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Crescita professionale Trasferimento di un lavoratore oltre 50 km

Trasferimento di un lavoratore oltre 50


km
Team editoriale di I…

Aggiornato in data 28 settembre 2023

L'azienda presso la quale lavori vuole trasferirti in una nuova sede che è molto più distante
dalla tua residenza rispetto a quella attuale? In questo articolo ti spieghiamo cosa dice la
legge in merito al trasferimento di un lavoratore oltre 50 km di distanza, qual è la normativa
di riferimento e cosa succede se rifiuti il trasferimento.

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Trasferimento del lavoratore: la normativa


Prima di capire se puoi rifiutare o meno la proposta, analizziamo i casi in cui il datore di
lavoro può disporre il trasferimento del dipendente presso un'altra sede aziendale.

Il trasferimento di un lavoratore è previsto dall'articolo 2103 "Sulla prestazione del lavoro"


contenuto nel Libro V del Codice Civile . Nel determinare quando è possibile per il datore
di lavoro modificare le mansioni del lavoratore, l'articolo 2103 spiega che il lavoratore può
essere trasferito da un'unità produttiva a un'altra solo per comprovate ragioni tecniche,
organizzative e produttive.

L'articolo lascia ampio margine di interpretazione su cosa significhi "ragioni comprovate",


ma possiamo vedere insieme quali sono le ragioni ammesse da alcune sentenze sui
contenziosi relativi al trasferimento di un lavoratore e cosa ha dovuto dimostrare il datore
di lavoro:

L'inutilità del lavoratore presso la sede principale o di partenza

La necessità di avere quella determinata professionalità in un'altra sede

Le motivazioni per cui è stato scelto un determinato dipendente piuttosto che un altro

Tra le cause di un trasferimento va aggiunta anche l'incompatibilità ambientale, che si


verifica quando i disaccordi tra due o più dipendenti possono inficiare il corretto
svolgimento dell'attività lavorativa e causare danni all'azienda. In questi casi, la Corte di
Cassazione ha stabilito che il trasferimento possa avvenire anche senza preavviso e che
rientri tra le comprovate ragioni organizzative.

In generale, l'azienda è tenuta a inviare al lavoratore una comunicazione scritta in cui


vengono esplicitate non solo le ragioni tecniche, organizzative e produttive che rendono
necessario il trasferimento, ma anche la destinazione e la data a partire dalla quale la sede di
lavoro dovrà essere modificata. La scelta di trasferire il lavoratore spetta in maniera
insindacabile al datore di lavoro, ma spesso capita che il trasferimento venga usato come
"arma" nei confronti del lavoratore: ad esempio, nei casi in cui il lavoratore non possa essere
licenziato con giusta causa, per far sì che sia il lavoratore stesso a decidere di abbandonare
il proprio posto di lavoro.

Proprio per questo motivo la normativa in merito ai trasferimenti dei lavoratori è molto
stringente ed esistono meccanismi di tutela. Vediamo cosa fare nei casi in cui il
trasferimento fosse ritenuto illegittimo.

Leggi anche:

Motivi per chiedere un trasferimento sul lavoro: quali sono? Cosa dice la legge?

Trasferimento del lavoratore: casistiche, legislazione e diritti del dipendente


Trasferimento illegittimo: come impugnare il
trasferimento
Se le motivazioni indicate nella lettera di trasferimento sono inesistenti o si tratta di meri
pretesti per emarginare o discriminare un lavoratore vittima di mobbing , allora
sussistono i presupposti per dichiarare illegittimo il trasferimento di un lavoratore presso
un'altra sede aziendale. Se ritieni che il tuo trasferimento ricada in uno di questi casi,
continua a leggere per capire come impugnare il trasferimento e renderlo nullo.

Dopo aver ricevuto la lettera di trasferimento il lavoratore ha 60 giorni di tempo per


contestare le motivazioni (o la mancanza di motivazioni) e impugnare il trasferimento
tramite un legale o un sindacato. Se non si riesce a trovare un accordo, bisognerà fare
ricorso entro 180 giorni presso il Giudice del lavoro. Sarà compito del Giudice verificare la
sussistenza dei requisiti oggettivi che richiedono il trasferimento del lavoratore. In caso di
trasferimento illegittimo, il datore di lavoro dovrà ripristinare la sede di lavoro originaria e
risarcire eventuali danni al lavoratore, riconducibili alla sua condotta illegittima.

In mancanza di ragioni comprovate, dunque, la comunicazione del datore di lavoro può


ritenersi illegittima e il trasferimento nullo. Il trasferimento è nullo anche nei casi di cessione
contrattuale senza esplicito consenso del lavoratore, ovvero qualora il trasferimento
implichi non solo un cambio di sede, ma anche la variazione dell'azienda datrice di lavoro.

Articoli correlati:

Trasferirsi per lavoro: consigli utili e indicazioni

Trasferimento sede di lavoro: cosa fare per tutelarsi

Quali conseguenze porta il trasferimento della sede aziendale ai diritti dei lavoratori?

Trasferimento del lavoratore oltre 50 km: diritti


del lavoratore
Vediamo invece quali sono i diritti del lavoratore nel caso in cui la richiesta di trasferimento
fosse legittimata dalle comprovate ragioni previste dalla legge, e nel caso che un eventuale
ricorso non sia andato a buon fine.

