Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
62
CAMBIAMENTO
C L I M AT I C O
Le rocce
dell’Oman
e la cattura
del carbonio
di Douglas Fox
Un insolito
affioramento
dall’interno della
Terra può risolvere
il problema del clima
mondiale?
BIOCHIMICA BIOLOGIA
Dopo aver passato 100 milioni di anni intrappolati nei se- Studiando le preferenze nel senso di rotazione di questi
dimenti oceanici, alcuni microrganismi si sono risvegliati animali marini, è stata scoperta una stranezza della nostra
e hanno ripreso a moltiplicarsi percezione
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
8 In edicola
10 Intervista
La scienza dei dati fa bene alla nostra salute
di Simona Regina
12 Made in Italy
Rendere più efficiente la ricerca farmacologica
di Letizia Gabaglio
10 14 Il matematico impertinente
Una lettura poco aurea di Piergiorgio Odifreddi
15 Scienza e filosofia
Mappatura bibliometrica di Elena Castellani
16 Homo sapiens
La scalata al potere della cultura di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
Giganti rosse per Hubble di Amedeo Balbi
88 Coordinate
Contare gli uccelli di Clara Moskowitz
12
89 I bastioni di Orione
Previsioni e profezie di Michele Bellone
Travel Wild/iStockphoto (New York); Cortesia InSimili (cellula cancro); gerenme/iStock (maccheroni)
90 La ceretta di Occam
Una bella spalmata di microbi di Beatrice Mautino
92 Rudi matematici
Probabilità al cubo
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio
SCIENZA NEWS
18 La carestia importata in Europa 21 Pianeti vaganti 23 Gli amici, una preziosa eredità
20 Fusioni fra buchi neri e stelle nella Via Lattea per le iene
di neutroni 21 La fosfina di Venere può venire 25 I segreti del broccolo romanesco
20 In cerca di asimmetrie dai vulcani 25 Prove di arte dei Neanderthal
con le molecole radioattive 23 I metanogeni più antichi 26 Brevissime
www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola A richiesta a ottobre Il cacciatore di comete,
il libro in cui Paolo Ferri racconta vent’anni di
emozioni alla guida della missione Rosetta
S
egni celesti. Annunciatrici di sventu- to e guidato le sonde verso la loro meta. Fino al
re. Fenomeni meteorologici. Le co- momento clou in cui per la prima volta, «nelle
mete hanno sempre inquietato e af- profondità dello spazio interplanetario, a più
fascinato l’umanità. E il fascino non è svanito di settecento milioni di chilometri di distanza
quando sono state correttamente identifica- dalla Terra», un veicolo umano è atterrato su
te come corpi celesti in orbita intorno al So- una cometa, e per giorni ha inviato a terra un
le. Perché restano corpi unici, custodi di in- flusso di immagini e di dati.
formazioni essenziali sugli albori del sistema Appena dopo, «era un giorno di novembre
solare. Perciò l’Agenzia spaziale europea ha come tanti a Darmstadt, nella Germania cen-
chiamato Rosetta – come la famosa stele che tro-meridionale, con quel clima continenta-
permise di decifrare i geroglifici – la missione le che produceva una coltre di nubi, o meglio
che è andata a studiare le comete da vicino per di nebbia alta, che rendeva tutto grigio e cu-
carpirne le informazioni sui primordi del no- po ininterrottamente, per mesi e mesi». Quan-
stro sistema planetario. do Ferri, accingendosi a una nuova giorna-
Paolo Ferri, il fisico italiano che ha guida- ta di lavoro, si fermò «assalito da una specie
to l’intera missione dal 1996 al 2016, racconta di depressione improvvisa. Mi domandavo:
questa «avventura nello spazio profondo» in Il ma adesso dove la trovo la forza, la motivazio-
cacciatore di comete, libro allegato a richiesta a ne per ritornare al lavoro di tutti i giorni? Qua-
«Le Scienze» di ottobre. le progetto futuro, quale missione spaziale tra
«C’era molto lavoro da fare, e non aveva- quelle in corso o in preparazione mi potrebbe
mo idea di come farlo», ricorda Ferri. Eppure portare a sfide tecnologiche e scientifiche pa-
il modo si è trovato, e con grande successo, co- ragonabili a quelle appena raggiunte con Ro-
me emerge pagina dopo pagina in questo dia- setta?».
rio in prima persona, avvincente e ricco di Nessuna, si rispose. Allora decise che dove-
colpi di scena, che fa rivivere a chi legge gli va raccontare al più presto questa avventura.
entusiasmi e le trepidazioni di chi ha progetta- Così è nato questo libro.
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Chi rade Per tutti gli abbonati
Lei proprio usando enormi quantità di dati ha misurato gli effetti dell’in-
quinamento atmosferico sulla salute, tanto da indirizzare le decisioni
dell’Environmental Protection Agency statunitense.
Questo per me è motivo di grande soddisfazione. Di fatto abbia-
mo analizzato il rischio che il particolato sottile rappresenta per
la salute umana combinando informazioni provenienti da fonti di-
verse. Abbiamo integrato set di dati sociosanitari del 95 per cen-
to della popolazione statunitense over 65 – storia clinica, età, ge-
nere, etnia, residenza – con i dati rilevati da satelliti e stazioni di
monitoraggio ambientale utili per associare a ciascun individuo
l’esposizione giornaliera, nel corso degli ultimi vent’anni, all’in-
quinamento atmosferico. E abbiamo sviluppato modelli statistici
per stimare l’aumento del rischio di mortalità e ospedalizzazione
per incrementi anche minimi del livello di PM 2,5.
microgrammi per metro cubo di particolato sottile. Ma con i nostri fetti abbiamo riscontrato un’aumentata mortalità per COVID nelle
studi abbiamo riscontrato che anche livelli inferiori a questa «so- aree geografiche con maggiore inquinamento atmosferico.
glia di sicurezza» sono associati a un maggiore rischio di mortali-
tà. E così, proprio in nome dell’evidenza scientifica, l’amministra- Questa pandemia ha messo in evidenza anche tra i non addetti ai lavo-
zione Biden ha dichiarato l’intenzione di riconsiderare tale soglia. ri l’importanza dei dati. Proprio per questo, non crede che bisognerebbe
migliorare il dialogo tra scienza e politica affinché le scelte politiche si-
A proposito di particolato sottile, con il suo gruppo ha scoperto, come il- ano sempre più basate sull’evidenza?
lustrato sulla rivista «Science Advances», una correlazione tra inquina- Ritengo che questo possa essere considerato il silver lining, l’a-
Travel Wild/iStockphoto (New York)
mento dell’aria e mortalità per COVID-19. spetto positivo di questa pandemia. Questa crisi ha fatto chiara-
È noto che l’esposizione al particolato sottile nuoce alla salute: mente emergere l’importanza della scienza e dei dati. Del resto,
penetra nei polmoni, causa infiammazioni, ha effetti negativi sul senza dati non c’è scienza. Oggi abbiamo la tecnologia per costru-
sistema cardiovascolare e può causare morte prematura. Allora ire grandi e complesse banche dati e una straordinaria capacità
quando è scoppiata la pandemia ci siamo chiesti: se SARS-CoV-2 computazionale per gestirli. Nel giro di qualche ora, per esempio,
attacca le vie respiratorie, chi ha già i polmoni e potenzialmente riusciamo ad analizzare miliardi di dati sanitari e da questi possia-
anche il sistema cardiovascolare compromessi a causa della catti- mo estrarre informazioni preziose per pianificare interventi con-
va qualità dell’aria, è più vulnerabile in caso di contagio? E in ef- creti a tutela della salute pubblica.
CHI È
FRANCESCA DOMINICI
Laurea in statistica alla «Sapienza» Università Health. Coordina un gruppo interdisciplinare Eletta membro della National Academy
di Roma e dottorato all’Università di Padova, è impegnato nello sviluppo di metodi statistici of Medicine e dell’International Society of
codirettrice della Harvard Data Science Initiative per l’analisi di dati complessi nell’ambito della Mathematical Statistics, per Thomson Reuters
e docente di biostatistica, popolazione e data salute ambientale, del cambiamento climatico è tra i top scientist nella sua disciplina: nell’1
science all’Harvard T.H. Chan School of Public e delle policy sanitarie. per cento dei più citati a livello mondiale.
la popolazione.
Si pensi a un modello di intelligenza artificiale per diagnostica- Si corre il rischio che le donne rimangano ai margini di questa rivoluzio-
re il melanoma della pelle: se l’algoritmo viene addestrato su da- ne digitale che sta cambiando il mondo: che fare?
ti della popolazione bianca e poi viene applicato anche sulla po- Questa è la sfida più difficile che dobbiamo affrontare, perché
polazione afroamericana, inevitabilmente non produrrà risultati purtroppo c’è ancora un forte pregiudizio di genere che limita
affidabili. l’accesso delle donne a questo campo. È stato dimostrato che la di-
versità nei gruppi è fondamentale, eppure sono ancora per lo più
Big data e intelligenza artificiale stanno rivoluzionando la ricerca bio- gli uomini a sviluppare algoritmi. È evidente quindi che c’è ancora
medica e la gestione della salute, ma non solo. La scienza dei dati è in- tanto da fare, negli Stati Uniti come in Italia.
www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy InSimili ricrea in laboratorio un ambiente simile
ai tessuti umani, per consentire sperimentazioni
dei farmaci più rapide, efficaci ed economiche
corpo umano e quindi vicino a quello in cui il farmaco si troverà to dall’alto contenuto tecnologico che si propone di rivoluzionare
ad agire. Un’idea innovativa per cercare di risolvere un problema la sperimentazione preclinica del farmaco, limitando il numero di
a cui in tanti si stanno applicando. Per esempio i gruppi di ricerca farmaci selezionati erroneamente e dunque rendendo il processo
LA SCHEDA - INSIMILI
più veloce ed efficace. «È un’idea su cui abbiamo cominciato a la- tane da noi. Ma da una parte gli uffici che si occupano di valoriz-
vorare circa sei anni fa e che ora piano piano sta diventando realtà,
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
zare nuove idee nate in Ateneo, che ci hanno aiutato a deposita-
grazie anche alla possibilità di seguire un percorso di accelerazio- re il brevetto e a fondare lo spin-off, e dall’altra questo programma
ne della Fondazione Golinelli», spiega Rapino. di accelerazione, ci hanno permesso e permetteranno in futuro di
Dopo aver vinto la Start Cup Competition Emilia-Romagna nel acquisire competenze, aprendoci strade verso nuove prospetti-
2019, infatti, l’idea dei ricercatori bolognesi ha partecipato insie- ve», spiega Rapino.
me a circa un centinaio di altre alla prima edizione di I-Tech In- Alla fine del percorso i ricercatori dell’Università di Bologna
novation 2021, una call lanciata dall’azienda CRIF e da Fondazio- potranno affrontare la sfida di portare il loro prodotto sul mercato
ne Golinelli. Una selezione impegnativa che ha visto la vittoria di dove i naturali clienti saranno aziende farmaceutiche, organizza-
tre start-up fra cui InSimili, che ora verrà coinvolta in un program- zioni di ricerca a contratto, centri biotech e istituti di ricerca.
ma di accelerazione di G-Factor, l’incubatore-acceleratore di Fon- «L’adozione del nostro prodotto permetterà un ingente rispar-
Cortesia © Università di Bologna
dazione Golinelli rivolto a realtà imprenditoriali emergenti. Nei mio di tempo e denaro per i pazienti e per le aziende che dipendo-
prossimi mesi il gruppo di InSimili intraprenderà un percorso di no fortemente dai risultati del processo di selezione e sviluppo di
supporto allo sviluppo del proprio modello di business, della du- nuovi farmaci», conclude Rapino. L’obiettivo è ambizioso: concor-
rata di sette mesi, costruito sulle specificità e necessità concrete rere a far sì che in futuro i farmaci siano sviluppati in meno tem-
del progetto. po e quindi con meno investimenti ma siano più efficaci, così che
«Siamo molto contenti perché il nostro gruppo è formato da arrivino prima ai pazienti, costino meno ma producano un effet-
scienziati e le ragioni e le dinamiche del business erano molto lon- to migliore.
www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
l codice da Vinci (2003) di Dan Brown è delle femmine e lo si divide per quello dei ma-
Mappatura bibliometrica
Metodi statistici per macro-analisi
sulla filosofia della scienza?
ltimamente sta prendendo sempre con la filosofia della scienza o quali tipologie
www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi
ffermare che «la cultura aiuta gli es- di flusso, pongono la questione della cosiddet-
bili chiamate Cefeidi o, in tempi più recenti, con i metodi indiretti. Dunque, probabilmen-
un tipo particolare di supernove. La secon- te il modello cosmologico regge, e saranno le
da tecnica è più indiretta, e usa l’osservazione misurazioni basate sulle Cefeidi a dover esse-
della radiazione cosmica di fondo (il residuo re migliorate, in futuro. Le cose, in un modo o
elettromagnetico del big bang) per derivare nell’altro, si chiariranno con nuovi dati, come
il valore dei vari parametri fisici del model- quelli che potrebbero arrivare con la messa in
lo cosmologico standard, tra cui, appunto, la orbita del James Webb Space Telescope, pre-
costante di Hubble. Negli ultimi anni, questa vista per la fine di quest’anno.
www.lescienze.it Le Scienze 17
News
CLIMA
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Silvio Avila/AFP via Getty Images
www.lescienze.it Le Scienze 19
News
ASTRONOMIA
uno studio che apre una direzione interessante: alcune molecole stessi isotopi. Quest’ultimo risultato dimostra la fattibilità di esperimenti
radioattive potrebbero essere sfruttate come sonde per verificare di questo tipo per osservare piccole variazioni strutturali nei nuclei: in
l’esistenza di piccole variazioni nella forma e nella dimensione dei questo caso la causa delle differenze era nota (il diverso numero di
nuclei atomici, variazioni che potrebbero a loro volta essere la spia della neutroni dei nuclei), ma il prossimo passo potrebbe essere proprio la
violazione di una simmetria fondamentale. verifica di eventuali effetti generati da violazioni di simmetria.
Nel loro esperimento, Udrescu e colleghi hanno usato molecole di Matteo Serra
microlensing gravitazionale, un fenomeno pre- funziona), mentre 5 sono nuove scoperte. Ma c’è le conclusioni dello studio,
visto dalla teoria della relatività generale e con- di più. Perché, fra questi 5 nuovi eventi, i 4 più illustrate sui «Proceedings
sistente nella focalizzazione gravitazionale della brevi sembrano causati da pianeti di massa simi- of the National Academy of
luce di una stella nel momento in cui un pianeta le a quella della Terra. Nella Via Lattea quindi va- Sciences».
le passa davanti. gano anche Terre solitarie. Giulia Fabriani
Come descritto su «Monthly Notices of the Emiliano Ricci
www.lescienze.it Le Scienze 21
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
News
PALEONTOLOGIA
Gli amici,
I metanogeni più antichi una preziosa
eredità
Sono fossili di archaea e risalgono a oltre tre miliardi di anni fa per le iene
Il numero di «Science»
del 16 luglio è dedicato
al «Mother’s clan»: in
copertina c’è un piccolo
di iena maculata (Crocuta
crocuta), sullo sfondo la
sua mamma. Leggendo
lo studio a cui si riferisce il
titolo, coordinato dal biologo
Erol Akçay dell’Università
della Pennsylvania, si
capisce tutto.
Nelle società matriarcali
delle iene, in cui quindi
comandano le femmine,
i cuccioli hanno le stesse
relazioni sociali delle
madri. Le «imparano»,
passivamente o per
imitazione, nei primi due
anni di vita che trascorrono
in famiglia, e le mantengono
da grandi. Un’eredità che
contribuisce alla stabilità
dei clan.
L’idea che le reti sociali di
alcune specie siano un
prodotto ereditario non è
nuova, ma per la prima
volta è stata verificata
e confermata con dati
Gli strati profondi della Terra non smettono di ganismi coinvolti nel ciclo del metano, rara testi- raccolti sul campo: 74.000
restituirci frammenti di storia. Nella Barberton monianza di archaea ben conservati nelle rocce interazioni tra iene osservate
Greenstone Belt, in Sudafrica, vicino al confine sottomarine, risalenti al periodo in cui la vita in 27 anni di studi effettuati
con esSwatini e Mozambico, dove affiorano al-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
emerse per la prima volta. L’interazione dell’ac- in Kenya. Più le femmine
cune delle rocce sedimentarie più antiche del qua di mare più fredda con i fluidi idroterma- sono alte in gerarchia,
pianeta, ricercatori dell’Università di Bologna e li sotterranei più caldi ha prodotto un ambien- inoltre, più i loro figli hanno
colleghi hanno scoperto microrganismi fossili fi- te chimico molto ricco e complesso che ha fatto reti sociali simili a quelle
lamentosi risalenti a 3,42 miliardi di anni fa. I mi- sviluppare microhabitat multipli. delle madri, e questo
crofossili, rinvenuti in due sottili strati di roccia, La scoperta, pubblicata su «Science Advan- aumenta le probabilità di
hanno un nucleo centrale distinto e una guaina ces», amplia le frontiere degli ambienti poten- sopravvivenza future dei
esterna ricca di carbonio: una struttura simile a zialmente abitabili sulla Terra primitiva e ha im- cuccioli. «Un po’ come
quella delle cellule moderne. Le analisi hanno ri- plicazioni notevoli anche per l’astrobiologia e accade nelle società
levato negli organismi la presenza di molti ele- la ricerca di forme di vita su altri pianeti, come umane» commenta Akçay.
menti indispensabili per la vita, in particolare il Marte, dove sono esistiti ambienti simili. Come «Anche noi ereditiamo la
nichel, in concentrazione paragonabile a quella ha spiegato Barbara Cavalazzi, prima autrice nostra cerchia sociale, e
rilevata in alcuni archaea, organismi unicellula- dell’articolo, «gli habitat sub-superficiali, riscal- molti studi provano che
ri generalmente estremofili che vivono in condi- dati dall’attività vulcanica, potrebbero aver ospi- questo ha una profonda
zioni difficili, come l’assenza di ossigeno. tato alcuni dei primi ecosistemi microbici del influenza sul nostro futuro».
SPL/AGF
Secondo gli autori, gli organismi scoperti sa- nostro pianeta». Martina Saporiti
rebbero i più antichi fossili conosciuti di micror- Giulia Assogna
www.lescienze.it Le Scienze 23
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
News
GENETICA
dimostrare una capacità artistica autonoma da Dirk Leder, archeologo del Servizio beni dice Leder. Una mente non poi così diversa
dei Neanderthal, confermando altri indizi culturali della Bassa Sassonia, in una grotta dalla nostra, insomma.
raccolti negli anni scorsi. dei Monti Harz, in Germania: ossa del piede di Alex Saragosa
www.lescienze.it Le Scienze 25
News
di muco delle secrezioni spaziale dei dati ha permesso di rilevare anche variazioni a piccola scala, come nei terreni circostanti le
cervicali e di allinearsi alle centrali elettriche a carbone: in quelle zone è stata evidenziata una chiara crescita dei raccolti via via che ci
pareti epiteliali del tratto si allontana dalle centrali. (AnPa)
genitale femminile. Sono
tutti aspetti utili, tra l’altro,
a proteggere le specie
selvatiche minacciate di
estinzione, contribuendo
a riconoscerne i problemi
riproduttivi e a superarli
grazie al ricorso alle
tecniche di riproduzione
assistita. (DaPa)
26 Le Scienze
I bambini del Bangladesh Non tutte le cellule tumorali
e la resistenza agli antibiotici modello sono uguali A caccia
di stelle
Il problema dei batteri resistenti agli antibiotici è Le cellule tumorali umane coltivate in piastre
noto ormai da molti anni, ma finora non sembra da laboratorio sono tra i modelli di ricerca più
di antimateria
aver creato grande allarme al di fuori degli ospe- diffusi per comprendere la biologia del can- nel cosmo
dali. Ora però una ricerca pubblicata su «Open cro e sviluppare nuovi trattamenti. Uno studio
Forum Infectious Diseases» da Mohammod Chi- guidato da Patrick Cahan, della Johns Hopkins In natura l’antimateria
sti, dell’International Centre for Diarrhoeal Di- University di Baltimora, pubblicato su «Genome si osserva solo nei raggi
sease Research in Bangladesh, avverte che i Medicine», ha rivelato però che queste cellule cosmici, tipicamente
patogeni resistenti si stanno diffondendo mol- sono geneticamente molto diverse rispetto alle sotto forma di positroni
to. Nell’ospedale del Bangladesh dove Chisti la- loro fonti umane; lo sono molto più di altri mo- e antiprotoni, prodotti da
vora, ormai il 77 per cento dei bambini ricoverati delli di ricerca, come topi e ratti geneticamente sorgenti astrofisiche di alta
per polmonite non è più infettato da batteri con- modificati (GM), xenotrapianti di tumori umani energia. L’osservazione
sueti, come streptococchi o stafilococchi, con- nei roditori, e modelli di cancro tridimensionali in tempi recenti (ancora
tro cui ci sono terapie, ma da batteri anomali, co- chiamati tumoroidi, ottenuti da cellule tumorali. non confermata da una
me Pseudomonas, resistenti agli antibiotici e per I ricercatori hanno confrontato le sequenze pubblicazione peer
questo 17 volte più letali degli altri. di RNA di questi modelli con quelle di 657 linee reviewed) di nuclei
«La ragione è la libera vendita di antibiotici, cellulari tumorali custodite nel Cancer Geno- di antielio da parte
che li fa spesso assumere in modo errato e per me Atlas usando l’applicazione CancerCellNet, dell’esperimento AMS-
malattie contro cui non servono», spiega Chisti. per stabilire il grado di corrispondenza. In que- 2 a bordo della Stazione
«Ciò ha moltiplicato i batteri resistenti, che ora, sto modo hanno scoperto che l’espressione del- Spaziale Internazionale
diffusi dalla mancanza di acqua pulita e fognatu- l’RNA nei topi GM e nei tumoroidi è più simile in (ISS) ha quindi catturato
re, sono arrivati a infettare i più piccoli nelle ca- 4 tipi di tumore su 5, inclusi i tumori al seno, ai l’attenzione di astrofisici
se. Se non si regolamenterà l’uso degli antibio- polmoni e alle ovaie. Questo sembra dovuto al- e cosmologi, perché i
tici e non se ne introdurranno di nuovi contro i le profonde differenze tra l’ambiente naturale di meccanismi di produzione
patogeni resistenti, è inevitabile la diffusione di una cellula umana e una coltura di laboratorio, di nuclei di antielio –
queste varianti dal Bangladesh al resto del mon- che induce cambiamenti genetici nelle linee cel- composti da due antiprotoni
do, creando una pandemia più lenta ma non me- lulari. Un’informazione molto preziosa per valu- e da uno o due antineutroni
no pericolosa del COVID-19». (AlSa) tare l’attendibilità dei diversi modelli. (EuMe) – non sono facilmente
ipotizzabili, se non
invocando l’esistenza di
Hawking aveva ragione sull’orizzonte dei buchi neri stelle di antimateria.
