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OTORINOLARINGOIATRIA

AUDIOLOGIA E VESTIBOLOGIA
L’orecchio è un organo di senso diviso in tre settori: orecchio esterno, medio e interno; le sue
funzioni sono quella uditiva e quella di mantenimento dell’equilibrio.
Una parte dell’orecchio interno è deputata alla parte uditiva e una parte al mantenimento
dell’equilibrio.
ORECCHIO ESTERNO: è composto da padiglione e condotto uditivo esterno (2,5cm) ed è composto
da una parte ossea (osso temporale- profonda) e una cartilaginea (più esterna- contiene gli annessi
cutanei tra cui le ghiandole ceruminose).
ORECCHIO MEDIO composto dal timpano (ricoperto di mucosa) in continuità con una struttura di 3
ossicini: martello, incudine e staffa che si muovono e determinano il movimento della platina della
staffa che si muove nella finestra ovale e fa muovere i liquidi nella coclea. L’energia sonora passa
quindi da un mezzo aereo a un mezzo liquido evitando la dispersione di energia sonora.
L’orecchio medio è collegato al rinofaringe (dietro le coane del naso) tramite la tuba uditiva che è
un canale dotato di componente muscolare con funzione aerodinamica, di drenaggio e difensiva.
La tuba uditiva non è sempre aperta ma si apre e si chiude più volte per equilibrare la pressione
nell’orecchio medio: quando ci sono sbalzi bruschi di pressione la tuba non funziona al meglio, così
quando si è raffreddati e si ha una sensazione di ovattamento. Il mastoide (osso cranico posto
dietro all’orecchio) è l’insieme delle cavità piene d’aria nell’osso temporale e sono in
comunicazione con l’orecchio medio.
ORECCHIO INTERNO: composto da coclea ‘chiocciolina’ e labirinto. La coclea riceve il suono e lo
trasforma in potenziale d’azione che arriva ai centri uditivi sotto forma di impulso (come quando il
nervo si azione in seguito ad un impulso). Ci sono 3 canali membranosi in comunicazione tra loro:
quelli esterni contengono perilinfa, quello centrale endolinfa e quindi cellule uditive che sono
neurosensoriali ciliate. Esse non possono essere rinnovate una volta danneggiate.
Nell’orecchio interno sono presenti la finestra ovale e quella rotonda che si muovono in direzioni
opposte contemporaneamente (gioco delle due finestre) e permettono la trasformazione del
suono in potenziale d’azione.
Lo spostamento di liquidi nella coclea fa si che si fletta la membrana basilare dove poggiano le
cellule acustiche che dotate di ciglia fanno aprire i canali ionici. Così la c.acustica si depolarizza e
parte il potenziale d’azione che ora raggiunge la corteccia cerebrale attraverso la via acustica.
In stretta prossimità dell’orecchio medio e interno si trova il 7° nervo cranico (importante per la
mimica facciale) che stimola il muscolo stapedio ad un suono di 60/70 db, per limitare il
movimento della staffa e attenuare i suoni forti (riduce la quantità di suono che raggiunge
l’orecchio interno), paralisi facciale per infiammazione del nervo, in genere reversibile.
Le cellule acustiche sono disposte in modo regolare, se vengono esposte a eventi dannosi c’è
atrofia delle cellule quindi viene persa la capacità di assimilare suoni a elevate frequenze.
Il suono è uno spostamento di energia legato all’oscillazione dell’aria. La frequenza è indicata in
Hertz ( n° di oscillazioni ), l’intensità è espressa in decibel ( unità esponenziale ).
Orecchio esterno e medio hanno funzione di trasmettere il suono (meccanica ) e le loro patologie
determinano ipoacusia di trasmissione (reversibili: dovute a tappi di cerume, otiti,..); per l’orecchio
interno le patologie determinano ipoacusia neurosensoriale (irreversibile:malfunzionamento delle
cellule). L’orecchio medio ha un tetto osseo molto sottile che lo separa dal cervello, per questo la
meningite è una tipica complicanza dell’otite.
Normoacusia: pz che sentono fino a 5-10 decibel
Anacusia: non sente da un orecchio
Cofosi: sordità completa
OTOLOGIA CLINICA
-Otomicroscopia per vedere in dettaglio la membrana timpanica e permette di effettuare manovre
diagnostiche e terapeutiche del condotto.
-Audiometria soggettiva è un esame molto utile a rilevare la capacità o soglia uditiva, si mette il
paziente in cabina silente e vengono mandati toni puri nelle cuffie. Il campo frequenziale
nell’orecchio umano è limitato (125-250 Hz fino a 8000-12000 Hz). Bisogna sapere per ogni
frequenza la soglia minima percepita.
Le cellule acustiche subiscono un danno reversibile a frequenze di 4000 Hertz ( Hz ) ossia 80-90db
-Impedenziometria: questo esame studia l’elasticità della membrana timpanica con una sonda e la
capacità di trasmissione dall’orecchio medio a quello interno. In condizioni normali la membrana
timpanica si trova posta in mezzo a due ambienti di uguale pressione e quindi ha ottimale capacità
di movimento, invece quando le 2 pressioni sono diverse si ha difficoltà nella trasmissione del
suono perché la membrana timpanica non vibra bene.
-Potenziali evocati uditivi (ABR): serve a diagnosticare l’ ipoacusia nei bambini.
-Citoemissioni acustiche: vengono rilevate fotoemissioni acustiche

PATOLOGIE DELL’ORECCHIO ESTERNO


# Tappo di cerume: il cerume ha ruolo protettivo in quanto ricopre la pelle sensibile dell’orecchio
esterno. Il cerume si accumula nel condotto uditivo (a volte i tappi si formano spingendo col cotton
fiok) anche per un’eccessiva produzione. SINTOMI: ovattamento auricolare, ipoacusia, non dolore.
TRATTAMENTO: lavaggio effettuato con una siringa e acqua a temperatura corporea ( acqua fredda
o troppo calda possono dare sensazione di vertigini). Il getto deve essere indirizzato verso la parte
alta del condotto in modo che passi dietro il tappo di cerume e venga “riflesso” dalla membrana
rimuovendo il tappo. Il lavaggio non va fatto se c’è perforazione timpanica o dolore poiché il pz
potrebbe avere otite. Alcune persone hanno tappi ricorrenti, dovuti a una pelle edematosa che
provoca formazione di cerume e desquamazione epiteliale.
# Otite esterna: infiammazione dell’or. esterno causata da infezione batterica. Il condotto si
presenta stretto, arrossato. SINTOMI: dolore (otodinia: dolore causato da una patologia
dell’orecchio; otalgia: dolore determinato da una patologia della faringe o del cavo orale). Il dolore
si accentua con la pressione del trago. È presente otorrea (secrezione, essudato che può essere
sieroso, purulento o ematico). La membrana timpanica non è interessata. TRATTAMENTO: gocce
otologiche antibiotiche, terapia locale se il dolore è forte si danno analgesici x bocca, cortisonici,
evitare di introdurre acqua nell’orecchio.
✔ Otite esterna da funghi ( otomicosi/otite esterna micotica ): infezione del condotto uditivo
esterno da funghi ( aspergilli o candide ). NO dolore, ma forte prurito. Si curano con terapia
locale (topica), gocce o soluzioni anti-micotiche.
# Corpi estranei: inanimati o raramente animati (insetti,..). Se il pz non ha dolore e si è sicuri che
NON ci siano perforazioni, si fa un lavaggio delicato. Per estrarre il corpo estraneo si fa un lavaggio
auricolare (funziona come per il tappo di cerume) in otoscopia o otomicroscopia (uncini- pinzette).

