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le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Maggio 2023
euro 5,90

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Ghiacciai alpini
al collasso

Sono ogni anno più numerosi quelli che non si limitano a perdere
massa, ma scompaiono a causa del cambiamento climatico

Fisica Politiche sanitarie Medicina


Come ricreare la materia In Italia le cure mentali sono Cellule immunitarie
del cosmo delle origini sempre più problematiche mirate contro il cancro
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in copertina Sommario
Il cambiamento climatico sta portando al collasso i ghiacciai
delle Alpi, con la perdita di masse glaciali considerevoli e, a volte,
la loro completa scomparsa (Foto: cortesia Cristian Ferrari) Maggio 2023 numero 657

26 Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

FISICA
NUCLEARE

Brodo
primordiale
di Clara Moskowitz
Nuovi esperimenti
possono ricreare l’u-
niverso delle origini,
quando era un miscu-
glio di particelle
fondamentali, in mo-
do più preciso che
mai

NEUROSCIENZE MEDICINA
34 Il long COVID e il cervello 62 Cellule mirate contro il cancro
di Stephani Sutherland di Heidi Ledford
Milioni di persone continuano a soffrire anche molto tem- Le terapie con CAR-T, cellule immunitarie modificate per
po dopo l’infezione. Ora si sta scoprendo che spesso i loro attaccare con efficacia alcuni tumori, stanno diventando
sintomi hanno cause neurologiche sempre più potenti e si studia come allargare il ventaglio
dei loro obiettivi e renderne l’azione più durevole
C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O
42 La ritirata dei ghiacciai alpini POLITICA SANITARIA

di Giovanni Baccolo e Cristian Ferrari 68 Una salute mentale a gettoni


Ormai arretrano con decisione, e ogni anno che passa so- di Cristina Da Rold
no più numerosi i ghiacciai delle Alpi che non si limitano a Ogni regione si muove a modo suo, il personale diminui-
perdere massa, ma scompaiono sce ed è allo stremo. E come risultato il Servizio sanitario
nazionale fatica sempre di più a dare risposte ai bisogni
DEMOGRAFIA delle persone che soffrono di disagio mentale
52 La crescita della popolazione
FISICA
sta rallentando
Testo e grafici di Katie Peek 76 L’universo olografico compie 25 anni
Nel 2022 la popolazione mondiale è arrivata a otto miliar- di Anil Ananthaswamy
di di persone. Ma in gran parte del mondo la fertilità è in La congettura detta della dualità AdS/CFT, secondo cui il
calo e con ogni probabilità il numero di abitanti del piane- nostro universo è una proiezione olografica di una realtà
ta toccherà il suo massimo nel corso di questo secolo, per che ha meno dimensioni, ha permesso molte scoperte si-
poi diminuire gnificative in fisica
Fotografia di Christopher Payne

SCIENZE COGNITIVE BIOLOGIA

54 Nati per contare 80 La sorellanza delle specie


di Jacob Beck e Sam Clarke di Barbara Natterson-Horowitz
Come immaginava Platone, i bambini piccoli sanno fare di Studiare i nessi che intercorrono tra le femmine degli ani-
conto, grazie a un sistema innato di conteggio preverbale mali lungo tutto l’albero della vita può migliorare la salu-
presente anche in molte altre specie animali te delle donne

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

di Marco Cattaneo

10 Intervista
Dal cemento autoriparante dei romani un’idea
per il clima di Leonardo De Cosmo

12 Made in Italy
Una terapia più accessibile per le ferite
di Letizia Gabaglio

14 Il matematico impertinente
Il più grande mistero della fisica di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Buchi neri e interdisciplinarietà di Elena Castellani

16 Homo sapiens
Altamura, uno scavo virtuale di Giorgio Manzi
10
17 La finestra di Keplero
L’antichissima acqua terrestre di Amedeo Balbi

88 Coordinate
La scienza della fusione del cioccolato di Clara Moskowitz

89 I bastioni di Orione
Storie di zombi di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam

Cortesia Admir Masic/MIT(cemento romano); A. Angelich (NRAO/AUI/NSF)/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)


Labbra rimpolpate di Beatrice Mautino

91 Pentole & provette


L’importanza del sale iodato di Dario Bressanini

92 Rudi matematici
Frazioni di girotondo
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio

94 Libri & tempo libero


17
SCIENZA NEWS

18 L’invasione planetaria 22 Schegge di pietra inaspettate


Certificato PEFC del particolato fine 22 I movimenti notturni delle piante
20 Vulcani in eruzione su Venere hanno una lunga storia
La nostra carta
proviene da foreste 20 Il telescopio spaziale James Webb 23 Uccelli malati
gestite in modo
(disco V883 Orionis)

vede le galassie della reionizzazione di plasticosi


sostenibile
e da materiali riciclati 21 DART, missione compiuta 23 L’apprendimento sociale
21 Due destini possibili per la fine di api e bombi
www.pefc.it
dei buchi neri 24 Brevissime

4 Le Scienze 657 maggio 2023


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di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

California a San Diego Martin Nowak

Prendere sul serio Edoardo Boncinelli


docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,

la crisi climatica
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
Eventi estremi, siccità, fusione dei ghiacciai stanno direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
accelerando. Con conseguenze sempre più serie Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
marzo, le insolite quanto abbon- diano Daniele Cat Berro, meteorologo del- Ramachandran

A
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
danti nevicate nel sud della Ca- la Società meteorologica italiana, non ba- Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
lifornia hanno scatenato il con- sterebbero due mesi di pioggia. fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
sueto coro degli scettici del cambiamento E le notizie sul fronte della montagna Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
climatico. Ignari del fatto che, se una ron- non sono di conforto, dopo un anno parti- docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
dine non fa primavera, una nevicata estem- colarmente caldo e la miseria di neve cadu- Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
poranea a livello locale è irrilevante per la ta negli ultimi due inverni. Come scrivono direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
temperatura globale. Nel frattempo dall’al- Giovanni Baccolo e Cristian Ferrari nell’ar- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
tra parte del globo, per esempio, le città ci- ticolo a p. 42, «l’estate 2022 è stata la tem- Kaigham J. Gabriel Cambridge
presidente e CEO, Charles
nesi battevano record su record di tempe- pesta perfetta per i ghiacciai alpini». Che Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
ratura, con Pechino che sfiorava i 28 gradi da oltre vent’anni perdono spessore, oltre Harold Garner Washington State University
il 10 marzo, superando di oltre 5 gradi il che superficie, a un ritmo di oltre un me- direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
primato precedente. tro all’anno. I dati non lasciano margini di Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
Le nevicate californiane hanno anche dubbio, come pure gli esiti delle campagne Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
fatto sperare in un po’ di sollievo dalla per- di osservazione, che hanno rilevato nuove direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università Education
durante siccità che negli ultimi vent’anni modalità di fusione – raccontano Baccolo e della California a Santa
Barbara
Terry Sejnowski
ha flagellato gli Stati Uniti occidentali. Ma è Ferrari – in cui interi settori di un ghiaccia- docente e direttore del
David Gross Laboratorio di neurobiologia
bastato poco per sbattere contro una realtà io collassano in quelli che gli esperti han- docente di fisica teorica, computazionale, Salk
quanto mai amara. Dopo mesi di negoziati no chiamato crepacci circolari, o calderoni Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
infruttuosi tra gli Stati coinvolti, l’Ammini- di ghiaccio, prodotti dal progressivo ce- per la fisica 2004) Michael Shermer
strazione Biden ha proposto una riduzione dimento del soffitto di cavità sotterranee Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
uniforme delle forniture d’acqua dal fiume scavate dall’acqua. Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
Colorado per California, Arizona e Neva- Il destino dei ghiacciai alpini sembra se- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
da, riducendole anche di un quarto. Anche gnato. Potrebbero scomparire del tutto en- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
perché i consumi eccessivi minacciano se- tro la fine del secolo. Ma non è meno grave Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
riamente il grande fiume che scende dalle la situazione delle grandi calotte che rico- Vinod Khosla Università di Trento
Montagne Rocciose e che fornisce acqua prono la Groenlandia e l’Antartide. A que- Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
potabile a 40 milioni di americani e irriga- sto proposito, ha destato scalpore un ar- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
zione a 2 milioni di ettari di coltivazioni. ticolo pubblicato su «Nature» all’inizio di for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
Non che da noi le cose vadano meglio, aprile. Un gruppo di scienziati britanni- for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
vero. Il lago di Ceresole Reale è un baci- ci ha stimato, dallo studio dei sedimenti Arizona State University
Università del Texas ad
no artificiale realizzato negli anni venti del marini, che alla fine dell’ultima glaciazio- Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
Novecento con uno sbarramento lungo il ne intere porzioni della calotta glaciale so- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
corso del torrente Orco, nell’omonima val- no sprofondate nell’oceano anche di 600 Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
le, per sfuttarne le risorse idriche. O me- metri al giorno. Una notizia in cui molti Steven Kyle Nathan Wolfe
docente di economia
glio, lo era. L’11 aprile un articolo sul quoti- esperti hanno visto un preoccupante av- applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
diano «La Stampa» ne raccontava l’agonia. vertimento per regioni critiche come il Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
Oggi il bacino è una distesa di detriti, ri- ghiacciaio Thwaites, di cui abbiamo parla- docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
sultato di un deficit pluviometrico che nel to sul numero di gennaio. Institute of Technology Jonathan Zittrain
nord-ovest è stimato tra il 40 e il 70 per Chissà se prima o poi riusciremo a pren- Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
cento. Per colmarlo, ha dichiarato al quoti- derlo sul serio, il cambiamento climatico.

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Intervista Ispirandosi a un’antica tecnica si potrebbe
aumentare la durata del cemento e ridurne così la
produzione, che comporta forti emissioni di CO 2

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Dal cemento autoriparante


dei romani un’idea per il clima
conomico, semplice e pratico: il cemento è uno dei ma-

E teriali più importanti del pianeta ma è allo stesso tempo


uno dei più inquinanti in termini di gas serra. Ora la cri-
si climatica impone che la filiera del cemento diventi al più presto
carbon neutral ma raggiungere l’obiettivo è estremamente com-
plicato. Un grande aiuto potrebbe arrivare dagli antichi romani.
Ne parliamo con Admir Masic che, in uno studio pubblica-
to su «Science Advances», ha rivelato alcuni segreti dell’incre-
dibile capacità di autoriparazione dei cementi romani. Oggi al
Massachusetts Institute of Technology (MIT), Masic ha trascorso
molti anni in Italia, dove si è laureato. Un legame, quello con l’Ita-
lia, pieno d’amore ma anche con un po’ d’amarezza.

Che cosa avete scoperto sul cemento dei romani?


Prima di tutto abbiamo studiato alcuni campioni di calcestruz-
zo romano provenienti da un piccolo paese vicino Roma, Priver-
no (antica Privernum), e poi abbiamo cercato di ricostruirne i pro-
cessi di preparazione. Sia le indagini microscopiche sia quelle
spettroscopiche indicano che, a differenza di quanto ritenuto fi-
nora, i romani usassero una tecnica che oggi possiamo definire di
hot mixing. Varie fonti tra cui Vitruvio indicavano che l’incredi-
bile cemento romano, capace di indurire anche in acqua, venisse
realizzato mescolando malta e pozzolana con la calce spenta, os- tenere a un costo competitivo. Studiando il calcestruzzo romano,
sia calce viva già idratata. Ma in realtà le nostre indagini mostra- che ha questa capacità, puntiamo a introdurre questa caratteristi-
no che veniva invece usata la calce viva. In questo caso le reazioni ca anche negli analoghi moderni.
generano calore e scaldano la malta, perciò si parla di hot mixing.
Qual era allora il «trucco»?

Cortesia Admir Masic/MIT (tutte le foto in questa pagina e nella pagina a fronte)
E che cosa ci aggiunge sapere che tecnica usassero i romani? Quel che abbiamo osservato è che nella fase di miscelatura,
Il cemento è un materiale essenziale: non solo è straordinario usando calce viva in sostituzione della calce spenta oppure me-
dal punto di vista meccanico, ma è facile da produrre. Possiamo scolando le due, si formano inclusioni, come piccoli grumi di cal-
definirlo «democratico» ed è uno standard difficile da sostituire. ce, che non vengono disciolte. Quando poi si verifica una frattu-
Il problema è che non è più sostenibile. Si stima che, se l’industria ra nel cemento e l’acqua si infiltra nella spaccatura, quei grumi si
del cemento fosse una nazione, sarebbe la terza più inquinante comportano come piccole riserve di calcio che fanno riparare la
del pianeta, dopo Stati Uniti e Cina. Entro pochi decenni dobbia- frattura.
mo arrivare a creare un materiale che sia carbon neutral. Ma par-
liamo di un settore con pochissimi margini e dove i guadagni arri- Da questa scoperta sui cementi romani cosa può cambiare?
vano solo dai grandi numeri, è difficilissimo introdurvi un nuovo La nostra speranza è che la soluzione che ora proponiamo pos-
prodotto se questo costa di più. sa rivelarsi realmente competitiva per l’industria. Per questo ab-
Da tempo il cemento romano è studiato perché dimostra di ave- biamo fondato in Italia una start-up, DMAT. La nostra idea in real-
re capacità di self-healing, ossia di auto rigenerazione. Non è un tà non è di replicare la tecnica dei romani, ma di trasferirne alcuni
caso che dopo 2000 anni è possibile vedere ancora così tanti edifi- elementi nel contesto moderno e arrivare a creare uno standard
ci romani. È facile capire che avere materiali da costruzione capaci nei calcestruzzi autoriparanti a un prezzo competitivo.
di auto rigenerarsi quando subiscono fratturazioni avrebbe gran- Il vero vantaggio non è nella trasformazione della sua produ-
dissimi vantaggi, ma oggi è una caratteristica difficilissima da ot- zione ma nella sua durata, fino al 50 per cento di vita in più. Se ri-

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di Leonardo De Cosmo

CHI È

ADMIR MASIC Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

A capo del Laboratory for Multiscale all’Università di Torino si laurea in chimica e sostegno ai rifugiati. È cofondatore della spin-off
Characterization and Materials Design del ottiene un dottorato in chimica fisica. Si trasferisce Adamantio, specializzata in indagini diagnostiche
MIT, lavora tra l’altro a caratterizzare i materiali al Max-Planck-Institut in Germania e poi al MIT, su beni culturali e nuovi materiali, e della start-up
archeologici per sviluppare nuovi materiali dove fonda il Refugee ACTion Hub, programma DMAT, che sviluppa soluzioni innovative nei
durevoli e sostenibili. Nato in Bosnia-Erzegovina, per sviluppare progetti educativi e dare materiali da costruzione su scala globale.

Materiale resistente. uscissimo a costruire sistematicamente con un cemento che si au-


Tanti edifici degli antichi romani, toripara, avremmo edifici o infrastrutture che dovranno essere
come quelli di Priverno su cui è riparate o ricostruite molto più tardi. Non è una rivoluzione nel-
stato condotto lo studio, hanno la produzione ma una significativa innovazione che permetterà
resistito due millenni grazie anche di posticipare la manutenzione e nel lungo periodo di ridurre la
alla capacità del loro calcestruzzo quantità di cemento prodotto.
di auto rigenerarsi quando subisce Sarebbe bellissimo trasformare radicalmente il cemento, in-
fratturazioni. Ora si cerca di ventando un materiale del tutto nuovo e con le sue stesse carat-
trasferire alcuni elementi della sua teristiche, ma bisogna guardare la realtà. Se anche lo avessimo,
tecnica produttiva nei materiali introdurre un materiale nuovo che nessuno conosce sarebbe dav-
moderni. vero difficile. In più siamo in un momento di emergenza: entro 10
o massimo 30 anni dovremo usare un materiale carbon neutral
perché altrimenti non potremo garantire un futuro ai nostri figli.
L’unica soluzione concreta, secondo me, è fare tanti piccoli pas-
si e modificare gli obiettivi; da un lato l’industria deve innovare,
dall’altro la ricerca deve dedicarsi a soluzioni di impatto concreto.

Come mai la sua start-up è in Italia?


L’Italia mi ha dato tantissimo, continua a darmi ispirazione e
soprattutto mi ha dato l’opportunità di studiare. Sono nato in Bo-
snia-Erzegovina, ma quando nel 1992 scoppiò la guerra ci trasfe-
rimmo a Fiume, in Croazia, in un campo profughi. Lì in quegli an-
ni scoprii il mio talento e la mia passione per la chimica, tanto che
decisi di rimanere a studiare anche quando la mia famiglia trovò
modo di trasferirsi in Germania. Nel campo c’erano molte associa-
zioni di volontariato di italiani che di fatto mi adottarono: mi inse-
gnarono la lingua, mi aiutarono a studiare e a capire che cosa vuol
dire aiutare le persone in difficoltà. Mi convinsero anche a studia-
re in Italia, mi laureai all’Università di Torino, feci il dottorato e
aprii anche una start-up con l’amico e collega Marco Nicola.
Mi sentivo italiano, ero perfettamente integrato, amici, affetti,
lavoro. Ma a un certo punto, nel momento di trasformare il per-
messo di soggiorno per motivi di studio a motivi di lavoro, mi
scontrai con assurdità burocratiche che mi resero la vita compli-
catissima. Penetrò allora in me un senso di profonda frustrazione;
di certo avevo già di mio il trauma mai superato di essere stato un
profugo. Avevo cercato per tutta la vita di fare del bene, di inte-
grarmi, ma mi scontrai con un sistema che mi stava respingendo.
Entrai in crisi e decisi di «divorziare» con l’Italia: tagliai con tutto,
anche gli affetti, e andai in Germania, dove ottenni subito il per-
messo di soggiorno e anche la cittadinanza. In realtà oggi in Italia
ho ancora gli amici della vita e cerco sempre di ritornare. Mi piace
dire che sono bosniaco di nascita, di cuore italiano, di passaporto
tedesco e di cervello americano.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Il cerotto drenante di Medicud per prevenire le
infezioni è più economico, confortevole e agevole
di quelli attuali e ha un minore impatto ambientale

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Una terapia più accessibile


per le ferite
n’idea nata in famiglia, dal dialogo fra un padre medico

U e un figlio ingegnere a proposito di che cosa può si fa-


re per rendere alcuni dispositivi medici più facilmente
disponibili e migliorare quindi la vita dei pazienti. Senza per for-
za aggiungere o complicare, piuttosto ottimizzando e, perché no,
rendendo più semplici i meccanismi e più economici i prodotti.
L’idea è venuta ad Antonio D’Angelo, ingegnere dei materiali
con una laurea conseguita al Politecnico di Losanna: un disposi-
tivo medico totalmente meccanico per il trattamento delle ferite
con una medicazione a pressione negativa. «Mio padre è chirur-
go e spesso discutevamo del costo elevato dei dispositivi che lui
avrebbe dovuto usare a seguito di un intervento chirurgico nel-
la maggioranza dei casi, ma che invece poteva utilizzare in manie-
ra ridotta per ragioni di budget», spiega D’Angelo. Stiamo parlan-
do di cerotti speciali da applicare su ferite operatorie importanti
che devono essere mantenute sterili e drenate. Si chiama terapia
incisionale a pressione negativa e ha lo scopo di ridurre il rischio
d’infezione nel decorso post-operatorio. Oggi allo scopo si usano
dispositivi monouso elettronici, alimentati da una batteria: carat-
teristiche che li rendono costosi e difficili da smaltire in maniera
appropriata. Da qui l’impossibilità per il Servizio sanitario nazio-
nale di comprarne le grandi quantità che servirebbero per cura-
re al meglio tutti i pazienti che ne avrebbero bisogno. Risultato: il
dieci per cento delle ferite chirurgiche si infetta nel decorso post
operatorio, percentuale che con la terapia a pressione negativa
può scendere al tre per cento.
«Da ingegnere mi sono domandato come avrei potuto risolve-
re i diversi problemi quali il costo, lo smaltimento e l’impatto am-
bientale, mantenendo ovviamente l’efficacia e la sicurezza», sot-
tolinea D’Angelo, che dopo gli studi in Svizzera è tornato a Roma, Cortesia Medicud (tutte le foto in questa pagina e in quella a fronte)

dove è nato. Il giovane ingegnere ne ha parlato con un vecchio


amico, ingegnere pure lui, Andrea, incontrato dopo dieci anni.
Anche lui si è appassionato all’impresa e nel giugno 2020 hanno
deciso di fondare una start-up, Medicud.

Senza elettronica
Il prodotto sviluppato (si vedano le figure in questa pagina) è
una versione più efficace di quelli già in commercio, e grazie al co-
sto contenuto permette di democratizzare l’accesso dei pazien-
ti a una cura migliore. Si tratta di una medicazione avanzata che,
una volta applicata sull’incisione, crea una pressione negativa e ri-
succhia quindi tutti i liquidi secreti dalla ferita. Lo fa attraverso un
condotto fluido applicato sopra il cerotto, che arriva fino al dispo-
sitivo di suzione; basta spingere con il pollice sul pistone per far

12 Le Scienze 657 maggio 2023


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - MEDICUD
Il prodotto di Medicud
è una medicazione avanzata che, Azienda fondata nel 2020 Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

applicata sulla ferita, crea una Persone di riferimento: Antonio D’Angelo (CEO & fondatore), Andrea Cazzulani (CTO & fondatore)
pressione negativa risucchiando
Sito: medicud.it Mail: contact@medicud.it
tutti i liquidi secreti grazie a un
pistone meccanico che funziona Numero di brevetti: 5 (1 approvato e 4 in attesa)
senza batterie, facile da usare Dipendenti-collaboratori: 5
anche in situazioni di emergenza.

po stampato in 3D a casa alla produzione industriale. Anche nella


scelta dei partner industriali si è cercato di ridurre al minimo l’im-
patto ambientale privilegiando aziende del centro Italia. La pro-
duzione su larga scala si è resa indispensabile in vista dell’inizio
della prima sperimentazione su pazienti, che prenderà il via en-
tro breve tempo. «I test che abbiamo eseguito finora ci hanno da-
to risultati più che positivi, dimostrando che il dispositivo è sicuro
e funziona. Ora dovremo dimostrarlo anche nella pratica clinica»,
afferma l’ingegnere.

Verso il mercato
Sarà un passo importante, anche dal punto di vista economi-
co. Medicud ha vinto diversi premi e riconoscimenti che le han-
no permesso di mettere a punto la tecnologia e organizzarsi per la
produzione e di creare un gruppo di cinque dipendenti, ma per fa-
re il salto di qualità sono necessari grandi investimenti. «Dopo una
prima raccolta di capitali fra amici e parenti, a ottobre del 2022 ab-
biamo finalizzato un round pre-seed per 500.000 euro. L’investi-
mento è stato guidato da Innova Venture, il fondo di venture capi-
tal della Regione Lazio insieme a co-investitori privati e ad alcuni
precedenti soci. A oggi, fra investimenti, bandi e premi, abbiamo
raccolto circa 1 milione di euro; ora stiamo preparando un nuovo
uscire l’aria dal sistema e creare un vuoto che aspira i liquidi del- round per raccogliere 2,5 milioni di euro, necessari per portare a
la ferita, come sangue e pus, e attraverso il condotto fluido li porta termine la sperimentazioni cliniche sull’umano e ottenere le cer-
dal cerotto al contenitore. L’azione di suzione è continua e il trat- tificazioni CE e FDA [necessarie rispettivamente per l’Unione Eu-
tamento dura una settimana, nella quale il cerotto è cambiato una ropea e per gli Stati Uniti, N.d.R.]», conclude D’Angelo.
volta dopo i primi tre giorni, mentre viene utilizzato un solo di- Il mercato potenziale è di oltre 230 milioni di procedure in tut-
spositivo di suzione. to il mondo, ma per ora la start-up si vuole concentrare su quel-
«Abbiamo migliorato anche il comfort per il paziente perché è le ginecologiche, come le ferite di parti cesarei o mastectomie, e
stato eliminato il rumore presente nel dispositivo elettronico. Ab- ortopediche, come le ferite causate dall’inserimento di protesi di
biamo inoltre impiegato un adesivo siliconico per il cerotto che anca o ginocchio; queste quattro procedure ammontano a più di
è meno aggressivo sulla cute. Infine, il dispositivo si può portare 4,5 milioni di operazioni solo tra Unione Europea e Stati Uniti. Il
sempre con sé, in una tasca o attaccato alla cintura, e non c’è ob- dispositivo della start-up romana avrà un costo molto inferiore a
bligo di rimanere a letto», spiega D’Angelo. L’impatto ambientale quello dei dispositivi ora in commercio (meno della metà), e per
del nuovo dispositivo è drasticamente minore perché non è pre- questo si pensa che, una volta dimostrata la sua efficacia, la richie-
sente alcuna parte elettronica e perché è stato pensato per poter sta sarà molto alta. In più si tratta di un prodotto facile da usare an-
essere prodotto con bioplastiche, ricavate da materie prime rin- che in situazioni di emergenza, come guerre o disastri ambienta-
novabili e non da petrolio. Un lavoro di ricerca che ha portato alla li, quando dipendere da dispositivi elettronici che necessitano di
richiesta di cinque brevetti in Italia e all’estero: «Il primo ci è stato ricarica quotidiana non è agevole. Una volta agganciato il merca-
già approvato. Aspettiamo fra sei mesi il via libera per un gruppo to delle ferite chirurgiche, Medicud sta pensando di presidiare an-
di tre brevetti che abbiamo presentato insieme, e poi siamo fidu- che quello delle ferite croniche, come le piaghe da decubito o le
ciosi che arriverà anche l’ultimo, che abbiamo presentato da po- ulcere diabetiche, per le quali sta studiando una soluzione ad hoc.
co», afferma l’ingegnere. A dimostrazione che si può innovare e migliorare la vita dei pa-
In poco più di due anni la start-up è passata dal primo prototi- zienti anche con soluzioni apparentemente semplici.

www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

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Il più grande mistero della fisica


La costante di struttura fine, un parametro del modello
standard, suscita molti interrogativi tra i fisici teorici

a un secolo la meccanica quanti- sarebbe superiore a quella della luce. In par-

D stica ci impedisce di descrivere il


mondo microscopico con le stesse
parole che usiamo per il mondo macroscopi-
ticolare, benché finora la tavola periodica di
Mendeleev sia già arrivata all’elemento 118,
non potrà andare oltre l’eventuale elemento
co, e di rappresentarlo con le stesse immagini. 137, preventivamente battezzato «feynmanio».
L’ultimo modello comprensibile in termini in- Agli inizi l’incertezza sperimentale fece il-
tuitivi è stato quello planetario dell’atomo, in- ludere i numerologi della fisica che a fosse
trodotto da Ernest Rutherford nel 1911 e perfe- esattamente uguale a 1/136. Arthur Edding-
zionato da Niels Bohr nel 1913. ton, in particolare, ne dedusse balzanamente
In questo modello gli elettroni girano su che il numero dei protoni dell’universo fosse
orbite circolari, disposte attorno al nucleo co- precisamente 136×2256, noto come numero di
me binari a distanze prefissate. Come i treni, Eddington, e pari a circa 1079.
gli elettroni possono passare da un binario
all’altro, ma non sono liberi di muoversi al- Tra psicoanalisi ed esoterismo
trove nello spazio circostante. Le loro velocità In seguito, ancora più balzanamente, Wolf-
sono inversamente proporzionali al numero gang Pauli e Carl Gustav Jung trovarono nel
del binario, a partire dal più interno, e diret- più preciso 137 un terreno di incontro tra fi-
tamente proporzionali al numero dei protoni sica e psicoanalisi. Le loro scorribande esote-
contenuti nel nucleo. riche sono raccontate da Arthur Miller nel li-
La teoria dell’atomo di Bohr non determi- bro L’equazione dell’anima (2009), e andavano
na però il valore della velocità di un elettrone dal fatto che nella gematria [un’antica tecni-
che gira nel primo binario dell’atomo di idro- ca cabalistica, N.d.R.] 137 è il numero della pa-
geno, il cui nucleo ha un solo protone. Da que- rola Kabbalah (100+2+30+5 per le consonanti
sta velocità si possono ricavare tutte le altre: «kblh»), al destino di Pauli di morire nella stan-
per esempio, nel secondo binario dell’idroge- za 137 dell’Ospedale di Zurigo. Sempre in ve-
no l’elettrone gira a velocità dimezzata, e nel na necrofila, la a è stata incisa sulla tomba a
primo binario dell’elio, che ha due protoni nel Cambridge di Julian Schwinger, uno dei pa-
nucleo, a velocità doppia. dri della elettrodinamica quantistica (QED). La
costante di struttura fine misura, tra l’altro, la
Un limite agli elementi chimici forza dell’interazione elettromagnetica tra l’e-
Nel 1916 Arnold Sommerfeld definì dunque lettrone e il protone, ed è uno dei tanti para-
la «costante di struttura fine» a come il rap- metri del modello standard che devono essere
porto tra la velocità v dell’elettrone nel pri- determinati sperimentalmente.
mo binario dell’atomo di idrogeno, e la veloci- Così se ne lamenta Richard Feynman, un
tà della luce nel vuoto c. Cioè, a=v/c , e il suo altro padre della QED, nel suo classico libro
valore misurato sperimentalmente è di circa QED. La strana teoria della luce e della materia
1/137,036. (1989): «Questo numero è rimasto un miste-
Dunque, l’elettrone di un atomo di idroge- ro da quando è stato scoperto, più di un seco-
no gira nell’orbita più interna a circa 2200 chi- lo fa, e tutti i bravi fisici teorici lo inquadra-
lometri al secondo. E poiché l’aggiunta di ogni no, l’appendono al muro e se ne preoccupano.
protone nel nucleo aumenta di uno il nume- Vorremmo immediatamente sapere da dove
ratore della frazione, un atomo non può ave- viene, ma nessuno lo sa. È uno dei più grandi
re più di 137 protoni: altrimenti, la velocità di dannati misteri della fisica: un numero magico
un elettrone che gira nell’orbita più interna donato all’uomo, che non lo sa comprendere».

14 Le Scienze 657 maggio 2023


di Elena Castellani Scienza e filosofia
professore associato, Dipartimento di filosofia,
Università di Firenze

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Buchi neri e interdisciplinarietà


Un modello di fertilizzazione incrociata
tra scienza, tecnica e filosofia

C
on la prima immagine mai ottenu- propone, incrociando tutte le diverse prospet-
ta di un buco nero nell’aprile 2019, tive possibili, d’illuminare la misteriosa natu-
grazie all’impresa scientifica nota ra di queste strutture spazio-temporali estre-
come Event Horizon Telescope (EHT) Colla- me, da cui anche la luce non può uscire.
boration, questo strano «oggetto» fisico è di- Sempre in direzione interdisciplinare, ma
ventato patrimonio comune non solo della di carattere più specificatamente storico-fi-
cultura scientifica ma anche dell’immaginario losofico-sociologico, è il gruppo denominato
collettivo. Oggi tutti hanno sentito parlare di History, Philosophy, and Culture (HPC). Que-
buchi neri, a maggior ragione dopo la seconda sto fa parte della collaborazione ngEHT, at-
spettacolare immagine rilasciata da EHT di un tualmente composta da ben 11 gruppi di lavo-
altro buco nero, supermassivo e questa volta – ro dedicati allo studio dei buchi neri. Lo scopo
a differenza del primo – situato al centro della di HPC è una virtuosa interazione con i grup-
nostra galassia. pi di lavoro più strettamente tecnico-scientifi-
EHT è un telescopio virtuale su scala plane- ci, nel farsi stesso del processo di ricerca. A tal
taria, composto da una rete di telescopi (8 nel fine, HPC è strutturato in sottogruppi, dedica-
2017, ora diventati 11) disposti su 6 siti diversi, a ti ognuno all’analisi di temi specifici come: le
enormi distanze tra loro, dalle Hawaii al Suda- scelte epistemiche ed estetiche che guideran-
frica fino all’Australia. I dati così raccolti sono no la produzione delle immagini di ngEHT, in
poi «allineati» e usati per creare le immagini. particolar modo riguardo alla robustezza e af-
Lo sviluppo successivo di questa collabora- fidabilità dei metodi di imaging; la discussio-
zione, la Next Generation EHT Collaboration ne di temi fondazionali relativi ai buchi neri,
(ngEHT), ne rappresenta l’estensione. Il suo dalla loro presunta o reale natura termodina-
scopo è supplire il network di telescopi con mica alla natura delle singolarità dello spazio-
un’ulteriore decina di siti di osservazione e tempo; le caratteristiche etiche e sociologiche
con l’implementazione di nuovo hardware e di ngEHT come impresa collettiva, dalla strut-
software, in modo da rendere possibili imma- tura della sua governance alle modalità da se-
gini di sempre maggiore risoluzione. guire per assicurare trasparenza, inclusione e
rappresentatività nei processi decisionali.
Oltre il campo scientifico
Buchi neri, EHT e ngEHT stanno suscitan- Duplice natura
do un grandissimo interesse anche al di là del Un ulteriore motivo d’interesse dei buchi
campo strettamente scientifico. Questo è ben neri, dal punto di vista interdisciplinare, è la
illustrato dallo sviluppo recente di una serie natura duplice dell’interdisciplinarietà stes-
d’iniziative interdisciplinari intorno al tema sa: da una parte, come si è visto, tra scienza e
dell’osservazione dei buchi neri. Innanzitutto, cultura umanistica; dall’altra, anche, tra diver-
la Black Hole Initiative (BHI) di Harvard, che si ambiti della fisica (relatività generale, teoria
vede la collaborazione di storici e filosofi del- quantistica dei campi, cosmologia, teoria del-
la scienza con matematici, fisici e astronomi. le stringhe, fisica dello stato solido, termodi-
Fondata significativamente 100 anni dopo la namica, teoria dell’informazione, meccanica
soluzione di Schwarzschild (1916) delle equa- statistica), tutti coinvolti nello studio di queste
zioni di campo di Einstein per la relatività ge- strutture spazio-temporali. Senza contare l’in-
nerale, che prevedeva appunto l’esistenza di teresse di oggetti così particolari come i buchi
strutture esotiche dello spazio-tempo poi bat- neri per vagliare le questioni tradizionalmen-
tezzate «buchi neri» da Wheeler (1967), BHI si te discusse nella filosofia della scienza.

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

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Altamura, uno scavo virtuale


Intrappolato in una prigione carsica in Puglia, il cranio di
uno scheletro straordinario è stato finalmente descritto

orniamo a parlare dell’uomo di Alta- del cranio estratte virtualmente. Non è stato

T mura. Non possiamo non farlo perché


è comparso su «Communications Bio-
logy» un articolo dove si descrive, per la prima
facile: il risultato ottenuto una prima volta (già
anni fa) è stato via via perfezionato, fino a ri-
cavare una ricomposizione convincente. Alla
volta, la morfologia del cranio di uno schele- fine, per noi del laboratorio c’è stata in primo
tro che, a trent’anni dalla scoperta (sic!), è an- luogo una grande emozione, quando abbiamo
cora inaccessibile ai più, adagiato ad alcuni potuto avere fra le mani un’affidabile stampa
metri di profondità nella sua prigione carsica. 3D di un reperto che, fino a quel momento,
Non staremo qui a rifare tutta la storia, nel- avevamo potuto esaminare solo attraverso im-
le varie fasi e vicissitudini. Voglio solo ricor- magini viste e riviste.
dare che, dopo una serie di alterne vicende (si A questo punto è iniziata l’analisi morfo-
veda questa rubrica in «Le Scienze» di novem- logica e morfometrica che, pur condizionata
bre 2013, aprile 2015 e giugno 2016), con col- dalla presenza di concrezioni non rimuovibi-
leghi della «Sapienza» Università di Roma, di li (finché il reperto non verrà estratto fisica-
altre università e centri di ricerca, così come mente e sottoposto a indagini tomografiche),
con la Soprintendenza archeologica pugliese, ha fornito diversi elementi di grande interes-
il Comune e gli speleologi di Altamura, abbia- se. Questi, poi, si combinano con la datazio-
mo potuto approntare un progetto triennale, ne dello scheletro, precedente a 130.000 anni,
finanziato dal Ministero dell’università e della che avevamo a suo tempo ottenuto.
ricerca, che si è sviluppato fra il 2017 e il 2020
e i cui frutti si sono già iniziati a vedere negli Diversa interpretazione
Analisi in profondità. anni scorsi: per esempio, con la pubblicazio- Lo studio ha confermato che l’uomo di Al-
Una fase dello studio dell’uomo ne di una dettagliata analisi in situ della denta- tamura è un Neanderthal e che, coerentemen-
di Altamura, inaccessibile ai più. tura. Ora è il momento di analizzare il cranio, te con la notevole antichità per quella specie,
Lo scheletro del Neanderthal, che è un elemento decisivo per ogni diagno- conserva tratti morfologici che troviamo nelle
datato oltre 130.000 anni fa, è ricoperto si tassonomica e interpretazione filogenetica. precedenti popolazioni europee del Pleistoce-
di concrezioni non rimuovibili. ne Medio, da cui i Neanderthal sono derivati.
Procedura di analisi Questo un po’ ce l’aspettavamo, ma quello che
Nell’articolo di «Communications Biology» non potevamo sapere è che alcuni dei caratte-
presentiamo in primo luogo la procedura che ri del cranio di Altamura sono davvero molto
abbiamo usato per estrarre virtualmente – arcaici, tanto che si potrebbe pensare a un’an-
cioè sulla base dei dati digitali raccolti in grot- tichità ancora maggiore.
Cortesia Progetto KARST (MiUR/PRIN, n. 2015WPHSCJ)

ta – l’elemento più appariscente dell’insieme Dati alla mano, però, abbiamo dovuto ricor-
Soprintendenza A.B.A.P. per la c. m. di Bari, Puglia

di ossa che sono visibili in quella culla di con- rere a una diversa interpretazione, che porta
crezioni calcaree: il cranio, appunto. a rivedere il modello dell’evoluzione di Homo
Una volta acquisita la morfologia esterna neanderthalensis detto di accretion (progres-
del reperto con tecniche combinate di laser- siva acquisizione nel tempo dei caratteri). L’i-
scanning e fotogrammetria, sia nella sua com- potesi è che la nostra penisola, soprattutto al
ponente più visibile (anteriore) sia in quella sud, abbia rappresentato a più riprese un rifu-
più inaccessibile (posteriore), abbiamo unito gio ecologico, dove popolazioni con caratteri-
le due metà al computer, usando una proce- stiche arcaiche si attardavano in relativo isola-
dura basata su analisi di morfometria geome- mento. Questo in sintesi. Non mi sembra poco
trica, impostate a partire dai reperti che mo- per le nostre conoscenze sull’evoluzione dei
stravano le maggiori affinità con le due parti Neanderthal.

16 Le Scienze 657 maggio 2023


di Amedeo Balbi La finestra di Keplero
professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

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L’antichissima acqua terrestre


Sembra essersi formata nello spazio interstellare prima
ancora del nostro pianeta, dove è giunta con le comete

na delle cose che rende la Terra contengono in effetti un’alta percentuale di

U adatta alla vita (e, al momento, unica


tra i pianeti conosciuti) è la presenza
di acqua allo stato liquido sulla sua superficie.
acqua pesante rispetto al materiale formatosi
in regioni più calde e, guarda caso, l’acqua de-
gli oceani terrestri ha una percentuale di ac-
Ma come è arrivata l’acqua sulla Terra? qua pesante non troppo diversa da quella del-
Potrebbe sembrare una domanda super- le comete.
flua, dal momento che l’acqua è una moleco-
la piuttosto comune nell’universo. In realtà, Un disco molto caldo
però, spiegare l’origine dell’acqua terrestre è Un articolo recentemente pubblicato su
più complesso di quanto si possa pensare. Se- «Nature», a firma di John Tobin del National
condo i modelli oggi accettati, il nostro piane- Radio Astronomy Observatory di Charlot-
ta sarebbe nato da un disco di materiale che tesville in Virginia e colleghi, aggiunge un ul-
circondava il Sole appena nato. Ma la tempe- teriore elemento utile a ricostruire la storia
ratura nella regione dove ha preso forma la dell’acqua nel suo percorso dallo spazio inter-
Terra doveva essere più alta del punto di su- stellare alle comete e ai pianeti. Usando il ra-
blimazione dell’acqua (ovvero, la temperatura diotelescopio ALMA (Atacama Large Millime-
alla quale essa passa dallo stato solido a quello ter/submillimeter Array), gli astronomi sono
di vapore). Questo significa che il nostro pia- riusciti a studiare la composizione dell’acqua
neta è stato assemblato con mattoni che pro- in un disco di formazione planetaria chiama-
babilmente non contenevano molto ghiaccio to V883 Orionis, che si trova a oltre 1300 an-
d’acqua. Se è così, la Terra sarebbe nata «sec- ni luce dal Sole.
ca», e l’acqua sarebbe giunta sulla sua superfi- Solitamente, osservazioni di questo tipo so- Il disco V883 Orionis. Questa
cie solo in un secondo tempo. Come? no quasi impossibili, in quanto l’acqua pre- rappresentazione artistica del disco
sente nei dischi è per lo più ghiacciata, e quin- di formazione planetaria ne illustra
Cisterne cosmiche di inosservabile attraverso la spettroscopia. la zona esterna in cui l’acqua è
Lo scenario oggi ritenuto più probabile è L’acqua allo stato gassoso, in teoria più faci- ghiacciata, e l’ampia regione interna in
che, almeno in parte, l’acqua sia arrivata dalle le da studiare, si trova in genere troppo vicina cui invece l’alta temperatura la rende
regioni esterne del sistema solare, più fredde alla stella centrale per essere distinta dai tele- gassosa, permettendone l’indagine
e quindi con maggiore disponibilità di mate- scopi, ed è inoltre coperta dalla polvere con- spettroscopica.
riale ghiacciato. A fare da «cisterna» potreb- tenuta nel disco. V883 Orionis è però un caso
bero essere state le comete, che avrebbero de- particolare: il disco ha una temperatura inso-
positato il loro contenuto di acqua nel corso litamente alta, e ciò fa sì che il vapore acqueo
A. Angelich (NRAO/AUI/NSF)/ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)

di numerosi impatti avvenuti quando la Terra sia presente anche a grandi distanze dalla re-
era ancora giovane. gione centrale, facilitando l’indagine spettro-
C’è un indizio che sembra avvalorare que- scopica.
sta idea. La molecola di acqua, come è noto, è Così è stato possibile misurare la percen-
composta da due atomi di idrogeno e uno di tuale di acqua pesante, e si è visto che essa è si-
ossigeno. Talvolta, però, il posto dell’idroge- mile a quella delle comete del sistema solare.
no viene preso da un suo isotopo, il deuterio Di riflesso, questo sembra suggerire che l’ac-
(che contiene nel nucleo, oltre a un semplice qua degli oceani terrestri si sia formata nel-
protone, anche un neutrone). L’acqua arric- lo spazio interstellare molto prima del nostro
chita di deuterio si chiama anche «acqua pe- pianeta, e forse persino del Sole stesso, e che
sante», e di solito si forma a temperature più sia rimasta praticamente inalterata fin quando
basse rispetto all’acqua normale. Le comete è giunta sulla Terra.