Partendo da questa
Stephen Hawking aveva ragione sui buchi neri, ipotesi, un gruppo guidato
suo principale oggetto di studio. Grazie alle onde da Simon Dupourqué,
gravitazionali è stato confermato per la prima volta dell’Università di Tolosa III-
sperimentalmente il suo teorema in base a cui l’area Paul Sabatier in Francia,
dell’orizzonte degli eventi – il limite oltre cui nulla ha analizzato le sorgenti
riesce a sfuggire all’abbraccio gravitazionale di un di raggi gamma osservate
buco nero, luce compresa – può solo ingrandirsi. dal Large Area Telescope
I risultati sono illustrati su «Physical Review Letters»
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
(LAT) montato a bordo del
da ricercatori del Kavli Institute for Astrophysics telescopio orbitante Fermi
and Space Research del Massachusetts Institute of per indagare sui casi ancora
Technology, guidati da Maximiliano Isi. inspiegabili. Il risultato è che
Analizzando il segnale delle onde gravitazionali 14 sorgenti sono potenziali
rilevato nel 2015 ed emesso da due buchi neri antistelle, ma gli autori stessi
unitisi fino a generare un terzo buco nero, i dello studio, pubblicato su
ricercatori hanno calcolato l’area dell’orizzonte «Physical Review D», sono
degli eventi del buco nero finale. Hanno, così, scettici e ipotizzano sorgenti
dimostrato che è più grande della somma delle aree meno esotiche. Anche
di partenza: 367.000 chilometri quadrati contro perché non è ovvio come
235.000. Per gli autori, la conferma della teoria stelle di antimateria possano
di Hawking sui buchi neri, laboratori naturali per formarsi e sopravvivere in
brightstars/iStock
www.lescienze.it Le Scienze 27
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
BIOCHIMICA
Una nuova
versione
della
vita
In natura le proteine fanno di tutto per noi.
Ora la scienza ha imparato a crearne di artificiali,
un’impresa che ci ha dato un nuovo vaccino contro COVID-19
e che potrebbe rivoluzionare la biologia
di Rowan Jacobsen
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
n venerdì sera dell’aprile 2020, a tarda ora, Lexi Walls era da sola
U
www.lescienze.it
nel suo laboratorio della Washington State University ad aspettare
nervosamente i risultati dell’esperimento più importante della sua
vita. La giovane ricercatrice, una biologa strutturale esperta di co-
ronavirus, aveva passato tre mesi a lavorare giorno e notte per svi-
luppare un nuovo genere di vaccino contro il patogeno che devastava il mondo.
Le Scienze 29
Rowan Jacobsen è un giornalista e ha scritto diversi libri, tra cui Shadows on the Gulf (Bloomsbury,
2011) e Truffle Hound (Bloomsbury, 2021). Tra i suoi molti articoli, su «Le Scienze» sono apparsi
La cellula invulnerabile (ottobre 2019) e Fantasmi di fiori (aprile 2019). Nel 2017-2018
è stato Knight Science Journalism Fellow al Massachusetts Institute of Technology.
Sperava che il suo approccio, in caso di successo, potesse non sono rimasti in piedi tutta la notte per analizzarla. La ricercatrice
solo domare COVID-19 ma anche rivoluzionare il campo della vac- dice di aver avuto una sensazione di straordinaria concentrazione:
cinologia, permettendo all’umanità di imboccare la strada che «Ci siamo detti: “Bene, sappiamo che cosa fare”», racconta. «“Met-
porta a sconfiggere malattie infettive che vanno dall’influenza tiamoci al lavoro”.»
all’HIV.
A differenza di qualsiasi altro vaccino usato fino ad allora, quel- ome gli altri coronavirus, SARS-CoV-2 ha l’aspetto di una
lo sviluppato da Walls non era derivato da componenti disponi-
bili in natura, ma era fatto di microscopiche proteine artificiali
progettate al computer; la loro creazione segnava l’inizio di uno
C palla coperta di punte proteiche (dette spinule o spike) .
Ogni punta termina in un grumo di amminoacidi, chia-
mato RBD (dall’inglese receptor-binding domain, cioè dominio
straordinario salto in avanti nella capacità umana di riprogettare che lega il recettore), che per allineamento e cariche atomiche si
la biologia. accoppia perfettamente a una proteina presente sulla superficie
Le proteine sono complesse nanomacchine che interagendo delle cellule umane. La proteina virale si attacca al recettore co-
continuamente tra loro svolgono la maggior parte delle attività me una navicella spaziale che attracca sulla superficie di un pia-
negli esseri viventi: digeriscono il cibo, combattono gli invasori, neta e il virus sfrutta questo collegamento per entrare nella cellu-
riparano i danni, percepiscono l’ambiente circostante, trasmetto- la e replicarsi.
no messaggi, esercitano forze, aiutano a formare pensieri e si re- A causa di questo suo ruolo pericoloso, l’RBD è il bersaglio
plicano. Sono fatte di lunghe catene lineari di molecole più sem- principale per gli anticorpi del sistema immunitario. Anche que-
plici chiamate amminoacidi, contorte e ripiegate in strutture sti sono proteine, prodotte dal corpo per legarsi all’RBD e render-
tridimensionali estremamente complesse. La loro forma, quasi un lo inattivo. Però le cellule specializzate hanno bisogno di tempo
origami, dipende dall’ordine e dal numero dei diversi amminoaci- per produrre abbastanza anticorpi efficaci e intanto il virus riesce
di che le compongono, ciascuno dei quali esercita specifiche forze spesso a fare danni considerevoli.
di attrazione e di repulsione. Queste interazioni hanno una com- I vaccini contro COVID-19 di prima generazione, compresi
plessità così grande e avvengono su una scala così piccola (una quelli a mRNA che hanno avuto un ruolo così decisivo nella lot-
cellula in media contiene 42 milioni di proteine) che finora non ta alla pandemia, funzionano introducendo nel corpo la proteina
siamo riusciti a capire le regole in base a cui le proteine si contor- spike senza il resto del coronavirus in forma attiva, in modo che
cono, spontaneamente e in modo sempre uguale, per trasformar- il sistema immunitario possa imparare a riconoscere l’RBD e a di-
si da catene lineari in oggetti tridimensionali. Molti esperti davano spiegare le proprie truppe per colpirlo. Però a volte l’RBD è co-
per scontato che non ci saremmo mai riusciti. perto da altre parti della proteina spike, che lo nascondono agli
Ma nuove scoperte e nuovi progressi dell’intelligenza artificia- anticorpi che dovrebbero riconoscerlo, e questo affievolisce la
le stanno aiutando o costringendo le proteine a rivelare i loro se- risposta immunitaria. Inoltre una proteina spike da sola non so-
greti. Oggi la ricerca è impegnata a forgiare strumenti biochimici miglia a un virus naturale e non sempre scatena una reazione ab-
che potrebbero trasformare il mondo. Con quegli strumenti po- bastanza forte, a meno che non si usi una dose sufficientemente
tremo usare le proteine per costruire nanobot che combattano le grande di vaccino. Una dose più grande, però, aumenta il costo del
malattie infettive in un combattimento a livello di singole particel- vaccino e può scatenare effetti collaterali.
le, che inviino segnali in tutto il corpo, che smantellino molecole Anche se i vaccini contro COVID-19 hanno avuto successo,
tossiche portandole via come minuscoli carri attrezzi o ancora che molti esperti vedono l’inoculazione di preparati basati sulle pro-
assorbano la luce per trasformarla in energia. Potremo plasmare la
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
teine naturali come una tecnologia temporanea. «È sempre più
biologia in base a uno scopo. evidente che introdurre solo proteine naturali o stabilizzate non
Walls lavora sul fronte più avanzato di questa ricerca. Si è dot- è sufficiente», dice Rino Rappuoli, chief scientist e direttore del re-
torata a dicembre 2019 con una tesi sulla struttura dei coronavi- parto sviluppo vaccini del gigante farmaceutico britannico Glaxo-
rus, entrando a far parte di quello che all’epoca era un gruppo SmithKline. Oggi la maggior parte dei vaccini, da quelli praticati
molto ristretto. «Erano cinque anni che cercavo di convincere le nell’infanzia a quelli antinfluenzali fatti dagli adulti, usa proteine
persone che i coronavirus erano importanti», racconta. «Alla di- naturali di questo tipo, che i vaccinologi chiamano immunogeni;
scussione della tesi, ho iniziato dicendo: “Intendo spiegare per- GSK ne produce molti. «Dobbiamo progettare immunogeni che sia-
ché questa famiglia di virus ha il potenziale di causare una pande- no migliori delle molecole naturali», dice Rappuoli.
mia, una pandemia per la quale non siamo preparati”. Purtroppo Walls e Veesler avevano un’idea. E se, invece che tutta la protei-
quell’ipotesi è diventata realtà». na spike, si presentasse al sistema immunitario solo la punta del-
Quando, a fine dicembre 2019, dalla città cinese di Wuhan so- l’RBD, che così non avrebbe dove nascondersi? «Volevamo met-
no iniziate ad arrivare voci su una nuova, misteriosa polmonite, tere in luce la parte essenziale – spiega Walls – e dire al sistema
Walls ha subito sospettato che si trattasse di un coronavirus. Il immunitario: “Ehi, è a questa che devi reagire!”».
10 gennaio 2020 la sequenza genetica di SARS-CoV-2 è stata re- Il primo ostacolo per realizzare quell’idea era che la biologia
sa pubblica al mondo. Walls e il biochimico David Veesler, diretto- non produce RBD isolati in natura e il segmento, da solo, sareb-
re del laboratorio dove lei lavora alla Washington State University, be stato troppo piccolo e insolito per attirare l’attenzione del siste-
Le sviluppatrici di vaccini Lexi Walls (a sinistra) e Brooke Fiala (a destra) hanno usato proteine
appositamente plasmate per produrre un promettente nuovo vaccino contro COVID-19. Il loro preparato mostra alle
cellule del sistema immunitario una parte vulnerabile del virus SARS-CoV-2, provocando un forte effetto neutralizzante.
www.lescienze.it Le Scienze 31
ma immunitario. Ma Walls e Veesler conoscevano qualcuno che zio spettrale. Era arrivato il momento. Walls ha acceso lo strumen-
poteva aiutarli a risolvere il problema. A pochi passi dal loro labo- to che serviva a rilevare e contare gli anticorpi legati alle particelle
ratorio c’era uno dei centri di ricerca sulla progettazione di pro- virali e, trattenendo il fiato, ha guardato i numeri.
teine più innovativi al mondo, l’Institute for Protein Design (IPD) Alcuni topi avevano ricevuto una dose ridotta di proteina spike
della Washington State University. Quell’istituto aveva studiato semplice ed erano un fallimento totale: nessun effetto sugli pseu-
abbastanza il ripiegamento delle proteine da riuscire a costruire dovirus. I topi vaccinati con una dose maggiore di proteina spike
qualche centinaio di catene proteiche molto piccole e semplici (di- mostravano anticorpi con un moderato effetto neutralizzante, si-
verse da qualsiasi proteina mai esistita in un organismo vivente) mile a quello prodotto da altri vaccini. Invece nei topi che aveva-
che si ripiegavano in forme costanti con funzioni prevedibili. no ricevuto il vaccino a nanoparticelle lo pseudovirus era stato so-
Nel 2019 un gruppo di ricerca dell’IPD guidato dal biochimico praffatto: gli anticorpi lo avevano schiacciato e avevano un effetto
Neil King aveva progettato due piccolissime proteine con inter- neutralizzante pari a dieci volte quello della dose più grande del
facce complementari che, se mescolate in soluzione, si univano preparato con proteina spike. L’ampiezza dell’effetto si mantene-
autonomamente e si assemblavano in nanoparticelle. Queste pal- va anche nei topi in cui era stata iniettata solo una dose minuscola
line avevano dimensioni simili a quelle di un virus e si potevano del vaccino a nanoparticelle. La ricercatrice aveva davanti agli oc-
modificare a piacere cambiando semplicemente il codice geneti- chi qualcosa che poteva diventare un vaccino economico, stabile
co. Quando i ricercatori le hanno rivestite con 20 proteine spike e ultrapotente.
del virus respiratorio sinciziale, che è la seconda causa di mortali- Walls ha inviato subito un messaggio di testo a Veesler, scritto
tà infantile nel mondo, hanno scatenato una risposta immunitaria tutto in maiuscole: «LO STANNO NEUTRALIZZANDO!».
notevole nei primi test. Veesler ha risposto immediatamente: «Hai tra le mani la prossi-
Perché non usare una nanoparticella del genere, si sono chiesti ma generazione di vaccini contro il coronavirus!».
Walls e Veesler, come nucleo di un vaccino contro SARS-CoV-2, Ma era solo il primo di vari test che il vaccino doveva superare.
rivestendola solo con gli RBD invece
che con la proteina spike intera? Per di
più, la nanoparticella a base proteica La rivoluzione genetica degli ultimi decenni
sarebbe stata più rapida ed economica
da produrre rispetto ai vaccini che usa- è stata una vera trasformazione, ma al suo centro
no un virus morto o indebolito. Sareb-
be anche stata stabile a temperatura
c’è sempre stato un mistero: le proteine
ambiente e facile da distribuire, al con-
trario dei fragili vaccini a mRNA, che
devono essere conservati a bassissima temperatura. I ricercatori dovevano poi dimostrare che il potenziale vaccino of-
Walls si è messa in contatto con l’IPD e ha collaborato con Bro- frisse protezione dal virus vivo nei topi, nei primati non umani e,
oke Fiala, specialista di nanoparticelle e già collaboratrice di King; infine, negli esseri umani. Le nanoparticelle sono entrate nell’ulti-
insieme hanno realizzato il prototipo di una nanoparticella sferica ma fase di sperimentazione all’inizio del 2021. Però quel momen-
che trasporta 60 copie dell’RBD. Le due ricercatrici hanno anche to, emblema di quanto sia potente la tecnica di progettazione di
provato a fare qualcosa di radicalmente nuovo: invece di fonde- proteine, era già un successo: il segno più evidente mai visto che
re gli RBD sulla superficie della nanoparticelle, li hanno attacca- stava finalmente diventando realtà una tecnologia che a lungo era
ti a corte catene di amminoacidi, come se fossero mini-aquiloni. In stata fuori portata. Stavamo imparando a modellare l’argilla viven-
questo modo gli RBD avevano un po’ di gioco e il sistema immuni- te di cui tutti noi siamo fatti.
tario avrebbe potuto studiarli meglio da ogni angolazione e pro-
durre anticorpi per attaccarli in molti punti diversi. a rivoluzione genetica degli ultimi decenni è stata una ve-
Però nessuno sapeva se sarebbe successo davvero. Così quel
venerdì di aprile dello scorso anno, mentre aspettava i risulta-
ti, Walls teneva le dita incrociate. Tre settimane prima, lei e i suoi
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
L ra trasformazione, ma al suo centro c’è sempre stato un
mistero: le proteine. Un gene è semplicemente il codice
per produrre una singola proteina. Dentro quel gene, un set di tre
colleghi avevano inoculato il vaccino a nanoparticelle in alcuni nucleotidi del DNA, rappresentati da lettere, produce un ammino-
topi. Altri topi erano stati vaccinati con la proteina spike sempli- acido e un’altra tripletta codifica un altro amminoacido. Ci sono in
ce, come si fa negli altri vaccini. Poi i ricercatori avevano preleva- totale 20 amminoacidi che la cellula può usare come mattoni per
to sangue ai topi e vi avevano mescolato particelle di pseudovirus costruire le proteine, ciascuno con una forma e una funzione spe-
SARS-CoV-2, una versione artificiale del virus incapace di repli- cifiche. Alcuni sono più flessibili di altri, alcuni hanno una carica
carsi che si può usare in laboratorio con maggiore sicurezza. L’i- positiva e altri una carica negativa, alcuni sono attratti dall’acqua
dea era verificare se i topi variamente vaccinati avessero sviluppa- e altri la rifuggono.
to anticorpi in grado di individuare e neutralizzare lo pseudovirus. Le nostre cellule producono di continuo nuove proteine se-
Gli anticorpi hanno bisogno di tempo per attivarsi ed è per que- guendo esattamente l’ordine di amminoacidi dettato dal nostro
sto che Walls quel venerdì sera ha dovuto aspettare fino a tarda genoma e ogni proteina prende da sola la forma giusta. La forma,
ora. Mai e poi mai sarebbe tornata a casa senza risposta, per poi assieme alle cariche degli atomi sulle parti che rimangono espo-
dover restare con il dubbio per tutto il fine settimana. I suoi colle- ste, determina la funzione della proteina: a che cosa reagisce, a
ghi le avevano augurato buona fortuna via via che uscivano. Poco che cosa si lega, che cosa può fare. Quando diciamo che una per-
prima di andarsene, Veesler le aveva chiesto di contattarlo non ap- sona «ha il gene dei capelli rossi», significa che ha le istruzioni
pena avesse avuto i risultati. che portano a un particolare tipo di pigmento. Quando diciamo
Ormai fuori era scesa la notte e nel laboratorio c’era un silen- che una donna «ha un gene che causa il cancro al seno», significa
che ha una mutazione in un gene che fa sì che quella proteina sia ker, fondatore dell’IPD (a cui Walls e Veesler si sono rivolti per ot-
prodotta con un amminoacido sbagliato e che questo ne altera il tenere le nanoparticelle) sono riusciti a dedurre alcune di queste
funzionamento in un modo che può portare al cancro. regole di base. Il gruppo di ricerca di Baker ha riunito queste istru-
Capire come funziona il ripiegamento delle proteine ci permet- zioni in un programma informatico chiamato Rosetta, che ha lo
terebbe di progettare una nuova classe di farmaci in grado di bloc- scopo di prevedere la struttura delle proteine, e lo ha usato per ot-
care o sostituire le proteine sbagliate, come pure di esplorare l’e- tenere un certo numero di proteine non molto grandi, in genere
ziologia di malattie come Alzheimer, Parkinson, Huntington e di poche decine di amminoacidi. Alcuni dei successi così ottenuti
www.lescienze.it Le Scienze 33
hanno mostrato un grande potenziale: microscopiche «nanogab- proteine. Su quelle più semplici aveva messo praticamente ogni
bie» che potrebbero essere usate per trasportare i farmaci nel cor- singolo atomo al posto giusto, ma i risultati più notevoli sono sta-
po, o rivelatori molecolari che segnalano quando trovano speci- ti quelli su alcune proteine particolarmente complesse che aveva-
fiche combinazioni di amminoacidi sulla superficie delle cellule no lasciato senza parole la maggior parte degli altri gruppi. Su una
per indicare che sono cellule tumorali. molecola in particolare, nessun altro gruppo ha ottenuto più di 20
Però le proteine più importanti negli esseri viventi sono molto punti; DeepMind ne ha ottenuti quasi 90.
più grandi di così. Contengono migliaia di amminoacidi, ciascuno Moult è rimasto sbalordito dai risultati. «Ho dedicato buona
dei quali interagisce anche con una dozzina di altri amminoacidi, parte della mia carriera a questo – afferma – ma non avrei mai pen-
a volte formando legami forti come quelli del diamante, altre vol- sato che saremmo arrivati a questo livello di accuratezza atomica».
te respingendosi a vicenda, e tutte queste interazioni si modifica- La cosa più notevole, continua, è l’indicazione che DeepMind ab-
no in base alla vicinanza. Di conseguenza le possibilità raggiungo- bia rilevato regole di base finora ignote. «Non si limita a riconosce-
no rapidamente numeri astronomici e per lungo tempo neanche re pattern. In qualche modo alieno, la macchina “capisce” la fisica
le menti più brillanti né i supercomputer sono riusciti a dipana- e riesce a calcolare come si disporranno gli atomi di ciascun singo-
re le formule che determinano la struttura finale delle proteine. lo schema di amminoacidi».
Frustrati da questo problema, nel 1994 alcuni biologi compu- «È stato uno shock», conferma il biologo strutturale Moham-
tazionali pensarono che una piccola competizione amichevole med AlQuraishi, della Columbia University, uno dei partecipanti
avrebbe potuto portare progressi. Guidati da John Moult, dell’U- al CASP. «Non mi sarei mai aspettato di vedere un progresso scien-
niversità del Maryland, lanciarono una gara chiamata CASP (Cri- tifico così rapido in vita mia». AlQuraishi si aspetta che questa ri-
tical Assessment of Structure Prediction). Moult ottenne le speci- voluzione cambi profondamente le scienze biologiche.
fiche dettagliate di proteine che erano state identificate di recente Il gruppo di ricerca di DeepMind dovrebbe pubblicare
ma non ancora rese pubbliche e ne inviò le sequenze genetiche a quest’anno i metodi di lavoro, con dettagli sul funzionamento
diversi gruppi di ricerca in vari laboratori, che poi proposero le lo- del sistema [la pubblicazione è avvenuta il 15 luglio su «Nature»;
ro idee sull’aspetto finale che avrebbero dovuto avere le proteine NdR]. Alcuni aspetti potrebbero rimanere imperscrutabili (l’intel-
in questione. ligenza artificiale rileva relazioni tenui che sono difficili da spie-
Le previsioni furono valutate in
base alla somiglianza alla struttu-
ra della proteina reale, calcolando la DeepMind, il sistema di intelligenza artificiale
percentuale di molecole che si trova-
vano nella posizione giusta. Chi in- di Google, ha surclassato i concorrenti in una gara
dovinava l’architettura di base pote-
va fare 50 punti, chi indovinava gli
di previsione sulla struttura finale di proteine
angoli e i legami tra le parti principa-
li poteva arrivare a 70 e chi riusciva a
definire correttamente i minuscoli filamenti molecolari che spun- gare sotto forma di regole), ma almeno le linee generali a questo
tano come capelli dalle proteine si meritava 90 punti e oltre. punto sono note.