PATOLOGIE DELL’ORECCHIO MEDIO: sono le più frequenti in assoluto.


☺ OTITE MEDIA ACUTA (OMA): patologia infiammatoria più frequente nel bambino che parte
sempre dal naso. Causata da agenti virali o batterici. Dal naso origina un’infezione delle alte vie
aeree attraverso la tuba uditiva (arrivare alla cassa timpanica). Il bimbo ha più probabilità di averla
perché le adenoidi che ha nel rinofaringe si infiammano restringendo la tuba uditiva fino ad
arrivare al’orecchio. La membrana timpanica è estroflessa (l’essudato la spinge) SINTOMI: otodinia
(violenta perché c’è essudato dietro la cassa timpanica che preme), dolore notturno (la tuba in
posizione orizzontale drena di meno), ovattamento, ipoacusia, febbre, malessere generale.
TRATTAMENTO: se è di origine batterica si usano gli antibiotici, se l’origine è virale si danno
antipiretici. In alcuni casi si buca la membrana e si ha secrezione purulenta (otorrea). In questo
caso si effettua terapia antibiotica per 7-8 gg e la perforazione da OMA si chiude, è importante non
soffiare forte il naso o introdurre acqua nell’orecchio. In caso di perforazioni traumatiche si
somministra terapia antibiotica (le perforazioni si chiudono se non ci sono infezioni) e si controlla
dopo 15-30gg il pz in otomicroscopia per assicurare la chiusura o per chiuderla chirurgicamente.

☺ OTITE MEDIA SIERO MUCOSA (OME): infiammazione cronica dell’or. medio con presenza di
liquido endotimpanico senza segni o sintomi dell’infezione acuta, è frequente nei bambini
(ipertrofia adenoidea che ostruisce le tube a livello della rinofaringe, la tuba non drena
e richiama liquidi quindi si forma trasudato cioè versamento liquido nell’orecchio medio); non è
legata a batteri o virus ma è causata da ostruzione meccanica della tuba che non drena.
Solitamente è bilaterale, il sintomo è che il bambino non sente(ipoacusia) ma non ha dolore.
Se cronicizza(4-5 MESI) il trasudato ha consistenza collosa(“glue ear”). TRATTAMENTO:
farmacologico riducendo infiammazione delle adenoidi; se non è efficace si fa paracentesi
timpanica (incisone e aspirazione) con apposizione di drenaggio transtimpanico in anestesia
generale. Non si deve bagnare l’orecchio e il drenaggio viene espulso dall’orecchio
spontaneamente e la membrana timpanica si chiuderà da sola(altrimenti si rimuove in anestesia).
Nell’adulto ci sono forme monolaterali date da tumori nel tratto rinofaringe che ostruiscono la tuba
(🡪ispezione del rinofaringe con fibre ottiche) Un altro modo per chiamare l’otite siero-mucosa è
otite media effusiva (OME).

☺OTITE MEDIE CRONICHE:


✔ Semplice: esiti cicatriziali di otiti ripetute che originano perforazioni del timpano e a volte
anche lesione degli ossicini. SINTOMI: ipoacusia, NO dolore. TRATTAMENTO: timpano
plastica per ricostruire la membrana timpanica.
✔ Colesteatomatosa: il colesteatoma è un ammasso di epidermide e tessuto infiammatorio.
Si tratta di un’infiammazione cronica erosiva dell’orecchio medio. Se il timpano è perforato
può succedere che la pelle del condotto uditivo esterno passa nel medio e a contatto con
la mucosa forma una matrice che si espande progressivamente. Si comporta come un
tumore benigno (crescita espansiva). Va trattato chirurgicamente. Il colesteatoma si
espandende ed erode gli ossicini, l’osso circostante, il tetto dell’orecchio medio sopra al
quale c’è il lobo temporale dando meningite o ascesso del lobo temporale (anche morte).
Se il colesteatoma arriva al muscolo facciale si può avere paralisi, se va nell’orecchio
interno provoca fistola labirintica che provoca vertigini e perdita di udito. SINTOMI: non
sono eclatanti, è cronica e lentamente evolutiva. Un segno caratteristico è otorrea fetida
cioè fuoriesce poco materiale dall’orecchio di cattivo odore causata dall’erosione dell’osso;
ipoacusia, raramente dolore, vertigine (soprattutto alla compressione dell’orecchio).
TRATTAMENTO: chirurgico per asportare il colesteatoma e ricostruire l’orecchio medio;
timpano plastica; mastoidectomia se è coinvolto il mastoide (aprire e bonificare la
mastoide e l’orecchio medio).
Il colesteatoma è recidivo e non sempre si può ricostruire la catena degli ossicini subito.
Nel bambino in una prima fase si fa solo bonifica(timpanoplastica) e in un secondo tempo
(dopo 1 anno) si ricostruisce la catena ossiculare e si verifica che non ci sia più la patologia.

COMPLICANZE DELLE OTITI


!!! Mastoidite acuta raccolta di pus nella mastoide. Se le vie di drenaggio sono bloccate si arriva a
una mastoidite purulenta con riversamento all’esterno. A volte osteolisi. Il padiglione auricolare
portato in avanti con tumefazione dolorosa (🡪ricovero). Se la mastoidite non risponde agli
antibiotici si fa un’incisione d’urgenza di raccolta e drenaggio. Può evolvere in ascessi cerebrali
(rari, in pz immunodepressi).

