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Martin Lutero
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Indice
Biografia
Infanzia e formazione
Nell'ordine agostiniano
La dottrina della giustificazione per fede
L'ultimo dei medievali, il primo dei moderni
Iustus ex fide vivit
Differenza con la teologia cattolica
I punti fondamentali della dottrina luterana
La predica contro le indulgenze
Il confronto con il papato
Leone X e Federico il Saggio
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Biografia
Infanzia e formazione
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L'ambiente in cui crebbe Lutero era cattolico e severo, ma anche rozzo e volgare. Nella fede dei
genitori vi era infatti una componente di superstizione popolare, attinta soprattutto dal
paganesimo germanico.[1]
Un anno dopo la nascita di Martin, la famiglia si trasferì a Mansfeld, dove il bambino cominciò a
frequentare la scuola, esercitandosi nel canto sacro.
Nel 1497 Lutero frequentò la scuola di latino a Magdeburgo, presso i Fratelli della vita comune,
un'associazione religiosa d'origine medievale. Per volontà del padre si iscrisse poi all'Università
di Erfurt (1501), dove conseguì il titolo di Baccalaureus artium.
Nell'ordine agostiniano
Pertanto, nel 1508, Lutero iniziò a insegnarvi dialettica e fisica, leggendo e commentando l'Etica
Nicomachea di Aristotele, e passando in seguito a dirigere le disputationes degli studenti. Negli
anni seguenti proseguì i suoi studi di teologia e delle Sacre Scritture. Nel 1510 fu inviato a Roma
(in rappresentanza del suo convento, per questioni interne all'Ordine) dove, a differenza di
quanto riportato da diverse fonti, non rimase troppo scandalizzato per la condotta del clero,
anche se lo storico-biografo Bainton sostiene che fin dal suo arrivo ebbe delusioni di vario
genere, soprattutto da parte dei preti locali. Essi lo colpirono per la "crassa ignoranza e la
frivolità", in quanto erano in grado di celebrare in fretta e furia sei o sette messe nello stesso
tempo in cui lui ne celebrava una soltanto. Inoltre, egli inorridiva nel sentir dire che i quartieri
malfamati erano frequentati da ecclesiastici, e che alcuni di essi si reputavano virtuosi perché si
limitavano ad avere rapporti con donne.[3] La critica si divide anche sull'effetto che gli fece il
fervore artistico e culturale che in quegli anni investiva il centro della cristianità. Mentre
alcuni[4] ritengono che il giovane monaco tedesco fu entusiasta dei capolavori artistici romani,
altri, come R. Bainton, affermano che essi non lo interessarono per niente, essendo più attratto
dalla "Roma dei santi".[5] Una leggenda dice che, entrando in piazza del Popolo, sia caduto in
ginocchio esclamando: «Salve Roma santa, città di martiri, santificata dal sangue che essi vi
hanno sparso».[6] Anch’egli salì sulla Scala Santa sulle mani e sulle ginocchia, scalino per
scalino, da lui baciati, nella speranza di liberare un'anima dal purgatorio, dispiacendosi persino
che i suoi genitori fossero ancora in vita, non potendo così beneficiarli in quel momento con la
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Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia e nel 1513 iniziò a tenere lezioni sui Salmi[8],
poi pubblicate nel 1519[9]. Nell'anno 1515 Lutero fu nominato, dal capitolo degli Agostiniani,
vicario generale dei numerosi conventi del distretto della Misnia e della Turingia. Il vicario
generale Staupitz, secondo la consuetudine del tempo, lo accompagnò a visitare molti di questi
importanti monasteri. Nello stesso anno iniziò le lezioni sull'Epistola ai Romani, il cui
manoscritto fu scoperto e pubblicato nel 1908.[10]
Tra la fine del 1512 e l'inizio del 1514 Lutero provò l'esperienza della torre (Turmerlebnis):
un'improvvisa rivelazione, cioè l'assioma fondamentale della religione protestante, come egli
stesso racconta gli venne in mente mentre si trovava nella torre del convento[16][17], leggendo e
meditando sulla lettera di San Paolo ai Romani,[18]. In uno dei discorsi a tavola[19][20] tenuto nel
1532 il riformatore racconta del terrore che gli ispiravano due parole: "iustus" e "iustitia" che gli
facevano pensare che se Dio è somma giustizia non c'è scampo alla dannazione eterna per il
peccatore.
«Non amavo quel Dio giusto e vendicatore, anzi lo odiavo e se non lo bestemmiavo in
segreto, certo mi indignavo e mormoravo violentemente contro di lui[21]»
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ecco allora che quelle due terribili parole gli diventarono «dulcia et iucunda» e che la soluzione
del suo dramma religioso era stata un dono dello Spirito Santo.[22]
È l'onnipotenza divina che è in grado di fare questo: trasformare il nero in bianco, rendere
giusto ciò che per sua natura è profondamente ingiusto. È inutile che l'uomo "con le sue corte
braccia" tenti di raggiungere Dio. L'uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più
che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui,
che interviene direttamente sull'uomo. Non c'è più bisogno del mediatore tra Dio e l'uomo: il
sacerdote (il "sacerdos", colui che dà il sacro) ma è Dio che nella sua onnipotenza salva chi ha
deciso ab aeterno (dall'eternità) di salvare.
Lutero riesaminò mentalmente l'intera Bibbia per determinare se questa nuova conoscenza
fosse in armonia con altre dichiarazioni bibliche, e ritenne di trovarne ovunque la conferma. La
dottrina della giustificazione, o salvezza, per fede e non mediante le opere, o la penitenza,
rimase il pilastro centrale degli insegnamenti di Lutero, che erano comunque derivati da quelli
di Wyclif e di Hus.
È dunque esclusivamente Dio che salva poiché, in quanto onnipotente, è in grado di trattare
come giusto ciò che per sua natura è ingiusto. Infatti per i protestanti è solo la grazia di Dio che
salva, attraverso la fede. La Chiesa cattolica, in merito al problema della giustificazione, crede
nella necessità sia della grazia divina che della cooperazione umana, fatta di fede e opere:
l'uomo è sì corrotto dal peccato originale, ma il suo libero arbitrio non è completamente
annullato, e dunque trova, con l'aiuto della grazia divina, la forza per risorgere. L'affermazione
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Xilografia di Lutero e Hus che Una seconda differenza sta nel fatto che per la teologia
dispensano la Santa Comunione cattolica posteriore al Concilio di Trento la giustificazione è
un effetto reale operato nel fedele dalla grazia di Dio, mentre
per la teologia luterana, e per parte della teologia cattolica
anteriore al Concilio di Trento, la giustificazione del fedele è la stessa grazia di Dio, ossia è uno
dei modi in cui Dio può decidere di considerare un peccatore: il modo di considerarlo come
giustificato. Resta fermo che per i teologi di entrambe le confessioni l'uomo non merita, da sé, la
grazia di Dio. E se non lo merita, la salvezza non può essere per opere del fedele.
Mentre il cattolico, tramite i sacramenti, può presumere di avere ottenuto il perdono ed essere
in grazia di Dio, il luterano ne é certo, basato sulle stesse promesse divine nelle Scritture, il cui
Autore, Dio stesso, non può mentire. Tuttavia il protestante non può, in vita, sapere se la sua
fede è stata "salvifica", perché nemmeno la fede dell'uomo è un suo merito.[24]
Al presente, tuttavia, secondo la parte della comunità internazionale luterana meno legata alle
confessioni luterane e più incline all'ecumenismo, è difficile individuare gli effettivi punti di
disaccordo tra teologia luterana e teologia cattolica. Il 31 ottobre 1999 ad Augusta il Pontificio
consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e la Federazione mondiale luterana hanno
sottoscritto una "Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione" e si affermò, da
entrambe le parti, che la teologia è una[25] sia per i protestanti in genere, sia per i cattolici o per
gli ortodossi, convenendo che la giustificazione è ottenuta per fede - come già proposto dal
cardinale Gasparo Contarini nei Colloqui di Ratisbona del 1541.
Un'altra parte dei luterani, cosiddetti confessionali, tra cui quelli dell'International Lutheran
Council, non l'hanno sottoscritto, e rimangono fermi nella confessione della salvezza solamente
per grazia di Dio, solamente per fede e fede in Cristo soltanto, cosa che la chiesa cattolico-
romana non ha mai accettato, nemmeno nel documento sulla giustificazione del 1999.
▪ salvezza per sola grazia attraverso fede (Sola fide, Sola gratia): la salvezza non si ottiene a
causa delle buone azioni, si ottiene solamente avendo fede in Cristo e nella Sua opera
salvifica.
▪ L'uomo compie azioni pie poiché è giustificato: non è giustificato a causa delle sue azioni
pie.
