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AUDIOLOGIA E VESTIBOLOGIA
L’orecchio è un organo di senso diviso in tre settori: orecchio esterno, medio e interno; le sue
funzioni sono quella uditiva e quella di mantenimento dell’equilibrio.
Una parte dell’orecchio interno è deputata alla parte uditiva e una parte al mantenimento
dell’equilibrio.
ORECCHIO ESTERNO: è composto da padiglione e condotto uditivo esterno (2,5cm) ed è composto
da una parte ossea (osso temporale- profonda) e una cartilaginea (più esterna- contiene gli annessi
cutanei tra cui le ghiandole ceruminose).
ORECCHIO MEDIO composto dal timpano (ricoperto di mucosa) in continuità con una struttura di 3
ossicini: martello, incudine e staffa che si muovono e determinano il movimento della platina della
staffa che si muove nella finestra ovale e fa muovere i liquidi nella coclea. L’energia sonora passa
quindi da un mezzo aereo a un mezzo liquido evitando la dispersione di energia sonora.
L’orecchio medio è collegato al rinofaringe (dietro le coane del naso) tramite la tuba uditiva che è
un canale dotato di componente muscolare con funzione aerodinamica, di drenaggio e difensiva.
La tuba uditiva non è sempre aperta ma si apre e si chiude più volte per equilibrare la pressione
nell’orecchio medio: quando ci sono sbalzi bruschi di pressione la tuba non funziona al meglio, così
quando si è raffreddati e si ha una sensazione di ovattamento. Il mastoide (osso cranico posto
dietro all’orecchio) è l’insieme delle cavità piene d’aria nell’osso temporale e sono in
comunicazione con l’orecchio medio.
ORECCHIO INTERNO: composto da coclea ‘chiocciolina’ e labirinto. La coclea riceve il suono e lo
trasforma in potenziale d’azione che arriva ai centri uditivi sotto forma di impulso (come quando il
nervo si azione in seguito ad un impulso). Ci sono 3 canali membranosi in comunicazione tra loro:
quelli esterni contengono perilinfa, quello centrale endolinfa e quindi cellule uditive che sono
neurosensoriali ciliate. Esse non possono essere rinnovate una volta danneggiate.
Nell’orecchio interno sono presenti la finestra ovale e quella rotonda che si muovono in direzioni
opposte contemporaneamente (gioco delle due finestre) e permettono la trasformazione del
suono in potenziale d’azione.
Lo spostamento di liquidi nella coclea fa si che si fletta la membrana basilare dove poggiano le
cellule acustiche che dotate di ciglia fanno aprire i canali ionici. Così la c.acustica si depolarizza e
parte il potenziale d’azione che ora raggiunge la corteccia cerebrale attraverso la via acustica.
In stretta prossimità dell’orecchio medio e interno si trova il 7° nervo cranico (importante per la
mimica facciale) che stimola il muscolo stapedio ad un suono di 60/70 db, per limitare il
movimento della staffa e attenuare i suoni forti (riduce la quantità di suono che raggiunge
l’orecchio interno), paralisi facciale per infiammazione del nervo, in genere reversibile.
Le cellule acustiche sono disposte in modo regolare, se vengono esposte a eventi dannosi c’è
atrofia delle cellule quindi viene persa la capacità di assimilare suoni a elevate frequenze.
Il suono è uno spostamento di energia legato all’oscillazione dell’aria. La frequenza è indicata in
Hertz ( n° di oscillazioni ), l’intensità è espressa in decibel ( unità esponenziale ).
Orecchio esterno e medio hanno funzione di trasmettere il suono (meccanica ) e le loro patologie
determinano ipoacusia di trasmissione (reversibili: dovute a tappi di cerume, otiti,..); per l’orecchio
interno le patologie determinano ipoacusia neurosensoriale (irreversibile:malfunzionamento delle
cellule). L’orecchio medio ha un tetto osseo molto sottile che lo separa dal cervello, per questo la
meningite è una tipica complicanza dell’otite.