☺OTOSCLEROSI: patologia malformativa, non infiammatoria trasmessa in modo variabile. Di


carattere familiare; osteodistrofica con ossificazione anomala nella finestra ovale che blocca la
staffa (limita fino a bloccare il movimento a stantuffo della staffa). E’ una patologia bilaterale e
interessa maggiormente le donne (dopo i 20 anni, si accentua in gravidanza e allattamento poichè
ha genesi ormonale: provoca ipoacusia). L’ipoacusia da monolaterale diventa bilaterale e può
portare a sordità. DIAGNOSI: audiometrico, esame di impedenzometria.
TERAPIA: la prima scelta è l’int. Chirurgico (stapedotomia)col quale si rimuove la platina e si
posiziona un pistone tra incudine e finestra ovale (microchirurgia); nella maggior parte dei casi si
recupera completamente l’udito. Il rischio di sordità è basso.
POST-OPERATORIO: il pz ha per qualche giorno vertigini e deve stare allettato. Terapia parenterale
per 24 h, antiemetici, episodi di nausea e vomito. Bisogna evitare sbalzi pressori importanti per
almeno un mese perché potrebbero far dislocare la protesi. Più si aspetta a fare l’intervento,
minori sono le possibilità di recupero dell’udito. L’intervento si fa in anestesia locale.
Gli interventi di timpan-plastica mal eseguiti possono dare paralisi del nervo facciale. Il pz operato
esce col condotto uditivo esterno più amplio poiché si fa una meatoplastica in modo che sia
proporzionato alla cavità sottostante (c’è una grossa cavità di timpanoplastica). Nel post operatorio
la timpanoplastica (miringoplastica) può causare vertigine, mancanza di equilibrio, nausea, vomito
(antiemetici), allettamento per 24 h. NO complicanze.

PATOLOGIE ORECCHIO INTERNO - Ipoacusie neurosensoriali (recettive)


# INFANTILI: interessano circa 1/1000. Le più gravi sono le bilaterali, perché comportano
sordo-mutismo (sordità🡪no apprendimento). La maggior parte hanno caratteri ereditari, altre
possono essere acquisite (infezioni in gravidanza). È importante osservare il problema durante il
primo anno di vita (sono responsabili i geni delle connexine),dopo diventa più complesso
recuperare le capacità del bambino. Nei primi giorni di vita,al bambino viene fatto uno screening
universale: otoemissioni acustiche, (il bambino non è ancora in grado di rispondere se sente o no)
se positive si approfondisce mediante l’esame dei potenziali evocati uditivi(ABR).
-Sindrome di usher: causa sordità bilaterale e cecità.
-Cause perinatali: ipossia,ittero,parotite o orecchioni (danno monolaterale), meningocefalite,
morbillo
# IN ETÀ ADULTA:
-Presbiacusia: difficoltà a sentire frequenze acute per invecchiamento delle cellule e delle vie
acustiche.
-Tossiche: alcuni farmaci danneggiano le cellule acustiche, in particolare gli aminoglicosidici
(antibiotici) come le streptomicine (nefro e ototossiche).Oggi si utilizzano dei derivati delle
streptomicine (gisplatino, antimalarici, diuretici, acetilsaliciico), che in soggetti predisposti possono
provocare danni irreversibili
-Trauma acustico cronico: esposizione ripetuta a rumori molto intensi(>80-85 decibel). Nelle fasi
iniziali il danno è ancora recuperabile(es. esco da concerto e sento suoni ovattati e ronzio).
-Traumatiche: fratture che intercettano la coclea e provocano danni irreversibili (traumi cranici).
-Tumorali: ipoacusia monolaterale ingravescente
-Ipoacusia improvvisa: insorge in poco tempo (minuti/ore) ,di solito monolaterale. Dovuta ad un
danno virale o vascolare dell’orecchio interno (vascolarizzazione molto fine,di tipo terminale). Si
utilizzano cortisonici o farmaci vasoattivi e, in alcuni casi, la terapia iperbarica. SINTOMI: acufeni
(rumori percepiti dal pz in assenza di rumori;non curabili); vertigini, depressione,..
[PROTESI ACUSTICHE]: amplificatori del suono; concentrano i suoni sull’orecchio interno
soprattutto per i pz che hanno forme bilaterali gravi.
!!! Impianti cocleari: nati per trattare casi molto gravi di ipoacusia su cui protesi tradizionali non
avevano effetto. Si impianta chirurgicamente lungo la coclea attraverso un elettrodo connesso ad
uno stimolatore, che riceve stimoli da un ricevitore esterno e li trasforma in segnale elettrico. ha
rivoluzionato il trattamento dei bambini sordi, cosi che possano imparare a parlare (molto costosi)

ACUFENE: chiamati anche tinnitus. È una percezione di suono in assenza di stimolazione sonora.
Classificati in periferici (sofferenza lieve originata da una piccola lesione che sbilancia i nuclei
nervosi) e centrali (SNC). Non si curano perché sono un sintomo e non una patologia. (farmaci
vasoattivi, anestetici, attivi su SNC,..)

VESTIBOLOGIA: il labirinto è responsabile del mantenimento dell’equilibrio tramite differenti


