Chernobyl, che fece passare anche i partiti
politici alla contestazione. Il movimento ambientalista richiese il referendum per l’abrogazione del
nucleare e questo si svolse nel novembre 1987 e segnò la fine del nucleare civile italiano. La
centrale di Montalto, ancora in costruzione venne trasformata in una centrale termoelettrica.

Cap 13: Vento, sole, terra, mare, piante


L’energia eolica
Nell’ottocento si penso anche all’energia del vento come fonte primaria per la produzione di
corrente elettrica.
La turbina eolica si compone di una ruota girante costituita di un corpo centrale da cui partono tre
pale e di un pilone che la sostiene. Il corpo centrale è il rotore, che trasmette l’energia cinetica del
vento raccolta dalle pale a un sistema di due alberi, che la passano a un generatore di elettricità. Al
suo interno vi è il primo albero lento legato al rotore, sull’albero è collegato un meccanismo di
trasmissione che trasferisce la rotazione a un moltiplicatore di giri collegato al secondo albero
veloce che ha la potenza di giri necessari a far funzionare il generatore.
1887: negli USA e in Scozia furono costruiti i primi due impianti eolici per la generazione di
elettricità->
 negli USA Brush costruì la sua turbina eolica a Cleveland;
 In Scozia Blyth costruì una turbina eolica nel giardino della sua casa.
I due inventori introdussero nel panorama tecnologico la macchina per generare elettricità dal vento,
ma l’invenzione non fu subito raccolta e trascorsero degli anni prima che potesse essere realmente
impiegata.
1891: Fu in Danimarca che si compì il passaggio all’applicazione concreta, grazie all’inventore La
Cour, che compì passi avanti sul problema dell’ immagazzinamento dell’elettricità, e comprese che
era più efficiente la soluzione con poche pale.
Anni 20: negli USA fu l’esigenza di avere elettricità nelle estesissime campagne a stimolarne un
avanzamento.
I fratelli Jacobs costruirono un’elica a tre pale.
Quest’industria svolse un ruolo importante negli USA per il miglioramento delle condizioni di vita
della popolazione sparsa su un immenso territorio.
Negli anni 20 era evidente un impegno in questo campo ed era scontato che tale tecnologia sarebbe
stata importante nei decenni a venire.

Con i progressi le pale eoliche poterono divenire di dimensioni più grandi e di potenze maggiori:
furono differenziate nella forma e poste anche su asse verticale->
 nel 1924 il finlandese Savonius costruire un’elica ad asse verticale costituita da due pale
semi cilindriche unite in modo da formare una S;
 Negli anni 20 il francese Derrieus costruì un’elica ad asse verticale costituito da strisce
metalliche sottili fissate a semicerchio.
I pregi di queste turbine ad asse verticale erano che, diversamente da quella da s’orizzontale, non
necessitavano di un meccanismo di spostamento nella direzione del vento.

1936: Con la legge per l’elettrificazione rurale però venne stroncato il settore dell’energia eolica.
Anni 40: Venne sperimentata una turbina di larghe dimensioni e avanzata tecnologia da parte di
Putnam.
1941: Putnam costruì un impianto con elica due pale di grandi dimensioni. La sua grande turbina fu
importante per la partecipazione congiunta che riuscì a creare da parte di scienziati, società di
ingegneria e anche industrie private.

Negli anni 40 anni successivi il centro mondiale delle eolico continua a rimanere in Danimarca
(vennero anche provati prototipi di turbine eoliche da collocare offshore sui mari danesi).
Negli anni 50 e 60 sia Danimarca che Germania continuarono a lavorare su questi prototipi, anche
se il petrolio a basso costo distoglieva l’attenzione dalle altre fonti per generare elettricità finché
non arrivò lo shock petrolifero e si cominciò a parlare di fonti energetiche rinnovabili. Allora
l’eolico catturo l’attenzione di diversi paesi.
Il centro degli studi si spostò negli USA dove dal 1974 (anno successivo allo shock) fino alla metà
degli anni 80 il governo americano però per l’impiego dell’eolico per far avanzare la tecnologia.
La California erano stato importante dal punto di vista economico, politico e culturale, ma fragile
nella produzione di energia. In un primo tempo si rivolse all’energia geotermica, in seguito più di
un fattore fece spostare l’attenzione sul vento: i sussidi e gli incentivi federali, la disponibilità di
luoghi adatti all’impianto di turbine eoliche è una cultura politica ambientalista presente localmente.
1985: L’esperimento californiano cominciò a declinare a causa della soppressione di sussidi e per la
sopravvenuta diminuzione del prezzo del petrolio, e poiché la sensibilità ambientalista presente
comincio a evidenziare gli elementi negativi delle turbine (visibilità considerata di impatto
sull’estetica del paesaggio, il rumore e la pericolosità per uccelli migratori).
1991: la Danimarca installò il primo campo eolico offshore con 11 turbine a Vindeby.
Negli anni 90 le autorità statali seppero affrontare anche il nuovo problema delle obiezioni della
popolazione locale alla collocazione delle turbine creando una pianificazione territoriale per
l’ubicazione degli impianti.

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