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La dottrina luterana si rifaceva a un'interpretazione letterale del pensiero di San Paolo che mal
si conciliava con la consuetudine ecclesiastica di concedere tramite la Chiesa, depositaria dei
"tesori di Cristo", il perdono ai peccatori pentiti con la vendita dell'indulgenza che
simboleggiava il sincero pentimento e le buone opere (in questi casi il denaro o la cessione di
altri beni) da compiere per essere perdonati e ottenere una remissione delle pene. All'epoca si
credeva generalmente che dopo la morte i peccatori venissero puniti con le sofferenze in
Purgatorio, per un determinato periodo di tempo, a seconda della gravità del peccato. Tuttavia
questa permanenza in Purgatorio poteva essere abbreviata anche grazie alle indulgenze
concesse con l'autorizzazione del papa in cambio di denaro.[30]
La predicazione contro la vendita delle indulgenze fu, quindi, il primo atto "riformatore"
intrapreso da Lutero, giacché proprio a Wittenberg il principe Federico aveva impiantato tale
pratica, avendo ottenuto da Roma il permesso di esercitarla una volta l'anno il giorno di
Ognissanti. In tre occasioni, nell'anno 1516, Lutero parlò contro le indulgenze, affermando che il
semplice pagamento non poteva garantire il reale pentimento dell'acquirente né che la
confessione del peccato costituisse di per sé una sufficiente espiazione. La situazione degenerò
nell'anno seguente (1517) quando un altro esempio di vendita delle indulgenze dalle amplissime
ramificazioni richiamò l'attenzione di Lutero.
Tutta la questione era nata due anni prima con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris,
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Lo scontro con le alte gerarchie ecclesiastiche fu inevitabile. La fama del monaco ribelle si
diffuse in tutta la Sassonia elettorale: teologi, semplici religiosi, artigiani, studenti, il principe
elettore e la sua corte. Due elementi, più di ogni altra cosa, contribuirono a questo rapido
successo: l'interesse generale che suscitava questa disputa, giacché trattava tematiche molto
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vicine alle esigenze materiali e spirituali della popolazione; in secondo luogo la stampa a
caratteri mobili, che consentì la stesura e la diffusione in migliaia di copie delle tesi luterane e
dei successivi scritti.[32]
Le Risoluzioni furono inviate a Roma per essere esaminate da papa Leone X, il quale questa
volta autorizzò l'apertura di un processo nei confronti del monaco ribelle.
Lutero ebbe sessanta giorni di tempo per presentarsi a Roma e contestare l'accusa di aver
diffuso idee erronee. Tuttavia, la paura fondata di essere arrestato e condannato senza alcuna
possibilità di spiegare le proprie ragioni, spinse Lutero a rivolgersi al principe Federico per
ottenere garanzie e protezione. Fu quindi deciso di spostare il processo in Germania, ad
Augusta, dove in quel periodo si sarebbe tenuta la dieta omonima. Lutero sarebbe stato ricevuto
dal legato pontificio il cardinale Tommaso De Vio detto il "Caetano". Onde tutelare l'incolumità
di Lutero, il principe Federico ottenne un salvacondotto dal futuro imperatore Carlo V che ne
garantiva l'intoccabilità fino al ritorno a Wittenberg. Il colloquio si svolse a metà ottobre.
Il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, ma poiché
quest'ultimo non si considerava un eretico, rifiutò la richiesta del legato invocando inizialmente
la protezione del Papa contro i calunniatori e i nemici. Va detto, infatti, che fino a quel momento
Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano e tutti gli scritti di quel
periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai
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suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Non deve quindi stupire il suo
appello al Papa, come non deve stupire il fatto che tale appello venne rifiutato e le tesi di Lutero
respinte dal Caetano. Poi, incalzato abilmente da quest'ultimo, Lutero si spinse fino a negare la
supremazia del Papa: "non solo un concilio è superiore al papa, ma lo è qualunque credente che
sia fornito di maggiore autorità e ragione".[33] Lutero si sentiva forte del sostegno popolare e
della protezione dell'elettore Federico III di Sassonia, ed evitò un arresto imminente fuggendo
di notte.
Per molti anni l'imperatore era stato un buon alleato della Chiesa di
Roma e il suo improvviso decesso costrinse Leone X a cercare un
candidato da appoggiare alla dieta dei grandi elettori dell'impero. La
scelta non era semplice giacché si erano candidati il re di Francia
Francesco I e il re di Spagna Carlo d'Asburgo (futuro vincitore di
questa contesa che salirà al trono col nome di Carlo V), e chiunque
fosse stato il vincitore, per la Chiesa ciò avrebbe significato un enorme
Federico il Saggio, di
rischio (come poi effettivamente sarà) per i propri domini in Italia e
Lucas Cranach il
quindi per l'autonomia del papato.
Vecchio (1532)
La scelta più conveniente era dunque quella di sostenere un candidato
tedesco e Leone X propose Federico il Saggio, il quale temporeggiò per
un breve periodo fino a rifiutare la candidatura offertagli, costringendo il papa ad accettare
l'elezione di Carlo - preferito agli altri candidati anche per l'oro dei Fugger che convinse i
principi elettori - che avvenne il 28 giugno 1519 a Francoforte. Tuttavia il nuovo imperatore non
poté essere consacrato prima dell'autunno del 1520, nel mentre Federico di Sassonia, come ex
aspirante al titolo imperiale, restava la figura di maggior prestigio in Germania. In conseguenza
di questi eventi la Chiesa non procedette contro Lutero per un altro anno e mezzo.
Di opinioni del tutto contrarie era invece un altro intellettuale che aderì al movimento
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riformatore: Andrea Carlostadio. Più anziano di Lutero (fu lui a conferirgli il dottorato) era
aperto sostenitore della ribellione armata contro la nobiltà e il clero tedeschi, cosa che infine
causerà la rottura tra i due e l'allontanamento forzato di Carlostadio dalla Sassonia elettorale. Le
tensioni tra gli intellettuali favorevoli o contrari alle tesi luterane erano giunte a un punto tale
che pochi avrebbero potuto sottrarsi al nascente dibattito e non certamente l'umanista Erasmo
da Rotterdam che era proprio al culmine della propria fama letteraria. Il doversi per forza
schierare e la partigianeria erano contrarie sia al suo carattere sia ai suoi costumi.
A Lutero tale scelta parve un mero rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità, motivato da
mancanza di fermezza o, peggio, da codardia. Nonostante la parziale tranquillità di cui godeva
in quel momento il gruppo riformatore, il papato non abbandonò completamente la questione.
Verso la fine del 1518 (quindi già prima della morte dell'imperatore Massimiliano) fu inviato a
Wittenberg il giovane nobile sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con
l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica, in cambio del silenzio degli
avversari di Lutero in Germania, garantito dal papato.
Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere
obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune
dottrine (1519). A fare le spese di questo accordo fu il predicatore domenicano Tetzel, accusato
da von Miltitz di condurre una vita dispendiosa e di avere due figli illegittimi: fu costretto a
ritirarsi permanentemente in convento, dove morì di crepacuore poco tempo dopo. La tregua
formale non durò che qualche mese giacché le altre università cattoliche della Germania
continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o
partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti.
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia nel febbraio del 1519 tra
Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di
questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della
dottrina hussita. Ciò gli valse la condanna da parte del papa, giacché cento anni prima il
Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.[34] Tornato a
Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la
sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae
disputatis, ma non sortì alcun effetto.
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Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, e il 15 giugno fu
emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue
posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica.
Il 10 dicembre dello stesso anno Lutero fece bruciare nella piazza di Wittenberg i testi del diritto
canonico, la bolla papale e alcuni scritti, tra i quali la Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino
e la Summa Angelica di Angelo da Chivasso, ai quali facevano riferimento i suoi avversari.[35]
Il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero
con l'accusa di eresia hussita. Lutero aveva già spregiativamente bruciato in pubblico la bolla
papale Exsurge Domine (15 giugno 1520) con la quale era stato minacciato di scomunica se non
avesse desistito dal proprio intento (in suo pravo et damnato proposito obstinatum).
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Il 16 aprile del 1521 Lutero giunse alla dieta salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso
dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea
composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Cio nonostante gli fu
imposto di abiurare, ma Lutero rifiutò e Carlo V lo condannò come nemico della cristianità
tedesca ed eretico.
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In questo contesto si colloca anche la Rivolta dei cavalieri (Ritterkrieg). Esponenti della nobiltà
di spada guidati da Franz von Sickingen (Cavaliere del Sacro Romano Impero e uomo d'arme) e
Ulrich von Hutten (eclettico personaggio appartenente ad una famiglia della piccola nobiltà,
avviato alla carriera ecclesiastica che aveva abbandonato divenendo umanista e seguace di
Lutero) attaccarono le terre dell'elettorato di Treviri. Le motivazioni dalle quali scaturì tale
offensiva erano eterogenee e comprendevano ragioni di tipo ideale quanto pratico. Le più
importanti tra queste erano riconducibili alla perdita di prestigio sociale, parallelamente alla
diminuzione del peso politico ed economico. La classe dei cavalieri vide le proprie prerogative e
fonti di reddito già ridotte a causa dell'avvento degli eserciti moderni, composti in prevalenza da
mercenari, ulteriormente erose dalle decisioni della Dieta di Worms, che aveva bandito le guerre
private, una delle principali fonti di reddito di tale classe sociale. Tra le proposte elaborate dai
leader della rivolta troviamo l'abolizione dei principati indipendenti, l'unificazione delle terre di
lingua tedesca, la secolarizzazione dei principati e delle proprietà ecclesiastiche e infine la
creazione di un regime a guida monarchica ma che prevedesse la partecipazione su base
paritaria di tutti gli esponenti dell'aristocrazia.[38] I cavalieri si battevano anche per partecipare
all'espropriazione delle terre della Chiesa di Roma, e ottenere un feudo (da cui, in quanto figli
cadetti[39] erano rimasti esclusi). La situazione rimase tale per alcuni anni, durante i quali la
riforma protestante andò diffondendosi oltre i territori dell'impero. In questo periodo Lutero
continuava la sua opera teologica, pubblicando nuovi scritti. I suoi lavori, in conformità con le
teorie agostiniane da lui mai rinnegate, invocavano la pace e la separazione delle faccende
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temporali da quelle spirituali. Hutten e Sickingen, vicini alle idee di Lutero, diedero alla rivolta
ulteriori connotazioni di rivolta contro le gerarchie ecclesiastiche. I cavalieri attaccarono con un
pretesto l'arcivescovo di Treviri Richard von Greiffenklau zu Vollrads, ponendolo sotto assedio.