Normoacusia: pz che sentono fino a 5-10 decibel
Anacusia: non sente da un orecchio
Cofosi: sordità completa
OTOLOGIA CLINICA
-Otomicroscopia per vedere in dettaglio la membrana timpanica e permette di effettuare manovre
diagnostiche e terapeutiche del condotto.
-Audiometria soggettiva è un esame molto utile a rilevare la capacità o soglia uditiva, si mette il
paziente in cabina silente e vengono mandati toni puri nelle cuffie. Il campo frequenziale
nell’orecchio umano è limitato (125-250 Hz fino a 8000-12000 Hz). Bisogna sapere per ogni
frequenza la soglia minima percepita.
Le cellule acustiche subiscono un danno reversibile a frequenze di 4000 Hertz ( Hz ) ossia 80-90db
-Impedenziometria: questo esame studia l’elasticità della membrana timpanica con una sonda e la
capacità di trasmissione dall’orecchio medio a quello interno. In condizioni normali la membrana
timpanica si trova posta in mezzo a due ambienti di uguale pressione e quindi ha ottimale capacità
di movimento, invece quando le 2 pressioni sono diverse si ha difficoltà nella trasmissione del
suono perché la membrana timpanica non vibra bene.
-Potenziali evocati uditivi (ABR): serve a diagnosticare l’ ipoacusia nei bambini.
-Citoemissioni acustiche: vengono rilevate fotoemissioni acustiche
☺ OTITE MEDIA SIERO MUCOSA (OME): infiammazione cronica dell’or. medio con presenza di
liquido endotimpanico senza segni o sintomi dell’infezione acuta, è frequente nei bambini
(ipertrofia adenoidea che ostruisce le tube a livello della rinofaringe, la tuba non drena
e richiama liquidi quindi si forma trasudato cioè versamento liquido nell’orecchio medio); non è
legata a batteri o virus ma è causata da ostruzione meccanica della tuba che non drena.
Solitamente è bilaterale, il sintomo è che il bambino non sente(ipoacusia) ma non ha dolore.
Se cronicizza(4-5 MESI) il trasudato ha consistenza collosa(“glue ear”). TRATTAMENTO:
farmacologico riducendo infiammazione delle adenoidi; se non è efficace si fa paracentesi
timpanica (incisone e aspirazione) con apposizione di drenaggio transtimpanico in anestesia
generale. Non si deve bagnare l’orecchio e il drenaggio viene espulso dall’orecchio
spontaneamente e la membrana timpanica si chiuderà da sola(altrimenti si rimuove in anestesia).
Nell’adulto ci sono forme monolaterali date da tumori nel tratto rinofaringe che ostruiscono la tuba
(🡪ispezione del rinofaringe con fibre ottiche) Un altro modo per chiamare l’otite siero-mucosa è
otite media effusiva (OME).
ACUFENE: chiamati anche tinnitus. È una percezione di suono in assenza di stimolazione sonora.
Classificati in periferici (sofferenza lieve originata da una piccola lesione che sbilancia i nuclei
nervosi) e centrali (SNC). Non si curano perché sono un sintomo e non una patologia. (farmaci
vasoattivi, anestetici, attivi su SNC,..)
ADENOIDI: t. linfatico in sede del rinofaringe. Non sono presenti alla nascita ma diventano evidenti
intorno ai 2 anni (sviluppo sistema immunitario per contatto antigenico). Scompaiono
fisiologicamente intorno ai 15 anni. Per osservare le adenoidi si usano delle fibre ottiche (rigide o
flessibili) che permettono di esplorare le cavità.
Sindrome adenoidea: nel bambino ostruzione vie respiratorie nasali che provocano russamento e
apnea ostruttiva del sonno, otiti acute, ipoacusia ( le adenoidi chiudono la tuba uditiva quindi non
si ha drenaggio nell’orecchio medio dove si forma trasudato che provoca otite siero mucosa
bilaterale), infezione a carico del tessuto adenoideo (adenoiditi con otiti medie acute/ricorrenti ).
