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La parola diritto presenta la medesima radice che si ripete nelle diverse lingue (derecho, droit, right).
In tale radice è insita l’idea di indirizzare e governare i comportamenti dell’uomo e rimanda all’idea
di giustezza e linearità (righello, regole).
LE REGOLE DI DIRITTO
Regole di diritto: un insieme di regole che hanno valore legale e che esprimono un comando.
Prescrivono comportamenti in modo generale e astratto, ciò che si può o si deve fare nelle situazioni-
tipo previste dalle regole stesse (es. art. 927 c.c.).
Sono diverse dalle sentenze, che contengono prescrizioni individuali e concrete; e, ad es., da una
ordinanza comunale che contiene prescrizioni generali ma concrete (ad es. divieto di ingresso nel
centro città nei giorni …, dovuto alla concreta situazione pandemica).
Una regola di diritto è tale se si forma nei modi di produzione previsti dal sistema (= fonti del diritto
conosciute e legittimate) per quell’ordinamento giuridico.
Ordinamento giuridico: un insieme delle regole che vigono in un certo paese (es. ordinamento
italiano, ordinamento francese etc.).
Fonte del diritto: ogni atto/fatto idoneo a produrre norme giuridiche in un sistema dato (per noi è il
sistema italiano).
Nei sistemi giuridici di oggi ce ne sono che si basano su atti legislativi (es. il nostro, quello francese
e tedesco), ed altri che si basano sui precedenti giudiziari (es. sistema inglese e nordamericano).
Le fonti di tipo legislativo, si basano su regole prodotte seguendo un procedimento in cui una certa
autorità ha il potere di produrre un testo contenente regole giuridiche (es. in Italia: le due camere del
Parlamento).
Invece i sistemi che si basano sul precedente giudiziario procedono così: si basa sul modello di
“precedente giurisprudenziale”, attraverso il quale i giudizi vengono stabiliti sulla base di altre
precedenti sentenze di casi tra loro simili.
Si contrappongono sistemi di civil law (es. ordinamento italiano, spagnolo, francese) e sistemi di
common law (es. ordinamento inglese, nordamericano, australiano).
Sono le norme di produzione (super norme) a stabilire quali sono le fonti del diritto in un certo
sistema (es. art. 1 disp. prel. cod. civ., art. 70 Cost.).
1. Le leggi;
2. I regolamenti;
3. Le norme corporative;
4. Gli usi.
1. La Costituzione repubblicana del 1948 – i trattati istitutivi dell’unione europea – carta dei
diritti fondamentali dell’unione europea;
5. Usi normativi o consuetudini (cosa si fa di consuetudine per normare una certa situazione
in assenza di regole).
Il nostro Codice civile deve rispettare i principi costituzionali e quelli che derivano dalla nostra
appartenenza all’Unione Europea.
Il diritto pubblico regola rapporti tra soggetti in condizioni di disparità (es. da una parte il cittadino
dall’altra lo Stato, la regione, la provincia etc.). Regola quindi interessi generali, pubblici, (di solito)
indisponibili che vengono tutelati da quelle disposizioni. C’è un interesse pubblico tutelato.
Il diritto privato, diversamente da quello pubblico, regola interessi particolari tra soggetti in
condizione di parità, riferiti ai singoli individui, e li considera normalmente come interessi
disponibili (es. posso decidere se la casa di proprietà la vendo o la metto in locazione).
L’ordinamento giuridico italiano è un ordinamento di diritto codificato; i codici sono grandi testi
legislativi che avevano l’ambizione di ordinare e regolare l’intero ramo del diritto. Gli ordinamenti che
hanno un codice si sono basati sull’idea che ci potesse essere un testo legislativo che risolveva ogni
possibile questione della materia, che potesse racchiudere in uno unico volume le risposte a tutte le
necessità di normazione di quella certa materia. Il nostro attuale Codice civile risale al 1942 (ed
è stato negli anni più volte modificato, attraverso il procedimento di «novellazione»).
Il diritto privato trova però disciplina anche in leggi c.d. collegate che stanno al di fuori del testo del
codice (es. legge sul divorzio del 1970, legge sulle unioni civili e le convivenze del 2016).
È il codice (fonte principe del diritto privato) però che ancora contiene principi fondamentali, utili a
comprendere anche il contenuto delle leggi collegate.
IL CODICE CIVILE
Il codice è suddiviso in sei Libri: Delle persone e della famiglia, Delle successioni, Della proprietà,
Delle obbligazioni, (Del lavoro), Della tutela dei diritti.
Nella gerarchia delle fonti, il Codice civile si trova al livello della legge ordinaria (è al secondo
gradino della nostra gerarchia).
Le disposizioni del codice e delle leggi collegate devono rispettare i principi fondamentali della
materia contenuti nella Costituzione, pena l’incostituzionalità delle disposizioni.
LA NORMA GIURIDICA
La norma giuridica ha uno schema logico costante: se si verificano certi fatti, allora ci si dovrà o
potrà comportare in un certo modo o si produrranno determinati effetti (es. art. 2043 c.c.).
La situazione descritta dalla norma è la fattispecie astratta. Quindi, descrizione della norma =
fattispecie astratta.
La situazione pratica a cui si applica la regola di diritto è la fattispecie concreta. Quindi, il caso
concreto che si presenta nella realtà = fattispecie concreta.
Il procedimento di qualificazione viene messo in atto dagli avvocati e dai giudici. È un’operazione
interpretativa diretta a realizzare una connessione tra la norma giuridica e il fatto giuridico concreto,
(il quale viene dunque ricondotto ad una fattispecie astratta in modo da poter così individuare la
disciplina applicabile).
La ratio di una disposizione normativa è lo scopo, la ragione, per cui essa è stata adottata.
L’interpretazione che ne tiene conto è detta «interpretazione logica», va presa in considerazione
l’intenzione del legislatore (cfr. anche art. 12, comma 1, disp. prel. cod. civ.).
Es. In un certo periodo, durante la pandemia, dopo le ore 11.00 la consumazione al bar poteva
avvenire soltanto seduti ai tavoli (regola-fattispecie astratta). In un bar tutti i tavoli erano occupati,
così la barista propone al nuovo cliente di sedersi e condividere il tavolo con degli sconosciuti
(fattispecie concreta). La disposizione non specificava che questo fosse vietato, ma la ratio di essa
portava ad interpretarla in tal senso.
ANALOGIA
Lo scopo dei codici è quello di avere un testo comodo che disciplini un certo ramo del diritto (es.
diritto penale, diritto privato) con completezza. Cosa accade se un giudice deve decidere un caso
concreto che non è contemplato da nessuna norma (lacuna)?
È il caso in cui una certa fattispecie concreta non era né stata prevista né contemplata da nessuna
disposizione. Qui sopperisce l’analogia: procedimento logico-interpretativo attraverso il quale si
intende porre rimedio ad alcune lacune dell’ordinamento (prevista dall’art. 12 interpretazione della
legge, comma 2, disp. prel. cod. civ.):
- si utilizzano disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe (analogia legis) («simili»
nel senso che sarebbero fondate su una medesima ratio).
Rapporto giuridico: relazione disciplinata dalla legge in cui in cui ciascuna delle parti è investita di
una situazione giuridica soggettiva (es. debitore – creditore).
Situazione giuridica soggettiva: situazione in cui si trova un soggetto per effetto dell’applicazione
di regole di diritto. Può essere attiva (quella della parte avvantaggiata) o passiva (quella della parte
svantaggiata).
4. ONERE: situazione passiva, di svantaggio, in cui il soggetto può ottenere un certo risultato
solo se tiene un determinato comportamento (a cui non è obbligato) (es. art. 2697 c.c. in
tema di onere della prova «Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne
costituiscono il fondamento»).