Non riuscendo a penetrare le difese della città e non avendo ottenuto il supporto sperato dalla
popolazione, i leader della rivolta si ritirarono dopo una settimana, accampandosi a Ebernberg.
Nel frattempo Sickingen veniva colpito da un bando imperiale dichiarato dal consiglio imperiale
di reggenza. Rinforzato dall'arrivo di truppe fresche guidate da Filippo I d'Assia e Ludovico V
del Palatinato l'arcivescovo di Trier passò all'offensiva, ponendo Sickingen sotto assedio nel suo
castello di Landstuhl, dove questi si era ritirato. Hutten era invece fuggito a Zurigo sotto la
protezione di Huldrych Zwingli (sarebbe morto pochi mesi dopo di sifilide in un monastero). Il
6 maggio del 1523 Sickingen si arrese ai tre principi dell'impero, morendo il giorno successivo a
causa di ferite ricevute nel corso dell'assedio.
Nel frattempo, nel maggio del 1524 le episodiche insurrezioni contadine divennero una vera e
propria ribellione, che si diffuse in tutta la Germania meridionale e centrale. Questi moti
vennero poi indicati con l'appellativo di guerra dei contadini tedeschi. Secondo la narrativa
luterana gli svevi avevano accolto il messaggio religioso luterano come un proclama politico di
uguaglianza e liberazione.
Nei loro "Dodici articoli", manifesto del loro movimento di ribellione, essi chiedevano una
fiscalità meno oppressiva, l'abolizione del privilegio che permetteva ai nobili di attraversare i
campi (seminati o pronti al raccolto) per inseguire la selvaggina, e la restituzione delle terre
destinate agli usi comuni dei loro villaggi (che i principi avevano invece inglobate nei possessi
espropriati alla Chiesa romana).
Nell'aprile del 1525 Lutero pubblicò l'Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei
contadini di Svevia. In questo scritto, con cui dimostrava di aver scelto ormai definitivamente
l'alleanza coi signori feudali, egli prendeva le distanze da quel movimento, esortando i principi
tedeschi alla soppressione delle "bande brigantesche ed assassine dei contadini", che
«disobbedendo all'autorità costituita, si macchiano di tali peccati da meritare di essere uccisi
come cani rabbiosi.»[41][42]
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loro, Dio saprà bene proteggerli e salvarli. Se Dio non li salva vuol dire che sono
criminali. Ritengo che sia meglio uccidere dei contadini che i principi e i magistrati,
poiché i contadini prendono la spada senza l'autorità divina. Nessuna misericordia,
nessuna pazienza verso i contadini, solo ira e indignazione, di Dio e degli uomini. Il
momento è talmente eccezionale che un principe può, spargendo sangue, guadagnarsi
il cielo. Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi (...)
lasciate che tutti quelli che possano, colpiscano, uccidano e pugnalino, segretamente o
apertamente, ricordando che nulla può essere più velenoso, offensivo o diabolico di un
ribelle... Perché il battesimo non rende gli uomini liberi nel corpo e nella proprietà, ma
nell'anima; e il Vangelo non rende comuni i beni, tranne nel caso di coloro che, di loro
spontanea volontà, fanno ciò che fecero gli apostoli e i discepoli in Atti 4,32–37. Non
esigevano,come fanno i nostri folli contadini nella loro furia, che i beni degli altri - di
Pilato ed Erode - fossero comuni, ma solo i loro beni. I nostri contadini, tuttavia,
vogliono rendere comuni i beni di altri uomini e mantenerli propri. Ottimi cristiani sono!
Penso che non sia rimasto un diavolo all'inferno; sono andati tutti tra i contadini. Il loro
delirio è andato oltre ogni misura.[43][44]»
Fu un gesto importante e dalle terribili conseguenze (le fonti dell'epoca parlano di 100.000
morti); con esso Lutero aveva garantito la sopravvivenza della Riforma, ponendola al riparo
dalle posizioni estremiste e garantendole la protezione di un buon numero di prìncipi tedeschi.
Hanns Lilje, vescovo luterano di Hannover, osservò che questa risposta costò a Lutero «la
perdita della straordinaria popolarità di cui aveva goduto fino a quel momento tra la gente».
Occorre ricordare che anche papi (in occasione di Crociate) o re e santi cattolici come Luigi IX di
Francia si espressero o si comportarono con gli eretici come i catari con altrettanta durezza,
avendone il potere, e non si tratta di un tratto crudele del carattere di Lutero ma rientrante nel
tipico quadro delle tragiche guerre di religione a sfondo politico, unito al pragmatismo e al
carattere talvolta duro del riformatore tedesco; l'unico modo per salvare la Riforma dal papato
era difatti avere l'appoggio dei principi. Sempre per la necessità di proteggere la sua Riforma,
Lutero, che pure aveva proclamato l'inutilità della Chiesa come mediatrice e il principio che
ognuno poteva essere "il sacerdote di se stesso", acconsentì alla formazione delle
Landeskirchen, delle Chiese territoriali tedesche con le quali i principi potranno esercitare la
loro autorità anche sulle faccende religiose. Müntzer fu poi catturato e ucciso, mentre Andrea
Carlostadio, anche lui sostenitore dei contadini, nel frattempo aveva ritrattato chiedendo aiuto a
Lutero, il quale gli perdonò l'appoggio alla rivolta e lo nascose in casa propria per molti mesi,
salvandogli così la vita.
Il 15 maggio 1525 gli ultimi insorti della guerra dei contadini, guidati da Thomas Müntzer,
furono annientati a Frankenhausen dal langravio Filippo I d'Assia. Müntzer venne ucciso. Dieci
giorni prima era morto Federico il Saggio, cui era succeduto il fratello Giovanni. Nello stesso
anno Lutero decise di abbandonare la vita pubblica e la veste religiosa. In giugno sposò
Katharina von Bora, nata sedici anni dopo di lui, il 29 gennaio 1499, a Hirschenfeld, nei pressi
di Meißen, nella famiglia di un nobile cavaliere decaduto.[45] una monaca che aveva dismesso
l'abito in conseguenza della riforma. Fu un gesto di grande importanza che contribuiva alla
formazione della nuova teologia luterana. In molti scritti Lutero loda il matrimonio, nonostante
non lo considerasse come un sacramento.[46] I due furono molto legati e uniti[47], ed ebbero sei
figli; la loro casa fu uno dei principali centri irradiatori delle idee riformatrici (basti pensare ai
6596 paragrafi dei Discorsi conviviali tenuti da Lutero nella sua casa e accuratamente registrati
dai suoi allievi).
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Nel 1527, intanto, in rotta politica col papato, Carlo V mosse verso Roma dove le truppe dei
mercenari lanzichenecchi, in maggioranza luterani e antipapisti, la saccheggiarono gravemente.
Fu una delle prime guerre di religione tra cattolici e protestanti, benché alcuni cattolici francesi
e spagnoli combattessero assieme ai luterani (lo stesso Carlo V era cattolico e re di Spagna come
Carlo I).
Nel febbraio del 1531 venne conclusa tra i nobili e le città protestanti la Lega di Smalcalda. Nello
stesso anno il monaco riformatore pubblicò l'Avvertimento del dottor M. Lutero ai suoi cari
Tedeschi. Nel 1534 uscì la Bibbia completamente tradotta in tedesco da Lutero. Intanto veniva
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eletto papa Alessandro Farnese, con il nome di Paolo III. Gli anabattisti presero il potere a
Münster in Vestfalia, ma nel giugno del 1535 la città fu riconquistata dal vescovo Francesco di
Waldeck con l'aiuto di Filippo d'Assia.
Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della Chiesa evangelica della Sassonia,
fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane. Negli ultimi anni della sua vita
Lutero approfondì la distanza dal cattolicesimo con lo scritto del 1537 Gli Articoli di Smalcalda,
difese la propria dottrina sulla presenza di Cristo nell'eucaristia nell'opera Breve confessione
intorno al Santissimo Sacramento (1544) ed espresse una condanna violenta e definitiva del
cattolicesimo con l'operetta polemica Contro il papato istituito a Roma dal diavolo (1544).