Un bambino che respira poco e male per anni avrà una formazione facciale alterata (facies
adenoidea), asimmetria delle arcate dentali, complicanze polmonari.)
-NASO-
Il naso è costituito da cartilagini e ossa. Le cartilagini nasali si articolano tra loro costituendo lo
scheletro della piramide nasale. L’interno del naso vede due fosse nasali pari e simmetriche divise
dal setto nasale (struttura di cartilagine e ossa) che raramente è dritto. Le deviazioni del setto
possono originare difficoltà respiratorie. La parete laterale delle fosse nasali è solcata da tre
turbinati medio, inferiore e superiore. I turbinati sono costituiti da un rilievo osseo ricoperto da
una mucosa ciliata; essi sono molto vascolarizzati e hanno un’abbondante sottomucosa. C’è poi
una zona specializzata sul tetto delle fosse nasali che ha funzione olfattiva (ha recettori e molecole
odorose). Le stimolazioni odorose arrivano al bulbo olfattivo tramite fessure sul tetto della fossa
nasale da cui passano piluzzi. Ci sono patologie che possono determinare un’ostruzione di questa
zona: anche un raffreddore può dare una lieve iposmia (ridotta percezione olfattiva) che nei casi
più gravi può determinare anosmia (completa perdita dell’ olfatto). Anche alcune forme virali
possono portare a un danno irreversibile dei recettori olfattivi. I pz senza olfatto hanno anche un
deficit del gusto poiché nella percezione dei sapori c’è anche una componente olfattiva.
Il naso è molto vascolarizzato perché riceve dalla carotide interna (arterie etmoidali) e esterna
(arteria sfenopalatina) che anastomizzano formando una fitta rete. Per questo sono ricorrenti le
epistassi. In alcune epistassi gravi si ricorre alla legatura dell’arteria sfenopalatina.
Seni paranasali: il naso è costituito da due fosse nasali ma esistono due cavità aeree che sono in
comunicazione col naso e sono 8 seni paranasali (4 per lato) seno mascellare, frontale, etmoide,
sfenoide.
Le funzioni nasali sono: respiratoria, olfattiva, umidificazione, riscaldamento, filtro dell’aria, difesa,
reflessogena (riflessi naso-cardiaci, naso-respiratori. Es quando si mette un tampone o SNG può
esserci un riflesso naso-cardiaco di tipo vagale che provoca bradicardia).
PATOLOGIE DEL NASO
@-Frattura ossa nasali: affondamento delle ossa nasali, a palpazione delicata si percepisce un
movimento non naturale. Segno sempre presente è l’ecchimosi sotto orbitale. Altri sintomi sono
edema, respirazione alterata, epistassi. Si consiglia di non soffiare il naso, per il rischio di enfisema
poiché l’aria si può infiltrare nei t. molli. Si interviene d’urgenza se la frattura è esposta e si ha
emorragia. L’enfisema diventa pericoloso se va poi a localizzarsi nel mediastino, in altri casi l’aria
tende a riassorbirsi naturalmente. Per favorire il drenaggio dell’enfisema si inseriscono aghi da
insulina.
@-Rinite allergica: infiammazione del naso stagionale o perenne. Le più frequenti sono la rinite
virale (raffreddore),riniti allergiche e forme non infettive non allergiche. I sintomi tipici della rinite
allergica sono rinorrea acquosa (fluido molto liquido e chiaro), starnuti frequenti, ostruzione
respiratoria nasale, prurito al naso e agli occhi. Esistono forme che cronicizzano e forme che non
curate evolvono in sinusiti, otiti e asma. La rinite allergica è un infiammazione su base
immunologica da IgE.