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AMBIENTE

L’invasione planetaria del particolato fine


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Il PM2,5 supera pressoché ovunque i limiti fissati, ma ora in Occidente è in calo


Vijay Bate/Hindustan Times/Getty Images

18 Le Scienze 657 maggio 2023


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Il particolato fine è ovunque. Nessuno può dirsi al


sicuro dall’inquinamento atmosferico da particolato
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Smog a Mumbai. fine, il cosiddetto PM2,5, ovvero le polveri sottili che


Nella metropoli indiana, un giorno dello scorso hanno un diametro inferiore a 2,5 micrometri (un
gennaio, lo smog era così denso da rendere quasi mix di composti organici, metalli, particelle originate
invisibile lo skyline. dalle combustioni, e altro). Secondo uno studio
pubblicato su «The Lancet Planetary Health» da un
gruppo di ricercatori coordinati da Yuming Guo,
della Monash University School of Public Health and
Preventive Medicine in Australia, nel 2019 appena
lo 0,18 per cento della superficie terrestre e lo 0,001
per cento della popolazione mondiale hanno avuto
un’esposizione media annuale al PM2,5 inferiore
a 5 microgrammi per metro cubo (+g/m3), la soglia
limite annuale fissata dall’Organizzazione mondiale
della Sanità (OMS), anche se molti ritengono che
non esista soglia al di sotto della quale il particolato
fine possa ritenersi privo di effetti. Sempre nel 2019,
globalmente, in oltre il 70 per cento delle misurazioni
si sono registrate concentrazioni giornaliere di
particolato fine superiori al limite fissato dall’OMS,
15 microgrammi per metro cubo.
Sono dati allarmanti: il PM2,5 è ritenuto il più
pericoloso dei particolati e uno dei fattori di rischio
più importanti per mortalità prematura, tumori,
malattie polmonari e cardiovascolari, e provocherebbe
pure problemi cognitivi. Secondo il Global Burden of
Disease Study, nel 2019 l’inquinamento atmosferico,
compreso quello da particolato, ha causato 6,67 milioni
di morti premature.
Il nuovo studio, il primo a stimare con accuratezza
le concentrazioni giornaliere e annuali di PM2,5 tra
2000 e 2019 in tutto il mondo, ha combinato dati
su qualità dell’aria e inquinamento atmosferico,
misurazioni meteorologiche, metodi statistici e di
machine learning. Le concentrazioni medie annuali
più alte si sono avute in Asia orientale (50 +g/m3), Asia
meridionale (37,2 +g/m3) e Africa settentrionale (30,1
+g/m3); quelle più basse in Australia e Nuova Zelanda
(8,5 +g/m3), in altre regioni dell’Oceania (12,6 +g/m3) e
del Sud America (15,6 +g/m3). Riguardo all’evoluzione
temporale, nei vent’anni dello studio sia l’esposizione
annuale sia i picchi giornalieri sono andati migliorando
in Europa e Nord America, mentre sono peggiorati
in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda,
America Latina e Caraibi. Commentando lo studio,
Guo ha sottolineato l’importanza dei risultati perché
«fotografano l’attuale situazione dell’inquinamento
ambientale e i suoi impatti sulla salute umana. Grazie
a queste informazioni, decisori politici, funzionari di
sanità pubblica e ricercatori possono meglio valutare
gli effetti dell’inquinamento dell’aria nel breve e nel
lungo termine e pensare a opportuni interventi di
mitigazione».
Martina Saporiti

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News

PLANETOLOGIA

Vulcani in eruzione su Venere


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Individuata una bocca vulcanica attiva, segno probabile che ne esistono tante

C’è qualcosa che bolle, su Venere. Anche


se tutti i corpi planetari del sistema solare
interno – Mercurio, Venere, Terra, Marte
– e la Luna mostrano segni di attività vul-
canica passata, oggi solo sulla Terra sem-
brano esserci vulcani attivi. Per ammirare
eruzioni vulcaniche extraterrestri bisogna
raggiungere Io, satellite di Giove, o gli eso-
tici vulcani di ghiaccio di mondi ancora più
lontani come Tritone, satellite di Nettuno.
Diversi indizi in realtà suggerivano che
Venere, la cui superficie è stata scolpita
da ampi flussi di lava, mantenesse tuttora
una qualche attività vulcanica; ma non c’e-
rano ancora conferme dirette. Fino a mar-
zo 2023, quando Robert Herrick, dell’U-
niversità dell’Alaska a Fairbanks, e Scott
Hensley, del Caltech di Pasadena, hanno
pubblicato su «Science» una prova con-
vincente dell’esistenza di vulcani attivi,
che giaceva negli archivi della NASA da
trent’anni. I ricercatori hanno analizzato
le immagini radar di Venere ricavate dalla Maat Mons una bocca laterale che, tra feb- nere. Ma se è stata identificata una bocca
sonda Magellan, che tra il 1990 e il 1992 ha braio e ottobre 1991, ha cambiato forma di- vulcanica attiva confrontando un lasso di
mappato ripetutamente il pianeta usando ventando più larga. Inoltre sotto l’apertura tempo di pochi mesi in una piccola parte
il radar, capace di penetrarne l’altrimenti è comparsa una struttura simile a una co- della superficie (l’1,5 per cento), allora, se-
opaca coltre di nubi. lata di lava, ampia 69 chilometri quadrati, condo i ricercatori, è probabile che il pia-
Confrontando immagini della stessa paragonabile all’eruzione del 2018 del Ki- neta sia geologicamente molto più vivace
zona prese a distanza di pochi mesi, i due lauea, nelle Hawaii. Da un solo episodio è di quanto pensassimo.
hanno scoperto alle pendici del vulcano difficile stabilire quanto sia attivo oggi Ve- Massimo Sandal

Il telescopio spaziale James Webb vede le galassie della reionizzazione


Per alcune centinaia di milioni di anni dopo il big bang, il nostro quanta parte di questa radiazione fosse effettivamente in grado di
universo, dopo una prima fase calda, attraversa un’epoca che i ionizzare il gas circostante. A venire in aiuto in questa ricerca è stato
cosmologi definiscono «età oscura». È il periodo che precede la l’ammasso di galassie Abell 2744, distante oltre 3,5 miliardi di anni
nascita delle prime stelle e delle prime galassie. Solo la loro radiazione, luce, che grazie alla sua massa opera come una lente gravitazionale,
infatti, può tornare a ionizzare il gas dell’ambiente circostante (ovvero amplificando la luce di alcune galassie di sfondo molto più lontane, che
a strappare almeno un elettrone dal nucleo degli atomi che lo altrimenti sarebbero troppo deboli per essere osservate.
compongono). Da questo momento inizia l’epoca della reionizzazione, L’articolo, pubblicato su «Astronomy & Astrophysics», ha come prima
che termina solo quando tutto il gas, prevalentemente composto da autrice Sara Mascia, dottoranda presso l’Università di Roma Tor
idrogeno neutro, è di nuovo ionizzato. Riuscire a definire con precisione Vergata, e riporta le osservazioni di 29 galassie primordiali di piccola
l’inizio e la durata della reionizzazione non è facile, ed è uno dei filoni di massa, viste quando l’universo aveva un’età compresa tra circa 650
indagine su cui sta lavorando il James Webb Space Telescope (JWST), milioni e 1,3 miliardi di anni. Secondo le autrici, oltre l’80 per cento di
il telescopio spaziale considerato l’erede dell’Hubble Space Telescope queste galassie ha proprietà ionizzanti. Resta tuttavia da capire se il
ancora operativo. maggior contributo alla reionizzazione sia venuto da galassie massicce,
Proprio basandosi su dati osservativi raccolti dal JWST, un gruppo più luminose ma più rare, o proprio da galassie di piccola massa, come
guidato da ricercatrici italiane ha cercato di individuare le prime sorgenti quelle studiate, più deboli ma molto più numerose.
NASA/JPL

di reionizzazione e di stimare l’intensità della loro radiazione, per capire Emiliano Ricci

20 Le Scienze 657 maggio 2023


DIFESA PLANETARIA
Due destini
DART, missione compiuta possibili
per la fine Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

La sonda si è dimostrata in grado di deviare un asteroide dei buchi neri


Qual è il destino dei buchi
neri? Secondo una nota
congettura formulata nel
1974 dal fisico britannico
Stephen Hawking, ogni
buco nero sarebbe
destinato a una lenta e
inesorabile evaporazione,
resa possibile da effetti
quantistici. Tuttavia,
ammesso che tale ipotesi
sia reale, non è ben chiaro
quale potrebbe essere
l’epilogo di questo processo.
Ora però un gruppo di
ricerca guidato da Fabrizio
Corelli, della «Sapienza»
Università di Roma, ha
ricostruito per la prima
volta, attraverso complesse
simulazioni numeriche,
alcuni possibili stadi finali
dell’evaporazione di un
buco nero.
I risultati, pubblicati su
«Physical Review Letters»,
mostrano in particolare
due possibili scenari. Nel
primo, il destino dei buchi
neri sarebbe quello di
trasformarsi in singolarità
In passato il nostro pianeta è stato più volte col- che ha viaggiato assieme a DART e si è staccato «nude», non più schermate
pito da corpi provenienti dallo spazio. D’altra poco prima dell’impatto per studiare l’evento in da un orizzonte degli eventi
parte, esiste una classe di oggetti, denominati sicurezza. (il confine oltre il quale nulla,
«near-Earth objects» (NEO, oggetti che passano Le osservazioni, raccolte dagli strumenti a nemmeno la luce, può
vicino alla Terra), alcuni dei quali rappresenta- bordo di DART e LICIACube e da telescopi a ter- tornare indietro), un’ipotesi
no una potenziale minaccia per il nostro pianeta. ra e spaziali, confermano il successo: la sonda tuttavia in contrasto con la
Per valutare le reali capacità di deviare un aste- non solo ha centrato Dimorphos, ma ne ha alte- congettura della «censura
roide dalla propria orbita, qualora si trovi in rotta rato l’orbita attorno a Dydimos, modificando di cosmica» del fisico Roger
di collisione con la Terra, la NASA ha progettato circa 32 minuti il periodo orbitale. A questa va- Penrose. Un’altra possibilità
la missione DART (Double Asteroid Redirection riazione, andata oltre le aspettative, ha contri- è che il buco nero diventi
Test), il cui scopo è stato proprio quello di impat- buito in particolare l’impulso dato dal getto di un wormhole (un ipotetico
NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

tare con un asteroide. materia espulso in seguito all’impatto. Parte di tunnel spazio-temporale),
L’obiettivo, raggiunto con successo il 27 set- questa polvere è poi andata a formare una coda, caratterizzato da una
tembre 2022, è stato Dimorphos, un piccolo osservata dal telescopio spaziale Hubble. Le im- maggiore stabilità: secondo
asteroide satellite del più grande Dydimos. Ora magini raccolte hanno inoltre fornito importan- i ricercatori, quest’ultima
su «Nature» sono apparsi i primi studi sugli esiti ti dettagli su forma, dimensioni e composizione configurazione potrebbe
della missione da parte di vari gruppi di ricerca. dei due asteroidi. Ma soprattutto abbiamo capito spiegare anche la materia
Ad alcuni hanno partecipato ricercatori italiani che, fra le varie tecniche di difesa planetaria, al- oscura.
impegnati nel programma LICIACube, il satelli- meno quella dell’impattatore cinetico funziona. Matteo Serra
te finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (ASI) Emiliano Ricci

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News

ETOLOGIA
I movimenti
Schegge di pietra inaspettate notturni delle
piante hanno Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Prodotte da macachi, sono simili a quelle di antichi ominidi una lunga storia
Le piante sono sempre in
movimento, anche se non
ce ne accorgiamo. Diverse
specie, per esempio, di
notte ripiegano in due
le proprie foglie, come
chiudendo le pagine di un
libro, e le riaprono di giorno.
È un fenomeno noto come
nictinastia, su cui si sono
interrogati numerosi biologi,
tra cui Darwin e Lamarck, ma
la cui funzione non è ancora
del tutto chiara.
A febbraio 2023, Zhuo
Feng e colleghi dell’Istituto
di paleontologia di Yunnan,
in Cina, hanno mostrato
che questo misterioso
comportamento vegetale
potrebbe essere molto
antico. Foglie fossili risalenti
a oltre 252 milioni di anni
fa, cioè al tardo Permiano,
mostrano infatti buchi
lasciati dagli insetti che se
ne sono nutriti, disposti
in modo perfettamente
simmetrico a destra e a
sinistra. Significa che le foglie
sono state attaccate dagli
La produzione intenzionale di strumenti in pie- stiche che le rendono pressoché indistinguibili insetti mentre erano ripiegate
tra affilati è sempre stata considerata una del- da quelle provenienti dai siti archeologici dell’A- in due, come ritagliando
le caratteristiche distintive e uniche dell’evolu- frica orientale, prodotte da ominini vissuti tra attraverso un origami: è un
zione degli ominini. L’origine di molti manufatti, 3,3 e 1,56 milioni di anni fa. indizio inconfondibile che
però, è messa in discussione da uno studio ef- La scoperta, che ha scosso il mondo dell’an- vediamo sulle foglie delle
fettuato da Tomos Proffitt e colleghi del Max- tropologia, apre nuovi interrogativi sull’origine piante moderne soggette a Cortesia Proffitt et al, 2023; Technological Primates Research Group,

Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie e sull’evoluzione dell’industria litica nei nostri nictinastia. I fossili descritti
e pubblicato sulla rivista «Science Advances». antenati. I primi utensili affilati in pietra potreb- nello studio, pubblicato
Gli autori hanno scoperto che non solo gli bero non essere frutto di un pensiero cosciente, su «Current Biology»,
Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology

ominini ma anche alcune scimmie sono in gra- come si è sempre creduto, ma il prodotto acci- appartenevano alla famiglia
do di realizzarli, sebbene in modo involontario. I dentale di un comportamento per nulla esclusi- delle gigantopteridi, solo
macachi di Giava (Macaca fascicularis) che vivo- vo degli esseri umani o dei loro antenati. Inoltre, lontanamente imparentata
no nel Parco nazionale di Phang Nga, in Thailan- il fatto che scaglie taglienti possano essere create con le piante attuali. Il
dia, hanno imparato ad aprire i gusci duri delle in questo modo obbliga a ripensare il loro utiliz- movimento notturno delle
noci di palma da olio usando pietre come incu- zo e tutta una gamma di attività che di solito gli foglie si è evoluto quindi più
dini e martelli. Spesso le pietre percosse si rom- archeologi associano a questi strumenti. Lo stu- volte, indipendentemente,
pono in frammenti che, in assenza di osservazio- dio offre anche un’utile firma archeologica, un nella lunga storia del mondo
ni comportamentali, verrebbero probabilmente insieme di manufatti con cui confrontare e iden- vegetale.
identificati come manufatti artigianali. Mol- tificare nuovi reperti. Massimo Sandal
te scaglie taglienti, infatti, presentano caratteri- Eugenio Melotti

22 Le Scienze 657 maggio 2023


INQUINAMENTO

Uccelli malati di plasticosi


Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Scoperta una nuova malattia collegata all’ingestione di frammenti di plastica

Prima o poi doveva succedere: con il crescente inquinamento


causato dai frammenti di plastica diffusi nell’ambiente, si è sco-
perta in natura una malattia dovuta a questi materiali. Era noto
che oggetti in plastica potessero uccidere animali da terraferma,
uccelli e animali marini soffocandoli od occludendone l’intesti-
no; ma adesso Alex Bond, ornitologo del Natural History Museum
di Londra, ha individuato la prima malattia, battezzata plasticosi,
connessa all’effetto di pezzetti di plastica sui tessuti.
Come spiegato sul «Journal of Hazardous Materials», il gruppo
di Bond ha esaminato lo stomaco di 30 berte Ardenna carneipes,
trovate morte sull’isola di Lord Howe, 600 chilometri a est dell’Au-
stralia, sulle cui coste non manca la plastica portata dal mare. È ri-
sultato che nel 90 per cento degli esemplari lo stomaco presentava
una forte infiammazione, con gonfiore dei tessuti, fibrosi e perdi-
ta funzionale. «La causa della plasticosi sono le abrasioni ripetute
prodotte nello stomaco dai pezzi di plastica», spiega Bond. «I dan-
ni sono più gravi negli esemplari più giovani, che hanno un appa-
rato digerente più piccolo.» È una sorta di tortura dei mille tagli:
una singola lesione guarirebbe senza problemi, ma se i danni si ri-
petono più volte, per l’arrivo di nuovi frammenti plastici, la super-
ficie dello stomaco si copre di tessuto cicatriziale e l’organo per-
de la sua capacità digestiva, indebolendo l’animale. «È vero che
gli uccelli ingoiano da sempre sassolini per disgregare il cibo, ma
questi non producono lesioni, al contrario dei taglienti pezzetti di
plastica. I sassolini, però, contribuiscono a sminuzzare la plastica,
aumentando i danni. Che potrebbero anche non fermarsi allo sto-
maco: per ora abbiamo esaminato solo quello, ma la plasticosi po-
trebbe colpire anche altri organi, come i polmoni, costituendo un
rischio crescente per gli uccelli marini», scrive Bond.
Alex Saragosa

L’apprendimento sociale di api e bombi


Tra mammiferi e uccelli è comune la direzione e il tipo di risorsa da cercare. Private mentre altri (gli osservatori) guardavano. Una
trasmissione culturale di comportamenti utili sperimentalmente di un’adeguata formazione, volta sottoposti al test, gli osservatori hanno
alla sopravvivenza, come le cure parentali o il le debuttanti si sono esibite in danze molto scelto in media il 98,6 per cento delle volte
canto. Anche in alcuni insetti, però, esistono più disordinate, con oscillazioni dell’addome l’opzione appresa (pur avendo un’alternativa),
forme di apprendimento sociale, come e distanze del cibo codificate in modo errato. che si è poi rapidamente diffusa al resto della
documentano due studi appena pubblicati. Insegnamenti tardivi e la pratica hanno colonia.
Nel primo, apparso su «Science», James migliorato solo in parte le prestazioni. Nonostante i comportamenti degli insetti
Nieh e colleghi, dell’Università della California Il secondo studio, pubblicato su «PLOS sociali siano tra i più complessi e sofisticati che
a San Diego, hanno dimostrato che la danza Biology» da Alice D. Bridges e colleghi della si possano osservare in natura, sono ritenuti
dell’addome delle api viene insegnata da Queen Mary University di Londra, rivela perlopiù istintivi. Gli studi citati indicano invece
operaie esperte ad altre giovani e inesperte. che anche i bombi modificano il proprio che in molti casi, all’origine, vi sia anche
In questa danza frenetica, decifrata in passato comportamento osservando e imparando. un apprendimento sociale. Imparando dai
dall’etologo austriaco Karl von Frisch, le api Alcuni esemplari (i dimostratori) sono stati propri simili, api e bombi possono modificare
fanno oscillare l’addome mentre disegnano un addestrati a spingere delle linguette rosse o velocemente il proprio comportamento per
Manakin/iStock

percorso a forma di otto con cui comunicano blu rispettivamente in senso orario o antiorario affrontare nuove sfide ambientali.
alle compagne dell’alveare la distanza, la per ottenere una ricompensa zuccherina, Eugenio Melotti

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

Per gli odontoceti la caccia


Testato è una questione di naso
un anticorpo
Delfini, orche, focene e capodogli, i cetacei
contro provvisti di denti, usano una sorgente sonora Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

l’endometriosi nasale per individuare le prede a grandi profon-


dità. L’anatomia vocale di questi cetacei, chia-
Fare iniezioni di anticorpi mati odontoceti, è descritta su «Science» da Pe-
per curare l’endometriosi ter Madsen, biologo dell’Università di Aarhus in
è l’innovativa terapia Danimarca, e colleghi dell’Università della Dani-
testata sulle scimmie da marca Meridionale e dell’Università di medicina
Hisafumi Yamada-Okabe, veterinaria di Hannover in Germania.
di Chugai Pharmaceutical Lo studio dimostra come gli odontoceti adot-
in Giappone, e colleghi. tino tre registri vocali: il registro di petto, simi-
L’endometriosi è una le alla nostra voce; il registro falsetto, ad alte fre-
malattia cronica che quenze; e il vocal fry, con toni bassi e usato per
colpisce il dieci per cento localizzare le prede in profondità. Usando ap-
delle donne in età fertile: la positi endoscopi per osservare le vie aeree de-
mucosa uterina cresce al gli odontoceti, gli autori hanno visto come il vo-
di fuori dell’utero causando cal fry venga emesso aprendo le corde vocali per
lesioni, un’eccessiva un tempo breve e consumando poca aria. «Un
formazione di tessuto risparmio ideale per le ecolocalizzazioni», dice
connettivo (fibrosi) e Madsen. Per emettere questo suono gli odonto-
adesioni tra gli organi, che ceti userebbero una struttura funzionalmente
provocano dolore e, nel analoga alla laringe degli altri mammiferi e alla
30-40 per cento dei casi, siringe degli uccelli, spostata al livello del naso.
infertilità. Questo permetterebbe loro di pressurizzare l’a-
Come spiega lo studio ria nel naso, evitando danni ai polmoni, e lasciar-
pubblicato su «Science la passare attraverso labbra foniche che vibrano
Translational Medicine» dai come corde vocali. (EnNi)
ricercatori giapponesi, oggi
l’endometriosi si cura con
ormoni per alleviare il dolore La grande siccità del 2022 e il cambiamento climatico
oppure con l’isterectomia
per eliminare le lesioni, Nel 2022 l’Europa occidentale e la regione mediterranea, inclusa l’Italia, sono state colpite da una grande
interventi invasivi o con siccità, che sta producendo le sue conseguenze anche adesso. I climatologi vogliono capire se eventi
importanti effetti collaterali. estremi di questo tipo siano attribuibili come cause al riscaldamento globale recente o soltanto alla variabilità
Partendo dall’osservazione naturale del clima, e ora esiste una vera branca di studi climatici chiamata «attribution science». In questo
che nei tessuti umani ambito, recentemente Davide Faranda, del CNRS francese, e collaboratori hanno indagato le cause della
extra-uterini la proteina siccità del 2022, pubblicando il loro studio su «Environmental Research Letters».
infiammatoria IL-8 è iper- Studiando le configurazioni di circolazione dell’aria di un periodo pre-riscaldamento globale e di quello

Toshiharu Arakawa/iStock (deflini); Hermes Images/AGF (fiume Ticino in secca)


espressa, i ricercatori di riscaldamento dalla metà del secolo scorso a oggi, questi ricercatori hanno mostrato che negli ultimi
hanno sviluppato un decenni le configurazioni che creano siccità sono state più intense ed estese, con situazioni di forte caldo
anticorpo per bloccarla che «stressano» i suoli. Si vede che la situazione del 2022 sarebbe del tutto improbabile nel periodo pre-
(AMY109). Somministrato riscaldamento globale, mentre oggi è stata possibile, creando i problemi che tutti ancora vediamo.
una volta al mese per Dunque, se vogliamo che le situazioni siccitose non si aggravino ancora di più, dobbiamo assolutamente
sei mesi con iniezioni fermare l’ascesa del riscaldamento globale. (AnPa)
sottopelle, a femmine
di macachi cinomolghi
(Macaca fascicularis) con
endometriosi, AMY109
ha ridotto il volume delle
lesioni e migliorato fibrosi
e aderenze. L’assenza di
effetti collaterali fa ben
sperare per trial clinici da
effettuare in futuro. (MaSa)

24 Le Scienze
Le origini dell’alfabeto Gender gap tramandati
delle proteine tra le generazioni L’altra sorpresa
delle scatolette
Tutti gli esseri viventi usano, per costruire le pro- La discriminazione di genere attraversa i mil-
teine, un alfabeto di 20 amminoacidi. Perché, lenni. Lo ha scoperto Margit Tavits, archeologa
dell’artista Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

all’origine della vita, sono stati scelti questi e non della Washington University in St. Louis, rico- Piero Manzoni
altri? In particolare, perché dalle proteine man- struendo il gender gap di benessere del passato,
cano numerosi amminoacidi che abbondavano con l’analisi dei denti di 10.000 scheletri di euro- Sessant’anni fa moriva uno
sulla Terra primordiale? Un gruppo guidato da pei vissuti nell’antichità in 139 luoghi, e confron- dei più irriverenti artisti
Klara Hlouchova dell’Università di Praga ha for- tandolo col gap attuale, indicato dal tasso di oc- dell’avanguardia italiana
nito una possibile risposta a questo enigma. cupazione di uomini e donne nelle stesse zone. dell’arte concettuale, Piero
Sintetizzando proteine artificiali contenen- Come spiegato sui «Proceedings of the National Manzoni, lontano parente
ti amminoacidi primordiali esclusi dall’alfabeto Academy of Sciences», il primo dato si ricava dal del Manzoni letterato. Alla
biochimico odierno, i ricercatori hanno scoper- conteggio delle linee di crescita ridotta dei denti, sua opera più celebre,
to che queste faticano ad acquisire una struttura causate dalla malnutrizione: se in media è diver- la scandalosa scatoletta
stabile. Questi amminoacidi impediscono quin- so fra i sessi indica una discriminazione del ses- etichettata come Merda
di alle proteine di diventare le macchine moleco- so peggio nutrito. «Nelle aree dove c’era una pre- d’artista, realizzata nel
lari che conosciamo, capaci di catalizzare reazio- valenza di donne malnutrite, oggi c’è ancora un 1961 in 90 esemplari
ni e di eseguire funzioni nella cellula. Lo studio, gap di genere più ampio della media, e vicever- numerati e firmati, è stato
pubblicato sul «Journal of the American Chemi- sa», dice Tavits. «Per esempio a Histria, colonia dedicato un convegno
cal Society», suggerisce quindi che l’alfabeto bio- greca nell’attuale Romania le donne erano mal- internazionale tenutosi a
chimico delle proteine non sarebbe un accidente nutrite più del doppio dei maschi, e oggi lì il lo- marzo al Dipartimento di
evolutivo. Risponde invece al preciso requisi- ro tasso di occupazione è venti punti più basso di culture e civiltà dell’Università
to di generare biomolecole capaci di supportare quello maschile. Nella lituana Plinkaigalis nel VI di Verona. Su incarico
funzioni complesse. Secondo Stephen Fried del- secolo la malnutrizione era uguale fra i due ge- della Fondazione Piero
la statunitense Johns Hopkins University di Bal- neri, e tale è oggi il tasso di occupazione.» Manzoni, Laura Mensi,
timora, coautore dello studio, il risultato induce Da notare che fra gli immigrati negli Stati Uni- dell’IUAV di Venezia, ha
a pensare che eventuali forme di vita extraterre- ti questa correlazione si perde: fuori dal contesto avuto il compito di studiare
stre potrebbero avere una biochimica più simile socioculturale tradizionale il «tramandare la di- lo stato di conservazione
alla nostra di quanto credessimo. (MaSa) scriminazione» viene meno. (AlSa) delle scatolette, e Nicola
Ludwig, dell’Università
Statale di Milano, quello di
Mappato per la prima volta il cervello di un insetto stabilire il reale contenuto
dei manufatti. Mensi ha
Ricercatori dell’Università di Cambridge e della constatato che le scatolette
Johns Hopkins University sono arrivati a un hanno resistito bene al tempo
risultato storico per le neuroscienze: mappare e mantengono il loro valore
completamente il cervello di una larva del per i collezionisti. Ludwig ha
moscerino della frutta, Drosophila melanogaster. affrontato l’impresa usando
Grazie a tecnologie innovative, è stato possibile i mezzi fisici non invasivi
ricostruire l’intero connettoma dell’insetto: una a disposizione del suo
mappa dei collegamenti che i neuroni formano laboratorio. In particolare
tra loro. Risultati simili erano stati ottenuti finora i raggi X hanno consentito
solo in tre specie di invertebrati dal sistema di osservare la presenza di
nervoso di poche centinaia di neuroni. La larva di una seconda scatoletta più
D. melanogaster ha invece un sistema nervoso piccola contenente materiale
costituito da circa 3000 cellule, per un totale di oltre radiopaco, probabilmente
mezzo milione di collegamenti neurali. L’animale gesso o argilla; l’esame
è capace di forme primitive di apprendimento e spettrografico del poco
condivide gran parte della struttura cerebrale con percolato ha escluso la
l’insetto adulto. Evolutivamente parlando, questi provenienza da feci essiccate.
animali sono inoltre molto più vicini all’uomo Il provocatore Piero Manzoni
rispetto alle altre specie studiate. Il risultato avrebbe fatto quindi un lavoro
pubblicato su «Science» costituisce un modello artigianalmente perfetto,
di riferimento e di partenza per lo studio dei ma più «pulito» di quello
janeff/iStock

connettomi di altri animali, e promette di aiutare a fatto credere ai suoi fiduciosi


scoprire di più anche sul cervello umano. (AuCo) estimatori. (AdGi)

www.lescienze.it Le Scienze 25
FISICA NUCLEARE

BRODO
PRIMORDIALE
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Nuovi esperimenti possono ricreare l’universo delle origini,


quando era un miscuglio di particelle
fondamentali, in modo più preciso che mai

di Clara Moskowitz
Fotografie di Christopher Payne

Un tecnico installa i cavi sul nuovo rivelatore sPHENIX del Relativistic


Heavy Ion Collider (RHIC) al Brookhaven National Laboratory di Long
Island. Nell’interno cilindrico di sPHENIX, i nuclei atomici si scontreranno
per produrre goccioline di un plasma che esisteva all’inizio dei tempi.
O Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237
Clara Moskowitz è senior editor di «Scientific American»,
dove si occupa di spazio e fisica. Ha una laurea
in astronomia e fisica alla Wesleyan University
e una laurea di secondo livello in giornalismo scientifico
all’Università della California a Santa Cruz.

Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

mmaginiamo di avere un microscopio che ci permetta di vedere da vicino un sin-

I golo atomo. Prendiamo per esempio un atomo di idrogeno, il più piccolo possibile.
Zoomando superiamo l’unico elettrone in orbita ai margini e troviamo il nucleo,
che in questo caso è costituito da un protone solitario. In base alla fisica studia-
ta alle scuole superiori, prevediamo di trovare all’interno di questo protone una
semplice triade di particelle fondamentali chiamate quark: due quark up e un quark down.
Ma la realtà di quello che c’è dentro un protone è tanto più com-
plessa che i fisici stanno ancora cercando di comprenderne la
struttura interna e il modo in cui i costituenti si combinano per
l’anno scorso al campus di Long Island del Brookhaven National
Laboratory, mi sono meravigliata nel vedere l’operato scrupolo-
so di grandi squadre di tecnici che si arrampicano su più livelli di
produrre la massa, lo spin e altre proprietà del protone. impalcature per accedere ai dispositivi. Trovarsi alla base di un co-
I tre quark della rappresentazione semplificata dell’interno di losso del genere è come osservare il culmine di quello che gli es-
un protone sono semplicemente i «quark di valenza», boe che gal- seri umani sono in grado di fare: sono tra le macchine più grandi
leggiano sopra un mare ribollente di quark e antiquark (gli omo- e più complesse mai costruite, e il tutto per studiare una goccia di
loghi di antimateria), con i gluoni, le particelle «appiccicose» a melma primordiale più piccola di un atomo. Indagare le goccioli-
tenerli insieme. Il numero totale di quark e gluoni all’interno di ne di plasma di quark e gluoni offre agli scienziati la possibilità di
un protone cambia in continuazione. Le coppie quark-antiquark apprendere come ha avuto inizio la materia. «È di questo che era
compaiono e scompaiono via via, e i gluoni tendono a dividersi e pieno l’intero universo circa 10 microsecondi dopo il big bang»,
moltiplicarsi, specialmente quando un protone acquista velocità. spiega Bjoern Schenke, fisico teorico di Brookhaven. «Studiarlo ci
In sostanza, è puro caos. L’interazione (o forza) forte, la più inten- permette di tornare indietro nel tempo il più possibile».
sa delle quattro forze fondamentali della natura, mantiene que- La ricerca è anche una finestra sull’interazione forte, la me-
sto caos confinato all’interno di protoni e neutroni. Tranne quan- no compresa di tutte le forze della natura. Questa forza è descrit-
do non lo fa. ta da una teoria chiamata cromodinamica quantistica (o QCD, da
Nelle prime, minuscole frazioni di secondo dopo il big bang, quantum chromodynamics), che è così complicata che non è qua-
l’universo era troppo caldo e denso affinché la forza forte tenes- si mai possibile usarla per calcolare qualcosa direttamente. Il me-
se legati insieme quark e gluoni. Hanno così formato un oceano, glio che si riesce a fare è usare supercomputer che svolgono simu-
un fluido perfetto di particelle che scorreva quasi senza viscosità, lazioni per ottenere risposte approssimative. «Come esseri umani,
chiamato plasma di quark e gluoni. Questa fase della storia dell’u- vogliamo capire la natura, e parte della comprensione della natu-
niverso finì rapidamente. Nel giro di 10–6 secondi quark e gluoni ra consiste nel capire la cromodinamica quantistica e la forza for-
si ritrovarono ingabbiati all’interno di protoni e neutroni. Ma poi, te», afferma la fisica Haiyan Gao, direttrice associata del laborato-
13,7 miliardi di anni dopo, i fisici hanno imparato a ricreare, all’in- rio di fisica nucleare e delle particelle a Brookhaven. «Dobbiamo
terno degli acceleratori di particelle, il plasma di quark e gluoni. fare esperimenti sul plasma di quark e gluoni per capire come fun-
Quando due nuclei atomici grandi (come quelli dell’oro) si scon- ziona questa teoria».
trano a velocità prossima a quella della luce, la collisione produce Nell’aprile 2023 gli scienziati di Brookhaven inizieranno un
le temperature e le pressioni necessarie affinché si formino goc- nuovo esperimento progettato per studiare il plasma di quark e
cioline di plasma di quark e gluoni, per un breve lasso di tempo, gluoni. Il dispositivo, chiamato sPHENIX, è uno dei due rivelato-
prima di disintegrarsi. ri del Relativistic Heavy Ion Collider (RHIC) del laboratorio, uno
Le macchine che catturano queste collisioni sono strutture dei più grandi acceleratori di particelle al mondo. Anche l’altro ri-
enormi, cataste di rivelatori e strumenti disposti in anelli concen- velatore, il Solenoidal Tracker at RHIC (STAR), riprende l’attività
trici, tutti connessi da migliaia di cavi. Quando ne ho visitati due dopo importanti aggiornamenti. Dall’altra parte dell’Oceano At-

28 Le Scienze 657 maggio 2023


Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Le particelle circolano lungo l’anello di la fase i fisici stavano sviluppando tecnologie per far collidere io-
quasi quattro chilometri dell’RHIC a una velocità ni pesanti – nuclei con decine di protoni e neutroni al loro interno
prossima a quella della luce, prima di scontrarsi – e si aspettavano che queste collisioni generassero temperature e
all’interno di rivelatori come sPHENIX. densità che avrebbero liberato le particelle subatomiche. Le pri-
me collisioni di ioni pesanti, che ebbero luogo negli anni settanta
lantico, presso il laboratorio europeo di fisica del CERN vicino a al Lawrence Berkeley National Laboratory, non erano abbastanza
Ginevra, il più grande acceleratore del globo, il Large Hadron Col- potenti da generare un plasma di quark e gluoni, ma nel 1986 l’ac-
lider (LHC), ha recentemente iniziato un nuovo ciclo di attività celeratore Super Proton Synchrotron (SPS) del CERN cominciò a
con rivelatori aggiornati e la capacità di far collidere molti più ato- sua volta a far collidere ioni pesanti, che produssero le prime pro-
mi contemporaneamente. Insieme, questi strumenti dovrebbero ve del nuovo stato della materia.
svelare l’immagine più dettagliata mai vista di questo fluido pri- Ci è voluto un po’. Alla fine il gruppo di ricerca del CERN ha an-
mordiale, portandoci sempre più vicini a comprendere i segreti nunciato le sue scoperte nel 2000, ma anche allora i ricercatori
dei più piccoli costituenti della materia. non concordavano tutti sul fatto che i dati fossero abbastanza si-
gnificativi da rivendicare una scoperta. Nello stesso anno è entra-
Una scoperta sorprendente to in attività l’RHIC di Brookhaven e ha iniziato a far collidere io-
Gli scienziati avevano previsto il plasma di quark e gluoni mol- ni pesanti a energie più elevate rispetto all’SPS. Nel giro di cinque
to prima di scoprirlo, ma si aspettavano che avesse una forma anni questo acceleratore aveva accumulato dati a sufficienza af-
molto diversa. Le previsioni si sono avverate negli anni settan- finché i fisici potessero dichiarare ufficialmente di aver trovato il
ta e ottanta, in seguito alla scoperta dei quark alla fine degli anni plasma di quark e gluoni.
sessanta e dei gluoni, nel 1979. I fisici si aspettavano che quark e Non era quello che avevano immaginato. Invece di un gas in
gluoni, una volta liberati dai nuclei, assumessero la forma di una espansione, il plasma di quark e gluoni sembrava un liquido, qua-
sostanza gassosa in espansione uniforme. «Di solito i fluidi si tra- si perfetto, quasi privo di viscosità. In un gas le particelle agiscono
sformano in gas via via che diventano più caldi», afferma Berndt individualmente, mentre in un liquido si muovono in modo coe-
Mueller, fisico della Duke University che ha iniziato a lavorare sui so. Più sono intense le interazioni tra le particelle – cioè più ognuna
modelli teorici per il plasma di quark e gluoni negli anni ottanta. trascina le vicine – più il liquido si comporta da liquido. Le osser-
Era una congettura ragionevole: i quark e i gluoni non si liberano vazioni dell’RHIC hanno mostrato che il plasma di quark e gluo-
dai nuclei finché non raggiungono temperature di migliaia di mi- ni esibiva una minore resistenza al flusso rispetto a qualsiasi altra
liardi di gradi. sostanza conosciuta. Questo, dice Mueller, «era molto inaspettato».
Mueller era interessato a questo settore perché c’erano ampie Nel 2010 i ricercatori dell’RHIC hanno annunciato la prima
possibilità teoriche e i dati sperimentali sarebbero presto comin- misurazione della temperatura del plasma di quark e gluoni: era
ciati ad arrivare. «All’epoca avevo una trentina d’anni, e a quella niente meno che 4000 miliardi di gradi, molto più di qualsiasi al-
età uno si guarda intorno alla ricerca di nuovi argomenti su cui tra sostanza mai prodotta dagli esseri umani, e circa 250.000 volte
lavorare, in cui ci sia molto di interessante da scoprire». In quel- più calda del centro del Sole. «Di solito, più qualcosa diventa caldo,

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Zuppa di quark
Gli acceleratori di particelle ci fanno intravedere l’inizio del tempo ricreando la «zuppa»
del nostro universo neonato: il plasma di quark e gluoni.

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Pochi istanti dopo


il big bang, il nostro All’inizio era così piccolo, denso e caldo Gli ingredienti degli atomi – protoni e
universo era un posto che non potevano ancora formarsi i neutroni – erano scomposti nei loro elementi
molto diverso. mattoni della nostra realtà, gli atomi. costitutivi più fondamentali: i quark.

Quark

Molecola Atomo Neutrone Protone


(10 –7 m) (10 –10 m) (10 –14 m) (10 –15 m)

Questi quark fluttuavano in un


fluido perfetto insieme ai gluoni,
le particelle che li legano insieme
all'interno di protoni e neutroni. Quark

Gli scienziati chiamano


Gluone La zuppa non è stata trovata
«plasma di quark e
in natura dall’inizio dei tempi.
gluoni» questo fluido
Ma è possibile ricrearla all’interno
che creò l'universo.
degli acceleratori di particelle.

È stata ufficialmente osservata per


la prima volta presso il Brookhaven
National Laboratory di Long Island,
dove i ricercatori utilizzano Relativistic Heavy Ion Collider
il Relativistic Heavy Ion Collider
STAR
(RHIC) per far collidere gli atomi.

L’anello dell'RHIC, lungo 3,9


chilometri, fa sfrecciare i nuclei atomici sPHENIX
attorno a questa enorme circonferenza
80.000 volte al secondo, al 99,995
per cento della velocità della luce.