recettori vestibolari 🡪
- RECETTORI DEI CANALI SEMICIRCOLARI (ORECCHIO MEDIO) : cellule neurosensoriali che
trasformano lo stimolo fisico(movimento del capo) in uno stimolo elettrico.
- RECETTORI DELLE MACULE: cellule vestibolari ricoperte di una gelatina contenente otoliti. Questi
recettori vengono stimolati in caso di accelerazione di gravità e quando si sposta la testa perché gli
otoliti fanno spostare le ciglia attivando i recettori vestibolari.
Tutte le stimolazioni vestibolari servono a far si che venga mantenuto l’equilibrio modificando in
modo istantaneo e continuativo l’attività dei muscoli. Al mantenimento dell’equilibrio concorrono
anche altri organi come il cervelletto e l’occhio e i recettori dei piedi. Se una o più di queste
strutture non funzionano si possono avere problemi d’equilibrio, il sintomo più comune è la
vertigine(sensazione di rotazione),poi nistagmo.
* vertigine extravestibolare (pseudovertigini)🡪 percezioni alterate che provocano malessere
(emicranea,fobia),non legate a patologie(es. agorafobia).
* vertigine periferica🡪 dovuta a recettori vestibolari periferici. insorgenza improvvisa,dura al
massimo 2-3 giorni, è la più diffusa. si associa molto spesso a nausea e vomito. può esserci danno
localizzato solo al labirinto o solo alla coclea(raro).
* vertigine centrale🡪dura di più,sensazione molto più sfumata, pz tende a sbandare.
* nistagmo🡪 segno: movimento involontario degli occhi di tipo ritmico(pz spesso non se ne
accorge) che ha una fase lenta e una rapida(si dice che “batte” a dx o a sx). indica una patologia del
cervelletto o delle vie vestibolari(periferiche o centrali). Test di Romberg: se pz perde lateralmente
equilibrio si tratta di sofferenza vestibolare (del lato a cui tende); se tende a cadere all’indietro
indica un problema cerebellare(del cervelletto). Il nistagmo può essere di posizionamento, ovvero
non è sempre accompagnato da vertigini e solo dopo certi movimenti.
* labirintite 🡪 spesso viene confuso con la vertigine ma non sono sinonimi. La labirintite è una
patologia molto rara.
NEURITE VESTIBOLARE: infiammazione acuta del nervo dell’equilibrio. Spesso è un’infiammazione
virale. SINTOMI: vertigine rotatoria con nausea e vomito che compare all’improvviso, SEMPRE in
nistagmo spontaneo; nessun sintomo neurologico. Il pz viene tenuto in osservazione e guarisce in
pochi giorni. Se faccio una prova calorica (caldo-freddo) a pz sano provoco vertigine che dura pochi
sec. da entrambe le parti nello stesso modo. In un pz che ha avuto una patologia neurologica non
avrò la stessa risposta da entrambe le parti e potrò causare nistagmo.
TERAPIA: antiemetici (metaclopramide = plasil), antivertiginosi (supposte usate in fase acuta che
se abusati nel tempo possono ritardare il compenso centrale: es patologia labirinto dx ),
corticosteroidi.
Nella maggior parte dei casi la patologia viene compensata, in altri la funzione non è recuperata
completamente.
VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE (VPP-cupolo-canalolitiasi): pz che quando muovono la
testa in certe posizioni hanno forte vertigini rotatorie con nausea per qualche sec. Ciò è provocato
dagli otoliti che per varie cause (trauma, infezione,..) si staccano dalle macule e vagano nei liquidi
del labirinto per poi depositarsi nei canali semicircolari. Gli otoliti quando il pz muove il capo e
stimolano i canali semicircolari e provocano una vertigine breve ma violenta.
Il pz viene messo in alcune posizioni critiche per provocare le vertigini e nistagmo (parossistico
perché compare solo in quella determinata posizione).
TRATTAMENTO: spesso non servono i farmaci, ma si cerca di allontanare gli otoliti tramite delle
particolari manovre (Es. passare da un fianco all’altro). A distanza di tempo questi pz possono
avere recidive.
MALATTIA DI MENIÈRE: importante per la patogenesi, causata da idrope labirintica, ossia
aumento della pressione e del volume dei liquidi che passano nel labirinto.
SINTOMI: triade🡪acufeni, ipoacusia (viene interessata anche la coclea), vertigini. Si tratta di una
malattia cronica ricorrente.
Di solito è monolaterale e il pz avrà abbassamento dell’udito dalla parte malata.
TERAPIA: è limitata a togliere i sintomi e ad abbassare il numero delle crisi. Si somministrano
antiemetici, diuretici osmotici endovenosi(glicerolo o mannitolo per smaltire l’accumulo di liquidi),
consigliare dieta iposodica, evitare caffeina –alcool -fumo. La terapia chirurgica è usata solo per pz
che hanno crisi vertiginose molto frequenti e con funzione uditiva seriamente compromessa. Si
inietta una soluzione di gentamicina nell’orecchio medio in anestesia locale. Essa penetra
nell’orecchio interno attraverso le due fosse e distrugge il labirinto malato. Raramente può essere
danneggiata la funzione uditiva. L’altra possibilità è quella di agire con intervento
otoneurochirurgico e sezionare un pezzo dell’8° nervo vestibolare, preservando il nervo acustico.

INFARTO CEREBELLARE: occlusione di un’arteria cerebellare. Si presenta con nistagmo e atassia


grave. I pz a rischio sono gli anziani, vasculopatici, che prendono anticoagulanti,..
PATOLOGIE DELLE TONSILLE E DELLE ADENOIDI
ANATOMIA: faringe è un canale muscolo – membranoso - mucoso che si divide in tre sezioni. La
parte dietro il naso è la rinofaringe ed è dove sbocca la tuba uditiva. La faringe media è dietro la
bocca (orofaringe) e l’ultimo tratto è prima dell’imbocco dell’esofago. A livello del rinofaringe sono
situate le adenoidi; l’orofaringe è invece la sede delle tonsille. I carcinomi delle tonsille sono più
frequenti in pz che hanno avuto infezione da papilloma virus, quelli delle adenoidi invece in
fumatori.
Anello di Waldair: insieme delle strutture linfatiche intorno alla faringe, che fungono da filtro
immunitario per i germi esterni. Adenoidi, tonsille palatine, linguale e altri. Il bambino comincia a
produrre anticorpi grazie a questo sistema linfatico quando viene a contatto con i primi agenti
infettanti. Particolarmente importanti sono le tonsille palatine (irregolari, con molte invaginazioni)
che grazie alla loro vasta superficie d’impatto può catturare moltissimi patogeni e fa maturare il
sistema linfatico. Nel momento della scolarizzazione si ha una massima stimolazione del SI.
FLOGOSI TONSILLARI: sono quasi sempre causate da infezioni virali
* TONSILLITE ACUTA: tonsille molto arrossate con presenza di essudato infiammatorio a livello
delle cripte. SINTOMI: mal di gola (faringodinia), disfagia dolorosa (dolore a deglutire) non
meccanica (da ostacolo), alitosi, febbre, adenite laterocervicale (linfonodi ingrossati e dolenti).
La tonsillite batterica è causata quasi sempre da streptococco beta-emolitico.
SBEGA= streptococco beta emolitico di gruppo A. E’ una complicanza autoimmune che si scatena
sulle nostre stesse cellule provocando miocarditi, endocarditi, problematiche a livello renale e
immunocomplessi in risposta all’infezione.
La mononucleosi dà un quadro di tonsillite acuta con linfonodi molto ingrossati.
Le normali tonsilliti possono evolvere in micosi o candidosi (spesso in pz immunocompromessi);
ascessi peri-tonsillari (tonsilla ripiena di pus+edema del palato+ trisma ossia impossibilità di
masticare e aprire la bocca). L’ascesso peri-tonsillare è motivo di ricovero per poter evacuare il pus
in anestesia locale.
INDICAZIONI PER L’INTERVENTO CHIRURGICO: tonsilliti ricorrenti (soprattutto se batteriche
streptococciche), ascessi, OSAS (sindrome delle pneumo strutture del sonno = apnea durante il
sonno per più di 10 sec) che col tempo può portare complicanze cardiovascolari.
TONSILLECTOMIA: intervento frequente ma meno che prima, di semplice esecuzione. Si effettua in
anestesia totale con pz intubato. C’è un rischio di complicanze non trascurabile che possono essere
mortali. La principale complicanza è l’emorragia. Osservazione delle prime 24h dopo l’intervento
per le emorragie eventuali, sanguinamenti e conseguenti anemie o arresti cardiocircolatori,.. Si
deve raccomandare al pz una dieta morbida e tiepida per 15gg, di evitare sforzi fisici e
antinfiammatori (SI paracetamolo NO aspirina).
INDICAZIONI CHIRURGICHE: la sindrome ostruttiva respiratoria del sonno (OSAS) è la prima
indicazione chirurgica nel bambino. Si ha un’ipertrofia tonsillare talmente importante che il pz
respira male (apnee notturne e conseguente sovraccarico di lavoro cardiocircolatorio🡪 infarti).
I sintomi sono russamento (vibrazione dei tessuti molli dell’orofaringe).
Negli adulti la tonsillite acuta ricorrente ha indicazione chirurgica. Le tonsille hanno funzione
immunitaria quindi un certo numero di infezioni-tonsilliti è normale (nel bambino 4 tonsilliti
all’anno vengono considerate fisiologiche). Se il bambino ha tonsilliti batteriche frequenti
(streptococco)con febbre che richiedono l’uso di antibiotici è consigliata la rimozione delle tonsille.
Anche in situazioni di frequenti ascessi tonsillari è richiesta la tonsillectomia.
POST-OPERATORIO: si monitorizza il pz per rischio di emorragia che può manifestarsi nelle prime
24h dopo l’intervento. Il monitoraggio viene fatto ispezionando con una luce il cavo orale.
Se il sanguinamento è modesto si aspira il coagulo e si monitorizza pz; se è massivo si riporta il pz
in sala operatoria per una revisione dell’intervento: si può mettere un tampone emostatico (per
24-48h) nella loggia tonsillare o in casi gravi si lega un ramo dell’arteria carotide esterna.

