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La divisione

dell’Europa cristiana
Progetti imperiali e fratture religiose in Europa
(XVI-XVII secolo)
Verso la Pace
di Augusta
La frattura religiosa

A partire dagli anni Trenta


del Cinquecento, il Sacro
Romano Impero dovette
affrontare la frattura
religiosa tra cattolici
e protestanti.

Thomas More e altri cattolici vengono giustiziati per volontà


di Enrico VIII. Incisione del 1535.

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Le ragioni di Carlo V

Carlo V decise di non attaccare gli Stati protestanti, dal momento che:

• i principi e le città che avevano abbracciato la Riforma luterana


si erano uniti nella Lega di Smalcalda (1531);
• i turchi ottomani avevano attaccato l’Ungheria;
• gli Stati tedeschi ostili alla Riforma volevano evitare che da una
guerra interna all’impero gli Asburgo ottenessero ancora più potere.

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Il tentativo di riconciliazione fallito

Nel 1541, a Ratisbona, fallì


il tentativo di riconciliazione
religiosa nei territori tedeschi
e nel 1546 Carlo V decise di
intraprendere una campagna
militare contro i luterani.

La partenza delle truppe di Carlo V e del cardinale Alessandro


Farnese per la guerra contro i luterani. Affresco dei fratelli
Zuccari (1560-66).
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LO SCONTRO TRA CARLO V E I LUTERANI

• nasce la Lega di Smalcalda, luterana (1531)

Anni Trenta • Carlo V stringe accordi politici provvisori per ottenere l’aiuto dei
principi tedeschi contro la minaccia ottomana
• Carlo V non può sanare la frattura religiosa senza un concilio
convocato e presieduto da papa Clemente VII

fallimento a Ratisbona del tentativo di riconciliazione religiosa


e dottrinale tra Carlo V e i luterani (1541)

Anni Quaranta • si apre il Concilio di Trento (1545)


• Carlo V attacca i principi luterani (1546)
• Carlo V ottiene la vittoria a Mühlberg (1547)
• Carlo V impone un compromesso ai luterani (1548)

proseguono le tensioni religiose e militari tra cattolici e luterani


Anni Cinquanta
con la Pace di Augusta (1555) si riconoscono due Chiese
e si afferma il principio del cuius regio, eius religio
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La Dieta di Augusta

Le tensioni continuarono fino a quando, nel 1555, la Dieta di


Augusta non giunse a riconoscere l’esistenza di due Chiese
e la possibilità che i singoli Stati scegliessero quale seguire
(la scelta del signore valeva anche per i suoi sudditi).

Di fronte al fallimento del suo progetto politico e religioso,


Carlo V abdicò in quello stesso anno.

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Il calvinismo
Giovanni Calvino

Nel 1535, Giovanni Calvino


fu costretto ad abbandonare
la Francia per le sue simpatie nei
confronti della riforma luterana.

Trasferitosi a Ginevra, cercò qui


di realizzare quanto aveva esposto
nell’opera Istituzione della religione
cristiana (1536). Calvino rifiuta il sacramento ai libertini nella
cattedrale di Ginevra. Illustrazione del XIX secolo.

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I centri dove soggiornarono Lutero e Calvino

I tragitti compiuti da Lutero


e Calvino nel corso della loro
vita aiutano a comprendere
la diffusione delle loro
confessioni in alcune regioni
europee.

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La salvezza attraverso la fede

Calvino era convinto che la Chiesa


cristiana dovesse essere autonoma
dal potere politico.
Essa doveva esercitare un controllo
morale sulla comunità; per questo
motivo Calvino insisteva
sull’importanza di rigorosa
disciplina e del controllo
dei costumi.
Giovanni Calvino.

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Ginevra: la città calvinista

Espulso da Ginevra nel 1538, tre anni Calvino dopo fu richiamato


per proseguire il suo progetto.

Creò un concistoro, che aveva il compito di ammonire i peccatori


ed escluderli dall’eucarestia. I comportamenti più gravi erano
puniti con la messa al bando.

Il calvinismo, che ancor più del luteranesimo accentuava il potere


assoluto di Dio, si diffuse in Francia, nei Paesi Bassi, in Scozia
e in Ungheria.
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La Riforma
nei regni
britannici
Il calvinismo in Scozia e Inghilterra

Nel Regno di Scozia si affermò


il calvinismo.

Anche in Inghilterra si consumò una


rottura con Roma, ma per motivazioni
politiche: nel 1534 il re Enrico VIII
fece approvare dal Parlamento l’Atto di
supremazia, che di fatto sottometteva
Persecuzioni contro i protestanti sotto il regno
il clero alla Corona ma non comportava
di Maria Tudor.
revisioni della dottrina.
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La riforma della liturgia

L’afflusso di esuli dal continente


dopo il 1547 (dopo la sconfitta dei
principi cattolici per mano di Carlo V,
a Mühlberg) diffuse ulteriormente
i fondamenti della Riforma.
Si giunse così a una riforma che
avvicinava la Chiesa inglese
al modello svizzero-ginevrino.
Cambiò la liturgia, ma non
l’organizzazione della Chiesa.
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La restaurazione del cattolicesimo

Morto precocemente Edoardo VI


(1553), salì al trono Maria Tudor,
che cercò di restaurare
il cattolicesimo anche per mezzo
di una violenta repressione
antiprotestante.

