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Fisiologia (09/10)

equilibrio corporeo
equilibrio + interazione + riproduzione = essere umano

300 milliosmoli/litro → osmolarità del plasma → riferimento per ogni altro fluido corporeo

• stress = ciò che cerca di alterare l'equilibrio interno


• fisiologia: insieme di tutti i meccanismi che trasformano la variabilità sterna in costanza interna
• equilibrio interno = omeostasi → sempre minacciata da stimoli troppo forti/ marcati ma riesce a
compensare nella maggior parte dei casi
• auto-cura → anche prevenzione
• sistema nervoso parasimpatico → riduce l'infiammazione
• ogni parametro vitale ha un valore standard conservato nel sistema nervoso centrale più precisamente
nell'ipotalamo
• con il feedback negativo i parametri rilevati vanno a confrontarsi con quelli standard e se differiscono
sistemano l'omeostasi
• controllano l'equilibrio omeostatico: il sistema nervoso cognitivo, il sistema nervoso vegetativo, il
sistema endocrino e il sistema immunitario ( psico-neuro-indocrino-immunologia)

• sistema limbico: emotività


• ippocampo: sede memoria a breve termine
• neocorteccia: sede memoria a lungo termine
• amigdala: vero cervello emotivo, aggiunge emozioni alle informazioni
• l'olfatto è l'unico senso che ha contatto diretto con il sistema libico

SISTEMA CARDIO-CIRCOLATORIO

• l'uomo ha un sistema circolatorio doppio (grande e piccolo circolo) e completo (perché un globulo
rosso percorre entrambi i circoli, prima uno e poi l'altro)
• la pompa del sistema circolatorio è il cuore (figura 1)
• il cuore ha una forma di cono, ha 4 camere → 2 atrii e 2 ventricoli
• sotto i ventricoli ci sono i grossi vasi: arteria aorta, arteria polmonare, vena cava, vena polmonare
• arterie: portano il sangue dal cuore alla periferia, ricco di O2 e povero di CO2
• vene: portano il sangue dalla periferia al cuore, ricco di CO2 e povero di O2
• negli atrii le pareti sono sottili
• nei ventricoli le pareti sono spesse, nel ventricolo sinistro la parete è più spessa perché fa lo sforzo
maggiore per far circolare il sangue nel grande circolo
• il movimento del sangue regolato da valvole atrio-ventricolari: mitrale o biscuspide a destra e
tricuspide a sinistra, e fanno passare il sangue in una sola direzione
• i lembi delle valvole sono talmente spesse che hanno bisogno delle corde tendinee: tiranti che
impediscono il rovesciamento all'indietro delle valvole
• altre valvole più piccole sono le valvole lunari; a destra la polmonare e a sinistra l'aortica
• tutte e quattro le valvole si trovano sullo stesso piano e sono situate sullo scheletro fibroso del cuore
• scheletro fibroso del cuore:
punto di vista meccanico → dove si inseriscono i muscoli ventricolari
punto di vista elettrico → è isolante, non conduce elettricità
• atrii e ventricoli devono essere sincronizzati e alternarsi, prima gli uni e poi gli altri
• se i ventricoli non sono sincronizzati si dice che c'è uno scompenso cardiaco
• per evitare che questo meccanismo si guasti il cuore ha trovato dei modi per compensare durante le
emergenze
• il cuore è un muscolo involontario, il suo tessuto è intermedio tra la muscolatura liscia e striata e si
chiama miocardio; le sue cellule sono ramificate a formare una maglia tramite due tipi giunzioni
(strutture proteiche d'aggancio):
1. desmosoma/giunzione serrata/ tight junction
2. giunzioni comunicanti/ gap junction → sono tubolari e collegano il citoplasma delle varie cellule

IL CUORE HA DUE ATTIVITA'


elettrica: arriva prima, è più veloce e avviene in due fasi; depolarizzazione e ripolarizzazione (si
studia con l'ECG)
meccanica: arriva dopo, è più lenta, e consiste in sistole e diastole (si studia con le risonanze e con le
ecografie)

IL CUORE HA 4 PROPRIETA' INTRINSECHE, ossia che gli permettono di continuare a battere


anche se isolato dal sistema:

1. eccitabilità o batmotropismo
→ la cellula cardiaca risponde allo stimolo con una variazione di potenziale di membrana (a riposo il
potenziale è di -90 milli/V) cioè il potenziale d'azione (depolarizzazione) (figura 2)
• tetano-fisiologico: contrazione prolungata del muscolo dovuta a forti stimoli; prolungo il potenziale
d'azione, ad esempio per stare in piedi o per tenere la testa nella posizione corretta

2. ritmicità o cronotropismo
• il pacemaker (formato dalle cellule pacemaker) si trova nell'atrio destro vicino alla vena cava
superiore nel nodo seno-atriale
• il tessuto miocardico speciale non si contrae ma genera e produce potenziale d'azione
→ come? → questo è dovuto al fatto che la fase di riposo delle cellule che compongono il tessuto
miocardico speciale è instabile
→ perché? → la loro depolarizzazione è più lenta per via dei canali funny, ossia canali di sodio che
non sono completamente chiusi
• quali cellule diventano pacemaker in caso di emergenza? le cellule in debito di ossigeno che innescano
una defibrillazione ventricolare
• se è il nodo seno-atriale a guidare il battito cardiaco, il soggetto è sano
• se invece il nodo seno-atriale non funziona correttamente, entrano in gioco, all'occorrenza, le cellule
pacemaker che si trovano nel nodo cardio-ventricolare o nel fascio di hiss, ma questi hanno una
frequenza bassa con la quale si può a malapena sopravvivere

3. conducibilità o dromotropismo
• capacità di distribuire il potenziale d'azione (onda elettrica) in modo regolare da destra (dove parte) a
sinistra
• l'onda di depolarizzazione è condotta proprio da questa proprietà
• i tratti internodali conducono il potenziale elettrico ad alta velocità
• la velocità di conduzione varia e dipende dalla quantità di gap junction presenti
→ difetti delle gap junction:
- se rallentano => difetti di conduzione
- il potenziale può viaggiare in entrambi i versi quindi può causare una frequenza con battiti
parossistici ossia troppo veloci
• fasci di bachmann (vie inter-atriali) che distribuiscono il potenziale
• nodo atrio-ventricolare: unico punto in cui la corrente tra a atrii e ventricoli comunica, il suo ruolo è
quello di rallentare il potenziale da atrio a ventricolo;
→ nel feto ci sono più nodi di questo tipo ma dovrebbero chiudersi con il tempo, l'unico che potrebbe
rimanere e che causerebbe problemi e che quindi va rimosso è il fascio di kent
- il fascio di kent causa la sindrome da pre-eccitazione(WPW – wolf parkinson white), ossia ha una
reazione contraria, non rallenta, bensì innesca delle tachicardie gravi
• l'onda elettrica di depolarizzazione passa poi al fascio di Hiss, nel setto ventricolare, e si divide quasi
subito in branca di destra e branca di sinistra; il fascio di hiss ha il compito di portare l'onda di
deporalizzazione alla punta dei ventricoli, distribuendola allo spessore delle pareti ventricolari grazie
alle fibre di porkinji; ciò significa che lo strato interno (subendocardico) si depolarizza prima dello
strato esterno (subepicardico)
• così si contraggono prima i ventricoli spingendo il sangue verso le valvole semilunari

4. contrattilità o intropismo
• (spiegato con sistole e diastole)

L'attività elettrica del cuore: ECG – elettrocardiogramma

• l'ECG è la registrazione superficiale dell'attività elettrica cardiaca


• più di cento anni fa, il fisiologo olandese Einthoven, ha scoperto come registrare l'attività elettrica del
cuore
• il segnale elettrico cardiaco è così potente da poter essere registrato dalla pelle poiché dal cuore è
diramato fino alla cute dai liquidi biologici
• l'elettromiogramma e l'elettroencefalogramma sono più difficili da registrare poiché i segnali
elettrici sono più deboli

l'ECG si compone di una serie di onde, ognuna con un suo significato


• le onde vengono nominate con le lettere dell'alfabeto dalla P, PQ/PR , Q, R, S, ST, T, U
• l'onda P è stata chiamata così perché indica l'atto di pre-sistole, e quindi indica la depolarizzazione
degli atrii
• dopo l'onda P c'è un pezzo di tracciato che si chiama ISOELETTRICO, ossia torna alla posizione di
riposo, detto anche tratto PQ o PR, dato che l'onda Q è molto fievole; questo tratto ci indica che
l'onda sta attraversando il nodo atrioventricolare
• poi ci sono le onde Q, R(sempre positiva), S e sono chiamate complesso ventricolare, ed è molto
veloce
• poi ci sono le onde ST (fase di Plateau) e T (generata dalla ripolarizzazione dei ventricoli)
• l'onda U (scoperta di recente), è piccola e spesso non si vede perché è nascosta dai rumori di fondo
come la onda Q; è provocata dalla ripolarizzazione dei muscoli papillari (che sporgono e tirano le
corde tendinee)
• la ripolarizzazione degli atrii non si vede perché è molto lenta
• un ciclo cardiaco completo dura circa 800 millisec, l'onda P deve durare tra gli 80 e i 100 millisec
l'intervallo PQ deve durare al massimo 200 millisec, l'intervallo QT è importante e va calcolato (QTC
massimo 450 millisec)

storia dell'ECG
• l'ECG si può registrare da qualsiasi punto del corpo ma Einthoven aveva capito che la registrazione
andava standardizzata, ossia gli elettrodi andavano messi sempre sugli stessi punti così da poter
confrontare i risultati più facilmente
agli inizi aveva messo gli elettrodi su entrambi i polsi e sulla caviglia sinistra (triangolo di Einthoven);
oggi ci sono quattro elettrodi giallo sul polso sx, rosso sul polso dx, nero sulla caviglia dx per mettere il
paziente a terra ed evitare eventuali scariche elettriche, verde sulla caviglia sx
• combinando gli elettrodi Einthoven scoprì le derivazioni bipolari (combinazione di elettrodi che
permettette la rilevazione cardioelettriche) [10 elettrodi ad oggi; 12 rilevazioni]
• la I si ottiene usando il polso destro come polo negativo e il polso sinistro come polo positivo
la II con il piede sinistro come polo positivo e il polso destro come polo negativo
la III con il piede sinistro come polo positivo e il polso sinistro come polo negativo
• sono poi state aggiunte altre tre derivazioni unipolari: a=aumentato; V=derivazione unipolare
aVR: elettrodo attivo sul polso destro (Right)
aVL: elettrodo attivo sul posto sinistro (Left)
aVF: elettrodo attivo sul piede sinistro (Foot)
• sono stati aggiunti altri 6 elettrodi sul torace che derivano sei derivazioni unipolari dette toraciche o
precordiali;
gli elettrodi hanno nomi, colori, e posti dati:
v1 → quarto spazio intercostale, linea margine di destra
v2 → quarto spazio intercostale, linea margine di sx
v3 → metà tra v1 e v2
v4 → quinto spazio intercostale, linea emiclaveare sx
v5 → quinto spazio intercostale, linea ascellare anteriore sx
v6 → quinto spazio intercostale, linea ascellare media sx
• asse elettrico del cuore → direzione media che percorre l'onda di depolarizzazione che può essere
definita da un vettore che nasce a destra dal nodo seno-atriale, va verso sx, basso fascio di hiss, poi in
alto di nuovo; in condizioni normali l'asse coincide con l'asse anatomico che è orientato da dx a sx,
dall'alto in basso, da dietro a davanti
• ci sono alcune situazioni per cui l'asse sia anatomico che elettrico si sposta, ad esempio se il cuore si
sposta magari diventa orizzontale (persone obese o in gravidanza) o verticale ( persone molto magre)
• casi in cui l'asse elettrico si sposta dall'asse anatomico:
→ casi di ipertrofia, dove l'asse elettrico si sposta verso la zona ipertrofica
→ l'asse può allontanarsi dalle zone di ischemia (sofferenza cellulare data dalla poca ossigenazione)
• per misurare manualmente l'asse elettrico del cuore: sul triangolo di Enthoven riporto la lunghezza
netta dell'onda R e faccio la proiezione, ottengo il vettore
→ l'asse elettrico del cuore è parallelo al lato del triangolo di Enthoven dove l'onda R è più ampia ed è
perpendicolare al lato del triangolo dove l'onda R è più bassa

ECG PATOLOGICI
• disturbi della frequenza (tachicardie e bradicardie)
frequenza normale 60/80 battiti al minuto
per calcolarla: onda R che cade su una linea spessa del foglio dell'ECG
tachicardia sinusale → prima del complessoventricolare c'è un'onda P
flutter V →
fibrillazione V →
• disturbi del ritmo
extrasistoli o battiti ectopici ossia che nascono fuori dal luogo da dove dovrebbero generarsi
battito ectopico sopra ventricolare (BESV) → battito sinusale con onda P con complesso ventricolare
più ampio e corto, significa che è nata più vicino all'elettrodo
battito ectopico ventricolare (BEV) → no battito sinusale,
• disturbi della conduzione
blocco AV I grado → allungamento del tempo in cui l'onda attraversa il nodo atrio-ventricolare
blocco AV III grado → onde ventricolari a frequenza bassissima, battito idioventricolare
blocco AV II grado, sindrome di Wolf-Parkinson-White → tachicardie forti
blocco di branca → una branca del fascio di Hiss è interrotta per cui l'onda elettrica si propaga nei
ventricoli molto lentamente andando a creare uno scompenso cardiaco per cui l'attività meccanica non
è più uguale da ambo i lati
• disturbi di ossigenazione (ischemia)
infarto → si forma in aree anatomiche concentriche (che lasciano un segnale sull'ECG):
- area di ischemia (inversione onda T, ossia verso opposto dell'onda P) → area più esterna; le
cellule miocardiche soffrono per mancanza di ossigeno ma sono ancora vitali
- area di lesione (sopraslivellamento onda ST, a volte può essere sottoslivellato o avere con sé
l'onda T) → area intermedia; le cellule non sono più tanto attive ma non sono ancora morte
→ infarti STEMI e NON STEMI (ST Elevation Miocardic Infart)
- area di necrosi (onda Q profonda) → area più interna; le cellule sono morte; l'infarto interessa
l'intera parete; ma l'onda Q anche se il paziente guarisce rimane, perché il tessuto necrotico viene
rimpiazzato da tessuto cicatriziale non elettricamente attivo
capita molto nei pazienti diabetici

CICLO CARDIACO
sistole (contrazione) e diastole (rilassamento)
• → sistole atriale: l'atrio si contrae e spinge il sangue verso i ventricoli che sono già quasi pieni,
aggiungendo tra il 10 e il 20 % di sangue; viene anche chiamato calcio atriale perché non aggiunge
molto sangue ai ventricoli; si può infatti vivere con la fibrillazione atriale (molte onde P), ma può
essere pericolosa nel momento in cui smette perché quando l'atrio fibrilla il sangue ristagna
coagulandosi alle pareti e quando l'atrio smette di fibrillare e torna a pompare normalmente, il coagulo
si stacca, passa per il ventricolo e viaggia per il circolo creando trombi e stokes
• → sistole ventricolare isovolumetrica: tutte le valvole sono chiuse per la pressione bassa, azione
veloce, pressione ventricolare sale e diventa più alta della pressione atriale ma comunque minore della
pressione aortica→ valvole si aprono permettendo la → sistole con eiezione ventricolare, ossia il
ventricolo si svuota tramite le valvole semilunari, ma non si svuota completamente, solo per circa la
metà del suo volume
• → diastole ventricolare isovolumetrica: le pareti ventricolari iniziano a rilassarsi → la pressione inizia
a scendere e il sangue cerca di tornare indietro ma le valvole semilunari sono chiuse, mentre le altre
due sono ancora chiuse → appena la pressione ventricolare scende al di sotto della atriale, le valvole
atriali si aprono permettendo la → diastole con riempimento ventricolare
• FRAZIONE DI EIEZIONE: percentuale di volume ventricolare che viene eiettato in una sistole;
normalmente sul 50%; può scendere al 30% per
• GITTATA SISTOLICA: volume di sangue pompato da ciascun ventricolo ad ogni sistole → ca. 70 ml
• GITTATA CARDIACA: volume in millilitri che deriva dalla gittata sistolica; volume di sangue
pompato da ciascun ventricolo → GS x Frequenza Cardiaca = GC → 70ml x 70 bpm = 4.9 l/m a riposo
• LEGGE DEL CUORE (di Maestrini, Frank, Starling) o RELAZIONE TENSIONE – LUNGHEZZA
→ “per lunghezze iniziali del muscolo, fino alla lunghezza massima, la forza sviluppata dalla
contrazione è proporzionale alla lunghezza iniziale” → questa legge regola la gittata cardiaca e
mantiene regolata la quantità di sangue interna ed espulsa dal cuore
• pre-carico → volume di riempimento ventricolare telesistolico
• post-carico → resistenza che il ventricolo deve vincere per far avanzare il sangue all'interno dei vasi;
nel piccolo circolo è a bassa pressione e bassa resistenza; nel grande circolo è ad alta pressione (120/80
millimetri di mercurio) e ad alta resistenza
• No –> ossido nitrico –> potere vaso dilatatore

TONI CARDIACI
4 ma se ne possono ascoltare solo due
1° e 2° generati dalla chiusura di valvole, suoni forti
• 1° chiusura delle valvole atrio-ventricolari, all'inizio della sistole ventricolare (tono + forte di tutti)
• 2° chiusura delle valvole semi-lunari, all'inizio della diastole ventricolare
3° e 4° vibrazioni delle pareti cardiache, suoni deboli
• 3° vibrazione delle pareti ventricolare nella fase di riempimento rapido
• 4° sistole atriale

CIRCOLO CORONARICO
• le coronarie iniziano nel bulbo aortico
• il sangue circola solo in diastole perché in sistole i fori di accesso, valvole semilunari, sono chiusi