Sono guidati lungo l’anello da enormi


magneti superconduttori In diversi punti lungo il percorso i due fasci opposti
raffreddati quasi allo zero assoluto. Ioni di nuclei si intersecano e collidono. Gli schianti danno
luogo a esplosioni di particelle, nonché a minuscole
goccioline di plasma di quark e gluoni.
A Brookhaven, ci sono due punti di collisione in cui i rivelatori
possono osservare che cosa succede: sPHENIX e STAR.

Ogni rivelatore è come una cipolla, Vista in spaccato


con numerosi strati di sensori, fili,
tubi di raffreddamento e dispositivi
elettronici annidati, che estraggono
Queste misurazioni
enormi quantità di dati, tracciando
possono rivelare segreti
e rilevando le energie e le traiettorie
sul plasma di quark
delle particelle.
e gluoni, facendoci
Grafica di Jason Drakeford

comprendere più
Al centro di ogni dispositivo c’è
a fondo come si
un potente magnete superconduttore
comportano i più
in grado di deviare i percorsi delle
piccoli frammenti di
particelle cariche e identificare
materia e come ebbe
particelle di masse diverse.
inizio l’universo.

30 Le Scienze 657 maggio 2023


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All’interno delle gallerie dell’RHIC, i «kicker che studiando se la struttura frattale sopravviva alla transizione di
di raffreddamento stocastici» riavvicinano fra loro fase» dal plasma al protone.
le particelle all’interno degli anelli per correggerne la tendenza Rispondere a queste domande potrebbe essere d’aiuto per rag-
a diffondersi durante il moto. Questo fa sì che all’interno giungere un obiettivo più ampio: capire l’interazione forte, la più
dei rivelatori collidano più particelle possibili. enigmatica delle forze fondamentali della natura. La cromodi-
namica quantistica descrive le interazioni tra quark e gluoni at-
meno è perfetto come fluido», dice Mueller. «Ma in questo caso è tribuendo loro una proprietà chiamata carica di colore. Questa
il contrario: quando si raggiunge la temperatura critica, si trasfor- carica di colore è simile alla carica elettrica nella teoria dell’elet-
ma in un liquido». tromagnetismo, ma spiega perché la cromodinamica quantistica
Gli scienziati sospettano che dietro questo strano comporta- sia così enigmatica. Mentre nell’elettromagnetismo ci sono solo
mento ci sia la forza forte. Quando le particelle diventano abba- due cariche, positiva o negativa, la QCD ne ha tre: rossa, verde o
stanza calde da sfuggire a protoni e neutroni, la forza forte agisce blu. E le particelle di antimateria possono avere cariche antirossa,
sull’intero plasma, provocando un’intensa interazione reciproca antiverde o antiblu.
all’interno della massa collettiva delle particelle. Nell’elettromagnetismo la particella che trasporta la forza elet-
tromagnetica, il fotone, è essa stessa elettricamente neutra, il che
Il mistero dell’interazione forte mantiene le cose piuttosto semplici. Nella QCD, invece, anche il
Uno dei più grandi problemi aperti sul plasma di quark e gluo- portatore di forza, il gluone, ha una carica di colore e può interagi-
ni è quando, esattamente, quark e gluoni escono dal loro confina- re attraverso la forza forte con sé stesso e al contempo con i quark.
mento. «Dov’è il confine tra materia generica e plasma di quark e Queste autointerazioni e cariche aggiuntive hanno reso la QCD
gluoni?», chiede Gao. «Dov’è il cosiddetto punto critico in cui la complicata in modo proibitivo. «La teoria si può scrivere pratica-
materia nucleare e il plasma di quark e gluoni coesistono?». Capire mente in due righe, ma a risolverla in concreto non è veramen-
dove avviene questa transizione e quante particelle occorrano per te riuscito ancora nessuno», dice Schenke. «Il processo di confina-
avviare il comportamento collettivo sarà uno degli obiettivi prin- mento, per esempio come i gluoni e i quark vengono intrappolati
cipali dei nuovi esperimenti aggiornati. nel protone, non è stato risolto».
Un’altra domanda è se il plasma di quark e gluoni sia un frattale, Si spera che lo studio del plasma di quark e gluoni, l’unica si-
cioè se la sua struttura abbia uno schema complesso e ripetitivo tuazione in cui siano mai stati rilevati quark liberi, possa rivela-
che ricompare a ogni scala, sia che lo si consideri più da lontano re qualcosa su come funziona il confinamento. «Un modo consi-
o più in dettaglio. Secondo alcuni ricercatori il plasma di quark e sterebbe nel liberarli e vedere come si ricombinano nuovamente
gluoni ha queste proprietà e la teoria frattale potrebbe dirci qual- in protoni, neutroni e altre particelle che possiamo osservare con
cosa su come si comporta. «Abbiamo prove che ci sia una struttu- il rivelatore», aggiunge Schenke. Quindi i dati sperimentali delle
ra frattale nel plasma di quark e gluoni», afferma Airton Deppman, collisioni tra ioni pesanti si possono usare per capire meglio i mec-
fisico dell’Istituto di fisica dell’Università di São Paulo. «Stiamo an- canismi che, all’interno della QCD, portano al confinamento.

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La fisica Lijuan Ruan scruta nel cuore del rivelatore STAR all’RHIC. Al centro di STAR gli ioni pesanti si scontrano all’interno di un elettromagnete a
solenoide cilindrico. L’energia prodotta nelle collisioni può generare migliaia di nuove particelle.

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Nuovo e migliorato Rispetto agli esperimenti dell’RHIC, le collisioni nell’LHC si ve-
Con il nuovo esperimento dell’RHIC, sPHENIX, e il rivelatore rificano a energie più elevate e producono un plasma di quark e
STAR aggiornato, gli scienziati dovrebbero essere in grado di fare gluoni più caldo, più denso e più longevo. Questi schianti ricchi di
misurazioni del plasma più precise che mai. Per esempio, sPHE- energia producono anche una varietà di particelle più ampia che
NIX ha un magnete superconduttore che è circa tre volte più in- gli scienziati possono usare per sondare le proprietà del plasma.
tenso di quello di STAR. «Questo è importante per molte delle «Gli studi svolti presso l’RHIC e l’LHC vanno davvero di pari pas-
cose che vogliamo misurare», afferma David Morrison, fisico di so», dice Musa. «Ogni volta che c’è una scoperta all’LHC, all’RHIC Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Brookhaven che lavora alla nuova macchina. «In una collisione le cercano di capire se gli stessi fenomeni si osservano anche a bas-
particelle escono in ogni direzione e i campi magnetici ne devia- sa energia».
no il percorso. È possibile esaminare tutto ciò per cominciare a ca- Le diverse gamme di energia rivelano diversi aspetti del pla-
pire che tipo di particella era e quanta energia e quantità di moto sma. Raghav Kunnawalkam Elayavalli, fisico della Vanderbilt
aveva?» Il gruppo spera, per esempio, di individuare le particel- University, ha svolto la ricerca per il dottorato all’LHC, ma di re-
le composite chiamate ypsilon. Le ypsilon, che contengono un cente è diventato membro delle collaborazioni STAR e sPHENIX
quark bottom e un anti-quark bottom, possono formarsi in caso di per concentrarsi sulle particelle che escono da collisioni a bassa
collisione e poi sfrecciare attraverso il plasma di quark e gluoni, energia. «Sono più vicine alla scala del plasma; gli parlano molto di
fungendo da sonde che rivelano come il plasma le modifica. «Pos- più», dice Kunnawalkam Elayavalli. «Pensiamo a una festa: ci sono
siamo davvero scoprire la fisica che sta alla base di molte delle molte persone e stai andando dritto verso l’uscita. Ma se procedi
strane proprietà del plasma di quark e gluoni», aggiunge. lentamente e non vuoi andartene subito hai la possibilità di parla-
L’esperimento trarrà beneficio anche della possibilità di regi- re con altra gente mentre vai via». Poiché le particelle che passa-
strare molti più dati – il che significa molte più collisioni e particel- no attraverso il plasma di quark e gluoni all’RHIC impiegano più
le che ne derivano – di quanto fosse possibile prima. STAR acqui- tempo ad attraversarlo, possono estrarne più informazioni. «Le
sisce circa 10 petabyte di dati all’anno; sPHENIX ne otterrà circa grandezze che stiamo cercando di misurare sono le proprietà di
150. Questo incremento renderà accessibili le risposte a quesiti trasporto, cioè la distanza media che è possibile percorrere senza
che prima non si potevano affrontare. interagire con un’altra particella», aggiunge. «Ci dice qualcosa sul-
STAR ha anche nuove capacità, come nuovi calorimetri per mi- la scala fondamentale del plasma».
surare le energie delle particelle e rilevatori di tracciamento per
identificare particelle con differenti cariche elettriche. Tra le ag- Torniamo all’inizio
giunte più significative, spiega Lijuan Ruan, di Brookhaven, una La nuova era degli esperimenti sul plasma di quark e gluoni do-
dei portavoce di STAR, ci sono i rivelatori «anteriori» che posso- vrebbe farci procedere al di là degli aspetti più basilari e verso ri-
no registrare le particelle che escono dalle collisioni ad angoli più sposte concrete a domande di vecchia data. «C’è stato un perio-
do di ricerca all’RHIC in cui si diceva,
in sostanza, “Wow, sta succedendo sul
La nuova era degli esperimenti sul plasma serio, ecco la nuova fisica”», dice Kun-
nawalkam Elayavalli. «E adesso sia-
di quark e gluoni dovrebbe farci procedere verso mo nell’era della precisione. Possiamo
chiederci: “Perché sta succedendo pro-
risposte concrete a domande di vecchia data prio questo?”».
L’RHIC e l’LHC sono all’avanguar-
dia del lavoro per capire questo spe-
ampi rispetto a prima, comprese le particelle che si muovono nel- ciale stato della materia, ma anche i prossimi esperimenti in altri
la stessa direzione dei fasci che provocano la collisione. laboratori aggiungeranno materiale. Al CERN, accanto all’LHC,
«Adesso c’è più o meno tutto, non aggiungeremo altro», affer- è ancora in funzione l’acceleratore SPS, dove un esperimento in
ma Ruan, che lavora su STAR da molti anni e ha contribuito a co- programma, NA61/SHINE, farà collidere ioni in movimento con-
struire alcuni dei suoi primi componenti circa vent’anni fa da dot- tro un bersaglio fisso per misurare il punto critico in cui protoni
toranda. «È una sensazione diversa limitarsi a usare un rivelatore, e neutroni si trasformano in plasma di quark e gluoni. Un secon-
rispetto ad averlo costruito e messo a disposizione dell’intera col- do esperimento a bersaglio fisso, il Facility for Antiproton and Ion
laborazione», dice. «Mi sento orgogliosa». STAR, che è stato tra gli Research (FAIR) al GSI di Darmstadt, in Germania, dovrebbe esse-
esperimenti originali dell’RHIC che hanno contribuito a scoprire re avviato nel 2028. Il punto critico verrà sondato anche nel Joint
il plasma di quark e gluoni, funzionerà per altri tre anni prima di Institute for Nuclear Research di Dubna, vicino a Mosca, con un
essere disattivato. collisore chiamato Nuclotron-based Ion Collider fAcility (NICA).
In Europa LHC ha recentemente iniziato il suo terzo ciclo di at- «È un periodo entusiasmante», commenta Mueller. «Sappiamo
tività, che è partito nel luglio 2022 e continuerà fino al 2025. Dopo che il plasma di quark e gluoni esisteva nell’universo primordia-
gli ultimi aggiornamenti, i ricercatori dell’LHC possono analizza- le, ma non abbiamo modo di verificarlo. Questo è il nostro modo di
re un numero di collisioni piombo-piombo circa 100 volte supe- sondare una situazione fisica che altrimenti non avremmo alcuna
riore a quello osservato durante i primi due cicli. Le collisioni ag- speranza di raggiungere». Q

giuntive aumenteranno anche la precisione delle misurazioni.


«Uno degli obiettivi importanti per il terzo ciclo è studiare la com-
PER APPROFONDIRE
parsa del plasma di quark e gluoni e il modo in cui emerge gra-
dualmente», afferma Luciano Musa, membro dell’esperimento La colla che ci tiene insieme. Ent R., Ullrich T. e Venugopalan R., in «Le
ALICE all’LHC. Scienze» n. 563, luglio 2015.

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NEUROSCIENZE

Il long COVID Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

e il cervello
Milioni di persone continuano a soffrire anche molto tempo
dopo l’infezione. Ora si sta scoprendo
che spesso i loro sintomi hanno cause neurologiche

di Stephani Sutherland
Illustrazione di Stephanie Shafer
ara Ghormley è sempre stata una persona molto ambiziosa. Si è

T
diplomata con il voto più alto di tutta la classe, si è laureata con
lode e ha ottenuto il massimo dei voti alla scuola di veterinaria,
per poi seguire un percorso di specializzazione rigoroso e co-
struirsi una carriera di successo come specialista di medicina in-
terna veterinaria. Però nel marzo 2020 è stata contagiata dal vi-
rus SARS-CoV-2; il suo era appena il ventiquattresimo caso nella
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

piccola cittadina costiera della California centrale in cui viveva all’epoca, non lontano
da uno dei primi focolai della pandemia di COVID. «In questo, avrei preferito non esse-
re fra i primi», commenta.
Quasi tre anni dopo aver apparentemente eliminato il virus dall’organismo,
Ghormley continua a soffrire. Si stanca facilmente, ha il battito cardiaco che ac-
celera d’improvviso e ha periodi in cui non riesce a concentrarsi o a pensare con
chiarezza. Lei e il marito, che oggi si sono trasferiti in un sobborgo di Los Angeles,
erano soliti passare il tempo libero visitando il «posto più felice del mondo», cioè
Disneyland, ma da oltre un anno la salute le impedisce di andarci. Ghormley con-
tinua a passare la maggior parte delle giornate distesa al buio, oppure andando
alle tante visite mediche di cui ha bisogno. Il contagio precoce e i sintomi persi-
stenti fanno di lei una delle prime persone negli Stati Uniti colpite da long COVID,
una condizione in cui i sintomi persistono per almeno tre mesi dopo il contagio e
possono durare per anni. I professionisti del settore medico la chiamano sindro-
me PASC, dall’espressione postacute sequelae of COVID- 19, sequele post-acute da
COVID-19.
Le persone affette presentano sintomi quali dolore, estre- Stephani Sutherland è una neuroscienziata
ma stanchezza e «nebbia cognitiva» (brain fog), cioè difficoltà a e giornalista scientifica che vive e lavora nella
concentrarsi o a ricordare le cose. Nel febbraio 2022 si stimava che California meridionale. Un suo articolo sulle cause
negli Stati Uniti la sindrome colpisse 16 milioni di adulti e che ne delle malattie autoimmuni è apparso su «Le
Scienze» nel numero di dicembre 2021. Si può
avesse costretti a lasciare il lavoro da 2 a 4 milioni, molti dei qua-
seguirla su Twitter: @SutherlandPhD.
li non hanno ancora ripreso a lavorare. Il long COVID colpisce
spesso giovani, che per il resto sono in buona salute, e può emer- Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

gere anche a seguito di un’infezione lieve. Il rischio sembra leg-


germente maggiore per chi è stato ricoverato per COVID e negli sintomi duraturi. Spesso chi riferiva sintomi neurologici era tra-
anziani (che finiscono in ospedale più spesso), nonché per le don- scurato, o liquidato con l’idea che fosse traumatizzato dalla malat-
ne, per chi è in condizioni di svantaggio socioeconomico, per chi tia iniziale e dal ricovero. Ma a fine 2020, spiega Helen Lavretsky,
fuma, è obeso o presenta una serie di altri problemi di salute, in psichiatra all’Università della California a Los Angeles (UCLA),
particolare le malattie autoimmuni. Il vaccino sembra ridurre il ri- «abbiamo iniziato a capire che cosa stava accadendo davvero […]
schio di long COVID, ma non lo azzera. ed è diventato molto chiaro che i sintomi neuropsichiatrici era-
I sintomi più comuni, persistenti e invalidanti sono neurologi- no davvero comuni», soprattutto stanchezza, malessere, nebbia
ci. Alcuni sono facilmente riconoscibili come sintomi legati al cer- cognitiva, perdita dell’olfatto e disturbo post-traumatico da stress,
vello o al sistema nervoso: molti pazienti soffrono di disfunzioni nonché problemi cognitivi e addirittura psicosi.
cognitive quali problemi di memoria, attenzione, sonno e umore. Ghormley aveva meno di 40 anni ed era relativamente in sa-
Altri sintomi sembrano affondare le radici più nel corpo che nel lute quando ha contratto il virus, ma presentava patologie pree-
cervello, come il dolore e il malessere post-sforzo (PEM, dall’ingle- sistenti (tra cui asma e artrite reumatoide) che la mettevano a ri-
se postexertional malaise), una sorta di «crollo dei livelli di ener- schio di COVID grave. Ha passato diversi giorni in casa, faticando
gia» che si sperimenta dopo uno sforzo fisico anche molto leggero. a respirare, e poi si è fatta ricoverare in ospedale, dove la pressio-
Anche questi sintomi, però, sono il risultato di disfunzioni nervo- ne è salita alle stelle e la glicemia è crollata. Da questa fase acuta si
se, spesso nel sistema nervoso autonomo, che controlla la respira- è ripresa in poche settimane ma, afferma, «non sono mai davve-
zione e la digestione e in generale dirige tutti i nostri organi come ro guarita». Poco dopo essere stata dimessa dall’ospedale, ha svi-
un pilota automatico. Questo problema, chiamato disautonomia, luppato quella che suo marito chiamava «memoria da pesce ros-
può portare a vertigini, battito cardiaco accelerato, pressione arte- so». «Appoggiavo un oggetto per un attimo – ricorda – e non avevo
riosa troppo alta o troppo bassa e disturbi intestinali; a volte rende più idea di dove l’avevo messo. Non smetteva di succedermi. Ho
le persone incapaci di lavorare o addirittura
di vivere normalmente in autonomia.
Il virus SARS-CoV-2 è nuovo, ma le sin- Un team medico interdisciplinare è essenziale
dromi post-virali no. La ricerca condotta in
passato su altri virus, e in particolare quel- per offrire le migliori cure possibili,
la sui danni neurologici causati dai virus
dell’immunodeficienza umana (HIV), sta
perché spesso i sintomi sono tantissimi
facendo da guida alle ricerche sul long CO-
VID. E da quando si è capito che la sindro-
me può causare tutti i suoi effetti tramite il sistema nervoso que- iniziato a dirmi che la cosa stava diventando strana. Mio marito di-
sta consapevolezza ha iniziato a influire sul modo di curarla. «Oggi ceva che non mi ricordavo più niente. Iniziavo a parlare, e sape-
considero il COVID una malattia neurologica tanto quanto una vo cosa volevo dire, ma non riuscivo a ricordarmi la parola giusta».
malattia polmonare, e ciò vale tanto più per il long COVID», affer- Ha anche iniziato ad avere tremori, enormi sbalzi d’umore e
ma William Pittman, medico presso UCLA Health a Los Angeles, una dolorosa ipersensibilità ai suoni. «Se mio marito apriva una
che ha in cura Ghormley e molti pazienti in condizioni simili. busta di carta, mi sembrava che qualcuno mi pugnalasse all’orec-
Anche se la stima di 16 milioni di persone colpite negli Stati Uni- chio», racconta. Qualsiasi sforzo, fisico o mentale, la lasciava spos-
ti è ragionevole, ne esistono anche di più catastrofiche. Una meta- sata e dolorante. La donna, che era orgogliosa del suo acume men-
analisi condotta nel 2021 su 41 studi ha concluso che a livello glo- tale, era scioccata. «Quel che più mi disturbava era che trovavo
bale può sviluppare il long COVID il 43 per cento dei contagiati davvero grosse difficoltà a pensare, parlare, ricordare; provavo a
da SARS-CoV-2 e che negli Stati Uniti ne è affetto circa il 30 per fare una cosa e non avevo più idea di che cosa fosse. Mi sono tro-
cento, cioè circa 30 milioni di persone. Alcuni studi sono più cau- vata all’improvviso con deficit neurologici piuttosto gravi. Mi è
ti. Un sondaggio condotto nel giugno 2022 per il National Center crollato il mondo addosso. È stato un trauma orribile […] mi ha di-
for Health Statistics statunitense ha rilevato che tra gli adulti col- strutta. Non mi sentivo più me stessa».
piti dal COVID uno su cinque presentava il long COVID tre mesi
più tardi; la stima dell’Office for National Statistics britannico par- Le radici delle disfunzioni
la di uno su dieci. Anche se solo una piccola parte dei contagi pro- Da esperta di medicina interna veterinaria, Ghormley afferma
duce questa malattia, affermano gli esperti, si parla comunque di che trovare la soluzione quando si presentano sintomi misteriosi
milioni di altre persone che ne saranno affette, magari con conse- è il suo lavoro, anche quando i sintomi sono i suoi. «Mi sono impe-
guenze invalidanti. gnata attivamente a cercare le cause e a scoprire che cosa potevo
All’inizio gran parte dei casi di long COVID riconosciuti riguar- fare». Ha ipotizzato che alcuni dei suoi sintomi neurologici fosse-
dava pazienti che avevano necessitato di terapia respiratoria pro- ro il risultato di eventi trombotici, cioè coaguli di sangue che cau-
lungata o che avevano avuto danni evidenti agli organi, causa di sano mini-infarti. È stato dimostrato fin dall’inizio, da diversi stu-

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«Mi è crollato il mondo addosso», afferma Tara senti in concentrazioni elevate nelle persone con long COVID,
Ghormley, che combatte con il long COVID dal 2020. afferma Troy Torgerson, immunologo all’Allen Institute di Seattle.
In questi malati erano particolarmente evidenti tre molecole di se-
di, che il COVID attacca le cellule endoteliali che rivestono i vasi gnale (fattore di necrosi tumorale alfa, interleuchina 6 e interfe-
sanguigni, il che può portare alla formazione di trombi e carenza rone beta), ma la situazione non era uguale per tutti. «Stiamo cer-
di ossigeno in diversi organi, compreso il cervello. Anche un’alte- cando di passare in rassegna i pazienti con long COVID per poter
razione minuscola delle cellule endoteliali nel cervello può con- dire: “Questo gruppo è un buon candidato per le sperimentazioni
tribuire a causare una disfunzione cognitiva. di farmaci antinfiammatori, mentre quest’altro dovrebbe puntare
Uno studio ha rilevato che nei soggetti con sintomi neurologici più sulla riabilitazione”», spiega Torgerson. L’immunologo ha gui-
da COVID il sistema immunitario sembra attivarsi specificamen- dato uno studio (al momento disponibile come preprint, che non
te nel sistema nervoso centrale, causando un’infiammazione. Ma ha ancora superato la revisione scientifica formale di una rivista)
probabilmente l’infiammazione non è causata da un’infezione del in cui il suo gruppo ha misurato varie proteine nel sangue di 55
virus direttamente nel cervello. Avindra Nath, che studia da mol- persone con long COVID. I ricercatori hanno individuato un sot-
to tempo le sindromi neurologiche post-virali ai National Insti- togruppo di persone che presentavano infiammazione persisten-
tutes of Health (NIH) statunitensi, ha scoperto qualcosa di simile te, e in queste hanno notato un distinto percorso immunitario col-
in uno studio sulle autopsie di persone morte di COVID. «Quan- legato alla risposta persistente all’infezione. «Un sottogruppo di
do si osserva il cervello colpito dal COVID – afferma – non si trova- pazienti sembra avere effettivamente una risposta in corso a un
no [grandi quantità di virus], ma abbiamo rilevato una consisten- qualche virus», spiega Torgerson.
te attivazione immunitaria», soprattutto vicino ai vasi sanguigni. Sacche isolate di SARS-CoV-2 o anche frammenti di proteine
Le analisi indicavano che si erano attivati i globuli bianchi chia- virali possono persistere nel corpo ben oltre l’infezione iniziale
mati macrofagi. «I macrofagi non sono particolarmente precisi e continuare a causare una risposta immunitaria. Le prime prove
quando attaccano», commenta Nath. «Arrivano e si mettono a di- concrete di questa «persistenza virale» al di fuori dei polmoni so-
vorare quello che trovano; producono ogni sorta di radicali libe- no arrivate nel 2021 da ricercatori di Singapore, che hanno trovato
ri e citochine. È quasi come un bombardamento a tappeto: fini- proteine virali nell’intestino di cinque persone guarite dal COVID
sce per causare un sacco di danni. E i macrofagi sono anche molto sei mesi prima. Uno studio condotto all’Università della California
difficili da fermare, perciò persistono a lungo. Sono loro gli ospiti a San Francisco ha trovato tracce di particelle virali nel cervello
Fotografia di Ewan Burns

indesiderati» che potrebbero causare l’infiammazione persisten- di pazienti con long COVID. I ricercatori hanno raccolto esosomi,
te nel cervello. cioè pacchetti di materiale cellulare, rilasciati specificamente da
Se si riuscisse a stabilire quali pazienti hanno un’infiammazio- cellule del sistema nervoso centrale. Questi esosomi conteneva-
ne persistente, si potrebbero definire le cure di conseguenza. Al- no frammenti di proteine virali e anche proteine mitocondriali, il
cune ricerche hanno identificato marcatori che spesso sono pre- che potrebbe indicare un attacco del sistema immunitario su que-

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gli organuli vitali della cellula che sono i mitocondri. La quanti- ti di un fenomeno mediato dal sistema immunitario, e a quel pun-
tà di queste proteine sospette era più alta nei pazienti con sintomi to devi trovare un modo migliore di aggredirlo», commenta Nath.
neuropsichiatrici che in quelli senza questi sintomi. Se il virus permane nel corpo in qualche forma, i farmaci anti-
Il virus potrebbe permanere nel cervello per mesi, stando a una virali potrebbero eliminarlo, contribuendo così a risolvere i sinto-
ricerca condotta dagli NIH e pubblicata su «Nature» a dicembre mi neurologici. È quello che sperano i ricercatori che stanno con-
2022. Lo studio, che ha considerato le autopsie di 44 persone mor- ducendo una sperimentazione clinica con il Paxlovid, l’antivirale
te di COVID, ha rilevato un’infiammazione dilagante soprattutto di Pfizer usato per il COVID acuto. Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

nelle vie respiratorie, ma l’RNA virale è stato individuato in tutto


il corpo, anche nel cervello, fino a 230 giorni dopo il contagio. Al- Un collegamento con la stanchezza cronica?
tri due studi, entrambi pubblicati l’anno scorso sui «Proceedings Le sindromi post-virali sono documentate da oltre un secolo ed
of the National Academy of Sciences», hanno portato prove che, emergono a seguito di infezioni di virus che vanno dall’HIV all’in-
passando attraverso i neuroni del rivestimento epiteliale del na- fluenza. Il virus di Epstein-Barr, che causa la mononucleosi, è uno
so, SARS-CoV-2 può infettare gli astrociti, un tipo di cellule neura- dei vari virus collegati a una malattia chiamata encefalomielite
li con funzione di supporto. mialgica/sindrome da stanchezza cronica (ME/CFS, dall’inglese
La ricerca sta esaminando sempre più in dettaglio i segnali in- myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome), che si stima
fiammatori nei pazienti con long COVID. Un piccolo studio guida- colpisca almeno un milione e mezzo di persone negli Stati Uniti.
to da Joanna Hellmuth, neurologa dell’Università della California Questa sindrome ha notevoli somiglianze con il long COVID, con
a San Francisco, ha scoperto che i pazienti con sintomi cognitivi sintomi quali disregolazione del sistema immunitario, stanchez-
presentavano anomalie immunitarie nel liquido cerebrospinale, za e disfunzioni cognitive. «Uno degli schemi ricorrenti che abbia-
cosa che non avveniva in nessuno dei pazienti senza quei sintomi. mo notato sono pazienti che soddisfano i criteri per una diagnosi
All’incontro annuale della Society for Neuroscience del 2022, Hel- di ME/CFS. È una situazione che vediamo e trattiamo in continua-
lmuth ha riferito di aver cercato marcatori immunitari più spe- zione» nei pazienti con long COVID, sostiene Pittman. La ME/CFS
cifici nelle persone con sintomi cognitivi e di aver scoperto che può essere grave, con alcuni pazienti che perdono la mobilità e ri-
alcune presentavano livelli elevati di VEGF-C, un marcatore di di- mangono costretti a letto.
sfunzione endoteliale. Concentrazioni elevate di VEGF-C sono as- Nath, che studia anche la ME/CFS, afferma: «Riteniamo che ci
sociate a un maggior numero di cellule immunitarie che entrano sia un nesso fra i meccanismi delle due malattie». I ricercatori so-
nel cervello, spiega, e «non per svolgere la
loro normale funzione di mantenimento
della barriera ematoencefalica; queste cel- Le sindromi post-virali sono documentate da
lule sono distratte, e forse sono state attiva-
te». Pur riguardando solo campioni limita- oltre un secolo ed emergono a seguito di infezioni
ti, aggiunge Hellmuth, questi studi rivelano
«vere distinzioni biologiche e la presenza
di virus che vanno dall’HIV all’influenza
di infiammazione nel cervello. Non è un di-
sturbo psicologico o psicosomatico; è una
malattia neuroimmune». spettano che la ME/CFS, come alcuni casi di long COVID, sia di na-
Che cosa spinge il sistema immunitario a mantenersi in moda- tura autoimmune, con autoanticorpi che mantengono attivato il
lità offensiva? Secondo Torgerson, «una possibilità è che si sia svi- sistema immunitario. La ME/CFS è stata difficile da studiare, per-
luppata un’autoimmunità», cioè una situazione in cui gli anticorpi ché spesso emerge molto tempo dopo un’infezione leggera, il che
prodotti dal sistema immunitario per combattere il virus conside- rende difficile identificarne l’innesco virale. Invece con il long
rano come obiettivi da colpire anche le cellule stesse del malato. COVID, spiega Nath, «il vantaggio è che sappiamo esattamente
La risposta al virus «attiva l’autoimmunità, e la situazione non mi- che cosa ha dato il via al processo, e possiamo identificare preco-
gliora quando il virus se ne va», spiega. Diversi studi hanno trova- cemente i casi che sviluppano sintomi simili alla ME/CFS». Nelle
to prove di agenti dell’autoimmunità chiamati autoanticorpi che persone che hanno la ME/CFS da anni, «il danno è fatto, ed è diffi-
interagiscono con le cellule nervose nei pazienti con long COVID. cile annullarlo», mentre Nath ipotizza che per il long COVID ci sia-
Le informazioni sui processi infiammatori in atto potrebbero no maggiori probabilità di annullare i danni, se i medici riescono a
indicare la strada per la terapia dei sintomi neurologici. «Se è un individuare i pazienti nella fase iniziale della malattia.
processo infiammatorio mediato dai macrofagi […] le immunoglo- Torgerson spera che alla fine, grazie al COVID, i ricercato-
buline per via endovenosa potrebbero essere efficaci nel mitiga- ri giungeranno a conoscere meglio anche la ME/CFS. «Il COVID,
re i macrofagi», afferma Nath. Questa terapia, chiamata IVIg, com- da quando c’è, è stato studiato con più attenzione e con tecnolo-
prende un cocktail di proteine e anticorpi che può smorzare una gie migliori di qualsiasi altra malattia infettiva nella storia. Credo
risposta immunitaria iperattiva. che scopriremo cose che si potranno applicare ad altre malattie in-
La IVIg si può usare anche per bloccare gli autoanticorpi. E un fiammatorie che sono causate da un’infezione seguita da un pro-
farmaco chiamato rituximab, il cui bersaglio sono i linfociti B che cesso autoimmunitario».
producono gli anticorpi, offre «una terapia collaudata contro tante
sindromi mediate dagli autoanticorpi», dice Nath. Un’altra strate- Cure di squadra
gia prevede l’uso di corticosteroidi per ridurre l’attività immunita- Dopo mesi di malattia, Ghormley si è rivolta alla clinica dedi-
ria complessiva, anche se questi farmaci si possono usare solo per cata al long COVID presso UCLA Health, che è uno dei pochi pro-
un lasso di tempo limitato. «È un approccio molto aggressivo, ser- grammi interdisciplinari omnicomprensivi per chi soffre di que-
ve a vedere se funziona. Se non altro ti conferma l’idea che si trat- sta sindrome negli Stati Uniti. Anche se i sintomi affondavano le

38 Le Scienze 657 maggio 2023


Come SARS-CoV-2 danneggia nervi e cervello
La ricerca ha trovato prove che il virus SARS-CoV-2, che causa il COVID, logica. I sintomi cognitivi includono difficoltà a pensare e a ricordare, ma
può raggiungere il cervello e altre parti del sistema nervoso centrale. anche i sintomi fisici, come dolore, estrema stanchezza e accelerazione
Questo contatto può portare ai sintomi persistenti del long COVID che, del battito cardiaco, sono legati a problemi del sistema nervoso autono-
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come affermano sempre più esperti, sembra essere una malattia neuro- mo, che di solito dirige il nostro organismo come un pilota automatico.

Nel cervello Il bulbo olfattivo, nel cervello, comprende Anomalie del sistema
neuroni che si estendono fino alla immunitario
Sono stati trovati materiale genetico
mucosa olfattiva e, nell’altra direzione,
del virus e proteine virali nelle Studi su pazienti con long
fino ad altre regioni cerebrali.
cellule epiteliali che rivestono COVID con problemi cognitivi Cervello
alcuni tratti profondi della cavità hanno evidenziato che globuli
nasale. I neuroni proiettano qui bianchi erano passati dai vasi
le loro estensioni, perciò il virus sanguigni al cervello. Queste Spina
può usarle per risalire alle regioni cellule non dovrebbero trovarsi dorsale
cerebrali che controllano il respiro e nel cervello, dove possono
il cuore. Inoltre il virus può infettare causare un’infiammazione
gli astrociti, cellule nervose con dannosa. I pazienti senza
una funzione cruciale di problemi cognitivi avevano
supporto ai neuroni. livelli minori di questa attività
immunitaria insolita.
Alte concentrazioni di
materiale virale sono state Il liquido cerebrospinale prelevato
rilevate nella mucosa dalla spina dorsale dei pazienti tramite
olfattiva che riveste le cavità una puntura lombare conteneva
nasali. proteine associate all’infiammazione.

Virus persistente Attacco Vaso sanguigno Vaso sanguigno cerebrale


cerebrale sano dopo l’infezione
dei macrofagi
Central Nervous System Entry in Individuals with COVID-19, in «Nature Neuroscience», vol. 24, febbraio 2021 (riferimento per le cavità nasali)

Nei malati di COVID con


Grafica di Now Medical Studioes; fonti: Lee M.-H. e altri, Neurovascular Injury with Complement Activation and Inflammation in COVID-19, in
«Brain», vol. 145, luglio 2022 (riferimento per i vasi sanguigni); Meinhardt J. e altri, Olfactory Transmucosal SARS-CoV-2 Invasion as a Port of

Cellula di rivestimento Precursore del macrofago Macrofago


sintomi neuropsichiatrici Il cervello delle persone
sono state rilevate proteine morte di COVID mostra
specifiche di SARS-CoV-2 segni di un attacco
in pacchetti di materiale dei macrofagi, un tipo
cellulare provenienti da di globuli bianchi che
neuroni e astrociti anche reagisce ad agenti
tre mesi dopo l’infezione invasori, quali i virus, Globulo
iniziale. Ciò indica che il circondandoli e rosso
virus persiste a lungo nel distruggendoli. Però i
sistema nervoso centrale. macrofagi danneggiano
Un altro studio ha rilevato anche il tessuto
materiale genetico circostante, soprattutto
appartenente al virus nel attorno ai vasi sanguigni
cervello di un paziente nel cervello, come spiega
quasi otto mesi dopo Avindra Nath, neurologo
la comparsa dei primi dei National Institutes of
sintomi. Health. Neurone cerebrale sano Astrocita Neurone morente Infiammazione

radici nelle disfunzioni del sistema nervoso, la donna aveva biso- A UCLA Health è Pittman che si occupa del coordinamento del-
gno di una serie di specialisti diversi per curarli. La clinica è nata le cure per Ghormley. Il medico afferma che il gruppo interdisci-
da un programma che aveva l’obiettivo di coordinare le cure me- plinare è cruciale per offrire ai pazienti le migliori cure possibi-
diche per i casi di COVID più complessi, afferma la direttrice Nisha li. «Spesso i sintomi sono così tanti», e alcuni pazienti hanno già
Viswanathan, dottoressa di medicina generale specializzata in me- consultato diversi specialisti prima di arrivare qui, ma non neces-
dicina interna. Nelle visite di controllo con chi aveva avuto il CO- sariamente quelli giusti. In quanto fornitori primari di cure per il
VID, diversi mesi dopo le cure, la dottoressa si è accorta che «c’era long COVID, continua, «facciamo le analisi iniziali e li mettiamo in
un gruppo di pazienti che presentava ancora sintomi. Non si sape- contatto con la persona giusta». Per Ghormley, la lista di specialisti
va niente di questa condizione; stavamo solo provando a vedere comprende Pittman, un neurologo, uno pneumologo, un cardio-
che cosa potevamo fare per loro». Viswanathan e altri esperti han- logo, uno psichiatra, uno psicologo esperto in disturbi traumatici,
no iniziato a tenere un incontro bisettimanale di medici di UCLA un reumatologo e un ginecologo.
Health specializzati in pneumologia, cardiologia, neurologia, psi- L’approccio di squadra è stato cruciale anche per i medici, nel
chiatria e altro, per discutere singoli casi e tendenze generali. cercare di comprendere una malattia del tutto nuova, afferma

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Pittman. «È stato un percorso davvero interessante, dall’inizio in nere concentrata. Il farmaco l’ha «aiutata tantissimo», afferma la
cui non sapevamo quasi nulla, a oggi che ne sappiamo un pochi- donna.
no, e continuiamo a imparare ogni giorno, ogni settimana, ogni Ghormley rende onore ai suoi medici, e ad Agarwal in partico-
mese». Il termine «long COVID» «è un termine generico, un om- lare, per il lavoro investigativo che hanno fatto per approfondire i
brello sotto il quale secondo me ci sono diverse malattie», aggiun- suoi sintomi. «Nessuno ne sapeva nulla, ma tutti mi hanno ascolta-
ge. Anche se ciascun paziente con il long COVID è unico, «stiamo ta», commenta. Forse perché era una professionista di ambito me-
iniziando a vedere schemi che si ripetono. E per quanto riguarda dico, «nessuno mi ha ignorato». Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Ghormley abbiamo trovato una situazione di disautonomia, cosa È una situazione insolita per le persone con il long COVID, in
che osserviamo spesso». molti casi donne, spesso liquidate senza tante attenzioni dai me-
La disautonomia compromette il sistema nervoso autonomo, dici che dubitano che i loro sintomi siano reali. «I pazienti non si
una rete di nervi che dal cervello o dalla spina dorsale si estende sentono ascoltati», afferma Viswanathan. «Ne ho avuta una che mi
attraverso il corpo per controllare funzioni inconsce quali il bat- ha raccontato tutto, e io le ho detto solo: “Deve essere difficile per
tito cardiaco, la respirazione, la sudorazione e la vasocostrizione. lei. Voglio che sappia che tutti i sintomi che sente sono reali, e che
Per Ghormley, come per molte persone con long COVID, la disau- ho visto tanti pazienti come lei”. E lei si è messa a piangere e mi ha
tonomia si esprime nella sindrome della tachicardia posturale or- detto: “Nessuno mi aveva parlato così prima d’ora. Non sa quante
tostatica (POTS, dall’inglese postural orthostatic tachycardia syn- volte mi hanno detto che era tutto nella mia testa”».
drome), che include tutta una serie di sintomi quali accelerazione Oltre ai farmaci anche altre terapie, inclusa la fisioterapia, pos-
del battito cardiaco (soprattutto quando ci si alza in piedi) e stan- sono portare al miglioramento di alcuni sintomi. Ma i pazienti con
chezza e può causare irregolarità nella funzione intestinale e uri- il PEM hanno una particolare difficoltà con le terapie basate sul
naria. La POTS può anche essere una componente della spossa- movimento: Pittman spiega che l’esercizio fisico può farli stare
tezza che contraddistingue il malessere post-sforzo detto PEM. peggio. «Non vogliamo che smettano del tutto di muoversi, ma a
Anche se i sintomi sembrano riguardare il corpo, trovano origine volte il tipo di movimento che fanno causa una riacutizzazione dei
in una disfunzione del sistema nervoso. sintomi». Il medico sottolinea che spesso il PEM colpisce persone
La disautonomia ha portato Ghormley a rivolgersi alla cardio- giovani e che in precedenza erano del tutto sane, le quali si dicono
loga Megha Agarwal, in una clinica della
UCLA vicino a casa sua. Molti medici non
conoscono la POTS, ma Agarwal è parti- Le ho detto: «Dev’essere difficile per lei. Sappia
colarmente attenta a questa malattia, dato
che l’aveva già vista in alcuni pazienti pri- che tutti i sintomi sono reali». E lei piangendo ha
ma dell’arrivo del COVID. «C’è una disre-
golazione del sistema nervoso che può es-
risposto: «Nessuno mi aveva parlato così prima»
sere causata da tante cose diverse: terapie
oncologiche, virus, malattie autoimmuni».