Da allora Moult ha ripetuto la gara ogni due anni. A lungo an- Per prevedere gli effetti che gli amminoacidi avranno gli uni
che i gruppi migliori non riuscivano a fare molto più che tirare a sugli altri, i programmatori hanno usato una tecnica chiamata «at-
indovinare. Nel 2012, l’anno in cui aprì i battenti l’istituto di Ba- tenzione», che è responsabile dei recenti progressi nell’accuratez-
ker, i gruppi migliori che partecipavano al CASP raggiungevano za della traduzione automatica tra lingue diverse. Come le pro-
in media poco più che 20 punti e non c’erano stati miglioramen- teine, una lingua è una stringa di informazioni apparentemente
ti da dieci anni. «Ci sono stati momenti, dopo alcune edizioni del lineare che si ripiega su se stessa per produrre significato. Una pa-
CASP, in cui guardavo i risultati e mi disperavo», racconta Moult. rola come «ne» può ricavare il proprio significato da una parola
«Pensavo: “È una presa in giro. Perché lo facciamo ancora?”». Al- usata in una frase diversa. («A lungo non riuscivo a capire l’intel-
cune nuove scoperte portarono a un miglioramento in occasio-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
ligenza artificiale. Poi, dopo aver letto molto, alla fine ne ho capito
ne del CASP11, quando i gruppi migliori raggiunsero una media il senso.») Quando comunichiamo, ci muoviamo continuamente
di quasi 30 punti, e un altro lieve miglioramento al CASP12, fino avanti e indietro lungo la stringa, facendo attenzione a un gruppo
a circa 40 punti. di parole per capire che cosa significa un’altra parola nel contesto.
Poi arrivò il CASP13, nel 2018. I gruppi migliori, primo fra tutti Quando abbiamo capito quel pezzo di significato, ci possiamo spo-
l’istituto di Baker, migliorarono ancora, raggiungendo una media stare a un altro passaggio e possiamo capire quelle parole alla luce
di quasi 50 punti, ma furono surclassati da un nuovo partecipante: delle nuove informazioni.
il sistema di intelligenza artificiale (IA) di Google, DeepMind, che DeepMind fa una cosa simile con le proteine, concentrando
aveva stracciato il campione mondiale di Go nel 2017. L’IA ottenne l’attenzione su un gruppetto di amminoacidi e cercando di capi-
un punteggio medio di circa 57 punti per proteina. re più cose possibili su come interagiscono tra loro. Alcune coppie
Quel risultato fece sobbalzare i laboratori di progettazione del- di amminoacidi, per esempio, sembrano essere il prodotto di una
le proteine in tutto il mondo, ma alla fine si sarebbe rivelato so- coevoluzione, il che indica che hanno un legame tra loro e ne limi-
lo una prova generale per il 2020, quando DeepMind è riuscito a ta le posizioni possibili all’interno della proteina. DeepMind usa
produrre previsioni azzeccatissime. «Mi sono detto: “Non può es- questa informazione per andare in un’altra porzione della protei-
sere vero. Aspettiamo la prossima”», racconta Moult. «Invece con- na e analizzarla alla luce di quello che sa sul primo gruppo di am-
tinuavano a essere giuste». minoacidi. Analizza con numerose iterazioni le diverse porzioni
DeepMind ha ottenuto un punteggio medio di 92 su tutte le della proteina e alla fine usa tutte queste informazioni per costrui-
Per bloccare un virus, Longxing Cao, dell’Institute for Protein Design, ha sviluppato piccole proteine
artificiali chiamate mini-leganti, che si appiccicano alla parte del coronavirus che si legherebbe alle cellule e la disattivano.
I mini-leganti si potrebbero spruzzare nel naso per prevenire il contagio.
www.lescienze.it Le Scienze 35
re una nuvola tridimensionale di punti che rappresenta le relazio- perfezione all’RBD di un virus. Dato che non hanno parti in ec-
ni tra tutti gli atomi che costituiscono ciascun amminoacido. In cesso, si legano meglio; inoltre sono abbastanza leggere da poter-
pratica tratta il ripiegamento delle proteine come una nuova lin- le somministrare con una spruzzata nel naso invece che con un’i-
gua aliena da decifrare. niezione nel braccio. Niente più aghi…
Via via che gli altri laboratori riprendono le tecniche di Deep- Il sogno di Baker era progettare un farmaco, più che un vacci-
Mind e la capacità di prevedere correttamente la forma delle pro- no: uno spray nasale da poter usare al primo segno di contagio (o
teine diventa più diffusa, il lungo processo per tentativi ed erro- anche prima, come prevenzione quotidiana) per riempire il naso
ri con cui si cerca di far piegare una proteina reale come si pensa di una nuvola di mini-leganti che rivestano gli RBD delle particel-
che dovrebbe piegarsi diventerà molto più rapido, afferma AlQu- le virali prima che possano legarsi a qualsiasi altra cosa. Doveva
raishi. «Si propagherà ovunque», aggiunge. «Renderà la progetta- avere una validità lunga come quella di un sacchetto di lenticchie
zione di proteine molto più efficace». secche e doveva poter essere riformulato per ogni nuovo patoge-
Ma il gruppo di DeepMind non si occupa di scienza applicata, no e consegnato rapidamente a sanitari, docenti e tutti gli altri che
quindi l’intelligenza artificiale non passerà il tempo a produrre lavorano in prima linea, come una sorta di sistema immunitario
modelli su richiesta per costruire proteine complesse. Il suo con- per la civiltà progettato da esperti.
tributo maggiore sarà indiretto. «Il loro lavoro getta luce sul pote- Per realizzare il mini-legante, Longxing Cao, il ricercatore post-
re delle proteine e sul brillante futuro della progettazione di pro- dottorato del laboratorio di Baker che ha guidato il progetto, ha
teine nuove», afferma la biochimica Frances Arnold del California esplorato la struttura dell’RBD del virus, confrontandola con la
Institute of Technology, che nel 2018
ha ricevuto il premio Nobel per la chi-
mica per aver migliorato le prestazioni Un vaccino facile da produrre e che offre protezione
delle proteine naturali con un metodo
chiamato evoluzione diretta. «Però non da virus mutanti che potrebbero emergere
hanno risolto il problema di progettare
o programmare le proteine per risolve-
è la soluzione di cui forse il mondo ha bisogno
re i problemi che hanno le persone».
Quel lavoro dovrà essere fatto da per-
sone come Arnold e Baker, che cercano di usare le tecniche di Deep- raccolta di piccole proteine già progettate dall’istituto, alla ricer-
Mind per aumentare le capacità dei rispettivi laboratori di plasma- ca di forme complementari. Come un arrampicatore su una pa-
re le proteine. «È un grande passo avanti», commenta Baker, il cui rete di roccia particolarmente difficile, il mini-legante doveva es-
gruppo è arrivato di nuovo secondo nella competizione, a grande sere abbastanza piccolo da infilarsi nella fenditura in cui si trova
distanza dal vincitore. «Credo che permetterà di far funzionare an- l’RBD e doveva avere la forma giusta per trovare gli appigli adat-
cora meglio quello che già funziona». ti nei punti giusti. Cao ha catalogato i punti in cui gli amminoaci-
di dell’RBD creavano aree con cariche elettriche positive, aree con
desso le persone hanno un grosso problema, per usare cariche elettriche negative e aree idrofobiche (che rifuggono l’ac-
www.lescienze.it Le Scienze 37
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
FISICA
di Chandrashekhar Joshi
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Illustrazione di Peter e Maria Hoey
www.lescienze.it Le Scienze 39
Chandrashekhar Joshi è distinguished professor
di ingegneria elettrica all’Università della California a Los
Angeles, dove dirige il gruppo laser-plasma.
Ha ricevuto il premio James Clerk Maxwell dell’American
Physical Society per la fisica del plasma.
A nostro mondo fisico. Alla fine dello stesso secolo erano stati scoperti
non solo tutti gli elementi che sono alla base di tutta la materia che os-
serviamo, ma anche numerose particelle ancora più fondamentali che
compongono il cosmo, il nostro pianeta e noi stessi. Lo strumento da
ringraziare per questa rivoluzione è l’acceleratore di particelle.
L’apice dei risultati dovuti agli acceleratori di particelle è giun-
to nel 2012, quando il Large Hadron Collider (LHC) ha rilevato il
bosone di Higgs, a cui si dava la caccia da tempo. LHC è un anello
tri e dovrebbe costare più di 10 miliardi di dollari, un impegno co-
sì oneroso che nessun paese finora si è dichiarato disposto a ospi-
tare l’acceleratore.
di accelerazione lungo 27 chilometri del CERN, vicino a Ginevra, Nel frattempo ci sono piani per incrementare l’energia di LHC
che fa collidere due fasci di protoni, ciascuno con un’energia di fino a 27 TeV nella galleria esistente, aumentando la potenza dei
7000 miliardi di elettronvolt (7 TeV). È il dispositivo scientifico più magneti superconduttori utilizzati per guidare i protoni. Il CERN
grande, più complesso e probabilmente più costoso mai costrui- propone inoltre un collisore elettroni-positroni e protoni-proto-
to. Il bosone di Higgs è stato l’ultimo tassello della teoria dominan- ni di 100 chilometri di circonferenza detto Future Circular Colli-
te in fisica delle particelle, il cosiddetto modello standard. Eppu- der. Una macchina del genere potrebbe raggiungere l’energia mai
re, nei quasi dieci anni trascorsi da quella scoperta non è emersa vista di 100 TeV nelle collisioni protone-protone. Il costo di que-
nessun’altra particella, da questa macchina né da alcun altro acce- sto progetto, però, probabilmente uguaglierà o supererà quello di
leratore al mondo. ILC. Addirittura, se si deciderà di costruirlo, i lavori non potran-
Abbiamo trovato tutte le particelle che ci sono da trovare? È no iniziare fino a quando LHC non cesserà le operazioni, vale a di-
improbabile. Il modello standard della fisica delle particelle non re dopo il 2035.
spiega la materia oscura, le cui invisibili particelle sono abbon-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Ma queste macchine gigantesche e costose non sono le uniche
dantissime nell’universo. Un’apprezzata estensione del modello possibilità. Fin dagli anni ottanta i fisici hanno sviluppato idee al-
standard chiamata supersimmetria prevede che ci siano molte più ternative per i collisori, tra cui una nota come acceleratore al pla-
particelle di quelle che conosciamo. Inoltre i fisici hanno altre pro- sma, che sembra molto promettente per la realizzazione di un col-
fonde domande ancora prive di risposta, tra cui: ci sono ulterio- lisore alla scala del TeV che potrebbe essere più compatto e molto
ri dimensioni spaziali? Perché c’è un grande squilibrio tra materia più economico delle macchine basate sull’attuale tecnologia.
e antimateria nell’universo osservabile? Per risolvere questi enig-
mi, probabilmente avremo bisogno di un collisore di particelle più Lo zoo delle particelle
potente di quelli che abbiamo oggi. La storia degli acceleratori di particelle inizia nel 1897 al Ca-
Molti scienziati sono a favore del progetto dell’International vendish Laboratory dell’Università di Cambridge. Lì J.J. Thomson
Linear Collider (ILC), un acceleratore lineare che produrrà ener- creò la prima versione di un acceleratore di particelle usando un
gie di collisione di 250 miliardi di elettronvolt (250 GeV). Sebbe- tubo a raggi catodici da tavolo, come quelli usati nella maggior
ne non sia potente quanto LHC, ILC farebbe collidere gli elettroni parte dei televisori prima degli schermi piatti. Scoprì così una par-
con le loro controparti di antimateria, i positroni, entrambe parti- ticella carica negativamente: l’elettrone.
celle fondamentali che dovrebbero produrre dati molto più puliti Presto i fisici identificarono gli altri due ingredienti degli atomi,
rispetto alle collisioni protone-protone di LHC. Sfortunatamente, protoni e neutroni, usando particelle radioattive come proiettili
il progetto di ILC richiede una struttura lunga circa 20 chilome- per bombardare gli atomi. E negli anni trenta arrivò il primo acce-
degli anni novanta. Con la comparsa finale del bosone di Higgs al- protoni. Per gli elettroni, invece, la perdita è troppo alta, in partico-
l’LHC, il modello standard diventava il coronamento della moder- lare all’aumentare dell’energia; quindi i futuri acceleratori in cui si
na fisica delle particelle. intende far collidere elettroni e positroni devono essere collisori li-
Oltre a essere strumenti di scoperta scientifica fra i più utili in neari oppure devono avere un raggio molto grande, che minimizza
tutta la storia umana, gli acceleratori hanno trovato innumerevo- la curvatura e quindi la radiazione emessa dagli elettroni.
li applicazioni in medicina e nella vita quotidiana. Sono usati per La dimensione di un acceleratore per una data energia del fa-
la tomografia computerizzata, per le radiografie e per la radiote- scio dipende in ultima analisi da quanta potenza a radiofrequen-
rapia dei tumori maligni. Sono vitali nella sterilizzazione degli ali- za si può immettere nella struttura, prima che l’impianto elettri-
menti e per generare gli isotopi radioattivi usati in moltissimi test co venga meno. Negli acceleratori tradizionali si usava il rame per
e terapie. Sono la base dei laser a elettroni liberi a raggi X, usati da costruire questa struttura accelerante; la soglia di rottura faceva sì
migliaia di scienziati e ingegneri per effettuare ricerche all’avan- che l’energia massima che si poteva immettere per ogni metro fos-
guardia in ambito fisico e biologico. se compresa tra 20 e 50 milioni di elettronvolt (MeV). I ricercatori
www.lescienze.it Le Scienze 41
SCENARI FUTURI
CMS
ALICE
8,5 chilometri
Protosincrotrone
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
0 5 15 20 chilometri
Plasma
Ottiche interstadio
Modulo di
acceleratore
al plasma
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Driver
retta per accelerare gli elettroni 1000 o addirittura 10.000 volte più velocemente
degli acceleratori convenzionali, arrivando così in teoria a collisioni da 1 TeV. L’intera Anello di
macchina non ha bisogno che di pochi chilometri di lunghezza, il che la rende smorzamento
notevolmente più compatta rispetto ai dispositivi precedenti. La tecnologia al plasma
ha fatto molta strada, ma sono necessari ulteriori sviluppi per poter realizzare
l’obiettivo di un acceleratore su questa scala.
www.lescienze.it Le Scienze 43
hanno sperimentato nuovi tipi di strutture per gli acceleratori che Quando un’imbarcazione si muove in avanti, sposta l’acqua, che
funzionano a frequenze più elevate, aumentando così la soglia di finisce dietro lo scafo e forma una scia. Allo stesso modo, un im-
tolleranza elettrica; hanno anche aumentato l’intensità dei cam- pulso laser estremamente focalizzato e di intensità elevatissima
pi acceleranti all’interno di cavità superconduttrici che ora sono che si muove in un plasma alla velocità della luce può generare
abitualmente usate sia nei sincrotroni sia nei linac. Questi passi una scia relativistica (cioè una scia che a sua volta si propaga quasi
avanti sono importanti e saranno quasi certamente realizzati pri- alla velocità della luce) esercitando la pressione di radiazione e al-
ma che eventuali cambi di paradigma rendano obsolete le attuali lontanando gli elettroni del plasma dalla sua traiettoria. Se, invece
ottime tecnologie di accelerazione. di un impulso laser, viene inviato nel plasma un fascio di elettro-
Prima o poi, però, potranno essere necessarie altre strategie. ni ad alta energia e carica elevata, la carica negativa degli elettro-
Nel 1982 il programma del Department of Energy statunitense ni allontana per repulsione coulombiana gli elettroni del plasma.
sulla fisica delle alte energie avviò un’iniziativa limitata per stu- Gli ioni del plasma, più pesanti e carichi positivamente, rimango-
diare modi completamente nuovi per accelerare le particelle cari- no stazionari. Dopo il passaggio dell’impulso, gli elettroni espulsi
che. Questo programma ha poi generato molte idee, tre delle quali sono attratti verso gli ioni dalla forza tra le rispettive cariche nega-
sembrano particolarmente promettenti. tive e positive. Gli elettroni si muovono così velocemente da supe-
La prima è la cosiddetta accelerazione a due fasci. Questo meto- rare gli ioni e subire poi di nuovo un’attrazione all’indietro, produ-
do usa un impulso di elettroni relativamente economico ma a ca- cendo una scia oscillante. Per via della separazione fra elettroni e
rica molto alta per generare radiazioni a frequenza elevata in una ioni del plasma, all’interno di questa scia c’è un campo elettrico.
cavità, in seguito trasferisce questa radiazione in una seconda ca- Se un secondo gruppo di elettroni «in coda» segue il primo im-
vità per accelerare un impulso secondario di elettroni. Questa pulso «trainante», gli elettroni del gruppo che segue possono ac-
idea è in corso di sperimentazione al CERN su una macchina chia- quisire energia dalla scia, più o meno allo stesso modo in cui un
mata Compact LInear Collider (CLIC).
Un’altra idea è far collidere i muo-
ni, che sono cugini degli elettroni, ma Lo sviluppo della tecnologia al plasma
molto più pesanti. Per via della massa
più grande li si può accelerare in una per gli acceleratori è una grande sfida scientifica
traiettoria circolare senza perdere tan-
ta energia sotto forma di radiazione di
e ingegneristica per il nostro secolo
sincrotrone quanto nel caso degli elet-
troni. Il rovescio della medaglia è che i
muoni sono particelle instabili, con una vita media di due milio- gruppo di elettroni viene accelerato dall’onda a radiofrequenza in
nesimi di secondo. Sono prodotti nel decadimento di particel- un acceleratore convenzionale. Se nel gruppo di coda ci sono elet-
le chiamate pioni, che a loro volta devono essere generate con la troni a sufficienza, possono assorbire dalla scia tanta energia da
collisione fra un intenso fascio di protoni e un bersaglio speciale. smorzare il campo elettrico. Ora tutti gli elettroni nel fascio di co-
Nessuno ha mai costruito un acceleratore di muoni, ma tra chi si da osservano un campo in accelerazione costante e guadagnano
occupa di acceleratori ci sono sostenitori convinti di questa idea. energia alla stessa velocità, riducendo così la dispersione di ener-
Infine, c’è l’accelerazione basata sul plasma. L’idea nacque ne- gia del raggio.
gli anni settanta con John M. Dawson, dell’Università della Ca- Il vantaggio principale di un acceleratore al plasma rispetto ad
lifornia a Los Angeles (UCLA), che propose di usare una scia di altri metodi è che i campi elettrici in una scia di plasma possono
plasma prodotta da un intenso impulso laser o da un gruppo di raggiungere facilmente intensità 1000 volte più grandi di quelli
elettroni per accelerare un secondo gruppo di particelle 1000 nelle tradizionali cavità a radiofrequenza. Inoltre il gruppo in co-
o addirittura 10.000 volte più rapidamente degli accelerato- da può estrarre una percentuale molto significativa dell’energia
ri convenzionali: è il cosiddetto acceleratore al plasma a campo che il fascio trainante trasferisce alla scia. Questi effetti rendono
di scia (plasma wakefield accelerator). Ha generato molto entu- un collisore basato sulla scia di plasma potenzialmente più com-
siasmo poiché prospettava la possibilità di miniaturizzare queste
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
patto ed economico rispetto ai collisori convenzionali.
macchine gigantesche, un po’ come l’elettronica miniaturizzata
basata sui circuiti integrati a partire dagli anni sessanta. Il futuro del plasma
Negli ultimi vent’anni gli acceleratori al plasma a campo di
Il quarto stato della materia scia, basati su laser o su elettroni, hanno compiuto enormi pro-
Molti hanno familiarità con tre stati della materia: solido, liqui- gressi. La mia squadra alla UCLA ha condotto esperimenti su pro-
do e gassoso. Il plasma è spesso considerato il quarto stato della totipi insieme ai fisici dello SLAC National Accelerator Laboratory
materia. Sebbene sia relativamente raro nella nostra esperienza presso la loro Facility for Advanced Accelerator Experimental
quotidiana, è lo stato della materia più comune nell’universo. Se- Tests (FACET) a Menlo Park, in California. Abbiamo iniettato sia
condo alcune stime, più del 99 per cento di tutta la materia visibi- i gruppi di elettroni trainanti sia quelli di coda con un’energia ini-
le nel cosmo è allo stato di plasma: le stelle, per esempio, sono fat- ziale di 20 GeV e abbiamo scoperto che gli elettroni di coda gua-
te di plasma. Un plasma è in sostanza un gas ionizzato con uguale dagnavano fino a 9 GeV dopo aver viaggiato per 1,3 metri di pla-
densità di elettroni e ioni. Gli scienziati possono facilmente forma- sma. Abbiamo anche ottenuto un guadagno di 4 GeV in un gruppo
re plasma in laboratorio facendo passare l’elettricità attraverso un di positroni usando solo un metro di plasma in un esperimento su
gas come in una comune lampada fluorescente. un prototipo. Vari altri laboratori nel mondo hanno usato scie gui-
Un acceleratore al plasma sfrutta una scia analoga a quella che date dal laser per produrre nei pacchetti di elettroni guadagni di
possiamo osservare dietro a un motoscafo o un aereo a reazione. energia dell’ordine di molti GeV.