@-Polipi nasali: sono escrescenze della mucosa del naso, multipli e bilaterali. NON SONO
TUMORI!Sono bianco-giallastri, scarsamente vascolarizzati. CAUSE: multifattoriali; allergia
(10-20%), asma+allergia all’aspirina. Le forme che interessano i bimbi presentano mucoviscidosi
(fibrosi cistica). SINTOMI: ostruzioni respiratorie bilaterali e ingravescenti nel tempo.
TRATTAMENTO: inizialmente farmaci (cortisonici) + follow up regolari. In rari casi si ricorre a int.
Chirurgico.
@ sinusite: infiammazione di 1 o più seni paranasali (soprattutto etmoide e mascellare).
Nella maggior parte dei casi l’infezione deriva dal naso (rinosinusiti),soprattutto in seguito a forte
raffreddore che non guarisce dopo 15 giorni. Per il resto sono odontogene (solo nei seni
mascellari), come complicanza di trattamenti odontoiatrici implantologici (stretto collegamento tra
seno mascellare e molari/premolari). Le forme batteriche sono le più importanti.
Sintomi: dolore, ostruzione respirazione nasale, tosse( soprattutto di notte a causa dello scolo
delle secrezioni dalle vie aeree), rinorrea muco- purulenta, febbre. Diagnosi: sintomi + endoscopia
con fibre ottiche (osservo essudato purulento negli sbocchi dei seni paranasali). La tac si effettua
solo nelle forme croniche,in vista di un intervento (chirurgia endoscopica nasale 🡪FES) o se ci sono
complicanze.
Trattamento: se è virale non si fa nessun trattamento, se è batterica si fa trattamento sistemico
(almeno 10 gg) con antibiotici (cefalosporine e penicilline). Sono utili i decongestionanti nasali (per
drenare) e i lavaggi nasali (ipertonici o soluzione fisiologica isotonica) per idratare.
L’aerosol è sconsigliato poiché secca le mucose nasali e non è molto utile in questo casi.
Complicanze:
* Orbitarie🡪 tra etmoide e occhio c’è una lamina molto sottile,dunque l’infezione si propaga
facilmente : esostagmo, ascessi/cellulite oculare 🡪può portare in poche ore a danno irreversibile
del nervo ottico. Trattamento con antibiotici endovena e monitoraggio 24-48 h, tac e intervento se
necessario.
* Endocraniche 🡪 ascessi cerebrali, tromboflebite dei seni cerebrali (rari). Trattamento medico ad
alte dosi ed eventuale intervento chirurgico.
-EPISTASSI-
sanguinamento nasale, è frequente perché il naso ha una vascolarizzazione molto importante,sia di
tipo arterioso che venoso, i vasi principali derivano dalla carotide esterna ( arteria sfenopalatina)
che si anastomizza con i rami delle arterie etmoidali anteriore e posteriore (che derivano dalla
carotide interna).Le cause dell’epistassi possono essere locali o generali:
1. Cause generali ( 60-70% ): ipertensione arteriosa, assunzione di antiaggreganti o anticoagulanti,
emopatie( malattie del sangue della serie eritrocitaria, difetti coagulativi, da alterazione delle
piastrine, da alterazione capillare ), epatopatie croniche ( favoriscono il sanguinamento perché il
fegato produce i fattori della coagulazione ), cardiopatia congenita o acquisita, malattie del
ricambio ( diabete scompensato che da danni microvascolari ), malattie infettive virali o batteriche,
malattie renali, carenze vitaminiche ( scorbuto ),disfunzione endocrina.
2. Cause locali ( 30-40% ): traumatismi, corpi estranei (sospettare se epistassi monolaterale), varici
locus valsalvae ( sanguinamento della parte anteriore del setto nasale, nel bambino, tendono a
risolversi nel tempo ), polipo sanguinante del setto ( tipico delle donne in gravidanza, per fattori
ormonali), neoplasie maligne naso- sinusali, fibroangioma sanguinante della pubertà maschile ( è
un tumore benigno vascolare tipico del maschio in età adolescenziale ), ulcera trofica del setto (
cocaina,cromo, cemento),post-operatorie.