Tachycardia Syndrome—Is Dysautonomia to Be Blamed?, in «Frontiers in Cardiovascular Medicine», marzo 2022 (riferimenti).
Agarwal ha diagnosticato la POTS di Ghormley nell’autunno del «“Devo sforzarmi di più”, esagerano e peggiorano. Il nostro lavoro

of COVID-19, in «Heart Rhythm», vol. 19, novembre 2022; Chadda K.R. e altri, Long COVID-19 and Postural Orthostatic
2020, quando si sapeva pochissimo del long COVID. Oggi è con- consiste nel trovare la via di mezzo e mantenere l’attività a quel li-

Grafica di Now Medical Studioes; fonti: Ormiston C.K. e altri, Postural Orthostatic Tachycardia Syndrome as a Sequela
vinta che «è la POTS il disturbo che il long COVID sta causando» vello in modo costante nel tempo, così che i pazienti non peggio-
in molti pazienti. Per fortuna, continua Agarwal, esistono terapie rino ulteriormente il loro stato di forma, ma non si ritrovino nean-
che possono aiutare. che con il PEM, che come è stato dimostrato li fa regredire».
La tachicardia (la T della sigla POTS) causa un’accelerazione del
battito cardiaco che contribuisce alla stanchezza e alla spossatez- Sul lungo periodo
za, oltre a mettere sotto stress il cuore stesso. I farmaci beta-bloc- Alcuni, spiega Pittman, «si aspettano di arrivare qui e nel gi-
canti (chiamati così perché bloccano i recettori beta-adrenergici ro di un mese tornare alla normalità. E rovesciare quelle aspetta-
nel cuore) possono rallentare il battito cardiaco e migliorare la sin- tive può rivelarsi molto difficile. Ci vuole davvero tanta empatia,
tomatologia. «Quando si controlla il ritmo cardiaco, non aumen- perché la vita di queste persone è del tutto cambiata». Però a vol-
ta solo la capacità del cuore di pompare sangue – spiega Agarwal te la loro qualità di vita può migliorare notevolmente quando rie-
– ma migliora anche l’energia [della persona], sparisce la stan- scono ad adattarsi a questa nuova normalità. Tuttavia, continua, «i
chezza e a volte si ottiene una maggiore lucidità mentale». Per al- pazienti hanno tantissime domande, e io non ho una spiegazione
cuni pazienti, come Ghormley, i beta-bloccanti non bastano; quin- fisiologica chiara da offrire. Posso dire loro che c’è una neuroin-
di Agarwal aggiunge un medicinale chiamato ivabradina. «L’uso è fiammazione, che forse c’è un’autoimmunità, ma ancora non ab-
un po’ off-label, fuori dalle indicazioni per cui è approvata, ma og- biamo risposte. A volte è davvero difficile per noi da accettare, e
gi la stanno studiando tantissimo» per la POTS. Per la donna que- per i pazienti è difficile accettare che noi possiamo solo cercare di
sta combinazione di farmaci ha portato netti miglioramenti, «così fare del nostro meglio».
adesso non si sente più come se avesse corso la maratona di Bo- Diverse persone, spiega Viswanathan, traggono beneficio dal
ston quando in realtà non ha fatto che sedersi e alzarsi al lavoro o ridurre le varie terapie che hanno intrapreso. Alcuni arrivano a es-
farsi una doccia», racconta Agarwal. sere così disperati da provare qualsiasi cosa, dagli integratori ali-
Tra i sintomi peggiori per Ghormley c’è la nebbia cognitiva, un mentari ai farmaci off-label, alle pozioni trovate su Internet e pri-
termine polivalente usato per descrivere tutta una serie di proble- ve di qualsiasi attestazione sperimentale. Interrompere queste
mi che le rendono difficile la vita. Per i giorni in cui lavora, la psi- terapie a volte fa migliorare i sintomi, continua la dottoressa.
chiatra le prescrive l’Adderall, uno stimolante usato nella cura del Cure psicologiche e gruppi di sostegno possono essere d’aiuto.
disturbo da deficit di attenzione e iperattività, che la aiuta a rima- Lavretsky aggiunge che «le scelte relative allo stile di vita posso-

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no essere importanti per avere miglioramenti», in particolare
una migliore igiene del sonno e gli esercizi di respirazione per
Il COVID dal cervello controllare l’ansia. La psichiatra dice che il corpo può guari-
re se stesso se pazienti e medici trovano gli strumenti giusti.
al cuore Resta da dimostrare che valga davvero per tutti, commen-
ta Viswanathan. «Vediamo molti pazienti che sono migliora-
Un disturbo comune tra le persone con long COVID è un problema car- ti col tempo. Ho pazienti in cui i sintomi sono scomparsi dopo
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diaco chiamato «sindrome della tachicardia posturale ortostatica» un anno, altri in cui scompaiono e poi riemergono occasional-
(POTS), in cui appena ci si alza in piedi, o anche solo ci si mette seduti mente». Ma per alcuni il problema «può continuare per mol-
dopo essere stati distesi, il cuore inizia a correre, accelerando di 30 batti- ti anni».
ti al minuto o più. Questa situazione rende difficile respirare e anche pen- «Probabilmente continueremo a occuparcene per decen-
sare («nebbia cognitiva») e porta a spossatezza, cefalee e altri sintomi. In ni», continua. «Il COVID non sparirà, dovremo solo abituarci a
concreto, il cervello e il sistema nervoso stanno perdendo il controllo sul conviverci, ma ciò significa anche che alcuni continueranno a
cuore, che di solito è guidato in modo automatico e inconscio. sviluppare il long COVID».
I vaccini sembrano ridurre il rischio di long COVID. Ma
Sintomi cardiaci Sintomi neurologici uno studio pubblicato a maggio 2022 su «Nature Medici-
• Palpitazioni e e di altro tipo ne» suggerisce che la protezione, pur essendoci, non sia al-
accelerazione del battito • Confusione mentale/ ta quanto si poteva sperare. Un’indagine condotta sulle car-
cardiaco nebbia cognitiva telle cliniche elettroniche dello U.S. Department of Veterans
• Dolore al petto • Cefalee
Affairs ha studiato la percentuale relativamente bassa di per-
• Dispnea • Stordimento
sone vaccinate che poi sono state contagiate: rispetto ai non
• Intolleranza • Stanchezza
all’attività fisica vaccinati, questo gruppo ha sviluppato il long COVID con
• Indebolimento muscolare una frequenza inferiore solo del 15 per cento. «Questi pazien-
• Disturbi del sonno
ti possono presentare sintomi per uno o due anni o anche più,
• Dolore cronico
perciò ogni mese ne abbiamo di più. Anche se sono il 15 per
• Sintomi gastrointestinali cento in meno, il numero totale di pazienti sta comunque cre-
(dolore addominale, scendo in modo esplosivo», afferma Pittman. Il modo migliore
gonfiore, paresi parziale per evitare il long COVID, concordano tutti gli esperti, è non
dello stomaco e nausea)
ammalarsi di COVID.
La sindrome è ancora avvolta in una miriade di incertezze
sul piano medico. I pazienti possono presentare uno solo dei
problemi studiati finora, oppure una combinazione. Il long
COVID potrebbe essere causato da particelle virali che per-
mangono nel cervello o in altre parti del sistema nervoso, o
potrebbe essere una malattia autoimmune che dura ben oltre
l’eliminazione del virus dall’organismo. Forse sono i globuli
bianchi iperattivi che continuano a perturbare il sistema ner-
voso e i vasi sanguigni vicini. Per fortuna, la crescente capaci-
tà dei medici di riconoscere gli specifici problemi permette lo-
ro di mettere a punto terapie che danno le migliori probabilità
di guarigione.
Ghormley dice che le cure hanno portato a un netto miglio-
ramento dei suoi sintomi e le hanno permesso di «fare di nuo-
vo alcune cose normali», ma continua ad avere riacutizzazio-
ni che le impediscono di lavorare per settimane di fila. L’anno
scorso, un giorno ha dimenticato di prendere una dose del far-
maco per il cuore ed è andata a fare la spesa da Target nel cal-
Teorie sul long COVID do della California meridionale. «Sono arrivata a casa e prati-
I ricercatori in campo medico hanno diverse teorie su come il virus che causa camente sono crollata a terra nell’ingresso. Da quel momento
il COVID può portare alla POTS. Un’idea è che, nel soggetto contagiato, la è tutto un po’ fuori fase. Se provo a muovermi, mi cedono le
febbre, il sudore e il lungo periodo trascorso a letto riducano il volume totale gambe». La cosa più frustrante, e che le fa più paura, è l’im-
del sangue e causino inoltre un indebolimento del cuore. Per compensare prevedibilità dei sintomi. «Sono cambiati tantissimo nel tem-
questa situazione e far arrivare più sangue in tutto il corpo, il cervello po; alcuni sono gestibili, altri sono invalidanti. Magari un sin-
spingerebbe il cuore ad accelerare il battito. Una seconda ipotesi è che il tomo migliora, ma ce n’è un altro che riemerge. Spero sempre
virus infetti e danneggi direttamente i nervi che determinano il ritmo cardiaco
che starò meglio, ma in realtà non posso saperlo». Q
e controllano la vasocostrizione. Una terza teoria è che l’infezione scateni
una risposta eccessiva da parte del sistema immunitario, per cui i globuli
bianchi troppo zelanti nell’attaccare il virus finiscono per danneggiare i nervi, PER APPROFONDIRE
compresi quelli che intervengono nel controllo del battito cardiaco. Può anche
darsi che ci sia una sovrapposizione tra due o più di questi meccanismi. Come il COVID ha cambiato il mondo. Numero speciale di «Le Scienze»,
n. 645, maggio 2022.

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La ritirata dei
CAMBIAMENTO
C L I M AT I C O

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42 Le Scienze 657 maggio 2023


ghiacciai alpini
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Ormai arretrano con decisione,


e ogni anno che passa sono più numerosi
i ghiacciai delle Alpi che non si limitano
a perdere massa, ma scompaiono

di Giovanni Baccolo
e Cristian Ferrari

Un sistema di crepacci sul ghiacciaio dello Scalino, nel gruppo


del Bernina, nelle Alpi Retiche occidentali. Il ghiacciaio mostra la
superficie scura tipica dell’estate. Dopo i mesi estivi il ghiaccio è
annerito dalle impurità che erano presenti nello spessore di ghiaccio
Cortesia Giovanni Baccolo

fuso. Le chiazze di neve nuova, frutto di una timida nevicata di inizio


autunno, rendono evidente il contrasto cromatico tra neve fresca e
ghiaccio vecchio.

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Giovanni Baccolo è ricercatore al Paul Scherrer Institut, in Svizzera, dove si occupa di glaciologia e paleoclima usando le carote di
ghiaccio. Studia inoltre l’inquinamento degli ambienti glaciali e la radioattività come tracciante dei fenomeni superficiali. Cura un blog
dedicato alla scienza di montagna. È membro del Comitato glaciologico italiano (CGI) e del Servizio glaciologico lombardo.

Cristian Ferrari è ingegnere ambientale e presidente della Commissione


glaciologica della Società degli alpinisti tridentini, club alpinistico che cura anche
il monitoraggio dei ghiacciai trentini per conto del CGI, di cui è membro. Ha
collaborato con ETH di Zurigo, in Svizzera, Consiglio nazionale delle ricerche e
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Protezione civile Trentino. Operatore SAPR attivo su aree glaciali e periglaciali.

È
alla fine di settembre che i volontari incaricati di condurre le misu-
razioni dei ghiacciai alpini si mettono in cammino. Raggiungere un
ghiacciaio dal fondovalle non è mai semplice, ma il prezzo della fatica si
ripaga attraversando i diversi ecosistemi la cui successione costituisce
il perno dell’ecologia di montagna.
Il più delle volte il cammino ha inizio nel folto di un bosco, do- Le Alpi e la glaciologia sono strette da un legame speciale. Seb-
ve inizia il sentiero. Salendo gli alberi si diradano lasciando spa- bene i 2000 chilometri di superficie totale dei ghiacciai alpini pos-
zio a pascoli e praterie. Ancora più in quota si accede al regno di sano sembrare notevoli, in realtà il glacialismo delle Alpi è po-
ghiaioni e antiche morene. Arrivati in quel mondo minerale, do- ca cosa se confrontato ad altri contesti geografici. Ciononostante i
ve solo a fatica si riconoscono sparute forme di vita, bisogna fare ghiacciai alpini hanno una particolare importanza per la glaciolo-
un ultimo sforzo per arrivare a ciò che rimane dei ghiacciai. Du- gia perché è proprio qui che questa scienza è nata tra la fine del Set-
rante queste marce, tra i pensieri che accompagnano chi si dedica tecento e la prima metà dell’Ottocento. Grazie alla loro importan-
all’osservazione dei ghiacciai, c’è sicuramente la consapevolezza za storica, i ghiacciai delle Alpi sono tra quelli che conosciamo più
che anno dopo anno il cammino per raggiungere l’oggetto di stu- a fondo e di cui abbiamo a disposizione la maggior quantità di dati.
dio è un poco più lungo. Questo riguarda tutti i versanti di questa catena montuosa po-
Il momento migliore per il monitoraggio dei ghiacciai sono i sta al centro dell’Europa meridionale. In ordine decrescente di
giorni compresi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. In quel importanza – intesa come superficie glacializzata totale – i pae-
periodo i danni prodotti sul ghiaccio dal calore estivo sono manife- si coinvolti sono Svizzera, Italia, Austria e Francia. Completano
stati nella loro completezza, subito prima che le nevicate autunna- la lista Slovenia e Germania, dove si trovano minuscoli ghiacciai
li li ammantino di bianco, nascondendoli alla vista. Per gli esperti è sull’orlo dell’estinzione.
quello il tempo di allacciare gli scarponi e raggiungere l’alta quo-
ta muniti dei loro strumenti per misurare i ghiacciai e valutare la Strada a senso unico
loro condizione. Un tempo si usavano solo bindelle e paline. Non Nel corso degli ultimi 200 anni, migliaia di appassionati, pro-
che oggi questi strumenti siano spariti, ma ora sono affiancati da fessionisti e volontari di questi paesi hanno raggiunto i ghiacciai
una moltitudine di dispositivi assai più sofisticati, come antenne alpini per misurarli. Fino a cinquant’anni fa il risultato delle loro
radar, droni, immagini acquisite dai satelliti in orbita intorno al no- misurazioni non era scontato. Periodi di avanzata si alternavano
stro pianeta. Le bindelle, o metri a nastro, continuano però a fare il a momenti di ritiro. Ghiacciai e clima danzavano insieme, seguen-
loro dovere, permettendo di misurare la distanza tra i punti fissi di do il ritmo imposto dalla variabilità dei sistemi naturali. A parti-
riferimento e la fronte dei ghiacciai. Riproducendo le misurazioni re dagli anni ottanta dello scorso secolo, tutto è cambiato. Il clima,
ogni anno è possibile misurare l’arretramento o l’eventuale avan- e di conseguenza i ghiacciai, hanno imboccato una strada a sen-
zata della massa ghiacciata. Le paline sono invece i pali che vengo- so unico, quella del riscaldamento e del ritiro. Da allora i ghiacciai
no infissi nel ghiaccio grazie allo scavo di appositi fori. Il confron- arretrano con decisione, e ogni anno che passa sono più numero-
to dell’altezza della parte emersa dal ghiaccio in momenti diversi si i ghiacciai che non si limitano a perdere massa, ma scompaiono.
dell’anno consente di quantificare le perdite di spessore. Questo comportamento è facilmente apprezzabile nei dati relati-
Misurare variazioni di spessore e variazioni di lunghezza, a vi al comportamento del ghiacciaio di Silvretta (Alpi Svizzere) ne-
questo servono paline e bindelle. Se sapientemente combinate tra gli ultimi cent’anni, per esempio. Dal 1920 al 1980 si sono alterna-
loro queste grandezze permettono di derivare i cambiamenti vo- ti periodi di ritiro e periodi di avanzata. Da vent’anni la curva ha
lumetrici dei ghiacciai; sono i più difficili da stimare, ma allo stes- però assunto senza esitazione una decisa tendenza verso il basso,
so tempo sono anche i più utili per capire il loro stato di salute. Og- corrispondente alla perdita di oltre un metro di spessore di ghiac-
gi tutto ciò è perfezionato da modelli 3D costruiti usando droni e cio all’anno (si veda il box a p. 46).
prospezioni radar, e dalla valutazione dei limiti glaciali attraver- L’anno da poco concluso non è stato un’eccezione, anzi. L’esta-
so l’analisi di immagini satellitari costantemente aggiornate. La te 2022 è stata la tempesta perfetta per i ghiacciai alpini. I dati so-
glaciologia è però iniziata da bindelle e paline, strumenti semplici no infatti concordi nell’indicare che l’ultima stagione ha infranto
che continuano a trovare spazio nello zaino degli scienziati. tutti i primati di arretramento glaciale risalenti alla torrida esta-

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Cortesia Giovanni Baccolo

Un mulino convoglia l’acqua di fusione prodotta in superficie verso le profondità del ghiacciaio di Gries, nella Alpi Lepontine.
Queste strutture possono avere dimensioni di diversi metri o, come in questo caso, misurare poche decine di centimetri.

www.lescienze.it Le Scienze 45
te del 2003. In molti casi per poter rappre-
sentare correttamente la perdita di ghiac-
cio dello scorso anno è stato addirittura Un esempio per tutti
necessario aggiornare gli assi dei grafici.
In un anno alcuni ghiacciai hanno perso Il comportamento di un tipico ghiacciaio alpino negli ultimi cent’anni. Il declino seguito alla Pic-
oltre 100 metri di lunghezza e fino a 6 me- cola età glaciale è stato accompagnato da diversi periodi di avanzata. Dagli anni ottanta il ghiac-
tri di spessore. È bastata un’estate per per- ciaio ha però iniziato un periodo di ritiro continuo e intenso, mai interrotto da annate positive.
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dere diversi punti percentuali della super-


ficie totale dei ghiacciai alpini. Nella sua
anomalia, l’estate scorsa è stata un’antici- 0
Bilancio di massa
pazione del clima che i modelli indicano del ghiacciaio di Silvretta
-5 (Alpi Svizzere)
come probabile da qui a qualche decen- Perdita
di spessore
nio. Questa occhiata al futuro ci ha sicu-

Metri di ghiaccio persi


(ritiro)
ramente insegnato una cosa: ai tempi del -10
cambiamento climatico antropogenico,

(cumulati)
sulle Alpi non rimarrà molto spazio per i -15 Guadagno
ghiacciai. di spessore
(avanzata)
Le cause della disfatta glaciale del 2022 -20
nascono dalla coincidenza di due fatto-
ri. Da una parte la neve accumulata sul-
-25
le Alpi è stata ampiamente inferiore alla
media attesa, con anomalie negative che
-30
in alcuni settori delle Alpi italiane hanno
sfiorato il 90 per cento. Nel nostro paese ANNO 1920 1940 1960 1980 2000 2015
il più colpito è stato il versante piemonte-
se delle Alpi. Qui la quantità di acqua stoc-
cata nel manto nevoso non ha mai superato il mezzo miliardo di ciaio del Mandrone, la principale lingua del ghiacciaio dell’Ada-
tonnellate, a fronte dei 2 miliardi di tonnellate attesi tra febbra- mello, l’anno scorso è arretrato di 140 metri, mentre nelle stagioni
io e aprile (dati della Fondazione CIMA - Centro internazionale in precedenti si ritirava mediamente di circa 15 metri ogni anno.
monitoraggio ambientale). Il secondo fattore ha riguardato inve- Gli operatori glaciologici non si sono limitati a riportare i pre-
ce le temperature. In molti paesi europei, Italia compresa, il 2022 ziosi e preoccupanti dati sul declino dei ghiacciai occorso lo scor-
è stato l’anno più caldo mai registrato (+1,15 gradi rispetto alla me- so anno. Hanno anche raccontato di essersi imbattuti in ambienti

Illustrazione di Danilo Sossi su indicazione degli autori; fonte: New long-term mass-balance series for the Swiss Alps, di M. Huss, L.
dia climatica del 1991-2020) e sono stati tanti i primati meteorolo- glaciali resi irriconoscibili dalla ferocia meteorologica della passa-
gici battuti. Il 25 luglio presso la stazione di monitoraggio di Pa- ta stagione. Non sempre hanno potuto completare le campagne di
yerne, nelle Alpi svizzere, la quota dello zero termico è schizzata a osservazione in modo sicuro. Alcuni ghiacciai hanno perso intere

Dhulst e A. Bauder, in «Journal of Glaciology», Vol. 61, n. 227, pp. 551-562, 2015. doi:10.3189/2015JoG15J015
5184 metri, superando il precedente record di 67 metri. Quel gior- porzioni terminali, rendendo di fatto impossibile prendere le mi-
no tutti i ghiacciai delle Alpi, compresi quelli più alti che rivesto- sure. Altri hanno rivelato crepacci tanto ampi da non essere attra-
no i pendii sommitali del Monte Bianco, sono andati in fusione. Le versabili, altri ancora sono stati tempestati dai detriti scaricati dal-
Alpi, patria della glaciologia, in quel momento non erano monta- le pareti circostanti, rese instabili e pericolose dalla degradazione
gne per ghiacciai, al pari di catene montuose meno elevate o situa- del permafrost.
te in regioni tropicali.
Forme particolari
Equilibri compromessi Nelle ultime stagioni la fusione è stata così intensa da proce-
Il contemporaneo verificarsi di queste anomalie ha moltipli- dere in modo nuovo rispetto al passato, producendo vistosi effet-
cato i danni e provocato tassi di ritiro da record. La mancanza di ti non soltanto sulla superficie dei ghiacciai ma anche nelle loro
neve e le temperature elevate hanno compromesso i due proces- profondità. Si potrebbe pensare che quanto accade all’interno dei
si fondamentali che regolano il comportamento dei ghiacciai. La ghiacciai non sia visibile, ma non è sempre così. Con crescente fre-
poca neve ha limitato la loro alimentazione, riducendo la parte po- quenza i ghiacciai esibiscono forme particolari scolpite dall’inde-
sitiva dei bilanci di massa. Le temperature sopra la media hanno bolimento che li colpisce in profondità. Parliamo dei crepacci cir-
invece intensificato la fusione, consumando la poca neve e intac- colari, chiamati anche calderoni di ghiaccio. Come suggerisce il
cando fin dalle prime fasi dell’estate il ghiaccio vivo, affossando la nome, queste forme sono sistemi di crepacci circolari disposti in-
parte negativa del bilancio dei ghiacciai. torno a una depressione approfondita sulla superficie del ghiac-
Con poche entrate e tante uscite extra, il bilancio finale non po- ciaio. La loro morfologia, non a caso, ricorda quella delle doline ti-
teva che andare in rosso, profondo rosso. Per la prima volta tanti piche dell’ambiente carsico. La genesi delle due forme – doline e
ghiacciai sviluppati sopra i 3000 metri hanno visto la scorta di ne- calderoni – è infatti la medesima. Sono create dal progressivo cedi-
ve stagionale sparire completamente. Non solo, spesso a essere in- mento del soffitto di cavità sotterranee, scavate nella roccia calca-
taccati sono stati anche gli strati più profondi di nevato, vale a dire rea le prime, nel ghiaccio le seconde.
il firn, la neve vecchia che trasformandosi dovrebbe portare alla Comprendere la formazione dei crepacci circolari significa
produzione di nuovo ghiaccio, il pane dei ghiacciai. Per dare un’i- interrogarsi sugli effetti che estati sempre più calde stanno pro-
dea quantitativa di quello che è successo la scorsa estate, il ghiac- ducendo sui ghiacciai. Il loro interno è attraversato dai condot-

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Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Il ghiacciaio della Marmolada come appare tempo del cambiamento climatico questo meccanismo è però in
dopo oltre un secolo di ritiro. Nonostante l’evidente declino, difficoltà, specie nelle lingue, ovvero le porzioni inferiori e pia-
il ghiacciaio è ancora il più esteso delle Dolomiti. neggianti dei ghiacciai.
La foto è dell’autunno 2021, non sono visibili i segni inferti La forte fusione, l’assottigliamento e la scarsa pendenza stanno
dal crollo avvenuto il 3 luglio 2022. progressivamente isolando le lingue dal flusso di ghiaccio in arri-
vo dai settori superiori dei ghiacciai. L’arresto del movimento im-
ti endoglaciali. Non conosciamo ancora molto dell’interno dei pedisce ai condotti di chiudersi nella stagione invernale, renden-
ghiacciai, ma negli ultimi anni sono diversi i progetti di ricerca che doli sempre più ampi col passare delle stagioni. Per via di questi
hanno avuto come fine l’esplorazione delle condotte che attraver- meccanismi, le lingue di molti grandi ghiacciai alpini stanno rive-
sano le oscure profondità dei ghiacciai. I condotti endoglaciali ser- lando grandi cavità nelle loro porzioni terminali. Si tratta di vere e
vono al ghiacciaio per rendere efficiente il trasporto dell’acqua proprie caverne scavate dall’acqua di fusione e dall’aria calda che
di fusione liberata durante la stagione estiva. Essa è prodotta so- circola al loro interno.A fondere il ghiaccio in profondità con cre-
prattutto sulla superficie dei ghiacciai, dove l’azione del calore at- scente intensità è il trasporto di acqua di fusione dalla superficie,
mosferico e dei raggi solari è massima. In parte l’acqua di fusione leggermente più calda del ghiaccio, e l’infiltrazione di aria mite
raggiunge la fronte scorrendo sulla superficie del ghiacciaio attra- proveniente dall’esterno. Le caverne più ampie ospitano correnti
verso i ruscelli epiglaciali (anche noti come bédière). La maggior d’aria ben sviluppata che fondono il ghiaccio dall’interno, produ-
parte dell’acqua è però raccolta in nella parte interna dei ghiacciai cendo incredibili cesellature sulla loro volta.
dagli inghiottitoi (o mulini): veri e propri pozzi verticali scavati nel D’inverno le cavità smettono di accrescersi, ma mentre in pas-
ghiaccio, che possono raggiungere il diametro di alcuni metri e sato si chiudevano grazie alla deformazione provocata dal mo-
profondità di svariate decine di metri. vimento del ghiacciaio verso valle, ora che il flusso di ghiaccio è
Gli inghiottitoi alimentano il reticolo di condotti endoglacia- sempre più debole rimangono sviluppate, e anno dopo anno di-
li che trasportano efficientemente l’acqua verso la porzione infe- ventano più grandi. Gli operatori glaciologici che raggiungono
riore del ghiacciaio, fino a rilasciarla in prossimità della fronte e le fronti per misurare i ghiacciai trovano queste caverne con cre-
alimentando il ruscello glaciale tipico di ogni ghiacciaio di mon- scente frequenza. Le grotte sono ambienti tanto affascinanti quan-
tagna. Sebbene il termine ruscello spesso ricordi corsi d’acqua di to fragili. Le pareti rivelano la complessità del ghiaccio di ghiaccia-
scarsa portata, i ghiacciai più grandi delle Alpi possono arrivare a io, impreziosito da complicate deformazioni e bande di ghiaccio
produrre svariate migliaia di litri d’acqua al secondo. nerastro. Il limitato spessore del ghiaccio lascia poi filtrare una
debole luce bluastra che rende l’atmosfera suggestiva, come se ci
Un meccanismo in difficoltà
Cortesia Giovanni Baccolo

si trovasse su un altro pianeta. Le più grandi si approfondiscono


In condizioni normali i condotti endoglaciali dovrebbero esse- all’interno del ghiacciaio per decine se non centinaia di metri, pre-
re stagionali. In estate, favoriti dall’abbondante acqua di fusione, sentando volte che raggiungono qualche metro di altezza.
che raggiunge pressioni considerevoli, si allargano. Al contrario, I crepacci circolari compaiono quando i soffitti di queste cavità
nel periodo invernale dovrebbero chiudersi per via della dimi- iniziano a cedere. Nel giro di poche stagioni i calderoni approfon-
nuita pressione esercitata al loro interno dall’acqua di fusione. Al diti in superficie collassano, creando grandi buchi nel ghiacciaio

www.lescienze.it Le Scienze 47
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Cortesia Cristian Ferrari (tutte le foto in questa pagina e a fronte)

Ghiacciaio di Lares (sopra), gruppo Adamello-Presanella, operatori


glaciologici, autunno 2021, si nota un reperto della prima guerra mondiale
emerso dalla neve. A destra: ghiacciaio Adamello-Mandrone, autunno 2021;
in alto: il cedimento di un cavità subglaciale innescato dal collasso di un
sistema di crepacci circolari provoca il repentino e improvviso arretramento
della fronte e la frammentazione della regione inferiore del ghiacciaio.

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Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Le fasi iniziali di
evoluzione (in alto) di uno
dei grandi calderoni glaciali
che si sono sviluppati negli
ultimi anni nella regione
inferiore del ghiacciaio
del Lares, nel gruppo
Adamello-Presanella. Il
cedimento della volta di
una cavità subglaciale
scavata dall’acqua di
fusione progredisce
producendo i caratteristici
crepacci circolari sul bordo
della frattura. A sinistra:
la fronte del ghiacciaio
Adamello-Mandrone ad
autunno 2021, il più grande
ghiacciaio italiano.
La fotografia aerea permette
di identificare con anticipo
i principi di cedimento sulla
superficie del ghiacciaio.
Nelle prossime stagioni
le depressioni che si
notano nella parte inferiore
evolveranno probabilmente
in calderoni glaciali.

www.lescienze.it Le Scienze 49
Come nasce un calderone glaciale?
Sviluppo dei crepacci circolari e trasformazione in calderoni: 1) i mulini qua alla fronte del ghiacciaio; 4) il condotto si allarga sempre di più senza
incanalano in profondità l’acqua di fusione prodotta sulla superficie del poter essere chiuso dal movimento del ghiaccio; 5) il soffitto della cavità
ghiacciaio; 2) mulini e condotti endoglaciali formano una rete di condot- aperta nel ghiaccio cede, generando i crepacci circolari in superficie; 6)
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

te sotterranee; 3) nella lingua frontale il condotto principale trasporta l’ac- la volta crolla, creando un buco nella lingua del ghiacciaio.

1 2 3
Mulino Torrente Reticolo di condotti endoglaciali Torrente glaciale
epiglaciale

Condotto
endoglaciale

Ghiacciaio

Letto roccioso Letto roccioso Lingua frontale

4 5 6
Crepacci circolari Collasso

Grotta

che espongono il letto roccioso sottostante o che ospitano piccoli te squilibrio tra la geometria dei ghiacciai e il clima in cui sono im-
laghi effimeri. La dimensione di questi crolli circolari è solitamen- mersi. Per adattarsi alle nuove condizioni, i ghiacciai fondono a
te compresa tra 10 e 30 metri e l’abbassamento della superficie è di tassi tanto elevati da indebolirsi non solo in superficie ma anche
alcuni metri, raramente più di 10. I crepacci circolari si sviluppano in profondità. Le cause del tragico crollo avvenuto sul ghiacciaio
infatti solo dove lo spessore del ghiaccio è limitato, altrimenti l’al- della Marmolada il 3 luglio 2022 sono da ricercarsi nella sua parte
largamento dei condotti sotterranei non avrebbe un simile effet- profonda. Quel giorno una porzione sommitale del ghiacciaio ha
to destabilizzante. ceduto, precipitando una valanga di ghiaccio sul percorso di salita
a Punta Penia, la cima più alta del massiccio. Fino al momento del
Deboli in profondità disastro, costato la vita a 11 persone, nessuno aveva previsto che
L’accumulo di acqua nelle cavità prodotte dal crollo dei crepac- un simile evento potesse verificarsi su un ghiacciaio piccolo e fre-
ci circolari e lo scoprimento della roccia sul loro fondo hanno un quentato come quello della Marmolada.
impatto negativo sul bilancio energetico del ghiacciaio. A causa La scienza deve ancora comprendere che cosa sia successo
Illustrazione di Danilo Sossi su indicazione degli autori

del colore scuro, roccia e acqua fungono da assorbitori di energia esattamente quel giorno, ma le evidenze raccolte fin qui sono con-
solare, trasmettendo al ghiaccio una maggior quantità di calore e cordi nell’indicare che l’origine del cedimento abbia avuto origi-
accelerando ulteriormente le dinamiche di ritiro. Negli ultimi an- ne in profondità, probabilmente a causa dell’accumulo di acqua di
ni si è osservato che il collasso dei calderoni può innescare arre- fusione. Il giorno del crollo era il ventitreesimo giorno consecuti-
tramenti stagionali di decine o addirittura centinaia di metri. La vo che sulla cima della Marmolada si registravano temperature so-
comparsa dei crepacci circolari sulle lingue dei ghiacciai alpini è pra lo zero. Per oltre tre settimane il ghiacciaio è rimasto immerso
un segnale preoccupante, che anticipa di qualche anno il collasso in una coltre di aria calda che ne ha provocato la fusione continua
di interi settori glaciali. Una lingua tempestata da queste struttu- giorno e notte. La mancanza di neve ha fatto sì che le alte tempera-
re, come sta succedendo per esempio sul ghiacciaio dell’Adamel- ture intaccassero fin da subito il ghiaccio, indebolendo la struttu-
lo, il più grande delle Alpi italiane, è destinata a scomparire o a ri- ra dell’apparato in modo sempre più profondo e insidioso. L’assen-
dursi drasticamente, sconvolgendo l’aspetto dell’intero apparato. za di rigelo notturno protratta per settimane ha poi sconvolto la
La diffusione dei crepacci circolari è una spia che segnala il for- classica dinamica glaciale estiva. Non più cicli quotidiani di gelo-

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Un calderone aperto nella porzione inferiore del ghiacciaio di Lares. Intorno al crollo rimangono i crepacci circolari a testimonianza di una grande
cavità sviluppata sotto alla superficie del ghiacciaio.

disgelo, bensì un unico episodio di intensa fusione protratto per speranza affinché non si ripeta la disfatta dell’anno scorso è che le
quasi un mese. temperature estive si mantengano un poco meno elevate. Scopri-
Da quando è nata la glaciologia i ghiacciai non si sono mai tro- remo a settembre come sarà andata.
vati in condizioni simili. Stiamo imparando, e purtroppo pagan- I ghiacciai e il cambiamento climatico sono temi indubbiamente
do un prezzo altissimo, che i ghiacciai non si limitano ad arretra- legati tra loro. Percepiamo i primi come vittime del secondo, ma di-
re fino a scomparire nel silenzio. Talvolta reagiscono con sussulti mentichiamo spesso di considerare che la scomparsa dei ghiacciai
improvvisi e difficili da prevedere. Il clima cambia, la montagna di montagna come quelli alpini produrrà significativi effetti sia ai
si trasforma e i ghiacciai assumono comportamenti difficilmente sistemi naturali che a quelli umani. Un quinto dell’aumento del li-
immaginabili fino a pochi anni fa. Dobbiamo adattarci alle nuove vello dei mari, pari a circa 3,5 millimetri ogni anno, è dovuto all’ac-
condizioni degli ambienti glaciali durante l’estate, seguendo con- qua rilasciata dalla fusione dei ghiacciai continentali dissemina-
suetudini alpinistiche diverse da quelle sviluppate sotto il segno ti sulle montagne della Terra. Uno studio del 2021 ha stimato che,
di un clima che non c’è più. nonostante la limitata dimensione, i ghiacciai montani stiano sca-
Ai tempi del cambiamento climatico non c’è molto spazio per i ricando negli oceani oltre 250 miliardi di tonnellate di acqua ogni
ghiacciai, l’anno passato ce lo ha fatto comprendere con chiarez- anno. Un patrimonio idrico usato da milioni di persone come fonte
za cristallina e purtroppo il 2023 si conferma finora simile al 2022. di acqua potabile, irrigua, per la produzione di energia idroelettri-
Il manto nevoso accumulato sulle Alpi raggiunge il suo massimo ca. Un tesoro che se ne va come neve al sole, letteralmente.
spessore a inizio marzo. A marzo 2023 la quantità di neve accumu- Non tutto è però perduto. È fondamentale sottolineare che
lata nel bacino del Po, che raccoglie le acque dalla maggior parte quanto piccolo sarà lo spazio destinato ai ghiacciai dipenderà sol-
delle Alpi italiane, è un terzo di quella normalmente presente al tanto dalla nostra capacità di ridurre nel prossimo futuro l’uso dei
Cortesia Cristian Ferrari

suolo, valore confrontabile al deficit osservato nel 2022 (dati Fon- combustibili fossili, causa del cambiamento climatico. Ogni mez-
dazione CIMA). Molto probabilmente anche quest’anno i ghiacciai zo grado di riscaldamento evitato permetterà la sopravvivenza di
alpini arriveranno alla stagione estiva impreparati, coperti da un migliaia di ghiacciai disseminati sulle montagne della Terra e dei
manto troppo sottile che presto scomparirà e lascerà il ghiaccio tanti ecosistemi che da essi dipendono. Per preservarli serve però
nuovamente esposto al calore dell’atmosfera e ai raggi solari. La un cambio di rotta deciso e repentino. Q

www.lescienze.it Le Scienze 51
Katie Peek, giornalista scientifica ed esperta di visualizzazione dei dati, è laureata
in astrofisica e in giornalismo. Collabora per le illustrazioni con «Scientific American».

DEMOGRAFIA

La crescita della popolazione Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

sta rallentando
Nel 2022 la popolazione mondiale è arrivata a otto miliardi di persone. Ma il numero di
abitanti del pianeta toccherà probabilmente il suo massimo nel corso di questo secolo

Testo e grafici di Katie Peek

l 15 novembre 2022 – secondo le stime dei demografi – il ti indicatori demografici. Concentrarsi sulla fertilità, però, è utile

I numero degli esseri umani sulla Terra ha toccato gli 8 mi-


liardi. Da qualche decennio a questa parte la crescita del-
la popolazione è stata costante, al ritmo di un miliardo di
persone in più ogni dozzina d’anni circa. Ma ora l’anda-
mento sta cambiando. La corsa sta cominciando a rallentare, e gli
esperti prevedono che la popolazione mondiale raggiungerà un
massimo di circa 10,4 miliardi di persone negli anni ottanta del no-
per chiarire come mai il numero totale di esseri umani sulla Ter-
ra sembri destinato a calare. I demografi definiscono la fertilità co-
me il numero totale medio di nati vivi per individuo di sesso fem-
minile in un paese o regione. (Nel seguito e nei grafici, il termine
«donna» comprende tutte le persone a cui alla nascita è assegna-
to il sesso femminile.) L’attuale tasso di fertilità degli Stati Uniti,
per esempio, è circa 1,7; quello della Cina è 1,2 [in Italia è stato 1,25
stro secolo. nel 2021, N.d.R.]. Secondo i demografi, un tasso di fertilità pari a 2,1
rappresenta il livello di sostituzione, cioè il numero medio di na-
Crescita della popolazione globale ti vivi necessario perché le dimensioni di una popolazione restino
stabili. Nei paesi ricchi oggi i tassi di fertilità sono inferiori al livello
Anno1950 1975 2000 2025 2050 2075 2100
di sostituzione; in effetti, è al di sotto del livello di sostituzione cir-
Popolazione mondiale (miliardi)

La popolazione cresce in modo ca il 50 per cento di tutti i paesi; nel 2022 l’area con il tasso di ferti-
10 costante dal 1960
lità più basso (0,8) è stata Hong Kong. Nei decenni venturi, proba-
bilmente, gran parte degli altri paesi al mondo prenderà la stessa
8
Entro la fine strada. Ecco come potrebbe presentarsi la situazione.
del secolo, la
popolazione Nel 1960, quando la popolazione mondiale era di 3 miliardi di
6
toccherà il suo persone, quasi tutti i paesi avevano tassi di fertilità superiori a 2,1
massimo, a
2022 8 miliardi

nati vivi per donna.