L’obiettivo finale della ricerca sugli acceleratori al plasma è rea- mente potremmo recuperare in parte questa potenza, ma è un
lizzare un acceleratore lineare che faccia collidere fasci stretta- compito tutt’altro che semplice.
mente collimati di elettroni e positroni, o di elettroni ed elettro- E sebbene siano stati compiuti progressi sostanziali per la tec-
ni, con un’energia totale superiore a 1 TeV. Per realizzare questa nologia necessaria per gli elettroni in un collisore lineare a base
impresa dovremo probabilmente collegare in serie circa 50 singo- di plasma, l’accelerazione dei positroni è ancora agli inizi. Molto
li stadi di acceleratore di plasma, in cui ogni stadio aggiunge un’e- probabilmente sarà necessario un decennio di ricerca scientifica
nergia di 10 GeV. di base per portare i positroni allo stesso punto che abbiamo rag-
Allineare e sincronizzare i fasci trainanti e di coda attraver- giunto con gli elettroni. In alternativa, potremmo far collidere gli
so tanti stadi di acceleratori al plasma per giungere alla collisione elettroni con elettroni, o anche con protoni, usando per uno o en-
con la precisione desiderata rappresenta però una sfida enorme. trambi i fasci di elettroni un acceleratore basato sulla scia al pla-
Il raggio tipico della scia è inferiore a un millimetro e gli scienzia- sma. Un’altra idea allo studio al CERN è la modulazione di un pac-
ti devono iniettare gli elettroni di coda con una precisione infe- chetto di protoni della lunghezza di molti centimetri facendolo
riore al micrometro. Devono sincronizzare i tempi tra l’impulso passare attraverso una colonna di plasma e usando la scia di pla-
trainante e il fascio di coda a meno di un centomillesimo di mi- sma che lo accompagna per accelerare un gruppo di elettroni.
liardesimo di secondo. Eventuali disallineamenti porterebbero a Il futuro degli acceleratori al plasma è incerto ma entusiasman-
un degrado della qualità del fascio e a una perdita di energia non- te. Sembra possibile che entro un decennio, usando le apparec-
ché di carica causata dall’oscillazione degli elettroni attorno all’as- chiature per il laser e i fasci di elettroni esistenti, sarà possibile co-
se della scia nel plasma. Questa perdita si manifesta sotto forma di struire acceleratori al plasma da 10 GeV che non occupano più di
emissione di raggi X duri, nota come emissione di betatrone, e po- un grande tavolo, per varie applicazioni scientifiche e commercia-
ne un limite alla quantità di energia che possiamo ottenere da un li. Ma anche con questo risultato saremmo ancora molto lontani
acceleratore al plasma. dalla realizzazione di un collisore lineare a base di plasma capace
Anche altri ostacoli tecnici impediscono di trasformare imme- di nuove scoperte fisiche. Pur avendo compiuto spettacolari pro-
diatamente questa idea in un collisore. Per esempio, il dato princi-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
gressi sperimentali nella ricerca sugli acceleratori di plasma, i pa-
pale che misura la bontà di un collisore di particelle è la luminosi- rametri del fascio ottenuti fino a oggi non sono ancora quelli di cui
tà, che in sostanza indica quante particelle è possibile concentrare avremmo bisogno anche solo per il fascio di elettroni di un futu-
F. Tsung, W. An/U.C.L.A. e SLAC National Accelerator Laboratory
attraverso un dato spazio in un dato tempo. La luminosità molti- ro collisore elettroni-positroni che operi alle frontiere delle ener-
plicata per la sezione d’urto – che dà la probabilità che due parti- gie possibili. Tuttavia, dato che le prospettive per l’International
celle collidano – ci dice quante collisioni al secondo di un partico- Linear Collider e il Future Circular Collider sono ancora incerte,
lare tipo è probabile osservare a una data energia. La luminosità la scelta migliore potrebbe essere continuare a perfezionare una
desiderata per un collisore lineare elettrone-positrone da 1 TeV è tecnologia esotica che offra risparmi su dimensioni e costi. Lo svi-
di 1034 cm–2 s–1. Raggiungere questa luminosità richiederebbe che luppo della tecnologia del plasma è una grande sfida scientifica e
i fasci in collisione abbiano una potenza media di 20 megawatt cia- ingegneristica per il nostro secolo e offre ai ricercatori una splen-
scuno: 1010 particelle per gruppo a una frequenza di ripetizione di dida strada lungo cui accettare rischi, essere creativi e risolvere
10 chilohertz, con una dimensione del fascio nel punto di collisio- problemi affascinanti, e quindi la possibilità entusiasmante di sco-
ne di qualche decina di miliardesimo di metro. Per capire quanto prire nuovi aspetti fondamentali della natura. Q
sia difficile, pensiamo solo al fabbisogno medio di energia. Se an-
che si riuscisse a trasferire energia dal fascio trainante a quello di
PER APPROFONDIRE
coda con un’efficienza del 50 per cento, nelle due sottili colonne
di plasma rimarrebbero indietro 20 megawatt di potenza. Ideal- Il senso dei grandi acceleratori. Capocci A., in «Le Scienze» n. 614, ottobre 2019.
www.lescienze.it Le Scienze 45
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Christof Koch è chief scientist di MindScope all’Allen
Institute di Seattle, e della Tiny Blue Dot Foundation a
Santa Monica, negli Stati Uniti, ed è autore di Sentirsi vivi.
La natura soggettiva della coscienza, Cortina, 2021.
NEUROSCIENZE
Il cervello
elettrico
Elettrodi che stimolano il tessuto nervoso rivelano
la mappa cerebrale delle esperienze coscienti
di Christof Koch
le stelle di notte.
• Guardate dall’alto voi stessi sdraiati nel letto, ma vedete solo le gambe e la parte inferiore
del tronco.
Potrebbero sembrare specifici eventi ricavati dal vasto univer- dell’attività cosciente, con scoperte a volte paradossali. Gli stu-
so di percezioni, sensazioni, ricordi, pensieri e sogni che costitui- di rivelano che le aree coinvolte nella percezione cosciente han-
scono il nostro flusso di coscienza quotidiano. In realtà, ciascu- no poca attinenza con il pensiero, la pianificazione e altre funzio-
na di queste percezioni è stata evocata stimolando direttamente ni cognitive superiori. Ora i neuroingegneri si stanno prodigando
Illustrazione di Zara Picken
il cervello con un elettrodo. Come intuì il poeta statunitense Walt per tradurre queste concezioni in tecnologie capaci di sostituire
Whitman nella poesia Canto il corpo elettrico, questi aneddoti il- le funzioni cognitive perdute e, in un futuro più distante, di po-
lustrano l’intima relazione tra il corpo e lo spirito che lo anima. Il tenziare le nostre capacità sensoriali, cognitive o mnemoniche.
cervello e la mente cosciente sono inesorabilmente legati, come le Per esempio, una recente interfaccia cervello-macchina fornisce
due facce di una medaglia. a persone che hanno del tutto perso la vista una limitata capaci-
Studi clinici recenti hanno svelato alcune leggi e regolarità tà di percepire la luce. Ma questi strumenti rivelano anche quanto
www.lescienze.it Le Scienze 47
«Il mio piede
La persona sinistro si è spostato «Vedo una stella
ride e dice di a destra e la in alto a destra.
«aver provato sensazione è Era una stella
un benessere risalita su, fino blu e argento»
interiore» al polpaccio» «Sento un
formicolio
«Una gran bella alla gamba»
sensazione; molto «Ho appena
erotica! Manco riesco, avuto l’impulso di
uhm, mi sono sentito stringere le dita.
bene. Non posso Si sono chiuse
spiegare. Uhm, da sole»
mi sta mettendo
in imbarazzo!»
«Una sensazione
Il paziente pulsatile soprattutto
descrive a sinistra nel petto,
una sensazione ma anche nel
emotiva negativa, braccio sinistro»
apparentemente
localizzata
nel petto
Il paziente
descrive
una sensazione
di paura
«Su di giri,
La paziente calmo…
dice che eccitato
si sentiva sessualmente»
stordita
Arresto
della parola
«Ho come la
sensazione di girare
Il paziente non
in tondo. Ogni cosa
riesce a ripetere
è ferma e io mi sto
«se arriva lei,
muovendo. Mi
io me ne vado»
provoca un senso
Il paziente di nausea»
of the human brain, da Kieran C.R. Fox e altri, in «Nature Human Behaviour»,
architecture predicts the effects elicited by intracranial electrical stimulation
Illustrazione di AXS Biomedical Animation Studio. Fonte: Intrinsic network
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
descrive una
sensazione
di nervosa
aspettativa
«Ha un odore
strano.
Sgradevole,
come smalto
per le unghie»
Un atlante pubblicato l’estate scorsa ha raccolto i resoconti verbali di persone epilet- Elettricità animale
tiche le cui aree corticali erano state stimolate con elettrodi durante un intervento chi- I sistemi nervosi funzionano gestendo un flusso
rurgico. Ciò che provavano e che percepivano variava secondo la regione cerebrale sti- di correnti elettriche che attraversano reti ultraden-
molata. Tutti i 1537 punti in cui è stata applicata la corrente in questi 67 pazienti sono se e iperconnesse di elementi di commutazione. Ne-
stati mappati su un modello digitale del cervello, una cui versione semplificata è illu- gli ultimi due secoli e mezzo innumerevoli medici e
strata qui. Quando erano stimolati in questi punti, i pazienti raccontavano le esperien- scienziati hanno lavorato per capire come fanno, a co-
ze che percepivano. minciare dal medico italiano Luigi Galvani, che sul fi-
nire del Settecento collegò una rana appena uccisa a
un lungo filo metallico. Puntando il filo al cielo duran-
te un temporale, fece sì che la sua zampa scattasse e
Colori della mente si contraesse a ogni lampo. Gli studi di Galvani rivela-
La stimolazione è stata applicata vano che le fibre nervose trasmettono «elettricità ani-
«Non riuscivo in vari circuiti e regioni cerebrali. male», che non è differente per natura dall’«elettricità
a muovere troppo atmosferica» scoperta da Benjamin Franklin nei
(le dita); avevo perso
il movimento.
suoi esperimenti con l’aquilone a Filadelfia nel 1752.
Somatomotorio
Sentivo la mano Nel 1802 Giovanni Aldini, nipote di Galvani, duran-
che stringeva un po’, te un evento pubblico stimolò elettricamente il cer-
ma il pollice Visivo vello messo a nudo di un prigioniero decapitato. Una
era fuori uso»
mascella tremò. Un occhio si aprì. Lo spettacolo for-
Attenzione dorsale se contribuì a ispirare a Mary Shelley la scrittura di
Frankenstein, il suo classico romanzo gotico.
«Avevo la
Salienza Studi successivi sugli animali dimostrarono poi
sensazione che che l’eccitazione di particolari regioni cerebrali in-
le mie braccia si
muovessero, ma non nesca movimenti in muscoli e arti specifici. Queste
Frontoparietale
era vero. Percepivo indagini portarono alla scoperta, negli anni settan-
dei movimenti da una ta dell’Ottocento, della corteccia motoria. Nel 1874 il
parte all’altra, Limbico
come galleggiando
medico statunitense Robert Bartholow eseguì la pri-
nell’aria» ma stimolazione diretta di una paziente cosciente.
Di default Fu un atto pionieristico, offuscato però da una con-
troversia etica, dato che causò dolore alla paziente e
probabilmente ne accelerò la morte. La stimolazione
Punti di stimolazione elettrica intracranica (iES, da intracranial Electrical
I ricercatori hanno collocato Stimulation) fu perfezionata nei decenni successivi.
decine di elettrodi sulla E divenne parte dell’armamentario dei neurochirur-
superficie della corteccia
ghi grazie al lavoro pionieristico di Wilder Penfield,
cerebrale, accedendo
del Montreal Neurological Institute, che fra gli anni
attraverso un’apertura
nel cranio.
trenta e cinquanta del Novecento la usò per tracciare
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
la mappa delle aree corticali che presiedono a funzio-
ni motorie o sensoriali.
In alcune persone affette da epilessia i farmaci non
controllano a dovere il numero o la gravità delle cri-
si. In questi casi si può ricorrere alla neurochirurgia
se gli attacchi scaturiscono da una zona ristretta del-
la corteccia – lo strato più esterno del cervello, coin-
volto nella percezione, nel controllo motorio, nel lin-
guaggio, nel ragionamento e in altre funzioni – o di
strutture strettamente correlate, come l’ippocam-
po. L’ipereccitabilità incontrollata nasce da circuiti
locali difettosi, e può crescere fino ad avviluppare il
resto del cervello. Decidere quanto tessuto cerebra-
le rimuovere è un dilemma: se ne asporti troppo po-
co, le crisi potrebbero continuare; se ne togli troppo,
il paziente può perdere la capacità di parlare, di ve-
dere o di camminare. I chirurghi devono evitare aree
www.lescienze.it Le Scienze 49
della corteccia essenziali nel comportamento quotidiano, come la ti dalla iES possono essere ben localizzati. La capacità di risposta
corteccia primaria uditiva, visiva, somatosensoriale o motoria, e le può variare, da totale a nulla, nello spazio di pochi millimetri, o tra
regioni che controllano la comprensione e la produzione del lin- i due lati di un solco sulla superficie corticale.
guaggio, aree conosciute come corteccia eloquente. Il team di Parvizi ha scoperto che gli elettrodi nelle aree senso-
Per individuare il tessuto che deve essere preservato si utiliz- riali e motorie avevano molta più probabilità di essere reattivi di
za l’iES. I neurochirurghi impiantano elettrodi a forma di disco quelli nelle aree della corteccia responsabili di funzioni cognitive
all’interno del cranio sotto la dura madre, la resistente membrana superiori. Da metà a due terzi degli elettrodi sulle regioni cortica-
di consistenza simile al cuoio che protegge il cervello, oppure in- li visive e tattili (somatosensoriali) attivavano percezioni coscien-
seriscono elettrodi aghiformi nella materia grigia del cervello per ti; per contro, non più di un elettrodo su cinque nella corteccia
sondare la sua funzione. Una volta identificato il punto focale da prefrontale anteromediale e laterale, coinvolte in processi mentali
cui nasce la crisi e rimossi gli elettrodi, i chirurghi asportano que- superiori, suscitava qualche sensazione. In altre parole gli elettro-
sto tessuto con un’operazione, e il paziente viene in genere libera- di nella corteccia posteriore, in aree responsabili delle esperien-
to dalle crisi. ze sensoriali, avevano più probabilità di essere attivi di quelli col-
Un uso differente dell’iES è la stimolazione elettrica cronica, locati nelle aree frontali, formate da regioni corticali importanti
per cui gli elettrodi sono lasciati in sede in modo permanente. De- per attività cognitive come il pensiero, la pianificazione, il ragio-
licati impulsi di corrente inviati attraverso gli elettrodi possono namento morale, la presa di decisioni e l’intelligenza.
controllare i tremori e la rigidità della malattia di Parkinson (la tec- Pur rilevanti per il pensiero, quindi, queste regioni hanno poco
nica è chiamata stimolazione cerebrale profonda) o ridurre l’inci- a che vedere con la coscienza. In effetti, già da un secolo i neuro-
denza e la gravità delle crisi epilettiche. Sperimentazioni cliniche chirurghi hanno osservato che, a condizione di risparmiare la cor-
pilota stanno valutando l’uso di simili elettrodi impiantati come teccia eloquente, è possibile asportare grandi aree della cortec-
dispositivi protesici che permettano alle persone con menomazio- cia prefrontale senza causare chiari deficit nel flusso di coscienza
ni visive di orientarsi, e come terapia del disturbo ossessivo-com- quotidiano dei pazienti. Queste regioni di corteccia non eloquen-
pulsivo e della depressione.
www.lescienze.it Le Scienze 51
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Illustrazione di Chris Gash
MICROBIOLOGIA
FOSSILI
VIVENTI
Dopo aver passato 100 milioni di anni
intrappolati nei sedimenti oceanici,
alcuni microrganismi si sono risvegliati
e hanno ripreso a moltiplicarsi
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
di Jennifer Frazer
Le Scienze 53
Jennifer Frazer, giornalista scientifica premiata con
l’AAAS Science Journalism Award, scriveva il blog The
Artful Amoeba per «Scientific American». È laureata
in biologia, fitopatologia e giornalismo scientifico.
di, freddi, salati e pieni di radiazioni, hanno l’insolita capacità di delle piante hanno foreste pietrificate e fossili di fronde. Però gli
sfruttare la luce rossa. Come abbia fatto questo microrganismo appassionati di microrganismi hanno qualcosa di ancora più bello:
fotosintetico a riprodursi nel buio della camera di incubazione ri- i nostri dinosauri sono ancora vivi. Q
mane un mistero.
Certo, anche se i sedimenti in cui le cellule erano intrappola-
PER APPROFONDIRE
te risalgono fino a 100 milioni di anni fa, la loro età resta ancora
incerta. Alcune potrebbero essere discendenti della comunità Le più antiche tracce di vita. Simpson S., in «Le Scienze» n. 417, maggio 2003.
www.lescienze.it Le Scienze 55
BIOLOGIA
La sete dell’
Nel plasmare la nostra
evoluzione e la nostra storia,
l’acqua ha svolto sempre
ruoli cruciali
di Asher Y. Rosinger
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
umanità
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Asher Y. Rosinger è uno studioso di biologia umana alla
Pennsylvania State University. Si occupa della variabilità
umana nell’assunzione di acqua e della sua relazione
con le risorse ambientali, la salute e il rischio di malattie.
S
tavamo facendo un’escursione nell’Amazzonia boliviana, madidi di sudo-
re, coperti dalla testa ai piedi dagli abiti protettivi contro gli insetti. Proce-
devamo scansando radici, rampicanti e formiche giganti e tenendo a mala-
pena testa ai nugoli di zanzare. Insieme al mio assistente di ricerca locale,
Dino Nate, e alla mia compagna, Kelly Rosinger, seguivo Julio, uno dei miei
amici Tsimane’ e nostra guida per quel giorno.
Gli Tsimane’ sono un gruppo di raccoglitori-orticoltori che vi- sugli ambienti in cui vivevano per garantirsi l’accesso all’acqua.
vono in questa regione calda e umida. Alle nostre spalle il figlio di Prendiamo la storica città romana di Caesarea, oggi in Israele.
Julio, di appena tre anni, saltellava allegro per la giungla senza sof- All’epoca della sua costruzione, oltre 2000 anni fa, la regione non
frire minimamente il caldo e gli insetti, pur non indossando alcun aveva fonti naturali d’acqua dolce sufficienti a sostentare una
abito protettivo, facendomi vergognare delle mie fatiche e del mio città. Data l’importanza geografica del luogo per il loro dominio
sudore. coloniale, i romani ricorsero al lavoro di estrazione degli schiavi
Ci fermammo di fronte a quello che sembrava un alberello, e per costruire una serie di acquedotti che trasportavano l’acqua da
che invece si rivelò un grande rampicante. Julio ci spiegò che gli sorgenti distanti fino a 16 chilometri. Questo sistema forniva circa
Tsimane’ ricorrono a questa pianta quando si trovano nella foresta 145 litri d’acqua pro capite al giorno a 50.000 persone.
vergine e hanno bisogno di acqua. Iniziò quindi a colpire la pianta Oggi le città impiegano ampie reti di distribuzione per eroga-
su tutti i lati con il machete, scagliando via schegge di corteccia a re acqua potabile ai propri abitanti, con notevoli progressi per la
ogni colpo. Nell’arco di un paio di minuti aveva staccato un pezzo salute pubblica. Quando l’acqua abbonda, ci dimentichiamo di
di pianta lungo circa un metro, da cui cominciò a sgorgare l’acqua. quanto sia importante; quando invece scarseggia non riusciamo
Julio lo mise sopra la bocca e si dissetò per qualche secondo, per a pensare ad altro. Ci basta venire a sapere della chiusura di un
poi offrirmela. Disposi la borraccia sotto alla pianta e ne raccolsi impianto o di un caso di contaminazione per farci prendere dalla
un bicchiere. Aveva un buon sapore: leggera, un po’ calcarea, qua- paura di rimanere a secco.
si frizzante. Senza un apporto idrico adeguato le nostre funzioni fisiche e
Per le mie ricerche sul campo, avevo chiesto a Julio e ad altri cognitive si deteriorano, e la mancanza totale di acqua provoca
Tsimane’ come si procurassero l’acqua potabile in luoghi diver- la morte nell’arco di qualche giorno. In questo senso, gli umani
si: a casa, nei campi, sul fiume o nella foresta. Julio mi spiegò che dipendono dall’acqua più di molti altri mammiferi. Recenti stu-
solo due tipi di piante vengono usate per l’acqua; le altre non ne
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
di hanno chiarito da dove derivano le nostre necessità idriche, e
danno o sono nocive. Tuttavia, quando mi indicò queste ultime, come ci siamo adattati per spegnere una simile sete, mostrando
non riuscivo a distinguerle dalle altre. Le piante rampicanti sono come l’acqua, al pari del cibo, abbia condizionato profondamente Pagine precedenti: I am a photographer and an artist/Getty Images
una fonte nascosta di acqua. Le osservazioni di Julio sollevano una l’evoluzione umana.
questione centrale nell’adattamento umano: in che modo la nostra
storia evolutiva ha plasmato le strategie con cui riusciamo a soddi- Il ruolo della sudorazione
sfare le nostre necessità idriche, soprattutto in ambienti senza un Per capire come l’acqua abbia plasmato il corso della nostra
accesso diretto a fonti d’acqua pulita? evoluzione, dobbiamo fare un passo indietro fino a un capitolo
Qui nella foresta ci trovavamo in un ambiente relativamente fondamentale della preistoria. Nel periodo compreso tra circa 3 e
ricco d’acqua, ma anche quando ci allontanavamo dai ruscelli Ju- 2 milioni di anni fa, il clima dell’Africa, in cui ebbe inizio l’evolu-
lio sapeva esattamente dove e come procurarsela. Gli esseri umani zione degli ominini (i membri della famiglia umana), divenne più
non sono i soli a tenere traccia delle fonti d’acqua naturali: molti secco. In questo intervallo di tempo il genere primitivo di ominini
animali creano mappe mentali delle zone in cui vivono per ricor- Australopithecus lasciò spazio al nostro genere, Homo. Nel corso
darsi dove si trovano le risorse fondamentali. Alcuni arrivano ad di questa transizione, le proporzioni del corpo mutarono: mentre
alterare i loro habitat per procurarsi l’acqua. Ma l’uomo si distin- gli australopitechi erano bassi e corpulenti, Homo aveva una cor-
gue per le misure ancora più estreme che intraprende. poratura più alta e slanciata, con una superficie corporea più este-
Nel corso della storia i popoli sono intervenuti in modo drastico sa. Questi cambiamenti ridussero l’esposizione dei nostri antenati
dere il calore in eccesso e dunque di mantenere una temperatura quilibrio idrico e salino del corpo. I mammiferi hanno reni di di-
corporea più sicura durante gli spostamenti, come hanno dimo- mensioni e forme diverse, e con essi cambia la capacità di concen-
strato Nina Jablonski, della Pennsylvania State University, e Peter trare l’urina e dunque di conservare l’acqua corporea. Per esempio
www.lescienze.it Le Scienze 59
Chaetodipus penicillatus, un roditore del de-
serto, può vivere senza acqua per mesi, grazie
anche alla capacità dei suoi reni di concentrare
l’urina a livelli estremi. Gli umani ci riescono
fino a un certo punto. Quando perdiamo ampie
quantità d’acqua per la sudorazione, una rete
complessa di ormoni e circuiti neurali indica ai
reni di conservare l’acqua concentrando l’uri-
na. Ma la nostra capacità limitata in questo sen-
so implica che non possiamo rimanere senz’ac-
qua per un periodo di tempo minimamente
paragonabile a quello del roditore del deserto.
