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PRIVACY

Argomenti principali trattati nei 5 video:

● diritto alla riservatezza


● libertà di cronaca e di espressione
● La privacy dall’America all’Europa
● Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
● General data protection regulation GDPR
● La piramide della privacy a scuola

dati personali
dati anonimi,anonimizzati,pseudonimizzati

Cos’è il diritto alla riservatezza?

Il diritto alla riservatezza esprime l’esigenza di ogni


individuo ad escludere dall’altrui conoscenza quanto ha
riferimento alla propria persona (DE CUPIS). Nel codice
civile nessuna norma tutela esplicitamente il diritto alla
riservatezza in quanto tale, per cui la stessa esistenza è
stata a lungo contestata.Il fondamento normativo del diritto
alla riservatezza si ricava dall’art. 2 Cost. e dalle sue
specificazioni (artt. 13, 14, 15), nonché dall’art. 8 della
Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che riconosce il
diritto di ogni persona al rispetto della sua vita privata e
familiare, oltre che del domicilio e della corrispondenza.
Problema fondamentale è quello dell’individuazione dei
limiti della tutela del diritto alla riservatezza, soprattutto in
riferimento al diritto di manifestazione del pensiero (art. 21
Cost.) che comprende la facoltà di cronaca e di critica.

Libertà di cronaca e di espressione

L’articolo 21 della Costituzione italiana e l’articolo 19 della


Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo garantiscono la
libertà di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Sono vietate ogni
tipo di censura. Tuttavia non sempre si può dire tutto e in
tutti i modi. Senza un’adeguata attenzione si rischia di
violare la privacy, di diffamare o di ledere qualche diritto
altrui. Ecco che possono scattare querele, richieste di
risarcimento e varie iniziative legali.
“Right to privacy” e La privacy
dall’America all’Europa

Nel video si è parlato anche di questo articolo che a mio


parere è molto interessante.Per prima cosa inizio a
spiegare il motivo e lo scopo di questo articolo.

“Right to privacy”, apparso il 15 dicembre 1890 sulla


Harvard Law Review (che è tuttora la più famosa rivista
giuridica degli Stati Uniti), ad opera di due giovani avvocati
bostoniani, Samuel D. Warren e Louis D. Brandeis, i quali
analizzarono in maniera molto precisa e articolata il
rapporto tra il diritto di informare ed essere informati e la
riservatezza.

Warren e Brandeis erano soci nello stesso studio di


Boston,Warren aveva una moglie di abitudini mondane, che
frequentava balli notturni e che rincasava spesso tardi,
anche accompagnata da gentiluomini che non erano il
marito. La cronaca di Boston si interessava di continuo alle
abitudini della signora, rendendone noti i fatti privati tramite
un giornale locale venduto ogni giorno in circa 80000 copie.
Per tale ragione, Warren e Brandeis decisero di scrivere un
articolo pesantissimo e coltissimo, praticamente un articolo
scientifico in materia giuridica, intitolato “Right to privacy”,
nel quale esaminarono diffusamente tutti gli aspetti del
rapporto tra diritto ad informare, diritto dell'opinione
pubblica ad essere informata e rispetto della riservatezza.

Dall’America all’Europa:

Le nuove tecnologie aumentano quindi enormemente il


potere degli spioni e dei “controllori”. In Europa,
diversamente dagli Stati Uniti, si è verificata una storia
di stati totalitari, che hanno agito da “super-controllori”
nei confronti dei cittadini: per tale ragione, in Europa si
è sviluppata, dal punto di vista storico, una sensibilità
diversa nei confronti della privacy. L'esperienza
europea del Novecento è stata quella di un controllo
delle informazioni sui cittadini da parte degli Stati: il
vero problema, in tale contesto, non erano gli articoli
diffamatori della stampa, ma la volontà del potere e
dello Stato di conoscere la comunicazione
interpersonale. Emblematico è il caso della Stasi, il
“Ministero per la sicurezza dello Stato”, la principale
organizzazione di sicurezza e spionaggio della
Germania Est, durata fino al 1990: la posta veniva letta
a quasi tutti, quasi tutti avevano il telefono sotto
controllo, le pareti degli appartamenti celavano talvolta
sofisticati sistemi di ascolto, venivano spiate anche le
informazioni più personali e sensibili, come le cartelle
cliniche. La menzogna e la calunnia erano armi usuali.
Tutti sospettavano di tutti.

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea

L’Unione europea ha una sua costituzione?

No in quanto è un’organizzazione internazionale e non uno


Stato. Nel nuovo Trattato di Lisbona è

però stata introdotta la Carta dei diritti fondamentali dell’UE,


già approvata a Nizza nel dicembre
2000 in occasione del Consiglio UE.

Che cos’è la Carta? Che natura giuridica ha?