ADENOIDI: t. linfatico in sede del rinofaringe. Non sono presenti alla nascita ma diventano evidenti
intorno ai 2 anni (sviluppo sistema immunitario per contatto antigenico). Scompaiono
fisiologicamente intorno ai 15 anni. Per osservare le adenoidi si usano delle fibre ottiche (rigide o
flessibili) che permettono di esplorare le cavità.
Sindrome adenoidea: nel bambino ostruzione vie respiratorie nasali che provocano russamento e
apnea ostruttiva del sonno, otiti acute, ipoacusia ( le adenoidi chiudono la tuba uditiva quindi non
si ha drenaggio nell’orecchio medio dove si forma trasudato che provoca otite siero mucosa
bilaterale), infezione a carico del tessuto adenoideo (adenoiditi con otiti medie acute/ricorrenti ).
Un bambino che respira poco e male per anni avrà una formazione facciale alterata (facies
adenoidea), asimmetria delle arcate dentali, complicanze polmonari.)

DIAGNOSI: rinoscopia, oro-faringoscopia (controllo delle tonsille), otoscopia(per otite) e


polisonnografia (monitoraggio cardio-respiratorio notturno tramite elettrodi).
INDICAZIONI CHIRURGICHE: apnee notturne (adeno-tonsillectomia), otiti ricorrenti da ostruzioni
delle tube (siero mucosa, ipoacusia persistente), adenoiditi ricorrenti. I cortisonici sono fortemente
sconsigliati prima dei 3-4 anni perchè a lungo andare provocano ritardi di accrescimento osseo
Adenoidectomia: le adenoidi si tolgono in anestesia generale con adenotomo che si fa passare
dalla bocca facendo un raschiamento del rinofaringe. Nell’ 80-90% dei casi è abbinata alla
tonsillectomia. Glue-ear (versamento nell’orecchio molto denso); si effettua una paracentesi
timpanica(buco il timpano, aspiro il liquido, metto un drenaggio che verrà espulso
spontaneamente dopo qualche mese). Le adenoidi possono riformarsi dopo essere state tolte
poiché non sono organi capsulati e qualche follicolo linfatico può rimanere. Per motivi
anestesiologici si cerca di non sottoporre i bambini < 15kg all’intervento.

-NASO-
Il naso è costituito da cartilagini e ossa. Le cartilagini nasali si articolano tra loro costituendo lo
scheletro della piramide nasale. L’interno del naso vede due fosse nasali pari e simmetriche divise
dal setto nasale (struttura di cartilagine e ossa) che raramente è dritto. Le deviazioni del setto
possono originare difficoltà respiratorie. La parete laterale delle fosse nasali è solcata da tre
turbinati medio, inferiore e superiore. I turbinati sono costituiti da un rilievo osseo ricoperto da
una mucosa ciliata; essi sono molto vascolarizzati e hanno un’abbondante sottomucosa. C’è poi
una zona specializzata sul tetto delle fosse nasali che ha funzione olfattiva (ha recettori e molecole
odorose). Le stimolazioni odorose arrivano al bulbo olfattivo tramite fessure sul tetto della fossa
nasale da cui passano piluzzi. Ci sono patologie che possono determinare un’ostruzione di questa
zona: anche un raffreddore può dare una lieve iposmia (ridotta percezione olfattiva) che nei casi
più gravi può determinare anosmia (completa perdita dell’ olfatto). Anche alcune forme virali
possono portare a un danno irreversibile dei recettori olfattivi. I pz senza olfatto hanno anche un
deficit del gusto poiché nella percezione dei sapori c’è anche una componente olfattiva.
Il naso è molto vascolarizzato perché riceve dalla carotide interna (arterie etmoidali) e esterna
(arteria sfenopalatina) che anastomizzano formando una fitta rete. Per questo sono ricorrenti le
epistassi. In alcune epistassi gravi si ricorre alla legatura dell’arteria sfenopalatina.
Seni paranasali: il naso è costituito da due fosse nasali ma esistono due cavità aeree che sono in
comunicazione col naso e sono 8 seni paranasali (4 per lato) seno mascellare, frontale, etmoide,
sfenoide.
Le funzioni nasali sono: respiratoria, olfattiva, umidificazione, riscaldamento, filtro dell’aria, difesa,
reflessogena (riflessi naso-cardiaci, naso-respiratori. Es quando si mette un tampone o SNG può
esserci un riflesso naso-cardiaco di tipo vagale che provoca bradicardia).
PATOLOGIE DEL NASO
@-Frattura ossa nasali: affondamento delle ossa nasali, a palpazione delicata si percepisce un
movimento non naturale. Segno sempre presente è l’ecchimosi sotto orbitale. Altri sintomi sono
edema, respirazione alterata, epistassi. Si consiglia di non soffiare il naso, per il rischio di enfisema
poiché l’aria si può infiltrare nei t. molli. Si interviene d’urgenza se la frattura è esposta e si ha
emorragia. L’enfisema diventa pericoloso se va poi a localizzarsi nel mediastino, in altri casi l’aria
tende a riassorbirsi naturalmente. Per favorire il drenaggio dell’enfisema si inseriscono aghi da
insulina.
@-Rinite allergica: infiammazione del naso stagionale o perenne. Le più frequenti sono la rinite
virale (raffreddore),riniti allergiche e forme non infettive non allergiche. I sintomi tipici della rinite
allergica sono rinorrea acquosa (fluido molto liquido e chiaro), starnuti frequenti, ostruzione
respiratoria nasale, prurito al naso e agli occhi. Esistono forme che cronicizzano e forme che non
curate evolvono in sinusiti, otiti e asma. La rinite allergica è un infiammazione su base
immunologica da IgE.
@-Polipi nasali: sono escrescenze della mucosa del naso, multipli e bilaterali. NON SONO
TUMORI!Sono bianco-giallastri, scarsamente vascolarizzati. CAUSE: multifattoriali; allergia
(10-20%), asma+allergia all’aspirina. Le forme che interessano i bimbi presentano mucoviscidosi
(fibrosi cistica). SINTOMI: ostruzioni respiratorie bilaterali e ingravescenti nel tempo.
TRATTAMENTO: inizialmente farmaci (cortisonici) + follow up regolari. In rari casi si ricorre a int.
Chirurgico.
@ sinusite: infiammazione di 1 o più seni paranasali (soprattutto etmoide e mascellare).
Nella maggior parte dei casi l’infezione deriva dal naso (rinosinusiti),soprattutto in seguito a forte
raffreddore che non guarisce dopo 15 giorni. Per il resto sono odontogene (solo nei seni
mascellari), come complicanza di trattamenti odontoiatrici implantologici (stretto collegamento tra
seno mascellare e molari/premolari). Le forme batteriche sono le più importanti.
Sintomi: dolore, ostruzione respirazione nasale, tosse( soprattutto di notte a causa dello scolo
delle secrezioni dalle vie aeree), rinorrea muco- purulenta, febbre. Diagnosi: sintomi + endoscopia
con fibre ottiche (osservo essudato purulento negli sbocchi dei seni paranasali). La tac si effettua
solo nelle forme croniche,in vista di un intervento (chirurgia endoscopica nasale 🡪FES) o se ci sono
complicanze.
Trattamento: se è virale non si fa nessun trattamento, se è batterica si fa trattamento sistemico
(almeno 10 gg) con antibiotici (cefalosporine e penicilline). Sono utili i decongestionanti nasali (per
drenare) e i lavaggi nasali (ipertonici o soluzione fisiologica isotonica) per idratare.
L’aerosol è sconsigliato poiché secca le mucose nasali e non è molto utile in questo casi.
Complicanze:
* Orbitarie🡪 tra etmoide e occhio c’è una lamina molto sottile,dunque l’infezione si propaga
facilmente : esostagmo, ascessi/cellulite oculare 🡪può portare in poche ore a danno irreversibile
del nervo ottico. Trattamento con antibiotici endovena e monitoraggio 24-48 h, tac e intervento se
necessario.
* Endocraniche 🡪 ascessi cerebrali, tromboflebite dei seni cerebrali (rari). Trattamento medico ad
alte dosi ed eventuale intervento chirurgico.