E non possiamo nemmeno creare riserve
d’acqua all’interno del corpo. Il cammello del
deserto può bere e accumulare acqua suffi-
ciente per sopravvivere settimane. Ma se noi
umani beviamo troppi liquidi la nostra produ-
zione di urina aumenta. La dimensione del no-
stro apparato digerente e la velocità con cui si
svuota lo stomaco limitano la nostra capacità di
reidratarci. Peggio ancora, bere troppa acqua
troppo in fretta può provocare uno squilibrio
elettrolitico e causare iponatremia (livelli trop-
po bassi di sodio nel sangue), un evento poten- I mammiferi del deserto come i cammelli dispongono di vari meccanismi
zialmente letale tanto quanto la disidratazione, di adattamento alla scarsità d’acqua.
se non di più.
Anche in condizioni favorevoli, e con cibo e acqua prontamen- la frutta, forniscono fino al 50 per cento del loro introito idrico
te disponibili, le persone in genere impiegano almeno 24 ore per totale. Anche i giapponesi adulti assumono circa la metà dell’ap-
recuperare del tutto le perdite idriche causate da un’attività fisica porto idrico dal cibo che mangiano. Altri popoli ricorrono a stra-
intensa. Dobbiamo quindi trovare un equilibrio nel modo in cui tegie alimentari diverse per soddisfare le proprie esigenze idriche.
disperdiamo e ripristiniamo l’acqua nel nostro organismo. I Daasanach, una comunità di pastori del Kenya settentrionale,
consumano grandi quantità di latte, composto per l’87 per cento
Spegnere la sete di acqua, e succhiano radici ricche d’acqua.
C’è un motivo preciso per cui ho chiesto a Julio di parlarmi Anche gli scimpanzé, i nostri cugini più prossimi tra i primati,
delle fonti «occulte» di acqua consumate dagli Tsimane’, come mettono in atto alcuni adattamenti alimentari e comportamenta-
le piante rampicanti. Una sera dopo cena, a un paio di settimane li per procurarsi l’acqua; per esempio leccano le rocce bagnate e
dall’inizio della mia prima missione sul campo in Bolivia nel 2009, usano foglie come spugne per raccogliere l’acqua. Jill Pruetz, pri-
la fame e la sete mi spinsero a divorare un’enorme papaya. Il suc- matologa della Texas State University, ha scoperto che in ambienti
co mi colava lungo il mento mentre mangiavo il frutto maturo. In molto caldi come le savane di Fongoli, in Senegal, gli scimpanzé
quel momento non ci pensai troppo, ma poco dopo aver varcato la cercano rifugio in grotte fresche e sono più attivi di notte, per ri-
zanzariera della mia tenda per trascorrere la notte il mio errore si durre lo stress termico e conservare l’acqua corporea. Tuttavia,
manifestò con chiarezza. nel complesso i primati non umani assumono la maggior parte
Nella foresta amazzonica boliviana, l’umidità notturna può dell’acqua da frutti, foglie e altri alimenti.
raggiungere il 100 per cento. Ogni sera, prima di andare a letto,
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Come hanno dimostrato studi recenti di Herman Pontzer e col-
rimanevo in mutande e avvolgevo i miei abiti in sacchetti di pla- leghi della Duke University statunitense, l’evoluzione ha portato
stica richiudibili per non ritrovarli fradici al mattino. Circa un’ora gli esseri umani a usare una quantità nettamente minore di acqua
dopo essermi disteso nella speranza che un soffio d’aria venisse a rispetto agli scimpanzé e ad altre scimmie, nonostante la nostra
rinfrescarmi, provai una sensazione inquietante: dovevo urina- maggiore capacità di sudare. Ma la nostra maggiore dipendenza
re. Consapevole dello sforzo che avrei dovuto fare per rivestirmi, dall’acqua che beviamo rispetto a quella ricavata dagli alimen-
urinare, ripiegare e mettere via di nuovo i miei abiti, maledissi la ti implica che dobbiamo sforzarci di più per mantenerci idratati.
decisione di mangiare quella papaya. Quella notte dovetti ripetere L’esatta quantità d’acqua che è salubre assumere per l’organismo
l’operazione più volte. Iniziai a riflettere sul contenuto d’acqua di cambia da una popolazione all’altra e da una persona all’altra.
quel frutto; circa tre bicchieri, come poi scoprii. Non c’era da me- Al momento esistono due linee guida sull’apporto idrico, che
ravigliarsi del fatto che dovessi urinare. comprende l’acqua proveniente dal cibo. La U.S. National Aca-
La flessibilità della nostra alimentazione è forse la nostra mi- demy of Medicine raccomanda l’assunzione di 3,7 litri al giorno
Mlenny /Getty Images
gliore difesa contro la disidratazione. Come scoprii sulla mia pelle per gli uomini e 2,7 litri al giorno per le donne, con un aumento
in quella torrida notte, la quantità d’acqua presente nei cibi con- rispettivamente di 300 e 700 millilitri per le donne in gravidanza
tribuisce al nostro apporto idrico totale. Negli Stati Uniti, circa il o in allattamento. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare
20 per cento dell’acqua che una persona ingerisce deriva dal cibo, consiglia invece 2,5 litri d’acqua al giorno per gli uomini e 2 litri
ma i miei studi sugli Tsimane’ mostrarono come i cibi, compresa per le donne, con gli stessi incrementi in gravidanza e in allatta-
www.lescienze.it Le Scienze 61
C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O
LE ROCCE DELL’
E LA CATTURA
DEL CARBONIO
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
OMAN
Un insolito affioramento dall’interno della Terra
può risolvere il problema del clima mondiale?
di Douglas Fox
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
l Wadi Lawayni è una valle desertica sperduta tra i monti Al Hajar, nell’interno
quel deposito roccioso potrebbe avere un impatto enorme. Nel visto che a fine maggio di quest’anno arrivasse nel Wadi Lawayni
2019 un rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Chan- un nuovo gruppo di addetti per eseguire il primo test al mondo di
questa pagina: Peter Kelemen
ge ha concluso che non è possibile limitare il riscaldamento globa- iniezione e mineralizzazione di CO2 in profondità, nella roccia del
le a 1,5 °C – un livello che generalmente si ritiene possa evitare ef- mantello. Se quell’esperimento avrà successo, potrebbe essere il
fetti catastrofici – a meno di riuscire in qualche modo a eliminare primo passo per trasformare l’Oman, o addirittura tutta la Peniso-
dall’atmosfera tra 100 e 1000 miliardi di tonnellate di CO2 entro il la Arabica, in un grande centro industriale per la gestione dell’e-
2100. Se questo processo comincerà entro il 2050, significherà to- mergenza climatica.
gliere tra 2 e 20 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno.
Reazioni rapide
È da decenni che gli scienziati parlano di bilanciare le emissio-
ni di gas serra catturando CO2 contenuta nell’aria e pompando-
la nel terreno. Secondo studi sempre più numerosi, però, il biso-
gno di queste «emissioni di carbonio negative» è ormai diventato
impellente. Gli scienziati hanno proposto varie strategie. Ripian-
tando le foreste o fertilizzando l’oceano si stimolerebbe la crescita
rispettivamente degli alberi o del fitoplancton, che assorbono na-
turalmente CO2 con la fotosintesi. Una migliore gestione dei ter-
reni agricoli permetterebbe loro, dopo il raccolto, di trattenere
maggiormente la CO2 assorbita dalle colture. Le attrezzature per
la «cattura del carbonio» potrebbero filtrare CO2 dalle ciminiere di
centrali elettriche o fabbriche, e in tutto il mondo migliaia di mac-
chinari per la «cattura diretta dall’aria» potrebbero estrarla dall’at-
mosfera, giorno e notte.
Una volta catturata, la CO2 deve essere stoccata definitivamen-
te. Qualche tentativo è già cominciato. Nel giacimento di gas di
Sleipner, al largo della costa norvegese, la CO2 che emerge insie-
me con il gas naturale è iniettata di nuovo nelle rocce sedimen-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
tarie – depositi granulosi come l’arenaria – in un serbatoio che si
trova un chilometro sotto il fondo marino. Questo progetto, co-
minciato nel 1996, permette di stoccare circa un milione di ton-
nellate di CO2 all’anno. Il problema di queste operazioni è che la
CO2 reagisce in misura minima con le rocce sedimentarie: in gran
parte percola tra i pori della roccia e quindi alcuni scienziati temo-
no che gradualmente possa uscire di nuovo.
Kelemen ha trascorso gli anni novanta seguendo una linea di-
versa di ricerca scientifica: si è accampato per settimane nelle valli
sperdute dell’Oman, dette wadi o uadi, ha mappato condotti fossi-
lizzati che un tempo portavano il magma dagli strati del mantel-
lo, più profondi e caldi, verso la superficie, dove si solidificava for-
www.lescienze.it Le Scienze 65
mando rocce di basalto: una pietra dura, densa e scura che inoltre ne stava solidificando spontaneamente da 10.000 a 100.000 ton-
costituisce gran parte della crosta oceanica. Ma nel 2004 Kelemen nellate di CO2 all’anno, equivalenti alle emissioni annuali da 2000
si è trasferito dalla Woods Hole Oceanographic Institution nel e 20.000 auto statunitensi. Questa quantità sarebbe irrilevante
Massachusetts al Lamont-Doherty, dove ha conosciuto il geochi- nella lotta al cambiamento climatico, ma li ha portati a chiedersi se
mico Juerg M. Matter (oggi all’Università di Southampton, nel Re- si potesse accelerare il processo abbastanza da fare una differenza
gno Unito) e il fisico Klaus S. Lackner (oggi direttore del Center for percepibile su scala mondiale.
Negative Carbon Emissions all’Arizona State University). Lackner I due ricercatori sono tornati in Oman in ognuno dei quattro
e Matter indagavano sulla possibilità di iniettare CO2 nelle rocce anni successivi. Hanno prelevato campioni di acqua dai pozzi per
ricche di magnesio e calcio, che sono chimicamente più reattive monitorare le reazioni chimiche che avvengono quando l’acqua si
delle rocce sedimentarie e in breve tempo avrebbero convertito il sposta sottoterra. I risultati hanno suggerito che, quando la piog-
gas in minerali solidi, con un processo detto carbonatazione. gia penetra nelle crepe del terreno la CO2 disciolta nell’acqua pio-
In Oman le peridotiti, le rocce originarie del mantello, conten- vana si lega agli atomi di magnesio, formando vene di carbonato
gono alte percentuali di magnesio e calcio in due minerali molto di magnesio, fino a esaurire velocemente la piccola quantità di gas
diffusi: olivina e pirosseno. Queste rocce sono attraversate da ve- presente nell’acqua. Nel frattempo il calcio della stessa peridotite,
ne di carbonato, quindi è evidente che in passato abbiano assorbi- la roccia proveniente dal mantello, si scioglie e mentre migra si ac-
to CO2. Vari ricercatori però avevano dato per scontato che ci fos- cumula nell’acqua. I due scienziati avevano ipotizzato che alla fine
sero voluti milioni di anni. Kelemen non aveva mai dedicato molta quest’acqua ricca di calcio riemergesse in sorgenti come quella di
attenzione allo smaltimento del carbonio, eppure non era convin- Khafifah. Qui reagisce con la CO2 dell’aria per formare le pellico-
to che le reazioni fossero così lente. Quando lavorava in Oman, nel- le di calcite viste da Kelemen, oltre al travertino, una roccia di cal-
la valle di Khafifah, spesso era passato accanto a una sorgente alca- cite che forma enormi terrazze simili a pietre da guado, sparse in
lina, dove l’acqua che emergeva dal terreno gorgogliando era così tutta la regione.
satura di calcio da reagire continuamente con la CO2 nell’aria, for- Kelemen e Matter non sapevano ancora in che misura si potes-
mando sulla superficie delle pozze uno strato sottilissimo, liscio e se accelerare questo processo. Dovevano essere determinanti la
perlaceo di calcite, un minerale di carbonato. Kelemen si era ac-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
profondità e la velocità di circolazione dell’acqua. Per dare una ri-
corto che, quando il vento o la pioggia spezzavano la pellicola di sposta bisognava scendere sotto la superficie.
calcite, nel giro di 24 ore se ne formava un’altra. «Per un geologo
– commenta – qualcosa che avviene in un giorno è supersonico». Acqua profonda
Questa reazione veloce in superficie l’ha portato a chiedersi se In un pomeriggio caldo e senza nuvole, nel gennaio 2018, ho
anche sottoterra le vene si potessero formare più rapidamente di osservato Kelemen e Matter mentre davano uno sguardo cruciale
Douglas Fox (a sinistra); Juerg M. Matter (a destra)
quanto ipotizzato. Quando nel 2007 si è recato di nuovo in Oman, dentro le rocce del Wadi Lawayni. Otto cammelli brucavano arbu-
con i suoi studenti ha raccolto pezzi delle vene di carbonato. Al ri- sti senza fare caso al rombo stridente della trivella montata sul re-
torno hanno provveduto alla datazione dei minerali. «Pensavo tro di un grosso veicolo da cantiere, che girava trapanando il suolo
che queste vene avessero 90 milioni di anni – ammette Kelemen – della valle.
mentre erano tutte sotto i 50.000». Alcune avevano solo 6000 an- Un cavo aveva già estratto dal foro 9 metri di carota. Le sue se-
ni. In Oman le rocce del mantello non solo avevano assorbito CO2 zioni, ciascuna lunga un paio di metri e larga come una mazza da
in un passato lontano, ma lo stavano ancora facendo, forse 10.000 baseball, sono state disposte su tavoli pieghevoli per essere esami-
volte più velocemente di quanto avesse immaginato Kelemen. nate da sei scienziati. «Nei primi metri c’è molto movimento», ha
Durante un altro viaggio, nel 2008, Kelemen e Matter hanno commentato Kelemen spostandosi da un tavolo all’altro. Il colore
calcolato che i minerali costituissero circa l’1 per cento del volume della roccia cambiava in modo percepibile, perfino con queste va-
della roccia vicina alla superficie. Vorrebbe dire che tutta la regio- riazioni di profondità relativamente piccole.
perché l’ossigeno disciolto si era esaurito nell’acqua percolata fino rocce del mantello circostanti. L’acqua filtrerebbe attraverso i pori
a quel punto. A questa altezza la roccia grigia era disseminata di in- della roccia, raggiungendo infine un secondo foro, a una distanza
numerevoli vene sottilissime color turchese di un minerale detto fino a 1000 metri, che funzionerebbe come una ciminiera nell’al-
serpentino, che si forma quando le molecole d’acqua si legano agli tra direzione. L’acqua, ormai priva di CO2, tornerebbe in superfi-
atomi di magnesio e ferro. Tra l’altro, questo processo produce l’i- cie, dove potrebbe ricevere altro gas concentrato.
drogeno gassoso effervescente dell’acqua sotterranea. A una profondità di 3 chilometri le rocce hanno una temperatu-
Quello sfondo era attraversato da vene bianche di carbonato, ra intorno ai 100 gradi. Quel calore accelererebbe le reazioni, che
www.lescienze.it Le Scienze 67
generando a loro volta altro calore contribuirebbero a far circolare
l’acqua riscaldata, riportandola su per le ciminiere.
Nel 2020 Kelemen e Paukert Vankeuren hanno pubblicato cal-
coli secondo cui pompare a una profondità di 3 chilometri acqua
con una concentrazione di CO2 relativamente alta potrebbe ren-
dere migliaia di volte più veloce la mineralizzazione. A quel rit-
mo un singolo pozzo di iniezione potrebbe catturare fino a 50.000
tonnellate di CO2 all’anno – una quantità di gas analoga a quella
assorbita naturalmente in tutto l’Oman – sotto un terreno grande
circa come nove campi da calcio. In dieci anni quel pozzo potreb-
be catturare mezzo milione di tonnellate di CO2.
Gli scienziati che estraevano le carote nel Wadi Lawayni non
hanno cercato di iniettare CO2 nelle rocce del mantello. Alcuni an-
ni prima, però, in Islanda un gruppo di ricercatori aveva provato a
iniettarla in un diverso tipo di roccia, simile al mantello dal punto
di vista chimico. Il successo di quel progetto ha aperto la strada a
ciò che sta per accadere in Oman.
Le rocce del mantello potrebbero essere più potenti dei basal- Quando ero in Oman Kelemen mi ha portato in uno stretto de-
ti perché contengono il triplo di magnesio reattivo e calcio. Una posito ghiaioso. Ci siamo fermati accanto a una roccia tondeggian-
tonnellata di peridotite del mantello potrebbe far solidificare fino te delle dimensioni di un’auto e piena di vene di carbonato. Bloc-
Anche se gli ingegneri riuscissero a capire come controllare e rocce del mantello. L’azienda prevedeva di iniziare a spostare at-
sfruttare l’espansione e la fratturazione, dovrebbero considerare trezzature nel Wadi Lawayni a maggio o giugno 2021. Qualche set-
conseguenze indesiderate. Secondo stime approssimative, stocca- timana dopo, 44.01 avrebbe cominciato a iniettare acqua dolce
www.lescienze.it Le Scienze 69
contenente CO2 e un tracciante chimico inerte in un foro di trivel- ma di iniettarla. Jennifer Wilcox, collaboratrice di Kelemen e at-
lazione non lontano da quello che ho osservato nel 2018. I ricer- tualmente principale assistente vicesegretaria degli Stati Uniti per
catori avrebbero controllato i livelli di tracciante, CO2 e minera- l’energia fossile, insieme con il suo dottorando Noah McQueen,
li disciolti in un secondo foro, distante un centinaio di metri, per dell’Università della Pennsylvania, ha messo a punto un sistema
determinare a che velocità si sposta l’acqua nella roccia in mez- per valutare il costo complessivo di cattura e compressione del-
zo e quanta CO2 se ne estrae. Kelemen e Matter sono consulenti la CO2, inclusi gli stipendi degli operatori e le spese di costruzione
di questa azienda. Se questo esperimento dimostrerà che la CO2 si e manutenzione delle attrezzature per vent’anni. I loro dati indi-
sta mineralizzando rapidamente – cosa che Talal Hasan, il fonda- cano che il costo andrebbe da 120 a 220 dollari circa per tonnel-
tore di 44.01, dovrebbe sapere entro qualche mese – l’azienda pre- lata di CO2 eliminata dall’atmosfera. La cattura diretta dall’aria ha
vede di cominciare nel 2022 la sua prima operazione commerciale un notevole dispendio energetico, e «se si sceglie di usare i com-
di iniezione. Userebbe acqua dolce, o magari acqua di scarico trat- bustibili fossili – spiega Wilcox – bisogna pensare al costo di ge-
tata, per portare ogni anno 10.000 tonnellate di gas in un singolo stione dell’ulteriore carbonio» prodotto. È una tecnologia ancora
pozzo, con la speranza di arrivare fino a 100.000 tonnellate l’anno. giovane, commenta Ajay Gambhir, esperto di economia climati-
L’azienda prevede inoltre di dare il via a un secondo test pilota vi- ca all’Imperial College di Londra, e l’innovazione potrebbe abbat-
cino alla costa, usando acqua di mare. tere i costi. Se il macchinario segue la stessa traiettoria delle turbi-
Hasan, un imprenditore, immagina 44.01 come un’azienda di ne eoliche nell’ultimo decennio, potrebbe costare circa un quarto
carbonatazione che venderà i propri servizi a società come la sviz- rispetto a oggi. Ma Gambhir aggiunge che «non possiamo saperlo
zera Climeworks o Carbon Engineering, con sede in British Co- con certezza finché non sarà adottato su larga scala».
lumbia, che in Oman userebbero i loro macchinari per la cattura Probabilmente molti responsabili delle emissioni di gas ser-
diretta dall’aria. Da qualunque punto sulla Terra sia emessa nell’a- ra non saranno disposti a pagare cattura dall’aria e carbonatazio-
ria, l’anidride carbonica circola nel pianeta e quindi il gas si può ne finché i governi non imporranno un prezzo per le emissioni.