SISTEMA CIRCOLATORIO
• formato da vasi di vario tipo
• grandi arterie, vene e venule sono vasi di trasporto
• arteriole sono responsabili della resistenza periferica (post-carico)
• capillari sono vasi di scambio
• strato esterno: avventizia
• strato interno: intima, formata da un tappeto di cellule piatte che riveste l'interno di tutti i vasi che si
chiama endotelio (cellule endoteliali)
• i capillari sono fatti da solo endotelio
• tonaca media grandi arterie: tessuto connettivo elastico
• grandi arterie: aorta, succlavie, carotidi, renali, femorali, biforcazione iliaca […]
→ la parete elastica delle grandi arterie smorza il movimento intermittente del sangue e lo regolarizza
→ effetto windkessel (campana ad aria)
• la pressione arteriosa si misura con lo sfigmomanometro
• la pressione arteriosa dipende dal flusso per la resistenza periferica e il flusso a sua volta dipende dalla
gittata cardiaca
• la resistenza periferica nasce dalle arteriole muscolari che sono molto elastiche e che hanno due toni:
tono vasomotore e tono endoteliale
• lo scopo del sistema circolatorio è quello di far arrivare il sangue ai capillari perché è lì che il sangue
può scambiare sostanze con le cellule degli altri tessuti: acqua, gas, grosse molecole, piccole sostanze
• i capillari sono formati solo da intima
– hanno un'estremità arteriosa ed una venosa poiché mentre passa dal capillare il sangue è all'inizio
arterioso, poi rilascia l'ossigeno ai tessuti, si carica si anidride carbonica ed esce dal capillare come
sangue venoso;
→ l'acqua esce dalla parte arteriosa e rientra dalla parte venosa; questo è regolato dalla pressione
idrostatica (pressione del sangue a livello capillare: 35/37 mm/hg) che spinge l'acqua fuori dal
capillare, questo è contrastato dalla pressione oncotica (pressione osmotica delle proteine plasmatiche)
che all'inizio del capillare è di 26 mm/Hg → la forza che spinge l'acqua fuori dall'estremità arteriosa è
di 11 mm/Hg (pressione idrostatica – pressione oncotica)
alla fine la pressione idrostatica diminuisce ed è 17 mm/Hg, mentre la pressione oncotica rimane la
stessa → la forza che attira l'acqua all'interno dell'estremità venosa risultante è di 9 mm/Hg
non tutta l'acqua che è uscita riesce a rientrare, diventa liquido interstiziale e grazie al circolo linfatico
scorre via, se rimanesse lì creerebbe edemi, arriva fino al dotto toracico e si getta nella vena cava
superiore tornando a far parte del sistema circolatorio
• cosa spinge il sistema linfatico? → la linfa per muoversi, molto lentamente, sfrutta la forza di
aspirazione atriale
• produciamo circa 20 litri di liquido interstiziale, 17 rientrano immediatamente nel circolo tramite i
capillari mentre i restanti 3 litri diventano linfa e vengono riportati nel circolo grazie al sistema
linfatico
• elefantiasi: vermi parassitari che vivono nei vasi linfatici non facendo drenare la linfa
• formazione di edemi quando magari vengono asportati dei linfonodi nei casi di tumore metastatico, per
via di un forte problema di drenaggio linfatico

RITORNO VENOSO
• valvole a nido di rondine → presenti nei grandi vasi venosi impediscono al sangue di ristagnare nella
parte inferiore del nostro corpo
• forza premente del ventricolo sinistro → spinge tutto il sangue a fare il “giro”
• pompa muscolare degli arti inferiori → circolo superficiale e profondo, l'ultimo è più efficiente, i
muscoli della coscia formano la pompa muscolare che “massaggia” il circolo profondo aiutando la
risalita del sangue
• forze aspiranti → risucchiano il sangue verso l'altro e sono: l'inspirazione (pompa respiratoria) e
l'oscillazione dello scheletro fibroso del cuore che va verso il basso quando i ventricoli sono in sistole,
e va verso l'alto quando sono in diastole (pompa a membrana) → entrambe queste forze formano una
depressione che spinge il sangue alla risalita
• la pressione arteriosa, grazie alle resistenze periferiche, varia di poco a seconda della posizione della
persona
• la pressione venosa invece è molto influenzata dalla posizione della persona e quindi dalla gravità. In
posizione ortostatica (in piedi) e dalla testa ai piedi, oscilla dai -35 ai 90 mm/Hg. In posizione coricata
la pressione è abbastanza costante e rimane sui 6 mm/Hg
• la pressione venosa ci da informazioni specifiche sulla quantità del sangue nel corpo e quindi
sull'idratazione del corpo
• barocettori aortici → riflesso barocettoriale → bradicardia e ipotensione

SANGUE
• è un tessuto liquido, l'unico del nostro corpo
• la sua funzione è di trasporto di: gas, sostanze nutrienti, sostanze di scarto, oligoelementi, calore,
acqua, sistema immunitario
• ha la capacità di riparare i vasi → coagulazione
• 2 componenti: plasma (componente acquosa) e componente cellulare (ematocrito → globuli rossi)
• globuli rossi → senza nucleo sono più elastiche ma non possono riparare la propria membrana
→ trasporta emoglobina
• antigene: qualsiasi elemento o molecola capace di stimolare una risposta immunitaria; di solito sono
proteine
• membrana dei globuli rossi : fosfolipidi + proteine + proteina/ antigene A o B o AeB o nessuna di
queste dalle quali dipendono gli anticorpi innati che abbiamo da subito e gli anticorpi anti-A e anti-B
• gli anticorpi sono a forma di Y e sulle braccia corte hanno i due siti di legame dove legano gli antigeni
(agglutinazione → globuli rossi + anticorpi)
• antigene D → responsabile del fattore RH +/- → se si ha RH + non si hanno anticorpi nel plasma, se si
ha RH- si hanno i cosiddetti anti-D che sono anticorpi che si sviluppano in seguito, durante la crescita
• malattia emolitica fetale
• emocromo → misura i parametri della parte cellulare del sangue
• ematocrito → misura i parametri del plasma
• proteine plasmatiche: hanno funzione di trasporto, hanno ruolo di messagero chimico (citochine,
ormoni), hanno funzione immunitaria, sono anche fattori di coagulazione (fibrinogeno, enzimi della
catena della coagulazione) e generano la pressione oncotica (25/26 mm/Hg)
→ albumine, globuline e fibrinogeno sono proteine plasmatiche
→ l'albumina ha forma ovale e sono abbastanza omogenee
→ le globuline sono anch'esse di forma sferica ma possono avere diversi pesi molecolari e sono: alfa1,
alfa2, beta1, beta2, gamma → gamma-globuline = anticorpi se sono specifici si chiamano anticorpi
monoclonali, unici per un certo antigene
→ con l'elettroforesi è possibile individuare le diverse proteine
• insufficienza epatica → accumulo di acqua nella cavità addominale/peritoneale
• la stragrande maggioranza delle sostanze nel nostro corpo sono idrosolubili, ma ci sono anche molecole
liposolubili → lipoproteine aiutano il trasporto delle sostanze liposolubili e sono formate da fosfolipidi
all'esterno, da trigliceridi e colesterolo all'interno, + altre sostanze liposolubili
→ colesterolo → ormoni steroidei (testosterone, cortisone, vitamina D)
• le lipoproteine giovani sono a bassa densità, le lipoproteine vecchie sono ad alta densità
• le lipoproteine nascono da precursori che si chiamano CHILOMICRONI i quali nascono dalle cellule
dell'intestino
• valori di riferimento di livelli di colesterolo → arrivano da puri calcoli statistici, non c'è un valore
preciso

COAGULAZIONE
• è il processo di polimerizzazione del fibrinogeno che avviene in due fasi:
→ emostasi da parte delle piastrine (uno degli elementi figurati del sangue) che hanno la capacità di
aggregarsi molto facilmente tra di loro cambiando forma: se sono a riposo sono più ovoidali, se si
attivano hanno un aspetto più spinoso

APPARATO RESPIRATORIO
• grande circolo (circolo sistemico), piccolo circolo (circolo polmonare)
• due parti:
via di conduzione: per incanalare l'aria e portarla all'area di scambio, o viceversa raccogliere dall'area
di scambio e portare l'aria all'esterno
area di scambio: dove avvengono gli scambi
• polmone destro: 3 lobi
• polmone sinistro 2 lobi perché in alto ospita il cuore
• tra i due polmoni c'è il mediastino che ospita la trachea, l'esofago...
• diaframma: muscolo piatto a cupola che separa la cavità toracica dalla cavità addominale
• le vie aree:
- iniziano dal naso
- rino-faringe (dalla bocca è oro-faringe) che è comune all'apparato respiratorio e digerente
- laringe, solo del sistema respiratorio, che accoglie le corde vocali che durante l'espirazione emettono
suoni → parole
- trachea: tubo formato da cartilagine in forma di anello incompleto e tessuto muscolare rigido che la
tengono pervia (aperta)
[l'esofago invece è sempre chiuso a meno che non passi il bolo o l'acqua]
- epiglottide: lama muscolare che si piega quando deglutiamo e chiude la trachea facendo passare il
bolo solo nell'esofago (polmonite ab ingestis: polmonite chimica non infettiva che è causata dal bolo
che è finito nella trachea e nelle vie respiratorie – i problemi di deglutizione si chiamano disfagia)
- trachea poi si divide in due rami: bronco destro e sinistro, s'inseriscono nei polmoni tramite l'ilo
(punto di un organo dove s'innestano altre parti come vasi, ecc) polmonare
- i bronchi si dividono in altri bronchi più piccoli, 22 generazioni di bronchi che sono vie di
conduzione
- i bronchioli terminali si concludono con gli alveoli → strutture cave di aspetto acinoso, raccolti in
grappoli chiamati sacchi alveolari
- gli alveoli sono aree di scambio proprio perché sono completamente avvolti da una fittissima rete di
capillari detti alveolari
• ALVEOLO: cavità formate da cellule molto sottili: pneumociti di primo tipo, all'interno dell'alveolo
ci sono invece i pneumociti di secondo tipo e i globuli bianchi (macrofagi)
• l'unione di parete alveolare, parete capillare, spazio interstiziale fanno la membrana respiratoria

MEMBRANA RESPIRATORIA
• la barriera che i gas devono superare per operare gli scambi tra aria atmosferica e sangue
• formata da pneumociti di primo tipo, cellule endoteliali dei capillari alveolari e dallo spazio
interstiziale
• è una barriera molto sottile che permette il passaggio dei gas (ossigeno dall'alveolo al sangue;
anidride carbonica dal sangue all'alveolo) con una spinta determinata dalla spinta delle pressioni dei
due gas ai due lati della barriera
• in alcune patologie, come il COVID-19, la membrana diventa più spessa → questo comporta che le
pressioni dei due gas non siano più sufficienti a permettere il passaggio d'aria, per questo motivo il
paziente avrà bisogno di una fonte di ossigeno con una pressione atmosferica più alta della norma →
questa tecnica è chiamata CPAP –
- se la membrana respiratoria aumentasse ulteriormente nemmeno questa tecnica sarebbe più sufficiente
ad ossigenare il sangue in modo corretto perciò l'unica soluzione sarebbe ossigenare il sangue con una
metodica esterna (circolazione extracorporea) ma questo è possibile solo grazie a dei macchinari
costosissimi e rarissimi ora come ora in Italia
• fattore surfactant, o tensioattivo polmonare → tensiottivo fosfolipoproteico secreto dai pneumociti
di secondo tipo (cellule abbastanza grosse che sporgono all'interno della membrana polmonare)
→ obbiettivi:
1) riduce la tensione superficiale dell'acqua (forza che tiene insieme le molecole di acqua al loro posto
senza “sbordare”) e riequilibra la pressione all'interno degli alveoli;
2) aumenta la capacità del polmone di variare il proprio volume quando viene applicata una
determinata pressione in quanto, gli alveoli sono sempre rivestiti da un sottile strato di acqua e queste
goccioline, a fine respirazione impediscono all'alveolo espandersi;
3) previene l'atelettasia (collasso polmonare) a fine respirazione
- legge di Laplace: la pressione esistente nelle pareti alveolari è legata al diametro dell'alveolo stesso
e alla doppia tensione → pressione alveolare = doppio della tensione registrabile sulla parete : il
raggio dell'alveolo
- grazie a questa legge possiamo calcolare che in un alveolo piccolo la pressione è più alta mentre ad un
alveolo con raggio maggiore, dove la pressione è minore → questo comporta che durante l'espirazione
gli alveoli più piccoli si svuotino negli alveoli più grandi, e questi ultimi si espandano sempre di più
raccogliendo aria da altri alveoli più piccoli fino a sfiancare la parete provocando cavità/lesioni
all'interno del polmone
4) facilita il reclutamento delle vie aeree collassate.
→ ha sia un effetto lipofilo che un effetto idrofilo
→ il tensioattivo polmonare è una delle ultime cose che il feto sviluppa prima della nascita, infatti se
un neonato nasce prima della trentesima settimana, non è in grado di respirare correttamente poiché gli
manca il tensioattivo polmonare, è dunque necessario ventilarlo con una pressione leggermente
superiore a quella atmosferica per facilitare l'apertura e il rigonfiamento degli alveoli
– questo “problema” che i neonati pretermine hanno scompare dopo alcune settimane di incubazione in
quanto l'organismo comincia poi ha produrre il surfactant e quindi in neonato impara a respirare
correttamente
– in una minima percentuale di casi, il neonato prematuro con questo problema di respirazione, è
geneticamente deficitario di questo surfactant e risulta avere la malattia delle membrane ialine
polmonari, che può essere permanente in questi rari casi
• i due polmoni sono avvolti dal sacco pleurico che è una cavità a doppia parete (paragonabile ad un
palloncino pieno d'acqua in cui un oggetto è premuto al suo interno) che ha il compito di conservare al
suo interno i polmoni (le due sacche sono separate ed indipendenti)
- all'interno delle due pareti (una esterna detta pleura parietale che aderisce al torace o pleura
toracica; una interna detta pleura viscerale che aderisce al polmone) si riconosce la cavità pleurica
al cui interno c'è del liquido intrapleurico di consistenza vischiosa in quanto il suo compito è quello di
lubrificare le pareti e facilitarne lo scorrimento e quindi anche il movimento passivo dei polmoni
durante la respirazione
• l'apparato respiratorio è formata da diversi elementi, tra cui, di grande importanza troviamo la parete
toracica formata dalle coste, lo sterno, la colonna vertebrale e i muscoli respiratori + il muscolo
diaframma
• il polmone è un organo molto elastico, non dotato di muscolatura propria che dunque non ha un
movimento attivo, tende sempre a collassare spontaneamente raccogliendosi intorno all'ilo polmonare
mentre, la parete toracica ha la tendenza opposta, ossia quella di espandersi sempre
perché questo non avviene? in condizioni normali, polmoni e parete toracica sono in perfetto equilibrio,
in quanto i primi tirano verso l'interno mentre la seconda verso l'esterno bilanciandosi → questo è reso
possibile proprio dalla cavità pleurica, più precisamente dalla pressione intrapleurica negativa (-5
cm H2O o mmHg) che vige al suo interno → è detta negativa -in senso relativo- poiché, nonostante
oscilli durante l'atto respiratorio, non oltrepassa mai lo zero, rimanendo comunque più bassa della
pressione atmosferica → proprio questa pressione intrapleurica negativa fa da collante, tenendo uniti
polmoni e torace tramite un effetto ventosa
• questo meccanismo appena descritto è di importanza vitale ma è anche fragile in quanto la pleura è
molto sottile e potrebbe rompersi per via di un trauma esterno che buca il torace, o per via di un trauma
interno che origina da un'infezione (pleurite o polmonite) che genera delle aderenze, delle cicatrici che
poi possono rompere il sacco pleurico → se si rompe il sacco pleurico l'aria entra nella cavità pleurica
andando a compromette il suo effetto ventosa, facendo collassare il polmone ed espandendo il torace →
questa condizione si chiama pneumotorace e chi ne è affetto, per fortuna riesce comunque, anche se a
fatica, a respirare grazie al fatto che le membrane pleuriche sono una per polmone, e sono indipendenti
l'una dall'altra, quindi la compromissione di una non porta conseguenze all'altra
• nell'alveolo c'è una pressione di 760 mmHg (pressione standard pari ad 1 atm al livello del mare)
• nella cavità pleurica la pressione è più bassa, ad esempio può essere di 756 mmHg (pressione
intrapleurica di -4 mmHg)

• tre leggi dei gas:


→ legge di Boyle o rapporto pressione-volume (pressione = urto delle molecole di gas contro le
pareti del contenitore) → partendo da una posizione intermedia, se io riduco il volume del contenitore
la pressione del gas aumenta, mentre se aumento il volume la pressione diminuisce per cui si dice che
pressione e volume hanno un rapporto inversamente proporzionale → importante per gli atti
respiratori
→ legge di Dalton o legge delle pressioni parziali → in una miscela di gas la pressione totale è la
somma delle pressioni parziali dei singoli componenti della miscela → nell'alveolo ci sono 47 mmHg
di pressione parziale di H2O per questa legge quando aumenta il vapore diminuiscono le altre pressioni
parziali
→ legge di Henry o legge della solubilità dei gas nell'acqua → la quantità di un gas che si scioglie in
acqua è proporzionale alla pressione del gas e alla sua solubilità intrinseca ( importante per il
plasma) → la solubilità dell'anidride carbonica è dieci volte superiore a quella dell'ossigeno quindi +
solubilità – pressione / – solubilità + pressione