-EPISTASSI-
sanguinamento nasale, è frequente perché il naso ha una vascolarizzazione molto importante,sia di
tipo arterioso che venoso, i vasi principali derivano dalla carotide esterna ( arteria sfenopalatina)
che si anastomizza con i rami delle arterie etmoidali anteriore e posteriore (che derivano dalla
carotide interna).Le cause dell’epistassi possono essere locali o generali:
1. Cause generali ( 60-70% ): ipertensione arteriosa, assunzione di antiaggreganti o anticoagulanti,
emopatie( malattie del sangue della serie eritrocitaria, difetti coagulativi, da alterazione delle
piastrine, da alterazione capillare ), epatopatie croniche ( favoriscono il sanguinamento perché il
fegato produce i fattori della coagulazione ), cardiopatia congenita o acquisita, malattie del
ricambio ( diabete scompensato che da danni microvascolari ), malattie infettive virali o batteriche,
malattie renali, carenze vitaminiche ( scorbuto ),disfunzione endocrina.
2. Cause locali ( 30-40% ): traumatismi, corpi estranei (sospettare se epistassi monolaterale), varici
locus valsalvae ( sanguinamento della parte anteriore del setto nasale, nel bambino, tendono a
risolversi nel tempo ), polipo sanguinante del setto ( tipico delle donne in gravidanza, per fattori
ormonali), neoplasie maligne naso- sinusali, fibroangioma sanguinante della pubertà maschile ( è
un tumore benigno vascolare tipico del maschio in età adolescenziale ), ulcera trofica del setto (
cocaina,cromo, cemento),post-operatorie.
I tumori maligni difficilmente danno epistassi e molto spesso di natura professionale ( esposizione
a polveri del legno o pellame).
In caso di epistassi si fa mettere il capo in avanti per evitare che il sangue venga deglutito e può
essere utile applicare del ghiaccio alla radice del naso. Se il sanguinamento è dovuto alla rottura
delle varici anteriori del setto nasale, bisogna pinzare il naso(sulla parte molle) “ a modi molla “
comprimendo per 3-4 minuti ( tempo di formazione del tappo piastrinico ). Se il sanguinamento
viene da zone posteriori non è sufficiente e bisogna fermare il sanguinamento con un tampone
nasale (in cellulosa) che viene inserito nella fossa nasale e, a contatto con sangue, si gonfia
modellandosi nella fossa nasale( si può effettuare tamponamento con più tamponi nasali). Per
evitare danni al pz, il tampone va cosparso di lubrificanti che ne aiuti lo scorrimento. Il tampone va
inserito seguendo il pavimento della fossa nasale. Devono essere rimossi dopo 2-3 giorni per
evitare il rischio di infezione. Esistono anche tamponi riassorbibili. Il tamponamento anteriore è
sufficiente nel 99% dei casi, altrimenti Tamponamento posteriore(raro): soprattutto negli anziani.
Il paziente è sveglio, si inserisce un tubo di gomma lo si infila nel naso e lo si fa uscire dalla bocca,
all’estremità del tubo che esce dalla bocca si lega un tampone e richiamando il tubo dal naso e lo si
mette in rinofaringe a livello della coana ( esce un filo dal naso che va ancorato all’esterno per
evitare che il tampone scivoli verso il basso ) . Può essere abbinato al tamponamento anteriore.il
paziente va monitorizzato e ricoverato, il tampone si toglie dopo 2-3 giorni, vengono sempre
prescritte terapie antibiotiche come prevenzione. Ci sono poi dei tamponi in merocel che hanno a
un’estremità un palloncino che raggiunge il rinofaringe e viene gonfiato con dell’acqua e si ottiene
un tamponamento anche posteriore con una sola manovra eseguita da davanti.
La cauterizzazione chimica è effettuata per sanguinamento anteriore( anche nei bimbi) con
tampone imbevuto in nitrato d’argento. mai entrambi i lati contemporaneamente perché si può
creare una perforazione del setto nasale). Se i vasi sono grossi è necessaria una cauterizzazione
elettrica con coagulatore bipolare in anestesia locale. Se non si vede dove sanguina si mette il
tampone e si rimanda la causticazione.
In caso di epistassi recidivanti o inarrestabili soprattutto in soggetti anziani si interviene
chirurgicamente con anestesia generale, intubato e per via endoscopica si va a identificare e legare
l’arteria sfenopalatina. oppure si utilizza radiologia interventistica, cioè si fa un angiografia si
identifica il ramo responsabile del sanguinamento e si embolizza ( dall’interno del vaso si chiude
l’arteria ). Le due tecniche possono essere abbinate.