catturare e smaltire dovunque sia più como-
do farlo. L’Oman potrebbe diventare un grande
centro globale. L’Oman è ricco di terreno arido e vuoto,
Hasan pensa che in futuro 44.01 riuscirà a
mineralizzare 1,3 miliardi di tonnellate di CO2 che potrebbe accogliere una fiorente industria
all’anno nelle formazioni di roccia del mantello
in Oman. Quella cifra avrebbe un impatto signi-
delle emissioni negative di carbonio
ficativo sulla quantità di CO2 – tra 2 e 20 miliardi
di tonnellate – che ogni anno bisognerà elimina-
re dall’atmosfera per limitare il riscaldamento a un massimo di 1,5 Secondo Gregory Nemet, ricercatore sulle politiche energetiche
gradi. Oggi 44.01 è l’unica azienda che cerca di iniettare CO2 nel- all’Università del Wisconsin a Madison, anche se le carbon tax og-
le rocce del mantello, ma un rapporto della statunitense National gi in vigore nei paesi industrializzati di solito sono inferiori a 50
Academy of Sciences del 2019 indica che in tutto il mondo le for- dollari per tonnellata di CO2, in California uno standard per i com-
mazioni rocciose di quel tipo potrebbero permettere di stoccare ol- bustibili a base di carbonio sta portando le aziende a spendere fino
tre 10 miliardi di tonnellate all’anno. Un ulteriore contributo arri- a 200 dollari per tonnellata in crediti di carbonio, ed è probabile
verebbe dalle operazioni con il basalto, come quella di Carbfix. che col tempo i prezzi aumenteranno. Quella cifra apre la possi-
Per stoccare un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno in Oman bilità che un’azienda di mineralizzazione, come 44.01, collabo-
servirebbe un’infrastruttura gigantesca. Kelemen ha calcolato ri con un’impresa attiva nella cattura diretta dall’aria per avviare
che, se il gas avesse una concentrazione 440 volte più elevata di una piccola operazione congiunta. Dato che sempre più governi
quella naturale nell’acqua di mare – cosa che si può fare facilmen- fissano prezzi per il carbonio, la domanda di questi servizi potreb-
te con gli attuali macchinari di cattura dall’aria – sarebbero neces- be crescere. «Non è necessario arrivare alle gigatonnellate entro
sari 5000 pozzi di iniezione. Insieme pomperebbero un totale di il 2025», spiega Nemet. «Serve una serie di strutture sempre più
23 chilometri cubi d’acqua ogni anno, circa il 4 per cento del flus-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
grandi da cui imparare, per migliorare e ridurre i costi nel tempo».
so del Mississippi. L’entità di una simile operazione può sembra- Non è solo per le rocce che l’Oman è un luogo interessante; ha
re sconvolgente, ma l’emergenza climatica richiede un interven- una florida industria dei combustibili fossili con esperienza nella
to drastico. E questa operazione sarebbe ancora piuttosto modesta gestione dei gas pressurizzati ed è esposto tutto l’anno a una luce
rispetto all’infrastruttura per l’estrazione dei combustibili fossili. solare intensa. Secondo i calcoli di McQueen, per catturare un mi-
Nei soli Stati Uniti, i pozzi di petrolio e gas sono oltre un milione. liardo di tonnellate di gas ogni anno servirebbe un’energia tra 700
Naturalmente l’umanità dovrebbe sfruttare l’occasione di passare e 1300 miliardi di chilowattora. Questa energia potrebbe proveni-
all’energia rinnovabile, invece di ritenersi autorizzata ad aumen- re da impianti solari che occuperebbero una superficie tra 300 e
tare ancora le emissioni di carbonio. 600 chilometri quadrati, cioè non oltre lo 0,2 per cento del ter-
Un fattore fondamentale saranno i costi. In Islanda Carbfix sta ritorio dell’Oman, secondo formule standard basate sull’intensità
mineralizzando CO2 per circa 25 dollari per tonnellata (44.01 non della luce solare.
pubblica stime ufficiali dei costi). Questo dato è in linea con la fa- L’Oman è famoso anche per le sue coste spettacolari, i canyon,
scia di prezzo di strategie come la riforestazione e la gestione dei le fortezze medievali e le moschee, che attirano milioni di turisti.
terreni agricoli, che stoccano il carbonio in modo meno perma- E ospita una popolazione beduina che migra a ogni stagione. Que-
nente, secondo un rapporto pubblicato nel 2018 da un gruppo in- sto patrimonio fragile deve essere protetto ma il paese, come l’in-
ternazionale di scienziati su «Environmental Research Letters». tera Penisola Arabica, è ricco di terreno arido e vuoto, che potreb-
La vera sfida consiste nel catturare e concentrare la CO2 pri- be accogliere una fiorente industria delle emissioni negative.
www.lescienze.it Le Scienze 71
CLIMA
Difendere
il suolo
e salvare
il pianeta
L’adozione di pratiche agricole
che trattengono o aumentano il contenuto
di carbonio nel suolo limiterebbe sia l’erosione
sia il cambiamento climatico
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
a «conca di polvere» (Dust Bowl) in cui si tra- ture degli Stati Uniti ha rilevato che nel paese la perdita di suolo è
sformò una gran parte delle pianure meridionali degli Stati Uni- in media dieci volte più rapida della sua produzione, e che in Stati
ti negli anni trenta illustra con chiarezza le rovinose conseguenze come Iowa, New Mexico e Nevada l’erosione è ancora più veloce.
della degradazione del suolo. Decenni di pratiche agricole aveva- In alcune parti dell’Africa e dell’Asia, poi, l’erosione del suolo su-
no spogliato le Grandi Pianure (Great Plains) della loro millena- pera il tasso di ripristino anche di 100 volte.
ria fertilità, rendendole vulnerabili a una prolungata siccità. Venti E sta peggiorando. I forti temporali sono una delle cause decisi-
devastanti sollevavano pennacchi di polvere dal terreno, lascian- ve dell’erosione, dato che trascinano le particelle disaggregate del
dosi dietro un’aria soffocante e carica di particelle, e un paesaggio suolo in torrenti e fiumi. Molte parti del mondo, fra cui il Midwest
desolato. Migliaia di persone morirono di fame o malattie polmo- statunitense, hanno visto un forte aumento della frequenza e del-
nari; altri migrarono a ovest in cerca di cibo, lavoro e aria pulita. la forza dei temporali, e la tendenza probabilmente accelererà an-
Oggi siamo nuovamente di fronte alla possibilità di un’estre- cora con il peggioramento del cambiamento climatico. Ai tassi di
ma erosione del suolo, ma questa volta la minaccia è intensificata erosione attuali, alcuni dei terreni agricoli più produttivi del mon-
dal cambiamento climatico. Le due cose insieme creano un dupli- do perderanno lo strato superficiale del suolo nel corso di qualche
ce rischio senza precedenti, per la produzione di cibo e per la sa- decennio, diventando inutili per la produzione di cibo, proprio
lute del pianeta; e gli agricoltori possono essere partner essenziali quando la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di perso-
per scongiurarne le catastrofiche conseguenze. Adottando prati- ne. Addirittura il suolo decisamente ricco dell’Iowa è già stato de-
che già disponibili, l’erosione e il cambiamento climatico posso- vastato al punto che in varie località di tutto lo Stato il sottosuolo
no essere mitigati immettendo una maggior quantità di carbonio è esposto sulla superficie del terreno. Ma c’è un principio genera-
nel suolo. le che vale la pena considerare: l’erosione è ridotta dall’accumulo
La fissazione fotosintetica del carbonio rimuove anidride carbo- di carbonio nel suolo.
nica dall’aria e la incorpora in materiale vegetale che poi può re-
stare immagazzinato nel suolo. Il processo riduce i gas serra at- Cambiare pratiche
mosferici e rallenta l’erosione del suolo, perché lo arricchisce di Stoccare carbonio nei suoli agricoli era l’obiettivo dell’iniziati-
composti organici di cui si nutrono microbi che producono sostan- va «4 per 1000» per la sicurezza alimentare e climatica proposta
ze adesive, che a loro volta aggregano le particelle del suolo in zol- dalla Francia nel 2015 durante i colloqui di Parigi sul clima. La pro-
le meno vulnerabili all’azione del vento e dell’acqua. L’amministra- posta sosteneva che incrementare il tenore in carbonio dei suoli
zione Biden ha l’opportunità di scongiurare entrambe le crisi con dello 0,4 per cento all’anno in tutto il mondo avrebbe compensa-
opportune scelte di politica agricola nel paese e una politica inter- to le emissioni future. Solo 29 paesi hanno firmato l’accordo, e fra
nazionale che ripristini il ruolo di guida degli Stati Uniti nella lotta essi non c’erano gli Stati Uniti. La proposta riguardava tutti i suo-
al cambiamento climatico. La riduzione delle emissioni di gas ser- li della Terra, e questo le dava un carattere di irrealizzabile peti-
ra è l’elemento centrale della maggior parte dei piani che puntano zione di principio che ha respinto parecchi potenziali firmatari.
a rallentare l’emergenza climatica. Meno attenzione è stata rivolta Dunque l’iniziativa 4 per 1000 va riformulata in termini realisti-
allo stoccaggio nel suolo del carbonio atmosferico. ci, concentrandosi per cominciare esclusivamente dai suoli agri-
coli. Ora che Joe Biden sta ristabilendo il ruolo di guida degli Stati
Una perdita che peggiora Uniti sulle politiche climatiche globali, arrivare a un’ampia ratifica
Il suolo è il massimo serbatoio terrestre di carbonio: ne contie- di una proposta per l’aumento del contenuto di carbonio nei suoli
ne tre volte di più dell’intera atmosfera e offre una vasto deposito dovrebbe essere fra le prime voci della sua agenda.
in cui immagazzinarne ancora, con immense capacità non sfrut-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Per realizzare questi obiettivi relativi al carbonio nei suoli, a be-
tate. Dalla nascita dell’agricoltura, la produzione alimentare ha ri- neficio sia del clima sia dei suoli stessi, gli Stati Uniti dovrebbero
mosso circa metà del carbonio un tempo contenuto nei suoli agri- adottare pratiche agricole diverse dalle attuali. Un passo impor-
coli, 133 miliardi di tonnellate, e il tasso di impoverimento è salito tante è ridurre l’aratura, che provoca erosione frantumando le
in modo drammatico negli ultimi due secoli, lasciando un grosso grandi zolle e distruggendo la struttura del suolo che previene il
vuoto da riempire. Ripristinare questa riserva di carbonio imma- distacco e lo spostamento delle particelle. L’alternativa – la semi-
gazzinerebbe l’equivalente di quasi un quinto del carbonio atmo- na su sodo, o diretta (no-tillage) – prevede di interrare i semi di-
sferico, riportando la concentrazione dei gas serra quasi ai livelli rettamente nelle stoppie del raccolto precedente invece di arare
precedenti alla rivoluzione industriale e rendendo il suolo meno il terreno dopo il raccolto e poi di nuovo prima della semina per
vulnerabile all’erosione. Ma bisogna essere realistici: riportare nel spargere i semi nei solchi. La riduzione sostanziale dell’erosione
suolo 133 miliardi di tonnellate di carbonio non è una prospettiva con i metodi no-tillage risale agli anni settanta, tuttavia sono sta-
di breve termine. Lavorare in questa direzione, però, può essere il ti adottati solo su un terzo della superficie coltivata degli Stati Uni-
fulcro di un piano ben articolato per affrontare sia l’erosione dei ti. Un’altra pratica efficace è piantare colture di copertura (cover-
suoli sia il cambiamento climatico. crop): specie che arricchiscono il terreno fra il raccolto autunnale
Gli agricoltori sanno che il suolo non è più una risorsa rinnova- e la semina primaverile della coltura principale. La coltura di co-
bile. Molte aziende agricole, ormai, semplicemente ne stanno re- pertura consolida il terreno e previene la rimozione dei fertili stra-
stando senza. Nel 2018, un censimento del Department of Agricul- ti superficiali da parte di venti invernali e piogge primaverili.
www.lescienze.it Le Scienze 75
SCIENZE DELLA TERRA
Le nuove vite di
Include dati modificati di Copernicus Sentinel (2019-20), processati da ESA, CC BY-SA 3.0 IGO
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
di Leonardo De Cosmo
www.lescienze.it Le Scienze 77
Il 24 ottobre 1946 una fotocamera analogica a bordo di un razzo Leonardo De Cosmo è giornalista scientifico, comunicatore
V2 – un missile balistico usato dai tedeschi durante le ultime fasi e co-fondatore di DiScienza. Scrive di scienza e tecnologia.
della seconda guerra mondiale – scattava la prima foto della Terra
dallo spazio. Il missile era stato requisito dagli Stati Uniti al termi-
ne del conflitto, nel 1945, e lo scatto, ottenuto da poco più di 100
chilometri di quota, era sgranato. Vi si riconoscevano alcune for-
mazioni nuvolose e poco altro, ma era stata segnata una tappa fon-
damentale per la storia spaziale. Da allora lo spazio si è popolato di
satelliti di ogni tipo e oggi qualche centinaio di satelliti civili sono
in orbita con il solo scopo di guardare in basso.
In questa schiera spiccano le «sentinelle», le componenti chia-
ve di Copernicus, il più rilevante progetto per l’osservazione della
Terra: un programma tutto europeo nato vent’anni fa che non è so-
lo una sfida scientifica ma è anche una fondamentale infrastruttu-
ra realizzata per supportare la nascita di nuovi servizi per i cittadini
e fornire la base per lo sviluppo di un’economia spaziale. A vent’an-
ni dalla nascita, per Copernicus è tempo di bilanci e revisioni. Ma
non solo: per l’Europa nasce l’esigenza di dar vita a una nuova serie
di satelliti con prestazioni migliori e capaci di colmare alcuni vuoti;
per l’Italia c’è la consapevolezza di dover trasformare le strategie di
organizzazione interna puntando su un rinnovato coordinamento
tra istituzioni, imprese e utenti finali.
ta coppie di satelliti identici (identificando le coppie anche con rabyte di dati (l’equivalente di oltre 70 milioni di foto da 12 mega-
lettere, per esempio Sentinel-2A e 2B ) in modo da garantire una pixel oppure di 150.000 ore di video in HD), 150.000 utenti regi-
maggiore frequenza di osservazione dello stesso punto della Ter- strati e sei servizi diversi: potrebbero bastare queste cifre, ma è
ra. Ultima in ordine di tempo – lanciata a novembre 2020 con un difficile quantificarne l’importanza con i numeri. Copernicus
Falcon 9 di SpaceX – è stata la missione Sentinel-6, un radar alti- non è una semplice missione spaziale ma un programma artico-
metro per misurare la topografia delle superfici marine e le varia- lato che punta soprattutto a produrre servizi utili al benessere dei
Sentinel-1
Data lancio: 1A nel 2014; 1B nel 2016; 1C e 1D da definire
Payload: Radar ad apertura sintetica in banda C
Obiettivo: Monitoraggio h24 dei ghiacci e dei movimenti delle superfici
terrestri
Sentinel-2
Data lancio: 2A nel 2015; 2B nel 2017; 2C e 2D da definire
Payload: Multispettrale su 13 canali nel visibile e infrarosso
Obiettivo: Monitoraggio della vegetazione, del suolo, delle
acque interne e delle aree costiere
Sentinel-3
Data lancio: 3A nel 2016; 3B nel 2018;
3C e 3D da definire
Payload: Radiometro per la temperatura superficiale
marina e terrestre e rilevatore cromatico
Obiettivo: Mappatura della superficie marina e misura di
temperatura e colore della superficie terrestre e marina
Sentinel-4
Data lancio: 4A nel 2023 (a bordo del satellite meteo
MTG-S1); 4B da definire
Payload: Spettrometro ultravioletto/visibile/vicino infrarosso
Obiettivo: Fornire dati sulla composizione
atmosferica e la qualità dell’aria
Sentinel 5P (Precursore)
Data lancio: nel 2017
Payload: Spettrometro ultravioletto/visibile/infrarosso
Obiettivo: Misurare parametri atmosferici
e testare le tecnologie per Sentinel-5
Sentinel-6 Sentinel-5
Data lancio: 6A nel 2020; 6B nel 2025 Data lancio: 5A e 5B da definire (a bordo di satelliti MetOp-SG)
Payload: Radar altimetro Payload: Spettrometro ultravioletto/visibile/infrarosso
Obiettivo: Misurare il cambiamento del livello dei mari Obiettivo: Monitorare l’inquinamento atmosferico
cittadini, all’ambiente e all’economia, nonché a rafforzare lo spiri- utenti, ossia istituzioni e aziende, il compito di usarla popolando-
to comunitario, come sottolineava nel 2018 Johann-Dietrich Wör-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
la di veicoli e servizi di trasporto. I dati offerti sono liberi e aperti
ner, all’epoca direttore generale dell’ESA, durante l’evento orga- (free and open), quindi tutti possono usarli liberamente. «C’è un’e-
nizzato per celebrare i vent’anni dall’incontro dei padri fondatori norme varietà di impiego – spiega Cheli – da parte sia di un gran
al Grand Hotel di Baveno: «Riassume il nostro approccio per uno numero di piccole e medie imprese sia di colossi mondiali del digi-
spazio unito in Europa e, viceversa, un’Europa unita nello spazio». tale, e anche di istituzioni per le politiche agricole, fino alla Food
Con 6,7 miliardi di euro investiti finora, ripartiti tra Commissio- and Agriculture Organization (FAO). I numeri dicono che il settore
Cortesia ESA (illustrazione Terra e profili dei satelliti)
ne europea (67 per cento) ed ESA (33 per cento), le aspettative so- dei servizi legati all’osservazione della Terra è in enorme crescita,
no grandi e secondo le stime più caute si prevedeva inizialmen- del 12 per cento all’anno». In questi anni Copernicus ha sperimen-
te un ritorno di circa 30 miliardi entro il 2030. Ma dopo il lancio tato un’importante trasformazione: «Siamo passati – prosegue
nel 2018 del Data and Information Access Services (DIAS), il nuo- Cheli – da una prima fase che possiamo definire di validazione
vo sistema per la distribuzione dei dati, le stime sono cresciute fi- di tematiche applicative, in cui l’ESA dimostrava l’utilità del dato
no a ipotizzare benefici compresi tra 67 e 131 miliardi entro il 2035. satellitare, per esempio per monitorare l’evoluzione delle foreste
La ricchezza di Copernicus è nei dati: l’obiettivo è trasformare o l’innalzamento dei mari, in collaborazione con gli scienziati, a
l’enorme flusso di informazioni raccolte quotidianamente in ap- una seconda fase di uso dei dati in applicazioni concrete».
plicazioni e servizi. Usando una metafora terrestre, la missione Oggi il programma è uno dei maggiori riferimenti mondiali per
Copernicus può essere immaginata come una grande rete auto- chi opera nel settore, eppure, il potenziale di Copernicus è anco-
stradale che garantisce possibilità di transito e collegamenti. Agli ra poco sfruttato.
www.lescienze.it Le Scienze 79
I Sentinel si rinnovano hanno l’obiettivo di colmare i vuoti che le sentinelle lanciate fino-
Nel frattempo Copernicus guarda già al futuro, e lo fa prepa- ra non erano in grado di coprire.
rando il rinnovo del parco macchine. Della quindicina di satelli- La missione Copernicus Imaging Microwave Radiometer, o
ti previsti nel piano iniziale ne sono già operativi la metà, mentre CIMR, è stata pensata per rispondere a esigenze differenti: «Pro-
i restanti sono in fase di produzione e saranno lanciati nei prossi- babilmente è la missione più impegnativa dal punto di vista tec-
mi cinque anni circa. Intanto nel 2019, durante la riunione annua- nico e tecnologico, perché ha a bordo un strumento radiometri-
le tra i rappresentanti governativi delle nazioni che fanno parte co multi-banda di nuova generazione e un riflettore che una volta
dell’ESA, è stato dato il via libera a una nuova famiglia di sentinel- dispiegato ha un diametro di oltre 7 metri sostenuto da un lungo
le. Sei serie di satelliti che si aggiungono alle precedenti «per al- braccio meccanico», precisa Sergio Gerosa, program director di
largare ulteriormente le capacità del programma Copernicus e ri- CIMR. «Strumento e riflettore – aggiunge – ruotano costantemen-
spondere alle necessità delle politiche europee», aveva spiegato te rispetto alla piattaforma del satellite, per garantire la scansio-
Guido Levrini, responsabile ESA del segmento spaziale di Coper- ne conica della superficie terrestre». A differenza delle tradizionali
nicus, poco prima della loro approvazione. In attesa di trovare in parabole monoblocco, fatte in materiali compatti come alluminio
futuro una loro numerazione Sentinel, per ora le sei missioni so- o fibra di carbonio, quella di CIMR può essere definita eterea: è in-
no definite come Sentinels Expansion (fino a poco tempo fa era- fatti una parabola leggerissima, di circa 100 chilogrammi, costitui-
no denominate Copernicus High Priority Candidates). «La riunio- ta da una sottilissima zanzariera in molibdeno e oro, a sua volta so-
ne del 2019 ha confermato quanto Copernicus sia considerato di stenuta da una rete realizzata con materiali innovativi. La parabo-
grande interesse strategico per tutti i paesi europei, tanto da aver la intercetta le radiazioni elettromagnetiche solari riflesse dalle
ricevuto un finanziamento maggiore rispetto a quanto richiesto superfici oceaniche e dai ghiacci polari, inviando i dati relativi al-
inizialmente. Un miliardo e 800 milioni di euro solo per dare il via la loro salinità e concentrazione al radiometro di bordo, uno stru-
a queste nuove missioni, permetterci nel 2020 di gestire la proce- mento del satellite che è sostanzialmente un termometro che mi-
dura di selezione delle aziende e firma-
re i relativi contratti industriali», sotto-
linea Cheli. Copernicus vuole andare oltre il lancio di satelliti
La realizzazione di due di queste
nuove missioni se l’è aggiudicata l’in- con prestazioni notevoli: vuole migliorare la vita dei
dustria italiana. Parliamo di CIMR, la
nuova sentinella che avrà il compito di
cittadini e contribuire a una new space economy
misurare temperature e salinità della
superficie dei mari e la concentrazione
del ghiaccio marino, e di ROSE-L, con un radar capace di monito- sura la temperatura della superficie osservata in quel momento
rare soprattutto la subsidenza, cioè lenti movimenti del terreno, con una risoluzione di circa 4 chilometri e un’accuratezza che può
e l’umidità del suolo. Entrambe le missioni sono state affidate al- arrivare a 0,2 gradi Celsius.