• i polmoni si muovono passivamente in quanto ciò che li fa muovere sono i muscoli respiratori, i quali
aumentano o diminuiscono il volume del torace
due tipi di respirazione:
• superficiale → i muscoli che si occupano della respirazione superficiale, sono detti muscoli
respiratori principali (inspiratori) e sono i muscoli intercostali esterni (tirano verso l'alto le coste) e il
diaframma (muscolo piatto che rappresenta la il fulcro del centro frenico + cupole diaframmatiche –
quando si contrae si abbassa di circa 1/2 cm, dando più spazio ai polmoni; per espirare in maniera
superficiale basta rilassare i muscoli inspiratori che tornano elasticamente alla loro posizione base
• forzata → i muscoli che si occupano della respirazione forzata sono i muscoli respiratori accessori
(inspiratori), ossia tutti quei muscoli che tirano verso l'altro la gabbia toracica, che sono lo
sternocleidomastoideo e scaleno; poi ci sono i muscoli espiratori della respirazione forzata che sono
i muscoli intercostali interni e i muscoli addominali → tutti questi muscoli quando si contraggono
innalzano la gabbia toracica
• per respirare bisogna far variare la pressione intrapolmonare poiché l'aria si muove da un punto in cui
la pressione è più alta ad un punto in cui la pressione è più bassa → è sufficiente che tra l'esterno e
l'interno la pressione cali solo di un mmHg affinché l'inspirazione superficiale avvenga → vedi slide
20, sistema respiratorio
• sistema toraco-polmonare → l'insieme di polmoni e parete polmonare che si muove durante la
respirazione; raggiunge un punto di equilibrio quando il valore è 0 cm/H2O ossia quando l'aria è ferma
e non in movimento – il pomone non si espande mai completamente e nemmeno si svuota mai
completamente tanto da esserci un volume di aria residuo che è di circa 1,5L e che permane nei
polmoni costantemente
– l'unico momento della nostra vita in cui i polmoni sono completamente vuoti d'aria è alla nascita,
prima del primo atto respiratorio che avviene proprio grazie al primo pianto (classico dei bambini
neonati)
– esiste una quota, detta volume minimo che è circa di 150ml, e che permane nei polmoni quando essi
collassano → neanche quando collassa il pomone è mai completamente vuoto d'aria
• come si può misurare il volume d'aria che entra ed esce dai polmoni? grazie alla SPIROMETRIA → la
spirometria permette di misurare volumi polmonari; esiste la spirometria statica e quella dinamica
• ci sono diverse forme di spirometro:
– spirometro a turbina (semplice e portatile): cilindro contenente un'elica che si muove a contatto
con l'aria respirata dal paziente
– spirometro a campana: due cilindri, l'inferiore con un'intercapedine piena d'acqua; l'acqua fa da
guarnizione e permette di non far uscire l'aria ma permette anche il movimento oscillatorio del cilindro
soprastante; quando il paziente soffia il cilindro sale, quando inspira il cilindro scende
• spirometria statica:
– all'inizio la respirazione del paziente è superficiale (500 ml, Valore Corrente)
– ad ogni atto respiratorio superficiale il paziente muove 500ml d'aria, di questi solo 350ml vanno
negli alveoli, mentre i restanti 150ml rimangono nei bronchi (150ml, Spazio Morto: 2 tipi di spazio
morto – anatomico → questi 150ml, la quantità d'aria che rimane nelle vie aree di conduzione, che
non arriva agli alveoli e non attua scambi con il sangue – funzionale → oltre ai 150ml, comprende una
quota variabile rappresentata dagli alveoli che in quel dato momento non vengono ventilati, e sono gli
alveoli che si trovano nella parte superiore ed inferiore del polmone in quanto nella respirazione
superficiale, noi utilizziamo soltanto la porzione media del polmone e non il polmone intero, il quale è
usufruito tutto solo nelle respirazioni molto forzate
– se al termine di una inspirazione superficiale, continuo ad inspirare al massimo delle mie abilità,
riesco, oltre al volume corrente, a far entrare una quota d'aria che è mediamente di 3L (3L, Valore di
Riserva Inspiratorio, che viene usato quando gli altri organi come i muscoli hanno bisogno di un
supplemento di aria)
– se al contrario, al termine di una espirazione superficiale, continuo ad espirare al massimo delle mie
abilità, riesco a far uscire circa 1L di aria in più rispetto al normale (1L, Valore di Riserva
Espiratorio)
– il Volume Residuo di aria che permane costantemente nei polmoni anche al termine della espirazione
è di circa 1,2L/1,5L (questo valore di volume residuo non si riesce a misurare con lo spirometro a
turbina, per farlo servono degli spirometri complessi, a cabina, che si trovano solo nei reparti di
pneumatologia)
si possono anche ricavare le capacità polmonari ossia delle somme dei volumi precedentemente
misurati
– la capacità più importante è la capacità vitale, ossia la somma di tutti i volumi che il polmone può
muovere (VC+VRI+VRE) ed è di circa 4,5L, va dal massimo della inspirazione al massimo della
espirazione
– capacità inspiratoria (VC+VRI)
– capacità polmonare totale intera quantità di aria che il polmone può contenere (comprende anche il
volume residuo e quindi va misurata con spirometri complessi)
– capacità funzionale residua (VRE+VR) → importante perché è il punto di equilibrio del sistema
toraco-polmonare
• spirometria dinamica:
– al soggetto è richiesto di respirare un paio di volte superficialmente e poi di inspirare al massimo ed
espirare al massimo, espellendo la maggior quota d'aria possibile
– l'esame può essere effettuato al massimo in due tentativi
– il grafico che ne risulta è una sorta di loop che dal punto di equilibrio si alza durante l'inspirazione,
scende per l'espirazione e poi torna verso il punto di equilibrio grazie alla successiva inspirazione
– grazie alla forma che questo grafico assume, uno pneumologo riesce a capire diverse cose
– un valore molto importante è il valore di aria uscito dopo un secondo dall'inizio dell'espirazione
→ questo parametro di chiama VEMS (Volume Espiratorio Massimale al primo Secondo) anche se si
usa di più l'abbreviazione inglese FEV1 (Forced Expiratory Volume in the 1st second) → un soggetto
normale dovrebbe, in questa maniera forzata, riuscire ad espirare almeno l'80% della sua capacità vitale
dopo 1 secondo)
• il valore di equilibrio può cambiare a seconda delle patologie respiratorie da cui un soggetto può essere
affetto
→ come l'emoglobina trasporta l'ossigeno ai tessuti (vedi biochimica e slide)
• sangue arterializzato → saturo al 100% → carico di ossigeno entra negli alveoli
• sangue arterioso → meno saturo → scarico di ossigeno esce dagli alveoli
• co2 e o2 nel sangue
• il sistema respiratorio è controllato da ormoni e impulsi nervosi (che trasmettono ai muscoli scheletrici
l'ordine di contrarsi)
• i muscoli respiratori hanno una base involontaria (per cui non posso smettere di respirare quando
voglio) e una componente volontaria (per cui posso decidere se respirare più o meno profondamente in
determinati momenti)
• i motoneuroni sono contenuti nel bulbo (parte antica del nostro sistema nervoso) che si trova nel
tronco encefalico insieme al ponte e al mesencefalo
• il sistema nervoso è l'unico che contiene i segni della nostra evoluzione
• i centri respiratori di controllo si trovano prevalentemente nel bulbo e sono:
– il centro respiratorio midollare, formato da: gruppo respiratorio dorsale (inspiratorio) e gruppo
respiratorio ventrale (espiratorio)
– i centri respiratori pontini che sono: centro pneumotassico e centro apneutico
• chemocettori:
periferici → si trovano nel seno carotideo e nell'arco aortico; formano dei glomi che sono sensibili
all?aumento della pCO2, alla pO2 e al pH → hanno diretto contatto con il bulbo grazie al 9°(nervo
glossofaringeo) e al 10°(nervo vago) nervo
centrali → si trovano sul pavimento del quarto ventricolo encefalico, sono sensibili alla pCO2 e al pH
DISTURBI/FENOMENI DEL RESPIRATORIO
• dispnea: respiro difficoltoso e coscienza di un aumentato sforzo respiratorio, sino alla vera e propria
fame d'aria
• apnea: temporanea cessazione dei movimenti respiratori, volontaria o riflessa (per problemi
neurologici)
• tosse e starnuto: riflessi nervosi, espirazioni violente con glottide chiusa; la tosse libera le vie aree
profonde, lo starnuto per liberare le prime vie aeree
• sbadiglio: riflesso nervoso il cui significato è poco conosciuto che arriva per sonno, fame, stanchezza,
astenia ma anche empatia (forse per il coinvolgimento dei neuroni a specchio)
• respiro di biot: respiro intermittente, profondo, tra gli atti c'è apnea (tipico di meningite e cefalite)
• respiro di cheyne-stokes:
• respiro di kussmaul:
IL RENE
• provvede a ripulire il sangue
• elimina i composti azotati delle proteine → ammoniaca, ione ammonio, creatinina, urea
• si occupa del bilancio idrico
• si occupa inoltre della osmolarità (concentrazione dei liquidi nel corpo), il valore di riferimento per i
liquidi biologici è l'osmolarità del plasma → 300 mOsm/l

BILANCIO IDRICO
• il livello di acqua nel corpo diminuisce con l'età, i maschi normalmente hanno circa il 57% di acqua
mentre le femmine poco meno di 50% (percentuali in peso)
• ogni giorno i valori di ingresso e di uscita dei liquidi devono equivalersi → questo è un altro compito
del rene
• mediamente 2,4L ca di liquidi entrano nel nostro corpo con:
– bevande ingerite (1,5L ca)
– liquidi contenuti negli alimenti (700ml ca)
– l'acqua metabolica (200ml ca)
• mediamente 2,4L ca di liquidi escono dal nostro corpo con:
– urina → 1,5L ca
– feci → 200ml ca, molto variabile
– sudorazione → 100ml ca, molto variabile
– diffusione (traspirazione) → 350ml ca
– polmoni → 350ml ca
• traspirazione o perspiratio insensibilis → scoperta da Sartorio Sartorio, inventore anche del
rilevatore di temperatura, grazie ad un esperimento per cui misurava pedissequamente il peso dei
pazienti, arrivando a capire che quello che entra nell'organismo non ha lo stesso valore di ciò che esce
perciò dedusse che grazie all'evaporazione e al calore emessi dalla pelle molti liquidi lasciavo il corpo
in quel modo

FUNZIONI DEL RENE


• regolazione pressione osmotica
• regolazione concentrazione plasmatica di ioni
• regolazione equilibrio acido/base
• regolazione volume liquidi corporei
• regolazione pressione arteriosa
• eliminazione di prodotti di scarto dai processi metabolici, perlopiù azotati
• elimina farmaci e composti tossici
• produzione e attivazione di ormoni EPO, vitD3, renina
• degradazione di ormoni
• sintesi di NH4 e glucosio

NEFRONE
• l'unità funzionale del rene è il nefrone, ogni rene ha un 1 milione di nefroni circa
• nefrone: si divide in due parti, una tubulare e una vascolare; il tubulo renale si divide in varie parti
• capsula di Bowman: avvolge un gomitolo di capillari arteriosi chiamato glomerulo renale
• dalla capsula parte il tubulo renale che all'inizio ha un andamento tortuoso (tubulo contorto
prossimale), poi diventa rettilineo formando un'ansa a U (ansa di Henle) che va verso la pelvi e poi
torna indietro, quando l'ansa finisce diventa nuovamente tortuoso (tubulo contorto distale), poi si
unisce al dotto collettore, il quale raccoglie i prodotti dei nefroni e arriva ai nefroni, il dotto arriva fino
alla pelvi renale che espelle l'urina “matura”
• l'ansa di Henle si trova nella parte midollare, mentre il resto del nefrone è nella parte corticale
• dal glomerulo renale: arteriola afferente(diametro minore) che porta il sangue + arteriola efferente
(diametro maggiore) che porta via il sangue dal glomerulo
• quando il sangue passa dal glomerulo perde volume, perde H2O e le molecole
• il glomerulo non fa differenza tra le funzioni, o l'utilità delle molecole, ma fa distinzione di dimensione
e fa uscire le molecole più piccole e tiene le molecole grandi che abbiano una funzione o meno
• sarà il tubulo che invece guarda all'utilità delle molecole
• il filtrato glomerulare (plasma) viene raccolto dalla capsula di Bowmann
• una fitta rete di capillari prosegue dopo il glomerulo e avvolge l'intero nefrone → capillari
peritubulari
• una volta che il sangue esce dai capillari peritubulari non è più sangue arterioso ma venoso
• tra l'arteriola efferente ed efferente c'è un piccolo spazio triangolare (apparato juxtaglomerulare) dove
passa il tubulo contorto distale
• apparato juxtaglomerulare: contiene cellule sensibili e specializzate nel “controllo” dell'urina e del
sangue filtrato dal rene in modo tale da “accorgersi” se ci fosse qualche “imperfezione nel prodotto
finale”
• nei nefroni avvengono tre processi che determinano l'escrezione di urina matura:
1. filtrazione glomerulare → filtrazione indiscriminata del plasma a livello del glomerulo, il prodotto
(filtrato glomerulare) va nella capsula di Bowman e scorre nel nefrone lentamente, nel frattempo
subisce gli altri due processi
2. riassorbimento tubulare → passaggio di soluti dal tubulo al sangue
3. secrezione tubulare → passaggio di soluto dal sangue al tubulo e dunque all'urina
• CARICO ESCRETO = CARICO FILTRATO + CARICO SECRETO – CARICO RIASSORBITO
(carico o quantità)

• VFG → Velocità di Filtrazione Glomerulare, che dipende dalla “elasticità” delle arteriole afferenti
(125 ml/min)
• la forza che spinge i liquidi e i soluti fuori dal glomerulo è di circa 10 mmHg di pressione
• pressioni più alte o più basse favoriscono o ostacolano il filtrato:
favorisce la formazione del filtrato → pressione ematica all'interno del glomerulo: 55 mmHg
ostacola la formazione del filtrato → pressione presente nella capsula di Bowmann: 15 mmHg e la
pressione oncotica: 25/30 mmHg
• ultrafiltrazione glomerulare: produciamo 180L al giorno di filtrato
come? grazie ai meccanismi di riassorbimento di acqua, grazie ai quali espelliamo solo 1,5L di urina al
giorno sui 180L di filtrato prodotto
• clearance plasmatica renale → la clearance plasmatica di una certa sostanza è il volume di plasma
che viene depurato in un minuto, nel suo passaggio attraverso il rene, da quella sostanza (ogni sostanza
ha una propria clearance)
→ se una sostanza è filtrata a livello glomerulare viene integralmente escreta con l'urina, la sua
clearance corrisponde alla VFG (insulina e creatinina hanno una clearance di 125 ml/min) – [la
clearance della creatinina può essere considerata un indice della VFG]
→ se una sostanza viene anche secreta dai tubuli, la sua clearance sarà superiore alla VFG ( viene
totalmente secreto il PAI – Acido Para-Ammino-Ippurico, ed ha una clearance di 650 ml/min)
→ se una sostanza viene riassorbita dai tubuli , la sua clearance sarà inferiore alla VFG (glucosio ha
una clearance di 0 ml/min)

RIASSORBIMENTO DELL'ACQUA
• in una giornata produciamo 180L di filtrato ma grazie al riassorbimento ne espelliamo solo 1,5L con
l'urina (riassorbimento del 99%)
• riassorbimento obbligatorio dell'acqua: prima fase del riassorbimento che può arrivare al 65% circa
di acqua riassorbita; è detto obbligatorio perché è un valore fisso
- questo riassorbimento avviene nel tubulo contorto prossimale
- meccanismo semplice attuato da proteine di trasporto che trasportano uno ione sodio e uno ione cloro,
e l'acqua li segue essendo riassorbita passivamente e torna nei capillari peritubulari
• riassorbimento facoltativo dell'acqua: seconda fase, variabile; avviene nel tubulo contorto distale; è
possibile riassorbire più o meno acqua a seconda delle necessità dell'organismo, qui il rene ricalcola il
bilancio idrico; il riassorbimento facoltativo è del 19% circa
- l'urina per “affrontare” la fase di riassorbimento facoltativo, deve essere preparata → la preparazione
avviene nell'ansa di Henle
- durante la preparazione viene riassorbito un ulteriore 15% di acqua che viene aggiunto al 65% del
riassorbimento obbligatorio
- acquaporine → meccanismi presenti nel tubulo contorto distale e nel dotto collettore che, grazie al
ADH (ormone antidiuretico prodotto dall'ipotalamo), si aprono facendo sì che l'acqua venga riassorbita
e che il volume dell'urina sia minore, si chiudono producendo più urina
- quando l'ADH è mal funzionante, il soggetto ha tutte le acquaporine chiuse e produce fino a 36L di
urina al giorno
• nel dotto collettore l'urina si concentra nuovamente e poi viene escreta
• si può dunque dire che: il riassorbimento obbligatorio è dell'80%, aggiungendo il 19% di
riassorbimento facoltativo → si ha il 99% di riassorbimento di acqua
PREPARAZIONE DELL'URINA NELL'ANSA DI HENLE
• l'ansa di Henle è l'unica parte del nefrone che si trova nella regione midollare del rene, mentre il “
resto” del nefrone si trova nella regione corticale
• nella parte discendente dell'ansa la parete è sottile ed è permeabile all'acqua
• nella parte ascendente dell'ansa la parete è spessa ed è impermeabile all'acqua
• l'urina che entra nell'ansa è appena passata dal tubulo prossimale quindi è passata dal riassorbimento
obbligatorio o isosmotico, in quanto ho ridotto il volume ma non la concentrazione, che è sempre di
300 milliOsm/L
• mentre l'urina scende verso l'apice della piramide renale (in cui si trova l'apice dell'ansa), incontra i vari
strati dove la concentrazione si equilibra con la concentrazione esterna degli strati – come? o fa uscire
acqua o fa entrare urea (prodotto di scarto di cui una parte viene utilizzata per questo meccanismo),
l'acqua che esce è il famoso 15% di riassorbimento “collaterale” dovuto a questa preparazione
• l'urina si concentra maggiormente mentre percorre l'ansa, l'urea la concentra ancora di più e l'acqua che
esce viene immediatamente portata via dai capillari peritubulari
• all'apice l'urina raggiunge una concentrazione di 1200 milliOsm/L
• risalendo, l'urina si diluisce – come? con pompe che estraggono i soluti, sodio e cloro, e li ripongono
nello spazio interstiziale
• questi meccanismi di diluizione fanno sì che l'urina, uscendo dall'ansa abbia una concentrazione di
100 milliOsm/L

DIURETICI
• molto usati nell'ipertensione
• ce ne sono vari tipi, i più usati sono gli osmotici
• diuretici osmotici → rimangono nel tubulo e trattengono l'acqua
• diuretici dell'ansa → agiscono nell'ansa di Henle
• diuretici
• diuretici risparmiatori di potassio
• diuretici inibitori della di

SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA
• il rene ha bisogno di pressione alta per poter funzionare
• questo meccanismo serve per contrastare l'abbassamento della pressione
• renina → enzima
• angiotensinogeno → proteina prodotta dal fegato

LA MINZIONE
• meccanismo controllato dal sistema nervoso cognitivo e vegetativo che consiste nello svuotamento
della vescica
• la vescica ha doppia muscolatura: liscia del collo vescicale che quanto si contrae chiude l'uretra e
impedisce il passaggio di urina; muscolo detrusore che quando si contrae apre l'uretra
• gruppi
• nervo ipogastrico (appartiene al sistema nervoso ortosimpatico) che controlla lo sfintere esterno
involontario
• nervo pelvico (appartiene al parasimpatico)
• nervo pudendo vescicale (sistema somatico) che controlla lo sfintere interno volontario
• non più di 5 minzioni al giorno,mediamente, per il litro e mezzo di urina