4 10,4 miliardi,
e comincerà
a calare. Uno
2 dei motivi è La fertilità nel mondo, 1960
1960

1974

1987
1998
2010

2037

2058

l’andamento Livello di reddito del paese (nel 2022)


0 della fertilità
Alto Medio-alto Medio-basso Basso

1960 Livello di sostituzione 2,1


Il rallentamento è dovuto, fra l’altro, alla tendenza ad avere me- 3 miliardi
Ogni barra orizzontale in una
no figli, un fenomeno in atto in quasi tutte le aree del mondo, an- colonna rappresenta un paese
che se a ritmi diversi. Le nazioni ad alto reddito hanno oggi i tassi o una regione. Le 41 barre di
questa colonna rappresentano
di natalità più bassi, e quelle a reddito più basso presentano i tas- i paesi e le regioni che nel
si di natalità massimi. «Il divario tra i paesi ricchi e quelli poveri 1960 avevano tassi di fertilità
ha continuato ad allargarsi», dice Jennifer Sciubba, una sociologa compresi tra 6,5 e 6,9 nati
vivi per donna
del Wilson Center di Washington, che ha scritto dei cambiamen-
ti demografici in atto su scala planetaria. «Nel lungo termine, pe-
rò, si va verso una convergenza», dice. La disparità nei tassi di na-
talità fra i vari paesi, in altre parole, non è un divario permanente
ma una temporanea divaricazione destinata a ridursi nei prossi- 2,5 4,5 6,5 8,5
mi decenni. Fertilità (nati vivi per donna)*
* In questi grafici, il termine «donna» comprende tutti gli individui
Agli alti e bassi della popolazione mondiale contribuiscono mol- assegnati alla nascita al sesso femminile
ti fattori, come migrazioni, mortalità, longevità e altri importan-

52 Le Scienze 657 maggio 2023


Ma nei decenni seguenti le cose hanno preso a cambiare. Il tas- Le differenze tra paesi ad alto e a basso reddito sono state parti-
so di fertilità di un paese tende a essere correlato al suo reddito colarmente forti dagli anni novanta a oggi. Ma verso la fine di que-
pro capite medio. I paesi ricchi sono stati i primi a passare a un mi- sto secolo i tassi torneranno a convergere su un valore più basso.
nor numero di figli, ma anche quelli a reddito più basso stanno se-
guendo il medesimo andamento. Il futuro della fertilità
2037
La fertilità comincia a calare
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

9 miliardi (previsione)
1974 2,1 2,1
4 miliardi

1987 In molti paesi ricchi, la fertilità è scesa al di sotto


5 miliardi del livello di sostituzione di 2,1 già da decenni

1998
6 miliardi 2058
10 miliardi (previsione)

2010 Nel 2010, in due terzi dei paesi


7 miliardi a reddito alto e medio-alto la fertilità era
al di sotto del livello di sostituzione
Verso la metà del secolo, circa un quarto
dei paesi e delle regioni avranno livelli di
fertilità superiori a quello di sostituzione.
Anche nei paesi a reddito basso e I demografi si attendono che la
medio-basso la fertilità era in calo popolazione globale comincerà a calare
negli anni ottanta di questo secolo

2,5 4,5 6,5 8,5


2,5 4,5 6,5 8,5 Fertilità (nati vivi per donna)
Fertilità (nati vivi per donna)
Divisione per la popolazione delle Nazioni unite (dati); Banca mondiale (categorie di reddito)

Questi dati aiutano a capire come e dove sta cambiando il tasso


Ecco il quadro attuale, oggi che abbiamo toccato gli 8 miliardi. di crescita della popolazione. Ma chiaramente il futuro dell’uma-
nità dipende da molti altri fattori, oltre alla fertilità. Per esempio,
La fertilità oggi gli abitanti dei paesi ricchi possono anche fare meno figli, ma que-
2022 sti poi tendono a consumare più risorse; e dunque i paesi ricchi
8 miliardi possono continuare ad avere un impatto sproporzionato sul pia-
neta malgrado il ridursi della loro popolazione. Organizzazioni co-
me il Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni
A Hong Kong e in Corea del Sud, unite – che segue e prevede l’andamento numerico della popola-
i tassi di natalità sono scesi a meno
di 1 neonato per donna zione – lavorano a soluzioni politiche che permettano a ciascuno
Fonti: World Population Prospects 2022,

di noi di godere di una vita sana, soddisfacente e sostenibile sul


Negli Stati Uniti, il tasso pianeta Terra. Una comprensione chiara e puntuale degli anda-
è attualmente pari a 1,66 menti della popolazione è essenziale per far sì che un futuro radio-
so diventi realtà. Q

PER APPROFONDIRE
2,5 4,5 6,5 8,5
Fertilità (nati vivi per donna) Gli effetti ineguali del COVID raccontati e visualizzati dai dati. Montañez A. e
Christiansen J., in «Le Scienze» n. 645, maggio 2022.

www.lescienze.it Le Scienze 53
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

SCIENZE COGNITIVE

Nati per
contare
Come immaginava Platone,
i bambini piccoli sanno fare di conto

di Jacob Beck e Sam Clarke

Fotografia di Jamie Chung


Quante palline
ci sono nel barattolo?
Questo gioco classico
si basa sul nostro senso
dei numeri innato.
(La risposta è nella piega
di pagina 61.)
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237
Jacob Beck è York Research Chair in filosofia
della percezione visiva e professore associato
al Dipartimento di filosofia della York University a Toronto.

Sam Clarke è MindCORE research fellow


all’Università della Pennsylvania, dove si dedica
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

a filosofia e psicologia. Dall’estate del 2023


sarà assistant professor di filosofia alla University
of Southern California.

mmaginate di dare una festa. Preparate gli stuzzichini, create una playlist e met-

I tete in frigo svariate birre. Arriva il primo invitato e ne porta altre sei, prendendo-
ne poi una per sé. Arriva una seconda persona che aggiunge qualche altra birra e
a sua volta ne prende una. State per bere una birra anche voi quando, aperto il fri-
go, vedete con sorpresa che ne restano solo otto. Non le avete contate consapevol-
mente, ma sapete che dovrebbero essere di più, quindi cominciate a rovistare nel frigo. E, co-
me previsto, dietro un cespo di lattuga che sta marcendo nel cassetto trovate varie bottiglie.
Come facevate a sapere che dovevano esserci delle altre bir- natismo di Platone, fu in seguito sviluppata ulteriormente da John
re? Non avete fatto la guardia al frigo, tenendo un conteggio pre- Stuart Mill, secondo cui apprendiamo che due più tre fa cinque
ciso delle bottiglie entrate e uscite. Però stavate usando quello che vedendo molti esempi in cui questo è vero: due mele più tre me-
gli scienziati cognitivi chiamano senso dei numeri, cioè una par- le fa cinque mele, due birre più tre birre fa cinque birre e così via.
te della mente che risolve inconsciamente semplici problemi ma- In breve l’empirismo dominò la filosofia e la psicologia fino alla se-
tematici. Mentre conversavate con gli invitati, il senso dei numeri conda metà del XX secolo, quando pensatori inclini all’innatismo,
teneva d’occhio la quantità di birre presenti in frigo. come Noam Chomsky, hanno riportato in auge il pensiero di Pla-
Da moltissimo tempo, scienziati, matematici e filosofi si chiedo- tone. Chomsky si dedicava in particolare al linguaggio, ipotizzan-
no se questo senso dei numeri sia innato o se invece si acquisisca do che nei bambini si basi su un istinto innato che permette loro
via via. Nella tradizione occidentale, Platone fu tra i primi a ipo- di imparare la lingua madre ricevendo poche istruzioni esplicite.
tizzare che gli esseri umani abbiano capacità matematiche innate. In seguito altri hanno esteso l’ipotesi di Chomsky alla matema-
Nel dialogo platonico Menone, con una serie di semplici domande tica. Verso la fine degli anni settanta gli scienziati cognitivi C.R.
Socrate aiuta un ragazzo non istruito a enunciare il teorema di Pi- Gallistel e Rochel Gelman hanno sostenuto l’idea che i bambi-
tagora. Socrate conclude che il ragazzo aveva sempre avuto una ni imparino a contare grazie alla corrispondenza tra le parole che
conoscenza innata del teorema di Pitagora e le domande l’avevano nella loro lingua indicano i numeri e un sistema innato di conteg-
solo aiutato a esprimerla. gio preverbale, presente negli esseri umani e in molti altri anima-
Nel XVII secolo John Locke rifiutò questa idea, sostenendo con li. Nel suo fondamentale libro The Number Sense, uscito nel 1997, il
insistenza che inizialmente la mente umana sia una tabula rasa neuroscienziato francese Stanislas Dehaene ha attirato l’attenzio-
e che quasi tutte le conoscenze si acquisiscano con l’esperienza. ne sulle sempre più numerose prove di questo sistema preverbale,
Questa concezione, il cosiddetto empirismo contrapposto all’in- aiutando i ricercatori di svariati campi – cognizione animale, psi-

56 Le Scienze 657 maggio 2023


lo, oppure un altro animale? Da filosofi del-
la scienza cognitiva integriamo millenni
Il senso dei numeri nei piccoli di pensiero filosofico su questo argomen-
to con una montagna di prove sperimentali
Fei Xu ed Elizabeth Spelke hanno presentato più volte a bambini di sei mesi varie scherma- che non erano disponibili ai pensatori del
te in cui si vedevano 8 pallini oppure 16. Poi gliene hanno presentata un’altra. Se quest’ultima passato.
conteneva un numero di pallini diverso dal precedente (8 invece di 16, o viceversa) i bambi- Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

ni la guardavano più a lungo: evidentemente si accorgevano che era cambiato qualcosa. Non Prove emergenti
facevano così se invece la seconda schermata conteneva lo stesso numero di pallini. I bambi- Immaginate di vedere due gruppi di pal-
ni di sei mesi si comportavano allo stesso modo con altri gruppi di pallini in un rapporto 2:1, per lini che lampeggiano in rapida successio-
esempio 4 e 8 oppure 16 e 32. A nove mesi inoltre riuscivano a distinguere i gruppi di pallini in ne sullo schermo di un computer. Non ave-
un rapporto 3:2, per esempio 8 e 12 oppure 4 e 6, o ancora 16 e 24. Dato che con le scherma- te il tempo di contarli, ma se siete come le
te si tenevano sotto controllo le potenziali variabili fonti di disturbo come luminosità, densità e migliaia di persone che hanno svolto que-
area, questi risultati fanno ritenere che i bambini piccoli abbiano un senso dei numeri innato, sto esercizio negli esperimenti saprete dire
che, come l’acuità visiva-spaziale, diventa più preciso col tempo. quale dei due gruppi ha più pallini, purché
la differenza sia abbastanza consistente.
Potreste avere difficoltà a distinguere 50
Adattamento Adattamento pallini da 51, ma non avrete problemi ad ac-
corgervi che 40 sono meno numerosi di
50. Questa capacità è innata o deriva da an-
ni di istruzione in matematica?
Nel 2004 un gruppo di ricercatori fran-
cesi, guidato da Dehaene e Pierre Pica, ha
cercato una risposta addentrandosi nell’A-
mazzonia brasiliana. Usando un computer
portatile a energia solare, Pica ha esegui-
to lo stesso esperimento dei pallini lam-
peggianti con le popolazioni indigene in
villaggi isolati. Queste persone avevano
la stessa capacità di distinguere numeri di
pallini abbastanza diversi tra loro; eppure
Test Test erano pressoché privi di un’istruzione ma-
tematica e nella loro lingua non esistevano
parole per indicare numeri precisi supe-
riori a cinque.
Circa nello stesso periodo un altro grup-
po di ricerca, che includeva le psicologhe
dello sviluppo Elizabeth S. Spelke e Hila-
ry Barth, all’epoca entrambe alla Harvard
University, ha condotto in Massachusetts,
cologia dello sviluppo, psicologia cognitiva, neuroscienze, istru- negli Stati Uniti, un’altra versione dell’esperimento con i palli-
Grafica di Jen Christiansen; fonte: Large Number Discrimination in 6-Month-Old Infants,

zione – a capire che stavano studiando tutti la stessa cosa. ni lampeggianti, per dimostrare l’esistenza di questa capacità an-
di Fei Xua ed Elizabeth S. Spelke, in «Cognition», Vol. 74, gennaio 2000 (riferimento)

Secondo il nostro articolo pubblicato nel 2021 sulla rivista «Be- che nei bambini di cinque anni. Una spiegazione possibile è che i
havioral and Brain Sciences», non esiste più un’alternativa credibi- soggetti non controllassero effettivamente il numero dei pallini,
le all’idea che gli esseri umani, così come molti altri animali, abbia- ma osservassero invece qualche altro aspetto, per esempio l’area
no sviluppato nel corso dell’evoluzione una capacità di elaborare i complessiva che occupavano sullo schermo o il perimetro tota-
numeri. Secondo Platone in loro è innata una conoscenza matema- le del gruppo. Quando però un gruppo di pallini è stato sostituito
tica, cioè una capacità di pensare ai numeri, mentre noi due soste- da una sequenza rapida di segnali acustici, i bambini sono stati al-
niamo che la caratteristica innata negli esseri umani sia la perce- trettanto bravi a determinare la quantità maggiore, cioè se fosse-
zione matematica, cioè la capacità di vedere i numeri o percepirli. ro più numerosi i suoni sentiti o i pallini visti. Non avevano potu-
Quando avete aperto il frigorifero, vedendo le bottiglie di birra non to fare un confronto in base alla superficie o al perimetro, dato che
ne avete dedotto il numero nel modo in cui, vedendo per esempio i suoni non avevano queste caratteristiche, e d’altro canto i pallini
la scritta «Heineken», avete dedotto che qualcuno avesse portato non avevano una rumorosità né un timbro. I bambini non si erano
una birra chiara olandese. Invece ne avete visto il numero, proprio neanche basati sulla durata del suono: i segnali acustici si sentiva-
come ne avete percepito la forma e il colore. no in sequenza per un tempo variabile, mentre i pallini si vedeva-
Sul tema tuttavia il consenso non è unanime e nell’ultimo de- no tutti insieme per un tempo costante. Tutto faceva ritenere che
cennio è emersa una nuova ondata di empirismo. Chi nega l’esi- i bambini di cinque anni avessero effettivamente un senso del nu-
stenza di una capacità innata di percepire i numeri mette in evi- mero di pallini e segnali acustici.
denza un’importante difficoltà scientifica più generale: come In seguito Barth e colleghi hanno dimostrato che queste capa-
faremmo a sapere che cosa ha in mente un bambino molto picco- cità numeriche permettono forme rudimentali di aritmetica. In

www.lescienze.it Le Scienze 57
Matematici all’asilo
Hilary Barth e i suoi colleghi hanno mostrato a bambini dell’asilo un gruppo di pallini azzurri che si muovevano su uno schermo, per poi essere co-
perti da un blocco opaco. Quindi ne comparivano degli altri, rossi, e i ricercatori hanno chiesto se fossero di più i pallini azzurri dietro la barriera o
quelli rossi sullo schermo. Pur non avendo ancora studiato matematica, i bambini hanno dato la risposta giusta. Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

1 Arrivano i pallini 2 I pallini azzurri 3 Arrivano i pallini 4 Gli oggetti


azzurri e si fermano sono coperti rossi e si fermano scompaiono
e si chiede
ai bambini
se erano di più
i pallini azzurri
o quelli rossi

Inoltre hanno risposto correttamente quando si è trattato di sommare due gruppi di pallini azzurri e confrontarli con un terzo gruppo, stavolta rosso.

1 Arrivano i pallini 2 I pallini azzurri 3 Arrivano altri pallini 4 Arrivano i pallini 5 Gli oggetti
azzurri e si fermano sono coperti azzurri e rossi e si fermano scompaiono
si nascondono e si chiede
ai bambini
se erano di più
i pallini azzurri
o quelli rossi

Un aspetto interessante è che, in esperimenti successivi, i bambini hanno ottenuto risultati altrettanto buoni quando, invece che dai pallini rossi,
il numero era indicato da una sequenza di segnali acustici. È sorprendente perché fa ritenere che quei bambini di età prescolare stessero davve-
ro tenendo traccia del numero. Per esempio, non avrebbero potuto limitarsi a confrontare l’area totale coperta dai gruppi di pallini perché ovviamen-
te i segnali acustici non avevano una superficie. Viceversa, non potevano confrontare la rumorosità dei gruppi perché i pallini azzurri ne erano privi.

un altro esperimento i bambini di cinque anni hanno osservato umani e gli animali possano imparare a contare anche senza un’i-
due gruppi di pallini azzurri che, uno dopo l’altro, sono andati a fi- struzione formale. Per verificare se il senso dei numeri sia innato
nire dietro un blocco opaco. Da quel momento in poi i pallini az- i soggetti ideali sono i neonati, dato che non hanno avuto il tempo
zurri non si sono più visti. Quindi accanto al blocco ne sono com- di imparare pressoché niente. Ovviamente non sono in grado di
parsi di rossi. I ricercatori hanno chiesto se in totale fossero più parlare, e quindi non possiamo chiedere loro quale tra due grup-
numerosi gli azzurri o i rossi. I bambini hanno dato la risposta giu- pi sia il più numeroso. E non riescono nemmeno a strisciare verso
sta, indice del fatto che siano riusciti a sommare i due gruppi di un oggetto o ad avvicinarsi con una mano. Però sanno fare qualco-
pallini azzurri, pur non vedendoli più, e a confrontarne il nume- sa di più semplice: guardare. Valutando dove guardano i neonati,
ro totale con quello dei pallini rossi. Nel 2021 Chuyan Qu e i suoi e per quanto tempo, gli scienziati hanno aperto una finestra sul-
colleghi del laboratorio di Elizabeth Brannon all’Università della la loro mente.
Pennsylvania sono andati oltre, dimostrando che a soli cinque an- Nel 2009 Spelke ha collaborato con un gruppo di ricerca france-

Fonte: Abstract Number and Arithmetic in Preschool Children, di Hilary Barth e altri,
ni i bambini sono in grado di eseguire moltiplicazioni approssima- se, guidato da Véronique Izard e Arlette Streri, per un esperimento
tive: negli Stati Uniti questa operazione non si insegna prima del- in un ospedale di Parigi: hanno fatto ascoltare per due minuti a
la terza elementare. un gruppo di neonati, tutti minori di cinque giorni, sequenze di
Viene spontaneo chiedersi se questi bambini di cinque anni quattro suoni («tuuu tuuu tuuu tuuu») oppure di 12. Quindi han-
avessero imparato qualcosa sui numeri frequentando adulti con no mostrato ai neonati uno schermo contenente quattro ogget-
un’istruzione in matematica. Tuttavia si è osservata la stessa ten- ti o 12. Sappiamo che ai neonati piace guardare immagini familia-
in «PNAS», Vol. 102, 19 settembre 2005 (riferimento)

denza in diverse specie animali. Per esempio, i lupi prima di anda- ri, per esempio il viso della madre. Secondo l’ipotesi del gruppo di
re a caccia considerano le dimensioni del branco: preferiscono un Izard, se i neonati ricavavano i numeri dagli stimoli uditivi avreb-
gruppo tra due e sei individui per attaccare un grosso cervo, ma bero preferito guardare uno schermo con lo stesso numero di og-
di almeno nove se si tratta di un bisonte. I ratti imparano a preme- getti, cioè quattro o 12 oggetti subito dopo avere sentito sequenze
re una leva un certo numero di volte per ottenere da mangiare. E rispettivamente di quattro o 12 suoni. In altre parole, avrebbero do-
tra due persone in riva a un laghetto le anatre decidono a quale vuto guardare più a lungo lo schermo in caso di corrispondenza tra
avvicinarsi in base a quanti pezzetti di cibo getta in acqua ciascu- il numero degli oggetti e quello dei suoni.
na. Questo comportamento porta a ritenere che il senso dei nume- Ed è proprio quello che hanno osservato Izard e il suo gruppo.
ri sia antico sotto l’aspetto evolutivo, analogamente alla capacità di Per inciso, l’azione di guardare, così come quella di sorridere, non
vedere i colori o di sentire il caldo o il freddo. ha sempre lo stesso significato: qui i neonati si soffermavano di
Questi esempi però non arrivano a chiarire se il senso dei nu- più sui numeri uguali – indice di una corrispondenza – mentre i
meri sia innato. Forse permettono solo di ipotizzare che gli esseri bambini di sei mesi citati nel box a p. 57 guardavano più a lungo in

58 Le Scienze 657 maggio 2023


Vedere i numeri,
prima parte
Fissate la croce rossa per 30 secondi e poi girate Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

la pagina velocemente. Adesso i pallini a sinistra


sembrano più o meno numerosi di quelli a destra?

caso di numeri diversi, indice di sorpresa per qualcosa di inaspet- quando vedete quante ce ne sono, le birre hanno un determinato
tato. In entrambi i casi le differenze di comportamento erano ab- aspetto che sarebbe diverso se fossero più o meno numerose. Così
bastanza nette da indicare una sensibilità dei bambini piccoli per vi basta guardare per capire da che parte ci sono più birre.
i numeri. Naturalmente, anche una volta che i numeri sono distinti dai
Secondo alcuni critici, come Tali Leibovich, dell’Università di numerali, l’idea di vederli può comunque sembrare strana. D’al-
Haifa, e Avishai Henik, della Ben-Gurion University of the Negev, tronde sono un concetto astratto: non potete indicare i numeri
in Israele, dato che i neonati hanno una vista scarsa è meglio non perché non hanno una posizione nello spazio e chiaramente non
sbilanciarsi nell’interpretare l’esito di questo test. Tuttavia, tra i riflettono una luce che possiate rilevare con gli occhi.
neonati che hanno concluso il test senza addormentarsi né met- Ma in fondo l’idea di vedere i numeri non è poi molto diversa da
tersi a piangere, ben 15 su 16 hanno ottenuto questo risultato, ed è quella di vedere le forme. Anche se vedete che la vela di una bar-
senz’altro un fatto significativo. ca è triangolare, non potete vedere un triangolo di per sé, separato
da qualsiasi oggetto fisico. Allo stesso modo riuscite a vedere che
Numeri e numerali le birre sono circa sette, ma non vedete il numero sette da solo. Po-
Ripensate a quando abbiamo scritto che alla festa, aprendo il tete vedere forme e numeri, ma solo come caratteristiche di uno o
frigorifero, avete visto il numero delle birre presenti proprio co- più oggetti che riflettono la luce verso di voi.
Allora come facciamo a dire che ve-
diamo una certa cosa? Se in un test CO-
VID compaiono due linee, potreste di-
Secondo Platone gli esseri umani hanno la capacità re che «vedete» di avere il COVID. Ma è
un’espressione imprecisa: senza dubbio
di pensare ai numeri, mentre noi sosteniamo vedete le linee, ma quella sul COVID è
solo una deduzione. Come è possibi-
che questa abilità stia nel vederli o percepirli le definire questa distinzione in termi-
ni scientifici?
È una domanda con molte risposte
possibili, ma una delle più utili chiama
me ne avete percepito la forma e il colore. Abbiamo usato questa in causa il cosiddetto adattamento sensoriale. Facciamo un esem-
espressione consapevolmente: non avete visto le bottiglie di bir- pio: durante un’escursione in una giornata luminosa, gli occhi fi-
ra per poi valutarne il numero. È invece il senso dei numeri che vi niscono per abituarsi alla luce solare. Quando più tardi si entra in
ha permesso di vederne il numero nel modo in cui vedete i colo- una stanza, questa appare poco illuminata anche con tutte le lu-
ri e le forme. ci accese. Dopo che gli occhi si sono adattati a una luce forte, una
Per chiarire questa idea bisogna prima distinguere i numeri stanza dall’illuminazione normale sembra buia.
Fonte: A Visual Sense of Number, di David Burr e John Ross,

dai numerali. I numerali sono simboli usati per indicare i nume- L’adattamento è un tratto distintivo della percezione. Se riu-
ri. I numerali «7» e «VII» sono diversi tra loro, ma entrambi indica- scite a percepire una cosa, probabilmente potete anche adattar-
no lo stesso numero. Vedere i numeri e i numerali sono due con- vi alle sue caratteristiche, per esempio luminosità, colore, orien-
in «Current Biology», Vol. 18, 2008 (riferimento)

cetti che non vanno confusi. Vedere la parola «rosso» non significa tamento, forma e movimento. Quindi dovrebbe essere possibile
vedere il colore rosso, e vale altrettanto per il numerale «7» e il nu- adattarsi anche ai numeri, se si è in grado di percepirli. È proprio
mero sette. quello che hanno scritto in un articolo del 2008 gli studiosi della
Inoltre, se vedere le dimensioni di una bottiglia di birra non si- visione David Burr, dell’Università di Firenze, e il compianto John
gnifica che nel vostro campo visivo compaia un simbolo come «33 Ross, della University of Western Australia.
cl», allo stesso modo vedere il numero delle birre in frigo non si- Burr e Ross hanno dimostrato che, se una persona fissa un
gnifica vedere un numerale come «7». Quando vedete le sue di- gruppo di moltissimi pallini, un gruppo successivo che ne com-
mensioni, una birra ha un certo aspetto, che cambierebbe se la prende una quantità moderata appare meno numeroso di quan-
bottiglia fosse più grande o più piccola. Vi basta guardare due bot- to apparirebbe altrimenti. Per esempio hanno rilevato che un sog-
tiglie per capire che una è più grande dell’altra. Analogamente, getto, dopo avere fissato 400 pallini per 30 secondi, vedeva un

www.lescienze.it Le Scienze 59
gruppo di 100 pallini ma aveva l’impres-
sione che fossero solo 30. Così, proprio
come si adattano alla luce solare, i nostri I numeri dei neonati
occhi possono adattarsi anche ai gran-
di numeri, determinando effetti visivi Véronique Izard e i suoi colleghi hanno fatto ascoltare per due minuti ad alcuni neonati sequen-
sorprendenti. ze di 4 o 12 fonemi. Quindi hanno mostrato loro uno schermo che conteneva 4 o 12 oggetti. Su
Altri ricercatori, tra cui Frank Durgin, 16 neonati che hanno completato lo studio, 15 hanno osservato più a lungo quando il numero
Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

dello Swarthmore College, si sono chie- degli oggetti visti corrispondeva a quello dei fonemi sentiti.
sti se l’adattamento riguardasse il numero
o invece la densità (cioè la frequenza con Audio preliminare Audio preliminare
cui gli oggetti compaiono in una determi-
nata area). Se il numero di pallini aumen-
“tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu” “tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu”
ta e l’area che coprono resta costante, au-
menta anche la loro densità. Tuttavia, un
esperimento condotto nel 2020 dagli stu- Test Test
diosi della visione Kevin DeSimone, Min-
jung Kim e Richard Murray ha distinto
queste diverse possibilità, dimostrando
che gli osservatori si adattano ai numeri a
prescindere dalla densità. Per quanto stra-
no possa sembrare, gli esseri umani vedo-
no i numeri.

Un po’ di scetticismo
Nonostante l’abbondanza di prove, gli
Audio preliminare Audio preliminare
empiristi contemporanei – gli eredi del-
la tradizione di Locke e Mill, secondo cui “tuuuuu-tuuuuu-tuuuuu-tuuuuu” “tuuuuu-tuuuuu-tuuuuu-tuuuuu”
tutta la conoscenza matematica si acqui-
sisce con l’esperienza – sono ancora scet-
tici sull’esistenza del senso dei numeri. Test Test
D’altronde, la capacità di fare calcoli è con-
siderata tradizionalmente una conquista
culturale faticosa. Adesso dovremmo cre-
dere che i bambini piccoli ne siano capaci?
La storia della psicologia ha i suoi alti e
bassi quanto all’interpretazione delle ca-
pacità numeriche negli animali non uma-
ni. Chi studia psicologia all’università è
messo in guardia dall’«effetto Hans l’intel-
ligente», che prende il nome da un caval-
lo a cui erano state attribuite prematuramente doti matematiche Brain Sciences» rispondiamo che simili preoccupazioni sono in-
sofisticate (e perfino altre capacità, come dire l’ora e sapere l’orto- giustificate, perché tutte le grandezze si possono rappresentare
grafia di parole lunghe in tedesco). Come si scoprì in seguito, non approssimativamente. La statura di una persona si può rappresen-
faceva altro che reagire a leggeri segnali nel comportamento del tare in modo preciso, per esempio 1,90 metri, ma anche impreci-

Fonte: Newborn Infants Perceive Abstract Numbers, di Véronique Izard


suo addestratore. Oggi i ricercatori stanno molto attenti a non far- so, cioè quasi due metri. Analogamente, se avete in tasca cinque
si sfuggire simili segnali, ma non basta a evitare tutti i problemi. monete potete rappresentarne il numero con precisione, ma an-
Per esempio, secondo Rafael Núñez, dell’Università della Cali- che in modo approssimato, per esempio «poche».
fornia a San Diego, il senso dei numeri non è proprio in grado di In questi due casi rappresentate due grandezze, rispettivamen-
e altri, in «PNAS», Vol. 106, 23 giugno 2009 (riferimento)

rappresentare i numeri, perché sono precisi: 30 è esattamente te la statura e il numero: cambia solo il modo di farlo, preciso o im-
uno più di 29 ed esattamente uno meno di 31. Il senso dei numeri preciso. Quindi non vediamo perché l’imprecisione nel senso dei
invece è impreciso: se vedete 30 pallini lampeggiare su uno scher- numeri debba significare che rappresenta qualche altra caratteri-
mo, avete un’idea approssimativa di quanti siano, ma non sape- stica invece del numero.
te che sono esattamente 30. La conclusione di Núñez è che, qua-
lunque cosa rappresenti il senso dei numeri, non possono essere Contatori nati
i numeri. Come ha scritto in un articolo su «Trends in Cognitive Si potrebbe pensare che la questione sia puramente semantica,
Sciences» nel 2017, «una competenza di base che comprenda per ma ha una conseguenza sostanziale. Se seguiamo il ragionamen-
esempio il numero “otto” dovrebbe portare a considerare questa to di Núñez e supponiamo che il senso dei numeri non rappresen-
quantità categoricamente diversa da “sette”, non solo qualcosa di ti i numeri, allora dovremmo dire che cosa rappresenta. Su que-
spesso, o molto probabilmente, diverso». sto punto però nessuno sembra avere le idee chiare. Molti studi
Nel nostro articolo pubblicato nel 2021 su «Behavioral and sul senso dei numeri hanno tenuto sotto controllo altre variabili,

60 Le Scienze 657 maggio 2023


Vedere i numeri,
seconda parte
Se avete tenuto lo sguardo fisso sulla croce, Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

probabilmente appena avete girato la pagina


vi è sembrato che il gruppo a sinistra fosse più
numeroso. Gli occhi si sono adattati al gran
numero di punti nella parte destra dell’immagine
precedente, determinando una sorprendente
immagine residua.

come densità, area, durata, altezza, peso, volume, luminosità e co- evitare di vedere un peso da palestra come un unico oggetto, per-
sì via. fino quando cercavano di concentrarsi solo sui cerchi e ignorare
Un altro motivo per pensare che il senso dei numeri riguardi le linee che li collegavano.
appunto i numeri (invece di altezza, peso, volume o altre grandez- Gli osservatori non stavano solo controllando qualche altra
ze) fu indicato da Gottlob Frege, filosofo e logico tedesco vissuto grandezza, come l’area complessiva degli oggetti o il numero to-
nel tardo XIX secolo. Nella sua opera sui fondamenti dell’aritme- tale di pixel sullo schermo. D’altronde, il fatto che due cerchi e una
tica, Frege osservò che i numeri hanno una caratteristica unica: linea siano collegati formando un peso non influisce sull’area o
presuppongono un certo modo di descrivere quello che quanti- sul numero di pixel totale. Ma ciò su cui potrebbe influire – come
ficano. Immaginate di indicare un mazzo di carte e chiedere che sembra sia effettivamente accaduto – è la percezione del numero
quantità rappresenta. Non c’è una sola risposta possibile: prima di oggetti sullo schermo. Come nel caso del mazzo di carte, in cui
dobbiamo decidere se contare il numero dei mazzi (uno) o quello il conteggio cambia se si considera un unico mazzo oppure una se-
delle carte (52), anche se le 52 carte e il mazzo sono la stessa cosa. rie di carte singole, interpretare visivamente un oggetto come un
Frege osservava che non è così per altre grandezze. Se voglia- solo peso o una coppia di cerchi influenza il numero di oggetti che
mo sapere quanto pesano le carte, basta appoggiarle su una bilan- sembra di vedere, proprio come previsto da Frege per un sistema
visivo che controlla i numeri.
Con questo non intendiamo certo
negare che le capacità matematiche of-
ferte dal senso dei numeri siano estre-
Per capire come dai bambini piccoli nascono mamente diverse da quelle più matu-
degli Einstein non dobbiamo sottovalutare il modo re di cui dispone la maggior parte delle
persone adulte. Se chiedete ai bambini
in cui cominciano a comprendere il mondo esattamente 15 caramelle, possono dar-
vele solo quelle che hanno imparato a
contare con le parole. Ma non per que-
sto bisogna supporre che il loro senso
cia e leggere la risposta. Per il peso non fa differenza se le conside- dei numeri non rappresenti per l’appunto i numeri. Così come so-
riamo un solo mazzo o una serie di singole carte. E vale altrettanto no in grado di percepire e distinguere le distanze molto prima di
per il volume: che le definiamo come un mazzo o come 52 carte, lo riuscire a considerarle con precisione, i bambini hanno la capaci-
spazio occupato è sempre uguale. Naturalmente se togliamo una tà di rappresentare i numeri prima di saper contare con le parole e
carta dal mazzo avrà un peso e un volume diversi rispetto al maz- pensare a numeri precisi.
zo intero, ma in questo caso cambiamo l’oggetto descritto, non il Queste capacità matematiche innate di percepire i numeri, ag-
modo di descriverlo. Se il senso dei numeri è influenzato da come giungerli, sottrarli e usarli per altre operazioni sono di per sé li-
si descrive un oggetto, possiamo supporre che rappresenti effetti- mitate. Ma per capire come dai bambini piccoli nascono degli
vamente i numeri, non altre grandezze. Einstein non dobbiamo sottovalutare come iniziano a compren-
È proprio ciò che si scopre applicando le idee di Frege, come dere il mondo. Per imparare dobbiamo basarci su qualcosa di
Le palline nel barattolo a pagina 55 sono 296.

illustra chiaramente il lavoro di un gruppo di ricerca guidato da concreto, e il senso dei numeri contribuisce a offrire ai bambini
Steven Franconeri, della Northwestern University. In uno stu- piccoli le basi da cui possono nascere nuove capacità numeriche,
dio del 2009, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti una se- per esempio tenere traccia delle monete e creare economie mo-
quenza di due schermate con cerchi e linee sottili. Analogamente netarie, sviluppare la matematica moderna o, più prosaicamente,
a molti esperimenti già citati, è stato chiesto loro quale scherma- trovare in qualche angolo del frigo quelle birre mancanti. Q

ta contenesse più cerchi. Inoltre hanno ricevuto l’indicazione di


ignorare del tutto le linee sottili. Quando però queste collegavano
PER APPROFONDIRE
due cerchi, trasformandoli in un solo oggetto a forma di piccolo
peso da palestra, o manubrio (dumbbell), i volontri sottovalutava- Con gli occhi di un neonato. Rosa-Salva O., Di Giorgio E. e Vallortigara G., in «Le
no il numero di cerchi presenti. Evidentemente non riuscivano a Scienze» n. 582, febbraio 2017.

www.lescienze.it Le Scienze 61
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MEDICINA

Cellule mirate Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

contro il cancro
Le terapie con CAR-T, cellule immunitarie modificate
per attaccare con efficacia alcuni tumori,
stanno diventando sempre più potenti e si studia
come allargare il ventaglio dei loro obiettivi, anche oltre
i tumori, e renderne l’azione più durevole

di Heidi Ledford

Illustrazione di Vito Ansaldi


Heidi Ledford è senior reporter
per «Nature» a Londra.

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rystal Mackall ricorda il suo scetticismo la prima volta che ha sentito

C parlare di un modo per ingegnerizzare le cellule T in modo che rico-


noscano e uccidano i tumori. Seduta tra il pubblico di una riunione del
1996 in Germania, l’oncologa pediatrica si rivolse alla persona accanto a
lei e disse: «Non è possibile. È troppo assurdo».
Oggi le cose sono diverse. «Ho fatto un bagno di umiltà», dice
Mackall, che ora lavora alla Stanford University, in California, per
mettere a punto cellule T (dette anche linfociti T) di questo tipo
per il trattamento dei tumori cerebrali. Nel 2017 la Food and Drug
Administration statunitense ha approvato le prime cellule T mo-
le cellule T, alcune delle quali rilasciano una serie di molecole tos-
siche per distruggere le cellule anomale. Questa funzione di ricer-
ca e distruzione può prendere di mira anche le cellule tumorali,
per eliminarle; ma spesso i tumori trovano il modo di disarmare il
sistema immunitario, per esempio nascondendo le proteine ano-
dificate, chiamate cellule T con recettore chimerico per l’antige- male o sopprimendo la funzione delle cellule T.
ne (CAR-T, da chimeric antigen receptor T cells), per trattare una Le cellule CAR-T sono dotate di proteine sintetiche – i recetto-
forma di leucemia. Questi trattamenti hanno segnato veri punti di ri chimerici dell’antigene – che attraversano la membrana cellu-
svolta per diversi tipi di cancro. Cinque prodotti simili sono sta- lare. All’esterno si trova una struttura che funziona come un anti-
ti approvati e più di 20.000 persone li hanno ricevuti. Un campo corpo, legandosi a molecole specifiche sulla superficie di alcune
un tempo guidato solo da una manciata di ricercatori ostinati con- cellule tumorali. Una volta avvenuto il legame, la porzione di pro-
ta ora centinaia di gruppi di ricerca nel mondo accademico e in- teina all’interno della cellula T ne stimola l’attività, facendola en-
dustriale. Sono in corso più di 500 studi clinici, e altri metodi si trare in azione. Il risultato è una piccola macchina attiva a pieni gi-
stanno preparando per passare dal laboratorio alla clinica, mentre ri contro il cancro.
i ricercatori fanno a gara per perfezionare la progettazione delle Le terapie CAR-T approvate finora hanno come bersaglio l’una
cellule T ed estenderne le capacità. «Nei prossimi anni questo set- o l’altra di due proteine presenti in un altro tipo di cellule immu-
tore andrà ben oltre il cancro», prevede Mackall. nitarie, le cellule B, e servono a trattare alcune forme di leucemie
I progressi nell’editing [la modifica mirata di una sequenza di e linfomi, in cui le cellule B proliferano in modo incontrollato. Le
DNA, N.d.R.] del genoma attraverso procedure come la CRISPR due proteine – CD19 e BCMA – non sono esclusive delle cellule tu-
e la capacità di riprogrammare le cellule con la biologia sintetica morali, quindi queste terapie uccidono le cellule B indiscrimina-
hanno portato ad approcci sempre più elaborati per potenziare le tamente. Tuttavia, si può vivere anche senza queste cellule.
cellule T. Queste tecniche stanno fornendo strumenti per supera- Le terapie CAR-T hanno ancora ampi margini di miglioramen-
re alcuni limiti delle attuali terapie CAR-T, che sono costose, posso- to. Sebbene i loro effetti possano essere duraturi, e a volte anche
no avere seri effetti collaterali e finora hanno funzionato solo con- curativi, in gran parte delle persone trattate il cancro prima o poi
tro i tumori del sangue. «Queste tecniche hanno ampliato quel che si ripresenta. Inoltre i tumori solidi, come quelli del polmone o del
possiamo fare con le strategie CAR», afferma Avery Posey, ricerca- pancreas, finora non hanno risposto in modo convincente alle cel-
tore di immunologia del cancro all’Università della Pennsylvania lule CAR-T. La terapia può poi mettere a rischio la sicurezza dei
a Philadelphia. «Faranno senz’altro progredire questa tecnologia». pazienti e in rari casi può essere fatale. Inoltre va personalizzata
Tuttavia, la difficoltà nel produrre un «farmaco vivente» dalle per ogni ricevente, usando come punto di partenza le sue cellule
cellule di una persona non sta solo nella loro progettazione com- T, il che ne rende la produzione alquanto lenta e costosa.
plicata; per molti dei candidati più recenti restano da affrontare Per ora non esistono soluzioni semplici a questi problemi.
anche problemi di sicurezza e di produzione. «C’è un profluvio di «È chiaro che la strada da percorrere è ancora lunga», afferma
cose molto fantasiose e penso che ciò sia fantastico», afferma l’im- Mackall. «Ma stiamo osservando segnali promettenti».
munologo Michel Sadelain del Memorial Sloan Kettering Cancer Sono stati fatti alcuni progressi contro i tumori solidi. Questi
Center di New York. «Ma la complessità non può sempre essere spesso contengono un mosaico eterogeneo di cellule che presen-
trasferita tal quale in ambito clinico». tano diverse combinazioni di mutazioni, quindi una terapia CAR-
T diretta contro una particolare proteina mutata potrebbe fun-
Pronti a partire zionare solo contro un sottogruppo di cellule. Inoltre la massa
Le terapie CAR-T sfruttano le attività delle cellule T, i cacciato- compatta di un tumore solido può essere difficile da penetrare per
ri naturali del sistema immunitario, che pattugliano l’organismo le cellule T, e i ricercatori hanno faticato a trovare bersagli adatti,
in cerca di elementi estranei. Le cellule estranee, o quelle infettate attaccando i quali non si danneggiassero anche i tessuti sani.
da un virus, esprimono proteine insolite che fanno da segnali per Nonostante ciò, alcuni studi clinici hanno mostrato piccoli in-

64 Le Scienze 657 maggio 2023


Due tipi di modifiche
Una promettente forma di trattamento del can- artificiale, progettato per riconoscere una pro- Questo consente alle cellule T di colpire anti-
cro fa uso di cellule T – una componente del teina (antigene) presente sulla superficie di geni che normalmente non si trovano sulla su-
sistema immunitario – modificate per uccide- una cellula tumorale e segnalare alla cellula T perficie di una cellula tumorale, nel caso in cui
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re i tumori. La maggior parte delle terapie ap- di attaccarla. questi antigeni siano presentati da una protei-
provate (figura a sinistra) contiene un recetto- Altri approcci (figura a destra) hanno reinge- na MHC di classe I, un’altra componente del
re chimerico per l’antigene (CAR): un recettore gnerizzato i recettori naturali delle cellule T. sistema immunitario.

