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La percezione

del suono negli


animali
Alessandra Coli
L’organo dell’udito nei vertebrati è costituito dalla membrana
timpanica, il recettore primario dell’onda acustica, che poi
trasmette la vibrazione attraverso la catena degli ossicini
all’orecchio interno (coclea), il trasduttore del suono in un
impulso elettrico che mediante il nervo VIIII raggiunge
l’encefalo.

Nel mondo animale, il suono indica la presenza di un altro


animale, specie di notte e negli ambienti boscosi,
caratterizzati da scarsa capacità di visione, e lo fa attraverso
un’onda che si propaga nel mezzo aereo o liquido (come le
increspature nell’acqua formate da un sassolino che vi
cada).

Dagli animali il suono può essere utilizzato anche come


mezzo di comunicazione, specie in contesti di fronde di
alberi o nell’erba.
Pesci

Le onde sonore consistono in modificazioni della pressione


del mezzo acquatico. Sono percepite mediante due sistemi:
l'orecchio e la linea laterale.

Orecchio
Non è presente un orecchio esterno: le vibrazioni sonore
sono trasmesse attraverso le ossa del cranio fino a
raggiungere un orecchio interno.

In alcune specie, la vescica natatoria funge da struttura


risonante, amplificando il segnale acustico che viene
trasmesso all'orecchio interno da apposite strutture
anatomiche.
Nei pesci ossei (teleostei), l’orecchio interno è collocato sul
retro del cranio, in una capsula ossea.

Costituito da 3 canali semicircolari, perpendicolari gli uni agli


altri) collegati a utricolo e sacculo.

Adiacente al sacculo vi è una struttura incurvata (lagena),


con un addensamento di cellule sensoriali (macula) le cui
ciglia sono connesse a una struttura calcarea densa (otolito).
Le onde sonore si propagano attraverso il mezzo
acquatico e fanno vibrare in modo uniforme tutti i tessuti
tranne l'otolito, generando in tal modo una differenza tra i
movimenti delle cellule della macula e quelli dell'otolito:

questa differenza viene trasdotta in segnale elettrico che


viaggia lungo le fibre nervose fino al sistema nervoso
centrale per dare forma alla sensazione uditiva.
Linea laterale

Dispositivo che permette di rilevare suoni di frequenza molto


bassa, al di sotto dei 200 Hz, e spostamenti compiuti
dall'animale in seguito ai suoi stessi movimenti.

Organo indispensabile per la coesione del banco.

Dalla linea laterale si è ipotizzato possano essere derivati i


canali semicircolari.

Le specie di Pesci che hanno un udito più sviluppato


(Ciprinidi) sono provvisti dell'apparato di Weber:
modificazione delle prime 4 o 5 vertebre, le quali, mettendo
in contatto la vescica natatoria con l'orecchio, rendono più
efficiente la trasmissione del suono.
Struttura della linea laterale

Linea che divide la parte dorsale da quella ventrale e che


si estende dal capo alla coda.

La sua funzione: segnalare i movimenti dell’acqua intorno


al corpo del pesce, permettendo di conoscere lo spazio e
eventuali ostacoli.

L’acqua, incontrando ostacoli, genera una specie di eco: il


movimento di altri pesci, potenziali prede, predatori o
appartenenti allo stesso banco, da indicazioni sulle
traiettorie dei pesci o delle correnti marine.
I recettori della linea laterale: cellule ciliate molto simili alle
cellule del neuroepitelio nell’orecchio interno dei vertebrati.

TaIi recettori (“neuromasti”) sono cellule ciliate sporgenti nel


mezzo liquido (acqua), come il neuroepiteli dei vertebrati
(endolinfa).

La linea laterale è presente anche negli anfibi allo stadio


larvale.

Nell’orecchio interno dei vertebrati superiori le cellule ciliate


sono bagnate dall’endolinfa: con meccanismo simile nella
linea laterale tali recettori sono in grado di trasformare
l’onda sonora in un segnale elettrico.
Passaggio evolutivo dai Pesci agli
Anfibi

La linea laterale permane nelle


larve e negli adulti a abitudini
acquatiche.

Negli anfibi terrestri adulti


scompare e si modifica l’orecchio
interno: si sviluppa la lagena con
una papilla basilare.

(nei Rettili e negli Uccelli la lagena


si allunga; nei Mammiferi: prende
la forma di un canale spiraliforme
(coclea).
Negli Anfibi, al contrario
dei Pesci, l'orecchio è
aperto all'esterno, ed è
costituito da un apparato
medio interno e uno
interno.