la componente italiana di Thales Alenia Space, una joint venture Altra grande sfida tecnologica di CIMR è nei sistemi di elabora-
tra la francese Thales e l’italiana Leonardo, nel ruolo di appaltato- zione dei dati in tempo reale. Le frequenze usate per le misurazio-
re principale (prime contractor), per una cifra complessiva di qua- ni delle temperature sono particolarmente sporche perché mol-
si un miliardo di euro che prevede la realizzazione di due satelliti te sorgenti artificiali, per esempio le comunicazioni 5G, i radar
per missione, con l’opzione per un terzo. costieri e le comunicazioni di trasmissione video (video broadca-
Come specificato nel suo acronimo Radar Observing System sting), possono creare forti disturbi, fino a falsare completamente
for Europe in L band, ROSE-L è un radar che sfrutta una speciale le osservazioni. «Problematiche – sottolinea Fabrizio Impagnatiel-
tecnica in banda L, cioè analizza la superficie terrestre utilizzan- lo, chief engineer di CIMR e project design authority dei sistemi di
do una specifica porzione (banda) di onde radio particolarmente osservazione di Thales Alenia Space – che richiedono lo sviluppo
efficaci per lo studio dei cambiamenti climatici. E in particolare di algoritmi innovativi nonché la possibilità che parte dei dispo-
per lo stato di salute dei ghiacci, perché queste frequenze permet-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
sitivi possa essere del tutto riprogrammata anche in volo. È mol-
tono di identificare anche la presenza di fratture e rotture in atto to difficile prevedere oggi lo scenario di inquinamento elettro-
ma invisibili in superficie. A rendere possibile tutto questo è la sua magnetico che potremmo avere a partire dal momento del lancio,
antenna, una grande barra di 11 metri capace di osservare il terri- previsto nel 2028, e nei successivi anni della vita operativa in orbi-
torio con strisciate larghe 260 chilometri e una risoluzione che ar- ta, almeno fino al 2040-2045».
riva fino a 50 metri. Quando entrambi i satelliti ROSE-L saranno
operativi potranno riprendere ogni punto della Terra con una fre- A caccia di spettri
quenza media di circa sei giorni. Altra missione delle Sentinels Expansion in cui c’è un im-
«ROSE-L sarà complementare a Sentinel-1, altra missione ra- portante ruolo italiano è CHIME (Copernicus Hyperspectral
dar ma che osserva in un’altra banda dello spettro elettromagneti- Imaging Mission), una famiglia di satelliti che avrà a bordo uno
co, la cosiddetta banda C», precisano Francesca Spataro e Antonio spettrometro, cioè uno strumento che analizza la luce che riceve,
Bauleo, rispettivamente ROSE-L program director e chief engine- in grado di osservare la Terra in una forma nuova: tramite più di
er di Thales Alenia Space. «Insieme – proseguono – daranno infor- 200 colori, nel cosiddetto iperspettrale. «Questa tecnologia è uno
mazioni preziose per capire i cambiamenti in atto. ROSE-L, come dei nostri cavalli di battaglia», spiega Enrico Suetta, responsabile
in generale tutte le nuove sei Sentinels Expansion, è pensata per ricerca e sviluppo tecnologie elettro-ottiche e spaziali di Leonar-
rispondere alle richieste emergenti su servizi aggiuntivi rispetto do, l’azienda che in collaborazione con la tedesca OHB realizzerà
alle precedenti missioni». In altre parole, tutte le nuove missioni lo strumento principale del satellite, il cui appaltatore principale è
Thales Alenia Space Francia. L’accordo siglato a fine 2020 dall’ESA tivo». Lanciato nel marzo 2019, PRISMA è un progetto interamen-
con l’azienda franco-italiana Thales Alenia Space prevede la rea- te italiano, sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana
lizzazione e la produzione di due satelliti, per un importo com- (ASI) e, come espresso dal suo acronimo PRecursore IperSpettrale
plessivo di 455 milioni di euro. «L’iperspettrale è ancora poco noto della Missione Applicativa, ha l’obiettivo di testare le potenzialità
ma ha grandissime potenzialità – prosegue – perché permette non di questa tecnologia e di migliorarle. Lo spettrometro di PRISMA è
solo di scattare una fotografia bidimensionale ma anche di render- stato realizzato da Leonardo e permette di analizzare la luce rifles-
la in qualche modo tridimensionale. All’immagine ottica tradizio- sa dalla superficie terrestre dividendola in 240 bande diverse che
nale possiamo associare una sorta di rilievo formato da tanti stra- vanno dal visibile al vicino infrarosso. «Un grande avanzamento
ti corrispondenti alle varie frequenze della luce riflessa da quello se consideriamo che gli attuali spettrometri satellitari, quelli det-
che osserviamo. Un cubo che informa anche sulla composizione ti multispettrali, riescono a distinguere poche decine di bande».
chimico-fisica di quello che sto guardando. La tecnologia iper- Nonostante certe differenze, gli strumenti di CHIME e PRISMA
spettrale è quindi in grado di riconoscere le sostanze contenute offrono prestazioni molto simili: osservazione dello stesso inter-
nella scena inquadrata: per esempio non osserva solo una nube vallo di spettri (dall’ottico al vicino infrarosso), oltre 200 bande
sopra una determinata area interessata da un incendio, ci dice an-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
differenti e una risoluzione a terra di circa 30 metri. «La differen-
che se al suo interno ci sono gas tossici, e quali sono». za – aggiunge Suetta – sarà la frequenza di rivisita, ossia il tempo
Osservazioni di questo tipo permettono di fare un enorme trascorso tra un passaggio e l’altro sopra lo stesso punto del pia-
passo avanti rispetto alle cosiddette osservazioni multispettra- neta. Quello di PRISMA è di un paio di settimane, invece CHIME,
li, ovvero in più bande dello spettro elettromagnetico simulta- che prevede il lancio di due satelliti identici attivi contemporanea-
neamente, per esempio quelle effettuate dalle Sentinel-2, perché mente, avrà passaggi più ravvicinati, circa ogni sei giorni».
ampliano notevolmente la quantità e la qualità delle informazio-
ni contenute nelle immagini. Dati utilissimi in una grande varie- La nuova strada italiana
tà di applicazioni: dal settore agricolo, per esempio identificando Ma Copernicus ha ambizioni che vanno ben oltre il lancio di
con precisione le tipologie di piantagioni presenti in quel terreno, satelliti con prestazioni notevoli: il programma vuole migliorare
lo stato di salute delle piante oppure lo stato vegetativo, al monito- la vita dei cittadini e contribuire a far nascere una new space eco-
raggio degli inquinanti in mare, come perdite di petrolio, al rico- nomy, una nuova economia dello spazio. E qui emergono forse le
noscimento dei primi segnali di fioriture di microalghe ancora in- difficoltà maggiori, soprattutto se si focalizza lo sguardo sull’Italia.
ESA/ATG medialab
visibili all’occhio umano. Per capirlo basta leggere le considerazioni finali del Piano Stra-
«Nell’iperspettrale – precisa Suetta – l’Italia è leader a livello tegico Space Economy, definito nel 2016 dal Ministero dello svilup-
mondiale. Ora stiamo lavorando a CHIME ma in orbita abbiamo po economico: «Il posizionamento nazionale complessivo sul pro-
PRISMA, in questo momento l’unico satellite iperspettrale opera- gramma Copernicus che emerge dai precedenti paragrafi non è
www.lescienze.it Le Scienze 81
soddisfacente né sembra poter migliorare nei prossimi anni, in as-
senza di una forte azione correttiva». Analizzando gli aspetti del
ritorno economico il rapporto sottolinea che «l’Italia mostra un
significativo sotto ritorno, con un valore di beneficio di poco in-
feriore all’8 per cento a fronte di un contributo del 14 per cento,
il Regno Unito si avvicina molto alle condizioni di giusto ritorno,
mentre la Francia risulta notevolmente sovra ritornata». In altre
parole, al di là degli sforzi fatti, l’Italia non è stata in grado di sfrut-
tare i servizi prodotti da Copernicus.
«Quel rapporto ha messo in chiaro che la partecipazione ai ser-
vizi era poco efficace da parte dell’Italia», spiega Andrea Taramel-
li, delegato della presidenza del Consiglio dei ministri allo User
forum europeo e coordinatore dello User forum nazionale, in cui
si raccolgono le istanze delle tante comunità di utenti interessate
ai servizi. Per Taramelli, una delle cause di questa scarsa efficien-
za era imputabile soprattutto alla frammentazione delle istituzio-
ni nell’uso dei dati e delle informazioni derivanti da Copernicus.
Da quel rapporto è emersa la volontà di creare un sistema virtuoso
che mettesse l’utente, inteso come istituzioni o aziende, al centro
di tutto. Un’idea messa in pratica con due azioni: da un lato la crea-
zione di una cabina di regia per lo spazio, la formalizzazione nel
2018 della legge per il coordinamento della politica spaziale e ae-
rospaziale e il funzionamento dell’ASI e uno strumento per coor- Un mare di sabbia. Le dune del deserto Rub’ al-Khali, nella Penisola
dinare le azioni di governo con lo strumento Mirror Copernicus; Arabica, riprese dal satellite Sentinel 2-A.
dall’altro mettere insieme gli utenti e
convincerli a dar vita al Forum naziona-
le degli utenti Copernicus. Valorizzare i dati è il mantra dell’ultimo decennio,
«Sulla frammentazione del sistema
istituzionale nella gestione dei servi- perché i bit sono il carburante anche della space
zi di osservazione della Terra si potreb-
bero fare tanti esempi, come l’investi-
economy. Parlare solo di satelliti diventa riduttivo
mento del Ministero dell’ambiente per
il Geoportale nazionale, la creazione
del SISTRI, cioè il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiu- dal controllo dei satelliti alla gestione dei dati, fino alla produzio-
ti, o gli investimenti da parte del Ministero delle politiche agricole, ne di servizi. In questo variegato panorama del cosiddetto down-
alimentari e forestali per creare il SIAN, il sistema per la gestione stream, il nostro paese riveste un ruolo di rilievo, in particola-
dei rimborsi agricoli», precisa Taramelli. «Tutti progetti separati re tramite Telespazio e la sua controllata e-GEOS, che al Centro
tra loro, che non dialogano e spesso sono sovrapponibili in nume- spaziale di Matera acquisisce ed elabora i dati delle missioni Sen-
rose informazioni. Ma in questi ultimi cinque anni è stato attuato tinel-1 e 2, e fornisce servizi fondamentali: «Il nostro fiore all’oc-
un cambio di passo notevole grazie al lavoro dello User Forum na- chiello è il servizio di emergency attivo 24 ore su 24, che in caso di
Include dati modificati di Copernicus Sentinel (2016), processati da ESA, CC BY-SA 3.0 IGO
zionale che ha portato al lancio del programma Mirror Coperni- disastri ambientali o calamità di ogni genere fornisce immediata-
cus del Ministero dello sviluppo economico, un piano di coordi- mente mappe, analisi, immagini e dati per facilitare le operazio-
namento nazionale delle utenze istituzionali finanziato con 400 ni di soccorso», spiega Paolo Minciacchi, amministratore delega-
milioni di euro ed entrato in fase operativa da dicembre 2020».
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
to di e-GEOS.
In particolare, Mirror Copernicus punta a promuovere lo svi- Nel complesso Copernicus offre sei servizi: quattro per il mo-
luppo dei servizi geospaziali basati su Copernicus, rafforzando il nitoraggio ambientale (atmosfera, ambiente marino, territorio e
posizionamento italiano nel settore. Il piano è focalizzato soprat- cambiamenti climatici), uno per la sorveglianza marittima e del-
tutto nel favorire l’incontro tra domanda e offerta. Uno dei pri- le frontiere, e infine quello per la gestione delle emergenze. «È
mi passi è stato il lancio del Copernicus Market Place, un proget- evidente che ci sono già ricadute sociali, ma nel settore delle ap-
to che mira a fornire alle organizzazioni istituzionali e alle aziende plicazioni di geoinformazione e dei servizi è necessaria una cabi-
del settore privato servizi geospaziali su misura per le loro esigen- na di regia unica a livello europeo», sottolinea Minciacchi. «Come
ze operative, e ad aggregare le richieste degli utenti istituzionali. operatori del mercato sia istituzionale che commerciale – prose-
gue – possiamo dire che nei servizi downstream vediamo troppa
Passare agli utenti frammentazione. Per esempio, il mercato è molto dinamico e so-
Valorizzare i dati è il mantra dell’ultimo decennio, perché i bit no proposti molti bandi per lo sviluppo di molte applicazioni, ma
sono il carburante anche dell’economia dello spazio. Parlare al- spesso si tratta di gare di piccole dimensioni e limitate nel tempo,
lora solo di satelliti diventa riduttivo, soprattutto non si dà il giu- mentre per fornire servizi stabili ed efficienti servirebbe una mag-
sto valore all’altra metà del programma, forse la più critica. Si trat- giore resilienza del mercato».
ta di tutto quello che è ben piantato a terra, ovvero una varietà di Finora buona parte delle risorse di Copernicus è stata investita
aziende e infrastrutture che hanno un gran numero di funzioni, nelle sfide scientifiche e nello sviluppo tecnologico, ma secondo
l’amministratore delegato di e-GEOS è ora di ricalibrare gli sforzi: memente più piccoli. Eppure, nonostante i suoi limiti, CORINE
Cortesia Cortesia Copernicus C3S, CAMS, CEMS/ECMWF; fonte https://atmosphere.copernicus.eu/sites/default/
più risorse al settore delle applicazioni e del downstream per mi- continua a essere il prodotto più usato dagli addetti del settore
gliorare l’analisi dei dati e il loro uso da parte degli utenti. «Fino- perché permette di effettuare analisi su un lungo periodo storico e
ra il driver è stato lo sviluppo di nuove tecnologie, assolutamente confrontare la situazione tra paesi diversi. Anche se ha molti limi-
fondamentale, ora però bisogna concentrarsi sui benefici econo- ti, continua a essere uno standard condiviso da tutti».
files/2018-03/ECMWF%20Copernicus%20Infographics%20A5_FINAL-Copernicus%20system_0.jpg
mici e sociali che se ne possono ottenere. Ora i dati ci sono, rendia- CORINE non è altro che uno dei numerosi esempi concreti a
moli fruibili agli utenti». conferma di uno dei pilastri del marketing: il successo di un pro-
dotto non poggia sui vantaggi tecnologici, funziona se garantisce
Questione di punti di vista fiducia. Vinta buona parte della sfida scientifica e tecnologica, ora
Ma chi sono alla fine questi utenti? Per quanto riguarda l’Italia per Copernicus c’è da vincere quella delle applicazioni. Un puzzle
parliamo di un gruppo molto eterogeneo formato soprattutto da
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
in cui bisogna far combaciare l’offerta con la domanda. Da un lato
istituzioni pubbliche di ogni settore, dall’ambiente ai beni cultu- fiumi di bit che possono essere trasformati in servizi di ogni tipo,
rali, e aziende di varie dimensioni, da società multiservizi a dina- dall’altro aziende e istituzioni piene di volontà ma anche diffidenti
miche start-up. Nella nuova strategia italiana sarà il Forum nazio- ed esigenti: «La sfida delle azioni di Mirror Copernicus è collegare
nale degli utenti Copernicus a raccoglierne le istanze. nel modo giusto i due versanti», conclude Taramelli. «Un proposi-
«Anche con le migliori intenzioni, realizzare servizi davvero to innovativo anche paragonato al resto d’Europa. Il vero proble-
utili non è facile», avverte Michele Munafò, responsabile del Ser- ma sarà implementarlo rapidamente».
vizio per il sistema informativo nazionale ambientale dell’Istituto A vent’anni dalla sua nascita, Copernicus insegna che per in-
superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la figu- novare non basta sviluppare tecnologie. Lo spazio è di sicuro un
ra incaricata di raccogliere o coordinare le esigenze della comuni- punto di vista privilegiato, ma per trasformare queste osservazio-
tà di tecnici e ricercatori che vorrebbero implementare le tecnolo- ni in benefici per tutti non basta allontanarsi come per un quadro
gie satellitari nel lavoro della tutela ambientale. Esemplificativo è impressionista. È necessario usare gli occhi nel giusto modo. Q
il caso di CORINE Land Cover, un progetto nato nel 1985 per il mo-
nitoraggio dello stato del territorio europeo e che è stato continua-
PER APPROFONDIRE
mente aggiornato fino a oggi. «Ora – spiega Munafò – potrebbe es-
sere visto come un programma superato, nasceva con mappe con Guarda che Terra! Tatem A.J., Goetz S.J. e Hay S.I., in «Le Scienze» n. 490,
scale di 1 a 100.000 quando adesso possiamo avere dettagli enor- giugno 2009.
www.lescienze.it Le Scienze 83
COGNIZIONE ANIMALE
I salti
dei delfini
e la mente
umana
Studiando le preferenze nel senso
di rotazione di questi animali, si è scoperta
una stranezza della nostra percezione
di Kelly Jaakkola
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Destra o sinistra?
Osservatori diversi si trovavano in disaccordo nell’interpretare
la rotazione tridimensionale di un delfino.
84 Le Scienze
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Kelly Jaakkola è psicologa cognitiva e studia
i mammiferi marini. Dirige la ricerca al Dolphin Research
Center di Grassy Key, in Florida.
G
li esseri umani non si muovono in modo simmetrico. La maggior par-
te di noi preferisce – ottenendo così risultati migliori – usare una ma-
no invece che l’altra, stare in equilibrio su una gamba invece che
sull’altra e, quando esegue rotazioni (per esempio in esercizi di gin-
nastica, balli o tuffi), girare in un senso invece che nell’altro.
Neanche il cervello funziona in modo simmetrico. Nella psi- Poiché tipi di preferenza diversi possono derivare da cause dif-
cologia popolare è diffusa da tempo una versione di questa idea ferenti, studiare molti tipi di comportamenti diversi, tra tanti ani-
secondo cui a volte nelle persone predomina l’emisfero cere- mali differenti, può aiutarci a capire meglio la lateralizzazione
brale sinistro (analitico) o destro (creativo). E anche se la versio- emisferica e la sua evoluzione.
ne popolare di questo concetto si basa su dati discutibili, l’idea
di fondo, cioè il funzionamento asimmetrico del cervello (detto Un nuovo senso della rotazione
lateralizzazione emisferica o lateralità), è ormai assodata. Negli es- Qui le cose cominciano a farsi complicate. Per fare confronti tra
seri umani, per esempio, il linguaggio è in genere elaborato nell’e- animali diversi dobbiamo considerare che le varie specie possono
misfero sinistro e le informazioni spaziali in quello destro. differire nella struttura fisica e nel modo di muoversi. Per esem-
Poiché ciascun lato del cervello controlla un lato distinto del pio, se l’animale cammina eretto (come gli esseri umani e gli uc-
corpo, studiare i comportamenti asimmetrici può farci compren-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
celli), l’asse longitudinale del corpo è verticale, mentre se proce-
dere le funzioni cerebrali asimmetriche. E conducendo questi stu- de a quattro zampe l’asse è orizzontale. Di conseguenza, «girarsi»
di negli animali potremmo capire meglio l’evoluzione cerebrale. può comportare movimenti molto diversi. Per un animale a quat- Pagine precedenti: Ww Pics Universal Image Group e Getty Images
tro zampe, girarsi vuol dire inclinare l’asse longitudinale del cor-
Se le mani non ci sono po da una parte o dall’altra. Per un animale bipede significa invece
Il tipo di lateralità più noto è senza dubbio la dominanza di una ruotare intorno a questo asse, che si mantiene dritto. E un delfi-
mano e di un arto, che è stata studiata negli animali osservando, no, che si muove in uno spazio tridimensionale, può girarsi in en-
per esempio, quale mano usano le scimmie per afferrare un ogget- trambi i modi.
to, o con quale zampa i cani spingono il cibo fuori da un contenito- Quando abbiamo cominciato a studiare la lateralità nei delfini
re. Ma che si può fare se un animale non ha mani né zampe? Come abbiamo fatto attenzione a separare questi due diversi modi di gi-
studiare la lateralità in un animale come un delfino? rarsi. Ma ci siamo trovati di fronte a un altro problema: i nostri ri-
Si è scoperto che esistono vari tipi di asimmetrie comporta- cercatori continuavano a trovarsi in disaccordo su cosa si potesse
mentali, riguardanti non solo gli arti, come la dominanza di una considerare una rotazione «verso destra» (o «verso sinistra»). Dopo
mano o di un piede, ma anche le prestazioni sensoriali, che in di- molte discussioni, anche animate, abbiamo capito di esserci im-
versi compiti possono variare a seconda dell’occhio (o del campo battuti in una stranezza della percezione umana: a quanto pare, gli
visivo) usato, e le rotazioni, in cui si preferisce girare in un senso esseri umani interpretano il senso di rotazione in modi opposti a
invece che nell’altro. seconda di come è orientato l’animale.
mano destra» dell’elettromagnetismo, che molti di noi hanno im- questi casi, trovare una prospettiva diversa può permettere di ve-
parato nei corsi di fisica alle scuole superiori o all’università. Se- dere la situazione più chiaramente. E, come ha osservato lo scrit-
condo questa regola, se si punta il pollice destro nella direzione tore di fantascienza Isaac Asimov, «l’espressione più emozionante
in cui una corrente elettrica scorre attraverso un cavo, la curva che si possa sentire nella scienza, quella che preannuncia nuove
delle dita indica la direzione del campo magnetico che circonda scoperte, non è “Eureka!”, ma “È strano…”» Q
quel cavo. Abbiamo adottato il criterio generale di questo modello
schematico per creare il sistema di codifica con la rotazione lungo
PER APPROFONDIRE
il dito destro (RiFS), contrapposta alla rotazione lungo il dito sini-
stro (LeFS). In questo sistema, quando chi codifica tiene il pollice Inganni nel mondo animale. King B.J., in «Le Scienze» n. 615, novembre 2019.
www.lescienze.it Le Scienze 87
Stima
dimensione
Coordinate popolazione
globale
1 miliardo
Grafica di Jen Christiansen (diagramma) e Liz Wahid (uccelli); Fonte: Global abundance estimates for 9,700 bird species,
100 milioni–250 milioni
Per lungo tempo, il confronto tra le dimensioni relative delle popolazioni del-
le specie aviarie è sembrato un compito impossibile. Troppe specie sempli-
di Corey T. Callaghan, Shinichi Nakagawa e William K. Cornwell, in «PNAS», Vol. 118, 25 maggio 2021 (dati)
cemente non hanno conteggi affidabili. Di recente, però, la citizen science ha 400 milioni
permesso ai ricercatori di ottenere stime globali per l’abbondanza di 9700 78
50 milioni–100 milioni
specie, circa il 92 per cento di tutti gli uccelli sulla Terra. I biologi Corey T.