DISTURBI DELLA MINZIONE


• poliuria: produzione di più di 2L di urina al giorno per farmaci, diabete mellito o glomerulofriti
• oliguria: produzione di scarse quantità di urina, sotto al litro nelle 24h per disidratazione o poco
afflusso di sangue nei reni
• anuria: totale mancanza di urina nelle 24h
• incontinenza urinaria
• pollachiuria: minzione frequente dovuta per lo più ad infezioni delle vie urinarie o per coliche renali o
per ipertrofia prostatica
• disuria: minzione dolorosa/fastidiosa come nella cistite, nella ipertrofia prostatica, pielonefriti
• nicturia: minzione prevalentemente notturna, spesso per insufficienza cardio-circolatoria o anche per
ipertrofia prostatica
• stranguria: minzione dolorosa dell'urina come nelle cistiti
EQUILIBRIO ACIDO-BASE (rivedi lezione del 16/11, prime due ore)
• il pH (livello di ioni H e ioni OH) del sangue deve essere mantenuto strettamente a 7.4 (leggermente
alcalino/basico) e può variare massimo di 5 centesimi (7.35/7.45), di cosìpoco perché altrimenti le
proteine si denaturano
• pH delle cellule → pare essere neutro (7)
• nell'intero organismo oscilla tra 2 (stomaco) e 8 (succo pancreatico)
• siamo più propensi ad ingerire sostanze acide (in natura la maggio parte di sostanze ingeribili sono
acide come la birra, il caffè, il tè, l'aceto, il succo d'arancia o mela, etc)
• si misura con i pHmetri
• è il parametro fisiologico che varia meno
• il pH del sangue è quello che è più facilmente misurabile → deve essere centrato sul 7.4 (massimo
7.45, minimo 7.35
• la sua oscillazione oltre quei livelli porterebbe la denaturazione delle proteine

4 meccanismi per stabilizzare il pH del sangue:


→ 2 tamponi: rapidi e poco potenti → rimedio temporaneo e non definitivo che non risolve
completamente il problema ma che ha il vantaggio di essere veloce – i tamponamenti da soli non sono
suffiecienti a mantenere costante il livello del pH per questo intervengono no altri due meccanismi per
compensare, quindi sistemare definitivamente il valore
• TAMPONAMENTO EXTRACELLULARE (CHIMICO) O PLASMATICO:
- istantaneo → come il pH del sangue si sposta dal valore di 7.4 il tamponamento interviene
immediatamente
- meccanismo puramente chimico che è in grado di correggere il 50% di acidità fissa (non volatile) e
fino al 60/80% delle basi
- è basato sulla presenza nel plasma di sistemi tampone ( sistemi chimici che per loro natura tendono a
mantenere costante il pH di una soluzione – si usano solitamente anche in laboratorio)
- i tamponi sono formati da due elementi che si bilanciano tra di loro: uno acido e uno basico che sono
in grado di scambiarsi (l'acido diventa base e la base diventa acido) in modo tale da assorbire o cedere
ioni H al plasma e quindi è così in grado di “aggiustare” il valore delpH
- il pH dei tamponi stessi varia a seconda della concentrazione dei suoi elementi
1. tampone bicarbonato → come visto nel sistema respiratorio la CO2 arriva ai globuli rossi, viene
convertita in acido carbonico e poi in bicarbonato, il quale esce dal globulo rosso e va nel plasma
→ quindi il bicarbonato non solo è il metodo principale con cui viene trasportata la CO2, ma è anche
un sistema fondamentale all'equilibrio acido-base
- i due elementi del tampone bicarbonato sono infatti il bicarbonato (HCO3-) che esce dai globuli rossi
e la CO2 che si scioglie spontaneamente nel sangue → quindi il 7% di CO2 nel sangue è presente in
forma disciolta
2. tampone fosfato → i suoi due elementi sono gli ioni dell'acido fosforico che può avere due tipi di
ioni: HPO4— detto fosfato basico e H2PO4 – detto fosfato acido
- questi ioni sono in grado di assorbire o cedere ioni H passando da una forma all'altra
3. tampone proteico → i suoi elementi sono le proteine plasmatiche (componente principale è
l'albumina)
- mantengono il pH costante assorbendo o cedendo ioni H
• TAMPONAMENTO INTRACELLULARE: questo meccanismo richiede qualche minuto prima di
intervenire per accorgersi che il pH del sangue si è spostato dal valore di 7.4
→ avviene nei globuli rossi, stesso meccanismo che permette il trasporto di CO2 nel sistema
respiratorio
- CO2 prodotta dalle cellule entra nel globulo rosso e viene convertita dall'anidrasi carbonica in acido
carbonico, il quale il quale a sua volta si scinde il ione H e ione bicarbonato – lo ione H rimane
all'interno del globulo rosso e viene assorbito dall'Hb – il bicarbonato esce e va nel plasma a bilanciare
il pH facendo poi parte del tamponamento chimico
– il tamponamento intracellulare è in grado di correggere il 100% degli acidi volatili (CO2), il 50%
degli acidi non volatili e il 20/40% delle basi

→ unendo i due tamponamenti (intra ed extra) riusciamo a tamponare il 100% degli acidi volatili, il
100%$ degli acidi non volatili e il 100% delle basi assorbendo e bloccando ogni squilibrio acido-base
→ da soli però non bastano in quanto sono meccanismi destinati a saturarsi (specie il tamponamento
chimico) pertanto intervengono i compensi

→ 2 compensi: lenti e più potenti → per correggere uno squilibrio del valore del pH il compenso
respiratorio impiega alcune ore mentre il compenso renale può impiegare anche giorni
• COMPENSO RESPIRATORIO →
→ dipende dai chemocettori (controllo chimico della respirazione) che rilevano il livelli di PCO2, pH e
PO2
→ quando la PCO2 è normale il suo valore è di 40 mmHg
→ consiste nella variazione dell'attività respiratoria nei due polmoni;
- se ho un acidosi (PCO2 alta – pH scende) stimolo i miei chemocettori ed iperventilo elimino acidità
quindi elimino CO2 (PCO2 scende – pH sale)
- se ho un alcalosi (pH sale – PCO2 bassa) ipoventilo e trattengo acidità (PCO2 sale – pH scende)
→ compenso non definitivo ed efficace solo se l'alterazione è di origine metabolica
- se l'alterazione dell'equilibrio acido base fosse di origine respiratoria, ovviamente i polmoni non
potrebbero compensare e quindi entra il gioco il compenso renale che è definitivo
• COMPENSO RENALE → più potente e più lento meccanismo che agisce su entrambe le origini di
alterazione ;
1. riassorbimento e produzione di bicarbonato (HCO3-) contemporaneamente (capsula di Bowmann e
tubulo prossimale)
– in caso di acidosi le cellule del tubulo contorto prossimale aumentano sia il riassorbimento che la
produzione di bicarbonato
– in caso di alcalosi vengono ridotte queste due funzioni
2. secrezione di ioni idrogeno (H+) nell'urina (che ha pH 5)
– in caso di acidosi la secrezione aumenta
– in caso di alcalosi la secrezione diminuisce
3. produzione ioni ammonio (NH4+)
- ione derivato dall'ammoniaca (NH3), aggiungendole uno ione H+
- è prodotto dalle cellule tubulari ed eliminato nell'urina

CAUSE DI ACIDOSI ED ALCALOSI (v/slide)

ENDOCRINOLOGIA GENERALE E SISTEMA ENDOCRINO

• il sistema endocrino provvede al mantenimento dell'omeostasi (equilibrio corporeo)


• inoltre inizia, media e regola i processi di crescita, sviluppo, maturazione e riproduzione e
invecchiamento
• molto spesso agisce in contemporanea con il sistema nervoso
• funziona attraverso delle molecole chimiche che fungono da messageri che sono: ormoni,
neurotrasmettitori e citochine; ora vengono chiamate citomessageri in generale poiché hanno la
stessa funzione ma differiscono per la loro genesi e il loro modo di svolgere tale funzione
• ormoni
→ sono sostanze prodotte da cellule specifiche (citomessageri prodotti da ghiandole) che vengono
riversate nel sangue e vanno ad esercitare la loro azione su cellule bersaglio
→ entrando nel circolo sanguigno gli ormoni vengono a contatto con tutte le cellule ma il suo bersaglio
lo riconosce solo grazie a dei recettori
• il sistema endocrino ha un'azione generale su tutto l'organismo mentre il sistema nervoso ha un'azione
più mirata, per questo motivo possiamo dire che l'endocrino è più lento e generale e il nervoso è più
veloce e mirato
• i citomessageri entrano in funzione solo quando entrano in contatto con il loro recettore
• i citomessageri hanno solo il compito di avviare delle azioni intracellulari i quali elementi sono già
pronti nella cellula stessa (sono una sorta di imput, che stimola l'avvio di quella tale via metabolica
cellulare che è già pronta e aspetta solo che il citomessagero si leghi al recettore e da il via alla
funzione intracellulare)
• ghiandole endocrine:
1. ipotalamo: tiene insieme sistema nervoso ed endocrino; è fatto da neuroni che si comportano da
ghiandole e al posto che produrre neurotrasmettitori producono ormoni
2. ipofisi: piccola ghiandola strettamente legata all'ipotalamo
3. ghiandola pineale: produce melatonina
4. tiroide e paratiroidi sul retro
5. timo: ghiandola che fa da anello di congiunzione tra sistema endocrino e sistema immunitario; ha
una grande attività nell'infanzia, con la crescita l'attività diminuisce e la ghiandola rimane uguale, non
cresce, risultando piccola
6. pancreas: ghiandola sia esocrina che endocrina
7. ghiandole surrenali:
8. ghiandole sessuali: ovaie e testicoli
→ altre ghiandole disperse nell'apparato digerente
→ ogni organo in realtà ha una funzione endocrina
• natura chimica degli ormoni
→ ci sono due grosse categorie di ormoni: steroidei e non-steroidei
→ steroidei: vengono prodotti a partire dal colesterolo (il nucleo base del colesterolo è il ciclopentano-
peridro-fenantrene), hanno effetti genomici, agiscono direttamente sul genoma (con recettore sul dna)
→ non-steroidei: con recettore sulla membrana, possono essere proteici (insulina, glucagone,
prolattina, GH, etc..) glicoproteici (LSH,FH..) peptidici, derivanti da acidi grassi
• funzione endocrina pura → una cellula endocrina è una ghiandola che produce un ormone, lo libera
nel sangue e da questo arriva alla cellula bersaglio
• varianti della funzione endocrina pura:
→ attività paracrina: la ghiandola non libera l'ormone nel sangue ma nel liquido interstiziale ossia
quel liquido che bagna le cellule e tramite esso l'ormone arriva alla sua cellula bersaglio
→ attività autocrina: un ormone agisce sulla stessa ghiandola che lo ha prodotto – funge da
autocontrollo della ghiandola e si aggiunge all'attività paracrina o endocrina pura che già caratterizza
quella ghiandola ( non può esistere una ghiandola solo autocrina)
• regolazione dell'attività secretoria delle ghiandole:
→ feedback negativo: meccanismo più comune, ormone va al bersaglio, risposta che va ad informare
la ghiandola che il messaggio è stato ricevuto, quindi la ghiandola ferma la produzione dell'ormone
→ feedback positivo: ghiandola, ormone e bersaglio si stimolano a vicenda

ASSE IPOTALAMO-IPOFISARIO
ipofisi: piccola ghiandola, “appesa” all'ipotalamo attraverso il peduncolo ipofisario che contiene vasi
sanguigni e fibre nervose
→ adenoipofisi: parte anteriore, è la vera e propria ghiandola (adeno vuol dire ghiandola) produce sei
ormoni:
1. GH, growth hormon, ormone della crescita, ormone somatotropo, somatotropina
2. ACTH, corticotropina, ormone adreno-corticotropo (cioè tropo, rivolto, verso la adrenal, ghiandola
surrenale, più precisamente verso la corteccia surrenale)
3. TSH, ormone tireotropo, tireotropina
4 e 5. gonadotropine → FSH (follicolostimolante) LH (lutenizzante)
6. prolattina o PRL
→ neuroipofisi: parte posteriore; ha solo capillari e terminazioni nervose che arrivano da due nuclei
dell'ipotalamo: nucleo paraottico e nucleo sopraventricolare, che producono messageri (releasing
factors) che vengono liberati nei capillari della neuroipofisi → LA NEUROIPOFISI NON PRODUCE
ORMONI – l'ipotalamo da lo stimolo per produrre: ADH (antidiuretico) e OT (ossitocina che stimola
l'utero e le ghiandole mammarie)
→ sottile striscia di cellule, parte laminare intermedia: produce l' MSH melanocita-stimolante ossia
l'ormone che stimola i melanociti alla colorazione della pelle attivato dai raggi UV
ipotalamo: produce i releasing factors (fattori di rilascio ipotalamici) per l'ipofisi
→ controlla endocrino e nervoso tramite gli organi circum-ventricolari (ad esempio il riflesso del
vomito)

IPOFISI
• i suoi ormoni sono controllati dai fattori di rilascio ipotalamici e solo due di questi ormoni hanno anche
il fattore inibente e sono il GH e la Prolattina
• si possono dividere in due gruppi:
1. glandotropi → ormoni che agiscono su un'altra ghiandola la quale produrrà i suoi ormoni che
avranno effetto su tutto l'organismo
2. non-glandotropi → azione diretta sull'organismo
• GH → ha entrambe le funzioni
non- glandotropa → azione metabolica che agisce sul muscolo, sul fegato e sul tessuto adiposo (fa
crescere l'organismo con azione indiretta aumentando la massa muscolare e la disponibilità di energia)
glandotropa → effetto esercitato sul fegato, che produce due ormoni le somatomedine IGF1 e IGF2
che sono responsabili dell'allungamento osseo e dell'accrescimento di volume di diversi organi
- anomalie del GH: nanismo, gigantismo, acromegalia

TIROIDE
• ghiandola grande posta davanti alla trachea
• gli ormoni prodotti vengono custoditi nelle cellette di cui è costituita chiamate follicoli,
• i follicoli sono grandi quando la ghiandola è molto attiva e piccola quando la ghiandola è poco attiva –
sono formati dalle cellule della tiroide stessa
• gli ormoni tiroidei sono degli amminoacidi modificati a partire dalla tirosina
• gli ormoni tiroidei hanno due anelli aromatici che danno delle proprietà liposolubili in modo da
poter attraversare la membrana cellulare delle cellule bersaglio, come gli ormoni steroidei, trovando i
propri recettori all'interno della cellula – sono ormoni molto potenti
• le cellule tiroidee producono una proteina molto grande che si chiama colloide, la quale a sua volta è
formata/ contiene gli ormoni tiroidei stessi
• gli ormoni tiroidei hanno la particolarità di contenere iodio in essi:
→ l'ormone con quattro atomi di iodio si chiama tiroxina o T4
→ l'ormone con tre atomi di iodio si chiama triiodotironina o T3
• questi ormoni vengono liberati nel sangue e qui la T4 viene convertita in T3, dove T3 è la forma attiva
dell'ormone
• gli ormoni tiroidei hanno bisogno di iodio
• TRF (thyreotropin-realising-factor) stimola TSH che ha funzione glandotropa in quanto agisce sulla
tiroide ed essa sua volta produce i suoi ormoni
• gli ormoni tiroidei agiscono su tutto il corpo e sul metabolismo basale, sullo sviluppo cerebrale e sullo
sviluppo del corpo in generale, sulla libido, cuore, ciclo mestruale, polmoni
• se gli ormoni tiroidei non vengono prodotti correttamente durante nell'infanzia possono causare
cretinismo in quanto una loro funzione è quella di sviluppare le parti cognitive del nostro sistema
nervoso – unito al cretinismo si può ance manifestare gozzo e nanismo tiroideo sempre a causa del
deficit ormonale
• esiste anche un altro ormone che prima si pensava fosse una sostanza di scarto ed è la T3 inversa, che
ha un atomo di iodio spostato ed è detto “ormone del digiuno” – quando si è in forte scarsità di cibo
(ad esempio facendo diete troppo strette) la tiroide produce questo ormone che va ad inibire tutte le
funzioni non necessarie dell'organismo

PANCREAS
• ghiandola sia esocrina che endocrina
• la parte esocrina è la più vasta
• testa del pancreas incastrata nella papilla di Vater, che si trova nel duodeno ed è punto di sbocco del
dotto biliare e del dotto pancreatico → pancreas esocrino che è collegato al duodeno tramite il dotto
biliare comune
• pancreas endocrino → isole di Langherans, gruppi di almeno 3 cellule → alfa, beta e D/delta
• alfa producono glucagone → iperglicemizzante ( sono iperglicemizzanti anche: t3, cortisone,
adrenalina, gh)
• beta producono insulina, ma recentemente è stato scoperto che producono anche un'altra molecola che
si chiama amilina → si sa che:
– è un ormone co-secreto dalle cellule beta del pancreas insieme all'insulina, di fatti se non c'è insulina
non si trova nemmeno amilina nell'organismo dunque è assente sia nel diabete di tipo 1 sia nel diabete
di tipo 2
– azione cooperativa/collaboratrice dell'insulina
– agisce sul carico dei nutrienti
– ha un'azione inibente del glucagone
– agisce sull'assorbimento dei carboidrati a livello intestinale
– non è escluso che in futuro possa entrare a far parte della terapia per soggetti diabetici insieme
all'insulina
– sembra avere importanza nei soggetti in forte sovrappeso o con disturbi alimentari
• D producono somatostatina che ha azione paracrina sulle Beta soprattutto

INSULINA
• secreta dalle cellule beta del pancreas
• l'insulina è un ormone proteico che ha una forma inattiva che è la preproinsulina
• dalla preproinsulina viene tolto un pezzo iniziale e diventa proinsulina (comunque ancora inattiva)
• dalla proinsulina viene ritagliata la catena/peptide C
• così rimangono la catena A e la catena B , legate insieme da due ponti di solfuro, che formano
l'insulina matura
• la catena C viene secreta e si può trovare nel sangue, viene misurata per avere ulteriori informazioni
sull'efficienza del pancreas
• l'insulina è un ormone anabolizzante (promuove la sintesi) e non agisce solo sul glucosio; agisce anche
sui tutti e tre i metabolismi: glucidico, lipidico, proteico
• l'effetto maggiore che ha è sulla glicemia, infatti è l'unico ormone ipoglicemizzante (abbassa la
glicemia)
• nel nostro organismo ci sono molti ormoni iperglicemizzanti come il glucagone per eccellenza, e poi
come effetto secondario ci sono altri ormoni che sono iperglicemizzanti in quanto utilizzano questo
meccanismo per fornire più energia ai tessuti in modo tale che l'organismo possa eseguire in modo
efficace i compiti richiesti dall'ormone stesso, e sono: T3, cortisone, gh)
• i tessuti bersaglio sono:
1) muscoli: per avviare la sintesi del glicogeno, facilita l'ingresso degli aa e l'ingesso di proteine e di
potassio
2) tessuto adiposo: facilita l'ingresso di glucosio, la sintesi degli acidi grassi e il deposito di trigliceridi