È un documento che in modo organico fissa diritti per i


cittadini UE. Non introduce nuove

competenze o compiti dell’Unione, ma fissa dei punti


fondamentali di autonoma affermazione di

principi di natura costituzionale stabilendo disposizioni che


si applicano sia alle Istituzioni UE che

agli Stati membri. Tali principi contenuti nella Carta trovano


fondamenti nei principi già contenuti

nelle Costituzioni nazionali degli Stati membri nonché nella


CEDU (Convenzione europea per i
diritti dell’uomo), nella Carta Sociale europea. Il contenuto
della Carta ha lo stesso valore del

Trattato UE.

La Corte di Giustizia fa riferimento alle disposizioni della


Carta, così come la Cassazione italiana

che recentemente, in relazione ad un rinvio relativo ad una


sentenza, ha precisato come il giudice

del rinvio dovrà tener conto, nel giudicare il caso in oggetto,


sia di specifiche norme della

Costituzione italiana della Carta dei diritti fondamentali.

Perché una Carta dei diritti fondamentali UE quando ci


sono già le Costituzioni degli Stati

membri a fissarli?
La Carta ha due grandi obiettivo: uno è quello di individuare
un modello di governance

costituzionale europeo: un modello cioè comune agli Stati


membri in modo tale che i nuovi Stati

che vogliono entrare nell’UE debbono obbligatoriamente


conformare la loro Costituzione a tale

modello. Secondariamente la Carta introduce dei principi


cosiddetti di nuova generazione, principi

che ad esempio in Italia, al momento dell’approvazione


della nostra Costituzione nel 1948, non

erano previsti: ad esempio quelli relativi alle pratiche


eugenetiche e alla clonazione.
Regolamento generale sulla
protezione dei dati (GDPR)
Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è
la legislazione che aggiorna e unifica le leggi sulla privacy
dei dati in tutta l'Unione Europea (UE). Il GDPR è stato
approvato dal Parlamento Europeo il 14 aprile 2016 ed è
entrato in vigore il 25 maggio 2018.
Il GDPR sostituisce la
Direttiva sulla protezione dei dati dell'UE del 1995. La
nuova direttiva si concentra sul mantenere le aziende più
trasparenti e sull'ampliamento dei diritti alla privacy degli
interessati. Quando viene rilevata una grave violazione dei
dati , l'azienda è tenuta dal GDPR a informare tutte le
persone interessate e l'autorità di controllo entro 72 ore. I
mandati del GDPR si applicano a tutti i dati prodotti dai
cittadini dell'UE, indipendentemente dal fatto che la società
che raccoglie i dati in questione si trovi o meno all'interno
dell'UE, nonché a tutte le persone i cui dati sono archiviati
all'interno dell'UE, siano effettivamente cittadini dell'UE o
meno . Il GDPR definisce anche le sanzioni per la non
conformità.

Qual è lo scopo del GDPR?

Lo scopo del GDPR è proteggere le persone e i dati che li


descrivono e garantire che le organizzazioni che
raccolgono tali dati lo facciano in modo responsabile. Il
GDPR impone inoltre che i dati personali siano conservati
in modo sicuro; in parte, il regolamento afferma che i dati
personali devono essere protetti contro "trattamenti non
autorizzati o illeciti e contro la perdita, la distruzione o il
danneggiamento accidentali".

I motivi per la raccolta dei dati personali sono definiti anche


nel GDPR; i dati raccolti devono essere per uno scopo
specifico e legittimo e non devono essere utilizzati in alcun
modo al di fuori di tale scopo. Il regolamento suggerisce
anche limiti alla quantità di dati raccolti, affermando che la
raccolta dei dati dovrebbe essere "limitata a quanto
necessario in relazione alle finalità per le quali sono trattati".

Il GDPR afferma inoltre che l'organizzazione che raccoglie i


dati dovrebbe garantire che siano accurati e aggiornati, se
necessario.

Ai sensi del GDPR, le aziende non possono elaborare


legalmente le informazioni di identificazione personale (PII)
di qualsiasi persona senza soddisfare almeno una delle
seguenti sei condizioni.

1. consenso espresso dell'interessato.


2. Il trattamento è necessario per l'esecuzione di un
contratto con l'interessato o per avviare un contratto.
3. Il trattamento è necessario per adempiere un
obbligo di legge.
4. Il trattamento è necessario per proteggere gli
interessi vitali di un interessato o di un'altra persona.
5. Il trattamento è necessario per l'esecuzione di un
compito svolto nel pubblico interesse o nell'esercizio
di pubblici poteri di cui è investito il titolare del
trattamento.
6. Il trattamento è necessario per le finalità di legittimi
interessi perseguiti dal titolare o da terzi, salvo che
su tali interessi prevalgano gli interessi, i diritti o le
libertà dell'interessato.

