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DEL CINQUECENTO
Non è vero che la religiosità popolare è in declino alla vigilia della Riforma:
anzi è in crescita (fondazione di chiese, moltiplicazione di confraternite,
pellegrinaggi, culto dei santi).
E' piuttosto il clero ad essere in decadenza (corruzione, assenteismo,
basso livello culturale).
Il papato rinascimentale (nepotista e corrotto) ha raggiunto uno dei punti più
bassi di credibilità (Sisto IV Della Rovere, Alessandro VI Borgia, Giulio II
Della Rovere, Leone X de’Medici)
Sono molto diffusi sentimenti anticlericali e antipapali.
da Aberto di Brandeburgo
dai Fugger
a Papa Leone X
ad Alberto di Bradeburgo
(Fabbrica di San Pietro)
(prestito ad interesse)
24.000 ducati
29.000 ducati
Il documento presentato in
quell’occasione prenderà il
nome di Protesta, ossia
“testimonianza a favore” di
Lutero.
Etimologia latina: Pro testari =
testimoniare a favore di
qualcuno.
“Riformati” o “Protestanti” ?
A Ratisbona nel
1541 si tenta per
l’ultima volta la via
della conciliazione
e del dialogo. La
sconfitta del
gruppo erasmiano
aprirà la strada alla
reazione della
Controriforma.
L’evangelismo italiano:
un’occasione mancata (1535-1555)
Mentre in Europa si afferma la Riforma nelle sue
diverse componenti, in Italia prudenti idee di riforma
maturano anche all’interno della Chiesa cattolica,
coinvolgendo un significativo numero di vescovi e
cardinali (Sadoleto, Contarini, Pole, Morone).
Fra gli anni trenta e gli anni quaranta l’evangelismo
italiano sembra influenzare lo stesso papato: il
Consilium de emendanda Ecclesia (1536-37)
rappresenta il punto più alto dello sforzo riformatore,
ma con il fallimento dei Colloqui di Ratisbona
(1541) la strada è ormai aperta alla reazione che
trionferà dopo il 1555 con l’elezione di papa Paolo
IV Carafa.
Un testo da decifrare: Il Beneficio di
Cristo (1543)
L’opera più significativa dell’evangelismo italiano è il
trattatello anonimo Beneficio di Cristo crocifisso,
contenente spunti erasmiani, luterani e calvinisti. In
un originale sintesi eterodossa vi sostiene la
giustificazione per sola fede, la rigenerazione
spirituale della chiesa e la fine del potere temporale
dei papi.
Composto fra il 1540 e il 1542, a Viterbo (nella
cerchia del cardinale Reginald Pole), prima diffuso
manoscritto e poi pubblicato anonimo a Venezia, è
probabilmente un’opera collettiva: fra i suoi autori si
identificano l’umanista Marcantonio Flaminio e il
monaco Benedetto Fontanini da Mantova.
Iacopo Sadoleto (1477-1547)
Il cardinale Iacopo
Sadoleto, fine intellettuale
umanista e vescovo di
Carpentras, di ispirazione
erasmiana, è il capofila dei
vescovi riformatori e fautore
del dialogo con i protestanti.
È interlocutore di Calvino
nella celebre discussione
epistolare del 1539 su
“aggiornamento o riforma
della chiesa?”
Gasparo Contarini (1483-1542)
Il patrizio veneziano Gasparo
Contarini, diplomatico al servizio
della Repubblica e Senatore, già
ambasciatore di Venezia presso
Carlo V e poi ambasciatore a
Roma, viene creato cardinale da
Paolo III nel 1535 a 42 anni e
successivamente ordinato
sacerdote. Celebra la sua prima
messa nel 1537.
Di orientamento erasmiano, è
uno dei principali esponenti del
gruppo riformatore interno alla
Chiesa cattolica. Promotore nel
1536-37 di una riforma interna,
tenta fino all’ultimo la
conciliazione con i protestanti al
Colloquio di Ratisbona (1541),
ma viene sconfitto dagli
intransigenti.
Reginald Pole (1500-1558)
Il cardinale inglese Reginald
Pole, allontanato da Enrico VIII
nel 1532, sostiene una riforma
interna della Chiesa.
Nel 1545 è rappresentante
personale di papa Paolo III al
Concilio di Trento e nel 1549
manca per un solo voto
l’elezione al pontificato.
Tornato in Inghilterra nel 1554,
sotto Maria Tudor, viene
inquisito nel 1555 dal suo
vecchio avversario Paolo IV
Carafa per filoprotestantesimo.
Muore prima della conclusione
del processo, “in opinione a
Roma di luterano et in
Alemagna di papista”.
Bernardino Ochino (1487-1564)
Il generale dei cappuccini
Bernardino Ochino,
celebre predicatore,
aderisce alla Riforma nel
1542 e si rifugia a
Ginevra.
Entrato in urto con
Calvino a causa delle sue
posizioni radicali e
antitrinitarie, è costretto
ad un lungo esodo per
l’Europa orientale. Muore
di peste in Moravia.
L’Evangelismo italiano: un bilancio