- diritti soggettivi assoluti (si possono far valere verso tutti, erga omnes) (es. proprietà e altri
diritti reali, diritti della persona come il diritto all’integrità fisica art. 5 c.c.).
- diritti soggettivi relativi (si possono far valere solo nei confronti di determinati soggetti) (es.
diritti di credito, diritti personali relativi).
- diritti potestativi (il titolare esercitando il suo potere determina direttamente una
modificazione nella situazione giuridica della controparte es. contraente che esercita diritto
di recesso dal contratto).
Atti giuridici illeciti: illecito contrattuale (es. inadempimento di un’obbligazione: riparare le ante;
pagare una somma, risarcire il danno al creditore), illecito extracontrattuale (es. chi guida e provoca
l’investimento di una persona, il crollo di un edificio a causa di una mancata manutenzione). Non
c’era un’obbligazione preesistente né un rapporto obbligatorio.
Atti giuridici leciti: manifestazioni di volontà (es. contratto, testamento, matrimonio, procura) o
dichiarazioni di conoscenza (es. la confessione, il giuramento).
Gli atti giuridici leciti sono la manifestazione della «autonomia privata»: possibilità di decidere
come regolare i propri interessi.
Una distinzione importante si fa in base alla struttura dell’atto: atti unilaterali (manifestazione di
volontà di una parte), atti bi e plurilaterali (manifestazioni di più parti che si incontrano).
Ad esempio, il contratto può essere un atto bi-laterale (quando abbiamo 2 manifestazioni di volontà)
o pluri-laterale (es. contratto di società). Gli altri atti sono unilaterali (es. testamento, procura).
IL NEGOZIO GIURIDICO
Negozio giuridico (preso a prestito dall’ordinamento tedesco): rappresenta un modo per riunire
sotto un unico capello atti giuridici leciti. È un modo di sistemare la materia per colmare lacune
quando ci sono nell’ordinamento.
Utilizziamo questa categoria unitaria perché è utile a riconoscere che le manifestazioni di volontà
sollevano molti problemi simili e così, quando serve, per risolverli si può impiegare l’interpretazione
sistematica e l’analogia.
I soggetti di diritto: centri di riferimento di rapporti giuridici, chi può essere titolare di diritti e obblighi
nell’ordinamento.
2 categorie diverse:
- Persone fisiche (art. 1-10 noi esseri umani) disciplinate nel libro primo del Codice civile,
dedicato alle persone e alla famiglia. Dotate di capacità giuridica e di capacità di agire.
- Persone giuridiche (art. 11 e seguenti, ss, seguenti, successivi) costituiscono dei
raggruppamenti di singoli, come le società, le associazioni, gli enti pubblici. Dotate di
personalità giuridica.
PERSONE FISICHE
La capacità giuridica non può essere tolta a nessuno per motivi politici.
Art 1. Capacità giuridica: si acquista al momento della nascita (fa riferimento alla respirazione
autonoma) e termina con la morte. Attitudine (o capacità) ad essere titolari di diritti e obblighi (sia di
situazioni giuridiche vantaggiose che svantaggiose).
Il concepito ha diritti patrimoniali condizionati alla nascita: diritti di succedere e ricevere per
donazione (v. art. 1, art. 462 e art. 784 c.c.).
Art 2. Capacità di agire: attitudine a compiere validamente atti giuridici. Si acquisisce (di regola) al
compimento dei 18 anni. È un qualcosa di attivo. Perché proprio 18? Per una questione di comodità,
per non paralizzare il traffico giuridico (ratio).
Esistono delle ipotesi in cui è prevista una diversa età per il compimento di determinati atti
(capacità speciale d’agire: es. art. 250, ult. co., c.c.).
- Incapacità legale di agire (o incapacità dichiarata dalla legge): es. i minorenni, l’interdetto,
l’inabilitato, il beneficiario di un’amministrazione di sostegno. Queste sono ipotesi di fragilità
(es. infermità di mente, infermità fisiche, uso di sostanze alcoliche e stupefacenti), dichiarate
a monte. I soggetti possono materialmente compiere atti, ma quegli atti non sono validi.
Minore d’età: è teoricamente privo della capacità di agire (incapacità assoluta) (art. 2 c.c.)
> rappresentato dai genitori (art. 320 c.c.), che hanno la responsabilità genitoriale / o dal tutore
(se i genitori muoiono o decadono dalla responsabilità genitoriale)
> gli atti che il minore realizza da solo sono, di regola, annullabili (cfr. più avanti per il contratto gli
artt. 1425 s.)
> esistono però degli ambiti di autonomia e di capacità del minore (es. matrimonio del sedicenne,
riconoscimento di figlio, c.d. atti della vita quotidiana).
1. INTERDIZIONE GIUDIZIALE
Presupposti: condizione di grave e abituale infermità di mente che rende incapaci di provvedere
ai propri interessi (art. 414 c.c.).
Effetti: perdita totale della capacità di agire (ma v. art. 427, comma 1, c.c.). L’interdetto è
rappresentato legalmente da un tutore che lo sostituisce in tutti gli atti, salvo che in quelli
personalissimi, che non possono essere compiuti (es. non può sposarsi, redigere un testamento,
riconoscere un figlio fuori dal matrimonio, questi atti non possono essere compiuti né da lui né da
qualcun’altro). Gli atti compiuti dall’interdetto, o dal tutore senza le richieste autorizzazioni, sono
annullabili (artt. 427 e 1425, comma 1, c.c.).
Pubblicità: gli atti relativi all’interdizione sono pubblicizzati nel registro delle tutele (cancelleria
Tribunale) e annotati a margine dell’atto di nascita. Ratio: proteggere il patrimonio familiare.
L’interdetto è quindi tagliato fuori dalla società. Prevede misure standard.
*diversa è l’interd. legale (pena accessoria del condannato all’ergastolo o alla reclusione per non
meno di cinque anni); non riguarda gli atti di natura personale (art. 32 c.pen.)
*Pubblicità: è lo strumento che l'ordinamento prevede per rendere certi nei confronti dei terzi gli
accadimenti giuridici.
Pubblicità: gli atti relativi all’inabilitazione sono pubblicizzati nel registro delle tutele (cancelleria
Tribunale) e annotati a margine dell’atto di nascita. Ratio: proteggere il patrimonio familiare. Prevede
misure standard.
3. AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
Istituto giovane, orientato sulla persona. Non prevede misure standard che vengono stabilite da un
decreto, perché non siamo tutti uguali. È un vestito su misura.
Presupposti (art. 404 c.c. introdotto dalla l. n. 6/2004): infermità/menomazione fisica o psichica che
provochi impossibilità di provvedere ai propri interessi (anche solo parziale o temporanea).
Effetti: non sono predeterminati dalla legge, variano da caso a caso. Nel decreto di nomina
dell’amministratore di sostegno devono essere indicati gli atti per cui eventualmente l’amministratore
di sostegno deve rappresentare o solo assistere il beneficiario.
Per gli atti non indicati conserva piena capacità, come pure per quelli necessari a soddisfare le
esigenze della vita quotidiana (artt. 405 e 409 c.c.)
Pubblicità: il decreto del giudice tutelare è annotato nel registro delle amministrazioni di sostegno
(cancelleria Tribunale) e annotato a margine dell’atto di nascita.
PERSONE GIURIDICHE
Le persone giuridiche non esistono nella loro fisicità, ma sono entità create dal diritto.
Gli individui tendono ad aggregarsi per «unire le forze» e raggiungere più agevolmente scopi comuni.
Il diritto finge che quell’insieme di singoli costituisca una persona distinta dai singoli che la
compongono. Anche gli enti possono essere titolari di diritti e obblighi e compiere atti giuridici.
Lo scopo di questa finzione è che i componenti della persona giuridica possano controllare risorse
e attività dell’ente, salvaguardando il proprio patrimonio personale: è l’«autonomia patrimoniale».