Domini Cellula CAR-T Cellula T


di segnalazione
Recettore
Recettore della cellula T
chimerico
per l’antigene

Antigene
Antigene tumorale
Riconoscimento di superficie
dell’antigene tumorale

Proteina
MHC
di classe I

Cellula tumorale Cellula tumorale

dizi di efficacia. Mackall e colleghi hanno ingegnerizzato le cellule il protocollo, anche somministrando dosi più alte, per aumentar-
CAR-T per colpire una molecola chiamata GD2, molto espressa da ne l’efficacia.
alcuni tumori del cervello e del midollo spinale, i gliomi. L’équipe Anche la capacità di seguire e mettere a punto l’attività delle
ha somministrato una dose endovenosa di terapia CAR-T a malati cellule T sta migliorando, dice Carl June, immunologo dell’Uni-
con un glioma, poi ha somministrato una serie di dosi più basse di- versità della Pennsylvania. Con analisi avanzate su singole cellule,
rettamente nel cervello. Mackall e colleghi hanno riferito nel 2022 i ricercatori possono seguire il destino sia delle cellule ingegneriz-
su «Nature» che tre delle quattro persone così trattate hanno rispo- zate, sia dei tumori che queste devono uccidere. Possono accer-
sto positivamente. «Queste cellule penetrano direttamente nel cer- tare quali cellule T si sono «esaurite» – uno stato disfunzionale
vello», afferma Mackall. «E lì l’organismo non le respinge, perché è che può derivare da una stimolazione prolungata – e quali cellu-
uno spazio con un privilegio immunitario [con risposta immunita- le tumorali stanno diventando resistenti al trattamento. Possono
ria infiammatoria assente o strettamente controllata, N.d.R.]». anche vedere se l’ambiente che circonda un tumore trattato con
Per colpire i tumori solidi potrebbero essere necessarie terapie CAR-T si è riempito di cellule che sopprimono l’attività immuni-
con cellule T che riconoscano più di una proteina mutata, o che taria (come i macrofagi o le cellule T regolatorie). Superare la sop-
colpiscano le cellule tumorali che esprimono livelli più elevati di pressione immunitaria locale sarà la chiave per sfruttare le cellu-
una data proteina rispetto alle cellule normali. le T contro i tumori solidi, afferma Yangbing Zhao, responsabile
Una sperimentazione clinica, i cui risultati sono apparsi su «Na- scientifico di UTC Therapeutics, un’azienda biotecnologica di Sin-
ture» nel novembre 2022, ha portato questo aspetto all’estremo: gapore che sta sviluppando terapie CAR-T. «Per quanti bersagli si
invece di usare i recettori chimerici dell’antigene (i CAR), il team possano prendere di mira, se il tumore elude la risposta immuni-
ha usato la CRISPR per modificare i recettori naturali delle cellu- taria, la terapia non funzionerà», afferma Zhao.
le T (si veda il box in alto), così che riconoscessero le proteine mu- June e colleghi hanno usato analisi su singole cellule per inda-
tate presenti nel tumore di ciascun partecipante. I malati hanno gare la resistenza alle terapie CAR-T che hanno come bersaglio la
ricevuto un mix di cellule T che prendevano di mira proteine di- già citata proteina CD19, e hanno scoperto che i prodotti CAR-T
verse, nella speranza che i tumori solidi abbiano meno probabili- meno capaci di attivare alcune funzioni (quelle dette di cellule T
Danilo Sossi

tà di sviluppare resistenza a una terapia che ha bersagli multipli. helper) erano associati all’insorgere della resistenza. I ricercato-
A 28 giorni dal trattamento, i tumori hanno smesso di crescere in ri hanno inoltre usato analisi su singole cellule per capire meglio
5 partecipanti su 16. I ricercatori sperano di riuscire a modificare perché le cellule CAR-T dirette contro una proteina chiamata me-

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Steve Gschmeissner/AGF

Cellule T (azzurro) e cellule cancerose della prostata (rosa). Le terapie CAR-T sono approvate contro alcuni tumori del sangue, ma ora si sta
studiando il loro uso anche per curare vari tumori solidi, e si sono avuti risultati promettenti contro quello della prostata.

66 Le Scienze 657 maggio 2023


sotelina, presente nelle cellule del tumore pancreatico, spesso fal- zione delle terapie: negli Stati Uniti, un singolo trattamento con
liscono. E nel 2021 hanno reso noto su «Cell» che riducendo l’at- cellule CAR-T può costare circa 500.000 dollari, senza contare i
tività di due geni nelle cellule CAR-T si può rafforzare la terapia. costi del ricovero ospedaliero e dei trattamenti associati.
«Arriveremo a comprendere questi meccanismi di resistenza», af- La creazione di cellule CAR-T che possano essere somministra-
ferma June. «E poi, con tutti questi strumenti come la CRISPR, po- te a più persone – spesso chiamate cellule off-the-shelf (pronto uso)
tremo ingegnerizzare le cellule per aggirarli». – è stata a lungo considerata cruciale per ridurre il costo della te-
Oltre che per modificare le cellule T, CRISPR è stata usata per rapia. Ma i primi risultati suggeriscono che c’è ancora da lavora-
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trovare nuove possibili modifiche da introdurre. Alexander Mar- re, afferma Rahul Purwar, bioingegnere dell’Indian Institute of
son, immunologo dei Gladstone Institutes di San Francisco, in Ca- Technology di Mumbay. Sebbene queste cellule possano essere
lifornia, e i suoi colleghi hanno usato CRISPR per attivare o sop- modificate per ridurre il rischio che vengano a loro volta elimina-
primere migliaia di geni nelle cellule T, per poi esaminare l’effetto te da parte del sistema immunitario, le prime prove suggeriscono
delle modifiche sulla produzione di proteine cruciali nel regola- che non sopravvivono a lungo dopo essere state infuse e potreb-
re l’attività immunitaria, dette citochine. In un altro screening ef- bero comunque essere rigettate. «L’off-the-shelf è un ottimo ap-
fettuato con CRISPR, il team ha scoperto che, se si riduce l’attività proccio», afferma Purwar. «Ci stiamo arrivando, ma al momento
di una proteina chiamata RASA2, aumenta la capacità delle cellu- non ci siamo ancora».
le CAR-T di uccidere i loro bersagli. «Stiamo imparando quali ge- Un altro limite è che di rado la terapia è disponibile fuori dai pa-
ni possiamo attivare e disattivare per regolare le cellule T in modo esi ricchi. In Brasile l’ematologo Renato Luiz Guerino Cunha, del
che facciano ciò che vogliamo», dice Marson. Gruppo Oncoclínicas di San Paolo, è stato il primo nel paese a trat-
Anche i biologi sintetici hanno messo gli occhi sulle cellule T tare una persona con CAR-T nel 2019. Ma i progressi sono stati len-
e stanno riprogettando sofisticati circuiti cellulari che potrebbero ti, dice, perché manca la capacità di produrre rapidamente grandi
consentire un maggiore controllo sull’espressione dei CAR e di al- quantità di cellule. «In tre anni abbiamo trattato solo sei pazienti»,
tre proteine, per rendere le cellule T più attive. A dicembre Wen- afferma. «Abbiamo bisogno di nuove tecnologie per lavorare que-
ste cellule».
La produzione di una terapia cellula-
Stiamo imparando talmente tanto re CAR-T prevede in genere che, per in-
serire il gene CAR sintetico, si usi come
che una grande questione è ora decidere quali vettore un tipo di virus chiamato lenti-
virus. Ma l’aumento delle ricerche sul-
cellule portare avanti negli studi umani le terapie geniche ha fatto crescere la
domanda di lentivirus di qualità adatta
all’uso clinico, perciò oggi i ricercatori
dell Lim biologo sintetico dell’Università della California a San devono aspettare mesi e pagare fior di quattrini per riuscire a com-
Francisco, e i suoi colleghi hanno riferito su «Science» di aver mo- pletare gli esperimenti; Cunha produce i suoi, ma solo in piccole
dificato le cellule T perché esprimessero sia un CAR sia IL-2, una quantità. I progressi dell’editing genetico con CRISPR potrebbero
proteina immunoregolatrice. IL-2 può migliorare la penetrazione essere d’aiuto su questo versante.
delle cellule T nei tumori solidi e sopraffare i segnali immunosop- Nonostante le difficoltà da superare, le terapie CAR-T continua-
pressivi secreti dai tumori, ma può essere tossica se somministra- no a espandersi e, fra le centinaia di studi clinici in corso in tut-
ta per via sistemica. Rendere le cellule T capaci di sintetizzare esse to il mondo, alcuni esplorano applicazioni del tutto nuove. L’an-
stesse IL-2 consente di far produrre la proteina a livello locale, evi- no scorso per esempio sono stati riferiti risultati promettenti in
tando auspicabilmente che sia tossica per altri tessuti. una piccola sperimentazione di terapie CAR-T per il trattamento
Altri circuiti sintetici sono stati progettati per poter regolare di una forma di lupus, una malattia autoimmune. E, in uno studio
con precisione l’espressione del CAR, ponendola sotto il control- sui topi, i ricercatori hanno riprogrammato le cellule T senza biso-
lo di elementi genetici che attivano i geni necessari in risposta a un gno di asportarle prima dall’organismo (come di norma è necessa-
farmaco. Finora, tuttavia, la maggior parte di questi complicati ap- rio), producendo cellule CAR-T progettate per eliminare il tessuto
procci non ha ancora superato la standardizzazione e gli studi di si- cicatriziale dal cuore.
curezza necessari per l’uso nelle persone, afferma Sadelain. A dicembre, June e i suoi colleghi hanno presentato un modo
I ricercatori stanno imparando talmente tante cose che una per ottimizzare la produzione di cellule. Al meeting annuale della
grande questione nel settore è ora quella di decidere quali cellu- American Society of Hematology svoltosi a New Orleans, in Lou-
le T ingegnerizzate portare avanti negli studi umani, dice Marce- isiana, il team ha annunciato che, riducendo i tempi di produzio-
la Maus, oncologa del Massachusetts General Hospital di Boston. ne e modificando le cellule CAR-T perché esprimano una proteina
«Possiamo inventare e innovare tanto in laboratorio, ma c’è l’im- chiamata IL-18, ne hanno aumentato l’efficacia e hanno potuto ri-
buto della traduzione in studi clinici», afferma. «Ci sono tante cose durre la dose di cellule somministrate ai malati.
che possiamo fare. Dobbiamo capire quali sono le migliori da per- «Questi pazienti hanno mostrato risposte incredibili – dice
fezionare e testare negli studi». Maus a proposito dello studio clinico – e ciò dà un suggerimento
davvero stimolante: se si ingegnerizza meglio la cellula T, la si può
Un’attività costosa rendere ancora più potente». Q
La produzione di cellule CAR-T è già estremamente complessa
per gli standard farmaceutici. Finora, tutte le terapie approvate ri- La versione originale di questo articolo è stata pubblicata
chiedono di ingegnerizzare i linfociti T di ciascun malato affinché su «Nature», Vol. 609, 22 settembre 2022.
esprimano il CAR. Ciò aumenta il tempo e quindi il costo di produ- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

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POLITICA SANITARIA

Una salute mentale


a gettoni
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Ogni regione si muove a modo suo, il personale


diminuisce ed è allo stremo. E come risultato
il Servizio sanitario nazionale fatica sempre
di più a dare risposte ai bisogni delle persone Murali dello street
artist Gomez
Mimmo Frassineti/AGF

che soffrono di disagio mentale sulle pareti esterne


del Museo della mente
a Santa Maria della Pietà,
a Roma, già sede di un
di Cristina Da Rold ospedale psichiatrico.

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Cristina Da Rold è giornalista scientifica freelance e data-journalist,
si occupa di salute ed epidemiologia. Dal 2015 è consulente per la
comunicazione per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

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ngela è un’ESP, esperta nel supporto fra pari, e offre il suo contributo

A volontario presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di Trento e in


altre strutture semi-residenziali del territorio. Angela ha vissuto su se
stessa la malattia mentale. È stata supportata dal Centro di salute men-
tale (CSM), e oggi, dopo essere tornata alla propria vita, grazie al pro-
getto ESP, è di aiuto a sua volta a chi in questo momento sta affrontando questo percorso:
una parola di vicinanza, una sigaretta fumata insieme, la preparazione condivisa della ce-
na, mentre ci si racconta vicendevolmente qualche frammento di vita.
«Tutte, tutte le persone che incontro, anche a distanza di anni “contenere”, si dice così». Legarle, insomma. Prevalentemente ac-
si ricordano sempre il mio nome. Mi ringraziano per le piccole co- cade la notte, quando il personale non ce la fa a stare vicino a tutte
se, che nella nostra quotidianità “fuori” sono scontate. Per me è il le persone che stanno avendo una forma di crisi e hanno bisogno
segno di un legame che si è creato, e so di essere stata un tassello di ascolto. «Facciamo di tutto per non arrivare a legare le perso-
fondamentale che non le ha fatte sentire sole, spaventate nell’af- ne. Ho assistito a un paio di contenzioni, ed è stato molto doloroso,
frontare questa situazione nuova che è il sentirsi da un giorno specie per me che pur non essendoci passata direttamente so che
all’altro bollati come utenti psichiatrici». cosa significa stare dall’altra parte».
L’idea degli ESP, che fino a qualche tempo fa si chiamavano In Italia ci sono 318 reparti di psichiatria, ma nel 2022 solo una
UFE (utenti familiari esperti), nacque dieci anni fa proprio a Tren- manciata sono stati censiti come «no restraint», ossia lavorano
to, ma sono oggi attivi anche in altre regioni, come Lombardia ed mettendo in campo un approccio relazionale e una serie di pro-
Emilia-Romagna. «Le persone non cercano risposte da me, ma cedure atte a evitare la contenzione meccanica come prassi nel-
supporto morale. Chiedono di essere ascoltate nelle loro storie nei la gestione dell’aggressività. A eccezione di un paio, sono tutti si-
momenti in cui sentono il bisogno di raccontarle. Sa, non è facile tuati nel Centro-Nord. In Trentino-Alto Adige (Trento, Merano),
aprirsi a comando», mi dice Angela. Lei ha iniziato circa sei anni fa, in Lombardia (Castiglione delle Stiviere, Mantova, Melegnano), in
dopo una brutta depressione. «Mi sono fatta aiutare dal CSM, che Friuli-Venezia Giulia (Pordenone, Trieste, Udine), in Veneto (San
mi ha coinvolta in una serie di attività per farmi uscire di casa, e ri- Bonifacio), in Emilia-Romagna (Carpi, Parma, Modena, Ravenna,
prendere i contatti con le persone. Facevo la barista, prima. Da lì San Giovanni in Persiceto), in Toscana (Grosseto, Montecatini-Pe-
sono stata segnalata da un operatore al presidente dell’associazio- scia, Prato, Siena), in Umbria (Terni), in Puglia (San Severo), in Sici-
ne che gestisce gli ESP, il Cerchio, e dopo una serie di colloqui e la lia (Caltagirone). Secondo l’associazione senza scopo di lucro Club
formazione ho iniziato l’affiancamento. Talvolta mi capita di sup- degli SPDC No Restraint ve ne sono altri che sono prossimi a dive-
portare gli infermieri del reparto nella gestione delle persone più nire no restraint : Asti, Chivasso, Vercelli, Venezia, Mestre.
problematiche, quando si cerca di calmarle per evitare di doverle Stiamo parlando di persone che entrano in contatto con il ser-

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Un’assistenza sempre più problematica
I grafici illustrano le tre principali tendenze che emergono dallo storico tario nazionale non riesce a dare risposte ai bisogni. Nel 2017 si conta-
dei dati provenienti dai rapporti sulla salute mentale del Ministero della vano 164,5 pazienti presi in carico dai servizi per 10.000 abitanti adulti:
salute. Il primo aspetto è l’impoverimento del personale. Si è passati da ora sono preso in carico «solo» 125,4 per 10.000 adulti. Il terzo proble- Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

41.000 persone occupate nei dipartimenti di salute mentale nel 2001 ma che emerge dai dati è che il tempo medio di degenza nelle strutture
a 29.000 nel 2021. Il secondo elemento è che calano i pazienti in cu- residenziali è in aumento, che è un indicatore di quanto un sistema re-
ra, ma non cala il disagio mentale, il che suggerisce che il Servizio sani- sidenziale sia in grado di riabilitare: il compito principale dell’assistenza.

PERSONALE NEI DSM


2001 2021
34.446 29.785

Personale del dipartimento OTA/O.S.S.


di salute mentale MEDICO 6763
e delle strutture
convenzionate per qualifica
6167
e tipo di rapporto di lavoro
SOCIOLOGO
56
PSICHIATRA PSICOLOGO
4286 2740
NEL 2021
ASSISTENTE SOCIALE EDUCATORE PROFESSIONALE
1568 3872

PERSONALE AMMINISTRATIVO TECNICO DELLA RIABILITAZIONE PERSONALE INFERMIERISTICO


PSICHIATRICA
1319 15.488 ALTRO
893 2868
Quanti utenti
deve servire
ogni specialista
nei DSM? MEDICI PSICHIATRI PSICOLOGI MEDICI PSICHIATRI PSICOLOGI
PIEMONTE 219 277 958 UMBRIA 240 248 480
VALLE D’AOSTA 239 - 87 MARCHE 190 254 722
LOMBARDIA 161 257 430 LAZIO 103 159 174
Illustrazioni di Danilo Sossi; fonte Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema Informativo per la

PA BOLZANO 252 284 497 ABRUZZO 160 180 667


PA TRENTO 114 150 150 MOLISE 174 174 505
VENETO 228 270 670 CAMPANIA 156 330 828
FRIULI-VENEZIA GIULIA 249 398 853 PUGLIA 183 269 328
LIGURIA 182 215 340 BASILICATA 260 - 1345
EMILIA-ROMAGNA 142 162 295 SICILIA 123 249 413
TOSCANA 84 127 227 SARDEGNA 87 90 296
Salute Mentale (SISM). Anno 2021, a cura del Ministero della salute, 2022

1044 1059 1124


936
816
674
Durata in giorni del trattamento
degli utenti in cura presso strutture
psichiatriche residenziali. 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Per i contatti conclusi, la durata è calcolata come differenza tra la data di dimissione e la data di ammissione;
per i contatti aperti, come differenza tra l’ultimo giorno dell’anno di riferimento e la data di ammissione.

169,4 166,6 164,5


143,4 158,4

Prevalenza pazienti con almeno


un contatto con i servizi
per 10.000 abitanti adulti 2017 2018 2019 2020 2021*
Fonte: SISM 2021 – Min. Salute * Dato probabilmente dovuto a un recupero delle attività perse.

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vizio di salute mentale magari per la prima volta, in uno stato di Riunione al servizio psichiatrico di diagnosi
grande agitazione. Molti sono ingressi a seguito di un trattamento e cura di Trento, il cui reparto è «no restraint»,
sanitario obbligatorio (TSO), previsto quando una persona presen- cioè cerca di evitare la contenzione meccanica
ta gravi problemi psicopatologici, non accetta le cure proposte e come prassi nella gestione dell’aggressività.
non vi è la possibilità di fornirle alternative al ricovero. Quindi do-
vrebbe comunque trattarsi di un intervento sanitario, non di una servizi. La prima evidenza è che non è per niente facile, cercando
«cattura» di una persona pericolosa, come accadeva decenni fa. in rete, capire chi e quale dipartimento coordina la salute menta-
le in ogni Regione. Alcune prevedono uno staff per la salute men-
Assenza di un coordinamento tale negli assessorati alla salute, altre no, molte hanno un ufficio
Parliamo a lungo con Giovanni Rossi e con Maurizio Davì, ri- preposto, altre no. In secondo luogo, ogni struttura all’interno di
spettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione na- ciascuna regione può scegliere quali «linee guida» adottare nella
zionale SPDC No Restraint. Rossi è uno psichiatra, ora in pensione, gestione dei pazienti.
che ha lavorato presso il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (o A produrre le linee guida sono le società scientifiche, con il ri-
SPDC, appunto) di Mantova, mentre Davì è attualmente coordina- sultato che si tratta per lo più di documenti monoprofessionali,
tore infermieristico presso il SPDC di Trento. mentre al contrario dovrebbero essere interprofessionali. Avere al-
Quello del no restraint è un esempio che permette di capire un le spalle un largo consenso, almeno nazionale. Attualmente ci sono
aspetto cruciale della salute mentale in Italia: non esiste un coor- documenti ufficiali prodotti dalle singole Regioni, che si avvalgo-
dinamento a livello centrale circa le pratiche da utilizzare. Quello no della consulenza di alcuni psichiatri di fiducia. Vanno distin-
che esiste è una struttura di base di cui ogni Regione deve dotar- te tra quelle che danno indicazioni su come mettere in atto strate-
si secondo un modello di servizio territoriale con supporto ospe- gie alternative alla contenzione (per esempio Friuli-Venezia Giulia)
daliero. La rete dei sevizi dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) e quelle che permettono la contenzione meccanica, ma entro al-
è costituita da Centri di salute mentale, centri diurni e strutture cuni limiti. Tuttavia, nella pratica si registrano grandi scostamen-
residenziali, pubblici, convenzionati (il più delle volte gestiti da ti nell’uso delle contenzioni tra i servizi di una stessa Regione. Per
cooperative) e privati. Il Dipartimento di salute mentale è l’insie- esempio in Lombardia vi sono servizi no restraint e servizi che at-
me delle strutture e dei servizi che hanno il compito di farsi cari- tuano centinaia di contenzioni in un anno. Pur essendo condiviso
co della domanda legata alla cura, all’assistenza e alla tutela del- da tutti che la contenzione meccanica non sia un atto sanitario, ma
Cortesia Maurizio Davi

la salute mentale nell’ambito del territorio definito dall’Azienda si giustifica in alcuni rari casi per la presenza di un pericolo imme-
sanitaria locale (ASL). Accanto all’assistenza territoriale ci sono i diato, come quando una persona sta per mettere a rischio la pro-
servizi ospedalieri, cioè i già citati SPDC e poi i Day Hospital (DH). pria vita, spesso viene protratta per molte ore.
Tuttavia, con il famoso Titolo V che ha deliberato di fatto il federa- Un caso noto passato alle cronache è quello del signor Mastro-
lismo sanitario, ogni regione organizza autonomamente i propri giovanni, che nel 2009 è morto per edema polmonare dopo 87 ore

72 Le Scienze 657 maggio 2023


tanti adulti: attualmente ne prendiamo in carico “solo” 125,4 per
10.000 adulti, che significa aver “perso” un quarto delle perso-
L’esperienza ne che avrebbero bisogno.» Il 3,3 per cento degli accessi al Pron-
to Soccorso è dovuto a patologie psichiatriche: 479.276 accessi so-
di Trento lo nel 2021. Il 14,6 per cento di queste persone è stato ricoverato
dopo il triage, il 72 per cento è stato invece dimesso e lasciato an-
Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Ospedale Santa Chiara dare a casa. Poco più della metà dei ricoverati sono stati accolti nei
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di Trento, in linea con la delibera provinciale 2874/2010, da anni si è reparti di psichiatria. I TSO sono stati 5538 nel 2021, pari al 7 per
orientato appunto verso un modello «no restraint» e sta cercando di cento dei ricoveri in reparto psichiatrico.
superare i limiti di pratiche basate esclusivamente sull’accudimento, «Il terzo problema che osserviamo è che il tempo medio di de-
sulla custodia – per esempio con porte aperte durante il giorno, salvo genza nelle strutture residenziali sta aumentando. Ci sono perso-
in casi di comprovato rischio - e sull’uso del farmaco, al fine di pro- ne che vivono in strutture residenziali o semiresidenziali anche
muovere un’assistenza orientata al recovery. Durante il ricovero è ga- per dieci anni, quando lo scopo di queste strutture dovrebbe esse-
rantito un programma settimanale di attività riabilitative, che può va- re riabilitare», chiosa lo psichiatra.
riare nel tempo e include un’assemblea di comunità quotidiana con
tutti pazienti, interventi cognitivo-comportamentali, un gruppo Re- Calo continuo
covery, l’iniziativa Io mi racconto (dove gli esperti di supporto tra pari Il personale è allo stremo. In tutta Italia lavorano nella salute
raccontano la propria esperienza), interventi assistiti con gli animali, mentale 41.000 persone, 29.000 delle quali nei DSM e nelle strut-
riunioni con la redazione di «Liberalamente», interventi di psico-edu- ture convenzionate. Si è assistito a un calo continuo negli ultimi
cazione, attività espressivo-manuali, ginnastica, trattamenti shiatsu, dieci anni. Nel 2001 un’indagine condotta dal Ministero della sa-
giocoleria. Inoltre è proposta ai pazienti la compilazione della Lettera lute riportava la presenza nei Dipartimenti di salute mentale di
Recovery: uno strumento utile per aiutare la persona a riflettere sulla 34.446 persone. Se la situazione versa in queste condizioni non è
crisi come opportunità per trovare strategie e risorse personali per af- colpa della pandemia. Un’analisi condotta sui dati del sistema in-
frontare futuri momenti di difficoltà. formativo per il monitoraggio e la tutela della salute mentale (SI-
Dall’anno scorso è attivato il progetto di Servizio Civile «Aprire il re- SM) del Ministero della salute relativi al 2016 aveva stimato che
parto oltre lo stigma» dove i ragazzi aiutano a organizzare eventi in con il personale attivo in quell’anno fosse coperto solo il 55,6 per
reparto, aperti agli altri reparti dell’ospedale ma anche alla comunità. cento del fabbisogno di assistenza nei DSM. Si trattava appunto di
una stima basata su un calcolo del fabbisogno e dei tempi medi di
assistenza su base mensile/annuale, considerati sufficienti a rea-
di contenzione meccanica. Mastrogiovanni era legato attraverso lizzare tutte le azioni previste da raccomandazioni, linee guida,
«fascette dotate di viti di fissaggio applicate ai quattro arti e fissate percorsi e protocolli di cura. Per esempio, si reputa siano neces-
alle sbarre del letto». La vicenda è nota anche grazie al film 87 ore, sarie 1-2 ore per anno da parte di medici e psicologi per paziente
di Costanza Quatriglio, che ripercorre la vicenda attraverso le im- per la collaborazione/consulenza; un’ora al mese per l’assunzione
magini della videosorveglianza. La Corte di Cassazione, condan- in cura e tre ore al mese per la presa in carico vera e propria. Con-
nando medici e infermieri, nel 2018 si è espressa in questo modo: siderando il numero di medici e operatori e il loro orario di lavoro
«La contenzione fisica non è un atto terapeutico», come afferma- mensile, gli esperti avevano stimato un impegno effettivo nell’as-
no anche il Comitato nazionale di bioetica e il codice deontologico sistenza territoriale pari a 115 ore al mese per i medici e 130 ore per
degli infermieri. Un altro caso noto è quello di una giovane, dece- gli psicologi, poco meno della metà delle persone che avrebbero
duta in seguito a un rogo, la cui origine è ancora in corso di accer- avuto bisogno rimaneva in attesa.
tamento, nella propria stanza nel reparto di psichiatria, dove era Il 17,9 per cento del personale è rappresentato oggi da medici
chiusa a chiave. (psichiatri e con altra specializzazione), e il 6,9 per cento da psi-
cologi. Il 40 per cento è costituito da infermieri, l’11,6 da operato-
Tre grossi problemi ri socio sanitari. Il 6,2 per cento di loro lavora part-time e un altro
Nel 2021 il Sistema informativo salute mentale del Ministero 6 per cento ha un rapporto di lavoro non da dipendente ma con-
della Salute contava 1245 servizi territoriali, 1983 strutture resi- venzionato. Se si considerano gli utenti trattati nel 2021, significa
denziali e 742 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa uno psichiatra ogni 182 persone e uno psicologo ogni 284, un tec-
il 93 per cento dei DSM. Sono 4039 i posti letto per ricoveri ordi- nico della riabilitazione psichiatrica ogni 872, un infermiere ogni
nari e 294 quelli per ricoveri in day hospital. L’offerta di posti let- 50 persone, un educatore ogni 200.
to in degenza ordinaria è di 0,9 ogni 10.000 abitanti maggiorenni. La procedura di presa in carico del paziente dopo la dimissio-
Nel 2021 sono state assistite dai servizi psichiatrici 778.737 persone ne dovrebbe essere questa: il medico psichiatra che lavora sul ter-
(mancano i dati della Regione Calabria), cioè 1,5 adulti su 100. ritorio nel CSM e che ha in carico il paziente è il responsabile del
È abbastanza? «Dai dati emergono tre grossi problemi», ci spie- percorso post ospedaliero. Quando la persona esce dal reparto do-
ga Angelo Picardi, psichiatra, primo ricercatore al Centro per le vrebbe avere un primo appuntamento con il medico territoriale a
scienze comportamentali e la salute mentale dell’Istituto supe- cui ne seguono altri per monitorare lo stato di salute. Dopo il primo
riore di Sanità, diretto da Gemma Calamandrei. «Il primo, l’elefan- periodo, variabile da persona a persona, c’è una squadra sul terri-
te nella stanza, è che il personale si sta depauperando. Secondo, torio, dedicata nella presa in carico, che organizza per esempio le
stanno diminuendo i pazienti in cura, ma non diminuisce certo il visite domiciliari al paziente da parte di medici e infermieri, fonda-
disagio mentale, il che suggerisce che il Servizio sanitario nazio- mentali per individuare eventuali campanelli d’allarme.
nale non sta riuscendo a dare delle risposte ai bisogni. Nel 2017 si In media solo una persona su quattro ricoverata in un repar-
contavano 164,5 pazienti presi in carico dai servizi per 10.000 abi- to di salute mentale dopo un evento acuto ha ricevuto una visita

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psichiatrica entro due settimane dalla presa in carico, e il 30 per
cento entro un mese, con Regioni dove dopo 30 giorni non è stato
ascoltato per la prima volta neanche un paziente su cinque.
Prendere in carico una persona che ha difficoltà psichiatriche
significa parlarci, il che implica che accanto allo psichiatra devo-
no esserci altre figure, come gli psicologi, perché molto banalmen-
te, anche qualora lo psichiatra fosse anche psicoterapeuta, in man- Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

canza di personale non si riesce comunque a fare tutto. I dati del


Rapporto SISM dicono invece che nel 2021 il 30,7 per cento degli
interventi è stato attività infermieristica a domicilio e sul territo-
rio, il 27,4 per cento attività psichiatrica, l’11 per cento attività di ria-
bilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,4 per cento attività di
coordinamento e il 5,5 per cento attività di supporto alla vita quo-
tidiana. Solo il 6,5 per cento era attività psicologica-psicoterapica.
L’esile quota restante riguarda attività rivolta alla famiglia.
Se non c’è personale psicologo o psicoterapeuta nelle strutture
pubbliche e nei reparti, una persona può passare un periodo an-
che lungo senza mai ricevere assistenza psicologica, e senza alcun
percorso impostato in tal senso. L’assistenza psicologica territo-
riale costa, ben oltre gli spiccioli del bonus psicologo, e in Italia va
pagata di tasca propria. Vi sono sul territorio esperienze di servizi
pubblici, ma nulla di stabilito a livello centrale, o che rientri nei li-
velli essenziali di assistenza (LEA).
Tutto questo significherebbe un aumento degli investimen-
ti per la salute mentale. E invece sebbene l’ammontare comples-
sivo del Fondo indistinto del Fondo sanitario nazionale (FSN) sia
cresciuto dal 2015 al 2020, passando da 107 a 113 miliardi di euro, la
spesa dedicata alla salute mentale è continuata a calare. Dai 3,7 mi-
liardi del 2015 siamo passati ai 3,9 del 2018, fino ai 2,2 miliardi del
2019 e 2020. In termini di percentuale di FSN per la salute menta-
le siamo sempre andati diminuendo: dal 3,4 per cento del 2015 al sulla salute mentale in ogni Regione. «Questi valori sono elabora-
2,9 per cento del 2020. ti dalla SIEP, che è una società scientifica, non dal Ministero. Non
sono indicatori sulla base dei quali lo Stato interviene, come av-
Prassi pericolosa viene in relazione alla spesa sanitaria», spiega Fabrizio Starace,
In questa situazione claudicante, sta prendendo sempre più presidente della SIEP e della III Sezione del Consiglio superiore
piede, non solo in ambito psichiatrico, una prassi pericolosa: il di Sanità. «Quando una Regione si discosta con un certo margine
«gettone». Professionisti da tutta Italia assoldati dalle struttu- dalla spesa prevista viene messa in piano di rientro, mentre non vi
re sanitarie per coprire turni altrimenti scoperti, offrendo un ri- è un sistema centrale per rilevare le incongruenze rispetto al dirit-
torno economico altissimo rispetto agli stipendi medi dei dipen- to garantito all’assistenza sanitaria, e per fornire supporto e soste-
denti. «Stiamo parlando di anche 1000 euro per un turno di 12 ore, gno alle Regioni. Non sappiamo per esempio quante contenzioni
che significa che in un mese così facendo si racimola uno stipen- vengano effettuate, perché manca un monitoraggio in tal senso:
dio più alto di quello che ti verrebbe garantito come dipendente», non vi è una banca dati nazionale su quante siano, su quanto duri-
ci racconta ancora Giovanni Rossi. «Sono persone che si sposta- no e sulle cause», prosegue Starace. «Solo Emilia-Romagna e Lom-
no dall’altro capo del paese per coprire un turno e poi se ne van- bardia raccolgono dati sulle contenzioni da anni, e questo sistema
no, che significa zero continuità terapeutica, nessuna collabora- in Emilia ha portato a un crollo delle pratiche. Da quando abbiamo
zione con lo staff della struttura, nessun dialogo, nessuna presa in iniziato ad affrontare la questione da tutti i punti di vista, benefi-
carico effettiva del paziente». Spesso non vi sono molte alternati- ci che emergono dalla letteratura, questioni legali, e via dicendo,
ve: nell’immediato è l’unico modo per garantire l’assistenza. siamo passati da 453 casi di contenzione meccanica registrati nel
«C’è anche un altro aspetto che ha una ricaduta sia cultura- 2011 a zero casi nel 2022 in tutte le strutture ospedaliere e residen-
le che economica», prosegue Rossi. «Con questi stipendi e questi ziali psichiatriche di tutto il DSM di Modena».
turni di lavoro molti psichiatri preferiscono aprirsi uno studio pri-
vato, rispetto a lavorare in un DSM. Viene così a formarsi una cul- Ambizioni, sulla carta
tura professionale che non considera l’importanza di lavorare in A livello ministeriale da qualche anno è stato aperto un tavo-
un gruppo multiprofessionale. Condizione necessaria per occu- lo tecnico, presieduto dal segretario generale del Ministero della
parsi delle persone con malattie mentali gravi». salute, che costituisce un consesso consultivo del ministro, a cui
Come si è detto, la salute mentale non è gestita a livello centra- partecipano gli organismi istituzionali che hanno la salute men-
le, ma regionale, e le differenze di prestazione sui vari aspetti della tale fra i propri obiettivi di mandato, l’ Agenzia italiana del farma-
presa in carico variano molto da Regione a Regione. Una recente co e il Ministero dell’Università e della ricerca, le principali socie-
analisi effettuata dalla Società italiana di epidemiologia psichia- tà scientifiche e i diversi ordini professionali. «Questa funzione
trica (SIEP) ha sintetizzato l’andamento di una serie di indicatori tuttavia sta decadendo – continua Starace – perché nella Legge fi-

74 Le Scienze 657 maggio 2023


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Opere dei pazienti psichiatrici della Comunità Peter


Pan, nata negli anni ottanta a Santa Maria della Pietà, a Roma.
Alcuni anni fa, questi e altri dipinti sono stati esposti nella
mostra itinerante Arte senza pietà.

nanziaria 2022 è stato approvato un emendamento che prevede la ste cose. Il modello insegnato è quello strettamente biologico, ba-
riorganizzazione del ministero che non include più la figura del sato sulla somministrazione dei farmaci, che pur sono essenziali,
segretario generale come primus inter pares fra i direttori genera- sia chiaro. In gran parte delle scuole di specializzazione si dà po-
li, ma un’organizzazione di tipo dipartimentale, con alcuni dipar- chissima importanza alla gestione delle relazioni con le persone.
timenti che raccoglieranno le direzioni affini per mandato». Viene insegnato che lo psichiatra deve essere distaccato per agire
Un altro organismo tecnico-politico è la Conferenza Stato-Re- in modo professionale, sforzandosi di evitare ogni componente di
gioni, al cui interno vi sono diversi tavoli dedicati alla salute. Uno coinvolgimento psicologico ed empatia con la persona che soffre.»
dei sottogruppi è dedicato alla salute mentale. «Il punto è che an- Il burnout, lo sappiamo, è dietro l’angolo. Di misure su come stia-
che qui ogni Regione si muove a suo modo: alcune hanno una per- no davvero gli operatori sanitari che lavorano nella salute menta-
sona di riferimento, sempre la stessa, che siede a quel tavolo, altre le ancora non ve ne sono. Attualmente è aperta una survey, METE-
un consulente esterno, nominato a rappresentarla». OR, proprio su burnout e salute mentale degli operatori sanitari,
Il tavolo tecnico ha redatto nell’estate 2022 un documento mol- in quattro paesi europei, Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia, che
to ambizioso sulla contenzione che contiene raccomandazioni per vede l’Università di Palermo fra i suoi coordinatori, e a cui si può
il suo azzeramento entro tre anni. Attualmente (febbraio 2023) il partecipare on line.
Mimmo Frassineti/AGF (tutte le foto in questa pagina e nella pagina a fronte)

documento è ancora all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Lo stesso vale per gli infermieri, per i quali non esiste un ve-
«Queste ultime hanno già ricevuto fondi per il superamento del- ro e proprio percorso specifico per lavorare nella salute mentale.
le contenzioni e, dunque, abbiamo cercato di fare richieste rea- Maurizio Davì fa parte della società scientifica della salute menta-
listiche, identificando in ogni regione l’interlocutore specifico e le, che unisce gli infermieri esperti per promuovere la ricerca e le
chiedendo che vengano messe in campo azioni concrete. Stiamo buone pratiche in Italia. «Fino a qualche anno fa c’erano master
portando avanti questo impegno Regione per Regione, ma spesso sulla gestione del paziente psichiatrico rivolti a infermieri, ma non
anche per noi è difficile ottenere una risposta, un contatto». Come sono vincolanti per lavorarci. L’unica formazione, dove c’è ma è
abbiamo già evidenziato, solo alcune Regioni prevedono uno staff a discrezione del reparto, prevede l’affiancamento per sei mesi di
per la salute mentale negli assessorati alla salute, alcune non han- un infermiere esperto, e la formazione ECM. Una figura che ha
no nemmeno un ufficio preposto. rafforzato la cultura della presa in carico del paziente a 360 gradi
negli ultimi anni è quella del tecnico della riabilitazione psichia-
Formazione critica trica, la cui formazione prevede un percorso specifico sulla salute
Personale, dunque, ma soprattutto personale formato, sem- mentale. Non è un infermiere e non è un educatore, ma una figura
pre più consapevole delle alternative. Quello della formazione del che sta nel mezzo e che può supportare gli altri operatori. È anco-
personale sulle possibilità oltre la contenzione è un aspetto anco- ra poco diffusa in Italia, in Trentino ci stiamo lavorando e vediamo
ra critico. «Nelle scuole di psichiatria non si parla quasi mai di que- buoni risultati». Q

www.lescienze.it Le Scienze 75
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L’universo
olografico
compie 25 anni
FISICA