Maria Tudor in un dipinto anonimo del 1545.

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La divisione religiosa dell’Europa alla metà del XVI secolo

In un’Europa dal 1054 già


divisa tra Chiesa di Roma e
Chiese ortodosse, una parte
del continente aderì alla
Riforma (luteranesimo,
calvinismo, anglicanesimo).

In alcune regioni, come


nei Balcani, era forte anche
la presenza musulmana.
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Elisabetta I

In Inghilterra Elisabetta I,
succeduta alla sorellastra Maria
Tudor, scelse di riformare la liturgia
mescolando elementi calvinisti
e luterani, continuando a lasciare
intatta l’organizzazione della Chiesa.

Nel Regno di Irlanda, invece,


il protestantesimo, percepito come
Elisabetta I.
un’imposizione, non riuscì a imporsi
sul cattolicesimo.
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Il Concilio
di Trento
Il Concilio di Trento

Il Concilio annunciato da papa


Paolo III rappresentò una risposta
alla diffusione della Riforma
protestante e, nello stesso tempo,
fu anche l’occasione per progetti
di rinnovamento della Chiesa.

Si riunì a Trento nel 1545, e dopo


alterne vicende tenne le due
sessioni conclusive nel 1563.
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Le decisioni dottrinali e disciplinari

I principali punti delle riforme sancite dal Concilio:

• furono ribaditi l’esistenza del Purgatorio, la validità delle indulgenze


e il culto dei santi e della Madonna;
• fu rimarcata la funzione del clero nella cura delle anime;
• fu stabilito l’obbligo di un seminario per la formazione dei sacerdoti;
• i vescovi avrebbero dovuto visitare i propri territori;
• i parroci avrebbero dovuto registrare gli atti relativi alla vita religiosa
dei propri parrocchiani;
• fu rilanciata l’attività missionaria;
• il matrimonio fu sottoposto al controllo del clero.
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IL CONCILIO DI TRENTO

• Bibbia e Tradizione della Chiesa uniche fonti della Rivelazione


• opere di bene e atti di devozione contribuiscono alla salvezza
Le scelte
• validità dei sette sacramenti, del sacerdozio, delle indulgenze, del
dottrinali
Purgatorio, del culto dei santi e della Madonna
• realtà concreta della transustanziazione durante l’eucarestia

• presenza di un seminario in ogni diocesi per la formazione dei sacerdoti


Le riforme
• ruolo centrale del clero nella cura dei fedeli e nella salvezza delle loro
disciplinari
anime

• importanza di diocesi e parrocchie nel controllo del territorio


I vescovi • vescovi obbligati a risiedere all’interno della propria diocesi
e il territorio • visite pastorali obbligatorie compiute dal vescovo nella diocesi
• obbligo per i parroci di redigere il cosiddetto «stato delle anime»

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La
Controriforma
cattolica
La Curia

Dopo il Concilio di Trento la Curia


romana fu ancora più centrale nella
vita della Chiesa e il potere del
papa ancora più forte.

I cardinali furono inquadrati


in Congregazioni, realtà simili
a ministeri, che si occupavano
dei vari aspetti del governo Vescovi durante una messa pontificale, in un dipinto
dello Stato e della Chiesa. di Antoine le Nain del XVII secolo.

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L’Inquisizione romana

Tra le Congregazioni,
particolare importanza ebbe
quella della Inquisizione
romana, voluta dal Paolo III
nel 1542.

Uno strumento repressivo nato


con le stesse finalità fu
l’Indice dei libri proibiti Francisco Rizi, Autodafé nella Plaza Mayor a Madrid, 1680.

(1571).
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I gesuiti

La Compagnia di Gesù, fondata


da Ignazio di Loyola nel 1534,
svolse un’importante attività
missionaria in Asia e nelle
Americhe e contribuì, in Europa,
alla formazione culturale e religiosa
della popolazione.

Il cardinale Carlo Borromeo riceve i barnabiti e i gesuiti.


Dipinto di Giovanni Battista Crespi, XVII secolo.

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Poveri,
streghe, ebrei
e rom
Controllo sociale e marginalità

Le grandi trasformazioni culturali, politiche, religiose


ed economiche del XVI secolo provocarono per contraccolpo
un accresciuto sforzo di controllo sociale nei confronti di pratiche
o gruppi «marginali».

L’aumento demografico che caratterizzò tutta l’Europa


nel Cinquecento rese più complessa la questione, intrecciandosi
a quella, secolare, delle forme di assistenza e di carità.

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Donne e streghe

La volontà di imporre rigide


regole di comportamento
fu rivolta in primo luogo
alle donne.
Le donne furono le vittime
della caccia alle streghe.

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L’espulsione degli ebrei

Gli ebrei furono espulsi dal Regno


di Napoli (1541) e obbligati,
in Italia, a risedere in quartieri
chiusi e separati (ghetti).

Lo stesso atteggiamento
discriminatorio fu manifestato
nei confronti dei rom, giunti
in Europa dai Balcani tra il XIII
e il XIV secolo.
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