Gli enti in generale sono dotati di soggettività giuridica, ma sono persone giuridiche (hanno
personalità giuridica) solo gli enti che godono di autonomia patrimoniale perfetta (rispondono
delle loro obbligazioni solo con il loro patrimonio: cfr. società di capitali v. società di persone)
- Enti profit (le società: libro V Codice civile) ed enti non profit (fondazioni, associazioni,
comitati: Libro I).
- Enti con personalità giuridica (es. società di capitali, associazioni riconosciute, fondazioni)
ed enti non personificati (es. società di persone, associazioni non riconosciute, comitati,
organizzazioni non profit).
Solo gli enti dotati di personalità giuridica (persone giuridiche) godono di autonomia patrimoniale
perfetta; dunque, rispondono delle loro obbligazioni SOLO con il proprio patrimonio (società di
capitali, associazioni riconosciute…).
Beni = «sono beni le cose* che possono formare*** oggetto di diritti**» (art. 810 c.c.)
* che esistono nel mondo della materia, non necessariamente visibili o tangibili (anche le energie
es. energia elettrica)
** cose scarse (non aria o acqua del mare)
*** ad esempio, i pesci prima della pesca, le cose abbandonate: sono beni anche prima che qualcuno
se ne appropri
Si distinguono in:
- Cose generiche: quelle per cui alle parti non interessa l’identità, ma solo l’appartenenza a
un genere (tipo di cosa, qualità…) (es. tot. litri di olio extravergine di oliva, una Kia Picanto).
V. art. 1378 c.c. Mi interessa la quantità, ma non l’individualità.
- Cose specifiche: quelle che interessano alle parti nella loro identità (es. quel quadro). V. art.
1376 c.c.
- Cose fungibili: sostituibili (le cose generiche sono spesso fungibili, il denaro, in genere le
cose prodotte in serie) (sono oggetto di mutuo).
- Cose infungibili: non sostituibili (es. quadro).
- Immobili: tutto ciò che è naturalmente o artificialmente incorporato al suolo (es. alberi, edifici,
corsi d’acqua, gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al suolo a scopo transitorio).
Anche gli edifici galleggianti quando sono saldamente assicurati alla riva.
Beni mobili registrati: (auto, moto, aerei e alcuni natanti) per la circolazione hanno una
pubblicità tramite registri, come i beni immobili (art. 815 c.c.).
- Mobili: tutti gli altri beni (anche i diritti di credito).
Ai diritti che non hanno per oggetto beni immobili si applicano le regole sui beni mobili
(es. diritti di credito; art. 813 c.c.).
LA PROPRIETÀ
Contenuto del diritto di proprietà (art. 832 c.c.): «Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle
cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti
dall'ordinamento giuridico». (La seconda parte della disposizione oscura il contenuto della prima
parte).
Godere: facoltà, trarre ogni possibile utilità dalla cosa, sia usandola direttamente sia ricavandone
frutti naturali o civili (es. ricavare un canone o darla in locazione).
Disporre: potere, disporre del diritto, quindi determinare la destinazione giuridica della cosa (es.
decidere se donarla, venderla, darla in locazione).
In modo pieno: entro i limiti stabiliti (divieto di atti emulativi, divieto di immissioni) e con l’osservanza
degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico.
- Divieto di atti emulativi (art. 833 c.c.): «il proprietario non può fare atti, i quali non abbiano
altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri» (un tale uso della cosa non
rientra nelle facoltà del proprietario, es. siepe nel cortile a distanza legale ma che abbia il
solo scopo di rendere più buia e umida la proprietà del vicino).
- Divieto di immissioni che rientra nei rapporti di vicinato.
Esclusivo: caratteristica fondamentale della proprietà, diritto soggettivo assoluto; è lo ius excludendi
omnes alios (pretesa verso tutti a non vedere ostacolato il pieno godimento del bene).
Imprescrittibilità del diritto di proprietà (art. 948, comma 3, c.c.): il diritto di proprietà non si perde
se il proprietario non lo esercita per un certo periodo di tempo (il diritto di credito invece si prescrive).
I fatti/atti giuridici che fanno acquistare la proprietà sono elencati nell’art. 922 c.c.
Si dividono in:
- Metodi di acquisto a titolo originario: chi acquista indipendentemente dal diritto del
precedente proprietario es. l’occupazione (art. 923 c.c.), possesso di buona fede di cose
mobili e usucapione (art. 1153 c.c. e artt. 1158 ss.: rinvio) (solo per cose mobili
abbandonate o animali soggetti a cacciagione regolare). L’occupazione si ha con la presa
di possesso di cose mobili abbandonate (res derelictae), pesci presenti in acque pubbliche
e selvaggina cacciata regolarmente (res nullius). Non gli immobili (v. art. 827 c.c.).
Comprimono il diritto di proprietà, che però si riespande appena il diritto altrui sulla cosa cessa
(elasticità della proprietà). Il nudo proprietario ha la possibilità di riespandere la proprietà; infatti,
l’usufrutto ha un limite di tempo.
- Diritti reali di godimento (perché garantiscono variamente al titolare l’utilizzo della cosa):
uso, abitazione, servitù, usufrutto.
USUFRUTTO
Usufrutto: è un diritto reale (soggettivo assoluto) su cosa altrui (di proprietà di qualcun altro, sia
immobile che mobile). Viene costituito un diritto di usufrutto a favore dell’usufruttuario.
DIRITTI DELL’USUFRUTTUARIO:
- diritto di godere della cosa (= uso diretto e indiretto della cosa, percezione dei frutti naturali
e civili), con il limite di rispettarne la destinazione economica (981). Diritto limitato nel tempo;
- diritto di ottenere il possesso della cosa, per poter realizzare il godimento (982);
- diritto di disporre del proprio diritto di usufrutto (per un certo tempo/per tutta la sua durata).
OBBLIGHI DELL’USUFRUTTUARIO:
- usare la diligenza del buon padre di famiglia (= diligenza media) nel godimento (1001);
- fare l’inventario e prestare garanzia (garanzia di restituire il bene) (1002);
- pagare le spese di ordinaria manutenzione e le imposte:
Come nasce?
In modo derivativo o originario:
- per contratto o per testamento (dipende dal proprietario, volontà privata);
- per usucapione (non dipende dal proprietario).
Quanto dura?
Sempre limitato nel tempo, non può durare oltre la vita dell’usufruttuario (anche se viene ceduto); se
è a favore di una persona giuridica non può durare più di 30 anni (979, 980).
Come cessa?
SERVITU’ PREDIALI
Servitù: (art. 1027): peso imposto sopra un fondo (f. servente: limitato dalla servitù altrui) per l'utilità
di un altro fondo (f. dominante) appartenente a diverso proprietario (appartenere a due proprietari
diversi).
Per il proprietario del fondo servente ne può derivare un obbligo di non fare o di lasciar fare es.
lasciar passare sulla mia proprietà, ma non di fare, non gli si può imporre di fare qualcosa es. non
sopraelevare di uno o più piani una casa (art. 1030).
Come nasce la servitù (art. 1031)? Le parti trovano un accordo, tramite contratto, o tramite
sentenza coattiva. Che cos’è? Un meccanismo che fornisce una tutela per il f. dominante.
1. coattivamente mediante sentenza costitutiva (che costituisce la servitù stessa) (vale solo
per le servitù coattive)
3. per usucapione (possesso prolungato, vale solo per le servitù apparenti, ossia che
richiedono un’opera visibile e permanente es. un ponte):
4. destinazione del padre di famiglia (vale solo per le servitù apparenti) (1062): fattispecie in
cui la servitù deriva dallo stato di cose determinatosi tra due fondi (adesso divisi tra loro)
quando appartenevano a un medesimo proprietario
Le servitù si estinguono:
- per prescrizione, per non uso per 20 anni (1074);
- per «confusione» (1072).