La morte
Lo studioso Roland Bainton, pur essendo un suo devoto biografo, riconosce come «il suo [di
Lutero] altero atteggiamento di sfida dei primi tempi fosse degenerato, trasformandosi
nell'umore stizzoso di un uomo tormentato dalla malattia, dalle fatiche e dallo scoramento»,
tuttavia, riferisce sempre Bainton, «sino all'ultimo migliorò la sua traduzione della Bibbia (…), e
parecchi brani riportati in questo libro [sul sacrificio di Isacco] per illustrare i suoi principi
religiosi e morali provengono dal suo ultimo periodo.[49] In confronto a Melantone, sempre
sottile e pacato nei giudizi, tanto rozzo e vendicativo apparve divenuto Lutero, al punto da
scadere spesso nel turpiloquio. D'altra parte, come sostiene sempre Bainton, «Lutero guazzava
nel sudiciume meno di molti altri letterati del suo tempo», tra i quali lo stesso Erasmo, che non
evitò di descrivere dei dialoghi tra popolani in cui si parlava del fetore che promanava dalle loro
merci. Nel complesso, le grossolanità di Lutero furono esigue e vi sono interi tomi in cui le
parole più indecenti sono quelle di San Paolo, che sopportò la perdita di tutte le cose
«reputandole come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo (Filip. III, 8)».[50]
Il contributo di Lutero
(LA) (IT)
«Christianus homo omnium dominus est «Un cristiano è il padrone più libero di
liberrimus, nulli subiectus. tutti, soggetto a nessuno.
Christianus homo omnium servus est
officiosissimus, omnibus subiectus.» Un cristiano è il servo più obbediente di
tutti, soggetto a tutti.»
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
La sua opera fu inoltre fondamentale per aver contribuito a formare la lingua tedesca: si può
dire che Lutero fu per la Germania ciò che Dante era stato per l'Italia. Passati i primi secoli
immediatamente successivi alla Riforma, dopo essere stato giudicato assai negativamente, la
sua figura è stata in parte rivalutata anche in alcuni ambiti cattolici, almeno per quanto riguarda
la tempra intellettuale del primo Lutero.[55]
Controversie
Sulla vocazione
L'antisemitismo di Lutero
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
«Secondo Lutero gli Ebrei erano: cani assetati del sangue di tutta la cristianità [...]
spesso giustamente bruciati vivi perché accusati di avvelenare l'acqua e i pozzi e rapito
i bambini che sono stati smembrati e tagliati a pezzi [...] che ancora non ci è dato
sapere quale sorta di demone li abbia portati nel nostro paese [...] che erano da
considerarsi un pesante fardello, come una peste, pestilenza e pura sventura nel
nostro paese [...] profittatori, avidi, che maledicono il nostro Signore, figli del Diavolo
che è contento e si rallegra di aver mandato gli Ebrei fra i cristiani per contaminarli [...]
che vogliono governare il mondo nonostante siano grandi criminali e assassini di Cristo
e di tutta la cristianità»
(Raul Hilberg commenta l'opera Degli Ebrei e delle loro menzogne in La distruzione degli Ebrei d'Europa[60])
Tuttavia il fallimento di questa auspicata conversione degli ebrei, dato che la maggioranza non
accettò il battesimo, portò Lutero a un aperto antisemitismo, seppur non di tipo razziale.[62] Nel
1543, ormai vicino alla fine della sua vita, Lutero pubblicò il pamphlet, Contro gli ebrei noto poi
come Degli ebrei e delle loro menzogne, dove proponeva di bruciare le sinagoghe, abbattere le
case degli ebrei, distruggere i loro scritti, confiscare il loro denaro e uccidere i rabbini che
predicavano il giudaismo. Nonostante ciò, ebrei tedeschi convertiti alla religione luterana in
diverse epoche, come Heinrich Heine - che nel Rabbi di Bacharach denunciò le persecuzioni
medievali tedesche - hanno comunque ammirato Martin Lutero (si veda Zur Geschichte der
Religion und Philosophie in Deutschland del 1834, cioè Esposizione del pensiero tedesco da
Lutero a Schelling), venerato talvolta "come un santo", un precursore della rivoluzione francese.
Questa opinione fu condivisa da molti apologeti cattolici quali Joseph de Maistre (per la rottura
del primato papale effettuata dalla riforma), nonostante l'avversione di Lutero per le ribellioni
popolari e il fatto che la maggioranza dei luterani tedeschi e svedesi (nonché i protestanti
britannici) combatté contro la Francia rivoluzionaria e contro Napoleone; si veda anche
l'ammirazione verso Lutero del rivoluzionario Camille Desmoulins e la confusione sull'appoggio
- attaccato dal papa - dei protestanti francesi alla Rivoluzione (essi erano però calvinisti
ugonotti, membri della Chiesa Riformata di Francia). Per Heine fu anche un importante
linguista e filosofo tedesco precursore di Hegel e del patriottismo tedesco ottocentesco.[63];
secondo lo studioso della Riforma Piero Stefani, Heine vede in Lutero come «"uomo completo",
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
"uomo assoluto", capace di riunire le dimensioni di spirito e materia precedentemente scisse per
mano della dottrina cattolica e [lodato] la sua battaglia per la libertà di pensiero»[64][65]; così
come al contempo molti protestanti moderni specie dopo la seconda guerra mondiale hanno
preso le distanze dagli scritti antisemiti del riformatore, e sono spesso vicini alle istanze delle
comunità ebraiche.[66] Va inoltre ricordato che tali anatemi intolleranti erano subordinati alla
conversione degli ebrei, non al loro sterminio, e la tolleranza religiosa era assente anche fra
cristiani, in un mondo in cui vigeva il cuius regio, eius religio (ognuno doveva seguire la
religione del proprio sovrano), e ciò era considerato comunque una conquista essendo garantito
ai dissidenti il diritto di emigrazione. Lutero si espresse contro i capi giudaici ma voleva che i
semplici ebrei fossero costretti a lavorare, senza imporre loro segni discriminatori come fecero i
papi e alcuni sovrani cattolici, senza essere espulsi (sebbene in un passo li inviti pesantemente a
"tornarsene in Giudea") ma senza svolgere lavori "parassitari" come il banchiere o il prestito di
denaro a interesse. Lutero manifestò infatti un forte disprezzo anche per ogni forma di
commercio, da lui giudicato "uno sporco affare", e condannò - in linea con il cristianesimo
medievale- l'interesse come usura, nel Medioevo interdetta ai cristiani e quindi spesso
appannaggio degli ebrei. Il suo sogno sarebbe stato di perpetuare la società rurale in cui era
nato, per questo egli si considerava più un restauratore che un innovatore. Tali eccessi
reazionari erano divenuti sempre più marcati man mano che invecchiava e la sua salute
peggiorava.
Lutero e l'Islam
Oltre a ciò, nel 1541 aveva autorizzato una nuova traduzione in lingua latina del Corano, a cura
di Theodor Bibliander,[67] che doveva essere indirizzata, come spiegava Lutero (convinto anti-
islamico) nell'introduzione, "a gloria di Gesù, al bene dei cristiani, a danno dei turchi, a
irritazione del demonio".[68]
Sulla morte
Lutero morì nel 1546 nella natia Eisleben, dove si era nuovamente stabilito; malato di ulcera,
venne rinvenuto morto da alcuni amici nel suo letto, probabilmente a causa di un ictus.
L'oratoriano Thomas Bozius (1548-1610), nel suo De Signis Ecclesiae Dei, Coloniæ, 1592, scrive
di avere appreso da "fonte degna di fede" che un domestico di Lutero, tale Ambrogio Kuntzell (o
Kutfeld), successivamente convertito al cattolicesimo ("superioribus annis ad nostros se
recepit"), affermava che il suo padrone fu trovato impiccato alle colonne del letto, dopo che era
stato portato a dormire ubriaco la sera prima.[69] Il testo di Bozius fu ripreso nel 1606 dallo
scienziato Henricus Sedulius (1547-1621) in uno scritto polemico contro gli eretici.[70]
Il filosofo cattolico Jacques Maritain[71] scrive nel 1925 che il dottor de Coster, subito accorso,
avrebbe constatato che la bocca di Lutero era contorta, che la parte destra del suo viso era nera e
che il collo era rosso e deforme, come se fosse stato appunto strangolato, ma non parla di
impiccagione. Questa sua diagnosi sarebbe riportata su un'incisione, riportata nella sua opera,
che Lucas Fortnagel fece subito il giorno dopo la morte di Lutero, ma la presenza di de Coster
alla morte di Lutero non trova riscontro nelle fonti.[72]
La tesi del suicidio fu riproposta da Paul Majunke nel 1890[73] e confutata da Georges Claudin,
nel 1895[74] che ha pubblicato il testo latino e la traduzione francese della presunta
"deposizione" del domestico.
Altri documenti a confutazione della tesi sono stati pubblicati dal teologo cattolico Nikolaus
Paulus nel 1898.[75]
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Tali dicerie sul suo suicidio furono diffuse solo vent'anni dopo la
sua morte; i resoconti ufficiali della morte del riformatore
testimoniano una morte naturale, alla presenza di un gruppo di
persone oppure nel sonno, e la sua maschera mortuaria non
riporta segni compatibili con un'asfissia violenta. Secondo una
pubblicazione vicina all'ortodossia cattolica, La riforma
protestante, dello storico cattolico Roberto Coggi [76] "molto
probabilmente Lutero morì per una sua vecchia malattia di
cuore"[76]; malattia della quale però non si hanno altre notizie.