Inoltre, le aziende che effettuano trattamenti di dati o


monitorano gli interessati su larga scala devono nominare
un responsabile della protezione dei dati (DPO). Il DPO è la
figura responsabile della governance dei dati e della
conformità dell'azienda al GDRP. Se un'azienda non
rispetta il GDPR, le conseguenze legali possono includere
sanzioni fino a 20 milioni di euro (24,26 milioni di dollari) o il
4% del fatturato globale annuo. Inoltre, la persona che
ricopre questo ruolo è responsabile di garantire
l'applicazione di principi di protezione dei dati adeguati al
mantenimento dei dati personali.
La piramide della privacy a scuola

Le scuole pubbliche non hanno l’obbligo di ottenere il


consenso degli studenti e delle loro famiglie – se minorenni
– per il trattamento dei loro dati personali, ma devono
comunque informarli adeguatamente circa quali dati
vengono raccolti e come sono utilizzati. I dati possono
essere trattati solo per le specifiche finalità istituzionali,
nonché per gli scopi espressamente previsti dalla normativa
di settore, ma non per scopi ulteriori o diversi. I dati sensibili
(quelli, cioè, che riguardano il credo religioso, le origini
razziali ed etniche, lo stato di salute, le convinzioni
politiche) e quelli giudiziari (per i soggetti sottoposti a
detenzione o protezione) richiedono un livello di
riservatezza maggiore. Il loro utilizzo – dopo che ne sia
stata verificata correttezza e completezza – è lecito solo se
pertinente e necessario rispetto alle finalità pubbliche
perseguite, ad esempio: - credo religioso: l’utilizzo è
finalizzato alla frequenza o all’esonero dall’ora di religione,
nonché alla libertà di culto (ad es., particolari abitudine
alimentari); - origini razziali o etniche: l’utilizzo è finalizzato
all’integrazione; - stato di salute: l’utilizzo è finalizzato alla
gestione di tutte le situazioni che riguardano studenti affetti
da qualche patologia, contingente o permanente (ad es.,
assenze per malattia, sostegno in classe, ecc.);

Comunicazioni scuola-famiglia

Il dialogo educativo tra scuola e famiglia è un presupposto


imprescindibile e fondamentale per una proficua azione
formativa ed educativa. Dirigenti e Docenti, pertanto,
cooperano strettamente con i genitori, anch’essi membri
della comunità educativa. Tra scuola e famiglia si svolge un
dialogo aperto e una comunicazione costante, utile ai
genitori nel far fronte alla loro responsabilità di educatori in
casa e in famiglia e a rendere più efficace il lavoro che si
svolge nella scuola.

I genitori sono informati delle attività della scuola e


incoraggiati ad incontrare gli insegnanti per discutere con
loro i progressi dei loro figli.

Al di là delle forme istituzionali (organi collegiali, schede di


valutazione), le comunicazioni tra la scuola e la famiglia
possono avvenire solitamente attraverso:

● le riunioni di classe dei genitori, in cui gli insegnanti


espongono la programmazione curricolare e la
situazione della classe e docenti e genitori si
confrontano su temi e problemi di interesse generale;
● i colloqui individuali tra le famiglie e i Docenti. Il
Gestore, il Direttore della Scuola e i Coordinatori
Didattici sono a disposizione, previo appuntamen
TIPI DI DATI

● dati personali

Qualsiasi informazione riguardante una persona fisica

identificata o identificabile ,si considera identificabile la

persona fisica che può essere identificata, direttamente o

indirettamente, con particolare riferimento a un

identificativo come il nome, un numero di identificazione,

dati relativi all’ubicazione, un identificativo online o a uno o

più elementi caratteristici della sua identità fisica,

fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o

sociale.

● anonimizzati
La definizione legale di dato anonimo prevede che sia tale
il “dato che,in origine o a seguito del trattamento,non può
essere associato ad un interessato identificato o
identificabile”.

Un esempio di dati anonimi sono quelli delle statistiche


invece,non sono anonimi i dati sanitari che identificano un
paziente.

● pseudonimizzati

La pseudonimizzazione è una tecnica che consiste “nel

trattamento dei dati personali in modo tale che i dati

personali non possano più essere attribuiti a un interessato

specifico senza l’utilizzo di informazioni aggiuntive, a

condizione che tali informazioni aggiuntive siano

conservate separatamente e soggette a misure tecniche e

organizzative intese a garantire che tali dati personali non

siano attribuiti a una persona fisica identificata o

identificabile” (art. 4 punto 5 del GDPR).


Parere personale

Penso che la privacy sia un diritto che non dovrebbero

essere violati.Ogni persona dal più piccolo al più grande ha

bisogno della sua privacy,molte volte succede che una

persona si senta violato oppure che la sua area personale

sia stata “invasa”.A mio parere molti degli adolescenti si

sentono privati della privacy soprattutto qualche volta da

parte dei loro propri genitori.

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