Possesso (art. 1140): potere (di fatto) sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente
all’esercizio della proprietà o di altro diritto reale (es. usufrutto). Potere di fatto, non per forza
giustificato dalla legge (es. un ladro).
N.B. concetto distinto da quello di proprietà: la condotta del possessore potrebbe essere anche
non lecita, ossia potrebbe non esservi il diritto (di proprietà o altro diritto reale) sottostante.
- protezione dello stato di fatto da spogli/molestie mediante le «azioni possessorie», utili sia al
possessore-titolare del diritto (che così evita le difficoltà connesse alle azioni petitorie), che
al mero possessore (evitando che il titolare si faccia ragione da sé) (rinvio)
- acquisto a titolo originario della proprietà o di altro diritto mediante usucapione o mediante
l’art. 1153 c.c.
Requisiti del possesso: il possessore deve tenere/usare la cosa con l’animus possidendi, come la
terrebbe il titolare del diritto (diversamente dal detentore, che nel comportamento riconosce un altrui
diritto sulla cosa: es. locatario).
Il possesso (non la detenzione) si presume in chi esercita il potere di fatto sulla cosa (1141).
Possesso di buona fede: è possessore di buona fede chi possiede ignorando incolpevolmente di
ledere un diritto altrui. Si parla di buona fede soggettiva. La buona fede si presume ed è sufficiente
che esista al momento dell’acquisto del possesso (1147).
Tra gli effetti più rilevanti del possesso vi sono l’acquisto del diritto di proprietà e di diritti reali
limitati attraverso la fattispecie dell’art. 1153 c.c. e l’usucapione.
ART. 1153 C.C.: acquisto del diritto a non domino (dal non proprietario)
Si può acquistare la proprietà di un bene mobile da chi non ne era proprietario se:
- l’acquisto del possesso è avvenuto in buona fede;
- e in base a un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà (= titolo valido).
Es. Compro l’astuccio da Erica (acquisisco il possesso, non sapendo che che fosse di qualcun’altro
(possesso di buona fede). In questo caso il titolo non è concretamente idoneo perché Erica non è
la vera proprietaria, ma astrattamente idoneo (esistenza di un titolo astrattamente idoneo a
trasferire la proprietà). L’acquisto è immediato.
Altro modo di acquisire la proprietà mediante possesso → usucapione: modo di acquisto della
proprietà a titolo originario basato sul possesso prolungato nel tempo, non è immediato, richiede
quindi il passaggio del tempo. Allo stesso modo si possono acquistare anche gli altri diritti reali (le
servitù, però, devono essere «apparenti»).
Probabile ratio: far coincidere la situazione di diritto con una situazione di fatto che si è consolidata
nel tempo, anche per dare chiarezza ai rapporti giuridici.
La proprietà si può perdere per usucapione: se non la uso mai, se ci sono i requisiti richiesti io la
perdo e l’altra persona l’acquisisce (pacifica, continuata, non interrotta).
- contro chi: contro chiunque abbia la cosa al momento in cui il proprietario agisce in giudizio;
- cosa deve provare il proprietario: di essere il proprietario (risalire a un acquisto a titolo originario,
ad es. un acquisto per usucapione);
- questa azione è imprescrittibile (diritto che non si estingue nonostante il trascorrere del tempo
senza che esso venga esercitato) (948, comma 3).
Spetta al proprietario riottenere la cosa di cui è proprietario, ma questo va provato (un acquisto a
titolo originario).
- cosa si chiede (petitum): il proprietario chiede di far dichiarare l’inesistenza di diritti (reali) affermati
da altri sulla cosa (quando ha motivo di temere un danno da ciò) + di ordinare la cessazione delle
molestie (inibitoria) + di condannare al risarcimento del danno;
*********
Azioni di regolamento di confini e apposizione di termini: leggere
Queste azioni sono attribuite al «possessore come tale», dunque indipendentemente dalla
titolarità del diritto sulla cosa, e sono:
1. AZIONE DI SPOGLIO: (protegge dalla privazione del possesso subita in modo violento es.
rapina o clandestino o di reintegrazione del possesso medesimo): contro la privazione del
possesso violenta o clandestina (artt. 1168 s. c.c.);
2. AZIONE DI MANUTENZIONE: contro molestie o contro privazione del possesso NE violenta
NE clandestina (art. 1170 c.c.).
Entro quando può agire (termine di decadenza): entro un anno dal giorno dello spoglio o se
avvenuto in modo clandestino dalla sua scoperta.
Agire in spoglio
* Se la privazione del possesso NON è violenta/clandestina, si può agire con l’azione di
manutenzione.
A chi spetta (legittimazione attiva): al possessore di beni immobili (o di universalità di mobili es.
biblioteca, collezione di francobolli, gregge, mandria), se possesso ha i requisiti del possesso ad
usucapionem (pacifico, pubblico, continuo e non interrotto), se possesso durato almeno un anno.
«Contro cosa»:
- molestie (di fatto o di diritto);
- una privazione del possesso Né violenta Ne’ clandestina (es. concessione in uso gratuito
di un appartamento e il detentore non se ne vuole poi più andare).
Entro quando può agire (termine di decadenza): entro un anno dallo spoglio/o dall’inizio dell’attività
molestatrice.
LE OBBLIGAZIONI
Oggetto dell’obbligazione: è la prestazione (di dare, di fare, di non fare), che deve essere
suscettibile di valutazione economica* e corrispondere a un interesse anche non
patrimoniale del creditore (1174).
* Può esprimersi in un equivalente in denaro (può non avere un valore di mercato, ma il valore glielo
danno le parti).
ADEMPIMENTO dell’obbligazione
Esatta esecuzione della prestazione dovuta (si trae l’argomento dall’articolo ex art. 1218 c.c.).
Livello di diligenza richiesta al debitore: (di regola) diligenza media/cura ragionevole («diligenza
del buon padre di famiglia» - intesa come impegno adeguato di energie e di mezzi per il
soddisfacimento dell'interesse del creditore).
Tempo dell’adempimento (1183): accordo tra le parti, altrimenti è esigibile immediatamente (il
creditore può chiederla immediatamente) (ma v. eccezioni nell’articolo).
INADEMPIMENTO dell’obbligazione
Art. 1218 c.c.: «Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al
risarcimento del danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da
impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile».
3 forme di inadempimento:
- mancato adempimento;
- difettoso adempimento;
- ritardato adempimento (cfr. anche la mora del debitore, che provoca ulteriori effetti).
Effetti: «Il debitore (…) è tenuto al risarcimento del danno (…)» (art. 1218 c.c.) (responsabilità
contrattuale o da inadempimento).
E (il debitore) risponde dell’adempimento con tutti i suoi beni presenti e futuri (garanzia
patrimoniale generica, art. 2740 c.c.).
«Mora» vuol dire ritardo, ma la mora del debitore non è un semplice ritardo (artt. 1219 ss. c.c.).
Spesso serve la collaborazione del creditore per consentire l’adempimento del debitore (es.
accettare la cosa da consegnare, aprire i locali dove il debitore dovrà lavorare…).
Danni risarcibili:
- perdite e mancati guadagni (1223); se il danno non può essere provato nel suo preciso
ammontare, il giudice lo liquida equitativamente (1226);
- danni patrimoniali (perdite e mancati guadagni), e anche non patrimoniali (se c’è stata
lesione di un diritto inviolabile del creditore, altrimenti non sono risarcibili, es. danni biologici,
psichici, Cass. sez. un. 2008);
- conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento (1223).
Qual è il nesso di causalità rilevante? Cfr. criterio della «causalità adeguata»;
- prevedibili quando è sorta l’obbligazione (1225) (anche imprevedibili se l’inadempimento è
doloso).