Callaghan, Shinichi Nakagawa e William K. Cornwell, dell’Università del 190
New South Wales, in Australia, hanno messo insieme dati scientifici su 724 25 milioni–50 milioni
specie ben studiate con conteggi ottenuti dalla app eBird, con cui da ogni
300 milioni
parte del mondo si possono inviare segnalazioni di avvistamenti. I ricercato- 436
ri hanno usato un algoritmo per estrapolare stime per le specie nel loro cam-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
Si stima che 1180 specie (il 12 per cento di tutte le 9700) abbiano
1178 1 milione
popolazioni con meno di 5000 esemplari (area tratteggiata).
Questo include specie come il kiwi maculato maggiore (377 esemplari) 0
e il coda a ventaglio dell’isola Malaita (meno di 100 esemplari).
5022
88 Le Scienze
di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019).
Previsioni e profezie
Spesso la fantascienza non punta a prevedere il futuro,
ma ne immagina uno in cui riversare paure e speranze
www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
l primo a occuparsene è stato Antoni van visi a livello internazionale e che stabiliscono,
n Germania dal 1516 esiste una norma – gli anni sessanta del secolo scorso, e ora è co-
www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Pur favorito da una moneta truccata, il banco
può comunque andare in bancarotta.
La probabilità dipende dalla sua dotazione iniziale...
Probabilità al cubo
vete presente quelle giornate magiche di settembre?
mann… ti direi anche cosa stiamo facendo, ma non vorrei farti sentitamente per aver lasciato in pace il mio. Comunque, chi vin-
passare il buonumore. So per certo che, in verità, tu non vuoi sa- ce? Il banco o il pollo?»
pere cosa stiamo facendo.» «Purtroppo il banco, molto spesso. A noi interessano le vinci-
«Bleah», confermano la voce e la smorfia di Alice. «Sempre alla te del pollo, ma quelle sono piuttosto rare. Appena un po’ più fre-
ricerca di qualche stramaledettissima probabilità, allora.» quenti dello scavare bitcoin in giardino, ma comunque pochine.»
«A dire il vero – precisa Piotr – questa volta le probabilità le co- «Non ho nessuna speranza di convincervi a mollare tutto e a ve-
nosciamo benissimo. Sappiamo anche come andrà a finire il gio- nir fuori, vero? Va bene, eccovi le birre, accompagnate da tutto il
co, ma stiamo cercando di fare andare le cose come nessuno se lo mio disprezzo. Vi concedo di riassumermi l’abominevole proble-
aspetta.» ma che vi tiene lontani dalla più bella luce crepuscolare dell’anno,
«Non sono sicura di voler sapere altro.» a patto che Rudy non cominci dicendo “è molto semplice”. Non lo
Illustrazione di Stefano Fabbri
«Te lo diremo lo stesso, Alice», ghigna Rudy. «Tanto per comin- sopporto, soprattutto quando si parla di probabilità.»
ciare, sappi che non stiamo impegnando nessun organismo a ba- «Beh, tutto nasce dal fatto che di solito io tengo il banco, e le re-
se di carbonio, per una volta: solo stolide intelligenze a base di sili- gole che mi invento tendono a favorirlo. Stavolta il vantaggio del
cio. I nostri laptop stanno giocando, ciascuno contro se stesso, un banco è chiaro e palese, ma sono interessato a che il banco perda,
mucchio di partite. Noi ci limitiamo a registrare l’andamento.» almeno un po’, almeno dopo un certo tempo. È molto semplice.»
«Insomma, state rendendo schizofrenici i computer. Ringrazio «Ti avevo chiesto di non dirlo!»
IL PROBLEMA DI AGOSTO
La fantomatica pasticceria visitata il mese scorso da Doc ha la perversa la pasticceria usasse vassoi da un solo pasticcino il problema non avreb-
abitudine di vendere pasticcini solo in tre tipi di vassoi, da 6, 9 e 20 ele- be senso, perché tutti gli interi soddisfano l’equazione n≡0 (mod 1). È in-
menti, e si rifiuta di consegnare vassoi che non siano a pieno carico. Il somma sufficiente trovare coppie (y, z) tali che i minimi valori esprimibi-
proprietario asserisce che, «oltre un certo numero» di pasticcini ordina- li come 9y + 20z siano pari, (mod 6), a 1, 2, 3, 4 e 5. I multipli di 9 sono
ti, il suo negozio sarà in grado di ottemperare in maniera precisa e senza alternativamente uguali a 0 e 3 (mod 6) e i valori minimi sono uguali a 0
sprechi a ogni ordine dei clienti. Doc, per puro dispetto, calcola e ordina e 9. I multipli di 20 (mod 6) sono ciclicamente uguali a 0, 2 e 4 e i valori
proprio quel «certo numero» di pasticcini, insomma il numero più gran- minimi sono 0, 20 e 40. Mancano solo i valori 1 e 5, facilmente ottenibi-
de che non si riesce a sistemare perfettamente in un set di vassoi da 6, 9 li: il primo sommando (sempre in mod 6) 3 e 4, e il secondo sommando
o 20 completamente riempiti. 2 e 3. Imponendo i valori minimi, si trova che per n≡1 (mod 6) il valore
Un’ordinazione «ben soddisfatta» dal pasticciere si può esprimere co- minimo che soddisfa l’equazione è 49, mentre per n≡5 (mod 6) è 29; ne
me 6x + 9y + 20z. È utile usare l’aritmetica modulare in base 6, consi- segue che il massimo numero di pasticcini non confezionabile sui tre tipi
derando che il vassoio più piccolo, governato dalla x, garantisce la sod- di vassoi è quello per cui vale n≡1 (mod 6) immediatamente preceden-
disfazione di tutti i valori n≡0 (mod 6): a titolo di esempio, si noti che se te a 49, ovvero 43.
www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero
che si sapesse nulla dei germi, per tentare di tamponare gli effet-
ti della globalizzazione commerciale che insieme a seta, spezie e ha molti pregi e qualche difetto. Perpetua qualche luogo comune
schiavi scambiava anche malattie. La medicina fu comunque len- che la storiografia negli ultimi decenni ha sfatato, ma questa man-
ta nel contribuire a simili miglioramenti: fu necessario allontanar- canza è bilanciata dalla capacità di uscire dal semplice ambito del-
si dall’umoralismo e scoprire con fortuna e fatica le proprietà di al- la storia della medicina per avvicinarsi alle scienze sociali a tutto
cune piante, per poter evolvere verso la medicina contemporanea tondo, analizzando e spiegando quanto sia necessario – per affron-
basata su biochimica e fisiologia. tare le malattie infettive – pensare allo stile di vita, all’economia, ai
Il libro è molto efficace nell’evitare di seguire una semplice cro- modelli politici ed economici che vogliamo accettare.
nologia, argomentando di volta in volta quali diversi fattori abbia- Una conclusione fondamentale cui si arriva è che nessuno può
no plasmato il nostro rapporto con le malattie infettive intreccian- difendersi da solo: non solo in termini di geografia e trasporti, ma
do fili narrativi diversi: molta economia e tanta attenzione a come anche di cooperazione interdisciplinare. Epidemiologia o virolo-
i contagi abbiano impatti sociali molto profondi, non limitati al- gia da sole possono poco contro malattie emergenti dovute alla
le statistiche della clinica. Molto spazio è dato anche alle vaccina- deforestazione (come Ebola), e lo sviluppo economico deve tener
zioni, strumento fondamentale che ha portato alla scomparsa del conto degli aspetti sanitari. La salute è necessariamente globale e,
vaiolo e ha radicalmente ridotto tante altre malattie, tra cui la po- come le malattie, non conosce confini.
lio. Scritto in modo decisamente accessibile, il volume di Kenny Mauro Capocci
Si può avere una mente brillante e dare un contribu- re si traduce non solo in questo enorme carico menta-
to essenziale a un settore disciplinare o a un’innovazio- le, ma anche in disparità salariale e, naturalmente, nel
ne importante senza salire agli onori della cronaca. Può ridimensionamento del suo contributo scientifico. È un
succedere per motivi diversi, legati a singole motivazioni simile percorso che porterà alla mancata assegnazione
o complessi intrecci di fattori, che non è sempre facile del premio Nobel a Jocelyn Bell per la scoperta delle
dipanare. Per esempio, si può rimanere «nell’ombra», pulsar, che ha giustamente fatto molto discutere.
per adoperare la terminologia scelta dalle autrici del li- Altre volte il problema è rappresentato dalla gestione di
bro, esperte di comunicazione della scienza con per- un brevetto e da un intreccio di circostanze, come nel
corsi diversi e complementari, per motivi legati al gene- caso di Antonio Meucci. Altre volte ancora si arriva indi-
re. Non è un caso se molte delle storie raccontate sono pendentemente a una grande scoperta legata al nome
di donne, ostacolate dal patriarcato strutturale nella so- di un altro, come per Alfred Russel Wallace, la cui figura
cietà, che subordinava i loro interessi scientifici e cultu- oggi è spesso strumentalmente travisata dagli antidar-
rali alle occupazioni domestiche, permettendo con mol- winisti. Leggendo le storie, raccontate in modo appas-
ta più facilità agli uomini di ricevere riconoscimenti. sionante e curato sul piano della scrittura e della ricerca
«La mia vita domestica – scrive la brillante astronoma delle fonti, si ha modo di riflettere sul fatto che la scien-
Williamina Paton Fleming, di cui si racconta la storia – za è un’opera collettiva, portata avanti da una nutrita co-
è necessariamente diversa da quella di altri funzionari munità di persone, e che l’idea del genio isolato è ingan- Geni nell’ombra
dell’università, giacché il governo della casa grava tutto nevole, perché per ogni figura esaltata ce ne sono molte di Milly Barba e Debora Serra
sulle mie spalle, insieme alla preoccupazione di reperi- altre «nell’ombra», spesso non meno importanti. Codice Edizioni, Torino, 2021,
re i mezzi per far fronte ai suoi costi.» Il divario di gene- Anna Rita Longo pp. 268 (euro 17,00)
Un po’ guida pratica e un po’ saggio, il libro è frutto un giornalismo specializzato tutto particolare, il cui ruo-
dell’esperienza di Nico Pitrelli come direttore del Master lo – storicamente marginale nei media italiani – secon-
di comunicazione della scienza della SISSA di Trieste, il do Pitrelli ha bisogno di essere ripensato e ridefinito alla
primo e più autorevole corso di formazione per giornali-
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
luce delle grandi trasformazioni in corso sia nel siste-
sti scientifici d’Italia, oltre che di una riflessione sul rap- ma dei media in generale sia nella stessa comunicazio-
porto tra scienza, società e comunicazione che impe- ne della scienza.
gna l’autore da anni. Essere giornalisti scientifici oggi richiede sì nuove com-
I capitoli centrali del libro costituiscono infatti un vero petenze e specializzazioni, ma va al di là di una funzio-
e proprio manuale di istruzioni per chi si accosta alla ne di interpreti dei risultati scientifici o di «cani da guar-
carriera di giornalista scientifico, che raccoglie strumen- dia» contro il dilagare di informazioni approssimative o
ti indispensabili per un corretto racconto della scienza e spettacolarizzate e di false notizie. Comporta invece an-
dei suoi risultati, dall’interpretazione di un articolo scien- che – forse soprattutto – uno sguardo critico e indipen-
tifico alla valutazione delle fonti, dalla trattazione dei da- dente, capace di costruire sintesi tra le esigenze e gli
ti alle varie tecniche e formati narrativi, senza trascurare obiettivi, non sempre coincidenti, della comunità scien-
le strategie per «sopravvivere e prosperare da freelan- tifica e della società civile. E richiede quindi l’acquisi-
ce», che rappresentano ormai la stragrande maggioran- zione di un orizzonte politico, la consapevolezza che il
za delle figure professionali del settore. ruolo e le responsabilità dei giornalisti scientifici «non Il giornalismo scientifico
Di interesse più ampio sono invece i capitoli dedica- hanno solo a che vedere con il lavoro degli scienziati ma di Nico Pitrelli
ti alla funzione del giornalismo scientifico, in cui l’auto- riguardano la natura della società che vogliamo vivere». Carocci, Roma, 2021,
re si concentra sull’utilità sociale e il valore aggiunto di Claudia Di Giorgio pp. 128 (euro 12,00)
www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero
Nel suo libro di esordio di due anni fa, Barbara Mazzolai ni preziose in questo senso, aiutandoci a trovare un si-
accompagnava il lettore in un settore di confine, quello stema di limitazione dei danni. Oppure si può studiare
della robotica ispirata alle piante. La natura geniale rac- come il popolo Khasi, nell’India nord-orientale, sfrutta
contava quello che la stessa autrice e un manipolo di al- le reazioni delle radici aeree di Ficus elastica a tatto (tig-
tri ricercatori curiosi e creativi hanno realizzato: i primi motropismo) e stimoli chimici (chemotropismo) per far
plantoidi, robot ispirati al mondo vegetale. Oggi Mazzo- sì che questi alberi si sviluppino come desiderato, con
lai sposta maggiormente l’accento sulle piante, metten- strutture architettoniche utili, come i ponti. Proprio da
do in fila una carrellata di storie botaniche sorprendenti. queste fascinazioni è nato il nuovo progetto di Mazzo-
E, questo è l’intento esplicito di Mazzolai in queste pagi- lai, che mostra come lei e il suo gruppo guardino al fu-
ne, guardando proprio alla natura, e alle piante in par- turo radicandosi nella botanica: si chiama Roker e sarà
ticolare, potremo ancora trovare soluzioni ai problemi un robot capace di crescere sulla base degli stimoli am-
che minacciano oggi l’umanità, a cominciare dalle con- bientali ricevuti e dell’interazione con l’uomo.
seguenze del cambiamento climatico. Un altro messaggio che arriva forte è la necessità di
Da questo punto di vista, le piante tutte sembrano vit- continuare a studiare il mondo vegetale, fonte di ispira-
time di un paradosso: da loro deriva il carbone che ha zione per la tecnologia del futuro, ma anche elemento
permesso di iniziare la Rivoluzione industriale da cui è imprescindibile per la vita. In fondo, la piante sono ap- Il futuro raccontato
nata la crisi climatica, ma sempre loro sono il miglior si- parse sulla Terra ben prima di noi e senza di loro, e la lo- dalle piante
stema per la cattura dell’anidride carbonica in eccesso ro invenzione della fotosintesi, non ci sarebbero mai sta- di Barbara Mazzolai
nell’atmosfera. Così, studiare il modo di fare rete delle te le condizioni per la nostra comparsa. Longanesi, Milano, 2021,
piante in simbiosi con i funghi potrebbe darci indicazio- Marco Boscolo pp. 224 (euro 18,00)
Questo libro avrebbe anche potuto chiamarsi «un giar- za, in cui l’autore invita a usare i giardini come una pa-
diniere alle prese con i cambiamenti climatici», ma Pa- lestra. «Un giardino non è natura», ammonisce. Ovvero,
olo Pejrone, architetto paesaggista e progettista di giar- non azzardiamoci a pensare che tramite le nostre scelte
dini di fama internazionale, preferisce esplicitare il
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
casalinghe in fatto di piante potremo arginare le conse-
«dubbio», quello che oggi assale il giardiniere. Pejrone guenze del riscaldamento globale, che richiede decisio-
in queste pagine affronta le questioni con sicurezza ma ni a livelli del tutto diversi. Quello che possiamo fare nei
senza sicumera, facendo della necessità di adattamen- nostri giardini è allenare la familiarità con il mondo ve-
to – forse imparata dalle piante stesse – e della capacità getale, la nostra sensibilità e il coinvolgimento, e questo
di cambiare idea quando necessario la propria cifra sti- certo può aiutare a cambiare alcune cose, che però in
listica. Non aspettatevi un libro di divulgazione scientifi- parte sono ormai irreversibili. Meglio adattarsi dunque
ca però: anche se l’approccio di Pejrone è chiaramen- per non venire sconfitti del tutto.
te evidence based, quel che troverete qui è soprattutto Il ruolo degli alberi, la scomparsa di specie tipiche, la
una preziosa e ragionata testimonianza. comparsa di specie migranti, l’entrata della macchia
Lo sguardo di Pejrone non è prezioso solo per l’inne- mediterranea nella pianura padana piemontese: Pejro-
gabile competenza ma anche per il suo periodo di at- ne descrive tutto questo con intelligenza, arguzia e po-
tività, lungo abbastanza da aver visto con i propri oc- esia. Il volume si struttura infatti in brevissimi capitoli,
chi le conseguenze del cambiamento climatico, quasi un corrispondente in prosa di haiku giapponesi I dubbi del giardiniere
specialmente nelle colline piemontesi, dove vive e cu- con i quali condivide la capacità evocativa, i temi natu- di Paolo Pejrone
ra personalmente il giardino del Bramafam di Revello. ralistici ma anche la lettura a più livelli. Einaudi, Torino, 2021,
Questo è un libro sull’adattamento e sulla sopravviven- Federica Sgorbissa pp. 192 (euro 17,00)
Q
uella di Trieste Next è una ker- festival, evoca probabilmente scenari con- analisi e il loro essere elemento imprescin-
messe che fin dal nome ha sem- flittuali che sarebbe forse bene evitare, è dibile per lo sviluppo dell’intelligenza arti-
pre guardato al futuro, e c’è però fuori di dubbio che per rispondere al- ficiale. Senza dimenticare i problemi che la
molto bisogno in questo momento di pro- le domande di questa doppia crisi, sanita- società dei big data porta con sé, come ri-
gettare più di un futuro. La nostra socie- ria e ambientale, non si possa prescindere corda da anni uno degli ospiti dell’evento
tà sta ancora facendo i conti a fatica con la dalla scienza. A volte ispirandosi diretta- triestino: Viktor Mayer-Schonberger, pro-
pandemia di COVID-19 e sullo sfondo c’è mente a essa, come fa da anni un’altra ospi- fessore di internet governance and regu-
una crisi climatica che morde ogni gior- te, Barbara Mazzolai, biologa dedita alla lation all’Università di Oxford, nel Regno
no di più. Verrebbe allora da scrivere che costruzione di robot – i plantoidi – ispira- Unito. Oppure senza dimenticare anche il
quello scelto per questa decima edizio- ti alle piante nel comportamento; che po- rapporto tra genetica e ambiente, che ogni
ne era l’unico tema possibile: Take Care. trebbero rivelarsi alleati fondamentali, per giorno capiamo essere più complesso, co-
La scienza per il benessere sostenibile. Da esempio nell’effettuare analisi dell’inqui- me ricorda l’intervento di Alberto Piazza,
una parte l’accento sul rimettere in ordi- namento dei suoli. autore di un fortunato libro dal titolo Ge-
ne, garantendo salute e per quanto possi- Trieste Next si apre il 24 settembre con netica e destino in finale al Premio Galileo
bile serenità di fronte alle sfide della salute; uno dei sei eventi italiani della Notte eu- di Padova.
dall’altra la necessità sempre meno riman- ropea dei ricercatori e prosegue con oltre Tra i partner, quest’anno c’è particolare
dabile di intraprendere azioni che rendano 100 eventi, con 200 ospiti e altrettanti la- curiosità per INAIL che, in collaborazione
l’attività umana sempre meno impattante. boratori e incontri per le scuole. Tra i temi con l’Istituto italiano di tecnologia, presen-
Se Armati di scienza, titolo del libro più proposti, c’è da sottolineare l’interesse del- terà una innovativa mano robotica.
recente di Elena Cattaneo, tra gli ospiti del la manifestazione per l’uso dei dati, la loro Marco Boscolo
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71
www.lescienze.it
Prossimo numero
a ottobre
dell’editore. Si collabora alla rivista solo su invito dati contenuti nell’archivio sopraindicato presso la Redazio-
Folco Claudi, Gianbruno Guerrerio e non si accettano articoli non richiesti. ne di Le Scienze, Via Cristoforo Colombo, 90, 00147 Roma.
Segreteria di redazione:
ABBONAMENTI E ARRETRATI Illustrazione di Mark Ross (nana bruna); Joachim Schmeisser (elefanti)
Andrea Lignani Marchesani SCIENTIFIC
Progetto grafico: Giovanna Salvini
GEDI Distribuzione S.p.A.
AMERICAN Per informazioni sulla sottoscrizione di abbonamenti
Referente per la pubblicità e sulla richiesta di arretrati telefonare
Editor in Chief al numero 0864.256266 o scrivere a
A. Manzoni & C. S.p.A. Laura Helmut abbonamenti@gedidistribuzione.it o
agente Marta Bisin (tel. 02 57494231, 348 9320514) arretrati@gedidistribuzione.it
President
e-mail mbisin@manzoni.it Fax 02.26681986.
Dean Sanderson
Pubblicità: Executive Vice President Italia
A. Manzoni & C. S.p.A. Michael Florek abb. annuale € 42,00
Via Nervesa 21, 20139, Milano, abb. biennale € 80,00
Hanno collaborato a questo numero abb. triennale € 106,00
telefono: (02) 574941 copia arretrata € 9,90
Per le traduzioni: Silvia Baldi: La sete dell’umani- Estero
Stampa tà; Francesca Bernardis: Una nuova versione abb. annuale € 79,00
Puntoweb, Via Variante di Cancelliera, snc,
della vita; Silvio Ferraresi: Il cervello elettrico;
00040 Ariccia (RM).
Daniele Gewurz: Gli acceleratori del futuro;
Accertamento
Consiglio di amministrazione Lorenzo Lilli: Le rocce dell’Oman e la cattura del
Corrado Corradi (presidente), Michael Keith carbonio, I salti dei delfini e la mente umana; diffusione stampa
Florek (vice presidente), Gabriele Acquistapace, Alfredo Tutino: Difendere il suolo e salvare il pia- certificato
David Blancato, Markus Bossle neta. n. 8885 del 05/05/2021
e e e
e e e
Copia di 234284a4dd69fd7e7def4e389ad3af71