Secondo alcuni critici l'ansia e la paura avrebbero costituito un importante elemento nelle scelte
di Lutero, e forse avrebbero fatto maturare nella sua mente la scelta di entrare nel convento
agostiniano di Erfurt. Persino la psicoanalisi si è interessata a Lutero. Si è detto certo suo modo
di esprimersi triviale e a volte con volgare turpiloquio quando era a tavola rilassato non fosse un
tratto psicologico (coprolalia) ma derivante dal suo gergo rozzo e popolare di "contadino
sassone", di cui egli stesso si scusa ("nei libri di Sant’Agostino si trovano molte parole che
furono pronunciate dalla carne e dal sangue, e devo confessare che io dico molte parole che non
sono parole di Dio, sia quando predico sia a tavola."). Così come riguardo alla sua passione per
la birra casalinga dice "anch'io bevo. Non tutti però devono imitarmi, perché non tutti
sopportano le mie fatiche"; come si è detto, l'immagine di un Lutero ubriaco è una semplice
esagerazione diffamatoria di apologeti cattolici.
Per rassicurare il timoroso e preoccupato Melantone, Lutero gli avrebbe suggerito un paradosso
che insiste sul valore della fede sulle opere: "pecca con vigore, e credi ancora più fortemente"
(pecca fortiter et crede fortius), sullo stile del motto agostiniano ama e fa' ciò che vuoi.[52] Il
senso fu distorto spesso dagli antiluterani cattolici in "pecca più che puoi", accusando Lutero di
cripto-libertinismo[83] ma si tratta in realtà di un'iperbole estrapolata: "pecca pur fortemente
(perché essendo uomo non puoi non peccare) ma ogni volta credi sempre di più" è il senso che si
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inquadra bene nella teoria luterana di servo arbitrio e depravazione totale.[84][85] La frase si trova
in una lettera:
(LA) (IT)
Opere
Opera omnia
▪ Un elenco completo degli scritti di Martin Lutero in
ordine cronologico si trova in: Kurt Aland, Hilfsbuch zum
Lutherstudium (https://drive.google.com/file/d/0B7IDIGC
eVq3GTGRQMk90dlVMUEE/view), Vierte,
durchgesehene und erweiterte Auflage, Bielefed, Luther-
Verlag 1996, "IV. Chronologisches Verzeichnis der
Schriften M. Luthers", pp. 647–670.
▪ Doctor Martin Luthers Sämmtliche Werke, Erlangen,
1826-1923. Comprende: a) Scritti tedeschi, 67 voll., a
cura di Johann Georg Plochmann e Johann Konrad
Irmischer; b) Scritti latini, 38 voll.; c) Lettere, 18 voll., a
cura di K. Enders, G. Kawerau, P. Fleming, O. Albrecht.
▪ Doctor Martin Luthers Werke. Kritische Ausgabe,
Böhlaus, Weimar, 1883 ss. Comprende 120 voll. in 4º
(1883-2009). L'edizione si suddivide in quattro parti: a)
Werke, b) Deutsche Bibel, c) Tischreden, d)
Briefwechsel. È in corso la ristampa fotomeccanica dei
voll. 1-54 e di fascicoli supplementari di ogni volume con
note di revisione e aggiunte. Sono stati pubblicati i Frontespizio del libro secondo
volumi. 33, contenente prediche su Giov. 6-8, e 55 con dell'Opera omnia, 1562.
l'edizione completamente riveduta e corretta della Erste
Psalmvorlesung 1513-15 (= voll. 3-4 della 1ª ed.).
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Opere scelte
▪ Martin Luthers Ausgewählte Werke, 8 voll. a cura di Hans Heinrich BORCHERDT, Georg
Müller, München und Leipzig 1914-1928.
▪ Luther Deutsch, 10 voll. a cura di Kurt ALAND, Klotz-Vandenhoeck, Stuttgart-Göttingen
1949-1969 (varie ristampe).
▪ Luthers Werke in Auswahl, 8 voll. a cura di Otto CLEMEN, W. De Gruyter, Berlin 1962-67.
▪ Calwer Luther-Ausgabe, 10 voll. a cura di Wolfgang METZGER, Mohn, Gütersloh 1977-82.
▪ Martin Luther Studienausgabe, a cura di Hans-Ulrich DELIUS, 6 voll., Evangelischer
Verlagsanstalt, Berlin 1979-1999.
▪ Martin Luthers Briefe, Sendschreiben und Bedenken, 6 voll., Berlin, 1825 ss., a cura di DE
WETTE e SEIDEMANN.
▪ Disputationes Martin Luthers, a cura di Paul DREWS, Göttingen 1895.
▪ (DE) Martin Lutero, Erklarungen der heiligen Schrift. 5, Berlin, Karl Wiegand, 1848. URL
consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Erklarungen der heiligen Schrift. 6, Berlin, Karl Wiegand, 1848. URL
consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Predigten. 3, Berlin, Wilhelm Besser, 1847. URL consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Predigten. 4, Berlin, Wilhelm Besser, 1847. URL consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Predigten. 5, Berlin, Wilhelm Besser, 1847. URL consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Predigten. 6, Berlin, Wilhelm Besser, 1847. URL consultato il 14 marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Reformatorische Schriften. 1, Berlin, G. Eichler, [1841]. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Reformatorische Schriften. 2, Berlin, G. Eichler, [1841]. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Reformatorische Schriften. 3, Berlin, G. Eichler, [1841]. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Reformatorische Schriften. 4, Berlin, G. Eichler, [1841]. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Vermischte Schriften. 1, Berlin, Karl Wiegand, 1848. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (DE) Martin Lutero, Vermischte Schriften. 2, Berlin, Karl Wiegand, 1848. URL consultato il 14
marzo 2015.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 2, VVitebergae, excudebat Laurentius Schwenck, 1562.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 3, VVitebergae, imprimebat Iohannes Crato, 1553.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 4, VVitebergae, per Iohannem Lufft, 1552.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 5, VVitebergae, per Iohannem Lufft, 1554.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 6, VVitebergae, excudebat Laurentius Schwenck, 1561.
▪ (LA) Martin Lutero, [Opere]. 7, VVitebergae, per Iohannem Lufft, 1558.
Versioni italiane
▪ Collana Opere scelte di Martin Lutero (https://www.claudiana.it/claudiana/libri-collana-opere-
scelte-45.html), diretta da Paolo Ricca. Sono finora usciti presso l'editrice Claudiana di
Torino i seguenti volumi:
1. Il Piccolo Catechismo - Il Grande Catechismo (1529), a cura di Fulvio Ferrario, Torino
1998.
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
2. Come si devono istituire i ministri della chiesa (1523), a cura di Silvana Nitti, Torino
1987.
3. L'Anticristo. Replica ad Ambrogio Catarino sull'Anticristo (1521). Antitesi illustrata della
vita di Cristo e dell'Anticristo (1521), a cura di Laura Ronchi De Michelis, Torino 1989.
4. Scuola e cultura. Compiti delle autorità, doveri dei genitori (1524 e 1530), a cura di
Maria Cristina Laurenzi, Torino 1990.
5. Gli articoli di Smalcalda (1537-38) e Il primato e l'autorità del papa (1537) (di F.
Melantone), a cura di Paolo Ricca, Torino 1992.
6. Il servo arbitrio (1525), a cura di Fiorella De Michelis Pintacuda, Torino 1993.
7. Messa, sacrificio e sacerdozio (1520, 1521 e 1533), a cura di Silvana Nitti, Torino 1990.
8. Contro i profeti celesti sulle immagini e sul sacramento (1525), a cura di Alberto Gallas,
Torino 1999.
9. I concili e le chiese (1539), a cura di Giuseppe Ferrari, Torino 2002.
10. Sermoni e scritti sul battesimo (1519-1546), a cura di Gino Conte, Torino 2004.
11. Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, con testo originale a fronte, a cura di Paolo
Ricca, Torino, 2008.
12. La cattività babilonese della Chiesa (1520), con testo originale a fronte, a cura di Fulvio
Ferrario e Giacomo Quartino, Torino 2006.
13. La libertà del cristiano (1520). Lettera a Leone X, con in appendice la Bolla Exsurge
Domine, con testo originale a fronte, a cura di Paolo Ricca, Torino 2005.
14. Le Resolutiones. Commento alle 95 Tesi (1518), con testo originale a fronte, a cura di
Paolo Ricca, Torino 2013.
15. Autorità secolare, fino a che punto le si debba ubbidienza (1523), con testo originale a
fronte, a cura di Paolo Ricca, Torino 2015.
▪ Della vita Christiana. Traduzione anonima del XVI secolo dello scritto Von der Freiheit eines
Christenmenschen (= La libertà del cristiano). Stampa s.n.t. Una copia si trova alla
Guicciardiniana di Firenze.
▪ Catechismo piocciolo [sic!] di Martin Luthero, traduzione anonima, stampata a Tubinga nel
1562 e ristampata nel 1588 senza indicazione del luogo. Le biblioteche di Dresda,
Königsberg e Wolfenbüttel conservano ciascuna una copia della 1ª ed.; della ristampa
possiede una copia la Biblioteca Nazionale di Firenze. Di quest'ultima fece una nuova
edizione EUGEN LESSING, Tipografia B. Coppini, Firenze 1942, in vendita presso la Casa
Editrice Sansoni, Firenze.