L’orecchio medio consta


di un solo ossicino
(columella), osso sottile a
contatto con una
membrana di pelle (sarà il
timpano nei mammiferi),
ben evidente sulla testa
delle rane.
Rettili

Manca il padiglione nell’ orecchio esterno.

I Serpenti e alcuni Sauri non hanno timpano, presente,


invece, nella maggioranza dei Sauri, dei Cheloni e dei
Coccodrilli.

L’orecchio medio presenta staffa e extracolumella.

Nell’orecchio interno presenta tre canali semicircolari,


l’utricolo e il sacculo provvisto di lagena, specialmente
sviluppata nei Coccodrilli.
Serpenti

Sono presenti terminazioni nervose che creano il


collegamento diretto tra orecchio interno e la mandibola,
consentendo loro la ricezione di vibrazioni anche minime,
come quelle di una possibile preda che si muove anche a
distanza considerevole.

Tale sistema è parziale, in quanto i serpenti possono


“sentire” solo le frequenze più basse.

Le alte non sono percepibili (animali parzialmente sordi).


Uccelli

Orecchio esterno: Rapaci


notturni (gufi, civette,
barbagianni e allocchi)
presentano aperture del
condotto uditivo esterno in
posizione non simmetrica.

Possono captare la direzione


dei suoni sia sul piano
orizzontale (come nei
mammiferi), sia su quello
verticale, caratteristica molto
utile per i predatori notturni.
Studiando tre specie di uccelli (corvo, anatra e pollo)
Ricercatori (Schnyder e coll.) con occhi laterali simmetrici,
hanno scoperto che tali uccelli sono in grado di
identificare i suoni da diversi angoli di elevazione.

Sembra che la loro testa a forma ovale trasformi


leggermente le onde sonore in un modo simile alle
orecchie esterne dei mammiferi.

La testa scherma completamente il suono proveniente da


specifiche direzioni, mentre le onde sonore la
attraversano, innescando una risposta nell’orecchio
opposto al lato colpito.

Il cervello del volatile comprende se un suono proviene da


sopra o sotto valutando i diversi volumi sonori in entrambe
le orecchie.
Gli uccelli migratori devono individuare ad alta quota alcuni
indizi utili (specchi d’acqua, vortici di aria calda con moto
ascensionale che permettono di prendere quota e facilitare il
volo planare).

Gli specchi d’acqua e i vortici di aria calda producono


infrasuoni: le oche selvatiche e rondini sono sensibili a queste
frequenze acustiche.

Gli infrasuoni si propagano per chilometri e consentono a


questi animali di monitorare l’ambiente e comunicare tra loro a
distanza.

Sembra che i grossi erbivori della savana, come elefanti e


bufali, siano in grado di percepire infrasuoni
Invece.....

I mammiferi predatori (gatto, cane) sentono alte frequenze, gli


ultrasuoni, che permettono loro di localizzare con precisione
l’origine del più piccolo rumore.

La frequenza nell’udito è fondamentale per attribuire a ogni


suono un significato. Ai suoni acuti sono legate esperienze di
paura mentre i suoni gravi sono interpretati come segnali
intimidatori.

L’udito del cane è in grado di percepire onde sonore fino a 40


mila Hertz (uomo: meno di 20 mila Hertz)

Gli ultrasuoni sono direzionali e più veloci dello spettro sonoro


udibile da parte dell’uomo: gli animali che li percepiscono si
mettono in allarme molto prima di noi.
Anche i chirotteri (pipistrelli) sono
sensibili agli ultrasuoni e li
utilizzano anche in fase di
emissione di suono: il volume
degli ultrasuoni emessi dai
pipistrelli è estremamente elevato,
paragonabile al rumore di un
aeroplano in fase di decollo, ma
noi non li percepiamo.

Nei mammiferi, oltre ai chirotteri,


tali suoni sono percepibili dai
roditori e dai cetacei che li
utilizzano per comunicare, specie
i piccoli per richiamare la madre.
Alcuni mammiferi, come gli ippopotami utilizzano una
doppia onda sonora, in aria e in acqua, mezzi che
diffondono il suono a diverse velocità, per stabilire la
distanza di un rivale, calcolando i diversi tempi di arrivo
del segnale (es. calcolare la distanza di un temporale,
paragonando il tempo che intercorre tra il fulmine e il
tuono).

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