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ANAMORFOSI

STORIA

L’anamorfosi, dal greco ἀναμόρϕωσις “riformazione”, da ἀναμορϕόω “formare di nuovo”, è una


tecnica usata dalla seconda metà del XV secolo, a ridosso della fioritura degli studi e applicazioni
della prospettiva che unisce la geometria alla psicologia della percezione. Le anamorfosi nell’arte
si basano sul fascino dell’illusione ottica e venivano dipinte spesso dentro apposite strutture nelle
quali un foro rappresentava il punto prospettico. Questa tecnica ebbe inizio nel XIV secolo con
Ambrogio Lorenzetti, nato nel 1290 e morto nel 1348 a Siena, fu uno dei maestri della scuola
senese del 300, e Filippo Brunelleschi, Firenze 1377-1446, fino ad arrivare ai giorni d’oggi
presente anche nelle opere di street art e nella psicologia della percezione. L’“Anamorfosi” è un
neologismo del XVII secolo e significa “dare nuova forma ad una figura” o “dare forma in modo
contrario”. Chi osserva il quadro frontalmente vedrà solamente una figura distorta, ma se
quest’ultimo si colloca in posizione obliqua rispetto all’opera sulla verticale del punto prospettico,
l’opera sarà comprensibile. Come già noi sappiamo, Leonardo Da Vinci fu il primo a disegnare
e a indicare la tecnica su come realizzare opere anamorfiche. “Gli ambasciatori” è l’opera
anamorfica più conosciuta, dipinta a olio e tempera su legno, creata da Hans Holbein, nell’opera
è presente un teschio deformato visibile solo se ci si posiziona sul lato destro. All’interno
del convento della chiesa di Trinità dei Monti, è presente un affresco dipinto dal padre
Emmanuel Maignan lungo circa 6 metri. Se si cammina lungo il corridoio sembra ci sia solo
un panorama costiero con delle barche a vela, qualche casa, colline e delle nuvole, ma, se visto
dalla fine del corridoio il paesaggio muta nella figura di S. Francesco di Paola inginocchiato
in preghiera. Gli esempi di anamorfosi prospettica su grande scala sono concentrati tra il XV e il
XVII secolo, come l’abside della chiesa di S. Maria a san satiro a Milano di Donato Bramante
oppure il corridoio di Palazzo Spada a Roma di Francesco Borromini. Ad oggi l’anamorfosi è
realizzata soprattutto dagli artisti di strada, questi ultimi realizzano opere che si estendono anche
per centinaia di m, rendendo l’effetto prospettico ancora più affascinante. L’inglese Julian Beever,
per esempio, dipinge su pareti o marciapiedi, Leon Keer crea, invece, paesaggi prospettici sul
pavimento, poi c’è Edgar Mueller, conosciuto per la creazione di baratri e voragini sui marciapiedi.