▪ Il piccolo catechismo del Dr. Martino Lutero, nuovamente tradotto da Carlo Roenneke,
Roma 1883, Enrico Medicus Editore, Trieste 1900.
▪ Martino Lutero secondo i suoi scritti. Scelta di scritti tradotti e presentati al popolo italiano,
Tipografia Claudiana, Roma-Firenze 1883.
▪ Il Pater nostro spiegato da un cristiano del secolo decimosesto. Traduzione libera dal
tedesco, Claudiana, Firenze 1885.
▪ Il piccolo catechismo del Dottor Martin Lutero. Coll'aggiunta di un manuale d'istruzione
religiosa. Per uso delle chiese Evangeliche Luterane Italiane del Sinodo di Missouri, a cura
di Andrea Bongarzone [senza indicazione di editore né di luogo di edizione], 1927.
▪ Poesie di Lutero, introdotte e tradotte da Giovanni Necco, Doxa, Roma 1927 (con testo
tedesco a fronte).
▪ Il servo arbitrio di Lutero contro Erasmo. Introduzione, traduzione, annotazioni di Giovanni
Miegge, Doxa, Roma 1930.
▪ Libertà del cristiano di Martin Lutero, con epistola dedicatoria a Leone X, a cura di Giovanni
Miegge, Doxa, Milano 1931. Ripubblicato più volte dalla Claudiana, Torino, 1970
▪ Brani scelti, Bocca, Milano 1943. La raccolta comprende estratti dagli scritti seguenti: Il
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
papato romano, La libertà del cristiano, Un sermone sul Vangelo (1522), Predica sul dovere
di mandare i figli a scuola, Discorsi a tavola, Lettere e canti religiosi.
▪ Lutero, Introduzione, scelta e versione a cura di Clementina Di San Lazzaro, Milano, 1948.
Comprende parti degli scritti seguenti: Il Magnificat, La libertà del cristiano, L'autorità
temporale e dei limiti dell'obbedienza, Prefazione dell'edizione wittemberghese delle opere
in lingua tedesca, Epistola sul tradurre, Ai consiglieri di tutte le città tedesche, L'opera di
Galeazzo Cappella, Prefazione al libro di Giuditta, Prefazione al libro di Tobia, Prefazione
all'Esodo, Prefazione alla nuova versione tedesca del Salterio, Predica sul dovere di
mandare i figli a scuola, Epistola sull'aspro opuscolo contro i contadini, Se anche le genti di
guerra possono giungere alla beatitudine, Lettere, Discorsi a tavola, Canti religiosi.
▪ A cura di Giuseppina Panzieri Saija, con introduzione di Luigi Firpo, Scritti politici
(comprende le opere seguenti: Il papato romano, Alla nobiltà cristiana della nazione
tedesca, La cattività babilonese della Chiesa, La libertà del cristiano, L'autorità secolare,
Testi sulla guerra dei contadini, Se anche le genti di guerra possono giungere alla
beatitudine, Collana Classici politici, Torino, UTET, anno I, ed. 1949
▪ Canti religiosi di Martin Lutero in versione italiana si trovano in: Margherita Fuerst-Wulle,
Canti della Riforma, con musica, Centro Evangelico di Cultura, Roma 1951.
▪ Il Padre Nostro spiegato ai semplici laici. Traduzione e note di Valdo Vinay, Claudiana, Torre
Pellice 1957, Torino 1995.
▪ A cura di Valdo Vinay in collaborazione con Giovanni Miegge, Scritti religiosi (comprende le
opere seguenti: Le tesi sulle indulgenze, Sermone sul santo e venerabile sacramento del
battesimo, Sermone sul venerabile sacramento del santo vero corpo di Cristo e sulle
confraternite, Le buone opere, Il Magnificat tradotto in tedesco e commentato, Una fedele
esortazione a tutti i cristiani a guardarsi dai tumulti e dalle rivolte, Prediche sui Vangeli,
Secondo la Scrittura, un'assemblea o comunità cristiana ha diritto e la facoltà di giudicare
ogni dottrina e di chiamare, insediare e destituire i dottori, Enchiridion. Il piccolo catechismo
per pastori e predicatori indotti), Collana Classici delle Religioni, UTET, Torino, anno I ed.
1967 - 2004
▪ Il piccolo catechismo di Martin Lutero, a cura di Erich Dahlgrün, Herbert Reuner, Berlin
1959.
▪ Erasmo da Rotterdam, Il libero arbitrio (testo integrale) - Martin Lutero, Il servo arbitrio
(passi scelti), a cura di Roberto Jouvenal, Claudiana, Torino, 1969. Terza edizione a cura di
Fiorella De Michelis Pintacuda, 2004.
▪ Discorsi a tavola. Introduzione, traduzione e note di Leandro Perini. Con un saggio su
Martin Lutero di Delio Cantimori, Collana NUE n.105, Torino, Einaudi, 1969. - Nuova
edizione a cura di Domenico Segna, Collana i grandi libri dello spirito, Garzanti, Milano,
2017, ISBN 978-88-116-5008-9.
▪ Scritti sull'educazione, a cura di Ferdinando Vidoni, Libr. ed. Canova, Treviso 1972.
▪ Canti spirituali, a cura di Benno Scharf, Morcelliana, Brescia 1982.
▪ Dalla Parola alla vita. Scritti spirituali, a cura di Johannes Hanselmann e Peter Helbich, Città
Nuova, Roma 1984.
▪ Le 95 tesi, a cura di Sergio Quinzio, trad. di Italo Pin, Studio Tesi, Pordenone 1984, (oltre
alle Tesi del 1517 comprende: La libertà del cristiano e La prigionia babilonese della chiesa,
1520).
▪ Prediche sulla chiesa e lo Spirito Santo, a cura di Giuliana Gandolfo, Claudiana, Torino
1984.
▪ Prefazioni alla Bibbia, a cura di Marco Vannini, Marietti, Genova 1987.
▪ Scritti pastorali minori, a cura di Stefano Cavallotto, EDB, Napoli 1987.
▪ Le tesi De homine (1530), a cura di Sergio Rostagno, "Protestantesimo" 4/1990, 306-317
(testo e commento).
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
▪ La Lettera ai Romani (1515-16), a cura di Franco Buzzi, Edizioni Paoline, Milano 1991.
▪ Lezioni sulla lettera ai Romani (1515-16), a cura di Giancarlo Pani, 2 voll., Genova, Marietti,
1991-92.
▪ Lieder e prose, a cura di Emilio Bonfatti, Milano, Mondadori, 1992.
▪ La libertà del cristiano con il testo della lettera aperta a Leone X, a cura di Joachim
Landkammer, la Rosa Editrice, Torino 1994.
▪ Breviario, a cura di Claudio Pozzoli, Rusconi, Milano 1996.
▪ I sette salmi penitenziali (1525) - Il bel Confitemini (1530), a cura di Franco Buzzi, Rizzoli,
Cinisello Balsamo 1996.
▪ Contro gli Ebrei. Versione latina di Justus Jonas (1544). A cura di Attilio Agnoletto, Terziaria,
Milano 1997.
▪ Preghiere, a cura di Stefano Cavallotto, Piemme, Casale Monferrato 1997.
▪ Lettera del tradurre, a cura di Emilio Bonfatti, Marsilio, Venezia 1998.
▪ Sermoni. Traduzione di Federica Masiero, Edizioni Ariele, Milano 1999.
▪ Degli ebrei e delle loro menzogne, a cura di Adelisa Malena, prefazione di Adriano Prosperi,
Torino, Einaudi, 2000, ISBN 978-88-06-19512-0.
▪ Della libertà del cristiano, a cura di Giampiero Bof, Messaggero, Padova 2004.
▪ Commento al Magnificat, trad. di R. M. Bruno, Servitium Editrice, 2017 6ª edizione, collana:
Quaderni di ricerca n. 2, ISBN 978-88-81-66026-1.
▪ Le 95 tesi • Della libertà del cristiano • Sulla prigionia babilonese della Chiesa, a cura di
Sergio Quinzio, Roma, Studio Tesi, 2020, ISBN 9788876926600, OCLC 1238140375.
Filmografia
▪ Dal 1927 al 2008 sono stati 10 i film ispirati alla vita dell'iniziatore della Riforma. Tra essi:
Luther - Genio, ribelle, liberatore, 2003, di Eric Till, con Joseph Fiennes nei panni del
teologo.
Note
1. ^ Bainton 1960, p. 7.
2. ^ Bainton 1960, p. 3; la famiglia di Lutero era particolarmente devota a Sant'Anna, patrona
dei minatori.
3. ^ Bainton 2003, p. 23.
4. ^ Luigi Mezzadri, Paola Vismara, La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo, Roma, Città
Nuova, 2006 - p. 75
5. ^ Bainton 2003, p. 22.
6. ^ Mauro Lucentini, La grande guida di Roma, Newton & Compton, 1999, p. 28.
7. ^ Bainton 2003, p. 24.