Cosa spetta al lavoratore in caso di trasferimento?


A seconda degli accordi sindacali, alcuni Contratti collettivi nazionali prevedono che il
datore di lavoro sia tenuto a dare un preavviso minimo: ad esempio, il CCNL Metalmeccanici
prevede un preavviso non inferiore a 20 giorni, mentre il CCNL Commercio un preavviso
che varia da un minimo di 45 giorni fino a 70 giorni per chi ha familiari a carico.

Inoltre è previsto che il datore di lavoro corrisponda un'indennità di trasferimento per il


disagio causato al lavoratore. Le spese sostenute per il trasferimento del lavoratore
possono variare in base al CCNL di riferimento. A titolo esemplificativo, riportiamo cosa
comprende l'indennità di trasferimento nel caso del CCNL Commercio :

Rimborso delle spese di viaggio per sé e per eventuali familiari a carico

Rimborso delle spese per trasportare mobili e bagagli

Rimborso di eventuali spese di locazione che non è stato possibile disdire nel luogo di
provenienza, per un massimo di 6 mesi

Una diaria pari a quella prevista per il personale in trasferta, prevista in misura ridotta
anche per conviventi a carico o, in alternativa, la copertura delle spese di vitto e alloggio
per sé e per i componenti del nucleo familiare a carico del lavoratore

Leggi anche: Trasferta di lavoro: come funziona per i lavoratori dipendenti?


Caratteristiche e diritti

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Trasferimento legittimo: come evitarlo?


Il dipendente soggetto a richiesta di trasferimento deve necessariamente presentarsi al
lavoro nella nuova sede se il trasferimento è già effettivo, pena il licenziamento. Esistono
però alcuni casi in cui la richiesta di trasferimento può essere disattesa o si può giungere a
un accordo in modo da percepire la disoccupazione.

Opporsi a un trasferimento oltre 50 km


Tra i casi in cui è possibile opporsi al trasferimento, anche prima dell'intervento del Giudice
del lavoro, vi sono le lavoratrici in gravidanza o i dipendenti che assistono con continuità un
familiare disabile convivente.

In particolare, l'art. 33 della Legge n. 104 del 05 febbraio 1992 e le successive modifiche
entrate in atto con la Legge n. 183 del 04 novembre 2010 sanciscono il diritto del
lavoratore che assiste una persona con handicap (parente o affine entro il terzo grado) a
scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere.
Questi lavoratori non possono essere trasferiti in un'altra sede senza esplicito consenso, a
meno che il datore di lavoro non riesca a dimostrare che il trasferimento è dovuto a
esigenze indifferibili per l'organizzazione aziendale.

Rifiutare un trasferimento oltre 50 km


Anche se la giurisprudenza non indica esplicitamente cosa significhi un trasferimento
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troppo lontano dal luogo della propria residenza, la prassi ha risolto ogni dubbio: la circolare
INPS n. 142 del 2015 ritiene accettabile come motivo di cessazione di rapporto di lavoro
involontaria il trasferimento del lavoratore oltre 50 km di distanza dalla propria abituale
residenza o presso una sede aziendale mediamente raggiungibile in oltre 80 minuti con i
mezzi pubblici.

Il lavoratore può quindi decidere di rifiutare il trasferimento, dare le dimissioni volontarie


per giusta causa e godere comunque delle tutele previste dalla legge, tra cui l'indennità
di disoccupazione, la NASpI. La circolare INPS n. 163 del 2003 e la circolare INPS n. 142 del
2012 includono infatti lo spostamento del lavoratore da una sede aziendale a un'altra tra i
requisiti per poter accedere alla NASpI. Per maggiore chiarezza riportiamo tutte le
motivazioni che possono determinare le dimissioni per giusta causa :

Mancato pagamento dello stipendio o mancato versamento dei contributi previdenziali

Demansionamento, mobbing o molestie sessuali sul luogo di lavoro

Comportamenti ingiuriosi da parte dei superiori o del datore di lavoro

Variazioni importanti delle condizioni di lavoro a seguito della cessione dell'azienda

Spostamento del lavoratore in una sede differente, a meno che lo spostamento non sia
giustificato da comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive

Proprio in merito a quest'ultima motivazione, ricordiamo che tra le eccezioni che


permettono comunque di richiedere l'indennità di disoccupazione figura proprio il
trasferimento del lavoratore a oltre 50 km dalla residenza abituale, anche se la risoluzione
del contratto avviene in modo consensuale. In generale, la risoluzione consensuale del
rapporto di lavoro, avvenuta a seguito di una procedura di conciliazione presso l'Ispettorato
Territoriale del Lavoro, costituisce un'eccezione alla giusta causa e permette di richiedere la
NASpI.

Speriamo di averti aiutato a capire se la richiesta di trasferimento della tua azienda è


legittima oppure se puoi ricorrere ai mezzi consentiti dalla legge per opporti. Se non hai
intenzione di trasferirti ma pensi che il ricorso potrebbe non andare a buon fine, ti invitiamo
a considerare anche le alternative: aggiorna il tuo CV , caricalo sulla nostra piattaforma e
consulta le offerte di lavoro disponibili su Indeed.

Si prega di notare che nessuna delle aziende menzionate in questo articolo è associata a
Indeed.

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