La congettura detta della dualità AdS/CFT,


secondo cui il nostro universo è una proiezione
olografica di una realtà che ha meno dimensioni, Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

ha permesso molte scoperte significative in fisica

di Anil Ananthaswamy

enticinque anni fa teoria che includeva la gravità essere la

V
una congettura scos- stessa di una teoria che non prevedeva la
se il mondo della fi- gravità? Come potevano descrivere lo stes-
sica teorica. Aveva so universo?
l’aura della rivelazio- Ma la dualità ha ampiamente retto.
ne. «All’inizio abbia- In sostanza, sostiene che ciò che accade
mo avuto un’afferma- all’interno di un volume dello spazio-tem-
zione magica… quasi dal nulla», dice Mark po dotato di gravità può essere compreso
Van Raamsdonk, fisico teorico all’Univer- studiando il comportamento quantomec-
sità della British Columbia a Vancouver, in canico delle particelle e dei campi sulla su-
Canada. L’idea, avanzata da Juan Malda- perficie di quel volume, usando una teo-
cena, dell’Institute for Advanced Study di ria con una dimensione in meno, in cui la
Princeton, proponeva qualcosa di profon- gravità non ha alcun ruolo. «A volte alcu-
do: il nostro universo potrebbe essere un ne cose sono più facili da capire in una de-
ologramma. Proprio come un ologramma scrizione invece che nell’altra, e sapere
tridimensionale emerge dalle informazio- che si sta parlando della stessa fisica è mol-
ni codificate su una superficie bidimensio- to importante», dice Netta Engelhardt, fi-
nale, lo spazio-tempo quadridimensiona- sica teorica al Massachusetts Institute of
le del nostro universo potrebbe essere una Technology.
proiezione olografica di una realtà che ha Nei 25 anni trascorsi da quando Malda-
dimensioni inferiori. cena ha proposto l’idea, i fisici hanno usato
In particolare, Maldacena ha dimostra- questo potere per rispondere a interroga-
to che una teoria a cinque dimensioni di tivi circa il fatto che i buchi neri distrugga-
un tipo di spazio immaginario chiamato no o meno l’informazione, per compren-
spazio anti-de Sitter (AdS), che include la dere meglio un’epoca iniziale della storia
gravità, potrebbe descrivere lo stesso si- dell’universo chiamata inflazione e per
stema di una teoria quantistica di particel- giungere alla sorprendente conclusione
le e campi che ha meno dimensioni e non che lo spazio-tempo potrebbe non esse-
prevede la gravità, chiamata teoria di cam- re fondamentale, ma qualcosa che emerge
po conforme (conformal field theory, CFT). dall’entanglement quantistico in un siste-
Ha cioè trovato due teorie diverse che po- ma a bassa dimensione.
tevano descrivere lo stesso sistema fisi- Certo, tutti questi progressi riguardano
co, dimostrando che le teorie erano, in un lo spazio-tempo teoricamente plausibile
certo senso, equivalenti, anche se include- dello spazio anti-de Sitter, che non è lo spa-
vano un numero diverso di dimensioni e zio de Sitter che descrive il nostro univer-
una teneva conto della gravità mentre l’al- so. Ma i fisici sono ottimisti sulla possibili-
tra no. Ha poi ipotizzato che questa duali- tà di arrivare un giorno a una dualità che
tà AdS/CFT possa valere per altre coppie di funzioni per entrambi. Se ciò dovesse ac-
teorie, con una che ha una sola dimensio- cadere, l’idea potrebbe aiutare a sviluppa-
ne in più dell’altra; eventualmente anche re una teoria della gravità quantistica, che
per quelle che descrivono uno spazio-tem- combinerebbe la relatività generale di Al-
po a quattro dimensioni come il nostro. bert Einstein con la meccanica quantisti-
La congettura era allo stesso tempo in- ca. Ciò implicherebbe anche che il nostro
trigante e sconvolgente. Come poteva una universo è in realtà un ologramma.
Le origini dell’olografia Anil Ananthaswamy è autore dei libri Ai confini della realtà
Nel concepire la dualità, Maldacena si è ispirato al lavoro del (Codice, 2012), L’uomo che non c’era (Il Margine - Trento, 2022)
defunto fisico teorico Joseph Polchinski, dell’Università della Ca- e Through Two Doors at Once: The Elegant Experiment That
lifornia a Santa Barbara. Usando la teoria delle stringhe, in cui la Captures the Enigma of Our Quantum Reality (Dutton, 2018).
realtà nasce dalla vibrazione di stringhe incredibilmente piccole,
Polchinski ha sviluppato una teoria di oggetti, chiamati D-brane,
che servono come punti finali per le stringhe che non si chiudono è il confine intorno al buco nero dove lo spazio-tempo passa da
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su se stesse. Maldacena ha esaminato la teoria di campo conforme una curvatura debole a una forte (questa superficie può trovarsi o
che descrive le D-brane senza gravità da un lato, e una teoria AdS meno all’interno dell’orizzonte degli eventi del buco nero). L’altro
con una dimensione di spazio in più e con gravità dall’altro. Malda- numero, che riguarda il sistema quantistico descritto dalla CFT, si
cena ha notato alcune somiglianze tra le due teorie. In particolare, chiama entropia di entanglement ed è una misura di quanto una
entrambe erano invarianti di scala, il che significa che la fisica dei parte del sistema quantistico sia invischiata con il resto. Il risul-
sistemi descritti dalle teorie non cambiava quando i sistemi diven- tato di Ryu-Takayanagi ha dimostrato che l’area della superficie
tavano più grandi o più piccoli. La teoria a bassa dimensione aveva estremale di un buco nero nell’AdS è legata all’entropia di entan-
anche un’ulteriore simmetria, chiamata invarianza conforme, in glement del sistema quantistico nella CFT.
cui le leggi fisiche non cambiano per tutte le trasformazioni dello La congettura di Ryu-Takayanagi prometteva qualcosa di allet-
spazio-tempo che preservano gli angoli. La teoria AdS, che descri- tante. Quando un buco nero evapora nell’AdS, l’area della sua su-
ve gli stessi oggetti in presenza di gravità, ha mostrato simmetrie perficie estremale cambia. Quando l’area cambia, cambia anche
simili. «Il fatto che queste due [teorie] abbiano le stesse simmetrie l’entropia di entanglement calcolata nella CFT. E comunque cam-
è stato un indizio importante», spiega Maldacena. bi l’entanglement, la superficie olografica descritta dalla CFT evol-
Altrettanto importanti erano le differenze. In particolare, la teo- ve secondo le regole della meccanica quantistica, quindi l’informa-
ria quantistica dei campi (CFT) che descrive le D-brane era forte- zione non viene mai persa. Questa equivalenza implicherebbe che
mente accoppiata: le particelle e i campi della teoria interagiva- anche i buchi neri nell’AdS non perdono informazione.
no fortemente tra loro. La teoria AdS era debolmente accoppia- C’è però un intoppo. La formula di Ryu-Takayanagi funzio-
ta: particelle e campi interagivano debolmente. Una CFT a bassa na solo in assenza di effetti quantistici nella teoria AdS. «E natu-
dimensione e debolmente accoppiata e la sua controparte AdS a ralmente, se un buco nero sta evaporando, sta evaporando co-
più alta dimensione e fortemente accoppiata condividono la stes- me risultato di piccole correzioni quantistiche», dice Engelhardt.
sa relazione inversa. Eseguire un calcolo è più semplice nel siste- «Quindi non possiamo usare Ryu-Takayanagi».
ma debolmente accoppiato, ma poiché le teorie sono equivalenti, Nel 2014 Engelhardt e Aron Wall, dell’Università di Cambrid-
i risultati possono essere applicati anche alla teoria fortemente ac- ge, hanno trovato un modo per calcolare l’area della superfi-
coppiata, senza dover eseguire calcoli spesso impossibili. cie estremale di un buco nero che è soggetto al tipo di correzio-
Maldacena ha descritto la sua scoperta in un articolo presen- ni quantistiche che causano la radiazione di Hawking. Poi nel 2019
tato on line in preprint nel novembre 1997 e poi pubblicato sul- Engelhardt e colleghi, e un altro ricercatore che lavorava in mo-
l’«International Journal of Theoretical Physics». L’idea, tuttavia, do indipendente, hanno dimostrato che l’area di queste superfi-
ha richiesto un po’ di tempo per essere assimilata. «Ci sono stati ci estremali quantistiche può essere usata per calcolare l’entropia
centinaia, migliaia di articoli che hanno verificato [la dualità], per- di entanglement della radiazione di Hawking nella CFT, e che in
ché all’inizio [sembrava] così ridicolo che una teoria quantistica effetti questa quantità segue i dettami della meccanica quantisti-
non gravitazionale potesse essere la stessa cosa di una teoria gra- ca, coerentemente con l’assenza di perdita di informazione. (Inol-
vitazionale», dice Van Raamsdonk. Ma la AdS/CFT ha retto all’esa- tre hanno scoperto che la superficie estremale quantistica si trova
me e presto ha cominciato a essere usata per rispondere ad alcuni all’interno dell’orizzonte degli eventi del buco nero). «Questo ci ha
interrogativi che lasciavano perplessi gli scienziati. finalmente dato un collegamento tra qualcosa di geometrico (que-
ste superfici estremali quantistiche) e qualcosa che è una cartina
La AdS/CFT dimostra la sua utilità al tornasole della conservazione dell’informazione, cioè il com-
Uno dei primi usi della AdS/CFT ha riguardato la comprensio- portamento dell’entropia [quando] l’informazione è conservata»,
ne dei buchi neri. Negli anni settanta Stephen Hawking dimostrò dice Engelhardt. «Senza la AdS/CFT, dubito che saremmo arriva-
che i buchi neri emettono radiazione termica, sotto forma di parti- ti a queste conclusioni». Pagine precedenti: illustrazione di Kenn Brown, Mondolithic Studios

celle, dovuta a effetti quantomeccanici in prossimità dell’orizzon-


te degli eventi. Alla lunga, questa radiazione «di Hawking» provo- Spazio-tempo emergente ed entanglement
cherebbe l’evaporazione del buco nero. Ciò poneva un problema: La connessione fra l’entropia dell’entanglement nella CFT e la
che cosa succede all’informazione contenuta nella materia che geometria dello spazio-tempo nell’AdS ha portato a un altro im-
forma il buco nero? Questa informazione è persa per sempre? Una portante risultato sulla natura del nostro cosmo: l’idea che lo spa-
tale perdita andrebbe contro le leggi della meccanica quantistica, zio-tempo sul lato AdS emerga dall’entanglement quantistico sul
secondo cui l’informazione non può essere distrutta. lato CFT, non solo nei buchi neri ma in tutto l’universo. L’idea si
Nel 2006 i fisici Shinsei Ryu e Tadashi Takayanagi, allora en- comprende meglio per analogia. Pensate a un gas molto diluito
trambi al Kavli Institute for Theoretical Physics dell’Università di molecole d’acqua. I fisici non possono descrivere la dinamica
della California, hanno sfruttato la dualità AdS/CFT per stabilire di questo sistema usando le equazioni dell’idrodinamica perché
una connessione tra due numeri, uno in ciascuna teoria. Uno ri- il gas diluito non si comporta come un liquido. Ma supponiamo
guarda un tipo speciale di superficie nel volume dello spazio-tem- che le molecole d’acqua si condensino in una pozza d’acqua liqui-
po descritto dalla AdS. Supponiamo che nella teoria AdS ci sia un da. Ora, il comportamento di quelle stesse molecole è soggetto al-
buco nero. Ha una superficie, chiamata superficie estremale, che le leggi dell’idrodinamica. «Si potrebbe chiedere: dov’era in origi-

78 Le Scienze 657 maggio 2023


ne l’idrodinamica?», dice Van Raamsdonk. «Semplicemente, non colari per pensare che l’inflazione si fermi a 60 e-fold. E se con-
era rilevante». tinuasse più a lungo? Si scopre che se i fisici progettano modelli
Qualcosa di simile accade nella AdS/CFT. Nel caso della CFT, si del nostro universo in cui l’inflazione continua, per esempio, per
può iniziare con sottosistemi quantistici – sottoinsiemi più picco- 70 e-fold o più, allora lo stato iniziale dell’universo deve essere
li del sistema complessivo che si sta descrivendo – ciascuno con fortemente accoppiato, cioè deve essere un universo in cui cam-
campi e particelle, senza alcun entanglement. Nella descrizione pi e particelle possono interagire fortemente tra loro. Un modello
AdS equivalente si avrebbe un sistema senza spazio-tempo. Sen- che consenta questa espansione prolungata sarebbe più generale
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za spazio-tempo, la relatività generale di Einstein non è rilevan- (cioè valido per molte possibili versioni dell’universo); ma i calco-
te, proprio come le equazioni dell’idrodinamica non si applicano li che coinvolgono uno spazio-tempo fortemente accoppiato sono
a un gas di molecole d’acqua. Ma quando l’entanglement sul la- quasi impossibili. E qui entra in gioco l’approccio AdS/CFT.
to della CFT inizia ad aumentare, l’entropia di entanglement dei Horatiu Nastase, della São Paulo State University-International
sottosistemi quantistici inizia a corrispondere a frammenti di spa- in Brasile, ha mostrato come usare la dualità AdS/CFT per studia-
zio-tempo che emergono nella descrizione AdS. Questi frammen- re uno stato iniziale dell’universo fortemente accoppiato. Questo
ti sono fisicamente scollegati tra loro: non è possibile passare dal è possibile perché il lato CFT della dualità risulta essere debol-
frammento A al frammento B senza lasciare sia A che B; tuttavia, mente accoppiato, rendendo i calcoli fattibili. Questi calcoli pos-
ogni singolo frammento può essere descritto usando la relatività sono poi essere usati per determinare lo stato dell’AdS dopo, per
generale. esempio, più di 70 e-fold. Nastase ha scoperto che uno spazio-tem-
Ora, aumentando ancora di più l’entanglement dei sottosiste- po fortemente accoppiato che si gonfia per almeno 72 e-fold, con
mi quantistici nella CFT accade qualcosa di interessante nell’AdS: una certa regolazione dei parametri del modello, può replicare al-
i frammenti dello spazio-tempo iniziano a connettersi e alla fine cune osservazioni del nostro cosmo; in particolare, il modello può
ci si ritrova con un volume contiguo di spazio-tempo. «Quando si corrispondere al tipo di fluttuazioni osservate nel fondo cosmico a
ha il giusto schema di entanglement, dall’altra parte si inizia a ot- microonde, la radiazione fossile del big bang. «È un lavoro in cor-
tenere uno spazio-tempo. È quasi come se lo spazio-tempo fosse so», dice Nastase. «Diverse questioni non sono ancora chiare».
una rappresentazione geometrica dell’entanglement», spiega Van I fisici sperano che queste intuizioni li portino a elaborare una
Raamsdonk. «Se si toglie tutto l’entanglement, si elimina lo spa- teoria della gravità quantistica per il nostro universo, che combini
zio-tempo.» Engelhardt è d’accordo. «L’entanglement tra i sistemi la relatività generale con la meccanica quantistica. La mancanza
di una simile teoria è uno dei più gran-
di problemi aperti della fisica. Un’intui-
La corrispondenza AdS/CFT ha spinto i fisici zione fondamentale dell’AdS/CFT è che
a ridiscutere la natura stessa dello spazio-tempo qualsiasi teoria della gravità quantisti-
ca sarà molto probabilmente olografica,
nel senso che avrà una descrizione dua-
quantistici è importante perché esista ed emerga lo spazio-tem- le sotto forma di una teoria con una dimensione in meno, e sen-
po», afferma. La dualità ha suggerito che lo spazio-tempo del no- za la gravità.
stro universo fisico potrebbe essere semplicemente una proprietà La comunità AdS/CFT sta lavorando molto per generalizza-
emergente di una parte sottostante, e ingarbugliata, della natura. re la corrispondenza a tipi di spazio-tempo che siano più rappre-
Van Raamsdonk attribuisce alla corrispondenza AdS/CFT il me- sentativi del nostro universo. Nell’AdS, i ricercatori possono gene-
rito di aver spinto i fisici a mettere in discussione la natura stessa rare uno spazio-tempo con costituenti cosmici come i buchi neri,
dello spazio-tempo. Se lo spazio-tempo emerge dal grado e dalla ma lo spazio-tempo deve essere «asintoticamente vuoto», il che
natura dell’entanglement in un sistema quantistico a bassa dimen- significa che, via via che ci si allontana da un buco nero, lo spa-
sione, significa che il sistema quantistico è più «reale» dello spazio- zio diventa vuoto. «Nel descrivere il nostro universo, diamo per
tempo in cui viviamo, proprio come una cartolina bidimensionale scontato che ci sia roba ovunque, fino a dove ci si allontana», di-
è più reale dell’ologramma tridimensionale che crea. «Il fatto che ce Van Raamsdonk. «Le galassie non si esauriranno mai». Inoltre,
[lo spazio stesso e la geometria dello spazio] abbiano a che fare con nell’AdS lo spazio vuoto ha una curvatura negativa, mentre lo spa-
la meccanica quantistica è davvero sconvolgente», dice. zio vuoto di de Sitter del nostro universo è per lo più piatto.
Per quanto la AdS/CFT si sia dimostrata influente, la dualità usa
Verso una teoria della gravità quantistica ancora uno spazio-tempo che non descrive la nostra realtà. Malda-
Una volta che lo spazio-tempo emerge in una teoria, i fisici pos- cena spera che i ricercatori trovino una corrispondenza simile tra
sono usarlo per studiare aspetti del nostro universo. Per esempio, lo spazio de Sitter (lo spazio che occupiamo) e una CFT. «Mi piace-
si pensa che il nostro cosmo si sia espanso esponenzialmente nel- rebbe molto avere [una] enunciazione simile per de Sitter», dice
le prime frazioni di secondo della sua esistenza, un periodo noto Maldacena. «Si continua a pensarci, ma finora non è emerso nes-
come inflazione. Nel modello standard della cosmologia, i teorici sun chiaro contendente».
partono da uno spazio-tempo in cui le particelle e i campi intera- Van Raamsdonk è ottimista sulla possibilità che emerga un
giscono debolmente e lasciano che l’inflazione proceda per circa candidato di questo tipo. «Se si scopre che il nostro universo ha al-
50-60 «e-fold», dove ogni e-fold rappresenta più di un raddoppio la base una descrizione olografica, se è davvero così che funziona,
del volume dello spazio-tempo (il volume aumenta di un fattore allora penso che capire l’AdS/CFT sarà qualcosa allo stesso livel-
pari alla costante di Eulero e, ovvero circa 2,718). lo della comprensione della meccanica quantistica, al livello della
Questa inflazione può replicare le proprietà dell’universo os- comprensione della relatività generale», dice. «[Sarebbe] un salto
servato, come la sua piattezza e l’isotropia (il fatto che abbia lo nella comprensione dell’universo grande come qualsiasi altra co-
stesso aspetto in tutte le direzioni). Ma non ci sono motivi parti- sa sia accaduta nella storia della fisica». Q

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BIOLOGIA

LA SORELLANZA
Studiare i nessi
che intercorrono
tra le femmine
degli animali
lungo tutto l’albero
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della vita
può migliorare
la salute delle donne
di Barbara
Natterson-Horowitz

di Islenia Milien

DELLE SPECIE
Illustrazione
Barbara Natterson-Horowitz è cardiologa e biologa evolutiva
presso la Harvard University e l’Università della California a Los
Angeles. Studia l’evoluzione degli adattamenti negli animali di
sesso femminile che potrebbero migliorare la salute delle donne.

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ul gigantesco schermo posto alle mie spalle sul palcoscenico, un branco di

S giraffe corre nelle distese della savana. Il video gira in loop. Le giraffe ga-
loppano all’infinito, dandomi il tempo di protendermi dal podio e chiede-
re al pubblico: «Avete notato le giraffe gravide?». È il 2019 e sto tenendo una
conferenza durante una sessione plenaria della Nobel Conference, a Stoc-
colma. Il tema dell’anno è la medicina «bio-ispirata» – trovare in natura soluzioni a proble-
mi relativi alla salute umana – e il mio intento è attirare l’attenzione sulle connessioni tra le
donne e le altre femmine del mondo animale.
Come cardiologa e biologa evolutiva, è da anni che pongo que- non fosse così, i predatori le individuerebbero subito come facili
sta domanda agli studenti di medicina nei corsi che tengo presso prede e questo significherebbe la fine della madre, del piccolo che
la Harvard University e l’Università della California a Los Angeles, ha in grembo e, in definitiva, di tutta la specie.
quindi sapevo che avrei colpito nel segno. Osservai la folla scanda- Mentre in pubblico esprimevo ammirazione per le prestazio-
gliare la truppa di giraffe alla ricerca di segnali di una gravidanza: ni atletiche delle giraffe in gestazione, nel privato rabbrividivo un
una pancia ingrossata, una quasi-mamma che resta indietro per la po’ al ricordo di quanto poco atletica, diversa da una giraffa, mi ero
fatica. Sospettavo che pochi, o forse nessuno, tra gli scienziati e i sentita, come cardiologa, nelle ultime settimane delle mie gravi-
medici presenti avessero considerato questa possibilità la prima danze. Ero la più lenta del branco di dottori che, in ospedale, ri-
volta che avevano osservato la scena. Ed era proprio qui che vole- spondevano a un codice rosso per le emergenze mediche. Ero così
vo arrivare. Se consideriamo quanto le sfide per la salute femmi- sfinita e senza fiato, dopo aver salito appena due piani di scale, che
nile, come la gravidanza, siano importanti per la sopravvivenza di una volta, mentre rispondevo a una chiamata per un arresto car-
una specie (la nostra compresa), le vite quotidiane delle femmine diaco, un collega mi prese da parte per dirmi che la salute del mio
degli animali non dovrebbero essere qualcosa di più che un pen- cuore lo preoccupava.
siero accessorio per i dottori e i ricercatori biomedici? Capivo bene il perché. Nelle ultime fasi della gravidanza, le
Ogni giorno i predatori sono una minaccia per la sopravviven- donne sono a rischio di sviluppare disturbi potenzialmente mor-
za di tutte le prede, senza risparmiare le femmine gravide. Anche tali come la pre-eclampsia e l’insufficienza cardiaca. Anche una
negli ultimi giorni di gravidanza, i più difficili, le femmine devono gravidanza sana, fisiologica, mette il cuore decisamente sotto
sfuggire a chi le caccia; per riuscirci, hanno evoluto adattamenti stress: il volume del sangue in circolazione si espande di quasi il
fisiologici incredibili. 50 per cento e, per gestire questo maggior carico di lavoro, le cel-
Considerate una giraffa nelle ultime settimane dei suoi quasi 15 lule e le camere cardiache devono crescere e cambiare dimensio-
mesi di gestazione. Ha preso parecchie decine di chili: il solo feto ne e forma. I cardiologi, per descrivere questi cambiamenti, par-
ne pesa fino a 70, ma il carico è molto maggiore se si aggiungono lano di «rimodellamento», ma quando le cose non vanno come
la placenta, i liquidi e il grasso corporeo. Eppure le giraffe incinte dovrebbero le conseguenze sono molto più serie che quando un
sembrano correre altrettanto veloci di quelle che non lo sono. Se orsetto di plastilina viene trasformato malamente in un coniglio. I

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Le femmine di ghepardo e di altri predatori si sono adattate a queste sfide: oggi ne studio la biologia per trova-
devono essere in grado di cacciare re possibili soluzioni a problemi di salute delle donne che spazia-
le prede anche durante la gravidanza. no dall’insufficienza cardiaca al cancro del seno. Questo campo di
ricerca è ancora emergente, ma sta già generando spunti che po-
problemi legati al rimodellamento delle cellule cardiache durante trebbero portare a cure salvavita per alcuni dei disturbi più comu-
la gravidanza possono ridurre la funzionalità del cuore e persino ni della salute umana.
portare a un’insufficienza cardiaca poco dopo il parto.
Per fortuna il mio cuore stava bene: la causa della mia fatica e Dove sono le femmine?
del mio respiro affannoso erano gli oltre 15 chili di feto, liquidi e Un approccio multispecie non mi sarebbe mai venuto in men-
grasso che avevo messo su alla fine del terzo trimestre. Essere ral- te quando ero una giovane professoressa di medicina, negli anni
lentate nelle ultime settimane di gravidanza è perfettamente nor- novanta. Nei primi dieci anni della mia carriera mi sono occupa-
male per le femmine umane, comprese le cardiologhe, che anzi- ta di molte forme di problemi cardiaci, ma sempre in un’unica spe-
ché correre su per le scale possono usare gli ascensori. cie: la mia.
In natura, però, le femmine incinte devono mantenere la lo- Le cose sono cambiate nel 2005, quando sono diventata con-
ro velocità e la loro resistenza per salvarsi la vita. Per le femmi- sulente cardiovascolare per lo zoo di Los Angeles. (Dovete sapere
ne di gazzelle, zebre e altre specie che vengono predate, l’abilità che, di tanto in tanto, i veterinari degli zoo invitano medici a dire
di scappare con prontezza è una protezione dai predatori. Questi la loro sulle diagnosi o ad assistere nelle procedure mediche, so-
ultimi, in realtà, spesso sono predatrici e talvolta anche loro sono prattutto quando sono alle prese con condizioni che sono mol-
gravide: per evitare di morire di fame, le femmine di ghepardo, ie- to più comuni negli esseri umani che negli altri animali). La mia
StuPorts/Getty Images

na e altri predatori hanno bisogno di inseguire, raggiungere e cat- rosa di pazienti si è espansa fino a includere, tra gli altri, grandi
turare le prede in fuga. Una specie le cui femmine incinte non rie- scimmie, orsi, leoni e rapaci. La salute degli animali non aveva fat-
scono a sfuggire ai predatori o a catturare il cibo è condannata to parte della mia istruzione formale in medicina; di conseguenza,
all’estinzione. non è stato facile imparare rapidamente tutto il necessario. I vete-
Sono stata affascinata dal modo in cui le femmine di altre specie rinari dello zoo e gli stessi animali sono diventati i miei insegnan-

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ti mentre apprendevo che la maggior parte delle malattie che col- Un gran numero di casi di cancro
piscono i miei pazienti umani (come i disturbi cardiovascolari e il della mammella tra beluga ritrovati vicino
cancro) possono svilupparsi anche in altre specie. a Montreal ha richiamato l’attenzione
Negli anni mi sono convinta sempre più che una medicina che su una minaccia per la salute umana.
abbraccia più specie può rivelare informazioni utili per i miei pa-
zienti ma che sfuggono agli approcci tradizionali incentrati sugli tutes of Health statunitensi non richiedevano che gli studi clinici
esseri umani. In collaborazione con la naturalista e scrittrice di da loro finanziati includessero le donne, nemmeno per gli studi su
scienza Kathryn Bowers, ho fatto sì che diventasse una mia mis- malattie note per essere più comuni nelle donne che negli uomini.
sione diffondere la consapevolezza di quanto sia importante la sa- Sorprendentemente, è stato necessario aspettare il 2015 perché i
lute degli animali per quella umana: ho avviato programmi edu- National Institutes of Health prescrivessero l’inclusione di anima-
cativi e di formazione professionale, ho formato gruppi di ricerca li da laboratorio di sesso femminile negli studi preclinici che testa-
e ho scritto libri volti ad avvicinare tra loro i campi della medicina no la sicurezza di nuove terapie. C’erano motivi sensati per cui le
umana, delle scienze veterinarie e della biologia evolutiva. Questi femmine non erano incluse negli studi biomedici: i ricercatori vo-
sforzi sono stati accolti in modo per lo più positivo, ma mi ha sor- levano evitare il rischio di effetti fuorvianti dati dal ciclo estrale,
preso incontrare molte resistenze da parte del mio stesso mondo, che può introdurre variazioni nella fisiologia e nel comportamen-
quello medico. Alcuni medici sembravano restii a mettere in rela- to che nei maschi non si hanno, e volevano proteggere le donne
zione la salute dei loro pazienti e quella di altre specie (al di là del- potenzialmente incinte (e i loro feti) da tragedie come quella del-
la possibilità che gli animali trasmettano certe malattie agli esseri la talidomide. Ma per quanto benintenzionati potessero essere i ri-
umani). Forse trovavano inaccettabile un’idea che li ridimensio- cercatori, escludere le femmine dagli studi si è rivelato immensa-
nava: il fatto che i veterinari avessero qualcosa da insegnare loro mente dannoso per la salute delle donne.
sui pazienti umani. Per affrontare le lacune nella nostra conoscenza medica, ho in-
È evidente che la visione degli esseri umani come una spe- cominciato a focalizzare la mia ricerca multi-specie sui problemi
cie eccezionale rispetto alle altre è profondamente radicata nella principali della salute femminile. I collegamenti tra le femmine
nostra tradizione medica. La gente non è sempre stata a suo agio umane e non umane non sono stati difficili da trovare. Ho pubbli-
nell’accettare che Homo sapiens è un animale. Nella mia esperien- cato studi sul cancro ovarico nei fenicotteri, nei pitoni, nei pesci e
za, i professionisti sanitari danno per scontato che le malattie di negli esseri umani; ho coordinato simposi sulle difficoltà mestrua-
Paul Souders/Getty Images

cui soffrono i loro pazienti siano uniche della nostra specie. Non li delle grandi scimmie (noi compresi), dei pipistrelli e delle tupaie;
lo sono. ho anche collaborato con veterinari bovini, che conoscono in mo-
L’antropocentrismo non è l’unica visione distorta del mondo do approfondito la lattazione nelle mucche, per aiutare le donne a
che ha rallentato il progresso della scienza medica. C’è anche il risolvere problemi comuni nell’allattamento al seno. Queste espe-
fatto che la ricerca biomedica, per lungo tempo, si è concentrata rienze hanno trasformato il mio modo di vedere le mie pazienti,
sui maschi escludendo le femmine. Fino al 1993, i National Insti- ma anche me stessa in quanto donna. Ho imparato che, quando

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Cuori sotto pressione
Alcuni animali hanno evoluto meccanismi che li proteggono da malat- cardiaca può rallentare il movimento di una persona e, nel tempo, dan-
tie che ogni anno uccidono milioni di donne. Una di queste creature è neggiare l’organo. Pur avendo una pressione molto più alta di quella di
la giraffa: si pensa che il suo lungo collo si sia evoluto per monitorare la un essere umano in salute, la giraffa è in grado di mantenere il suo gran-
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presenza di predatori in un habitat di distese erbose e per raggiungere de cuore privo di fibrosi. Il parente più stretto della giraffa oggi in vita, l’o-
le foglie di cui si ciba. Per pompare il sangue al cervello, tuttavia, la giraf- kapi, è adattato all’ambiente forestale e non ha evoluto un collo lungo. Il
fa deve sopportare un’alta pressione sanguigna; negli esseri umani, una confronto dei genomi di giraffa e okapi ha mostrato che il primo contie-
pressione arteriosa elevata spesso porta a problemi cardiaci (come la fi- ne mutazioni nel gene che codifica per un fattore di crescita (la protei-
brosi), in cui il muscolo del cuore si ispessisce e si irrigidisce. La fibrosi na FGFRL1) che potrebbe impedire la formazione di fibrosi nel cuore.

Okapi sano Donna


(pressione sanguigna sana
basata su quella
di un cavallo)

*La pressione sistolica


è quella misurata quando
il cuore si contrae.

Giraffa Donna con problemi


sana al cuore (HFpEF)

Muscolatura cardiaca Muscolatura rigida,


forte e robusta con tessuto cicatriziale

si parla di certi aspetti della mia salute, posso avere più cose in co- sacco attorno al suo cuore non si era riformato. I risultati dell’e-
mune con femmine di altri animali che con mio marito, mio fratel- same patologico sulle cause dell’accumulo, tuttavia, non erano
lo, mio figlio o gli altri uomini della mia vita. Questo legame condi- ancora arrivati, e i veterinari temevano potesse trattarsi di can-
viso lo chiamo «sorellanza delle specie». cro della mammella con metastasi. C’erano due ragioni per que-
sto timore: in primo luogo, il cancro del seno è uno dei tumori che
Leonesse con il cancro del seno a volte si diffondono al cuore, scatenando un’infiammazione e un
La prima volta che ho intravisto la connessione tra le femmine accumulo di liquido del tipo che aveva messo in pericolo la vita di
dei vari animali risale al 2012: stavo esaminando Cookie, un’anzia- Cookie; l’altra ragione – spiegavano i veterinari – era che, rispetto
na leonessa dello zoo di Los Angeles. In seguito a un’operazione, i agli altri animali dello zoo, i leoni, i giaguari, i ghepardi e gli altri
Grafica di Dino Pulerà

battiti cardiaci di un leone suonano proprio come quelli di un es- felidi sono particolarmente suscettibili al cancro della mammella.
sere umano sottoposto alla stessa procedura. Di conseguenza, la Sentii questa connessione tra la salute animale e quella uma-
chiarezza dei «tutum, tutum» che fluivano nello stetoscopio che na a livello personale. Il cancro del seno è un problema che toc-
tenevo premuto contro l’enorme petto peloso di Cookie mi rassi- ca molte donne, e io non facevo eccezione. Nello stesso periodo
curò: il pericoloso accumulo di liquido che avevamo rimosso dal in cui venivo a conoscenza del cancro della mammella nei felidi,

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stavo facendo un test per cercare mutazioni nei geni BRCA a se- milioni di donne. Per capire come e perché si sono evolute caratte-
guito di numerose biopsie sospette. È noto che le mutazioni nei ristiche biologiche così particolari e come ciò potrebbe salvare le
geni BRCA nelle donne fanno aumentare il rischio di ammalarsi vite delle donne, presento la mia nuova interpretazione dell’evolu-
di tumore del seno e delle ovaie; con mia grande sorpresa, scoprii zione della giraffa e del suo collo incredibilmente lungo.
che queste mutazioni fanno aumentare il rischio anche in certe Torniamo a 11,5 milioni di anni fa, quando gli antenati comuni
razze di cani, come il Cavalier king Charles spaniel, e in alcuni al- della giraffa moderna e del suo cugino evolutivamente più vicino,
tri carnivori. In tutti gli anni trascorsi a curare donne (e qualche l’okapi, si aggiravano in Africa. Alcuni di questi antenati vagabon-
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uomo) con un cancro del seno, non avevo mai pensato a quali al- darono verso la foresta pluviale e l’attuale Congo, finendo per dare
tre specie potessero essere vulnerabili. Come ho mostrato in uno alla luce l’okapi; altri migrarono verso la savana e da loro nacque la
studio pubblicato di recente, in effetti, il cancro della mammella giraffa. Questi ambienti differenti aiutarono a produrre, nelle due
è presente in quasi tutte le linee evolutive dei mammiferi: si sono linee evolutive, colli molto diversi. Nella foresta pluviale, gli oka-
trovati casi in creature che vanno da canguri e koala ai vombati e pi riuscirono a sopravvivere e a prosperare con un collo perfetta-
ai bufali d’acqua. mente ordinario. Gli habitat della giraffa ancestrale, per contro,
Cookie e io, alla fine, siamo state entrambe fortunate: il suo ac- erano privi di un denso fogliame in cui nascondersi: un collo più
cumulo di liquido non era dovuto a un cancro e la leonessa è vis- lungo avrebbe consentito di osservare meglio l’orizzonte e di no-
suta altri quattro anni; io non avevo mutazioni nei geni BRCA e le tare prima eventuali predatori nelle aperte distese erbose. Al con-
biopsie non evidenziarono alcun tumore al seno. Ad altre creature tempo, diventando più alte le proto-giraffe avrebbero avuto mi-
non è andata così bene, ma abbiamo imparato dalla loro sfortuna. gliore accesso al fogliame, a volte presente in quantità limitate.
Le balene di solito non si ammalano di cancro della mammella; Un lato negativo dell’avere un collo che sposta la testa a oltre
tra i cetacei, i tipi di cancro più comuni sono leucemie e linfomi. due metri e mezzo dal cuore è che questo muscolo così fondamen-
Di conseguenza la scoperta che il 27 per cento dei beluga morti tale, a ogni battito, deve lavorare di più per spingere in alto il san-
esaminati dai ricercatori tra il 1983 e il 1999 nell’area dell’estuario gue fino al cervello. Questa maggior pressione sul cuore è ciò che
del fiume St. Lawrence (vicino a Montreal in Canada) erano mor- chiamiamo pressione sanguigna: in una giraffa sana, la pressione
ti di cancro della mammella ha sollevato non pochi interrogativi. sistolica (quando il cuore si contrae) può oltrepassare i 250 milli-
Nella ricerca delle cause, gli investigatori hanno subito rivol- metri di mercurio (mmHg), rispetto ai 120 mmHg o meno di un es-
to l’attenzione alle numerose fonderie di alluminio che, in pros- sere umano in buona salute.
simità dell’estuario, rigurgitavano composti chimici noti per In genere il problema della pressione alta è che, quando un mu-
essere cancerogeni. Gli scienziati hanno appurato che queste so- scolo come il cuore lavora di più, si ispessisce. Negli esseri uma-
stanze probabilmente contribuivano ai tumori non solo nei ceta- ni e nei topi, quando il cuore si ispessisce in questo modo svilup-
cei ma anche nelle persone residen-
ti nell’area che, a loro volta, avevano
tassi di malattia insolitamente alti.
Riconoscere un’«epidemia» di can-
Il principio è chiaro: molte delle principali minacce
cro della mammella nei mammiferi alla salute della donna potrebbero già
che vivevano in questo corso d’ac-
qua urbano ha aiutato ad allertare le essere state neutralizzate in altre specie animali
autorità su un rischio che minaccia-
va anche la salute umana.
Come i canarini che i minatori britannici portavano con sé pa un tessuto cicatriziale noto come fibrosi. Il cuore diventa più
nelle miniere di carbone per rivelare la presenza di gas pericolo- rigido del normale, limitando la portata e la velocità degli sposta-
si, le femmine di beluga hanno segnalato la presenza di sostan- menti. A peggiorare le cose, la pressione alta (o ipertensione) nel
ze contaminanti che mettevano in pericolo le persone. Oggi l’au- tempo può danneggiare e indebolire il cuore. Negli esseri umani,
mento dei livelli di inquinamento è coinvolto in molte minacce il risultato è una condizione detta insufficienza cardiaca con fra-
alla salute delle donne, come i tumori, l’infertilità, i parti prematu- zione di eiezione preservata, che porta a spossatezza, insufficien-
ri e altri disturbi dell’apparato riproduttivo. Le femmine di animali za respiratoria e, potenzialmente, alla morte. Questa sindrome è la
non umani che vivono intorno alle nostre comunità sono sempre causa principale di insufficienza cardiaca nelle donne ed è respon-
più esposte agli stessi inquinanti delle donne, man mano che le li- sabile di decine di migliaia di morti annui nei soli Stati Uniti.
nee di confine che un tempo separavano gli ambienti animali da Nell’aperta savana, questo irrigidimento del cuore potrebbe
quelli umani diventano più sfumate. In poche parole, la salute del- rallentare un animale, minacciandone la sopravvivenza. Benve-
le femmine degli animali è troppo importante per la nostra per es- nuto, leone; addio, giraffa. Ma le giraffe hanno trovato il modo di
sere ignorata. Tutte le femmine – donne e ragazze comprese – so- aggirare il problema: pur avendo una pressione sanguigna ben al
no oggi i canarini l’una dell’altra e la nostra miniera di carbone è il di sopra di quella che a un essere umano varrebbe una bella ra-
pianeta che condividiamo. manzina del medico di famiglia, le giraffe – femmine e maschi –
possono galoppare a velocità tali da eludere un leone e sembrano
Come le giraffe evitano l’insufficienza cardiaca essere immuni all’insufficienza cardiaca con frazione di eiezio-
La connessione tra le femmine dei vari animali si estende al di là ne preservata. Ricerche genomiche recenti contengono indizi sul
delle vulnerabilità comuni. Alcune rappresentanti della sorellan- modo in cui le giraffe riescono a eludere le regole a cui sono assog-
za hanno evoluto fisiologie uniche nel loro genere per difendersi gettati gli animali più bassi.
dalle malattie. La straordinaria biologia di alcune femmine di ani- Negli ultimi anni Chang Liu e colleghi, della Northwestern
mali impedisce loro di contrarre malattie che ogni anno uccidono Polytechnical University di Xi’an, in Cina, hanno pubblicato se-

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Le peculiari caratteristiche biologiche della giraffa do, anche nel 25 per cento delle gravidanze, ed è in aumento. Per
la proteggono dagli effetti nocivi dell’alta pressione sanguigna le giraffe incinte, al contrario, la pressione alta è normale e sembra
e potrebbero ispirare terapie per i disturbi cardiaci nelle donne. che né le madri né i cuccioli ne risentano. Ho riunito un gruppo di
veterinari, patologi e ginecologi per scoprire come funzionano gli
quenze genomiche di alta qualità di giraffe, okapi e altri animali straordinari meccanismi biologici che proteggono le giraffe dall’i-
imparentati con loro. Hanno scoperto, nel genoma della giraffa, pertensione gestazionale, e ora stiamo confrontando le placente
molte mutazioni assenti nelle altre specie. Uno dei geni coinvol- delle giraffe e degli okapi in cerca di indizi sull’evoluzione di que-
ti, FGFRL1, è legato all’alta pressione sanguigna che, nell’esse- sta caratteristica.
re umano, può portare all’insufficienza cardiaca. È possibile che Ci vorrà tempo per capire come usare le conoscenze ottenute
il gene FGFRL1 delle giraffe spieghi la resistenza di questa specie da questi studi sulle femmine di animali non umani per prevenire
dal collo lungo alle malattie legate a un aumento della pressione le malattie nelle donne. Ma il principio è chiaro: molte delle prin-
del sangue? cipali minacce alla salute della donna potrebbero essere già sta-
Per scoprirlo, gli scienziati hanno testato due gruppi di topi per te neutralizzate in altre specie. Le soluzioni esistono già, nei cor-
vedere la loro reazione all’infusione di un ormone che fa aumenta- pi degli animali con cui condividiamo il nostro pianeta. Per quanto
re la pressione. Il primo gruppo di topi era «selvatico»: tutti i suoi noi esseri umani possiamo essere ingegnosi, il mondo della natu-
geni erano geni di topo, FGFRL1 compreso. Il secondo gruppo, ra lo è ancor più: l’abilità dell’evoluzione nel risolvere i problemi
grazie alla tecnologia CRISPR, aveva subito una modifica alla se- è, secondo lo stesso Charles Darwin, «immensamente superiore ai
Michel e Christine Denis-Huot/Biosphoto/Minden Pictures

quenza di FGFRL1, che ora era come quella di una giraffa. Dopo deboli sforzi dell’uomo».
28 giorni di esposizione all’ormone che fa innalzare la pressione, Rachel Carson è una delle mie eroine scientifiche, non soltanto
il primo gruppo aveva alti livelli di fibrosi, un risultato analogo al- perché ha lanciato il moderno movimento ambientalista, ma an-
la situazione degli esseri umani con insufficienza cardiaca dovuta che perché ha riconosciuto le connessioni fondamentali che in-
a ipertensione. Il cuore dei topi con il gene FGFRL1 delle giraffe, tercorrono tra le specie. «In natura – ha scritto – nulla esiste a sé
per contro, ne era quasi privo. Ciò fa pensare che le giraffe posso- stante». Aggiungerei che nessuna femmina esiste a sé stante: le
no aver evoluto una capacità unica di sopprimere in qualche mi- esponenti della sorellanza delle specie sono legate da un’ascen-
sura la dannosa fibrosi cardiaca. denza comune, e dal condividere le sfide e le gioie dell’essere tutte
Sembra che le giraffe abbiano evoluto anche meccanismi per femmine del mondo animale. Q
proteggersi da altri effetti nocivi dell’ipertensione, compresa
quella legata alla gravidanza. Nelle donne, l’ipertensione gestazio-
PER APPROFONDIRE
nale (la pressione alta in gravidanza) è patologica: è una delle prin-
cipali cause di morte materna e fetale, si verifica in tutto il mon- Non per soli uomini. Stefanick, M.L., in «Le Scienze» n. 591, novembre 2017.

www.lescienze.it Le Scienze 87
Coordinate Una lingua artificiale ci mostra
come il cioccolato solido si trasforma
in una soffice emulsione

Particella Cristallo
solida di cacao di zucchero
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La scienza della
fusione del cioccolato Burro di cacao
cristallino (grasso)
Cioccolato

La sensazione del cioccolato che scivola sulla lingua non ha eguali. Per capire co-
me ciò avviene a livello molecolare, è stata creata una lingua biomimetica che
replica la consistenza, la struttura della superficie e le proprietà meccaniche di
una lingua umana. «Volevamo capire da cosa dipende principalmente quell’ar-
moniosa sensazione del cioccolato che si scioglie», dice Siavash Soltanahmadi,
ricercatore all’Università di Leeds nel Regno Unito. Con i suoi collaboratori Lingua
Anwesha Sarkar e Michael Bryant, ha messo il cioccolato sul dispositivo e ha
osservato come interagivano le superfici. Ha così potuto scomporre quel
che accade in tre fasi: cioccolato solido, fuso e in emulsione. Ha scoperto
che la squisita sensazione del cioccolato dipende dal suo rilasciare una pel-
licola di grasso che ricopre la lingua. «La posizione del grasso nel cioccola-
to è più importante della sua quantità», dice. Ciò fa pensare che mettendo il Papilla
grasso negli strati superficiali del cioccolato, e riducendolo al suo interno, si
può creare una leccornia più sana ma altrettanto gustosa.
Clara Moskowitz

I grafici mostrano la
differenza relativa nella
sensazione che danno sulla
Cambio di fase Cambio di fase da
lingua due tipi di cioccolato.
da solido liquido
I puntini blu indicano l’attrito
a liquido a emulsione
fra il cioccolato e la lingua
per il campione 1, quelli rosa

into the Multiscale Lubrication Mechanism of Edible Phase Change Materials, di Siavash Soltanahmadi, Michael
quanto si scosta da questo
livello il campione 2.