8. ^ Heinrich Böhmer suggerisce che le lezioni si siano svolte dal 16 agosto, 1513 al 20 ottobre
1515: Luthers erste Vorlesung, Leipzig, Teubner Verlag, 1924, p. 5.
9. ^ Dictata super Psalterium 1513 - 1516 e Dictata super Psalterium 1513 - 1516 und anderen
Schriften der Jahre 1513 - 1520, voll. 3 e 4 della Weimarer Kritische Ausgabe (1885-86);
una nuova edizione critica è stata pubblicata nel volume 55.
10. ^ Le lezioni furono tenute dalla primavera del 1515 alla fine del semestre estivo 1516; la
prima pubblicazione fu curata da Johannes Ficker che aveva ritrovato il manoscritto: Luthers
Vorlesung über den Römerbrief, 1515/1516: Die Scholien, Dieterich 1908; nel 1938 furono
pubblicate nei volumi 55 e 56 della Weimarer Ausgabe.
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11. ^ Secondo una recente storiografia Lutero non fu l'autore materiale dell'affissione delle tesi
sul portone della cattedrale di Wittenberg. «Il fatto è attestato da un solo documento, redatto
da Melantone nel 1546, dopo la morte del riformatore. Ma nel 1517 egli non era a
Wittenberg; inoltre, diversi particolari del testo sono smentiti dai fatti. Lo storico Erwin Iserloh
ha dimostrato che l’affissione delle Tesi non è storia, ma leggenda, e per di più contraddice
l’intenzione del riformatore.» (In La civiltà cattolica - L'affissione delle 95 tesi di Lutero: storia
o leggenda? Giancarlo Pani, Quaderno 3993 pp. 213-226, Anno 2016, Volume IV)
12. ^ Cfr. Febvre 1969.
13. ^ Carmine Benincasa, L'altra scena. Saggi sul pensiero antico, medievale,
controrinascimentale, Edizioni Dedalo, 1979 p.498
14. ^ Giancarlo Pani, Paolo, Agostino, Lutero: alle origini del mondo moderno, Rubbettino
Editore, 2005.
15. ^ Adriano Prosperi, Lutero, gli anni della fede e della libertà, Edizioni Mondadori, 2017
quarta di copertina
16. ^ Prefazione al primo volume dell'Opera omnia (datata Wittemberg, 5 marzo 1545:
Weimarer Ausgabe (WA), vol. 54, Schriften 1543/46, pp. 185-186 (testo latino che comincia
con: Interim eo anno iam redieram ad Psalterium denuo interpretandum... (http://www.luther
dansk.dk/WA%2054/WA%2054%20-%20web.htm)), traduzione italiana in Grande antologia
filosofica, diretta da Miche Federico Sciacca, Milano, Marzorati, 1964 vol. VIII, pp.
1073-1074 e in Luis Martinez Ferrer e Pier Luigi Guiducci (a cura di), Fontes: documenti
fondamentali di storia della Chiesa, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005, pp. 302-303.
17. ^ Secondo Luigi Mezzadri, Storia della Chiesa: tra Medioevo ed epoca moderna, Volume 4,
CLV-Edizioni, 2007 p.154, il luogo dell'epifania sarebbe la latrina; secondo Erwin Iserloh,
Storia della Chiesa, diretta da Hubert Jedin, vol. 6, Riforma e Controriforma, Milano, Jaca
Book, 1975, p. 36 l'ambiente riscaldato (hypocaustum).
18. ^ Norman O. Brown sottolinea con attenzione la non casualità del luogo escrementizio: «La
psicoanalisi (...) non può non trovare significativo il fatto che l'esperienza religiosa che
inaugurò la teologia protestante abbia avuto luogo al gabinetto», da Life Against Death: The
Psychoanalytic Meaning of History 1959
19. ^ WA, TR 2, p. 177 (https://archive.org/stream/werketischreden10202luthuoft#page/177/mod
e/1up) Discorsi a tavola (è il testo in cui compare il termine "Cl." interpretato da alcuni
studiosi come cloaca e da altri come claustrum)
20. ^ WA TR 3, p. 228 (https://archive.org/stream/werketischreden103luthuoft#page/228/mode/2
up) Op.cit. ibidem
21. ^ Martin Luther Werke. Kritische Gesamtausgabe, Weimar, 1883-1983, vol 54 cfr. Roberto
Coggi, La riforma protestante, Volume 2, Edizioni Studio Domenicano, 2004 p.11
22. ^ Adriano Prosperi, Lutero (https://books.google.it/books?id=V-7CDgAAQBAJ&pg=PT86&dq
=discorsi+a+tavola+lutero&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiCndvarp_XAhWHD8AKHSUjDG4Qu
wUIUDAH#v=snippet&q=iustus&f=false), Mondadori 2017
23. ^ Vittorio Subilia, La giustificazione per fede, Brescia, Paideia 1976.
24. ^ Diversamente da Lutero, Calvino riterrà che il fedele, che, tramite il lavoro, ottiene
successo e benessere, possa supporre di essere predestinato alla salvezza. Questi, cioè,
saranno in qualche modo segni della grazia di Dio. Max Weber, L'etica protestante e lo
spirito del capitalismo, Milano, Rizzoli, 1997.
25. ^ Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione (http://www.vatican.va/roman_c
uria/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-de
claration_it.html) Augusta - 31 ottobre 1999
26. ^ I sacramenti sono segni sacri, istituiti da Cristo. Gli altri cinque sacramenti, conosciuti dalle
Chiese cattolica e ortodossa (confessione, unzione degli infermi, ordine sacerdotale,
matrimonio e cresima), secondo l’interpretazione evangelica dei protestanti non sono stati
istituiti da Gesù. (http://www.chiesaluterana.it/i-sacramenti/)
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
45. ^ Della vita di Katharina von Bora rimangono pochissime testimonianze oltre agli scritti di
Lutero stesso e di qualche contemporaneo. Tuttavia, ella fu un'importante protagonista della
Riforma, in quanto ha contribuito alla creazione del modello di matrimonio del clero e di
famiglia protestante. Lutero e Katharina erano nati in due regioni della Sassonia
tradizionalmente rivali tra loro, governate da due rami del casato dei Wettin: il ramo
ernestino, che aveva il diritto di partecipare all'elezione dell'imperatore del Sacro Romano
Impero, e il ramo albertino, che aveva conservato il titolo di duca di Sassonia. La rivalità tra i
due popoli si acuì ulteriormente durante gli anni della riforma, perché gli ernestini
appoggiarono Lutero e gli Albertini lo contrastarono.
46. ^ Dal Breviario:
* Chi combatte il matrimonio e osteggia la condizione coniugale, è un furfante come
Marcione e Hätzer; costoro hanno condannato il matrimonio per poter sedurre tutte le donne
perbene. (pp. 123-124)
* San Geronimo fu un vero maestro di monaci. Egli scrisse diverse empietà sul matrimonio,
in cui vedeva solo (la soddisfazione de)gli istinti. Ma in realtà nel matrimonio le tentazioni
vengono sconfitte attraverso la carne. (p. 130)
47. ^
«Io non vorrei scambiare la mia Caterina né per il regno di Francia, né per Venezia,
in primo luogo perché Dio ha donato lei a me e ha dato me a lei; 2) perché spesso
ho sperimentato che ci sono più difetti nelle altre donne che nella mia Caterina; e se
anche ne ha qualcuno, pure d'altra parte ci sono molte più grandi virtù; 3) perché
osserva la fedeltà coniugale, vale a dire la fede e onestà. Così viceversa deve
pensare una moglie del marito.»
48. ^ A tutt'oggi la Confessione augustana è considerata uno dei testi base delle Chiese
protestanti di tutto il mondo e fa parte del Liber Concordiae luterano.
49. ^ Bainton 2003, p. 297.
50. ^ Bainton 2003, pp. 225-226.
51. ^ Bainton 2003, p. 226.
52. Franco Molinari, I peccati di Martin Lutero, su ildialogo.org.
53. ^ Montanelli & Gervaso, ivi.
54. ^ (LA) Martin Luther, Tractatus de libertate Christiana, in Werke, vol. 7, kritische
Gesamtausgabe, Weimar, Hermann Böhlaus Nachfolger, 1897, p. 49.
55. ^ Il gesuita Courtnay Murray ad esempio disse di lui: «Era un genio, traboccante di retorica,
ma anche pieno di illuminazioni» (cit. in Montanelli & Gervaso, op. cit., p. 104).
56. ^ Sac. Luigi Villa, Lutero omicida e suicida, ed. Civiltà Brescia (http://www.chiesaviva.com/m
artin%20lutero.pdf), riportato sul sito chiesaviva di orientamento cattolico integralista
57. ^ Dietrich Emme, Martin Luther, Seine Jugend und Studentenzeit 1483 - 1505, Eine
dokumentarische Darstellung mit 14 Tafeln und 1 Faltkarte, Goettingen, 1982.
58. ^ "Warum ging Luther ins Kloster? Eine Polemik gegen eine neue alte LutherLegende und
ihre Anhänger", in: Catholica, 39, 1985, p 255–278.
59. ^ "Hieronymus Buntz de Windsheim, non promotus, quia sub censura pleuriticus factus non
multo post nature concessit, doctus et pius.", in Erich Kleineidam (a cura di), Universitas
studii Erffordensis: überblick über die Geschichte der Universität Erfurt im Mittelalter
1392-1521, Leipzig: St. Benno-Verlag GmbH, 1964, p. 177.