COMPENSAZIONE
Presupposto: che il creditore sia al contempo debitore di una diversa obbligazione verso il proprio
debitore («Quando due persone sono obbligate l'una verso l'altra…»).
Effetti: i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti.
IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA
L'obbligazione si estingue (es. non devo più consegnare il vestito e non devo alcun risarcimento del
danno) quando la prestazione diventa impossibile per una causa non imputabile al debitore (se
la causa è imputabile al debitore > inadempimento ex art. 1218)
Un rapporto obbligatorio può avere più soggetti: più debitori, più creditori, o entrambi.
Nel caso di pluralità di debitori (es. più studenti in un appartamento), se l’obbligazione è divisibile,
l’obbligazione può essere parziaria (ogni debitore deve solo la sua parte: art. 1314 c.c.) o solidale
(ciascun debitore può essere costretto se gli altri non pagano all’adempimento per l’intero solo una
volta).
Se nel contratto non c’è scritto niente allora l’obbligazione è solidale → secondo la presunzione di
solidarietà.
Le obbligazioni sono solidali se non risulta diversamente dalla legge o dal titolo = presunzione di
solidarietà (1294) → ciascun debitore, se gli altri non pagano, deve pagare l’intero almeno una
volta.
Meccanismi per la tutela del diritto del creditore in caso di inadempimento (nel Libro VI del
codice – Della tutela dei diritti).
Principi fondamentali:
- principio della responsabilità illimitata (art. 2740 c.c.): «Il debitore risponde
dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri».
- principio della pari condizione dei creditori (par condicio creditorum - art. 2741 c.c.): «I
creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salvo le cause
legittime di prelazione*. Sono cause legittime di prelazione i privilegi, il pegno e le ipoteche».
*le cause legittime di prelazione danno a un creditore il diritto di soddisfarsi sui beni del
debitore con preferenza sugli altri creditori.
Funzione delle garanzie del credito: meccanismi che consentono la soddisfazione del creditore
quando è mancato l’adempimento spontaneo dal debitore.
Tipologie:
- garanzie personali (es. contratto di fideiussione) un’altra persona, un altro patrimonio che fa
da garanzia per il caso in cui il debitore non adempia o non possa adempiere, che affiancano
il garante, ossia un altro obbligato;
- garanzie reali (diritti reali di garanzia: pegno, ipoteca), che danno al creditore il potere di
espropriare un determinato bene e di soddisfarsi con preferenza sul ricavato della vendita di
quel bene (prelazione), anche se il bene è passato nella proprietà di altri (diritto di seguito).
Il pegno e l’ipoteca differiscono tra loro per l’oggetto (es. pegno: beni mobili o crediti - ipoteca:
bene immobili) e per la necessità o meno dello «spossessamento» del bene.
PEGNO
Nozione: diritto reale di garanzia avente ad oggetto beni mobili, universalità di mobili, crediti.
Modo di costituzione: contratto di pegno (contratto reale, che dunque richiede la consegna della
cosa/del documento che ne dà la disponibilità della cosa) (2786, necessità dello spossessamento).
IPOTECA
Nozione: diritto reale di garanzia avente ad oggetto beni immobili, alcuni diritti reali su beni
immobili (es. usufrutto), beni mobili registrati.
Modo di costituzione: esistenza del titolo per la costituzione* + iscrizione nel pubblico registro
(immobiliare/PRA).
Con l’esistenza dei titoli per iscrivere non è ancora sorta l’ipoteca, mentre con l’iscrizione nel pubblico
registro sorge l’ipoteca.
Il diritto privato prevede forme di pubblicità: rendere noto, far conoscere dei fatti e degli atti giuridici
in modo da consentirne la conoscibilità legale (es. la morte è un fatto giuridico, mentre il contratto è
un atto giuridico). Esistono diverse forme di pubblicità che hanno funzioni diverse.
Gli strumenti di pubblicità di fatti e atti giuridici sono previsti dall’ordinamento per garantire la loro
conoscibilità legale, tutelando così la certezza delle situazioni giuridiche.
Categorie di pubblicità:
- pubblicità-notizia: serve ad assicurare la conoscibilità legale dell’atto/fatto, ma senza di
essa l’atto rimane efficace (es. pubblicazioni matrimoniali, annotazione in margine dell’atto di
nascita delle sentenze di interdizione/inabilitazione);
- pubblicità dichiarativa: senza di essa l’atto non può essere fatto valere verso determinati
terzi (inopponibilità) (es. atti di trasferimento della proprietà su beni immobili che sono
opponibili ai terzi aventi causa dallo stesso autore solo con la trascrizione, vince chi trascrive
per primo → io l’ho acquistato per primo, ma lui l’ho trascritto per primo e quindi può oppormi il
suo acquisto mentre io no, se io non trascrivo l’atto tra me e il venditore è efficace, però è
inefficace verso il terzo, io sono diventata proprietaria ma non lo posso opporre ad un altro
proprietario);
- pubblicità costitutiva: senza di essa l’atto non produce alcun effetto (es. senza
l’iscrizione nei registri immobiliari l’ipoteca non si costituisce).
TRASCRIZIONE
Nozione: strumento di pubblicità (dichiarativa) per gli atti di trasferimento della proprietà, di
costituzione/trasferimento/modifica di diritti reali su beni immobili (servitù, usufrutto)…o su
beni mobili registrati (artt. 2643 ss. e 2683 ss.).
Effetti: rendere un atto efficace verso i terzi (opponibile) che abbiano acquistato diritti sul medesimo
bene senza trascrivere l’atto, o trascrivendolo in data posteriore (2644). Chi trascrive per primo può
opporre quell’atto all’altro avente causa, quell’atto è efficace nei confronti di quel terzo.
L’atto per essere trascritto necessita di una determinata forma: es. sentenza etc.
Requisiti dell’atto ai fini della trascrizione: sentenza, atto pubblico, scrittura privata con
sottoscrizione autenticata da un notaio o accertata giudizialmente da un giudice (2657, al fine
di dare certezza alla provenienza dell’atto).
PRESCRIZIONE
Art. 2934 c.c.: «Ogni diritto* si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per
il tempo determinato dalla legge».
*Esistono però diritti imprescrittibili (comma 2): ad es. diritti indisponibili (come i diritti indisponibili
al nome, all’onore…), diritto a far dichiarare la nullità di un contratto (1422), diritto di proprietà (948).
Termine ordinario di prescrizione (se la legge non dispone diversamente): 10 anni (2946), dal
giorno in cui il diritto può essere fatto valere, da quando il diritto può essere esercitato (2935).
(ci sono ragioni di sospensione che bloccano l’orologio es. tra coniugi, tra genitori e figli e
interruzione che fanno ripartire l’orologio es. proporre una domanda giudiziale verso un mio
debitore che interrompe e l’orologio riparte da 0)
Si distingue dalla decadenza: termine perentorio entro il quale un diritto va esercitato, a pena di
non poterlo più esercitare (il suo fondamento NON è l’inerzia del titolare, quindi il termine non può
essere sospeso o interrotto) (es. art. 1495 c.c.).
IL CONTRATTO
Il contratto è l’accordo di due o più parti (ogni parte può essere pluri
soggettiva es. la parte compratrice può essere composta da due coniugi
che formano un’unica parte pluri -soggettiva) (2 o più manifestazioni
della volontà che concordano, è bi o pluri laterale es. testamento non
è un accordo è un atto unilaterale che proviene dal testatore) per
costituire (es. servitù, usufrutto), regolare (es. contratto che regola
un contratto già precedentemente stipulato) o estinguere (es. contratto
che risolve un co ntratto precedente) (funzioni del contratto) tra loro
un rapporto giuridico patrimoniale.
Ha anche funzione traslativa: trasferire diritti già esistenti es. contratto
di compravendita, contratto di permuta che trasferiscono diritti di
proprietà, donazione, diritto di usufrutto.