esistono altri esempi di anamorfosi aldilà dell’arte? No, è presente anche l’anamorfosi nella
psicologia, usata per studiare il condizionamento delle forme ambientali sulla nostra percezione
visiva. Uno degli esempi più noti è la stanza distorta ideata da Adelbert Ames. Lo studio della
percezione di anamorfismi tridimensionali della camera di Ames ha fornito informazioni su alcuni
aspetti della psicologia della visione umana.
ANAMORFOSI
Il soggetto originale può essere una figura piana oppure un oggetto tridimensionale. Nel
secondo caso, l'osservatore dell'anamorfismo percepirà la figura come tridimensionale, come
nel caso dei disegni di Leon Keer. In altri casi la visione è possibile utilizzando uno specchio
curvo. Un utilizzo pratico dell'effetto anamorfico è quello attuato nelle scritte per segnalazioni
stradali, in cui caratteri sono deformati e allungati in modo tale che, visti da una certa distanza,
appaiano normali e leggibili. Altri esempi sono le scritte pubblicitarie disegnate sui campi da
gioco di varie discipline sportive (come nel calcio e nella Formula 1). Tali insegne sono
disegnate distorte sul suolo, in modo da apparire perfettamente dritte dal punto di vista
delle telecamere che riprendono l'evento sportivo.
ANAMORFOSI
Ora torniamo ai metodi dell’anamorfosi, esiste LA PROSPETTIVA ACCELLERATA C'è un
allontanamento immaginario della figura l'impressione è ottenuta attraverso lo scorcio delle pareti
laterali e innalzando la linea d'orizzonte questo effetto (teatro). Nel Cenacolo di Leonardo Da Vinci
è presente questo metodo: il locale cubico nel quale sono presenti Gesù e i dodici apostoli è una
precisa gabbia prospettica le cui direttrici portano ad un fuoco che si trova sopra la testa di Gesù.
Le pareti bianche sono la continuazione prospettica delle pareti del refettorio; lo scopo era
quello di dare l'illusione che l'ultima cena si svolgesse proprio nel refettorio. L'efficacia di questa
illusione è data dal fatto che Da Vinci è stato abile nel mettere la tavola più in alto rispetto al
pavimento reale della sala e le persone presenti sono più grandi rispetto alla tavola e lo spazio
in cui sono. E LA PROSPETTIVA RALLENTATA: rallenta la prospettiva facendo apparire gli
oggetti più vicini di quanto non siano, ingrandendo gli elementi più lontani. Viene usato nelle
colonne o nelle sculture molto alte e nelle facciate delle architetture. La colonna Traiana
dovrebbe avere venticinque giri, ma il fregio ne ha solo sette, e l'altezza della decorazione
aumenta ad ogni giro della spirale tanto che l'ultima fascia occupa più di un terzo della colonna. Un
altro caso di prospettiva rallentata è presente nel Giudizio Universale: l'affresco è diviso in
tre fasce orizzontali: la terra, la zona intermedia e il cielo, l'altezza di queste fasce cresce
progressivamente. Caronte in basso è due volte più piccolo di Cristo; le misure sono calcolate
in modo che da un punto preciso appaiono uguali.

Anamorfosi: come funziona


L’anamorfosi ottica è, appunto, quella che deve essere osservata da una posizione laterale, per
poter comprendere l’opera. L’anamorfosi è detta catottrica, invece, quando per cogliere la vera
figura è necessario essere muniti di uno specchio curvo.
Anamorfosi: tecnica
La tecnica dell’anamorfosi non può prescindere da un osservatore e dal suo punto di vista. Più
l’oggetto da disegnare si trova in basso rispetto all’osservatore, meno la prospettiva deve
essere forzata in lunghezza. Più l’oggetto si alza verso la nostra linea visiva, invece, più bisogna
allungare il disegno per ottenere l‘anamorfismo.
La tecnica per realizzarla occorre fare una quadrettatura del disegno originale, riportare la
quadrettatura sotto forma di trapezio isoscele e disegnare il soggetto rispettando i punti di
intersezione della figura con i trapezi che si sono creati. Osservando poi la figura dal punto
prospettico, il soggetto apparirà nelle corrette proporzioni. La tecnica dell‘anamorfosi è molto
usata nel cinema, nel teatro e nel settore pubblicitario. Al cinema con il CinemaScope: serve
per riprendere con un formato di schermo con rapporto base/altezza differente da quello della
pellicola attraverso l’uso di lenti anamorfiche, messe al momento della ripresa.
Anamorfosi cilindrica
L’anamorfosi di una immagine può essere realizzata in modo che per ricomporre la figura
originale, sia necessario osservarne il riflesso tramite specchi, cilindrici o conici. Si
chiamano anamorfoscopi. Per costruire anamorfismi si procede come per l’anamorfosi “classica”:
con una griglia geometrica in cui disegnare il soggetto. Poi fase per fase si prosegue, stavolta con
il compasso e si realizza un secondo schema a settore circolare, con porzioni ottenute
tracciando raggi a intervalli regolari. A questo punto si deve riportare l’immagine capovolta in
questo settore circolare basandoci sulle coordinate curvando verso il basso. Infine, è possibile
mettere al centro del settore un cilindro in metallo e apparirà l’immagine rispecchiata.
Ma avevano un’utilità questi disegni? Pietro Accolti, architetto e matematico di Carlo De’ Medici
rivela in un suo scritto che i disegni anamorfici durante il Rinascimento erano utilizzati per
nascondere una mappa o un messaggio segreto e solo chi conosceva il punto prospettico
esatto o uno specchio curvo era capace di vedere ciò che occultava il disegno.

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