I tumori maligni difficilmente danno epistassi e molto spesso di natura professionale ( esposizione
a polveri del legno o pellame).
In caso di epistassi si fa mettere il capo in avanti per evitare che il sangue venga deglutito e può
essere utile applicare del ghiaccio alla radice del naso. Se il sanguinamento è dovuto alla rottura
delle varici anteriori del setto nasale, bisogna pinzare il naso(sulla parte molle) “ a modi molla “
comprimendo per 3-4 minuti ( tempo di formazione del tappo piastrinico ). Se il sanguinamento
viene da zone posteriori non è sufficiente e bisogna fermare il sanguinamento con un tampone
nasale (in cellulosa) che viene inserito nella fossa nasale e, a contatto con sangue, si gonfia
modellandosi nella fossa nasale( si può effettuare tamponamento con più tamponi nasali). Per
evitare danni al pz, il tampone va cosparso di lubrificanti che ne aiuti lo scorrimento. Il tampone va
inserito seguendo il pavimento della fossa nasale. Devono essere rimossi dopo 2-3 giorni per
evitare il rischio di infezione. Esistono anche tamponi riassorbibili. Il tamponamento anteriore è
sufficiente nel 99% dei casi, altrimenti Tamponamento posteriore(raro): soprattutto negli anziani.
Il paziente è sveglio, si inserisce un tubo di gomma lo si infila nel naso e lo si fa uscire dalla bocca,
all’estremità del tubo che esce dalla bocca si lega un tampone e richiamando il tubo dal naso e lo si
mette in rinofaringe a livello della coana ( esce un filo dal naso che va ancorato all’esterno per
evitare che il tampone scivoli verso il basso ) . Può essere abbinato al tamponamento anteriore.il
paziente va monitorizzato e ricoverato, il tampone si toglie dopo 2-3 giorni, vengono sempre
prescritte terapie antibiotiche come prevenzione. Ci sono poi dei tamponi in merocel che hanno a
un’estremità un palloncino che raggiunge il rinofaringe e viene gonfiato con dell’acqua e si ottiene
un tamponamento anche posteriore con una sola manovra eseguita da davanti.
La cauterizzazione chimica è effettuata per sanguinamento anteriore( anche nei bimbi) con
tampone imbevuto in nitrato d’argento. mai entrambi i lati contemporaneamente perché si può
creare una perforazione del setto nasale). Se i vasi sono grossi è necessaria una cauterizzazione
elettrica con coagulatore bipolare in anestesia locale. Se non si vede dove sanguina si mette il
tampone e si rimanda la causticazione.
In caso di epistassi recidivanti o inarrestabili soprattutto in soggetti anziani si interviene
chirurgicamente con anestesia generale, intubato e per via endoscopica si va a identificare e legare
l’arteria sfenopalatina. oppure si utilizza radiologia interventistica, cioè si fa un angiografia si
identifica il ramo responsabile del sanguinamento e si embolizza ( dall’interno del vaso si chiude
l’arteria ). Le due tecniche possono essere abbinate.
-LARINGE-
La laringe è un organo impari, mediano,costituita da un insieme di cartilagini. la più importante è la
tiroidea ( detta pomo d’Adamo ), al di sotto c’è la cricoide (forma di anello con castone).
C’è poi l’epiglottide(forma a foglia), una cartilagine con funzione sfinterica. Situato sopra la laringe
si trova l’osso ioide, cruciale perché si inseriscono dei muscoli essenziali per deglutire. Un ultima
cartilagine più piccola è l’aritenoide, posizionata sopra la parte posteriore della cricoide e
rappresenta il punto di inserzione posteriore delle corde vocali. La laringe è costituita anche da un
insieme di muscoli molto importanti poiché coinvolti nel movimento delle corde vocali( che sono
pieghe mucose 🡪 epitelio corneificato, traslucido).