Contratto atto: è l’accordo, incontro delle 2 manifestazioni di volontà + regole che ruotano attorno
a queste manifestazioni della volontà, es. regole di validità o non validità di quell’accordo
Contratto rapporto: insieme di diritti e di obblighi che nascono dall’accordo, es. scioglimento del
contratto
È sinonimo di «correttezza»:
- Art. 1337 c.c. (e art. 1338 c.c.): nelle trattative e responsabilità precontrattuali: precede la
stipulazione vera e propria, in cui le parti si incontrano.
Art. 1338 specificazione del 1337 pone un caso specifico: se una delle parti conosce una
causa di invalidità del contratto deve informare l’altra parte, se non lo fa deve risarcire il
danno → violazione del comportamento corretto.
Es. il compratore vuole sopraelevare la casa per costruirci una palestra, se il venditore sa
che prima sono cambiate le regole di ristrutturazione etc. e qui non si può realizzare la
palestra e non lo dice, questo causa l’annullabilità del contratto.
Altro es. le parti stipulano un contratto di compravendita in forma verbale, una delle due parti
sa che un contratto verbale è nullo e non avvisa la controparte, è quindi responsabile sul
piano risarcitorio.
- Art. 1366 c.c.: come criterio di interpretazione del contratto: interpretato secondo buona fede,
le parti non possono dare alle clausole contrattuali un significato a loro favorevole.
- Art. 1375 c.c.: nella esecuzione del contratto: eseguito secondo buona fede, integra ciò a
cui sono tenute le parti anche se non è stato da loro previsto, sono quindi tenute anche a ciò
che non è stato espressamente previsto nell’accordo contrattuale.
AUTONOMIA CONTRATTUALE
Si compone di tre «aspetti»:
- libertà di contrarre (noi siamo liberi di entrare o meno nel traffico giuridico stipulando
contratti, non siamo obbligati). Siamo liberi di decidere se contrarre o meno. Questa libertà
però incontra delle eccezioni: obblighi legali a contrarre (es. servitù coattive, servitù di
passaggio coattivo, acquedotto, elettrodotto etc. qui il fondo servente ha un obbligo legale a
contrarre, o obblighi convenzionali a contrarre es. sono le parti stesse, il contratto preliminare
fa nascere l’obbligo di stipulare il contratto definitivo che fa nascere un obbligo convenzionale
a contrarre: nato della stessa volontà delle parti).
- libertà contrattuale (art. 1322, comma 1°, c.c.) «nei limiti imposti dalla legge»: determinare
il contenuto di contratto tipico: es. se io vendo il mio cellulare scelgo io a che prezzo metterlo
in vendita, dove si consegna, quando va consegnato → il contenuto del contratto, le parti
sono libere di determinarlo nei limiti imposti dalla legge.
- libertà di concludere contratti atipici o innominati, nuovi, il legislatore non ha previsto
e quindi non ha disciplinato, purché diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela, ovvero
basta che il contratto non sia illecito (art. 1322, comma 2°, c.c.): art. 1323 anche il contratto
atipico è sottoposto alle regole generali in tema di contratto es. factoring, leasing.
Elementi costitutivi
- ACCORDO (artt. 1326 ss. c.c.): rappresentato dall’incontro di due o più manifestazioni della
volontà, ciò che conta è la volontà manifestata, manifestata in due modi diversi: volontà
manifestata espressamente, parole usate parole scritte, o orali, gesti purché diretti al
manifestare la mia volontà es. i contraenti parlano, scrivono, alzo la mano all’asta, assentire
con il capo. Il Comportamento non diretto che implica la volontà è la volontà manifestata
tacitamente es. salgo sull’autobus, poggio la merce sul nastro della cassa. Il silenzio non
vale come volontà.
Come si forma questo accordo? devono incontrarsi proposta e accettazione, la proposta
per essere tale deve contenere tutti gli elementi del contratto. Es. se vuoi acquistare la mia
vespa del 1968 che vendo per 6.000 €, allora qui proposta e accettazione combaciano. Se
io ti chiedessi invece quanto mi daresti? E tu dicessi non più di 5.000 €, allora questa è la
nuova proposta > controproposta.
- CAUSA (artt. 1343 ss. c.c.)
- OGGETTO (artt. 1346 ss. c.c.)
- FORMA (quando è prescritta dalla legge a pena di nullità) (artt. 1350 ss. c.c.)
CONTRATTO PRELIMINARE
Contratto con il quale le parti si obbligano reciprocamente a stipulare il contratto definitivo, entro un
dato termine (definizione ricostruita che non troviamo nel codice).
È un contratto che obbliga ad un contratto. Attraverso il contratto preliminare la parti si obbligano a
concludere un altro contratto, il contratto definitivo.
Regole che disciplinano il contratto preliminare:
- art. 1351 c.c.: forma uguale a quella prescritta per il definitivo a pena di nullità: la regola per
il contratto preliminare è la forma per relationem, la forma va individuata sulla base della
forma imposta dal definitivo. Se io stipulo il preliminare verbalmente è nullo, non produce
effetti. Perché? Siccome con il contratto preliminare noi ci obblighiamo già a un contratto
definitivo, la stessa forma del contratto definitivo è già richiesta in un primo momento.
- art. 2932 c.c.: esecuzione in forma specifica dell’obbligo di concludere un contratto, se
uno non adempie l’altra parte può ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto
non concluso: la sentenza trasferisce la proprietà. Non ci si può tirare indietro una volta
stipulato il contratto preliminare.
- art. 2645 bis c.c.: trascrizione del preliminare (con «effetto di prenotazione»), se io
trascrivo, la mia trascrizione ha un effetto di prenotazione, per cui prevarrà sugli acquisti
successivi.
LA CAUSA
Tradizionale definizione della causa (non codicistica): funzione economico-sociale del contratto
che si desume dai suoi effetti essenziali. Es. con la compravendita avviene il trasferimento della
proprietà verso il pagamento di un prezzo. Vale per tutti i contratti di compravendita.
Attualmente, alla causa tradizionalmente intesa, viene affiancata la nozione di «causa in concreto».
Quando la causa manca il contratto è nullo. Es. viaggio in Ucraina, la causa in concreto non è più
possibile, ovvero viaggiare in quel posto per turismo. Es. viaggio in Tagikistan, due giorni prima di
partire allerta di rivolte locali con morti etc. Il tour operator dice che si può comunque andare ma si
cambia il tragitto, viaggio possibile, ma sconsigliato (causa tradizionale di viaggio possibile) →
viaggio turistico (causa in senso concreto) non più possibile.
La causa è diversa dal motivo: motivazione soggettiva che spinge la parte a stipulare quel contratto.
Il diritto si disinteressa dei motivi tranne nel caso dell’art. 1345 che riguarda il motivo illecito es. luogo
di gioco d’azzardo, qui il contratto è nullo.
L’OGGETTO
L’oggetto del contratto è dato dalle prestazioni su cui si sono accordate le parti (ossia il
trasferimento della proprietà o di altro diritto, o il comportamento dedotto in obbligazione). La
definizione non è presente nel codice. L’oggetto della prestazione è la cosa trasferita es. nella
compravendita della casa, la prestazione è la casa.
L’oggetto deve essere possibile, lecito (cfr. artt. 1343 e 1354), determinato o determinabile (art.
1346 c.c.).
LA FORMA
L’art. 1325, n. 4, c.c., si riferisce alla forma nel suo significato di particolare mezzo di manifestazione
della volontà. La regola è dunque la libertà della forma; le forme particolari richieste dalla legge –
a cui si riferisce l’articolo richiamato – sono eccezioni alla regola (es. la forma scritta è richiesta per
gli atti previsti dall’art. 1350 c.c., l’atto pubblico per la donazione).