Bryant e Anwesha Sarkar, in «ACS Applied Materials & Interfaces», Vol. 15, 12 gennaio 2023 (dati)
Saliva
Solido Fuso Emulsione
All’inizio, quando Il calore della bocca Nell’ultima fase il cioccolato

Grafica di David Cheney (illustrazione) e Jen Christiansen (grafici); fonte: Insights


il cioccolato entra in bocca e lo strofinio della lingua diviene un’emulsione, in cui i grassi e
e la lingua inizia a leccarlo, gradualmente sciolgono Pellicola le particelle solide di cacao sono mescolati
è solido. il cioccolato. di grasso in un morbido mix con la saliva.

Lingua Più attrito Più attrito


intera Livello base Livello base

Meno attrito Meno attrito


Lento Veloce Lento Veloce
Velocità del materiale attraverso la lingua Velocità del materiale attraverso la lingua

Singola Più attrito Più attrito


papilla Livello base Livello base

Meno attrito Meno attrito


Lento Veloce Lento Veloce

A livello della papilla, la differenza fra i diversi tipi di cioccolato si fa grande allo stato fuso. Nel cioccolato ricco di grassi,
quando la superficie del cioccolato inizia a interagire con la lingua si ha meno attrito

88 Le Scienze 657 maggio 2023


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

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Storie di zombi
È un genere consolidato che tende a riproporre
idee e schemi sempre uguali, ma ci sono eccezioni

el 1968, con La notte dei morti versa (alcune ritornano nei capitoli successi-

N viventi, George Romero diede ini-


zio al filone narrativo dell’apoca-
lisse zombi, che continua ad avere un notevo-
vi), dalla quale emerge un nuovo tassello della
vicenda: il primo caso (in Cina), i primi outbre-
ak, la quarantena estrema del governo israe-
le successo. L’orda di morti viventi, dal passo liano, il falso vaccino di un miliardario specu-
strascicato e dallo sguardo assente, privi di in- latore, le rivolte e le guerre civili, i fallimenti
telligenza ma travolgenti nella loro quantità, militari, le fughe verso le zone fredde dove gli
da oltre 50 anni sgretola e rimastica la civiltà zombi congelano, e così via, fino alla fine del-
umana, riportandola a livelli di sopravviven- la guerra in un mondo stravolto ma in timi-
za primordiale. Lo fa riproponendo sempre lo da ripresa, con i mari e i poli ancora infestati
stesso schema narrativo, con sporadiche in- di zombi ma con barlumi di speranza. Non ci
novazioni e sempre più frequenti incursioni sono viaggi dell’eroe, percorsi di redenzione
nel mondo scientifico, fra metafore epidemio- o altri classici archi narrativi hollywoodiani,
logiche e parassiti cerebrali come Cordyceps ma solo voci di sopravvissuti. Un racconto co-
– peraltro ispirato a un vero fungo parassita – rale, una narrazione sociologica – come quel-
di The last of us, l’acclamata serie HBO tratta le di cui parla la sociologa Zeynep Tufekci, che
dall’altrettanto acclamato videogioco. ho citato in questa rubrica nel dicembre 2021,
Confesso di non amare molto le storie di a proposito dei romanzi del Trono di Spade –
zombi. Di norma le evito, perché mi sembra di che riesce molto bene a raccontare cos’è, ef-
vedere sempre la stessa idea, sempre gli stes- fettivamente, una catastrofe globale, con tut-
si temi, con occasionali variazioni. Ma, come ti gli elementi di complessità e incertezza che
sempre, ci sono le eccezioni. Una potrebbe es- la caratterizzano.
sere proprio The last of us, che prima o poi ve-
drò e commenterò qui. Un’altra è World War Z, Complessità perduta
un romanzo del 2006 scritto da Max Brooks, E poi c’è il film. Uscito nel 2013, con prota-
che mi affascina per due motivi: il modo in cui gonista Brad Pitt. Il film mantiene alcune sce-
è scritto e il rapporto con il film che ne è sta- ne iconiche del libro, come la marea di morti
to tratto. viventi che scala le mura israeliane, ma rinun-
cia alla sua struttura corale in favore del clas-
Un taglio innovativo sico protagonista che salva la situazione in-
Partiamo dal primo punto: Brooks ha scel- dividuando il vaccino e testandolo su di sé
to di raccontare la più classica delle apocalis- mentre sfugge agli zombi. Niente complessi-
si zombi con un taglio giornalistico, che riesce tà, niente incertezza, niente prospettiva co-
a mantenere gli elementi orrorifici e di criti- rale. A conferma di quanto scriveva Tufekci,
ca sociale tipici del genere ma avvolgendoli in nel commentare le ultime stagioni della serie
un contesto e in un linguaggio molto più vero- del Trono di Spade (che si appiattiva sui canoni
simili. Il libro, infatti, è una collezione di me- hollywoodiani rinunciando all’approccio più
morie, raccolte da un agente della Commissio- ricco e complesso dei romanzi): «Non sappia-
ne dopoguerra dell’ONU, alter ego di Brooks, mo come raccontare storie sociologiche».
a pochi anni dalla fine della guerra mondia- Delle quali invece adesso, con tutto quel-
le degli zombi. Quando il mondo si sta ripren- lo che abbiamo passato e stiamo passando, fra
dendo dalla catastrofe e «la pace non ha anco- pandemia e crisi climatica, avremmo un gran
ra avuto tempo di farci dimenticare la guerra». bisogno. Nella fiction, ma anche nel giornali-
Ogni capitolo è un’intervista a una persona di- smo e nella comunicazione della scienza.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

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Labbra rimpolpate
Alcuni prodotti promettono di far diventare
le labbra più grandi, ma c’è un trucco

el mese di marzo a Bologna si è arrossamento e gonfiore. L’effetto è tempora-

N svolto Cosmoprof, la fiera più im-


portante al mondo per il settore co-
smetico con quasi 3000 aziende partecipanti
neo e non è sconvolgente anche se le pubblici-
tà mostrano immagini di labbra a canotto. Da
brava sperimentale ho fatto un esperimento:
e centinaia di migliaia di visitatori, in buona ho messo un cerotto sulla metà di destra delle
parte addetti ai lavori. Quest’anno c’ero anche labbra e ho applicato il rimpolpante sulla me-
io, invitata a fare una comunicazione al conve- tà di sinistra. Ho lasciato agire per un po’, ho
gno di Cosmetica Italia, l’associazione di cate- tolto il prodotto e il cerotto, mi sono scattata
goria delle aziende cosmetiche. Il mio compi- delle foto e le ho mandate a una persona igna-
to era quello che potete immaginarvi: farmi ra dei miei esperimenti chiedendole se notava
degli amici. differenze di qualche tipo. Nessuna differen-
Scherzi a parte, il convegno era dedicato al- za sostanziale, «vedo un po’ di asimmetria, ma
la comunicazione dell’efficacia dei cosmetici forse sei sempre asimmetrica», mi ha risposto.
e io dovevo portare il punto di vista di chi sta D’altronde, ognuno ha gli amici che merita.
dall’altra parte e quelle comunicazioni le rice- Dai pochi studi pubblicati sul tema sap-
ve e le deve elaborare. piamo che l’effetto rimpolpante «vero» du-
Uno degli esempi che ho portato al conve- ra poco, dalla mezz’ora all’ora, poi decresce
gno è legato a un prodotto che fa parte della man mano, con un aumento della protrusio-
categoria dei rimpolpanti per le labbra o «lip ne dell’ordine del mezzo millimetro, quindi
plumper», che ho provato recentemente e che difficile da vedere a occhio. Il grosso dell’ef-
mi ha molto colpita sia per la sua azione sia per fetto «percepito» è dato dalle altre componen-
la resa finale. ti, idratanti e lucidanti che rendono le labbra
all’apparenza più piene.
Irritare per gonfiare Quindi funziona? Sì e no. Funziona se lo
All’apparenza questi prodotti somigliano ai prendiamo per quel che è, cioè un trucco
lucidalabbra. Hanno una confezione traspa- che con un misto di irritazione e illusione ci
rente, contengono un liquido abbastanza den- fa sembrare le labbra più grandi. Non funzio-
so e luccicante che si applica con un pennel- na se ci atteniamo alle immagini diffuse dalla
lino. Ciò che li rende diversi lo si scopre non pubblicità.
appena toccano le labbra: a seconda dei casi,
si possono sentire sensazioni che vanno dal Effetti indesiderati
formicolio al bruciore. La prima volta che ne Trattandosi però di un prodotto particola-
ho provato uno pensavo di avere una reazione re per la presenza delle sostanze irritanti, bi-
allergica. Poi ho letto la lista degli ingredien- sogna mettere in conto anche qualche effetto
ti e ho capito: c’era capsaicina, la molecola re- indesiderato. Pochi mesi dopo l’immissione in
sponsabile della piccantezza dei peperoncini. commercio dei primi rimpolpanti era circola-
La sensazione sulle labbra, in effetti, era si- ta sui social, poi ripresa da qualche rivista di
mile a quella che si prova dopo aver mangia- settore, la fotografia di un bambino che ave-
to qualcosa di molto piccante. Altri prodot- va una guancia molto arrossata e con diver-
ti usano il mentolo, oppure l’olio di cannella si «bozzi» proprio in corrispondenza del ba-
o di zenzero, provocando sensazioni legger- cio dato dalla mamma, che aveva usato uno di
mente differenti, ma comunque con un obiet- questi prodotti senza pensare troppo alle con-
tivo: quello di irritare le labbra aumentando seguenze. Quindi, in generale, se scegliete di
il flusso sanguigno locale e quindi provocare usare questi prodotti fate attenzione ai baci.

90 Le Scienze 657 maggio 2023


di Dario Bressanini Pentole & provette
chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura
(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

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L’importanza del sale iodato


La dieta in genere non copre il nostro fabbisogno
di iodio e anche il sale integrale non ne è abbastanza ricco

o iodio è un elemento fondamenta- le marino, che si crede contenga quantità suf-

L le per il funzionamento della tiroide,


una ghiandola endocrina nella parte
anteriore del collo. Assumiamo lo iodio con il
ficienti di iodio. Purtroppo la maggior parte
dello iodio presente nell’acqua di mare rima-
ne nel liquido che viene scartato dopo la cri-
cibo e in caso di assunzione insufficiente la ti- stallizzazione del cloruro di sodio. Quel poco
roide non può produrre una quantità adegua- che resta sul sale viene ulteriormente ridot-
ta di ormoni, e ciò può portare a vari disturbi. to per evaporazione. Pertanto il sale marino,
La manifestazione più visibile e più nota è il anche integrale, non contiene quantità suffi-
gozzo, cioè l’ingrossamento della tiroide. Con- cienti di iodio.
seguenze molto più gravi, come il cretinismo,
sono quelle a carico del sistema nervoso cen- Una preziosa spruzzata
trale, per il cui sviluppo gli ormoni prodotti In Italia esistono sacche di territorio in cui
dalla tiroide sono fondamentali. la carenza di iodio è ancora presente, in spe-
Gravi carenze di iodio erano un tempo dif- cial modo in alcune fasce della popolazione
fuse nelle popolazioni di vari paesi del mondo. come le donne in gravidanza, che devono as-
Ora le conseguenze più gravi della carenza so- sumere quantità superiori di iodio per evitare
no praticamente scomparse nei paesi svilup- problemi di sviluppo cognitivo ai neonati. Per
pati, ma rimangono paesi in cui persiste una scongiurare questi problemi in quasi tutto il
carenza lieve o moderata, che può comunque mondo si aggiunge lo iodio al comune sale da
dare ai bambini problemi di sviluppo neurolo- cucina. Lo iodio viene aggiunto al sale di soli-
gico e cognitivo con deficit intellettivi mino- to spruzzandogli sopra una soluzione di iodu-
ri, di attenzione e di memoria, per il resto del- ro di potassio o, più spesso in Italia, di iodato Ciotola di sale iodato.
la loro vita. di potassio. Per prevenire la perdita di iodio le L’alimentazione media di un italiano
confezioni vanno tenute al riparo dall’umidi- non fornisce iodio a sufficienza,
Il ciclo naturale e i miti tà e dal caldo. In cottura una parte dello iodio ma assumendo cinque grammi al giorno
Lo iodio si trova nelle rocce e nel suolo e viene inevitabilmente persa (dal 15 al 70 per di sale iodato si copre
per azione della pioggia e dell’erosione fini- cento a seconda delle temperature e della du- il fabbisogno quotidiano.
sce nelle acque superficiali e poi nel mare. Da rata della cottura).
lì per evaporazione può tornare nell’atmosfe- Ogni giorno un italiano adulto assume cir-
ra e con le piogge ritornare sulla superficie. Lo ca dieci grammi di sale, molto di più di quello
iodio presente nell’acqua di mare si accumula necessario e oltre la massima dose raccoman-
nelle alghe, nei pesci, nei crostacei e in gene- data dalle linee guida per una nutrizione sana
rale negli organismi marini. I terreni di solito ed equilibrata, che indicano in cinque grammi
ne sono poveri e quel poco che c’è viene as- la dose massima giornaliera che andrebbe in-
sorbito dalle piante. Vegetali ricchissimi di io- gerita. Di quei dieci grammi, 5,4 sono già pre-
dio sono invece le alghe marine, che però non senti nei prodotti trasformati che mangiamo
sono molto consumate in Italia dove, in gene- (formaggi, salumi, pane, pizza, cereali, salse),
rale, lo iodio assunto con la dieta non è suffi- un grammo è naturalmente presente negli ali-
ciente per coprire tutto il nostro fabbisogno. menti e 3,6 grammi li aggiungiamo noi in cu-
Un mito molto diffuso è che l’aria del mare cina o a tavola. Un grammo di sale arricchito
contenga iodio che possiamo assorbire respi- di iodio ne contiene 30 microgrammi. Assu-
rando. In realtà, se si assume più iodio stando mendo cinque grammi di sale iodato al giorno
al62/iStock

al mare è solo perché si consumano più pro- si raggiungono quindi i 150 microgrammi di
dotti ittici. Un’altra leggenda riguarda il sa- iodio che vanno assunti giornalmente.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Lo snervante obbligo di scambiarsi di posto
con gli altri partecipanti nel mezzo
di un workshop ispira in Doc un’idea per aggirarlo

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Frazioni di girotondo
on poteva durare.

N Un tranquillo pomeriggio di maggio nell’apparta-


mento di nostra conoscenza: Alice serenamente impe-
gnata a navigare in rete, Rudy immerso nella lettura di un libro e
reso invisibile da una nuvola di fumo di pipa, Gaetanagnesi alacre-
mente impegnata a dormire sulla poltrona migliore del soggior-
no, due birre che stavano raggiungendo la temperatura ideale. No,
non poteva durare.
«Eccomi, gente! Avete sentito la mia mancanza? Siete riusciti a
resistere alla tentazione di allagare l’appartamento con le vostre
lacrime? Treccia, quel mostro ti ha torturato presentandoti pro-
blemi assurdi con condizioni al contorno cervellotiche?»
«Credo di poter assumere l’onore e l’onere della risposta a tut-
te le tue domande, Doc, anche perché condensabile in un mono-
sillabo: “No”.»
«Uff, speravo almeno di esservi mancato. Certo che, essere li-
quidato con un monosillabo...»
«Se insisti per il polisillabico, posso provare con un “come mai
già qui?”. Se non ricordo male, avevi detto che il convegno sarebbe
durato l’intera giornata.»
«Non era un convegno, era un workshop.»
«Insomma, un convegno senza agenda, come amo dire.»
«Beh, sì, quasi. Ma sono successe un paio di cose interessanti.
Per esempio, il buffet. Anche se analcolico, era decisamente ben
fornito...»
«...sino al tuo arrivo, presumo.»
«Tieni, Doc, prendi una birra. So che non porrà rimedio alla tua
sete cronica, ma potresti considerarlo un segno di pace.»
«Grazie, Treccia. Sono effettivamente piuttosto assetato. Da
quando sono uscito dal convegno, non faccio altro che ridacchia-
re da solo. Non oso pensare che cosa dirà di me la gente che ho in-
crociato... Capo, non dire: “Comunque pensieri lusinghieri rispet-
to alla realtà”.»
«Posso almeno pensarlo? Beh, finiamola. Visto che quando sei
uscito stamattina, a un’ora per te inaudita, non stavi ridendo come
uno stupido mentre adesso lo fai, presumo che l’evento scatenan-
te sia accaduto nel tempo intercorso, e quindi al convegno. Scom-
metto che non vedi l’ora di raccontarcelo.»
«Vero. Ma voglio anche prendermi la libertà di fare un po’ il mi- ma di solito solo dopo la spiegazione, quando posso riutilizzarle.»
sterioso. Sono stato fortunato. E con me, anche gli altri quattro «“È molto semplice”, come ami dire tu. C’era una di quelle dan-
miei compagni di tavolo, diciamo così.» nazioni del genere umano note come icebreaker. E l’ho lasciato in
Illustrazione di Stefano Fabbri

«Avete trasformato il workshop in un casinò?», interviene Ali- lacrime.»


ce. «Ricordo ancora il tuo trucco con le tre carte, ma sappi che cer- «Ah, quei tizi che sono pagati per animare le riunioni di lavoro
ti luoghi sono sempre pieni di truffatori.» come gli animatori dei villaggi turistici? Uhm, forse erano davve-
«No, Treccia, peggio. Abbiamo fatto piangere un rompighiac- ro meglio i truffatori.»
cio!» «Beh, in un certo senso stava cercando di portare avanti una
Rudy sospira spazientito: «Doc, apprezzo le battute criptiche, truffa. Eravamo divisi in gruppi di lavoro e, per impedirci di rag-

92 Le Scienze 657 maggio 2023


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a giugno e in forma estesa sul
Francesca Ortenzio nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

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IL PROBLEMA DI APRILE

Quello del mese scorso era un problema essenzialmente geometrico: in mo arco nel punto-bersaglio, che potrà essere colpito dalla terza freccia.
sintesi, si trattava di individuare uno o più punti interni a un cerchio con Nel caso i punti da individuare siano due, se la stessa procedura non in-
il minor numero di tentativi, intendendo per «tentativo» la scelta di un tercettasse uno dei punti-bersaglio, significa che le prime due «risposte»
punto qualunque e avendone in risposta la distanza d dal punto-bersa- d1 e d2 riferiscono a due punti-bersaglio diversi, non a uno solo. Tirare in
glio più vicino. uno dei punti di intersezione del terzo arco con uno degli altri due per-
Nel caso ci sia un solo punto da individuare, la strategia migliore è quel- mette di individuare il punto «parassita» (con anch’esso distanza diver-
la di scegliere (colpire con la freccia, nella narrazione) un punto qualsiasi sa da zero) e quindi, nel caso peggiore, di centrare il primo punto con il
esattamente sul bordo del bersaglio; se d è la distanza dal punto incogni- prossimo tiro; la distanza data dal punto parassita permette però di trac-
to X, sul bersaglio si potrà definire un arco di cerchio C1 con centro nel ciare un altro arco passante per il punto restante, e centrarlo con la quin-
punto prescelto, raggio d ed estremi, ovviamente sul bordo del bersaglio, ta freccia.
A e B. Scegliendo poi uno di questi due punti (ovvero colpendoli con una Si dimostra (ma la cosa è piuttosto complessa) che n punti sono indivi-
seconda freccia) si otterrà un altro arco di cerchio che intercetterà il pri- duabili attraverso al più 4n - 1 tiri.

stro nome scritto sopra e cominciato a presentarci. Appena fini-


ta la presentazione arriva il rompi-qualcosa-diverso-dal-ghiaccio
a dirci di cambiare posto, e qui ho avuto l’idea. Abbiamo cambiato
posto, ma secondo le mie direttive: ruotando tutti dello stesso nu-
mero di posti a sedere attorno al tavolo. Avevamo cambiato posto,
quindi il rompi non poteva dire nulla; ma ormai ci eravamo pre-
sentati e tutti mantenevano la stessa posizione relativa, quindi era
facile ricordarsi i nomi!»
«...e l’icebreaker non se n’è accorto?»
«Anche se sospettava qualcosa, vedeva un tavolo con dei po-
sti occupati, della gente con davanti un block-notes e dei block-no-
tes abbandonati. Ovviamente c’erano stati dei movimenti, e proba-
bilmente qualcuno si era spostato lasciando il notes al suo posto
precedente. E sul notes davanti a me, a un certo punto, spiccava
un bellissimo “Annalisa”... Per farla breve: ogni workshop (ne ab-
biamo avuti alcuni) veniva interrotto una volta a metà tempo, poi
ciascuno si riprendeva il proprio block-notes e si tornava in ple-
naria; i miei gruppi (dei diversi workshop) erano sempre gli uni-
ci con qualcosa di interessante da dire; gli altri passavano il tem-
po a presentarsi!»
«...e dove sarebbe, la fortuna?»
«Beh, non potevamo lasciare troppi block-notes sguarniti sul
tavolo, la cosa avrebbe insospettito il breaker. Avevo deciso che
tre block-notes con una persona davanti (su cinque) erano una
buona soluzione di compromesso. La fortuna sta nel fatto che tut-
te le volte sono riuscito a trovare una rotazione che occupava al-
meno tre block-notes, con distribuzione iniziale dei partecipanti
casuale.»
giungere un risultato sensato, a metà del tempo a disposizione, ar- «Mah, non so quanto si tratti di fortuna...»
rivava a dirci di cambiare posto. I diversi gruppi ai quali ho parte- «Rudy, non dirmi che hai già calcolato tutti i movimenti di tutte
cipato sono gli unici che hanno raggiunto un risultato.» le posizioni possibili... non oso nemmeno contare quante siano...»
«Capisco le lacrime del rompighiaccio. Ma adesso mi spieghi «Certo che no, Treccia, ma credo siano 252 posizioni possibili...
che metodo hai utilizzato.» No, No. Deve essere possibile un metodo meno esaustivo, per tro-
«Te l’ho detto, sono stato fortunato. C’erano tavoli rotondi da vare quante sono le “posizioni fortunate” per Doc. E adesso scusa-
dieci posti, e i gruppi erano formati da cinque persone. Il mio pri- temi, ma devo uscire.»
mo gruppo si è seduto casualmente attorno a uno di questi tavoli, «Dove vai?»
abbiamo posato sul tavolo le nostre graziose cartelline con il no- «A restituire il block-notes ad Annalisa.»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

Un pianeta da proteggere Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Il posto e l’impatto degli umani negli equilibri naturali e cosa sono chiamati a fare

Breve storia della Terra (con noi dentro)


di Juan Luis Arsuaga e Milagros Algaba
La nave di Teseo, Milano, 2023, pp. 224 (euro 19,00)

G
li esseri umani hanno quel tipo di superbia, che gli an-
tichi greci chiamavano hybris, che li spinge a metter-
si sempre al centro della scena, a considerarsi un pun-
to di arrivo del percorso evolutivo e a percepire le altre specie e il
contesto naturale nel suo complesso come al loro servizio. Questa
tendenza all’antropocentrismo è tra le cause dei gravissimi pro-
blemi che l’impatto umano ha causato agli ecosistemi ed è anche
una delle ragioni che si oppongono alla tempestiva realizzazio-
ne di tutte le azioni di contrasto alla crisi climatica che da decen-
ni ormai la scienza indica come urgenti e necessarie. Ecco perché
le opere di divulgazione scientifica che aiutano a calare la specie
umana e la sua storia all’interno del sistema della natura, a com-
prendere la complessità dei rapporti tra tutti gli elementi e la deli-
catezza degli equilibri tra le diverse specie, sono particolarmente
importanti, perché contribuiscono a rafforzare sia le conoscenze
sia il senso di responsabilità.
Questo libro, scritto dal paleoantropologo Juan Luis Arsua-
ga e dalla storica Milagros Algaba, fa parte di questa categoria e,
nell’offrire una semplice e piacevole ricapitolazione delle cono-
scenze paleontologiche, evolutive ed ecologiche sul nostro pia-
neta, non trascura di puntare sempre l’attenzione al contesto
generale. Non è un caso, per esempio, se gli autori scelgono di de-
dicarne una parte all’esposizione dell’ipotesi Gaia – affascinante
teorizzazione della Terra intesa come superorganismo vivente, a
opera di James Lovelock – da molti criticata perché, se presa alla
lettera, individuerebbe nei processi naturali un’intenzionalità in-
compatibile con la visione scientifica. Arsuaga e Algaba sottoline- strare l’inconsistenza di diffusi pregiudizi. E tra questi un posto
ano, però, l’importanza dell’uso di metafore divulgative come Ga- d’onore spetta a quello che tende a farci vedere tutto sotto la len-
ia per rendere tangibile l’idea di un tutto che non è solo somma te deformante del nostro punto di vista, quello di una specie che è
delle parti e di un equilibrio che può essere irreparabilmente dan- comparsa di recente ma ha presto cominciato a lasciare tracce ec-
neggiato dall’impatto sul singolo elemento. Ma del contributo di cessive e ora è chiamata a invertire subito la rotta.
Lovelock si apprezza soprattutto quello che gli autori considera- Rispetto ad altri libri che appartengono allo stesso filone, è ap-
no un lascito fondamentale: l’integrazione tra scienze geologiche, prezzabile che l’esposizione onesta dei danni dell’impatto umano
fisiche, chimiche e biologiche, oggi parte imprescindibile dell’ap- sia comunque accompagnata dal sottolineare che l’enormità del
proccio moderno alla ricerca, che ha avuto in lui un importante problema non può e non deve indurci a pensare che qualsiasi sfor-
sostenitore. Allo stesso modo viene citato e sottolineato il contri- zo del singolo sia in partenza inutile e fallimentare. Dalla dimen-
buto di Alfred Russel Wallace (famoso per aver teorizzato l’evolu- sione planetaria si viene, quindi, accompagnati a comprendere
zione indipendentemente da Charles Darwin) alla biogeografia, la che l’impegno esercitato a livello locale continua ad avere molto
scienza che studia la distribuzione delle specie sul pianeta. senso per tutto il sistema e che quella che si è abituati a pensare
Sul piano della forma gli autori sono attenti a mantenere un to- come la Terra che ci hanno consegnato le generazioni passate de-
no leggero e accattivante, ponendosi talvolta anche domande cu- ve cominciare a diventare, nella mente di tutti, quella che abbia-
riose, alcune delle quali sembrano quasi senza senso («Perché gli mo il dovere di tramandare, nelle migliori condizioni possibili, al-
elefanti non volano e le balene non salgono sugli alberi?»), ma mo- le generazioni future.
strando come, nel rispondere, si possa cogliere l’occasione di mo- Anna Rita Longo

94 Le Scienze 657 maggio 2023


Le domande necessarie sull’IA Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Per ragionare in modo serio su un tema ormai ineludibile

La scorciatoia è un libro necessario. Da qualche me- quel minimo di conoscenza, sine qua non tanto vale ab-
se infatti, a far data dalla fine di novembre dello scorso baiare solitari sui social.
anno, sui diversi mezzi di comunicazione – più o meno Nel breve spazio qui concesso, tre punti tra quelli svol-
tradizionali, più o meno social – ma moltissimo anche ti in dieci limpidi e comprensibilissimi capitoli. Uno:
nella discussione privata ci si confronta sull’ultima novi- per ragionare sul serio sull’intelligenza artificiale è ine-
tà della rivoluzione tecnologica: ChatGPT e applicazioni ludibile comprendere le caratteristiche di quella natu-
affini, quelle capaci di generare contenuti a richiesta de- rale. Meglio, di quelle naturali: gatti, calamari e un for-
gli utenti. Come per ogni nuova «invenzione», si ripro- micaio sono «intelligenze aliene» quanto quelle delle
pone la classica dicotomia battezzata da Umberto Eco macchine. Non c’è un solo tipo di intelligenza. Due: la
nel lontano 1964, tra apocalittici e integrati; e, va da sé, scorciatoia di cui al titolo è quella che un informatico ce-
la distopia apocalittica risulta sempre più convincente di co-americano della IBM, Frederick Jelinek, intuì e intra-
qualsiasi storytelling rassicurante. prese sul finire degli scorsi anni ottanta: se oggi parlia-
Per questo è raccomandabile leggere il volume di Cri- mo di machine learning anziché di «sistemi esperti» è
stianini. Giacché, paradossalmente a leggere il tito- grazie a quello shortcut. Terzo, e fondamentale: la no-
lo, non permette quelle scorciatoie del dibattito fatte di stra vita è e sarà sempre più governata da algoritmi, tor-
gratuiti «a mio parere», di quei generici «io penso che», nare indietro non è un’opzione, quindi vanno governati.
formulando invece tutte le domande pertinenti e utili a Nel costruirli si deve prevedere la possibilità di ispezio- La scorciatoia
farsi un’idea su che cosa sia l’intelligenza artificiale og- narli dall’interno, solo così potremo chiedere conto delle di Nello Cristianini
gi, e offrendo altrettante risposte, quelle dell’autore, sul- responsabilità. Il resto è fantascienza. Il Mulino, Bologna, 2023,
le quali è lecito confrontarsi ma, appunto, sulla base di Pino Donghi pp. 216 (euro 16,00)

Una storia di famiglia e di virus


Un padre e un figlio medici alle prese con l’HIV

È una storia di famiglia. Un’avvincente storia di famiglia, Medico specializzato in malattie infettive e immunolo-
che racconta 40 anni di ricerca scientifica scanditi da gia, Fernando Aiuti è stato tra i primi in Italia a occuparsi
successi, battute d’arresto, impegno scientifico e socia- di AIDS, «sindrome che ancora prima di essere definita
le. Perché Fernando e Alessandro Aiuti, padre e figlio, aveva già assunto una connotazione discriminatoria». E
sono stati tra i pionieri, rispettivamente, nella lotta contro a metterci la faccia contro lo stigma: la foto che immor-
il virus HIV e nel suo uso a scopi terapeutici. Una storia tala il suo bacio con l’attivista sieropositiva Rosaria Iardi-
di famiglia che s’intreccia alle storie dei pazienti, delle no, scattata il 1° dicembre 1991 in occasione del con-
loro famiglie e di altri scienziati e scienziate che hanno gresso nazionale dell’associazione ANLAIDS, è ancora
contribuito a riscrivere la storia dell’AIDS e delle malat- oggi un simbolo di «rottura con l’ipocrisia della società».
tie genetiche. Saggio in forma di memoir, questo libro è Alessandro Aiuti, invece, è vicedirettore dell’Istituto San
un bellissimo esempio di divulgazione scientifica. Aiuti, Raffaele Telethon per la terapia genica, e nell’incalzare
con Annamaria Zaccheddu che si occupa di comunica- del racconto ci mostra l’altra faccia del virus raccontan-
zione scientifica e istituzionale per la Fondazione Tele- doci le tappe più significative che ne hanno reso possi-
thon, ripercorre la storia del virus che distrugge le cellu- bile l’uso come vettore per veicolare materiale genetico
le immunitarie e, attraverso la sfida umana e scientifica e modificare il nostro DNA a scopo terapeutico.
di suo padre prima e sua poi, racconta il dramma vissu- Un racconto in prima persona che informa ed emozio-
La cura inaspettata
to dai malati di AIDS quando non esisteva una terapia, e na, testimonia l’importanza della ricerca scientifica e il-
di Alessandro Aiuti con
la speranza di chi oggi confida nella terapia genica per lustra l’iter e le sfide da affrontare per riuscire a portare Annamaria Zaccheddu
curare malattie genetiche e tumori. «L’HIV è stato il pun- nuove terapie al letto dei pazienti. Mondadori, Milano, 2023,
to di incontro delle nostre strade scientifiche.» Simona Regina pp. 228 (euro 18,50)

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Libri & tempo libero

Dalla libertà ai recinti del Web Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Interessi economici e politici stanno cambiando la rete

Spesso i titoli di pamphlet e libri su temi di cui si alimen- minciava davvero a guadagnare con i servizi on line e
ta il dibattito pubblico sfruttano metafore a effetto per at- tutto sembrava possibile.
tirare l’attenzione. Non è il caso di questo agile volume, Oggi il mercato stesso legato a Internet è in mano a un
perché quando si parla di «fatta a pezzi», Vittorio Berto- pugno di aziende, quasi tutte statunitensi (l’unica ecce-
la e Stefano Quintarelli parlano proprio di recinzioni di zione è il colosso cinese Tencent); difficilissimo per una
qualche tipo che negli ultimi anni stanno frammentan- nuova azienda pensare di fare loro concorrenza. Così ci
do Internet. Un fenomeno che è in netta contraddizione ritroviamo ognuno dentro un recinto, quello di Google
con la storia di Internet stessa, nata come spazio libero, o quello di Facebook, ed è molto difficile interoperare
privo di confini e con ampie dosi di controcultura, pen- con gli altri recinti. Accanto a questi recinti economici ci
siero liberale, spirito anarchico. Ne è una testimonian- sono quelli nazionalistici e sovranisti, basati sul traccia-
za, che i due raccontano nei primi capitoli, che ancora mento dei comportamenti e la sorveglianza dei cittadi-
oggi alcuni degli elementi fondamentali dell’architettu- ni, come sta succedendo per esempio in Cina e in alcu-
ra della rete siano basati su protocolli aperti e softwa- ni paesi con governi dittatoriali. Il libro è un’utile bussola
re libero, cioè gratuito e senza un proprietario che possa per ripercorrere la storia di Internet fino a oggi e capi-
spegnerlo a proprio piacimento. re i problemi legati alla sua frammentazione in termini
Ma le cose non stanno più come nell’era pionieristica di rischi per le libertà di chi ci lavora, studia, vive. Tut-
Internet fatta a pezzi
dei forum e delle bacheche universitarie, e non stanno to pessimista? No, gli autori vedono nelle ultime mosse
di Vittorio Bertola
nemmeno più come durante quella ventata di grande dell’Unione Europea, forse tardive, un tentativo di rego- e Stefano Quintarelli
trasformazione che è stata il volgere del secolo scorso, lamentare meglio Internet ed evitare le storture peggiori. Bollati Boringhieri, Torino, 2023,
nella cosiddetta era delle dotcom, quando cioè si co- Marco Boscolo pp. 144 (euro 15,00)

Il cosmo in rassegna
Conoscenze, domande aperte, prospettive dell’astrofisica

Da anni l’astrofisica e la cosmologia attraversa- fessore emerito a Princeton. I tre passano in rassegna
no un periodo di grande fermento. Tante conoscen- tutto ciò che l’osservazione del cielo e il suo studio teo-
ze consolidate, tante conferme sperimentali e osser- rico sono stati in grado di stabilire finora sul cosmo, dai
vative, come la scoperta dei pianeti extrasolari o la pianeti alle stelle, alle galassie, alla struttura e all’evolu-
rilevazione delle onde gravitazionali a 100 anni dal- zione dell’universo, fino al multiverso, filone di indagi-
la loro previsione teorica; ma altrettante domande ne di cui proprio Gott è uno dei principali protagonisti.
che aspettano risposte, che si spera possano arriva- Il testo, suddiviso in otto capitoli, spiega in maniera sin-
re dagli strumenti oggi operativi, come il James Webb tetica, ma sempre rigorosa, i concetti, la storia e le sco-
Space Telescope, o da quelli in costruzione, come perte fondamentali dell’astrofisica, affrontando anche
l’Extremely Large Telescope dell’European Southern il tema della ricerca della vita intelligente nell’universo,
Observatory, o, dalle missioni spaziali in corso e future, grazie all’analisi dettagliata della celebre equazione di
come Euclid dell’Agenzia spaziale europea, che inda- Drake. Ma sono gli ultimi due capitoli, di cui è autore
gherà sulla struttura a grande scala delle galassie per lo stesso Gott, ad affrontare i temi più affascinanti del-
fare luce sulla natura e sulla distribuzione di materia ed la cosmologia: i modelli cosmologici, il big bang, l’infla-
energia oscure. zione, la materia oscura, l’energia oscura, il multiverso,
In questa evoluzione di conoscenze si inserisce il libro di il futuro dell’universo e della nostra specie. Una lettura
Benvenuti nell’universo
Neil deGrasse Tyson (direttore dell’Hayden Planetarium fondamentale, se non necessaria, per chiunque deside-
di Neil deGrasse Tyson, Michael
di New York, considerato l’astronomo divulgatore erede ri conoscere a livello divulgativo le teorie scientifiche più A. Strauss e J. Richard Gott
di Carl Sagan), Michael A. Strauss, professore di astrofi- avanzate riguardanti il nostro universo e il suo destino. Ulrico Hoepli Editore, Milano,
sica alla Princeton University, e John Richard Gott, pro- Emiliano Ricci 2023, pp. 184 (euro 18,00)

96 Le Scienze 657 maggio 2023


Food&Science Festival 2023
Dal 19 al 21 maggio
Mantova
www.foodsciencefestival.it

Una scorpacciata di conoscenza Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

Il festival su scienza e cibo ha per tema i confini e il loro superamento

ornato definitivamente nella stagione pri-

T maverile dopo gli spostamenti degli anni


pandemici, il festival mantovano torna con
un tema che può essere letto da più punti di vista:
confini. E fin da subito il programma di questa edi-
zione propone un tradimento, perché uno dei filoni
che si possono seguire indica il confine come barrie-
ra da superare per creare contatti e scoprire mondi.
Avviene per esempio aprendo il dialogo tra pro-
duzione agricola e complessità, tra la necessità di
metodi sempre più sostenibili e le sfide globali del-
le filiere alimentari messe a dura prova non solo
dall’ormai conclamata crisi climatica, ma anche dai
conflitti bellici, non ultimo quello russo-ucraino. Se
ne occupano gli incontri con Rosalba Galletti, diri-
gente della Città della scienza e della salute di Tori-
no, che esplora il recupero delle biomasse di scar-
to nella filiera della frutta secca, e quello con Nadia
Lambiase, giovane imprenditrice fondatrice di Mer-
cato circolare.
Si parlerà molto anche del rapporto tra ciò che
mettiamo in tavola e la comunicazione, a comincia-
re dalle controversie suscitate dalla proposta di eti-
chettare volontariamente il vino. Ne tratteranno
Michele Fino della Federazione italiana vignaioli in-
dipendenti, il produttore Gianluca Morino e l’agro-
noma e giornalista Alessandra Biondi Bartolini.
Sul tema della comunicazione, e dei punti ciechi
che possono essere sfruttati a fini commerciali, si
muove un altro degli assi del programma che vede
coinvolti Dario Bressanini, Luigi Cattivelli (direttore
del Centro di ricerca per la genomica e la bioinfor-
matica del CREA) e Giacomo Moro Mauretto, matta-
tore del popolare canale YouTube Entropy for life.
C’è anche spazio per raccontare chi produce ciò
che mangiamo. È il caso di due imprenditrici che il-
lustrano alcune traiettorie di donne dentro al mondo
agricolo: Deborah Piovan, autrice di un volume sulle
agricoltrici (Agricoltura femminile singolare, Pacini
Fazzi, 2022) e Paola Aguzzi, direttrice e farm mana-
ger dell’azienda veronese Finato Martinati.
Il menù ovviamente non si esaurisce con questo
Foto Roberta Baria (tutte le foto, 3)

antipasto e, come da tradizione, prevede numero-


si altri interventi in alcuni dei luoghi più iconici del-
la città, dal Teatro scientifico Bibiena alla Loggia del
grano, da piazza delle Erbe a piazza Leon Battista Al-
berti. La scorpacciata di scienza e conoscenza è as-
sicurata. Il Food&Science Festival, qui in immagini di edizioni passate, torna di nuovo nella
Marco Boscolo stagione primaverile.

www.lescienze.it Le Scienze 97
Prossimo numero

a giugno

Dossier: Esplorare Giove e le sue lune


Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237

di Emiliano Ricci, Jonathan O’Callaghan, Rebecca Boyle

Se c’è vita altrove nel sistema solare, le grandi lune ghiacciate di


Giove sono sedi promettenti per ospitarla. Per studiare il pianeta e
tre sue lune, e indagare le condizioni in cui la vita potrebbe sorge-
re, partono le missioni JUICE europea, e Clipper della NASA.

Una variabile nascosta dietro l’entanglement


di Michelle Frank

Nel 1949 la fisica Chien-Shiung Wu effettuò un esperimento che


documentò la prima prova dell’entanglement. Le sue scoperte so-
no state dimenticate per più di settant’anni e raccontano una sto-
ria poco conosciuta delle origini delle ricerche che nel 2022 han-
no ricevuto il premio Nobel per la fisica.

Psicologia e neuroscienze della risata


di Fausto Caruana, Elisabetta Palagi, Frans B.M. De Waal

Ridere è tra i nostri comportamenti più comuni, ma anche tra i più


misteriosi, e resta dibattuto che funzioni svolga o come si sia evo-
luto. Gli studi psicologici e neuroscientifici, e quelli etologici su-
gli altri animali che ridono, ne stanno ora chiarendo molti aspetti.

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98 Le Scienze 657 maggio 2023


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Annalisa Dominoni
Benedetto Quaquaro
Le città dell'universo
Come sarà abitare nello spazio

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