3) fegato: stimola la sintesi proteica, la sintesi lipidica


4) tessuto nervoso, solo ipotalamo

GLICEMIA
• indice glicemico → valore che ha ogni cibo che determina in quanto tempo e di quanto sale la glicemia
una volta ingerito → velocità con cui ogni alimento fa salire la glicemia dopo ogni pasto
• è una misura comparativa → il valore di riferimento è il saccarosio (disaccaride: glucosio + fruttosio)
con valore 100 e tutti gli altri alimenti vengono paragonati ad esso
• indice glicemico alto fa male perchè sollecita molto il pancreas che può anche esaurirsi se viene posto
continuamente sotto questo sforzo // indice glicemico basso è salutare
• la glicemia: si misura di solito alla mattina dopo circa 6/8 ore di digiuno → il valore dovrebbe essere
normale (così come due ore dopo un pasto la glicemia dovrebbe tornare normale) ma ci sono soggetti
intolleranti al glucosio in cui la glicemia rimane alta, è una sorta di pre-diabete in cui fanno fatica a
regolare la glicemia
• OGTT (Oral Glucose Tolerance Test) → curva glicemica da carico, esame fatto in ospedale dove si
beve un bicchiere di sciroppo di glucosio (75g), poi si fa il prelievo dopo 1 ora se i valori non sono
entro certi range, bisogna fare altri prelievi per capire quanto ci mette il soggetto a riportare la glicemia
ai valori normali anche dopo un piccolo picco ipoglicemico
– nei soggetti diabetici il picco rimane alto per almeno 6 ore e solo dopo la glicemia comincia a
ristabilizzarsi
• diabete: (v/slide)
– diabete di tipo 1
– diabete di tipo 2
– prevalente insulino-resistenza con deficit insulinico relativo o prevalente difetto di secrezione
insulinica con/senza insulino resistenza
– diabete gestazionale: comporta macrosomia fetale, il bambino nasce di circa 4 chili ma poi sia il
bambino che la madre ritornano in salute nel giro di poco tempo
• l'iperglicemia non è pericolosa a breve termine, i danni sono ad esempio la cheto-acidosi
→ la cheto-acidosi è causata però, della mancanza di insulina e non dal glucosio, in quanto questo
deficit fa si che i muscoli utilizzino gli acidi grassi in alte quantità e quindi formino parecchi corpi
chetonici e questi, essendo sostanza di scarto, portano ad una acidosi metabolica
• quando la glicemia supera i 180 mg/dl il glucosio in eccesso viene espulso dai glomeruli – siccome
per meccanismi osmotici il glucosio trattiene a sé dell'acqua, il diabetico urina molto e molto spesso
questo è il campanello d'allarme
• iperglicemia a lungo termine porta a microagiopatia diabetica→ pareti capillari spesse e l'ossigeno
fa fatica a passare dal sangue ai tessuti → responsabile delle piaghe sopratutto negli arti inferiori su
gambe e piedi (piede diabetico) che possono portare all'amputazione
la microangiopatia non colpiscono soltanto i capillari superficiali ma anche altri e causa:
1)retinopatia diabetica → microangiopatia dei capillari oculari dove la retina è poco ossigenata
2) nefropatia diabetica
3) neuropatia diabetica → colpisce soprattutto la sensibilità quindi questi pazienti non avvertono
dolore (neanche il dolore dell'infarto miocardico, che è un dolore molto forte e che viene percepito
come un peso allo stomaco molto accentuato)
• il livello normale di glicemia a digiuno è di 60-100/110 mg/dl, una volta mangiato la glicemia sale e
con l'arrivo dell'insulina torna al suo livello normale
• perchè la glicemia scende all'arrivo dell'insulina? → l'insulina sparisce dal sangue perchè entra nei
muscoli e nel fegato
GLICEMIA NEL MUSCOLO
• il muscolo è il più grande consumatore di glucosio del nostro corpo (quando si è a digiuno utilizza gli
acidi grassi); infatti negli anziani che perdono massa muscolare (sarcopenia) è più facile la comparsa
di diabete
• il muscolo produce un'enorme quantità di ATP (per questo utilizza glucosio o acidi grassi)
• per fa entrare il glucosio nella cellula, il muscolo ha dei trasportatori specifici che si chiamano
GLUT4, ma questi trasportatori non sono sempre presenti sulla membrana
• a digiuno i GLUT4 sono raccolti all'interno della cellula in quanto il pezzetto di membrana su cui si
trovano si introflette formando una vescicola e rimanendo così all'interno
• quindi a digiuno il muscolo non prende glucosio dal sangue poiché altrimenti causerebbe
un'ipoglicemia grave, infatti a digiuno il muscolo utilizza gli acidi grassi, lasciando il glucosio al
tessuto nervoso che ne ha bisogno in quanto per la sua produzione energetica può utilizzare solo quello
( in caso di emergenza utilizza i corpi chetonici)
• dopo un pasto c'è glucosio a sufficienza sia per i muscoli che per il tessuto nervoso, così i si forma un
legame tra l'insulina e i suoi recettori in modo tale da stimolare i GLUT4 a riposizionarsi sulla
membrana e a far entrare glucosio nella cellula – l'insulina fa entrare il glucosio nei muscoli

GLICEMIA NEL FEGATO


• effetto anabolizzante dell'insulina a tutti gli effetti in quanto stimola:
sintesi proteica
sintesi lipidica
sintesi di glicogeno
• il glucosio può entrare liberamente nel fegato senza l'azione dell'insulina
• l'insulina entra in gioco quando il glucosio deve essere sintetizzato in glicogeno
• la quantità media di glicogeno nel fegato è di circa mezzo chilo
• la funzione dell'insulina nel fegato è di avviare i processi enzimatici per la sintesi di glicogeno e di
inibire/ bloccare la gluconeogenesi (formazione/sintesi di nuovo glucosio a partire da altre molecole,
soprattutto aminoacidi) poiché dopo un pasto questa funzione non è necessaria

TESSUTO NERVOSO
• il glucosio entra liberamente nei neuronin
• l'unica eccezione è l'ipotalamo che, invece, ha bisogno di insulina per fare entrare glucosio nei suoi
neuroni, soprattuto nei centri di controllo della fame e della sazietà
• nei soggetti diabetici poco controllati, essendoci una carenza di insulina, nell'ipotalamo entra poco
glucosio e questo stimola l'impulso della fame in quanto crede che non ci sia abbastanza glucosio
nell'organismo quando in realtà è la carenza di insulina dovuta al diabete a “prendere in giro” il sistema
di controllo della fame dell'ipotalamo

TESSUTO ADIPOSO
• azione anabolizzante nello stimolo di deposito di trigliceridi (per questo mangiando dolci si mette su
grasso)
• facilita l'entrata del glucosio

GLUCAGONE
• secreto dalle cellule alfa del pancreas
• azione contraria dell'insulina
• se l'insulina è l'ormone della sazietà, il glucagone è l'ormone del digiuno (che inizia quando la
glicemia ritorna ai livelli normali)
• stimola:
1) glicogenolisi → demolizione delle riserve di glucosio
2) gluconeogenesi → formazione di nuovo glucosio a partire da altre molecole
3) chetogenesi → formazione di corpi chetonici (quando il muscolo utilizza molti acidi grassi per la
produzione di ATP)

GHIANDOLA SURRENALE
• formata da due componenti; una parte centrale (midollare) e una parte esterna (corticale)
• la corticale è una ghiandola endocrina a tutti gli effetti
• la midollare è una ghiandola fatta di cellule endocrine che si comporta come un ganglio nervoso
• GANGLIO: gruppo di corpi cellulari neuronali del sistema nervoso periferico e si differenzia dal
NUCLEO (è un gruppo di cellule neuronali del sistema nervoso centrale)
– una via del sistema nervoso vegetativo è fatta di due neuroni: un primo (neurone pregangliare) che
parte dal midollo spinale o dal sistema nervoso centrale e un secondo (neurone postgangliare)che si
trova in un ganglio, ed è il secondo neurone che va all'obbiettivo
– i neuroni postgangliari ortosimpatici liberano noradrenalina
• la midollare del surrene riceve neuroni ortosimpatici pregangliari, ma nella midollare ci sono cellule
ghiandolari endocrine e non neuroni
• le cellule endocrine midollari del surrene fungono quindi da neuroni ortosimpatici postgangliari ma
anziché liberare noradrenalina, liberano nel sangue adrenalina (con una piccola percentuale di
noradrenalina anche loro e dopamina, che è della stessa famiglia)
• adrenalina, noradrenalina e dopamina insieme, sono chiamate catecolamine
qual è la funzione del surrene? e perché ci sono due ghiandole, molto diverse istologicamente, che
formano una esternamente la corteccia e una internamente il midollo?
• la funzione principale di questa ghiandola è lo stess, è una doppia ghiandola che combatte lo stress
(minaccia qualsiasi della nostra integrità – omeostasi, equilibrio corporei)
• vie anti-stress:
1) SAM (Sympathetic-Adrenal-Medulla // sistema ortosimpatico midollare del surrene): dove ci sono
dei neuroni ortosimpatici pregangliari che arrivano alla midollare del surrene e la stimolano a produrre
adrenalina → rapido e di poca durata, risposta immediata al pericolo esterno a noi, con aumento della
frequenza cardiaca, aumento dell'attività respiratoria, iperglicemia e vasodilatazione dei vasi muscolari
2) HPA (Hypotalamus Pituitary(ipofisi) Adrenal Cortex ): lento e di lunga durata → agisce con il
cortisone (ormone steroideo molto più potente dell'adrenalina ma molto lento poiché per stimolare la
sintesi delle nuove proteine deve entrare nella cellula e deve arrivare al suo recettore), la risposta è
antinfiammatoria, anti-stress per pericoli interni a noi
• la corteccia surrenale è formata da tre strati, che produco ognuno una famiglia di ormoni diversa che
sono di tipo steroideo (il precursore è il colesterolo -alcol non liposolubile, associato ai grassi in
medicina-)
1) strato esterno: zona glomerulosa → produce mineralcorticoidi (si chiamano così perchè agiscono
sul bilancio minerale, per lo più sul sodio) – il capostipite è l'aldosterone che agisce sul tubulo
contorto distale del nefrone e favorisce il riassorbimento del sodio
2) strato intermedio: zona fascicolata → produce glucocorticoidi – sono ormoni che inducono
iperglicemia come effetto secondario, l'ormone più importante è il cortisolo/cortisone
3) strato interno: zona reticolata → produce androgeni – il più famoso è il testosterone
• ACTH agisce quasi esclusivamente sulla zona fascicolata
• la zona glomerulosa è guidata dal sistema renina-angiotensina
• gonadotropine stimolano la zona reticolata
• effetti del cortisolo/cortisone: possono essere molto dannosi in quanto è molto potente, il puù potente
tra tutti gli antinfiammatori
a. diminuzione della massa muscolare (sarcopenia)
b. diminuzione della formazione ossea (osteoporosi) – aumento del riassorbimento osseo
c. modulazione del tono dell'umore e dello stato di veglia
d. aumento della filtrazione glomerulare e della clearance dell'acqua libera (trattiene acqua →
ritenzione idrica)
e. diminuzione del tessuto connettivo
f. inibizione della risposta immunitaria
g. aumento del tono arteriolare – diminuzione della permeabilità
• il cortisone viene sintetizzato nelle 24h e abbiamo quindi un picco massimo e un picco minimo nella
secrezione di cortisolo
– il picco massimo è al mattino, per questo ci svegliamo e siamo attivi nella giornata
– il picco minimi è la sera/notte, per questo ci viene sonno

IL CICLO MESTRUALE
• consiste nella maturazione di una cellula uovo, nella liberazione di essa
• se la cellula uovo viene fecondata, si impianta nell'endometrio e da vita quindi ad una gravidanza
• se la cellula uovo non viene fecondata, viene espulsa insieme all'endometrio, tramite il vero e proprio
mestuo
• la cellula uovo nasce con un certo numero di follicoli già predeterminato, le cellule uovo con rarissimi
follicoli sono causa di sterilità incorreggibile
• questi follicoli maturano uno al mese, sotto il governo delle gonadotropine ipofisarie (LH e FSH) ma
anche ESTROGENI e PROGESTERONI prodotti dall'ovaio stesso
• il follicolo aumenta il suo volume
• si forma una parete contenente del liquido e all'interno la cellula uovo comincia a maturare
• a partire da una mestruazione, l'endometrio si prepara per accogliere un'ipotetica gravidanza e quindi
aumenta il suo spessore, le cellule di sostegno, il collettivo, i vasi sanguigni
• nel frattempo il follicolo attraversa la sua fase follicolare, cresce guidata per lo più dall'estrogeno,
mentre il progesterone, in questa prima fase, si mantiene basso
• dopo 14 giorni c'è un picco di LH e FSH che fa scoppiare il follicolo e l'ovulo esce dall'ovaio
• le fimbrie prendono il follicolo e lo portano nella tuba uterina – questa fase è molto delicata in quanto
se l'ovulo cade e non entra nella tuba uterina va a finire nel cavo del Douglas che è la parte più bassa
della cavità peritoneale –
• l'ovulo si trova quindi nella tuba uterina e già qui, all'inizio mentre scorre per arrivare nell'utero può
essere fecondato dallo spermatozoo
• la parete esterna del follicolo, una volta espulso, s'inspessisce e diventa il corpo luteo
• il corpo luteo è una ghiandola endocrina che secerne gonadotropina corionica umana e progesterone
→ in questa fase luteinica il progesterone aumenta mentre i livelli di estrogeno calano
• se l'ovulo non viene fecondato, il corpo luteo va incontro ad un'atrofia e quindi i livelli di progesterone
si abbassano nuovamente e si hanno le cosiddette mestruazioni
• se l'ovulo invece è fecondato si impianta nell'endometrio ed inizia la vera e propria gravidanza

IL SISTEMA NERVOSO

• il confine tra il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico si trova nella ramificazione di
due fasci di fibre nervose che si estendono, originando dal midollo spinale: il fascio anteriore è
chiamato radice ventrale, mentre il fascio posteriore è chiamato radice dorsale – quest'ultima è
sempre riconoscibile per la presenza di un rigonfiamento chiamato ganglio della radice dorsale
→ ricorda che: un insieme di corpi cellulari neuronali si chiama nucleo se si trova nel sistema
nervoso centrale (SNC), si chiama ganglio, invece, se si trova nel sistema nervoso periferico (SNP)
– inoltre, un fascio di assoni si chiama nervo nel SNP, e si chiama tratto (o colonna se è molto
grande) nel SNC
• le radici originano e per il primo pezzo si trovano ancora nel canale midollare, mentre la loro
ramificazione è esterna e proprio al di fuori del canale midollare le due radici si fondono a formare un
nervo spinale che esce da uno dei fori intervertebrali (formati dall'unione di due dischi vertebrali, uno
superiore ed uno inferiore) → da ogni foro escono due nervi spinali, uno a destra e uno a sinistra e
proprio tutti questi nervi formano il sistema nervoso periferico
• il SNC è formato da:
– emisferi cerebrali → la superficie degli emisferi cerebrali è chiamata corteccia cerebrale: la
corteccia è attraversata da pieghe chiamate circonvoluzioni, queste ultime hanno il compito di
aumentare l'ampiezza della corteccia pur rimanendo in quello spazio predefinito, infatti esse sono
proporzionale al livello di evoluzione dell'animale; sulla corteccia troviamo anche due solchi profondi
molto importanti: la scissura centrale o scissura di Rolando e la scissura di Silvio; la scissura di
Rolando è il punto di confine tra il lobo frontale e il lobo parietale ma è anche il punto di
separazione tra due aree molto importanti della corteccia: l'area motoria (situata davanti alla scissura
di Rolando e perciò chiamata anche area pre-rolandica) e l'area sensitiva (situata dietro la scissura di
Rolando e perciò chiamata anche area post-rolandica); queste due aree corticali sono le più importanti
perchè sono quelle che ci permettono di comunicare di più, rispetto alle altre aree, con i nostri simili
– cervelletto
– tronco dell'encefalo → tronco dell'encefalo è la struttura che connette il midollo spinale all'encefalo
propriamente detto, ed è diviso in tre parti: bulbo, ponte e mesencefalo – il tronco dell'encefalo è
inoltre il nostro cervello primitivo, in quanto il sistema nervoso è l'unica “parte” del nostro organismo
in cui si conservano ben visibili i segni dell'evoluzione
– midollo spinale → sezionando il midollo spinale, troviamo due aree di colori diversi: una più interna
e scura, chiamata sostanza grigia del midollo spinale, essa ha una forma a farfalla le cui “ali” formano
quattro prolungamenti chiamati corna, due dorsali e due ventrali; e una più esterna e più biancastra
chiamata sostanza bianca del midollo spinale
• la parte centrale del cervello, nucleo fondamentale di esso (formato da tronco dell'encefalo, ipotalamo e
ipofisi) è quella parte che contiene le funzioni base, minime per la sopravvivenza, sia nell'uomo che
negli animali meno evoluti;
– ovviamente l'uomo con l'evoluzione ha aggiunto varie altre funzioni importanti come l'esecuzione di
movimenti assai fini, la capacità di pensare e ideare, un sistema di sensibilità molto evoluto portando
quindi all'aumento di massa neuronale arrivando a centomilamiliardi di neuroni – mentre gli animali
meno evoluti hanno poche migliaia di neuroni perchè per vivere gli bastano le funzioni base e quindi
hanno una massa neuronale meno sviluppata composta per la maggior parte dal nucleo centrale del
cervello
• ventricoli cerebrali → cavità del SNC, tutte in comunicazione tra di loro, se ne trovano:
– due ventricoli laterali
– un terzo ventricolo al centro
– un quarto ventricolo formato dalla sovrapposizione del tronco dell'encefalo e del cervelletto
• la distribuzione dei neuroni nel sistema nervoso,è assai ordinata ed in base a questo sappiamo che:
– nelle corna ventrali della sostanza grigia del midollo spinale si trovano i neuroni motori, che sono
efferenti (ossia che trasportano le informazioni dal centro alla periferia)
– nelle corna dorsali della sostanza grigia del midollo spinale si trovano i neuroni sensitivi, che sono
afferenti (ossia che trasportano le informazione dalla periferia al centro)
• il SNP si divide in:
– somatico (detto sistema nervoso di relazione poiché ci permette di interagire); si divide in motorio
(efferente) e sensitivo/sensoriale (afferente)
– vegetativo (detto autonomo o simpatico); si divide in ortosimpatico e parasimpatico; il loro
compito è stato ben riconosciuto solo di recente, ossia il primo reagisce in tutti i meccanismi di
controllo dello stress di ogni tipo, mentre il secondo controlla l'omeostasi quindi sull'equilibrio sano
del nostro corpo
• il sistema nervoso agisce quasi sempre su base riflessa:
→ quasi perchè alcuni movimenti volontari non sempre sono basati/motivati da un riflesso
→ riflesso perchè aspetta di ricevere informazioni dalla periferia per poi reagire con risposte opportune
• lo schema riflesso si compone di 5 parti:
1. recettori → raccolgono le informazioni da fuori, dalla periferia
2. via afferente → via nervosa che trasporta le informazioni dalla periferia al centro
3. centro di integrazione → può essere molto semplice o molto complicato ed elabora una risposta
4. via efferente → via nervosa che trasporta la risposta dal centro alla periferia (nuovamente)
5. effettore → struttura (organo o apparato ecc) che esegue gli ordini del SNC