L’art. 1325 si riferisce alla forma richiesta per la validità del contratto (ad substantiam) → una
qualche forma è sempre necessaria, mentre una specifica forma è necessaria solo quando la
prevede il legislatore a pena di nullità, che differisce dalla forma per la prova (ad probationem) e per
la trascrizione. La regola è quindi: le parti sono libere di concludere il contratto nella forma che
preferiscono, anche oralmente.
La forma scritta è richiesta per gli atti descritti all’articolo 1350 ad substantiam ai fini di validità:
- contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili
- trasferiscono/costituiscono diritti reali minori su beni immobili
- costituiscono diritti di godimento su beni immobili per durata superiore a 9 anni
- tutte le altre ipotesi previste dalla legge.
Il rappresentato rilascia una procura (che si riferisce alla r. volontaria) = atto unilaterale, rivolto ai
terzi, costitutivo del potere rappresentativo. La forma della procura si determina «per relationem»
(art. 1392 c.c.). Devo fare una procura per forma scritta per un immobile, ma per un bene mobile
allora per la forma della procura non ci sono regole in tema di forma, è a forma libera, può essere
espressa sia verbalmente sia tacitamente.
L’ eccesso dal potere rappresentativo (art. 1398 s. c.c.) > inefficacia del contratto. La
rappresentanza senza potere (primo e secondo comma) o l’eccesso dal potere, è quando manca il
potere rispetto a quel contratto (es. 1. o senza procura o 2. con procura ma la procura prevedeva
che lui acquistasse il quadro di pendini con toni sul verde e lui compra quello sui toni del rosso). I 3
soggetti in gioco sono: rappresentante, rappresentato e il venditore.
1° effetto il contratto è inefficace, la proprietà non è passata.
2° effetto il diritto del terzo al risarcimento del danno.
3° effetto il contratto può essere ratificato da parte dell’interessato ossia della persona falsamente
rappresentata. Ratifica va fatta per iscritto e segue la forma per relationem. È uscito dai limiti della
procura.
L’ abuso del potere rappresentativo (artt. 1394 s. c.c.) > annullabilità del contratto. Qui agisce
dentro la procura, non fa l’interesse del rappresentato. Il contratto è efficace ma precario, ovvero
annullabile su domanda del rappresentato e il terzo sapeva tutto perché il rappresentante gli aveva
detto tutto. Dimostrare che il terzo conosce il conflitto di interessi.
Le tre ipotesi legali di risoluzione del contratto sono cause di scioglimento del contratto «ammesse
dalla legge» ex art. 1372 c.c., riguardano solo i contratti a prestazioni corrispettive prevedono
prestazioni/obbligazioni per ambo le parti contrattuali es. compravendita, locazione
prestazioni legate tra loro, ne cade una il contratto non ha più senso che stia in piedi (o
sinallagmatici) e sono:
1. RIS. PER INADEMPIMENTO (artt. 1453 ss. c.c.) di una delle parti: l’altro può chiedere
l’adempimento o la risoluzione e sciogliere il vincolo contrattuale. In entrambi i casi ho diritto al
risarcimento del danno.
2. RIS. PER IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA (artt. 1463 ss. c.c.) di una delle prestazioni:
3. RIS. PER ECCESSIVA ONEROSITA’ SOPRAVVENUTA (artt. 1467 ss. c.c.)
Queste ipotesi fanno saltare il sinallagma, dove entrambe le parti hanno delle obbligazioni,
sinallagma → nesso di reciprocità. Le ipotesi di risoluzione si riferiscono al contratto inteso come
rapporto, è successo qualcosa dopo che si è rotto il sinallagma funzionale, cioè si verifica nel corso
del rapporto contrattuale.
PREMESSA: ricorda che l’impossibilità sopravvenuta di una prestazione - dovuta a causa non
imputabile al debitore - estingue l’obbligazione (v. artt. 1256 ss. c.c.; è un modo di estinzione
dell’obbligazione diverso dall’adempimento).
Per i contratti ad effetti reali (trasferiscono la proprietà di una cosa, usufrutto servitù, art.1366
trasferiscono la proprietà determinata) però, vige la regola dell’art. 1465: il perimento della cosa
dovuto a causa non imputabile all’alienante è sopportato dall’acquirente (basta che ci siamo
accordati, io sono già la proprietaria, sposta il rischio res perit domino), anche se la cosa non gli è
stata consegnata. Il contratto non si risolve.
TRA LE PARTI: ha effetto retroattivo (salvo che per i contratti di durata, non riguarda le prestazioni
già godute) il contratto una volta risolto è come se non fosse mai stato stipulato.
NEI CONFRONTI DEI TERZI: non è a loro opponibile; dunque, sono salvi i diritti da loro acquisiti.
I CONTRATTI TIPICI
ILLECITO EXTRACONTRATTUALE
Illecito civile = un atto o un fatto che lede un interesse protetto da una norma giuridica, causando
un pregiudizio al soggetto leso.
A) L’illecito "contrattuale", da inadempimento del debitore, presuppone: una preesistente
obbligazione, l’inadempimento colpevole del debitore, un danno. Rinvio agli artt. 1218 ss.
Il debitore è tenuto al risarcimento del danno se non prova lui che l’inadempimento sia dovuto a
causa a lui non imputabile. L’onere della prova grava sul danneggiante/debitore.
Il creditore/danneggiato ha 10 anni di tempo x richiedere il risarcimento, termine di prescrizione.
B) L'illecito "extracontrattuale" (o fatto illecito), prevede invece che non ci fosse un rapporto
precedente tra danneggiante e danneggiato. L’art. 2043 cod. civ. contiene "la regola", mentre gli artt.
2047-2054 prevedono ipotesi particolari che hanno disciplina in parte diversa. Qual è l’obbligazione
che nasce? Quella risarcitoria (fonte di un’azione risarcitoria). L’onere della prova grava sul
danneggiato che deve dimostrare tutti gli elementi soggettivi e quelli oggettivi. Abbiamo 5 anni e 2
in caso di circolazione di veicolo x richiedere il risarcimento.
RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
L’art. 2043 contiene la regola in materia, ma colpa e dolo non costituiscono l'unico criterio di
attribuzione della responsabilità nell'ambito dell'illecito civile extracontrattuale: le ipotesi di
responsabilità oggettiva (e indiretta, o per fatto altrui) fanno eccezione alla regola; sono ipotesi
tipiche: cfr. artt. 2047 (incapacità di intendere e volere legale non naturale, soggetto non imputabile
e risponde chi è tenuto alla sua sorveglianza, se esiste: tutori, genitori possono utilizzare la prova
liberatoria → allora equa indennità a favore del danneggiato) -2054 .
Art. 2049 → Datore di lavoro per i danni arrecati dai loro dipendenti, dalla maestra risponde la
scuola, autista risponde la società di trasporti.
Ratio: se scelgo male i miei dipendenti la colpa è anche mia. Culpa in eligendo errore nella scelta
fatta ricadere sul datore di lavoro → responsabilità indiretta.
Art. 2050 → Attività produttive fonte di rischi, chi le svolge è tenuto al risarcimento senza che il
danneggiato provi il dolo o la colpa di chi lo ha danneggiato. Es. se fuoriesce un gas e ho la casa lì,
danni alla salute per questo motivo. Prova liberatoria coincide con il caso fortuito o la forza maggiore
Art. 2051 → Danno cagionato da cosa in custodia. Responsabilità da cose. Se la cosa cagiona un
danno rispondo io a meno che provo il caso fortuito (terremoto..). Es. non sistemo adeguatamente
il mio vaso sul balcone, questo cade e faccio del male a qualcuno che passa sotto, la colpa è mia.
Art. 2052 → Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è
responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse
smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito
Art. 2053 → Rovina di edificio. Il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei
danni cagionati dalla loro rovina, salvo che provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione
o a vizio di costruzione. Il proprietario può liberarsi se prova che la rovina è dovuta da caso fortuito.