La laringe è divisa in tre parti: le corde vocali che costituiscono il piano glottico(dove sono
posizionate le corde vocali), la parte superiore è la regione sopraglottica e una parte inferiore detta
regione sottoglottica.
le corde vocali si aprono e si chiudono, hanno quindi due posizioni: posizione A ( posizione
fonatoria, corde vocali vicine ) e posizione B ( posizione respiratoria, corde vocali “aperte” ). I
muscoli vocali sono a loro volta mossi da due nervi: i nervi ricorrenti, rami del nervo vago(tra
carotide e giugulare interna) che ricorre verso l’alto passando vicino la trachea e innervano le corde
vocali. Funzioni della laringe: respiratoria, sfinterica difensiva, fonatoria. Fonazione:
l’aria viene espirata e passa tra le corde vocali chiuse e fa vibrare la superficie della corda vocale
con conseguente produzione di un suono. Questo nelle vie superiori sopra le corde vocali ( vocal
tract) tramite risonanza diventa voce e timbro caratteristico di una persona.
digestione:
Durante la deglutizione la laringe si alza e fa si che il bolo vada nell’esofago e non nelle vie aeree.
La deglutizione può essere scomposta in tre fasi:
1) orale 🡪 cibo viene masticato e preparato in bocca (importante la lingua). Unica funzione
volontaria
2) fase faringea🡪 la laringe si alza, epiglottide si chiude, palato si alza, sfintere esofageo superiore si
apre e in pochi millisecondi le vie aeree sono protette e il cibo va in esofago
3) fase esofagea
esame clinico faringe:
- metodi indiretti 🡪specchietto (viene riscaldato x evitare che si appanni) permette di valutare stato
delle corde vocali e se hanno un movimento adeguato ( si fanno dire delle lettere al pz)
- metodi diretti: fibre ottiche rigide( solo in casi particolari) o flessibili per via nasale. Permettono di
ispezionare anche la rino faringe, le aritenoidi, epiglottidi .
PATOLOGIE:
LARINGOMALACIA nei primi mesi di vita le corde vocali sono molto flaccide ed è possibile un
collasso,che provocare dispnea inspiratoria con stridore (peggiora in posizione supina; migliora se
posizione prona). Spesso è solo un ritardo di maturità delle cartilagini, raramente serve intervento
chir.
LARINGITE IPOGLOTTICA particolarmente nel bambino la regione sottoglottide è molto soffice e
stretta, dunque un edema o floglosi può subito provocare dispnea. Terapia: cortisone, inalazione di
adrenalina racemica ( riduce rapidamente edema perché vaso costringe)
acuta🡪 disfonia, tosse secca, febbre. Infiammazioni virali o batteriche
EPIGLOTTIDITE ACUTA più frequente negli adulti. infezione acuta batterica da emofilus dell’
epiglottide che provoca disfagia dolorosa, dispnea inspiratoria (può essere molto grave) che si
associa a cornage o stridore respiratorio. Tirage 🡪 dispnea respiratoria causata da un ostacolo
meccanico (epiglottide gonfia) e caratterizzata dal rientro della parete toracica e del collo,
accompagnato da rumore stridente. Terapia: antibiotici e cortisone per via endovenosa. Se la
terapia non ha effetto e il pz peggiora si effettua un tracheotomia d’urgenza ( intubare si rivela
impossibile in questa situa)
NODULI E POLIPI disfonia. Persone più soggette sono quelle che utilizzano troppo o male le corde
vocali (cantanti, insegnanti, avvocati). I polipi sono più frequenti nelle donne (respirano in modo
diverso, più soggette a inspessimento della parete); i noduli negli uomini.
Trattamento noduli: riposo vocale, rieducazione fonatoria (permette il riassorbimento degli stessi),
asportazione chirurgica.
Trattamento polipi: di solito non si riassorbono con la terapia, ma intervento di laringoscopia
diretta 🡪 pz intubato, e con l’aiuto di un microscopio si esportano x via endoscopica.