-LARINGE-
La laringe è un organo impari, mediano,costituita da un insieme di cartilagini. la più importante è la
tiroidea ( detta pomo d’Adamo ), al di sotto c’è la cricoide (forma di anello con castone).
C’è poi l’epiglottide(forma a foglia), una cartilagine con funzione sfinterica. Situato sopra la laringe
si trova l’osso ioide, cruciale perché si inseriscono dei muscoli essenziali per deglutire. Un ultima
cartilagine più piccola è l’aritenoide, posizionata sopra la parte posteriore della cricoide e
rappresenta il punto di inserzione posteriore delle corde vocali. La laringe è costituita anche da un
insieme di muscoli molto importanti poiché coinvolti nel movimento delle corde vocali( che sono
pieghe mucose 🡪 epitelio corneificato, traslucido).
La laringe è divisa in tre parti: le corde vocali che costituiscono il piano glottico(dove sono
posizionate le corde vocali), la parte superiore è la regione sopraglottica e una parte inferiore detta
regione sottoglottica.
le corde vocali si aprono e si chiudono, hanno quindi due posizioni: posizione A ( posizione
fonatoria, corde vocali vicine ) e posizione B ( posizione respiratoria, corde vocali “aperte” ). I
muscoli vocali sono a loro volta mossi da due nervi: i nervi ricorrenti, rami del nervo vago(tra
carotide e giugulare interna) che ricorre verso l’alto passando vicino la trachea e innervano le corde
vocali. Funzioni della laringe: respiratoria, sfinterica difensiva, fonatoria. Fonazione:
l’aria viene espirata e passa tra le corde vocali chiuse e fa vibrare la superficie della corda vocale
con conseguente produzione di un suono. Questo nelle vie superiori sopra le corde vocali ( vocal
tract) tramite risonanza diventa voce e timbro caratteristico di una persona.
digestione:
Durante la deglutizione la laringe si alza e fa si che il bolo vada nell’esofago e non nelle vie aeree.
La deglutizione può essere scomposta in tre fasi:
1) orale 🡪 cibo viene masticato e preparato in bocca (importante la lingua). Unica funzione
volontaria
2) fase faringea🡪 la laringe si alza, epiglottide si chiude, palato si alza, sfintere esofageo superiore si
apre e in pochi millisecondi le vie aeree sono protette e il cibo va in esofago
3) fase esofagea
esame clinico faringe:
- metodi indiretti 🡪specchietto (viene riscaldato x evitare che si appanni) permette di valutare stato
delle corde vocali e se hanno un movimento adeguato ( si fanno dire delle lettere al pz)
- metodi diretti: fibre ottiche rigide( solo in casi particolari) o flessibili per via nasale. Permettono di
ispezionare anche la rino faringe, le aritenoidi, epiglottidi .
PATOLOGIE:
LARINGOMALACIA nei primi mesi di vita le corde vocali sono molto flaccide ed è possibile un
collasso,che provocare dispnea inspiratoria con stridore (peggiora in posizione supina; migliora se
posizione prona). Spesso è solo un ritardo di maturità delle cartilagini, raramente serve intervento
chir.
LARINGITE IPOGLOTTICA particolarmente nel bambino la regione sottoglottide è molto soffice e
stretta, dunque un edema o floglosi può subito provocare dispnea. Terapia: cortisone, inalazione di
adrenalina racemica ( riduce rapidamente edema perché vaso costringe)
acuta🡪 disfonia, tosse secca, febbre. Infiammazioni virali o batteriche
EPIGLOTTIDITE ACUTA più frequente negli adulti. infezione acuta batterica da emofilus dell’
epiglottide che provoca disfagia dolorosa, dispnea inspiratoria (può essere molto grave) che si
associa a cornage o stridore respiratorio. Tirage 🡪 dispnea respiratoria causata da un ostacolo
meccanico (epiglottide gonfia) e caratterizzata dal rientro della parete toracica e del collo,
accompagnato da rumore stridente. Terapia: antibiotici e cortisone per via endovenosa. Se la
terapia non ha effetto e il pz peggiora si effettua un tracheotomia d’urgenza ( intubare si rivela
impossibile in questa situa)
NODULI E POLIPI disfonia. Persone più soggette sono quelle che utilizzano troppo o male le corde
vocali (cantanti, insegnanti, avvocati). I polipi sono più frequenti nelle donne (respirano in modo
diverso, più soggette a inspessimento della parete); i noduli negli uomini.
Trattamento noduli: riposo vocale, rieducazione fonatoria (permette il riassorbimento degli stessi),
asportazione chirurgica.
Trattamento polipi: di solito non si riassorbono con la terapia, ma intervento di laringoscopia
diretta 🡪 pz intubato, e con l’aiuto di un microscopio si esportano x via endoscopica.
EDEMA DI REINKE patologia legata al fumo, presenza di edema alle corde vocali. Se nella fase
iniziale e il pz smette di fumare può guarire; se nelle fasi più avanzate è necessario l’intervento.
GRANULOMA causato da reflusso acido (che crea infiammazione) o da un’intubazione pregressa.
disfonia. Trattamento : antiacidi, antireflusso; se persiste si fa intervento.
PAPILLOMATOSI dovuta a papilloma virus (HPV), che può provocare carcinoma
può essere plurirecidivanti. Esistono forme giovanili o dell’adulto. trattamento: micro laringoscopia
diretta con ausilio del laser; prevenzione tramite vaccino.

PRECANCEROSI LARINGEE leucoplachia : macchie bianche precancerotiche. Il Fattore di rischio


maggiore è il fumo. Trattamento: se tendono ad espandersi si devono asportare
endoscopicamente.
CARCINOMA DELLE CORDE VOCALI (glottico) il più frequente tra i tumori della laringe e il secondo
tra quelli delle vie digestive( il primo è alla bocca). Sintomi: disfonia (precoce, sospetto se dura più
di 15 gg) e dispnea. Più frequente nell’uomo over 45 e nei fumatori. Trattamento: conferma
istologica, trattamento conservativo tramite via chirurgica (cordectomia tramite laser) o
radioterapia (molto efficace, prima scelta di trattamento). Percentuale di guarigione per T1 molto
alta ( > 90%) poiché dà sintomi molto precoci. Se molto infiltranti (T4) possono dare una paralisi
delle corde vocali, ostruzione e dispnea importante 🡪 si tratta con asportazione della laringe e
radio terapia post operatoria. In questo caso viene posizionato un sondino e il recupoero è
abbastanza veloce poiché è si ha una tracheotomia e la via rimasta è solo quella digestiva. Danno
molto frequentemente metastasi al collo, che vanno asportate.
Senza la laringe si può parlare:
- tramite voce esofagea ( erigmofonica) 🡪 aria che tramite l’esofago viene buttata fuori e permette
vibrazione delle pareti dell’esofago. Vengono insegnati dai maestri della voce esofagea (ex
laringotomizzato). Richiede molo esercizio e solo il 50% dei pz impara questa voce
- laringofono 🡪 strumento che permette la vibrazione della pelle, però genera una voce molto
metallica e poco comprensibile.
- protesi fonatoria 🡪 in alcuni pz è possibile posizionare delle piccole valvole unidirezionali che
permettono la comunicazione tra la stomia e l’esofago permettendo vibrazione dell’esofago.
Gli stadi intermedi possono essere trattati con laringectomia o cordectomia parziali (comportano
tracheotomia temporanea ). In questo caso il recupero è più lento, con posizionamento di peg
poiché la laringe residua protegge meno e ha bisogno di ripristinare la funzione sfinterica per
permettere il corretto funzionamento delle due vie residue.