NEURONE
• ha forme molto diverse, ma quello “classico” di riferimento è il motoneurone spinale
• composto da:
– un corpo cellulare chiamato soma
– dal soma partono diverse estensioni chiamate dendriti
– i dendriti servono ad estendere il raggio d'azione del soma e raccolgono altre informazioni da altri
neuroni avendo quindi anche una funzione di ricezione
– dal corpo cellulare si estende una parte a forma di cono che si chiama segmento iniziale dell'assone
(o monticolo assonico o cono di emergenza dell'assone)
– dal cono inizia l'assone, ossia un prolungamento del neurone che può variare in lunghezza (alcuni
non hanno proprio il prolungamento assonico, mentre altri hanno un prolungamento assonico di decine
di centimetri, anche fino a mezzo metro)
– la maggior parte degli assoni è rivestita da una guaina mielinica → formata da cellule che avvolgono
gli assoni a spirale e contengono una sostanza lipidica, isolante dal punto di vista elettrico
– alla fine dell'assone ci sono delle ramificazioni/rigonfiamenti che si chiamano terminazioni
sinaptiche o bottoni sinaptici (la sinapsi è la struttura neuronale che permette di trasmettere
l'informazione ad altre cellule)
• dopo il motoneurone, il neurone più rappresentato è il neurone pseudounipolare, detto anche cellula a T
→ esso presenta due assoni, uno periferico e uno centrale, e tra i due c'è una piccola ramificazione che
porta al corpo cellulare che è privo di dendriti; questi neuroni sono molto conosciuti perchè sono quelli
che costituiscono i gangli delle radici posteriori o dorsali, e sono neuroni sensitivi
• i neuroni comunicano:
- tra di loro
- con il tessuto muscolare liscio, striato e cardiaco
- con il tessuto ghiandolare
• nel sistema nervoso però non troviamo solo neuroni, ma anche:
– cellule che producono la guaina mielinica → variano dal SNP al SNC; nel SNP sono le cellule di
Shwann a produrre la guaina mielinica: nel SNC sono gli oligodendrociti a produrre la guaina
mielinica
- astrociti (nel SNC) → prima si pensava fossero cellule “aiutanti” dei neuroni, ma ora si pensa che
abbiano molte più funzioni di così (al punto che l'Alzheimer sembra inizi da una alterazione degli
astrociti prima dei neuroni, quindi ora si cerca di garantire la salute degli astrociti nella cura per
l'Alzheimer, in quanto se essi stanno bene anche i neuroni stanno bene)
• nervi → sono fasci di fibre nervose periferiche e sono sempre misti, con fibre di diversi tipi (assoni
piccoli, grandi, con o senza guaina mielinica, spessa o meno spessa) e anche queste portano il segno
dell'evoluzione in quanto abbiamo fibre nervose poco efficienti e antiche accanto a fibre nervose più
efficienti e modernissime, magari tutte contenute nello stesso nervo, questo perchè ogni funzione ha
l'assone necessario ad essa e, appunto, alcune richiedono fibre efficientissime mentre altre richiedono
fibre meno efficienti
– abbiamo dunque tre tipi di fibre:
1. FIBRE A →sono mielinizzate con una guaina mielinica molto ben visibile;
→ si dividono a loro volta in:
– Aα (A-alfa) → sono le fibre più efficienti presenti nel nostro organismo e sono anche le più veloci,
arrivano fino a 120 m/s (400 km/h); svolgono funzioni che richiedono velocità, quindi si trovano nei
motoneuroni e nei propriocetttori (recettori molto importanti che informano il SNC sulla posizione
nel corpo nello spazio, sul movimento dei vari segmenti corporei, sulla direzione e la velocità del
movimento e grazie a questi sappiamo tutte queste cose anche ad occhi chiusi)
– Aβ (A-beta)
– Aδ (A-gamma)
– A∆ (A-delta) → sono le fibre del dolore rapido
2. FIBRE B → sono mielinizzate con una guaina mielinica più discontinua del normale (normalmente
la guaina mielinica è discontinua nel senso che le cellule di Shwann lasciano dei “piccoli vuoti”
chiamati nodi di Ranvier tra un pezzetto di guaina e l'altro)
→ sono le fibre del sistema nervoso vegetativo
3. FIBRE C → sono amieliniche, non presentano guaina mielinica e sono le più antiche, lente e
sottilissime
→ sono le fibre del dolore lento
• tutte le cellule viventi sono polarizzate quindi hanno una differenza di potenziale misurabile tra i due
lati della membrana (potenziale cellulare); sono cariche elettricamente, negative all'interno e positive
all'esterno, la maggior parte delle cellule ha un potenziale cellulare basso di pochi milliVolt e stabile,
che non cambia mai finchè la cellula è viva; mentre certe altre cellule hanno un potenziale cellulare alto
ed hanno la capacità di cambiare il potenziale di membrana se adeguatamente stimolate, per questo
sono dette eccitabili → la maggior parte delle cellule del nostro organismo sono stabili elettricamente
→ i neuroni sono cellule eccitabili, così come lo sono le cellule cardiache, la cellula muscolare
scheletrica, la cellula muscolare liscia e alcuni recettori; esse sono in grado di rispondere ad uno
stimolo con una variazione del potenziale di membrana che si chiama potenziale d'azione;
• fasi del potenziale d'azione:
1. potenziale di riposo (-70 milliVolt)
2. stimolo
3. si supera il potenziale soglia ( -55 milliVolt)
4. si aprono i canali per il sodio (che normalmente sta fuori, mentre il potassio sta all'interno)
5. il sodio entra, depolarizza il neurone (lo rende sempre meno negativo arrivando a +35 milliVolt)
6. una volta che il neurone è positivo, il potazzio esce portando via cariche positive al neurone
7. il neurone comincia e ripolarizzarsi e torna a ìnegativo (ad un certo punto è anche iperpolarizzato,
ossia è uscito troppo potassio ed è troppo negativa)
8. viene ristabilito l'equilibrio ionico tramite la pompa sodio-potassio
→periodo refrattario assoluto: quando il neurone è depolarizzato, è ineccitabile
→ periodo refrattario relativo: quando la cellula è ipepolarizzata, è eccitabile solo con uno stimolo
più intenso
• il potenziale di riposo del neurone è di circa -70 milliVolt, se si riesce ad alzare questo valore a circa
-55 milliVolt, otteniamo un potenziale d'azione ossia una scarica elettrica attiva della cellula; nel
neurone si possono formare due tipi di correnti:
1) una corrente attiva che dipende dall'apertura di canali ionici, in particolare di canali per il sodio →
il potenziale d'azione segue quindi la legge del tutto o nulla, secondo la quale se lo stimolo è
sufficiente il potenziale d'azione, che è sempre uguale (risponde al massimo delle sue potenzialità)
anche se lo stimolo aumenta, l'importante è che superi la soglia dei -55 milliVolt; se invece lo stimolo
non arriva a superare la soglia si ha una risposta nulla (non risponde per niente)
→ il potenziale d'azione scorre per l'assone in due modi:
1. nelle fibre senza guaina mielinica scorre “punto a punto”, da un canale per il sodio all'altro poiché
uno crea uno stimolo per il successivo, e questa conduzione è molto lenta (FIBRE C, amieliniche)
2. nelle fibre mieliniche, la conduzione avviene in modo saltatorio, ossia il potenziale passa (sotto) da
un nodo di Ranvier all'altro perchè solo questi hanno i canali per il sodio; è un meccanismo molto
veloce che prende velocità a seconda di quanto è spessa la guaina mielinica e da quanto sono lontani tra
di loro i nodi di Ranvier (FIBRE A e B, mielinizzate); proprio questi ultimi creano una corrente
elettrotonica che scorre, conservandola, fino al nodo successivo così che abbia abbastanza forza per
aprire i canali per il sodio
2) una corrente passiva (corrente elettrotonica) che scorre sulla superficie del neurone senza che si
aprano i canali ionici (simile alla corrente che scorre nei cavi elettrici); la corrente elettrotonica si
forma a livello delle giunzioni sinaptiche, tra un neurone e l'altro, e da li scorre, si attenua e poi
svanisce percorre una distanza minima rispetto a quella del potenziale d'azione che scorre per tutta la
lunghezza dell'assone
• monticolo assonico: è importante perchè è lì che nasce il potenziale d'azione; nei dendriti e nei corpi
cellulari neuronali non ci sono canali per il sodio, ci sono solo nel monticolo assonico e nell'assone
→ il segnale, lo stimolo per la creazione nel potenziale d'azione arriva dalle varie sinapsi,una sola non
è sufficiente a creare un potenziale d'azione, esso si forma solo grazie alla formazione (da parte di un
gruppo di sinapsi) di una serie di piccole correnti elettrotoniche (si chiamano potensiali post-sinaptici)
che scorrono per i dendriti fino ad arrivare al soma
→ i potenziali post-sinaptici, possono essere eccitatori o inibitori, quindi depolarizzatori o
iperpolizzatori
→ arrivati al soma i segnali eccitatori e inibitori si fondono creando un potenziale finale che se è
abbastanza potente innesca il potenziale d'azione nel monticolo assonico, altrimenti nulla (legge del
tutto o nulla)

SINAPSI
• è la zona di comunicazione tra il neurone e le altre cellule
• la scoperta si deve a Camillo Golgi e a Santiago Ramon y Cajal
• il primo pensava che i neuroni fossero tutti attaccati durante le sinapsi, il secondo invece diceva che
erano staccati, ed infatti aveva ragione
• Cajal scoprì lo spazio intersinaptico grazie alla tecnica di colorazione istologica (ematossilina-eosina)
scoperta da Golgi e così presero il Nobel lo stesso anno
• Golgi dal canto suo non aveva sbagliato completamente, infatti esistono delle sinapsi dove i neuroni
sono attaccati e sono le sinapsi elettriche
• sinapsi elettrica: qui le cellule pre e post sinapstiche sono unite tra di loro, il plasma è comunicante e
il potenziale passa tranquillamente da una cellula all'altra; è una sinapsi antica e poco efficiente perchè
non esercita una forza per dare direzione al potenziale, e non la troviamo nel nostro organismo ad
eccezione del cuore che ha le cellule tutte unite e comunicanti tra di loro tramite le gap junction e tra di
esse il potenziale passa come in una sinapsi elettrica, senza interruzione
-è solo eccitatoria
• sinapsi chimica: qui le cellule pre e post sinaptiche sono divise da una fessura sinaptica e il potenziale
lì si ferma, per trasferirlo all'altra cellula, la cellula presinaptica utilizza dei neurotrasmettitori, che
attraversano la fessura sinaptica e si legano ai recettori specifici presenti sulla cellula postsinaptica e la
depolarizzano
• le sinapsi chimiche hanno uno svantaggio: la lentezza, causa un ritardo di 5 millisecondi
• le sinapsi chimiche hanno diversi vantaggi:
- sono unidirezionali, permettendo la formazione di reti nervose molto complesse
- possono essere sia eccitatorie che inibitorie
- sono plastiche → possono modellarsi, quindi formarsene di nuove o annullarsene e cancellarsene altre
→ utile per l'apprendimento e la memoria
- sono sensibili ai farmaci → molti farmaci agiscono sul sistema nervoso anche se devono surare una
patologia non del sistema nervoso
• il risultato della sinapsi chimica, quando i neurotrasmettitori si legano ai ricettori, sono i potenziali
post-sinaptici che scorrono sui dendriti e sul soma fino a formare il potenziale finale che se è
abbastanza potente forma il potenziale d'azione sul monticolo sinaptico

NEUROTRASMETTITORI DEL SNP


• acetilcolina: neurotrasmettitore dei motoneuroni (sistema somatico), del sistema nervoso
parasimpatico e dei gangli vegetativi
• noradrenalina: neurotrasmettitore dei neuroni post-gangliari del sistema nervoso ortosimpatico
• noradrenalina, adrenalina e dopamina rientrano nella famiglia delle catecolamine (catecolo + ammina)
• la differenza tra adrenalina e noradrenalina (chiamate anche epinefrina e norepinefrina) è che la prima è
un ormone che agisce come tale, prodotto dal surrene, mentre la seconda è -appunto- un
neurostrasmettitore

RECETTORI DEL SNP


• ce n'è molti e sono importantissimi per far si che la risposta sia adeguata allo stimolo
• acetilcolina ha due recettori:
1. nicotinico (sensibile alla nicotina) → (ne esistono diversi tipi)recettori del muscolo scheletrico che
hanno attivatori selettivi come la fisostigmina e simili e che hanno inibenti selettivi come il curaro
2. muscarinico (sensibile alla muscarina, alcaloide contenuto dei funghi manita muscaria) → (ne
esistono circa una dozzina di tipi con effetti differenti) bloccante: atropina (estratto dall'atropa-
belladonna// utilizzato anche dagli oculisti per fare l'esame del fondo dell'occhio)
• ogni recettore ha i suoi agonisti ed antagonisti
• gli antagonisti non hanno un effetto “infinito”, quindi dopo un certo periodo di tempo (15/20 minuti per
il curaro e circa un'ora/due per l'atropina, ad esempio) il loro effetto svanisce e i recettori tornano a
svolgere la loro funzione

NEUROTRASMETTITORI DEL SNC


• ci sono due grandi “famiglie”:
1) neurotrasmettitori classici:
I: acetilcolina
II: noradrenalina
III: adrenalina
IV: dopamina → molto localizzata nell'amigdala (“cervello emotivo”); associata alla regolazione della
personalità e delle emozioni
V: serotonina → legata all'umore; un tipo di farmaco antidepressivo va a potenziare l'effetto di questo
neurotrasmettitore, la cui mancanza può portare gli effetti contrari all'euforia, spensieratezza, felicità,
ecc
VI: istamina
amminoacidi eccitatori:
VII: glutammato → molto diffuso nel SNC; estremamente potente al punto che il neurone con eccesso
di glutammato si danneggia, a volte anche irreparabilmente; alcuni soggetti sono sensibili ad esso e se
hanno una ricca dieta di glutammato (ad esempio nella cucina orientale asiatica viene utilizzato per
insaporire, anche i dadi da cucina ne contengono) possono soffrire di una patologia chiamata sindrome
da glutammato (è costituita da mal di testa, flash luminosi, arrossamento cutaneo, vampate di
calore, ecc ossia tutti segnali di un sistema nervoso particolarmente eccitato)
VIII: aspartato
amminoacidi inibitori:
IX: glicina
X: gaba (acido-gamma-amino-butirrico) → abbiamo molti recettori GABA nel nostro organismo;
essi sono estremamente complessi ed hanno all'incirca sei siti di legame diversi:
- per l'acido-gamma-amino-butirrico in sé
- per i barbiturici, che agiscono inibendo il cervello e attivando il recettore stesso
- per le benzodiazepine che agiscono sui recettori GABA; le benzodiazepine sono dei tranquillanti
minori (valium, lexotan, xanax, farmaci ansiolitici)
- per il progesterone, cosiddetto ormone della gravidanza che permette, proprio agendo sui recettori
GABA, alle gestanti di sentirsi meno in ansia e più “rilassate”
gas:
nitrossido (NO)
monossido di carbonio (CO)
2) neuropeptidi
→ ci sono parecchi neuropeptidi, la categoria più famosa sono le endorfine
endorfine → neurotrasmettitori peptidici coinvolti nella modulazione e riduzione del dolore, e nei
meccanismi di ricompensa;
→ vennero “scoperte” cercando di capire come fosse possibile che l'oppio (sostanza estranea ed esterna
al nostro organismo) e i suoi derivati (morfina, eroina, ecc) reagiva con così tanto successo sul nostro
corpo, doveva esserci per forza un recettore in grado di legare queste molecole e di “farle funzionare”,
ed erano proprio le endorfine che -guarda caso- hanno effetti simili ai derivati dell'oppio e per questo
vengono anche chiamate oppiacei endogeni
→ quando siamo sottoposti a stress di grandi entità, il nostro organismo produce endorfina, la quale
produce una sensazione di appagamento e soddisfazione che solitamente fa seguito ad un'attività di
sforzo fisico importante
→ negli atleti può causare una sorta di dipendenza, vede una sorta di crisi di astinenza da endorfine e
quindi è simile alle crisi di astinenza da oppiacei
• di recente sono state aggiunti i neurosteroidi → molecole steroidee (derivate dal colesterolo) che
hanno effetto di neurotrasmettitori
• alcuni neurotrasmettitori sono presenti in maggiori quantità in determinate aree del nostro corpo

SENSIBILITÀ
• in realtà non abbiamo “solo” i cinque sensi (vista, gusto, olfatto, udito e tatto)
• nel tatto rientrano diversi altri tipi di sensibilità:
1. pressione/contatto
2. caldo
3. freddo
4. propriocezione – in cui rientra la capacità di sapere qual è il movimento e la posizione delle
articolazioni, qual è la lunghezza e la tensione del muscolo
• abbiamo inoltre sensibilità:
1. al dolore
2. all'accelerazione rotazionale e lineare
• ogni sensibilità ha il suo recettore:
1. recettori di segnale meccanico: sono i più presenti e utilizzati; parametri fisiologici come la
pressione arteriosa, il movimento del capo (sistema vestibolare), il tatto, l'udito, il movimento dei
muscoli e delle articolazioni vengono trasdotti in stimoli meccanici, così come molti altri segnali
2. recettori di segnali luminosi: presenti nell'occhio
3. recettori di segnali termici
4. recettori di segnali chimici: olfatto, gusto o chemocettori dell'apparato respiratorio (o anche dello
stomaco)
5. recettori di segnali elettrici: non si conosce nell'uomo l'esistenza di questi recettori
6. recettori di segnali magnetici: oggetto di studi recenti; prima si sapeva che solo alcuni animali più
semplici erano sensibili ad essi, come le api, alcuni pesci, i piccioni viaggiatori; recentemente è stato
dimostrato che anche noi abbiamo una sensibilità magnetica; abbiamo ben due sistemi di rivelazione
magnetica:
1. presenza di granuli di magnetite in alcune cellule; questa magnetite è legata, attraverso filamenti
proteici, a canali ionici e quando il campo magnetico cambia, i granuli si spostano, tirando i filamenti e
aprendo così i canali ionici → azione meccanica
2. presenza di una proteina, il criptocromo, ha un effetto biochimico sul metabolismo della cellula
→ azione chimica