EDEMA DI REINKE patologia legata al fumo, presenza di edema alle corde vocali. Se nella fase
iniziale e il pz smette di fumare può guarire; se nelle fasi più avanzate è necessario l’intervento.
GRANULOMA causato da reflusso acido (che crea infiammazione) o da un’intubazione pregressa.
disfonia. Trattamento : antiacidi, antireflusso; se persiste si fa intervento.
PAPILLOMATOSI dovuta a papilloma virus (HPV), che può provocare carcinoma
può essere plurirecidivanti. Esistono forme giovanili o dell’adulto. trattamento: micro laringoscopia
diretta con ausilio del laser; prevenzione tramite vaccino.
TRACHEOSTOMIA: intervento chirurgico che permette una comunicazione della trachea con
l’esterno. Può essere temporanea o definitiva. La trachea viene aperta e suturata alla cute; diversa
dalla tracheotomia in cui non vengono messi dei punti e quindi è molto meno stabile. Si può
inserire lo stesso la canula nella tracheotomia però una volta tolta il buco si chiude e non si riesce a
riposizionarla.
Nasce come tecnica chirurgica d’urgenza ma ora è anche un intervento d’elezione; si faceva nei casi
di difterite. Si confeziona una tracheotomia quando c’è dispnea faringo-laringea è inspiratoria,
causata da una ostruzione alta (oro-, ipo-faringe e laringe).
Cosa causa la dispnea? Neoplasie ostruenti, ascessi e flemmoni nel collo (che possono scendere
nel mediastino e nel polmone), traumi, paralisi corde vocali (alto rischio con interventi della
tiroide), malformazioni congenite, corpi estranei, patologie toraco-polmonari, patologie
neurologiche, esiti NCH, RIA. Oltre alle tracheotomie in emergenza ci possono essere degli
interventi di tracheotomia in elezione.
Tracheostomie percutanee effettuate in RIA prevedono una tecnica dilatativa. Vengono inseriti
degli aghi guida e poi dei dilatatori per inserire una canula (fatta anche da anestesisti); il grosso
limite è la difficoltà e il rischio di cambiare la canula perché la stomia è strettissima. Questa tecnica
non è mai effettuata in un reparto perché solo gli anestesisti in RIA sono in grado di intervenire
immediatamente all’eventuale chiusura della stomia.
PROCEDURA CHIRURGICA: viene iperestesia la testa con uno spessore sotto le spalle per esporre in
modo migliore la regione. Viene effettuata tra 2° e 4° anello tracheale per non danneggiare sopra e
sotto i vasi. Può essere effettuata in anestesia totale o locale (in emergenza). Incisione trasversa
sopra il giugulo, centralmente in modo da non danneggiare vasi. Bisogna essere in 3 (primo
chirurgo, , uncinista che deve trazionare la tiroide). Si mettono dei punti di sutura tra la trachea e la
cute (da –tomia🡪 -stomia). Senza i punti al momento del cambio canula la tiroide scivolerebbe in
basso impedendo la visione. La canula tracheale si mette per permettere l’aspirazione delle
secrezioni e del sangue. La canula si fissa con delle apposite fettucce. COMPLICANZE OPERATORIE:
enfisema (aria nei tessuti che si riassorbe fisiologicamente; alla compressione il collo crepita),
sanguinamenti, lesioni dell’esofago, pneumotorace,.. A distanza le complicanze possono derivare
da una gestione errata della stomia come tracheite infettiva, decannulamento accidentale (prima
causa di morte nei bambini).
Gestione della tracheostomia: andrebbe cambiata ogni 2gg senza infezioni, aspirazione delle
secrezioni tracheobronchiali (soprattutto nei primi gg),.. La stomia deve essere umidificata e
detersa.
CANULE: in caso di sanguinamento o se il pz è a rischio di sanguinamento si deve posizionare
canula cuffiata (evita che il sangue finisca nelle vie aeree), altrimenti si mettono quelle normali. C’è
una contro canula che si può togliere e pulire senza rischi per il pz in caso di ostruzioni.