TUMORI MALIGNI DELLE VIE AERO-DIGESTIVE SUPERIORI (VADS):


più frequenti nei maschi, nei fumatori e alcolisti. Sedi: laringe (2° + frequente), cavo orale (sede più
frequente), ipofaringe, orofaringe, rinofaringe. Fattori di rischio: fumo, alcool (malnutrizione e
iposensibilità delle mucose), deficit vitaminici, scarsa igiene orale, virus ( EBV, HPV). Danno
metastasi molto spesso ai linfonodi del collo (60%), poco frequenti a distanza. Sopravvivenza a 5
anni è del 30- 50% . segni e sintomi: disfonia ( soprattutto corde vocali), dispnea, disfagia dolorosa (
a contatto con cibo 🡪 cavo orale, oro e rino faringe ), otalgia riflessa, scialorrea,adenopatie
metastatiche ( tumefazione linfonodale dura e indolenta)
esami : visita ORL, endoscopia FO, ecografia, ago aspirato, biopsia, TC-RMN. Trattamento : chirurgia
è spesso la prima opzione, poi radio e chemio terapia, tecniche ricostruttive. I carcinomi della
rinofaringe vengono trattati solo con radio e chemio terapia.
Carcinoma del cavo orale: + frequente delle VADS, elevata tendenza a metastasi linfonodali.
Trattamento chirurgico: glossectomie parziali (laser), emiglossectomie o con commando (con
svuotamento linfonodale del collo) e ricostruzione.
Carcinoma dell’ orofaringe (tonsilla) : causati spesso da HPV, fumo e alcool. Trasmissione sessuale,
disfagia dolorosa, otalgia riflessa, adenopatie del collo. Sintomi: disfagia dolorosa, otalgia riflessa.
Trattamento conservativo con radio/chemioterapia e eventualmente intervento chirurgico.
Frequentemente danno metastasi al collo pertanto si fa svuotamento linfonodale del collo (mono
bilaterale a seconda della massa del tumore), conservativo se le metastasi sono piccole o radicale
sacrificando una o tutte le strutture del collo (vena giugulare interna, nervo spinale 11°e muscolo
Sternocledomastoideo). Si può ricorrere a tecniche ricostruttive (lembi di vicinanza e
microvascolari) in cui si aggancia un peduncolo di una struttura a dove serve. Ad esempio il
muscolo del gran pettorale lo si può usare come lembo. Esempio lembo micro vascolare è quello
cinese, peduncolo arterioso viene microanastomizzato coi vasi del collo.
COMPLICANZE DELLA CHIRURGIA ONCOLOGICA: infezioni cervicali, fistole salivari, necrosi tissutali,
COMPLICANZE RADIO/CHEMIOTERAPIA: mucositi, xerostomia (secchezza boccale, meno difesa +
infezioni)
PROBLEMATICHE: controllo del dolore, alimentazione, controllo delle vie aeree

TRACHEOSTOMIA: intervento chirurgico che permette una comunicazione della trachea con
l’esterno. Può essere temporanea o definitiva. La trachea viene aperta e suturata alla cute; diversa
dalla tracheotomia in cui non vengono messi dei punti e quindi è molto meno stabile. Si può
inserire lo stesso la canula nella tracheotomia però una volta tolta il buco si chiude e non si riesce a
riposizionarla.
Nasce come tecnica chirurgica d’urgenza ma ora è anche un intervento d’elezione; si faceva nei casi
di difterite. Si confeziona una tracheotomia quando c’è dispnea faringo-laringea è inspiratoria,
causata da una ostruzione alta (oro-, ipo-faringe e laringe).
Cosa causa la dispnea? Neoplasie ostruenti, ascessi e flemmoni nel collo (che possono scendere
nel mediastino e nel polmone), traumi, paralisi corde vocali (alto rischio con interventi della
tiroide), malformazioni congenite, corpi estranei, patologie toraco-polmonari, patologie
neurologiche, esiti NCH, RIA. Oltre alle tracheotomie in emergenza ci possono essere degli
interventi di tracheotomia in elezione.
Tracheostomie percutanee effettuate in RIA prevedono una tecnica dilatativa. Vengono inseriti
degli aghi guida e poi dei dilatatori per inserire una canula (fatta anche da anestesisti); il grosso
limite è la difficoltà e il rischio di cambiare la canula perché la stomia è strettissima. Questa tecnica
non è mai effettuata in un reparto perché solo gli anestesisti in RIA sono in grado di intervenire
immediatamente all’eventuale chiusura della stomia.
PROCEDURA CHIRURGICA: viene iperestesia la testa con uno spessore sotto le spalle per esporre in
modo migliore la regione. Viene effettuata tra 2° e 4° anello tracheale per non danneggiare sopra e
sotto i vasi. Può essere effettuata in anestesia totale o locale (in emergenza). Incisione trasversa
sopra il giugulo, centralmente in modo da non danneggiare vasi. Bisogna essere in 3 (primo
chirurgo, , uncinista che deve trazionare la tiroide). Si mettono dei punti di sutura tra la trachea e la
cute (da –tomia🡪 -stomia). Senza i punti al momento del cambio canula la tiroide scivolerebbe in
basso impedendo la visione. La canula tracheale si mette per permettere l’aspirazione delle
secrezioni e del sangue. La canula si fissa con delle apposite fettucce. COMPLICANZE OPERATORIE:
enfisema (aria nei tessuti che si riassorbe fisiologicamente; alla compressione il collo crepita),
sanguinamenti, lesioni dell’esofago, pneumotorace,.. A distanza le complicanze possono derivare
da una gestione errata della stomia come tracheite infettiva, decannulamento accidentale (prima
causa di morte nei bambini).
Gestione della tracheostomia: andrebbe cambiata ogni 2gg senza infezioni, aspirazione delle
secrezioni tracheobronchiali (soprattutto nei primi gg),.. La stomia deve essere umidificata e
detersa.
CANULE: in caso di sanguinamento o se il pz è a rischio di sanguinamento si deve posizionare
canula cuffiata (evita che il sangue finisca nelle vie aeree), altrimenti si mettono quelle normali. C’è
una contro canula che si può togliere e pulire senza rischi per il pz in caso di ostruzioni.

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