RECETTORI SENSORIALI DI 1°, 2° E 3° CLASSE


1° classe: quasi tutti i recettori sensoriali fanno parte di questa classe
• sono dei neuroni a T le cui ramificazioni finali possono essere o libere (inserite tra una cellula e l'altra
di un tessuto) o -nella pelle soprattutto- rivestite da involucri connettivali utili alla selezione di uno
stimolo più mirata
2° classe: nell'uomo si trovano solo nell'orecchio interno
• sono recettori acustici o vestibolari
• cellule cigliate che liberano un neurotrasmettitore solo quando le ciglia vengono piegate
• lo stimolo che vogliamo raccogliere (suono, movimento del capo) deve trasformarsi in qualcosa che
possa piegare le ciglia delle cellule in modo tale che esse liberino i neurotrasmettitori e lo percepiscano,
inviandolo al neurone (cellula gangliare) che lo porta al SNC
3° classe: si trovano nella retina dell'occhio
• sono i coni e i bastoncelli
• sono sensibili ad una piccola porzione dello spettro elettromagnetico, ossia alla luce visibile
• recentemente è stato scoperto nella retina un terzo tipo di recettore: una cellula gangliare con
particolare sensibilità alla luce
• le cellule gangliari non servono per vedere ma per informare l'ipotalamo e la ghiandola pineale, della
presenza di luce o buio
- la ghiandola pineale viene inoltre informata della qualità della luce che investe il nostro occhio e
proprio in base a questa informazione, produce la quantità di melatonina adatta per i cicli circadiani
- si è inoltre visto che è molto importante anche la colorazione della luce per la produzione di
melatonina; la luce che migliora le potenzialità della nostra ghiandola pineale è la luce gialla/ luce del
sole – mentre la luce azzurrina/bianca è biochimicamente destabilizzante per alcune parti del nostro
corpo oltre alla ghiandola pineale, e a lungo andare può portare a disturbi partologici non indifferenti

PELLE
• è la parte del nostro corpo che ha la più vasta gamma di recettori, tutti di 1° classe con terminazioni
libere modificate
• hanno terminazioni libere non modificate:
- i recettori del dolore
- i recettori termici (caldo e freddo)
→ ciò che differenzia una sensazione dall'altra (ricezione dolorifica o termica) sono proprio i recettori
molecolari presenti sui recettori sensoriali di membrana
→ questi recettori molecolari, sono stati recentemente scoperti e sono stati chiamati TRP-V (transient
receptor potential – vanilloid → vanilloid sensibili a diversi tipi di vanilloide -V1,V2,ecc-) e a seconda
del tipo di TRP-V si avrà sensibilità al freddo, al caldo o al dolore
• corpuscolo di Pacini: ha terminazioni libere rivestite da diversi strati connettivali, lubrificati da un
liquido
→ grazie alla loro forma hanno una sensibilità vibratoria: essa ci permette di comprendere, ad
esempio sfregando il dito su una superficie, se quest'ultima è liscia o rugosa
• organo di Ruffini: ha terminazioni libere con strutture connettivali (diverse da quelle del Pacini)
→ ci permette la sensibilità alla tensione della pelle: ad esempio scorrendo il dito su una superficie
possiamo capire in che modo esso scorre, se più o meno facilmente, grazie a come la pelle si tende
• corpuscolo di Meissner: è sensibile a pressioni leggerissime
• dischi di Merkel: classificati come recettori del tatto, in realtà hanno molte più funzioni ancora da
studiare
→ ad esempio sono responsabili del tipo di capello che abbiamo (liscio, riccio, mosso) e quando i
pazienti chemioterapici perdono i capelli e quando ricrescono hanno una conformazione diversa è
proprio perchè la chemioterapia ha “rovinato” i dischi di Merkel
→ sembrano anche avere delle capacità piezoelettriche, ossia quando vengono compresse producono
correnti elettriche
→ contengono anche rettori particolarmente magneto-sensibili e pare che i dischi di Merkel siano
anche dei trasmettitori di segnali elettromagnetici

I RECETTORI HANNO CAPACITA' DI ADATTAMENTO


• se uno stimolo viene ripetuto costantemente i recettori smettono di rispondere al segnale → capacità di
adattamento
• alcuni recettori si adattano velocemente, altri meno, altri mai
• i recettori dolorifici (trasportati dalle fibre C) non si adattano mai → grazie al dolore l'uomo reagisce
• i recettori olfattivi si adattano dopo poco tempo
• i recettori con capacità di adattamento maggiore sono i corpuscoli di Pacini, i recettori tattili epicritici
• abbiamo due tipi di tatto:
1) ci avvisa che qualcosa è a contatto con la nostra pelle
2) recettori tattili epicritici: sono “discriminativi”, poiché grazi e a questi riusciamo a distinguere due
stimoli contemporanei, ma questa sensibilità non ha la stessa entità in tutto il corpo ad esempio nelle
zone che ci servono ad “esplorare”, come polpastrelli, lingua e labbra, questi recettori epicritici
percepiscono maggiormente gli stimoli, al contrario accade su gambe e torace, ad esempio – questo
dipende anche dalla grandezza dei campi recettoriali

VIE SENSITIVE
• fatte di 3 neuroni: 1 periferico e 2 centrali
• il periferico ha il soma nei gangli delle radici dorsali
• il terzo neurone ha sempre il soma nel talamo (attraverso cui passano tutti i segnali diretti alla
corteccia, segnali di ogni tempo)
• il secondo può avere il soma in due posti differenti, perchè noi abbiamo sue vie sensoriali diverse: una
antica e una moderna → anche qui troviamo i segni dell'evoluzione
• sensibilità protopatica (antica) → trasporta informazioni base, minime per la sopravvivenza come il
dolore, la temperatura, il prurito e il tatto “grossolano”, non selettivo
→ il secondo neurone delle vie di questa sensibilità si trova nelle corna posteriori del midollo
spinale, allo stesso livello del primo neurone
→ quando il secondo neurone “entra” s'incrocia con il primo
→ il secondo poi si sposta due volte (destra-sinistra // dietro-avanti) e poi risale per due tratti
spinotalamici (perchè partono dal midollo spinale e arrivano al talamo): un tratto spinotalamico
anteriore e un tratto spinotalamico laterale
→ queste vie sensitive vengono generalmente chiamate vie antero-laterali
quindi nella sensibilità protopatica:
1. il primo neurone si trova nelle corna posteriori
2. il secondo arriva, s'incrocia e risale (per uno dei due tratti) arriva al talamo
3. dal talamo, il terzo neurone va alla corteccia sensitiva (post-rolandica) e arriva anche all'insula
(parte di corteccia che rientra nel nostro cervello emotivo-cognitivo)

• sensibilità vibratoria (pallestesia), sensibilità epicritica e sensibilità propriocettiva sono invece le


sensibilità moderne che si sono sviluppate nei mammiferi e in particolare nell'uomo: la loro via
sensitiva ha un percorso diverso:
1) il primo neurone si trova nelle corna posteriori
2) una volta entrato, il primoo neurone risale tramite le colonne dorsali
3) arriva fino al bulbo (parte più caudale del tronco dell'encefalo)
4) nel bulbo troviamo il secondo neurone che si incrocia con il primo e si sposta due volte (prima
destra-sinistra, poi dietro-avanti)
5) il secondo neurone sale fino al talamo attraverso il tratto lemnisco-mediale
6) dal talamo il terzo neurone arriva alla corteccia

IL SISTEMA NERVOSO CERCA DI ESSERE IL PIU' ORDINATO POSSIBILE


• i recettori provenienti da una stessa zona cutanea, convergono nello stesso radice spinale posteriore
• le aree cutanee in cui si distribuiscono le fibre nervose sensitive periferiche sono chiamate
dermatomeri
• ci sono tanti dermatomeri quanti nervi spinali abbiamo e prendono il nome da questi
• i neuroni corticali sensitivi sono disposti in modo somatotopico, ossia in maniera ordinata in base alla
zona ci corpo dalla quale arriva la sensazione
• omuncolo sensitivo: rappresentazione grafica di quanti neuroni abbiamo per la sensibilità corticale di
ogni zona corporea, quindi il criterio è più neuroni impiego più sarà grande quella parte del corpo
dell'omuncolo sensitivo

IL DOLORE
• sensazione spiacevole di danno tessutale, associato ad una reazione emotiva e può essere presente
anche in assenza di stimoli dolorosi
• il dolore neuropatico ad esempio nasce all'interno del sistema nervoso
• il dolore esterno si chiama nocicettivo → termine che raggruppa stimoli nocivi esterni che causano
dolore
• il dolore dipende da 4 fenomeni:
1) trasduzione: attivazione dei recettori sensitivi
2) trasmissione: via nervosa che porta il segnale doloroso alla corteccia
3) modulazione: parte più complessa; meccanismi che da un lato facilitano e dall'altro inibiscono la
percezione del dolore – ad esempio sembra che gli estrogeni facilitino e aumentino la percezione del
dolore
4) percezione: parte che ha fatto inserire la componente emotiva nella definizione di dolore; influenza
l'interpretazione del dolore
• la misurazione del dolore oggettiva è impossibile perchè la componente soggettiva è enorme → scale di
valutazione aiutano
• iperalgesia: uno stesso stimolo può essere interpretato come un fastidio o un dolore intenso da persone
diverse; dipende dai meccanismi di modulazione
• allodinia: una persona può interpretare come dolore uno stimolo che generalmente non è doloroso;
dipende da alterazioni
• abbiamo due sistemi di analgesia (riduzione del dolore):
1) sistema spinale → teoria del cancello, messa a punto da Melzak e Wool (?) che si sono
semplicemente chiesti come è possibile che dopo aver preso una botta, sfregando la mano sulla parte
dolorante, il dolore poi svanisca
- hanno così scoperto che nel midollo spinale, il secondo neurone di una via sensitiva è condiviso da
due neuroni periferici (spiegabile perchè il midollo spinale ha un diametro piccolo e contiene pochi
neuroni)
- il secondo neurone sensitivo delle vie nocicettive è condiviso dalle fibre C (trasportano il dolore
lento) e dalle fibre A-beta (trasportano il tatto)
- se stimolo contemporaneamente queste due fibre, gli stimoli convergono sullo stesso secondo neurone
ma qui c'è un circuito di neuroni inter-spinali che fanno in modo che lo stimolo doloroso non passi
- questo cancello è comandato dalle fibre tattili A-beta → se queste vengono stimolate il cancello si
chiude davanti alle fibre C e il dolore non passa
- questo meccanismo è sfruttato dai TENS (stimolazione nervosa trans-cutanea)
2) sistema tronco-encefalico → analgesia endogena
- una via del dolore mentre risale al talamo rilascia dei collaterali alla sostanza grigia
periacqueduttale (SGP// PAG → peri acqueductal grey, sta intorno all'acquedotto di Silvio, nel
quale scorre il liquor) e questa contiene dei neuroni che tornano invece verso il basso
- il segnale sale verso il talamo e lancia dei collaterali alla SGP, che a sua volta ha dei neuroni che
scendono e vanno a bloccare il passaggio del segnale doloroso a livello del secondo neurone, liberando
endorfine
- questo meccanismo non dura molto ed è un meccanismo di sopravvivenza che si è perfezionato con
l'evoluzione

SENSIBILITA' SPECIALE: LA VISIONE


• è la capacità di alcuni recettori del nostro corpo di rivelare segnali elettromagnetici
• lo spettro elettromagnetico è molto ampio, va dalle onde molto lunghe (“onde terrestri”), alle onde
radio (che noi utilizziamo per trasmettere musica e parole), alle onde corte, ultracorte, i radar, le
microonde → le onde più “piccole” sembrano essere fonte di stress ossidativo e invecchiamento
precoce delle cellule, alcuni ipotizzano che questo a lungo termine sia causa di neoplasie ad esempio,
ma ancora non è stato dimostrato
• la luce visibile dall'occhio umano è solo una minima parte dello spettro elettromagnetico che riesce ad
essere recepita e rivelata dai recettori dell'occhio e “tradotta” in quello che noi chiamiamo luce, ossia
ciò a cui il nostro occhio è sensibile e che il nostro cervello interpreta come luce
• l'occhio è un organo piuttosto complesso poiché oltre ai recettori ospita anche una serie di strutture
ottiche paragonabili ad una macchina fotografica
• rapida anatomia dell'occhio:
– sclera → membrana bianca che avvolge il globo oculare
– cornea → parte anteriore dell'occhio, trasparente; è una delle tante lenti che compongono il gruppo
ottico dell'occhio
– cristallino → altra lente dell'occhio; struttura sferoidale sospesa davanti alla cornea, tenuta da una
serie di legamenti (corona cigliare); mentre la cornea e la camera anteriore non mutano mai, il
cristallino è l'unica parte dell'occhio soggetta a cambiamenti in quanto i legamenti possono “tirare” il
cristallino facendogli cambiare forma (può essere un po' più sferoidale o un po' più piatto) agevolando
così l'accomodazione delle immagini sui recettori
– pupilla → situata davanti al cristallino, ha come la funzione di un diaframma di una vecchia
macchina fotografica; è un foro posizionato al centro dell'iride (parte colorata) che può dilatarsi
(midriasi) o restringersi ( miosi)
– camera anteriore → spazio tra la cornea e il cristallino; contiene liquido e può essere considerata una
lente dell'occhio
– umor vitreo → gelatina trasparente che si trova nella parte posteriore dell'occhio
– retina → sede dei recettori posizionata sul fondo dell'occhio
– papilla del nervo ottico → situata sul fondo dell'occhio permette l'uscita del nervo in posizione
leggermente mediale rispetto all'asse dell'occhio; punto cieco, senza recettori
– fovea → depressione della retina,che in quel punto è più sottile perchè ci sono recettori più corti (i
coni), ed è posizionata lateralmente alla papilla; la fovea è anche il punto in cui cade il focus
dell'immagine (delle lenti)
• i recettori visivi presenti nella retina e che servono a creare un'immagine nel nostro cervello sono due: i
bastoncelli (più alti) e i coni (più corti); e sono entrambi rivolti indietro
• bastoncelli:
– sono recettori semplici
– ci sono in tutto l'occhio tranne che nella fovea
– sono sensibili solo alla luce e al buio quindi non hanno visione a colori (sensibili solo a 16 toni di
grigio)
– sono i recettori che conosciamo meglio in quanto sono presenti anche in altre specie, quindi possono
essere studiati
• coni:
– sono una peculiarità dell'uomo perciò li conosciamo meno
– abbiamo tre famiglie di coni → RGB: una sensibile alla luce blu (blue), una sensibile alla luce verde
(green), una sensibile alla luce rossa (red)

come fanno coni e bastoncelli a rivelare un segnale elettromagnetico come la luce?


• è possibile perché in natura esistono delle molecole chimiche in grado di mutare a causa delle onde
elettromagnetiche
• queste molecole sono molte e non sono presenti solo nell'occhio (ad esempio il precursore della vitD
viene attivato grazie ai raggi ultravioletti che di per sé sono radiazioni elettromagnetiche che vanno a
stimolare il metabolismo che produce vitD completa nella pelle)
• nei coni e nei bastoncelli ci sono delle sostanze chimiche che sono in grado di modificare la propria
struttura molecolare quando sono investite da particolari lunghezze d'onda → queste sostanze si
chiamano pigmenti visivi
• i pigmenti visivi, modificando la propria struttura chimica quando investite da onde elettromagnetiche,
modificano anche la permeabilità della membrana del cono o del bastoncello e da lì parte il segnale
in quanto è proprio così che il recettore “ha fatto il suo lavoro”, ricevendo lo stimolo
• in altri tipi di sensibilità il recettore viene attivato, genera e poi manda un segnale al sistema nervoso
centrale mentre nell'occhio è molto più complesso in quanto il nostro cervello non si accontenta di
sapere se c'è luce o buio ma vuole anche vedere, riconoscere a capire quale oggetto ha di fronte, vuole
memorizzarlo e poi eventualmente riprodurlo in un'idea
• i segnali generati dai coni e dai bastoncelli prima di partire verso la corteccia occipitale subiscono una
serie di complesse trasformazioni ad opera di neuroni posti direttamente nella retina; arrivano
alla corteccia una serie di formazioni elementari (come fossero tessere di un puzzle alcune chiare,,
altre sucre, altre a righe, ecc) di ciò che abbiamo visto e solo la corteccia occipitale riesce ad
elaborarli formano un'immagine vera e propria
• non si sa se c'è un qualche tipo di sfalsamento tra ciò che vediamo realmente e ciò che il nostro cervello
elabora e ci fa vedere → tematica filosofica

VIE OTTICHE
• sono incrociate, ma non totalmente
• i segnali che provengono da mezza retina vanno dal lato opposto, mentre i segnali provenienti dall'altra
mezza retina no
• tutto ciò che si incrocia è detto controlaterale (mentre quando non si incrocia è detto ipsilaterale)
• quindi le fibre nervose che provengono dalla metà di retina temporale sono ipsilaterali (si dirigono
verso la corteccia occipitale temporale) e le fibre nervose provenienti dalla metà di retina nasale sono
controlaterali
→ se alla mia destra si trova un albero, la sua immagine colpirà la retina temporale sinistra e la retina
nasale destra; la metà temporale sinistra va a sinistra e la metà nasale destra va comunque a sinistra
anche lei
→ questo modo di incrociare le informazioni serve a concentrare gli oggetti del campo visivo
• tutto ciò che è alla nostra destra finisce nella corteccia occipitale sinistra e viceversa tutto ciò che è alla
nostra sinistra finisce nella corteccia occipitale destra

VISIONE DEI COLORI


• alterata in chi soffre di daltonismo
• test di Ishiara (1968) → tavole di percezione dei colori formate da immagini puntinate di numeri
colorati su sfondo grigio; i numeri sono un insieme di punti colorati di diverse tonalità a seconda di
quale percezione si sta valutando