60. ^ Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa, pagg.13,14, Torino, Einaudi, 1995.
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
61. ^ Scrive Karl Jaspers che quest'opera anticipa il programma nazista (in Franklin Sherman,
Foi transformée: les rencontres avec les Juifs et le judaïsme, ed. John C Merkle,
Collegeville, (Minnesota), Liturgical Press, 2003), pp. 63-64.
62. «Lutero non è responsabile della Shoah... Le differenze tra l'antiebraismo e poi
antigiudaismo cristiano e l'antisemitismo razzista e nazifascista restano grandissime»
(Adriano Prosperi, Introduzione a Martin Lutero. Degli ebrei e delle loro menzogne, a cura di
Adelisa Malena, Einaudi, 2008
63. ^ H.Heine, Zur Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland ("Sulla storia della
religione e della filosofia in Germania")
64. ^ Cfr. H. Heine, Per la storia della religione, cit., pp. 206-207; H. Heine, Zur Ge-schichte der
Religion, p. 150
65. ^ La rilettura di Lutero in chiave patriottico-nazionalista da parte del Romanticismo tedesco.
Lutero e i 500 anni della Riforma, a cura di Andrea Aguti, Luigi Alfieri, Guido Dall’Olio, Luca
Renzi, ETS, Pisa, 2018, cap. Lutero e gli ebrei di Piero Stefani, p. 177 e segg.
66. ^ Lutero e l'ombra antisemita - Voce Evangelica (http://www.voceevangelica.ch/voceevangel
ica/home/2016/4/25694.html)
67. ^ Lucia Felici, L'Islam in Europa. L'edizione del Corano di Theodor Bibliander (http://www.fu
press.net/index.php/cromohs/article/view/15507/14738) Archiviato (https://web.archive.org/w
eb/20171107020548/http://www.fupress.net/index.php/cromohs/article/view/15507/14738) il
7 novembre 2017 in Internet Archive.
68. ^ Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, SEI Editrice, Torino 1976, p. 253.
69. ^ De Signis Ecclesiae Dei, Vol. II, p. 514.
70. ^ Praescriptiones adversus haereses, Officina Plantiniana, Antwerp 1606, Praescriptio
XVIII,§§ 26-28.
71. ^ Tre riformatori, a pagina 49 dell'edizione francese Trois réformateurs: Luther – Descartes –
Rousseau, Paris, Plon-Nourrit et Cie, 1925.
72. ^ Hartmann Grisar, Luthers Kampfbilder, (4 volumi), Herder, Freiburg im Breisgau
1921–1923 (vol. IV, Die Abbildung des Papsttums uns andere Kampfbilder in Flugblättern,
1538−1545 (1923), scrive che secondo Franz Costner, autore di un Compendium fidei
(1607; già pubblicato in olandese nel 1595), Lutero era stato trovato con il collo rosso e
deformato, "strangolato dal demonio".
73. ^ Luthers Lebensende. Eine historische Untersuchung (https://archive.org/details/luthersleb
ensen00paulgoog), Freiburg im Breisgau, 1898.
74. ^ La mort de Luther (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k9323938.r), 1895.
75. ^ Luthers Lebensende: eine kritische Untersuchung, cit.; cfr. anche Hartmann Grisar,
Luthers Kampfbilder, cit. e l'articolo di Theo Hoyer "How Dr. Martin Luther Died" (http://www.
ctsfw.net/media/pdfs/HoyerHowDrMartinLutherDied.pdf), Concordia Theological Monthly,
XVII, 1946, pp. 81-88.
76. Roberto Coggi, La riforma protestante, vol. 2, 2004 Dalla morte di Lutero alla pace di
Augusta, in "Ripensando Lutero", Edizioni Studio Domenicano, 2004, ISBN 88-7094-531-6,
pag. 38
77. ^ Claudio Geymonat, 18 febbraio 1546, muore Martin Lutero (https://riforma.it/it/node/6174):
«Malato di ulcera, viene rinvenuto morto da alcuni amici nel suo letto, probabilmente a
causa di un ictus, sebbene non siano mancate negli anni teorie di ogni sorta relative agli
ultimi istanti di vita, più o meno artificiosamente create e diffuse per denigrare o esaltare la
figura del riformatore tedesco».
78. ^ E. H. Erikson, Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico, Roma 1967, p. 33
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Martin Lutero - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero
79. ^ Si veda:
* «Lutero non crede più ai miracoli cattolici, ma crede ancora ai diavoli. I suo. discorsi
conviviali sono pieni di storie curiose di arti sataniche, di coboldi e di streghe. Egli stesso,
nei momenti d’angoscia, pensò talvolta di combattere con il demonio in carne e ossa. Nella
“Wartburg” dove egli tradusse il Nuovo Testamento, venne disturbato talmente dal diavolo,
che gli scagliò contro il calamaio. Da allora il diavolo ha molta paura dell’inchiostro, ma
ancor più della stampa. (H. Heine, Per la storia della religione e della filosofia in Germania,
in Id., La Germania, a cura di P. Chiarini, Bulzoni, Roma 1979, pp. 169-316; qui cit. da p.
198. Lo stesso passo è contenuto in H. Heine, ZurGeschichte der Religion und Philosophie
in Deutschland, in Id., Über Deutschland (1833-1836), Bd. 8, Akademie-Verlag,
Berlin/Editions du CNRS, Paris 1972, pp. 125-230; qui cfr. pp. 143-144)
* "I sogni tristi provengono da Satana, perché tutto quello che serve alla morte e al terrore,
all'assassinio e alle menzogne, è opera del diavolo. Spesso mi ha distolto dalla preghiera e
mi ha insufflato pensieri tali che io sono fuggito. Le mie lotte migliori con lui le ho combattute
a letto, a fianco della mia Käthe". (Lutero, Breviario, p. 103)
* "Quando la coscienza è afflitta, è difficilissimo riconoscere Satana, perché si trasforma in
Angelo della luce e nelle sembianze di Dio. Ma dopoché l'ho riconosciuto, mi vien facile
dirgli: «Leccami il culo ecc.»" (Discorsi a tavola, N° 83, p. 14)
80. ^ Aho JA. Confession and Bookkeeping: the Religious, Moral, and Rhetorical Roots of
Modern Accounting, Albany, State University of New York Press; 2005. ISBN 0-7914-6545-4.
"Martin Luther and scrupulosity", p. 95–8.
81. ^ Allan Hugh Cole Jr., A Spirit in Need of Rest: Luther's Melancholia,Obsessive-Compulsive
Disorder, and Religiosity, in "Pastoral Psychology", Volume 48, Issue 3, 2000, pp 169–190.
82. ^ Laurie Krauth, Scrupulosity: Blackmailed by OCD in the Name of God (http://beyondocd.or
g/expert-perspectives/articles/scrupulosity-blackmailed-by-ocd-in-the-name-of-god)
83. ^ Si veda Libertinismo#XVII secolo
84. ^ Lutero e il “pecca fortiter” (http://gioiant.altervista.org/lutero-pecca-fortiter/)
85. ^ Grisar 1933, pp. 194-196.
86. Seconda lettera di Pietro, 3, 13 (https://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documen
ts/nova-vulgata_nt_epist-ii-petri_lt.html).
87. ^ (LA) Martin Luther, Luther an Melanchthon. 1 August 1521, in Werke. Briefwechsel, vol. 2,
Briefe 424, kritische Gesamtausgabe, Weimar, Hermann Böhlaus Nachfolger, 1931, p. 372.
Bibliografia
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▪ Laura Mancinelli, Da Carlo Magno a Lutero. La letteratura tedesca medievale, Torino, Bollati
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▪ (EN) William Robertson Hitchcock, The Background of the Knights' Revolt: 1522-1523,
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▪ (EN) Merry E. Wiesner-Hanks, Early Modern Europe, 1450-1789, The Cambridge History of
Europe Series, Cambridge, Cambridge University Press, 2006.
Voci correlate
▪ 95 tesi di Lutero
▪ Theologia Crucis
▪ Luteranesimo
▪ Riforma protestante
▪ Vom Himmel hoch, da komm ich her
▪ Ritratto di Lutero e della moglie Caterina Bore
▪ Ritratto di Lutero e di Melantone
▪ Religioni nella Germania nazista
Altri progetti
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Collegamenti esterni
▪
▪ Lutèro, Martino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
▪ Alberto Pincherle e Giuseppe Gabetti -, LUTERO, Martino, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
▪ Lutero, Martino, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
▪ Lutero, Martino, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
▪ Lutero, Martino, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
▪ Lutèro, Martino, su sapere.it, De Agostini.
▪ (EN) Martin Lutero, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
▪ Martin Lutero, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
▪ Opere di Martin Lutero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
▪ (EN) Opere di Martin Lutero, su Open Library, Internet Archive.
▪ (EN) Opere di Martin Lutero, su Progetto Gutenberg.
▪ (EN) Audiolibri di Martin Lutero, su LibriVox.
▪ (EN) Bibliografia di Martin Lutero, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
▪ (EN) Martin Luther (autore), su Goodreads.
▪ (EN) Martin Lutero (personaggio), su Goodreads.
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