Art. 2054 → Circolazione di veicoli. Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a
risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver
fatto tutto il possibile per evitare il danno.
Quando ci si scontrano tra i veicoli entrambi hanno colpa, ma si può dimostrare il contrario. Es. il
proprietario del veicolo se lascia la macchina a suo figlio e questo fa un incidente, sia conducente
che proprietario sono responsabili. Il proprietario può però dimostrare che la circolazione sia
avvenuta contro la sua volontà, perché ad esempio gli hanno rubato la macchina.
Erede = chi succede al defunto nella totalità dei rapporti (attivi e passivi) o in una quota matematica del
tutto (es. 1/3 a caio 1/3 a tizio 1/3 a sempronia). Per acquistare l’eredità è necessaria una accettazione
(espressa o tacita), se accetta la sua qualità di erede retroagisce fino all’apertura della successione, ovvero fino
alla sua morte. Una volta che si è eredi lo si è sempre (art. 459 c.c.).
Tra i coeredi che hanno accettato l’eredità si stabilisce una comunione ereditaria, ancora non sappiamo cosa
andrà a chi → si procede con la divisione; ciascuno dei coeredi può in qualsiasi momento chiedere la divisione
(art. 713 c.c.) (divisione convenzionale→ accordo o contratto o giudiziale senza accordo, fatta da un giudice).
Legatario = chi succede al defunto in un determinato diritto (l’attribuzione è normalmente fatta per
testamento). Il legato si acquista senza necessità di accettare (ma esiste la facoltà di rinunciare, art. 649 c.c.).
Il titolo a succedere, in base a quali regole si succede
Si succede o per legge o per testamento. Si distingue una successione legittima (regolata dalla
legge, il titolo è la legge) da quella testamentaria (regolata dal testamento, che ne è il titolo).
La SUCCESSIONE LEGITTIMA
La successione legittima è subordinata a quella testamentaria (art. 457, comma 2°, c.c.).
Chi sono i successibili? Il parente prossimo esclude quello di grado successivo. Il coniuge, i
parenti entro il 6° grado (v. art. 572) e poi lo Stato. La riforma della filiazione ha finalmente
parificato i parenti naturali a quelli legittimi, si parla solo di figli adesso (v. art. 74 c.c. dopo la l. n.
219/2012). Per semplicità si dice che l’ordine di devoluzione (delega dei poteri) segue la regola che
“il prossimo esclude il remoto”, ma ci sono diverse eccezioni: ad esempio i figli non concorrono
con gli ascendenti (neppure di primo grado), ma solo col coniuge.
La successione dello Stato è regolata dall’art. 586 c.c. (per lo Stato non c’è necessità di accettazione,
e non risponde dei debiti oltre l’attivo ereditario).
Il TITOLO A SUCCEDERE
Successione testamentaria (artt. 587 ss. c.c.)
Importanza del carattere della revocabilità (= atto di ultima volontà). Revocabile fino all’ultimo
istante.
Gentile Cliente,
La giacenza media è stata calcolata secondo i criteri previsti nelle Istruzioni per la compilazione della
Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) per il calcolo dell'ISEE, come da normativa vigente; tali criteri sono
Cordiali saluti.
SROGCL 9N 20230104
50344100000010467 Y
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POSTEPAY
N.B. Come stabilito dall’art. 1, commi 183/185 della legge nr. 213 del 30 dicembre 2023 "Legge di bilancio 2024", nella determinazione dell'Indicatore
della situazione economico equivalente (ISEE) sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di stato nonché i prodotti finanziari di
raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. Rientrano in tale ultima categoria i prodotti del risparmio postale, Buoni
fruttiferi postali e Libretti del risparmio postale. L’efficacia delle nuove disposizioni sarà subordinata all’aggiornamento del regolamento di cui al decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, adottato ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito
con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
Il saldo e la giacenza media sono riferiti al rapporto e non al singolo cliente che richiede la certificazione.
Per i prodotti con giacenza media sono mostrati anche i rapporti estinti durante l’anno 2022, per i prodotti senza giacenza media sono mostrati solo i
rapporti in essere al 31/12/2022.
La presente certificazione viene rilasciata da PostePay S.p.A. Patrimonio destinato IMEL ( C.F. e Partita IVA 06874351007) per le carte prepagate
Postepay
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CONTI CORRENTI
Numero
Identificativo Prodotto Saldo al 31/12/2022 * Giacenza Media 2022 *
Intestatari
000064133911 1 3.256,19 1.135,02
POSTEPAY
LIBRETTI
Saldo contabile al 31/12/2022 Giacenza Media (GM) annua al
Identificativo Prodotto Numero Intestatari
*** 31/12/2022******
000037953564 1 9.031,31 9.031,31
*** Il Saldo contabile al 31/12/2022 è pari alla somma del saldo disponibile del libretto al 31/12/2022 e dell'eventuale saldo delle somme accantonate attive al 31/12/2022
****** La giacenza media (GM) annua al 31/12/2022 è pari alla somma della giacenza media annua del libretto al 31/12/2022 e dell'eventuale giacenza media annua delle
somme accantonate scadute nel corso del 2022 o attive al 31/12/202022
N.B. Come stabilito dall’art. 1, commi 183/185 della legge nr. 213 del 30 dicembre 2023 "Legge di bilancio 2024", nella determinazione dell'Indicatore
della situazione economico equivalente (ISEE) sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di stato nonché i prodotti finanziari di
raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. Rientrano in tale ultima categoria i prodotti del risparmio postale, Buoni
fruttiferi postali e Libretti del risparmio postale. L’efficacia delle nuove disposizioni sarà subordinata all’aggiornamento del regolamento di cui al decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, adottato ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito
con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
Il saldo e la giacenza media sono riferiti al rapporto e non al singolo cliente che richiede la certificazione.
Per i prodotti con giacenza media sono mostrati anche i rapporti estinti durante l’anno 2022, per i prodotti senza giacenza media sono mostrati solo i
rapporti in essere al 31/12/2022.
La presente certificazione viene rilasciata da PostePay S.p.A. Patrimonio destinato IMEL ( C.F. e Partita IVA 06874351007) per le carte prepagate
Postepay
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CONTI CORRENTI
Numero
Identificativo Prodotto Saldo al 31/12/2022 * Giacenza Media 2022 *
Intestatari
000062576442 1 2.612,66 1.394,87
POSTEPAY
N.B. Come stabilito dall’art. 1, commi 183/185 della legge nr. 213 del 30 dicembre 2023 "Legge di bilancio 2024", nella determinazione dell'Indicatore
della situazione economico equivalente (ISEE) sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di stato nonché i prodotti finanziari di
raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. Rientrano in tale ultima categoria i prodotti del risparmio postale, Buoni
fruttiferi postali e Libretti del risparmio postale. L’efficacia delle nuove disposizioni sarà subordinata all’aggiornamento del regolamento di cui al decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, adottato ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito
con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
Il saldo e la giacenza media sono riferiti al rapporto e non al singolo cliente che richiede la certificazione.
Per i prodotti con giacenza media sono mostrati anche i rapporti estinti durante l’anno 2022, per i prodotti senza giacenza media sono mostrati solo i
rapporti in essere al 31/12/2022.
La presente certificazione viene rilasciata da PostePay S.p.A. Patrimonio destinato IMEL ( C.F. e Partita IVA 06874351007) per le carte prepagate
Postepay
0150344
Gentile Cliente,
La giacenza media è stata calcolata secondo i criteri previsti nelle Istruzioni per la compilazione della
Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) per il calcolo dell'ISEE, come da normativa vigente; tali criteri sono
Cordiali saluti.
SROGCL 9N 20230104
50344100000010334 Y
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