DEFORMAZIONE DEL GLOBO OCULARE


• è possibile e porta ad uno spostamento dalla sua normale sede della fovea (punto in cui cade il focus
delle lenti dell'occhio) causando problemi nel mettere a fuoco
• emmetrope: occhio con visione normale
• nei giovani il globo oculare tende ad allungarsi quindi la fovea è spostata indietro, le lenti mettono a
fuoco sempre nel solito punto ma quando l'immagine arriva alla fovea è ormai sfocata → miopia
• miope: occhio con buona visione da vicino, pessima da lontano; per correggere questo distrurbo
occorrono delle lenti che divergono l'immagine luminosa in modo tale da arrivare integra alla fovea e
quindi al punto di focus
• andando avanti con l'età si ha il problema opposto quindi si vede meglio da lontano e peggio da vicino
→ il globo oculare si accorcia e il focus cade dietro la fovea → lenti convergenti che accorciano il
punto focale
• astigmatismo: deformazione della cornea (chi è astigmatico può anche essere miope)
• presbiopia: distrubo dell'accomodazione (capacità di passare da una visione lontana ad una vicina)

L'UDITO
• senso che permette di rivelare le onde sonore
• onde sonore: onde di compressione e di rarefazione dell'aria
• il suono si propaga anche nell'acqua e nei solidi ma non si comprime nel vuoto
• il suono è uno stimolo meccanico (pressione d'aria) che l'orecchio deve trasformare in segnale elettrico
da inviare alla corteccia uditiva
• la nostra corteccia acustica si trova nel lobo temporale e non si accontenta di sapere se c'è un suono
o meno, vuole saperne l'entità, il significato, vuole memorizzarlo, collegarlo ad un'immagine, o ripetere
il suono, ecc..
• il suono convoglia nel meato uditivo e arriva al timpano facendolo vibrare; il timpano trasmette
questa vibrazione alla catena degli ossicini; alla fine del percorso l'ultima a vibrare è la staffa nella
finestra ovale che trasmette il segnale alla scala vestibolare che vibra con le onde liquide fino ad
arrivare alla scala timpanica fino ad arrivare alla finestra rotonda che essendo elastica le smorza
→ anatomia dell'orecchio:
• è diviso in tre parti: esterno, medio e interno
• i recettori si trovano nell'orecchio interno quindi per convogliare i suoni e farli arrivare ai recettori ci
vuole un lavoro non indifferente
1) orecchio esterno è formato dal padiglione auricolare e dal canale/meato uditivo
• timpano → membrana biancastra, molto sottile, non troppo elastica e molto innervata che chiude il
meato
• con l'otoscopio il medico ispeziona il timpano per colore (se è rosso o bianco), infiammazione,
trasparenza, presenza di pus, etc
• il timpano essendo molto innervato produce dolori forti quando danneggiato per qualsiasi motivo o in
presenza di patologie
• otite media: colpisce i bambini ed infiamma l'orecchio medio tramite dei batteri che possono risalire
dal rinofaringe tramite la tuba di Eustachio, in quanto quest'ultima nei bambini è verosimilmente più
grande che non negli adulti ed è molto più facile che crei questo tipo di disturbo → per questo bisogna
tenere ben pulita la cavità nasale dei bambini
2) orecchio medio → cavità scavata nella rocca petrosa dell'osso temporale del cranio, che comunica
con l'esterno tramite la tromba/tuba di Eustachio, che serve per regolare la pressione e finisce nel
rinofaringe
• qui si trova una piccola catena di tre ossicini: martello, incudine e staffa → la funzione della catena
di ossicini è quella di trasportare lo stimolo meccanico del suono dall'aria all'acqua/ al liquido
contenuto nell'orecchio interno (**)
• i tre ossicini di articolano tra di loro: il martello è collegato al timpano e all'incudine, mentre
l'incudine è collegato alla staffa, e il piede della staffa è incastonato in un foro sul fondo dell'orecchio
medio
• l'orecchio medio ha due fori: la finestra ovale (qui si trova il piede della staffa), e la finestra rotonda
ed è chiuso da una membrana elastica
3) orecchio interno
• qui si trovano due organi di sensibilità molto importanti che fanno entrambi capo all'VIII nervo
cranico: l'apparato vestibolare e la coclea; dal primo nasce il nervo vestibolare, dalla seconda il
nervo cocleare, che poi si fondono formando l'ottavo nervo cranico ossia il nervo acustico
• coclea: chiamata così perchè ha una forma a chiocciola; qui si trovano i recettori acustici, da cui
nascono fibre nervose che si riuniscono a formare il nervo cocleare
– la coclea è divisa in tre spazi divisi da due membrane: scala vestibolare (collegata alla finestra
ovale), scala media (collegata agli organi vestibolari) scala timpanica (collegata alla finestra rotonda)
– all'apice della coclea le due scale (timpanica e vestibolare) comunicano attraverso un foro che si
chiama elicotrema
– i recettori sono sulla membrana basilare della scala media e sono di seconda classe quindi sono
cellule cigliate
– sulle ciglia, fissata solo da un lato, c'è un lembo di connettivo che si chiama membrana tectoria
– la membrana basilare quando le onde liquide arrivano, ha come un'oscillazione che fa sbattere le
ciglia dei recettori contro la membrana tectoria, facendole piegare
– la coclea è in grado di riconoscere la frequenza del suono e manda un pacchetto di segnali in base
alla frequenza alla corteccia temporale che poi li unirà → la rilevazione per frequenze è possibile
grazie al fatto che la membrana basilare è tonotopica, ossia ha delle sezioni ognuna sensibile ad una
particolare tonalità di suono → la tonotopicità della membrana basilare è resa possibile dalla sua forma
di trapezio (con base larga e sottile e apice stretto e spesso), che permettono la stimolazione dei
recettori dell'apice con suoni a bassa frequenza, e la stimolazione dei recettori della base con suoni ad
alta frequenza
- presbiacusia → invecchiamento dell'orecchio; con l'avanzare dell'età è molto frequente la perdita di
udito di frequenze alte
• apparato vestibolare: registra i movimenti della testa grazie alla presenza di tre canali semicircolari
disposti nei tre piani dello spazio, più altre due cavità: un utricolo e un saculo
– queste cinque strutture contengono cinque gruppi di recettori di seconda classe (cigliati) che sono
sensibili ai movimenti angolari (rotazioni) del capo nei tre piani dello spazio, e sono anche
sensibili alle accelerazioni lineari
– queste informazioni sono importantissime con l'equilibrio e la postura e servono al sistema motorio
– la rotazione è rilevata da canali semicircolari; questi ultimi sono pieni di un liquido chiamato
endolinfa e sono comunicanti tra di loro
→ muovendo il capo, l'endolinfa si sposta per inerzia dalla parte opposta
→ i movimenti della endolinfa stimolano i recettori che sono situati alla base dei canali semicircolari
→ per rilevare meglio i movimenti dell'endolinfa e per poter piegare le ciglia dei recettori, sopra i
recettori c'è una cupola di materiale gelatinoso che oscilla grazie ai movimenti della endolinfa che
amplifica i movimenti che da soli non sarebbero sufficienti a far piegare le ciglia
→ l'oscillazione di questa cupola gelatinosa e i movimenti dell'endolinfa sono alla base di un fenomeno
degli occhi che si chiama nistagmo
– nistagmo → riflesso, azione involontaria dei globi oculari in senso orizzontale o verticale o
rotatorio;riflesso fisiologico che segue un oggetto davanti a noi (esempio → seguire la strada fuori da
un treno → movimento lento verso il lato e movimento veloce che riporta la vista al centro);
– riflesso vestibolo-oculare → fondamentale l'azione del cervelletto; si sviluppa quando piegando il
capo da un lato, gli occhi si dirigono dal lato opposto
– saculo e otricolo registrano i movimenti lineari con recettori cigliati;
– la loro cupola gelatinosa è più piccola rispetto a quella dei canali semicircolari; per renderla più
“pesante” abbiamo incastonati in essa dei cristalli di calcio chiamati otoliti, che aiutano a compensare
le funzioni della cupola gelatinosa dei canali
– questi otoliti alle volte si staccano e girano o nei canali semicircolari o nella coclea (perchè la scala
media comunica con saculo, otricolo e canali semicircolari) e creano disturbi come le vertigini e
acufeni; per riportare gli otoliti al proprio posto ci sono delle tecniche effettuate dall'otorino in pazienti
senza osteoporosi o enrnie del disco
• (**) aria e acqua hanno due impedenze assai diverse, se non c'è un trasformatore di impedenza il segale
viene riflesso e non passa → il trasformatore di impedenza nell'orecchio è la catena di ossicini, senza
quest'ultima la maggior parte del suono andrebbe persa
– impedenza → una sorta di inerzia elettrica

SISTEMA MOTORIO
• esistono tre tipi di muscolo:
– scheletrico o striato
– liscio o viscerale
– cardiaco (con caratteristiche intermedie)

CELLULA MUSCOLARE SCHELETRICA


• molto grande con molti nuclei
• ha dei fori sulla membrana cellulare
• sarcolemma: membrana cellulare muscolare scheletrica
• i fori sono i punti di uscita di alcuni sistemi di canali interni alla cellula
• canali: tubuli T
• reticolo sarcoplasmatico: serbatoio di Ca+ → il calcio è importantissimo per la contrazione muscolare
• nelle cellule ci sono dei fasci di miofibrille che sono organizzate talmente bene che dopo una
colorazione istologica si possono distinguere in strisce più chiare e più scure
• l'unità funzionale del muscolo scheletrico è il sarcomero
• la struttura ordinata deriva dalla sovrapposizione di filamenti sottili e filamenti spessi
• i filamenti, durante la contrazione, scivolano provocando un accorciamento del muscolo poiché i
filamenti non si accorciano in sé ma appunto scorrono uno sull'altro
• il muscolo è formato da più di 200 proteine ma solo 4 sono fondamentali alla contrazione
• una di queste proteine seve a costruire i filamenti spessi mentre le altri tre servono a costruire i
filamenti sottili
• altre due componenti fondamentali alla contrazione sono ATP e Ca+
• i filamenti spessi sono formati da molecole di miosina che hanno una forma a mazza da golf ma con
due teste dove i bastoni formano il corpo centrale dei filamenti e le teste fuoriescono
• la miosina ha due punti in cui si può piegare: sulle teste e in mezzo al bastone questo permette alla
miosina di avere sia una conformazione piegata che non
• alla base della testa di miosina c'è il sito di legame dell'ATP
• la miosina è in forma lineare quando è carica di energia
• la miosina è in forma piegata quando è scarica di energia, ossia quando l'ha consumata
si chiama miosina sia il filamento spesso in sé che la proteina che lo crea e si chiama actina sia il
filamento sottile in sé che una delle proteine che lo forma
• i filamenti sottili sono fatti da un corpo centrale di actina, formato da due catene di elementi globulari
avvolte a doppia elica
• ogni subunità che compone il filamento presenta un sito di legame per la miosina
• actina e miosina hanno un'affinità a legarsi spontaneamente molto forte
• sul filamento di actina ci sono due file di siti di legame per la miosina disposti a spirale (doppia elica)
• per procedere alla contrazione bisogna saper gestire l'affinità di legame tra actina e miosina
ma come?
• in fase di riposo i siti di legame dell'actina sono coperti da doppia elica di tropomiosina così che la
miosina non si possa legare
• la troponina entra in gioco quando bisogna scoprire e ricoprire i siti di legame
• la troponina è fatta di tre subunità disposte ad intervalli regolari: subunità C, subunità I, subunità T
• subunità C → lega il calcio
• subunità I → inibisce il legame actina-miosina
• subunità T → punto di ancoraggio tra troponina e tropomiosina
• per contrarsi il muscolo ha bisogno di Ca+
• il Ca+ esce dal reticolo endoplasmatico, si lega alla troponina e la troponina si piega per la presenza di
Ca+
• piegandosi la subunità I della troponina viene nascosta (non inibisce in questo momento il legame) e
sempre piegandosi sposta la tropomiosina scoprendo il sito di legame che ora è esposto alle teste di
miosina che si agganciano alla actina e l'energia ATP viene consumata → la testa della miosina di piega
di colpo ottenendo il power stroke (colpo di forza) e così i filamenti sottili vengono trascinati e
scivolano
• quando arriva il nuovo ATP e si lega alla testa della miosina, quest'ultima si stacca un attimo e poi
finchè i siti di legame sono scoperti continua a protrarre la contrazione
• il calcio come esce dal reticolo sarcoplasmatico , viene immediatamente richiamato da delle pompe per
il calcio che si chiamano serca (ognipompa consuma due atp ogni due ioni calcio che richiama)
• il segnale per fare uscire il calcio è dato dai motoneuroni che danno una serie di scariche di segnali che
liberano e ritraggono il calcio
• quando manca calcio e atp si esauriscono il muscolo rimane in contrazione perenne dove actina e
miosina rimangono attaccate fra di loro senza atp e sempre per la mancanza di atp le pompe serca non
riescono a riportare il calcio nel reticolo sarcoplasmatico → rigor mortis

FIBRE MUSCOLARI
• fibre bianche: si contraggono rapidamente ma sono facilmente affaticabili perchè lìatp la ricavano
dalla glicolisi anaerobia (il cui scarto è acido lattico); usano poco ossigeno (pochi mitocondri epoca
mioglobina) tanto glicogeno (usano molto glucosio) → per attività fisiche veloci (100 metri)
• fibre rosse: sono lente; molto resistenti alla fatica perchè producono poco acido lattico perchè hanno
molto ossigeno a disposizione, molta mioglobina, molti mitocondri, poco glicogeno sfruttato al
massimo → per attività fisiche di resistenza
• fibre rosse-rapide: via di mezzo
• i nostri muscoli sono generalmente formati da una via di mezzo ma dipende mondo dalla genetica e
dalla costituzione corporea
• muscoli prevalentemente di fibre rosse → muscoli antigravitari del collo e della postura, muscoli
estensori delle gambe
• muscoli prevalentemente di fibre bianchi → muscoli oculari molto veloci e super precisi

Muscolo scheletrico
• innervato da molti motoneuroni
• unità funzionale → unità motoria: insieme di un motoneurone + le cellule muscolari da questo
innervate
• le unità motorie hanno varie grandezze a seconda di quante cellule sono innervate e da che tipo di
azione svolgono
• reclutamento: quando un muscolo deve compiere un movimento il nostro SNC recluta solo le unità
motorie sufficienti per svolgere quel tale movimento
• unità motorie utili per contrazioni molto lunghe → testa che rimane sorretta tutto il giorno → man
mano che le unità si stancano vengono sostituite
• tono muscolare → livello di contrazione muscolare sempre presente anche quando il muscolo è a
riposo
• il muscolo si contrae soltanto se integra la parte nervosa → senza motoneurone non si contrae
• con un singolo stimolo nervoso ottengo una scossa semplice → breve latenza con fase di contrazione +
fase di rilassamento
• sommazione di due stimoli ottengo due scosse semplici che si sovrappongono → aumento la forza
perchè il potenziale d'azione muscolare è breve come quello dei neurone (non avviene nel cuore perchè
ha potenziale lento con plateau proprio per evitare la sommazione temporale)
• tetano fisiologico completo → contrazione continua della muscolatura dovuta a sommazione temporale
di stimoli continua (dura fino all'affaticamento muscolare)
RECETTORI
• fusi neuromuscolari: sono dei propriocettori (recettori molto complessi, i più complessi dopo coni e
bastoncelli) e sono sensibili allo stiramento del muscolo
• sono gli unici con innervazione efferente (mototria)
• formati da due parti → parte centrale fibrosa con estremità striate (simili alle fibre muscolari
normale)
• se ci sono striature significa che possono contrarsi
• più recettori sono contenuti in un involucro a fuso
• gamma-motoneuroni → innervazione motoria dei fusi neuromuscolari
• alfa- motoneuroni → innervano le fibre muscolari normali
• il fuso neuromuscolare è alla base del riflesso da stiramento chiamato anche riflesso miotatico che
serve per la postura, per poter camminare senza cadere
• riflesso semplice, monosinaptico → due neuroni e una sinapsi → riflesso velocissimo che parte da
uno stimolo del muscolo quadricipite-femorale che arriva al fuso neuromuscolare, la via afferente
arriva nella sostanza grigia del midollo spinale, entra nelle corna posteriori, poi nelle anteriori fino ad
arrivare all'alfa-motoneurone destinato allo stesso muscolo stimolato e quest'ultimo si contrae
• questo riflesso causa la contrazione di tutti gli altri muscoli estensori (agonisti) mentre i flessori
(antagonisti) vengono inibiti
• i riflessi miotatici si possono evocare colpendo i muscoli con il martelletto → esame neurologico valuta
tutti i riflessi

TENDINI
• hanno dei recettori: gli organi tendinei del golgi
• recettori di tensione → propriocettori
• responsabili del riflesso miotatico inverso → protegge il nostro apparato muscolo-scheletrico inibendo
i muscoli agonisti ed eccita i muscoli antagonisti quando c'è uno stimolo con forza molto forte

RIFLESSO FLESSORIO DI EVITAMENTO


• recettori nocicettivi
• flessione dell'arto stimolato + arto controlaterale si stende per mantenere l'equilibrio

VIE MOTORIE
• tre livelli:
livello spinale
livello tronco-encefalico
livello corticale e sottocorticale
• spinale → riflessi semplici (quelli sopra) + central pattern generator che creano la deambulazione e si
trovano nella parte prerolandica
• area di broca → area del linguaggio nel lobo frontale
• omuncolo motorio → stesso criterio dell'omuncolo sensitivo
• tronco-encefalico → modula i segnali dei nuclei superiori
• nucleo rosso → corteccia motoria
• gangli della base → substanza nigra
→ patologie legate = parkingson e korea di huntington, tourette, ballismo e si concludono con demenza
• cervelletto → molti neuroni, corteccia spessa, solo 5 tipi di neuroni con schema elementare ripetuto
miliardi di volte
• compiti del cervelletto:
- il vestibolo cerebello: parte che collabora con i nuclei vestibolari del tronco-encefalico in
collegamento con gli organi vestibolari dell'orecchio e coordinano l'equilibrio
- nella parte esterna (più moderna): collabora con la corteccia motoria per perfezionare i movimenti
motori ed è sede della memoria motoria
- parte cerntrale: controlla l'esecuzione del movimento
• alterazioni del cervelletto: dismetria (causa movimento non fluido e regolato per tentativi); atassia
(causa camminata con gambe larghe e oscillando); adiadococicinesia (incapacità di compiere
movimenti ritimici sincroni); parlano con linguaggio scandito
SISTEMA DIGERENTE (vedi slide molto scritte)
• estrae nutrienti dal cibo
• processi di digestione e assorbimento accompagnato da movimenti
• carboidrati, zuccheri,lipidi, oligoelementi, acqua
• canale alimentare + ghiandole accessorie e sfinteri
• innervazione complessa intrinseca con due plessi

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